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cui ancora oggi restano evidenti tracce. Con i romani il laterizio, cioè l'ele-
mento parallelipedo di argilla impastata, formato e cotto in fornace, diven-
ne il simbolo e la visione di un fatto costruttivo del tutto nuovo. E' però da
dire che negli elementi dell'architettura romana il muro o l'arco non era co-

Fig. 1.1 — Porta dei Leoni a Micene.

struito interamente in mattoni, ma di solito questi ne costituivano il para-


mento esterno, la cassaforma dell'anima della struttura che di solito era il
calcestruzzo, opus cementicium, cioè un conglomerato di sostanze solide,
o aggregati, e di materie cementizie, quali le calci idrauliche ed il cemento
Portland, che era ben conosciuto dai romani, come ci ricorda Vitruvio nel-
la descrizione delle specificazioni tecniche (Vitruvio, De Architectura, 1,2
e 11,4). Infatti come fa notare uno studioso inglese (W. Perkins, Roman
concrete and Roman palaces, "The Listener" nov. 1956): "Molti visitatori
lasciano Roma senza sospettare che il Pantheon e le Terme di Caracalla non
sono assolutamente edifici in mattoni. In effetti i mattoni sono soltanto un
rivestimento superficiale, il cui scopo principale era quello di rendere piana
la superficie e di contenere il nucleo di calcestruzzo quando questo non era
ancora ben essiccato. Un altro comune errore è la convinzione che i mattoni
spesso incorporino quelli che ovviamente sembrano elementi strutturali, co-

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