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Mi sento di condividere lanalisi proposta riguardo i rapporti Corona-borghesia in Francia, almeno se considerata un esame del periodo dei secoli

dal XIV al XVII (ovvero quello tra la rivolta di Etienne Marcel e le riforme di Luigi XIV). A partire dal Re Sole, tuttavia, non si pu negare che i rapporti si siano raffreddati. Limposizione di nuove e pesanti tasse, le misure protezionistiche di Colbert e lo stato di guerra permanente in cui versava la Francia non erano certo la condizione migliore per mandare avanti gli affari e fare impresa. Luigi XV, per ripianare i debiti di guerra, arriv addirittura ad operare una vera e propria truffa nei confronti dei risparmiatori francesi (ovvero dei borghesi, gli unici che investissero, allepoca), mettendo in vendita le azioni della famosa Compagnia della Luisiana per lo sfruttamento del fantomatico oro del Mississippi; azioni che nel giro di cinque anni crollarono per divenire carta straccia. Ma fu Luigi XVI a rompere definitivamente ci che rimaneva del rapporto di fiducia tra la monarchia borbonica ed il ceto borghese. La situazione disperata in cui versavano i conti pubblici, la rapida successione alla guida del Tesoro (Turgot, Necker, Calonne, de Brienne, di nuovo Necker), il continuo annuncio di riforme mai neppure avviate, loscillazione senza fine tra protezionismo e liberismo, la segretezza dei bilanci regi, la poca trasparenza degli stessi nei rari casi di loro pubblicazione e la bancarotta evitata per un soffio del 1788 non poterono non far dubitare profondamente i borghesi delle reali capacit di gestione del Re. Se anche i borghesi volevano mantenere la monarchia, certamente la pretendevano completamente svuotata: sarebbero stati loro la guida dello stato, prendendo ad esempio lesperienza inglese (gi citata come eccellente da Montesquieu). Per comprendere il punto di vista del popolo, invece, a parere dello storico Lefebvre, occorre fare un altro ragionamento e guardare ad altri dati, ai quali lui ed altri studiosi hanno presto attenzione. Partendo dal dato pi curioso, si citeranno le rese agricole negli anni direttamente precedenti alla Rivoluzione: per ogni seme di grano, si sarebbero ottenuti tre chicchi (al netto delle perdite, ovviamente) . Dando per scontato che uno di essi va messo da parte per la semina successiva, allora ci troviamo davanti una situazione alimentare disperata. Quelle annate sono state particolarmente cattive in tutta Europa, ci dicono le testimonianze e lo studio della stratigrafia del suolo (mediante un procedimento che sarebbe lungo da spiegare in questa sede), ma la Francia non era preparata per resistervi: Calonne fu costretto ad emanare un provvedimento che vietava lesportazione di grano. Quando, dunque, la borghesia cominci la sollevazione contro il Re e la nobilt, il popolo si sent in dovere di intervenire senza alcun invito da parte dei ceti abbienti, ma la sua azione si manifest soprattutto con gesti eclatanti, ad alto significato politico, ma basso giuridico. Le politiche democratiche, invece, furono portate avanti da parte di settori stessi della borghesia che, sentendosi in dovere di sostenere lidea delluguaglianza generale, cercarono di approvare riforme che esulavano dalla mera sfera dellinteresse. Da qui il contenuto ideologico della Rivoluzione francese: non solo linteresse di arricchimento immediato personale, ma anche una certa lungimiranza nelle scelte. Per il resto, lanalisi assolutamente condivisibile e condivisa, in particolare riguardo il carattere spontaneo che hanno i fatti rivoluzionari, che sono, proprio in quanto tali, privi di una cabina di regia in grado di pilotarli verso una meta univoca, ma espressione delle varie istanze della societ che vi protagonista.

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