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FACOLTÀ DI AGRARIA
MATAGRIA
Primi passi nella
modellizzazione matematica
a.a. 2010-2011
1
MATAGRIA
Rita Ceppitelli
2
CAPITOLO I
Nell’estate del 1990 le temperature nel Sud-Ovest degli Stati Uniti raggiunsero livelli da
record, al punto che alcune compagnie aeree dirottarono i loro voli, ritenendo non fosse
prudente atterrare negli aeroporti della zona.
Nella tabella seguente sono riportate le temperature a Phoenix, Arizona, dal 19 al 29 Giugno
1990.
GIUGNO 1990 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29
Temp. (°C) 43 45 46 45 45 45 49 50 48 48 42
3
La temperatura è funzione della data: ad ogni giorno infatti corrisponde uno ed un solo valore
della temperatura.
Anche se non siamo in grado di determinare una relazione algebrica (formula) che esprima il
legame tra la variabile indipendente (input) e quella dipendente (output), riportando i dati
della tabella su un grafico possiamo avere un’idea più chiara di come si comporta il
fenomeno.
°C 52
50
48
46
44
42
40
38
19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29
t
°C 52
50
48
46
44
42
40
38
19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29
t
4
I.2. Grafici a confronto
Abbina le azioni descritte nei numeri seguenti ai rispettivi grafici in figura (completando il
numero 4).
1) Dopo essere partito, mi sono accorto di aver lasciato a casa il libro di matematica e
sono tornato indietro.
3) Sono partito di corsa, ma dopo un po’ ero già stanco ed ho dovuto rallentare.
4) ……………………………..
5
I.3. La domanda e l’offerta nella produzione industriale
Gli esperti di marketing sanno bene che le vendite di un certo prodotto dipendono dal prezzo
imposto.
Si tratta di pensare alla quantità q di manufatto venduta come funzione del prezzo unitario
p.
Poiché la reazione del produttore e quella del consumatore alle variazioni di prezzo sono
differenti, si hanno in generale due diverse rappresentazioni grafiche della relazione tra p e q.
Adottando la convenzione degli economisti1, la variabile indipendente (prezzo) è
rappresentato sull’asse verticale e quella dipendente (quantità) in quello orizzontale.
Entrambi i grafici seguenti descrivono la dipendenza della produzione industriale dal prezzo
di vendita.
Figura a Figura b
La figura (a) mostra la curva dell’offerta che descrive il fenomeno con l’ottica del produttore:
1
Per ragioni storiche gli economisti adottano una rappresentazione grafica in cui la variabile
indipendente è situata sull’asse verticale.
I matematici (e tutti gli altri scienziati), invece, rappresentano la variabile indipendente sull’asse
orizzontale.
6
- po è il prezzo minimo di vendita; esso ingloba le spese fisse di produzione e
rappresenta la soglia sotto la quale il produttore non è interessato a produrre,
- al crescere del prezzo di vendita la produzione aumenta (FUNZIONE CRESCENTE) in
quanto il produttore è interessato ad incrementare la produzione per aumentare i
guadagni.
La figura (b) rappresenta la curva della domanda che descrive la richiesta del prodotto da
parte del consumatore :
p1 rappresenta il prezzo massimo che i consumatori sono disposti a pagare per il prodotto.
7
I.4. La catena di montaggio
Come si vede la produzione aumenta con il crescere del numero degli operai fino ad un certo
valore ñ al di là del quale aumentare il numero degli operai è addirittura controproducente.
Si osservi che la crescita della produzione da 0 ad ñ non è costante, infatti essa è più rapida
all’inizio e man mano diminuisce. Si consideri, ad esempio, l’aumento tra 0 ≤ n ≤ 10 e tra
30 ≤ n ≤ 40 (FUNZIONE CONCAVA).
8
CAPITOLO II
Nei primi anni delle olimpiadi dell’era moderna il record del salto con l’asta è cresciuto,
approssimativamente, secondo la tabella seguente:
Stabilire se c’è una legge matematica che descrive il processo e, in caso affermativo,
determinarla.
9
Costruzione del modello.
I dati evidenziano che in ogni olimpiade dal 1900 al 1912 il record è migliorato di 20 cm
incremento 0.2
Inclinazione = = = 0.05
ampiezza intervallo 4
y = 0.05 ⋅ x + 3.33
L’intercetta sull’asse delle y, pari a 3.33, dà il valore del record all’istante iniziale t = 0 (nel
caso particolare l’anno 1900).
10
II.1.2. Gestori telefonici a confronto
Individuare un modello matematico che descriva la situazione e che permetta di stabilire quale
sia l’offerta più conveniente.
s A ( x ) = 120 + 37 x
s B ( x ) = 120 + 34 x
s C ( x ) = 66 x
11
Si tratta quindi di tre funzioni lineari, cioè di tre rette. Denotiamole rispettivamente con rA ,
rB ed rC . Per confrontare le tre spese, riportiamo i grafici delle tre rette nello stesso sistema
di riferimento cartesiano, ove sull’asse delle ascisse è riportata la durata della telefonata, in
quello delle ordinate la spesa.
12
Per calcolare i punti di indifferenza, individuiamo le ascisse dei punti di intersezione delle
rette
rB , rC ed rA , rC .
s B (x ) = 120 + 34x
⇒ 120 + 34 x = 66 x ⇒ x = 3.75
s C (x ) = 66x
s A ( x ) = 120 + 37 x
⇒ 120 + 37 x = 66x ⇒ x = 4.1
s C ( x ) = 66 x
In conclusione: per telefonate di durata fino a tre minuti conviene il gestore C, per telefonate
più lunghe conviene il gestore B.
In Italia le tariffe dell’energia elettrica sono decise dalla Autorità per l’energia e il gas e sono
legalmente vincolanti.
13
La somma che lei paga è composta da:
• una parte di imposte statali e locali, che sono stabilite in base alla legge.
Concorrono all’importo della fattura imposte locali e regionali (che qui trascuriamo).
L’importo totale è soggetto ad IVA del 10%.
96.4 0 ≤ x ≤ 75
133.3 75 < x ≤ 150
c( x ) =
230.3 151 < x ≤ 225
263.3 225 < x
14
Se, per semplicità in un primo tempo trascuriamo l’IVA, la spesa mensile è data da
s( x ) = 3.280 + x c( x )
3.280 + 96.4 x 0 ≤ x ≤ 75
s(75) + 133.3( x − 75) 75 < x ≤ 150
s( x ) =
s(150) + 230.3( x − 150) 150 < x ≤ 225
s(225) + 263.3( x − 225) 225 < x
Riassumendo si ha quindi
3.280 + 96.4 x 0 ≤ x ≤ 75
512.5 + 133.3x 75 < x ≤ 150
s( x ) =
− 33899.2 + 230.3x 150 < x ≤ 225
− 41324.2 + 263.3x 225 < x
15
Se ora teniamo conto dell’IVA al 10%, la spesa mensile diventa
~s ( x ) = s( x ) + 10 s( x ) = 1.1 s( x )
100
cioè
3.608 + 106.04 x 0 ≤ x ≤ 75
563.75 + 146.63x 75 < x ≤ 150
~s ( x ) =
− 37289.12 + 253.33x 150 < x ≤ 225
− 45456.62 + 289.63x 225 < x
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Sovrapponendo i due grafici si ha un’idea precisa di quanto influisca l’IVA sull’importo
mensile.
An auto rental firm offers cars at $40 at day and 15 cents per kilometer.
Its competitor’s cars are $50 a day and 10 cents per kilometer.
II.1.2. Approfondimento.
a) For each company, write a formula giving the cost of renting a car for a day as a
function of the distance traveled.
b) On the same axes, sketch graphs of both function.
c) How should you decide which company is cheaper?
17
II.2. Funzione esponenziale
La tonalità di una nota musicale è determinata dalla frequenza della vibrazione che la origina.
Ad esempio, il DO centrale nel pianoforte corrisponde ad una vibrazione di 263 Hz (hertz).
La nota, un’ottava superiore il DO centrale, corrisponde a 526 Hz; e la nota, due ottave
superiore, corrisponde a 1052 Hz.
Tabella 2.1
In questo caso si ha anche una relazione funzionale (della tonalità in funzione dell’altezza)
V = f (n ) , che è espressa dalla formula:
V = 263 ⋅ 2 n
Si tratta di una FUNZIONE ESPONENZIALE di base 2, che esprime il fatto che quando si
cresce di un’ottava, la frequenza delle vibrazioni raddoppia.
In un pianoforte n varia da -3 a 4, ma gli esseri umani possono udire note corrispondenti a
valori di n compresi tra -4 e 7.
18
Sebbene in termini musicali la relazione
V = f (n ) = 263 ⋅ 2 n
f (x ) = 263 ⋅ 2 x
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II.2.2. Mitosi cellullare
La cellula, come ogni entità vivente, tende a svilupparsi, ad invecchiarsi e ad essere sostituita
da cellule più giovani. Tale rinnovo avviene mediante complessi processi di suddivisione
cellulare.
La MITOSI è il processo mediante il quale, per fasi successive, da una cellula diploide se ne
formano due con lo stesso patrimonio cromosomico. Ciò è possibile in quanto nella prima
fase di mitosi il DNA raddoppia e ogni cromosoma si duplica.
Individuiamo il modello matematico che descrive il numero di cellule presenti nel fenomeno
della mitosi, partendo da una sola cellula madre.
Sarà forse sorprendente osservare che il modello matematico della mitosi e quello che
governa la tonalità delle note musicali sono identici.
Nn=2 Nn-1=2n N0
20
II.3. Funzioni polinomiali
According to the April 1991 issue of Car and Driver, an Alfa Romeo going at 112 km/h
requires 54 metres to stop.
Suggerimento
Seguendo la direttiva del Ministero dei Trasporti, si assuma pari ad un secondo il tempo di
reazione e si calcoli lo spazio di frenata (proporzionale al quadrato della velocità v) con la
formula
v2
s=
250 f
ove il coefficiente di aderenza f, dipendente dalle condizioni del fondo stradale, è fornito
dalla tabella seguente.
Coefficienti di aderenza f
Strada asfaltata asciutta con fondo granuloso 0.8
Strada asfaltata ruvida 0.6
Strada asfaltata liscia 0.5
Strada asfaltata bagnata 0.4
Strada con fanghiglia 0.3
Strada ghiacciata 0.1
21
II.3.2. Caduta libera dei gravi
Sono famosi gli esperimenti eseguiti da Galileo Galilei dalla torre pendente di Pisa per
formulare un modello matematico che descriva la legge di caduta di un grave.
Tabella 1
Altezza di caduta 0 10 20 30 50
(metri)
Tempo (s) 0 1.4 2.0 2.5 3.2
Supposto che la velocità di caduta sia proporzionale al tempo dedurre la relazione tra altezza
di caduta e velocità.
22
Capitolo III
Problemi di ottimizzazione
8 Km 14 Km
Tenuto conto degli spostamenti di Lucia, il suo percorso giornaliero tipo è il seguente:
mattino: casa-università-casa
23
pomeriggio: casa-Maria-casa
sera: casa-Pub-casa
2 ⋅ (x − 8) se 8 < x ≤ 22
lunghezza del percorso: 2 ⋅ x − 8 =
2 ⋅ (8 − x ) se 0 ≤ x ≤ 8
Si osservi infatti che a priori non sappiamo se il punto A è posto a destra o a sinistra di P.
60 − 2x se 0 ≤ x ≤ 8
L( x ) = 44 + 2 ⋅ x − 8 =
2x + 28 se 8 ≤ x ≤ 22
Questa soluzione, però non è accettabile in quanto non si può trovare alloggio nel Pub.
b) Il percorso di Clara differisce da quello di Lucia per l’aggiunta del tragitto casa-parco-casa,
24
8 Km 12 Km 2 Km
100 − 2x 0≤x<8
C( x ) = L( x ) + 2 ⋅ 20 − x = 68 8 ≤ x < 20
4x − 12 20 ≤ x ≤ 22
La soluzione ottimale per Clara e Lucia è scegliere fra le case disponibili a destra del Pub, quella più vicina
al Pub.
Una gronda è costituita da una striscia di rame di larghezza L, la cui sezione trasversale è rappresentata in figura.
Determinare la lunghezza del tratto orizzontale AB che rende massima la capacità della gronda.
Posto AB = x , il problema consiste nel determinare i valori di x (e quindi i valori di r) tali che la superficie
tratteggiata abbia area massima.
E’ facile vedere che tale superficie è data da
25
π
S = xr + 2 ⋅ r 2 0 ≤ x ≤1
4
Osserviamo che le dimensioni x ed r sono collegate dal vincolo della larghezza della striscia di rame
L−x
x + πr = L ⇔ r =
π
Pertanto, sostituendo questo valore nell’espressione di S, si ha
L2 − x 2
S( x ) =
2π
26
Soluzione del modello (risposta alla domanda).
La funzione S assume valore massimo nel punto x = 0, cioè la gronda ha la massima capacità quando è piegata
nel modo seguente
27
III.3. Una decisione difficile.
La Sig.ra Rossi sta andando a fare acquisti in un mercato che dista 20 Km da casa. A metà strada si ricorda di
aver lasciato aperto il rubinetto dell’acqua calda.
Supposto che il costo dell’acqua versata sia 600 L/h, il costo dell’auto sia (32 + 0.1v ) L/Km ed il tempo
previsto per la spesa sia di 30 minuti, determinare qual è la velocità minima alla quale la Sig.ra Rossi deve
viaggiare affinché le convenga non tornare subito indietro.
10 Km 10 Km
Valutiamo le spese che la Sig.ra Rossi dovrà sostenere in ciascuna delle due possibili scelte.
28
Soluzione del modello (risposta alla domanda).
S1 = (32 + 0.1v ) ⋅ 20
- se prosegue ha in più la spesa dell’acqua per il tempo impiegato a percorrere il tratto 2RM e per il tempo
della spesa, cioè
20
S 2 = 600 ⋅ + 30
v
Alla Sig.ra Rossi non conviene tornare subito indietro se e solo se
S 2 ≤ S1
e quindi se e solo se
20
600 ⋅ + 30 ≤ (32 + 0.1v ) ⋅ 20
v
v 2 + 170 ⋅ v − 6000 ≥ 0
Poiché ha senso considerare solo valori positivi di v, le soluzioni del problema sono tutti i valori v ≥ 30 .
Pertanto la velocità minima richiesta è 30 Km/h.
29
III.4. Linea di trasmissione telematica.
In una linea di trasmissione telematica i valori possibili della velocità di trasmissione sono
v = n ⋅ 2400, 1 ≤ n ≤ 48, n ∈ IN
Ogni secondo passano attraverso la linea di trasmissione n ⋅ 2400 caratteri di cui sono errati
10 ⋅ v = 10 ⋅ (2400 ) ⋅ n , per cui il ricavo è dato da
−6 −6
2 2 2
[ ] (
R = n ⋅ 2400 − 10 −6 ⋅ (2400 ) ⋅ n 2 q − 19q ⋅ 10 −6 ⋅ (2400 ) ⋅ n 2 + k
2 2
)
ove k denota il costo unitario del collegamento.
Con semplici calcoli si ottiene
48 2
R=− ⋅n + n + k
10 3
v ∗ = 24000 caratteri s .
30
CAPITOLO IV
PROCESSI ITERATIVI
100
50
-50
-100
0.5
-0.5
-1
figura 1
La figura successiva mostra il segnale di uscita dopo 10, 50, 250, 1250 cicli iterativi.
Si noti come all’aumentare del numero dei cicli, il segnale risulta completamente corrupted.
31
150
100
50
-50
-100
-150
300
200
100
-100
-200
-300
1000
500
-500
-1000
6000
4000
2000
-2000
-4000
-6000
figura 2
32
Rappresentazione grafica. Consideriamo una trasformazione T che, in corrispondenza ad un input
(ingresso) i produca un output (uscita) u = u(i). Partendo da uno start i per effetto della
trasformazione si ottiene un’uscita u. Se si immette il valore u come nuovo ingresso della
trasformazione, si ottiene in corrispondenza una nuova uscita.
Così procedendo iterativamente si realizza un processo che può essere visualizzato dal grafico
33
IV.2. Successione delle iterate.
i 0 Start
u := T(i )
n n
i n +1 := u n n passo o stadio
n := 0,1,2,...
Start
i := i 0
n:=0,1,2,…,nmax
u:=T(i)
i:=u
Print u
Stop
34
IV.3. Processi Iterativi associati a trasformazioni reali di
variabile reale
si abbia
T( x n ) − T ( x n −1 ) = x n − x n −1
In altre parole la distanza T ( x n ) − T( x n −1 ) delle trasformate di due iterate consecutive sia uguale
alla distanza x n − x n −1 delle iterate considerate.
La trasformazione T conserva le distanze e il processo associato dicesi processo isometrico.
I processi di contrazione hanno maggior rilievo nell’ambito della geometria frattale (oggetto del
capitolo XI).
Per tali processi il matematico napoletano Renato Caccioppoli (1904-1959) ha dimostrato il seguente
risultato.
35
Teorema IV.3.1. (contrazioni)
x 0 start
x = T (x ) n = 0,1, K
n +1 n
x n +1 − x < x n − x n = 0,1, K
Il punto x è detto punto fisso della trasformazione T ed attrattore del processo.
x − y = ( x1 − y1 ) 2 + ( x 2 − y 2 ) 2
ove y = ( y1 , y 2 ) .
Analogamente lo spazio R 3 denota l’insieme delle terne ordinate di numeri reali x = ( x 1 , x 2 , x 3 )
munito della distanza Euclidea.
(1)
( )
La successione xn n∈IN converge ad x.
36
IV.3.4. Processi iterativi elementari
a) Processo SHIFT
Fissato un numero reale non nullo q , sia T la trasformazione numerica che ad ogni numero x in
ingresso associa il numero x + q in uscita, i.e.
T(x ) = x + q .
SHIFT
Esempio IV.3.1. Il tasto della tastiera di un PC è un processo SHIFT: infatti sottrae una
quantità fissa q =32 al codice decimale ASCII del carattere pigiato.
37
Un risparmiatore legge il seguente annuncio nell’atrio di un istituto di credito:
Si reca allo sportello e dice all’impiegato che l’indomani intende depositare una somma di denaro ed
intende ritirare gli interessi maturati allo scadere di ogni anno.
Nonostante le ripetute richieste non riesce a farsi stampare le cifre che accumulerà nel corso degli
anni. Sei in grado di aiutarlo? Modella il processo ed esaudisci la richiesta del risparmiatore.
Svolgimento. Indicata con C 0 la somma iniziale depositata, l’interesse annuo lordo I ammonta a
35
I lordo = C0
1000
35 88 77
I= C0 = C0
1000 100 2500
Indicato con M n il montante (capitale depositato + interesse netto complessivo) allo scadere dell’n-
esimo anno, risulta
M1 = C 0 + I M 2 = M1 + I .….. M n = M n −1 + I
b) Processi OMOTETICI
Fissato un numero reale m non nullo, sia T la trasformazione che ad ogni numero x in ingresso
associa il prodotto m ⋅ x in uscita, i.e.
T( x ) = m x .
Osserviamo che :
38
se m < 1 , la trasformazione T contrae le distanze e il processo associato è una contrazione;
In quest’ultimo caso :
se m = 1 , la trasformazione T si riduce all’identità e il processo associato è stazionario;
3 3 3 3 32 3n
x0
→ ( x 0 )
f
→ ( x 0 )
f
→ ( 2 x 0 )........
f
→ n x 0
f
4 4 4 4 4 4
_
Il processo è una contrazione e il punto x = 0 è l’attrattore.
Esempio IV.3.6. Sia m=4 e sia T(x):=f(x)=(4/3) x= x+(1/4)x.
3
4 4 4 4 42 4n
x0
→
f
( x0 )
→
f
( x0 )
→
f
( 2 x 0 )........
→
f
x0
3 3 3 3 3 3n
39
Il processo è una espansione ed è privo di attrattori.
40
Esempio IV.3.8. Sia − 1 < m < 0 e sia T(x):=f(x)=m x.
41
Esempio IV.3.9. Processo di capitalizzazione composta
Il risparmiatore dell’Esempio V.3.2., visto il piano di risparmio che gli è stato prospettato, non è
soddisfatto e decide di rivolgersi ad un consulente finanziario. Questi gli consiglia di non ritirare gli
interessi alla scadenza annuale, ma di lasciarli capitalizzare.
Il modello del nuovo tipo di investimento evidenzierà quanto quest’ultimo sia più conveniente di
quello precedente.
C0
M1 = C0 + i C0 = C0 (1+ i )
M2 = M1 + i M1 = M1 (1+ i ) = C0 (1+ i )2
M3 = M2 + i M2 = M2 (1+ i ) = C0 (1+ i )3
…………
Mn = Mn-1 + i Mn-1 = Mn-1 (1+ i ) = C0 (1+ i )n
Esercizio IV.3.11. L’interesse su una somma investita può essere capitalizzato in modi diversi (per
esempio, una volta all’anno o più volte in un anno). Le banche infatti, offrono delle possibilità di
investimento che differiscono sia nel tasso di interesse che nel periodo di calcolo dell’interesse
(annuale, trimestrale, giornaliero).
Nel caso del montante a capitalizzazione composta che differenza c’è tra due banche che offrono un
interesse dell’8 %, ma capitalizzato annualmente o trimestralmente?
42
c) Processi LINEARI
T( x ) = mx + q
43
CAPITOLO V
In questo paragrafo presentiamo alcuni problemi della vita reale che si possono modellizzare e
La cellula è l’unità fondamentale costituente i tessuti degli organismi viventi. Nel nostro corpo ad
esempio, ce ne sono circa 600.000 miliardi, ciascuna delle quali rientra in gruppi specializzati che
assolvono funzioni proprie (ad es. cellule ghiandolari per la secrezione, cellule germinali per la
riproduzione, cellule nervose per la trasmissione degli stimoli).
La cellula non è un elemento stabile: come ogni entità tende a svilupparsi, ad invecchiarsi e ad essere
sostituita da cellule più giovani. Tale rinnovo avviene mediante complessi processi di suddivisione
cellulare, che possono avvenire secondo due modalità:
a) la MEIOSI, nella quale da una cellula femminile e da una cellula maschile dotate solo della metà
dei cromosomi (aploidi) si sviluppano cellule con un patrimonio di cromosomi completo (e quindi
diploidi);
b) la MITOSI, processo mediante il quale, per fasi successive, da una cellula diploide se ne formano
due con lo stesso patrimonio cromosomico. Ciò è possibile in quanto nella prima fase di mitosi il
DNA raddoppia e ogni cromosoma si duplica.
Individuiamo il modello matematico che descrive il numero di cellule presenti nel fenomeno della
mitosi, partendo da una sola cellula madre. Saremo così in grado di rispondere ai seguenti quesiti:
Nn:=2 Nn-1=2n N0
44
Risposta alle domande (soluzione del modello)
Abbiamo già risposto alla prima domanda, occupiamoci della seconda.
Per stabilire quale sia la prima generazione nella quale il numero delle cellule supera la soglia k>1, si
2n > k
e si ottiene quindi
n > log 2 k .
Si considerino i seguenti dati relativi alla popolazione del Messico agli inizi degli anni ottanta.
Come si vede, la popolazione è cresciuta (come era naturale aspettarsi) e l’incremento annuale non è
stato costante, ma è andato aumentando di anno in anno.
Proviamo a costruire, sulla base di questi dati, un modello che descriva il fenomeno della crescita della
popolazione Messicana. In questo modo potremo per esempio:
45
Popolazione nel 1981 69.13
= ≅ 1.026
Popolazione nel 1980 67.38
questo calcolo prova che tra il 1980 ed il 1981 la popolazione è cresciuta del 2.6 % circa ed lo stesso
si è verificato tra il 1981 ed 1982.
Ripetendo questo calcolo negli anni successivi, si prova che il fattore di crescita è rimasto circa il 2.6
%.
Anni popolazione
T(x) = 1.026x.
Quindi un messicano di 54 anni vive in un paese la cui popolazione è diventata 4 volte quella che
era quando lui è nato.
46
N.B. Nel 1994 il tempo di raddoppio della popolazione mondiale era stimato in soli 38 anni.In
base a questa stima, un bambino nato quest’anno al raggiungimento del 38 anno (nel 2037)
vivrà in un pianeta popolato da 12.000.000.000 di persone e, se vivrà fino a 76 anni sarà uno
dei 24.000.000.000 terrestri.
Before kerosene can be used as jet fuel, federal regulation require that the pollutants in it be removed
by passing the kerosene through clay.
We will suppose the clay is in a pipe and that each metre of the pipe removes 20% of the pollutants
that enter it. Therefore each metre leaves 80% of the pollution.
If the pollutants level must be reduced of the 75%, how long must be the clay?
Modelling
If P0 is the initial quantity of pollutants and Pn is the quantity left after n metres of pipe, we have:
P0
P1 = (0.8) P0
P2 = (0.8) P1 = (0.8)(0.8) P0 = (0.8)2 P0
P3 = (0.8) P2 = (0.8)(0.8)2 P0 = (0.8)3 P0
Note that each downward step is smaller than the one before since
P0 – P1 = P0 – (0.8) P0 = (0.2) P0
…………………
This is because as the kerosene gets cleaner, there’s less dirt to remove, and so each metre of clay takes out
less pollutant than the previous one.
47
We must solve the inequality:
P0
Pn < .
4
Try by yourself!
L’atomo è la più piccola parte di un elemento che mantiene le caratteristiche dell’elemento stesso e nel
contempo è la principale sorgente di radiazioni sia elettromagnetiche che corpuscolari.
Esso è composto da un nucleo e da particelle più leggere, gli elettroni, di carica elettrica negativa che
gli ruotano intorno in orbite con livelli energetici ben definiti. A sua volta il nucleo è costituito da
protoni aventi carica elettrica positiva e neutroni, elettricamente neutri.
Il numero di protoni determina l’elemento cui l’atomo appartiene: un atomo di idrogeno ha un solo
protone, un atomo di ossigeno ne ha 8, un atomo di uranio ne ha 92.
Alcuni atomi di uno stesso elemento possono avere diverso numero di neutroni, dando origine a
diversi “isotopi”.
Oltre agli isotopi naturali, vi sono isotopi artificiali prodotti attraverso opportune reazioni nucleari.
Gli isotopi di un elemento possono essere radioattivi o stabili.
Un isotopo radioattivo è detto radionuclide.
Il fenomeno dell’emissione di radiazione da parte di isotopi radioattivi è regolato dalla cosiddetta
1) i radionuclidi sono instabili, cioè dopo un dato periodo di tempo una porzione costante di essi si
48
2) in ogni istante il numero dei radionuclidi che decadono è direttamente proporzionale a quello
Tale tempo è detto periodo di dimezzamento o emi-vita della sostanza ed è considerato, insieme a
λ , un parametro fondamentale del fenomeno.
Posto
si ha:
N 1 = N 0 − λN 0 = N 0 ⋅ (1 − λ ) N 2 = N 1 − λN 1 = N 1 ⋅ (1 − λ ) = N 0 ⋅ (1 − λ ) 2
N 3 = N 2 − λN 2 = N 2 ⋅ (1 − λ ) = N 0 ⋅ (1 − λ ) 2 ⋅ (1 − λ ) = N 0 ⋅ (1 − λ) 3
………….
N n = N n −1 ⋅ (1 − λ ) = N 0 ⋅ (1 − λ ) n
N 0 ⋅ (1 − λ ) n ≤ N 0 2
n ⋅ log(1 − λ ) ≤ log(1) − log(2)
− log(2)
n≥ > 0, 0 < λ < 1.
log(1 − λ )
Il primo intero n soddisfacente la disequazione esprime il tempo T di dimezzamento in secondi. Il
periodo T non dipende da N0.
OSSERVAZIONE
49
Gli isotopi radioattivi puri (o in opportune miscele) trovano numerose applicazioni in diversi settori
della ricerca scientifica e vengono largamente impiegati nell’industria.
Nel campo della medicina gli isotopi sono utili per una serie di procedure di tipo terapeutico,
diagnostico e di ricerca. Si possono usare per localizzare il cancro (poiché alcuni isotopi sono assorbiti
preferenzialmente dai tessuti cancerosi), ma anche come sorgenti di radiazioni per distruggere tali
tessuti.
Lo iodio-131 viene utilizzato in medicina per valutare la funzionalità della tiroide. Si ritiene infatti che
il grado di funzionalità della ghiandola sia correlato alla sua capacità di assorbimento dello iodio-131.
Dopo aver fatto assumere iodio-131 al paziente, operando successive misurazioni della radioattività
della tiroide, i medici sono in grado di stabilire la quantità di iodio assorbito.
Lo iodio-131 ha una emi-vita di 8 giorni. Questo significa che un grammo di iodio dopo 8 giorni si
riduce a 0.5 grammi e dopo altri 8 giorni a 0.25 grammi, e così via.
Nella seguente tabella sono riportati i tempi di dimezzamento di alcune sostanze radioattive:
50
V.5. Datazione di rocce, fossili e reperti archeologici
Il fenomeno del decadimento radioattivo è alla base di tutti i metodi di datazione delle rocce, dei
Tra i metodi di datazione più famosi, citiamo quello che fa uso del dell’isotopo carbonio C14 .
Un organismo vivente accumula, attraverso l’interazione con l’ambiente piccole quantità di carbonio
C14 che va a compensare quello che via via decade, creando uno stato di equilibrio.
Quando l’organismo muore tale equilibrio cessa, venendo meno l’assorbimento. Da quel momento, la
quantità di carbonio C14 presente nel tessuto diminuisce col passare del tempo, seguendo la legge del
decadimento.
Misurando oggi la percentuale di carbonio C14 presente nel fossile e paragonandola con quella
presente in un analogo tessuto ancora vivente, si può valutare quanta parte del carbonio sia decaduta e
quindi stimare l’età del reperto.
Per la datazione di rocce si utilizzano radionuclidi con tempi di dimezzamento molto lunghi
dell’ordine di miliardi di anni. In questo modo è stato possibile stimare
1) l’età della roccia più antica presente sulla terra, il granito della Groenlandia, pari a 3.7⋅10 9 anni;
51
V.6. Il triangolo di Tartaglia
E’ ben noto che i coefficienti dello sviluppo delle potenze n-esime di un binomio, (a+b)n, sono ottenuti
per ricorrenza.
n=0 1
n=1 1 1
n=2 1 2 1
n=3 1 3 3 1
n=4 1 4 6 4 1
1 . . . . . . . 1
V.6.2. Approfondimento. Si osservi che ad ogni stadio non corrisponde un solo valore, ma
un vettore di dimensione variabile.
Stabilire la dimensione in relazione allo stadio.
52
V.7. La successione di Fibonacci
Leonardo Pisano, detto Fibonacci (figlio di Bonaccio), nel suo libro d’abbaco Liber Abbaci risolve il
seguente problema ( proposto, si narra, alla corte di Federico II di Svevia dallo stesso imperatore).
Quante coppie di conigli verranno generate in un anno, a partire da un’unica coppia, se ogni mese
ciascuna coppia dà alla luce una nuova coppia che diventa a sua volta produttiva a partire dal secondo
mese?
OSSERVAZIONE
A differenza di tutti gli altri casi trattati in precedenza, quello di Fibonacci è un processo iterativo a
due passi indietro.
Esercizio V.7.1. Dopo quante generazioni la successione di Fibonacci supera una soglia fissata
k>1?
53
V.7.2. Approfondimento. Per secoli nessuno ha trovato una formula chiusa per il processo
di Fibonacci, fin quando Binet ha provato (in modo abbastanza semplice) la seguente formula:
n +1 n +1
1 1 + 5 1 − 5
fib(n ) = ⋅ − n≥0
5 2 2
54
V.8. Il fattoriale
Si ricorda che il fattoriale di un numero naturale n, denotato con n! è definito come il prodotto dei
primi numeri naturali a partire da 1; per convenzione si pone inoltre 0! = 1.
Una popolazione è formata da due specie di individui (che per semplicità distingueremo con due
colori: i rossi e i bianchi). Ad ogni stadio ciascun individuo muore, dopo aver generato un altro
individuo: gli individui rossi hanno discendenti rossi, mentre quelli bianchi hanno discendenti in parte
rossi, in parte bianchi secondo un rapporto costante λ .
Supposto che la popolazione sia isolata, discutere l’evoluzione dell’eco-sistema.
V.9.1. Approfondimento. Modellare il processo assumendo che gli individui rossi hanno
discendenti bianchi.
In particolare rispondere ai seguenti quesiti:
a) Stabilire se la popolazione evolve verso uno stato di equilibrio.
b) Determinare l’influenza del rapporto iniziale fra le due specie sull’evoluzione della popolazione.
55
CAPITOLO VI
In questo capitolo illustreremo alcuni processi iterativi utilizzati per approssimare la soluzione
di un'equazione.
x2 = 2.
L’algoritmo che presentiamo qui, noto come algoritmo babilonese(1), è un processo iterativo
che permette di determinare un numero finito qualsiasi di cifre decimali esatte.
Precisamente si definiscono due successioni monotone (z n )n∈IN (crescente) ed (y n )n∈IN
(decrescente) di numeri razionali che approssimano la soluzione cercata rispettivamente per
difetto e per eccesso.
___________________________________
(1)
Alcuni ritengono che l’algoritmo fosse noto ai Babilonesi, altri lo fanno risalire al matematico greco Erone di
Alessandria (I-II secolo d. C.).
56
Il processo è definito nel modo seguente:
y 0 = 2 start
2 y + zn
z n = y n = n −1 n = 1,2,3, K
y n −1 2
y0 + z 3
y1 = = > 2
2 2
e la stima
2
y n −1 +
y n −1 + z y n −1
yn = =
2 2
(
y n > 2 ⇔ y n2 −1 − 2 2 y n −1 + 2 = y n −1 − 2 )2
>0
2 2 2⋅ 2
(2)
Infatti: y> 2 ⇔ <1 ⇔ z= = < 2.
y y y
57
VI.1.1. Approfondimento. Provare che:
Osserviamo che, in forza della stretta monotonia delle successioni approssimanti (z n )n∈IN e
(y n )n∈IN ,
ad ogni passo, sia la stima z n (per difetto) che la stima y n (per eccesso) sono
migliori delle rispettive stime del passo precedente.
Inoltre gli errori di approssimazione di ciascuna stima (per eccesso e per difetto) sono
entrambi inferiori alla differenza delle stime stesse, risulta cioè:
σn = 2 − z n < y n − z n
ε n = y n − 2 < y n − z n
Tabella I
La tabella I fornisce i primi sei valori delle successioni associate all’algoritmo babilonese.
58
VI.1.2. Approfondimento. Implementare l’algoritmo babilonese per generare le
prime 10 cifre decimali di 2 (in altri termini per generare la tabella I).
Archimede, utilizzando i poligoni di 96 lati, riuscì a calcolare le prime due cifre decimali
esatte di π .
59
VI.2.1. Approfondimento. Attraverso un opportuno processo iterativo,
determinare le due successioni (p n )n ≥1 e (Pn )n ≥1 .
60
CAPITOLO VII
(*) f (x ) = 0
La risoluzione di un’equazione consiste nel determinare l’insieme S degli zeri della funzione
f e si articola in tre fasi principali:
ESATTO
3) CALCOLO
APPROSSIMATO
61
VII.1. Metodo di bisezione (o dicotomico)
Supponiamo che:
ii) f (a ) ⋅ f (b ) < 0 cioè la funzione f assuma valori di segno discorde agli estremi
del dominio.
[a n , bn ] ⊃ [a n+1 , bn+1 ] n ∈ IN
e gli estremi (a n )n∈IN e (b n )n∈IN approssimano rispettivamente per difetto e per eccesso una
radice dell’equazione.
La trasformazione T che genera il processo opera su sottointervalli di [a , b], cioè
[α, β] T→[γ, δ]
62
Descriviamola in modo qualitativo.
• Fissato un sottointervallo [α, β] ove la funzione f assume valori di segno discorde agli
estremi
f (α ) ⋅ f (β ) < 0
α +β
f
2
α +β
• supposto(1) che f ≠ 0 , si hanno due possibilità:
2
α +β
se f (α ) ⋅ f < 0 allora si pone:
2
α + β
T([α, β]) = α,
2
α+β
(1)
Se f = 0 , allora il punto medio è soluzione dell’equazione e l’algoritmo si arresta.
2
63
α+β
se f (β ) ⋅ f < 0 allora si pone:
2
α + β
T([α, β]) = , β
2
In altri termini, suddiviso l’intervallo [α, β] in due sottointervalli (mediante il punto medio) la
trasformazione T seleziona quello ove la funzione assume valori di segno discorde agli
estremi.
Di conseguenza T associa all’intervallo [α, β] , (che contiene una soluzione dell’equazione) il
sottointervallo dicotomico che contiene ancora una soluzione.
[a 0 , b 0 ] = [a , b] start
[a , b ] = T( [a , b ] ) n = 1,2,3,K
n n n −1 n −1
64
Inoltre, essendo gli intervalli dicotomici, le successioni degli estremi (a n )n∈IN e (b n )n∈IN
sono monotone (la prima non decrescente, la seconda non crescente) e costituiscono
approssimazioni rispettivamente per difetto e per eccesso di x .
In forza della dicotomia, che è la chiave del processo, è facile stimare l’ampiezza di ciascun
intervallo
b0 − a 0
bn − a n = .
2n
Si ottiene così una stima esplicita dell’errore di approssimazione in funzione del passo:
b0 − a 0
σn = x − a n ≤ bn − a n =
2n
b0 − a 0
εn = bn − x ≤ bn − a n =
2n
Il metodo dicotomico ha una convergenza “lenta”, nel senso che occorrono 3 o 4 passi per
guadagnare una cifra decimale.
Nei prossimi paragrafi presenteremo metodi più veloci, che però sussistono sotto ipotesi più
restrittive.
65
ESEMPIO VII.1.1.
x ⋅ 10 x − 1 = 0
ESISTENZA e LOCALIZZAZIONE
UNICITA’
CALCOLO APPROSSIMATO
66
Start: f (0) < 0 f (1) > 0 a 0 = 0, b0 = 1 ;
0 + 0 .5
Step 2: f = f (0.25) < 0 ⇒ f (0.25) ⋅ f (0.5) < 0 a 2 = 0.25, b2 = 0.5 ;
2
M
M
Step n: ................................... a n = 0.397994, bn = 0.3994 .
Possiamo perciò assumere il valore 0.39 come approssimazione della soluzione, esatta fino
alla seconda cifra decimale.
67
VII.2. Metodi di linearizzazione
(VII.2.1) f (x ) = 0
mx + q = 0
(VII.2.2) g n (x ) = 0
Gli elementi (x n )n∈IN così determinati formano una successione di approssimanti della
soluzione dell’equazione (VIII.2.1) con la proprietà che l’approssimazione migliora ad ogni
passo(2).
__________________________________
( )
(2) Questo implica che x n n∈IN converge alla soluzione di (VIII.2.1).
68
SCHEMA DEL PROCESSO ITERATIVO
Le trasformazioni T che generano i vari processi di linearizzazione sono tutte dello stesso
tipo, ne diamo qui una descrizione in termini geometrici.
y = m ⋅ (x − α ) + f (α )
α T→ x α
x 0 start
x = T (x ) n = 1,2,3,K
n n −1
69
Sotto opportune ipotesi sulla funzione f (che differiscono da metodo a metodo) si prova che:
x = T (x )
che è l’attrattore del processo.
3) l’errore di approssimazione:
εn = x n − x
diminuisce ad ogni passo.
Supponiamo che:
ii) f (a ) ⋅ f (b ) < 0
ESISTENZA ed UNICITA’
f (x ) = 0 . (*)
Precisamente l’esistenza è conseguenza del teorema degli zeri (ogni funzione derivabile è
continua!) e l’unicità discende dalla monotonia di f (conseguenza questa dell’ipotesi i) e del
teorema di Lagrange).
________________________
(3)
cfr. Paragrafo 3.
70
ELEMENTI CARATTERIZZANTI IL METODO
f (x n −1 ) − f (x 0 )
• step n: mn = n≥2
x n −1 − x 0
la retta selezionata (al passo n) è quella che congiunge il punto (x 0 , f (x 0 )) con il punto
(x n −1 , f (x n −1 )) individuato al passo precedente.
Il metodo della regula falsi è un algoritmo iterativo semplice da implementare, con velocità di
convergenza analoga al metodo di bisezione (convergenza “lenta”).
71
VII.2.2. Metodo delle secanti
• start: Si assegnano due punti x0 e x1 coincidenti con gli estremi dell’intervallo [a , b].
f (x n −1 ) − f (x n −2 )
• step n: mn = n≥2
x n −1 − x n −2
La successione (x n )n∈IN delle iterate non è in generale monotona, tuttavia anche in questo
caso, l’approssimazione migliora ad ogni passo.
Il metodo delle secanti è un algoritmo con velocità di convergenza più alta rispetto a quella
della bisezione (cfr. Paragrafo VIII.1).
72
VII.2.3. Metodo delle tangenti o di Newton-Fourier-Raphson
Supponiamo che:
ii) f ′(x ) ≠ 0 ∀ x ∈ [a , b] ;
iv) f (a ) ⋅ f (b ) < 0 ;
f (a ) f (b )
v) < b −a, < b−a.
f ′(a ) f ′(b )
Le ipotesi(4) assicurano (come abbiamo già osservato nel paragrafo VIII.2.1) ESISTENZA ed
UNICITA’ della soluzione in [a , b].
• step n: m n = f ′(x n −1 ) n ≥1
(4) Le ipotesi i)-v) sono più restrittive di quelle assunte ai numeri precedenti.
73
Le ipotesi assicurano che T è una contrazione e la successione delle iterate è monotona.
Il metodo delle tangenti è un algoritmo con velocità di convergenza doppia rispetto al metodo
della bisezione (cfr. Paragrafo VIII.1).
x x≥0
f1 ( x ) =
− − x x<0
3 x 2 x≥0
f 2 (x) = 3 2
− x x<0
3 x x≥0
f 3 (x) = 3
− x x<0
x2 − 2 = 0 in IR + .
x 3 − 2x − 5 = 0 .
74
CAPITOLO VIII
VIII.1. ESEMPIO
x ⋅ 10 x − 1 = 0
Si può controllare che i quattro metodi del capitolo VIII sono applicabili nell’intervallo [0,2] .
La tabella seguente sintetizza le approssimazioni ottenute con i quattro metodi descritti nel
capitolo VIII.
I dati della tabella evidenziano che la velocità di convergenza del metodo di Newton è
superiore a tutte le altre.
75
VIII.2. Equazioni di Abel-Ruffini
a x 3 + bx 2 + cx + d = 0 .
L’idea geniale di Dal Ferro consiste nel “ridurre” l’equazione ad un sistema simmetrico del
tipo
u 3 + v3 = s
u 3 ⋅ v3 = p
Appena trenta anni dopo L. Ferrari determinò la formula risolutiva delle equazioni di quarto
grado a coefficienti reali
a x 4 + bx 3 + cx 2 + d x + e = 0
Egli risolse il problema, decomponendo un polinomio di quarto grado nel prodotto di due
polinomi di secondo grado.
I coefficienti incogniti della decomposizione vennero determinati risolvendo un’equazione di
terzo grado.
Le formule di Dal ferro e Ferrari determinano le soluzioni (in campo complesso) in funzione
dei coefficienti delle equazioni attraverso espressioni contenenti radicali. Per questa ragione le
equazioni di secondo, terzo, quarto grado si dicono “risolubili per radicali”.
_________________________
(1)
Nota anche come formula di Cardano-Tartaglia. Fu quest’ultimo a pubblicarla per primo nel 1545 nel trattato
“Ars Magna”.
Le formule di secondo e terzo grado sono, oggi, implementate in gran parte nei C.A.S.
(Computer Algebra System) quali Mathematica, MapleV, Derive.
Questi due successi diedero un forte impulso alla ricerca di formule risolutive per le equazioni
di quinto grado.
Questa ricerca (fatto salvo per alcune formule in casi particolari) fu infruttuosa fino al 1824.
In quell’anno, infatti, il matematico norvegese N. H. Abel pubblicò un risultato
sull’argomento che è sintetizzato nel teorema seguente.
76
Teorema (Abel-Ruffini(2)). Esiste una equazione di quinto grado non risolubile per
radicali.
x 5 − 4x + 2 = 0
Teorema (E. Galois). Per ogni fissato n ≥ 5 esiste una equazione di grado n non
risolubile per radicali.
In altre parole il risultato di Galois infrange il sogno (dei matematici) di determinare una
formula risolutiva (per radicali) per le equazioni di grado superiore al quarto.
__________________________
(2) P. Ruffini, matematico italiano, apportò con le sue ricerche notevoli contributi sull’argomento; in
particolare nel 1799 egli propose una dimostrazione del teorema risultata poi non del tutto
convincente.
VIII.3. Equazione di Keplero
Il modello del moto dei pianeti, ottenuto in accordo con la legge di gravitazione universale di
Newton e alle leggi di Keplero, conduce a studiare la così detta equazione di Keplero.
77
e ⋅ sinψ + ψ + b = 0 e, b ∈ IR con ψ ∈ [0, π]
π
La figura “mostra” che l’equazione studiata ammette una sola soluzione in 0, .
2
Come prova di questa affermazione è facile verificare che sussistono le ipotesi i)-v) del
paragrafo VIII.2.3.
78
La tabella seguente sintetizza le approssimazioni con i metodi descritti nel capitolo VIII.
79
VIII.4. Crescita esponenziale e crescita polinomiale a confronto
Come è noto, la crescita esponenziale supera quella polinomiale, quando la variabile cresce a
dismisura(3).
In altri termini risulta
e x − p (x ) > 0
(3)
Tale risultato è conseguenza di un limite notevole.
80
VIII.4.1. Approfondimento. Utilizzando un metodo iterativo di
approssimazione esposto nel capitolo VIII, determinare i punti di sorpasso.
81
Bibliografia
82