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MERCOLED 29 GIUGNO 2011

VIAREGGIO: 29 GIUGNO

IL TIRRENO

VERSO IL PROCESSO

TRENO KILLER. Gli assi del merci Trecate-Gricignano, carico di Gpl, deragliato due anni fa poco dopo la stazione di Viareggio

Tanta ruggine ma nessuno ha visto


Linchiesta: lasse spezzato, controlli saltati, procedure ignorate
di Donatella Francesconi
VIAREGGIO. Allinizio fu lasse: spezzato di netto allingresso nella stazione di Viareggio del treno Trecate-Gricignano carico di Gpl. Questione di minuti. Il tempo di arare i binari della stazione. Poi la frenata, le cisterne che si rovesciano, lesplosione, il fuoco: 32 morti, i feriti per sempre, un intero isolato andato distrutto. Due anni dopo quellasse uno dei pezzi sui quali si sono concentrate le prove tecniche irripetibili. Portato a Lovere (Bergamo) nei laboratori della Lucchini, stato conservato con tecniche innovative grazie al lavoro prezioso della Polfer. Ed ha mostrato, in tutta la sua nudit, la quantit di ruggine che lo divorava gi al momento di spezzarsi, quella maledetta notte, a Viareggio. Una cosa certa: la sala non stata sverniciata (sabbiata), controllata e verniciata (...) Altrimenti non si spiegherebbe la ruggine cos diffusa.

Laccusa. Procedura non rispettata per il controllo previsto sui carri merce
Lo scrive Angelo Laurino, capo del Dipartimento Polfer di Milano, chiamato ad indagare per conto della Procura di Lucca, guidata da Aldo Cicala. In queste condizioni - secondo laccusa circostanziata della Procura - la sala montata (asse pi le ruote) arrivata dalla Germania allItalia, inviata dalle Officine Jungenthal di Hannover - societ consociata della Gatx, la multinazionale proprietaria dei carri alla Cima Riparazioni di Bozzolo (Mantova). Nessuno ha visto, nessuno ha intuito, capito. E lasse, con le sue ferite

mortali, stato collocato sul carro che poi ha deragliato a Viareggio, appena pochi mesi dopo aver lasciato le mani dei meccanici. Nessuno ha visto, nessuno ha capito. Neppure quando a passare i controlli sono state le cisterne montate sui carri (altrettanto malmessi) e pronte per il trasporto del Gpl. Il 19 febbraio 2009 viene eseguita la prova di tenuta intermedia del serbatoio. Ma - lobiezione forte contenuta nella dettagliata ricostruzione messa nera su bianco da Angelo Laurino - la procedura di cabotaggio (utilizzo sullinfrastruttura nazionale del materiale rotabile immatricoato allestero) non inizia e non finisce qui. E, soprattutto, non prevede - sottolinea la Polfer - una verifica a pezzi, o sul carro o sulla cisterna. Ma parla di intero carro-cisterna, da sottoporre a interventi di revisione (procedura RFI TCCS PR PO 02002). Una volta ricostruito liter che ha riguardato il car-

La difesa. Trenitalia: quella procedura non era pi valida gi a partire dallanno 2003
ro deragliato, la conclusione dellispettore Laurino netta: Il carro-cisterna numero 3380 781 8210-6 stato inviato direttamente a Trecate da Ostroda (Polonia) dove stato messo in circolazione senza che fosse stata eseguita la procedura di cabotaggio. E non solo: Come aggravante - continua la relazione degli investigatori - si osserva che la sovrastruttura dello stesso carro-cisterna risultata un assemblaggio di vecchi componenti revisionati. Trenitalia si difende dalle accuse: la parte della procedu-

ra contesta come non eseguita da considerare superata. Eppure, sottolinea la Polfer, non mai stata abrogata. Dunque, lavvenuta omissione dovrebbe essere addebitata a Trenitalia Divisione Cargo perch ad essa era affidato il carro (...). Nel senso di quello deragliato a Viareggio. Che aveva unaltra particolarit, come da ricostruzione fatta dallAgenzia nazionale per la sicurezza, diretta da Alberto Chiovelli: I componenti rilevati nel carro sviato, dichiarato conforme a quello omologato, risultano di altro tipo e di data antecendete allanno di costruzione del carro (1973 carrello, 1974 sala montata, 2003 omologazione prototipo, 2004 immatricolazione carro incidentato). Sia le officine responsabili della manutenzione del veicolo che lEba (la tedesca Agenzia per la sicurezza ferroviaria) non sono in grado di rintracciare lintera storia della sala montata antecedentemente al 2002.

Angelo Laurino guida le indagini Polfer per la Procura

Toni accesi nello scontro tra accusa e difesa


Originario di Ginosa (Taranto), Laurino in polizia dal 1985. Insieme al dirigente del Compartimento della Lombardia, Angelo Serafino, autore di un manuale di infortunistica ferroviaria, strumento unico per chi opera nel settore. In occasione dellincidente probatorio sulla cisterna labbiamo visto, instancabile, vegliare ogni mossa, ogni passo dello stuolo di periti e avvocati. Sempre disponbile, ma pronto con un solo gesto a far capire che questa o laltra polemica era arrivata al capolinea. Con lo stesso stile, sobrio ma determinato, che utilizza quando scrive per raccontare alla Procura che allo stato dei fatti sussistono fondati sospetti di colpevoli lacune in fase di manutenzione dellassile rotto.

Sospetti di colpevoli lacune in fase di manutenzione dellassile


VIAREGGIO. Se lo vedete andare su e gi per i binari, con passo sicuro, vuol dire che successo quello che non doveva. Angelo Laurino guida da met del 1994 la Polfer di Milano. Oggi lui, con la sua squadra, ad indagare per conto della Procura di Lucca sul disastro ferroviario di due anni fa, a Viareggio. lui che ha puntato il dito sullassenza di manutenzione dellasse che si rotto: sulla ruggine, sulle norme ignorate, sugli strati di vernice a mascherare lerosione di quel maledetto asse made in Germania. lui che ha posto la domanda delle do-

Picchetto o zampa di lepre: cosa ha forato la cisterna?


VIAREGGIO. Protagonisti del processo, esattamente come la rottura dellasse. Sono gli elementi lungo i binari, imputati di aver forato la cisterna carica di Gpl: il picchetto di regolazione delle curve, e la piegata a zampa di lepre, che un elemento dello scambio. Sui due pezzi (entrambi fatti dello stesso materiale), oggetto di quella parte di incidente probatorio che si tenuta proprio a Viareggio, verte uno scontro tra accusa e difesa: per la Procura, misurazioni e riscontri tecnici alla mano, non ci sono

Angelo Laurino (Polfer) mande: dov il Piano di dismissione dei picchetti di regolazione delle curve che Rfi si era proposta di eliminare gi nel 2001?

Picchetto e pezzo di scambio dubbi di sorta che a forare la cisterna sia stato il picchetto. La difesa (Rete ferroviaria italiana in testa), invece,

convinta che a tranciare il bombolone sia stata la piegata a zampa di lepre. Se ne riparla a Lovere (Bergamo) dove domani e dopodomani si tirano le fila delle prove tecniche irripetibili sui pezzi coinvolti nel disastro ferroviario di due anni fa. Resta un elemento, sottolineato dalle indagini della Polfer: Rfi avrebbe dovuto avviare un Piano di sostituzione dei picchetti, come da disposizione interna datata 2001. Sulla rete dellAlta velocit sono scomparsi, ma un Piano vero e proprio - sottolinea Polfer - non c mai stato. Perch? Anche di questo si discuter in Tribunale, quando il processo inizier. D.F.

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Nasce oggi ununica associazione

Tragedie dItalia riunite al Palazzetto


VIAREGGIO. Da Livorno, da LAquila, da Casalecchio sul Reno, dalle lacrime dei familiari della Thyssen di Torino e da quelle dei genitori dei piccoli alunni della scuola di San Giuliano di Puglia: arrivano oggi a Viareggio i rappresentanti dei comitati della tante tragedie dItalia, quelle in cui la mano delluomo poteva evitare e non ha evitato. Lappuntamento, promosso da associazione Il mondo che vorrei ed Assemblea 29 giugno, al Palazzetto dello sport, alle 17. Tra i pini della citt colpita dal disastro ferroviario di due anni fa, nasce oggi lunione tra le associazioni sparse per lItalia. Con linteto di assicurarsi, gli uni con gli altri, un comune cammino di supporto e riaffermazione per tutti del diritto ad ottenere verit e giustizia. In occasione della manifestazione di oggi, Loris Rispoli - per il comitato 140 nato dopo la tragedia del traghetto Moby Prince a Livorno - annuncia: Per loccasione abbiamo fatto fare un maglietta che indosseremo tutti. Con la scritta Livorno e Viareggio non dimenticano.

IN CORTEO. Si torna a sfilare per le vie della citt nel secondo anniversario del disastro ferroviario

MAURO MORETTI (FS)

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VIAREGGIO. Lappuntamento per le 21, orario fissato per la partenza del corteo dalla piazza del Municipio. Labaro del Comune in testa, a seguire i familiari delle vittime del disastro ferroviario di due anni fa, 29 giugno 2009. Trentadue morti, i volti ed i corpi dei feriti che per tutta la vita faranno i conti con le conseguenze delle ustioni, via Ponchielli e tutto quanto intorno che riprende forma ma niente sar pi come prima. Abbiamo bisogno di tutta la citt: lappello lanciato dai familiari di chi non c pi. Non solo per non dimenticare, e nemmeno per lorgoglio e lonore di una Viareggio che stata ferita e vuole sapere da chi e perch. Chi da due anni fatica, stenta, lotta perch ci sia un futuro oggi, nel secondo anniversario della strage, ha un obiettivo in pi: il processo. Oggi pi vicino di un anno fa, dopo lincidente probatorio e le prove tecniche che hanno visto impegnato un esercito di avvocati e periti. Trentotto indagati, e tra questi lamministratore delegato di Ferrovie, Mauro Moretti, insieme ai vertici delle aziende del gruppo (Rfi e Trenitalia), a tecnici e diri-

Di nuovo tutti in strada


I familiari: Viareggio con noi verso il processo
conda tappa la sede della Croce Verde (via Garibaldi) per deporre una corona in memoria di Rosario Campo, morto solo perch si trovava l nel momento sbagliato, a bordo del suo scooter. Via Ponchielli. Dalla Croce Verde il corteo si muover per raggiungere larea del disastro, ai piedi del Cavalcavia. Dove larrivo previsto per le 22,30, alla Casina dei ricordi. Aspettando lora della tragedia, saranno lette poesie degli alunni delle scuole di Viareggio dedicate alle vittime. Chiuder la manifestazione il suono della campana, in memoria delle 32 vittime. Le Tartarughe lente, il gruppo di motociclisti da due anni mobilitato in ricordo di Pulce e Scarburato, assicura posti a sedere a Largo Risorgimento, per chi non pu partecipare a tutto il corteo. La Protezione civile vigiler sul rifornimento dacqua e su possibili malori. Donatella Francesconi
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DOLORE E RABBIA. Giocattoli sul luogo della strage e il corteo 2010 genti di Gatx, Jungenthal, Cima riparazioni: le aziende per le cui mani passato, a vario titolo, il convoglio con il suo carico di morte. A prove tecniche concluse e relazioni depositate star al giudice per le indagini preliminari, Simone Silvestri, decidere se e chi rinviare a giudizio. A quel punto saremo gi in zona processo, la cui apertura prevista per i primi mesi del 2012. A tutta la citt chi ha perso familiari, amici, e pezzi di vita chiede un segnale: Viareggio non dimentica e vigiler affinch alla fine siano davvero verit e giustizia. Il corteto. C un quartiere intero, quello che vive intorno a Largo Risorgimento, che si dato appuntamento alla farmacia Castellani (alle 20,30) per raggiungere il corteo che partir alle 21: preferibile partecipare con una maglietta bianca, questa la parola dordine. Perch ciascuno che sfiler stasera avr un proprio messaggio nel cuore, un proprio motivo per essere l a dividere dolore e speranza insieme agli altri. Alla stazione. Dal Municipio il corteo attraverser la Passeggiata fino allaltezza di piazza e via Mazzini. Percorsa la quale, la manifestazione toccher la stazione, dove stato allestito un palco per gli interventi. Da qui, diretto a via Ponchielli, la se-

ALBERTO CHIOVELLI (ANSF)

Nome eccellente tra i 38 indagati


VIAREGGIO. Riminese, ingegnere, ex segretario nazionale della Cgil-trasporti, fresco di riconferma come amministratore delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato, presidente del Cer (lassociazione delle imprese ferroviarie dEuropa), insignito lo scorso anno del cavalierato al lavoro, sindaco di Mompeo (Rieti), precipitato nellinchiesta-bufera P4, indagato nellindagine sul disastro ferroviario del 29 giugno a Viareggio. Mauro Moretti, lo stesso che nellalba livida del 30 giugno di due anni fa si present in Municipio a Viareggio per ribadire che le Ferrovie italiane sono le pi sicure dEuropa e che le assicuraziondi di Fs non avrebbero pagato perch lazienda non aveva responsabilit in quanto accaduto. Al suo fianco, nellindagine per il disastro ferroviario di Viareggio, due big nel loro settore: lingegnere Giorgio Diana, ex direttore del Politecnico di Milano; e lavvocato Armando Vincenzo DApote.

Nelle sue mani la sicurezza sui binari


VIAREGGIO. Ore di confronto serrato, a Firenze, con i familiari di chi nel disastro ferroviario di due anni fa perse la vita: era laprile 2010 e lingegnere Alberto Chiovelli, direttore dellAgenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, dichiarava che la strage poteva essere evitata. Chiovelli ingegnere come Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie italiane che non gli ha risparmiato contestazoini allindomani dei provvedimenti presi nellimmediatezza del disastro, per evitare che una cosa del genere potesse ripetersi. I controlli sugli assi che avevano le stesse caratteristiche di quello spezzatosi a Viareggio, la limitazione della velocit per i merci, carichi di materiali pericolosi, dei quali non fosse certa la tracciabilit, i controlli alle frontiere sugli sversamenti delle cisterne, lobbligo - per i convogli carichi di merci pericolose - di montare i sottosistemi di bordo per la protezione della marcia del treno. Misure di medio periodo e contingenti, come ha pi volte ribadito il ministro Altero Matteoli. Che si sempre schierato a fianco dellAgenzia per la sicurezza, ancora oggi sotto

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Alberto Chiovelli (Ansf) attacco da parte delle imprese ferroviarie di tutta Europa (il presidente dellente che le raggruppa Mauro Moretti) ma anche da parte della Commissione europea.

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ISTITUZIONI. Il governatore Enrico Rossi, il sindaco Luca Lunardini, il presidente della Provincia Stefano Baccelli allincontro con i familiari delle vittime e alla inaugurazione di attivit in via Ponchielli

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LINTERVISTA
uca Lunardini, medico, primo cittadino di Viareggio. Signor sindaco sono passati due anni... Due anni fa quella notte assassina, le cui fiamme devastanti hanno strappato ai loro cari, alla loro vita, ai loro sogni, 32 uomini, donne e bambini. Una notte seguita da altri giorni e altre notti di angosciante dolore, in una teoria apparentemente infinita di lutti, con i loro pianti, il loro strazio, i loro riti che nulla riuscivano ad avere di liberatorio. E poi i mesi di impegno spasmodico, costante, quotidiano, per superare gli innumerevoli ostacoli che una burocrazia cieca e sorda frapponeva al raggiungimento di una ricostruzione che volevamo efficace e tempestiva. E oggi lattesa per una risposta di giustizia che la citt tutta attende con fiduciosa determinazione. Viareggio, la sua citt, come ha potuto reggere davanti a tanto dolore? La nostra una grande citt che ha saputo quella notte riscoprire una solidariet, un comune sentire, una capacit di esserci, che nei decenni sembrava scomparsa, diluita, sfiorita e che invece era solo sopita, coperta da un sottile strato di indifferenza quotidiana che quella notte stato spazzato via dallimmensit del dolore, come lo strato di cenere di quella notte stato spazzato via dal lavoro laborioso di chi ha voluto ricostruire. ...e Lei, il sindaco, il medico, il cittadino di Viareggio? Non si resta, non si pu restare, uguali dopo una simile esperienza. Le fiamme ed il calore di quella notte, il sapore acre del fumo misto al sapore salato delle lacrime, incontenibili, la vista di quei poveri corpi straziati, alcuni davvero troppo piccoli, ti fanno comprendere quanto gli affanni del quotidiano, linseguimento della vita di tutti i giorni, sia futile e inesistente di fronte ai sentimenti veri che una fiamma assassina pu strapparti via in un folle attimo. Certamente come Sindaco e come medico riuscito a respingere le lacrime, perch in quelle ore drammatiche, occorreva agire e prendere decisioni, assumersi responsabilit... Ingoiare il proprio sentire e trasformarlo nella rabbia determinata dellazione. Questo stato il vissuto di quella notte e dei giorni e dei mesi successivi. Il pensiero assillante di chi era morto, di chi soffriva per le ustioni devastanti, di chi, nella notte, si svegliava urlando, spesso in una casa non sua, mi hanno dato la forza di lottare, reagire, coordinare, costruire, dare vicinanza a questi martiri. Dicono tutti che la sua citt, i viareggini hanno saputo reagire non solo

Il sindaco Lunardini: La citt vuole giustizia non solo ricostruzione


Limpegno delle istituzioni ha portato a risultati che dovrebbero essere presi ad esempio nel Paese

RICOSTRUZIONE. Sotto le case di via Ponchielli ricostruite; a destra, la consegna al carrozziere Marco Domenici della casa ricostruita; sopra, il sindaco Lunardini allincidente probatorio sul vagone cisterna alla stazione di Viareggio
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con coraggio e dignit, ma si sono mobilitati per dare una mano. Quando occorre a Viareggio ci siamo tutti, assieme, magari dopo... La nostra una grande citt con un grande cuore, un cuore cos grande che pu contenere sia il coraggio, la dignit e la forza dei molti che i piccoli individualismi di pochi. Un cuore cos grande che sa accettare e condividere il coraggio dei pi e la piccolezza dei meno. Perch questo cuore sa che alla fine il rispetto per chi non c pi sar pi grande di ogni egoismo. Due anni non sono tanti, ma neppure pochi, ma molti sono quelli che pensano che Viareggio ha fatto quello che era possibile fare per riportare la vita in via Ponchielli. Signor sindaco, possiamo tentare un bilancio: quello che stato fatto e quello che resta da fare? La citt pu essere orgogliosa di se stessa e di ci che riuscita a realizzare. Quanto ottenuto dovrebbe essere di esempio per tutto il Paese.

A Viareggio non abbiamo avuto tende o container. Tutti coloro che hanno avuto la propria casa distrutta o danneggiata hanno oggi restituita la propria abitazione o il suo equivalente. Anche lultimo edificio incendiato, orrendo memento di quella notte, stato abbattuto dopo aver superato un assurdo esempio di insensibilit burocratica. Alcuni nuovi edifici pub-

blici sorgeranno e saranno a disposizione della comunit. Praticamente tutte le attivit commerciali e professionali locali hanno riaperto la propria attivit. La bonifica dellarea completata. Il complesso sistema di servizi, elettrico, acquedotto, gas, comunicazioni stato ripristinato. Il sistema infrastrutturale, manto stradale, marciapiedi, illuminazione pubblica

completato o appaltato. Il parco di via Porta Pietrasanta sta risorgendo, abbellito da mille e mille interventi. E pronto e finanziato il progetto del nuovo parco che sorger al posto di quei binari assassini, che una pista ciclabile collegher, attraverso il sottopasso recentemente approvato, al centro-Citt. Dove le fiamme tutto avevano devastato sta risorgendo, ed in parte gi risorto, un nuovo magnifico, quartiere. Signor sindaco, al di l di comprensibili eccessi di protagonismo, mi pare che le Istituzioni siano riuscite a ridurre al minimo i tentativi, inevitabili in tutte le disgrazie pubbliche, di appropriarsi di un lutto che invece di tutti... Sin dai primissimi giorni sono andato ripetendo: che la politica stia lontana dai nostri morti. Una frase dura, per certi versi anche cruda, ma che voleva essere portavoce di un sentire comune a tutta la citt. Non so se stato merito di questo monito o pi direttamente di un lutto cos immenso

da respingere in s ogni possibile manovra di strisciante speculazione, ma davvero i pochi, ed comunque triste che ci siano stati, tentativi di cavalcare lorrendo episodio sono stati schiacciati dalla universale riprovazione. Le istituzioni tutte hanno saputo fare un passo indietro e lasciare giustamente lo spazio dovuto ai familiari, ai comitati, alla gente vera. Anche in questo Viareggio sia di esempio al Paese intero. Che cosa non ha potuto fare, come sindaco e coche cosa spera di poter fare ancora? In una vicenda incredibile, criminalmente unica, statisticamente impossibile, che possibile stata, ho, abbiamo come citt, dato tutto me stesso nel cercare di controllare lincontrollabile e gestire limpossibile. Non so quanto di diverso e meglio avremmo potuto fare in quella incredibile fase emergenziale, quando feriti e morti sembravano non finire mai, quando centinaia e centinaia erano gli sfollati dallarea del pericolo, quando in pochi giorni si reperirono alloggi per chi non li aveva pi. Grazie allincredibile collaborazione tra gli enti pubblici tutti ed i professionisti ed i volontari del soccorso, questa fase emergenziale fu superata nella ammirazione quasi stupita del Paese intero. E non so quanto di meglio avremmo potuto fare quando cercammo ed ottenemmo da Governo e Regione, con laiuto di tutti, la completa copertura finanziaria per tutta la ricostruzione. Anche questo un risultato purtroppo non frequente nella storia degli eventi disastrosi nella nostra penisola. Cos come complesso e costante stato limpegno per gestire ed applicare la legge Viareggio che il Parlamento ha generosamente messo a disposizione delle vittime e loro familiari. E ancora non era terminata linfinit agonia dei lutti che il Comune si era costituito Parte Civile in una richiesta di giustizia che si preannuncia lunga e difficile. Qualcosa poteva essere fatto prima o meglio? Certamente s. E laddove dovesse essere accaduto, diviene, per me, motivo di profonda amarezza non esser stato capace di dare sempre tutto me stesso ai miei concittadini, perch nulla deve essere lasciato di intentato quando si tratta di portare aiuto e conforto a chi tutto ha perso. Ho tuttavia un rammarico: non essere riuscito sempre ed in ogni momento ad alimentare, e cos ritrovare, quella grande solidariet, quel grande cercarsi, quel grande reciproco accogliersi, grazie al quale in quella notte assassina la porta della speranza non si chiuse completamente. Aronne Angelici

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LOMAGGIO DELLA CITT


di Luca Cinotti
nche Juventus e Inter, le eterne duellanti del calcio italiano, sembrano deporre le armi in memoria, in onore, in ricordo delle vittime del treno maledetto. A pochi passi di distanza, nel sacrario che al cimitero della Misericordia ospita la salme di venti di loro, amici o parenti hanno collocato un pupazzo dellInter - la squadra dei piccoli Piagentini - e un gagliardetto della Juve, per la quale stravedeva Federico Battistini, il giovane autista di autobus. Oggetti della memoria, simboli di passioni che in vita hanno animato bambini, giovani e anziani, donne e uomini. Parole di peluche o di carta che vanno a comporre - in una sorta di Spoon River del XXI secolo - un ritratto, giocoforza parziale eppure significativo, di esistenze strappate con violenza ai loro cari, ai loro parenti, ai loro amici.

gio c un delicato disegno a matita di una bambina, con gli occhi chiusi e un sorriso solo mezzo accennato. *** Ma, in fondo, non nemmeno del tutto giusto dire che quelloggetto di Luca o Lorenzo, di Antonio o di Roberta. I pupazzi, i lumini, i fiori che si sono accumulati in questi pochi metri quadri dedicati al ricordo e alla preghiera appartengono a tutti e a nessuno. Prendiamo la colomba bianca che porta sulle ali la scritta in pennarello Ti voglio tanto bene: dedicata a Sara Orsi? Oppure alla tomba vicina, quello di Mario Pucci, lanziano che fu intrappolato dal fuoco insieme alla badante? Domande che vivono solo per il tempo di pronunciarle e di pensarle: perch tutti gli oggetti che sono ospitati al cimitero, cos come le poesie, i disegni, gli scritti di amore e di rabbia che sono stati raccolti alla casina dei ricordi - tutti, dicevamo, appartengono alle 32 vittime della notte che ha straziato e cambiato Viareggio. Non un caso, forse, se lo scudettino del motogruppo Tartarughe lente sulle lapidi dei piccoli Piagentini e non su quelle di Pulce e Scarburato, al secolo Maria Luisa Carmazzi e Andrea Falorni. E sono per tutti le parole Vivi libera nel sogno della farfalla addormentata. *** Tanti dei morti, dei nostri morti, sono ospitati nel cimitero della Misericordia. Ma non tutti. Non c, ad esempio, Rosario Campo, luomo venuto dalla Sicilia che morto per caso (brutta espressione, daltra parte: perch gli altri non se la sono certo andata a cercare) mentre transitava in scooter davanti alla Croce Verde. Rosario sepolto nella sua terra dorigine dove la famiglia cura il suo riposo fra gli impareggiabili odori e colori dellisola. Ancora pi lontane sono seppellite le vittime straniere del 29 giugno, vera tragedia del nuovo millennio nella sua trasversalit: Elisabeth e Magdalena in Ecuador, Ana in Romania, Iman, Mohamed, Aziza, Hamza, Noureddin, Abdelaiatif e Rachid in Marocco. A questi ultimi sette Viareggio ha gi offerto il suo omaggio, due anni fa, sul prato davanti allobitorio dellospedale, prima dellultimo viaggio verso il Nord Africa. Ma il loro ricordo rimasto qui, a un passo dal mare di Versilia, impresso nelle nostre menti e cuori cos come il loro nome sar per sempre iscritto, in lettere dorate, nel granito scuro delle lapidi.
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*** Il sacrario, durante questi ventiquattro mesi, non ha mai perso la sua caratteristica del luogo del ricordo e della riflessione, piuttosto che della facile ostentazione della memoria e della commozione superficiale. Gli oggetti che sono stati portati da familiari e conoscenti non mettono mai in secondo piano i nomi, i volti e le storie delle vittime. A sinistra, subito dopo lingresso, sono sepolti i piccoli Luca e Lorenzo Piagentini, insieme a mamma Stefania. A intenerire il marmo bianco, collocati come una cornice, tanti piccoli pupazzi. E non solo. Parlavamo della passione di Luca per i colori nerazzurri. E qualcuno, dopo la vittoria in Champions League dello scorso anno, ha attaccato una riproduzione della coppa, accompagnata con lo stendardo dellInter e con la scritta Questa coppa labbiamo vinta anche per te. Lorenzo, Lollo, il pi piccolo, ritratto su un monopattino, sorridente, voltato verso lobiettivo. Un sorriso che sembra quasi venga alimentato, come quello di suo fratello Luca, dalle tante dediche degli amichetti e - forse - anche di chi non lha mai conosciuto, se non dopo quel 29 giugno. Come il disegno di Mattia, con una barca e un albero e la semplicissima dedica per Luca da Mattia. *** Proprio di fronte alla famiglia Piagentini ci sono altri due nomi, volti, storie-simbolo del 29 giugno: Emanuela Menichetti e Sara Orsi, vicine nellultimo sonno come lo furono nella

I colori dellInter per Luca, quelli della Juve per Federico Battistini

Peluche, poesie, disegni La Spoon River dei nostri 32 angeli


vittime: Ti ricorder per sempre. Oggetti che raccontano le passioni della vita, dicevamo. E allora scopri che cera qualcosa che univa Federico Battistini e il suocero Mauro Iacopini: il mondo dei motori. Lo segnalano i modellini delle Ferrari appiccicati alla lapide di Federico, che riposa sopra la moglie Elena, e lo scudetto della storica scuderia Balestrero che orna quella di Mauro. Il rombo del motore, univa lautista di bus e il geometra: e un rombo di-

Il dolore composto nel mausoleo della Misericordia

vita. Protetto con cura da una busta di plastica c un disegno dedicato a Emanuela: una bambina con un palloncino, un cuore e una ragazza, con una freccia che li unisce. E una dedica che, forse, quella di tutta Viareggio diretta a tutte le sue

verso, del gas maledetto se li portati via. Cancellando due famiglie: quella, da poco formata, di Elena e Federico e quella dei genitori di lei, Mauro ed Emanuela Milazzo. Era unartista, Emanuela. E per questo ad accompagnarla nel suo viag-

Gli oggetti portati da amici e parenti raccontano le passioni delle vite spezzate Senza dimenticare chi sepolto lontano

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POESIA/1
UNO SPIFFERO DARIA DI FUOCO Caldo, caldo infernale, la serata giusta per stare sulluscio di casa a prendere il fresco della sera o a fare quattro passi con il cane, fischiettando una delle canzoni preferite. Tutto sembra tranquillo, tutto tranquillo. Una giornata passata al lavoro, una giornata trascorsa ad accudire figli, fare la spesa e cucinare per lui, una giornata gecendo progetti pe ril futuro, e le mura di casa come una fortezza a rassicurare la notte per poi domani... Tutto tranquillo. Dun tratto un boato, e poi un altro e un altro ancora, laria si trasforma in fuoco linizio della fine, linferno entrato in casa con le sue lingue di fuoco, la strada diventa un campo di battaglia e le fortezze cadono gi ad una ad una trasformandosi in roghi da dove nessuno riuscito a salvarsi, neppure chi stato graziato Dio crea la vita e luomo la distrugge Un errore umano dive; un errore per sempre. Oreste Iavazzo

POESIA/2
PER NON DIMENTICARE Il 29 giugno di tre anni fa era un bel giorno a Viareggio Era linizio di unestate, piena di gioia e di allegria Ma il 29 giugno di due anni fa era un brutto giorno A causa di un liquido esplosivo, abbiamo perso 32 amici Dopo il fuoco accecante che ha portato devastazione, dolore, lutto, tutto diventato buio e triste nella nostra Viareggio Non dimenticher mai la strage nella citt di Viareggio, dove sono nato Ma porter sempre nel mio cuore, e cammineranno sempre al mio fianco 32 amici trasparenti Alex Ori

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FOTO E FIORI. A sinistra, alcuni degli oggetti raccolti ai piedi delle lapidi

CALCIO E PELUCHE. Un tigrotto e la maglia della Juventus per ricordare Federico Battistini

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VIAREGGIO: 29 GIUGNO

MERCOLED 29 GIUGNO 2011

IL DOLORE E LA SPERANZA
di Claudio Vecoli
VIAREGGIO. Quel 29 giugno di due anni fa, in un istante ha perso tutto. La madre Aziza, il pap Mohammed, il fratello Hamza, la sorellina Iman. Tutti inghiottiti dallesplosione che ha segnato per sempre la storia di Viareggio. E quella della sua famiglia, che Viareggio aveva scelto come seconda patria. Ibitzen Ayad, ventuno anni e una giovane vita gi segnata da troppe ferite impossibili da rimarginare, a quel disastro miracolosamente sopravvissuta. E, a due anni da quella data spartiacque che le ha cancelCOL PICCOLO lato gli affetti pi cari, ha HAMZA. iniziato giorno dopo giorno Ibi e il marito a cercare di rimettere in secon in braccio sto i cocci della sua esistenil piccolo za. Hamza: Una ricostruzione interioha chiamato re, la sua. Mentre in via Ponil figlio chielli le ruspe prima e i con il nome ponteggi poi hanno trasfordel fratello mato una strada segnata dalmorto la morte e dalla distruzione nella strage in un cantiere a cielo aperto, la giovane Ibi, mattone dopo mattone, ha faticosamente rimesso in piedi una nuova famiglia. E se pochi mesi dopo il disastro si sposa- Purtroppo sono momenti fia di vita. Torno spesso sul ta con Hicham, lo scorso che non si stato permesso luogo della tragedia. Da questo punto di vista per me marzo ha dato alla luce il vivere. Ricostruire, ma senza di- non stato un problema ripiccolo Hamza, che ha voluto chiamare proprio come il menticare. un po questo vedere certi luoghi. So che comprensibilmente, fratello che ha perso fra le il motto interiore di Ibi. Una altri, fiamme. Ho voluto che la vi- parola dordine che diven- non hanno pi rimesso pieta continuasse. Ma senza tata suo malgrado una filoso- de da quelle parti. Io non ho mai dimenticare, neppure per un istante, quello che accaduto. Sono sicura che cos avrebbero voluto anche i miei genitori. Ed proprio in questi due momenti di felicit autentica - le nozze prima e la nascita del figlio poi - che la loro assenza si fatta maggiormente sentire. Per il giorno del matrimonio - confessa Ibi - sognavo di avere al mio fianco mio padre. Quella di accompagnare la figlia allaltare una abitudine italiana che mi sempre piaciuta. Quel giorno inve- VIAREGGIO NON DIMENTICA. Ibi con la maglietta Viareggio non dimentica ce accanto a me cera mio zio, ma non poLABBRACCIO teva essere la stessa cosa.... A PIERACCIONI. Sensazione analoga il 18 Lattore marzo scorso, quando alloabbraccia spedale Versilia venuto Ibi durante lo alla luce Hamza. Sia prima spettacolo del parto che dopo - spiega alla Cittadella Ibi - ho sentito forte lassenza di mia madre. Sono certa che sarebbe stata al mio fianco a stringermi la mano nei momenti di maggior paura. E nei primi giorni di vita di Hamza mi avrebbe dato i consigli che solo una madre riesce a dare a sua figlia. prio c una cosa che non riuscirei pi a fare tornare a vivere in quei luoghi. In una casa in via Ponchielli non potrei pi abitare, anche se adesso con mio marito stiamo al Terminetto, a poca distanza da l. E poi c il ricordo assillante di quel treno che ogni tanto si riaffaccia comunque alla mente. Ogni tanto, quando supero il cavalcaferrovia, mi capita di veder passare un treno merci in transito. E allora mi sento ghiacciare il sangue. Mi tornano alla mente le urla dei miei familiari, le scene che ho vissuto e che non potr mai dimenticare. Quello , in assoluto, il momento pi brutto. Ma dietro gli occhi grandi e tristi di Ibi c sempre un sorriso pronto a spuntare anche quando meno te lo aspetti. E allora, indaffarata fra un pannolino da cambiare e il latte da preparare (Hamza un bimbo doro, ma la notte non mi fa dormire...), Ibi non rinuncia al suo futuro. Ho sempre detto di voler fare la pasticcera e prima o poi riuscir a coronare il mio sogno. Ora devo dedicarmi a mio figlio, accudirlo, farlo crescere nel miglior modo possibile. Poi, quando sar pi grande, allora potr dedicarmi a quello che voglio che diventi il mio lavoro. un bisogno che sento anche nei confronti dei miei genitori. Di recente Ibi tornata anche in Marocco, a trovare i parenti che ha e a conoscere quelli del marito, anche lui marocchino. Siamo stati un mese. Ma il mio futuro e quello di mio marito qui a Viareggio. una citt che mi ha adottato con grande generosit. Ancora oggi in tanti, anche quelli che non conosco, mi salutano e mi dimostrano grande affetto. Due anni dopo il disastro ferroviario, per, Ibi teme che la memoria di quello che accaduto possa essersi un po affievolita. Ho paura che la gente dimentichi. normale che il tempo aiuti a rimarginare le ferite. Ma dimenticare sarebbe un grave errore. Per questo mi auguro che per questo secondo anniversario della strage la gente abbia ancora la forza e la voglia di mobilitarsi. Una mobilitazione che deve servire a coltivare una speranza. Nessuno potr mai ridarci le persone care che non ci sono pi. Ma bisogna che quello che successo serva a far s che non accada mai pi niente di simile. Bisogna che la sicurezza, sui treni ma anche sui luoghi di lavoro e ovunque vi sono delle vite da proteggere, sia qualcosa di vero, concreto, reale. E non che sia soltanto un adempimento burocratico di cui tener conto solo sulla carta. La lezione di Viareggio, di quel 29 giugno, non pu essere che questa.

Ibi, la rinascita dopo la tragedia


avuto questa reazione. Anzi. Quando vado nei giardini vicino a via Ponchielli mi tornano in mente i momenti belli che ci ho trascorso. Mi ricordo di quando ci portavo a giocare mia sorella Iman. O quando proprio l parlavo con mio fratello Hamza. Ricordi belli che quel treno maledetto non comunque riuscito a cancellare. Ma non tutto si pu superare. Anche per un carattere forte come quello dimostrato da Ibi. Ecco, se pro-

Prima moglie, ora mamma: Ma dentro resta il ricordo di chi non c pi

Quel 29 giugno la ragazza marocchina ha perduto entrambi i genitori, il fratello e la sorellina di tre anni

PAGLIANTI

RAFFAELE CARNEVALE

IL GIORNO DEL S. Ibi con il marito Hicham il giorno delle nozze

PAGLIANTI PAGLIANTI

Avrei voluto mia madre a tenermi la mano prima di entrare in sala parto

FINALMENTE ITALIANA. Ibi mentre firma latto con cui le viene concessa la cittadinanza italiana

Quando vedo un treno merci che passa sui binari mi sento ancora gelare il sangue

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