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Divenne il leader di un
movimento che ebbe il suo
culmine nell’estate del 1963 con
un corteo di oltre 200.000
persone che invase il centro di
Washington per chiedere la
legge sui diritti civili.
Qui Martin Luter King tenne il
suo celebre discorso che
iniziava con “I have a dream”, cioè “Io ho un sogno” … “che i miei
quattro figli piccoli potranno vivere un giorno in una nazione nella quale non
saranno giudicati per il colore della pelle, ma per le qualità del loro
carattere”.
Il 10 febbraio 1964 viene approvata la legge per i diritti civili. Il merito è
anche di Martin Luter King che il 14 ottobre di quello stesso anno riceve il
Premio Nobel per la Pace a Stoccolma per aver sostenuto il principio della
non violenza nella lotta razziale nel suo paese.
Sarà il premiato più giovane, fino a quando il Premio Nobel non verrà
assegnato a Malala.
Purtroppo la sera del 4 aprile 1968 sarà ucciso mentre si affacciava al
balcone di un hotel a Memphis per sostenere la lotta dei dipendenti pubblici
sanitari neri in sciopero da settimane che chiedevano un aumento del salario
e condizioni di lavoro più giuste.
A 39 anni muore così il più importante e carismatico sostenitore della causa
dell’uguaglianza e della non violenza nella lotta al razzismo in America.