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Miles Christi

La Magia a Roma

Raoul Elia

Quaderni

del Centro Studi Bruttium - Ottobre 2009

i Quaderni del Centro Studi Bruttium

uadERnI del Centro Studi Bruttium Collana curata dal Pasquale natali allegato alla La Ciminiera - Ieri, oggi e domani Tribunale di Catanzaro n. 50 del 24/07/1996 Ottobre 2009

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i Quaderni del Centro Studi Bruttium

MILES SAECULI, MILES CHRISTI


La pax e la militia negli scrittori paleocristiani
di Raoul Elia

Premessa Il presente lavoro si propone di esporre, partendo dalla situazione politica e sociale, e attraverso il punto di vista, ovviamente parziale, degli scrittori latini paleocristiani come Tertulliano, Ambrogio e Agostino, il ruolo dei cristiani nellesercizio militare e nello stato e il concetto di Pax cristiana nellet paleocristiana e basso-imperiale. Qualche precisazione terminologica Prima di iniziare a leggere i testi e a descrivere la situazione del miles cristiano nel periodo indicato, vale la pena di soffermarci un po sulla nomenclatura e sulla terminologia che useremo, perch bene chiarire alcuni aspetti del discorso che potrebbero apparire ostici se i termini utilizzati non venissero ben, come direbbe un patito di film horror, sviscerati. Iniziamo dal pi osteggiato e complesso: miles. nel latino classico (quello di Cesare e Cicerone, del I secolo a. C, insomma) il termine corrisponde allitaliano soldato ed individua esclusivamente colui che milita nellesercito, beninteso nei ranghi inferiori dello stesso. -3-

Milites, dunque, sono (quasi) esclusivamente i fanti, la celebre fanteria romana, elemento chiave della conquista dellimpero. La cavalleria, infatti, era dai Romani poco apprezzata, nel migliore dei casi, quando non osteggiata, come fa Cesare, che la considera poco valida e molto infida (anche perch composta per lo pi da auxi-lia, le truppe ausiliarie arruolate fra i foederati, cio le popolazioni alleate (da poco) di Roma). Ma tutto cambia con lavvento dellimpero. La trasformazio-ne sociale e politica dovuta allo sfaldarsi della partecipazione attiva al governo dellImpero, la crisi

Un costume da centurione, copyright di www.costumediscena.it

i Quaderni del Centro Studi Bruttium cesso alla cittadinanza romana e alle cariche pubbliche, ambite dai nuovi cittadini perch economicamente (e non solo) vantaggiosi. Cos, il termine, se si dissocia dallidea di politica, lega sempre pi fra loro il soldato e il funzionario statale dellimpero.Il concetto di miles, sin dal I secolo d. C. sembra indicare non solo il miles stricto sensu, corrispondente allitaliano militare, ma pi in generale chiunque fosse impegnato in una carica pubblica, fosse essa di pace o di guerra, indipendentemente, dunque, dal dovere di portare armi. Miles va dunque, ma non senza resistenze e dubbi, inteso nel senso lato di colui che presta servizio, serve (lo Stato). Il termine religio, e il suo opposto superstitio, vanno interpretati, salvo diverso avviso, come religione accettata dallo Stato e credenze non accettate dallo Stato. In questo senso, nei suoi primi secoli di vita, il Cristianesimo fu superstitio e condannato alla pari della divinazione, della magia e di altre forme non ammesse di culto. ultima precisazione: il termine pax. abusato, come anche nelle forme attualmente in vigore, esso va inteso non in senso moderno, ch sarebbe un grave errore metodo-logico, ma in senso, biblico. I termini pax e pactum, che in latino si giovano della stessa radice, sono equivalenti agli ebraici corrispettivi shalom (alleanza) e berit (alleanza), ad indicare la pace che nasce non dallassenza di guerra, ma dal corretto rapporto con la divinit protettrice, che sola garan-

Graffito trovato sul Palatino che ironizza sulla corcifissione di Cristo (immagine senza

dellaristocrazia senatoria e laccentramento del potere nelle mani dell imperatore e del suo comitatus, creano un effetto destabilizzante che mina alla base la struttura etico-sociale dello Stato romano. Perch fare il cursus honorum, se tutte le decisioni sono prese da un altro, divenuto princeps per nascita (e poi per adozione)? Cos, se da un lato il cives romano trova ostico e rifugge il servizio militare poich lo vede come un problema, non come uno stadio del cursus honorum, la carriera che, nella Roma repubblicana portava dal sudore e dalla polvere dei campi di battaglia fino al Senato e al Consolato, quasi un dovere faticoso e ormai inutile per laccentramento del potere nelle mani dellimperatore, dallaltro il servizio militare da ac-

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i Quaderni del Centro Studi Bruttium tisce la vittoria e la salvezza, e quindi lunica vera pace. nella Bibbia, Dio e il suo popolo sono rappresentati come in guerra perpetua con le nationes e i loro dei: tale guerra non conosce n regole n vere e proprie tregue1. Elemento riaffermato anche nel nuovo Testamento, in frasi celebri come vi lascio la pace, vi do al mia pace: non quella che d il mondo2 e non sono venuto a portare la pace, ma la spada3. comunque fedele al suo dio, il Sol invictus, fino alla morte). Certo, il rapporto fra cristiano e miles non dovette essere molto facile. Innanzitutto, perch, soprattutto in ambito orientale ed africano (ed curioso che proprio questultima zona a fornire il maggior numero di cristiani inseriti nellesercito), il servire nellesercito viene visto come professione sommamente disdicevole al cristiano. Latteggiamento del Vangelo e dei primi cristiani riguardo alla guerra e al servizio militare coerente con il loro atteggiamento riguardo alle cose terrene in genere: il cristiano, pur vivendo nel mondo, non del mondo 4. da qui i vari tentativi di giustificare il contrasto fra buon rapporto che il cristiano deve avere con le istituzioni e il potere politico, di paolina memoria, e lesigenza di distacco dalle cose terrene propria del Cristianesimo delle origini. Gli apologeti insistono spesso sulla assistenza allo Stato del cristiano, per il quale non lecito usare le armi, ma che combatte i nemici dellimperatore con la preghiera. La posizione cambia radicalmente quando, a partire dal IV secolo, il Cristianesimo, da superstitio tollerata o perseguitata diviene a tutti gli effetti religio di Stato. Il cristiano ora chiamato a difendere lo Stato,
1. P. Cardini, alle radici della cavalleria medievale, Firenze, Sansoni, 2004, p. 212; 2. Pacem delinquo vobis, pacem meam do vobis: non quomodo mundus dat, ego do vobis, Giovanni, 14,27; 3. non veni pacem mittere, sed gladium, Matteo, 10,34; 4. Tert., de Idolatria, XIX;

Miles o non miles: un quadro generale


Va da se che, il modello del Cristianesimo delle origini, cos poco chiaro, suddiviso in varie chiese per lo pi separate e unite solo sommariamente e in modo incostante e precario dai pellegrini, non si adatta in modo uniforme a definire la condizione del cives cristiano e il suo rapporto con il miles. E questo non solo per lequivocit del termine, che abbiamo illustrato pi sopra. La storia del Cristianesimo nei suoi primi due secoli di esistenza molto contrastata poich, almeno fino allalba del IV secolo, questa religione fu osteggiata, nel migliore dei casi, quando non perseguitata, dallImpero, che, un po per scarsa conoscenza, un po per evidenza di atteggiamenti e comportamenti antiimperiali (se ne di-scuter pi avanti), non vide di buon occhio i cristiani finch essi non divennero un male necessario per lImpero (ed significativo che proprio liniziatore della nuova politica imperiale filocristiana, Costantino I, sia rimasto

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i Quaderni del Centro Studi Bruttium cio lImpero, romano-cristiano di ambrosiana memoria, dai nemici, interni (i latrones) ed esterni, i barbari che premono incessantemente alle sue porte.

Le pagine della pax


Fra gli autori che si occupano del problema, affatto peregrino, ricordiamo innanzitutto Tertulliano. autore interessante anche perch, nel breve (si fa per dire) volgere di quindici anni, passer da posizioni apologetiche ad un estremi-smo di stampo montanista 1. nellapologeticum, Tertulliano tenta di dimostrare che un cristiano pu, senza contraddire, ovvio, il suo credo, assolvere ai suoi doveri nei confronti della res publica e dellimperatore. In particolare, nellopera di Tertulliano evidente la massiccia diffusione (ma sar veramente tale? O forse il buon cristiano ha inteso esaltare il suo credo esagerando nei numeri?) dei cristiani in tutti i rami della vita sociale romana del tempo, compreso lesercito. Che anzi lesempio della Legio XII Fulminata2, con la miracolosa pioggia che salva capre e cavoli, forse il miglior esempio di scrittura apologetica a disposizione. Il problema rimane sempre legato al portare (e quindi essere disponibile ad usare) le armi. Spargere sangue altrui (ma anche il proprio, se non per difendere e testimoniare la fede cristiana) non ammesso, per cui occorre trovare un punto di compromesso con le esigenze dello stato e dellimpero, che invece necessita di soldati per difendere i sempre pi ampi confini dellimpero.

Tertulliano in una riproduzione rinascimentale, immagine senza

Con lirrigidirsi delle posizioni imperiali durante il regno di Settimio Severo, non ultima limposizione delle forme giuridico-rituali con cui si sanciva la fedelt allimperatore, fra cui la corona posta sul capo che da il l ad uno degli scritti pi celebri di Tertulliano, lo scontro con i cristiani si fa pi aspro e le posizioni si irrigidiscono. Il de Corona, appunto, scritto presumibilmente, tra il 208 e il 211 d. C. 3, frutto di questo mutato clima politico: lo spunto dellopera dato dal rifiuto, da parte di un soldato della legio III, di cingere la corona del titolo per ricevere il donativum elargito per la successione di Geta e Caracalla. Tertulliano approva lintransigenza del miles e la contrappone allo spirito di adattamento degli altri, che non si astengono dal partecipare ad atti idolatrici. Sul piano

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i Quaderni del Centro Studi Bruttium generale, invece, linconciliabilit fra il cristiano e lesercito non assoluta e definitiva; permangano vari dubbi, visto che il buon Tertulliano si sofferma, piuttosto che sul tu non occides della legge mosaica, sul pericolo dellidolatria. Ed appunto questo pericolo che guida Tertulliano verso le posizioni sempre pi intransigenti del de idolatria, datato al 212 d. C.: non sono conciliabili il sacramentum divino con quello umano, il signum di Cristo e quello del diavolo, i castra della luce e quelli delle tenebre; la stessa anima non pu servire a due padroni, a dio e a Cesare 4. Qui evidente il richiamo al passo evangelico sullinconciliabilit del servizio di dio e quello di Mammona, ma il posto di questultimo stato preso da Cesare e Tertulliano, per amor di precisione, premette a questa radicale antinomia una ancor pi chiara, nella sua radicalit, quella fra Cristo e il diavolo, in modo tale che il climax della lettura sia ancor pi orientato verso lidentificazione del pagano imperatore con il diavolo e lanticristo. da notare come il passo rovesci il senso del modello paolino, evidente nelle citazioni di simboli militari come sacramentum, castra e signum: per Paolo i due tipi di militia sono paralleli, almeno dal punto di vista metaforico, per Tertulliano, radicalmente estranei, contrapposti e radicalmente inconciliabili 5. non a caso, la requisitoria contro lesercito si inserisce nella pi generale lotta dellautore contro lidolatria dei pagani. Tertulliano ben lontano dallallontanarsi dalla visione paolina e a predicare la ribellione ai pubblici poteri, anzi precisa che il dovere di ogni buon cristiano di obbedire ai poteri legittimi, ma deve rifuggire il saeculum e le sue tentazioni, anche con lestremo sacrificio di s.

1. vedi box 1 2. vedi box 2 3. vedi box 2 4. cfr. Cardini, op. cit., p. 226 in nota; 5.Tert., de Idolatria, XIX; 6. in riferimento alle metafore e alle simbologie militari in Tert., cfr. a. Morisi, la Guerra, p. 47-48;

Ricostuzione di una divisa da aquilifero (portatore dellaquila imperiale) della legione romana

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BOX 1: il Montanismo
Il montanismo o catafrigismo (proveniente dalla Frigia, regione dell'anatolia di cui era originario) fu un movimento religioso risalente alle origini del cristianesimo (II secolo d.C.). Il nome deriva da quello del suo fondatore Montano, forse un ex sacerdote della dea Cibele, che sosteneva di parlare in nome dello Spirito Santo e di avere visioni profetiche su vari ambiti della fede, con prevalenza sul ritorno di Cristo. In un primo tempo, i montanisti furono conosciuti come frigiani, o quelli tra i frigiani (oi kata Phrygas), poi col nome di pepuziani, montanisti e catafrigiani. Il montanismo si diffuse inizialmente in Frigia e nelle zone vicine, e si espanse poi rapidamente in tutto l'Impero romano, in un periodo in cui il cristianesimo era generalmente tollerato o legale. nonostante la persecuzio-ne dell'imperatore Settimio Severo (173-211) del 193, il montanismo continu a diffondersi in asia Minore, Tracia, africa proconsolare (Cartagine), Gallia (Lione) e nella stessa Roma, dove diventarono famose le scuole montaniste di Eschine e Proclo. Neanche la condanna ufficiale (202) da parte di papa Zefferino ferm il movimento. In ogni caso, il montanismo continu a diffondersi per tutto il terzo e quarto secolo. In seguito, Sant'Epifanio di Salamina distinse una setta di montanisti con il nome di pepuziani o quintilliani (chiamava Priscilla anche Quintilla). nonostante la prevalenza della corrente ortodossa del cristianesimo, che aveva "bollato" il Montanismo come un'eresia nonostante lo avesse inizialmente approvato, questo movimento sopravvisse in zone isolate fino all'VIII secolo. Comunque, gradualmente essi divennero una piccola setta segreta. ancora nel VI secolo, per ordine dell'imperatore Giustiniano I, Giovanni di Efeso guid una spedizione a Pepuza per reprimere la setta e distruggere il locale tempio montanista, che era stato edificato attorno alle tombe di Montano, Priscilla e Massimilla. Infine, nel 722, si hanno notizie di una repressione di questo movimento da parte dell'imperatore d'Oriente Leone III l'Isaurico. Il montanismo non era dotata di una vera e propria dottri-na, bens di una serie di comportamenti e precetti. Infatti, sotto questo punto di vista, non si pu definire un'eresia vera e propria, ma piuttosto uno scisma interno alla Chiesa Cristiana. Lo scisma era sorto perch i montanisti affermavano la superiorit dei profeti carismatici sui vescovi e ammettevano, in contrasto con la Chiesa "ufficiale", la partecipazione delle donne, soprattutto per quanto riguardava le rivelazioni e le profezie: Massimilla e Pri-scilla ne erano i pi celebri esempi. I montanisti erano quartodecimani, vale a dire festeggiavano la Pasqua il 14 giorno del mese di nisan (mese ebraico tra Marzo e aprile, il cui inizio era stabilito dalla luna di Marzo), indipendentemente dal giorno della settimana, e non nella domenica successiva. Tuttavia il vero punto focale del movimento era lo spirito millenarista, l'attesa del ritorno a breve di Cristo sulla terra, chiamata parusa: ci era probabilmente dovuto all'enorme influenza sul mondo cristiano di quel periodo che ebbe l'apocalisse di Giovanni. I montanisti, quindi, per prepararsi degnamente a questa venuta, avevano adottato dei comportamenti morali molto severi: proibivano il secondo matrimonio, e certe volte il matrimonio stesso, praticavano la castit assoluta e periodi di digiuno molto drastici, era-no inflessibili con chi commetteva i peccata graviora (adulterio, omicidio, apostasia) e condannavano coloro che fuggivano durante le persecuzioni, arrivando perfino a lodare l'autodenuncia. Per i suoi seguaci, M. era il novello paraclto, in altre parole il consolatore, come nel il passo dal Vangelo di San Giovanni (14,16): io invocher il Padre ed egli vi dar un altro consolatore, affinch re-sti con voi per sempre, e la nuova Gerusalemme, scesa dal cielo in terra, sarebbe diventata la citt di Pepuzia (da cui il nome di pepuziani dato ai montanisti) secondo l'interpretazione di un sogno di Priscilla. alcuni hanno trovato delle somiglianze tra il Montanismo ed il Pentecostalismo, che viene per questo chiamato anche neo-Montanismo. Il pi noto montanista fu Tertulliano, che prima della conversione fu il principale apologista cattolico, ed il primo ad usare il termine Trinit.

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Box 2: La legione XII Fulminata


La Legio XII Fulminata (portatrice del fulmine) fu una legione romana costituita da Gaio Giulio Cesare nel 58 a.C. e attiva fino allinizio del V secolo a guardia dellattraversamento dellEufrate a Melitene. Lemblema della legione era il fulmine. La XII fu costituita assieme alla XI nel 58 a.C. da Giulio Cesare per la sua campagna contro gli Elvezi. La legione partecip alla battaglia del Sabis contro i nervi, combattendo probabilmente anche in occasione dellassedio di alesia. durante la guerra civile tra Cesare e Pompeo, lXI combatt nella battaglia di Farsalo. In seguito alla vittoria di Cesare la legione ricevette il titolo di Victrix; nel 45 a.C. i veterani vennero congedati, ricevendo delle terre in Gallia cisalpina, nei pressi di Parma. Fu ricostituita nel 44 a.C. Marco Emilio Lepido e da questi consegnata a Marco antonio. probabile che abbia combattuto con antonio nella batta-glia di Modena contro Ottaviano (43 a.C.) e poi assieme alle truppe di questo nella battaglia di Filippi contro i cesaricidi, Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino (42 a.C.); partecip quindi alla campagna di Marco antonio contro i Parti, ricevendo il nome di antiqua (di consolidata qualit). Sotto il regno di augusto la XII fu mandata a Raphana, in Siria, mentre alcuni ve-terani ricevettero delle terre a Patrasso, in Grecia. La presenza della XII nel Caucaso testimoniata per lanno 75: limperatore domiziano aveva infatti inviato l la Fulminata allo scopo di sostenere i regni clienti di Iberia e albnia. La legione fu in armenia per la campagna del 114 di Traiano. dopo essere stata impiegata per respingere gli alani nel 134, sotto il comando del governatore di Cappadocia arriano e insieme alla XV apollinaris , la Fulminata partecip, con molta probabilt, alla campagna parta di Lucio Vero (162-166). Limperatore Marco aurelio incluse la XII tra le legioni mobilitate in occasione della sua campagna contro i Quadi, nellambito delle guerre marcomanniche. durante questa campagna avvenne lepisodio della pioggia miracolosa, riportato da diverse fonti, che salv una vessillazione (la bandiera, che rappresentava la legione, e che non doveva cadere in mano nemica, pena la sconfitta pi ignominiosa) della Fulminata dalla sconfitta. Secondo la versione di Cassio Dione, un mago egiziano di nome Harnuphis evoc Mercurio e ottenne la caduta della pioggia; secondo lo scrittore cristiano Tertulliano, invece, il feno-meno miracoloso fu dovuto alle preghiere dei soldati, che erano cristiani. Lepisodio rappresentato anche sulla Colonna di Marco aurelio alla scena numero 16. Melitene fu uno dei centri in cui il Cristianesimo attecch prima: un soldato cristiano della XII, Polieucte, fu ucciso sotto Valeriano (253-260). Valeriano fu sconfitto e fatto prigioniero dal re dei Sasanidi Sapore I: questo evento caus il collasso dellImpero, che si perse lImpero delle Gallie in Occidente e il Regno di Palmira in Oriente. Si sa che la XII fu sotto il comando di Settimio Odenato, signore di Palmira, ma ricevette anche gli onori dallimperatore Gallieno, che concesse alla legione il titolo Galliena;

Gli altri autori non sono daccordo Ovviamente, questa una posizione minoritaria, oltre che legata alleresia montanara, cui Tertulliano approda proprio in quegli anni. Ben diversa , ad esempio, la posizione di Origene, che, nella sua accorata difesa del Cristianesimo contro le teorie di Celso, soprattutto nel suo Kata Kelson (Contro Celso, appunto), partendo dallobbedienza

dovuta dal cristiano ai poteri, sempre nella scia paolina, sostiene, a proposito del militare nellesercito, che i cristiani possono farne parte, pur astenendosi dal portare armi, una sorta di status speciale per i cristiani, insomma. Rimane da vedere cosa mai dovesse farsene limpero romano nei suoi eserciti di soldati disarmati e pacifici! apparentemente vicino alle posizioni di Tertulliano invece Cipriano, vescovo di Cartagine, che nellEpistula ad donatum ricorda che lomicidio, quando lo commettono i privati, un crimine; quando

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i Quaderni del Centro Studi Bruttium organizzato dallo Stato diventa una virt1, ma va detto che il santo africano parla in un periodo in cui il Cristianesimo ha ormai permeato tutti gli strati sociali e anche le magi-strature e lesercito, per cui il suo commento, acre e salace, va inteso in una pi generale polemica intesa a stimolare la formazione di una nuova res publica cristiana. Parole diametralmente opposte sono invece quelle pronunciate dal vescovo di alessandria atanasio, nel 365 2; la radicalit del testo del santo africano viene completamente ribaltata e la guerra rivalutata nella sua funzione politica e sociale. Ma si tratta di ben altra temperie culturale

Ritratto in bronzo di Costantino I conservato presso il Museo nazionale di Belgrado

1. Homicidium, cum admittunt singuli, crimen est; virus vocatur cum publice geritur, Cipr., Ep. ad donatum, 6; 2. atanasio, nato ad alessandria dEgitto nel 295, la figura pi drammatica e sconvolgente della ricca galleria dei Padri della Chiesa. Elevato trentatreenne alla prestigiosa sede episcopale di alessandria. aveva la tempra del lottatore e quando cera da dar battaglia agli avversari era il primo a partire con la lancia in resta Caparbio difensore della ortodossia durante la grande crisi ariana, immediatamente dopo il Concilio di nicea, pag la sua eroica resistenza alla dilagante eresia con ben cinque esili inflittigli dagli imperatori Costantino, Costanzo, Giuliano e Valente. durante le numerose involontarie peregrinazioni fu anche in Occidente, a Roma e a Treviri, dove fece conoscere il monachesimo egiziano, come stato di vita organizzato in maniera del tutto originale nel deserto, presentando il monaco ideale, nella suggestiva figura di un anacoreta, S. Antonio, di cui scrisse la celebre Vita.

La Chiesa postcostantiniana e la guerra giusta


nel mutato clima seguito allEditto di Milano e alla restaurazione costantiniana, ben diversa la posizione di quella che ormai divenuta unelite culturale e politica cristiana nei confronti delle attivit militari. non a caso, fondamentale, per comprendere il nuovo punto di vista del Cristianesimo nei confronti dello Stato e del militare, pi del controverso terzo canone di del Concilio di arles (de his qui arma proiiciunt in pace, placuit abstineri eos a comunione1, la lettera del vescovo di alessandria atanasio2 che, ribaltando la prospettiva di Cipriano, sostiene la legittim-

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i Quaderni del Centro Studi Bruttium it dellomicidio in guerra, seppur limitatamente alle guerre giuste. nella nuova Chiesa cristiana, che va sempre pi profondamente ed intrinsecamente legando i suoi destini al sempre pi traballante Impero romano, le prospettive della militia saeculi sono altrettanto profondamente cambiate. La rinunzia alle armi in nome della militia Christi, il rifiuto dei segni esteriori dellobbedienza allimperatore, il rifiuto, in breve, delle cose del mondo viene messo in disparte perch nuove problematiche si affacciano allorizzonte cri-stiano: ora il momento di schierarsi a difesa dellimpero traballante contro il nemico e-sterno, quei Goti dei quali viene esaltato il valore di avversario ponendoli come nemico tout court della cristianit e associandoli, anche sulla base di una discutibilissima deriva etimologica (ma non ne la prima n lultima volta che succede, nella storia della Chiesa), agli apocalittici Gog e Magog (Gog = Got(i)), trasformando cos, di fatto, la guerra contro i barbari alle porte in una gigantesca psicomachia3 collettiva4, in una rappresentazione metafisica in cui limpero diviene il Bene perch protettore della Chiesa, i barbari il Male assoluto, lapocalittico anticristo che limperatore, vero christianissimus princeps divino electus iudicio, chiamato a sconfiggere ed eliminare in vece Christi. Cos, a buon gioco ambrogio, vero e proprio nume tutelare della ristrutturazione impe-riale della Chiesa cristiana sotto limperatore Graziano, nel ridefinire il rapporto Impero-Chiesa attraverso una unione forzosa fra nemici (fisici) delluno e avversari (metafisici) dellaltra. nella produzione apologetica di ambrogio evidente la spinta verso

Gog e Magog in due statue bronzee

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i Quaderni del Centro Studi Bruttium rorizzano lImpero e che si preparano a portare il loro caos nellordine imperiale. detto questo, il meccanismo ambrosiano risulta abbastanza semplice: riprendendo mo-delli vetero-testamentari ed apocalittici, la tensione del cristiano viene rivolta allattesa della fine del mondo, che viene per ad essere identificata con il caos di cui sono latori i barbari che premono ormai da anni sul traballante impero: ambrogio, riferendo ai Goti la profezia di Ezechiele sullinvasione di Gog6, vede in essa una punizione divina per limperatore di fede ariana Valente. Vale la pena di sottolineare che lidentificazione Gog = Goti era abbastanza corrente; Giuseppe Flavio, ad esempio, la usa nei confronti degli Sciti7 (18), ma la chiave interpretativa invece originale, poich, strumentalizzando anche il passo di Lattanzio e concentrandolo nello scenario presente, invece che in un lontano ed improbabile futuro, costruisce una prefigurazione dellApocalisse non dissimile da quella generata dalle ansie millennari-stiche dei movimenti pauperistici nel Basso Medioevo. Paura della fine, attesa della palingenesi: questi due i poli attorno ai quali ruota la realt del nascente impero romano-cristiano stretto fra pericolo barbaro di fuori e crisi sociale di dentro8. Resta il problema gravissimo e difficilissimo, lo scoglio pi arduo da superare, il tu non occides e il rifiuto, affatto implicito, dellassassinio, per quanto commesso in guerra o in pace, da parte delluomo cristiano e

Gog e Magog in due statue bronzee

lunificazione dei destini della Chiesa e dellImpero, una volta risolto il problema dellinconciliabilit delle due militiae. Ma come risolvere questo pro-blema, che gi aveva spinto il ciceroniano Lattanzio verso radicali soluzioni irenee5? Come abbiamo visto, la battaglia di Lattanzio era impostata alla difesa del cristiano come cittadino affidabile dellimpero contro le accuse e i pregiudizi che circolavano (non del tutto a torto, in alcuni casi) sui cristiani. Siamo in pieno periodo di crisi, si avvicina la persecuzione di diocleziano e nuovi momenti bui per i cristiani. ambrogio scrive invece in un altro contesto: dopo Costantino, il Cristianesimo ormai religione di Stato, sebbene con vari problemi dottrinali, e la difesa del cristiano non pi rivolta allinterno dellImpero, ma viene proiettata verso lesterno, verso quei mostri che spaventano e ter-

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i Quaderni del Centro Studi Bruttium della fede. Per superarlo, ambrogio prima ed agostino poi partiranno da lontano. Nel 389, nel De Officiis ministrorum, ambrogio tesseva lelogio dell impegno civile, associando il difendere la patria alle opere di giustizia di paolina memoria. difendere la patria dunque opera di somma giustizia nei confronti di latori di caos interni (latrones9 od esterni (i barbari di cui sopra). Perch? Il nodo centrale della giustificazione della guerra contro i nemici dellImpero, e quindi della partecipazione dei cristiani alla guerra, si scioglie in ambrogio, sulla scorta delle argomentazioni ciceroniane, nellindividuazione dellessere ingiusto permettendo ad altri di compiere ingiustizia. E quale ingiustizia pi grande pu esserci della distruzione dellimpero voluto da dio come protettore della Chiesa? Esiste dunque una guerra giusta ed una ingiusta, luna a cui partecipare volontariamente, laltra da non considerare affatto, pena la punizione divina pi tremenda. Va da s che la Chiesa si ricava un ruolo centrale per s nello stabilire quale sia la causa giusta per cui combattere, poich essa stessa giustizia: Ecclesia quaedam forma iustitiae est.
3. lotta fra il Bene e il Male da parte delle anime; 4. vedi. F Cardini, op. cit., p. 249; 5. Ireneo (, Eirnios, pacifico, lat. Irenaeus) (Smirne, 130 Lione, 202) stato un vescovo e teologo greco. La Chiesa cattolica e quelle ortodosse lo venerano come santo e lo considerano uno dei padri della Chiesa. ricordato il 23 agosto. Greco di nascita, cresciuto in una famiglia gi cristiana, ricevette alla scuola di Policarpo vescovo di Smirne una buona formazione religiosa, filosofica e teologica. Fu vescovo della citt di Lugdunum (attuale Lione) dal 177, in seguito al martirio del primo vescovo della citt san Potino. Secondo la tradizione della Chiesa fu martire a sua volta, anche se scarse sono le notizie storiche sulla sua vita e morte. Venne sepolto nella chiesa di San Giovanni, che pi tardi venne chiamata di SantIreneo. La sua tomba e i suoi resti vennero distrutti nel 1562 dagli ugonotti durante le guerre di religione. Le sue opere e le sue riflessioni furono influenzate da Policarpo, discepolo di Giovanni Evangelista e testimoniano la lotta della tradizione apostolica contro varie dottrine religiose, in seguito divenute eresie, in particolare lo gnosticismo. delle sue opere ci permangono: adversus haereses, che tenta di confutare le principali espressioni dello gnosticismo, e demonstratio apostolicae praedicationis, sintetica e precisa esposizione della dottrina cattolica. uno dei suoi discepoli pi noti SantIppolito di Roma; 6. Cfr. Ezechiele, 38-39; 7. F. Iosephi, antiquitates Iudaicae, I, 6, 1; 8. F. Cardini, op. cit., p. 250; 9. Ambrogio, De Officiis, I, 27, 129, in P.L. XVI, col. 61.

AGOSTINO: doctor belli?


di non diverso tenore la posizione di agostino. Il vescovo di Ippona affronta pi volte, anche se in modo del tutto esterno e tangenziale, come daltronde ci si potrebbe aspettare dal celebre doctor gratiae, il problema della guerra e delluccidere in guerra. Il primo accenno si pu riscontrare

1. Cfr. C.H. Hefele H. Leclercq, Histoires des conciles, I, Paris, 1907, p. 282. Per la discussione sul significato, cfr. A Morisi, la guerra, p. 89 e segg., A Colombo, la problematica cit., p. 100 e segg.; F. Cardini, alle radici della cavalleria medievale, Firenze, Sansoni, 2004; 2. at., Ep. ad amos, in PG XXVI, col. 1173;

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i Quaderni del Centro Studi Bruttium commesso in guerra: quando anche il re fosse colpevole dingiustizia nel comandare, lordine di obbedire rende innocente il soldato11. a conferma di questa visione moralizzan-te della guerra, viene anche la lettera a Marcellino12, datata al 412 d.C., in cui lautore difende il ruolo dei cristiani nello Stato romano dallaccusa di essere la causa dei mali dellimpero. La soluzione agostiniana radicale: identificazione totale del nemico dello Stato con il male, il peccatore, e quindi moralmente corretta la guerra cri-stiana perch volta a riparare ad una ingiustizia, ma soprattutto a debellare un peccato: la guerra diviene dunque un vero e proprio castigo attraverso il quale la stessa res publica cristiana tende a realizzare quellordine di giustizia e di pace necessario per lintera societ umana13. In ultima analisi, la guerra diviene in questa prospettiva teleologica un intervento s punitivo, ma nel senso che giover al nemico privandolo della sua falsa e triste libert di peccare14. Ed infine nel celeberrimo De Civitate dei che agostino pone la parola fine al discorso sulla guerra, ricorrendo allimmagine, che plasma lintera opera, delle due citt, la civitas dei e la civitas diaboli. Sebbene le due civitates non debbano pi essere considerate radicalmente scisse e irrecuperabilmente opposte, bens intrecciate fra loro nel mondo e destinate a separarsi definitivamente, questo s, solo al termine

Pietro Vannucci detto il Perugino, S. Agostino, olio su tavola, XV sec

tradizionalmente nel Contra Faustum del 397-98 redatto per confutare le teorie mani-chee di Fausto di Milevi. Proseguendo sulla scia di S. Paolo, infatti, agostino sottolinea come non sia luso delle armi, ma la disposizione di spirito, il vero peccato della guerra. Colui che combatte per difendere una giusta causa, dunque, non fa peccato, anche se chiamato ad uccidere il suo nemico. Il fine della guerra per il doctor gratiae raggiungere la pace, cos, lordine naturale, che tende alla pace tra gli uomini, esige che la decisione e lautorit dintraprendere una guerra spettino al principe10. Il principe rimane, dinnanzi a dio, unico suo superiore, il solo responsabile del male

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i Quaderni del Centro Studi Bruttium dello stesso, sotto la mano giudice di dio, esse, nella loro radicale alterit, sono immagine di due forme di guerra, o meglio ancora, di pace. due forme di bellum, perch la bont e la correttezza della guerra dipende dalle motivazioni addotte per intraprenderla: una guerra condotta per il solo interesse materiale, come erano, ad esempio, le guerre della Roma pagana, non pu che essere iniustum. Iustum invece il bellum difensivo (non quindi offensivo, come quello della Roma repubblicana, e chiss quanta importanza rivest nella fine dellimpero romano questa mentalit difensivistica) del nuovo impero romano-cristiano contro i barbari che lo minacciano da ogni dove con la loro natura corrotta ed eretica15. In questi casi, sono la conservazione della giustizia e la tutela della pace gli unici criteri validi per scendere in guerra. Per queste ragioni, con queste motivazioni, anche il saggio deve combattere16. Questa posizione filosofica, per, porta con s alcune limitazioni e un radicale cambiamento della percezione della guerra. Ora, tutti sanno che una guerra pu essere vinta o persa, Se la guerra viene vinta, per, perch volere di dio che la giustizia e la pace trionfino; tuttavia, anche le sconfitte (e di sconfitte dovette vederne molte, lormai cadente impero romano, in quel periodo) sono volute da dio, perch le vittorie dei malvagi servono a punire i giusti per i loro peccati17. In entrambi i casi,

Jean de Borgogna, S. Agostino, olio su tavola, Museo Nazio-nale di Capodimonte, Napoli

dunque, proprio la guerra a definire la situazio-ne morale della cristianit, in una trappola per topi da cui non si sfugge: si vince per volere di dio, si perde per i propri peccati. Ma non basta. Tema strettamente legato al bellum , ovviamente, la pax. O me-glio le varie paci possibili. Se infatti esistono guerre giuste ed ingiuste, esistono di contro anche paci giuste o ingiuste. E la pax terrena, cui luomo tende anche quando fa la guerra, illusoria ed imperfetta. Lunica vera pace e quella in Cristo, la pace di dio che non mezzo, ma fine dellesistenza, cui naturalmente tende ogni cristiano18. Ed dunque giusta una guerra condotta per la salvezza della res publica, poich

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i Quaderni del Centro Studi Bruttium to in cui riscrive la Storia, a dover giustificare, nella nuova prospettiva teleologica della Civitate dei e del valore e-scatologico della storia, sia la prospettiva dellimpero, sia quella della Bibbia, sia i valori neotestamentari, e non lavoro da poco. da una parte, occorre infatti rendere lampante, chiara, lapalissiana la differenza fra una Roma pagana e quindi non etica, con la Roma cristianissima dei suoi tempi. La prima vie-ne considerata negativamente per il suo compiere guerre di rapina, per laggressivit e la cupidigia che lhanno spinta a conquistare il mondo conosciuto, in contrasto con limpero del tempo di Agostino, pacifico e assediato da tutte le parti, costretto ad uno stato di guerra continua non voluto n tanto meno desiderato. daltro canto, per, il doctor gratiae non pu dimenticare il tu non occides di Ges e in generale la politica dellaltra guancia che caratterizza il dettato cristiano neotestamentario ma anche la lunga tradizione apologetica dei primi secoli del Cristianesimo, come si detto pi sopra. La guerra non pu essere sempre ingiusta, ma la giustizia della stessa legata al suo carattere difensivo. Il bellum iustum quindi bellum di difesa del territorio da aggressioni nemiche. Eppure, da questo modello rimangono fuori molte guerre bibliche. Come salvare capre e cavoli? Inserendo una clausola molto pericolosa, ma in linea con la revisione teleologica della storia a cui agostino

S. Ambrogio in uno smalto medievale

la pax, la vera pax, non pu prescindere dalla tranquillitas ordinis, ristabilimento dellordine naturale dellumanit nella giustizia divina19: si usano definire giuste quelle guerre fatte per vendicare le ingiurie, quando il popolo o la comunit contro cui bisogna usare le armi ha rifiutato di punire i torti commessi dai suoi cittadini o di restituite il maltolto. Ma anche giusto senza dubbio quel tipo di guerra che dio ordina20. non sfugge certo al lettore la nota stonata dellultima frase, in cui la definizione di guerre giuste si estende a tutte le guerre, di rapina o di difesa, per la giustizia o per lingiustizia, se volute da dio, con la quale agostino salva molte delle guerre bibliche, poco giuste e difensive. In effetti, il doctor gratiae si ritrova nella difficile posizione, nel momen-

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i Quaderni del Centro Studi Bruttium si dedica: sono giuste, in generale, le guerre volute da Dio. In quanto fine ultimo della Storia, dio, attraverso la Provvidenza organizza gli eventi del mondo secondo un proprio disegno che gli uomini non possono comprendere, se non a sprazzi. Ma questa clausola lascia ai posteri un problema di non poco conto. Se infatti, in agostino, le guerre volute da dio sono giuste e quindi vittoriose, non pochi dopo di lui ribalteranno questa riflessione, sostenendo che le guerre vittoriose (le proprie) sono vittoriose e quindi giuste perch volute da dio. E non un misunderstanding di poco conto
10. agos., Contra Faustum, XX,76; 11. Ibidem. E appena il caso di ricordare che una difesa simile stata utilizzata anche dai nazisti, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, ma la dottrina giuridica si di molto evoluta, dai tempi dellIpponate; 12. agost., Epistulae, CXXXVIII; 13. a. Colombo, la problematica, op. cit,., p. 131: 14. F. Cardini, op. cit., p. 255; 15. non occorre ricordare, credo, in questa sede, che i barbari che minacciano Roma sono o pagani o ariani, quindi eretici, come i Longobardi e i Goti; 16. Cfr agos., de Civitate dei, XX, 7; 17. Ibidem, XIX, 15; 18. Ibidem, XIX, 13 e10; 19. Ibidem: XIX, 13; Ep. CXXXIX, 6; 20. agos., Quaestiones in Heptateuticon, VI, 10;

Wotan (o Odino), padre degli Aesir, le divinit norvegesi protagoniste del Gotterdammerung. Con lui i due cani e i due corvi, che rappresentano la sua vista

Nemici ed avversari
un ultimo appunto sul nemico: come si detto, la storia provvidenziale di agostino associa i destini dellimpero a quelli della Chiesa. Come laquila imperiale e la colomba cristiana sono associati dal destino finale, cos anche i loro reciproci nemici, i barbari e lavversario per antonomasia, il diavolo, vengono associati, nel bene e, in questo caso, nel male. Lassociazione dei destini dellimpero e del cristiano porta con s la ristrutturazione del nemico delluno nellavversario dellaltro: gi in ambrogio, si visto, questa associazio-ne produce i suoi frutti immediati, legando strettamente limpero romano e la Chiesa ad un destino comune. Ma in agostino la progressione del tema evidente: lIpponate tra-sferisce il prob-

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lema dal fisico, ovvero dal politico (Ambrogio utilizza il tema dei barbari/demoni per ragioni di politica filo-imperiale), al metafisico. I nemici dellimpero divengono dunque avversari del bene e di dio, la guerra di difesa una psicomachia, una guerra dellanima su scala cosmica, con tanto di contorno di entit infere che premono sul mondo razionale e logico della urbe. agostino non esita ad accostare bellatores e oratores, entrambi impegnati a combattere per la gloria di dio: Cos altri, pregando per voi, combattono contro gli avversari invisibili e voi, combattendo per loro, vi impegnate in guerra contro visibili barbari (32). dove evidente laccostamento, grazie anche al confronto fra visibile e invisibile, fra inimicos e barbaros, dei barbari con i nemici, invisibili ma non per questo meno pericolosi. Ma tutto ci non fa che acuire il senso di precariet delluomo latino-cristiano, che gi si vede assediato da nemici pericolosi e tremendi, che ora scopre che se questi arri-vano a bruciare le sue citt e a distruggere la sua civilt colpa sua e dei suoi peccati, proiettando unombra sinistra sul suo futuro e preparandolo alla fine del mondo, che per molti uomini di cultura sar evidente appena un secolo dopo, per poi esplodere in tutte le contraddizioni della civilt tardo-antica in un VI secolo disperato e tormentato, invaso da barbari dallaspetto demoniaco e perci inarrestabili e martoriato da carestie, epidemie e disastri naturali. Il Gotterdammerung, il Crepuscolo degli dei del mondo antico ormai alle porte e agostino contribuir a prepararne lavvento con la sua Civitas dei. I nemici dellimpero divengono dunque avversari del bene e di dio, la guerra di difesa una psicomachia, una guerra dellanima su scala cosmica, con tanto di contorno di entit infere che premono sul mondo razionale e logico della urbe. agostino non esita ad accostare bellatores e oratores, entrambi impegnati a combattere per la gloria di dio: Cos altri, pregando per voi, combattono contro gli avversari invisibili e voi, combattendo per loro, vi impegnate In guerra contro visibili barbari1. dove evidente laccostamento, grazie anche al confronto fra visibile e invisibile, fra inimicos e barbaros, dei barbari con i nemici, invisibili ma non per questo meno pericolosi. Ma tutto ci non fa che acuire il senso di precariet delluomo latino-cristiano, che gi si vede assediato da nemici pericolosi e tremendi, che ora scopre che se questi arrivano a bruciare le sue citt e a distruggere la sua civilt colpa sua e dei suoi peccati, proiettando unombra sinistra sul suo futuro e preparandolo alla fine del mondo, che per molti uomini di cultura sar evidente appena un secolo dopo, per poi esplodere in tutte le contraddizioni della civilt tardo-antica in un VI secolo disperato e tormentato, invaso da barbari dallaspetto demoniaco e perci inarrestabili e martoriato da carestie, epi-demie e disastri naturali. Il Gotterdammerung, il Crepuscolo degli dei del mondo antico ormai alle porte e agostino contribuir a prepararne lavvento con la sua Civitas dei.

1. alii ergo pro vobis orando pugnant contra invisibile inimicos, vos pro eis pugnando laboratis contra visibile barbaros Ep. CLXXXIX, 5.

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GLI AUTORI

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S. AGOSTINO
Santo e dottore della Chiesa, nato a Tagaste, antica citt dell'algeria settentrionale, nei pressi dell'attuale centro di Souk-ahras nel 354 e morto a Ippona, antica colonia fenicia fondata vicino all'odierna annaba algerina, nel 430. Figlio di un modesto possidente, Patrizio, di religione pagana, e di madre cristiana, Monica, studi a Madaura e a Cartagine. Non ancora ventenne ebbe un figlio, adeodato, dalla relazione con una donna rimasta sempre senza nome, da lui abbandonata solo quindici anni dopo. Professore di eloquenza a Tagaste e a Cartagine, ader inizialmente alla setta dei manichei, da cui agostino si allontan ufficialmente soltanto dieci anni pi tardi, a Milano, sotto linflusso del vescovo Ambrogio. La notte di Pasqua del 387 fu battezzato dallo stesso ambrogio, poi decise di tornare in africa. a Ostia gli mor la madre, che laveva costantemente seguito e che ebbe non piccola parte nella sua evoluzione verso il cristianesimo. nel 391 fu ordinato sacerdote, nel 395 eletto vescovo dIppona, dove svolse unintensissima attivit pastorale e di studio fino alla morte. Secondo la tradizione le sue ossa riposano a Pavia nella basilica di San Pietro in Ciel dOro. festeggiato il 28 agosto. Secondo la tradizione, agostino fu spinto da giovane a coltivare la filosofia dalla lettura di unopera di Cicerone per noi perduta, lHortensius; e i suoi primi libri, composti nel 386 nel ritiro di Cassiciacum (forse Cassago, in Brianza), in attesa del battesimo, sono di natura schiettamente filosofica, con un forte influsso neoplatonico: i dialoghi Contra academicos, de vita beata, de ordine. Poco dopo il battesimo, a Milano, scrive invece una sorta di esame di coscienza in due libri, non portati a termine, dal titolo Soliloquia. Entrata ormai nellambito pieno del cristianesimo, la sua attivit di scrittore si sviluppa in gran parte sul fronte della polemica contro le eresie pullulanti soprattutto nellafrica settentrionale. Limportanza di agostino nel rifiuto di certe teorie e nella formulazione diversa di certi dogmi o norme morali per questo immensa. Prima venne la lotta contro i manichei (de libero arbitrio, de magistro, de vera religione, de utilitate credendi e, pi tardi, Contra Faustum) centrata sul tema della Verit. Essa risiede nellanimo delluomo, salda e immutabile contro la mutevolezza del mon-

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i Quaderni del Centro Studi Bruttium do esteriore; il Bene lunica realt davvero esistente e tutto quanto esiste bene, mentre il Male , allopposto, lassenza di essere, non ; nelluomo la mancanza di capacit a conformarsi pienamente al volere del Creatore. La novit di agostino consiste nel riprendere questi temi di origine platonica e neoplatonica alla luce della concezione cristiana. da questo punto di vista la vita interiore e intellettuale resa possibile dalla luce divina che dentro noi ed la fonte della fede e al tempo stesso di una ricerca inesauribile diretta a enuclearla nella sua purezza: questa concezione (teoria dellilluminazione) porter agostino alla formula del credo ut intelligam. agostino and sempre maggiormente prendendo coscienza di questa novit del suo pensiero, cos come della novit del cristianesimo attraverso lapprofondimento della problematica religiosa che la partecipazione alla vita attiva della Chiesa gli impose. In africa egli si trov di fronte allo scisma dei donatisti, che legavano la validit dei sacramenti alla purezza della vita di colui che li amministrava e negavano ogni gerarchia ecclesiastica: li combatt con una serie di opere (Psalmus contra partem donati, de Baptismo, Contra epistulam Petiliani, de unitate Ecclesiae) e con interventi ai concili di Cartagine del 403 e 411, afferm la validit dei sacramenti indipendentemente dalla persona che li amministrava e ribad i diritti della Chiesa di Roma. La terza polemica, contro i pelagiani, fu la pi importante e quella che impegn agostino nel problema pi arduo della morale cristiana: il rapporto fra grazia e libero arbitrio. Contro la negazione di Pelagio che il peccato originale avesse intaccato radicalmente la libert originaria delluomo e quindi la sua capacit di fare il bene, agostino sottoline energicamente la necessit della grazia divina per la salvazione: la natura umana, di per s corrotta, non merita che la dannazione e solo la misericordia divina in Cristo, che liberamente concede al di l di ogni calcolo umano la grazia santificante, pu restaurarla. Le tesi dibattute nella polemica antipelagiana, in cui agostino fu portato talora ad accentuare un aspetto del problema, daranno luogo a discussioni teologiche che ancor oggi non sono esaurite: La concezione pessimistica della condizione umana, che gi prima di agostino aveva alimentato tutto un filone del pensiero cristiano dafrica (Tertulliano, arnobio) e che in agostino era stata rinforzata dallesperienza manichea, lo ha portato al di l delle posizioni paoline interpretate nel senso pi rigido, fino a un punto in cui linsegnamento della Chiesa non lo ha potuto pi seguire (M. Simonetti). Tra le opere in proposito del dottore della grazia ricordiamo de peccatorum meritis et remissione et de baptismo parvulorum, de spiritu et littera, de natura et gratia, Contra Iulianum. Lintervento pi alto di agostino nella dogmatica cattolica costituito peraltro dal trattato de Trinitate, in 15 libri, degli anni 400-416. dimostrata dapprima lunit e luguaglianza delle tre Persone sulla base della Scrittura e sostenuta lidentit della loro sostanza, agostino, dopo un approfondito discorso teologico, conclude nellultimo

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i Quaderni del Centro Studi Bruttium libro che luomo pu solo adombrare il mistero della Trinit divina, che ci sar chiara solo dopo la morte. Fra le opere esegetiche di agostino primeggiano le Enarrationes in Psalmos; degli scritti pastorali numerosi sono i Sermones. I suoi due scritti pi famosi sono per le Confessiones e il de Civitate dei. Il primo, scritto in 13 libri, dal 397 al 400, un ripensamento della vita di agostino dalla nascita alla conversione, ma soprattutto sul rapporto uomo-dio, e risulta un libro in cui i riferimenti ala biografia e alle vicende private fungono da collante e nello stesso tempo da elemento di conferma e\o chiarimento per le varie discussioni psicologi-che, filosofiche, esegetiche (sul tempo, sullinterpretazione delle Scritture, ecc.); agostino vi utilizza tutta la sua preparazione letteraria, mescolando stili raffinati e invenzioni letterarie. Tuto questo impegno ha rso le Confessiones unopera cos famosa fin dallantichit da attirare lattenzione di tantissimi lettori, fra cui Petrarca, che ripropose il modello delle Confessiones nel suo Secretum, in cui agostino anche un personaggio del dialogo. nel de Civitate dei si dibatte invece la storia di tutto il mondo. Lopera, composta verso la fine della vita di Agostino per difendere il Cristianesimo dallaccusa (da parte dei pagani) di essere la causa della rovina dellimpero romano, in particolare dopo il sacco di Roma a opera di alarico nel 410, ridefiniosce la storia delluomo proiettandola in chiave metafisica. Lautore stesso ne riassume in questo modo i 22 libri nelle Retractationes: I primi 5 libri tendono a confutare quei tali che sostengono necessarie alla prosperit del mondo la venerazione di molti dei..., e che le presenti calamit derivano dallabbandono di questo culto. I 5 seguenti sono rivolti contro coloro che riconoscono come questi mali non mancarono mai..., ma che il culto di molti dei e il far loro sacrifici sono utili per la vita futura... I 4 libri seguenti contengono lorigine delle due citt, delle quali luna il Regno di dio, laltra il regno di questo mondo; i 4 seguenti descrivono il progresso e lo sviluppo delle due citt..., mentre gli ultimi 4 descrivono il loro destino finale . La storia umana diviene la rappresentazione storica della lotta tra la Gerusalemme celeste (la Civitas dei del titolo) e la nuova Babilonia, linferno, in cui regna lamor sui che porta al disprezzo di dio. Lamor dei, invece, che cratterizza i cittadini della Gerusalemme celeste, porta al disprezzo di s e allamore a l sacrificio per gli altri che aprono le porte della citt di dio. Le due citt coesistono sulla Terra mescolate insieme sin dallinizio della storia umana e saranno divise solo dal giudizio finale.

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S. AMBROGIO
Santo, vescovo e dottore della Chiesa, ambrogio nacque a Treviri secondo alcuni nel 334, per altri nel 339 o 340 e mor a Milano ne 397). nato da nobile famiglia romana a Treviri, dove il padre era prefetto della Gallia, fu educato a Roma ed entr nella carriera amministrativa dell'impero, divenendo governatore di Liguria ed Emilia con sede a Milano. alla morte del vescovo aussenzio fu dal popolo proclamato suo successore e in breve tempo battezzato e consacrato (7 dicembre 374). Rivolse allora alla Chiesa le sue grandi qualit di magistrato. Fu al centro di gravi contese politiche e religiose: lott vittoriosamente contro gli ariani a Milano e nel Concilio di aquileia (380); si oppose alla restaurazione di culti pagani a Roma, richiamando l'imperatore Valentiniano II ai suoi doveri di cristiano, umili Teodosio il Grande (colpevole di una spietata repressione a Tessalonica), che ne divenne poi ammiratore e amico; soccorse i poveri e gli oppressi. a Milano lo incontr, nel 386, Sant'agostino, che ne sub il potente fascino. Infaticabile e illuminato in queste attivit di governo, ambrogio non lo fu meno nelle vesti di oratore e scrittore, sempre rispondendo alle esigenze pastorali della sua posizione. nella scienza teologica ambrogio diede un valido contributo all'affermarsi del dogma trinitario, di recente definizione, con la sua terminologia improntata a grande chiarezza e costanza sulle relazioni tra il Padre e il Figlio e sulla processione dello Spirito Santo. Per quanto concerne, invece, il problema cristologico e sulla sua natura (umana e/o divina), ambrogio fu il primo a opporsi alleresia di apollinare di Laodicea, supportando la teoria delle due nature unite nella persona del Cristo, e le sue asserzioni vennero adottate dai Concili di Efeso e di Calcedonia. Santagostino inoltre lo cita pi volte come fonte autorevole nei problemi pi ardui del dogma della grazia: la teoria formulata da ambrogio sullorigine del male morale nella libera volont delluomo sar alla base delle speculazioni teologiche del vescovo dIppona. non meno ortodosse e teologicamente valide le sue affermazioni sul valore di sacrificio dellEucarestia: nel sacramento della penitenza il vescovo di Milano illustra la penitenza sacramentale, che segue alla confessione segreta dei peccati. Le principali opere da lui composte, che testimoniano unattivit infaticabile, sono: Hexaemeron libri sex, de Paradiso, Enarrationes in XII psalmos davidicos, De officiis ministrorum libri tres, de virginibus, de viduis, De virginitate, De fide ad Gratianum augustum libri quinque, de Spiritu Sancto, de Incarnationis dominicae sacramento, de paenitentia libri duo.

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TERTULLIANO
Tertulliano, nato a Cartagine verso la met del II secolo (secondo molti commentatori antichi verso il 160) da genitori pagani, comp gli studi di retorica e diritto nelle scuole tradizionali imparando il greco. dopo aver esercitato la professione di avvocato dapprima in africa e in seguito a Roma, ritorn nella citt natale dove, probabilmente verso il 195, si convert al cristianesimo. Presi gli ordini sacerdotali, adott posizioni religiose sempre pi intransigenti, tanto che nel 213 fin per aderire alla setta dei Montanisti, nota per la sua intransigenza. negli ultimi anni della sua vita abbandon il gruppo per fondarne uno nuovo, quello dei Tertullianisti. Le ultime notizie che si possiedono su di lui risalgono al 220. La sua morte viene datata solitamente dopo il 230. di questo autore ci sono rimaste trenta opere teologiche e polemiche. Le opere polemiche sono rivolte sia contro i pagani, che contro gli avversari religiosi e i cristiani che non condividevano le sue tesi, e in esse Tertulliano sfrutta tutta loa sua conoscenza della retorica e delle lettere pagane per propugnare le sue idee ed aggredire gli avversari politici. Fra le sue opere pi importanti ricordiamo lapologeticum: una impetuosa difesa in nome della libert di coscienza contro i delitti manifesti imputati ai cristiani, e i cosiddetti crimina occulta, lad nationes, apologeticum, de testimonio animae: in difesa del cristianesimo contro i pagani; il de anima, in cui meglio si vede il rapporto i Tertulliano con i classici pagani, il de spectaculis: opera in cui vengono considerati immorali gli spettacoli teatrali e circensi, il de Bono Pudicitia, contro i rapporti sessuali allinfuori del matrimonio, il de Corona, di cui si parla distintamente nel testo, contro il servizio militare che non poteva essere compatibile con chi si professava cristiano, il de Idolatria, contro quelle attivit economiche legate in qualche modo al paganesimo, adversus Marcionem, adversus Praxean e altre: opere di carattere violentemente polemico contro avversari religiosi. Grande teologo cristiano che introduce, mirabilmente, alla teologia trinitaria attraverso una terminologia latina rigorosa. a lui si deve il concetto di persona: dio , da Tertulliano in poi, unico e distinto in Persone divine che sono relazione sussistenti, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

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I TESTI

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Tertulliano, de Idolatria, XIX


Possit in isto capitulo etiam de militia definitum uideri, quae inter dignitatem et potestatem est. at nunc de isto quaeritur, an fidelis ad militiam conuerti possit et an militia ad fidem admitti, etiam caligata uel inferior quaeque, cui non sit necessitas immolationum uel capitalium iudiciorum. [2] non conuenit sacramento diuino et humano, signo Christi et signo diaboli, castris lucis et castris tenebrarum; non potest una anima duobus deberi, deo et Caesari. Et uirgam portauit Moyses, fibulam et Aaron, cingitur loro et Iohannes, agmen agit et Iesus naue, bellauit et populus, si placet ludere. [3] Quomodo autem bellabit, immo quomodo etiam in pace militabit sine gladio, quem dominus abstulit? nam etsi adierant milites ad Iohannem et formam obseruationis acceperant, si etiam centurio crediderat, omnem postea militem dominus in Petro exarmando discinxit. nullus habitus licitus est apud nos illicito actui adscriptus.

Isto capitulo: in codesto capitolo. Si intende quello appena concluso, dato che iste, nel latino classico e non, indica una distanza intermedia fra il lontano ille (quello) e il vicino hic (questo) definitum uideri: costruzione impersonale del verbo videor + pronome al neutro. Sembrare definito, stabilito, dato per certo. an fidelis ad militiam conuerti possit et an militia ad fidem amitti: da notare luso chiasmico della coppia militia e fidem, in netta opposizione luno con laltro. Caligata: aggettivo legato a militia, letteralmente vuol dire con i sandali, le caligae, che contraddistinguono i legionari romani (Caligola, limperatore del I secolo, venne chiamato cos perch fin da bambino, seguendo il padre in guerra, era abituato a portare le caligae). E metonimia per corpi militari. Quaequae: da quiqui, legato anchesso a militia, una qualunque. non conuenit . castris tenebrarum: nel brano viene messa radicalmente in evidenza lincomunicabilit fra legge di dio e legge umane (a maggior ragione di un uomo che si propone come dio), esemplificata con simboli militari come signo (vessillo, stendardo, bandiera) e castris (che viene tradotto come esercito, ma vuol dire pi correttamente accampamento). Vergam, fibulam, lico: sono elementi che indicano attivit marziali attraverso gli elementi del vestiario tipico del soldato (la fibbia, il cinturone) o le sue armi (la verga, il bastone). La fibula, in particolare, il cinturone del legionario. Si placet ludere: se piace giocare. Si intende che lautore considera le immagini sopra citate come metafore, non elementi reali. Formam observationis: la struttura del discorso (letteralmente la forma dellosservazione, del ragionamento) In exarmando: con il disarmare. ablativo del gerundio. nullus habitus adscriptus: da notare la forma giuridica della frase, quasi una sentenza latina.

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Agostino, Epistula CLXXXIX, 4-6


(Il testo in corsivo tratto dai vangeli)

Posse Deo placere et arma tractantem.


4. noli existimare neminem deo placere posse, qui in armis bellicis militat. In his erat sanctus david, cui dominus tam magnum perhibuit testimonium: in his etiam plurimi illius temporis iusti. In his erat et ille Centurio qui domino dixit: non sum dignus ut intres sub tectum meum; sed tantum dic verbo, et sanabitur puer meus. nam et ego homo sum sub potestate constitutus, habens sub me milites, et dico huic, Vade, et vadit; et alii, Veni, et venit; et servo meo, Fac hoc, et facit: de quo et dominus: amen dico vobis, non inveni tantam fidem in Israel. In his erat et ille Cornelius ad quem missus angelus dixit: Corneli, acceptae sunt eleemosynae tuae, et exauditae sunt orationes tuae : ubi eum admonuit ut ad beatum Petrum apostolum mitteret, et ab illo audiret quae facere deberet; ad quem apostolum, ut ad eum veniret, etiam religiosum militem misit. In his erant et illi qui baptizandi cum venissent ad Ioannem , sanctum domini praecursorem et amicum sponsi, de quo dominus ipse ait: In natis mulierum non surrexit maior Ioanne Baptista , et quaesiissent ab eo quid facerent; respondit eis: neminem concusseritis, nulli calumniam feceritis; sufficiat vobis stipendium vestrum . non eos utique sub armis militare prohibuit; quibus suum stipendium sufficere debere praecepit.

4 noli existimare: imperativo del verbo nolo, non volere neminem Deo placere posse: infinitiva retta da existimare. armis bellicis: armi destinate alla guerra, lett. belliche. Il rafforzamento serve per accentuare proprio lelemento del combattere in guerra, contrapposto allimmagine data da altri apologeti (lo stesso Tertulliano, inizialmente, la propone) del miles che porta le armi ma non le usa. Perhibuit: offr. In his: in questi (nelle armi, negli eserciti), viene ripetuto ad inizio di una serie di frasi dirette in struttura paratattica, per accentuare leffetto degli esempi (in his viene cos sottolineato). Baptizandi: termine di coniazione recente, indica coloro che devono essere battezzati, ricavato, ovviamente, dal linguaggio cristiano e, quindi, in ultima analisi, ebraico.

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i Quaderni del Centro Studi Bruttium Quomodo pugnetur contra inimicos visibiles et invisibiles.
5. Maioris quidem loci sunt apud deum, qui omnibus istis saecularibus actionibus derelictis, etiam summa continentia castitatis ei serviunt; Sed unusquisque, sicut apostolus dicit, proprium donum habet a deo; alius sic, alius autem sic. alii ergo pro vobis orando pugnant contra invisibiles inimicos; vos pro eis pugnando laboratis contra visibiles barbaros. utinam una fides esset in omnibus, quia et minus laboraretur, et facilius diabolus cum angelis suis vinceretur! Sed quia in hoc saeculo necesse est ut cives regni coelorum inter errantes et impios tentationibus agitentur, ut exerceantur, et tamquam in fornace sicut aurum probentur, non debemus ante tempus velle cum solis sanctis et iustis vivere, ut hoc suo tempore mereamur accipere.

5 alii barbaros: agostino adotta un modello di alternanze e di chiasmi, costruiti sulle opposizioni orando/pugnando, pugnare/laboratis, visibile/invisibile per accomunare le due lotte identificandole entrambe nel modello della psicomachia alius sic, alius autem sic: chi in una maniera, chi in unaltra. agostino cita Paolo, 1 Cor 7, 7.. da notare, anche qui, lanafora aliussic, aliussic, che indica una convergenza fra i due ruoli. utinam: espressione idiomatica, pu essere resa con Volesse il cielo o frasi simili. Laboraretur vinceretur: terza persona sing. Passiva con funzione impersonale. non debemus: si noti luso del verbo debere con significato, post-classico, affine a quello moderno di dovere, invece di quello classico di essere debitore. ut hoc accipere: per meritare di ricevere questo premio a suo tempo. da notare il coinvolgimento dellautore in prima persona.

Bellum gerendum solum ut pax acquiratur.


6. Hoc ergo primum cogita, quando armaris ad pugnam, quia virtus tua etiam ipsa corporalis donum dei est. Sic enim cogitabis de dono dei non facere contra deum. Fides enim quando promittitur, etiam hosti servanda est contra quem bellum geritur; quanto magis amico pro quo pugnatur! Pacem habere debet voluntas, bellum necessitas, ut liberet deus a necessitate, et conservet in pace. non enim pax quaeritur ut bellum excitetur, sed bellum 6 cogitabis .contra Deum: rifletterai sul non rivolgere contro dio il suo stesso dono. de dono ovviamente complemento di argomento. Interessante lutilizzo di dei e deum. agostino utilizza le ripetizioni, le anafore e le allitterazioni per indicare, attraverso il contrasto o lanalogia, il suo modo di vedere. Efficace soprattutto se si pensa che si rivolge spesso a un destinatario poco (o affatto) erudito. servanda est: si deve conservare. E la

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geritur ut pax acquiratur. Esto ergo etiam bellando pacificus, ut eos quos expugnas, ad pacis utilitatem vincendo perducas: Beati enim pacifici, ait Dominus, quoniam ipsi filii Dei vocabuntur . Si autem pax humana tam dulcis est pro temporali salute mortalium, quanto est dulcior pax divina pro aeterna salute Angelorum! Itaque hostem pugnantem necessitas perimat, non voluntas. Sicut rebellanti et resistenti violentia redditur, ita victo vel capto misericordia iam debetur, maxime in quo pacis perturbatio non timetur. costruzione classica della perifrastica passiva. Pacem . necessitas: altro contrasto, regolato secondo il modello visto soprattutto in Seneca con un opposizione doppia (pacem/bellum, voluntas/necessitas) retta da un solo verbo comune (debet). non enim paxacquiratur: non si cerca la pace per provocare la guerra, ma si fa la guerra per ottenere la pace!. Altra opposizione duplice, a sottolineare lidentificazione della pace con la vittoria in guerra e della guerra come mezzo per ottenere la pace. Hostem non vo-luntas.: come supra, lopposizione (voluntas/necessitas) retta da un solo verbo, Perimat (da perimo, distruggere, uccidere).

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Raoul Elia nato a Catanzaro il 18/04/1969, dove risiede dalla nascita. Conseguita la laurea in Lettere moderne con votazione di 110/110 e lode presso la Facolt di Lettere delluniversit degli Studi della Calabria, ha prestato servizio in qualit di docente con contratto a tempo determinato in varie scuole della Calabria. Ha conseguito una seconda laurea in daMS (arti) con votazione di 110/110 e lode presso la Facolt di Lettere delluniversit degli Studi di Bologna. dopo aver vinto il concorso ordinario per la classe di concorso a051 (Materie letterarie e Latino), E docente con contratto a tempo indeterminato per la stessa classe dal settembre 2000 presso il Liceo Scientifico L. Siciliani di Catanzaro. Ha superato vari concorsi ordinari e riservati. Ha realizzato un Cd-ROM sui fumetti dal titolo Comicsland. Ha collaborato con la casa editrice Edizioni Felicitas. Ha collaborato con varie riviste calabresi, fra cui Calabria, Economia Catanzarese, Blu Calabria, scrivendo articoli di argomenti vari. dal 2001 collabora con la rivista associativa la Ciminiera e i suoi supplementi 4 Fogli, 4 Fogli TV, I Quaderni del CSB. Per lassociazione di Volontariato culturale Centro Studi Bruttium, di cui attualmente Vicepresidente, ha curato la realizzazione di varie iniziative, fra cui la mostra digiCalart (2003), sulle nuove frontiere dellarte digitale, i convegni antiquitaes Historicae (2002) e Sulle rotte del Mediterraneo (2003) su temi di carattere storico ed archeologico, e il convegno itinerante nel cassetto delle memorie (2004). Ha curato lantologia degli scrittori calabresi inserita nella Grammatica dei dialetti calabresi di Vincenzo Crispino, ha realizzato, in collaborazione con Pasquale natali, lantologia degli scrittori calabresi. Ha pubblicato inoltre, per questa stessa collana, la leggenda di Re art.

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