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Don Giuseppe Sala Cuggiono Ee ‘LE CATECHES! di _ don BATTISTA | tment et nga SSR ELE ROR s ramen netsotT Quaderni di catechesi Sulla prudenza Caro Teofilo, dopo averti Parlato delle tre virtt teologali: fede, speranza e carita, cerco di spiegarti le quattro virtt: cardinali: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza. Ti invito a fare con me un lungo cammino di studio su una materia poco conosciuta... purtroppo. Trattando di ogni virtt: cardinale, esamineremo anche - le sue parti, - il dono dello Spirito Santo che le corrisponde, - i vizi che la contrastano e - gli eventuali precetti che la riguardano. Sei pronto, Teofilo, a compiere questo viaggio di studio? Cerca di perseverare e non lasciarti sviare dalle molte futilita che ci assediano. Caro Teofilo, chi deve scalare una montagna ripida e alta, si prende con sé una guida. Io, per scalare la montagna altissima e ripida della conoscenza della Sacra Dottrina prendo come mia guida il pili grande Dottore della Chiesa: S. Tommaso d’Aquino. Egli ha la straordinaria capacita di mettere in ordine tutti gli elementi della dottrina rivelata; ed @ giustamente chiamato . Nel nostro viaggio tra le virtt cardinali, incontriamo prima di tutte la . Che cos’é la prudenza, caro Teofilo? La prudenza é la virti: per la quale uno agisce sempre seguendo i] dettame della ragione. Quante persone agiscono senza pensare, senza ragionare, parlano a vanvera senza riflettere. L'uomo prudente é colui che nel suo agire segue la retta ragione. La prima regola da seguire, la regola pid vicina a noi, anzi la regola presente in noi, é la ragione, la quale é retta quando @ regolata dalla Legge di Dio. Quindi, la ragione é una regola dei nostri atti, regolata da un’altra regola, dalla regola ultima, che é la Legge divina. Caro Teofilo, da quel poco che ti ho detto appare chiaro che la prudenza é una virtt: collegata alla ragione. Dico di piu: la prudenza risiede nella ragione; S. Tommaso dice che la prudenza é@ la Questo fine pud essere un fine particolare o il fine universale di tutta la vita. Quando uno sa usar bene la sua ragione per un fine particolare, costui 6 prudente in senso relativo; per esempio quando un architetto sa usar bene della sua ragione per costruire un edificio, questo architetto é prudente in senso relativo... relativo al fine particolare della costruzione dell'edificio. Quando invece uno sa usar bene la sua ragione per realizzare il fine ultimo della vita, che é quello di arrivare a Dio, costui é prudente in senso assoluto, perché mira al fine universale di tutta la sua vita. Caro Teofilo, ti ho parlato della virtt della prudenza. Ma che cos’é la virtii? E sempre valida la definizione di virtt. che ci ha lasciato il grande filosofo Aristotele. La virtt @ una qualita che rende buono chi la possiede e buone le azioni che egli compie. Il contrario della virtt é il vizio. Anche il vizio @ una qualité che perd rende cattivo chi lo possiede e cattive le azioni che egli compie. Poiché la prudenza rende buono chi la possiede e buone le sue azioni, dobbiamo dire che la prudenza é una virti. Caro Teofilo, ti devo dire una parola sul compito della prudenza. Qual é il compito della prudenza? La prudenza é come un direttore d’orchestra. In una orchestra il direttore - non ha il compito di suonare o di cantare, - ma ha il compito di dirigere chi suona e chi canta perché non escano dagli spartiti propri. La prudenza ha il compito di dirigere le virtt morali, che sono la giustizia, la fortezza, la temperanza, e tutte le altre virtt a loro connesse. S. Tommaso dice che la prudenza ha il compito di trovare il giusto mezzo nelle suddette virtt, morali, perché non escano dai dettami della ragione; si pud uscire dai dettami della ragione in due modi: per eccesso o per difetto. Per esempio nell‘uso dei cibi e delle bevande, la prudenza - comandera a una persona di mangiare di pit per i! suo bene, perché mangia troppo poco, - comandera a un/altra persona di mangiare di meno per il suo bene, perché mangia troppo. La prudenza mira al giusto mezzo nella pratica delle virtt morali. Pensa, caro Teofilo, a chi fa l’istruttore nella scuola-guida: - a volte deve dire al suo alunno che sta imparando a guidare che viaggia troppo a destra e rischia di andare sul marciapiede; - a volte deve richiamare lI’alunno perché si sta spostando troppo a sinistra. Ad esempio nella pratica della temperanza la prudenza ricerca il giusto mezzo dando una serie di comandi: - non devi metterti in quell‘occasione, - non devi vedere quello spettacolo, - devi pregare di pill, “ ecc. Caro Teofilo, @ importante capire quale sia I’atto principale della prudenza. Mi spiego in concreto. Quando noi decidiamo di agire, ad esempio quando decidiamo di fare un viaggio, noi compiamo tre atti con la nostra ragione: quali sono? Il primo atto @ quello di deliberare; deliberare equivale a cercare; la ragione esamina i pro e | contro del viaggio, le sue bellezze e le sue difficolta, ecc. Il secondo atto @ quello di giudicare le cose cercate con il precedente atto del deliberare, cio@ di valutarle attentamente; ad esempio si valutano gli aspetti positivi e quelli negativi di un viaggio. Il terzo atto @ quello di comandare; la ragione, dopo aver fatto la ricerca degli aspetti positivi e negativi del viaggio, e di averli valutati, emette I’atto del comando: faccio il viaggio @non lo faccio; é la decisione. Questo é |’atto principale della prudenza. I due atti precedenti, del deliberare e del giudicare, a che cosa servono? Preparano la materia su cui la ragione esercita il comando. Sono tre atti della ragione: i primi due preparano il terzo. Pensa, caro Teofilo, a un capo, ad esempio a un Sindaco, a un Vescovo, ad un imprenditore, che delibera, cioé che riflette, che giudica, cioé che valuta, ma poi non decide, non comanda; questo capo non avrebbe la virtt della prudenza. Se non si arriva al comando, | due predenti atti restano frustrati, perché Vatto del deliberare e quello del giudicare tendono al terzo: quello del comandare. E come uno che prepara i cibi e le bevande; prepara la tavola, pone sopra di essa quello che ha acquistato, e poi non si decide a mangiare. S. Tommaso dice una cosa saggia a proposito dei tre suddetti atti: - deliberare, - giudicare e - comandare. Che cosa dice? Dice che I‘uomo con la sua ragione deve deliberare_e giudicare con lentezza, per non essere ingannato dalla fretta, dalla superficialita; deve invece comandare con Sollecitudine, per eseguire prontamente quanto si é ben deliberato e giudicato o valutato. La prudenza ha quindi, caro Teofilo, la caratteristica della sollecitudine. Ti spiego il mio pensiero con un esempio. Mi @ venuto in mente una bella pagina de di Alessandro Manzoni, che tu conosci certamente; una pagina in cui il card. Federigo Borromeo si mostra un uomo prudente per la sua sollecitudine. Quando |’Innominato gli racconté la storia di Lucia tenuta sequestrata nel suo castello, appena ha capito la situazione, lo esortd a liberare in fretta la giovane perché questa liberazione era un atto di sacrosanta giustizia. E meglio che ponga termine alla lettera per lasciarti meditare su quanto ti ho detto. Del resto si tratta di una virtt poco conosciuta, che merita una riflessione personale calma e profonda. Riprenderé I‘argomento tra poco. Tuo Don Battista Sull’estensione della prudenza, ecc. Caro Teofilo, riprendo a parlarti della prudenza; incomincio a dirti che ia prudenza ha una sua estensione, che comprende - il governo di stessi, - il governo della propria fai miglia, | - il governo delle varie collettivita: citté, Stato, gruppi di Stati, Chiese locali, Chiese particolari, Chiesa universale, ecc. Ogni uomo non é un‘isola, ma é parte di una famiglia, di uno Stato, della propria Diocesi, della Chiesa universale, ecc. S. Agostino dice che . In aereo uno non pud salvarsi da solo; se non si salva l'aereo, non si salva nessuno. Quando Gest dice: (Mt.24,45), ci fa capire che il governo della prudenza si estende non solo a se stesso, ma anche alle collettivita. S. Paolo dice che la carité (1Cor.13,5). L'uomo prudente, quindi, per essere in sintonia con la carita, deve pensare anche agli altri e non solo a se stesso. S. Paolo mostra di essere un vero uomo prudente quando diceva di se stesso: (1Cor.10,33). Caro Teofilo, poiché la prudenza si estende non solo a se stessi, ma anche alle varie collettivita, ci sono tre tipi di prudenza: - la prudenza ordinaria, che attende al bene proprio; - la prudenza domestica, che attende al bene della propria famiglia; - la prudenza politica, che attende al bene comune dello Stato e delle sue articolazioni; @ la prudenza di chi governa. Come puoi vedere, caro Teofilo, il campo su cui la prudenza esercita il suo comando varia da uomo a uomo. Ogni uomo, con la sua prudenza, ha il comando di se stesso, cioé del proprio corpo, dei propri sensi interni ed esterni, delle proprie passioni e dei prapri istinti. Taluni uomini hanno anche un altro campo in cui la loro prudenza deve esercitare il suo comando: il campo della propria famiglia. Altri poi hanno un campo piti vasto in cui la loro prudenza deve esercitare il suo comando: il campo pubblico, per esempio il vasto campo di uno Stato. Ed ora, caro Teofilo, sorge qualche domanda a cui dobbiamo dare una risposta. La prima domanda @ questa: c’é la prudenza nei peccatori, cioé in coloro che vivono in peccato mortale? Per rispondere a questa domanda, bisogna ricordare che la prudenza ordinaria, che @ quella che attende al proprio bene, é di tre tipi: - cé la prudenza falsa: @ la prudenza di chi delibera, valuta e comanda le azioni per realizzare nel migliore dei modi uno scopo cattivo, per esempio un attentato, un furto; si pud parlare di un buon attentatore, di un buon ladro, ecc.; questa non @ prudenza, ma qualcosa che le assomiglia; @ abilité naturale, @ astuzia; si chiama anche prudenza della carne; sembra prudenza, ma non lo é@; @ quindi prudenza falsa; questa @ la prudenza che c’é nei peccatori; - c’é poi la prudenza vera, ma imperfetta; é la prudenza che mira a realizzare un fine onesto, buono, per esempio a realizzare un fine commerciale onesto; per questa bonta del fine tale prudenza @ vera, ma quando la prudenza non mira alla realizzazione del fine ultimo di tutta la vita, essa @ prudenza imperfetta; - ¢@ infine la prudenza vera e perfetta; é la prudenza di chi delibera, valuta e comanda le azioni per conseguire il fine ultimo e generale di tutta la sua vita, che @ la beatitudine eterna; questo é I‘uomo prudente in senso assoluto, é I‘uomo prudente senza aggettivi. Caro Teofilo, un’altra domanda, a cui bisogna dare una risposta; la formulo cosi: c’é la prudenza, quella assoluta, quella senza aggettivi, in tutti coloro che sono in grazia? Incomincio a dirti, caro Teofilo, che chi @ in grazia, ha con essa il suo corteo, cioé - le tre virtt: teologali della fede, della speranza e della carita, ~ isette doni dello Spirito Santo e - tutte le virtt. almeno in germe. Perd, per il fatto che uno é@ in grazia, non possiede le virtt acquisite, cioé le virtt che si acquistano con la ripetizione degli atti di tali virtd. Per il fatto che uno @ in grazia, non possiede la capacita di suonare il pianoforte; per suonare bisogna fare tanti esercizi. Allo stesso modo le virtt acquisite richiedono la ripetizione dei rispettivi atti, fino a creare in noi un determinato abito virtuoso, A questo punto formulo di nuovo la domanda: hanno la prudenza tutti coloro che sono in grazia? Si pu6 dire che tutti coloro che sono in grazia possiedono quella prudenza che serve a provvedere le cose necessarie alla salvezza della propria anima; lo fa capire I’Apostolo 9 quando scrive: (1Gv.2,27). Non si pud invece dire che tutti coloro che sono in grazia possiedono quella prudenza che li rende capaci di provvedere le cose necessarie alla salvezza non solo per sé, ma anche per gli altri, non solo nelle cose necessarie alla salvezza, ma in tutte le altre cose riguardanti la vita umana, Questa prudenza, che rende capace una persona a provvedere - sia le cose necessarie alla salvezza di altri, - sia le cose riguardanti le tante cose della vita umana, richiede non solo il possesso della grazia, ma anche qualcosa d’altro, cioé qualche altro dono o capacita; richiede ad esempio una certa accortezza, richiede i consigli di altri, ecc. S. Giovanni della Croce fa notare che le stesse anime privilegiate hanno spesso bisogno di affidarsi al consiglio di qualche esperto maestro di vita spirituale. Egli cita I'esempio di Mosé che accetté il consiglio di suo suocero Jetro. S. Giovanni della Croce ricorda che Dio parlava molto affabilmente con Mosé, eppure non gli aveva mai dato quel consiglio tanto bello e utile che gli fu dato da suo suocero Jetro: il consiglio di non amministrare la giustizia da solo ma di scegliere altri giudici saggi che lo aiutassero in tale compito (cfr. Es.18,21-22). Dio apprové questo consiglio; eppure egli non glielo aveva mai suggerito. Perché Dio non aveva mai suggerito a Mosé il consiglio che gli suggeri Jetro? Perché era un consiglio a cui poteva arrivare la ragione umana di qualcuno, nel caso di Jetro. Se vuoi, caro Teofilo, puoi vedere l’opera di S. Giovanni della Croce: , Libro 2°- Cap. 20. 10 Caro Teofilo, vorrei adesso rispondere brevemente a due domande. La prima é questa: vecchi 0 nei giovani’ S. Tommaso dice che la prudenza si trova maggiormente nei vecchi. Perché? Per due motivi. ja prudenza si trova maggiormente nei Il primo motivo @ che la prudenza esige il quietarsi delle passioni umane, perché esse offuscano alquanto I’esercizio della ragione. Ora, le passioni umane sono molto pili quiete nei vecchi, che nei giovani. Quindi, la prudenza si trova maggiormente nei vecchi. Il secondo motivo é@ che alla prudenza serve |’esperienza del passato, la quale si acquista col tempo. Quindi, la prudenza si trova maggiormente nei vecchi, i quali hanno accumulato pit esperienza. La seconda domanda é questa: la prudenza si pud perdere? La risposta é affermativa. Che cosa fa perdere la prudenza? Le passioni e la dimenticanza. La prudenza si pud perdere per le passioni, le quali offuscano la ragione nella quale la prudenza risiede. Leggiamo per esempio nel libro biblico di Daniele le parole di rimprovero del profeta a uno dei due anziani innamorati della bella e casta Susanna: (Dn.13,56) La prudenza si pud perdere anche per dimenticanza. In che senso la dimenticanza pud far perdere la prudenza? Nel senso che la prudenza arriva al suo specifico atto, che & quello di comandare I’azione, partendo da certe cognizioni, le quali possono essere distrutte dalla dimenticanza. Quindi la dimenticanza pud causare indirettamente la perdita della prudenza. I1 Come vedi, caro Teofilo, la lettera é risultata alquanto lunga. Ti invito a riflettere su quanto ho cercato di dirti. Con la prossima lettera incomincerd a parlarti delle parti della prudenza. Si tratta di cose poco conosciute, ma interessanti per ogni cristiano. Tuo Don Battista Sulle parti della prudenza Caro Teofilo, nelle due lettere precedenti ho cercato di dirti che cos’é la prudenza in se stessa; ti esorto a tener presente quanto ti ho detto per poter procedere oltre nella riflessione intorno a questa virtd cardinale. La prudenza é la prima delle quattro virtU cardinali. Le virtt cardinali, cioé la prudenza, la giustizia, la fortezza e la temperanza, sono come i cardini, i fondamenti, di tutte le virti umane. Caro Teofilo, comincio adesso a parlarti delle parti della prudenza. Ogni realta ha le sue parti. Ci sono per esempio parti in un’automobile: motore, carrozzeria, gomme, interno, accessori, ecc. Ci sono parti in una casa, in una chiesa, ecc. Penso che tu, caro Teofilo, sia desideroso di sapere quali sono le parti della prudenza. Ci sono tre generi di parti in ogni realta. 12 Per non fare discorsi astratti, porto I’esempio della casa. Ci sono tre generi di parti anche della casa? Si, certamente; anche della casa si pud distinguere - le parti integranti, - le parti soggettive e - le parti potenziali. Quali sono le parti integranti della casa? Sono le parti che compongono la casa: - Je fondamenta, - le pareti, - il tetto, - il pavimento, - fe porte, - le finestre, - ecc. Ogni casa comprende tutte queste parti e altre parti minori. Quali sono poi le parti soggettive della casa? Sono le varie specie di case; ad esempio: - lavilla, - la palazzina, - il grattacielo, - ecc. Quali sono infine le parti potenziali della casa? Sono le abitazioni che tendono ad essere case, ma mancano di qualcosa per esserlo; pensa ad esempio a una roulotte, a una grotta, a una capanna, a un prefabbricato, ecc. Si pud dire che sono quasi case. Ti porto anche |’esempio del corpo umano. Anche per il corpo umano si puo parlare di parti integranti soggettive e potenziali? Certamente si. Quali sono le parti integranti del corpo umano? Sano le parti che compongono il corpo umano: 13 testa, tronco, mani, piedi, cuore, ecc. ecc. Quali sono poi le parti soggettive del corpo umano? Sono le varie specie di corpi: corpi maschili, corpi femminili, corpi bianchi, corpi neri, corpi gialli, corpi bassi, corpi alti ecc. Parliamo di soggetti diversi guardando i vari corpi umani. Quali sono infine le parti potenziali del corpo umano? Sono quelle realta fisiche che tendeno ad essere corpi umani, ma mancano di qualcosa per esserlo pienamente, nel senso che sono in viaggio per esserlo, ad esempio Yembrione, il feto, ecc. Caro Teofilo, ti ho fatto questi due esempi, della casa e del corpo umano, per arrivare a parlarti delle parti della prudenza. Anche nella prudenza si distinguono sia le parti integranti, sia le parti soggettive, sia le parti potenziali. Incomincio a parlarti delle parti integranti della prudenza. Quali sono le parti integranti della prudenza? La risposta alla prossima lettera. Tuo Don Battista 14 Sulle parti integranti della prudenza Caro Teofilo, terminavo [a lettera precedente con la domanda: quali sono le parti integranti della prudenza? Rispondo. Le parti integranti della prudenza sono quelle realta che costituiscono la prudenza. S. Tommaso dice che la prudenza é costituita da otto realta che sono: - la memoria, - lintelletto, - la docilita, - la solerzia, - la ragione, - la previdenza, - la circospezione, - la cautela. Se questo é vero, la prudenza é una virtt. complessa; del resto essa @ la guida di tutte le virtih morali, cioé della giustizia, della fortezza, della temperanza e delle virtt connesse con queste, come ti spiegherd, a Dio piacendo. Caro Teofilo, cerco di farti capire in che senso queste otto realté entrano a costituire la prudenza; ne sono quindi parti integranti. La prima parte integrante della prudenza é la . Per essere prudenti é necessario ricordare molte cose: - gli insegnamenti e i buoni esempi ricevuti da altri, - le esperienze fatte nella vita, - anche le vicende tristi. Si dice che la storia é maestra di vita. E vero? E vero se la si ricorda. Chi non la ricorda, non impara niente da essa. 15 Ad esempio, se i giovani che frequentano le discoteche ricordassero | tanti giovani che sono morti nel loro ritorno a casa e ji disastri della droga spacciata in essa, cambierebbero il loro modo di vivere. Alcuni giovani mi hanno infatti detto: in discoteca non ci vado pill; ho visto troppe cose brutte, e tanti pericoli per lV'anima e per il corpo. Ma quelli che non ricordano la storia, da essa non imparano niente. £ importante ricordare: ricordare il bene per farlo e ricordare il male per evitarlo. Caro Teofilo, S. Tommaso insegna quattro accorgimenti per sviluppare la capacita di ricordare: 1. Per ricordare le cose, & necessario rivestirle di imma: corporee, un po’ straordinarie. Perché rivestire le cose di immagini corporee? Perché le idee spirituali svaniscono pit facilmente dall‘anima, se non sono legate in qualche modo a delle immagini corporee. Perché poi a immagini corporee un po’ straordinarie? Perché le immagini straordinarie destano pit meraviglia e quindi é pit facile ricordarle. Ad esempio il ricordo del crollo delle torri gemelle dell’America serve molto a ricordare la realta del terrorismo, perché quel crollo @ un‘immagine corporea straordinaria. 2. Per tenere le cose a memoria @ bene disporle in modo _ordinato nel pensiero, in modo da passare facilmente da un ricordo all’altro, 3. Per ritenere nella memoria le cose giova amarle, perché cid che si ama si imprime pit! profondamente nell‘anima e si cancella meno facilmente. Ricordiamo infatti come presenti le persone molto amate, anche dopo molti anni. 16 4. Per tenere nella memoria le cose, bisogna ripensarle spesso, Infatti, tutti noi ricordiamo subito le cose che abbiamo spesso pensato. E cid che fa fare a noi fedeli la Chiesa: ci fa pensare e ripetere spesso le verita rivelate, facendoci recitare il Credo agni Domenica. La seconda parte integrante della prudenza é@ I', caro Teofilo. Per , come parte integrante della prudenza, intendiamo la capacita di intuizione che tutti gli uomini in qualche modo possiedono. La capacita di intuizione serve molto all’esercizio della prudenza; é evidente. La terza parte integrante della prudenza é la , cioé la disposizione a ricevere consigli, suggerimenti, istruzione da altri. La persona docile non trascura per pigrizia e non disprezza per superbia gli insegnamenti e i consigli di chi é saggio e di chi ha esperienza in certe cose. Anche i superiori, per essere prudenti, devono essere docili. Si pud dire che in fatto di prudenza nessuno pud bastare a se stesso. Solo Dio pud bastare a se stesso, perché egli ha tutte le conoscenze perfette. E saggio circondarsi non di adulatori, ma di consiglieri sapienti e veritieri. La quarta parte integrante della prudenza é la . L’'uomo prudente deve acquisire la giusta valutazione delle azioni da compiere prima di decidere. Per far questo si possono battere due strade: - farsi aiutare da altri; per questo serve la , e - impegnarsi personalmente; per questo serve la . 17 La quinta parte integrante della prudenza é la . Per si intende della capacita dell'uomo di raziocinare, di riflettere, per arrivare a compiere rettamente l’atto di decidere e di comandare una azione, che é I'atto proprio della prudenza. La sesta parte integrante della prudenza é la , la quale serve alla prudenza ad ordinare gli atti umani al fine ultimo della vita umana. La settima parte integrante della prudenza é la . Che cos’é la circospezione? E l’atteggiamento di colui che, nell’ordinare cose e azioni al loro fine, tiene conto delle circostanze. Ti spiego la circospezione con un esempio, caro Teofilo. A volte @ doveroso manifestare segni di affetto ad una persona che li merita. Ma se questa persona, quando riceve tali segni di affetto, é portata a sospettare che con tali segni si intende adularla, quei segni di affetto non servono allo scopo; e allora, tenuta presente questa circostanza con la circospezione, la prudenza ordina di non compiere quei segni di affetto. U’ottava parte integrante della prudenza é la . Perché la cautela é parte integrante della prudenza? La prudenza si occupa del compimento delle azioni contingenti. Ora, nelle azioni contingenti pud esserci mescolanza di bene e di male, di vero e di falso. E quindi necessario che la prudenza si armi di cautela, in modo da cogliere il bene, evitando il male, e da cogliere il vero, evitando il falso. Come vedi, caro Teofilo, la prudenza é una virtt. complessa, é una virtd che risulta da un mosaico di atteggiamenti, da otto atteggiamenti, che sono le otto parti integranti che ho cercato di spiegarti, servendomi delle riflessioni di S. Tommaso d’Aquino. 18 Nella prossima lettera ti parlerd delle parti soggettive delle prudenza, cioé delle varie specie di prudenza. Tuo Don Battista Sulle parti soggettive della prudenza Caro Teofilo, ci sono varie specie di prudenza, come ci sono varie specie di case, di automobili, di corpi, ecc. Le varie specie di prudenza si chiamano le parti soggettive della prudenza, a seconda del soggetto che la esercita. C’é la : é quella che riguarda ogni uomo che deve dirigere la propria vita. La prudenza semplice serve a governare se stessi. C’é anche la : @ quella che riguarda i capi di una collettivita. Ricorderai, caro Teofilo, che l’atto proprio della prudenza & l'atto_del_comando, preceduto dalla ricerca e dalla valutazione, allo scopo di conoscere bene la realté prima di comandare |’azione da compiere. Ora, chi governa una collettivita, per esempio uno Stato, una Diocesi, una Parrocchia, una fabbrica, una scuola, ecc., deve avere una particolare prudenza, perché egli &é chiamato a comandare - non soltanto le proprie azioni, - ma anche le azioni altrui. E quindi giusto che ci sia anche una prudenza di governo. 19 Cé poi la : & la prudenza che riguarda i sudditi di una collettivitéa, non in quanto uomini, ma in quanto sudditi. E questa la prudenza dei cittadini di fronte ai loro governanti, la prudenza dei fedeli di fronte ai loro vescovi, la prudenza dei parrocchiani di fronte al loro parroco, la prudenza degli studenti di fronte ai loro insegnanti, ecc. Come devono comportarsi i sudditi di fronte ai loro capi? Un capo umano pué far bene o pud far male. I sudditi pensano, si informano, cercano di conoscere bene la situazione, valutano e giudicano, infine decidono II loro comportamento nei riguardi dei loro capi; la prudenza politica suggerisce loro di concludere o con l’obbedienza, o con la protesta, o con la correzione fraterna. C’é ancora la : é@ quella che serve al governo di una famiglia. Nella famiglia & necessaria una condotta buona e virtuosa di ogni suo membro. Per realizzare questo scopo serve una particolare prudenza in tutti i membri di essa, particolarmente in coloro che hanno fondato la famiglia, cioé gli sposi, marito e moglie. C’é infine la : @ quella che riguarda un esercito. E necessaria anche questa prudenza? Certamente si. Per farci capire la necessita di questa prudenza, S. Tommaso fa questi ragionamenti. La natura, ogni natura, ad esempio la natura animale, la natura umana, mira non soltanto a conservare ogni essere, ma anche a resistere agli agenti esterni che tendono a contrastare e a corrompere ogni essere. Vediamo ad esempio che la natura ha dato agli animali un duplice istinto: - quello di conservazione e - quello di difesa da tutto cid che li contrasta, attrezzandoli di mezzi adatti: becco, corna, ali per fuggire, artigli, ecc. 20 A questo punto puoi capire, caro Teofilo, il motivo per il quale ci deve essere anche la prudenza militare: la prudenza che dirige e comanda le azioni che servono a respingere gli attacchi dei nemici. La prudenza militare serve a comandare le imprese militari allo scopo di difendere uno Stato e il suo comune bene. Spero, caro Teofilo, di averti un po’ illuminato anche in tutte queste specie di prudenza. Nella prossima lettera ti parlerd delle parti potenziali della prudenza. Queste parti potenziali sono le tre virti) che preparano I’atto proprio della prudenza, che é I’atto di comando delle azioni da compiere. Quali sono queste tre virtt: preparatorie dell’atto di comando della prudenza? Penso, caro Teofilo, che non hai mai sentito il loro nome: Eubulia, Synesis e Gnome. A presto. Tuo Don Battista Sulle parti potenziali della prudenza Caro Teofilo, ti ho gia preannunciato alla fine della lettera precedente, che ti avrei parlato in questa lettera delle parti potenziali della prudenza. Le parti potenziali della prudenza sono le tre virtii che si avvicinano alla prudenza, senza arrivarci; sono le tre virtt che preparano la prudenza, che preparano I‘atto del comando, che appartiene alla prudenza. 21 Gia sai, caro Teofilo, che l’atto del comando é preceduto e preparato da due atti: - quello della ricerca e - quello della valutazione. La prudenza ha bisogno di ricercare e di valutare cid che ha ricercato, per poter comandare I‘azione. Ebbene, caro Teofilo, per compiere come si deve I’atto della ricerca e l’atto della valutazione, servono tre virti, che si chiamano - Eubulia, - Synesis e - Gnome. Mi dirai se hai sentito parlare qualche volta delle suddette tre virtu, che sono le parti potenziali della prudenza. Caro Teofilo, la prima virti: che prepara I’atto del comando nella prudenza é |‘Eubulia. Questa é una parola composta - da , che significa , e - da , che significa L’Eubulia é@ quindi la virtt di chi fa una ricerca buona. Uno fa una buona ricerca quando si propone un fine buono ed escogita mezzi buoni per raggiungerlo. Se invece uno si propone un fine cattivo ed escogita mezzi cattivi per realizzarlo, compie evidentemente una ricerca cattiva. Un caso di ricerca buona @ quella di chi si propone di portare il Vangelo nel mondo per farlo conoscere a tutti (fine buono), usando la predicazione a voce, il dialogo, la radio, la stampa, ecc. (mezzi buoni). Un caso di ricerca cattiva é quella di chi intende portare nel mondo una falsa religione (fine cattivo), costringendo ad accettarla con le armi, con |‘imposizione, con | ricatti, col plagio, ecc. (mezzi cattivi). 22 Caro Teofilo, hai capito bene la differenza tra eubulia e prudenza? L’eubulia prepara la prudenza. Ha la virtu dell‘eubulia colui che fa una ricerca buona, allo scopo di preparare l’atto di comandare I’azione, che é l’atto proprio della prudenza. Ha la virtt: della prudenza colui che, dopo aver compiuto una buona ricerca e una buona valutazione, comanda a se stesso il compimento dell’azione buona, cioé decide subito di compiere I’azione ben ricercata e ben valutata. Ci pud essere qualcuno che dopo avere compiuto una ricerca buona, non decide nulla. Costui ha I‘eubulia, ma non ha la prudenza. Caro Teofilo, la seconda virtt: che prepara I’atto del comando della prudenza é la Synesis. Questa parola implica I’idea di . La synesis @ quindi la virt di chi compie una valutazione retta e buona su quanto ha ricercato, Anche la synesis, quindi, come leubulia, prepara la prudenza a compiere |’atto del comando di un‘azione. Comprendi, caro Teofilo, che se all’eubulia e alla synesis non segue la prudenza, si rimane a meta strada. Chi ha ricercato e valutato l’azione da compiere, e poi non decide di compierla, a nulla serve la ricerca e la valutazione compiuta. Caro Teofilo, ti spiego queste cose con un esempio concreto. Pensa a un giovane che deve decidere se deve proseguire gli studi o cercare un lavoro. Che dovrebbe fare questo giovane? Deve compiere una buona ricerca su di sé, sulle sue doti, sulla scuola, sui possibili lavori, facendosi aiutare, chiedendo notizie da chi se ne intende. Tutto questo é l’eubulia. 23 Deve poi compiere una valutazione su quanto ha ricercato e indagato. Questa valutazione, se é buona, é la synesis. A questo punto quel giovane deve fermarsi? Ha fatto tutto? Non ha concluso nulla. Non deve fermarsi a questo punto. Ha fatto una buona ricerca e ha compiuto una buona valutazione sui risultati della sua ricerca, ma non ha ancora deciso niente. Deve arrivare a una decisione, Questo é il compito della prudenza. La prudenza é la virtt. che comanda I’azione da compiere, tenuto conto dei due atti precedenti: I’atto della ricerca (eubulia) e della valutazione (synesis). Quel giovane, con la virtt della prudenza, deve decidere o di proseguire gli studi, o di passare a un‘attivita di lavoro. Capita talora, caro Teofilo, di riscontrare in certe persone un grande impegno a ricercare e a valutare per decidere il da farsi. Ma poi costoro, per mancanza di virti della prudenza, il cui atto @ i] comando, non sanno decidere, ma continuano a rimandare la decisione, per compiere alla fine decisioni sbagliate o immorali. Vedi, caro Teofilo, quanto é necessario che in ciascuno di noi ci siano tutte le virtii: dell’eubulia per compiere ricerche buone, della synesis per valutare bene le ricerche fatte, e della prudenza per decidere |I’azione da compiere. Caro Teofilo, ricordi che all'inizio di questa lettera ti ho parlato anche di una virtt chiamata ? L’eubulia serve a ricercare bene. La synesis serve a valutare bene. E la gnome a che serve? La risposta é che la gnome fa le stesse cose che fa la synesis: serve a ben valutare i dati delle ricerche compiute. Non é peré un doppione della synesis. 24 Infatti, - la synesis serve a ben giudicare, valutare nei casi ordinari, - la gnome serve invece a ben giudicare, valutare nei casi straordinarl. Cerco di spiegarti bene la differenza tra synesis e gnome: - la synesis serve a giudicare nei casi ordinari, cioé all‘interno delle leggi ordinarie; - la gnome serve a giudicare invece nei casi straordinari, cioé al di fuori delle leggi ordinarie; in certi casi @ necessario giudicare e valutare in base a principi pid alti delle leggi comuni; ecco perché si esige una virtd particolare che possa compiere il suo giudizio, la sua valutazione su principi pit alti delle leggi comuni; questa virti 6 la gnome; questo termine implica una particolare berspicacia di giudizio o valutazione. Caro Teofilo, mi pare di sentirti chiedere: . Ti faccio un esempio concreto di gnome. Lo traggo dalla Bibbia. Sai che Mosé era il legislatore del popolo ebraico, nel senso che Dio aveva dato la sua Legge, quella che chiamiamo , al popolo ebraico attraverso Mosé. Ecco il caso. Mosé sapeva che il Matrimonio voluto da Dio era indissolubile; ma sapeva anche che uno dei Dieci Comandamenti diceva di . Mosé, vedendo la durezza di cuore del suo popolo, degli uomini del suo popolo, e temendo che certi mariti, non potendo abbandonare le loro mogli, le avrebbero uccise, avverti di trovarsi in una situazione straordinaria. Arrivé cosi a emettere un giudizio che oltrepassava le regole comuni, nel caso la regola dell'indissolubilita. Mosé pensé che era meglio sospendere I‘indissolubilité del Matrimonio che rischiare di vedere tanti uxoricidi. 25 Permise quindi a quei ma di rimandare la loro moglie dandole il , allo scopo appunto di evitare Vuxoricidio. Quello fu un caso in cui Mosé emise un giudizio con la virtt della gnome, giudicando - non in base alla legge comune, ~ ma in base a principi pid alti, pensando che Dio avrebbe chiuso un occhio sulla legge dell’indissolubilita matrimoniale, in attesa del tempo della grazia, che -Sarebbe arrivato con la venuta del Messia. Caro Teofilo, anche se la lettera si é fatta assai lunga, ti voglio dire un’ultima cosa intorno a queste virtd. S. Tommaso, a proposito della synesis, si domanda - se @ innata nell’uomo, se é cioé parte della sua natura umana, della sua ragione; oppure - se @ acquisita dall’uomo mediante l’esercizio del giudizio e della valutazione; oppure - se é infusa da Dio nell‘uomo insieme alla grazia. Qual’é la risposta di S. Tommaso a tale domanda? Egli dice che la virti della synesis, cioé che la capacita di ben giudicare e valutare le azioni da compiere - ha la sua radice e il suo inizio nella natura razionale dell‘uoma, cioé nella sua ragione; - riceve peré il suo coronamento * sia dal suo esercizio, cioé dall’impegno dell‘uomo, e sia da un dono di grazia: la grazia fa cloé aumentare la capacita di ben giudicare e valutare. Sei riuscito a reggere fin qui, caro Teofilo? Rileggi attentamente quanto hai letto intorno a un tema poco conosciuto. Tuo Don Battista 26 Sul dono del consiglio Caro Teofilo, ti parlo in questa lettera del dono del consiglio, che @ uno dei sette doni dello Spirito Santo e che corrisponde alla virtt della prudenza. S. Tommaso dice che mediante il dono del consiglio I'uomo viene come guidato da un consiglio proveniente dallo Spirito Santo. Ciascun uomo, quando deve prendere certe decisioni importanti, chiede consiglio a persone sagge e competenti. Perché chiediamo consigli? Perché avvertiamo che da soli non vediamo chiara la decisione da prendere. Ebbene, caro Teofilo, anche Dio viene in aiuto all'uomo col dono del suo consiglio. Dio conosce ogni cosa perfettamente. Quindi il consiglio di Dio per noi & particolarmente prezioso e utile, Dovremmo chiedere spesso i! dono del consiglio allo Spirito Santo che ne @ la fonte, soprattutto quando dobbiamo prendere decisioni importanti per la nostra vita. Caro Teofilo, dobbiamo peré ricordare che quando siamo in possesso della grazia santificante, insieme ad essa sono presenti in noi anche le tre virtti teologali e i sette doni dello Spirito Santo, tra cui c’é il dono del consiglio. Chi vive -in grazia, riceve sempre dallo Spirito Santo il consiglio essenziale per poter attendere alla salvezza eterna. Lo Spirito Santo aiuta l’anima di chi vive nella sua grazia al compimento delle azioni prudenti, liberandola da ogni stato di dubbio e di ansieta. Abituati, caro Teofilo, a invocare dallo Spirito Santo questo importante dono, perché le tue decisioni siano compiute secondo il volere di Dio. 27 Prega lo Spirito Santo di assisterti non solo nella decisione finale della prudenza, ma anche nelle due fasi che la precedono, cioé nella buona ricerca e nella buona valutazione. Nella prossima lettera, caro Teofilo, ti parlerd dei peccati contrari alla prudenza. Tuo Don Battista Sui peccati contrari alla prudenza: primo blocco Caro Teofilo, con questa lettera apro con te il discorso sui peccati contrari alla prudenza. Ci sono due blocchi di peccati opposti alla prudenza. Il primo blocco di peccati opposti alla prudenza é costituito da due peccati, e cioé - dalla imprudenza e - dalla negligenza Questi due peccati si oppongono alla prudenza e si oppongono tra loro due. Del secondo blocco di peccati opposti alla prudenza ti parleré nella prossima lettera. Il primo peccato opposto alla prudenza é I’. Come si manifesta il peccato di imprudenza? Ci sono due modi di essere imprudenti: - c’éV’imprudenza di chi agisce , e - ¢@Iimprudenza di chi agisce . 28 Cé innanzitutto limprudenza di chi agisce , nel senso che uno manca di quella prudenza che deve avere per decidere come si deve. Questa imprudenza é un peccato di omissione. E un dovere acquisire la prudenza. Chi non si impegna ad acquisirla quindi commette un peccato di omissione. Mi @ capitato, caro Teofilo, di ascoltare qualcuno dire: . Costui cade in questo tipo di imprudenza. C’é anche I‘imprudenza di chi agisce , Questa imprudenza si manifesta in coloro che agiscono e procedono in senso contrario alla prudenza. Come? Ad esempio - disprezzando le ricerche dell’eubulia, - disprezzando le valutazioni della synesis, - prescindendo dagli insegnamenti divini o addirittura disprezzandoli. Quando c’é disprezzo, specialmente dei consigli divini, si cade nel peccato mortale. Quando invece si prescinde dagli insegnamenti divini senza disprezzo, si cade in peccato veniale. Caro Teofilo, appartengono all’imprudenza tre comportamenti che sono tre peccati: - la precipitazione, - inconsiderazione e - Vincostanza. Che cos‘é la precipitazione? E una parola che per sé riguarda i corpi. Si dice ad esempio che uno é precipitato fisicamente da una finestra, da una scala, ecc. Un corpo precipita quando da un luogo pit alto arriva a un luego pit basso senza passare ordinatamente per i gradini intermedi. 29 Ci pué essere anche una precipitazione dell’anima. Si ha questa precipitazione spirituale quando uno decide l'azione senza passare per i gradini della riflessione e della richiesta di consigli e pareri. Quando uno salta questi gradini, cade nella precipitazione, compie decisioni affrettate, e quindi disordinate, e quindi peccaminose. Che cos’é poi I‘inconsiderazione? La si comprende confrontandola con la precipitazione: - la precipitazione consiste nel saltare la ricerca prima di decidere, nel saltare cioé la ricerca della riflessione e la ricerca dei consigli e dei pareri di persone sagge; - Vinconsiderazione consiste invece nel non considerare le ricerche compiute, nel non valutarle bene, facendo co: mancare alla prudenza i presupposti necessari per decidere saggiamente. Che cos’é infine I'incostanza? Lincostanza consiste nel recedere dal compiere le azioni decise dalla prudenza. Non é vero, caro Teofilo, che molte volte siamo arrivati a decidere azioni buone, dopo lunga riflessione e dopo una ponderata valutazione, e poi ci siamo fermati per paura dei sacrifici 0 perché ci siamo lasciati incantare da qualche piacere disordinato, da qualcuno che @ venuto a proporci qualche altro allettamento? La nostra ragione doveva resistere all’impulso della passione © agli inganni di qualcuno. Perché non ha resistito? Perché non si @ attenuta con fermezza al bene concepito, pensato, giudicato, valutato, deciso e comandato? Non abbiamo resistito alle passioni o agli inganni per debolezza, per errore, per cattiva volonta? Che cosa soprattutto fiacca la nostra resistenza alle passioni o agli inganni? Che cosa @ in grado di snervare la nostra ragione? 30 C’% chi viene soprattutto snervato nella ragione dall’amore al denaro. C’é chi viene soprattutto snervato nella ragione dalla ricerca spasmodica dell’ambizione, del potere. Ma i pit, dice S. Tommaso, subiscono lo snervamento della loro ragione dal vizio della lussuria. Gia Aristotele diceva che . Pensa a queste considerazioni, caro Teofilo, e prega perché non ci venga a mancare la grazia che risana la nostra natura malata. Caro Teofilo, il secondo peccato che si oppone alla prudenza, che gia ti ho accennato é la . In che cosa consiste in questo caso la negligenza? Consiste nel non essere solleciti a decidere l’azione da compiere e a compierla di fatto. Il negligente @ colui che, dopo aver compiuto una buona ricerca e una buona valutazione di cid che ha ricercato, non Passa a decidere e a operare, si mostra negligente nella decisione e nell’attuazione della decisione. S. Tommaso si domanda: qual é la causa della negligenza? Risponde dicendo che all’origine della negligenza ci sta un rilassamento della volonta, che frena la ragione nel suo compito di comandare le azioni che la volonté deve compiere in modo sollecito. C’é un influsso reciproco tra ragione e volonta. La ragione ha il compito di comandare le azioni da compiere. La volonté deve eseguire il comando della ragione compiendo le azioni comandate. Ma quando la volonta é rilassata, frena la ragione perché non emetta il comando di compiere con sollecitudine le azioni deliberate e valutate buone. La negligenza é peccato mortale o veniale? La negligenza pud essere peccato mortale in due casi, caro Teofilo: - la negligenza pud essere peccato mortale a motivo di cid che viene tralasciato per negligenza: quando uno 31 tralascia una azione indispensabile per la salvezza eterna, per esempio la confessione in caso di pericolo di vita; - lanegligenza pud essere peccato mortale a motivo della causa che porta alla negligenza, cioé a motivo del rilassamento della volonta, cosi da mancare totalmente di carita verso Dio e verso il prossimo. La negligenza é invece peccato veniale, quando uno si limita a trascurare qualcosa di buono, ma non indispensabile alla salvezza. Basta cosi per il primo blocco di peccati opposti alla prudenza. Nella prossima lettera ti parlerd del secondo blocco di peccati opposti alla prudenza. Tuo Don Battista Sui peccati contrari alla prudenza: secondo blocco Caro Teofilo, ti ho gia parlato di due peccati opposti alla prudenza: - Vimprudenza e - lanegligenza C’é un secondo gruppo di peccati che si oppongono alla prudenza. Si tratta di quei peccati che hanno una certa somiglianza con la prudenza. Questi peccati sono 32 - a prudenza della carne, - Vastuzia, - Vinganno, - fa frode, - la sollecitudine per le cose temporali, - la sollecitudine per il futuro. Caro Teofilo, mi soffermo brevemente su ciascuno di essi. Il primo & la . — la prudenza di colui che considera i beni umani come il fine ultimo della propria vita. Una prudenza del genere é@ oggettivamente peccato mortale, perché con essa I’‘uomo viene distolto dal suo vero fine ultimo, che é Dio. Talora peré capita che uno si lasci prendere dai beni umani, cioé dai piaceri gastronomici o sessuali, senza perd mettere in essi il proprio fine ultimo, senza cioé allontanarsi da Dio, senza contrastare la sua volonta; e allora si ha un peccato veniale. Il secondo peccato di questo blocco é I’. Uastuzia si differenzia dalla prudenza della carne? La prudenza della carne riguarda il fine della propria vita; la prudenza della carne é la prudenza di colui che considera i beni umani, cioé i piaceri gastronomici e sessuali come il suo fine ultimo. Uastuzia riguarda invece i mezzi. Mi spiego. L’astuto é colui che pud anche perseguire un fine buono, per esempio un posto di lavoro, ma lo vuole perseguire con qualsiasi mezzo, anche immorale. Tempo fa, caro Teofilo, ti ho spiegato che il bene risulta dalla bonta non solo del fine, ma anche dei mezzi e delle circostanze. Giustamente si dice che ; si intende dire che un fine buono non rende buoni i mezzi cattivi. 33 Caro Teofilo, I’astuto pecca nel senso che vuole perseguire un fine buono con mezzi cattivi. Il terzo peccato di questo blocco é I’. L‘inganno si differenzia dall’astuzia? Vastuzia & la scelta di vie sbagliate per attuare un fine anche buono. Liinganno é la posa in atto delle vie sbagliate scelte o escogitate dall’astuzia. Si pud dire che I’inganno é la messa in opera dell‘astuzia. Astuzia e inganno sono come due facce della stessa medaglia. Il quarto peccato di questo blocco é la . Anche la frode é la posa in atto dell’astuzia, come linganno. E allora qual é la differenza tra inganno e frode? L'‘inganno é /‘attuazione pratica dell‘astuzia con le parole. La frode é I’attuazione pratica dell’astuzia con i fatti, con le Opere. Il quinto peccato del blocco che stiamo esaminando é la . Ricordi, caro Teofilo, che la @ una caratteristica della prudenza? Ma qui parliamo della sollecitudine . Questa sollecitudine pud essere cattiva? E cattiva la sollecitudine per le cose temporali quando uno cerca i beni temporali come il suo ultimo fine. E ancora cattiva la sollecitudine quando uno ci mette un impeano_eccessivo nel procurare i beni temporali, trascurando in tal modo i beni spirituali, ai quali ogni uomo deve principalmente tendere. Gest dice che (Mt.13,22). E infine cattiva la sollecitudine per le cose temporali quando uno teme troppo Ia loro perdita. Il Signore ci insegna a non avere questo timore, ad aver fiducia invece nella provvidenza del Padre, il quale pensa perfino ai gigli del campo e agli uccelli dell’aria. 34 Gest ci comanda la sollecitudine per i beni spirituali; e ci assicura che chi cerca i beni spirituali non manchera neppure dei beni temporali necessari. Il sesto e ultimo peccato del blocco é la . E una sollecitudine condannata dallo stesso Gest! che dice ai suoi discepoli: (Mt.6,34) Caro Teofilo, il Signore non vieta ogni previdenza del futuro; vieta la previdenza eccessiva. Possiamo dire cosi: - come non dobbiamo cercare i beni superflui, che oltrepassano la necessita della vita presente, - cosi non dobbiamo anticipare il tempo della sollecitudine: a ciascun giorno la sua preoccupazione. Caro Teofilo, voglio terminare questa lettera con un cenno al vizio capitale che sta all‘origine di questi peccati appena esaminati. S. Tommaso, ricorderai, ci ha detto che i vizi della precipitazione, dell'inconsiderazione e dell’incostanza, nascono soprattutto dalla lussuria. E questi peccati appena esaminati da quale vizio capitale nascono? Nascono specialmente dall’avarizia. Credo proprio che sia cosi. La cupidigia delle cose spinge a ricercare le cose nei modi pid sbagliati, per scopi cattivi e con mezzi cattivi. Fai anche tu un serio esame di coscienza. Caro Teofilo, avendoti parlato della prudenza, delle sue parti e dei peccati che le si oppongono, voglio terminare ricordandoti queste parole di Gest: (Mt.10,16) Perché Gest ci ha lasciato questo chiaro precetto sulla prudenza? 35 S. Tommaso risponde cosi: la dottrina evangelica @ una dottrina di perfezione; non poteva quindi mancare un precetto sulla prudenza che é la guida di tutte le virtl morali, cio@ della giustizia, della fortezza e della temperanza, e delle virtl connesse, come ti spiegherd cammin facendo. Con {a prossima lettera incomincerd a parlarti della virtt cardinale della giustizia, che é:una virth morale; preparati. Tuo Don Battista INDICE 2 Sulla prudenza |Sullestensione della prudenza, ecc. 7 Sulle parti della prudenza 12 Sulle parti integranti della prudenza 15 Sulle parti soggettive della prudenza 19 Sulle parti potenziali della prudenza 21 Sul dono del consiglio 27 {Sui peccati contrari alla prudenza: primo blocco 28 Sui peccati contrari alla prudenza: secondo blocco 32 36

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