Sei sulla pagina 1di 10

STRUMENTI COLLABORATIVI, INTERMODALIT E LIFE LONG LEARNING. DOVE VANNO LE INNOVAZIONI?

Marco Recchioni1, Valentina Castello1,2, Vittorio DellAiuto 3, Chiara Sancin 4


Universit dellAquila P.zza Vincenzo Rivera 1, 67100 L'Aquila Tel. +39 086243 11 recchioni@cc.univaq.it Didagroup Srl Via Giacomo Peroni, 400, 00131 Roma; tel +39 06 45474900 vcastello@didagroup.it; vdellaiuto@didagroup.it; csancin@didagroup.it
234 1

Abstract: Ad oggi emergono nello scenario evolutivo della formazione a distanza due filoni di ricerca e di sperimentazione applicativa: da una parte, il social software e leLearning 2.0; dallaltra, lintermodalit e la multicanalit, ovvero lintegrazione di diversi canali (web, mobile, digitale terrestre, satellite e IPTV). Coerentemente al progressivo passaggio dal concetto di learning management system a quello di technology enhanced learning, la potenzialit dei sistemi e degli ambienti formativi tecnologici andrebbero quindi sempre pi misurati in termini di impatto sui processi di apprendimento, individuale ed organizzativo, ovvero, da un lato sulla capacit di attivare processi motivati e multidimensionali (cognitivi, emozionali, esperenziali) e dallaltro di valorizzare la capacit di creazione, scambio e socializzazione delle conoscenze in modo dinamicamente coerente ai percorsi evolutivi strategico organizzativi. In questo contributo, tali scenari ed opportunit di sviluppo delle tecnologie ICT per la formazione vengono lette nella loro efficacia in termini di impatto sui modelli e processi di apprendimento sia a livello individuale che organizzativo al fine di reinterpretare le chiavi metodologiche di progettazione e valutazione formativa in termini di outcome, processi e attori coinvolti.

Introduzione
Un buon sistema didattico dovrebbe porsi tre obiettivi: - assicurare a tutti quelli che hanno voglia d'imparare la possibilit d'accedere alle risorse disponibili, in qualsiasi momento della loro vita; - permettere, a tutti quelli che vogliono comunicare ad altri le proprie conoscenze, di incontrare chi ha voglia di imparare da loro; - offrire infine a tutti quelli che vogliono sottoporre a pubblica discussione un determinato problema la possibilit di render noto il loro proposito. Questo quanto affermava Ivan Illich nel 1971. La stessa sfida affrontano oggi i sistemi formativi aziendali a tutti e tre i livelli: dello sviluppo personale; del supporto ai processi socializzazione delle competenze, di creazione di identit organizzative condivise, alla base dei processi di apprendimento e sviluppo organizzativo; della valorizzazione co-evolutiva dei due piani di indagine ed azione, al fine di valorizzare i processi di apprendimento informale e di socializzazione, le reti infra ed interorganizzative, anche nella direzione di supportare un dialogo continuo e proattivo tra sistemi educativi, istituzionali ed organizzativi. In tale direzione si pongono anche le politiche nazionali ed europee tese a supportare i processi di acquisizione, valorizzazione e socializzazione delle conoscenze e competenze al fine di

promuovere un reale processo di sviluppo delle persone e di competitivit dei sistemi attraverso il progressivo allargamento ed arricchimento delle opportunit di apprendimento per gli individui lungo tutto larco della vita, ivi comprese le tematiche legate allinclusione sociale ed al dialogo interculturale. Il ripensamento del ruolo della formazione nei processi di sviluppo organizzativo e strategico delle aziende pone l'accento sulla valorizzazione dei processi di apprendimento individuale e collettivo. In tal senso vanno lette anche le innovazioni metodologiche e tecnologiche nei sistemi formativi, a supporto dei processi di life long learning e abilitanti alla costruzione di senso sociale, condiviso e co-costruito nei tessuti organizzativi. In questo scenario di continua ricerca e sperimentazione si inseriscono le opportunit offerte della tecnologie dellinformazione e della comunicazione. Limpatto e lo stimolo al cambiamento sulla formazione, che arriva dai processi di innovazione tecnologica colpisce molto la nostra attenzione sia per lintensit che per la frequenza. Questo cambiamento rappresentato col passaggio dal Learning Place, ovvero il luogo fisico (laula, la scuola, lUniversit etc.) ove tradizionalmente avveniva il processo di trasmissione della conoscenza, al Learning Space ove i medesimi processi avvengono in un contesto nel quale lazione formativa da atomica diviene digitale. Emergono oggi, in particolare, due filoni di ricerca e di sperimentazione applicativa: il social software e leLearning 2.0; lintermodalit e la multicanalit, ovvero lintegrazione di diversi canali. Le suggestioni dell'eLearning 2.0 tra costruttivismo, riflessivit e co-partecipazione spingono la riflessione da un lato sulla maggiore opportunit di fruire e di personalizzare laccesso ai saperi ed alle comunit e, quindi, i processi di apprendimento individuale e dallaltro di valorizzare i processi di costruzione congiunta, in termini sia di combinazione sia di socializzazione, dei saperi stessi (si pensi ad esempio a wikipedia). Parallelamente, le opportunit tecnologiche offerte di ampliamento delle potenzialit del web cos come la sua integrazione con altri canali quali il digitale terrestre, il satellite, la web tv ed il mobile, offrono nuovi spunti per la progettazione e lo sviluppo di sistemi complessi di erogazione, anche in relazione alle potenzialit offerte per la continuit dei processi di apprendimento.

Social software e leLearning 2.0


In relazione al crescente interesse verso il Web 2.0 e le sue applicazioni ai sistemi di formazione e di comunicazione, gli strumenti del social software sono diventati sempre pi popolari. Siti come YouTube, MySpace, ecc. fanno parte di un crescente trend verso la creazione e la condivisione di conoscenze ed idee on line attraverso comunit e social network. Dal punto di vista aziendale, le organizzazioni hanno cominciato ad usare blog e wiki insieme ad altri strumenti collaborativi pi consolidati (come mailing list, forum di discussione, portali web, etc.) per facilitare la creazione e condivisione di conoscenze ed informazioni, oltre che per promuovere la comunicazione e collaborazione interaziendali. Le-learning 2.0 tenta di superare le criticit della formazione on line tradizionale coniugando le dimensioni formale/informale ed individuale/sociale dellapprendimento, che si concretizza nel passaggio da una concezione della formazione in rete a carattere prevalentemente erogativo ed estensivo ad una maggiormente centrata sull'utente e sul gruppo, aperta al web e ai suoi sviluppi sociali. Le principali criticit dei sistemi di eLearning 1.0 possono infatti ricondursi alla scarsa propensione allinterattivit ed all attivit di tipo collaborativo (basato su una divisione statica dei ruoli di docente, studente e tutor), alle codifiche dei learning object secondo percorsi formali fortemente strutturati, che non lasciano spazi aperti alla personalizzazione ed alladattivit (interna ed esterna) dei sistemi e dei percorsi. Emerge, quindi, una rinnovata attenzione verso lapprendimento informale e collaborativo che pu svilupparsi a partire dal cosiddetto social software che valorizza la dimensione sociale della rete vista come il risultato della collaborazione di tutti i suoi fruitori/costruttori ed maggiormente rivolta alle dimensioni dell'interazione e della collaborazione. Gli elementi chiave descrittori della nuova realt sembrano essere la collaborazione, la partecipazione, la democrazia, la condivisione, linterazione, lintelligenza collettiva e il wisdom of crowds, le folksonomie. Il Web 2.0 e il social software permettono la comunicazione tra molte persone, forniscono nuovi modi di creare e condividere i contenuti permettono lintegrazione di diversi media (audio, video, immagini ecc) aiutano a gestire le informazioni e sviluppare labilit di reperire e valutare le informazioni oltre che un atteggiamento proattivo e di collaborazione che favorisce lapprendimento informale. Recentemente stato utilizzato anche il termine web

learning, che accentua l'aspetto "reticolare" dell'apprendimento, piuttosto che quello, ormai scontato, della componente "elettronica" o "virtuale". Nella prospettiva di un graduale affermarsi del web semantico, infatti, si pu immaginare facilmente un percorso di apprendimento e formazione autogestito che veda il discente spostarsi attraverso diversi portali e siti, diverse piattaforme. LeLearning 2.0 consente quindi di aprire i cancelli senza abbattere il recinto, ovvero si implementa una piattaforma aperta alle interconnessioni con il variegato mondo del web (Bonaiuti, 2002, 2006). I recinti nel web si aprono verso limmensa distesa della rete (Bonaiuti, 2006). Secondo questa prospettiva la dimensione formale intreccerebbe legami fortissimi con quella informale in modo da realizzare unintegrazione reciproca e complementare, come mostra la figura che segue.

Fonte: Bonaiuti (2006) LeLearning 2.0 travalica quindi la distinzione tra contesti formali, non formali e informali dellapprendimento ed apre nuove frontiere alla formazione, individuale ed aziendale, in quanto: allarga i confini stessi dellaccesso e della condivisione delle conoscenze, non pi limitati allintranet aziendale ma aperti al web; valorizza lattivazione di processi di socializzazione anche nellottica di valorizzazione dellintelligenza collettiva levyniana, multidimensionale e multisensuale, risultato dellattivazione di processi collaborativi trasversali e flessibili; promuove i processi di apprendimento informale e, quindi, la valorizzazione dellapproccio learner centered, ovvero verso forme pi coinvolgenti e autogestite dal soggetto stesso che acquisisce maggiori responsabilit nel processo di crescita personale. L'utente abbandona il ruolo di fruitore passivo e diventa scrittore ed editore, in modo personale e semplice senza avere particolari competenze nellutilizzo del codice html. Anche le organizzazioni hanno cominciato ad usare strumenti collaborativi per facilitare la creazione e condivisione di conoscenze ed informazioni, oltre che per promuovere comunicazione e collaborazione. Tutti i diversi strumenti delleLearning 2.0 consentono, nelle linee generali, alle singole persone di emettere e mettere contenuti sul web e, pi, in generale di avere un ruolo attivo nel processo di apprendimento con potenzialit diverse in termini di comunicazione e apprendimento. Tutte queste piccole o grandi differenze nelle caratteristiche intrinseche dei vari strumenti, alla fine, trovano una loro collocazione naturale in base alle diverse esigenze comunicative. Nel box forniamo una breve descrizione degli strumenti di social software ad oggi pi diffusi, con le relative potenzialit in termini di creazione, condivisione e socializzazione delle conoscenze.

BOX 1 Gli strumenti del social software


I blog tipicamente esprimono la creazione - e la rappresentazione del punto di vista di un singolo autore (o di un gruppo ristretto di autori); esistono gi esperienze di utilizzo di blog a supporto/integrazione di progetti di formazione a distanza, ad esempio nella parte esercitativa, individuale e/o di gruppo. Un blog collettivo consente attivit di brainstorming, incontri di gruppo, attivit di project management. Essendo i blog strumenti di pubblicazione istantanea ed estremamente facilitata di contenuti, favoriscono di norma lespressione individuale di notizie, commenti, idee; per possono essere al tempo stesso degli strumenti collettivi dove si tiene un diario di bordo, che poi il termine inglese da cui nasce la parola web log, di esperienze formative. Se vogliamo una forma di integrazione diversa da quella che gi permetterebbe un forum: sia in termini di una maggiore enfasi sulla successione cronologica degli interventi, sia per una tematizzazione meno rigida. Abbiamo cio a che fare con strumenti che lentamente stanno destrutturando alcuni aspetti che solitamente sono imposti da chi governa la formazione. I wiki sono strumenti collaborativi finalizzati non tanto allespressione, quanto alla costruzione collaborativa di contenuto: sono strumenti tramite i quali su un documento, in forma di pagina web, chiunque pu andare ad apportare modifiche, a integrare, ad aggiungere ulteriori link a dei contenuti esistenti o creati ex-novo. I wiki consentono di promuovere un apprendimento collaborativo e lo sviluppo di comunit di apprendimento basate sul web: sono strumenti pi formali di sintesi delle informazioni, delle conoscenze, dei contenuti formativi oggetto dei percorsi, inseriti tipicamente in progetti di authoring collaborativi, per sviluppare ad esempio un contributo di ricerca, un assignment, un paper o anche per redigere in modo condiviso lo stesso diario di bordo del progetto (cos come nella nostra sperimentazione). Ovviamente, come tutti gli strumenti collaborativi, i wiki creati ed integrati nel progetto formativo possono crescere -in ragione dei contributi e dei materiali di diversi autori- ed evolvere e, quindi, rispondere ad obiettivi didattici formativi relativi allo stesso grado di coinvolgimento dei partecipanti, grado di cooperazione tra gli stessi, creazione e condivisione di conoscenza. Ci sono strumenti di bookmarking e tagging che permettono di condividere i link (bookmark o segnalibri) a un sito interessante o a qualche contenuto; possiamo offrire a chiunque altro interessato la nostra selezione tematica di siti interessanti tramite strumenti di etichettatura di questi contenuti. In questo modo si pu andare a fruire della selezione gi fatta da qualcun altro e quindi sapere subito su un certo argomento quello che altre persone hanno trovato di buono e interessante, avendo al contempo indicazioni sul grado di consenso e gradimento ricevuti da quella segnalazione. Una forma di ranking, di valutazione collettiva, che a tendere pu fornirci indicazioni sulla qualit del documento riferito. Una sorta di passaparola, per estremamente agevolato dallo strumento tecnologico. Ci sono anche gli strumenti di messaging, dai chat istantanei e sincroni a forme concettualmente ibride come Twitter e altri, detti generalmente piattaforme di micro-blogging: qualcosa di simile a un SMS, un breve messaggio che viene per mandato in rete e pu essere letto da chiunque. Intorno a queste forme di comunicazione possono crearsi delle comunit in cui chi accede e utilizza lo strumento segue i twit, cio le espressioni, i messaggi di una serie di persone appartenenti al circolo di interlocutori a cui interessato. Il follower colui che segue le emissioni di un gruppo di persone e che viceversa seguito da un altro gruppo di persone (non necessariamente questi gruppi coincidono). In ultimo consideriamo i podcast, che sono contenuti audio-video fruibili sul web tramite il meccanismo dei feed RSS, cio dei meccanismi di notifica di novit semi-automatica che permettono unestrema facilitazione dellaccesso: il fruitore si abbona a un canale di contenuti e viene informato automaticamente, usando appositi software, di tutte le novit che sono introdotte in quel canale; queste possono essere scaricate, sempre in automatico, sul suo computer, e da questo passate su un qualsiasi dispositivo portatile per essere fruite in situazioni tipicamente off-line (in treno, in metropolitana, in viaggio, ecc.). Per quanto riguarda la formazione ci sono realt gi attive: ad esempio liTunes Music Store, che normalmente vende musica, veicola anche i podcast e ha aperto un canale dedicato alla formazione e ai contributi audio-video delle universit pi prestigiose. Uno studente che decide di iscriversi ad un corso, di fatto, riceve automaticamente gli aggiornamenti col meccanismo sopra descritto: non deve insomma andare a cercare le novit ma le riceve a casa: una forma di consegna a domicilio di contenuti.

Il paradigma del social software rimanda, quindi, alla creazione e gestione dinamica di contenuti da parte di tutti i partecipanti ai processi formativi. Il social software supporta la creazione di semantyically e socially enriched content attraverso lutilizzo di semplici interfacce che consentono agli esperti dei contenuti cos come ai neofiti, ai partecipanti ed ai docenti di condividere conoscenze ed esperienze. Gli ambienti formativi diventano cos social

environment, strutture viventi che sono sviluppate, gestite e discusse da committed communities. Il fattore critico di successo sembra essere il coinvolgimento degli utenti attraverso spazi collaborativi come le comunit virtuali di interesse o di apprendimento, tramite le connessioni rese possibili dalle social network. Il nuovo web, definito 2.0, si presenta sempre pi orientato allutente e valorizza la dimensione sociale e partecipativa della comunicazione on line. Esiste un legame profondo fra la dimensione delle motivazioni individuali e quella dellinteresse comune, che a livello interindividuale costituisce il fondamento della nascita delle comunit. La costituzione della community sulla quale si basa lutilizzo di software sociale fa riferimento al modello bottom-up, i membri della comunit avendo un elevata facolt decisionale e autonomia progettuale concordano gli obiettivi e lorganizzazione dei contenuti. Questo modello si contrappone a quello top-down, un sistema nel quale posizioni e ruoli sono stabiliti rigidamente da un vertice di controllo e regolati da specifici meccanismi software. Proprio sulla potenzialit di creazione o meglio di valorizzare e coltivare le comunit (Wenger, 2002), che si gioca, da un punto di vista metodologico, lefficacia degli strumenti delleLearning 2.0. Molto spesso linsuccesso in un processo formativo a distanza di questi strumenti consisteva nel fatto che essi cerano ma non erano presenti le comunit che condividevano linteresse, lutilit percepita e che li praticavano: linsuccesso, quindi, non tanto nellopportunit tecnologica, cio il connettersi o meno a un video o audio, ma nella mancanza di interesse e di committment del coinvolgimento, inteso come motivazione allapprendimento, alla condivisione e creazione di conoscenza, competenza e comportamento. Oltre al necessario dialogo co-evolutivo tra approcci metodologici e tecnologici nasce lesigenza di rendere sinergiche altre due prospettive e dimensioni coesistenti: quella della formazione formale e quella dei sistemi/ambienti per la condivisione collettiva e condivisa di conoscenze ed esperienze, ovvero i processi di apprendimento e formazione informale. Passare dai processi individuali a quelli sociali di apprendimento significa anche ripensare il legame tra dimensione formale ed informale dellapprendimento stesso, a livello individuale ed organizzativo. Lelearning 2.0 si fonda sul recupero delle potenzialit insite nelle pratiche informali e nelle modalit spontanee di apprendimento in situazioni di vita quotidiane. Obiettivo formativo trasversale comune allimplementazione di strumenti collaborativi on line quello non solo di gestire i processi di creazione e combinazione delle conoscenze esplicite, quanto anche di governare e promuovere efficacemente i processi di esplicitazione delle conoscenze tacite presenti allinterno dellorganizzazione, lapprendimento attraverso le discussioni e la costruzione del consenso. In tal senso, le riflessioni sul social software non possono che richiamare alcuni filoni ed aspetti da sempre essenziali alla ricerca formativa: i legami co-evolutivi tra apprendimento individuale ed organizzativo nelle dimensioni formale, non formale ed informale; i processi di sensemaking e lintegrazione tra la visione cognitiva, sociale e comportamentista dellorganizzazione e la considerazione degli stessi legami tra formazione, competenze e sviluppo di impresa. La matrice degli strumenti che viaggiano via web comune ovvero la valorizzazione dei processi di comunicazione, condivisione, conoscenza e informazione allinterno delle organizzazioni, in una visione connettiva oltre che collaborativi dei processi stessi. Se, secondo Lvy (1999), l'intelligenza collettiva il prodotto della memoria collettiva, dell'immaginario collettivo, e diventa progetto quando l'uomo mette a disposizione della collettivit gli strumenti che permettono una interazione tra gli individui, l'intelligenza connettiva la pratica della moltiplicazione delle intelligenze, le une in rapporto alle altre all'interno del tempo reale di un'esperienza. Siemens (2004) trascendendo le principali teorie del comportamentismo, del cognitivismo e finanche del costruttivismo sociale incapaci di fornire ladeguato supporto teorico alle modalit operative di apprendimento in rete assunte nellera digitale, propone un approccio alternativo definito connettivismo. Secondo questa prospettiva la rete stessa a rendere possibile lapprendimento e a surclassare gli stessi contenuti, Siemens tende a sottolineare limportanza della cura e della qualit delle connessioni che rendono possibile laccesso alla conoscenza rispetto allaccumulo indistinto dei contenuti conoscitivi. Rifkin (2000) sottolinea lesistenza di uno spazio socializzante della rete Le reti digitali di comunicazione globale, cos avvolgenti e onnicomprensive, contribuiscono a creare un nuovo e totalizzante spazio sociale, quasi una seconda sfera terrestre, al di sopra della madre terra, sospesa nella dimensione eterea del cyberspazio.

Lobiettivo -e la funzione formativa- del social software non solo quello di combinazione di una serie di saperi, condivisione di una lista di siti preferiti, ma quello di creare strumenti e ambienti virtuali in cui si vanno anche ad esplicitare una serie di conoscenze e competenze che sono pi tacite, che creano contenuti e danno un senso comune. In tale approccio il tema della formazione, del knowledge management ed i processi di sense making vanno ad integrarsi. La valutazione di efficacia del social software va quindi parametrata rispetto allimpatto su queste dimensioni e, quindi, al governo dei processi di apprendimento organizzativi, formali ed informali.

Oltre il web: intermodalit, knowledge management e long life learning


Le considerazioni fin qui condotte su tecnologia, formazione e processi di apprendimento si arricchiscono ulteriormente se la rete (e le sue potenzialit) viene riconsiderata in termini di hub, ovvero come collettore di contenuti e punto di convergenza di processi formativi che integra anche altre tecnologie e canali, quali il mobile, la web tv, etc. Oggi, infatti, il mondo del distance learning sta sperimentando opportunit tecnologiche offerte da altri canali di comunicazione (digitale terrestre, satellite, web tv, mobile), che offrono nuovi spunti per la progettazione e lo sviluppo di sistemi complessi di erogazione. Le esperienze di soluzioni multicanale hanno evidenziato alcune aree di interesse per la progettazione e al valutazione formativa. In primo luogo, il legame tra canale e tipologia di formazione (professionale, manageriale, etc), di target (et, ciclo di vita professionale, etc), di finalit (aggiornamento, riqualificazione, sviluppo professionale). Con lo stesso approccio fin qui impiegato nellindagine dei legami evolutivi tra innovazione tecnologica e impatto sui processi formativi e di apprendimento, la multicanalit viene indagata infatti in termini di intermodalit, ovvero di valorizzazione dei singoli canali in ragione delle caratteristiche sia degli attori coinvolti (in termini di digital divide, di accessibilit ed usabilit delle tecnologie, di modelli di apprendimento) sia delle dimensioni dei processi di apprendimento attivate in relazione agli obiettivi formativi. Sul piano della progettazione formativa, ciascun canale richiede una riflessione specifica, che vada al di l della semplice integrazione tecnologica dei canali verso lintegrazione organica di modelli didattico-formativi diversificati in termini di attori, contenuti efinalit Si riportano di seguito alcune considerazioni sintetiche di caratterizzazione dei singoli canali/sistemi, che derivano anche da progetti di ricerca realizzati da Dida, con lobiettivo non tanto di fornire una trattazione esaustiva quanto di evidenziarne le caratterizzazioni nellottica di una progettazione intermodale. Il mobile learning consente la creazione, diffusione e tracciamento di contenuti informativi/formativi attraverso lutilizzo di ambienti intelligenti e multimediali abilitati allinstant messaging (testo, audio, video) e alluso di database distribuiti. Il mobile learning pone specifiche esigenze di progettazione ed usabilit e si caratterizza per un elevato potenziale comunicativo e di socializzazione delle conoscenze, specie se integrato in sistemi e soluzioni tecnologiche formative pi ampie. Le aree ed i settori di applicazione sono molteplici: la trasformazione ed allargamento delle potenzialit spazio- temporali degli spazi e degli ambienti formativi (integrazione della diffusione via mobile con i learning management systems; applicazioni di collaborative learning per ambienti mobili); lerogazione di servizi alle imprese e ai consumer (richiesta informazioni; question&answering; ); lerogazione di contenuti tecnici nellambito di sistemi e processi di formazione professionale per utenti dispersi. Il mobile learning , infine, impiegato per lintegrazione dei sistemi di formazione formale rivolti alle fasce pi giovani; lintegrazione di aspetti ludici e/o contenuti informali intende promuovere per essi una maggiore capacit di autonomia nella pianificazione e gestione del processo formativo ovvero di sviluppare skill di apprendimento attivo e riflessivo. Il tLearning, ovvero la formazione attraverso la televisione, si caratterizza per una minore potenzialit di interazione, sincronizzazione ed ubiquit rispetto al mobile ed al web. Secondo molti, lestensione delle-learning alla tecnologia innovativa del digitale terrestre, consente di sfruttare tutte le potenzialit di banda trasmissiva e di penetrazione dei bacini di utenza (esso riesce a raggiungere infatti le fasce pi deboli di utenza sia per gli elevati tassi di penetrazione sia per le basse competenze di utilizzo richieste), come evidenziato nel box che segue.

BOX 2 tLearning - Il progetto beacon (www.beacon-dtt.com)


Lesperienza del progetto europeo BEACON (Brazilian European Consortium for DTT Services), finanziato dal programma IST call 6, di cui Didagroup coordinatore, rappresenta una prima conferma di quanto affermato nel paragrafo precedente. Il progetto infatti si pone come una sperimentazione di formazione a distanza su digitale terrestre (DTT) in Brasile e intende realizzare servizi di tlearning attraverso la iTV sperimentando corsi che potrebbero aiutare le fasce pi povere e diminuire le forme di esclusione sociale (corsi per studenti che desiderano cimentarsi nell'esame di accesso universitario; corsi per insegnanti di sostegno). La sperimentazione di forme di apprendimento e formazione "any where any time" potrebbe venir incontro ad alcuni fattori critici presenti in Brasile come barriere logistiche (lunghe distanze); barriere temporali (possibilit di tempi maggiori per la formazione); barriere sociali (possibilit di raggiungere un bacino di utenti maggiore). La ricerca sulle metodologie pi adatte ai servizi DTT e sulla interoperabilit fra le tecnologie europee e quelle brasiliane e la sperimentazione di servizi pilota di tLearning interoperabili (i servizi pilota saranno indirizzati agli impiegati brasiliani ed ai cittadini della pubblica amministrazione per promuovere l'inclusione sociale) rappresentano i risultati pi innovativi che il progetto si propone di raggiungere partendo da una attenta analisi dei bisogni. I primi risultati di ricerca hanno individuato delle raccomandazioni metodologiche per la progettazione di servizi t-learning: un'interfaccia utente semplice e accattivante; una fruizione dei contenuti simile ad un film, essendo la tv il principale canale di trasmissione delle informazioni/nozioni/ ecc il target group si aspetta che il corso utilizzi una fruizione dei contenuti nella stessa modalit; una organizzazione dei contenuti in moduli, simulazioni ed esercitazioni per rendere lerogazione del corso strutturata fornendo delle chiare linee guida di studio allalunno; un linguaggio accessibile ad un pubblico giovane, caratterizzato da interattivit e rapidit nellerogazione dei contenuti, per rendere pi accattivante lo studio della materia; una presenza di servizi di supporto per i contenuti composto da messaggistica, bacheca, forum, e tutor: questi ha il compito di fare da figura guida per la fruizione del percorso.

Le componenti satellitari sono mirate principalmente alla dimensione comunicativa della proposta di filiera, alla comunicazione allinterno della comunit dei punti e al supporto alle attivit di formazione/informazione erogate attraverso gli altri canali, ivi compresa laula tradizionale. Le caratteristiche tecnologiche della trasmissione satellitare (anche in termini di banda) la pongono al centro di soluzioni multicanale a forte contenuto di interattivit, personalizzazione e servizi allutenza (si veda, a ttiolo esemplificativo, lesperienza del progetto UNIC -UNIversal satellite home Connection- http://www.unic-project.org/index.html). La web Tv rappresenta, infine, una soluzione essa stessa multicanale per lo pi finalizzata a supportare i processi di comunicazione, informazione e formazione per le reti di impresa. Essa integra, le dimensioni formative allinterno di un sistema informativo e di servizi pi ampio. BOX 3 Web tv per la formazione e le reti il channel
Un esempio di sistemi multicanale che integrano la componente della web tv rappresentato dal progetto Domochannel (www.domochannel/whydotcom.it) progettati e sviluppato con la finalit di erogare servizi informativi, formativi e di consulenza alle reti di piccole e medie imprese del settore termoidraulico afferenti a Domotecnica, primo network settoriale in franchising con pi di 1000 aderenti, tra i quali le 60 principali aziende leader del settore. Al fine di erogare i servizi innovativi suddetti sono stati affrontati organicamente i due principali e correlati- livelli di progettazione: il piano dellinfrastruttura tecnologica e quindi dellintegrazione organica delle tecnologie e ei canali di comunicazione al fine di massimizzare la capacit di servizio (anche in termine di accessibilit). Le interfacce (unica quella di accesso) ed i meccanismi di navigazione si caratterizzano per elevata usabilit; il piano metodologico, ovvero la definizione di soluzioni intermodali che valorizzassero le caratteristiche e potenzialit di fruizione dei diversi canali e che promuovessero lapprendimento informale ed esperenziale tipico dei processi lavorativi del settore. Per tali ragioni, emersa lesigenza di implementare un sistema molto interattivo e fortemente basato sulla componente video (anche per promuovere e valorizzare il, pi ampio sistema di comunicazione nella rete e della rete). Il channel rappresenta un ambiente multicanale ed intermodale, come riportato in figura. Progetto similare rappresentato, per il settore dellottica, da BtoEye (www.b2vision.com) .

Lo sfruttamento delle potenzialit della tecnologia multicanale -ed il parallelo sviluppo di paradigmi e sistemi innovativi ed intermodali di apprendimento - consente di arricchire il tema dei sistemi tecnologici a supporto dei processi di apprendimento individuale ed organizzativo secondo due prospettive: la valorizzazione delle potenzialit dei singoli canali in termini di accessibilit, usabilit e in unottica di promozione della continuit temporale e spaziale dei processi di apprendimento/fruizione/condivisione; le potenzialit relative alla gestione del digital divide e, quindi, allimpatto positivo in termini di inclusione sociale in ragione dei diversi tassi di penetrazione dei canali nei target di riferimento. Entrambe le dimensioni rappresentano temi chiavi del dibattito internazionale sui sistemi formativi. In particolare, le politiche comunitarie relative allo sviluppo della Societ dellInformazione che interpreta lapprendimento fondamentalmente come fenomeno sociale mediante il quale lindividuo accresce le proprie conoscenze nellinterazione con la comunit facendo formazione lungo tutto larco della vita.

Tecnologie, apprendimento e attori


Gli scenari evolutivi fin qui brevemente descritti sia nella direzione del social software sia in quello dellintermodalit stimolano il passaggio da un approccio tassonomico ad un approccio semantico (flessibile ed endogeno), corollario alla necessaria evoluzione metodologica che accompagna le potenzialit delle opportunit tecnologiche, con forti impatti sul piano metodologico, organizzativo strategico oltre che di soluzioni informatiche/informative. Lattenzione quindi nellindagare non solo il punto di vista dei contenuti ma anche quello degli attori oltre che del processo stesso di creazione e condivisione si conoscenza e di senso. Nel paradigma tradizionale il processo viene stimolato a partire dalle piattaforme tecnologiche finalizzate a supportare lapprendimento assolvendo una funzione prevalentemente contenitiva. Il controllo esercitato dallistituzione sul processo e la divisione asimmetrica dei ruoli degli attori coinvolti porta ad un approccio distante dal learner centred. Lattenzione concentrata sulla strutturazione dei contenuti preordinati e chiusi in forma di learning object. Il focus si sposta sugli standard processuali e sulla costituzione di comunit chiuse di studenti, il controllo viene esercitato anche sugli accessi agli strumenti disponibili e anticipatamente selezionati. Lefficace governo delle tassonomie e delle semantiche alla base del sistema di conoscenze, valori e competenze organizzativi imprescindibile nella progettazione di soluzioni e sistemi formativi mediati dalle tecnologie efficaci. Lapprendimento perde la sua connotazione di esperienza strettamente personale per aprirsi alla fecondit delle connessioni e interazioni sociali rese possibili soprattutto nellinformalit della rete e dei diversi canali di comunicazione e condivisione. Nei paradigmi emergenti legati allintermodalit ed alla socializzazione degli ambienti e delle esperienze di apprendimento gli strumenti tecnologici si integrano in riferimento alle esigenze di chi li usa e si avvalgono degli aggregatori di servizi. Lapproccio centrato sul soggetto che in maniera autonoma sviluppa il proprio percorso di apprendimento e accede a comunit aperte di soggetti, studenti, amici mediante rapporti simmetrici. Questa modalit rende l apprendimento un processo integrato ai diversi momenti della vita. Lapprendimento si configura come processo sempre pi personale e autodiretto ma non isolato, perch si avvale delle innumerevoli risorse collettive e diffuse non solo nella rete. La formazione diventa sempre pi integrata con il mondo della quotidianit e dellinformalit, abbandonando la configurazione di processo avulso dal mondo reale e restituendo allapprendimento quella naturalezza che lo contraddistingue. I sistemi tecnologici per la formazioni sono tesi tuttavia non solo ad allargare le opportunit di accesso dei singoli alle conoscenze in un contesto di apprendimento informale pi o meno strettamente connessa al ruolo quanto anche alle opportunit legate alla valorizzazione della funzione formativa delle organizzazioni. I sistemi tecnologici per la formazione non si limitano pi quindi solo al terzo ambito, quello formale (dove le piattaforme tecnologiche pianificano e implementano sistemi e contenuti formativi secondo gli schemi e gli approcci tradizionali), quando valorizzare e promuovere il confronto evolutivo tra i primi due. Si coglie un cambio di rotta dellelemento tecnologico; la tecnologia diventa abilitante, specie in realt disperse, superando una serie di diffidenze (specie nelle fasce dei pi adulti) alla tecnologia come

surrogato allo scambio sociale; in realt progettazione congiunta delle strategie formative con quelle organizzative. Il concetto di motivazione porta con s non solo la coerenza con i ruoli ed i luoghi organizzativi ma anche con lutilit percepita dello scambio. Lelemento di fondo per la creazione e la valorizzazione delle comunit, che trovano a quel punto nella tecnologia e nella rete unopportunit (e non un ostacolo o una complessit in pi indesiderata e non considerata necessaria) ed uno strumento in pi a supporto dei processi di sensemaking e di apprendimento organizzativo. Tale approccio fa riemergere con forza la riflessione, non solo sulle soluzioni tecnologiche ma soprattutto sociali e pedagogiche, tra formazione, eLearning e knwoledge management. Tradizionalmente, la progettazione ed implementazione di soluzioni e sistemi di eLearning si sono permeate di elementi didattici, sociali e pedagogici, mentre i secondi si sono basati prevalentemente sulle dimensioni tecnologiche (e di ingegneria informatica). I due settori hanno affrontato nel tempo (non sempre in modo coordinato) lo stesso argomento: la progettazione e sviluppo di strumenti per le comunit di pratica e/o la creazione e la condivisione di informazioni e contenuti. Emerge quindi la necessit di sviluppare approcci olisitici che pur riconoscendo e valorizzando le specificit dei singoli percorsi ed ambiti di ricerca, riescano ad operare efficaci connessioni in modo significativo (a livello individuale ma anche organizzativo). In tale approcci, ripensare la formazione significa, quindi, individuare ed implementare soluzioni formative che siano coerenti con le pi ampie strategie formative, organizzative e di sviluppo che focalizzino non solo e non tanto i contenuti (etero o auto generati) ma anche e soprattutto laspetto degli attori (user empowerment che ritrova la sua significativ allinterno delle dinamiche strategiche ed organizzative) e del processo.

Conclusioni. Life long learning tra artigianalit e tecnocrazia


I temi di ricerca (e di sperimentazione) emergenti confermano la necessit di impiegare approcci al distance learning che sappiano organicamente integrare le potenzialit tecnologiche con le indicazioni metodologiche relative alle dimensioni cognitive, emozionali ed esperenziali dei processi di apprendimento individuali, sociali ed organizzativi. Emerge, quindi, la necessit di sviluppare approcci olisitici che pur riconoscendo e valorizzando le specificit dei singoli percorsi ed ambiti di ricerca (metodologica e tecnologica), riescano ad operare efficaci connessioni. Tale approccio consente di adattare dinamicamente le opportunit e gli strumenti tecnologici alle strategie formative -e, pi ampiamente, di apprendimento- cos come di suggerire e costruire spazi comuni di progettazione e sviluppo. La vera potenzialit innovativa si coglie, quindi, nella crescente capacit di saper usare e interpretare non pregiudizionalmente le opportunit che ci offrono le tecnologie. Alla tecnocrazia si contrappone la sempre necessaria artigianalit nella progettazione formativa, che oggi dispone di nuovi strumenti e canali, che possono essere efficacemente impiegati per valorizzare i processi di apprendimento, coerentemente ai contesti di implementazione. Questi ultimi non vengono pi indagati solo in termini di tassonomie disciplinari ed organizzative alle quali far derivare strutture gerarchiche di obiettivi didattici e contenuti specifici e predefiniti, quanto tessuti sociali, complessi e dinamici. La valutazione dellefficacia e della portata innovativa dei sistemi di distance learning deve assumere, infine, una chiave di lettura necessariamente multidisciplinare ed organica. L'analisi dei sistemi di gestione della conoscenza, l'identificazione dei sistemi di misura e monitoraggio dell'apprendimento individuale ed organizzativo, gli studi sulla memoria e sull'apprendimento sembrano rimandare ad un rinnovato interesse nell'utilizzo di un approccio scientifico e multidisciplinare. Numerose sono inoltre le interconnessioni e le istanze di cross-fertilization non solo sui classici ambiti di confine delle discipline organizzative quali la sociologia e la psicologia, ma anche verso territori pi distanti quali le neuroscienze, come nel caso degli studi sulla memoria emozionale, dell'intelligenza emotiva e della stessa adultit. Con questi presupposti si reinterpreta il concetto stesso di learning organization e si consente, quindi, di ripensare il ruolo della formazione nei processi di sviluppo organizzativo e strategico delle aziende ponendo l'accento sulla valorizzazione dei processi di apprendimento individuale e collettivo. In tal senso vanno lette le innovazioni metodologiche e tecnologiche alla formazione, quali abilitanti alla costruzione di senso sociale, condiviso e co-costruito, in termini di impatto sulle leve motivazionali, cognitive ed emozionali dei processi formativi.

Bibliografia
(Bonaiuti 2006) (Borgatti 2003) Bonaiuti G. (2006), E-learning 2.0. Il futuro dellapprendimento in rete tra formale ed informale, Erickson, Gardolo. Borgatti S.P. Cross R. (2003), A Relational View of Information Seeking and Learning in Social Networks, Management Science, 49 (4), 432 445. Brown J. S., Duguid P. (1991), Organizational Learning and Communities of Practice: Toward a Unified View of Working, Learning, and Innovation, Organization Science, 2 (1), 40-57. Brown J.S., Duguid, P. (2001), Knowledge and Organization: A socialpractice perspective, Organization Science, 12 (2), 198-213. Hayes J., Allinson, C.W. (1998), Cognitive style and the theory and practice of individual and collective learning in organizations, Human Relations, 51 (7), 847-871. Illich I. (1971), Descolarizzare la societ, Milano, Mondadori. Jrg T. (2004), A Theory of Reciprocal Learning in Dyads, Cognitive Systems, 6 (3), 159-170. Jrg T. (2005), Rethinking the Learning Organization A Complexity Perspective, Complexity Science and Society Conference, September 11-14, Liverpool, United Kingdom. Lave J., Wenger E.(1991), Situated Learning, Cambridge, Cambridge University Press. Lvy P. (1996), Lintelligenza collettiva. Per unantropologia del cyberspazio, Milano, Feltrinelli. Lvy P. (1999), Cybercultura, Milano, Feltrinelli. Piaget J. (1991), Advances in child and adolescent psychology, Penguin. Rifkin J. (2000), Lera dellaccesso, Milano, Mondadori. Senge P(1990), The Fifth Discipline, London, Doubleday. Siemens G. (2004), Connectivism:, A learning theory for the digital age, ElearnSpace, December, URL http://www.elearnspace.org/Articles/connectivism.htm. (verificato il 28 agosto 2008). Teece D.J., Pisano G., Shuen A. (1997), Dynamic Capabilities and Strategic Management, Strategic Management Journal, 18 (7), 509 533. Wenger E.R., Dermott W.M. Snyder (2002), Cultivating Communities of Practice, Boston (MA), Harvard Business School Press.

(Brown 1991)

(Brown 2001) (Hayes 1998)

(Illich 1971) (Jrg 2004) (Jrg 2005)

(Lave et altri 1991) (Lvy 1996) (Lvy 1999) (Piaget 1991) (Rifkin 2000) (Senge 1990) (Siemens 2004)

(Teece 1997)

(Wenger 2002)

Potrebbero piacerti anche