Sei sulla pagina 1di 3

Europa

Napolitano garante della subordinazione agli USA D. Scalea allIRIB


Italia :::: Redazione :::: 10 giugno, 2011 ::::

Lo scorso due giugno il nostro redattore Daniele Scalea, segretario scientifico dellIsAG, stato intervistato da Radio Italia, emissione italiana dellIRIB, a proposito delle celebrazioni per lanniversario della Repubblica e del ruolo italiano in Libia. Seguono audio e trascrizione integrale dellintervista. Per celebrare la festa della Repubblica, che questanno cade nel centocinquantesimo anniversario dellunit dItalia, a Roma sfiler la parata militare che sar chiusa dalla Frecce Tricolori. In Libia altri aerei da guerra lasceranno una scia dun solo colore: il rosso sangue. Qual la sua opinione in merito?

Come da lei notato la guerra libica coincide col centocinquantesimo anniversario dellunit italiana, e non stride con quella ch stata la storia italiana fino ad oggi. Voglio cio dire che il repentino voltafaccia italiano rispetto alla Libia, col Trattato dAmicizia stracciato e lingresso in guerra, in qualche modo in linea con la nostra storia nazionale. LItalia conquist la sua unit con lappoggio della Francia: nel 1870, quando i Francesi entrarono in guerra con la Prussia, anzich aiutarli come sattendeva Parigi, lItalia rest neutrale ed anzi approfitt della sconfitta dellex alleato per conquistare Roma. LItalia strinse poi unalleanza con Germania e Austria-Ungheria, alleanza che dur per decenni, salvo poi cambiare campo nel 1914-15 quando scoppi la guerra in Europa. Con la Germania fu stretto poi il Patto dAcciaio ma nel 1939, quando Berlino entr in guerra, bench lItalia fosse teoricamente tenuta ad aggregarvisi dichiar la non belligeranza, e scese in campo solo quando la vittoria dellalleato pareva certa; di l a pochi anni per le sorti erano rovesciate, e nel 1943 lItalia pass in un giorno dallalleanza con la Germania alla guerra contro la Germania. Quindi gli eventi del 2011 altro non sono che lennesima ripetizione del leit motiv della politica estera italiana.

Qual la sua opinione sulle parole del presidente Napolitano il quale, esaltando la missione in Libia, si mostrato orgoglioso che ancora una volta lItalia stia al fianco degli USA?

Bisogna considerare il ruolo di primo piano avuto da Napolitano nel promuovere la scelta di stracciare il Trattato di Amicizia e scendere in guerra contro la Libia al fianco di USA, Francia e Gran Bretagna. Esso va inquadrato nella reazione suscitata dalla politica estera del Governo in carica in certi ambienti della diplomazia e della politica italiane. Alla politica estera di Berlusconi sono state mosse due critiche principali. La prima, di vecchia data, quella daffidarsi troppo al personalismo, privilegiare i rapporti interpersonali tra leader anzich contare su programmi strategici di lungo periodo: unobiezione fondata e ben motivata. Negli ultimi anni si aggiunta una seconda critica: essersi allontanato eccessivamente dagli USA ed aver condotto una politica estera troppo libera, nei confronti della Russia ma anche nel Mediterraneo, tanto con gli accordi con la Libia quanto col rapporto speciale con Israele, in un momento in cui le relazioni tra Washington e Tel Aviv vanno raffreddandosi. Le critiche della diplomazia professionale italiana alle mosse di Berlusconi hanno coinciso col malcontento da parte degli USA e con una recrudescenza dei problemi giudiziari e dimmagine del Capo del Governo. In questo contesto c stato un intervento molto deciso di Napolitano, ad assumere un ruolo in politica estera che in teoria non gli spetterebbe. Nel maggio 2010 Napolitano ha compiuto una visita a Washington, programmata in tutta fretta nelle settimane precedenti e che ha incluso lunghi colloqui privati con Obama. Si pensa che Napolitano abbia ricevuto una sorta dinvestitura per farsi nuovo interlocutore privilegiato degli USA, in un momento in cui c difficolt di comunicazione tra Obama e Berlusconi (soprattutto la difficolt ad ottenere da Berlusconi riscontri concreti aglimpegni che assumeva verbalmente). Sfruttando anche la debolezza interna di Berlusconi (una maggioranza parlamentare vacillante, una popolarit in caduta libera come si visto anche dalle ultime elezioni, pensieri ed impegni extrapolitici e giudiziari che lo tengono impegnato), Napolitano ha assunto un ruolo di primo piano nella politica estera italiana. Un ruolo pi forte anche di quello del predecessore Ciampi, che pure sera distinto per attivismo. Un ruolo che per certi versi ricorda quello assunto da Gronchi, diversi decenni fa: un altro presidente della Repubblica che aveva cercato di indirizzare la politica estera italiana anche scavalcando le prerogative del Governo. Allora per Gronchi cercava di dare un indirizzo pi autonomo dagli USA, mentre Napolitano sta facendo lesatto contrario: cerca di far rientrare la politica estera italiana nel solco della sudditanza verso gli USA.

La NATO proroga di altri tre mesi la sua missione in Libia. Questo significa che anche i caccia italiani continueranno a bombardare il paese?

Questo senzaltro. La proroga della missione in Libia dipende dal fatto che non stanno ottenendo i risultati che avevano sperato. Dal 19 marzo i paesi atlantici hanno condotto allincirca 10.000 missioni aeree sulla Libia, ma ci malgrado la situazione sul terreno si cristallizzata: sono riusciti ad impedire che le autorit libiche riprendessero il pieno controllo del paese, ma non a far rovesciare il Governo dai ribelli. Ci si pu aspettare un salto di qualit, non una semplice proroga delle missione aeree. E sicuro che adesso cominceranno ad essere impiegati anche elicotteri dattacco, quindi non pi solo bombardamenti da alta quota ma diretto appoggio ai movimenti delle forze di terra ribelli. Non confermato, ma pare abbastanza probabile, che il Consiglio di Cooperazione del Golfo metter a disposizione posto che non labbia gi fatto delle forze mercenarie per sostenere i ribelli. Questi mercenari sono attualmente in addestramento negli Emirati Arabi Uniti, al comando di un ex ufficiale statunitense gi fondatore di una delle pi importanti agenzie di sicurezza private.

Potrebbero piacerti anche