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Abstract: Ad oggi emergono nello scenario evolutivo della formazione a distanza due filoni di ricerca e di sperimentazione applicativa: da una parte, il social software e leLearning 2.0; dallaltra, lintermodalit e la multicanalit, ovvero lintegrazione di diversi canali (web, mobile, digitale terrestre, satellite e IPTV). Coerentemente al progressivo passaggio dal concetto di learning management system a quello di technology enhanced learning, la potenzialit dei sistemi e degli ambienti formativi tecnologici andrebbero quindi sempre pi misurati in termini di impatto sui processi di apprendimento, individuale ed organizzativo, ovvero, da un lato sulla capacit di attivare processi motivati e multidimensionali (cognitivi, emozionali, esperenziali) e dallaltro di valorizzare la capacit di creazione, scambio e socializzazione delle conoscenze in modo dinamicamente coerente ai percorsi evolutivi strategico organizzativi. In questo contributo, tali scenari ed opportunit di sviluppo delle tecnologie ICT per la formazione vengono lette nella loro efficacia in termini di impatto sui modelli e processi di apprendimento sia a livello individuale che organizzativo al fine di reinterpretare le chiavi metodologiche di progettazione e valutazione formativa in termini di outcome, processi e attori coinvolti.
Introduzione
Un buon sistema didattico dovrebbe porsi tre obiettivi: - assicurare a tutti quelli che hanno voglia d'imparare la possibilit d'accedere alle risorse disponibili, in qualsiasi momento della loro vita; - permettere, a tutti quelli che vogliono comunicare ad altri le proprie conoscenze, di incontrare chi ha voglia di imparare da loro; - offrire infine a tutti quelli che vogliono sottoporre a pubblica discussione un determinato problema la possibilit di render noto il loro proposito. Questo quanto affermava Ivan Illich nel 1971. La stessa sfida affrontano oggi i sistemi formativi aziendali a tutti e tre i livelli: dello sviluppo personale; del supporto ai processi socializzazione delle competenze, di creazione di identit organizzative condivise, alla base dei processi di apprendimento e sviluppo organizzativo; della valorizzazione co-evolutiva dei due piani di indagine ed azione, al fine di valorizzare i processi di apprendimento informale e di socializzazione, le reti infra ed interorganizzative, anche nella direzione di supportare un dialogo continuo e proattivo tra sistemi educativi, istituzionali ed organizzativi. In tale direzione si pongono anche le politiche nazionali ed europee tese a supportare i processi di acquisizione, valorizzazione e socializzazione delle conoscenze e competenze al fine di
promuovere un reale processo di sviluppo delle persone e di competitivit dei sistemi attraverso il progressivo allargamento ed arricchimento delle opportunit di apprendimento per gli individui lungo tutto larco della vita, ivi comprese le tematiche legate allinclusione sociale ed al dialogo interculturale. Il ripensamento del ruolo della formazione nei processi di sviluppo organizzativo e strategico delle aziende pone l'accento sulla valorizzazione dei processi di apprendimento individuale e collettivo. In tal senso vanno lette anche le innovazioni metodologiche e tecnologiche nei sistemi formativi, a supporto dei processi di life long learning e abilitanti alla costruzione di senso sociale, condiviso e co-costruito nei tessuti organizzativi. In questo scenario di continua ricerca e sperimentazione si inseriscono le opportunit offerte della tecnologie dellinformazione e della comunicazione. Limpatto e lo stimolo al cambiamento sulla formazione, che arriva dai processi di innovazione tecnologica colpisce molto la nostra attenzione sia per lintensit che per la frequenza. Questo cambiamento rappresentato col passaggio dal Learning Place, ovvero il luogo fisico (laula, la scuola, lUniversit etc.) ove tradizionalmente avveniva il processo di trasmissione della conoscenza, al Learning Space ove i medesimi processi avvengono in un contesto nel quale lazione formativa da atomica diviene digitale. Emergono oggi, in particolare, due filoni di ricerca e di sperimentazione applicativa: il social software e leLearning 2.0; lintermodalit e la multicanalit, ovvero lintegrazione di diversi canali. Le suggestioni dell'eLearning 2.0 tra costruttivismo, riflessivit e co-partecipazione spingono la riflessione da un lato sulla maggiore opportunit di fruire e di personalizzare laccesso ai saperi ed alle comunit e, quindi, i processi di apprendimento individuale e dallaltro di valorizzare i processi di costruzione congiunta, in termini sia di combinazione sia di socializzazione, dei saperi stessi (si pensi ad esempio a wikipedia). Parallelamente, le opportunit tecnologiche offerte di ampliamento delle potenzialit del web cos come la sua integrazione con altri canali quali il digitale terrestre, il satellite, la web tv ed il mobile, offrono nuovi spunti per la progettazione e lo sviluppo di sistemi complessi di erogazione, anche in relazione alle potenzialit offerte per la continuit dei processi di apprendimento.
learning, che accentua l'aspetto "reticolare" dell'apprendimento, piuttosto che quello, ormai scontato, della componente "elettronica" o "virtuale". Nella prospettiva di un graduale affermarsi del web semantico, infatti, si pu immaginare facilmente un percorso di apprendimento e formazione autogestito che veda il discente spostarsi attraverso diversi portali e siti, diverse piattaforme. LeLearning 2.0 consente quindi di aprire i cancelli senza abbattere il recinto, ovvero si implementa una piattaforma aperta alle interconnessioni con il variegato mondo del web (Bonaiuti, 2002, 2006). I recinti nel web si aprono verso limmensa distesa della rete (Bonaiuti, 2006). Secondo questa prospettiva la dimensione formale intreccerebbe legami fortissimi con quella informale in modo da realizzare unintegrazione reciproca e complementare, come mostra la figura che segue.
Fonte: Bonaiuti (2006) LeLearning 2.0 travalica quindi la distinzione tra contesti formali, non formali e informali dellapprendimento ed apre nuove frontiere alla formazione, individuale ed aziendale, in quanto: allarga i confini stessi dellaccesso e della condivisione delle conoscenze, non pi limitati allintranet aziendale ma aperti al web; valorizza lattivazione di processi di socializzazione anche nellottica di valorizzazione dellintelligenza collettiva levyniana, multidimensionale e multisensuale, risultato dellattivazione di processi collaborativi trasversali e flessibili; promuove i processi di apprendimento informale e, quindi, la valorizzazione dellapproccio learner centered, ovvero verso forme pi coinvolgenti e autogestite dal soggetto stesso che acquisisce maggiori responsabilit nel processo di crescita personale. L'utente abbandona il ruolo di fruitore passivo e diventa scrittore ed editore, in modo personale e semplice senza avere particolari competenze nellutilizzo del codice html. Anche le organizzazioni hanno cominciato ad usare strumenti collaborativi per facilitare la creazione e condivisione di conoscenze ed informazioni, oltre che per promuovere comunicazione e collaborazione. Tutti i diversi strumenti delleLearning 2.0 consentono, nelle linee generali, alle singole persone di emettere e mettere contenuti sul web e, pi, in generale di avere un ruolo attivo nel processo di apprendimento con potenzialit diverse in termini di comunicazione e apprendimento. Tutte queste piccole o grandi differenze nelle caratteristiche intrinseche dei vari strumenti, alla fine, trovano una loro collocazione naturale in base alle diverse esigenze comunicative. Nel box forniamo una breve descrizione degli strumenti di social software ad oggi pi diffusi, con le relative potenzialit in termini di creazione, condivisione e socializzazione delle conoscenze.
Il paradigma del social software rimanda, quindi, alla creazione e gestione dinamica di contenuti da parte di tutti i partecipanti ai processi formativi. Il social software supporta la creazione di semantyically e socially enriched content attraverso lutilizzo di semplici interfacce che consentono agli esperti dei contenuti cos come ai neofiti, ai partecipanti ed ai docenti di condividere conoscenze ed esperienze. Gli ambienti formativi diventano cos social
environment, strutture viventi che sono sviluppate, gestite e discusse da committed communities. Il fattore critico di successo sembra essere il coinvolgimento degli utenti attraverso spazi collaborativi come le comunit virtuali di interesse o di apprendimento, tramite le connessioni rese possibili dalle social network. Il nuovo web, definito 2.0, si presenta sempre pi orientato allutente e valorizza la dimensione sociale e partecipativa della comunicazione on line. Esiste un legame profondo fra la dimensione delle motivazioni individuali e quella dellinteresse comune, che a livello interindividuale costituisce il fondamento della nascita delle comunit. La costituzione della community sulla quale si basa lutilizzo di software sociale fa riferimento al modello bottom-up, i membri della comunit avendo un elevata facolt decisionale e autonomia progettuale concordano gli obiettivi e lorganizzazione dei contenuti. Questo modello si contrappone a quello top-down, un sistema nel quale posizioni e ruoli sono stabiliti rigidamente da un vertice di controllo e regolati da specifici meccanismi software. Proprio sulla potenzialit di creazione o meglio di valorizzare e coltivare le comunit (Wenger, 2002), che si gioca, da un punto di vista metodologico, lefficacia degli strumenti delleLearning 2.0. Molto spesso linsuccesso in un processo formativo a distanza di questi strumenti consisteva nel fatto che essi cerano ma non erano presenti le comunit che condividevano linteresse, lutilit percepita e che li praticavano: linsuccesso, quindi, non tanto nellopportunit tecnologica, cio il connettersi o meno a un video o audio, ma nella mancanza di interesse e di committment del coinvolgimento, inteso come motivazione allapprendimento, alla condivisione e creazione di conoscenza, competenza e comportamento. Oltre al necessario dialogo co-evolutivo tra approcci metodologici e tecnologici nasce lesigenza di rendere sinergiche altre due prospettive e dimensioni coesistenti: quella della formazione formale e quella dei sistemi/ambienti per la condivisione collettiva e condivisa di conoscenze ed esperienze, ovvero i processi di apprendimento e formazione informale. Passare dai processi individuali a quelli sociali di apprendimento significa anche ripensare il legame tra dimensione formale ed informale dellapprendimento stesso, a livello individuale ed organizzativo. Lelearning 2.0 si fonda sul recupero delle potenzialit insite nelle pratiche informali e nelle modalit spontanee di apprendimento in situazioni di vita quotidiane. Obiettivo formativo trasversale comune allimplementazione di strumenti collaborativi on line quello non solo di gestire i processi di creazione e combinazione delle conoscenze esplicite, quanto anche di governare e promuovere efficacemente i processi di esplicitazione delle conoscenze tacite presenti allinterno dellorganizzazione, lapprendimento attraverso le discussioni e la costruzione del consenso. In tal senso, le riflessioni sul social software non possono che richiamare alcuni filoni ed aspetti da sempre essenziali alla ricerca formativa: i legami co-evolutivi tra apprendimento individuale ed organizzativo nelle dimensioni formale, non formale ed informale; i processi di sensemaking e lintegrazione tra la visione cognitiva, sociale e comportamentista dellorganizzazione e la considerazione degli stessi legami tra formazione, competenze e sviluppo di impresa. La matrice degli strumenti che viaggiano via web comune ovvero la valorizzazione dei processi di comunicazione, condivisione, conoscenza e informazione allinterno delle organizzazioni, in una visione connettiva oltre che collaborativi dei processi stessi. Se, secondo Lvy (1999), l'intelligenza collettiva il prodotto della memoria collettiva, dell'immaginario collettivo, e diventa progetto quando l'uomo mette a disposizione della collettivit gli strumenti che permettono una interazione tra gli individui, l'intelligenza connettiva la pratica della moltiplicazione delle intelligenze, le une in rapporto alle altre all'interno del tempo reale di un'esperienza. Siemens (2004) trascendendo le principali teorie del comportamentismo, del cognitivismo e finanche del costruttivismo sociale incapaci di fornire ladeguato supporto teorico alle modalit operative di apprendimento in rete assunte nellera digitale, propone un approccio alternativo definito connettivismo. Secondo questa prospettiva la rete stessa a rendere possibile lapprendimento e a surclassare gli stessi contenuti, Siemens tende a sottolineare limportanza della cura e della qualit delle connessioni che rendono possibile laccesso alla conoscenza rispetto allaccumulo indistinto dei contenuti conoscitivi. Rifkin (2000) sottolinea lesistenza di uno spazio socializzante della rete Le reti digitali di comunicazione globale, cos avvolgenti e onnicomprensive, contribuiscono a creare un nuovo e totalizzante spazio sociale, quasi una seconda sfera terrestre, al di sopra della madre terra, sospesa nella dimensione eterea del cyberspazio.
Lobiettivo -e la funzione formativa- del social software non solo quello di combinazione di una serie di saperi, condivisione di una lista di siti preferiti, ma quello di creare strumenti e ambienti virtuali in cui si vanno anche ad esplicitare una serie di conoscenze e competenze che sono pi tacite, che creano contenuti e danno un senso comune. In tale approccio il tema della formazione, del knowledge management ed i processi di sense making vanno ad integrarsi. La valutazione di efficacia del social software va quindi parametrata rispetto allimpatto su queste dimensioni e, quindi, al governo dei processi di apprendimento organizzativi, formali ed informali.
Le componenti satellitari sono mirate principalmente alla dimensione comunicativa della proposta di filiera, alla comunicazione allinterno della comunit dei punti e al supporto alle attivit di formazione/informazione erogate attraverso gli altri canali, ivi compresa laula tradizionale. Le caratteristiche tecnologiche della trasmissione satellitare (anche in termini di banda) la pongono al centro di soluzioni multicanale a forte contenuto di interattivit, personalizzazione e servizi allutenza (si veda, a ttiolo esemplificativo, lesperienza del progetto UNIC -UNIversal satellite home Connection- http://www.unic-project.org/index.html). La web Tv rappresenta, infine, una soluzione essa stessa multicanale per lo pi finalizzata a supportare i processi di comunicazione, informazione e formazione per le reti di impresa. Essa integra, le dimensioni formative allinterno di un sistema informativo e di servizi pi ampio. BOX 3 Web tv per la formazione e le reti il channel
Un esempio di sistemi multicanale che integrano la componente della web tv rappresentato dal progetto Domochannel (www.domochannel/whydotcom.it) progettati e sviluppato con la finalit di erogare servizi informativi, formativi e di consulenza alle reti di piccole e medie imprese del settore termoidraulico afferenti a Domotecnica, primo network settoriale in franchising con pi di 1000 aderenti, tra i quali le 60 principali aziende leader del settore. Al fine di erogare i servizi innovativi suddetti sono stati affrontati organicamente i due principali e correlati- livelli di progettazione: il piano dellinfrastruttura tecnologica e quindi dellintegrazione organica delle tecnologie e ei canali di comunicazione al fine di massimizzare la capacit di servizio (anche in termine di accessibilit). Le interfacce (unica quella di accesso) ed i meccanismi di navigazione si caratterizzano per elevata usabilit; il piano metodologico, ovvero la definizione di soluzioni intermodali che valorizzassero le caratteristiche e potenzialit di fruizione dei diversi canali e che promuovessero lapprendimento informale ed esperenziale tipico dei processi lavorativi del settore. Per tali ragioni, emersa lesigenza di implementare un sistema molto interattivo e fortemente basato sulla componente video (anche per promuovere e valorizzare il, pi ampio sistema di comunicazione nella rete e della rete). Il channel rappresenta un ambiente multicanale ed intermodale, come riportato in figura. Progetto similare rappresentato, per il settore dellottica, da BtoEye (www.b2vision.com) .
Lo sfruttamento delle potenzialit della tecnologia multicanale -ed il parallelo sviluppo di paradigmi e sistemi innovativi ed intermodali di apprendimento - consente di arricchire il tema dei sistemi tecnologici a supporto dei processi di apprendimento individuale ed organizzativo secondo due prospettive: la valorizzazione delle potenzialit dei singoli canali in termini di accessibilit, usabilit e in unottica di promozione della continuit temporale e spaziale dei processi di apprendimento/fruizione/condivisione; le potenzialit relative alla gestione del digital divide e, quindi, allimpatto positivo in termini di inclusione sociale in ragione dei diversi tassi di penetrazione dei canali nei target di riferimento. Entrambe le dimensioni rappresentano temi chiavi del dibattito internazionale sui sistemi formativi. In particolare, le politiche comunitarie relative allo sviluppo della Societ dellInformazione che interpreta lapprendimento fondamentalmente come fenomeno sociale mediante il quale lindividuo accresce le proprie conoscenze nellinterazione con la comunit facendo formazione lungo tutto larco della vita.
surrogato allo scambio sociale; in realt progettazione congiunta delle strategie formative con quelle organizzative. Il concetto di motivazione porta con s non solo la coerenza con i ruoli ed i luoghi organizzativi ma anche con lutilit percepita dello scambio. Lelemento di fondo per la creazione e la valorizzazione delle comunit, che trovano a quel punto nella tecnologia e nella rete unopportunit (e non un ostacolo o una complessit in pi indesiderata e non considerata necessaria) ed uno strumento in pi a supporto dei processi di sensemaking e di apprendimento organizzativo. Tale approccio fa riemergere con forza la riflessione, non solo sulle soluzioni tecnologiche ma soprattutto sociali e pedagogiche, tra formazione, eLearning e knwoledge management. Tradizionalmente, la progettazione ed implementazione di soluzioni e sistemi di eLearning si sono permeate di elementi didattici, sociali e pedagogici, mentre i secondi si sono basati prevalentemente sulle dimensioni tecnologiche (e di ingegneria informatica). I due settori hanno affrontato nel tempo (non sempre in modo coordinato) lo stesso argomento: la progettazione e sviluppo di strumenti per le comunit di pratica e/o la creazione e la condivisione di informazioni e contenuti. Emerge quindi la necessit di sviluppare approcci olisitici che pur riconoscendo e valorizzando le specificit dei singoli percorsi ed ambiti di ricerca, riescano ad operare efficaci connessioni in modo significativo (a livello individuale ma anche organizzativo). In tale approcci, ripensare la formazione significa, quindi, individuare ed implementare soluzioni formative che siano coerenti con le pi ampie strategie formative, organizzative e di sviluppo che focalizzino non solo e non tanto i contenuti (etero o auto generati) ma anche e soprattutto laspetto degli attori (user empowerment che ritrova la sua significativ allinterno delle dinamiche strategiche ed organizzative) e del processo.
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