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Meccanica
\'c-uori pc,...il'iont•t·

VMlori ,·elocità (v)


SJ>OSl;\11\('IUO

\',·uori compom·111iddla vclocilà


--
-
\'c.•uori,
momento m«canico (-r)
e momento angolare (L)

Dirclioni del moto


-

lineare o rotazionale:
\'nturi ft>rLll (F) -
Moli<-
VetlOri componenli cldl:i fon.a -

\'~tori arc('k-r.uion,· (a) - Carrucole

'
\'c.•noriccm1pont·n1i ,lcll"an:c:kr.uionc- -

Elettricità e Magnetismo

e.ampi l"k-llrici C,uicknsau,ri ---i'-: -


c:antpi nm~t1c.·li<:i lndunori (spir<--)

Resis1ori
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Gah-anomc.•tri
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Bat1erit-
Generatori ac -@--
C' altri alim<-ntatori dc

lnterruunri Simbolo di tc.-1·111 '

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l.l'nti ,. prismi
- Oggc.-ni

Immagini
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::jp«chi
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Indice generale
iv h1diet generai,
V

lrÌJ~gjni formate
26,S i '.:.1
· '.·',· pe'ÌIrifrazione 78 I
21ì.4 Lenti sottili 784
26.5 Abber,azionidelle lenti
(Facoltativo) ·,:,792
Sommario. : /i9S · '.i/i
Domande~u·ééu.uait>.·,7M · ';\
' Proble'pu'
• ! ··:79
,. 5 ' ,'·, , '' , I ..,
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~1,~1~((),;if#J
·. :-..': 2s:1 è :Lifnatura
della tùèe 746:· .
:};Jr:~i{==~m!~
:{i;:r:-~'. 2·.'i ·.:,_748'
',' .:.·...·:•
·· 25.3 R.iflèssionee rifrulòne 749
25.4. · D~penione e prismi 756
. ,' ~5.5 .'.· IJ
.t>?°cipiòdi Huygens. ·758
·. 25.6 · ~esl!ione totale · 759
. Sommarlo 763
Domande concettuali 764
,.·.'/Prpblemi. 765 . .....
27 Otcicaondulatoria
::;?: ~~ ai_problemi concettuali 771 80!) ·, .•

· .,i, 21.1:.:
Condi~~,niper,l'lnterfere~, ,8QQ./
.
;,27.2 :L'eppérimento della <$oppia.:>.';;
.:·y_ 1i1\/
·: . ·.;f~n~~~dl-Xoung a01·:/.::.<,'.:};(
. · 27.8 · : Canibli!,mento:di
fase dovuto · · ·.\·:•:\i·
. alla'rifleisione 808 , .
27.4 : . Interferenza .
· · nellcdmbinesottili 810
;27.s/ l)~pne ·. =1ns .:': ·::;
._:
. .'·.··;;;i,)./.
vi Indiceg,nerale
19
Forze elettriche
e campi elettrici

,\ I\ C; O .\I I· ., I ;

19.1 Cenni storici


19.2 Proprietà
delle cariche
elettriche
19.3 lsolan ti e conduttori
19.4 La legge di Coulomb
19.5 Campi elettrici
19.6 Linee di forza
del campo elettrico
19.7 Flusso elettrico
19.8 Il teorema di Gauss
19.9 Applicazioni
del teorema di Gauss
a isolanti carichi
19.10 Conduttori
in equilibrio
elettrostatico
19.11' Moto
di una particella
carica in un campo
elettrico uniforme
536 Capitolo 19 /•n1i, elellrfrhe e campi eldllfri

19.1 • CENNI STORICI


In questo capitolo continuiamo il nostro studio dei fenomeni elettrici e magne-
tici, che abbiamo introdotto nel Capitolo 5, Le leggi dell'elettricità e del magne-
tismo giocano un ruolo centrale nel funzionamento cli clispositi\Ì quali raclio,
lelel'isio11i,motori clcurici, calcolatori. accclcrnlori pt'r alle energie e 1111.1mol-
titudine di apparecchi elettronici usati in medicina. Più importante, tuttavia, è il
fatto che le forze interatomiche e intermolecolari, responsabili della formazio-
ne di solidi e liquidi, siano di origine elettrica. Inoltre, forze quali l'attrazione e
la repulsione tra oggetti e la forza elastica in una molla sorgono da forze elettri-
che a livello atomico.
Documenti cinesi suggeriscono che il magnetismo era conosciuto fin dal
2000 A.e.Gli antichi greci osservarono fenomeni elettrici e magnetici, probabil-
mente fin dal 700 A.e.Essi trovarono che quando un pezzo di ambra veniva stro-
finata, si elettrizzava e attirava pezzetti di paglia e piume. L'esistenza di forze
magnetiche fu scoperta osseniando che pezzi di un minerale esistente in naturn
chiamato mapliù (F~80 4) attirava il ferro. (Il termine elettricoderiva dalla paro-
la gi;e~ ·per l'am~ra,• damm. Il termine magneticoderiva da Magnesia,regione
costiera della Turchia dove fu trovata la magnetite).
Nel 1600, l'inglese William Gilbert scoprì che l'elettrizzazione non era limi-
tata all'ambra ma era un fenomeno generale. Gli scienziati cominciarono a det-
tri7.zareuna varietà di oggetti, inclusi polli e persone! Gli esperimenti di Charles
Coulomb nel 1785 confermarono la legge di dipendenza della forza elettrica
dall'inverso del quadrato della distanza.
Soltant0 all'inizio del XIX secolo gli scienziati poterono stabilire che elettri-
cità e magnetismo erano fenomeni correlati. Nel 1820, lo scienziato danese
Hans Oersted scoprì che l'ago di una bussola, che è magnetico, viene deflesso
quando è posto vicino a un circuito in cui passa corrente elettrica. Nel 1831,
Michael Faraday, in Inghilterra e, quasi simultaneamente,Joseph Henry negli
Stati Uniti dimostrarono che, quando un filo è messo in movimento nelle vici-
nanze di un magnete (o, equivalentemente, quando un magnete viene messo in
movimento nelle vicinanze di un filo), si osserva una corrente elettrica nel filo.
Nel 1873, James Clerk Maxwell utilizzò queste osservazioni e altri fatti speri-
mentali come base per formulare le leggi dell'elettromagnetismo cosi come
oggi le conosciamo. Poco dopo (attorno al 1888), Heinrich Hertz verificò le
previsioni di Maxwell producendo onde elettromagnetiche in laboratorio. A
questo risultato seguirono sviluppi pratici quali la radio e la televisione.
I contributi di Maxwell alla scienza dell'elettromagnetismo furono partico-
larmente significativi in quanto le leggi che egli formulò sono alla ~ase di tulule
forme di fenomeni elettromagnetici. Il suo lavoro è comparabile per importan·
za alla scoperta di Newton delle leggi del moto e della teoria della gravitazione.

19.2 • PROPRIETÀDELLECARICHEELETTRICHE
Un c1•rto numero di ~cmp.~f.Lt;.spgimc:.11~i. ..Qim2~u·ruw l'esistenza.delle. forlc
.!;!~ttn,sI!'~içh~~P.et..e.aempiQ... dopo aver .Jl~.a.tn.1m.~~.!!_e_~~ _i_~~!!! ..~-~lf-l
osse!'Vll~eç~~ il..mmi!:IS .alli!!l!~stini di carta, 4..fom elettrostatica attrat-
. tiva'èspesso sufficientemente forte da tenere sospesi i pezzettini di carta. Lo
stesso effetto si verifica con altri materiali strofinati, come il vetro e la bachelite.
Un altro semplice esperimeqto col}Siste nello sttofinate con della lana (o
con i vostri capelli) un pallòncln'Ggonfiato. In:un ~O'tnò secco, il palloncino
19.2 l'mpri,tti ,J,/1,, rmir/i, ,t,,tt,ir/i, 537

zr:mtrrs:rrw m:e:ternr:wrnr
1&wweee·w1 i I &:t:tw?

e-~ ~~

~~· IG .. ·

~\'etro __.,":!""".:.-;;~
Bachelite
~ ~F

(a) (b)

r,gura 19.J (a) Una bacchena di bachelite. carica negativamente e S05J>Csa a un filo, è
attirdta da una baccheua di ,·etro carica positi,·,uncnte. (b) Una bacchcua di bachelite
carica nt·gati\1u1u.~nte è n:spint.1cfa u11'ahra han·ht·ttadi bachelitt·nirka 11cgatht1mcnlc.

strofinato aderirà alle pareù della stanza, spesso per ore. Qt1a~~~ i .rnat1:riali si Charles C.otdomb ( 1736-
comportano in questo modo. si din· du· ,·"i ,11110 c!i\'cntali elettricamente carl- 1806), il grande fisico fran-
. ~fcPotcw comunicar,· al vostro coq><•una rnrirn elettrica è°àmm1na11do··sopra' cese in onore del quale
un tappeto di lana o scivolando su un sedile cli automobile. Si può percepire, e l'unità di carica elettrica fu
rimuo\'ere, la carica sul vostro corpo tocrnndo leggermente un 'altra persona. In chiamata wulomb.
condizioni opportune si può n•derc una scintilla al momento del contatto e un
leggero formicolio viene awertito da entr.unbi. (Un tale esperimento funziona
ht·m· in un giorno s<·cco poiché l'L·ccessiva umidità può fornire alle cariche un
cammino per sfuggire al corpo carico).
GILc:speriJnenti dimostran'?. pt~': ,~~<: vi sono. due.speQe.di.cariEhe elettriche,
chiamate positivae negadwada Ben1ami.11Fr.ut~.\~ (1706-179()). La Figur.i 19.1
ill\L~tr.ile inter.izioni delle due cariche. Una bacchetta di bachelite (o plastica) che
è stata strofinata con una pelliccia (o un materiale acrilico) viene sospesa a un filo.
Qmmdo una bacchetta di \'etro strofinata con seta viene avvicinata alla bacchetta di
hachclitc, la bacchetm di bachcliw ,iene attirata verso la bacchetta di vetro (Fig.
19. la). Se due bacchette di bachelite cariche (o due bacchette dì vetro cariche)
vengono avvicinate l'una ali"altr.i, come in Figura 19.1b, l.t forza fra esse è repulsi-
v.i. Questa osserv.izione dimostra che la bachelite e il vetro hanno cariche di specie Figura 19.2 Quando una
bacchetta di vetro è strofina-
diversa. Noi usiamo la convenzione suggerila da Franklin, nella quale la carica elet· ta con la seta, degli elettroni
trica sulla bacchetia di vetro è chiamata positiva e quella sulla bacchetta di bacheli- vengono 1r.isferiti dal vetro
te è chiamat.a neg-.ttiv.t.Sulla base di osserv.izioni come queste, concludiamo che alla seta. Per la 'conservazio-
~~-~~~-~~cfu'.em.Jl~. ne della carica. ciascun elet-
Esiste una tendenza 11amm!c PJ~rjl tr.L~frrimcnto di rnrirn tra materiali diver· trone ~ggiungc carica negati-
V-J alla seta e m.iauguale cari-
:!:'iùroli11,,11cl11 i due. 111a_t~·ri;1)iJJ.\:i!!:1lt(.~i
~.1niml.!~;.Jt<,!l.l!<~!~:;;. ~(iiiuiuò ca posìliva viene lasciata sulla
IIl len~il_i_ç~l~C,~rnsj. iJ,!W.!~<;l!SU
di.l.Wfer.itru:.ttty.f!_i_~~!,i_':_~ bacchetta. Inoltre, poiché le
·······-~Q_n'altra importante.ca~)teristica dellu:arica elettrica è che essa si conse~ cariche si trasferiscono in
se'!'~• Cioè, quando due oggettij!,!.!!-iahncntc o.1all!"!.~~!!WM.L~ricati strQfi:, pacchetti discreti, le cariche
· n~2,9li insiemc .. nel proc.:=.non=ngo.D.Q.f~ç~. Glioggl:U!.!l!YW.~: sui due oggetti sono ±eo ±2•
o ±!le,e così via.
~,fo.caric.hi~.~-~~I!. i:aric~-~corpo aU'altr2.
J.!n
oggetto guadagna una certa quanùtà di carica ~a mentre l'altro ~rde la
-~c:.5!.3 qYMtità di.çmi;iUlegalÌ~e..quindi.r.iID!P.lS.SO!l ~..!,l~~!!S~ poot~ffr.
538 Capitolo 19 Fon, ekttricliee campiekttrici

Sistema di esempio, quando una bacchetta di vetro è strofinata con la seta, com~ig1,!ra
E.:..2.i...!aseta acqwsta una ca,lj~U)J:sa,.IJ.'@.µ~ajsjl).~.asmlÌÌ.to ..aila,.gri_Ql
2..os_!!!~ •.in ..quanto ..elettroni-eariehi negativam.enù: si
..§.lilla.bacch!:.U!_!!LYi:tm
-~9.na..trasreriti·da• vetro-alla.seta, ..Similmente, quando la bachelite è strofinata
con una pelliccia, elettroni si trasferiscono dalla pelliccia alla bachelite,_ Un,
..!!.lfllto ~~-~~tiene un numero immenso di eletY:Q!IJ..(9!:!l'o.r4!n~~j)~)-
lnoltre, per ogni elettrone negativo, è presente un protone carico positivamen-
te; quindi..,un oggetto neutro non possiede carica netta di alcunseJffiO..
_L<- fnrz~@letu:i~he fra oggetticarichi sono state misurate da CnnJorob,;or:i
J!.D3 bilanciadi tonionc (Fig 19 3)i Il siscma consisredi dne sferettefiuate agli
~emi di una barrettaerizwnta]edi materialeisolantee snspep a nn filo di
· seta. La sfera A poaiede una cari~ l'oggetto caàco B viene~
:sferàA!..'G forza af@va o re1ulsiva fra i dl!,t:_
ogge!!!.~tif!!~!!!.2~one
J!~~~~.!!.!9.!!ÌQ.'l~~L~~~P~K\!i~~~-:.~.,!11~~~~-~i.~!.~<>~.!~~
. ·· ~-~.!.!!!.tlJ!rato trargi~ la deflessio~!!!\!.E:!!.~~-
!~~i-~~-~-1:!~~~tto
' . . ~alla.$PSpcll~~tia.tuQta.i;\i.PJ!.S!;.~!?_ ~~ o,_çg!!~ ~---·.. --~i
..I.· .!!èt..!!!!!.Q.9.~~.!!.!!a.~i:s.i!m!a.~JjlQ,.ftllP.
~~~ !:!:!ll!.i!i.l;l.ti.9.,__lbalo..
1.dl1t~i
· :·-t~.9~J1:~ngQ}o,di.1:otazioue·a\lmenta.COQ.l'.awn~e.della.ca.rica degli.oggetti.
...!:~~.C.C?.rn~~~-~,9.,!',.mi~rn.«;&!.Wl."-ta.ti~.9.~.!l~
Così._r!;ngo!!?_!!i fQ~ el<:ltric.;i
..~~~
~!:..!.l!E.!!?.~.!!
Dalla discussione condotta fin qui, e da quanto appreso nel Capitolo 5, con-
cludiamo ch<\.laçacii;a elettrica ha le seguenti.imp11rtanti.prapriew..

·_:.,.ù/
Figura 19.S Bilancia di tor-1,.' • In natura esistono due specie di cariche, con la caratteristica che cariche
sione di Coulomb, usata per \ di specie diversa si attraggono mentre cariche simili si respingono.
stabilire che la forza tra due 0:, • La forza fra cariche varia con l'inverso del quadrato della loro distanza.
cariche elettriche è inversa- i
mente proporzionale al qua-( • La carica si conserva.
drato della loro distanza. • La carica è quantizzata.
~------------------------------'
PROBLEMA 1
CONCET1UAlE
Due bacchette isolanti hanno gli estremi carichi di segno opposto. Essesono sospeseper
Figura 19,4 (Problema con- i loro centri in modo da poter ruotare liberamente, e vengono tenute nella posizione
cettuale I) mostrata in ·unavistadall'alto (Fig. 19.4).11 piano di rotazione delle bacchette è il piano
del foglio.Le bacchette resteranno in questa posizionequando verranno lasciatelibere?
Se no, in quale posizione(ì) andranno? La configurazione(i) finale sarà stabile?

19,3 • ISOLANTI E CONDU'ITORI

È conveniente dassificare le sostanze secondo la loro capacità di condurre I.i


carica elettrica.

· ~oduttori sonq i materiali in çqi .!e-


cariche elettriçhe si "!!l..O!onolibera-
mente mentre isolantisono quei mareriaJiiu.~s!!J?~s!,1])1:!.~9JlO
~
19.3 Isolantie ctmdutturi 539

,Materialicome il ve'!<>e la gacbelire TieA1taDQ.~U~-


.Q!,lwdo talimateriaJi mo ~fifilt;>., ~l~~!),~c,~~~-wiwl
~l3:.~1:ÌE~.E?.!!..~.~~~- ~ al~.~~!'~ d~I material~\Jnvece,. roatcriali.comc: il • I metallisono bu011i
~d.:~l).ip, l'~n!!> .~!W.PH!>.t•! conduttori
.c;~!1!\~ttm~t.<:l~! g1!!:~.~W.i1,Wri.<ù.i.~i:u>
.5.!!i'3!Li!L~Qll.U.O.QJ.!:.Ri~w~ll ~ça,sj ~~b\li$ce i:api<lamea1,e
sull'J.!l!!l!lU.l!~C.l.c;,ci,Q9Y.W?.m,,5e teniamo una bacchetta di rame in mano e
'Tasi strofina con della lana o una pelliccia, essanon attirerà pezzettini di carta. Ciò
potrebbe suggerire che un metallo non possaessere caricato. D'altro canto se si
tiene la bacchetta di rame con un manico isolante e quindi la si strofina, la bac-
chetta rimarrà carica e attirerà i pezzettini di carta. Ciò si spieganotando che nel
primo caso, le cariche elettriche prodottedallo str0ftnio si muoveranno facilmen-
te dal rame attraverso il corpo e giungeranno alla fine a terra. Nel secondo caso il
manico isolante impedisce il passaggio a terra delle cariche.
50QP\I.Da
J.J1111icimd-1dttl1'i 'S~ !li!1J!tstiall s:k loropropàetàçlettriche
sono a metàAttadatra quelledesJi isolartir:dei cODdJ.IUQri e il gerrna-
11siliçi.Q
esempi ben noti di sernicoodnttori comunemente usati nella fabbri--
JY9..WJ10
cazione di una grande varietà di dispositivi elettronici I&pwgdc:J.à elettriche
~Ls~miC.9Jl~\.1.l!.QO.
l!Q~l!9..~~.Ym.l!lUW:he. di di."tersi.w:dini..d.i,gr,;i,!IJl.!:.~a.
aggiunget}~O açl_~i _çjçll!!quan u.tà.DOl.e.diakuni.tipi di atomLc:stilllzj.

~-
Carica per induzione
Q\w1do w1.1:2.9Èt~~t~E~. ~ t:~!!«:&a.!c:>
..~Jl~I!".rril_pi;.r.
m~:!.ZC!.,d.i
•.l,IR!i!~.EfWSH!t<?fS.§i
dice_sht!.~.1-~'!-~..;.,Y!-;I.eua. può. allo~a.e~r!: .C:Q!lfii9.t!?.-.E!.!:!!t.:eg~,ç.:,,
J§.Efnito,xegpw.i.gliele~~..ru~v.~-,:re~c::1.1.<!!?.m:.~ (a)
~,.!!ll...R.S9.lnP.Jç!.!!1.stc;..,çgm,:.,
u.n..<:otl®~~9,f$,.W~ ..arica•oim:d!.-~.il
..essere
.i2c~1~~r.!i~.ri?.tc:>.c.~~l~ ~~JJ\,
Consideriamo una bacchetta di bachelite carica neg-,11iv-.i.mente
.
avvicinata a <i\..
~~-~-\
una sfera conduttrice neutra (non caricata) che è isolata cosicché essa non offre
.,-;; ½

~-.(d)
alcun percorso conduttore verso terra (Fig. 19.5). La forza repulsiva fra gli elet-
troni della bacchetta e quelli della sfera causa una ridistribuzione della carica
sulla sfera poiché alcuni elettrOni si muoveranno verso quella parte della sfera
più lontana dalla bacchetta. La regione della sfera più vicina alla bacchetta avrà
(e)
un eccesso di carica positiva a causa della migrazione di un certo numero di elet-
troni lontano da questa posizione. Se lo stesso esperimento è realizzato con un
filo conduttore che connette la sfera a terra (Fig. 19.5b), alcuni degli elettroni
del conduttore saranno respinti verso terra. Se il filo viene quindi rimosso (Fig.
19.5c) la sfera conduttrice presenterà un eccesso di carica positiva indotta.
Infine, quando la bacchetta di bachelite è allontanata dalla sfera (Fig. 19.5d), la Figura 19.5 Carica di un
carica positiva indotta rimane sulla sfera non collegata a terra. Questo eccesso di oggetto metallico per indu-
carica positiva si distribuisce uniformemente sulla superficie della sfera non col- zione. (a) La carica su una
legata a terra a causa delle forze repulsive fra cariche simili e l'alta mobilità dei sfera metallica neutra viene
portatori di carica in un metallo. ridistribuitaquando una bac-
chetta di bachelite carica è
Nel processo di induzione di carica sulla sfer.t, la bacd1ctta cli bachelite rarica posta vidno alla sfcr.i. ( b) La
non perde alcu,m delle sue cariche negative, poiché essa non viene mai in con- sfer.i.è messaa terra ed alcu-
tatto con la sfera. La caricadi wt oggetto per induzione non richiede alcun con- ni elettroni lasciano il con-
tatto con l'oggettoinducentela carica.Oò è in contrasto con la carica di un ogget- duttore. (c) Il collegamento
to mediante strofinio che richiede il contatto fr.t i due oggetti. a terra è tolto e la sfer.i.pre-
senta una carica positivanon
Un processo molto simile alla carica per induzione dei conduttori avviene uniforme. (d) Quando la
negli isolanti. Nella maggior parte degli atomi e delle molecole neutre, il centro bacchetta di · bachelite è
delle cariche positivecoincide con il centro delle cariche negative. Tuttavia, in allonllUIIIUI,la, sfera diventa
presenza di un oggetto carico, questi centri possono spostarsi leggermente risul- uniformemente carica.
Capitolo 19 forze ekttrichee campi elellriti

' . I
Oggetto.'
carico
(a) (b)
Figura 19,6 (a) Un oggetto carico induce delle cariche sulla superficie di un isolante.
(b) Un pettine carico attira dei pezzettini di carta a causa dello spostamento di cariche
nella carta. SI noti che la carta è neutra ma polarizzata. (FundammtalPhotograplu,NYC)

tando così una carica positiva più da un lato della molecola che dall'altro.
Questo fenomeno è noto come polarizzazione.li riallineamento delle cariche
all'interno delle singole molecole produce una carica indotta sulla supt•rficie
dell'isolante, come viene mostrato in Figura 19.6a. Con questo concetto,
potremmo essere in grado di spiegare perché un pettine passato attraverso i
capelli attira pezzetti di carta neutra, o perché un palloncino che è stato strofi-
nato sui vostri vestiti possa aderire alle pareti neutre.

'.i~~,~·y1.~_FM.:·.i~~\'>·.
:i)f!~~~\~~;~1~Vi'fl~?~':~:.
~-\}i'.:·'.-1::.,r-:·.
;·:·,1 :\fr~~~~è\
i'1-.~. ..-·_;
i.i!...~-~...
'.
i •.

Una palia caricata positivamente, sospesa a una corda, viene ~vvicinataa un oggetto
non conduttore. Basato sul comportamento della combinazioné palla-<:orda,si vede
che la palla è attratta dall'oggetto. Da questo esperimento, non è possibile determi-
nare se l'oggetto è caricato negativamente oppure è neutro. Perché no? Quale altro
esperimento potrebbe aiutarvi a decidere fra queste due possibilità?

Ragionamento L'attrazione fra la palla e l'oggetto potrebbe essere un'attrazione


fra cariche di segno opposto, oppuusi potrebbe trattare di un 'attrazione fra un
oggetto carico e un oggetto neutro a causa della polarizzazione, delle molecole
dell'oggetto neutro. Ci potrebbero venire in aiuto due possibili esperimenti per
determinare se l'oggetto è carico. Primo, una palla che si sappiaessere neutra può
essere avvicinata all'oggetto: se vi è attrazione, l'oggetto è carico negativamente.
Un 'altra possibilità è di avvicinare una sfera che si sappia essere carica negativamen-
te: ~esi verifica una repulsione, allora l'oggetto è carico negativ-.imente.Se vi è attr.t-
llone, allora l'oggclln è neutro.

PROBLEMA
CONCE11UA1E
2
Se un oggetto sospeso A viene attratto da un oggetto B, che è carico, possiamo conclude-
re che l'oggetto A è carico?
19.5 I.a kggrdi C,mlmnh 541

19.4 • LA LEGGE DI COULOMB

Nel Capitolo 5 abbiamo introdotto la legge di Coulomb, la quale descrive la


for.r.a1·lettrostatic,1 fra dul' cariche puntiformi stazionarie. Quando le cariche
sono dello stesso segno, la forza fra esse è repulsiva e quando le cariche hanno
segno opposto, la forza è attrattiva (Fig. 19.7). Il modulo della forza elettrostati-
ca fra due cariche separate da una distanza rè

(19.1 J • Leggedi C,oulomb

dove k, (= 8.99 X 109 N · m2/C 2) è una costante chiamata costante di Coulomb.


La costante k, si può anche scrivere

k, = __ I_
41TEo

dove la costante Eoè nota come costantedielettrica(o permittività) del vuoto1 e ha il


v-.alore

Eu = 8.8542 X 10· 12 C2/N . 1112 • C.ostantedielettrica


da vuoto
La carica di un elettrone o un protone è I e I = 1.60 x 10·19 C. Quindi, I Cdi
carica è uguale alla carica di 6.25 x 1018elettroni (cioè I/ e). Questo numero può
essere confrontato con il numero di elettroni liberi in I cm~ di rame che è
dell'ordine di 102'. È da notare che I C è una qu~ntità notevole di carica. Nei tipi-
ci esperimenti di elettrostatica, dove una sbarretta di bachelite o di vetro viene
caricata per strofinio, si ottiene una carica dell'ordine di I~ C (= 1 µ.C).In altre
parole, solo una frazione molto piccola della carica totale disponibile si trasferi-
sce fra il materiale strofinante e la sbarretta. Le cariche e le masse dell'elettrone,
del protone e del neutrone sono date in Tabella 19.1.
Nel trattare la legge della forza di Coulomb, bisogna ricordare che la forza è
una grandezz.avettorialee come tale va trattata. Inoltre, è da notare che la leggedi
Coulomb è validaesattamente solo per cariche puntiformi o particelle.La forza
(a) .A
elettrica su l]z dovuta a q1 , rappresentata da F21 , può essere espressa in forma vet-
toriale come _,,,-{'"
(b)
(19.2)
Figura19,7 Tra due cari-
che puntiformi separate da
una dist~1n1.a , si esercita una
fo1"1.u.-eciproca data dallu
TABELLA 19.1 Carica e massa dell'elettrone, protone e neutrone legge di Coulomb. Notare
che la forza su q1 è uguale e
'~~«;:),._.,_, oppostaalla forza su 1/2·(a)
Quando le cariche hanno
Elettrone (e) - 1.6021917X 10-IO 9.1095 x ur" segno uguale, la forza è re-
t 1.60219)7 X 10-IO 1.67261X 10-27 pulsiva. (b) Quando le cari-
Protone (p) ctie hanno segno opposto, la
Neutrone (n) o 1.67492 x Io-27
forza t attrattiva;

1 Vedinota !Idel Capitolo5 a pag. 134[N.d.T.).


542 Capitolo 19 Fon.ee/ettrichtt campi tkllrid

dover è un versore (vettore unitario) diretto da q1 a q.1 come in Figur.i 19.7a.


Poiché la legge di Coulomb obbedisce alla terza legge di Newton, la forza eld-
trica su q1esercitata da </2è uguale in modulo alla forza esercitata da q1su <tJ•ma
ha \'tirso opposto, cioè, F 12 = - F21• Oall'Equazinnc l!l.2 \'Cdiamo che se l/1 e 't~
hanno lo stesso segno, il prodotto q1f/2è positivo e la forza è repulsiv-.i come in
sono di segno opposto come in Figura 19.7b, il prodotto
Figura 19.7a. Se q1 e 1/'J.
è negativo e la forza è attrattiva.
q11/'J.
Quando sono presenti più di due cariche, la forza tra ogni coppia di cariche
è data dall'Equazione 19.2. Quindi, la fona risultante su c:iascunadi esse è ugua-
le alla ,omma vettorialedelle forze dovutealle singole cariche. Questo principio
di sovrapposizione applicato alle forze elettrostatiche è un fatto osservato speri-
mentalmente. Per esempio, se ci sono quattro cariche, la forza risultante sulla
particella I dovuta alle particelle 2, 3 e 4 è data da

Esempio 19.1 Dove è nulla la forza risultante?


Tre cariche giacciono lungo l'asse xcome in Figura 19.8. Soluzione Poiché rt,,è ncgati\~1e t/1 e 'l'i sono t•ntram-
La carica positi\-a q1 = 15.0 µ.Csi trOV'din x= 2.00 m, e la be p<»iti,·e, le for-LeF, 1 ed F,2 sono entr-,unbe attmllivc,
carica positiva q,i = 6.00 p.C si trova nell'origine. Dove come indicato in Figura 19.8. Se indichiamo con x la
deve essere posta la carica negativa1/ssull'asse x in modo coordinata di 11.1• allora le forze F,i ed F,2 hanno modu-
tale che la forza risultante su di essa sia nulla? lo timo da
F . k lf/:lll'hl
e 3l? = ,--;--
2.00m~
Se la forza risultante su q, i, zero, allora F:1~ deve essere
x-t2.oo-xl uguale e opposta a F31, ossia
ll[sll'hl lq1I
l'r.11
k,-,l-- = k, (2.00-x)
2

Notando che k, e 1/s, essendo comuni ad entrambi i


Figura 19,8 (Esempio 19.1) Tre cariche puntiformi membri, si elidono, troviamo
sono poste lungo l'asse x. La carica 1/sè negativa, mentre (2.00- x)2lq,il = x'-lq1I
q1 e q,i sono positive. Se la forza totale su 1/sè nulla, la
forza su 1/sesercitata da q1 deve essere uguale e opposta (4.00-4.00x+ il)(6.00x llrC) = _.l!(l5.0x 10-ttq
alla forza su '1sesercitata da q-
1• Risolvendo questa equazione si trova x= 0.775 m.
Perché la radice negativa non è accettabile?

Esempio19.2 L'atomo di idrogeno


L'elettrone e il protone di un atomo di idrogeno sono Utilizzando la legge di gravitazione universale di
separati (in media) da una distanza all'incirca pari a Newton e la Tabella 19.1, troviamo che la forza gr,IVita-
5.3 x 10-11 m. Calcolare l'intensità delle forze elettrica e zionale è uguale a
gravitazionale fra. le due particelle.
mm.
1'~= (;-'-•·-= ( 6,7xl0- :"-:.1112 ) X
11 -·--
Soluzione Dalla legge di Coulomb, troviamo che la • ,2 kg2
forza elettrica attrattiva ha intensità
(9.11 x 10~,, kg) (l.67x 10-27kg) = 3.6x 1o-47N
(5.3 X J0- 11 m) 2
1,12 9 N · m2 (l.60x 10-19 C) 2
F,=k,-- = 8.99x!0 --- ------- Il rapporto F,/F 1 • 3 x !<>39.
Quindi, la forza gravitazio-
T2 C2 (5,3 X 10-11 m) 2 nale fra particelle atomiche cariche è tra8Curabile ri-
V 'lt',l:IJ~';w,l! spetto alla forza elettrica.
= &flM~~~llltiti~
19.5 <:11mf,i
,kttrici 543

ESERCIZIO1 Due cariche punùfom1i di v-.ilore3.0 nC:e 6.0 nC sono separate da una
distanza di 0.30 111.Trovare la forza elettrica di repulsione fra esse.
Risp11,1a 1.Hx I o-6 N

19.5 • CAMPI ELETIRICI

Il campo gra\itazionale g in un punto dello spazio è stato definito nel Capitolo 5


come la forza gravitazionale F agente su una massa di prova ffl()diviso per la
massa di prova:_g., F/ffl(). In modo analogo, un campo elettrico in un punto
dello spazio può essere definito in funzione della forza elettrica agente su una
carica di prova </oposta in quel punto. Per essere più precisi, il vettore campo
elettrico E in un punto deHo spazio è definito come la forza elet1rica F agente su
una carica di prova positiva posta in quel punto diviso per il valore assoluto
della carica di prova 'le%

[19.51

~i noti che E è il campo prodotto da una qualche carica esternaalla carica di


prova - non il campo prodotto dalla carica di prova. Ciò è analogo al campo
gravitazionale creato da qualche corpo mmi· la Terra. Il vettore E ha le unità SI
cli newton su rnulomb (i':/C). La direLiom· nrielllata cli E è la direzione orien-
tata di F poiché abbiamo assunto che F agisca su una carica positiva di prova.
Quindi, possiamo dire che un campoelettrico esiste in un punto se una carica di
prova a riposo posta in quel punto subisce una forza elettrica. Una volta noto il
campo elellrico in un qualche punto, la forla su qualsiasiparticella carica posta
in quel punto si può calcolare dall'Equazione 19.3. Inoltre, si dice che il campo
elettrico esiste in un certo punto (anche nello spazio vuoto) indipendentemen-
te dal fatto che la carica di prova sia o no posta in quel punto.
Consideriamo una carica puntiforme q posta a distanza r da una piccola cari-
ca di pro\"a 'lo·In base alla legge di Coulomb, la forza che si esercita sulla carica
di prova da parte di qè

-
F-h, ..!l!i!!..
2 r
• (a)
T
9o

~
Poiché il campo elettrico nella posizione della carica di prova è definito da E=
F/ q0, trO\iamo che, nella posizione di </o,il campo elettrico creato da q è
. q ,' E
[19.41 ~ (b)
dove i- i· un n-rsore diretto eia q a 1~1• (Fig. 19.9). Se I/•\ /m1i/it111,mmc in Figura Figura 19.9 l'na rnrin1 di
19.9a, il campo è dirello r.idialmente cd è uscm/1•da questa carica. Se q è negati- prova ~ nel punto Psi trova
va, come in Figura 19.9b, il campo è diretto radialmeme cd è enlranlenellacari- a una distanza r da una cari-
ca q. ca punùfonne q. (a) Se q è
Per calcolare il campo elettrico in un punto Pdovuto a 1111insieme di cariche positiva,il campo elettrico in
P è diretto radialmente nel
puntiformi, calcoliamo, prima, i vettori campo elettrico in P individualmente verso ILfCfflU da q. (b) Se q è
usando l'Equazione 19.4 e poi sommandoli vettorialmente. In altre parole, il negativail campo elettrico in
campo elettricototale dowto a un imieme di caricheè ugualeaDaso- vet- P è diretto radialmente nel
torialedei campielettricidi tutte le cariche.Questo principio di sovrapposizio- veno mlnlnùin q.
Capitolo 19 Foru el,Urichtt (llmpi ,lellrid
544

ne applicato ai campi segue direttamente dalla proprietà di sovrapposizione


delle for.te elettriche. Quindi, il campo elettrico di un insieme di cariche (esclu-
sa la cal'ica di prova q0 ) si può esprimere come

[19.5]

dove r;è la distanza della i--esimacarica q;dal punto P in cui è posta la carica di
prova, ed r;è il versore diretto da q;a P.

..•'"·":~.:~
~it·'r.téd::r.:1;fe¼f~Wij~t~91s-«1\i
it;i~;t.\\~1ir:,
un
·· ·Q;Ùtmd~ elettrone muovendosi orizzontalmente passa attraverso le placche di
deflessione di un oscilloscopio, un campo elettrico uniforme nella direzione vertica-
le esercita una forza sull'elettrone. Qual è la forma della traiettoria seguitadall'elet-
mme mentre si trova fra le placche?

Ragionamento L'intensità della forza eieurica sull'elettrone che ha carka , nel


c-.unpoelettrico di modulo E è I-~= ,E. Quindi, la forza è costante. Confromare ci<Ì
con In forza su un proiettile di massa 111che si muove in due dimensioni in un campo
gravitaxionale g vicino alla superficie terrestre. Il modulo della forza gravitazionale
è 1'',
• 111g.In ambedue i casi, la particella è soggetta a una forza costante nella dire-
zio1u•,·crticalc e ha una velocità iniziale nella direzione ori,zontale. Quindi, la traiet-
toria sarà la stessa: l'elettrone seguirà una traiettoria parabolica,proprio come il
proi~ttile. Una volta abbandonata la regione fra le placche, il campo elettrico scom-
pare I.' l'elettrone continuerà a muoversi in linea retta in base alla prima legge di
:-,1..,.·1011.
--· ··-·------------------------
PR0lllEMA
CONCETIUALE
3
Perché gli schermi televisivie i monitor dei computer diventano così impolverati?

Es«tmplo
19,3 Campoelettrico di un dipolo
Un dlpc1l11 -,lettricoè costituilo da \liii\ carica ~itiv-.i q e
una t'lll'ÌCII negativa - q separate tlu una d1stan7:a2a, 1':= 2E1 cos 6 = 2& __ q__ a
come In l•'lgura 19.10. Tro,-are il cl\mpo elettrico E
, <I+ti'> <I+n2>1,2
dovuto u 11uc~1e cariche lungo l'asse'Jin un punto Pche k 2qa
dista') dull'orlgine. Assumere J > a. ' (j + ,r)S/2
Soluzione In P, i ca~pi E1 ed Et generati dalle due
cariclie ~11110uguali in intensità, poiché Pè equidistante Usando l'approssimazione y li> a, possiamo tra.,curare d'
dalle d111•rnriche uguali ma di segnoopposto. Il campo al denominatore e scrivere
totale è E" E1 + Et, dove i moduli di E1 ed &1sono dati
da

Vediamo quindi che lungo l'asse 'Jil campo prodotto da


Le compm1t•nti_Ydi E 1 ed Ezsi annullano a vicenda. Le \In dì/JOÙIin un punto lontano varia come i/ r'. mentre
compo11e111I x sono uguali poiché C$SC sono entr-.imbe il campo prodotto da una caricap,.,ntifarmevariapiù len-
dirette t1111gul'asse ic. Quindi,Egiace lungo l'asse xe ha tamente, come 1/r. Ciò awiene perché nei punti lon-
modulti \lll'"'1e a 2E 1 cos 9. Dallatlpra 19.IOvediamo tani, I campi delle due caricheuguali, ma di segno op-
che cosfl• filr'"a/(y'A+ al) 112, Quindi, posto, si annullano quasi a vicenda.La varill2ione come
19.5 tkttrid
<:i11nJ1i 545

' I /1·3 di E per il dipolo è otten111a m1d11· pt·r un punto


lontano lungo l'a'ISCx (Problenrn lll ,. pn un punto lon-
1a110in qual~iasidirezìnru-. Il dipolo i: un huo11modc.·lln
prr cli,·,·,"'mulecolc, cnmt· IIC:I.
Conlt' \'Cclremo nei ,·apituli s~gut•nti. Hli atomi 1wu-
tri e le molecole, quando •<>noposti in un nunpo elet-
p trico esterno, si comportano com,· dipoli. Inoltre.
I molte molecole, come HCI, sono dipoli pt•rmanenti.
I
I (HCI è pan:ialmeme descritta come uno iont· H' com-
I binato con uno ione Cl"). l.'effeuo di qu,•sti dipoli sul
I
I comportamento dei matctiali solloposti :, un campo
I
I eleuiico sad\ discusso nel C'.apitolo 20.
I

"I '
I
I Figura19.10 (Esempio 19.3) Il campo elettrico totale E
I
I in Pgenemto da due cariche uguali ed opposte (dipolo
clctuico) è uguale a E1 + &,. Il c-.impo E1 è gcner.ito
dalla ,:arirn positiva q cd ~ ,, il campo gt·nc1,110dalla
n,rka negéuh-.,- ,,.
I/

ESERCIZIO2 L'n pezzo di un sottile foglio di alluminio di ma.'IS.I5.0 x 10-i kg è sospe-


so per mezzo di un filo in un campo elettrico diretto verticalmente verso l'alto. Se la
carica del foglio i, 3.0 µC, tro,·.1rc l'intcnsit,ì del campo che rid1içc la ll'nsione del filo a
zero. Rispusm 1.6 x I <f•N/C ·

ESERCIZIOS li nucleo di un atomo di idrogeno, un protone, gcncrd un campo elet-


trico. I.a distan1.a media fra il protone e l'eleurone dell'atomo di idrogeno è appro.s.,i-
mativ'dlnente 5.3 x 10-11 m. Qual è l'intensità del campo eleurico a questa distanza dal
protone? Risposta 5.1 x 1011 N/C

Campo elettrico di una distribuzione continua di carica


In molti casi pratici (come un oggetto caricalo per strofinio), la distanza media
di separazione fra le cariche è piccola in confronto a quella del punto in cui si
vuole calcolare il campo. In questi casi, il sistema di cariche può essere rnnside-
rato continuo.Cioè, immaginiamo che il sistema di cariche molto vicine sia equi-
valente a una carica totale distribuita con continuità in un dato volume o su una I
r'I
data superficie. I
I
Per calcolare il campo elettrico di una distribu1.io1wcontinua di carica si uti- I
I

../
li1.Zail seguente procedimento. Dapprima, dividiamo la distribuzione di carica
in piccoli elementi, ognuno dei quali contiene un.t piccola rnrirn fltf, coml' iu
Figurn 19.11 l' miamo l.t legge di ( :,miomi, pt,r rnkolarc il rnmpo l'letlrico pro-
dotto da ciascuno di questi elementi in un punto /~ Calcoliamo, quindi, il
campo totale in Pdovuto alla distribuzione di carica, sommando i contributi di F'igura 19.ll Il campo elel·
tutti gli elementi di carica (ossia, applicando il principio di sovrappusizionc). trico in l' gcncr.ito da una
Il campo elettrico in Pprodotto da un elemento di carica l!.qè dato da distribuzione continua di ca-
rica è la somma vettoriale dei
campi elettrici prodotti da
tutù gli elementi llq della
>
distribuzione df. cariçi1.
Capitolo 19 Forze,leltrid1ee rampi ek/triri

dove rè la distanza dell'elemento dal punto Ped r è il versore diretto dall'ele-


mento di carica verso P. Il campo elettrico totale in Pdovuto a tutti gli elementi
clella distribuzione di cariche è approssimativamente dato da

E ~ llq; -
= k,; ~r;
I

dove l'indice isi riferisce all'i-aimo elemento della distribuzione. Se la separa-


zione fra gli elementi della distribuzione di carica è piccola rispetto alla distanza
di P,la distribuzione di carica può essere approssimata a una distribuzione con-
. tinua. Quindi, il campo totale in Pal limite l!.q; --+ Odiventa

//fJIIJ/JO
,kttrj~ ~.una. •
.
E = k, hm ~ l!.q;
4,- 2-r; =k,
~,,-,o
I-.-r
dq
r
(19.6]
~ < ·,'.· ·.·.. ·,'·.·..'
·. I r;
ij/,lrlbiaione
f, . dicarim .
clove l'integrazione è un'operazione vellorialee deve essere trattata con atten-
zione. Illustreremo questo tipo di calcolo con alcuni esempi. In questi esempi,
m;sumeremo che la carica sia 1mifunne111ente distribuita lungo una linea, su Ulm
superficie o in un volume. Quando effettuiamo tali calcoli, è conveniente utiliz-
iare il concetto di densità di carica seconrlo lt: seguenti notazioni.
Se una carica Q è uniformemente distribuita in un volume V.I.i carica per
unità di volume, p, è definita da

lhmsità volumica • p"' Q [19.7]


V
di carica
e l'unità di misura di p è C/m 3•

Se una carica Q è unifonnemente distribuita su una superficie di area A, la


densità superficiale di carica, u, è definita da

lllttsitàmpe,fidak • [19.8]
di carica
e l'unità di misura di uè C/m 2.
Infine, se una carica Q è uniformemente distribuita lungo una linea di lun-
ghezza e,la densità lineare di carica,A,è definita da

DmritàlineaTe,i À a, Q (19.9]
di carica e
e l'unità di misura di À è C/m.

,,,mpio 19.4 -çampo


elettrico generato da una sbarretta carica
\!1111 sbarretta df IÙnghciz.1 f ha una densità lineare di sidcra la sbarretta posta lungo l'asse x. Il mppnrto 11·.tla
\i\l\fll positiva A e una carica totale Q. C.alcolare il carica ti.qsu un segmento ti.xe la lunghezza del segmen-
I\\\lllX' eletuico in Wl punto I' lungo l'm1scdella sbar- to ste"50 è uguale al rappol'to tr.i la carica totale Q c la
\\1111\" una distanzad.da1111t>stremo (Fig. 19.12). lungheu.a della sbarretta. Cioè ti.q/ti.x = Q / e = A.
Quindi, la carica sul segmento Il x è data da ti.q= Ati..x.
·~• IOlmiane Per questo calcolo, si con-
19.5 Campi e/1•1triei 547

li campo .àE generato da questo segmento nel dato dall'Equazione 19.6, che in questo caso diventa
pumo P è nel verso x negativo, e il suo modulo è2 I •d

6.E= k~ = h~
l•:=f kAA,I ,, .\'2
, .t2 , .'('!

dove i limiti di intcgr.ilione v;mno da un csu-cmo (.< = cl)


Si noti che ogni elemento produce 1111 campo nella all'altn, (x = e + tfJ <!ella shm,·cua Poiché k, e A sono
direzione .<negativa, per cui il problema di sommare i costanti, si possono portare fmni dal seh'IIOdi intcgrmdo·
loro contribuii in questo caso è panicolarmente scmpli· ne, per cui troviamoche

I +=
ce. Il campo risultante in P generato da tutti i segmenti
della sbarretta, che si trovano a distanze diverse da P è l ,d d [ I] 1,d
E= k,>,. k,>. --
• .t X d
J
I I ) . - ,,,\Q -'
(
k,>. -;;-T.;;i" =' d\t+tl) __
t,,E
"'" =

:e dove si è usato il fatto che la carica totale Q= >.t.


Da questo risultato vediamo che. se il punto P è mo/Jo
tli.l/m11,dalla sbarreua (ti li<>t), al10111eal <knominmorc
pub ~"""-"l'C trm,cumto, cd I::.. k,Q I ,12• Questa è proprio la
Figura 19.12 (K.empio 19.4) Campo clem-ico in I' forma che ci si aspt·tterebhe pt·r una rnrini puruiform,•.
generato da una sbarretta carica uniformemente, gia· Quindi, a gr,mde distanza dalla sbm-.-etta,la distribuzione
cente lungo l'as.•e .t. Il campo in Pprodotto dal 5egmen· di carica appare come una caricn puntifonne Q L'uso
to di carica :l11i·dato chi k,Aqlx 2. li campo totale in /'i• della 1ec11icadel pm1.saggioal limhe (,/ ~ "') i- spesso 1111
il vettore risult.utt,· cklla s011111m dei campi clellrici pro· buon nit•todo per effettuare una \"Crilirn su 111mformula
dotti da tutti i segmenti della sbarretta. teorica.

Esempio 19.5 Campoelettrico di un anello uniformemente carico


Un anello di niggio a ha una densità lineare di carica trico lungo l'as.~c dell'anello in un pu1110 /' posto "
uniforme, con carica totale Q. C'.akolare il campo elet· distanza xdal centro dell'ancllu (Fig. 19. l!la).

F"igura19.IS (Esempio l!l.!i)


Anello \llliformemcmte cari-
co di r.iggio a. (a) Campo
sull';u1.•c:x prodotto eia un e-
lemento di carica dq. (b) li
campo elettrico totale in l'è
diretto lungo l'asse x. Da no·
tare chè la componente per-
pendicolare del campo elet-
trico in P, prodotta dal seg-
mento I, è annullarn dalla
componente perpendicolare
prodotta dal segmento 2, che
(h) <'in posizione oppc~,m al s<·g-
mt·1110 I.

2 È importante capire il procedimelllo che si dcv., wiarc, per effettuare imegnu:ioni di qu,-.to tipo,
Dapprima, bisogna scegliere 1111elemento le cui parti siano muc cquicl1'1an1idal punto in cui dt'VC
e..crc calcolato il campo. Quindi, occorre esprimere l'elemcmo di caril"a ll.qin funzione delle
v-.iriubilidi integrazione (In questo esempio, c'è la sola v-.u-i-~bile
x). !.'integrale deve contenere
grandezze scalari e quindi dn-e essere, espresso in funzione delle componenti. Si riduce, poi, la
rorma a un integrale 111 una sola wriabilc (o gU Integrali multipU, dasctmo 111una ,ola variabile).
In eocmpi che hanno simmetrie .reriche o cilindriche, le wrlabiH aaranno coordlnair radiali.
548 Capitolo 19 /oòr..,1•/,ttrir/i,, mmpi ,l,ttriri

Ragionamento
e soluzione Il modulo del campo elet- In questo caso, tutti i segmenti dell'anello danno lo st,s·
trico In /'dovuto al segmento di carica dq è socontributo al campo in P, poiché essi sono tutti equi-
distanti da questo punto, per cui possiamo facilmente
tlq
dH = k, -.-, intcgr.arc.· l'r"ipl'l'Ssionc.' pc.•rottenere il campo totah· in
,- I':
Questo nunpo ha una componente x ,IE, = dE cos O
lungo 1'1111se dell'anello e una componente dEJ.perpen- E, = J---- k,x
(.," + 112)3/2
,lq =
dicolart• ull'asse. Ma come si vede in Figura 19.13b, il
campn rlsuhante in Pgiace lungo l'asse x essendo nulla
la somnm delle componenti perpendicolari. Infatti, la
=:· :,. k,,(' Q
compouente perpendicolare dovuta a ogni elemento , (~~+a~S/2
dell'a11t>IIOè annullata dalla componente perpendicola- Questo risultato mostra che il campo è nullo per x = O.
re do,,1111ad un elemento opposto ad esso. Poiché r = Ciò è:sorprendente?
(x2 + ;i1}I/V e cos Il= ,i/r, troviamo che
ESERCIZIO4 Dimostrare che a gr.indi distanze dal-

..
.
.. dE,,. ,U-.cos6 = (dq)"
k,- 2-
r. r
- = l'anello (.<il> 11),il campo elettrico lungo l'asse è appro.ssi-
mativ-.imentel'h"llalea quello di una carica puntiforme Q

ESERCIZIO5 Una srera di rnggio •I cm ha 111m rnrica cli + 39 µ.C. (a) St• qursta cari-
ca è uniformemente distribuita in tutto il \'ohmu- della sf'era, qual è la <lcnsitftdi rarka
per unili\ di ,·olumc? (h) Se q1u.·sml'arir;1 i• u11ifon11l·11u.·11tt'
<listribuim sulh1 supt•rlirit·
della sfera, qual è la densità superficiale di carica?
Risposta (a) 0.15 C/111' (h) 1.9 x to·'C:/m'

1. u~ità: quando si eseguono calcoli in cui compare 1a costante


k, (= l/41r1:0) della legge di Coulomb, le cariche devono essere
·,~spresse in coulomb e le distanze in metri. Se i dati sono in altre
. · unità, bisogna prima convertirli.
' , . 2. ,,~fliciizione della legge di Coulomb a cariche puntiformi: è im-
. poa:tlinte ricordare l'uso del principio di sovrapposizione quando si
·ha un sistema di cariche interagenti. In presenza di più cariche, la
· forza risultante su ciascuna è la so,nma velloria/edelle' forze indivi-
~uali esercitate dalle: rimanenti cariche. Occo~re fare· ;,.ttenzione
nella manipolazione di gnmdezze vettoriali. E utile ·rivedere le
n.<>~iq11i
sulle soiJl.me di vettori esposte nel Capitolo I. '.·· ·1
3•. Caltolo del campo elettrico di cariche puntiformi: occ9rre ricoroa-
•··Jàdie.U principi1>'di sovrapposizione si applica anche ai'campl.~let-
.· 'Id~~. elle sono ~n'çh'essi gkandezze vet~oriali. Per calcolare il campo
, /~lé'ttriço in un punto, p~a si calcola 'il campo elettric9 In ,guel
P'-'nto dovuto a ciascuna-' carica. Il campo elettrico risultlµlt~!è la
somma vettoriale dei campi elettrici.delle singole cariche. ··
4. Distribuzioni di carica continue: quando si calcola il campo elettrico
generato da clistrihuY-ionidi c:irica continue, le somme vettoriali per
U campo elettrico risultante sono sostituite da integrali vet-
calCl>lllfe.
,',,_._., ·~xi~~La'distribuzione di carica vien~suddivisa in parti i_nfinitesime,
;.,-,:
.1;))/~e'la ~~m.'a
èfat~ integrando''iull'lnte'ra distribuiiònè' di carica; Gli
.,. '•·f'"~mpf 19.4'e 19.5costituisc9no modelli di questa procèdura. .
,;.'/~,'t§i~m.ehi~; A~~o si.~.~ c~~.~.cqn
una dis!rib~one di carich~ .
•r, )::.~,,:o~_tifQrm• ~\IAA~b~oil~.di~Alt.continua, bisognatralTeVèlll•
•• J ,.· ,,
d~~nla persempllficare
:.~Y1(1lì.~detto·•bfu'mnmètrie .·._
i Càlcolr,-'
··
' •• , __,, '
19.li l.i111·,tli/111~"
d1•/1·11111/1111·M1tit-11 549

19.6 • LINEE DI FORZADEL CAMPO ELETTRICO


Un aiuto nmn:nicntc per la ,·istmlizzaziom: elci campo elettrico <:onsiste rwl
tra<Tian· cll'llc· li11,·1·rhl' hanno in ogni p111110I.i dirl"1i11111·
clrl rnmpo l'll'flriro.
Qmcst<· lim:<·, 1·hia111a1i,linee di forza del campo elettrico sono legate al rnmpo
cletlrico in qualunque n•gione dello spazio nel seguente modo:

• li ,·etton· rnmpo e·lettrico E è ltmgnit,alle lince di fori.a in ogni punto.


A
• li numero cli linee di forza per uniuì di area che a!tr.tversano una superfi-
Figura 19.14 Linee di liirt.a
cie perpendicolare alle linee stcs.~c è proporzionale all'intensiuì del che allrd,-ersano due superfi-
campo elctlrico in quella regione. Quindi E è i111ensodove le linee di for1.a ci. l.'intl'nsilà del campo i,
sono fitte ed è debole dove esse si diradano. maggiore sulla superficie A
che sulla superficie B.
Queste proprietà sono illustrate in Figura 19.14. È eia notare che la densità
delle linee attrdverso la superficie A è maggiore di quella attraverso la superficie
B. Pertanto, il campo elettrico è più intenso sulla superficie A che sulla superfi-
cie B. lnoltn•, il t·ampo rappresentato in Figma IH.14 è non uniforme poiché le
li net· in p1111ticlin•rsi hanno direlione rlivt·r·sa.
Alnuu: linet· cli for1.a che rdpprescntano il rnmpo drttrico getl<'rato eia mm
rnrirn pnn1iformt· posith·a sono moMrnlt' in Fignrn 19. lfm. Si noti clw _inquesta
rappresentazione bidimensionale mostriamo solo le linee di fori.a rhe giaccio-
no nl'I piano clw rontit·m· la carica puntirnrnw. l.t• linee· cli forza, in realtà, sono
dalla, arirn in /111/r li· rlirl'lioni, quakosa
clirt•tte· racliahnt·nu· 111'1n·rM1 1tSl"t•n1<•
cli simile agli arnlei di 1111 porcospino. l'okh,; 111m rnrirn di prova positiv-c1posta
in c1m·sto rnmpo sarebbe rt·spinta dalla carica 1/,le linee cli rorza sono dirette
radialmente nel ,·erso usct•nte dalla C"aricaposi1iva. Per lo ste,1so motivo le lince
cli fi117a di 1111nnnpo l'k·ttrico gl·nerato dli mm singol,1 carka negaliV11sono
dirette n-rso la carica (Fig. 19.1:\h). In entrambi i rn.,i le: linee cli fon:a sono
clir,·ltl· radialmente e si t•s1e11do110all'infinito. Da notare che le linee di rm·,.asi
,1wicim1110!i-d loro man mano che ci si approssima alla carica, indic:ando con ciò
che l'in1ensi1à del campo è crescente.

(il) (hl h-l

Figura19.15 I.in,·,· di li1rn1cll'I rnmpu clctlrico gt·nl·rnto da mm carica puntiforme.


(a) Per una ,·m"ka pumiforrnc pusitim, le linee di for,a sono dirette mdialmcntt· verso
l'estcmo. (b) Per una carica puntiforme negativ-.i,le linee di for1J1m>nodirettt• radial-
m1•111e verso la ,·arica. Nntllre che nelle figure sono mostt'llll"solmn10 le lin,·e di li>r1.a
giacemi nel piano comenenlc la carica. (e) L.earee 11<:111-e,10110 <Id 1>c1.1.etti filiformi di
isolanle g'dllq;gian1i su una superfice di nlio, che si alline-,1110con il campo eleuricn pn,-
dotto da un piccolo conduttore carico posto al centro. (Hmold M. W""IP', Univmilà di
Prinulon, perg,mt.nmr..)
550 Capitolo 19 Forzeelettricht, ct1mpielettrici

Le regole per disegnare le linee di forza per una distribuzione di carica qual-
siasi sono le seguenti:
..--
• Le linee di forza devono avere origine dalle cariche positive (o dall'infi-
nito) e terminare sulle cariche negative, o all'infinito nel caso che il sistt~
l
ma abbia un eccesao di carica positiva.
• Il numero di linee di fon:a che escono da una carica positiva o che emr.1-
no in una carica negativa è proporzionale alla carica.
• Due linee di forza non si possono incrociare.

Questa visualizzazione del campo elettrico in termini di linee di forza è con-


sistente con la legge di Coulomb? Per rispondere a questo quesito, consideria-
mo una immaginaria superficie sferica di raggio rconcentrica con la carica. Per
simmetria, vediamo che l'intensità del campo elettrico è la stessa su tutti i punti
della superficie della sfera. Il numero di linee di forza N che esce dalla carica è
uguale al numero che entra nella superficie sferica. Quindi, il numero di linee
per unità di area suUasuperficie è N/ 4wr 2 (la superficie della sfera è 4wr 2).
Poiché E è pro~rzionale al numero di linee per unità di area, vediamo che E
varia come 1/r . Questo risultato è consistente con quanto ottenuto dalla legge
di Coulomb, cioè, E= k,q /r 2 •
È importante notare che le linee di forza non sono oggetti materiali. Esse
sono usate unicamente per darci una descrizione qualitativa del campo elettri-
co. Uno dei problemi cui si va incontro con questo modello i: che, poiché si dise-
gna sempre un numero finito di linee di forza per ogni carica, il campo appare
come se fosse quantizzato e agisse soltanto in direzioni ben definite. li campo, in
realtà, è cqntinuo poiché esiste in ogni punto dello spazio. Un altro problema
con questo modello è il pericolo di avere un 'impressione sbagliata, indotta dalla
rappresentazione bidimensionale delle linee di forza, in quanto essa è utilizzata
per descrivere una situazione reale tridimensionale.
Poiché la carica è quantizzata, il numero di linee di forza che escono da un
qualsiasi oggetto materiale deve essere O,± C' e,±2 C' e, ... , dove C'è una costante
di proporzionalità arbitmria (ma fissata). Una volta scelto C', il numero di linee di
forza non è arbitrario. Per esempio, se l'oggetto I ha carica Q1 e l'oggetto 2 ha
carica Q2 , il rapporto fra il numero delle linee di forza sarà N2/ N1 = (ti/Q 1•

(a) (b)

Figura 19.16 (a) Linee di forza del campo elettrico generato da due cariche puntifor-
mi ugtmli ma di segno opposto (dipolo eletuico). Notare che il numero di linee di forza
che escono dalla carica positiva è uguale al numero di linee che entrano nella carica
negativa. (b) l.a fotografia è stata presa utilizzando dei pezzetti filiformi di isolante gal-
leggianti su una superficie di olio, che si allineano con il campo eletttico. (Haroi,i M.
W~, Univmità di Prinman,p,rgnu.eone:.)
19.6 / ,it,e, ,li Jorz.t,,/,/ campoekttrir.o 551

~))~(~
?1)ì(\~ (a) (b)
Figura19.17 (a) Linee di forza del campo elettrico generato da due cariche puntifor-
mi positive. (b) La fotografia è stata scattata usando due pezzetti filiformi di isolante gal-
leggianti su una superficie di olio, che si allineano con il campo elettrico. (Haroltl M.
W~, Uniwmtà di Princewn,pergmt. eone.)

Le linee di forza del campo elettrico nel caso di cluc cariche puntiformi
uguali, ma di segno opposto (dipolo elettrico) sono mostrate in Figura 19.16. In
questo caso, il numero di linee di forza che hanno origine dalla carica positiV'.i
deve uguagliare il numero di quelle che terminano sulla carica negativa. In
punti molto prossimi alle cariche, le linee di forla sono quasi radiali. L'alta den-
sità di linee nello spazio compreso fra le caridw indica una regione in cui il
campo elettrico è intenso. La natura attrattiva della fort.a che si esercita fr.i le
cariche può anche essere rilevata dalla Figura 19.16.
La Figura 19.17 mostra le linee di forza del campo elettrico in vicinanza di
due cariche puntiformi, positi,·e e uguali. Anche qui, le lince sono quasi radiali
nelle vicinanze delle due cariche. Lo stesso numero cli lince parte da ciascuna
carica poiché le cariche sono uguali. A grande distanza, il campo è approssimati-
vamente uguale a quello generato da una singola carica puntiforme di valore 2q.
L'incurvarsi verso l'infinito delle linee di forca nello spazio compreso tr.i le cari-
che indica la natura repulsiva delle forze elettriche frn cariche di ugual segno.
Infine, in Figura 19.18, sono schematizzate le lince di forza del campo elet-
trico generato da una carica positiva+ 2qe da una carica negativa- q. In questo
caso il numero delle linee di forza che escono dalla carica + 2q è doppio del
numero di linee di forza che emrnno in - q per cui solo metà delle linee che par- Figura 19.18 Linee di forza
tono dalla carica positiva entra nella carica negativa. La rimanente metà termi- del campo elettrico genc:r.110
na su una carica negativa che assumiamo sia posta all'infinito. A grandi distanze da una carica puntiforme +2q
e una seconda carica punti-
dalle cariche (grandi confrontate con la sepamzione tra le cariche) le linee di forme -q. Notare che per
forza sono equivalenti a quelle di una singola carica+ q. ogni linea di forza che ter-
mina su -q, due linee di forza
PR08lEMA
CONCETTUAlf
4 partono dalla carica + 2q.
Dur.mte il bel tempo, sulla superficie della Terra vi è un rampo ,·lcttrico che punta in 1,,i1'r
\'l'!'SOil suolo. Qual i: il srgnu ddlt• rnrkh,· rkttrkht· .i11li1s11p1·rliciecl1mmt1•il bd
tempo?

CONCETTUAlf
PROBLEMA 5
Una palla di plastica rivestita di metallo, scarica, è sospesa nella regione frn due placche
venicali. Se le due placche vengono caricate, una positiv-.imentc e l'altra negativamente,
de,crivere il moto della palla dopo che essa entra in conlatto con una delle placche.
552 Capitolo 19 Forl.l!
e/,ttrid,ce campie~tt,ici

Area~A 19.7 • FLUSSO ELE1TRICO

Il concetto di linee di forza del campo elettrico è stato già descritto qualitativa-
mcutc. Utili:r.zcrcmo orn il i:011cc1tocli flusso elettrico per t:sprimcre <(lll"Slaiclea
su basi quantitative. Il flusso elettrico è una grandezza proporzionale al numero
di linee di forza del campo elettrico che attraversano una datasuperficie (con la
convenzione adottata nel Paragrafo 19.6). Quando la superficie attraversata è
una superficie chiusa (come quella di una sfera) allora ess.i racchiude una quan-
tità di carica totale non nulla, il numero di linee che la attraversano è propor-
zionale alla quantità di carica contenuta all'interno della superficie. Il numero
Figura19.19 Lince di forta di linee di forza è indipendente dalla forma della superficie chiusa che racchiu-
di un campo clcurico unifor- ' de la carica. Questo è essenzialmente quanto stabilisce il teorema di Gaus.~, di
me che · attraversano una cui parleremo nel prossimo paragrafo.
superficie piana di ;irea A
Consideriamo dapprima un campo elettrico uniforme sia in modulo che in
perp~ndicolare al campo. Il
flusso elettrico tP attr.iverso direzione, come in Figura 19.19. Le linee d.i forza del camRC).eletttjco attraversa-
quest"arell è F.A. no una superficie rettangolare di area A, perpendicolare al campo. Ricordando
che il numero di linee per unità di area è proporzionale al modulo del campo
elettrico, il numero cli lince che attraversano la superficie di area A è proporLio-
nale al prodotto EA. Il prodotto dell"intensità del campo elettrico E per l"arca ti
perpendicolare alla direzione del campo è chiamato flusso elettrico, ti>:
<I>= EA [19.10)
Dalle unità SI cli 1':e ,I, vediamo che il flusso ha mmc unità N · m 2/C.
Se la superficie in questione non è perpendicolare al campo, il numero cli
linee (o il flusso) che la attraversano deve essere minore di quanto dato
dall'Equazione 19.10. Ciò può essere facilmente compreso considerando la
Figura 19.20, dove I.i normale alla superficie di area A forma un angolo Il con la
direzione del campo elettrico uniforme. Si noti che il numero cli lince clw attra-
,·ersano quest'area è uguale al numero di linee che attraversano l'area proietta-
ta A', perpendicolare al campo. Dalla Figura 19.20 vediamo che le due aree sono
correlace dalla relazione A'= A cos 9. Poiché il flusso attraverso l'area A è uguale
al flusso attraverso A', si può concludere che il flusso desiderato è dato da
<I>= Et\cos 9 (19.11)
Da questo risultato, vediamo t·he il llus.•10attraverso una superficie di arca data
ha il massimo valore, /:ti, quando la superficie è perpendicolare al campo (o
quando la nurma/palla supt.·rficic è parallela al campo, cioè, 9 = 0°); il nus.~o è
zero quando la superficie è parallela al campo (o quando la normale alla super-
ficie è perpendicolare al campo, cioè, 9= 90°).
Nel caso più generale, il campo elettrico può variare sulla superficie in que-
stione. Quindi. la definizione di flusso data nell'Equazione 19.11 ha significato
soltanto su un piccolo elemento di area. Consideriamo una generica superficie,

Figura 19.20 Linee di fom, di un


campo elettrico uniforme che attra-
versa una superficie piana di area A
che ronna un angolo Il con il
cmnpo. Poiché il numero di linee
che aur.iveraano l'area omhrt.-ggiata
A' è lo stesso di quello che attraver-
sa A, concludiamo che il .fhwo
attraverso /{ è uguale al Ruuo at-
traverso A ed è dato da cl>= EA cos 9.
19.7 /•'hmo ,lm,;rn 553

suddivisa in un gran numero di piccoli elementi, ciasnmo cli area AA. La varia-
zione del campo elettrico nell'elemento di arca puù essere tra11eurata se I' ele-
melllo è sufficientemente piccolo. È rnnvenieme ddinirc un vettore AA,il cui
modulo rappresenta l'area dcli' i-l·simo ,·lt•mt·nto e· la cni direzione è Jwr ,l,ji11i-
alla superficie come in l,.igura I!U!I. Il nusso elettrico A<I>;,
iim1rper/Jet1dicnlare
attraverso questo piccolo elemento è dato da

A<I>;= E, AA,cos 8 = E,· AA,

dove abbiamo usato la definizione di prodotto scalare fra due vettori (A . B =


AB cos 8). S6mmando i contributi di tutti gli elementi, otteniamo il flusso totale F',gura 19.21 Piccolo ele-
attr.1verso la superficie 3• Se facciamo tendere l'area cli ogni elemento a zero, il mento di superficie di area
.6.A,.Il vc,uore campo elettri-
numero degli elementi tende all'infinito e la wmma è sostituita da un integrale. co forma un angolo 6 con la
Quindi, la definizionegenerakdiflussoelettricoè normale alla superlicie (dir<.~
zione di AA,) e il flusso aura-
verso l'elemento è uguale a
<I>= lim ~E;·
AA,--+O
AA; = J E· dA (19.12] E,AA,cos8.

"'l>t"Jtic:it·

L'Equazione 19.12 è un integrale di superficie, d1e deve c11Serecalcolato


sull'ipotetica superficie in questione. In generale, il valore di <I>dipende sia
dall'andanwnto ckl campo c-he dalla superficie.
a rnkolare il llus.so altrnverso una superficie
Abituahnt·1111·san·mo intt'rl·s.,;,1.ti
rliiu.sa.{Una superficie chiusa è definita come umi superficie che divide lo spa-
zio in una regione interna e una esterna, tali che non si può passare dall'una
all'altra senza attravem1re la superficie stessa. La superficie cli una sfera, per
esempio, è una superficie chiusa). Consideriamo la superficie chiusa di Figura
19.22. Notiamo che i vettmi A.A;sono rivolti in direzioni diverse per elementi di
superficie diversi. In ogni punto, questi vettori sono 1um11ali alla superficie e, per
convenzione, hanno il verso ustm/edalla superficie. Negli elementi indicati con
(i) e ®, E è uscente e 6 < 90°; quin~i. il flusso A<I> = E • M attraverso questi ele-
menti è positivo. D'altro canto, per elementi come ®, in cui le linee di forza
sono entranti, 6 > 90°, il flusso diventa negativo a causa del fattore cos 6.11flusso
totale attraverso la,superficie chiusa è proporzionale al numero netto di linee di

F'igura 19.22 Superficie chiusa immersa in


un campo clcurico. I vcllol'Ì area Mi sono,
per convc111.ionc, normali alla superlicie e
diretti verso l'esterno. Il flu"50attraverso un
elemento di superficie pu,, essere positivo
(elementi© e C,) o neiriltivo(elemento®).
L'elemento ca>è sul lato posteriore clella
superficie.

' È importante n01are che la rappresenlllZionecnu le lince di for,u1 non è molto 11<:curaUI, poiché
un 'arl""Jpiccoh, (a sccondn della po5izionc,) può essere au,-....,,..aUIda troppe o troppo poche
llntt. Comunque, insistiamo sul fallo che la defmlzlone fondamen1ale cli 11ussoelettrico ~
f E. 4A. L'uso delle lince di forza e soltanto un aiuto per vlsuallzmre il conccun.
554 Capitolo 19 fo,ze elellricliee carnpielettriri

forza che attr.i.versano la superficie, dove per numero netto intendiamo il nume-
rodi linee uscenti dal volume racchiuso dallasuperficie meno il numero di linee
entranti. Se sono di più le linee uscenti di quelle entranti, il flusso totale sarà
positivo. Se le lince entranti sono di più di qucll<' 11s1·<'nti,il fl11s.'\tJ totale è nega-
tivo. Utiliuando il simbolo p p,:r rapprcs1:nlarc 1111i111,·gmlr r,/e.1/J il li/lii .111/>njil'ie
chiusa,possiamo scrivere il flusso totale, <I>,,attraverso una superficie chiusa

<I>,=~E· dA = p E.d.A (19.13)

in cui E. rappresenta la componente del campo elettrico perpendicolare, o nor-


male, alla superficie e l'indice e indica la superficie chiusa.
Calcolare il flusso totale attraverso una superficie chiusa può risultare abba-
stanza difficoltoso. Però, se il campo è normale alla superficie in ogni punto e
ha intensità costante, il calcolo diventa semplice. Il seguente esempio illustra
questo punto.

(•.' ,' ''


Esempio 19.6 Flussoattraverso un cubo
Consideriamo un campo elettrico uniforme E orientato poiché su queste facce E i: perpendicolare a <IA.In parti-
nella direzione "· Tromre il flusso elettrico totale attra- c:olnn:, l'oricntmncntn cli ,/A i: perpendicolare a E per le
verso la superficie di un cubo di spigolo t orientato due facce parallele al piano n in Figura 19.23. Quindi,
come mostrato in Figura 19.23. 8 =90', cosicché E · dA = E dA cos 90' =O. I flussi attra-
''l·rso i piani parallelial piano ·'9'sono an<'h(.·
nt1llipt·r la
stt·~il n.tgiune.
Consideriamo ora le facce parallele al piano )'t. li
flus.,o netto attraverso queste facce è dato <la

<I>,= II
E·dA+f
2
E·dA

Per la faccia ©, E è costallle ed entrante mentre dA è


uscente (8 =180'), cosicché il flusso attr.tverso questa
faccia è

J,E- dA=I,EdAcos 180' = -E I. dA = -Eil = -Fi2


poiché l'arca di ogni faccia è A= t 2•

Figura19.23 (E.sempio 19.6) Una supcrlkic ipotetica Uguahnc:nte, pc:r la facria ®· Ei: costante e uscente,
di rorma cubica immersa in un campo elettrico unifor- cioè nella stessa direzione di dA ( 8 = O'), cosicché il llus-
me parallelo all'as.se x. 11flus.sotomie attraverso la super- •o attrnver110questa faccia è
ficie è zero.
f
2
E•tlA = f
2
EdAcosO' = Ef dA = +EA
2
= Et 2

Soluzione Il flusso totale può essere calcolato somman- Il flusso totale attraverso tutte le facce è nullo, in quanto
do i flussi attraver,io ogni faccia del cubo. Dapprima,
notiamo che il flusso attraver,io quatlro delle facce è zero,

ESERCIZIO6 Una supcrlicic piana di area 3.2 m2 può essere oriemata in qualunque
direzione in un campo elettrico uniforme il cui modulo è E= 6.2 x IW N/C. Calcolare
il flusso del campo elettrico attrnvc:rsoquesta supcrlicic: quando il campo clt•m·ico (a) è
perpendicolare alla superficie, (b) è parallelo alla superficie, (c) forma un angolo di
75' con il piano della superficie.
Risposta (a) 1.98 x 106 N · m2/C (b) zero (c) 1.92 x 106 N, m2/C
19.8 e;""·"
11,,.,,m11r1
,li 555

19.8 • IL TEOREMA DI GAUSS Supc,rficie


gaussiana

In questo paragrafo dcsc:ri\'eremo una rclaziom• g<·nemlt·fra il flusso dt•ttrico tota-


lr a1tmH·1..,.,1111;1
,11p,·rlki,· rhi11sa (,prs.,o chiamala .rnpnfi,ù· wm,uùinu) (' la rnrirn
all'i111n110di q11t·s1as11p,·rlidt·. Qm,s1a rcl;11iom·, 110111
m11/,•1111tu conu, teorema di
Gauss, è di fondamenta!<" importanza nello studio dei campi elettrostatici.
Dapprima, consideriamo una carica puntiforme l/ posla al centro di una sfem
di raggio r come in Figura rn.24. Dall'Eqtmziom• l!l.4 sappiamo che l'intensità
ciel campo elettrico ovunque sulla superficie della sfera è E= k,JJ/r2 • Inoltre, le
linee di forza del campo sono radiali e hanno verso uscente, per cui sono per- Figura19,24 Superficie sfe-
pendicolari (o normali) alla superficie in ogni punto. Cioè, in ogni punto, E è rica di raggio r che circonda
par.tllelo al vettore !:i.A;che rnppresenta l'elemento locale cli arca àA;. Quindi, una carica puntiforme q.
Quando la carica si lnl1r.l al
E· !:i.A,=E,,AA; = fi:AA, cemro della sfer.i, il campo
eleurico è normale alla su-
e dall'Equazione 19.13 trcl\'iamo che il flusso totale attraverso la superficie gaus- perficie e ha intensità COl!llafl-
siana è dato da te m"Unque sulla superficie.

<I>,= ~/·:.e/,\ = ~ I-:d.1 = /~~ t/A


poicl1(• /·.'è C'ostante sulla superlicit· 1·<1i· daw da I-:= k,.t// r2• Inoltre, per una
superficie gaussiana sferica, pdA =A= 4w r~ (;1rca di una sfera). Quindi, il flusso
totale attm\·erso la superficie gaussiana è

<I>, = -
k,,, ., = +rrk,.t/
2- (4wr-)
r
Ricordando che k, = I I 4w4!11, possiamo scriwre

(19.14)

Si noti che questo risultato, che è indipcnclc111eda r, ci dice che il flusso totale
attr.iverso una superficie g-.iussiana sferica è proporzionale alla carica q interna
alla superficie. Il fatto che il flusso sia indipendente dal r.11-,rgioè una conseguen-
za della dipendenza del campo elettrico dall'in\'erso del quaclr.ito della distanza,
data dall'Equazione 19.14. Cioè, f: varia come l/r 2, ma l'area della sfera v.uia
come ,~. li loro e!Tctto combinato produce un nus.~odw è inclipendcntc eia r.
Consideriamo, ora, diverse superfici chiuse che cirnmdano una carica q,
come in Figu11119.25. La superficie S1 è sferica, mentre I,· superfici :,;led ,\iinon
sono sferiche. Il flusso che attraversa la superficie S1 ha il valore qI Eo, Come
abbiamo discusso nel precedente pamgrafo, il flusso è proporzionale al numero
di linee di forza che attraversano quella superficie. La costnizione di Figura
19.25 mostra che il numero di linee cli forza che attr.iversano la superficie S1 è
uguale al numero cli linee di forza che attmversano le superfici sferiche Si ed -5\i.
Quindi, è ragionevole concludere che il flus.~ototale attraverso una qualunque
superficie chiusa i· in<lipt·11ck111t·rlalla forma rii q11cs1a'"l"'r!kk. (Si puù pro-
vare che ciò avviene se E"" l/r 2). In effetti, il flusso totale che attraversaunaqua-
lunque superficie chiusa che circondauna caricapuntiforme 'I è dato da 9 / 4!o.
Consideriamo, ora, una carica puntiforme posta al di fuori di una superficie Figura I 9.25 Superfici chiu-
se di forme varie che circon-
chiusa di forma arbitmria, come in Figura 19.26. Come si può vedere eia questa dano una carica q.Da llOlarC
costruzione, alcune linee di forza entrano nella superficie, altre invece escono che il Ousso elettrico toiale
dalla superficie. Però il numero di linee di forza che entrano è uguale al numero auraveno ciascuna superfi-
di linee di forza che escono dallasuperficie. Quindi, possiamo concludere che cie è lo stesso.
556 Capitolo 19 fo,.,.,.
e/,thic/,ee mmpi el,11>fri

il flusso elettrico totale che attraversauna superficie chiusa che non circonda
alcuna carica è nullo. Se applichiamo questo risultato all'Esempio 19.6, possia-
mo facilmente vedere che il flusso totale attraverso il cubo è nullo, poiché è
stato assunto che non ci sono rnricht• all'interno ciel <·uho.
Estendiamo questi stessi argomenti al caso generalizzalo di più carkhe pun-
tiformi, o a una distribuzione continua di carica. Faremo di nuovo uso del prin-
cipio di sovrapposizione. Cioè, possiamo esprimere il flusso attraverso una qua-
lunque superficie come

dove E è il campo elettrico totale in un qualsiasi punto sulla superficie ed E 1, ~


Figura 19,%6 C.arica punti- ed Es sono i campi prodotti dalle singole cariche in quel punto. Consideriamo il
fonne po.11aal di fiuni di una sistema di cariche mostrato in Figura 19.27. La superficie S circonda solo una
supcrlìcie chiusa. In questo carica, q1; quindi, il flusso totale attraverso Sè q1/Eo, li flusso attraverso Sdovuto
caso, notare che il numero di alle cariche estemc è nullo poiché ogni linea di forza che entm in tm punto di .'i
lince di for,a che cntr.tno esce da un altro punto della superficie. La superficie S' circonda le cariche </'le
attraverso la superficie è u-
guale al numero di linee di tt,iper cui il nusso totale attraverso S'è (</'.I+rr.,)/e0 • Infine, il flusso totale attra-
for,;1 che escono dalla super- verso la superficie s• è nullo poiché non ci sono cariche all'interno di questa
ficie. superficie. Cioè, tutte le linee di for1.a che entrano in S" in un qualche punto,
t•scono da .'i" in un altro.
Teoremadi Gauss • Il teorema di Gauss, che è una generalizzazione della discussione preceden-
te, afferma che il flus.~ototale attraverso una superficie chiusa è dato da

<I>=
·p ..'··,-'q.'
E·dA=_.!!!_ [19.15)
' ·Eo

dove f/inrappresenta la ,:aricatotaleinlema alla superficie di Gauss ed E rappre-


senta il campo elettrico in ogni punto della superficie di Gauss. In altre parole,

il teorema di Gaussstabilisce che il flusso elettrico totale attraverso una qua-


lunque superficie gaussiana è uguale alla carica totale contenuta all'interno
della superficie divisa per Eo.
Figura 19.27 Il flusso elet-
trico · totale che attraversa Quando si utili1.za l'Equazione 19.15, occorre notare che sebbene la carica f/in
una superficie chiusa qu;1I-
.siasidipende solo dalla quan- sia la carica totale racchiusa dalla superficie gaussiana, il campo E che appare nel
tità di carie!! posta aU~nurno teorema di Gauss rappresenta il campoeleuricototale,che include contributi da
di tale superficie. Il flusso cariche sia interne che esterne alla superficie gaussiana. Questo punto è spesso
totale attraverso la superficie trascurato o frainteso.
S è q1/ Eo, il flusso totale ili· In linea di principio, il teorema di Gauss può sempre essere usato per calcola-
tr.1verso la superficie S' è
('/2 + tr.,)I~. e il flusso tomie re il campo elettrico generato da un sistema di cariche o da una distribuzione con-
aurm·crso la supcrfìd<.·S" i· tinua di rnrirn. Peni, in pmtica, la tecnica è utile solo in un limitato numero di casi
zero. in cui vi sia wi alto grado di simmetria.Come vedremo nel pros.~imo par.igrafo, il
n teoremadi Gaussè • teorema di Gauss può essere usato per calcolareil campo elettrico generato da
utileper calcolareE distribuzionidi caricache presentanouna simmetriasferica, cilindricao piana.Se
quandola distribuzione si sceglie con cum la superficie gaussiana che circonda la distribuzione di carica,
di c:aric:a
è simmetrica l'integrale dell'Equ.1Zione 19.15 pol.Tàessere calcolato facilmente. Bisognaanche
notare che una superficie gaussiana è una superficie geometrica e non è necessa-
rio che essa coincida realmente con una superficie fisica
19.8 li lraremtl ,li c;mu,~ 557

lmmaj{iniamoun sottile strato nmduttorc cubko con un t•,·n·s.~odi c.:arica.Un cubo


ha un alto grado di sinunc.~tria.
Perdll~ non, possiamo uM.an·
il lt·on·mu di Gauss per
c.1knlmT il nunpo dcurko ndh· \·idrnmL,· clt·In1bu:'

RagionamentoSebbene il teorema di Gaus., ct·rtamente valga se t1ppUralo al campo


clt·ttrico del cubo, esso non può essere usato per miro/a,,.il campo. !.'uso del teore-
ma di Caus., per calcolare il campo elettri«> implica portare fuori dall'intcgr,lle
nell't•q1mziont• del teorema di G.-,ussil campo elettrico. 11solo modo per cui il
campo elettrico possa essere portato fuori dall'imegrnle è che esso sia costante. Non
\Ì è alcuna supcrticie auomo al cubo per la quale si possano usare argomenti di sim-
metria per coll\incerci che il campo elettric-o sia cost."\nte.Quindi, il tentativo è Ìllll· Questa bella superficie chiu-
tile: il campo elettrico rimarrà all'interno dc:ll'integr.ile, per cui abbiamo bisogno di sa generata da un calcolatore
conoscere il campo per calcolare l'integr.tle. è un esempio di una costm-
7.ione matematica in uno spa-
Tuttavia, alue forme geometriche alle quali ,iene applicato il teorema di Gauss
zio iperbolico. (Per ge11/.nmc.
nel tentativo di calcolare il campo- sfere, cilindri, lastre piane - hanno una simme- di Wo(ftnm lùuarch, /ne.)
tria suflkiente perché si possa trovare una superficie per la quale il campo possa
essere consider,uo costante.

Se il Ous.soattraverso una superficie gaus.'iiana i, ,ero, quali dellt· se1,rt1cntiaffenna-


zioni è \"era? (a) Non vi sono cariche all'intt·rno della superficit·. (b) la carica totale
all'illll'rno ddh1 supt·rfkil- t· /l'r<>.(r) Il rntnpo dl·nrko t• ll'n> ,u 1u1lllh1superficie.
(cl) 11numero di linee di for,a t•ntrami nella superticit· è uguale al numero di lince
di fori.a usccmi dalla superficie.
Ragionamento Le affenna,ioni (h) e (d) sono ,·ere t· s.-guono dal teorema di
GatL~. L'afTem,azionc (a) non è necessariamente ,·era 1wrdu.'.· il teorema di Gau55
dice che il flusso attra\·erso qualunque superficie chiusa i• uguale alla carica tÒtale
all'interno della superficie dhiso p<'r ~,. Per est'ntpio. un ,lipolo elettrico (la cui cari-
ca totale è nulla) potrebbe trO\-arsiall'imerno della supcrlirie. l.'affermazione (c)
non è necessariamente \'l'r.t. Sebbene il Jlus.,o totale attmverso la superficit• sia 1.ern,
il campo elettrico in queslll regione potrebbe 11011 essere zero (Fig. 19.11).

l!na superficie sft·ricagaussiana circonda una carica q. Dt•s(·rivt·re che cosa accade al
flusso attraverso la superficie se (a) la carica viene triplkata, (h) il rnlume della sfera
i, raddoppiato, (c) la supcrfide ,·iene cambiata con 1111 rnho, e (d) la carica viene
spostata in un altro punto all'interno della superticie.
Ragionamento(a) Se la carica viene triplicata. il flusso auraverso la superficie tri-
plica, poiché il Ous.sototale è propor,innak• alla carica cht- si trn\'a all'interno della
superticie. (b) 11flus.«>resta costante quando ,-aria il volume, Jl<'rché la superficie
circomla la stcs.'illquantità di carica, indipendememcnte dal \'olume. (c) Il flusso
totale non \'aria quando la fonm, della su1wrficil·chiusa vmfa. ( 11) 11llus.«>altnl\·erso
Insupt•rlidc:rhi11sa non ,·nrh,<111.111clf•
hl raric1 al1'i11tl'n1C>clc.·l1a
,111u·rlidc\'ic•11c"P«>-
stma in \lii altro posto scmpr<' all'interno della supt·rfidt·. Tunt• CJlll'stt•conclu.,ioni
si raggiungono attntverso la comprensione del teorema cli ( ;aus.,.

PROBLEMA
CONCETTUAlf
6
Spiegare perché il teorema di Gauso non Kipuò usare per calcolare il campo elettrico (a)
di un dipolo elettrico, (b) di un disco carico, e (c) di tre cariche puntiformi ai vertici di
un triangolo.
558 Capitolo 19 fo1u elellri<he
e rampi ekllriri

ESERCIZIO 7 Una carica puntiforme di +5.0 µ.C è posta al centro di una sfera di rag-
gio 12 cm. Qual è il flus.~odel campo elettrico attraveno la superficie di questa slera?
Risposta 5.7 x 105 N • m2/C

ESERCIZIO 8 terrestre è/.:'= 100 N/C, nella din~


li rnmpo clettri<:o 11c:ll".11mosfcrn
zione orientata verso il basso. Determinare la carica elettrica sulla Terra.
Risposta -4.6 X I O-~C

19.9 • APPLlCAZIONIDEL TEOREMADI GAUSS


A ISOLANTICARICHI
In questo paragrafo diamo alcuni esempi su come usare il teorema di Gauss per
calcolare E per una data distribuzione di carica. È importante ricordare che il
teorema di Gauss è utile quando c'è un alto grado di simmetria nella distribu-
zione di auica,come nel caso di sfere uniformemente cariche, lunghicilindri e
superfici piane. In questi casi, è possibile trovare una semplice superficie gaw-
siana sulla quale l'integrale di superficie dato dall'Equazione 19.15 è facilmente
calcolabile.

La superficie dovrebbe essere sempre sceha in modo che essa abbia la stessa
simmetria della distribuzione di carica. _____ J
Esempio 19.7 Campo elettrico generato da una carica puntiforme
Partendo dal teorema di Gauss, calcolare il campo elettri-
co dovuto a una carica puntiforme q e dimostrare che la
legge di Coulomb è in conseguenza di questo risultato.
Per simmetria, E è costante dovunque sulla superficie e
così si può portare fuori dal seguo d'integrazione.
Quindi,

pEdA = E~dA = E(4,rr 2) = z


dove abbiamo usato il fatto che l'area della sfera è 4,r r 2 •
Quindi, l'intensità elci campo a distanza r dalla carica q
è

E = _q_ = k,.!L
4,r~r 2 r2
Figura 19.28 (Esempio 19.7) La carica puntiforme q è
al centro di una superficie sferica gaussiana ed E è
parallelo a dA in ogni punto della superficie. Se una seconda carica puntiforme 'lo è posta in un
punto in cui il campo è E.la fona elettrostatica su que-
sta carica ha modulo dato da

Soluzione Per questo caso scegliamo una superficie l'= f/oE= k~


• r2
gaus.~iana ,ferica di raggio r, centr,na sulla carica pun-
tiforme. come in Fig. 19.28. Il campo elettrico di una
carica puntiforme prnsiti\'a ha direzione radiale e verso Questa, ovviamente, è la legge di Coulomb. Da notare
uscente ed è quindi normale alla ,uperlicie in ogni suo che questo esempio possiede la classica logica del cane
punto. Cioè, E è parallelo a dA in ogni punto, cosicché che si mangia la coda. Esso,comunque, dimostra l'equi-
E· dA = E dA e il teorema di Gauss ci dà valenza tra la legge dl Coulomb e il teorema di Gauss.
19.9 1lpplirm.ionidel '""""'" di Gaussa isolantirorichi 559

Esempio 19.8 Distribuzionedi carica a simmetriasferica


Una sfera isolantc di raggio a possiede una densità cli che q111= p V', dm-e p è la densità di carica per nnità di
carica uniforme p e una carica 101ale posilh-a Q (Fig. ,•olume e V' è il \'Olume n1cchinso dalla •npc,rfidr gaus-
1\1.2!1).(a) C:alcolnrc l'i111t·n•hi1dd ,·ninpo clt·nrico in eia \'' = ~ irr". Quincli,
•imrn, cla111
un pulllo 11/difuori della sfem, cioè, per r > a.
I/In = P V' = p (! 'll'r')
Come nell'Esempio 19.7, il campo ele11ricolm itut•nsilà
costante in ogni punto della supe1iicie g-.iu..1immsft'rica
ed è normale alla superficie in ogni punto. Quindi, il
teorema di Gauss nella regione 1"<a dà

f EdA = Ef dA = E(4'11'r2) =--IA11


Ricavando E oueniamo
(a) 'An P~'ll'T~ P
E= -- = --- = --r
4,reer 2 4veer 2 llEo
Poiché per definizione p = QI (i 'll'a 'l, questa relazione
Sfera
gaWllllana
si può scri\·err

(hl
È da notare che questo risultalo differisce da quello
Figura19.29 (Esempio 19.8) Sfera isolante uniforme- ouenuto in (a). Essoci fa vedere chef:--+ O per r--+ o.
mente carica di raggio a e carica totale ~ (a) Il campo
come si poteva pm-edere basandosi sulla simmetria sfe•
in un punto es1emo alla sfera è ll,Q./r 2• (b) Il campo
all'interno della sfero1è domlo unicamente alla carica rica della distribuzione di carica, per cui il ris11ha10eli-
in/mia alla superficie gaussiana ed è dato da (11,Q./a 3) r. mina fortunatamente la singolarità che esisterebbe in
r • O se E variasse come l/r 2 all'interno della sfera.
Owero se E oc I/ r 2, il campo sarebbe in finii<>in r = O il
Soluzi- Poiché la distribuzione di carica è a sim- che rappresenterebbe chiaramente una situazione fisi-
metria sferica. sceglieremo ancora una superficie gau• ca impossibile, Una rappresentazione di E in funzione
siana sferica di raggio re concenuica alla sfera, come in di rè mOSU'atain Figura 19.50.
Figura 19.29a. Seguendo lo stesso ragionamento dell'E-
sempio 19.7. trmiamoche

E= 11,_g_ (per~:,'ÒJ
. r• .·. :f•:i_:• •.
Si noli cht• qut·s10 risultalo è identico a quello ottenuto
per una carica puntiforme, per cui concludiamo che,
per una sfera uniformemente carica, il campo nella
regione esterna è ,quivalenlta quello di una carica pun-
tiforme posta al centro della sfero1.
(b) Calcolare l'intensità del campo elettrico in un
punto all'inlmiadella sfera. cioè, r< a.
Il
RagioMmenlo e soluzione In questo caso scegliamo
una superficie gaussiana sferica di raggio r < a, concen-
Figura 19.30 (Esempio 19.8) GraflCOdi E in funzione
trica alla distribuzione di carica (F'ag.19.29b), Per appli- di r per una sfera isolante uniformemente carica. 11
care il teorema di Gauss in questa situazione, è impor- campo all'interno della sfer.i (r < a} varia lineannenle
tante ricordare che la carica 'lhl aU'ml,ma della superfi- con r. Il campo al di fuori della sfer• ( r> a) è lo stesso di
cie gaussiana di rolume V' è infario,ealla quantità di quello generato da una quica puntiforme 12posta
carica totale Q..Per calcolare 'lm cl serviamo del Fatto nell'origine.
560 Capitolo 19 Frm, ,•/,•ftrirlree rampi tlt/11fri

Esempio 19.9 Distribuzione di carica a sbnmetria cilindrica


Calcolare il campo eletu"ico a una distanza r generato di raggio re lunghezza { coassiale con il filo carico. Sui
da 1111lilo uniformemente carico positi\'o di lunghezza punti della superfide hut•rnle. E è rnstante in modulo
inli11ita la n1i densità Hnec\l'l'cli carka i: A == costm1tc t•d è perpcmlicolm·t· alla ,uperlkit•. Inoltre. il lln,,n
(l'ig. l!l.:11). aurJverso le mprrfid di biLsc del cilindro gaussiano i:
111,//0poiché E è pamlltln a queste superfici.

Superficie
g.ms,iann Soluzione I.a carica totale all'int,·rno della sup,·rficic
e
gaussiana è A dove A è la densità di carica e t è la lun-
ghezza del cilindro. Applicando il teorema di Gauss e
notando che E è parallelo a dA do\'\111quesulla superfi-
cie cilindrica, troviamo che

<I>,= PE·t/A= Ept1A = : = >.E:


Ma l'area della superficie cilindrica è A = 2,r rt; quindi,
H
(a)

À
lì=--= 2k,~ I 19.161
r
J~.'°'"
\'celiamo dw il campo donato a una dhtrilnuiont· cli
ct1rka i.l simmctrièldlindric;1 \·aria nmu: I.',. m<·11tn· il
campo "sterno con una distribuzione di carica a •imme-
tria .'lferica varia come l/r 2• L'Equazione 19.16 può
anche essere ouenuta mediante la legge di Coulomb e
integrando; pt·r·ù lt· lt·cniC'hemate1natiche ncccssarit•
per questo calcolo sono piÌI lunghe e noiose.
Se il filo carico ha lunghez,.a finita, il ri,ultato per I•:
(b) no11è lo stesso di quello dato dall'F.qu.uione 19.16. Per
punti vicini al filo carico e lonrnni dagli estremi. l'E-
Figura 19.31 (Esempio 19.9) (a) Distribuzione lineare
quazione 19.I 6 dà una buona approssimazione del mio-
infinita di carica circondata da una superficie gaussiana
cilindrica coassiale alla distribuzione lineare. (b) li re reale del campo. Risulta che il teorema di Gaus., 110n;
campo sul cilindro ha intensità costante ed è perpendi- ulikpcr calcolare lì per un filo emico di lunghezza finita.
colare alla superficie. Ciò è dovuto al fatto che il campo cleurico non ha più
modulo rostante sui punti della superficie g.ms.,iarm
Ragionamento l..'t simmetria della distribuzione di cilindrica. Inoltre, E non i: pcrpcndicnlare alla •uperli-
carica mostra che E deve essere perpendicolare al filo cic cilindrica in tu!li i punti. Qmmdo c'è poca simmetria
carico e tliretto nel verso uscente come in Figura nella distribuzione di carica, come in questo caso, è
19.31a. La sezione ortogonale del filo carico, mostrata necessario calcolare E utilizzando la legge di Coulomb.
in Figura 19.31b, dovrebbe aiutare a ,isualizzare le dire- Si lascia come esercizio (Prohlema 29) mostrare che
zioni delle linee di forza del campo elettrico. In questa E a/l'i11terno di una sbarretta di spessore finito è propor-
situazione scegliamo una superficit· gaussiana cilindrica zionale a r.

Esempio 19.10 Lamina isolante carica


Trovare il campo clcuricu creato da una <.''1ricadistriR Figura 19.32. È conveniente scegliere come superlidc
huita uniformemente con densità superficiale cr su un gaussiana un cilindretto con asse perpendicolare al
piano infinito isolante. piano e superfici di bast· di area A, equidistanti d"I
pim10. Vt•dimno che, es.scudo E par.,llelò ali" snperfidt·
Ragionamento e soluzione La simmetria della situa- laterale del cilindro, non c"è flusso atlr"J\'erso qucst.i
zione 111ostrJche E deve essere perpendicolare al piano superficie. li flusso uscente da ogni base del cilindro è
e che il verso di E su una faccia del piano deve euere EA (poiché E è perpendicolare alle basi) e, quindi, il
opposto al verso di E sull'altra faccia, come mostrato in flusso totak attraverso la superficie gaussiana è 2EA.
19.9 . \/1/1/im;im1i,M t,omn11 tli (;""·'-'" i.wl,111/i
l't/rid1i 561

Soluzione Nolllnclo che la carica tolllk t1ll'i111n?10


della superficie è tT A, con u densità superficiale di cari-
ca. usando il teorema di Gauss. otteniamo
'/in ".\
<I>, - :!t-:.1 - ,;;- ~ ~ A

E=_!!__ [19.17)
2El)·

Poiché la distanza delle basi c:1.-tlpiano non compare


nell'Equazione 19.17, concludiamo che E= u/2~ a qua-
l11nq11,dis1arm1 dal piano. li campo è uni/onnedovunque.
Un "importante configurazione legata a questo esem-
pio è rdpprcsentata da due piani infiniti par,dleli cari- Figura 19.32 (Esempio 19.10) Superficie 1,,aussiana
chi con una densità di carica superficiale + u e - tT, dlindrica che attraversa una distribuzione di carica
rispettivamente (Problema 46). In questa situazione il superficiale infinita. Il flusso attraverso ciaKuna base
campo elettrico è u/ E,1 Ira i piani ed approssimativ-.i- del cilindro è EA. N<>nc'è OU5SO attraverso la superficie
111,·ntt: nullo all'estenm. laterale del cilindro.

ESERCIZIO 9 l~111,;usdo sfc:1ico umduuort· cli raggio Jr>«:m trasporta una carica in
c·<.Tt·sso cli -fi.<f µC: unirornu.·men1t• clislrihuit.1 ."iulla sua superticit·. Trn\'art• il ntmpo
demku nt"i punti (a) proprio all"estt•rnocld gusdo ,. (b) all"intt·1·nodel guscio.
Risposi,1 (a) 2.6 x 106 N/C (b) O .

li teorema di Gauss può sembrare mistè1ioso e, infatti, normalmente è


11110 dei concetti più difficili da capire nella fisica di base. Come si è
visto, comunque, il teorema di Gauss è un mezzo molto potente per ·
risolvere problemi con alto grado di simm~tria, In questo paragrafo,
avete incontrato problemi con tre tipi di simmetria:- simmetria piana,
simmetria sferica,· simmetria cilindrica. È Importante rivedere gli
Esempi dal 19.7 al 19.10 nsando il seguente procedimento, · ·
1. Innanzitutto ocè:orre scegliere una superficie gausmana chiabbiala s14t-
sa simmebiadtlJadistribuzione di carica.Per una carica puntiforme ò ùna
distribuzione sferica di carica, la superficie gaussiana sarà una sferà il
cui centro sta sulla carica o nel centro della distribuzione come negli
Esempi 19.7 e 19.8. Per una caricadistribuita uniformemente su una
linea o su un cilindro infinito, la vostra scelta di una su_perfiçlegaussia-·
· na cadrà su una·_superfj.dè cilindrica coas,,lali;con la d1stribUllonè'di
carica in questionej come nell'Esempio 19.9.Per distribuzioni di cari-
ca, aventi simmetria piana, la superficie gaU8Siana sarà un cilindretto
. che taglia la distribuzione di carica e ha le basi parallele allast,essa, :
come nell'Esempio 19.10. In ogni caso,la superficie gaussiana è scelta
i11mmln tale rhc il campo elettrico abbia la stcss:1i11tc11sitàin qualun-
que punto della superficie e sia diretto perpendicolarmente allastes.,a,
· ·, Questa circostanza vi pennette di calcòlare facihnente· l'integrale•dl '·
superficie che compare àl primo membro del teorema ·d1Gausse Glie ·
rappresenta il flusso tolllledel èalilpo elettrico attraverso la superficie.
2. Si calcola quindi il secondomembro del teorema di Oa\1$8,ossi;rla ·
quantità di c:arlta elètbica, ·~ , contenuti àll'immw della iuperlkle·.:
gaussiana. Se la densità di carica, come nellll l1'làgglòr parté dermsiJ·tl l,:J;.
562 Capitolo 19 l'oru elettricheII campieltllrici

--
--
E

-- ·-
·-
E
19.10 • CONDUITORI IN EQUILIBRIO ELETTROSTATICO

--
--
--
--
·-
+-

·-
·-
Un buon conduttore elettrico, come il rame, contiene delle cariche (elettroni)
che non sono legate a nessun atomo e sono libere di muoversi all'interno del

--
flgUrll 19,33
·-
+-
Lastra con-
materiale. Quando non esiste un movimento risultantecli cariche nel condutto-
re in nessuna direzione, il conduttore è in equilibrioelettrostatico.Come vedre-
mo, un ctmdutlorein equilibrioelell.TOsllltica
possiede le seguenti proprietà.

,hutricc immersa in un cam- ~ Il campo elettrico all'interno del conduttore è nullo dovunque.
1"-' dt•m·ico esterno E. Le • Un qualunque eccesso di carica su un conduttore isolato deve risiedere
twiche indotte s111la superfi- unicamente sulla sua superficie esterna.
de della lastra producono • Il campo elettrico in un punto appena al di fuori di un conduttore carico
un ~·ampoelettrico che si op- è perpendicolare alla superficie del conduttore e ha intensità a/ Eo,dove
pone al campo esterno, dan-
dl., lnogo a un campo risul- u è la densità superficiale di carica in quel punto.
..nte n11llo all'interno del • Su un conduttore di forma irregolare, la carica tende ad accumularsi in
,"tmd11ttore. punti in cui la curvatura della superficie è maggiore, cioè, sulle punte.
Ciò sarà ulteriormente discusso nel Capitolo 20.

La prima proprietà può es.'ICrecompresa considerando una lastra conduttri-


ce posta in un campo esterno E (Fig. 19.SS).In condizioni di equilibrio elettro-
statico, il campo elettrico all'internadel conduttore deve essere zero. Se non
fosse cosi, le cariche sarebbero accelerate, sotto l'azione di un campo elettrico.
Prima dell'applicazione del campo elettrico, gli elettroni sono uniformemente
distribuiti dentro il conduttore. Quando il campo elettrico viene applicato, gli
elettroni liberi si muovono verso sinistra causando un accumulo di cariche
negative sulla faccia sinistra (eccesso di elettroni) e di cariche po.~itivesull.1fac-
cia destra (da dove gli elettroni sono stati respinti). Queste cariche creano un
proprio campo elettrico, che si appone al campo esterno. La densità superficiale
Rgura 19.M Conduttore di carica cresce finché' l'intensità del campo elettrico creato da queste cariche
iì!ollltodi forma q11àlunque. uguaglia quella del campo esterno, dando luogo a un campo risultante nullo
i.a Une-.ttratteggiata rappre-
:wtllll 1111asuperficiegaussiana all'internadel conduttore. In un buon conduttore, il tempo che esso impiegaa
iiatl:f!ll\al conduttore e molto raggiungere l'equilibrio è dell'ordine di 10-16 a, che per la maggior parte dei
-~allas11perficie. casi può essere considerato istantaneo.
"i'',! .
19.10 ili
(:0111/111/11IÌ tt/Hilibrit>t/tl/ro.'111/i(o 563

Possiamo utilizzare il teorema di Gauss per verificare la seconda e la ter,.a pro-


prietà d.i un condullore in equilibrio elettrostatico. La Figura 19.34 m1istrn un
conduttore isolato di forma arbitraria. All'interno del concluuore è disegnata
una superficie gaussiana ,idna quanto si rnolt- alla superliril·. Come abbiamo
appc11a dimostrato, il campo dt·uri<:o all'interno del conduuorc in equilibrio
l'lettrostatico è dovunque nullo. Poiché il campo elettrico è nullo anche in og11i
punto della supe1iicie gm1ssiana, vediamo che il flusso totale attraverso questa
superficie è nullo. Da questo risultato e dal teorema di Gauss, concludiamo che
la carica totale all'interno della superficie g-,mssiana è nulla. Poiché questa super-
ficie è arbitr.1riame111e vicina alla supetiicie del conduttore, qualunquecaricaesi- F"agura 19.!15 Una superfi-
stente nel conduttore deve stare sulla sua superficie. cie gaussiana a forma di cilin-
dretto è utilizzata per calco-
Possiamo utilizzare il teorema di Gauss per correlare il campo elettrico nei
lare il campo elettrico appe-
punti prossimi alla superficie esterna di un conduttore carico in equilibrio alla na al di fuori del conduttore
distribuzione di carica del conduttore stesso. A tale scopo è conveniente disegna- carico. Il flusso attraverso la
re una superficie gaussiana a fonna di cilindro con le superfici di base parallele superficie gaussiana è E,.A.
alla superficie (Fig. 19.35). Parte del cilindro è di poco fuori del conduttore e Notare che E è nullo all"in-
temo del conduttore.
parte è all'interno. Non esiste flusso attraverso la parte di superficie interna del
conduuore perché all'interno del conduttore E= O. lntlltrt•, il campo è normale
alla superficie. Se E aves...e una componente tangt•nzialt•, le· cariche libere si
dovrebbero muovere lungo l;1superficie, dando luogo t·osì a t·orrenti superficiali
e il conduttore non sarebbe più in equilibrio. Non c'è flusso neanche attraverso
la superficit• later,de del cilindretto poichc E è mngente a questa superficie. • Campoelettricovicino
Quindi, il flusso totale mu·a\·t•rso la supnficic gaus.~iana ì· I•:11,\, essendo li~,il alla superficieesterna
campo elettrico in un punto in prossimità immediata della superficie esternadel di un conduttorecarico
conduttore. Se applichiamo il teorema di Gauss a questa superficie, otteniamo
1h . . q;u u,-\
!Il,= :rt-•dA = 1'.,,A= Ei,"" = Ej;-
Abbiamo utilizzato il fatto che la carica all'interno della superficie g-,mssiana è
'/in= u A, dove A è l'area della faccia del cilindro e u è 111densità (locale) di cari-
ca superficiale. Dalla relazione precedente ricaviamo E.

f: (T
(19.18]
•n = "i;j""

Supponiamo che una carica puntiforme +Qsi trovi nello spazio vu<1to.Noi armiamo Modello di c-ampo elettrico
di soppiatto e circondiamo la carica con un guscio sferico conduuore. Ciò. quali generato da una lastra piana
effetti comporterà sulle linee di fon.a uscenti dalla carica? conduttrice in prossimità di
un cilindro conduttore c-drico
di ,w:gnoopposto. Dei pezzet-
RagionamentoQuando il guscio sferico viene posto auorno alla carica, le cariche ti filifom1iisolanti galleggian-
del guscio si ria1-,,giusterannoper soddisfart• le rcgol<· per un mndullore in equili- ti $li una supi·rtìcie cli olio si
hrio <·1c:ttro,ratin1 ,. pc.·r il tc.·1,r(·madi Causs. l 'n ('C.Tt·~,o di rarka -Q si 1nunn•nì allineano con le linee di lùr,.a
all'imemo della superficie del co11du1torc,cosicché il rampu elellrko entro il con- del campo. Da notare che (I)
dullore sarà nullo (una superficie sferica g-Jus.,ianatotalmente all'interno del guscio le linet• di fon.a del campo
non includerà alcuna carica). Un eccesso di carica +Qsi troverà sulla superficie elettrico sono perpendicolari
esterna. Quindi, una superficie gaussiana ,•sterna alla skrn indudei.ì un ecces.,o di ai conduttori e (2) non ci
carica +Q,proprio come se il guscio non ci fosse. Così, la sola V-driazionenelle linee sono linee di forza all'interno
di forta del campo rispetto alla situazione iniziale sarà l'assenza di linee di forza del cilindro (E= O). (Pw gmJ.
alrinterno del conduttore. · eone.di HmohlM. WtuJBI,
Um-
vmità di Prinaton)
Capitolo 19 Jo'oTU
el,11,iche
e l'llmjJi,lethiri

PROalEMA
CONCETTUALE
7
~lii lm.'fll m~a tRliCIUI
Vi è una grande wmiglianza fra il campo elettrico e il campo b>TIIVitazionale.
Una smn,a
può essere eleuricamcnte schermata, in modo che nessun campo elettrico possa csis1crc
al suo interno. drconclanclola (.'on un t·onduttore. Una sta111.upuò cs.._ercst·henm.lla grt1·
vìla:iom1lmt•11J1'?
Perché o pcr<:hé no?

19.11 • MOTO DI UNA PARTICELI.ACARICA


IN UN CAMPOELETI'RICOUNIFORME
In questo paragrafo descriveremo il moto di una particella in un campo elettri-
co uniforme. Come vedremo, il moto è equivalente a quello di un proiettile che
si muove in un campo gravitazionale uniforme. Quando una particella di carica
qè posta in un campo elettrico E, la forza elettrica che agisce sulla carica è~- Se
questa è la sola forza esel'citata sulla carica, allora la seconda legge di Newton
applicata alla carica dà

F = qE = ·ma·

dove -mè la massa della carica, assunta costante se la velocità è piccola rispetto
alla velocità della luce. L'accelerazione della particella è quindi data da

(19.19]

Se E è uniforme (cioè, costante in modulo e direzione) vediamo che l'accelera-


zione è una costante del moto. Se la carica è po.~itival'accelerazione sarà nel
verso del campo elettrico. Se la carica è negativa l'accelerazione sarà nel verso
opposto.

Esempio _19.ll Una caricapositiva accelerata


Una carica ~sÌti~·puntiforme q di massa III è lasciata E
libera in quiete in Ùn campo elettrico uniforme E diret-

-•
to lungo l'asse x, come in Figura 19.36. Descrivere il suo
tnnto.
•• o •
Soluzione L'accelerazione della carica è costante e
da qE/m. li moto è un semplice nioto rettilineo
(111111
E00000
lungo l'asse ,c. Possiamo quindi applicare le equa:tioni
della cinematica in una dimensione (Cap. 2):
x-XQ = l,\Jl+½al 2 v = tl)+al
v2 = vg+ 2a(x- '<i)
J

\,Mm1t.•11clo·'h = O e: u0 ::: O, ottcnimno Figura19.36 (F.sempio 19.11) lhm carirn p11111iformr


posiliv-,1q in un campo elellrico uniforme E subisce
un 'accelerazione costante nella direzione del campo.

v~ z 2ux = (+E 2 ) x
19.11 .\foto ,li ,ma /1mtirrl/11mrim i111111
rmn/m rl,,l/riro 1111ifimne 565

L'energia cinetica della ,·arica dopo a\"er percorso una Si noti che <1uesto risultato puù andw csscn· ottenuto
distanza .'Ci~
clata da dal teorema dell'energia dnt•tka. pokhl' il lavoro fatto
dallafum1ekttricai•l-;.x = qb,· ll'=llK.
1
K"''l111V 2
='liii1 ( 2qE ) .<=qfa
-m--

Il campo elettrico, nello spazio racchiuso tra due piastre metalliche cariche di
segno opposto è appros.~imati,11mente uniforme (Fig. 19.37). Supponiamo che
un elettrone di carica - e venga lanciato orizzontalmente in questo campo con
una \'Clocità iniziale t.1J.Poiché il campo elettrico E è nel verso positivo di y,
!"accelerazione dell'elettrone è nel verso negativo di y, owcro:
eE .
a= -,;;-J [19.20]


.,
c,,1
~.•0-1) -+~-LI

Figura 19.37 Un clettrorw è lanciato ori,.zontahnente in 1111cmnpo elettrico m1iforme


prodotto da due pia.,tre piane e parallele cariche. l.'clettrnne subisce un"accc·ler.uione
\"cr,o il hm,su (opposta ad E) e il suo moto è par.ibolico.

L"accelernzione è costante, per cui possiamo applicare le equazioni della cine-


matica del moto piano (dal Cap. 3) con v, 0 = t.\Je v, 0 = O. Le componenti della
velocità dell'elettrone dopo che esso è rimasto riel campo elettrico per un
tempo I sono date da

t\J = costante [19.21)

[19.22]

Analogamente, le c:oorclinate dell'elettrone dopo che esso è rimasto nel campo


elettrico per un tempo I sono date da

[19.23]

[19.24)

Sostituendo il valore I= ,c/t.\J dàll'Equazione 19.23 nell'Equazione 19.24, vedia-


mo che:, è proporzionale a x 2, per cui la traiettoria è una parabola. L'elettrone,
Capitolo 19 Fon.,,r/,1/rirhtt rampi tkttrid

dopo avere abbandonato la regione in cui agisce il campo elettrico uniforme,


continua a muoversi di moto rettilineo con velocità v> Vo·
È da notare che abbiamo trascurato la for1.a gra,itazionale sull'elettrone.
Questa è una buona approssima~ione quando abbiamo a che fare con partkelle
atomiche. Per un tipko campo elettrico cli 10 1 N/C, il rappono fra la forza l'l,·t·
per l'elettrone i: dell'ordi11e di 101·t. li cor-
trica, eE,e la l'or1.agravitazionale, 111g,
rispondente rapporto per un protone è dell'ordine di 10 1t.

laempio 19.12 Un elettrone accelerato


IJn elettrone entra nella regione di campo uniforme
,1,•lh1Figura 19.!17,con Vo= 3 X 106 m/s ed E= 200 N/C. t O.Im
11:: -=------
3.oox1or'm/s
I.ti hmghe:aa delle piastre è f = 0,1 m. (a) Tro,-are l'ac- l'o
\·\'knuiooe dell'eleurone nel campo elettrico.
(c) Qual è lo spostamento verticale y dell'elettrone
Soluzione
Poiché la carica dell'elettrone è 1.6 x 10-t9 C dopo che ha attr.1versato tutta la regione di campo elet-
,-.1.. a 9.11 X Io-51 kg, l'Equazione 19.20 dà trico? Utilizzando l'Equazione 19.24 e i risultati ottenu-
ti per i quesiti (a) e (b), trm·iamo che
,I,; . (l.60x 10-l!IC)(200N/Cl .
Il~ ---J = - J
m 9.11 X 10"'11 kg
=-0.0195m= ,~.9pcm

St.•la clistammfra le cluc phl'ilrt'i· minort·cli<1ucs10vulrnt·,


\t>l Trovare il tempo impiegato dall'elettrone ad l'elettrone colpirà l'armatura po.siti,.1.
il campo elettrico.
,,111.i,-ersi1re
t.u d~u1111.11 orizzontale attraversata dall'elettrone nel ESERCIZIOIO Trov-.irt• la \'elocità dell'elettrone
~,1111x> dettrico è t = O.I m. Ponendo nell'Equazione quando emerge dal campo dcurico.
\!).\!:I.,~(, tro,iamo che il tempo impieg-.ito dall'elettro- Ri,I""'" 3.22 x 101; m/s.
\\•' pt•r ;1ttr.\\·er..-.reil campo elettrico è dato da

SOMMARIO
Le caricheelettrichehanno le sc.-guentiimportanti proprieti\.
• Le cariche di segno opposto si auraggono, mentre le cariche di segno uguale si
respingono.
• La carica clellrica si consena sempre.
• l.11carica è quantÌ7.zata, ossia, esLstcin quamità dislTctc, multiple intere della cari-
ca dell'elettrone.
• La forza fra particelle cariche varia come l'inverso del quadrato della loro distan·
za.
Conduttori sono quei materiali nei quali le cariche si muo,·ono quasi liberamente.
Isolantisono quei materiali che non trasportano facilmente le cariche.
La legge di Coulomb stabilisce che la fona che si esercita fra due particelle cariche
a riposo(' sc·pm'illCeia una cli,tan1.;\r ha mnrlu)o duto eia

lq,1 lfhl
F = k,--,-2- (19.l)

dove la costante k, ha il valore di 8.99 x 1011N, m 2/C 2•


Il campoelettricogenerato da una carica puntiforme q a una distanza r dalla carica è
dato da
•:(;:·
...

:f\~;h:;ii:'.'
Smm11t11'fo 567

E = 1,,..!Lr (19.4)
,2

don· f' ,~.


il \'l'rsoH· c1in·llo dalla cark:it al punto in c1ul·stioiu·. li rumpo t·k·uric o l· clin.·110
rmliulmentc..·IH.·I\TI su nsn.•ntc da una carica pusili\'a c·cli· inn·n.· <lirc.·llotlt'I ,·erso rntmn•
1, per una carica negati\'a.
Il ramporlrllrimgcner.ito da un insieme.-di carid1c può ""-"'re 011enuto mili1.zando il
principio di sm·rapposizione: il campo elcurico risultante è uguale alla somma,,,tt<>rial,
dei ,·ampi el.-ttrid gcncr.1ti da tulle le cariche in qud punto:

E = Jr, I r:
I
+ 1\ (19.5)

Allo stesso modo, il campo elettrico generato da una distribuzione continua di cari-
ca in un punto è dato da

E=k,J-4-r r•
(19.6)

dm·r tft/ è la carica di un dcm.-nto della di,1rih111ion,•di carini cd r è la distanza del


punto in questione dall'elemento.
Le linee di forza del campo elettrico sono utili per descrivere il campo elettrico in
qualunque regione dello spazio. li venor,· rnmpn d,·nrico E ,. sempre tangente all<-
linee di forza i11ogni punto. Inoltre, il numern ,h li11,·,·di fnr1.ap,·r unità di area su mm
superficie perpendicolare alle linee di forza i- prnpur,ionale al modulo di E in quella
regione.
Il flusso elettrico è una misura del numero di lince di forta elci campo elettrico che
allra\'t'rsano ,ma superficie. Se il campo elettrico è uniforme e forma un angolo (J con
la normale alla superficie, il nusso elettrico anr,n·erso la superficie è

<l>=.f::Acos6 [19.11)

In generale, il flusso di campo elettrico anra,·erso una superficie è definito dal-


1'espressione

<I>
f E,t/A [19.12)

Il teorema di Gauss dice che il flus.<odel campo elettrico totale <Il,, attraverso una
qualunque superficie chiusa (gaussiana) è uguale alla carica tota/, contenuta 11UYntmio
della superficie divisa per Eo:

<1>=1':E,dA=~
, :r- Et, (19.15)

Usando il t~'<>rcmadi Guus.s,si puù calcolare il campo ckurìcu dovuto a ,·arie distri-
buzioni di carica simmetriche.
Un conduttore in equilibrio elettroscaticoha le seguenti proprietà:

• Il campo elettrico all'interno del conduttore è nullo.


• Un qualunque eccesso di carica su un conduttore isolato d~-vcrisiedere intcr.1-
mente sulla sua superficie esterna.
Capitolo 19 /•i,,u eltllricl1r, rompi e/,1/riri
568

• Il campo elettrico in un punto nelle immediate ,icinanze del conduuore è pcr-


pendicolal'e alla sua superficie e ha intensità u / fa dove u è la densità di carica
superficiale in quel punto.
• Su un conduttore di forma irregolare, la carica tende ad accum11larsi dove la cur-
clella superficie è maggiore, cioè, oulle pu111,·.
,·111111·11

Una particella ca1·icadi massa me carica q che oi muo,-e in on campo elettrico E po ..


siede un 'accelerazione data da

a=~ [19.19)
m

Se il campo elettrico è uniforme, l'accelerazione è costante e il moto della carica è


eq11ivdlente a quello di un proiettile che si muove in un campo gr.ivitazinnale uniforme.

DOMANDECONCETIUALI
I. Spiegare da un pun10 di vista atomico pc:rché la c:urica di liner di foi-1.a uscente rispetto ali,• entranti, dw
~ normalmente tr.10ferita per mc>.l!odegli eleuroni. cooa si può concludere sulla carica lotnlr. rnntecmta
[il Un p:1lloncino curic?,."~ga'.i~am,•nu, per _s1rofini~> all'interno della suprrficie?
11cteriKe a un muro. (Je> s1gmhca forse che il muro e 11. In una certa regione dello sp-.u:io in cui non ci sono
,·nrlco positivamente? Perché il palloncino alla fine si cariche esiste un campo elettrico, Che cosa si può
~1111·,·a? dire clc:Illusso /11/n/edel campo eleuricu attmvcrso
liJ Un pettine caricn spesoo attmc pcz1.c:1tinidi carta _ mm superficie gattssiana posta in questa n·gione?
w,c:lutta che volann ,;a quando toccano il pettine. [rn Una nota dimostrazione è b-.i.,atasulla carica di un pal-
Spiegare il moli\v. loncino, che è un isolante, str06nandolo sulla testa, e
-1. In una sala operatoria gli addetti devono indossare accostando il palloncino al soffitto o a una parete, che'
,pieci11liscarpe co11d111triciqmmdo luvor...nu intorno sono pure: isolanti. L'anr.izione elettrica fr.i il pallon-
1,il'osslgeno. Pen:hé? Questa proct·dum contr.ista con cino carico e la parete neutra farà aderire il pallonci-
,111e:llache si verificherebbe se il personale indossasse no alla parete, Immaginiamo, ora, di avere due lastre
si:iu·pe di gomma? infinitamente estese di materiale isolante. Una è cari-
f!l &irebbe ditferenle la ,im se: l'elettr0ne fnsoe carico ca mentre l'altra è neutra. Se esse vengono messe a
po.,ltivamente e il protone carico negativamente? La contatto, si genererà fra eae una rorza attrattiv-.i, cosi
sceiltildei segnihallna qualche influenza sulle intera- come è avvenuto per il palloncino e la parete?
·1lbnlfisiche o chimiche? Spiegare. [[I Se la carica totale all'intemo di una superficie chiusa
6. Qm111do si definisce il campo elettrico, perché è è nota ma non è spccificau, la distribuzione di carica,
11eceSllllrioprccisan-che"la carica di pnmt deve eMscn, si può usare il teorema di Gauss per dete:rminare il
11111110 piccola (al limite 9 ~ O)? cumpo elettrico? Spiegare.
7. Cunsideriamo d11c-cariche uguali separale da una 14. Usando la natura repulsiva delle forze fra cariche simi-
dlsll\nza d. In quale punto (diveno da 00 ) una terza li e la libertà di movimenlO delle cariche dc:ntrO un
c"rlca di provasattbbc soggetta a ft1r1.anulla? condunore, spiegare perché l'eccesso di carica su un
ti. Vm1carica negatma - 9 è posta in 1111punto Pin prossi- conduttore isolato deve trovarsi sulla sua supeficie.
mi ti\ del centro dell'anello carico mostrato in Figura [I[] Una penona è posta all'interno di una grande sfera
Ul.l!I dell'Esempio 19.5. Sex .g a. descrivere il moto cav-,1metallica isolata da tC'rl"d.Se una grande quantità
,lell11carica lasàam libe-rada rel'lna. di carica viene depositata sulla sfera, la penona si farà
~l l'm1 ph,cca di alluminio, molto gr.md,· e souile, di male !IC tocca l'interno d,•lla sf,·r.t? Spiegare di, du·
, 11·,•a ,I lm una ,·ark:a tomie Q unifnnm•mt•ntt• distri• accaclrd,bl· se la persona a,·c.·sscunu c,,1·icadi k"gno
b11lmsulle sue 5Upl'lfici, La s1ess,1citrica <'distribuita opposto a quello della carica depositata sulla sfera.
u11itòrmeme111eStlltanto oulla supertice ,up,ri,m di [!ID Immaginiamo due dipoli elettrici nello spazio vuoto.
, 111'11ltraplacca idC'ntica di ,·ctro. Confrontare i rnmpi Ciascun dipolo ha ,·arica totale 1111lh1. Agirà mm fm"Za
,·1,·mici proprio al di sopm dei cenlri dl'lle superfici elettrica fm i dipoli? Cioè, p<>ssono due oggetti ccm
delle pla«he.
,r.11periori emica 1a1at,nulla esercitare una forza elettrica fr,1 di
10. Se dli una supemciegaussianar maggioreil numero essi? Se sì, la forza sarà altrattiva o repulsiva?
l'roblemi 569

PROBLEMI
Paragrafo 19.4 La legge di Coulomb
I. Ouc sferette conduttrici identiche sono p<>~Win modo
dll' i loro rcmri distino o.:mo m. l!na po,-,ir<I,· una
,·arirn di 12.0 nC e l'altm di -18.0 11<:.(a) Tromr,· la
fori.a elettrostatica esercitata da una sfora sull'altr,1.
(b) (.(' sfere sono collegate con un filo conduuorc.
Dopo che si sono stabilite le condizioni di equilibrio,
trovare la fori.a elettrica fra esse. FiguraPl9.8
2. (a) Due protoni in una molecola sono distanti 3.40 x
I 0- 10 m. Trov-o1rela forza cleurostatica che un protone
applica sull'altro. (b) Qual è il mpporto fm questa
for,a e l'intensità della forza gmvitazionale fra due
r-1.00 m--j
protoni? (e) Quanto dovrebbe essere il rapporto cari- o
-2.50 µC
o
6,00µC
ca-mas.sadi una panicella se l'intensità della for1.agr.i-
vitazionale fra due di queste particelle fos...,uguale FiguraPI 9,9
all'intensità della forza elettrostatica fra esse?
~ Richard Feynman una volta affermò che due persone, campo cleurico uniforn1e verticale di intensità 1.00 x
che stanno a una distanza pari alla lunghezza delle Hl'1 N/C. I.a perlina colpisct• il suolo a una wlocità di
braccia ,. che avessero 1111 numero cli eletlroni nmg- I!I .O m/s. Detenninart' (~1)il verso del campo elettrico
giort• dcli' I% ciel numt•ro cli protoni, si resping,·reh, il ba!l.so),e (b) la carica della perli-
(,·1•rsol'alto o \·cr.111
hcro con una for1.a pari alla for1.a peso della Tt·rra. na.
Verificare con 1111 calcolo dell'ordine cli 1,=mlczza la [O Una distribuzione comimm cli emiche sta su una retta
,·alidi1à di questa aS.'icr,ione. ,·he si cst<•ndeeia x= +,;,all'infinito. I .a dcnsit,ì di cari-
I. Nella tt·ori,1 cli 80hr clelratomo cli idrogeno, 1111l'lt·t· ni i• uniforme<' vale A0 • Quali sono l'intensità e la dirl'-
mmc si mnove allorno a un protone su un· orbita cir- zione del campo elettrirn nell'origine?
colare di raggio 0.529 x I 0- 10 m. (a) Trovare la for,.a 12. Consideriamo n cariche puntiformi positive ciascuna
clcurostatica fm le due cariche. (b) Se quest,1 forza di grnnde,.za qIn, postt• simmetricamente attorno a
st'l"vc come fori.a ,·cnuipeta sull'ell'ltrone, qual i· la una circonferenza di raggio R. (a) Calcolare l'imen-
velocità dell'eleurone? sità del campo elettrko Ein un punto a distanza xsulla
,,. Ou<·•ferettecl'argentorigidedi massa m= 10.0gdista- linc-,1retta passante dal centro della circonferenza e
no 1.00 m. Calcolare la fr.izione di elettroni che biso- perpendicolare al piano della circonferenza. (b)
gna tra.sferire eia una sferetta all'altra affincht'.•la forza Spiego.ireperché questo risultato<' identico al ,·alcolo
tr.t le stesse risulti 1.00 x I 04 N ( I tonnellata). eseguito nell'Esempio 19,5.
(L'argento ha 47 elettroni per atomo, il numero di [I[] Tre cariche uguali qsono poste ai vertici di 1111triango-
atomi per grammo è il numero di Avogadrn diviso il lo equilatero di lato II come in Figur.i Pl9.13. (a) In
peso atomico A= 107.87). quale pumo del piano detenninato dalle tre cariche
(escludendo l'infinito) il campo elettrico è nullo? (b)
Paragrafo 19.5 Campi elettrici Quali 01<>110modulo e dirc-,ione del campo elettrico,
li. In un fascio cli elettroni ciascuno di eMi ha energia nel punto P, generato dalle due caricht· pc~stealla ba.se
cinetica cli 1.60 x 10-17J. Qual è, il modulo e la direzio- del triangolo? ·
ne del campo elettrico che fermcr;\ questi elettroni
entro una distanza di IO.Ocm?
[LI In un fascio di elettroni cia.scuna particella ha una
energia cinetica K Qual è il modulo e la direzione
orientata del campo elettrico che fermerà questi elet-
troni a mrn etistanza d?
~- Si t·nnsìdc•ri il dipolo c.-1(.'lll'komustral<-> in Figura
P 19.K.Si dimostri che il campo elettrico in 1111punto
distantelungo l'as.,e xè dato da E, a 2k,p/ x', dov<·J,=
2aqè il momento di dipolo.
!l. In Figura Pl9.9, determinare il punto (diverso da infi-
nito) in cui il campo elettrico totale è nullo. I/
I.
IO. Una perlina carica positivamente di massa 1.00 g cade
da ferma, nel vuoto, da una altezza di 5.00 m in un FlguraPl9.15
570 Capitolo 19 F"1Uelellrithee ca11tf>i
elettrici

J.1. Tre cm·lche pumiformi, q, 2q, e 3q, sono sistemate ai qualunque faccia del cubo?
vertici di un triangolo equilatero con lati di Junghezi.a 22. Le seguenti cariche stanno nell'interno di un sottoma-
11, Dett•1·111inare
il modulo del campo elettrico nel cen- rino: + 5.00 µC, - 9.00 µC, + 27.0 µC e - 84.0 µC.
tro gcomt•trico ciel triangolo. Calcolare il flusso eletlrico attraverso il sottomarino.
15. l'nn sh,,rrt:lm h111Ha1•1.0cm è tarinllc, unifonnl·tnen- Confrontare il numero di linee cli fin-tu us<·cmi clulsot-
te e h;i mm carica totale di - 22.0 µG. Determinare il tomarino con quello delle linee entranti,
modulo e la direzione del campo elettrico lungo l'asse lgj[] Una carica puntiforme Qè posta in prossimità del cen-
clclhl ~harretla in un punto a 36.0 cm dal suo centro. tro di una calotta semisferica di raggio R, come mo-
16. Un andlo di raggio IO.O cm uniformemente carico strato in Figura P19.23. (a) Qual è il flusso attraverso la
possiedi:' una carica totale 'di 75.0 µC. Calcolare il superficie curva? (b) Qual è il flusso attraverso la
campo t"lettrico sull'asse dell'anello a distanze di (a) superficie piana della calotta?
l.OOc111.(b) 5.00cm, (c) 30.0cm, (d) IOOcmdalcen-
tro dell'm1ello,
[Il Una· b,wchetta di lunghezza 14.0 cm, uniformemente
carica, è piegata a forma di semicerchio come in Fi-
gura Pl9. I 7. Se la bacchetta possiede una carica totale
di - 'i~I p.C,!,rOvare modulo e direzione del campo
elcttriccù1el centro del semicerchio O.

24. Un campo cle1trico vale 8.90 x 102 N/C su ogni punto


della superficie di una sfora cav-.idi O.750 m di raggio,
ed è diretto radialmente verso il centro della sfera. (a)
Qual è la carica totale presente dentro la superficie sfe-
FiguraPl9,l7 rica? (b) Cosa si può dedurre circa la natur.i e la distri-
buzione della carica all'interno della sfi:rn?

Paragrafo 19.7 Flusso elettrico Paragrafo19.9 Applicazionedel teorema


· 18. Un c-.m,po elettrico di 3.50 x la3 N/C è applicato di Gauss a isolanti carichi
lungo l'asse x. Calcolare il flusso elettrico attraverso 25. Determinare l'intensità del campo elettrico sulla
una superficierettangolare di 0.350 m di larghezza e superficie di un nucleo di piombo-208, che contiene
O.700 mdi lunghezza se (a) la superficie è parallela al 82 protoni e 126 neutroni. Si assuma che il nucleo di
piano.~ (b) la superficie è parallela al piano xy, e (c) piombo abbia un volume 208 volte maggiore di quello
h1supc-rlicie contiene l'asse y, e la sua normale forma di un protone, e si consideri un protone come una
un angolo di 40.0° con l'asse x. sfi:r.t di 1.20 x 10- 1r, 111.
[![j l!m, ~1imdrcolare di 40.0 cm di diametro viene ruota- !W. Una sfera di raggio 40.0 cm possiede una carica positi-
t:i in ,u1 campo elettrico uniforme finché si trova la '"' di 26.0 µC, distribuita uniformemente in tutto il suo
posmone in cui il flusso elettrico è massimo. In questa volume. Calcolare l'intensità del campo elettrico alle
po.sim11e, il flusso elettrico risulta 5.20 x 1<>1'
Nm~/C. seguenti distanze dal centro della sfera: (a), O cm, (b)
Qual~ il modulo del campo elettrico? IO.Ocm, (c) 40.0 cm, (d) 60.0 cm.
20. l'n <'ampo elettrico di modulo 2.00 x 104 N/C è per- 27. Uno strato sferico sottile di raggio a ha una carica tota-
pt"ndi<vlare alla superficie terrestre in un giorno di le Q distribuita uniformemente sulla sua superficie
tempNla, Una macchina di rorma approssimativ-.i- (Fig. Pl9,27). Trovare il campo eleurico nei punti
1111•111,·n·mmgolarc di climt·nsioni 6.00 m per 3.00 111 intt-rni ed esterni allo stmto.
,iUR,'la lungo una su·ada in discesa con una inclinazio- ~H. Un guscio cilindrico :souile di lunghezi.u /1= 240 cm e
ne di 10.0°. Determinare il flusso del campo elettrico raggio R = 7.00 cm ha una carica q distribuita unifor-
alla ba!c-della macchina. memente sulla sua superficie. L'intensità del campo
elettrico in un punto che sta nel mezzo del cilindro e a
Paragrafo19.8 Il teorema di Gauss distanza r= 19.0 cm dall'as,1e è 3.60 x 104 N/C. Usando
21. Unac;;irio1 puntiforme di 12,0 p.C è posta al centro di qualche approssimazione ragionevole, calcolare (a) la
, ·. :.un amo..Qual è il flusso elettrico totale attraverso una carica totale del cilindro, (b) il campo elettrico (sem-
Pmblnni 571

lilo ha densità lineare di carica+ A,e il cilindro cavo ha


una densità lineare di cadca -i, 2A. Da quesm informa-
1.ione, usare il teorema di Gauss per trovare (a) la den-
sità lineare di rnrka sulle snperfici internl' t•d t•st,·rtw
,lei cilirulro mm,, (h) il rnmpo ek·urko al di ruori cld
cilindro cavo, a una ciismnza rclall'as.'IC.
37. li campo elettrico sulla superficie di nn conduttore di
forma irregolare varia tra 5.60 x 104 N/C a 2.KOx
l0 4 N/C. Calcolare il campo elettrico nei punii della
superficie in cui il raggio di cnrvamra è (a) maggiore,
Figura PI9.27 (b) minore.

pre nel punto centrale del cilindro) a 4.00 cm di Problemigenerali


distanza dall'asse dello stesso. 38. Tre cariche puntiformi sono allineate come in Figum
~ Si consideri un cilindro infinito di raggio R carico con Pl9.38. TrO\-are il campo elettrico in (a) la posizione
una densità di carica uniforme p. Calcolare il campo (2.00, 0) e (b) la posizione (O, 2.00).
elettrico in funzione della distanza rdall'asse per r< R.
:10. Un pezzo di polistirolo espanso di 10.0 g trasporta una
J
carica totale di - O.700 µ.C ed è sospeso al di sopra del
centro di un foglio di plastica orizzontale molto gran-
de che ha una densità unifonne di carica sulla· sua
1 o.500m 0.800m
1
superficie. Qual è la carica per unità di superficie del --6..lt-----u ....-------«."J._--x
foglio di plastica; - 4.00nC 5.00nC 3.00nC

Paragrafo 19.1 O Conduttori in c:quilibrio FiguraPJ9.38


elettrostatico
~ l'na lung-.isbarretta metallica ha raggio 5.00 cm eden- :IH. Una pallina di plastica è sospesa ad un lilo di 2.00 cm
sità lineare di carica 30.0 nC/m. Trovare il campo di lunghezza in una regione in cui agisce un campo
eleurico alle seguenti distanze dall'asse della sbarret- elettrico uniforme, come mostrJto in Figura PI 9.39.
ta: (a) 3.00cm, (b) 10.0cm, (c) 100cm. Se la pallina è in equilibrio nella situazione mostrata
32. l'na carica q è posta su una lastra conduttrice che ha qual è la cai-ica della pallina?
in fi1-,rura,
uno spessore finito ma estremamente piccolo. Qual è
approssimativamente l'intensità del campo elettrico
in un punto esterno vicinissimo alla superficie della
lastra sul suo centro se l'area della lastr.1 è A?
:1:1. Una lamina quadrata di r.1me di 50.0 cm di lato è E = 1.00><JOSiN/C
immersa in un campo elettrico esteso di 8.0 x I 04 N/C
e direzione pnpn,ditoln" alla lamina. Trovare (a) la
densità di carica su ogni faccia della lamina e (h) la
carica totale su ogni faccia.
:1-1.Una sfera conduurice ha r.iggio R = 2.00 cm e carica
Q = + 8.00 µ.C. lin guscio sferico conduuore di raggio
interno di 4.00 cm e raggio esterno 5.00 cm, concen-
trico,circonda la sfera e possiede una carica netta di m<=2.IIOg
- 4.00 µ.C. Calcolare il campo elettrico alle seguenti
FiguraP19.S9
distanze dal centro: (a) r = 1.00 cm, (b) r = 3.00 cm,
(c) r= 4.50 cm e (d) r= 7.00 cm. ·IO. Fr,1 due laMrt' par.11lelc distanti 4.00 ero esiste un
:1·,.Due sfere conduttrici idt·ntichc eia.senna di raggio nnnpo ,·lenricn 1111ifo1·n1t• di i111t·nsit:ì640 N/C. l!n
0.:,00 cm sono collegate con un lungo filo lc.-ggern protone viene lasciato libero dalla lastra positiva nello
conduttore di 2.00 m. Determinare la tensione nel filo stes.'I<>
L,tante in cui un elettrone viene lasciato libero
se 60.0 µ.C vengono posti su una delle sfere conduttri- dalla-lastra negativa. (a) Determinare la distanza dalla
ci. (Sullllfflmmlo:assumere che la distribuzione di cari- lastra po.,iti\-a alla quale le due cariche si incontr..mo.
ca superficiale su ciascuna sfer.i sia uniforme). (Trascurare l"attrazione elettrostatica fra il protone e
:lii. Un lungofilo rettilineo è circondato da un cilindro l'elettrone). (h) Ripetere la domanda (a) per uno
metallico cavo il cui asse coincide con quello del filo. Il ione di sodio (Na•) e uno ione di cloro (Ci-).:.
572 Capitolo 19 for., ,Mllirh,•, mmpi rlrllril'i

f.f.0Una pallina di sughero carica di mas.,a 1.00 g è •ospesa


n un leggero filo in presenza di un campo cl.-urico lsolalort~
. uniforme come in Figura 19.41. Il campo elemico lrn
componenti E,=3.00x IO''N/C e I·:,=5.()(lx IO; :,;1c. C:onchulort·
I.a pallina è in equilibrio a IJ • :li.li". Calrnlan· i., l la
rnrirn sulla pallina e (b) la tensione ,ul lilo.

FiguraPl9.4S

densità \'olumica cli carica p. Un filo di densità lineare


di carica ,\ ,. posto lungo l'as.se del guscio cilindrico.
Determinare l'intensità del campo elettrico in tuni i
punti ddlo spazio. ·
'16. Due strati infiniti, non conduttori, sono paralleli fm
loro come in Figura Pl9Ati. I.o strato a sinistrn ha
Figura P19.41 una densilà ,upc•rlirial,· di n,rica uniforme cr ,. qud-
lo a clt•stru ha rnrn dt·nsità superfidalc.· cli fiuka
uniff,rmr - tr. C:akolan· il ,·alnrt· cld nunpo t'h·urkn
l'.!. Quaitro rnriche identiche (q= + IO.OµC) sono post,· nd punti (a) a sinistra. (b) in nwun, e (e) a cks1rn
sui vertici di un rettangolo come mostrato in Figura dei due strati. (S11ggrri1nm/1J:n·dcrc Esempio I !J.I O).
P 19.42. Le dimensioni del rettangolo sono /. = 60.0 nn
,. IV= 15.0 cm. Cakolart· la granclt'ua ,. ia clin•,io1w
clt:llc1 ,:aricachl· sta nc.•ll';.mgolo
forza t.•scrcitata.sull:.1 a
sinistra in basso dalle altre tre cariche.

'
q u-------t;;a q

1/U---L-:----IJt--x
q -a
FiguraPl9.42 F'igura Pl9.46

[t;~J
l'na sfcra"isolanJediraggio" lm u11a clcnsÌtiÌ di carie:~, l:i1] Ripetere i rnkoli effenuati pc·r il l'rnhlema 46 qrnmdo
uniforme p e una caric11tomi<· Q. Concentrica alli, entrdmbi gli stmti hanno densità superficiale di carica
sfem si trova una sfera ca\"dro111/utlriet non ,ari,n. i cui posilìv11
di \'alore u.
mggi interni ed esterni sono b e r, come in Figura 41!. Una sfer.i isolante cli raggio 2n ha densità cli carica
Pl9.43. (a) Trovare l'inlt'nsità elci campo elettrico unifo1me p. Unn c11vitàsferica di r.iggio a è pmticata
nelle regioni r < a, a < r < b, b < r < r, e r > r. (b) nella sfera nella po.~it.ionemostmta in FiguraPl9.41!.
Detemiinare la carica indotta per unit.~ di arca sulle Mostr.irc che il campo elettrico nella cavità è unifor-
supt•rlki interne cd esterne cl<·llasf',·rnmm. mt· c.•cinto da/•.',= O t• I·:,-=(/1 ,,, :\e0 ). (SttJ!Xnimrulrr.il
-1-1.,\I pnnto cli fissione, si pucì \'istmliuart· il nucleo cli ura- campo nella CilYÌtà risulta d&11la stt\'rapposizione elci
nio 238 (con 92 protoni) come due sfere piccolissime a c11111po dovuto alla sfera uniforntemcme carirn seni.i
contatto, ciascuna con 46 protoni e raggio 5.9 x 10·1; 111. foro e del campo domto ad una sfem avente le stes.<t'
Qu11lè la forza repulsh'a fm le due sfere? ( 1~,massa cld clim<·nsionidclh, C'ét\·ità,n1rirn unih,rnu.·mt·ntt•t'OU
nucleo di 2!111U è 3.98 x I o-2r, kg). clt•n•ità di e.irica - p).
~!\. Un guscio cilindrico isolante infinill1mente lungo di 49. Tre palline uguali di pla.stica ("' = 2.00 g) sono sospese
raggio interno a e di raggioesterno b ha una uniforme ad 1111punto fisso da sottili fili ciascuno di lunghe-,za
,,,.,,,,,,,,,; 573

J :,\/. l !m1particella si clice nonrclmivistica se la sua velocità


è minore di 1111decimo della vdndtà della luce, ossia
111inon·cli :toox HY'm/s. (al Q11anl0 ci meuerà ,111
,:1t·t11tn~r n rimmwn.· non rrlati\'istiro s,· partt· di1
knnu m unu n:giunt· in t·ui il ('i111tpoelt'ttrico è
1.00 N/C? (b) Quanto ci 111e11crà 1111
protone a rima-
ner<· non relati\istico nello stesso ,·ampo elettrico? (c)
I ~ampi elettrici sono nrdinariameme molto mag1,'iori
d1 I N/C. Le particelle cariche rimarmnno non relati-
vistiche per tempi più corti o più lunghi in un campo
FiguraPl 9.48
elettrico moltu maggiore?
t = 50 cm e di massa trascurabile. All'equilibrio le tre
Problemi al calcolatore
palline formano un triangolo equilatero di lato ,. =
SI. 11Foglio .:leuronico 19.I calcola le componenti x e y
30.0 cm. Qual è il ,-alore della carica di ciascuna palli·
dd c~mt~>el~urico E lungo l'ns.'lex dovuto a qualsiasi
na, se essaè la stC!l."3 per 11111
.. ?
coppm di cariche Q 1 e Q2• lntrndurre i v-.iloridelle
50. Due bacchette identiche di lunghezza 211portano cia-
cari~h~ ~ le loro com·dinate x e y. Scegliere Q 1 = 4 µ.C
sc1ma una carica Q, distribuita uniformemente sulla
nell ~ng11w,e porre Q2 =O.Fare un gr.ifico del campo
lungh<--zza.I.e baccheue stanno sull'asse x con i loro
clcnnco lungo l'as.,c,x. ,Volt,: dovresti scegliere oppor-
centri clistanti b con b > 211,come in Figura 1'19.:'>0.
tunamentt• una dimensione per il p.isso e,aggiustare la
~ostrare che la forLa c!iercitata th.1 mm hm:du.•ua
srnl.i del gmlico poichc'.•il campo clclll'ico nella posi-
sull'ahrn i: clata da
zione dcli;( carica è inlini1<>.
k Q2 b2 S2. (a) Usa11dc1 il Foglio ~'.lt•llronko 19.1, porre Q 1= 4 µ.C:
F = :,,?In ( b"-•111") nell'origine<' Q, = 4 µ.C:in ., = O.OHm, y = O. Fare un
gmlicu delle rnmponemi del rampo etcitrku E in fun-
y zione dix. (b) Cambiare, Q2 in -4 µ.C, e forc un gr.di-
rn del campo t:le11ricoin funzione dix. (Si 1raua di un
dipolo). Sarà necessario ag1,ri11stare le scale dei grafici.
S:I. (a) Usando il Foglio Elenrnnirn 1!1.1,prendere Q1 =
k----b---- (i ne_ in x = O,J = 0.03 m. Fare 1111 grafico delle compo-
ne1111del campo elt•ttrico E in funzione di x. (b)
--11••-----t•ai••i---x
-a a b-a b+a
Camhian• Q2 in-6 nC, e ripetere la domanda (a).
S-1. Si considt•ri un dipolo elettrico nel quale: la carica +1Jsi
x in x = a e la carica -q si trovi sull'asse x
tro,·i sull':1-"1.o;c
FiguraPl 9.50 in " = -a. Si prenda q = 6 nC e a = 0.02 111. Usare il
foglio Elettronico 19.1 per cosu·uire un grafico delle
componenti del campo eleltrico lungo l'asse x per
r,1. Una linea di cariche positn-e forma una semicirconl<'-
mlori di .< maggiori di 4 1·111.Modificare il Foglio
rcnza di raggio R = 60.0 cm, mmc moslmto in Figum
E1citronico 19.1 per ag1,riungerc il grafico 2k,p/x' (il
P 19.51. u1 carica per unit:ì di lunghezza varia con
rampo E nl'll'appro11Sima1.ioncx:I> a), dm·e P=2aqè il
l'angolo li secondo l'espressione A = A11cos IJ.I.a ca,ì-
1110111,•nto di dipolo elc11rico della distrihuzione di
ca totale della semicirconferenza è I 2.0 µ.( :. ( :atcolan·
carica. Per quale campo di ,·;dori di x l'approssimazio-
la forza su una carica di 3.00 µ.C posta al centro di cur-
ne di dipolo è cmro il 20% ciel valore reale? Entro il
vatura della semicirconferenza.
5%?

FiguraP.19.51
574 Capitolo 19 Fmu• 1-Mlrid1e
r mmpi l'lrllriri

RISPOSTE AI PROBLEMI CONCETTUAU


] , (JI configurazione mostrata è intrinsecamente in•tabi- 3. Uno schermo tele\isivo è costantemente bombarclatn
lc. Le cariche negati,-e si respingono. Se si vc1·ilicassc con elettroni che provengono dal cannone elettronico.
una piccola mm,innc cli una delle lmcclwlll', h, rcpul- Di ronscgut·nza, es.'Kldi\'t'llli\ carico negi:Ui\'mnt•1ut•, e si
•iune facili1erchhc un'uhcriore 1·01aziu11l' nel wnn di sU1bilis1:eun campo clc11rico nella rcgimll· di frumc
un allontanamento da questa configiir.1zione. Vi 50110 allo schem10. Questo campc, elettrico polariuer.à le
tre possibili configurazioni finali mostrate in Figur.i particelle di pol\'Creche si trovano nell'aria di fronte
PCl9.I: la configurazione (a) è stabile;se gli estremi allo schermo, propriocome un oggetto carico polariz-
positivi in alto sono spinti l'uno verso l'altro, essi si za le mc,lecole di un oggetto neutro. Inoltre, il campc,
respinger.inno e faranno ritornare indietro il sistema elettrico non è uniforme, poiché lo schermo tele\isivo
nella sua configurazione originaria. La configurazio- non è un piano infinito. Quindi, l'estremitàc-.irica posi-
ne (b) è una configurazione di equilibrio, ma è insta- tivamente delle particelle di polvere si troverà più ,ici-
bile; se gli estremi in alto vengono awicinati la loro no allo schermo e in un campo elettrico più intenso di
attrazione sarà maggiore di quella degli estremi in quello dell'estremità negativa. Come risuhato, vi sarà
1,allll(ie In configurazione tenderà a (c).La configura- una fc>r1.a attrattiva risultante, che attirerà le particelle
zione; (c) è stabile. di polvere sullo sche.rmo, dove esse aderiranno.
4. Le linee di rorza del campo elettrico partono dalle
cariche positive e terminano sulle cariche negative.
Quindi, se il campo del bel tempo è diretto verso il
suolo, il suolo dovrà avere una carica neg-,uiva.
5. I .e due placche cariche creano, fra di es.se, 111m re1,>io-
1w di campo eleurico uniforme, diretto dalla placca
positiva alla placca negativa. Se la palla \iene spc,stata
(:il (b) finn a toccare una placca, diciamo quella negativa.
mm l'Cl"li\ t·arica ncgati\"a si tr.asfcrirà sulla palla L·d css.l
«:::··-.•::···:::·,) ,,:;:::::..:::•
·.:;:;~_-.--,
suhini 111m forza eleurica che la accelereni ,·c,-.o la
(e)
placca pusiti\-a, Appena la palla carica tocca la placca
F,guraPCl9.I pc1.,iti\·a,cederà la sua carica negativa, acquisterà umi
n1rica pusi1h-a. e accelererà indietro ,-erso la placca
2. Nu. l.'nl,,gcuo A potrebbe a,·erc una carica di S<·gnn ncgath-a. I.~ palla continuerà a muoversi a,·,mti e
oppostn a quella di B, ma potrebbe anche es.seri· 1111 indietro l'r.1le placche finché non abbia trasl'erito tutta
conduuore scarico. In quest'ultimo caso, l'oggetto 8 la carica, rendendo ambedue le placche neutre.
causa una polarizzazione di A, attirando le caricl1r cli 6. L'andamemo del campo elettrico di ciascuna di que-
un segno sulla faccia vicina di A e spingendo una ste tre configurazioni non ha una simmetria sufficien-
uguale quantità di carica di segno opposto sulla faccia te per eseguire praticamente il calcolo. (Il teorema di
lontana, come in F'igura PC19.2. Quindi, la runa cli Garnwè utile sohanto per calcolare il campo eleurico
attrazione esercitata su B dalla carica indotta sul lato di distribuzioni di carica altainente simmetriche,
vicino di A è leggermente maggiore della forza cli com<' srere, cilinclri e lastre uniformemente carichi).
repulsione esercitata su B dalla carica indotta sulla fac- l'er applicare il 1eorcma di Gauss, dobbiamo e55ere in
ci11 lontana di A. Quindi, la fona risultante: su A i· cli- l,"111clocli tnn11re una superficie chiusa che circondi
retta verso B. unn dis1ribuzione di carica, la quale superficie possa
essere suddi\isa in modo tale che il campo su ogni ele-
menti> della superficie sia costante. In questi casi una
mie superficie non si può lr<l\'l\l"e.
7. Gli effetti di schermo elettricu da parte di un cond111-
tm·e dipendono dal fatto che ,; sm10 due specie di
cariche: posith·e e neg-dti,·c.Pi,r questn motivo, le ,·ari-
dtl' si pussuun 1nuo,·t·rc clenlru il nmcluuon.· in mndo

l
tale che la combinazione di cariche pllsiti,·e e negative,
stabilisca 1m campo elettrico che annulli esattamente
il cumpo estemll dentro il conduttore e dentro qual-
siasi mvii.o\11l1'intcrnC1 del conduttC1rc.Vi è soltanto 1111
tipo di carica gr.ivitazionale, e non esiste 111111"massa
negativa". Di consegue111.a,lo schermo gravitazionale
JliglanPCl9.2 è impossibile. ·
20
Potenziale elettrico
. '
e capacità
\ U <, 11 \I I '\ I" I

20.1 Differenza
di potenziale
e potenziale elettrico
20.2 DifTc-rc:nze
di potenziale
in un c11mp<1 c:leurico
uniforme:
20.!l Pott•nzialc: c:lcurico
cd energia potenziale:
di cariche puntiformi
20.-1 Come: ricav.irc: E
dal pcm:nzialc
elcurico
20:s Potenziale: c:lcufico
domto a distribuzioni
continue di carica
20.6 Potcniiale
di un conduuorc:
carico
211.7 Definizione:
di cap11d1à
20.8 Collcgmnc:nti
di condensatori
20.!I •:nergia
immag111.zinata
in 1111condensatore
20.111Condensatori
con diclc:llrici

575
!176 Capitolo 20 1'11tem:iale
elellrir.o
e wpacilà

Questo capitolo riguarda anche le proprietà dei condensatori, dispositivi atti


a immagazzinare cariche. I condensatori sono comunemente usati in una
varietà di circuiti elettrici. Per esempio, essi sono usati per sintonizzare la fre-
quenza di ricevitori radio, come filtri negli alimentatori, per eliminare scariche
i11clcsickrntcnei sistemi cli acn:11sio11edelk automobili e come accumulatori <li
energia per i flash elettronici.
Un condensatore, fondamentalmente, consiste di due conduttori separati
da un isolante. Vedremo che la capacità di un dato sistema dipende dalla sua
geometria e dal materiale chiamato dielettrico,che separa i due conduttori.

20,1 • DIFFERENZADI POTENZIALEE POTENZIALE


ELETTRICO
Quando una carica di prova, q0 , è immersa in un campo elettrostatico, E, la'forza
elettrica sulla carica è qoE.Questa forza è la somma vettoriale delle singole forze
. esercitate su I/Odalle varie cariche che generano il campo E. Segue che la forza
qoEè conservativa, perché le singole forze, govèrnate dalla legge di Coulomb,
sono conservative; Quando una carica si muove in un campo elettrico, il lavoro
compiuto su q0 dal campo elettrico è uguale al lavoro cambiato di segno com-
piuto da un agente esterno che ciiusa lo spostilmento. Per uno spostamento infi-
nitesimo, ds, il lavoro compiuto dal campo elettrico è F · ds = qoE· ds. Ciò equi-
vale a una diminuzione di energia potenziale del sistema campo<arica di un
valore dU = q1~ • ds. Per uno spostamento finito della carica di prova fra i punti
A e B, la variazione di energia potenziale è

Varicmonedi energia • ·,ruJ.ilJi,'.f.JtJ.


'11~;;.-:
....':':{>::,
....·: -,:,·.,:\;.';°., ,::.
,,:i·ii:~.-,;s:
1~·:;;ifol [20.11
potenziale :.:'..·-.·
-:. ,_.=.·-l.t.,·::.:_:_\·
'~;,,~::->·-··:
L'integrale nell'Equazione 20.1 è eseguilo per ìl cammino lungo il quale '/1,si
muo,·e da A a B ed è chiamato integrale di linea. Poiché la forza qoEè conserva-
tiva, questo integrale non dipende dal cammino seguito per andareeiaA a B.
L'energia potenziale per unità di carica, U/l{o, è indipendente dal valore.di
I/Oe ha un valore unico in ciascun punto del campo elettrico. La grandezza U/~
è chiamata potenziale elettrico (o semplicemente potenziale), V.Allora, il
potenziale elettrico in ogni punto di un campo elettrico è

V=!:!_ [20.2)
I/O
Poiché l'energia potenziale è uno scalare, il potenziale è pure una grandezza
scalare.
La differenza di potenziale, I!.V= Va- VA,fra i punti A e B è definita come la
variazione di energia potenziale diviso per la carica di prova I/O:

Diffemu.a di potenziale • (20.!I)


fmduep11nti
La differenza di potenziale non deve essere confusa con l'energia potenziale.
La differenza di potenziale è propuni<maleall'energia potenziale e vediamo
dall'Equazione 20.3 che esse sono legate dalla telazione l!.U= l{oI!.V.Il potenzia-
le è carntteristico del campo, indipendentemente dalle cariche che possono
essere introdotte nel campo.·Tuttavia, quando parliamo di energia potenziale,
ci riferiamo al sistema caricà:-campo.
20.1 /Jiffrrmt11clipt>tmtÙl/e, p,,tr11ti11k
rltll1fra 577

Poiché, come già è stato fatto notare, la vmiazione clell'energia potenziale


della carica è il lavoro cambiato cli segno ~volto dalla forza elettrica, la differenza
di potenziale, A V.è uguale al lavoro per unità di '--arica che 1111 agente esterno
rom pie pt·r muovere una carica di prm-a da A a B st•11zavariazione di energia cine-
tica.
L'Equazione 20.3 definisce soltanto la differenza di potenziale. Cioè, solo le
differenu cli V sono significative. La funzione potenziale elettrica è spesso pres."\
uguale a zero in un punto conveniente. Abimalmcnle fisseremo il potenziale a
zero all'infiniw (doè, in un punto infinitamente lontano dalle cariche che
generano il campo). Con questa scelta, diciamo che il potenziale elettrico di un
punto arbitrario è ugualeal lavoro per unitàdi caricanecessario per portare una
carica di prova positivadall'infinito al punto. Così, se prendiamo V~= Oall'infi-
nito nell'Equazione 20.3, allor.i il potenziale in ogni punto Psarà

V,.=- [ E· ,/s [20.4)

In realtà V,.rappresenta la differenza di potenziale fra il punto P e un punto


all'infinito. (L'Equazione 20.4 è un caso panicolare dell'Equazione 20.3).
Poiché la differenza di potenziale è una misura dcli' <·nergia per unità clicari-
l"a, 1°11ni1àcli misura cll'I potenziale nel sistema SI 1\_jouk su coulomb, che, per
definizione, è chiamato volt (V):
• DtginiziOM
di volt
deve essere fatto il larnro cli I joule per far superare a una carica di I C la
C.:ioi.-,
diffcren1.a cli potenziale cli I \'. L'Equazione 20.3 mostr.i che la differenza di
potenziale ha pure come unità di misura quella del campo elettrico moltiplica-
to per una distanza. Da ciò segue che l'unità di misuni nel sistema SI del campo
clenrico (:-;/C) può essere anche espres.-racome volt su metro.
I N/C= I V/m
Come abbiamo appreso nel C'..apitolo9, Par.igrafo 9.7, una unità comune-
mente usata in fisica atomica e nucleare è l'elettronvolt (eV):
I eV = 1.60 X 10- 19 C •V= 1.60 X 10-19.J (20.5] • L 'elettnmvolt
Per esempio. un elettrone cli un f.L~ciodi un tubo a raggi catodici della televisio-
nl'lm velocità5 x 107 111/s.Ciò corrisponde a un'energiacinetka di I.I X 10-15J,
che è equi,-.alentl' a 7.1 x IO~cV. Un tale elettrone, per r.iggiungere questa velo-
dtà, deve es.sere accelemlo, partendo da fermo, per me1.1.ocli una differenza cli
potenziale di 7.1 kV.
.,,·. r
:twia
i"li:J'l.
.,·.~-:~.-n'h1J.m.~J.t
:.~,~,!···
~--
1.·:·, ,_,
•r· :;\•I·\,:).·.,,_\:_·''
Supponiamo che gli scienziati abbiano deciso di misurare le piccole energie in fm>-
1011110/t piuuosto che in cleurunvolt. Che differenza d sarebb..-?

RagionamenloNon ,·i •arehhe ak11m1differe111i1.U11elettmnvolt è l\•nergia CÌlll'·


1icaguadagnata da un eleurone accelerato allnl\'erso un:1 dillercnza di potenziale
di un volt. Un protone acn·lerato attmverso un volt avrebhc la stt·s.,a energia cincti-
.-a. pokh(• i,s.so lrn la st<·s.,acarica di 1111<·lettrone (,•ct·1·1tuil segno). li pmlonc si
muov,•rt·hht· più lentamcntt· dopo es.sere stato accclemlll attr.wersn un volt, a causa
della sua mas.'lll maggiore, ma esso guadagnerebbe un elettronvolt, o un protonvnlt,
di energia cinc,tica.
578 Capitolo 20 l'otn1Zial, ,l,llrira, mfmritti

20.2 • DIFFERENZEDI POTENZIAI.EIN UN CAMPO


ELETrRICO UNIFORME
In questo parngrafo cleliniremo la clifforenza cli pnt<·nziale frn clul' punti qual-
La dilfrn·111.a cli pnH·mi.ill• i· indipt·1ult·111t·
rn111po t:ll'nrirn 1111ijor1111•.
sia~i i11liii
dalla linea che unisce questi due punti; owcro, il la\'oro srnlto dalle fo17.t'dl'I
campo per portare umi carica di prova dal punto A al punto B è lo stes.so qua-
lunque sia il cammino seguito. Ciò conferma che un campo dcttrirn uniforme
e statico è conservativo.
Consideriamo dapprima un campo elettrico uniforme diretto lungo l'm..~c y
negativo, come in Figura 20.I a. Calcoliamo la dillerem.a di potenziale froldue
punti, A e B, separati da una distanza,~ essendo d misurato parallelamente alle
linee di f'or1.adel campo. Se applichiamo l'Equazione 20.:'I a questo caso, otte-
niamo

VA- Vn=-!!V=- - f /1
E, cls=--
f
Il
Rcos0° cls=--
fR
f rls
Il ,·I -~

Poiché /ì è cosmnte, può essere portato fuori dal st•gno cli integrale, dando

Differenzadi potentiale • ~\'=- -1-: f,il

..
d.,=-1·:d (20.61
fra due punti in un
campoE uni/onne Il segno meno deriva dal fatto che il punto /lsi trova a un potenzialt• minore elci
punto A; ciot·, 1'11< 1' 1• In gt'll<'rnlc, le linee di forzo del campo elettrico sono
sempre puntate nella direzione di un potenziale elettrico decrescente. rnmt·
nella Figura 20. la.
Supponiamo, orn, che una carica di prova q0 , si mum·a da A a B. La rnriazio-
ne della sua energia potenziale elettrica si puù rnlcolare dalle Equazio11i20.:'Il'
20.6:
~l'= I/oA.V=-- IJol•.'d (20.71
Da questo risultato vediamo che se 'lttè positiv.i, fili è negati\.i, Questo significa
che una carica positivadiminuisce la sua energia potenziale elettrica quando si
muove nel verso del campo elettrico. (Ciò è analogo alla diminuzione di energia
potenziale gr.ivit,tzionale da parte cli Ullil massa che si muove Vt'rso quote pii'.1
basse in presenza di un campo gravitazionale, conw nu~stmto in Fig. 20.lh).
Quindi, essa \'l'mì ,1ccckrnm n•rso il bas.-«>,
gtmd.igmmclo t,nergia cinetirn. Poiché
guadagna energia cinetica, essa perde una uguale quantità di energia potenziale.

Figura 20.1 (a) Quando


il campo eleurico, E, è
direl\o verso• il has.so, il
punto Il si lro\il a un
potenziale eleurico mino-
n• ckl punln :I. l.'m, carica
di pro,·n positha dw !'.i
mum·e eia A a B perclt·
ent'rgia potenziale cleuri-
ca. (b) Una ma.s.\a, m, cht·

·!l l l l ·!l l l l (h)


si muovt• \'C'rso il has..~o
nella direziom· dt'l rnmpo
gr.i\itazionale, g. pcrd,•
energia potenziale
vitazionale.
gt"d·
20.2 di Jm/,-u:wh•1111111
l>rJ/1·1·r11:,• t11m/w,•/,•/hlro1wi/m·111I' 579

D'altro t·,uuo, s1·la rnrirn di prova <ft,i· nl-gati,.1. allora .:l,{'i~ positirn e la situa- E
,dont· i· rowsciam. Una carica negativa guadagnaenergia potenziale elettrica quan-
do si muove nel verso del campo. S<·una rarka negatirn i· ahh,mclomua in quictt•
11!'1
rnmpo E. !'ssa ,·i,·111·acn·li-mta in n·rm opposto a qul'llo dd campo 1·11-ttrko.

,,,~, ii t ;1,11pili gt·111·1,dt·di una panin·lla ra1 ira dlt~ si 111uun·
( :011,ìdt·1ìa11111
fra dtl!' pumi qualsiasi in 1111 rnmpo d1·ttrko din·tto Sl'lllpn· lungo l'asse x, come
in Figum 20.2. St• d rapprt·st·nta il n·tton· spostanwnto fra rl t· B, l'Equazione
20.3 chi
/2
AZ---------k
J
.l\"= -f E·ds=-E· f ds=-E·d
1
.l
1
1
1

.\
(20.8)
Figura 20.2 Campo l'lemi-
co unifonm· diretto lungo
l'as.st•., positim. li punto Il si
dove ancora E~ stato portato fuori dal segno di inll'grak, essendo costante. trova a potenziale minort~
rispt•no al punto A. I punti B
Inoltre, la ,.iriazione di energia potenziale della carica sarà e C:sono allo .,tts.10potenzia·
le .
.:l.l'= qu.l\"=-11i,E·d (20.91

Infirw. i nostri risultati dimostrano che tutti i punti che giacciono in un


piano p1·r/J1•11</irolarPa 1111campo dt•ttriro unifùrnw si trornno ,Ilio st1•sso pott•n-
zialt•. C:iù può 1·s.,1·n·,·isto in Figura 20.'.!. don· la dillc.·n·nza di pot1·111.i.1l1·
1'11- l'.1
i· 11J!1111fr" r, - r 1 • <,2uindi r,, , I', . Viene dato il nome di suJn?fideeq11ipote111iale• &,pe,jieie eq11ipoten%iale
a una qualunque superficie costituita da un insieme di ptmli che hanno lo stesso
potenziale. È eia notare d1e poidu; .il' = 1/n:l I". 11011si nunpie alcun la\'oru
quanclo una rnri,,1 cli prova ,i llllloH' fra d11,· 1111111i q11alsiasi di umt sup1•rlicit·
1·quipott·111iak. !.,· s11pnlki ,·1111ipo1<·111iali di 1111rnmpo d1·1trin1 uniformi•
so110 costituiti· eia una famiglia cli piani tutti /m1H'tulimlm'ial campo. I.e superfici
t•quipote11liali p,·r campi con sirnmetril- clin·rst· saranno descritte nei par.1grafi
S\ICl't'SSÌ\Ì.

PROBLEMA
CONCETTUALE
1
St• un pnnont· ,ìcnt• lasdato libero eta termo in un campo dt·nrico uniJt>nue. lu sm, e1u:r-
gia p<>le11,iakl'lt·ttrir" aumenta<> <limint1l~rc:

Esempio 20. 1 Campo fra due piastre piane e parallele con carica opposta
l '1m h,1t1t·ri.1d.t I!!\"(• n,llc·g.:un a chw ph.1strt·parullt·lc· notm1<lodi<' umi i pumi di un rnndunorc in t·c1uilibriosi
t·omt· in Figura :!O.!t l.a s1.·pnrilziom: Ira lt• ph1stn· i: U'o\111111allo st,•s.,opnu·nziak•1,. quindi non ,·'è difli:n,n·
0.:111nn ,. il rnmpo d1·nrko i· '"l'P"'lf' 1111if11rnw. fm 1111morst•lln ddla l1:1n1•ria
,., cli po11·n1.ial1· ,. mm qua·
(Qut·Ma ipolc·si i: n1gionc·,·ulc.· st· la cliMat11.i frn 1c.·phtMrt' h111<111t• porlimw cldh1 pimitru u ,·ui c.•s.,oi· cnlkgatu.
i• pìrcula rispt·lto alle dim,·nsioni ddlt,• pia:iitn· ,. s.t· Quindi, il c.unpo ek·ttriro lht le piastre è
t'scludianto punti prossimi ai bordi). l>t-11•rmi1mn•
il
nunpn elrttrirn frn le pi,.strt'.
r-:= I l"n- 1:11 12\'
4.0x I0-1 V/m
Soluzione Il ,·,1111podettrico è dir1·110clall.t piastrn ti 0.30x 10-~111
posith11a <11u-lli1 1wgati\'a. \'t•diamo dtt.· la pimnrn positi-
,a ;1 ck,1ra C:·a 1111poh·111h1h· mag~ion· di quc.·tla 11q.~.11i, (~111·,1.1, olllÌJ.tllHl/Ìunt·, dw i· rhimnata r11111l1•11.-.alm'l'
11
v.1.~ntimnu dw la dill(!n•111.ncli pn1c.•111.ialt• fn1 lt• pim.trt· {llrrr J,itmr, prm,lltlr. san\ 1·s.uninampii, clctmgliammcn•
ckn· es.«·rt· ugm1lr alla dìllt·n•n1.a di po1t·nliale esisten- lr in qu,·sto ,·apitolu.
te fm i morsi,ni dt'lla balleria. Ci<ì pnò t'S.'ll'recompreso

1 Il ,:ampu dt'lui,·o all'imc.·rno di 1111nmdunnn· in e,1uililnio c.•lcm·,1.,tutkusi annulla. c.•quindi


J
l'integrnl,· di linc.·o, E · ,is fra due punti qualMaidall'imcrno del timdunun.• d,•n• ,•w.·rc zc:ro.
Una di.,cussionc più completa su questo punto 5'lrii <hlta nel Par,ignifo 20.6.
Capitolo20 ekllliw e m/mnlti
/'11/1•11oit1/e

Figura 20.3 (Esempio 20.1) l'n,1 baueria da 12 V coli<~


gata a due pi.1stn:piane t· parallele. Il campo d~·ttric:o
fra le piastre ha imensità dam clalla clilfort·n,a cli pou·n·
ziale divisa per la distanza 1/fra le piastre.

Esempio 20,2 Moto di un protone in un campo elettrico uniforme


Un protone è abbandonato in quiete in un campo elet- E
trko uniforme cli 8.0 x 104 V /m, clireuo lungo l'asse x
p<>silivo(Fig. 20.4). Il protone subisce uno spostamento
di 0.50 m nella direzione cli E. (a) Determinare la varia-
,ione cli potenziale eleurico fra i punti ,I e B.

Soluzione Dall'Equazione 20.6 abbiamo

- ( 8.0 x IO"j~·) (0.50 m) = .-:4,0 x 10'1 V


A V=- J-:11=

Quindi, il potenziale ,•lettrico del protone diminuisce


quando esso si sposta da ,I a B.
(b) Determinare la \'ariazione di energia potenziale F'igura20.4 (Esempio 20.2) Protone a1·cd,·rnto cl.1,\ a
del protone a seguito di questo spostamento. B nella dil'C',ione del camp<• elettrico uniforme.

Soluzione
aecdcnuo nd \'erso di E. più aumenta la sua ent·rgia
AU=t]oAV=eAV cinetica e conternporant.·amente il sisten1a proton, ..
campo perde energia potenziale elettrica (l'energia
= (l.6x I0- 19 C) (-4.0x I0'1 V) totale si conscn·a).

ESERCIZIOI Applicare il principio di consenw.ione


dell'energia per trovare la vt'locità del protone dopo
li segno negativo significa che l'energia potenziale del che si i, spostato cli 0.50 m dalla posizione di 1iposo.
protone diminuisce quando esso si muove nl'I ,·1·rs<,di Ri,posm 2.77 x 106 m/s
E. Ciò è significativo in quanto più il protom· viene

ESERCIZIO2 I.a dilli:rcn,a cli potenziale fra le placche di deflessione di un mbo a


raggi cmodici ì.•300 V. Se la dist.11m1fra queste placche è 2.0 cm, trovare l'intensità dc,I
campo elettrico uniforme in qucst.1 regione. Risposm 1.5 x 104 N/C

20.3 • POTENZIALE ELETIRICO ED ENERGIA


POTENZIALE DI CARICHE PUNTIFORMI

Consideriamo una carica puntiforme positiva q isolata (Fig. 20.5). Ricordiamo


che mm tak rnrica produce un campo elettrico r.tdialc usct·nte dalla cmirn.
Per calcolare il potenziale elettrico alla distanza r dalla carica, partiamo
dall'espressione della differenza di potenziale data da:
20.3 l'ntn,:itt/, rlrthfrn nl r111·1'1,oill
/111/1•111.it1/r
,li r111id1e
p1111tij1m11i 581

V,,- V~= - f11

.1
E· ds
/J

Pokhé il campo elettrico cli una e.irica puntiforme è dato eia E" k,l( r/ ?, clovt'
r è· il ,·1·rsun· 11sn·nte clalla ntrka
p11111iforn1<·
m·lla clin·1.ium· ,: la grancll'ua
E · ds si puù l'sprim,·n· cu1111·

E· t/s = k,+
,. r • ,ls

Il prodotto scalare r · ds = tiscos 8, clove 8 è l'angolo fornmto tra i- l' ,/s come in
Figura 20.5. Inoltre, si noti che ,ls cos 8 è la proiezione di ,/s lungo r, cosicché
ds cos 8 = tir.Con questa sostituzione si trova dll' E · ,/s = (k, q/,2)tir, cosicché
l'espressione della differenza dì potenziale divcma

Figura 20.5 I.a dilfert'nza


di pulen,jale rn,i punti 11e B
do,·uta a unn carica puntifor·
mc q dipende .,olt,111/0 dalle
[20.10] coordinate radiali iniziali e
finali r,1 t·d rn, I.e dm· circon-
fort·nzt.• tn.1ttt·ggiatt· rappn··
L'integrale cli lincadi E· tis è imlipmdentedal cammino percorso da A a /J,come sc111anusupt·rlki t·quipott·n·
de\·e essere, perché il campo eleurico di una carica puntiforme è consen-ativo. ziali.
Inoltre. n:quaiione 20. IO t·spriml· l'impor1a1111·ris11lta10dll' la clillt•renza di
potcnziak• fra cllll' pumi qualsÌlL~i.I <' /JdiJ>cncll•.w/11111/0dalle coorclirmt<•mtlit1li
~.1 ed r11• È ahìtuale scegliere come riferimelllo il p<>ll'nziak nullo per ~t = oo,
come abbiamo ,isto nel Paragr.ifo 20.1. Con questa scelta, il potenziale eleurico
dovuto a una t·arica puntiforme in 1111punto a distanza r dalla carirn <'dato èht

V= k .!L [20.11 I • Potell%iale


di una
' r caricapuntifonne
Da ciò vediamo che V è costante su una superficie sferica cli raggio r. Quindi,
concludiamo che le superfici equipotenziali (superfici su cui Vè costante) per
una carica puntiforme isolata sono rappresentate da una famiglia di sfere con-
centriche alla carica, come mostr.ito in Figur.i 20.5. Si noti che Il• superfici
equipownziali sono perpendicolari alle linee di forza del camp<> elettrico,
come 11<'1 niso cli un campo elettrico uniforme.
Il potenziale elettrico di due o più cariche puntiformi è ottenuto applican-
do il principio di sovmpposizione. Owcro, il pot<·nzialt• in 1111 certo punto I'
dovuto a piìr cariche puntiformi i- la somma dei pott·nzi,lli dov11th1llé:singole
cariche. Per un sistema di cariche, possiamo scriver<.'il potenziale tomie in P
nella forma

V= k,L1!.... (20.12] di Ufl sistema


• Potell%iale
; r;
di caridiepunti/anni
,is.~mnt•ndo il potl'nziale ancora nullo ,1ll'ìnli11itoe dove r; è la distanza del
punto /'dalla carica q;-Si noti che la somma nell'Equazione 20.12 i• una smn111<1
nig,brim cli scalari e non una somma vettoriall' (dw inwce <'usata p<!rcalcola-
re il campo elettrico generato da un sistema di caridw). Quindi, i· piìr fadlt•
calcolare V che calcolare E.
Consideriamo, ora, l'energia potenziale di intcr.izione di un sistema di par-
582 Capitolo 20 Pote11zit1/e
e/ettriro, cnpr,rilti

ticelle cariche. Se Viè il potenziale elettrico dovuto alla carica q1 in un punto /',
il lavoro necessario per portare una seconda carica, f/2,dall'infinito in P, è dato
da 1/2Vi, Per definizione, questo lavoro è uguale all'energia potenziale, l', del
sistema cli due partin·llc qmmclo le particl'llt· sono separntt· da 111m distanza r1~
(Fig. 20.6). Possiamo quindi esprimere l'cnergia potenziale comt•
q1q,.,
Energiapotenziale • V= ttlVi= k,~ [20.13]
elettrica di due cariche
Si noti che se le cariche sono di segno uguale, llè positi,-a. Ciò è consistente
col fatto che cariche simili si respingono e quindi bisogna compiere un lavoro
,Q positivo sul sistema per awicinare le due cariche. Al contrario, se le cariche sono
di segno opposto, la forza è attratti\'a e U è negativa. Ciò significa che si deve
,,~ .,,," 92
compiere un lavoro negativo per awicinare due cariche di segno opposto.
~/,,,,' Se il sistema consiste di più di due particelle cariche. l'energia potenziale
elettrica totale può essere ottenuta calcolando U per ogni coppia di cariche t'
91 sommando i termini algebricamente. L'energia potenziale elettrica totale di
Figura 20.6 Se due cariche un sistema di cariche puntiformi è uguale al lavoro ncces.sario per ponare le
puntiformi sono sc:pmì1tc da cariche, mm alla volta, dall'infinito alla loro posizione finale.
tma cli:nammr 1i, l'energict pe>-
1,·11,ialc1klla coppia cli cari-
chc è data da k, q1 <1dr12•
Un pallone di gomma contiene un corpo carico, il quale è sistemato in modo da tro-
mrsi sempre nel n·ntm elci pallone. Quando il pallone vil·n,· gonfiato a 1111 volunw
più grande, cosa acrnde del potenziale sulla superficie del pallone; Al campo denr~
co sulla superficie dd pallone? Al flusso del campo eleurico auraverso il pallone:
Rispondere alle stesse domande per un pallone 1111'111/liro
che ,·enga gonfiato.

Ragionamento li potenziale della superficit· dd pallone diminuiril romt· l"inwr-


so del Tllb'l,"ÌO. Il campo eleurico diminuir-l come l'inverso clc.-1
quad,·mo dd ra~in
del pallone. Il llus.,o del campo cleurico resu,.-:. costante, poiché tullt' lt· linet· cli
forza del campo devono passare auraverso il pallone, indipendentemente dalle sue
dimensioni. Le risposte saranno esattamente le stesse per il pallone metallico (il
metallo non porta alcuna differenza), eccello per il fatto che non ci sarà campo
elettrico nello spessore dell'involucro del pallone.

PROBLEMA
CONCETTUAlf
2
Wffllllll PIIMlmK ati~
Se il potenziale elemico in qualche punto è zero, si può concludere che non vi sono c.ui-
chc nelle vicinanze di quel punto?

Esempio 20.3 U potenziale di due cariche puntiformi


Ihll' rarkhc di 2.00 µ,C.e -lì.00 µ,C sono poste rwllt•pnsi- In qucslO C'scmpio.q1 = 2.00 x 10-,; C:, r1 =4.00 111. <1,=
1io11i(0, O) m e (O, 3.00) m, rispt·llirnmt•ntt•, rnmt• in -ti.00 x ltr" C:,t·cl 1~ = 5.00 111. Quindi, \'1wl punto /'si
Jlignrn 20.7. (a) Trovare il potenziale clenrko totale riduce a
dovuto a queste cariche nel punto P posto in (4.00, O) m.
~ 9 N · m2 ( 2.00 x 1cr e_ ti.OOx 11r''e )
Soluzione Per due cariche, la somma nell'Equazione p:c
8 99
••X
111
cr 4.00m 5.00m
20.12 chi

(b) Quanto lavoro è necessario per portare una cari-


ca di 3,00 µ,Cdall'infinito al punto P?
20,4 E tltil p11temiakekllriru
C.americm11irt 583

Soluzione sulla carica quando essa si sposta da oo a P. Quindi, un


lavoro positi\'o dovrebbe es.sere svolto da una for.ta
W= l/:1l',,= (3.00 x 10-6C) (-6.29 x IO~V)
esterna per purtare indietro la cal'ica da P a oo,
ESERCIZIO3 Trnmrc l't'nergia potenziale dcurica
= -18.9x 10-:1J
totale del sistema dell,• trl' rnrichc mostmte ndla Figura
li segno meno significa che il lavoro è S\'Oltodal campo 20.7b. Risposlll -5.48 x 10-i J

' '
-6.00µC -6.00µ<;

!I.O(!m ·: !I.OOm

· 2.00µc

(a) (b)

F'igura 20. 7 (Esempio 20.!I) (a) li potenziale elettrico nel punto P domto a due cariche
puntiformi q1 ,. 'h i! la romm:1 algebrica dc-i poten1.iali do\'uti alle due cariche individual-
111,·1111·.(hl Qual i· l',·m•rgia potenzialt· del sistema delle tre cariche?

ESERCIZIO4 (al Tnm1rt• il potenziale a una dimanza di I.O cm da un protone. (b)


Qual è la diff<'rcn,a di potenziale fra due punti che si trovano a I .Ocm e 2.0 cm dal pro-
tone? (Assmncrt• V=Oin r=oo) Rispnst.i (a) l.4x 10·7 v (b) -7.2x 10-1tv

20.4 • COME RICAVARE E DAL POTENZIALE ELE'ITRICO

Il campo elettrico E e il potenziale V sono correlati dall'Equazione 20.3. En-


trmnbc le grandezze sono determinate dalla specifica distribuzione di carica.
Ora mostriamo come calcolare il campo elettrico se è noto il potenziale in una
certa regione dello spazio.
Dall'Equazione 20.3 possiamo esprimere la differenza di potenziale dVfra
due punti distanti ds come

dV=-E· ds [l!0.14]

Se il campo clcurko ha 11nnsola componente, z.:.,allora E · ds = li, dx. Quindi,


l'Fquaiirna· W.14 din-nta ti\·= - I:'.,dx, cioè

L' =- dV [l!0.15]
"'• dx

Ossia, il campo elettrico è uguale alla derivata del potenziale rispetto a una
certa coordinata, cambiata di segno. Da notare che la variazione di potenziale
584 Capitolo 20 l'oln11i11ltc/ttllim r mp11dl1ì

/
I 1 I I I
···--1---)....--t--. 1- ~-
I I I I 1
I t I 9 I
I I I I I I I
I I I I I I I
-L--l- ..L.-1--1-1-.l __ ,_.,.
I I I I I 1 I
I I I I I I I
---·-r-:--t----s,~~+-!-, --
, I I
--}... ··H I•
I I I I E
(a) (b) (e)

Figura 20.8 Superfici equipotenziali (linee tratteggiate blu) e linee di forza (linee
continue rosse) per (a) un campo elettrico uniforme prodotto da una carica superficia-
le piana infinita, (b) una carica puntiforme e (c) un dipolo elettrico. In tutti i casi. le
superfici equipotenziali sono in ogni punto perpnidirolarialle linee di forza.

è nulla per qualsiasi spost.uncnto perpendicolare al campo elettrico. Ciò è con-


sistente con la nozione di superfici equipotenziali, che devono essere perpen-
dicolari al campo, come in Figura 20.8a.
Se la distribuzione di carica ha simmetria sferica, cioè se la densità di carica
dipende solo dalla distanza radiale r, allora il campo elettrico è radiale. In que-
sto caso, E · ds = Ii, dr, e così possiamo esprimere ,I\' nella forma dV = - J,,~dr.
Quindi.
. d\'
/1,= --;i;- [20.16)

Grafico, generato al calcolato- Per esempio, il potenziale di una carica puntiforme è V= k, qI r. Poiché Vè una
re, del potenziale assodato a funzione solo di r, la funzione potenziale ha una simmetria sferica. Applicando
un dipolo elettrico. Le cariche l'Equazion<' 20.16. troviamo che il campo elettrico di una carica puntiforme è
giacciono sul piano orizzonta- E,= k, q/r 2 , un risultato familiare. È da notare che il potenziale varia soltanto
le. ,il centro dei picchi di nella direzione radiale, e non in una direzione perpendicolare a r. Allorn, V
potenziale. Le linee cli rnntor-
no ahuano a visrndin.arl"' (come E,) è soltanto mm funziom~di r. Ancora, ciò è consistente con l'idea che
l'anclmm·nto ciel·potenziale. i le superfici equipotenziali sono perpendicolari alle linee di forza del campo.
cui valori wno ripormti verti- In questo caso le superfici equipotenziali sono una famiglia di sfere concentri-
rnlmcnie. (Rit/11m/Mrg,111, J•im- che alla distribuzione simmetrica di carica (Fig. 20.Sb). Le superfici equipo-
dmnn,111/l'hotograph.,,
NYq tenziali per un dipolo elettrico sono disegnate in Figum 20.Sc.

PROBLEMA
CONCETIUALE
3
Le lin<"ccli lbrza ciel rnmpo elettrico •ì po•,.ono nmi incrociare? Perché sì o pcrchi· no? l.c·
superfici equipotenziali si pos.,ono mai intersecare? Perché •ì o perché no?

PROBLEMA
CONCETIUALE
4
~'r.'l!Y~li)(IS\'M\W1',h\.Y.!'1-'~""'-\IM'l/:Y/J

Supponiamo che 111cono•ca il valore del potenziale elettrico in un punto. Potre,ti trova-
re il campo elettrico in quel punto con questa i;nformazione?
20.5 rlettrirudtn111l0
l'r,t1•11zittk n di.,1rib11titmi tli rmim
c1mlir111r 585

PROBlEMA
CONCElTUAlE
5
UIJllv-Wti.t\QlNl'o:l.lX-.·,1}l'fn:J<)):tt.;L:U1~tn

Se in una ·cerm rt1,'Ìone il poten1.iale elettrico è costante, che n1s.1 si può concludere
intorno al campo eletu·ico in quella regione? St• il campo ,·lrnrku è ,ero in una certa
reginnt\ dw cosa si può conch1<lt·n.•intorno ul pott·n,iah• ili <1udla 1rg-irnu.•?

Esempio 20.4 Potenziale elettrico di un dipolo


Un dipolo elettrico è costimito cL'ldue caricht• uguali e Soluzione
di i,egno opposto separate da una dismnzn :!ti.come in
Fi1,•ura20.9. Calrnlarc il potenziale elettrico e il campo V-k.~ ,,, =k, ( q - I/ ) = '2_k,t/tl
elettrico nel punto P. r; x- n x +n x2 - a 2

1 Se il punto Pè lontano dal dipolo, cosicché xli>"• allo-


r,1 n 2 si può trascurare rispetto a ,c2e l'espressione di-
\'Cnta

(xli> a)

Mediante l'Equazione 20.15 e questo risultato, il campo


dcttrico in /' i· dam da

F _ dV _ 4k, qn per xli> "


Figura20,9
l'asse x.
(Esempio 20.4) Dipolo elettrico posto sul- ··---;i;--;r

20.5 • POTENZIALEELETI'RICODOVUTO
A DISTRIBUZIONI CONTINUE DI CARICA

li potenziale elettrico dovuto a distribuzioni continue cli carini può cs.~erecal-


colato in due modi. Se la distribuzione di carica è nota. pos.~iamo partire
dall'Equazione 20.11 per il potenziale di una carica pumiformc. Consideriamo
quindi il potenziale dovuto a un elementino di carica dq, trattandolo come una
carica puntiforme (Fig. 20.10). Il potenziale dV in un certo punto P dovuto
all'elemento di carica 1lqè dato da

d\'= 1c,!!L
r [20.17]

dove rè la distanza dall'elemento di carica al punto/'. Per ottenere il potenzia-


le totale in P, integriamo l'Equazione 20.17 per sommare i contributi di tutti
gli elementi della distribuzione di carica. Poiché ogni elemento è, in generale,
a distanza diversa da Pe poiché /c,è una costante, possiamo esprimere V come

V= k, f~ [20.18) p

Figura 20.1O Il potenziale


elettrico nel punlo P dovuto
In effetti, abbiamo sostituito alla somma dell'Equazione 20.12 un integrale. a una distribuzione continua
Notiamo che questa espressione per V usa un particolare riferimento: il potenzia- di carica può eSllerecalcolato
dividendo il corpo carico in
le è nullo in w1 punto posto infinitamente lontano dalla distribuzione di carica.
elementi di carica dq e som-
Il secondo metodo, per calcolare il potenziale di una distribuzione continua mando U contributo di tutti
di carica, fa uso dell'Equazione 20.3. Questo procedimento è utile quando il gli elementi.
·ss& Capitolo 20 Potnu.iaktkttricoe capacillÌ

campo elettrico è gia noto da altre considerazioni, come ad esempio il teorema


di Gauss. Se la distribuzione di carica ha un grado di simmetria elewto, prima
calcoliamo E in un punto qualsiasi, usando i'l teorema di Gauss, e quindi sosti-
tuiamo il v-.ilore ottenuto nell'Equazione 20.3, determinando la differen,m di
potenziale fra due punti qualsiasi. Quindi, poniamo Vuguale a zero in un qual-
siasi punto conveniente. Illustriamo ora entrambi i metodi con due esempi.

Esempio 20.5 Potenziale di un anello carico uniformemente


Determinare il potenziale elettrico nel punto P posto re portato fuori dal segno di integrazione e Vsi riduce a
sull'asse di un anello di raggioa carico uniformemente
con una carica totale Q. ll)iano dell'anello è scelto
V=
~
v:r
1r,
+ a-
f "a=~-:k,
"Y ··a t·
; ·
, _1<."'!l.fl,
.-_..,
PCl'J>Fndicolareall'asse Il (F'ig;20.11) ..
. dlJ La sola variabile che compare in questa espressione è .,.,_
Ciò non è sorprendente, poiché il nostro calcolo è vali-
do solo per punti posti lungo l'asse Il, per i quali sia,
che z sono· entrambi nulli. Per la simmetria del sistema,
vediamo che, lungo l'asse ir, E può avere solo compo-
nente Il, Quindi, po.,siamo usare l'Equazione 20.15 per
trovare il valore del L'llmpoelettrico in P.

E.=-: =-lc,Q:,,{1t2+ 4 2,-112

Figura 20.11 (Esempio 20.5) Un anello uniformemen-


te carico di raggio a Il cui piano è perpendicolare al-
1'asse .,.,_
Tutti gli elementi dell'anello sono alla ste-
distanza da un generico punto assiale P. (x' + a2)~12

Questo risultalo è concorde con quello ouenuto per


e soluzbE Assumiamo che il punto P
RagionallllllllD integrazione diretta (vedi Esempio 19.5). Si noli che
si troYi a una distanza x dal centro dell'anello. L'el~ E,= O in x=O (centro dell'anello). Si potrebbe dedurre
mento di carica dlJsi trova a una distanza pari a ~ :1+ ,J ciò dalla legge di Coulomb?
dal punto P. Quindi, possiamo esprimere Vcome

V=lr,I I~
..!!!._=le,
r v1'-+ a2
ESERCIZIO 5 Qual è il potenziale elettrico al centro
dell'anello uniformemente carico? Cosa implica il cam-
po al centro ai fini del risultato? Rispo•ta V= k,Q/a
In questo caso, ogni elemento dq si ~la stessa per Il= O. Dal momento che E= O, Vdeve avere un mu-
distanza dal punto P. Quindi il termine ,J1t2 +a2 può esse- simo o minimo in quel punto; Infatti Vè massimo.

Esempio 20.6 Potenziale di una sfera uniformemente carica


Una sfera isolante di raggio R ha una densità di carica ed è diretto radialmente veno l'esterno quando Q è
per unità di volume positiva e uniforme, e una carica positiva. Per ottenere il potenziale in un punto esterno
totale Q (Fig.20.12a). (a) Determinare il potenziale come B in Figura 20.12a, sostituiamo questa espressione
elettrico in un punto al di fuori della sfem, cioè, per pc:r E nell'Equazione 20.4. Poiché in qucsto caso
nullo per r ~ oo,
,. > Il. Allsumcre il potc:nzi11lc E· ds = E,dr, oueniamo

Soluzione Nell'Esempio 19.8, abbiamo trovato dal


teorema cli Gauss che il campo èlettrico, al di fuori di
una sfera uniformemente carica, è dato da
. i,aj
~~Ì (per r > R)
Q
E,=lc,7" (perr>R) Va•
,i"il,ftrs-.~
20.5 rlt-llrirn1/oi,u/o fl dàllilm.z.irmir11nti1me,li t't1rirr1
l'nlen1.inl,, 587

Notiamo che il risultalo è identico a quello per il poten-


ziale elettrico di una carica puntiforme. Poiché il poten-
zi.ile deve c~"lcrccontinuo in r = R, possiamommn.·tJt1t·~
sta <·spres.sionc p1•1·ottt·m·n• il potenziai<· sull" s,11wrfi·
d,• della sfora. Cioè, il potenziale in 1111punto rnmc <:in
Figum 20.12a è dato di,

Vi:=k, ~ (per r= Il)


(a)
(b) Dete1minare il potenziale in un punto all'interno
della sfera carica, cioè per r < R.

V Soluzione Nell'Esempio 19.8abbiamo ricavato che il


campo elettrico all'interno di una sfer.1 uniformemente
carica è dato da
•. k,Q
.,,=--r (per r < Il)
R~
Pos.,;iamo •••are questo risultato e l"&juazione 20.3 p,•r
calcolare la differenza di pote111.ialeVn- Ve:,dove /J i•
un punto inwruo

VLI-Vc=- f' .
11
1-.,,lr=--- k,Q
R'
f'
11
k,Q
rdr=--(R
2/l~
~ -r) •

Sostituendo Ve = lt,QI R in questa espressione e risol-


R
Vt•ndo IÌ.'IJ>CltOa V11, otteniamo
(h)

Vo= -- 3-- ,l)


;~<l''( (per r < Il)
Figura20.12 (Esempio :!ll.6) (a) Sli:m isolant,· unifor- 2R R~
memente carica cli rnggio R e carica totale Q. Il poten- In r = R. questa espres.,ione dà un risultato che eone-or-
ziale clet11ico nd punti B e C è equi\-alente a quello di da con quello per il potenziale S11llamperficic, cioè V,,
una carica puntiforme Q posta al centro della sfera. (b) Un 1,rralicodi Vin fun1.ione cli rper questa distribuzione
Gmfico del po1en1.iale elettrico V in funzione della di carica è dato in Figura 20.12b.
distanza r dal ccntm di una sfera isolamc uniforn1eme11-
te carica di mggio R. l.a cum1 V1, all'interno della sfera è
ESERCIZIO 6 Quanto vale il campo eleurico al e-en-
parabolica e si congiunge dolcemente alla cur.,, V11al di
fuori della sfera, che è un 'iperbole. li potenziale rag- tro di una sfor• uniformemente carica? Quant'è il po·
giunge il valore nms.•imo \i, al centro della sfen1. tcnziale eleurico in questo punto?
Ri,posrn E~ O e \,\1 = 3k,Q/2/l

1. Quando si affrontano problemi che richiedon9 l'uso del poten~ale


elettrico, occorre ricordarsi ch'Ìil potenziale è una gmndczascalare,
per cui non ci sono componenti' che danno fastidio. Quindi, per cal-
colare il potenziale cletti'ico in un pµn~o9oy\ltO~ w1 ~istt:\ll,a dl cari~
~PP,>Siziqqe,. ~ ~"
che pun_tifç,r.rpi,.usando il pri11cjP,i,<1Jli·.
.. sempliceme11te la.somma algebtj~a.4~i poJe,iz,i~~di cj~na ~!=il,.·, .
.11potenziale; per ciascuna cari~~~"- (V= ,k,.qI r) ~ positi.~.menr. , .
tre il potenziale per .ciascuna catjca, negatiya,.~n~Jivo,. .: . .. . , ..
2, ~~·.i,n 111ecq.nica, wl,ame~.~.;hr,,m;,
·.. .' .,'4'1,poir:n~i;hap11q.,:;_,
· t··:ip~~.pei;~i\~l<li\l,!(w..J.l? '., ·-·~.· ...,s.li.f
... ~M~,,v
· .. ·.. ; 1\"ij~q.,~4P. "' -~- ~,.c;JJ~:.M,.~1.~~,~~9".m~:.9:hl
distribuzioni di cariche di dimensioni finite, normalmente si dclini-
sce V= O in un punto infinitamente dislantt· dalk rnriche. Se la
disu·ibuzione di carica si.estende essa stessa all'infinito, deve essere
preso come punto di riferimento un altro punto più vicino.
3. Il potenziale elettrico in un certo puntò Pdovuto a una distribuzio-
ne continua di carica può essere calcolato dividendo la distribuzio-
ne di carie.i in elementi infinitesimi di carica dq posti a rlistamm rdal
punto /'. Questo demento infinitesimo si trnlla come una rnri<"a
. puntiforme, cosicché il pc>~nziale in Pdovuto all'elemento è dV =
k,dq/r.11 potenziale totale siottiene integrando dVsull'intera distri-
buzione di carica. Nell'eseguire l'integrazione è necessario, per la
maggi~r parte dei probl~~i,. espfimere dq ed T in termini di una sola
_Vàriabile.Per semplificare gli integrali è importante tenere in gran-
. .. ....· . c!e con5'd~razlone la geometria del problema. Si consiglia di rivede-
r1;l'Esc:nipiQ 20.5 come guida nell'uso di questo metodo.
:.,;'..:'.'.'.
' ::ii4,·: pn ;\ltro_metodo_che può essere utilizzato per ottenere il potenziale
: ·.. , . ;; di u,ria.~i~tribuzio6e.:di_çaricacontinua è partire dalla definizione di
(;f;,'/A~;~._i>;;,,:
· .. ?~W~~~.,ne 20.3: Se E è n?to o può esse~e calcolat~
f~i;Y-\(!f~~[f ';(i#N~~ptp10•.c9n il teorema di Gauss),. l'mtegrale d1
'i\;·\?.' lirtèa . ~~4~.P.Ù.~
iesserè calcolato. Un esempio di questo metodo è
'·.'.· 1· • . dato dàll!Esémpio 20.6.

· '· 5., Noto il'Ì)Qtien~ìaleelettrico in un punto, è pos.~ibileottenere il campo


eletu·ico in quel pul'lto ricordando che il campo elettricoè uguale alla
derivala del potenziale rispetto à una certa coordinata con il segno
cambiato.L'Eseriipio 20.5 illustra l'uso di questo procedimento.

~Y/~
~ J-..._
20.6 • POTENZIALE DI UN CONDUTIORE CARICO

Nel Capitolo 19 abbiamo visto che quando un conduttore in equilibrio ekttrn-


XJr
,,,lt. .,._
___
~-
.,
statico è carico, la carica è distribuita sulla superficie esterna del conduttore.
Inoltre, abbiamo dimostralo che il campo elemico nelle \'icinanze immt•diate
della superficie di un conduttore in equilibrio elettrostatico è perpendicolare
,. B
.;.--- alla superficie, mentre il campo all'intmiodel conduuort• è nullo. Se il rnrnpo
eleurico avesse una componente parallela alla superficie, le cariche superficia-
li si muoverebbero, creando una corrente e una situazione di uon equilibrio.
Dimostreremo ora che ogni punto sulla superficie di un conduttore carico
in equilibrio elettrostatico si trova allo stesso potenziale. Consideriamo due
punti, A e B, sulla superficie di 1111 wncluttore e.trim ,·ome in Figura 20.13.
Figura20.13 C..ooclu1101·c
cli
Lungo un percorso superficiale che congiunge questi punti, E è sempre per-
forma arbitraria carico posi- pendicolare allo spostamento ds; quindi E , tls = O. Usando questo risultato e
livamenle.Q11ando il con- l'Equa:z:ione 20.3, concludiamo che la differenza di potenziale fra A e B è

r
d11ttoreè in eq11ilibrioelet- necessariamente zero, owero
trostatico, le cariche stanno
sulla superficie, E = O all'in-
terno del cond11ttore, e il Vn- V11= - E , ds = O
A
campo elettrico appena al di
fuori ,k\. rnndutton• i- p,·r- Qtt<·sln risultato si applin1 a due qualsiasipunti sulla superficie. Quinrli, sulla
pendicolarc alla superlicie.11 superficie di un condullore carico in equilibrio elettrostatico V è costm1te
potenziale è costante all'in- dovunque. Cioè, la superficie di un qualsiasi conduttore carico in equilibrio
terno del conduttore ed è
uguale al potenziale s11llasu- elettrostatico è una superficie equipotenziale. Inoltre, poiché il campo cleurico
perficie. Notiamo che la den- all'interno del conduttore è nullo, pos.,iamo concludere che il potenziale
sità s11perficiale di carica all'interno del condullore è costante dovunque e uguale al suo valore sulla
non è uniforme. superficie. Quindi, non è necessario un lavoro per muovere una carica di prov-.i
dall'interno di un conduttore carico fin sulla superficie. (Si noli che il potenzia-
588 le non è :z:eroall'interno del conduttore anche se il campo elettrico è nullo).
l't·r ,·,c·111r>ic,.
,·,,11~itlrri.111u, cli ra~g-ic1N,· carka t<Half.•
111msh·1~111u·Lalli,·a positi-
va.(!- ronw 1110,tr,110in Figura 211.14a. Il rampo t·lt-ttrko al di fuori dt·lla sli•rn rnri-
,·a i· dato da k,(l , ·, l'd i· dirrtto rncliah11n11c·n·r,o 1'1·,1,-rno.St·gu,·11110l'l·~s.·mpio
20.6, vediamo dre il potenziale all'intemo" sulla superiide clella sfcrn clew essere
k,Q/ /tsc si :L'i.sunwnullo il potenziale all'i111i11ito.li potenziai,· al cli fitori cldla sfem
è.•cl.no da k,QI r. I.a Figura 20.14b rnppn·si·nta il pot1·nzial,· in fun1.ione cli r, ,. la
Figura 20.1-k mostra l'anclmnenl<> elci campo ek•urin> al vmian· di r.
(l11a11do111rc1, I"""'"'
a, i,.,i· 1111ronchrtton· ,Il-rin,, la d1"11sitàsupc·rfidall- V
di , arirn i· unilornH', n>m<· inclicato in Figurn 20. I-la. l'<'ri,, st· il nuuhruorr
non i• sferico, come in Figurn 20.13, la densità superficiale cli carica è maggio- (h)
re clol'C il r.tggio di curvatura è minore e la superlkie n111vessa; essa è minore
dm·,· il rnggio cli nll'rnturn è maggion• ,. la supt•rlicie è nmnt\'ll. Poiché il
campo elettrico appena :ti di fuori cli un ,·oncluuorc rnrico è propor.tionale alla
densità superlkiale cli carica, u, vediamo che l'intensità del campo elettrico è
grandenei punti che hanno un raggio di curvatura piccolo e convesso e rag-
giunge valori molto elevati sulle punte.

Cavità all'interno di un conduttore


Consideriamo, ora, 1111 conduttore cli forma arbitraria c-olllenente una ca\·ità (e)

come in Figur.t 20.15. Assumiamo che non ci siano cariche all'interno della
cavit,ì. Dimostreremo che il campo elettrico all'interno della cavità deve essere
nullo, qualunqu,· sia la clistrihu1.iont• cli rnrira sulla superliric· esterna ciel co11-
<11111on·. lnoltr<". il campo nella cavità é nullo andtt· se il co11dutwrt• è imme1·so Figura 20.14 (a) La carica
in 1111 campo 1·l1·11rko. su una sfon1 n>11duuri<:t.•di
raggio R è uniformemente
Al lint' di provart· questo punto, useremo il fatto che ogni punto sul con-
distribuita sull;i sua superfi-
clutton· si trorn allo stt•sso pnt<·nziak l' quindi dm· punti A e /J qualsiasi sulla cie. (b) Potentiale elettrico
s11p1·rlidc· ,lrlla nrliti1 ,i cl1·,011ntrovan· allo'"'"" poH·nLialt·. Ora, imnmginia- in funlionc della dislan1.a ,.
1110 di<' ,·sista un 1·ampo E all'illll'rno clc·lla rn1 itit ,. cakoliarno la clifferenza cli dal ccmro della sfera condut-
pott'nliak \' 11- l'.t clcfinita clall'espressioue trice. (e) Intensità cli campo
dcnrico in funzione della
1'11- 1'1 = -f'E
·
.·I
ds
distanza r dal centro della
sfcn, cnndutlricc carica .
Sr E non è nullo, possiamo sl'mpre trornrt· un pern>rso tra A e B per il quale
E. ds sia sempre positivo. Però, poiché \'8 - ~'.i=O, anche l'integrnle deve essere
nullo. Qut·sta rnntraddizione può essere eliminma siilo se all'interno dcll.1 c;1vità
E = O. Quindi pus.siamo concludere che una rnvità drnmdata da par!'li condut-
trki è una regione lihcr.t da e-ampi finché 11011ci sono rnrichc· al suo interno.
Qm·sto risultato si presta a qualche interessante applicazione. Per esempio,
è pos.,ibilc sd1erman· 1111circuito elettronico o and1e un intero laboratorio da
<·ampi <·sterni drcondandolo di pareti concluttrid. I.a sdrennatum è spesso
m·ces.,aria <1m111closi effettuano misure d,·uridw acl alta st,nsihilità.

Scarica a corona
Un fenomeno noto come scarica a corona è spesso os.o;c1vatoin prossimità
delle punte di un rnnduttore portato ad alto potenziale. Ad occhio nudo que-
sto appare com<· 1111 bagliore verdastro.
In questo proces.so, l'aria diventa conduttrice a causa della ionizzazione
di aria in n•gioni in nri l'inl<'nsità dc•I rnmpo 1•lc•ttrico<'molto
dc·llc· 1110!1·1·0I<·
d1·,·11t,1.:\ 1,·1111><.·mturn
<·prt·ssion,· orclinari,·, c111cslasntri<-a an-Ìl"lll' pl'r inten- Figura20.15 Condullorc in
sità del rnmpo dl·ttrico uguali o maggiori di circa 3 x l0 1; V/m. Poiché l'aria equilibrio elettrostatico con-
contiene una piccola quantità di ioni (prodotti, per esempio, dai raggi cosmi- tenente una cavità vuota. li
campo elettrico nella cavità è
d). 1111c-ond11ttort• carico auircrà gli ioni di segno opposto. Vicino alle' punte,, uro, indipcnclentemente dal-
clovC'l'intensità del campo é molto elevata, gli ioni dell'aria saranno aCl'elerati la carica presente sul condut-
a velocità molto alte. Questi ioni altamente energetici, a loro volta, urteranno tore.
altre molecole di aria, producendo così altri ioni e aumentando la conducibi-
lità dell'aria. 589
590 Capitolo 20 l'olrmilllt tlellriro, mpnriltì

Perché l'estremità di un par.tfulmine è a punta?


Ragionamento I.o scopo cli 1111parnfulminc t· c111l'llocli costituire 1111 p111110
nd
quale i fulmini cadano, pt:r cui la carica liberata dal fulmine lo aun1vcrsi nm sku ..
rezza fino a terra. Un fulmine si forma quando un c-.inaleioni1.zatodi aria. chiamato
scaricainiziale,inizia 3 cadere da una nube. Quando ·es.sasi 3\'\Ìcina al suolo, un cana ..
le di aria ionizzata che si muove verro l"alto, chiamato ,mrira cli ritorno,balza su per
incontrare la scaricainiziali. Lo scopo è quello di far sì che la srarimdi ritomninizi sul
parafulmine, piuttosto che sul teuo di una casa. Se il parafulmine è a punta, allor.i il
campo elettrico in vicinanza della punta .arà estremamente intenso, poiché il l"dggio
di curvatura del conduuore è molto pkcolo. Questo campo elettrico imenso causerà
· d.elle accele=ioni molto grandi degli elettroni vaganti nell'aria aumentando note-
Rappresentazione del campo volmente la probabilità che la ionizzazione dell'aria faccia <i che la scaricadi ritomo
clemico di un piano condut- · inizi in prossimità della punta del pamfulmine piuurn,to che altrove.
tore carico in prossimità di un
conduttore appuntito carico ~ CONCETIUAlE
6
cli segno opposto. Dei pezzet-
ti filiformi cli isol.ulle galleg- Supponiamo che Ili stia sedlllo in macchina e che una linea elettrica di 20 000 V cada
gianti su una :mpcrficie di sulla macchina. Resleresti in macchina o balzeresti fuori? La linea elettrica è a 20 000 V
olio si alli1ll'ano con le linee rispcuo a terra.
cli forti1 elci ,·ampo. Notare
che il campo elettrico è più
intenso ,·icino illlil punta del 20.7 • DEFINIZIONEDICAPACITÀ
c:ondutton· t· nd punii i11n1i
il raggio cli ,·111'\'aturnè picco- Consideriamo due conduttori tra i quali è smbilita una differenza di potenziale
lo. (Pl'l'gflll, ro11r.cliHe1rol,/M. V. Supponiamo che i conduttori abbiano cariche opposte m;i. di modulo
I:!,.
w,,ag,, U11ivmittìcliPrince/on) uguale come indicato nella Figurn 20.16. Ciò può essere ottenuto collegando i
due conduttori scarichi ai poli di una batteria. Come abbiamo appreso nel-
l'Esempio 20.1, questa combinazione di due conduuori viene chiamata con-
densatore. La differenza di potenziale .l I' risulta essere propor.donale al \'alore
assoluto della carica Q del condensatore. La capacità. C.di un condensatore è
definita come il rapporto tra il valore assoluto della carica su uno dei condut-
tori e il valore assoluto della differenza di potenziale tra essi:

Definizionedi capacilà • C=__g_


4V
[20.19]

Si noti che, per definizione, la capacità è una grandezza sempre positiva.


Inoltre, essendo la differenza di potenziale proporzionale alla carica (vedi Eq.
20.7), il rapporto Q/!l Vè una c·ostante per un dato condensatore. Quindi, la
capacità è una misura dell'attitudine di un dispositim ad accumulare carica ed
energia potenziale elettrica.
Dall'Equazione 20.19, si vede che l'unità di capacità nel sistema SI è cou-
lomb su volt. In onore di Michael Faraday questa unità prende il nome di farad
(F).Cioè,
[Capacit.,J = I F = I C/V

Figura 20.16 Un condensa- Il farad è una unità di misura mollo grande. Nella pratica, i condensatori ordi-
tore consiste dì due condut· nari hanno capacità che vanno dai microfarad ai picofarad. I condensatori in
tori isolati l"uno dall'altro e commercio sono spesso contrassegnati con "mF" per microfarad ed "mmF" per
dal mezzo in cui sono conte- micromicrofarncl ( picofarad).
nuti. Una volta che il con-
.· densatore sia stato caricato, i Come verrà mostrato successivamente, la capacità dipende dalle caratteri-
.:/ duè conduttori portano cari- stiche geometriche dei conduttori. Per illustrare questo pwllo, calcoliamo la
'4f{(~heuguali e opposte. capacità di un conduttore sferico isolato di raggioR. (In questo caso si consi-

:;~;~t?
20.7 D1inizirme1/i t11parit1i 591

dera l"Omesecondo conduuorc una sfer.i conduttrice cava di r.iggio infinito). -Q


Se la caric-.isulla sfora è Q, il suo potenziale sarà semplicemente h,Q I R (assu- +Q
mendo V= O all'infinito). Quindi la capacità è daca da
. Q Q Il
<.= - • -- = - • -Irre11U [20.20]
.l\" k,Q/R k,
(Si ricordi dal Capitolo 19, Paragrafo 19.4, che la costante di Coulomb è
le,= l/411'Eol-L'Equazione 20.20 dimostra che la capacità di una sfera carica
isolata è proporlionalc al suo r.iggio ed è indipendente sia dalla carica che
L Area.,A

dalla differenza di potenziale. Figura20.17 UII condensa-


tore piano consiste di due
Calcolo della capacità piastre parallele ambedue di
In generale la capacità di una coppia di conduttori con cariche opposte può area A a disianza d. Le pia-
essere calcolata nel modo seguente. Si attribuisce un \'lllore Q arbitrario alla stre hanno cariche uguali e
carica e, usando i metodi descritti nel Paragrafo 20.5, si calcola la differenza di di spazioopposto.
potenziale e quindi dalla definizione C = Q / !J,.V si ottiene la capacità. Come ci
si può aspettare, il calcolo è relativamente facile da eseguire se la geometria del
condensatore è semplice.
Illustriamo questo modo di procedere con due geometrie familiari e cioè,
due piastre pamllelc- e due sfore concentriche. In questi est•mpi, supporremo
che i conduuori carichi siano separ.iti dal ,·uoto. (L'effeuu di un materiale die-
lettrico tra i conduttori ,·e1r;'idiscu550nel P..iragrafo 20. 10).

Il condensatore piano
Due piastre parallele della stessa area A sono separate da una distanza d, come
in Figura 20.17. Le cariche sono +Qe-Q. La carica per unità di superficie su cia-
scuna delle armature è, in ,-alore assoluto, u= Q I A. Se le annature sono molto
,icinc tr.i loro (rispetto alla loro lunghezza e alla larghezza), si pos.<IDml traseu-
rarc gli effetti ai bordi e considerare il campo elettrico uniforme tr.i le armature
e zero ali"esterno. 0-.ill"Esempio 19.10 il campo elettrico tra le piastre è dato da
E=..!!,_= Q
ft, euA
La differenza di potenziale tr.i le piastre è Bd, quindi
!J,.V=f:d= Qd
En,4
Sostimendo questo risultato nell'Equazione 20.19, troviamo che la capacità è
data da
C=_g_=_Q_
!J,.V Qd/EoA

C= Ec,A (20.21] Figura20,18 Piccolipezzet-


d ti di filo che galleggianosu
una superficie d'olio si alli-
Pt·rumtn la capacità di un condensatore piano è proporzionale all'area delle neano ,·cm il campo ch..•ttri-
annature e inversamente proporzionale alla loro distanza. co. Si noti la non unifunnità
Come.-è evidc.-ntedalla definizione di capacil.à, C:= Q I !J,.V.la carica che un del campo eleurico ai bordi.
condensatol'e è in grado di accumulare, in corrispondenza di una assegnata .Questi elfeui possono essere
dilTcl'enza di potenziale tra le armature, cresce con la rnpadtà. Perciò, appare trascunllise la distanza tra le
armaum, è piccola rispetto
ragionevole che un condensatore costruito con armature di grnnde area possa alla lunghezza delle stesse.
accumulare una grande quantità di caric-.i.La carica necessaria a produrre una (Prr gnl. cane. di Harold M.
data d.d.p. aumenta al diminuire della distanza tra le armature. w~ Uniwmlà di Prinaton)
592 Capitolo 20 Pote11zi11/e
eletlrirne capacità

Un'attenta osservazione delle linee di forza del campo elettrico tra le arma-
ture del condensatore piano mostr".tche ai bordi delle armature il campo non
è uniforme. La Figura 20.18 è una fotografia delle linee di for.i:a de\ campo
elettrico di un condensatore piano, che mostra la non uniformità delle lin,•e di
forta ai bordi dello stesso.

PROlllEMA
CONCmUAlf7
Perché~ pericoloso toccare i terminali di un condensatore per alta tensione anche dopo
che la sorgente di carica è stata staccata dal condens.~torc? Che cosa pub n·oukre il rnn-
densatore sicuro da maneggiare dopo che è suita staccata la i,orgentc di tensione?

Esempio20,7 Condensatorepiano
Un condensatore piano ha un'area A= 2.00 x Jo-4 m2 e = 1.77 x 10"12 F = J,77 pF
una distanza tra le armature d = 1.00 mm. Calcolare la
capacità. ESERCIZIO7 Tromre la capacità del rnncl,·ns,uon·
ciel precedente esempio, se la distanza tra le armature
Soluzione Dall'Equazione 20.21, otteniamo ,·iene portata a 3.00 mm. Ri1,posta 0.590 pF

C= .A.=(s.85x10-12__.f:._){2.00xto-4m2)
Eo _d . N, m2 l.OOx 10·9 m

·.Esempio20.a, n condensatore cilindrico


Un conduttore çilÌndrico di raggio a e carica +Qè con- Gauss, che il campo elettrico di un cilindro di carica per
tenuto in un'altra armatura cilindrica coassiale di rag- unilà di lunghezza Aè dato da 211,A/ r. Lo stesso risulta-
gio be carica - Q (Fig. 20.19a). C'..alcolarela capacit.-\di to si applica qui, poiché il cilindro esterno noi\ contri-
questo condensatore cilindrico, sapendo che la sua lun- buisce:al campo al suo interno. Usando questo risultato
ghezza è f. e osservando che E è diretto lungu r nella F'tgura
20.19b, troviamo che
Ragionamentoe soluzione Supponendo che f sia
grande rispetto ad a e b, si possono tr.1scurare gli effetti
ai bordi. In tal caso, il campo elettrico è perpendicolare Vb- v.=-I: I:
E,dr=-2h,A d: =-2k,A In ( ~)
all'asse dei cilindri ed è confinato nella regione tra es.si
(Fig. W.1%). Dobbiamo dapprima calcolare la diffe- Sostituendo questa nell'Equazione 20.19 e tcnt·ndo pre-
renza di potenziale tra i cilindri che è data, in generale, sente che A = Qjf, otteniamo
eia fb
V~-V.=-
. E·ds

dove E è il campo elettrico nella regione a < r < b. Nel


[20.22)

Capitolo 19 abbiamo dimostrato, usando il teorema di


20.8 ( :111/1'/(mnmti
,li co11t/m,i11m; 593

Si noli che ~ V è il valOI'<·a"5t>llHocl<'lladilforenza di


pownzial.-dato da 2k, A In (/,/ t1), os.,iai· una 11umllitai
positiva.Cioi·, ~ 1· = v.- V•i· positivop,·rfhè il dlinclro
interno si trn\'n il pol('lltialc.• pili nito. Il ris11ltat11trovato
J><'I'<:i..·plausibile.·pt:n:ht'.1 mostra dH· la c.,1md1ùi· pro-
p01·,ion:ùcalla lunghezza elci cilindri. C:0111<·
d si pote,.,
( ,Lspellarc,la capacit,i dipend<·m1dw clai mggi dei due
-Q cilindri conduttori. Un esempio di n,nrlt'nsaton· dlin-
drico è un cavo coassialt' chl' i:- c.·nslituito appunto da
due conduttori cilindrici di mggi n e /i separati da un
isolante. li cavo è percorso da correnti di \'erso opposto
nei conduuori intemo cd esterno. Quesm geometria
Sup<-rlicic viene usata allo scopo di schermare il S<-gnaleelettrico
g-.J.ti53iana eia influenze esterne. Dall'Equ111.ione 20.22, vediamo
(a) (b)
che la capacità per unità di l11nghe1.za di un cavo coas-
siale è:
Figura 20.19 (Esempio 20.8) (a) Un condensatore cilin·
drico consiste di un conduttore cilindrico di raggio o e lun-
ghezza f circondato da un gtLst"io cilindrico coassialedi rag-
gio b. (h) Vistadella sezione tr.15,·enaledel condensatore CÌ·
linclrirn. Lii linea blu trnueggiata rappresenta la sezione
2/r,ln ( f)
della superlki<·gaus.,immcilindrirn di rnggio re lungheaa f.

20.8 • COLLEGAMENTIDI CONDENSATORI


Nei circuiti elettrici due o più condensatori possono essere collegati in ,-.iri
modi. I.a capacità cquivaknte di certe combinazioni può essere calcolata usan-
clo i metodi descritti in questo parngrnfo. 1 simboli utilizzati nei disegni dei cir-
C:ondt•nsatorc: -1~
cuiti per i condensatori e le batterie, insieme al codice di colore, sono indicati
nella Figura 20.20. li polo positivo è quello a potenziale più alto ed è rappre-
sentato dalla linea più lungo.inel simbolo della batteria.

Collegamento in parallelo
lnterruuor,· -e-" o-
Due condensatori coll~rati come in Figuni 20.21a sono noti come un collega-
mento in parallelo di condensatori. Le armature di sinistra sono collegate Figura20.20 Simboli per i
mediante 1111filo cnn<lullore al polo positivo della batteria e sono quindi allo condensatori, le bi1t1eriee gli
stesso pott·111.iale.Analogamente, le armature di destra sono collegate al polo imcrruttori nei circuiti. Si os-
serviche i condens.,tori sono
negativo. Nel momento in cui si effettua il collegamento, degli elettroni si tra· in blu, mentre le ballerie
sferiscono dalle armature cli sinistra a quelle di destra, lasciando le prime cari- sono in rosso.
che positivamente e le seconde cariche negatimmellle. La sorgente di energia,
11t•cess.1riaper questo trasferimento di cariche, è l'energia chimica interna,
accumulata nella batteria, che si trasforma in energia potenziale elettrica. Il
flusso delle rnriche si arresta quando la differenza di potenziak dri nmclc•ns.1-
1ori i· ugual.- a quella esistente ai rnpi della batteria. In questa situazione i con-
densatori rnggiungono la carica mas.~ima. Indichiamo con Q I e Q 2 le cariche
mas.~ime sui due condensatori. Allor.i la rarira lo/alt, Q, accumulata dai con·
densatori è-

(20.23]
Capitolo 20 Poten:i"k elettricot rapnt:ità

AV AV

(a) (b) (d
Figura20.21 (a) Collegamento in parallelo di due conclens:uori. (h) Lo ,clwma l'lt·I·
trico di cl11t·rnndemmori in parallelo. (r) I.a differenza cli poH·n,iak i· la ,1t·ssa in ria-
sc1111conclcnsmorc, t· la capacità etJuimlcme è <:..i= C 1 + C:~•

Supponiamo, ora, di voler sostituire questi due condensatori con un altro


di capacità equivalente ~. Questo condensatore dc,·c avere sul circuilo ester-
no esattamente lo stesso effetto dei due originali. Quindi, deve accumulare
una carica Q. Inoltre dalla Figura 20.21b si vede che la differenza di potenziale
in ogmmo dei condensatori di un circuito parallelo è la stessa, ed è uguale a
quella che c'è ai capi della batteria, t:,.V.Dalla Figura 20.21c, si vede che anche
la differenza di potenziale ai capi del condensatore equivalente è /:,.V. Perciò
abbiamo

e, per il condensatore equivalente

Sostituendo queste relazioni nell'Equazione 20.23 si ha

ossia
(collegamento in parallelo) [20.24]

Estendendo questo ragionamento a tre o più condensatori collegati in


parallelo, si trova che la capacità equi\'akntc è

(collegamento in parallelo) [20.25)


20,8 (:»ll,f(fm1P11/Ìdi rm11/r11.,n1,m

Da ciò si vccll' d1e la capacità equivalente di un insieme di condensatori colle-


gati in parallelo è maggiore di quella di ciascuno del singoli condensatori ed è
la somma algebrica delle singole capacità.

~~'ìt:RCIZIO I! I hw, u1u1<-11,.nc,ri. <:1 . ~,.OµF l' C, - I:! µI'. ,0110 1oll,•g;11iin parnlldu.
,. la ,·omhina1.io11<·rbullalll<' i· rnllcgata li una h:meria eia 9.0 V. {il) Qual è il v-,iloredella
rnpo1dtà cquimlcntt·, (h) Qual è la clilft•rt•n1.adi p<>tcnziale ai capi cli d.Lsctm condensa-
1nn: ,: (e) la <:arir•, immag-.-11.linata su ciascun condensatore? Risposta (a) 17 µ.F
(hl !I.O\' (<') 4!; µC ,. IO!l µC:

Collegamento in serie
Consideriamo, 0111, due condensatori collegati in serie, come mostrato in Fi-
gur.1.20.22a. Per il collegamento in serie dei condensatori, il valore assoluto
della carica deve essere lo stesso su tutte le armature.
Per \'edere perché questo è \'ero, consideriamo con qualche dettaglio il pro-
cesso di tr.1Sferimento di carica. Partendo dai condensatori scarichi seguiamo
ciò che awiene subito dopo l'inserimento della batteria nel circuito. Quando
questa \'iene rnllegata, gli elettroni si trJ.Sferiscono dall'armatura di sinistra di
(.' 1 all'armatura di destra cli <: 2 passando ,tttra\'crso la batteria. Via \'ia che la cari-
rn 1wgatin1si m·cmnula sull'armaturn cli ckstra <li <:~,una quantità equirnlente
di rnrirn neg.tti\'a è.·spima ,·ia dall'armmurn sinistm cli C:2 , l:1Sciandoquest'ulti-
ma con una carica positi\'a in eccesso. La carica negativa che è migrata
clall'anna111111 si11istrndi r~.si acc1111111la ~ull'arnrn1ur,1clt·strn di C 1, dove una
qum11itàt·q11irnl,·111,· cli rnrirn negatirn ahhamlona l':mnaturn di sinistr.1.di C 1 •
Come risultmo, tnne k armature acquistano la stessa carica in valore a550(uto.
Supponiamo ora che un condensatore equh·aleme s,·olga la stessa funzione
elci collegmnc11to in serie. l'na \'olla carico, il condensatore equivalente deve
avere una carica -Q sull'armatura destra e +Qsu quella sinistra. Applicando la
ddinizione cli capacità al circuito mosmtto in Figura 20.22b, abbiamo

(•l (h)
Figura20.22 C:nlleg-dmemoin serie di due condensatori. La carica "" ciascun conden-
satore è la stessa, " la capacità equh-alente può essere calcolata dalla relazione
1/~ = I/C1 + I/C2,
596 Capitolo20 l'nlm:it1k ekllrito e cnpnrit,ì

dove AV è la differenza di potenziale ai capi della batteria e <~-q


è la capacità
equiv-.ilente. Dalla Figura 20.22a, si vede che

[20.26]

dove A Vie A V2 sono le differenze di potenziale ai rnpi dei condensatori C1 t·


G,i.In generale, la differenza di potenziale ai capi di un qualsiasi numero di
condensatori in serie è uguale alla somma delle differenze di potenziale ai l'api
dei singoli condensatori. Poiché la' relazione Q = C A V pucì essere applirnta a
ciascun condensatore, la differenza di potenziale ai capi di ognuno di essi è
data da

Sostituendo. queste espressioni nell'Equazione 20.26, e osserv-,mdo che AV =


Q/G,q,abbiamo .
_g_=_g_+_g_
G,q C1 Ci

Semplificando Q, arriviamo alla relazione

I I I
-=-+-
(~,1 C, Ci
(collegamento in serie) [20.27)

Applicando la stessa analisi a tre o più condensatori in serie, si trova che la


capacità è
·I 1 1 1
-=-+-+-+···
4:q C1 Ci Cs
(collegamento in se1ie) (20.28)

Ciò dimostra che la capacità equivalentedi un collegamento in serie è sempre


minore delle capacità dei singoli condensatori e l'inveno della capacità equiva-
lente è la somma algebrica degli inversi delle singole capacità.

Esempio20,9 Capacità equivalente


Trov.tre la capacità equiv.ilcnte ti-.ia e b per la combina- I l 1 1 l I
zione di condensatori in Figura 20.23a. Tutte le capa- --=-+-=---+---=---
<~, C1 C'.t 4.0 µ.F 4.0 µ.F 2.0 µ.F
cità sono in microfai-.id.

Soluzione Usando le Equazioni 20.25 e 20.28, ridu-


ciamo la C'omhinmdoneper pas..,isnrn•s.'Sivicome indicH- Analoganwntt•, il rumn inforiorc.· nt'lla Figura 20.~:\h
l<>in lìgum. 1due condensatori in parallelo da I.O µ.F e consiste di due condensatori da 8.0 µl' in .,m,,dll·
3.0 µ.F si combinano secondo (~ 1 = C1 + Cz.La loro ca- danno un equiv.ilente di 4.0 µ.F. Infine, i due condensa-
pacità equivalente è 4.0 µ.F. Analogamente, i due con- tori da 2.0 µ.Fe 4.0 µ.F nella Figum 20.23c sono in paml-
cknsatori da 2.0 µ.F e 6.0 µ.F, anch'essi in pamllelo, lclo e hanno una capacità equivalente di 6.0 µ.F.
hanno una capacità equivalente di 8.00 µF. li i-.imo Quindi, la capacità equivalente del circuito è 6.0 µ.F.
superiore in Figura 20.23b consisle di due condensatori
in serie, che si combinano secondo
20.9 l~11r.'1{iri in "" r,mdn,stdt>rt
i11,mttg11W1wtn 597

{} -I
"
f--,
ti "
Figur-.t20,23 (b,·mpio 20.\1) P,·r
trovare la capadléÌ t•quivalcntc alla
combim.1zion<.· in (a), si prot·cdt·
per pas.c;isuct·cssi\·i c:umc indkato
in (h), (e), e (cl), usm1do le rt'gok
per serie e parallelo clcscrim· nel
(il) (b) (.-) (d) testo.

ESERCIZIO 9 Sono dati tre condens.-itori di capadtà 3.0 µ.F, 6 µF e 12 µF. Trov.ire la
loro capacità equiv.ilentc se essi sono colleg-.iti (a) in parallelo, (h) in serie.
Risposta (a) 21 µF (h) 1.7µ.F

20.9 • ENERGIAIMMAGAZZINATA
IN UN CONDENSATORE
A chiunque l.1voricon dispositi\'i elettronici può rnpitan· talmlta di ,·crificarc
du, un condensatore acnunula energia. Se le arnmturl· di un conden~torc
carico ,·engono collegate con un conduttore, come ad esempio un filo elettri-
co, la carica si trasferisce da un 'armatura all'altra finché amb!'cluc sono scari-
clw. La srnrirn pmì essere OS.S(.'t'\'ataspes.~ocome una scintilla visibik·. Se acci-
dentalmente si tot·cano le oppostl· arrmnure cli un l·onclensmore carico, le dita
fanno da conduttore, attra\'erso il quale il concknsatore pu<Ì scaricarsi e si
prende la scos.o;a.L'intensità della scos.o;ache si rkc,·c dipl'll<il• clalla capacità e
dalla differenza cli potem:iak applkat,1 al conclensaton·. Se la cliflcrenza di
potenziale è alta, come per esempio nell'alimentatm·e di un app,1recchio tek--
visivo, questa scossa può essere mortale.
Consideriamo un condensatore piano iniziahnent<· scarico, pcr cui la diffe-
renza di potenziale iniziale tra le armature è zero. lmnmginimno om di collegai~
lo a una batteria per accumulare una carica massima Q. Supponiamo che il con-
dens.-itore venga caricato lnilammle, in modo che si pos.,a mmli7.zareil sistenm in
ttltte le sue fasi. La differenza di potenziale finale tra k armature è A V= QI C
Dato chl' la differem.a di potenziale iniziale è zero, il suo valore mtclfoclurante il
processo di carica è A V/2 = Q /2C Da ciò potremmo cm1duclere che il lavoro
neces.o;arioper caricare il condensatore è dato da W =QAV/2 = C/l'l.C:.Questo
risultato è corretto, ma è dcsider.ibile una dimostrazione più dettagliata che
viene data qui di seguito.
Supponiamo che q sia la carica del condensatore in un istante qualsiasi du-
rante il proces.'IOdi carica. Nello stesso istante, la dilkrenza di potenziale è
A V=q/ G li lavoro necessario 2 per trasferire un incremento di carica dqdall'arma-
turn t·on carica-qa quella con carica q (che è a p<>lenzial,·piÌI alto) è dato eia

Quindi, il lavoro totale necessario per caricare il condensatore da q = O al v-,llo-


re finale q= Qè
2 Un analogo meccanicodi questo proccW>è-il lavoroncceMarioper allung-11,rc
o cu1npritnc're
una
molla di una certa piccola quantità.
598 Capitolo 20 l'oteniialeeleltriror mpnrità

W=JQ..!!..dq=.!!._
0 C 2C
Ma il lavoro eseguito per caricare il condensatore può es.~ere considerato
coml' l'energia potenziale li i1111m1gaz1.inata
in l'Sso. l!sando Q = C .l.I~ si puù
esprimere l'energia elettrostatica di liii condensatore carico ndle Sl'gtwnti
forme alternative:
•.·' . ' 2 ·, •' ' ''. ·.
Energiaimmagazzinata• ,,u;.,\~·~1
.:;:-._,_,2C'·
2.
QAv~1
2
C(.cH'>2 (20.29)
in un conden,atorec:urico
Questo risultato si applica a qualsiasicondensatore, indipendentemente dalla
sua geometria. Notiamo che l'energia immagazzinata cresce al crescere di Ce
della differenza di potenziale. In pratica, vi è un limite alla massima energia (e
carica) che può essere immagazzinata. Ciò perché, per \'alori di I:;.Vabbastanza
grandi, awiene la scarica elettrica tra le armature del condensatore. Per questo
·motivo, sul condensatori, viene di solito indicata la mas.~ima differenza di
·:.poten~iale di ·runzionamento.
L'energia immagazzinata in un condensatore può essere considemt., come
energia immagazzinata nel campo elettrico creato tra le armamre quando il
condensatore è carico. Questa descrizione è rngionevole in \'ista del fano che il
campo elettrico è proporzionale alla carica del condensatore. Per un conden-
satore piano, la differenza di potenziale è leg-.ua al campo elettrico dalla rela-
zione I:;.V= Ed. lnolu·e, la capacità è data eia C = En .-1/ d. Sostituendo qm~stl'
espressioni nell'Equazione 20.29 si ha

Energiaimmap=inata • U=\ EoA (E 2 d 2) = ~ (Ei,Ad) 1':2 (20.301


in un condensatore
piano d
Poiché in un condensatore piano il volume della regione occupata dal campo
elettrico è Ad, l'energia per unità di \'olume, u = U/A,l, chiamata densità di
energia,è
(20,Sl]
Sebbene l'Equazione 20.31 sia stata ricavata per un condensatore piano,
l'espressione ottenuta è validain generale. Cioè, la densità di energia del cam-
po elettrostatico in un dato punto dello spazio è proponionale al quadrato del
campo in quel punto,

Ragionamentol.'energia immagazzinatain un condensatore è proportionale


alla capacità e al quadr,110della differenzadi potenziale. Quindi, si dmTehbc mas-
simizzareciascuna di queste grandezze. Si può oucncrc ciò l'ollt•gm1rlo i trt· con-
dcnsmori in /Jt1mll,lo(in morlo c:hl·k• ci1pacitì1
•i sommino) au111,·•·nok· du<·l,;uu,.
rie poste in seri, (in modo che si sommino le differenze di potenziale).

--~·lD
Si carica un condensatore e poi lo si staccadalla batteria. Il condensatoreè costrui-
to con grandi armature mobili con l'aria fra di esse. Si allontanano un po' le arma-
ture. Che cosaaccade della caricadel condensatore?Delladifferenzadi potenziale?
20.9 Eftn'/{Ìaimmt,g,,u:ùwlain "" condm.,a/nr, 599

Dell"energia? Della capacità? Del campo elctuico fr.t le armature? Viene svolto del
lavoro allontanando le armature?

Ragionamento Poiché il condensatore è staaalo dalla b.lueria, non è possibile


che· vengano tra!ifcril<' ahrt· euidw. Quindi. la carica sul coruk·mmtorl' rimélnc.·la
stess.1 quando le armature \'<"ngono allumanate. Poiché il campo clc1uico clt'llt'
armature è indipendente dalla distanza, il campo elettrico rimane costante. E sic-
come il campo eletuico è una misura del tasso cli v-.iriazion,•del potenziale, con la
distanza. la differenza di potenziale fra le armature, deve, aumentare cosi come
aumc,nta la loro distanza. Poiché la stessa C'.u-icaè immair.izzinata con una differen-
za di potenziale maggiore, la capacità diminuisce. L'energia immag-.u.zinata è pro-
porzionale sia alla carica che alla differenza di potenziale e quindi l'energia imma-
gazzinata aumenta. Questa energia deve provenire da qualche parte, e quindi dC\·e
es.sere svolto un certo lavoro. Ciò è consistente col fatto che le armature si attrag·
gono reciprocamente, per cui si d"'-e fare un lavoro per allontanarle.

Esempio 20.1 O Scaricatra due condensatori


Due condensatori C1 e Ci (con C1 > G.i) sono caricati alla
stessa differenza di potenziale.<).\ 0ma con polarità oppo- .àV=-Q-=
ste. i due condt'nsatori ,·engono staccati dalla batteria, e <:,+ C:i
le armature collL-gate come mostrato in Figura 20.24a. (h) Calcolare l'energia totale dei condensatori prima
Gli intermttori Si ed Si vengono poi chiusi come in e dopo la chiusura degli intemmori.
Figura 20.24h. (al C:akolare la differenza di potenziale
finale trn "e /,dopo la rhiusura cll-gliinterruttori, Soluzione Prima della chiusura l'energia 101ale nei
due condensatori è data da

Dopo la chiusura degli intermuori e quando i conden-


satori hanno raggi umo la catica di equilibrio, l'energia
tot.'\le accumulata in essi è data da

0= i C1 (.àll)i + \ G.i(.à\1)2 (C1 + Gi) (.àl/) 2


e {

<;
(b) = i (C1 + Ci) ( C.7 c'I? )\AVol 2 = ( e,- Ci )2i:
c,+ci c,+c,
Figura20,24 (Esempio 20.10)
Quindi, il mpporto tra le energie: immagazzinate, finale
SoluzioneLe cariche sui condensatori prima della e iniziale è
chiusura degli interruttori sono date da
Q 1 =C 1 .àV0 e Q2 =-G.z.àVo
U'=(C
U;
-Gi)
c,+Ci ·
1 2

Il segno negativo per Qi deriva dai fatto che le polarità Ciò dimostra che l'energia finale è minore di quella ini-
dei condensatori sono opposte. Dopo la chiusura degli ziale. A prima vista può sembrare che veng-.i violato il
intermttori, la carica sulle armature si ridistribuisce ma principio di conservazione dell'energia, ma in realtà
la C'Micatotale Q dei due condensatori resta invariata: non è cosi perché in concomitanza con la ridisuibuzio-
ne di carica awengono altri proces.~i. Parte dell'energia
Q= Q, + Q2= (C:1-(;) àVn IIHllll'mlll' prudun· 1111risrnlclmncnlu dei !ili di collega-
I due condensatori sono ora in parallelo, per cui la dif- mento, che hanno resistenza eletuica, e parte viene
ferenza di potenziale finale è la stessa per entrambi ed è irraggiata sotto forma di onde elettromagnetiche (vedi
data da Cap. 24).

F.8ERCIZIO10 Un condensatore da 3.0 ~ è collegato a una batteria da 12 V.


Quanta energia è immagazzinata nel condensatore? Risp()Sta 2.2 x J0-4 J
Capitolo 20 1'11t,11;i11/r
l'ie/lriro, wf111ril1i

ESERCIZIO11 Un condensatore piano è caricato l' poi starrnto ch1llahalll'ria. l1i


quanto varia percentualmente l'energia immagm~zinata (in aumt.·nto o in diminuziont•)
quando la distan»1 fr.t le armature viene r.iddoppiata? Risposta l.' energia imma-
gazzinata si raddoppia.

20.10 • CONDENSATORI CON DIELETIRICI

Un dielettrico è tm materiale non conduttore, come gomma, \"etrn o rnrta


paraffinata. Quando si introduce un materiale diclettrirn tra le armature di un
condensatore, la capacità aumenta. Se il dielettrico riempie completamente lo
spazio tra le armature, la capacità aumenta di un fattore adimensionale K, che
prende il nome di costante dielettrica relativa.
L'effetto di un dielettrico in un condensatore può essere illustrato effet-
tuando il seguente esperimento. Consideriamo un condensatore piano di cari-
ca Q, e capacità Giin assenza di dielettrico. La differenza di potenziale ai capi
~el condensatore; che ·viene misurata mediante un voltmetro elettrostatico, è
AV0 ,;: Q, / Gi(Fig. 20.25a). Si noti che il circuito è ap,,rtn.doè, k arnmturt· del
condensatore non sono collegate a una batteria e la carica non puù passare
attraverso un voltmetro ideale. Quincli, mm vi è una via attraverso la quali' la
carica possa fluire alterando la carica elci condeusatort•. Se ora si iutrodun· liii
dielettrico tra le armature come in Figura 20.25b, si trova che l'indicazione elci
voltmetro diminuiscedi 1111fattore K a un valort• AV,dm·t·
AV= A~,,
K

Poiché AV< AV0 , si vede che K > I.


Dal momento che la carica Q 11del condensaton• giungiamo alla
1111111•<11-irl,
conclusione che de\'e ,-ariarc la capacità:

C= Qo =...ik_= K Qo
AV ,H~ I K .l \ i,

l>ic.-l(•11riri1

(n) (hl
Figura20,25 Quando si introduce un dielettrico tra le annatun· di un cnnd,·nsmorl'
carico la carica sulle armature resta invariata, ma la differenza di potenziale misurat:.i da
un voltmetro elèttrostatico si riduce da 4 V0 a AV= AV0 I ,e, Quindi, nel processo la capa·
cità aumentadi un fattore ,c.
20.10 ( :mulr11.wt11ri
nm dirlt'/111t'i 601

C:= K (,, [20.32) • La capacità


<love <;,i- la c.1p;idtù in .1ssenzacli un dielettrico. Owcro, la capacità <1u111n1/t1cli di 11n condensatore
a111nenta
1111 fattore K quando il dielettrico riempie cnmpletam,·ntt· la regione trn le
di 1111
fattnr,: K
,11111,uurc·.'' piano. p,·1 n,i ( ;, .. t., . I/ ti, possiamo
'\,·I , ·"" di llll n1111lc·11satort·
COIIl'i111md11::io11e
..,prim,·n· la ,·apadtit <111a11do il condrnsatorc· ì, n1mpktam1·11tt• ri,,mpito con
di 1111dielettrico
1111dielettrico come·

• En A
(,= K-- [20.33]
t/

Da questo risultato, sembrerebbe che la capacità pos.<1.1 essere resa grn11clea


piacere diminuendo d, la distanza tra le armature. In pratka però, il minimo
\-alore di d è limitato dalla srnrica elettrica che può awenire attra\·erso il dielet-
trico che separa lt• armature. Per ogni distanza ti fis..1ata, la differenza di poten-
ziale mas.~imache pnò es.~ereapplicata a un concltmsatore M'lllll che si produ-
ca la scarica dipende dalla rigiditàdielettrica (la mas.~imaintensità del campo
dettrico) del dielettrirn, che per l'aria vale 3 x lO<iV/m. Se l'intensità del
rnmpo 11(•1 nmtcrialt• supera la rigidità dit'lt•ttrirn. le•proprietà i~olanti v,•ngono
meno <' il materiai<- cominda a nmdurre. l..1 nmggior partt' cki rmu,·riali is<>-
lanti h.1 rigidità dil'lt•uridw t' costami did1·11ril'11t·rl'lati\'l' •upt•riori a qul'lle
dell'aria, rnme indka la Tabella 20.1. Perciò. si \'t•ck d1c 1111diclettrko presen-
ta i sq~ut·nti \'m1taggi:

• Fa aumt•ui.trt· la c:apadtù dl'I nmcknsatrnt·.


• Fa aumenuu·e la differenza di potenziale di funzionanwnto.
• Fornisn.• un supporto meccanico trn lt' arrnalln·e conduttrici.

TABELIA 20.1 Costanti dielettriche relative e rigidità dielettriche di vari


materiali a temperatura ambiente

Materiale Costante dielettrica ,e Rigldilà dieleurica"(V /m)

\'uoto 1.00000
:\ria 1.0(){):,!I :lx 101;
Badwli1<· ,I.\) !!lx IOi;
Quarto fuso :l.i!l H x 1011
\' t·trn p1n·x :Ui 1-1><10,;
Pc,listirt·ru.· 2.f>fi !!Ix IO"
Teflon 2.1 tillx I0 1;
( ~,num.,neoprene {i.7 12 X IO"
:'1:ylon 3.4 14 X to"
C,1rta !I.i ltì X I0 1'
TitallillO cli strulllio 233 K X IO"
:\rqua 80
( >lio di silin111r ~5 I.',. lii''

o che•pm; C.'~b.1c•n•
.. L, rigidil.\ dit•lc-urica (' il 111.t:"l.,imoc·.u111H•c•lc•m'i1 in 1111
dlc•lc•t11
icn '4.'11/llthc• m"\'l"UK-' mm Mii•
rka.

·, St· ~it~c.-gntun ahru c·spt·1im<"ntnìn n1i ~i introduce: un clic.·lc.•urkomc·mrc.·lil dìfft•n·111t,di pu1c.•1.,.


crn1itan1cper mcuo di una bauc:ri.1,In c.·m·knamm·111;,1
tialt• ,it·n<" n1m11c.•nut;1 ili ,.tlon.· (l .-:KQ0 .
l.a cnrica aggiumhM.a ,ic•nc.·ron1im dallil batteria e lu c:apadtà aumt-nta andn• in quc:·stut"iL'U>di mt
ranon- I(.
602 Capitolo 20 l'olen:illl, eltllrirat rapn,·i/lÌ

Tipi di condensatori
I condensatori commerciali spesso sono costruiti usando fogli metallici alter-
nati con strati di carta imbevuta di paraffina o mylar, che seive come materiale
dielettrico. Questi strati intercalati di fogli metallici e dielettrici vengono poi
arrotolati per formare un cilindretto di piccole dilm·nsioni. 1 condensatori per
alte tensioni (alte differenze di potenziale) consistono di solito in un certo
numero di piatti metallici interconnessi e immersi in olio di silicone. Per pk-
coli condensatori si usano spesso come isolanti materiali cen1mici. I condensa-
tori a capacità variabile (normalmente da IO a 500 pF) consistono comunt.'-
mente di due insiemi di piatti metallici collegati tra loro, l'uno fisso e l'altro
mobile, con l'aria come dielettrico.
Per accumulare grandi quantità di carica a tensioni relativamente ba'ISCsi
usano spesso i condensatoriekttrolitici.Questi dispositivi consistono in uno strato
metallico immerso in un elettrolita, una soluzione che conduce l'elettricità a
causa della mobilità degli ioni che contiene. Applicando una di!Teren1.adi poten-
ziale tra l'elettrolita e il metallo, si forma su quest'ultimo un sottile strato di ossi-
do (che è isolante), e questo strato fa da dielettrico. In tal modo si ottengono
valori elevatissimidella capacità poiché lo strato di dielettrico è sottilissimo.
Quando in un circuito si usano condensatori elettrolitici, occorre fare atten-
zione alla polarità (i segni ph:1e meno indicati sul componente). Se la polarità
della tensione applicata è opposta ,1 quella corretta, lo strato di ossido viene
rimosso e il condensatore conduce elettricità invece di accumulare carica.

Consideriamo un condensatore piano con un materiale dielettrico fra le armature.


La capacità diventa maggiore in un giorno freddo o calcio?

Ragionamento È la polarizzazione delle molecole nel dielettrico che aumenta la


capacità quando si aggiunge un dielettrico. Quando la temperatura aumenta,
aumenta il moto vibrazionale delle molecole. Ciò disturba la disposizione ordinata
delle molecole polarizzate, e la pola1iz,.azione risultante diminuisce. Quindi, la
capacità diminuisce quando la temperatura aumenta.

PROBlEMA
CONCETTUALE
8
Un 1ivelatore elettrico cli mormmti in ICJ,'llolocalizza i mont.-u1tinelle pareti cli una cm;a,
Esso consiste di un condensatol'c piano wn le armature vicine l'una alt'ahr.i, come in
Figura 20.26.Questo dispositivo,come rivela la presenza di montanti in legno nella p.'lretc?

Montnntc

Arnmturcdel
condensatore

Figura20,26 (Problema concetn,ale 8) Un


rivelatore elemico di momanti in legno posi-
,ionato (a) su una parete in muratura e (b)
su un montante in legno. (b)
(a)
20.10 C:mul,11.,nlnri
m11,lirl,llrid 603

Esempio 20, 11 Condensatore a carta


Un condensatore piano ha le armature di dimensioni diclcurica della e.ma è 16 x I011V/ m. nato che lo spes-
2.0 cm x 3.0 cm. Le armature sono separate da 1111 son, ddla caria è I .O 111111,la lt·nsion,· nms.,ima d1e si
ruglio cli rnrt.1 cli I.O mm cli spt·s.,nn•. (a) Trornn· la put, applirart.·st.·11z,1
<:hem,·t·nga la snirin1 i.•
t·apadtù.
.l V""''= 1-:,,,.,d
= ( l(j x IOli ~; ) ( I.O x IO""m)
Soluzione Poiché per la caria "= 3.7 (Tab. 20.1),
abbiamo = 16x Ht1 V

C= "~=
d
3.7 (s.85x 10-12 c2 .. )
N • m•
(6.0x lo-' m2) Quindi, la carica massima è data da
I.Ox I o-' m
Q,,.,.= C.:\V...,.= (20 X Hi-12 F) (Ili x IO"V)
= 20 X 10- 12 F = '20pF.
= ,ic
·o'.s2
(b) Qual è la massima carica che si può accumulare
sul condensatore? ESERCIZIO12 Qual è l'cne1·gia massima che si può
immag-.izzinarenel condensatore?
Soluzione Dalla Tabella 20.1 vediamo che la rigidità Rispusla 2.5 x 10--1 .J

Esempio 20.12 Energia immagazzinata con e senza dielettrico


Un condensatore piano viene caricato con una batteria Qo
fino a 111111carica Q,. come in Figura 20.27a. l.~ halll'ria Co
è slilt"Catat· Ira lt· i,rmntnre ,it·nt• inst•ritamm lastra cli +
costant<' dielettrica relativ-.iK', come in Figur,1 20.27b.
C~~lcolarel'energia immag-.iuinata nel condensatore
prima e dopo l'inserimento del dielettrico.

Soluzione L'energia immag-.izzinatanel condcnsa1n-


re in assenza del dielettrico è
,w.


(a)

Poiché AIO= Qi I (,i questa si può esprimere come

..Uo=--
- Qa
. 2Co

Dopo la rimozione della balleria e l'inserimento del


4~ '..
{•,
!·,I
-
l>ickttrirn

---
dielettrico tra le annamre, la mrira del ttn1dni.salmt resta
la stessa.Pertanto l'energia immagazzinata in presenza (h)
del dielettrico è data da
Figura20.27 (Esempio 20.12)
U= Qf.
2C

'.\1a la rapm:itù in pt·t•st•n1..1 <Id clidc.-urku <li\'t'lllìl


<:= 1tl;, , ._.cnsì l' di,-cnta nt· di t•m•rgia ci si può rendt·rt· conto os.,en-ando che,
:111'.ittodc:ll'inSl'rimc:nto,il dielettrico viene attratto tra
lt• phism• del rnndcnsatorc; Per impedire che la lastra
mTdt·ri uctnrn• una for,.a estenut <.'hccompia lavoro
1wgati\'U.Qucs10 hworo è st•mplicemcntc la differenza
Poiché "> I, vediamo che l'energia finale è minore U- (10, (Oppure, il lavoro !IVoltodal sistema sull'agente
dell'energia iniziale di un fattore 1/ "· Della diminuzio- esterno è dato da U0 - li).
604 Capitolo 20 P1Jlmtillle,le/tricoe wp,1ciltì

ESERCIZIO 13 Supponiamo che la capacità in as- scollegata e una lastra cli polistirene (K = 2.56) vien,·
senza di dielettrico sia 8.50 pF, e il condensatore ,·.,nga in.crita tra le armature, calcolare la differenza di e1wr-
caricato da una batteria da 12.0 V. Se h1batteria viene gia U- U0 • Risposta 373 P.I

ESERCIZIO 14 (a) Qmmta rnrirn pub acrnmularc 1111 wnclt·ns.unrt· in ari.i prima
dw si hrud M' ,u-mutura è 5.00 cm'.!? (h) Tro,11.rl·In rarita nmssima Sl'
l'm·ca di cì~1:iil·u1m
fra le arnmmre viene usato del polistirene invece dell'aria.
Rispostu (a) 13.3 nC (b) 272 nC

,.,_._;•·i,
.. _·.,_.··;_:··.'..:_~·-.,,, i'/.:;~:::,· ....: ·11_··~··~. _ . •. ·. _ ,
/'.·•V,!$.ii;i'jt,te'
la, &ç"èl~,~11~'.;~niFt,di
misura. Per calcolare la capacità in
}··.' · farjl~/bis9gna f.he.1~:-~,.~e ~ano espres.,e i.n metri e ~~ ilvalo-
. /r,;.-..;_r~~f(lèf~'~ 0: Ne~.v~iifi:c~ delle. ùn,ità d,ipiisura dei camP., elf:ttri~i,
{J/':\l.(c:~t~~f~h~.t~»,~1~P.9~0,lÌè:i,e~t1r.W9~~/m. ' ... ·:· :·.·
':fl'._tW1~~.i:i~fo ~jìi.'co11der)~torl, '$0ilò'ço)tegatilin ~riè, ~i· h2;hnò
élue'.ò,·
.':.: <la'itt;s,sa' c;iri~~·ii:i)a' le 'd:d.)':>.aJcaj>i déi' è;onderisatoìi nò'ri sonole
_stesse. I i;-ec;ip,r:oti'dellesingole capacità si sommano per ottenere il
. reciprcìco 'delta, èapadtà totale (equivalente), che• risulta minore
'. _delle singole èapl\c;ità, . .· , .
· ·· 3.' QuaridQ 'dÙe o più condensatori si collegano in parallelo, la d.d.p. ai
capi di ciascun condensatore è la stessa. L..1 carica di ciascun .con-
densatore è proporzionale alla sua capacit.ì, per cui le capacità si
· , . sommanò direttamente per ottenere la capacità equivalente del
sistema di condensatori in parallelo.
·.. · .·4. L'effetto di un dielettrico su un condensatore è quello di aumentar-
ne la capacità di un fattore K ( costante dielettrica relativa) rispetto
alla sua capacità nel vuoto. Ciò è dovuto al fatto che le cariche indot-
te sulla superficie del dielettrico diminuiscono il campo elettrico
all'interno del materiale da Ea E/1<.
·· 5. Valutare attentamente i problemi in cui si può collegare o scollegare
lii fotografia mostrll lllscari- · una batteria da un condensatore. È importante capire quali sono le
ca elettrica in aria. Le scintil- variazioni che avvengono nel condensatore tra quando la batteria è
le vengono prodotte quando collegata e quando è scollegata. Se il condensatore rimane collegato
un 'alta tensione alternata è
applicata tra i due elettrodi alla batteria, la d.d.p. ai capi del condensatore rimane la stessa (ugua-
per meuo di un alimentato- le alla tensione della batteria)· e la ·c-.uicasarà comunque propol'-
re costituito da una bobina zionale alla capacit.-\, comunque essavengomodificata(per esempio con
di induzione ad alta tensio- l'inserimento di \lii dielettrico). D'altra parte, se si scolleg-.i la batteria
ne. ( CentraiScirnlijicCo., per dal condensatore prima di operare quakhe variazione della capacità,
gi-til. eone.)
la sua carica rimane la stessa. In questo caso,variando la capacità, la
d.d.p. ai capi del condensatore v.irierà in manier.i inversamente pro-
porzionale alla capacità secondo la Il V= Q I C

SOMMARIO
Quando mm carini di prm-.iposith11tA1viene spostata fra i punti A e 8 in un campo l'le1-
1rostmico,E. la variazione di energia potenziale ~

t.U=-'lo f
il
~E·ds 120.1I
S111n1n11rfo

1~,differenza cli potenziale, /1V. fr.i i punti ,I e /J in 1111 rnmpn dc•urnsuuico, E, i·


dclini1a come la varii11.ionedi energia potenziale divisa per la rnrin1 di prcn·a I/li•
: .l.l'
ilV=--~-
faE· ,/s [20.31
l~1 I

don.· il pnlc.·111iulc.·
l'letuit·o \'i· uno st.:ulmrt.· lrnunilii di mi'.'iillliljoult•su nmlomb, dcli·
nito come I voli(\').
I.a dilferenZll di potenziale fm due punti, A,.
Il. in un c:impo dellric:o uniform,•, E.

.ll'=-E·d [20,8)
dm-e d è il vellore sposlllmemn tm :\ C' Il.
l.t" superfici equipotenziali sono supc11ki sulle quali il potenziale clc•llrirn i• c1i,tan-
te. l.t' superfici equipotenziali sono ,,,..,,,.,dirol11ri
alle lince di for, .., dd campo elcurirn.
li potenziale elettrico di una caric-.apuntifom1c•, t/,a una certa distan1..1, r, dalla carici, i·

l'=k,+ (20.11)

Il potenzialè elettrico di un insieme di cariche puntiformi i.· ottenuto 11<m1ma11do


i
potenziali ddlt• singole emiche. Poiché Vè uno scalar,·. la scmnna ì, una semplice opc-
miione algl'hrica.
!.'energia potenziale elettrica di una coppia di C3!Ìchepuntiformi scp11r.uc•da mm
distan1n r i•

,.
l'= k, ..!M!. [20,131

Qt1,•sta mpprt'M'lllll il hl\·uru m•n•s.,ariu IK'r pm·turc· lc· rnrkht· da una disum,.a di scpa-
r.11.ioneinfinita a 111111 distania di •epanudont• r. !.'energia potenziale di una disuibuzio,
ne di caricht• pt1111ifo1misi oui,·ne sommando i termini com,· qudli dell'Equazione
20.13 estt-si a /11llele coppie di cariche.
St• il pt>tt·nziale elt•urkn ,, 11nm in funzione dcllt· cuonlimue .,, ;r, ::,lt• componenti
del ,·ampo ,·lt•tuico si possono oncnerc dalla del'i\11tanunbi,ua di acgnu dt•I pot,•111.ialt•
rispc·no alle coordinm,•. Per t•st·mpin, la c·nmpnnentt• xdc·I campo ,•lt•Uricu è•

/(,a-..!!X.... [20,151
dx
Il potenziale elettricocli una clislribuzione
continua di caricai•

1·= ,._ I ":1 (20.181

Ogni punto sulla superfici•· di un condunore caricu in equilibrio l'lettrostutlco si


trova allo stesso pott•nzinlt•, Inoltre, il potenziale è cn•tulllt' onmqut• all'imerno del cmi•
dullore ed è uguale al suo v-.1lorcsulla superficie.
Un rondnisnlorl' consiste di due conduttori caricmi con cariche ugu111ie di segno
opptllltn acparati da una dis111n1.amolto piccola in cunf'rontc, alle lom di111ensim1i,con
una differenza di pote111.iale/11' fl11e-ssi.I.a capacità,C di 1111 rnndcnsalorc, i, delinila
come il rapporto fr.i il v-,dorc lL'l.,olutodella c:arica Q su ciascun conduuorc e il valc,rc
dt'lla differenza di potenziai,· /11~
lL'l.'1oh110

c; .. _R_ [20,191
/!V
l.'unit;\ Sl della capacità i, il coulomb su volt, o il ll1raclWl e I ~-= I C:/\',
St• ch1t•o pii, cnndt·ns;1to1·iscmo rnlk-gati in parallelo, la km, tlifii.•1·e111.a
di potenzia-
insieme di cond,•nsaturi in par.1llclo è
le è la stessa.I.a capacità equi,•alente di 1111
c.,..
= e, + e, + Cs + • • • (20.25)
006 Capitolo 20 l'tllm:irdr flellri1·" , mp111'il1ì

Se due o pill condcn!iatori sono collegati in serie, la carica su ognuno di c~i è la stes--
sa e la capacità equivalente del collegamento in serie è
I I I 1 (20.28)
--=-+-+-+···
(~q e, e~ e,.
Pc.~rcnrintrt· un rnnclc.·n!laton•i.·nt·n·Mcuìn nnnpic.·n.· un la\orn. pnic:hl· il pron·,!1-o di
caricil consiste nel tn,sfc.•rire c:arichc da un condutture a potenziale pili bas.~oa un altro
a poten1fale piir alto. li lavoro svolto per caricare un condensatore con la cari.-a Q i·
uguale all'energia potenziale elettrostatica, U, immag-.izzinata nel conden,.;uort•, clon·
Q2
U=-=! l"IAV=! C(ò.V) 2 [20.29)
2C • ><-- •
Quando un mateliale dielettrico ,iene inserito fra le armature cli un condensatore,
la capacità generalmente aumenta di un fattore adimensionale ,c, chiamato costante
dielettricarelativa, Cioè
C= ,c(~ [20.32)
dove (~ è la capacità in assenza di dielettrico.

l)OMANDE CONCETI'UAU
I, In poche parole dire qual è la differenza tra potcn,ia- zialc (tensiont') nu1ssim;i cli funzionamento di un
lt• elettrico ed energia potenziale elcttrirn. coudcnY.alon· piauo mmah:11c11<lo fi~, 1a diM11111a tnt
:,t:Dare una spiegazione fisica del fatto che l'energia le armature.
potenziale' di una coppia di cariche simili è positim [@] Se la differe1m1 di potenziai<- ai capi di un concl,·nsa-
111t·ntrt·l'energia potcn1.ialt· cli mm rnppi.1 cli rnridw fatron· n1111hiar,·-
lun· \'it•n,· rndcluppia1a, di <111111<·
,ti scg110opposto è negmh11. nl'rgh1immaga1.zinata?
:I. Perché, in condizioni statiche, tutti i punti in un con- 11. Poiché le cariche sulle armature di 1111conclcnsatort·
duttore devono essere allo stesso potenziale elettrico? piano sono di segno opposto. esse si auraggono tra
Perché è impanante evitare i borcli spigolosi o le loro. Quindi, per mtment:u·,• la dtstan,a tm le armatu-
punte nei conduttori usati in apparecchiature ad alrn re si compie 1111 lavoro. C:u!iasi può clin· cld lan>ro
tensione? esterno eseguito in qut·sro processo? ..\s.~umere che il
i\. Con quale tipo di tempo atmosferico una bauc,ia condensatore sia smccato dalla bauctia.
d'automobile dovrebbe scaricarsi con più probabilitiì GI] Se ,; si chiedt· cli progt'ttarc un condensatort· di pic-
"perché? cole dimensioni e grand,· capadliì, quuli lltttori sanm-
~ Come potreste schermare un circuito elettronico o no importanti nel vostro progetto?
un laboratorio dai campi eleurici dispersi? C'..omcfun- 13. Spiegare perché \lii clieleurko aumenta la massima
ziona questo sistema? tc.·nsionc di lavoro cli un c:ondensaton• ancht~ se non
7. St- si hanno !Idi\-ersi condensatori, C 1, C 2 e C::1, qmm- m1fa lt· dimt·nsi,mì tisiche cll"Icondens.,tore.
tt· diverse combinazioni (in serie e in parnllt•lo) si 14. l' na ,:oppia cli cunclcnsalori è.·,:olkg.un in parallc..·lu
possono fare? mentre una ,·oppia iclentint t' collegata in serie.
:-. l.t· ,1rmature di uu conden!latort• sono collegate a mm Quale •·oppia i· pii1 pericolo,a da m,m<-ggiare dopo
balleria. Cosa a\'\·iene alla <.'arka sulle armatul'c: se i esser·e stata collegata alla stes.,., sorgente di tensione?
lili di colleg-.imento vengono staccati dalla balleria? Spiegare.
Cosa avviene alla carica se i liii staccati dalla balleria 15. l.'ener1,'ia immagauinata in un particolare condensa-
,..,ngono collegati tra loro? tore viene aumentata quattro volte. Qual è la variazio-
1l. Dire co~ç si può aumentare la differenza di poten- ne (a) della carica? (b) Della differenza di potenziale?

~OBLEMI
ltangrafo 20. 1 Differenza di potenziale drlla t·arica? (b) A,ttrnvenm quale differt'nza cli poten-
e potenziale elettrico ziale ~i mum·e la emica?
I. l'n campo elettrico uniforme di 250 V/m è diretto 2. Qmmto hworo vit·nt· ~wulln(cht una batu·lia. un K'-"tu·-
lungo l'.is.~t· .t positivo. l'na carica cli +12.0 µC ,i rmore o quakht· altrn sorgt·m,· di <'llt'rgia t·l,·ttrint)
tn\love dall'origh\C' a un punto (x, y) = (20.0 cm. pt·r mum·C're un numero di Avoguclro cli t'lt·ttroni da
50.0 cm). (a) Di quanto varia l'energia potenziale un punto in cui il potenziale è 9.00 \' ad 1111altro in
/~,ibu,mi 607

mi il pt>lcnzh1k è, - 5.00 V? I 11. Sul pian,·u, Tehar, l'acct'lerazione di grnvit.'Ì è la stes-


[:1.!(a) Calcolare la vdodtà di un protone che ,·iene an·c- sa dt•lla Tt•rra, mu vi è pure 1111intenso campo elcttri-
lermo dalla 11uic1,·da una dillerenza di pt>tcnzial,· di t·o cliretto \'l'fSO il ba."50 con il campo uniforme in
120 \'. (h) Calcolar<· la ,·docità di un elettronl' dtt· pros.simità dt-lht superlkie del piancrn. Una palla di
chtlla 'ifc·,sa clifft·r<·n1i1
,·it·nt• il<.T<·lc·r;1t<, cli pt,1r111ialt•. '.!.011kg rh,· lrn una rnrka cli ;;_1111 µC ,·iene !andata
1. l -n rlt·unuu· aur.1,c.-1~,, <1uah·<liffc.·rt·n,acli pol<.·111.iah· ,riso l'alto t·on una ,·clodtil di :!O.I m, s t·cl t'"-'lll colpi-
clc·,·t· essere an:t'lt•rato pc.·r ragginngcn· una ,·elodtéÌ st't• il suolo dopo un inten-allo di -I. I Os. Qual è la dif-
d,e sia il 40% ,Mia ,·elodtiì della hK'I' (r = 3.00 x lt•rt•nza di potenziale fra il punto di partenza e il
10• rn/s), part,•ndo da ft'rmo? Si noti che qu<'sto pro- punto più alio della sua trdiettoria?
hlt·ma dt"\'C C!'St·rr risolto usando una t·sprc.·ssinnt·
rclathistica per I' t•nergia. Paragrafo 20.3 Potenziale elettrico ed energia
:>. Un elettrone parte eia formo ed è accelerato eia una potenziale di cariche pW1tiformi
differt•nza cli potenziale cli 20.0 kV. (a) Tmmre la sua (Nnln: Si assuma V= O per t= oo a meno che l'enunciato
elTetth-a ,•elocità relativistica. (b) Trov-,m: la velocità d,·I problema non richieda altrimenti).
che la fisica das.sica prevedrebbe per es.so. Quanto i•
gmndc questo errore? I I. (a} Tro\'arc il potenziale alla distan,u di I .00 cm da
un pr<>tone. (b) Qual è la differe111.adi potenziale fra
Paragrafo 20.2 Differenze di potenziale i punti che si trovano a 1.00 cm e a 2.00 cm da un pro-
in un campo elettrico Wliforme ume? (c) Ripetere la parte (a) e (b) per un elettrone.
fi. I .., cli1Tert·rm1di potc.-nzialt•frn lt· pla.-clw m·n•lern1riri I'.!. Siano cime due• curiche di 2.00 µ.C e una carica di
cli un t.-1,·,·ison· è cirt·;1 25 !KIO V. Se la distanza fra lt• pt·m,t pusitirn t/ = 1.28 x 10- 1M C disposte come:- in
pl:Kdl<' r I .!\O rrn. 1rm-~n· il modulo cld campo d1·1- Figum P'.!0.12. (a) Qual <'la for,a ri•uhantc su I/ c:-ser-
trin, unih.>n1u:in <1ucsutrt·gi,u1t·. dtum clalll' 2 cariche di 2.00 µ.C? (b) Qual è il campo
7. Supponiamo che un elettrone sia ahbandmrntn d;1 E formato dulie clul' cariche di 2.00 µ.C.? (c) Qual è il

.
ft•rmo in un cnmpn rlt•111it·o uniforn1t• <li :"UH>x pol<·nziult• clm·1110ali,• clm· cariche ndl'origine dow è
IO"\' m. (il) .\ttrnn·r,o 1pt.il1·,t.d.p. i• pasSlttu <11,pn posta la c:arica q?
clw si i· mus.,n pt·r 1.00 nn, (b} Qualt· vdo, ilù anù
.u:qnismto n1uo.,-cndosi clclh1stessa distanz:.1? 2.00µC
Il. l,;11dettrone che si mmwc pamllelmnentt• all'asse .,
ha una n-lodtù ini,iale cli 3.70 x to" m 's 11t·ll'origi11t·. J(m 0.800 m
"
I.a n-h>rit.ì ddl'elcttrone si riclun• a 1.-10x IO'' m/s
nd punio ., = 2.00 cm. Caknlan· la cliffl'n·nza di FiguraP20.12
potenzialt• li'a l'(lrigine e il punto. Quale punto si
tro\1\ a pt>te11ziale1naggiorc? !III I.e tre cariche di Figura P'..!0.1!I si trowno ai vertici di
!J. Un campo dcttrko uniforme di intt·nsilli 32:>\'/111 <' un triangolo isosct'le. Calcolare il potenziale elettricu
diretto nel verso negativodell'asse y, come in ~igum al l'<'lllro della base, prendendo q = 7.00 µ.C.
P20.!I. I.e rnorclinatc del punto ,1 sono (-0.200,
-0.:UKI) m, e quelle del punto 8 (0.400, O.!\()()) m. 'I
c:atrnlarc il 1x11enzialc \' 11- l'.1 , usando il prrcorso hlu,

'

E -q -9
I- 2.00 cm --1
FiguraP20.9 FiguraP20.IS
....,,
tl08 Capitolo 20 l'olmzial, ,Mt1fro , rt1/mcit1ì

1,1. Una rari<'a +-9è posta nelroriginc mentre una cctrica


-21/ i.' posta nel punto x = 2.00 m. (a) Per C]tllllivalori
lini ti <li x il campo elettrico è nullo? Per quali valori
finiti di x il potenziale elettrico è nullo? Utilizzando la E,= - ,IV /t/rt·alcolare il campo elettri-
Il'• I Nd mo<ldlo dell'atomo <li idrogeno <li Bohr, l'elct- "° (a) all'interno (r < /Il t· (hl all't•stcrno (r > Il)
1ro11t·può onupurc sol:.1mcntc orhit<.'stnhilitt.·. Il rng~ clclla skrn cl'isolanw.
gio di ciascuna orbita è dato dall'espressione
r• 112 ((1.1)529nm) con n = I, 2, 3, ... Calcolare l'ener- Paragrafo 20.5 Potenziale elettrico dovuto
llia pott·nziale dell'atomo di idrogeno C]Uando l'clet- a distribuzioni continue di carica
tront· (a) si lrow nell'orbita con "= I. (h) Si trova 23. Consideriamo 1111anello st>llilt· cli raggio /I su cui è.·di-
· ndl'orbita con n = 2. (c) Si trov.i a distanza r = - stribuita unifonnemcnte una carica Q. Qual i: la d.d.p.
dull'atomo. Esprimere i risultali in eV. ira il ceniro dell'anello e un punto che sta sull'asse del-
lii. Due rnriche Q 1 = 5.00 nC e Q2 = -3.00 nC distano l'anello a distanza 2Rdal centro dello stesso?
35,0 cm. (a) Qual è l'energia.pc;>tenziale della coppia? 24. Confrontare questo problema con il Problema 17 del
Qual è il significato ciel segno algebrico della vostra Capitolo 19. Una sbarrcua isolante uniformemente
risposta? (b) Qual è il potenziale elettrico nel punto carica di lunghezza 14.0 cm è piegata a forma di semi-
111ediotra le due cariche? cerchio, come in Figura PI 9.1i. Se la sbarretta ha una
IU'J Si dimostri che. per costituire un sistema di quattro carica totale - 7.50 µ.C, trovare il potenziale elettrico
c11richc uguali Q'poste nei vertici di un quadrato di in O, il centro del semicerchio.
lnto s bisogna compiere il lavoro W = 5.41 k,Q 2 /.,. ·~ Una bacchetta di lunghezza I. (Fig. P'..!0.25)giace sul-
li!. Conlhmtare questo problema con il Problema 42 ciel l'asse x con il suo estremo sinistro nell'origine e ha
Capitolo )9. Quattro cariche punlifonni (I/=+ IO.OµC) una densità di carica no11unifnrnu, A = ax (clm·t, a è
sono poste ai vertici di un rettangolo, come è mostrato una i:osmntc po,itiva). (a) Quali sono le uniuì cli mi-
in Figun1 Pl9.42. Le dimensioni del rettangolo sono sura della costante a? (b) Calcolare il poten1.iale elet-
I.=- till.Ocm e W= 15.0 cm. C',alcolarc l'energia pown- trico in un punto A, a distanza d dall'estremo sinistro
zh1lt• dt·Hrica rlclla carica che si tro, ..~, ud vc:rtit·c.·in ddl;, lmrd1<·m1.
1~~'1."-I
a sinistra dornta alle altre tre rnrid11·. )'
\!). Dm• !!fereoolanli aventi rispctliYdmcnLeraggi 0.300 cm
e ll.500 l'm, ma.'l.seO.I 00 kg e O.700 kg. e cariche
-'.!.00 11('..- 3.00 µ.C, vengono liherdtt• <la ferme (]Uando
i lom .-entri distano 1.00 m. (a) Quamo samnno veloci
qnmulo uneranno? (Suggmm,mlo:si consideri la conser-
v.uiont· ddl't.'Oergia e della quantità di moto). (b) Se le
sfl're fo~ conduttrici, le loro velocità sarebbero
nmggiori o minori di quelle calcolate nella domanda
(a)? Spicgan:.

Pnragraf
o 29.4 Come ricavare E dal potenziale FiguraP20.25
elettrico
~\I. Il pot,·n,fale elettrico in una certa regione tra x = O " 2(i. Per la situaziont• descritta nel precedente prohlema,
., " 6.00 m è dato da V = 11 + bx, con 11 = I O.OV e cakolart• il potenziale elettrico nel punto B sull'asse
b= -i.(lO\'/m. Determinare (a) il potenziale elettrico dell;1 lmrch<'lm a una distanza bai cli sopra dell'asse x.
a x = Il, :l.00 me 6.00 m; (b) il modulo e la direzione Da notare rhe la bacchetta ha una densità di carica
dd .-ampo elettrico a :e=O,3.00 m e 6.00 m. nnn 1mijnnn, A = ax.
(ifJ In nna cena regione dello spazio il potenziale elettri-
n• è-d1110 da V= 5x- 3.iy + 2yr. Trov-dre in funzione Paragrafo 20.6 Potenziale di un conduttore carico
di .,.. Y, : le espre11.,ionidelle componenti del campo 27. Due conduttori sferici carichi sono collegati u-,1111i1e 1111
dclltiet>. Qual è il modulo del campo eleurico nel lungo filo conduttore, e una t·arica di 20.0 µ.C \iene
punltl /'t 1.00, O, -2.00) m? posta "utla n>1nhim1Zicuu-. (.1) Se una ~ft·n, ha 1111r.t~giu
~~. Il p1.lt\~niiaJc elettrico all'intcn10 di llrra sfcrn ,ti niatc.... di 4.()() mi c l'altm ml rnggio cli li.IX)cm, qual i::il campo
iink isolantedi raggio R uniformemente carica i, elettrico in pros.,irnità della superlkie di ciascuna sfera?
(b) Qwd i: il potenziale elettrico di ciascuna sfera?
V= k,Q
2//
(3-..!:.)
. /12
Paragrafo 20,7 Definizione di capacità
28. (a) Se una goccia di liquido ha una capacità di 1.00 pF,
qual è il suo raggio? (b) Se un'altra goccia ha raggio
Prob/nni 609

2.00 mm, <Jlml è la sua capacità? (c) Qual è la carica 9.00 V. (a) Qual è il Y.tlorc della capacità equivalente?
sulla goccia più piccola se il suo potenziale è IOOV? Qual è (b) la diflcrenza di potenziale ai capi di da·
29. Due conduttori aventi rispettiv-.tmente una carica di sc1111c:ondcnsatore e (c) la carica imnmgar.1.inata in
+ IO.Oµ.Ce -IO.O µ,C hanno mm differen,.a di poten• dascun condensatore?
,ialc di IO.OV. (),•terminare (a) la ,·.ipafitù <Id sist<·· ;\fi. I due: cnnd,·mmtoricld Prohl<.~nm !\:',sono un, n,llegmi
ma e (h) l.1dilforenza di potrn,ialc fra i dm: cumhll· in S<·ri,·a una batteria di \l.0(1V. Tro\'an· (a) il v-,1Jorc
tori se la carica su ciascuno di essi viene aumentata della cap;,cità equivalente, (b) la tensione di ciascun
rispcniv-.tmente a+ 100 µ,Ce -100 µ,C. condensatore e (c) la carica di cia.'ICtmcondensatore.
30. (a) Qtmnta carica si tro,.,. su ciascuna arrnatur-,1 di un :17. Due condensatori quando sono collegati in parallelo
condensatore da 4.00 µ.F quando essu è collegato a forniscono una capacità equiv-.ilente di 9.00 pF e quan·
una haueria da 12.0 V? (b) Se lo stesso condensatore do sono collegati in serie una capacità equivalente di
è collegato a una batteria da 1.50 V, quale carica verrà 2.00 pF. Qual è la capacità di ciascun condensatore?
immagazzinata? 311 Due condensatori quando sono collegati in parallelo
:11. Un condensatore sferico consiste di un guscio sferico forniscono una capacità equivaleme ~ e quando
conduttore di raggio b e carica -Q concentrico con sono collei,rati in serie una capacità equivalente C,.
una sferetta conduttrice di mggio II e carica +Q(Fig. Qual è la capacità di ciascun condensatore?
P20.3 I). (a) Dimostrare che la sua capacità è lill[] Quattro condensatori sono collegati come è mostrato
in Figura P20.39. (a) Trovare la capacità equivalente
C= nb fra i punti a e b. (b) Calcolare la carica di ciascun con-
k, (b- n)
densatore se AV.6 = 15.0 V.
(h) Dimo.,trare che quando b tende all'infinito, b1
capacir..; tende al ,11lore n I k, = ·I m 0 11 • 15.0µF MOµF

~)20.0µF
{ ,f-1
6.00µF
Y,guraP20,S9

lii. Calcolare la capacità equivale111e del sistema mostrato


FiguraP20.Sl
in Figura P20.40 in cui tutti i condensatori hanno la
32. Consider.indo la Terra e uno strato di nubi 800 m stessa capacità C
sopm la Terr.t come le "armature" di un condensatore, e
calcolarne la capacità se lo stnuo di nubi ha un 'area di

-E
1.00 km 2• Se ,111 campo elettrico di 3.00 x 106 N/C
rende l'aria conduttrice (cioè. causa fulmini), qual è la
mas.ima L-aricache le nubi pos.'iOno avere?
6[J Un condensatore piano in aria ha le armature di
7.60 cm 2 distanziate di 1.80 111111.Se la d.d.p. applicata Ha-·
e e
è 20.0 V, calcolare (a) il campo elettrico tra le arma-
ture: (b) la densità di carica superficiale: (c) la capa-
H
Y,guraP20.40
cità e (d) la carica su ciascuna armatura.
:M. Un cavo coa.'ISialelungo 50.0 m ha il diametro del con·
duuore interno di 2.58 mm e una carica di +8.10µ,C.li EiIJSi consideri il circuito della Figura P20.4l, dove C1 =
conduttore esterno ha un diamt•tm interno di 7.27 mm li.00 µ,F, <:2 " 3.00 µ,F e 11V= 20.0 V. Dapprima si carica
e una rnric-.tdi -H. I O µ,C. (a) Qual è In rnpndlù di <Jlll"· t: 1 , hiuckndo l'interruttore S 1• Poi S 1 viene aperto, e
sto cavo? (b) Qual è la d.d.p. u-a i due conduttori? Si il condensatore carico viene collegato a quello scarico
as,uma che la regione fm i conduttori sia aria. ,hiudendo l'interruttore S 2 • Calcolare la carica iniziale
di CI C la carica finale di entr.tmbi i condensatori.
Paragrafo 20.8 Collegamenti di condensatori 1!! Come <10,1-cbhcro essere colleg-.tti quattro condensa·
:15. Due condensatori, C 1 = 5.00 µ,F e C2 = 12.0 µ,F, sono tori da 2.00 µ,F per dare una capacità totale di (a)
colleg-.tti in parallelo e connessi a una balleria di 8.00 µ,F, (b) 2.00 µ,F, (c) 1.50 µ,F e (d) 0.500 µ,F?
610 Capitolo 20 Potm>i11/e
ekllrico e capnrilà

un condensatore costruito con il materiale del super-


mercato. Calcolare l'ordine di grandezza stimato del-
la sua capacità e la sua tensione massima.
52. (al Qumlla carica può essel'e fornita a un rnnd,•nsa-
lOl't' prima du• raria fra I<.·armature cli\'t.·111i nmchu-
trice. se l'arca di ciascuna armatura è 5.00 cm~? (b)
Calcolare la carica massima se ,iene usato del polisti-
S1 S2 rene al posto dell'aria.
Figura P20.41
Problemigenerali
Paragrafo 20.9 Energia immagazzinata 53. Il modello a goccia del nucleo suggerisce che le oscil-
in un condensatore lazioni di alla energia di certi nuclei possono di\idere
43. (a) Un condensatore di 3.00 ~ è collegato a una bat- il nucleo in due frammenti di,·ersi più un certo nume-
teria di 12.0 V. Quanta energia è immagazzinata nel ro di neutroni. I frammenti acquistano energia cineti-
condensatore? (b) Se il condensatore fosse stato col- ca dalla mutua repulsione coulombiana. Calcolare
legato a una balleria di 6.00 V, quant.'\ energia avreb- l'energia potenziale coulombiana (in MeV) di due
be immagazzinato? frammenti sferici di un nucleo di ur.mio che hanno le
44. Un condensatore piano è caricato e poi staccato dalla seguenti cariche e raggi: +38, e 5.50 x I 0- 15 m; +54, e
balleria. Di quale percentuale varia l'energia imma- 6.20 X I 0- 15 m. Si assuma che la carica sia di51ribuita
gazzinata (in pii1 o in meno) quando la distanza delle uniformemente in mno il volume di ciascun fnim-
armature ,iene raddoppiala? mento sferico e che inizialmente a ripo.'IO le loro
-1:,. Due conden.,.11e>ri,C1 =25.0 µ.F e C1 =5.00 µ.F, sono superfici siano a contano. (Gli elellroni che CÌl'rnnd,1-
collegati in parallelo e caricati con un alimentatore a no il nucleo possono essct'e trascurali).
I 00 V. (a) C'.alcolare l'energia totale accumulata nei !i-1. I.a distribuzione di cariche mostrata in Figura P20.54
clue co11drma1nri. fh) Qm1lc diflel'enza di potenziale è i, nota come qu.1drupolo lineare. (a) Dimos1111rt·dw
n,·ccs.'1'11ia
,1icapi degli stessi clue condensatori collega- il potenziale in un punto dell'asse x per .<> ti i,
ti in serie, alfinché l'energia sia la stessa del caso (a)?
'iti. In una certa regione dello spazio c'è un campo elci· 2k,Qd2
trico unifom1e E= 3000 V /m. In quale volume è con- V= x:1-,,,12
tenuta un'cnel'gia cli 1.00 x 10-7 J? Date l,1 ,·ostra (b) Dimostrare che l'espressione pren·dcnte si ridu-
risposta in m,i e in litri. ce, quando., l!> d, a
@:tlL'n condensatore piano ha carica Qe le pia.sire sono di
area A. Dimostrare che la forza che le armature eserci- V= 2k,Qd2
X~
tano l'una sull'altra è data da F = Q2 /2E 0A. (S11g-
gmmenltr.si ponga C= Eo,1/xperunasepar.izione arbi-
traria x delle piastre; imporre poi che il lavoro fauo 1
per separare le due piastre cariche sia W = JF dx).
+Q -2Q +Q
Paragrafo 20.10 Condensatori con dielettrici a.----til.,_ __ -a.,_,,
4!1. Calcolal'e la capacit;ì di un conden5:llnn· piano, che (-d.0) (ti.O)
ha hathdite romc clic1cttl'ico, se ci:.,~cum,pia:nra lm
un'al'ea di 5.00 cm 2 e una distania fra I<•armatili'<' di
2.00 mm. (\'l:di Tab. 20.1). Q11adn1polo
4!). lJn conden ..'ltore che ha aria fra le armature è colle- F",gura
P20.54
gato a una differenza di potenziale di 12.0 V e possi,~
clc una carica di 48.0 µ.C.Esso \'iene poi staccato dalla 55. Due piastre par.illele hanno carica uguale e di segno
sorgente mentre è carico. (a) Calcolare la capacità. oppc~•to e di5tano 12.0 cm. Ciascuna piastra ha una
lh) C:Bko1ar<.·la nuova c.'é1padtf1.(e) l'n pc.·zzo di d,•nsil.ì snpel'lidale di ,·arka di 36.0 nC/1112 • l.'n pro-
tl'llon ,·iene inserito fra le arnmtm·t.·. C,dcolarc.· la tc.·n- lmll' ,·iene la.sciato libero da tenno dalla piastn1 posi-
sione e la carica del condensatore. tiva. Dctel'minarc (a) la diffcl'enza di potenziale fra le ·
50. Detcl'rninare (a) la capacità e (b) la rmL,sima tensione pia.,1re, (b) l'energi., del protone quando esso mg·.
che si può applicare ai capi di un concknsmor,· piano giunge la piastni negati,11, (e) la velocità del protone.
che abbia ammture di 1.75 cm 2 dist;mti 0.0400 111111 quando Ul'ta la piastra negativa, (cl) l'accelen11.ionli.
riempito di 1e0on. del protone ed (e) la forza agente sul protone. (0 ,
51. l supermercati vendono rotoli di fogli di alluminio, di Dalla forza, trovare l'intensità del campo elcurico e;
involucri di plastica e di caria paraffinata. Descrivere mostrare che essa è uguale all•intensità del campo,l
l'n,bl,,mi 611

.-1,•ttricotnw.11adalla densit:l di carica sulle piastr.-.


,,ti. Per il sistema di condensatori n11~s1ratuin t"igurn
l"l0.56, trm11re (11)ht capacità <'<lllh-alen11• cll-ll'insk~
1111·,(bl la clifft·n·n,.a di potcnzialt• ai capi di d.Lsnm
nnul,·nsi11ort·. (r) lu c:aricadi dit1M·1mt·o1ult~n!'limon· e•
(d) I' 1•n,·rgiatomie inunagazzinma nel sistema.
:I.IK>µF 6.IKlµF

H l--e12-I
H
:!.IKJµF 4.IHlµF
FiguraP20.62
~ Una lastr,1conduttrice di spessore de area A ,iene inse-
rita parallelamente alle armature di un condensatore
piann distanti s e di area A, come mostr-.ttoin Figur.i
911.0V Qual è il valore della capacità del sistema?
P'.l0.6.1\,
Figura PH.56
:17. Un cerio oggetto slè-rico può r-.1ggiungereun poten-
,ialc nms.,imo di liOO k\'; una ultt•rion• carica si di- T s
•pt•rcl,• a111-aw1-.o la sdntilla rhe prcKIUCl'la rnttur.i
dd diel<·ttrico ddla dn·c151i111le aria M'CCu. Detcrmi-
j_
mm• (a) la quantit:\ di carica sull'oggetto e (hl il r-.ig·
gin dell'oggetto .
...,H. l."t·1u.·rginin1mnw,111i11a1,, in 1111c·n11clc.·nsmorc· dn li-I. (a) llu,· sfcn• hmmn rn._rgi"e be i lom centri dismno
:12.0µF i, usala per limtl,·1·,·1111 rnmpium· di li.llll mg di d. Mostrare che la capacità del sistema è
piombo. A quale d.d.p. dt•,·e t's.S<·n·inizialmente cari-
cato il condensat<>re,supponendo che la temperatura l'= 4m 11
' l I 2
iniziale dd piombo sia 20.0"C.?Il piombo ha un ·calo,·e
spedficu di 128 j/kg • •e, Ull pulito di r\L'liolledi
-+---n b d
:127.:l"C:•·tiun calon• hucnt<' di fusione di 24.5 kj/kg. n,•ll'ipotcsi che d sia grande rispruc, ad ne b. (SH/W"
:,!J. l'n condensatore piano di 2.00 nF è caric-.ito a una rim,ntu.poiché le sfere sono molto lontane, si assuma
differen7.a di potenziale ini,Jale 4 V;= 100 V e quindi che il potenziale di ciascuna sia uguale alla sonuna
isolato. Il materiai<' dicll'llrico fm le armature è mica dei potenziali dOY11ti a ciascuna llf'era,e quando si c.il-
(,r = 5.00). (a) Quantt> Ja,-oro è necessario per sottrar- colanc, tali potenziali si assuma che sia valida la rela-
re il foglio di mica? (h) Qual è la differenza di poten- zione V• k,Q /r), (b) Mostrare che quando d tende
ziale del mndensatt>re dopo che è stato tolto il raglio all'infinito il precedente risultato si ridu,·c a quclln di
di mic-.i? due ccmdt•nsatt>risferici in serie.
liO. Un elettrone ,·iene libenuo da fermo lungo l'asse di
111,anello unifonnemcme carico a O.IOOm dal centro Problemial calcolatore
clell'andlo. St.· la densità lineare di carica dell'anello S 1. Il Foglio Elettronico 20.1 calcola il poten1.ialt•elettri-
è + 0.100 µC:/m e il raggio dell'anello è 0.200 m, co in una regione bidimensicmale attonio a due cari-
quale sarà la velocità dell'elettrone quando r-.iggiun- che,. La regione è divisa in una griglia IO x IO. Il verti-
gerà il centro dell'anello? ce altt>a sinistra dellagrigliacorrisponde a x = I .O111,
EiJ Un ,-undcnsatore piano è costmito usandc>un materia- y = I.O m, e il vertice basso a clc.'Stradella griglia corri-
le dielettrico la cui costante dielettric-.irelativa è !1.00e sponde a x = IO m, y • l() m. l.e due cariche possono
la cui rigidità dielettrica è 2.0()x to"V/m. l.a capacità eSM'r<'poste in c111al1111qu1• punto d,·lla griglia. l.l'
clr,icl,·nlln Ì' di 11.2:,0µI',. il n,nclrnsntort• d<'\'l'11mn11~ i:111l'Ì:tsCmm
pi-imi• dut• tah,·llt• tcakol,1110la clist:1111;1
nt•t"Cuna tlillc1"C111.a di pmenziale di 4000 V. Calcolare carica e ciascun pulito della griglia. Il foglio elettrt>ni-
l'area minima delle armature. t:o allora calcola il potenziale elcttric,, in ciascun
H2. Un condensatore piano è costruito usando tre dilfe- punti> della griglia, Porre cariche di + 2.0 µC in
r,•nti 11111ll'riali dieleurici, cnmc è most11toin Figura x ~s.o111,,~ !i.On1e in x= 7.0 m,.Y• r,.o m. Stampare
J'2().ti2. (a) Trov-.irem1'cspressione per la capacità in la matrice del potenziale elettrico. Il punto dove si
r,mzione dell'al'C'.idelle piastre A e di d, "" ICte ,r5• trov-J.no le t:lll'iche apparirà sulla g,iglia nelle celle
(b) Calcolare la capacità usando i valori A= 1.00 cm 2, indicate con HRR(in 1..otus1-2-!1)oppure #DIV/O (in
d= 2.00 mm, Kt = 4.90, K2 • 5.60e K~= 2.10. Excel) poiché il potenziale è infinito nei punti dove si
612 Capitolo 20 l'olmziflle e/e/Irico e wfmrittì

trovano le cariche. Tracciare a mano le linee equipo- S4. Modificare il Foglio Eleuronicu 20. I per incluckrt•
tenziali per V= 20 kV, 15 kV, e IO kV. Tracciare un cariche in più. Scegliere posti e valori par ciascun.i
insieme rappresentativo di linee di forLa del campo carica. Tracciare le linee equiputen,.iali e le linc:-edi
deltrico. ( Suggm111enlo:climensionando la larghezza for1.adel campo elettrico. Porre una riga di cariche.
ridia <"diasul foglio ckuronico e l'h1tc·1rnllocli riga I.e linlT cli JorLa dt'I ('t1111podc:uriro in cpU'Mo c:a~o
:mila stampante, puoi ottenere che la grigli.1 uppah1 sono uniformi:' Se no, pt.·rdu:•110:'
approssimativamente come un quadr.ito). S5. li Foglio Eleuronico I I.I calcola l'energia pol<'n,iale
S2. Ripetere il Problema SI sostituendo il v-.tloredella gravitazionale di una massa che si mum·e lungo l'a,;.o;c
carica con -2.0 µ,C. Stampare la matrice del potenzia- x nel campo brr.ivitazionaledi quaum mm,sepumifor-
le elettrico. Tracciare le linee equipotenziali pt,r mi fisse. Rielaborare questo foglio cl,·uronirn per cal-
V=± 20 kV, ± 15 kV, e± IO kV. Tr.icciare un insieme colare il potenziale elettrico lungo l'a-.,e xper quattro
r.ippresentativo di linee di forza del campo elettrico. cariche puntiformi fissate nello stes.,o pumo delle
S3. Porre due cariche in punti qualsiasi della griglia nel quattro masse. Trovare il campo eleurico lungo l'a'lse
Problema SI. Scegliere qualsiasi v-.iloreper le cariche. x. (Suggmmn,10:GM1m deve essere sostituito con.k,Q,,
Stampare la matrice del potenziale elettrico. Trac- e così via). Provare scegliendo variamente fra le cari-
ciare un insieme rappresentativo di linee equipoten- che e le loro posizioni.
ziali e di linee di forza del campo elettrico.

RISPOSTE AI PROBLEMI CONCETTUALI


I. Il protone ,iene spostato nella direzione e nel verso to di st•gno,pc-rcui si dt·Yt.',·nnoM"er<.·
il modo nm n1i
del campo elettrico, cosicché il potenziale elettrico e il potenziale varia nello spazio.
l'energia potenziale tkcrescerà. La diminuzione dell'e- 5. Se Vè costante in una certa regione, il campo el,·mi-
nergia potenziale è accompagnata da un uguale au- co in qut'lla rl-gione deve cs...crezero poiché il rnmpo
mento cieli'energia cinetica, come richiesto dal prin- clcllriro t· 11gu.1leal graclienw di \' rnmhi.110 di ,q;1111.
cipio di consen-azione dell'energia. Un elettrone ver- (In una dimensione, li,= -t/V I dx. skchi• s<' \' = nismn-
rebbe spostato in verso opposto al campo elettrico te, allor.i E= O). Analogamente, se E• O in una ccrm
per cui il potenziale elettrico aumenterebbe ma I' e- regione, si può soltanto concludere che \' i· costante
nergia potenziale elettrica diminuirebbe. in quella regione.
2. No. Supponiamo che vi siano alcune cariche nelle 6. Se la linea elettrica è in cont.·tllu con il metallo della
vicinanze del punto in questione. Se alcune cariche macchina, porterà il poten,.ialc della macchina a 20 000
sono positive e alcune negative, i loro contributi al V. Questo sarà pure il potenziale del tuo corpo, poiché
potenziale nel puntò potrebbero cancellarsi. Per ti trovi a comauo con la macchina. Ciò non è 1111pro·
esempio, il potenziale elettrico nel punto di mezzo blema. Se tu salti fuori dalla macchina, il tuo corpo che
fra due cariche uguali ma di segno opposto è zero. si trova a 20 000 \' si metterà in contatto con il suolo,
3. Le linee di forza rappresentano la direzione orientata che si trova al potenziale di m>Lssadi zero mlt. Di coiisc-
della forza elettrica su una carica positiva. Se le linee guenza, fluirà una corrente attraverso il tuo corpo. e 111
di fora del campo si incrociassero, allora, nel punto probahilmcntc ne rice,·eresti un gm\'C danno. Quindi,
di incrocio, vi sarebbe un 'ambiguità riguardo alla è molto meglio rimanere in macchina finché nou b,iun•
direzione della forza agente sulla carica di prova, poi- gano i soccorsi.
ché vi sarebbero· due forle possibili. Quindi, le linee 7. Il condensatore spes.,o rimane carico per lungo
cli forza del campo elettrico non si possono incrocia- tempo dopo che la sorgente di tensione è stata scolle-
re. È possibile intersecarsi per le superfici equipoten- gata. Questa carica residua può essere letale. li con-
ziali. Per esempio, supponiamo che due cariche posi- densatore può essere maneggiato con sicurezza dopo
tive uguali si trovino nei vertici opposti di un quadra- averlo scaricato cortocircuitando le sue armature con
to, e due ·cariche negative uguali si trO\ino negli altri un cacciavite con impugnatura isolante.
cluc vertici. Allora, i piani perpendicolari ai lati del Il. lJ1 capacità del dispositivo viene misurata dall'ele11ro-
c1tmdrnlu nel loro punto iutcnncdio ~0110 snpt.·rlki nica del rin.•latorc. Quando un monlanl<' in lt·gno
equipotenziali. Questi due piani si intersecano nella (dielettrico) viene awicinato nella regione del campo
linea perpendicolare al quadrato passante per il suo elettrico, ha lo stesso effetto come l'introdu,.ione cli
centro. un dielettrico fra le armature di un condensatore.
4. li v-.iloredel potenziale elettrico in un punto non è piano: la capacità v-.iria.L'apparecchio rh·cla <1uesta
sufficiente per determinare il campo elettrico. li variazione di capacità e segnala la presenza del 111011·
campo eléttrico è il gradientedel potenziale cambia- tante.
21
Corrente e circuiti
a corrente continua

\ l< I IJ \I l I

21. I La corrcnt,• l'lcul'ica


21.2 Rc:sislt'lll.il
e legge di Ohm
21.3 Supcrconduuori
21.4 l'n moddlo
per la conduzione
deurka
21.5 Energia
e pnlcn,a clcltrica
21.6 Forza c•lenromotric,·
21. 7 Resistori in sc:l'ic
e in par,1llclo
21.11 Leggidi Kil'chhoff
e circuiti semplici
a corrente continua
21.9 Circuiti RC

613
614 Capitolo 21 C,m·,111,,l'ircuiliII ron·m1, ,·011tinu11

sistenza elettrica dei vari materiali dipendono dalla natura del materiale stesso e
dalla temperatura. Ci limiteremo a descrivere un modello classico della condu-
zione elettrica nei metalli, mettendone in evidenza anche i limiti di \'alidità.
Questo capitolo riguarda l'a11alisidi alcuni semplici circuiti i cui elementi
sono costituiti da batterie, resistenze e condensatori, disposti in \'arie combina-
zioni. L'analisi di questi circuiti viene semplificata dall'uso delle due leggi note
come leggidi Kirchhoff.Tali leggi derivano dalle leggi di consel'\·azione dell'e-
nergia e della carica. La maggior parte dei circuiti presi in considerazione si
considera in regi111e stazionario,in cui le correnti sono costanti in intensità e
verso. Chiuderemo con una discussione sui circuiti contenenti resistenze e con-
densatori, nei quali la corrente varia nel tempo.

21.1 • LA CORRENTEELETfRICA
In tutte le situazioni in cui cariche dello stesso segno si muovono concorde-
mente, si dice che vi è una corrente. Per definire più precisamente la corrente,
supponiamo che le cariche si muovano perpendicolarmente a una superficie di
area A come in Figura 21.1. (Questa superficie può essere, per esempio, la sezio-
ne trasversale di un filo). Si definisce corrente la quantitàdi carica che attraver-
-----, sa la superficie per unità di tempo. Se AQè la carica che attraversa la superficie
nell'intervallo di tempo Al, la corrente media, lmro, è data dal rapporto tra la
Figura 21.1 Cariche in mo- carica e l'intcr,,allo di tempo:
to atlraverso una superficie
A. La carica che attraversa la AQ
superficie per unità di tempo Im,d = lll [21.11
è definita come la corrente /.
Il verso della corrente è quel- Se la carica che attraversa la superficie varia nel tempo, la corrente varierà
lo in cui si muoverebbe la anch'essa. Perciò definiamo la corrente istantanea, I, come il limite per At-+ O
carica positiva se fosse libera.
dell'espressione precedente:

Correnltlelettrica •
:i;~ii{i~~; [21,2]

L'unità SI di corrente è l'ampere (A), dove


IA=IC/s [21.3J
Ossia, I A di corrente equivale al passaggio della carica di I C attraverso una
superficie in I s.
Le cariche che attraversano la superficie nella Figura 21.1 possono esser~
positive, negative o di entrambi i segni. Per convenzione, si sceglie come verso:
positivodella corrente quello in cui fluisce la carica positiva.In un conduttor~
come il rame, la corrente è dovuta al moto di elettroni che hanno carica negaU:.
va. Pertanto, quando si parla di corrente in un conduttore ordinario, come un
Versodella correnre
• filo di rame, il verso della corrente sarà opposto a quello in cui si muovono gli
elettroni. Vicc\'ersa, se si considera un fascio di protoni carichi positivamente in
un acceleratore di particelle, la corrente ha lo stesso verso del moto delle cariche 1
In alcuni casi la corrente è il risultato del moto di cariche sia positive che negati;
ve. Ciò awiene, per esempio, nel semiconduttori e negli elettroliti. Usualmente
ci si riferisce alle cariche che si muovono (sia positive che negative) come ai po&S
tatori di.carica. Per esempio, i portato on~ d
.. rl di.carica in un. metall.osono ele.ttr~.
. ~ istruttivo esprimere la con:entè_in termini di rne.*9 de~ parti~Ue ~ .. "
Per illustrare questo punto conmderlàmo la correntè id unconduttore df .
615

trasversale A (Fig. 21.2). Il volume di un elemento di conduttore di lunghezza Ax


è dato da A A x. Se n è il numero di portatori di carica per unità di volume, allora
il numero di portatori nell'elemento considerato è nA A x. Pertanto, la carica AQ
in qut'stn elt•mento è data da

AQ = numero di cariche x carica per particella = ( 11AA x) q

do,·e q è la carica di ciascuna panicella. Se i portatori si muovono con \'elocità


1•,.la distanza che essi percorrono nel tempo Alè data da A x= vd At. Perciò, pos- Figura 21.2 Pcmionc di
siamo scrivere AQ nella forma cond111toreuniforme con se-
zione di area A. I portatori di
carica si muovono a ,·elocità
v,1, e lo spazio che essi per-
corrono nel 1cmpoil.tè dato
Di\idendo ambo i membri di questa equazione per At, vediamo che la corrente da A x = VJ Ai li numero di
nel conduttore è espressa da portatori di carica nella por-
zione di lunghezza il.x è dato
da nAvJAI, dove n è il nume-
[21.41 ro di portatori per unilà di
volume.
La velocità dei portatori di carica v,1, è in realtà una ,·elocità media e \'iene
chiamata velocità di deriva. Per capire il significato della \'clodt,ì di dcri\'ll, con-
sideriamo un conduttore nel quale i ponatori di carica siano elettroni liberi. In
un conduttore isolato, questi elettroni si muovono in maniera casuale simile a
quella delle molernk• di un gas. Quando al conduuore ,·iene .1pplicam una dif-
ferenza di potenziale (per esempio, mediante una batteria), all'interno del con-
duttore si stabilisce un campo elettrico, il quale esercita una for.i;asugli elettroni
e quindi produce una corrente. In effetti, gli elettroni non si muovono sempli-
cemente in linea retta lungo il conduttore. Essi compiono piuttosto un compli-
cato moto a zig-zag a causa delle frequenti collisioni con gli atomi del metallo _v,
(Fig. 21.3). L'energia ceduta dagli elettroni agli atomi del metallo è causa di tm
aumento dell'energia di vibrazione degli atomi stessi, alla quale corrisponde un
aumento di temperatura del conduttore. Però, nonostante questi urti, gli elet-
troni si mum·ono lentamente lungo il conduttore (in verso opposto a quello di
E) con una velocità media chiamata \'elocità di deri,-a, v,. Le collisioni degli elet-
troni all'intemo di un conduttore possono es.~ereschematiu.ate come una forza E-
d'attrito in1erno, simile a quella che subiscono le molecole di un liquido che Figura 21.S Rappresema-
scorre in 1111tubo imbottito di lana d'acciaio. zione schematica dl"Imoto a
Si definisce densità di corrente, J. nel conduttore la corrente per unità di zig-zagdi un portatore di ca-
.irea. Poiché/= 11qvdA, la densit."Idi corrente è data da rica in un cond111tore.I cam-
biamenti di direzione son<>
I do\'llti agli uni con gli atomi
l'"'-;r=nqv,, (21.5) del conduuore. Si noti che il
moto cmnplessi\'Odegli elet-
do,·cjnel sistema SI ha unità di A/m 2• In generale, la densità di corrente è una u·oni awiene in ,·erso oppo-
wandnzn vellorialravente la direzione della velocità di deri,-a, v,1• C":ioè, slo a quello del campo ele1-
trico.
J= ntf'd (21.61 • Densitàdi commte

Da questa definizione, vediamo ancora una volta che la densità di corrente ha


direzione e verso uguali alla velocità elci portatori di carica positivi e verso oppo-
sto alla velocità dei portatori di carica negativi. Poiché la vekJCitàdi clerh-aè pro-
porzionale al campo elettrico E nel conduttore, concludiamo che la densità di
rnrrente è proporzionale ad E.
Capitolo 21 Carm,lt e cirroili a corrmle conlin11a

Supponiamo che un filo condunore di corrente abbia una se-~ionetras\'ersale che


grndualmcnte mela diminuendo in funzione della lungheua, cosicché il filo ,issuma
la forma di un cono moho allungalo. Come \'i-1ricnila vclodui cli deriva clc.·glic.·lt"ttn>-
ni lungo il filo?
Ragionamento Ciascuna pon:ionc del filo conduce la stes.'illcorrente. Quindi,
quando la sezione diminuisce, la velocità di deriva deve aumentare per mantenere
costante il ,-alore della corrente. Questo aumento della velocità di deriv-.iè una con-
seguenza della compressione delle linee di forta del campo elettrico in un 'arca più
piccola, aumentando così l'intensità del campo.

kempio 21.1 Velocità di deriva in un filo di rame


Un filo di rame con sezione di area !1.00x IO-Om2 è per- 6.02 x IO~ elettroni
<'M!IOda una corrente di IO.OA. Trovare la velocità di
tl«-rivadegli elettroni in questo filo, La densità del rame 7.09cm 5
Ì/ H.95g/cm 3• 8.48 X 1022elettroni/cm 3

~uzione Oalla ta\'ola periodica degli elementi in ( R.4B x 1022 cle;:~ni ) ( 106 c:~')
,ippenclicc C, troviamo che il peso atomico del rame è
illJ,5 g/mol. Si ricordi che un gramm<Hltomo di qual- 8.48 x I0 28 elettroni/m 5
1;..t~iM>sti.miacontiene un numero di atomi pari al
,,·11rn,·rncli Arngaclro, ,. cioè 6.02 x 102.1 atomi. Con<r Dall'Equazione 21.4, tro\'iamn che la \'clocit.ì di clcrirn è
,anelo la densità del r.imc possiamo calcolare il volume
'"rupato eia63.5 g cli rame: vd = _I_
nqA
\' = ..!!!..
= 63 ·5 g = 7.09 cm' IO.oc;.
p 8.95 g/cm 3
(8.48 X 1028 m- 3 ) ( 1.60 X I0- 19 C) (3.00 X IO.,; m~)
.'I{- ora supponiamo che ogni atomo di rame fornisca
•m elettrone libero all'interno del materiale, abbiamo .~-~ X1!CJ.tm/s.,

L'Esempio 21.1 mostra che le velocità di deriva tipiche sono molto piccole.
In effetti, la velocità di deriva è molto più piccola della velocità media tra due
collisioni. Per esempio, gli elettroni che viaggiano con questa velocità impiega-
no circa 68 minuti a percorrere un metro! In vista di questa bassis.,ima velocità,
ci si può chiedere perché la luce si accende_ quasi istamaneamenle quando si
preme l'interruttore. In un conduttore, il campo elettrico che spinge gli elet-
troni liberi viaggia attraverso il conduttore stesso ad una velocità prossima a
quella della luce. Perciò, quando si preme l'interruttore della luce, il segnale
per gli elettroni di cominciare a muoversi attraverso il filo (il campo elettrico) li
raggiunge .i una velocità dell'ordine di I 08 m/s.

ESERCIZIOI Se in 11nfilo metallico srorre una corrcnt<' di 80.0 mA. 11mm1irlt·llr<>·


ni altra\'crsano la si·t.ionc del filo iu IO.Omiu? Rispusia 3.0 x Hf" elcnroui

21.2 • RESISTENZAE LEGGEDI OHM


Quando una tensione (differèinzadi potenziale), 6 V.viene applicata agli estre-
mi di un conduttore metallico come in Figura 21.4, la corrente nel conduttore
risulta proporzionale alla tensione applicata; cioè; / oc t:.V. Se là proporzionalità
21.2 , /q(J(tdi O/un
lte.1is/e11za 617

Figura 21.4 Condunure uniforme di lun- 1· e ·1


glwzza e e sezione ,li area A. ~antenendn
mm <lill(:n·niu cli potenziale \' 6 -

<"<>
\~,
dd rnnduttore si produce un campo elettri-
E al suo interno, e questo campo, a sua
\'olta, produce la corrente / che è proporzk>-
1ml"alla differenza di potenziale.
ai c·api

f;;lìììl;. ___ .,.E

è esatta possiamo scrivere /:i V= JR.dove la costante di proporzionalità R è detta


resistenza del conduttore. In realtà, definiamo questa resistenza come il rap-
porto fra la tensione ai capi del conduttore e la corrente che lo attraversa:

··nia ~ (21.7) • Resistenza


•/
I: .. ,._.

L'unità SI della resistenza è il volt su ampere, chiamata ohm (0). Ossia, se la dif-
ferenza di potenziale di I V ai capi di un conduttore determina una corrente di
I A, la resistenza del conduttore è I n. Per esempio, se un dispositivo elett.rico
collt-g-<1toa una sorgente a 120 V assorbe una corrente di 6 A, la sua resistenza è
di 200.
È utile confrontare il concetto di corrente elettrica, tensione e resistenza con
il flusso d'acqua in un fiume. Quando l'acqua scorre in un fiume di larghezza e
profondità costanti, la vdodti1 di flusso (la corrente d'acqua) dipende dall'an:
golo di flusso e dall'cffeno cli rocce, argini e alt.re ost.ruzioni. Analogamente, la
corrente elettrica in un conduttore uniforme dipende dalla tensione applicata
e dalla resistenza del condunore causata dagli urti degli elettroni con gli atomi
del conduuorc.
Per molti materiali, inclusi la maggior parte dei conduttori, gli esperimenti
dimostrano che la resistenza è costante su un grandeintervallo di tensioniappli-
cate. Questa affermazione è nota come legge di Ohm, da Georg Simon Ohm
(1787-1854), che fu il primo a condurre uno studio sistematico sulla resistenza
elettrica. Georg Simon Ohm
La legge di Ohm 11on è una legge fondamentale della natura, ma una rela- (1787-1854).
zione empiric-.ivalida soltanto per certi materiali. I materiali che obbediscono (Pergmt. eone.dtl North 1-1-ind
alla legge di Ohm, e quindi che presentano una resistenza costante su un gran- l'ictun Archiw.s)
de inte~llo di tensioni, si chiamano ohmici. 1 materiali che non obbediscono
alla legge di Ohm sono non ohmici. I materiali ohmici manifestano una relazio-
ne corrente-tensione lineare su un grande intervallo di tensioni applicate (Fig.
21.5a). I materiali non ohmici most.rano una relazione corrente-tensione non
lineare (Fig.21.5b). Un comune componente semiconduttore non ohmico è il

Figuro 21.S (a) I.a cur\"a


corrente-tensione per un
materiale ohmico. La curva è
lineare, e l'inclinazione for-
nisce la resistenza del con-
duttore. (b) Curva corrente-
tensione non lineare per un
diodo semiconduttore. Que-
l;,,, .. ,., ,1!,,
sto dispositivo non obbedi-
(a) (b) sce alla legge di Ohm.
618 Capitolo 21 Corrmlt, rirmili" rorrm1,r.m1/i111w

TABELLA 21.I Resistività e coefficienti


termici della resistività
di alcunimateriali

Coefficiente
termico '
::·.a,r.<·cr•r
Argento 1.59 X 10-8 3.8 X 10~1
Rame 1.7 X 10-8 3.9 X 10-S
Oro 2.44 X 10-8 34x 10-3
Alluminio 2.82 X 10-8 3.9 X Io-3
Tungsteno 5.6 X io-li 4.5 X 10-3
Ferro 10 X 10-8 5.0 X 10-3
Platino Il X Jo-11 3.92x 10-3
Piombo 22 X 10-8 3.9x lo-3
Nichelcromob 1.50X 10-S 0.4 X Jo-3
C'.arbonio 3.5x io-3 -0.5xl~'
Germanio 0.46 -48x10_,
Silicio 6-40 -75 X 10-3
\'ctro 1010_ JOH
Gommadura A 1013
Zolfo 101~
Quarzo (fuso) 75 X 1016
u Tuni i nlori a 20°<:.
h l.e-gadi nith,kromo l&s.1U1 gli dc-mentidi riscalda-
comun(menlr JW'r
1nm10.

diodo. La sua resistenza è piccola per correnti in un verso (AVpositivo) e gran-


de per correnti in ,·erso opposto (AVnegativo). La maggior parte dei compo-
nenti elettronici moderni, come i transistor, ha una caratteristica corrente-ten-
sione non lineare; il proprio funzionamento specifico dipende dal particolare
modo col quale ,iolano la legge di Ohm.
Comunemente, la legge di Ohm si esprime con la relazione

AV = /R (21.8)

dove si intende che Rsia indipendente da A V. Noi continueremo a usare questa


forma tradizionale della legge di Ohm quando discuteremo i circuiti elettrici.
Un resistore (o, nel linguaggio corrente, resistenza) è un semplice elemento
circuitale che fornisce una specifica resistenza in un circuito elettrico. Il simbo-
lo per un resistore in un circuito è una linea a zig-zag, ( ..J\Nlr-- ) .
La resistenza di un filo conduttore ohmico è proporzionale alla sua lunghez-
za e inversamente proporzionale alla sua sezione. Cioè,
t (21.9)
R= Py

dove la costante di proporzionalità, p, è chiamata I resistività del materiale ed ha


unità ohm x metro (0 • m). Per capire questa relazione fra resistenza e resisti-

1 Il simbolop usatoper la rcaistmtà non devecaaercconfusocon lo 11e110simbolousatoprece,


dentemente nel tello per la densità di massa e la densità di carica.
21.2 Rr.<1.<lm:11,
i'KJ,'f 1/iOhm 619

vità, si de\'e notare che ogni materiale ohmico ha una cm.itteristica resistività, liii
parnmetro ·cht• dipende dalle proprietà del materiale e dalla temper.itum.
D'altr.i parte, come si può vedere dall'Equazione 21.9, la n·sisu•nza cli un con-
thuton: diprnd,• sia dalla dimensimtt' t' dalla fi>nnasia dalla rrsisti,·iuì. La Tabdla
21.1 fi,rnisl't' un ek-nco della resisti\'ità di alcuni materiali misumta a 20°C.
l.'hl\'erso della resisti,ità è definita~ conduttività, u. Quindi, la resistenza di
1111conduttore ohmico si può anche esprimere in termini della sua conduttività,
come

R=-f- [21.10]
uA
doveu(= 1/p) ha l'unità (fl· m)- 1•
L'Equazione 21.10 mostra che la resistenza di un conduttore cilindrico è
proporzionale alla sua lunghezza e inversamente proporzionale alla sua sezio-
ne. Ciò è l'analogo del flusso di un liquido attraverso un condotto. Quando la
lunghezza del condotto aumenta, la resistenza al flusso del liquido aumenta in
quanto aumenta l'attrito fra il fluido e le pareti del condotto. Quando la sezione
aumenta, il conclotto può trasportare una maggiore q11.111tit.ì di nuido in un
dato inten,1llo di tempo, per cui la sua resistenza si ablms.,a.

Abbiamo ,isto d1t· all"intemo di un conduttore ucl quale fluisce 1111aCOITcntedn-e esi-
stere un campo elettrico. Come è possibile ciò in considerazione del fatto che iu elet-
trostatica abhiamo couduso che il campo elettrico è zero all'interno di un conduuore?

Ragionamento:--:clcaso elettrostatico in cui le cariche sono stazionarit•, il t,unpt>


elettrico imemo de.-c essere zero perché un campo non nullo produrrt•hhe una cor-
rente (interJgendo con gli elettroni liberi del conduttore), ,·iolando la condizione
di equilibrio statico. In questo capitolo consideriamo conduuori nei quali flui5Cc
corrente. in una situazione non eleurostatic-d. b1 corrente •i genera a ,·,moadi una
differenza di potemiale applicata agli estremi del conduttore, che generd un campo
elettrico interno. Quindi non c'è paradosso.

PROBlfMA
CONCETIUALE
1
!$WI.Dmilunl:l'tlllf.ftf! L V
Gli articoli dei giornali spesso riportano affennazioni del tipo, "IO OIKImli di elettricità
hanno attnm·rsato il cnrpo della ,·iuima·. Cosa c'è di sbagliato in questa uffermazione?

Esempio 21.2 La resistenza di un filo di nichelcromo


(a) c,.,kolal'l' la r<"•istenza pt·r unità di lungheua di un
filo di ni<-helcromo di r.iggio0.321 mm. l.5x to-6n, 111
= A.60)ii{,
3.24 X 10"7 1112
Soluzione l.',m·;i ,klla S<'IÌOII<' dl'I lilo i· (h) Mm11e11C"11do unu differcn1.a di potenziale di 10 V
A = 1T r 2 = ,r(0.321 X IO"' 111)2 = 3.24 X 2
10-' 111 ai capi di un filo di 11ichelcro1110lungo I .Om, qunl è la
corrente nel filo?
I.a resistMtà del nichelcromo è 1.5 x lo-6 n · m (Tab.
21.1). Pcrdtì pos.,ia1110usare l'F.qmuionc 21.9 per tro- Soluzione Poiché un metro di questo filo ha resisten-
v-.irela resisten1.a per unilà di lunghezza: ta 4.6 n, l'Equazione 21.7 fomi5Ce

• Ancora, non si confonda il simbolo ,,. per la conduttività con lo stesso simbolo usato per la den-
sità superficiale di carica.
620 Capitolo 21 (À11rr11/tt cirruilia ron-r11Jttmili11ur1

gli elementi riscaldanti di tosticre, !erri da stiro, stufe


~V IOV
I= - = --- = i2;2Ì\ elettriche, etc.
R 4.6.Q
Si noti che la resistenza elci nichelcromo è circa 100 ESERCIZIO 2 Qual è la resistenza di 1111 lilo cli
\'(lite maggion· di q11,·llacld filo cli rnmt•. l'erdù, 1111
lilo nirhdcromo lungo H.Ome cli raggio o.:I~ 111111, <im111ta
cli rame.:dello stt·,\o 1·aggiom-rchbl'una resisu:nia per corrcntt· tnt'lpot·ta<1uanctoi: c:nlll'gatoc1icapi cli una sor·
unità cli lunghe,za di soli 0.052 .Q/111.Attraverso un filo gente a 120 V? Ri.spmta 28 .Il; 1.3 A.
cli rnme lungo I.O m e dello stes.,o raggio fluirà la stessa
mrrente (2.2 ,.\), applicando una tensione di soli O.I I V. ESERCIZIO 3 Calcolare h1 ck·nsità di rnrn•ntc· <' il
l'cr la sua alta resistMtà e per la resistcm.a all'os.sida- campo elettrico nel lik, supponendo dw esso poni una
zione, il nichelcromo viene usato spesso per fabbricare corrente di 2.2 A. Risposta li.7 x IO"A/m 2 ; IO N/C.

Variazione della resistività con la temperatura


La resistività di un conduttore dipende d,l vari fattori, uno dei quali è la tempe-
ratura. Per la maggior parte dei metalli, la resistività cresce al crescere della
temperatura. Su un interv,lllo limitato di temperature la resistività di un con-
dmtore varia.in maniera approSllimativamente lineare con la temperatura
secondo la legge
Variazionedi p • p = Po[ I + a ( 7'- Ji,>I (21.111
con la temperatura dove p è h1resistività a una certa tempernturn, 7' (in "C), /Joi· la n·sistil'itù alla
temperatura di riferimento 7ò (usualmeme 20°C) e a è chiamato coefficiente
Coefficientetermico • termico della resistività. Dall'Equazione 21.11. si vede C'he il coefficiente u·rmi-
della resistività co della resistività pnò essere espresso conw
I' I àp
a=,;;;

,Lr
aT [21.12]

dove Àp = p - p0 è la variazione di resistività nell'intervallo di tcmpermura .l T =


T-Tu,
Le resistività e i coefficienti termici di vari materiali sono elencati nella
Tabella 21.1.Si noti l'enorme intervallo di valo1i della resistività, da valori pic-
colissimi per i buoni conduttori, come rame e argento, a valori altis.,imi per

\,.:,,
}p~··;,;:i::·.
buoni isolanti, come il vetro e la gomma. Un conduttore ideale, o "perfetto",
dovrebbe avere resistività zero, e un isolante ideale una resistività infinita.
Poiché la resistenza di un conduttore è proporzionale alla resistività secondo
l'Equazione 21.\l, la variazione della resistenza con la temperatura può t•s.,ere
scritta
. . .. '. ,, R = 1~,ll +a(T-'1ì 1)] [21.13]
Po . •: .. . •
Questa proprietà viene spesso utilizzata per ottenere misure precise di tempera-
O .· ', .' T
tura, come è mostrato nell'Esempio 21.3.
'.:.)·/{}.
PROBLEMA
CONCETIUAlE
2
Figura 21.6 Resistività in iilt.4 ~swra;;..;ctl.UJ~~llltll!Jla
hmzione della temperatura Degli alieni con strani poteri visitano la Ten·a e raddoppiano tutte le dimensioni lin,·ari
per 1111 metallo ordinario, co- cldk I"'''""
di ogni oggetto sulla superfici,• rldh1 Temi. I rn\'i cli rnllegm11,·11to il muro
11H' il r;\mt·. La nu,1\ i: lint•i,M lino a11elampadl' avnmno ora maggiore resistenzadi prima, minore rcsistcnla, o la stcs-
re "' un grande inten·.illo cli ~a resistenza? I lilmncnti delle lampi1dine brillernnno più, meno o allo stesso modo di
temperature, e p cresce al prima (assumere che la resistività elci materiali rimanga irw-.1riata)?

-
crescere della temperaturn.
Quando T si a,~icina allo ze-
ro assoluto (ingrandimen- PROBLEMA
CONCETIUAlE
3
to), la resistività tende a un Quando il filamento incandescente di una lampadina si brucia, accade che il fatto awen•
valore finito Po· ga subito dopo l'accensione. Perché?
21.ll S11pen:m1duttari 621

Esempio 21.3 Termometro a resistenza di platino


Un termt1mem, a resistenza, il quale misura h, tempern- Soluzione Risol,·t•ndu l'fa1mv.ione 21.13 per /J.7'.
turn per mezw della misurn della mriazinne cli rc-sist,•n- prendt·ncln a clullaTahrlla 21.1. nt11•niamo
za rii 1111conduttore. è costrui1n ron un ronduuor<· di
pla1ino rlu., ha una n:sistcnza cli ,,O.O n a 20.0"C. Il- R., ili.li U - 50.0 U
Quando \'iene intmcrso in un recipiente contenente /J.T = --- = ------,,---,---- l37'C:
a Rn [3.92 x w-!I ('C)" 1I(:,O.OO)
indio al punto di fusione, la sua resistenza aumenta a
.76.8 O. Da questa informazione tl"O\-arc la temperatura Poiché 1ì,= 20.0'C, si ha che T= l57'C .
di fusione detriudio.

Per alcuni metalli, la resistività cresce linearmente al crescere della tempera-


tura as.~oluta, come mostrato in Figura 21.6. In realtà, però, vi è sempre una
regione non lineare a temper.iture molto basse e la resistività usualmente tende
a un valore finito in prossimità dello zero assoluto (vedere l'inserto ingr.indito
in Fig. 21.6). Questa resistività residua in prossimità dello zero assoluto è dovuta
cs.~nzialmente agli urti degli elettroni con impurezze e imperfezioni del metal- p
lo. Viceversa, la resistività ad alta temperatura (la regione lineare) è dominata
clallc collisioni degli elettroni con gli atomi del metallo. Questo processo verrà
ckscrittn in maggiort• dettaglio nd Paragrnfo 21.4.
I st•mirnnduuori, rnme il silicio e il germanio, hanno v.ilori intermedi della
rc:sistività. La resistività dei semiconduttori generalmente decresce al crescere
della temperatura, il dw rnrrisponde a un coefficiente termico della resistività
n<·g.uirn (Fig. 21.i). <:iù awi,·nt· 1x·rchè la densità dei portatori di carica aumen-
-t--------'/'
ta al crl'scere della temperatura. Poiché i portatori di carica in un semicondut- Figura 21.7 Resisthii,; in
tore sono spesso associati con atomi di impurezze, la resistività è sensibilissima al funzione della temper.tturn
tipo e alla concentrazione di tali impurezze. Il tennistore è un termometro a per un semiconchlllon, puro.
semiconduttore che sfrutta le gmndi variazioni di resistività con la temperatura. come silicio u germanio.
R(Q)
ESERCIZIO4 Se liii filo d'argento ha una resistenza di IOn a 20'C, quale resistenza 0.15 ~------~
amì a 40'C.?Trascur.irc qualsiasi ,-ariazionedella lunghezza o della sezione a causa della
variazione della temperntura. Risposta I0.8 n
0,125 ..- .., , " , , .
\'[:r;~~·,
,-'!t,.,, :'

21.3 • SUPERCONDtrn'ORI 0.10 ,, I


I
I

Esiste una das.~e di metalli e composti la cui resistività diventa :.eroal di sotto di
una particolare temperntura 7~ , chiamata tnnperatumcritica.Questi materiali
0.075
.,
I
I

.I
0.05 I
sono noti come superconduttori,I! grafico resistività-temperatura per un super- ,I
I
conduttore ha l'andamento di qiteilo di un metallo normale a temperature al di I
I.
sopra di T, (Fig. 21.8). Quando la temperatura è T,o inferiore, la resistività crol- 0.025
la bruscamente a zero. Questo fenomeno fu scoperto nel 1911 dal fisico olande-
1',:,' .....:.
: ;l/1;
'

0.00 'l\::-
se Heike Kamerlingh Onncs per il mercurio, che è superconduttore al di sotto di 4.0 4.1 4.2 4.S 4.4
4.2 K. Misure recenti hanno dimostrnlo che le resistività dei superconduttori al di T(K)
sotto di "/; sono inl,•riori a 4 x I o-:ir,
n · m, che i- quasi I 0 17volte minoH· cit•llaresi- Figura 21,8 Resistenza in
stività del rame. funzione della temperatura
Atmalmente sono noti migliaia di materiali superconduttori. Metallicomu- per il mercurio. li grafico è
ni come alluminio, stagno, piombo, zinco e indio sono superconduttori. La ~imilea quello di un metallo
Tabella 21.2 elenca le temperature critiche di alcuni superconduttori. Il v.ilore normale al di sopra della
temperatura critica T, . La
di 7~è sensibile alla composizione chimica, alla pressione e alla struttura cristal· resistenza crolla a zero alla
lina. È interessante notare che rame, argento e oro, che sono eccellenti condut- temperatura critica, che per
tori, non sono superconduttori. ' il mercurio è 4.2 K. •
622 Capitolo 21 Cm,-,ult e rirroili a cmTenlPnmlimttt

TABELLA21.2 Una delle caratteristiche notevoli dei supcrconduuori i: il fatto che una mila
Temperature critiche di stabilita una corrente nel materiale, questa persiste sn,w clini" "/Jl,limla 1i/rn11a
alcuni superconduttori ~ensi<me (poiché R= 0). Sono state osserv-dtecorrenti stazionarie in circuiti sup<·r-
conduHori pn clin-rsi anni senza alcuna di111inuzio111· 111isumhih·!
Materiale Tc(K)
t·110 cll-i piì1 importanti recenti sviluppi nella li~i, .i. dt\' ha nt',11" 111C11ia1·,-ri-
YBa2C11307 92 1.azionenella comunità scientifica, è stato la scoperta cli supt•rroncluuori a ossiclo
m~5r-Ca-Cu-O 105 di rnme che operano ad alte temperature. L'ecdtazione iniziù con una pubhlka-
·ri-Ha-Ca-C11-0 125 zione del 1986 di Georg Bednorz e K.Alex Mf1ller, due ricerrntori clw larnrarnno
HgBa2Ca2CU30K 134 nel Laboratorio di Ricerca dell'IBM di Zurigo in Svizzem, dw riportarnno l't·1·i-
Nb3Ge 23.2 denza della superconduttività ad una tempernturd di circa 30 K in ossidi di bario,
Nb 3Sn 21.05 lantanio e rnme. Bednon: e Muller vinsero il premio Nobel nel 1987 per la loro
Nb 9.46 eccezionale e importante scoperta. Rapidamente, dopo questo e1·cnto, una nuo,-a
Pb 7.18 famiglia cli composti divenne oggetto d'indagine e l'aui\ità di ricem1 nel campo
Hg 4.15 della superconduttività procedette vigorosamente. All'inizio del 1987, grnppi
Sn 3.72 dell'Universi~ dell'Alabama a Huntsville e clell'Univcrsiuì di Houston ,mnuncia-
Al 1.19
Zn rono la ~opena della superconduttività a circ.1 92 K in un ossido di ittrio, bario e
0.88
,rame (YBa2CusO 7). Sempre nel 1987, gmppi di ricerrntmi amelicani e giappont~
si resero nota la superconduttività a I 05 K in un ossido di bismmo, stronzio, rnkio
e rame. Di recente, ricercatori hanno comunirnto supt·1Toncl1111h·ità il 12:,K in un
ossido contenente tantalio. A questo punto, 11011 si pui, ,·sducl<·H·la possihilitii di
una superconduttività a temperatura ambiente e la ricerca di 11110\'immt·ri.1li
superconduttori continua. Questi sviluppi sono molto crcitanti e importanti sia
per ragioni scientifiche sia per le applicazioni pratkhc dH' si aprono e· clivt'ntano
più probabili quanto più la temperaturn critica si innalza.
Un'applicazione utile e importante della superconduttil'ità è stata l.t n>stru-
zione di magneti superconduttori, che producono campi magnt·tici di intt•nsità
circa dieci volte superiore ai migliori eleuromagneti com·e11zionali. Tali magne-
ti sono stati considerati come dispositi\·i pt•r imnwg.tzzinare:- e:-ne:-rgia.L'idea di
utiliuare linee di potenza superconduttive pt•r il trasporto clclla co1T<'lllt'con
grande efficienza è oggetto di grande attenzione. Sono stati costruiti moderni
dispositivi elettronici superconduttivi consistenti in due film souili supt•rc·on-
duttivi separati da un sottilissimo strato cli isolante. Questi dispositil'i sono utiliz-
zati come magnetometri (uno strumento con cui si misum l'intensiuì ciel campo
magnetico) e in Vdrie applicazioni nel campo delle microonde.

21.4 • UN MODEU.O PER LA CONDUZIONE ELETTRICA

Il modello classico di conduzione eleurica nei metalli porta all.t legge di Ohm e
mostrd come la resistività può essere messa in relazione con il moto degli eletu·oni
nei metalli.
Consideriamo un conduttore come un reticolo cli atomi contenente elettroni
liberi (talvolta chiamati elenroni di cmiduzione). Questi eleuroni sono liberi di
mno1·c1·siattraverso il conduuort• (n1me abbiamo ilJl(ll'l''o m•I Parngrnfo 21.1) ,.
sono in numero approssimativamente pari al 11umero cli atomi. In ,Ls.,t·11L.t di
Fotogr.ifia cli un piccolo ma- campo elettrico, gli elettroni liberi si muovono in direzioni c.tsuali allra\'erso il
gnete permanente che levita
conduttore con velocità medie dell'ordine di 106 m/s. La situazione è simile a
sn un cli~cocli un supercon-
duttore YBa2Cu307 raffred- quella delle molecole di un gas rncchiust· in un redpientc•. Infatti, alnmi studiosi
dato alla tempe.-.itura dell'a- si riferiscono agli elettroni di conduzione in un mcuillo come a un gas di PIPl/mni.
zoto liquido, (IBM Rmarch, Gli elettroni di conduzione 11011 sono completamente "liberi" perché sono
perg,mt.amc.) confinati all'interno del conduttore e subiscono frequenti collisioni con gli
21.4 per h, rm11/uziu11Hi,ll1itt1
( '11 111111/,//u 623

(al
E----- (b)
Figura 21.9 (a) Diagramma schematico del moto casuale di un portatore di carica in
liii condullore in as.scnzadi campo cleurico. Si noti che la vclodlà di dcrh-a è 1.cro. (b)
Mmo di un pon:1101'l'di carica in liii conduuore in prt•sen,.u di campo elcurico. Si nnli
che il moto casuale \iene modificato dal campo, e il poriatore di carica ha una velocità
di deri\1t lungo la direzione di E.

atomi cld rctkolo. Queslt: collisioni sono il 111ecn111is1110 che determina la resi-
,1h·itù clri llll"t.111ia tc:-mpl·raturn normale. :-:otimno rhl· mm vi è corrente in un
co11cl1111on· i11a:.sl·nza di campo elettrico pt.·rdtl' la \'Clodtù media degli eleÌtro-
ni lihcri è zero. Owero. in media, vi sono tanti ekttroni che si muovono in un
n·rto \'<"rso111111(0 1111a clt-tenninam dirt·ziom· q11a111i si m11m·ono lungo la stessa
dirt·1ionl' in n-rso opposto, l" quindi non \'i i· ll11ss11 111·110di rnrirn.
Lu simazionc cambia quando si applic,t un campo dettrico al metallo. Oltre al
moto tennico casuale sopr.i descritto, gli elettroni liberi subL'iConouna lenta derim
nella stessa direzione ma nel \'erso opposto a quello del campo elettrico. La velocità
ml•dia cli derim t•,1 è molto minore (tipic.uncnte Hi-1 m/s; Esempio 21.1) della
\'elncitù media u., le collisioni (tipicamente 106 m/s). La Figurn 21.9 dà una descri-
zione mnlto schemaùca del moto degli elettroni liberi in un conduttore. In assen1.a
di campo dcttrico. non ,i è uno spostamento complessivo dopo molte collisioni
(Fig. 21.9a). Un c-.impo eletuico E modifica il moto casuale e produce una deriv.1
degli elettroni in Yersoopposto a quello di E (Fig. 21.9b). La leggem cmvatura delle
traiettorie in Figur.121.9b è dovuta all'accelerazione degli elettroni tra due collisio-
ni, prodotta dal campo eletuico applicato. Un sistema meccanico abbastanza sin1ile
a qtR·sta situazione è una pallina che rotola giù per un piano leggermente inclinato
attr.l\'erso un fitto reùcolo di pioli (Fig. 21.10). La pallina r.ippresenta un elettrone
di conduzione. i pioli rappresentano i difetti del rcùcolo cristallino, e la com·
ponente della forzadi gravitàparallela al piano rnppresenta la form elettrica, eE.
Nel nostro modello, faremo l'ipotesi che l'energia cineùca acquistata dagli
elettroni nel campo elettrico venga ceduta al conduttore attraverso i processi di Figura 21.10 Un sistema
collisione. L'energia ceduta agli atomi negli uni ne aumenta l'energia vibrazio- meccanico abbastanza simile
nale, causando un riscaldamento del conduttore. 11modello assume inoltre che al moto dei portatori di cari-
il moto di un elettrone dopo una collisione sia indipendeme dal moto frri111n ca in presenza cli un campo
tldla collisione.:'
cll•ttrico. I.,
rnllisionc cll·ll:1
p.illina con i pioli rappresen-
Siamo ora in grado di trovare un'espressione per la velocità di deriva. Quan- ta la resistenza al moto della
do una particella carica libera di massa me carica qè soggettaa un campo elettri· pallina lungo il pendio.
' P,,kht' H pruct>Modi t'ollisione è ca~ualc, ogni urto è indipmdmltda qmmto è:awcnuto i11prt.•cc-
ricn,a. Ciò è analogo 111processo casuale di lando di un dado. La probabilità di ollenere 1111p:1r-
1i<olare numero in 1111lancio è indipendente dal risultato del prc«denle lancio. In media, a par-
tire da qualsiasi momento, occorreranno sei land per ottenere quel numero.
624 Capitolo 21 C.ommttt r.ircuili II corre11te
ro11linu11

co E, subisce una forza qE. Poiché F = ma, risulta che l'accelerazione della parti-
cella è data da

a= qE (21.141
m

Questa accelerazione, che si verifica nel breve inteIV.illo di tempo tra due urti,
consente ali' elettrone di acquistare una piccola velocità di deriva. Se I è il tempo
trascorso dall'ultima collisione e v0 è la velocità iniziale, allora la velocità
dell'elettrone al tempo I è data da

qE
V = Vo+ a I = Vo+-;;. I [21.15]

Determiniamo il valore medio div su tutti i possibili istanti I e tutti i possibill


valori di v0 • Se le velocità iniziali sono distribuite a caso nello spazio, il valorè
medio di Voè evidentemente zero. Il termine (qE/m)lè la velocità aggiunta dal
campo alla fine di un cammino tra gli atomi. Se l'elettrone parte con velocità
zero, il valore medio del secondo termine dell'Equazione 21.15 è (qE/m)'I",
dove 'l"è il tempomedio1m gli urti. Poiché la velocità media v è eguale alla velocità
di deriva, abbiamo
IJE
Velocitàdi deriva • V,I = ""m 'I" [21.16)

Sostituendo questo risultato nell'Equazione 21.6, troviamo che il modulo della


densità di corrente è dato da

nq2E
Densitàdi commte •. J = nqvd= _m_,,. [21.17]

Confrontando questa espressione con la legge di Ohm 4,J = u E, otteniamo le


seguenti relazioni per la conduttività e la resistività:

Conduttività• [21.18)

I m [21.19]
Rmstività • p=-=-:::Y:""
u nq,,.

Secondo questo modello classico, la conduttività e la resistività non dipen•


dono cl.ilcampo elettrico. Questa proprietà caratterizza i co11duttori che obbe-
discono a,llalegge di Ohm. Il modello mostra che la conduttività può essere cal·
colata dalla conoscenza della densità dei portatori di carica, delle cariche e-

• l.1 relazione]= uEpuò e11Sercricavata come segue: llld.d.p. ni capi di un cunduuure di lunghcz·:
1.atè Ve F.(, e dalla lel!lle di Ohm, 4Va /R. Usando queste rebzioni, insieme cun le Equazioni·
21.!;e 21.10, troviamo Il wlore della densità di correntcJa //A• 4V I RAa F.f /RA• uE. 1
21.4 l/11mo,l,//n/wrlt1 m111/11:i01w,/,111frt1 625

masse cliquesti, e ciel tempo medio tra gli urti. Il tempo medio tra due collisioni
è leg-.ito alla distanza media tra le collisionit (il cammino libero medio) l' la
velocil.à cli agitazione termica media ii dalla relazione 5

T = 121.201
TI

Esempio 21.4 Collisioni degli elettroni nel rame


(a) Vsando i dati e i risultati dcll'F.,cmpio 21.1 e il = . 2,5 X 10-14 S
modello cl,Lssicodella conduzione elettronica, ottenere
una stima del tempo medio tra le collisioni per gli clet·
(b) Supponendo che la ,·clocità termica media degli
troni nel rame a 20°c.
cleurnni liberi nel rame sia 1.6 x lo" m/s e usando il
ri.\ultato di (a), calcolare il cammino libero medio degli
Soluzione Dall'Equazione 21.19 vediamo che elettroni nel r-.ime.
m
T= --- Soluzione
nt/p
dm-e p = I. 7x 11r" n · m per il rame e la den,i1>\dei por- t =iiT = ( l.6 x 1!11' 111/s)(2.5 x 10-H•) = 4.0 X,l(Hl_m
tatori di carka n = 11.411x 10211elettroni/m' per il filo
descriuo nell'K<l·mpio 21.1. Sostituendo questi valori cli(' •·<1uimk a ·10 11111(da confrontare con In distanza
nell'e,pres.,iorw precedentt· si ha intl'l,ttomica di circa 0.2 11111). Perciò, anclw se il tempo
tra due collisioni è molto breve, gli elettroni ,·iaggiano
(9.11 X 10-:IIkg)
per drca 200 distanze inter-dtomkht! prima di subire
tmo.1
n>Jli,iinm.·con un ntomo.

Sebbene questo modello classico di conduzione sia in accordo con I.i legge
di Ohm, es.,;onon è soddisfacente per spiegare alcuni importanti fenomeni. Per
esempio, i calcoli classici per ti che usano il modello del gas ideale forniscono
\'alori che sono inferiori a quelli reali all'incirca di un fauore IO. Inoltre, secon-
do le Equazioni 21. 19 e 21.20, la resistività do\'rebbc \ariare con la temperatura
v,
come che in accordo con il modello del g-.isideale (Cap. 16, Eq. 16.15) è pro-
porzionale a / T. Ciò è in contra,to con la dipendenza lineare della resistività
dalla temperatura per i metalli puri (Fig.21.5a). Soltanto con l'uso di un model-
lo della meccanica quantistica, che descriveremo ora brevemente, è possibile
rendere conto dei fatti osservati.
Secondo la meccanica quantistica gli eletu·oni hanno proprietà ondulatorie.
Se il reticolo degli atomi ha una spaziatura regolare (cioè è periodico), il carat-
tere ondulatorio degli elettroni fa sì che essi possano muoversi liberamente
attraverso il conduttore e la collisione con un atomo è molto improbabile. Per
un conduttore ideale non vi sarebbero collisioni, il cammino libero medio
sarebbe infinito e la resistività zero. Le onde degli elettroni vengono diffuse solo
se la disposizione degli atomi è irregolare (non periodica) a causa, per esempio,
di difetti strutturali o di impurezze. A bassa temperatura, la resistività dei metal-
li dipende es.,;enzialmente dalla diffusione prodotta clalle rnllisioni trn gli clet·
troni e le impurezze. Alle temperature più alte, la resisti\·ità è dovuta soprnttutto
alle collisioni con gli atomi del conduttore, che vengono di continuo spostati
dalla loro posizione di equilibrio per il moto di agitazione termica. li moto ter-
mico degli atomi rende la stmttura irregolare (rispeuo al reticolo atomirn in
quiete), riducendo quindi il cammino libero medio degli elettroni.

• Si ricordi che la velocità di agitazione termica è la velocità che una particella ha in consegumza
della temperatura dell'ambiente circostante (Cap. 16).
626 Capitolo 21 CmTentee t'irruitìa ronn1lt' nmtiuu11

PROBLEMA
CONCETTUALE
4
== rsrr::r::::us:m:rm
Perché gli elettroni liberi di un metallo non cadono sul fondo a causa della gra,ità? E se
le cariche in un condu!!ore si suppone che stiano sulla superficie, perché gli elcnroni
liberi non vanno sulla superficie?

- I

21.5 • ENERGIAE POTENZAELETTRICA


b Usando una batteria per far circolare corrente in un conduttore, si ha una con-
+ àV R tinua trasformazione dell'energia chimica immagazzinata nella batteria in ener-
gia cinetica dei portatori di carica. Questa energia cinetica viene immediata-
a d
mente perduta a causa degli urti dei portatori di carica con gli ioni del reticolo,
dando luogo ad un aumento della temperatura del conduttore. Perciò, vediamo
che l'ènergia chimica accumulata nella batteria si trasforma di continuo in
energia termica.
Consideriamo un semplice circuito consistente in una batteria i cui termina-
Figura21-.U . Circuito costi- . li ~no coll~gati a un resistore R, come mostrato in Figum 21.11.(Si ricordi che
tuito da una balleria e da il terminale positivo della batteria è quello a potenziale pii, alto). Immaginiamo
una resistenza. Le cariche ora di seguire una quantità AQdi carica positiva che si muove lungo il circuito
positive fluiscono in senso partendo dal punto a attraversando la batteria e il resistore e tonmndo in n. Il
orario, dal terminale positi\'O
a quello ncgatirn della batte-
punto a è un punto di riferimento d1e è mf."s.so a terra (simbolo della terra -;- ) ,
ria. I punti n e d sono a terra e il suo potenziale è assunto uguale a zero. Quando la carica si nlllo,·e da a a b
o, come anche si dice, a. attraverso la batteria, la sua energia potenziale aumf."nta di A V Il Q , mentre
111,1.SSi.l. l'energia chimica della bmwrh1 diminuisce della stcss,1 quantità. (Si ricordi dal
Cap. 20 che AU = qA V). Successi\·.imente, qmmclo la carica si muove da e a d
attraverso il resistore, perdequesta energia a causa delle collisioni ton gli atomi
del resistore, con ciò producendo energia termica. Si noti che non ,; è perdita
di energia lungo i cammini bce da se trascuriamo la resistenza dei liii di collega-
mento. Quando la carica toma nel funto 11, de\'e m·ere la stessa energia poten-
ziale (zero) che a\'eva alla partenza .
La perditadi energia per unità di tempo della carica AQ nell'attr,l\'ersare il
resistore è data da

AU .1Q AV = IAV
Al Al

dove/ è la corrente nel circuito. Owiamente, la carica riacquista questa energia


quando attraversa la batteria. Poiché la perditadi energia per unità di tempo
della carica è uguale alla potenza ?dissipata nel resistore, abbiamo

[21.21]

In questo caso la potenza è fornita da una batteria ad un resistore. Comunque,


l'Equazione 21.21 può essere usata per calcolare la potenza tra.,ferita .1 q11alsia.si
Questo ,·ersatilc circuito con- componente attnwcrsato da una ('orrente / e avente una differenza cli pntt•n1.iale
sente allo spcrimenta1m·c di
AV tra i suoi estremi.
esaminare le proprietà degli
elementi circuitali quali con- Usando l'Equazione 21.21 e il fatto che, per un resistore, AV= IR, possiamo
densatori e resistenze e i loro esprimere la potenza dissipata nella forma
effetti sui comportame1110
del circuito. 11 Si
noti che quando la corrente ra88'iungcil suo V'Jlorestazionario,non vi è più wriilzionc nel
( CENCO,per gt!'llt. to11c.) tempo dell'energia cinetica uuociata con la corrente. ·
21.5 l·.'11n"1,..rifl rh'ltrim
tJJ111trm.t1 627

(21.22] • Potenzadissipata
i111111resistore

l .'11nit,ìSI cli potenza i• il wa11(\\'), introdotto nel ( :apitolo (i. I 01 potl·n1.a dis.,ipa·
ta in un n111cl1111orc cli rcsistc111.aR è chiamata efji-llo.frm/,.ccl è spt•s.,o inclk.ua
come pmlilt1 / 2 R.
C:onll' abbiamo appreso nel Capitolo ti, Paragrafo 6,:,, l'unità di t·1wrgia
u:-.ttadalle sodrtà ekttrkhc per cakolarc il consumo cli energia, il d1ilowa11orn,
è rcncrgia consumata in I h alla potenza ,·ostante di I kW. Poiché I W = I J/s,
abbiamo

In quale c;L'IOla potenza fornita da una lampadina è rnaKl,'Ìorc, appena dopo che è
,tata accesa e l'incandescenza del lilmnento aumenta o dopo che ~ stata accesa da
alcuni secondi e t'incandcsce111.a è costallle?

Ragionamento l 'n.1,·oha t·hiusn l'interruttore, la tt.·nsicuwcli n:tt•vic•uc.· upplkarn


alla lampadina. Qtmnclola wnsione i· applknti\ al tilmnt.·ntol'rc.-<ldo alh, prim~,atTt'll·
dd lilmnl'nto i.·bassa. Quindi, h.1<·rnTt'nl<'i: alta, t• umi po1en.1.a
,inne·. In resistc.·111..1
n·lath11me111t·1,,i1111dt• ,·it•ne fornita dalla lampadina. Quancln il filamento si iist·alda.
la 51.la rc..•sistcniaaumt·nm. t• la n,rrente diminuisce·.I>icnnscgnt·nla. la Jlt.ltcnza for..
nita dalla lmnpaclim1 di111i1111isu·. 11nott·,·nlt• pkco di ,·01Tcntt· all'inizio clclropc111-
Liont· i.·la n1gio1wpl·r In <1u:lll·k hunpadint\ spcs.~>,si hrudanu appc·m1\'cngnno
accese. come è stato <lS.'<'l'\111<> nd Problema Concettuale 3.

Due lamp,1dine A c B sono collt'lt'dtt· alla stt·s.,a diffcrt•nza cli pott·n,i;1lc, mmc in
Figura 21.12. I.a rt•sistt·n1.i1cli A è il doppio di quella cli I\. Quale la111padim1dis.,ipa
una potenza maggiore? Quale C'oncluce una <"orrentt• maggiore?

R~ Poiché la tt•nsimw su ciascuna lampadina è la sws.,a, t' la potenia


dissipatada un conduttore è I'= (A 1')2/ R.il rond11111>reC"onla resis1t·n1.a minore dis-
siperàuna potenza maggiore. In questo caso, la potenza clis.,ip;1t;1da B è il doppio di
qllt'lla cli A e fornisce un'illuminazione doppia. htohr,·. poidu'.• l'= /Al', ,·t•diamo Figura 21,12 (Fisica rngio-
che la corrente allra\'t'rso B è il doppio cli quella attravcnm A. nata 4)

Esempio 21.5 Caratteristicheelettriche di una lampadina


Su una lampadina è scgmua la sigla 220 V/75.0 W. Cioè, Usando la legge di Ohm. ~V= JR.si trov-.i d1c la n·si-
la sua tcn5ione di funzionmncnto è 220 V e la potent.ll ì.· sc-enzuè
i5.0 W. I.a lampaclhm viene alimentata con una sorgen-
te a 220 V. Trovare la corrente nella lampadirm e la sua
Al' l!:/0\'
rems1c-n1.a. Il 1ì45 n
I o.:1-IIA
Soluzione l'okhé la potenza della lmnpadina è 75.0 W
e l,1 tensione cli funzionamento è 220 V, possiamo usare ESERCIZIO5 Qu.1le sar.ì la rcsi~tenza cli 1111alampa·
l'= /à\'J}C'rtn,,-.,rc h1corrente: ditm di I 00 W a 220 \'? Risposta 4K4 n.

I= I' = 75.0 W = 1'~1-..(


AV 220V .:,,.,, .. :,
tì28 Capitolo 21 (.'on-rn/1•tt ,frruili il rtJrr,111,ru11li111w

Esempio 21,6 Il costo di fllllZionamento di una lampadina


Quanto costa tenere accesa una lampadina da I00 W Ossia, ci vorrà un costo di circa 650 tir<:pc-rtcnl·rt~ acce-
per 24 h se il costo dell'elettricità è circa 270 lire per sa una lampadina per un giorno. È una cifra piccola, ma
chi1owattnrn? quando i <lispositi\'i di\'c-111a1111pili grnndi o pili com-
plessi, i l'osti clin·11lano pili dl·\ati.
Soluzione 100 W sono equivalenti a O.IO kW per cui
la quantità di energia da pagare è F.sERCJZIO 6 Se l'elett1icillìwsti1
in media270 Ut/k\\11,
quanto costa filrfunzionare un f(>nio dt·tu·icu.c:hc opera a
Energia = (O.IOkW)(24 h) = 2.4 k\\11 20.0 A e 2'.!0V per 5.(l{}h?
Risposm 5.940 lire
A questo consumodi energia corrispondeuna spesadi

costo = (2.4 kWh)(270 Lit/kWh) = 648 Lit

ESERCIZIO7 Una batteria di 12V è collegama un re,istorc di 60 n. Trnscumndo la


resistenza inierna della batteria, calcolare la potenza dis.,ipati1dalle resistenze.
Risposta 2.4 W

21.6 • FORZA ELETIROMOTRICE

È possibile mantenere una corrcntt• costante (\'t•di Fig. 21.13) in un l'ircttito


chiuso utilizzando ttn generatore di forza elettromotrice (le. 111.);_ l'na sorgt•n-
te di f.e.m. è costituita da un qualunque dispositivo (batteria o generatore) che
aumenta l'energia potenziale delle cariche che circolano in un circuito. Si può
Reshnore
pensare a tale sorgente come ad una "pompa di cal'irn" che costring<· gli det-
troni a muoversi in direzione opposta al campo elettrostatico all'interno della
sorgente. La f.e.m., 8, esprime il lavoro svolto per uuitil di rnrirn e, quindi, la
sua unità di misura SI è il volt.
Consideriamo il circuito in Figurn 21.13, formato da umt batteria collegata a
un resistore e assumiamo che la resistenza dei fili sia trascurabile. Se trascurassi-
mo la resistenza interna della batteria la differenza di potenziale ai suoi capi
sarebbe uguale alla sua forza elettromotrice; poiché, però, una batteria reale
possiede sempre una resistenza interna, r, ciò non si può mai verificare. Il cir-
cuito in Figma 21.13 può t·ssere descritto dal circuito in lòigurn 21.14a. dove la
batteria viene rappresentata dalla r.e.m., 8, in serie alla resistenza interna r,
entro il rettangolo trntteggiato. lmnmginiamo orn che una carica positim si
muova da a a bnella Figun, 21.14a. Quando una carica passa dal polo negativo a
f1gura 21.lS Un circuito quello positi\'o della batteria, il suo potenziale aumenta di 8, ma, poiché attra-
,;omposto da una resistenza versa la resistenza r, lo stes.~opotenziale diminuisr.edi una quantità /r, dove / è la
collegataai capi di una batte- corrente che pas.~anel circuito. Quindi, la differenza di potenziale ai capi della
ria.
batteria a 1'= V6 - v;.,è data da"

7 Il termin<'t"rnoriginariam<-nl<.· ma es.,.,non <"una forta.


per Jnn.n,l,Jtrnnmlrirr.
mù1hhr<",·ia1.iont•
e cmd h1formi\ in1c.-n1
non \'it•m• u1ilinat;1.
ti in akuni c~L,i.pub t'S."K.'rc
In quc:itoca.w la d.cl.p è minore dt•llaf,t•.m.di mm quantil..ì/r, mt.•ntn.•,
maggiort della !leMa quantità, Qucoto accade quando la com,nte si oppon,alla fnr,a clc1tromu1ri-
ce, come awicne nel proceaaodi caricadi una batteriacon un'altr41 .snrgcntedi r.c.m.
21.7 in J111mlli·l11
U,•.,i.\lmiin .\1•111•,, 629

~ l' = e- lr [21.24]
b
Da <111cs1a csprt·s.~iom· i• d1iaro che B è equirnlente alla d.d.p. a circuito aperto, I
cioì· alla d.d.p. ai capi della batteria quando la corrente è zero. I .a Figura 21.14h
,. b '"l'l>IT"'lllil/Ìo11t· g, .,li," d,·11,·,aria1io11i d,·I po1,·111ialt-q11a11doil drnoiio i·
p,·,..-,.,.,oi11,·,•rso orario. llall',·s.1111t·della Figura 21.14a si osserva d1e la cl.d.p.
l t "--------- I

d R
.i\' cle\'l' essere ugual,· ancht· alla cl.cl.p. ai rnpi della rcsistr111.a ,•sterna R, chia-
mala generalmelllt' resistenza di carico, cioè ~V= tu. <:ousi,k-rando il sistema
(a)
tra qu,·sta Equazio111· t· la 21.24 si 011i1·11t·

B = JR+ lr [21.25)
che risolta rispetto alla rnrrente dà

C:iò dimostra che la corrente. in questo semplice circuito, dipende sia dalla resi-
srt•nza esterna alh1 h;11teria clw eia quella interna. Si può notare anche che s1· la
rt·sislt'llla cli rnrirn U i- molto più gnmdt• di quella i11t('l'na r, i- possibile trnsrnrn-
n· qut·st'nhi1n;1. l11 1nolti dn·uiti, infanti. qut·"it.t n·sistt.·n1.a itllt'l'IH\ Y<'JTtÌignonua.
St' si molriplirn l'El111azio111·21.2:, pt·r la ,·oiT,·1111·/, si otrit·nt· la St'g11,·1111·
(hl
esprcs.,ionc:
Figura21.14 (a) Schema di
un circuito n>n una sorgente
[)a q11t·,ra ,·c111,11io11t·si rira,a , ht· la po1t·11,a 101,1lt-tornila dall.1 sorg<·lllr di di f,l',lll .. 8. l' n•siSlt'llZil in-
lt.'f'llél, ,. l'Ullt·p;ataad un n:si-
f.e.m., /B. ,·it·nt· 1rasl'or111a1ai11pot,·n,a dis,ipa1'1 p1·1 l'llt·trojouk nl'lla resisten-
ston· ,·stt'rno R. (h) Rap-
.ta cli carico, / 2/l, /1ilÌ quella dissipata nella resistt•n.ta intt•rna. / 2r. Quindi, se prt'st·nta.tiont· grafica della
,. <!l Il la maggior parte della pott'llla fornim dalla ha1t,·ria ,·il'llt' 1rasfi.·ri1a alla ,,1riazio111· cld p01cnzialc,
rcsistettLa cli n1rin>. pt•r,·m-r,•ndu il drrnito (a) in
wnsc, c,rnri<>.
PR08lEMACONCElTUALE
5
St·" una battt·rÌil tot.,lm<.·ntt·s<.·aric,,si lc,n1isn· pc:r rarknrh1 urrn l'flt•rgia I·:,qumuln t·ssa
,i st·arkhc:r•i nunplt.·tmm ..·ntt· dunmt<.· rusu Ml un c:arko t·sh.·1·110, tn,sl'c.·rin\ crnnplc.•ta-
men te la sua c:nergia E al carif.:o?

PROBlEMA
CONCElTUALE
6
,-1~:·,-..J.•.-n,•,,9. ·-r ,•,,·<-'i~...v-;-,·.
"l \'t,),1·~11t1
St· tit·ni i fori accesi mt•ntr<' nu·tti in moto h1nmrrhina. pt·r('h(• c•ssiclin·ntano fiod1i mt·n·
nt· la mac.:d1ina si mette in mulo:'

PROBLEMA
CONCElTUALE
7
.,,:.,f;\'.V'J~~"'J'l~\it',t,~I

c;uapparecchi t•lettrici spesso sono c:ticht'ttati con 1111


,~1lort•cli u·nsimw r di corrc:nu,,
per l'St'mpio, 220 ,x,11,:l ampere. I.e hanerit•, i11,·t·ct•,sono snlrnnro l'lidwnate ~on liii
mlort· di tensinnt', pt•r t·st·mpio, 1.5 volt. Pt'rchl'?
ESERCIZIO 8 Una bmu,ria con una f.c.m. di 12 \' e 1nm n•sistcn,a i11wrna cli O.!lll n
il una resistt·nz~, di ,·mi<·o Il. St· la cnrn·ntc.· nt'l drrui10 i· I A ;\, qual i• il valo..
i· f'ollt·1,r.n.1
I t· di /{~ R1,p1,:-1,1 i.i u

21.7 • RESISTORIIN SERIEE IN PARALLELO


Quando due o pii1resistenze sono colleg-,tte insieme in modo d1c abbiano un • Nelle~ collegatein
solo estremo in comune per ogni coppia, si dice che sono collegate in La smt. mie, "' correnteè "'
Figura21.15 mostradue resistenzecollegate in serie. È importantenotare che la ,,._ in tllltigli elementi
Capitolo 21 Cm,·,·nlrt tirntilì ti rm1·r11t,.tmtli111w

Il

rf
61'
+ -
(:1) (b)
Figura21.15 Collegamento in serie di due resistenze,R 1 ed R 2 • In ogni resistenzacir-
cola l:1stessacorrente.

corrente che passa nelle resistenze è la stessa poiché la carica che fluisce attraver-
so R I deve esserl' uguale a qu<'lla chl· lluisce attraverso R 2• Poiché la rncluta di
potenziale da a a bnella Figura 21.15b è uguale a JRI e la caduta di potenziale da
ba cè lll2, la caduta di potenziale tra a e l'è data da
~I'= 1111+ IU2 = /(R1 + R2l
Quindi, possiamo sostituire le due resistenze in serie con un'unica resistenza
equivalente, R.,q,il cui \'alore è la sommadelle singole resistenze:
[21.26)
La resistenza R.,qè equi\'alente alla combinazione in serie R 1 + R 2 nel senso che
la corrente nel circuito rimane invariata se R,'<Isostituisce R 1 + R 2• La resistenza
equivalente di tre o più resistenze collegate in serie è semplicemente
[21.27)
Quindi, la resistenza equivalente di un insieme di resistenze collegate in serie è
sempre maggiore di ciascuna di esse ed è uguale alla somma algebricadelle sin-
gole resistenze.
Si noti che se il filamento di una delle lampadine in Figura 21.15 si rompesse
o si "bruciao;se",il circuito non sarebbe più chiuso (in questa condizione il dr~
cuito è aperto) e anche la seconda lampadina non funzionerebbe. Alcune lam-
padine dell'albero di Natale sono collegate in questo modo (specialmente le
sede più vecchie) ed è un'esperienza ricorrente quella di dover cercare dispe-
ratamente quale sia quella bruciata.
Episodi come questi fanno capire quanto sarebbe scomodo avere in casa
dl•llrmlonwstid ('ollcgati in serie. Pl·r scopi cli sinll'l'l.l.<I,inn-cc, \'cngono inSt.~
riti dei fusibili in serie ad altri clementi del circuito. Il conduuore che costitui-
sce il fusibile si fonde ed apre il circuito se pm;sa una corrente superiore a quel-
la prefissata. Se non \'iene usato alcun fusibile correnti troppo elev-atepotrebbe-
ro danneggiare gli clementi elci circuito, surriscaldare i fili e forse causare un
incendio. Nelle costruzioni moderne vengono usati degli intemmori automa~
ci in luogo dei fusibili: quando la corrente nel circuito supera un valore prefi&.,.
sato (generalmente 15 A), l'interruttore agisce ed apre il circuito. i,
21.7 i11_.,,;,, i11/H1m/l,/n
Rt.11.1/t>ri 6!H

Consideriamo ora due resistenze collegate i11parallelocome in Figura 21.16.


In questo caso la differenza di potenziale ai capidi ciascuna resistenza è la stessa.
Invece, la corrente in ciascuna resistenza è generalmente dh·ersa. Quando la cor-
rente arriva al punto a, chiamato 11otlo (Fig. 21.l(ib), si di\'iclc in due p.u·ti, / 1 che
passa attraverso R 1 e /2 che passa attr.1verso R2. Se R1 è maggiore di R2, / 1 sarà
minore di / 2 , cioè la carica tenderà a fluire nel percorso a minor resistenza.
Naturalmente, per la legge di conservazione della carica, la corrente / che entra
nel nodo a deve essere uguale alla corrente totale che esce dal nodo b:

Poiché la caduta di potenziale ai capi di ogni resistenza deve essere la stessa,la


legge di Ohm consente di scrivere

Da questo risultato si vede che la resistenza equivalente di due resistenze in pa-


rallelo è data da

(21.28]

che si può scrivere anche

Ri

,,t
a

,t -
lv
R,
b

Al'
+ -
(a) (hl
Figura21.16 ~ento in parallelo di due resistenze, R 1 ed R 2 • La differenza di
potenziale ai capi di ogni railtenza è la atessa e la resistenza equivalente è daca da
~ = R1R2/(R1 + R,).
032 Capitolo 21 CmTtmlet rirniili n cmrrnt, conlinua

Estendendo questa espressione a tre o più resistenze in parallelo si ottiene la


seguente espressione generale:

Resiste11za
eq11iva/e11/e
• (21.291
1/i 1111insiemediresiste11ze
inpamllelo
Da questa espressione si può vedere che la resistenza equivalente di due o più
resistenze in parallelo è sempre minore della più piccola resistenza del paralle-
lo, e l'inverso deUa resist~nza equivalente è uguale alla somma algebrica
dell'inverso delle singole resistenze.
Gli impianti elettrici nelle nostre case sono sempre realizzati in modo tale
che le lampadine (o gli elettrodomestici, ecc.) siano collegati in parallelo, come
in Figura 21.16a. In questo modo, ogni dispositivo funziona indipendentemen-
te dagli altri, cosicché se uno viene spento, gli altri restano in funzione e, ugual-
mente importante, ciascuno funziona con la stessa tensione.
Infine, è interessante notare che le resistenze in parallelo si sommano come
le capacità in serie e viceversa.

,\ n
Predir<" la luminosit,, relativa clt-llc quallrn lmnpadine identiche in Figura 21.17.
Cosa accade se la lampada A si brucia e non conduce più la corrente? E se si brucia
\',,,' e: D C? E se si brucia O?

4è Ragionamento I.e lampadine A e B sono collcgatt· in serie sulla f.c.m. dell;1 hallt~
~ ria, mentre la lampadina C è collegata direttameme a questa f.e.m. Quindi, la f.c.111.
si dMd<' frn A e n. Di conseguenza, la lampadina C sa,.\ pi,, brillante di A e B, che
sono ugualmente brillanti, La lampadina O è collegata a due estremi equipotenziali
~ 21.17 (Fisica ragio- (il filo verticale). Quindi, non essendO\i una differen1.a di potenziale aumvcrso D
'""" 5) essa non si accende mai. Se A si brucia, B si spegne ma C rimane accesa. Se C si bru-
cia, non succede nulla alle altre lampadine. Se O si brucia, l'evento risulta non rive-
labile, poiché D non si accende in ogni caso.
~ ·--...
..
~-·,
·,

IOOW
La Fi1,•1.m121.18 illustra come è costruita una lampada a tre vie per fornire tre livelli
di intensità luminosa. Lo zoccolo della lampada è equipaggiato con un interruttore
a tre vie per scegliere le diverse intensità luminose. li bulbo contiene due filamenti.
Perché i filamenti sono collegati in parallelo? Spiegare come si usano i due filamen-
ti per ottenere tre diverse intensità di luce.

Ragionamento Se i lilanwnti fosst·rn collegati in serie e uno di essi fosse bruciato,


non pm,scrcbhl' COITl'lltcattraverso la lampada, e la lampada qon si accenderebbe,
indipendentemente dalla posizione dell'interruttore. Tuttavi;a. quando i filamenti
sono collegati in parallelo e uno di essi (diciamo il filamento a 75 W) si brucia, la
lampad.i rnntinuerà a limzionare in una delle posizioni dell'interruttore quando I.a
co1-rentt• p:1s."'1allnl\ 1,rso l';iltro lilamt'nto ( 100W). Le tre intensità luminose suno
0

l"wa 21.18 (Fisica r-.1gio-


~ 6) pos.sihili selezionando uno dei tre valori della resistenza del filamento, usando un
solo valore della tensione applicata. li filamento di 75 W offre un valore di resisten- ·
2 I. 7 l(;.,i.,tm'ii II mil'f i 11 /Jtm11/,III

;m, il filamt~nto di I00 \\' offre un st·,ondo V"ctlnn~.


e la tcr1.;,1rc'iistcnza si ottit·nc col-
k·g-,mdo in pamlldo i due filamenti. Quando l'imt·1-ru11or·eSI i· chiuso r l'ime1-rut-
tore S2 è aperto, h, corrente pas.\t.1soltanto attnl\·erso il fìhmlt·1110 <In 75 \\'. Qmmcln
l'in1,•rruurn·c· Sl i.-apt•rtot·d i• rhiu,u S!!.la nuTt'llh.' pas:-m
aun,n•rso il filmut•ntoda
100 \\'. Qmmclu amht•clul'gli intt.·rruunrisono d1iusi, ht t·o1T<'1tll' passa mtravcrsu i
du,· lilanlt'nti, e si ottiene una ilhunimv.iont• cornplessim di 175W.

CONCETTUAl.E
PR08I.EMA 8
~N.~
Il collegamento in serie cli batterie aumenm la f.c.m. Quale vantaggio ci sarebbe nel con-
netterle in parallelo?

PROBlEMA 9
CONCETTUALE
~'4\IIAISWUl4~.US
Possiedi una notevole fomitur.t di lampade e una batteria. Parti con una lampada collt.~
gata alla batteria e annoti la sua luminosità. Quindi aggiungi una lampada alla volta, cia-
Kuna collegata in serie alle precedenti. Quando aggiungi una lampada, re,,.,,
succede
della luminnsiuì delle lampade? Della corrente attraverso i filamenti? Della pot<:n,a for-
nita dalla balleria? Ddla durnm ddh, haueria? Ddla tt·nsione timll<' ridia hane,·ia?
Risponclt·n· .ilk stesse clom,mdc se k liunpilclc\'l'ngono aggiulllc una alla volta in paral-
lelo alla p1ima.

I. Quando due o più resistenze diverse sono collegate in strie,esse


sono percorse dalla stessa corrente, ma la differenza di potenziale
ai loro capi non è la stessa. Per ottenere la resistenza equivalente di
una combinazione in serie si sommano direttamente le resistenze.
2. Quando due o più resistenze diverse sono collegate in paralklo, la
differenza di potenziale ai loro capi è la stessa. Poiché la corrente è
· inversamente proporzionale alla resistenza, le correnti attraverso
esse sono diverse. Il reciproco della resistenza equiv-,dente di una
combinazione in parallelo di resistenze si calcola per mezzo della
somma dei reciproci, e la resisten7.aequivalente è sempre minDTII
della più piccola delle resistenze.
3. Un circuito complesso costiruito da molti resistori può spesso esse-
re ridotto a un circuito semplice costituito da una sola resistenza.
Per ottenere ciò, si esamini il circuito iniziale e si sostituiscano
tutte le resistenze in serie o in parallelo usando le procedure sug-
gerite nei passi I e 2. Disegnare il nuovo circuito dopo aver fatto
qu<·sti cmnhimnenti. ~~~aminareil nuovo circuito e sostituire llllle
le combinazioni in serie o in parallelo. Continuare questo proces-
so finché si ottiene una sola resistenza equivalente.
4. Se si deve trovare la corrente e la differenza di potenziale relativi a
un resistore in un circuito complesso, partire con il circuito finale
trovato al passo 3 e gradualmente tornare indietro nei circuiti,
usando AV= JRe le regole dei passi I e 2.
Capitolo 21 Correntet rirroilia rorrl'lrltro11ti1111,r

lt•mpio 21.7 Trovare la resistenza


equivalente
1.,\1111111'11
resistenze sono collegate come in Figura (Eq. 21.26). Le: resistenze da 6.0 n e eia 3.0 n sono in
llI.l\~1. (a) Trovare la resistenza equil-aleme tra II e r. parallelo e, dall'Equazione 21.28 si ottiene che la resi-
stenza equi,-alcmte tra b e e è di 2.0 n. Quindi, la resi-
60 tm ,,.. rì: cli 14
s1en,a c-q11i,11lentc· n.
(hl Qual è la rorrcnu, rhr l'""'a in dasnnm n·siNlo:11·
za se ,iene malllenuta una dilfort•1ua di potc:111.iak•di
42 \' tra 11ee?

Soluzione I.e resistenze n


da 8.0 e:da 4.0 sono in serie
per cui la corrente I è la stel1511.
Applicando l'Equazione
21.7 e il risultato del punto (a), si ottiene:

I= li~, = 42V = ·s.OA


R.,q 140
Quando questa corrcme entra nel nodo bsi dilide, una
pane di essa pas.\a attraverso la resistenza da 6.0 (11) en
n
una pane passaattr.i,-erso quella da S.O (/i). Poiché la
differenza di potenziale ai capi di queste resistenze, 11V1,.
è las1es.'il1(sono in (IDl"lllleln),si ba che 6/ 1 = 3/2, o /2 = 2/ 1•
l'tiliaando qucMo risuluun ,. il fatto c:he / 1 + /2 =
3.0 A. 1rmiumn dll' / 1 = I .OA e /2 = 2.0A. Anc·mrno m1d1e
po1Uu, ricamrc tutto di, lin clal principio notando chc• 111
(e) corrente che passaauravcrso la resistenza da 3.0 U deve
~,\l,fll
21.19 (Esempio 21.7) L-l resistenla cquh-alcme
.,,,1,·I
rt·,i.it·nzc rnmtrau, in (a) si pnò ridurre in pit<.,i
es.,;ere il duppin di quella che pas.,a at1ra\-erso quc-lla eia
n.
1;,o tinto il ,,llorc cli queste n:sistc:nle e per il fono dir
.,,_.,._,..,i,·i
a una resistenza equh·aleme di 14 O. ad ambedue è applicata la stessa differenza cli potenziale.

•ione li circuito può essere trasformato secondo


'M'" ,uccessh-i.I.e resistenze da 8.0 n e da 4.0 n sono
e.:\
C.ome ripl'OYIIlinale, si noti che 11V1r= 6/ 1 • ll/v = 6.0 V
v.,= 12/= !16V: quindi, AV.,= 111'.
de,'C es.,;ere.
6 + ti.V1r=42 V. come

,-,~..-ti•· e quindi la resis1cnza equi,-alcntc tra" e bè 12 n

1,1Mmpio21.8 Tre resistori in parallelo


M-rresistori sono collegati in parallelo come in Figura SoluzioneI resistori sono in parallelo e ai capi di cia-
':N,~- Tra i punti a e b ,iene mantenuta una differenza scuno di essi 111differenza di potenziale è di 111V.
,1/1 Q)"IC11ziale
di 18 V. (a) Trovare la corrente che passa Poiché .l. I'= JRper ciascuna resistenza si ottiene
, ,.,~ni resistore.

-
~------a
I
lv = ~
Rv
= .l!!.Y_ = S.OA
6,00

111' 18V
I~ = -
· R, 9.on =
= -- 2.0.A
....
(h) C:alrnl111·1•
h1potenza rlissipnrn rin ,·ii1srun n•sistore
e la potenza toUtlc dissipata dai tre resistori.

Soluzione Sapendo che P= / 2Rperciascun resistore


otteni.une,
lllpra 21.20 (~~'lempio 21.8) Tre resistori collegati in
:J
;,_:,\c;{i. 1~1elo. u, tensione ai capi di ciascuno è 18V. ' 3,().(): Pi llR1 = (6.0 A) 2 (S.0 U) • 108W.
2.8 l.,'J!J!I,i, 1\:11·,l,Jw/J
r ,11,·11111
,rm/1/iri ,, am-rnlt' umlìmu, 635

ti.0-U: /' 0 • l~U, ~ ('.l.lL\)'(li.O !l) = 54 W Soluzione

!l.(l-0: /\ 1 = /~!{, = (2.0 A)'(!I.O !lJ = 36 W I I I I


--=--i·--+--
/1,.,, :l.O li.O !I.O
( '.ic·,climc"1n1 dw la rc·,i,1t•111a111i1uut·cli,,ipa h1 po11•111a
111.iggiun·i11<1u111110 c,rnhtc t· l,1 ma~gior 1mrtl' tldla
l":-."1,1,
rn1n•ntc. (Da noim·c dir si pui, usan· ,111dwl'= ~\'"lii
pt.•ru·o\-are Ja potc-nLadis.~ipala <la t·ht~·mu1 rcsistt"nta).
Sommando le tre.·<Jlm11tit1'1 nn<.·niamu una put~nLa tot.il·
ll·di 200W.
(e) Calcolare la resisicnza •·<111ival,•111,·
elci tfl• resisto· ESERCIZIO 9 Usare li...per calcoh1rcla pm,·nza ima-
ii. Possiamo usare l"Equazionc 21.28 per 1rnmre 11..i= le dissipata nel circuito Risposrn 198 W.

21,8 • LEGGI DI KIRCHHOFF E CIRCUm SEMPLICI


A CORRENTE CONTINUA
Come abbiamo visto nel paragrafo precede11te, circuiti semplici possono esser,·
analizzati usando la legge di Ohm e le regole pc.-ri collegamenti in serie.-e in
p,tmllclo ddle n·sistcnze. Molto sp,•ssn non è pos.~ibik richnn• una rete clettrirn
ml 1111siuv;olo drcuito. bi pron•clurn cli analisi cli n·1i .-lcttridw piii n11npl1·ssc:è
molto s1·mplifìrnt,i dall'uso cli clul' scmplid rq:ok dt·ltt· leggi di Kirchhoff:
I. La somnm delle: 1·urr1·11tieh,· entrano in 1111
noclo clc:n-,·ss1·re uguale alla
somma delle corn·nti d11· 1w esnmo. (l"n nodo i· 1111 CJllalsh1sipunto del
cirnritu in cui 1.-!'01-r1•111i
,i cli\·idonol.
2. Li somma ddl1· cliflc.·n·n1.c cli poten1.ial<· .ii rnpi cli ogni c:lemcnto
alrinterno cli una magliaden~ ess,·re uguale a :rro.
I.a prima legge è una conseguenza della conseivazione della carica, cioè,
qualsiasi çorr1·nte 1·11triin 1111
dato punlll di un drn1ito cle\'l" poi lasciar,· quel
punto, poirhé la rnrirn non pu<'ia1T11m11larsiin un punto. Se appli<'hiamo que- (a)
sta legge al nodo mostrato in Figura 21.21 a, ottenimno

/1 = '~ + (~
I.a Figura 21.21 b mppresenta un 'analogia meccanica di questa situazione in cui
l'acqua fluisce attntverso un tubo che si di\'ide senza alcuna li10ritL~cit.t.I.a
quantità di acqua che.-fluisce all'interno del tubo è uguale al flusso totale cht·
1,sceclallt· dne dinum1zioni.
la seconda legge consegue dalla conservazione dell'energia, doè ogni cari- (b)
t·a d1e si rnuo\'e in un <f""lsi".vipt•rcorso chiuso (che 1·ominda 1· finisce nello Figura21.21 (a) Diagramma
stesso punto) deve.-guadagnare tanta enc.-rgiaquanta ne perde St" per ogni punto schematico che illustra la
del circuito è definito un potenziale. La sua energia può diminuire sotto forma legge di Kirchhotr del nodo .
di caduta di potenziale ai capi di una resistenza. - IR. oppure nel caso in cui essa .La co11Sl·1Y.11.ione della carica
si muova in verso opposto attraverso una sorgente cli f.e.m. Come· 1•sempio pra- impom• che qualunque cor-
rente entri in un nodo, deve
tico di quest'ultimo caso, si può pensare all"energia elettrica convertita in c.-ner• uscirne. Quindi, in questo
gia chimica quando si carirn una batteria. In modo an.tlogo, l'em,rgia elc•ttrka r:1so. / 1 = I" + f:,.(hl l.'n 1110-
,i p11ùcom·1·rtirr in 1·1a·1gia 111t·<T,111ira
prr 111<·110 di 1111
111oton·. ddlo 1nc,·tit11ku t·qui\'ah.·11tt•
Ndl'applicare la seconda leggi·, stabilito 1111\'erso di 1wrcorrenza arbitmrio pi,r la regola del nodo: il llus-
ddla maglia, si do\'rebbero tenere presenti le r<.-gole,rias.~unte nella Figura 21.22, "°uscente dcvc essere ugua-
le a quello c11u1111tc.
i11 cui si assume che il mo\'imento m,·eng-.i dal punto 11,·ei-so il punto t,,

• Se una resisten,~t \'iene percorsa nel \'t"l'W della correnw, la caduta di


potenziale ai capi della resistem:a è- /R(Fig. 21.22a).
Capitolo 21 <:1117n1tc•
t' drruili " ron711/r rm1ti11ur1

• Se una resistenza viene percorsa in \'erso 1>p/1mtoaquello della con·1·11tt·,l.1


caduta di potenziale ai capi della resistenza è m (Fig. 21.22b).
• Se umi sorgente di f.e.m. viene attraversata ndlo stesso verso della f.c.m.
(da- a+ tra gli estremi), la caduta di potenziai\· è+ 8 (Fig. 21.22c).
I • Se 1111a sorgt•ntc cli f.e.m. 1·ie111·
attran-rsma in 1·1·rsoopposto rispt·tto alla
lt.,t. ______ :~ l'.t~.m.(da+ a - tra gli estremi). la caclnta cli potcnzialt· ì.•- 8 (Fig. 2 I .22cl).
'~ i.\V'"V,·• V.s +JR b Ci sono delle limitazioni sul numero di volte in cui si può usare la legge elci 11<>-
do e della maglia. La legge del nodo si può utilir.a1re qua11tosi \'\loie purché og11i
volta che si scri\·e un'equazione si includa in cs.o;auna corrente che non è stata pre-
cedentemente usata in un'altra equazione riguardante un nodo. In generale, il
numero di volte per cui si può utili7.zarela regola del nodo è una unità in meno ri-
spetto al numero di nodi del circuito. La legge della maglia può es.,;ereusata quan-
te volte si vuole purché vengano utilizzati per ogni nuo,-a equazione sempre un ele-
mento nuovo del circuito (resistenza o batteria) o una nuovd corrente. In genera-
s le, per poter risolvere un particolare problema di un circuito, il numero di equa-
zioni indipendentinecessarie deve essere almeno ugualea1·numero di incognite.
~UI), • ~·- . :
ai 4\V•V~-V.• -S,. Gli esempi seguenti illustrano l'uso delle leggi di Kirchhoff per analiZ7.arele
reti elettriche. In ogni caso si suppone che le reti elettriche siano in condizioni
~ \!Ulll Regole per
stazionarie, cioè che le correnti nei l'ari rami siano costanti. Se viene inserito un
.,i;,.,.mimu~· la . c~duta ~1
·:,nu,:-iMÌ\\k ;\i , ì,p1eh una resi- condensatore come elemento di un rJmo, es.~oagisce come circuito aperto, cioè
!..;~.,,li 1111\1balleria, sup- la corrente che circola nel ramo di circuito contenente il condensatore sarà, in
·,u,tt1tl\>--'"' quest'ultima
.:im .~bh, ,.,,,\,,wnzainterna.
condizioni stazionarie, zero .

1. Primo, disegnare lo schema elettrico del circuito, assegnando nomi


e simboli a tutte le grandezze note e incognite. Bisogna assegnare
un versoalle correnti in ciascun ramo del circuito. Non bisogna spa-
ventarsi se si sceglie sbagliato il verso di una corrente; il risultato
avrà il valore negativo, ma il valoreassolutosaràgiusto.Sebbene l'as-
segnazione dei versi delle correnti sia arbitrarià, quando si applica-
no le leggi di Kirchhoff bisogna rispettare rigomsamenùi versi fissati.
2. Applicare la regola dei nodi (prima legge di Kirchhoff) a qualsiasi
nodo del circuito, in modo da ottenere una serie di relazioni tra le
varie.correnti. (Questo passo è facile!) .
3. Applicare ora la seconda legge di Kirchhoff a tante maglie del cir-
cuito quante sono necessarie per calcQlare le inc;:ognite, Per appli-
care questa legge, bisogna identificare correttamente la.caduta di
potenziale quando si attraversa ciascun elemento della maglia (sia ·i•
(G-il!IW> ~~-,·1 in senso orario che in senso antiorario), Attem,ione ai segni.
~Per geni. ctmr.
, !tll!.4-l&.;;.i\ 4. Infine, risolvere il sistema di 1:quazionj per 11:grandezze incognite.
,li,& ~,...Il Wintl Picture
.;l)Jt(//,o:,~,)
Fare attenzione ai passaggi algebrici e controllare la consistenza dei
risultati numerici.

· !.I ~ 2·1 ,9 Applicazione delle leggi di Kirchhoff


'! twi,-ar-tI)! ('()rrenti /1, 12 e 13 uclla n•t,· mostrata in Figura 21.23. Applicanclola prima 1.-ggecli Kird1hnffal
l\ l!ilg,ltlA-'ll!~-2,1. nodo r •i ollienc

J!>,t,';:/......
Scegliamo il verso delle correnti come in
2.8 / .l'ggitli Kirrhh11JJ
r tim1it1 wmf,liti " mm·11t,r,,,rfi1111a 637

14V Soluzione I.e e,1m1iioni (I). (2) ,. (3) 111ppresc·ma110


, I tre ~'<1uaiiouilineari, indipcnd,•nti, arre inrngniw. Prn1-
+ •iamo risolverle nel modn •t"!l'"-'llle: sc,stituenclo la (I)
nella (2)
Hl o
_,, liv IO - 6/ 1 - 2 (/ 1 • /~) =

(·I) Ili ~ - ll/1 + 2.ll


b
IOV
'
i,, Dh-iclcndo da.scuu termine ddla (3) per 2 t' sempiili-
cauclo
(5) -12 e -S/1+2/2
n----"'111\r---_.d Souraendo la (5) dalla (4) si t'limina /2 e-si ouiene
Ul
FJgUl'B21.23 (~:SC:mpin21.9) Rete coslituita eia tre 22 = ll/1
maglie. /1 = 2A
I.a re1e è composta da ,,. maglie, abeda, IM/eb,tM'ftla(la Sostituendo questo \".tlore di 11 nella (5) si ottiene / 2:
maglia più estema). C:i<lCCOITOllll soltanto le equazioni
di due maglie per determinare le correnti incognite;
2'2 = S/ 1 -12 = 3(2)-12 = -6
l'equazione della terza maglia nnn fornirebbe alcuna t, = -SA
indicazione nuov.1. Applicando alle maglie abnln e l,rfd,
la seconda k1,itt' di KirchholT e percorrendole in !ICnsc, lnlim•, ~, = / 1 + tl = - I A. Quindi, le correnti hanno i
or.trio, otteniamo le !ICl,'llelllit•,prcs.,ioni: st·gurnti \"ctlnri:
(2) maglia abrtla:IO\' - 11;U) / 1- (2 fi) (1 = O /1 = 2A '2 = -!lA I,.= -lA
(!l) maglia /,rfr/r. - (4 ll)tr JH' + (611) / 1 -10\' = O
li l\1110du• t, t' (1 silmo ent111mht•negari,·e inclic:asolo
Da notare cht· nt'lla maglia 111'/rb
si ottiene un seguo che abbiamo scelto il vt·no sbagliato pt·r queste corren-
positivo percom:ndo la resistenza da 6 n poiché la cor• 1ie che, comunque, i v-.i.lorinumerki scmu corretti.
renw / 1 è in verso opposto. l.'equazionc per la tel7.a
maglia tu/tifi fornisce- 14- 2(,- 4'2 = O, che rnppresen- ESERCIZIOIO Trov.,re la tlilli:r..-111.a
di ptllt."nziilit•
la proprio la somma della (2) e ddla (3). 1111i pullli ber. M.i>f·NISla\'b- V,= 2 \'.

Esempio 21.10 Rete a diverse maglie


le correnti incognite 11 ,
(a) ( ~,!colare /i, (, nella Figura 4V
21.24 in condizioni stazionarie.
d t
+
Ragionomento l.a prima ,·0511da notare i: che il rot1-
d,11.tfl/1JrrrnpprtJt11/a1111 rirr11iton/H'rltJ , q11intli11011 r, ,,t 5n 11,
rorwnlr n,I Imito glmb ili mmli:inni J/axionnrie. Allora,
/~ = I,,,_s 1,., • 11• lndicanclo lt.- corn•nti com,• in
Figura 21.24 ed applicando
KirchholT al nodo e, si ha
la prima lcgg,• cli
1,f
-'• sn

5n
I

l''
(I) 1, + 12 = ~, b g
+
Applkaudo alle maglie 1/efrr/e rj'gbrla m•couda k-gge di ev
KirchholT, si ottieni.' l•O
(2) maglia tlr/àt ·l.011 \' - C:1.011lll /0 - (:i.llCI lll I, O Il ~- h
(3) maglia rfgbr:+ (3.00 H) /2 - ir,.ooH) / 1 + 11.IKI\' = o SV U1&V
SoluzioneDalla (I) si ha di•· 11 = t, - lv, che, sc>.,1i111ita FJgUl'B21.24 (E.wmpiu 2.1.10) Rete a più maglie.
udla (!I).dà :-.lotart•.-Ire l't'<tllll7.Ìonecli Kirchhnff per le maglie può
essere applicata a qa11Ltiasimaglia chiusa, compresa
(4) 8.00 V- (5.00 0) /3 + (8.00 {}J''2 = O quella ~-unil condensatore.
lill8 Capitolo21 Co1nm1,, cireuiii II c111Te111,
ca111i111111

8ouraendo la (4) claila(2) ed eliminando /:1oi Lrova Kirchhoffalla maglia t1bg/UJ (o qualoiasimaglia che rnn-
• f 4 oo .,.J
....-;.\·:. ·~r··' tenir• il condensatore) e trovare la differenza di pOLcn•
12 = -:-li.o A=&;.!)!~~.,..: ziale A V,ai capi del condensatore stesoo:
-8.()(l V+ AV,-3.00V = o
Pokhi· /'.!i· lll'J,1;&1lh11
se: ne clC'clurcdu• p:1ss,1 da n1 /nc:lla
rc:sb1c11,ada 3.00 n. l:sando qul'Slo mlore di /~ nl'lla .11', = I I.Il\'
(3) e nella (I) si ouengono i v-,doridi / 1 e di I,: Poichr Q" CA V.,si trov-.iche la carica sul cond•·nsalorc
è eguale a
Q= (6.00µt')(II.OV) = 66.0~
In condizioni stazionarie, il condensatore rappresenta Perché l'annatur.i sinistra del condensatore è carica
\lii circuito aperto,cooicché nel r,m10ghab non circola positivamente?
correme.
(b) Qual è la carica sul condensatore? ESERCIZIO 11 Calcolare la differenza di potenziale
ai capi del condensatore percorrendo un 'altra maglia,
Soluzione P0&,iamoapplicare la seconda legge di per esempio quella esterna tulrl,a. Risposta I I .OV

21.9 • CIRCUITI RC

Fin qui abbiamo considerato reti con correnti costanti, owero dm,ili i11 rnmli-
tio11i.1/atio11arie.
Considere1·emo orn circuiti semplici contenemi condensatori,
nei quali la corrente può variare in funzione del tempo.

Carica di un condensatore
Consideriamo il circuito in Figur• 21.25, in cui tutti gli elementi som) colleg.1ti in
serie. Supponiamo che il condensatore sia inizialmente scarico. Quando l'intc,~
ruttore è aperto non circola corrente (Fig. 21.25b). Se l'intemntore \Ìene chiu-
so al= O,le cariche inizieranno a muoversi dando luogo ad una corr-entl' nel cir-
cuito e il condensatore comincerà a caricarsi (Fig. 21.25c). Si noti che durmll" il
processo di carica, le cariche stesse non passano trn le due armature del mndcn·
satore poiché lo spazio esistente tra esse rdppresenta un circuito aperto. I .a e-a.-i-
ca, invece, si trasterisce dall'una all'altra armatura, attrdverso la resistenza,
l'interruttore e la batteria, fino a quando il condensatore è completamente cari-
co. li \-alore massimo della carica dipende dalla f.e.m. della batteria. Quando

(lll (h) (,·)


Figura 21.25 (a) C:onclrnsatorein serie con una 1·•·sis1rnw,una hmteria e 1111 in1e1-r11l•
torr. (h) Schema di circuito che rappresenta il sistema prima della chi,isurd dell'inlcl'f
ruttore; per I< Il. (cl Schema di circuito dopo la chiusura dell'interruttore, I> O. '
21.9 <:irmili ItC 639

viene rnggiunto questo ,·alore massimo, la l'OITcntc nel circuito divema zero.
Dal punto di vista quamitati\'O, applichiamo la seconda legge di Kirt·hhoff al
circuito dopola chiusura dell'i111em1ttorc. Otteniamo
q
e -y -IN= O [21.30)

dove m è la caduta di potenziale ai capi della resistenza, e q I Cquella ai capi del


conclt>nsatore. Notiamo che qe I sono valori isJant,meirispeui,-ameme della cari-
ca e della correme durante il processo dl carica del condensatore.
Si può utilizzare l'Equazione 21.30 per trovare la correntt> iniziale nel circui-
to e la massima carica sul condensatore. Quando ,iene chiuso l'imerruttore, a
t = O,la carica sul condensatore è zero e dall'Equazione 21.30 si trova che la cor-
rente iniziale nel circuito, /i1 • è massima e uguale a
e
Io= R (corrente a / = 0) [21.31] • Correntemassima

In questo istante, la caduta di potenziale è interamente ai capi della resistenza.


Alla fine, quando il condensatore è stato caricato lino al suo \'lllore massimo Q,
la c-arirn smette cli passan,. la corrente nel cirn1ito è zero e la caduta di poten-
ziale è interamente ai capi del condensatore. Sostimendo /=O nell'I-:quazionc
21.30 si ottienl' per Q l'espressione scgucmc:

(! = <.E (rnlon· mas.simo ddla carica) [21.32] • Oniaz massima


sul condensatore
Per determim1re le esprt·s.,ioni analitiche che fomiscono la rlipendcnza dal
tempo della carica t' della corrente, bisogna risol\'ert• l'Equazione 21.30, una sola
cqnazion<· C'ontenentt· due rnriahili. q e /. Sostituiamo / = dq I dt e riscrhiamo

"'' e
F=R- q
R<:
Si può trovare un'espressione per qin funzione del tempo, portando a primo
membro i termini in q e a secondo membro quelli in /, quindi integrando i due
membri tenendo conto delle condizioni iniziali del problema ( q = O al tempo
t =O):

"''
(CS-q)
=--RC
1-dt

I q
(I
''"
(Ge-.q)
-- 1-
RC
I
l

n
di

(:S-q) I
In ( ---
G6 RC
ilm•t• a sinistra. l't•spn·s.~ionc in part•ntcsi è n•rtanwntc po5iti\11nd campo elci
\'alori di q in quanto il suo massimo \·alore è.• (:S.
Quindi, per la definizione di logaritmo natur.1le po5:,iamo SC'rivcrcquest.t
<·sprt·s.~imwcome

(21.SSJ • e.aria,infu,mone del


tempoJ1er'
1111conden,atore
dove Q = <:eè la carica massimasul condensatore cd e è la base del logaritmo aznmto·tramiteun remtore
naturale.
Capitolo 21 Cont'nil',, rirruili fl rorr,nlf ronli11ua

. 'I I

0.6$:;Lc-::-
..
-::~~ I
/0 l 10 = ~
. ' .
'.,. :
I
0.37/0 ~
. I
T I T I

(a) (b)
Figura21.26 (a) Grafico dell'andamento della carica sul condensatore in funzione
del tempo, per il circuito di Figura 21.25. Dopo un tempo pari alla costante dì tempo, -r,
la carica è il 6!1%del valore mas.,imo, CS. l.a carica tende al suo ma.ssimo ,-alore per
I-+ oo • (b) Grafico della corrente in funzione del tempo per il circuito RC di Figura
21.25. La corrente ha il suo mas.,imo valore /0 = 8/ /la I= Oe decresce esponenzialmen-
te a zero per I-+ oo. Dopo un tempo pari a -rla corrente diminuisce al 37% dc-Isuo val<>·
re iniziale.

Un'esprt•ssione per l.1 corrente pui'i t·ss1·rc rrornta ckrivando l'Equazione


21.33 rispeuo al tempo. Utilizzando / = tlq/ tlt, avremo

(,'orr1mte• /(/) = JL r·ti/11 (21.341


~J~ dtl tempo
u
dove 8/ Rè la corrente iniziale del circuito.
I grafici delle Equazioni 21.33 e 21.34 sono mostrati in Figura 21.26. Si noti
che la carica è zero a I= O e si awicina ;ti \'alore massimo CS per I-+ co (Fig.
21.26a). Inoltre, la corrente ha il suo massin11nalorc fi1 = 8/ Ua t = Oe diminui-
sce csponenzialmentl' 1·ersoOper I-+ co (Fig. 21.21ih). L;1quantità R<: clw appa-
re nell'esponenziale delle Equazioni 21.33 e 21.34 è detta costante di tempo, -r,
del circuito. Essarappresenta il tempo che impiega la corrente ;1 diminuire fino
a 1/edel suo valore:iniziale, cioè in un tempo -r,I= ,- 11i,= 0.37 lo-In un tempo 2-r,
I= ,-2 10 = 0.135 10, e così via. Analogamente, in un tempo -rla carica aumenterà
da Oa C8 [ 1-rt) = 0.63 e.e.
L'analisi dimensionale mostra cht' -rlm k dimensioni di un tempo:

[ -r] = [ RCI = [ ~ V X ~~ ] =[ Q I ] ~ = ['/]

Il lavoro svolto dalla batteria dunmte il processo di carica è Q8 = C8 2•


Quando il condensatore è completamente carico, l'energia in esso immagazzi-
nata è~ Q8 = ~ Gl32, che è esattamente metà del lavoro ~-voltodalla batteria. Si
lascia comt• prnblemn la dimostrazione che la n•stante metà dell'energia fornita
dalla batteria si tra.~fommin calore dijoulc nella resistenza (Problema :>l!).

Scarica di un condensatore
Consideriamo orn il cirn1ito in Figura 21.27, che consiste in 1111romk11satore
con una carica iniziale Q, una resistenza e 1111interruttore. Quando l'intcrruuo- .
re è aperto (Fig. 21.27a) c'è una differenza di potenziale Q /Cai capi del con-·
densatore e una differenza di potenziale Oai capi della resistenza poiché / = O••/
·i
21.9 <:im1iliRC 641

St· l'interruttore viene chiuso al tempo I= O, il condensatore comincia a sntri-


rnrsi sulla resistenza. A un certo istante, durante la scarica, la corrente nel cir-
cuito è /e la carica sul ('()nclensatore è q (Fig. 21.27h). Dalla seconda legge di
Kirchhnff. ,i ,wlr dw la ,·acluta rii potenziai<' ai c.tpi clrlla rt·,istenza, fil, clevc
,·,"·1, 11g11,1k ai rnpi ciel ('01t<ll·11satoi, .. q/C:
alla dilfrn·111.1di p111<·11liak

IR = ..!L [21.35)
e:
La corrente nel circuito d~·e essere uguale alla diminuzione della carica sul con-
densatore. Cioè, / = - tlq/dl. e così l'Equazioue 21.35 diventa

-R..!!J_ = ..!f._
t11 e
dq I
- =---dt
q RC

lm,·griamo questa espres\ione w,wndo sempre pres,·nte le condizioni per cui è


q= Q per/= O

i Q
'I
.±i_
'I
- R~: J:dt
In x ) -- -7u:
( ;)', /

q(I) = Qt·l'/1(: [21.36) • Oirica infuw:ionedel


tempoperWI condensatDre
lkrinmclo l"Equazione ì!l .:16rispetto al tempo si ottiene l"andamt·llto della cor- chesi mirica
rent,· in hullione del tempo:

/(I) (21.37] • eomm.infu,wone del


tempoperun condensatore
dove la corrente inìtiale /0 = Q J RG Vediamo che sia la carica sul condensatore chesi scarica
che la corrt•ntt• diminuiscono esponenzialmente con una rapidità caratterizzata
dalla cost,llltt· di tempo T" Rr..

· ,F,sù;a.·n,gi~,7,.,. ..,.,· ': "/: :.•'.,. · ...,)iVj.i..;_ill


~tolti automobilisti som, t'<jUipaggiatl con tergicristalli che si p<~"-wnuusare à inlér•
minema dumnte una lt-ggt'rJ pioggia. Come dìpende questo funzionaniento dalla
t·arit'a t· st·cuica di un condensatore?

Ragionomenlo I tergicristalli fanno parte di un circuito RC:la cui costante di


tempo può t's"it·n· varia1a1..l'l«.•,iommcln di\'t·rsi ,·aiuti cli Ualll11\'t'r!i-n 1111
i111t•rfution n
1

pili \it·. li hn·,·c tempo dunmtt· il <(lmlt.•il tcrgicrist•dlu rc.•stuan:t•so t· il \t'mpù dunut·
tt· il 11ualcè •pento ,·iene dctt:m1inato dal valore della co5ta11t1• di tt·mpo rlt•Icircuito.

Esempio 21.11 Carica di un condensatore in un circuito RC


l.' n condcnsaton.· M·arico. una resistt'07J:\ e una batteria stantt' di tempo del circuito, la massima rnrica sul con-
sono collegati in serie come in Figum 21.25. Se B = densatore, la corrente mas.~ima che può circolare nel
12.0 V, C = 5.00 ~F ed R = 8.00 x IW n, trovare la CO- circuito, la carica e la corrente in funzione del tempo.
Capilolo 21 C:an'f•11II'
r rirruiti ti rnn'flllf nmlimw

·t~
:{ff .frn"
La costante di tcmpu elci circuito è -r = RC:=
!l) (5.00 x 10-1;F) ~ 4.00 s. La c~rica massima
- /(/) = 15.0 ,-•fl
µA

·iX:,-*Mt!11MllOl'e è Q= ce
= (!1.00X 10-,;F) (12.0 V) = ESERCIZIO12 Calcolare la carica sul condcnsalore
',.,"'if,;,
L}' _'..e 1~1corrente massima 1u.'I circuuo
' . e• .10 ' = c."'/R =
Jf ·,'i:1~.llllx IO-' O) =l!i.O µ,·\: U1ilim111do questi
· <·':·!} l'e l{,1mllioni ~I .!t\ t· ~I .:\-I ?il ha
e la corrente nel circuito dopo che è trascorso liii
1cmpo pari alla costamc cli u:-mpo.
lfopo,1<· 37.9 µ.C:;5.52 µ.-\.

L.. \.i<i(7 !iO-Q[l.-i:'~l. µ,C

r~ 21. 12 Scarica di un condensatore in un circuito RC


-'l1i•ò~:,
··ff{-~ .., -un condensalon.• (', c he sua
· scarican
· dosi· Soluzione
· Usando le Equazioni 20.29 e 21.36 si può
ì'f;~:1fffilm,
w111 resistenza R C<llllC in ~igura 21.27. (a) esprimere l'energia immag-.ir.,inata nel condensatore in
,/tf,fr!1111111e
costanti di tempo 111 carica_d~I. condensa- qualsiasi istante Icome
··Zf'#,'~;\ a un quar10 del sm>v-,llore 1m21ale?
. L\l carica del condensatore varia nel tempo U = _.!f._= .Jf.. ;21/H<: = lfi,,-2,I R<:
',i,1/1'li''Equazione21.!16,q(I) = Qi' 1RCdoveQèla 2C 2C
'/~!i tii,i,lle del condeni1111om Per lrovare il 1empo
·.'.-'-'.:.mo
•.tlìnché la carie:, q sct•nda a un qu,1rto del dove V0 è l'energia iniziale immag.11,inata nel conclcn-
?-'.-,1'~nr.iuiliale si sostituisrt· q(/) = Q/4 in questa sa1orc. Prnrcdendocome nel caso (a) abbiamo l"= (',1/4
' )il,.\,1~ e si risolve per I: e risolwndo per I:

!Q = '-""' 1«: ~ l·O= Lft,,-


2 ' 1 H<:

\ = r·' ~~ ~ = ,-'21 /l(

i,))Ì' .' . '

-In •I=
__
,, ).fMdn i logaritmi di e11ir.m1b11 membri, tro'1amo
,_
Calcolando il logaritmo dei due membri e risolvendo
per/:

RC I = ~ RC In 4 = 0.693RC
; t = RCln 4 = 1.39,RC
.I

- i V:mffgiaimmagauim1111
I t'·Y/
.I· ' &M<idt.iw-.m1e
nel condensatore
la sua scaric:-.l.Dopoquante coslanti di
ESERCIZIO13 Dopo quante costanti di tempo la
corrente nel circuilo RC scenderà a me1à del suo \",ilore
iniziale? Risposi;, 0.693 RC.
I/r:l'f,;,
.
!i li i ~, f~
>
immagazzlnnta scen d era• a un quarto
..,_.,/, •-711.iut~'ioff
Iniziale?

ESERCIZIO 14 Un condcni1111orcscm'icu e una resistenza sono collegali in serie a


ooneria. Se e = 9.0 \', C = 20 µF, ccl R = I 00 O, trov-.irc (a) la costante di 1empo del
111111
dm1ito, (b) la carica ma.,sima del cond<·ns:uorc, e (e) la correnle massima nel circuito.
Ri,P''"" (a) 2.0 ms (b) 180 µ.C: (e) \lO 111A

!9ff.4,A*lo
---------------------------- !..acorrente elettrica / in un condmtore è deliniia come

I= ..!!:SJ,_ (21.21
1/1

dO\'t' ,IQè la c:arica che attraverso, una seziont• dd conduttore nel tempo di. l.'unilà SI di'
co1wn1c è l'ampere (A). dove I A• I C/8. 1
I.a rnrremc in un rnnclu1tore viene espres.'1l1in lermini del molo dei porllltori dr
t·~rir.i medianle h1 reh11.ione ·
I = nqvdA (21,4\
Sominariu

v,
dove 11è la dl'nsiuì dl'i portatori di carica, q è la k,ro carica, è la velocità di dc:riv-.i,,. ,\
i: l'area della se1.io11cdel conduuorc.
La densità di corren~J in un conduuore i: dtofinha come la com:nu: per unità di
arca:

1"' T - ,,,,,.., (21.51

1.a resistenzaR di un conduuore è definita come il rapporto tm la di0c.•ren1.adi


potenziale ai capi del conduuorc e la corrente:

(21.7)

l.'unhà SI di rcsistenni è voltsu ampere, ed è chianuua ohm (U). Cioè, I n" I V/ A.


Se la resistenza è indipendente dalla tensione applicata, il condutture ubbidisci: alla
legge di Ohm, ed i conduttori che hanno una resistc111.acostante per 1111 ampio inter-
,-allo di tensioni ,-engono deui ohmùi.
Se il co11d111toreha una sezione uniforme di area A e lungheu.a t, la sua rcsiste112aè
data da

R = P...!_ (21.9)
A
dove p viene c:hiamam resistività del conduttore. l.'in,·erso della r,·,i•lhfoì è- definito
come conduttività,u. Cioè cr = I /p.
La resistMtà di un conduttore varia ccm b1tempcratur.i in maniera app1msimati,-a-
mcnte linc:arc,c.·ci,>i•

p = 1-1,ll + a(T- '/i,)I (21.11)

dove a è il coefficienu: termico della resistMtà «:Po i: la resistività alla temper,1111radi


riferimento T0 • •
In un moddk, clas.,ico della conduzione ell•unmic:a nl'i 111c·1alli,
gli c·l,·nnmi wngo-
no trattati come mol«:col«:di 1111 gas. In as!lt'nlll di campo demico, la ,·dociti1 111,-dia
degli cleuroui è zero. Quando si applica un campo clcttric:o, gli elcuroni si muovono
(in media) con una velocitàdi deriva v4 • che è opposta al c-.impo elettrico:

v,=~T
m 121.16I

clow Tè Il tempo medio tra le colli•ioni con gli 111omidt'I nwmllo. 1.a rcsistMtà del
materiak s,•condn qut•st<>modello è data da
lii
p = ,,,,,., (21.19)

d<>,-en è il numero di elettroni liberi per unità di volume.


Se ai rapi di un conduttore viene mantenuta una differenza di potenziale AV.la _
potenza, o ent'rgia per unità di tempo fornita al rondtlllort" è data da

P = IAV (21.21)

l'nkhé per 1111condunon· dw st-gue la kgi;e di Ohm .l 1· = lii, prn1.,imnot•aprimerc la


potcnza dissipata in 1111resistore nella forma

I' = JVR = (A \')V (21.22)


1t
!.'energia eleurica fornita a un resistore si trasforma in energia interna (energia ter-
mica) nel reslstc,re,
Capitolo 21 Correnlee cirn•iUa rorrt1Jlt ctmlir,ua
644

La f,e,m, di una batteria equivale ali.a d.d.p. ai suoi capi quando la cm-rc1uc i· ,c·ro,
cioè la f.e.m. corrisponde alla d.d.p. a circuito aperto.
La resistenza equivalentedi un insieme cli resistori collegati in serie è data eia

(21.27)

La resistenzaequivalentedi 1111
insieme di resistori cullrgati in Jmmllr/oi• ci,tta da
I I I I
~ = °R;""+-;ç+R;"+ ... [21.29)

Reti elettriche complesse costituite da più di una maglia possono essere risolte più
facilmente usando due semplici regole dette leggi di Kirchhoff:
I. la somma delle correnti che entr.mo in un nodo deve essere uguale alla somma
di quelle che ne escono.
2. La somma delle differenze di potenziale ai capi di ogni ramo appartenente ad
una maglia deve essere uguale a zero.
La prima legge è una conseguenza della legge della conservazione della carica. La
seconda equivale alla legge della conservazione dell'energia.
Quando una resistenza viene percorsa nel verso della corrente, la c;icluta cli poten-
ziale, !J.V.ai capi della resistenza è - /R. Se la resistenza viene percorsa in ,·erso opposto
!J.V=+ IR.
Se una f.c.111.\'iene attraversata nel verso della f.e.111.(eia negativo a positi\'o) la
caduta di potenziale è+ 8, Analogamente, se è attraversata in verso opposto, la niclum i•
-e.
Se un condensatore viene carkato con mm hatll'ria di f.l·.m. e attrH,·t•rso una n·si-
stenza R, la carica sul condt·nlilttore e la rnn·ente nel cirniim mriano 111'11t·mpo st·,·011-
clo le espressioni
q(I) = Q[l - e·I/H<:] (21.!l!I)

/(I) = .!i.,_,-1111,: (21.34)


R
dove Q = CE è la m1wi11,acarica sul condensato!'<'. li prodotto RC:vit·m· ckno costante
di tempo del circuito.
Se un condensatore carico viene scaricato su una resistenza R. la carie;, t• la rnrren-
te decrescono esponenzialmente nel tempo secondo le espressioni

q(/) = Qe·t/H<: (21.!16)

/ ( I) = lo ,-,1m: (21.!17)

dove li, = Q I /IC è la corrente iniziale nel circuito e Q è la carica iniziale sul condensa•
tore.

'D().\IANDE
CONCETIUAIJ
~ wi1<1-"llliugia tra traffico stradale e corrente elettri- ché la resistenza di un materiale l'l'cscerebbc con là
,,.,, ,._ dovrebbe corrispondere alla carica Q? Crua temper.itura. .
,.\\.'"'"~ ("Orrispondere alla corrente /? 5. Spieg-.arc come una corrente elettrica può persistere.
~,,~l\.ll'i lnflut'nzano h, rcsistcn:l.ilcli un cunduuu~
-...!..\h\Ì.\ in un superconduttore sl'nza cl.d.p.
ll(t ffiJC0Sl1 accadrebbe della velocità di derÌ\•.ad<:glicletll'!>'.
'K ~ ltìill\.\ e B sono fatti dello stesso metallo e hanno ni in liii filo e alla corrente nel filo se gli elettroni
"··· ,·111.-lwighezze,ma la resisten1.a del filo A è tre \'Olle potc!l.'ICro muoversi liber.amente sen,.a incontrare_,
,11~;,..._~ di quella del filo B. Qual è il mpporto trn le resistenza? ..
i~\l'.,orWuR Qual è il rapporto tr.i i loro raggi? [L) Dato che le cariche fluiscono molto lentamente atll'.ai.i
~ 11,.·~ 111teoria atomica della materia spiegare per- verso un metallo, come mai non sono necessarie dit
,,,I
I )ommu/1-•
mncettu11li .645

,·,·rsl· un: perdu.'.•si acceucla la luce dopo aver pn·mu· 17. Sono disponibili cl11t• gmppi rlin•rsi ili lampmlim• pt·r
to l'intemutore? l'albero di Natale. Per il gruppo A, qnandn viene tolta
8. llO\·endo progcllarc uno scaldabagno usando del filo (o si brucia) uua lampaclhm le n·stanli rimangono ace._..
di nichelcromo come elemento termico, quali pam- se. Per il gmppo 8, quando si toglie una hunpadina, lt-
rnctri del filo avete a disposizione per ollenere una rt·st:uui non run,iunann piit. Spi<·gan· la rlifferenza nd
potrn,a di I IHJOW? coll<.·J,tiutu·nti tnt lr lampaclittt:
t•!-iis1,·111i cl,•ichll'gruppi.
H. l.l' battc..·rìc.-
cldl<"automobili sono quotai<.'in .unpen,-. IN. I <lnc fari itllll·riori di un".111101111,hilt·
,uno n,lkgati i11
ra. Ciò definisce una quantità di corrente, potenza, serie o iu paralldo? C,um· puoi aff,·nnarln,
energia o carica che può essere estratta dalla balleria? 19. Una stazione sciistica consiste di akunc scggio,ie e di-
IO. Come colk-gherestc dei resistori per ottenere una verse pisll' collegate sul lato della 111n111agm1 rnn una
resistenza equivalente maggiore di quella di ogni sin- cu~tn1zione sul fnnclo. 1,1.• st.-ggio\'icsono analog:lw a
golo resistore? Fare un esempio. batterie e le piste suno analoghe alle resistenze. llist•
11. Come colleghereste dei resistori affinché la resistenza gnare come due piste possono essere in serie. Disegna-
equi\'aleme risulti minore di quella di ogni singolo re come tre piste possono essere in parallelo. Oist.-gna-
resistore? Fare un esempio. rt• un nodo fra una seggimia e due piste, Uno degli
[rn Spiegare perché un uccello può rimanere su un cavo sciatori possiede un altimeu·o. Definire le leggi di Kir-
dell'alta tensione senza subire danni. chholf per i nodi e per le maglie della stazione sciistica.
13. Un "cono circuito" è un circuito che presenta un per- 20. Riferendosi alla Fìgum 021.20 si descriva che cosa
corso di resistenza bassissima in parallelo con qualche accade alla lampadina dopo la chiusur.t dell'intemtt·
altra parte dd circuito. Si discuta l'effetto sulla por- tore. Si supponga che il condensatore abbia grande
,ione di circuito per il quale il corto circuito risulta in capacit:ì e sia inizialmente scarico e che la luce si
pamllelo. Usare com•· esempio una lampadina con il acn:uda quando & collcgma din:ttanu:nte ai capi
ra,·o cti.idiml'ntazi,mcsfilardatc,. clt·ll;, ham·lia.
l·I. l'n drrnito consiste di trt· lmnpadinc idcmkhe colle-
gate in serie ad una balleria come nel circuito mostrn·
tu in Figura 021.14. Quando si d1i11dt· l'intetTullnt·t•
S. (a) rht• t·osa surn·dt· dl'lla int,·nsitil luminosa cldl,·
hunpadine A e B? (h) Che rn,.;1 succede dell'intensità e
luminosa della lampadina C? (c) Cosa si può dire del-
le com:mi nei circuiti? (cl) I.a potenza dissipata nel
drnlito aumenta, diminuisrc o rimi.tue costante?

A B e
o---to ,]

l1,1crn1tton·
Batteria FiguraD21.20

21. La Figur.t D21.21 mostra un collt·h"'mento in seri,· cli


tre h1mpadine, tutte alimentate a 220 \'. cli potèntc,

FiguraD21.14
15. Due lampadine limzionano ambedue a 2'20 V, ma
una ha una potenza cli 25 W e l'altra di 100 W. Quale
rlelk clut· ha resisten1.a maggiore? Qual è percorsa
,lalla n>rre1tll' nmg:gi,,rc?
rn. Se I't·nergia elettrica vien•• t111sporn1ta su lunghe
distanze, la resistem.a dei fili di\'enta signilicativa.
Perché? In qual modo si otterrebbe minor perdita di
energia: altu corrente e hassa tensione o ba.s.'w:I
corren~
te e alta tensione? Si discuta. Figura D21,21 (flmry Ltap andfim lAlmian)
Capitolo21 (.'mnmlee circuiti<J cm·,.,.nlfnmli11ur1

rl"pt·tlivmncmte, di 60 W, 75 W, e 200 W. Perché le jg[] Uno studente afferma che una st•cnnda lampadim, in
lnwn~ili\ luminose delle lampade sono diverse? Quale serie è meno luminosa della prima, pokhé la prima
J11111pudln11ha la resistenza maggiore? In che modo consum~t una certa corrente. Come si risponde a
~nn•hlwro diverse le loro intensità se fossero collegate questa affcrma,.ioni,?
;11paralh-ln?

PROBLEMI
1•1r111tp'11l'o
21.1 Con-ente elettrica · gli estremi di una fascia elastica. (h) Stimarl' l'online
1, Jn 1111
,·(•rm tubo a raggi catodici, la corrente elci fa. di grandezza della resistenza fra i lati "1,•sta• e "n-ncc"
~do f' l!O.Oµ.A. Quanti elettroni colpiscono lo schcr- di una moneta da 100 lire. In ria...cun ca.•o definite
1110 del tubo ogni 40.0 s? quali graucle1.zc prendete come dati l' i mlori dil' mi•
!/, lii 1kve 11rgentare una teiera che ha una superficie di surate o stimate per esse. (e) No,ift1/t la/"°''"" w.111,
70\l cmv,EM,1è collegata all'elettrodo negativo di una ma, ogni moneta, quak ordine cli grancle,za cli rnr-
(Clln cl~nrolitica, . ·contenen_te nitrMo d'argento reme tra.,porterehhc se fos.'ICcollegata a una prella a
(Ali'NO~).Se la cella è alim_entata con una batteria a 220V?
I!l.Ve lia ·uua resistenza di 1.80O,_quanto. tempo sarà 11. Mentre attrdvena la Valle della Morte ih un gionw in
nett•s.'lilrlò affinché si depositi'unostrato di argento di cui la temperatura è 51\.0°C.,llill Hiker tro,'il dll' una
O.I!\,'I mm sulla teiera? (Densità dell'argento = 10.5 x certa tcnsimu.• applkarn a un filo di rame gen(•1·amm
J0:1kl(/m"). l' ..\nmnin, e
co,-rcntt• cli 1.00 .\. llill, allora, at1nl\·c·1-s.1
!'i.]Supponiamo che la corrent~ in un conduttore decre- applica la stessa lt·11.,im11·allo st<•s.,ofilo. Qual,· rnr-
.. ., 11wnlakgge/(I) = / 0 ,' 'con/ 0 rn1..-en1eall'istm1- rcntt· mi•mrer.ì se.·la u·mpt•r.uura i.·-HH··c:: Si u:oiMmrn
lr I·• O e• T una costante di tempo. Consideriamo un che non l"i siano variazioni cli forma e cli clinu:osioni
1,1111 111/' cli osse"-azione fisso dentro il wnduttore. elci filo.
1,11 Q11an1.1rnrirn par.,a in Ptrn l'istante• I= O e I= T? I'> Um, bnrdu•na cli allumi11iu ha una ic·~i,1t·1u.1 cli
1hl Qrn11n,1 rarira passa tra l'istante I= O t' l'ist,1111e 1.21140 a 20.0°C. Cakolan• h1 n•sis1c111.ud.-lla hac-
1., 10 T? Q11mlla carica pas.,atra I= Oe t = oo? cheua il 120°C tenendo conto sh, dclh\ ,,,riazionc
1•11 gt•nerntore Van de Graaff produce un fascio di della resisthità sia dcli<· dimensioni della st<·s.,a.
,1i-n111nidi 2.00 MeV. I deutoni sono nuclei di idroge- 13. Una lampadina ha 1111filamt•ntn cli tnngsi.-110 c·on
110 pt•,-um· rontcnenti un protone e un neutrone. (a) umi n·sistt•n,a di I!I.O H quando è fredda e· cli l .JOn
~r 111 <'<>l'"'llle del fascio è IO.O µA, quanto sono quando è calda. Ar.,unwndo cli poter us.,r.- l'fa1ua-
ili~m11tii dc·umni? (b) La loro repulsione elettro.,mti· >.ione 21.13 su tutto il rnmpo di tempenmm· inll'rcs-
c·u r m1fattore cli stabilità del fascio? Spiegare. sato, tromre la tempt·rnmrn del filamclllo quando è
!I. 1111 lilt>cli alluminio con una sezione di 4.00 x Jr m2 caldo. Si as.'iuma una temperatura inizialt.· di 20.0.,C.
tn~•porm "'"' corrente di 5.00 A, Calcolare la velocità 14. Un filo di carbonio e uno cli nichelcromo wno colk~
ili 1lt•l'i\'lldegli elettroni nel filo. La densità dell'allu- gati in Meril·.Se la combinaziom· ha una rc•sistc-nzacli
minio~ 2.70 g/cm 3• (Si supponga che ciascun atomo I O.Okll a O'C, qual è la rcsist<•nz,1di ciasnm filo a o•c
r...-ni•t·:1nn solo elettrone). tuie per cui I~,resistenza dt'lla ,:omhinazirnu- non ,etti
con lii u-mpermura?
t'lll'lll(Mlfo 21.2 Resisténzae legge di Ohm
1, \ 'n.> l,1111padlnaba una resistenza di 450 O quando Paragrafo 21.4 Un modello per la conduzione
''"''"' 11\tM 1ensione di 120 V. Quale corrente attraver- elettrica
!<11 h1 l11111padioa? II[] Se la ,·elocità
di clcriv-ddegli elettroni liberi in un filo
]J:J ,\miwerso 1111fil(,) di tungsteno della lunghezza di di rame è 7.84 x 10·• 111/s, calcolare il campo elettrico
'· I .!IOm e dì sezione 0.600 mm 2 viene mantenuta una nel condullore.
11.11.p.di 0.900 V. Qual è la corrente nel filo? 16. Se la corrente che attraversa 1111 certo conduttore
~ ~uppnnìi11110che si voglia fabbricare un filo elettrico viene raddoppiam che rosa sucrt-cle (a) alla dcmità cli
11nih,nm• utilizzando 1.00 g di mmc. Sl' il filo ha una rnrka 1mspnrm1a? (h) /\Ila dc·nsit.ì di 1·mn·111<·,(r)
11">1>1,·nm H; 0.500 O e si vuole utilizimrt· tutto il rn- Alla ,·clodtà di deriva degli elettroni? (d) All'interval·
mt• 11mdè ~11) la lunghezza e (b) il diamctrn del filo? lo di tempo medio trn due urti consecuthi?
~ l'n lilo mewlico di 12.0O è tagliato in tre parti ug\la•
li dw s1>nopoi collegate per formare un nuovo filo cli Paragrafo21.5 Energia e potenza elettrica
...:: hm~h,·,ia uguale a un terzo di quella originaria. 17. Un tostapane- i• marcato a fiOOW quando i· collegato a
\\:,; 1, . Q.11:11 è la mlstenza di questo nuovo filo? una tensione di 220 V. Quale corrente attrawna il
/ilàl~\(a)
~~:{1\
Stimarr l'ordine di grandezza della rcsi•tenza l'r.1 tostapane e qual è la sua resistenza?
647

lii. In una <"t'ntrnl,· ielroclt,nrica una turbina fornist·r valc>rc.nm nella slm lmr:i.11 ckl(li aurc:zzic.·isu11c,u11rc.·si-
1500 hp a ,m gcnrratore, che a sua volt:, conve,·tc stor.- da 500 !l e due da 250 U. Come puù tla <111esli
1'80.0% drll'cnergia me<T,mica in energia deurica. In resistori ottenc•rcla rcsiswnza occorrt•n tt,•?
t(tlt'st,·rondiziuni. c1ual,·c:urn·ntc~ fhn1iset•il g<"tu.•n.11,~ (a) Tnl\·an.· la n'"iÌSll'nta <·qui,1,lt•111c•
tra i p11111ì"e· I,
rr \.t' In clifkn·111.1cli 11111t·n1ial,·
ai tt.·r111i11,11i
i.·~O(){)\'? 11dla Figurn 1'21.211.(h) Sr la rliff<:l('nli1di potc111ialc
19. '211ali· la n.·sist<.·1uan,·n·ss..1ria ~l un ri~·i1lcl.ttorc a di :I-I.O\' é applicata tr.i i pumi ",. h, rnkuhu·l· I;, rnr-
immersione allinché· possa aume111are la tempcr.itur:1 n·nlc in ogni rf!sistore.
di 1.50 kg d'acqua eia 10.0"C: a 50.0'C: in IO.O min
7.000
'tllanclo lavorn a I IO \'?
20. Qual i: la resisten,a ueccssari.1 cli un riscaldatore a
immersione capace di far aumentare la tempcr:uum
di una mas.sa m d'acqua da T1 a T2 in un inter.·.illo 61
quando funziona a un.1 tensione 6 V ?
~ Supponiamo che per un istante un alimentatore prn-
duca una tensione di 140 V. Di quale pcrcenmale
aumenta l'intensità luminosa di mm lampadina da n
120 V e 100 W, nell'ipotesi che per l'aumento di ten- FiguraP21.28
sione la sua resistenza non vari?
22. Un awolgimento cli filo di nichelcromo i- lungo fg[] Si consideri il cirrnitu mostrato in •·iguni 1"2l.2<J.Tro-
25.0 m. Il filo lm un tliam<·tro di 0.100 mm <',i trorn a \,11"<'
(a) la rm·1·c11t<'
nl'lla resist<•m.ada 20.0 U e (b) la
una tt·mpc.·n1tm11 di 20.o~c.Se cM<> conduc<"una n,r~ cl.d.p. trn i pumi ",. li.
n·nw cli o.,,on. \. quali sono (a) l'intensitil ell"Irnmpo
ekltrico nel lilu. e (b) l.1poten7.a che esso dis.<iJ>'fr(<·)
&• la tempcr:itUr:I illlllll'nta a :\40°C C la l<'nsion<•
rimmu.-c·ostanlt'.qual<-po1t·n1i1n·rrù cli,.,,ipat;1:' n
!!:t l.t· hillll'rit.· sonc, qt1n1,1n• in mnpc:rora (A·hJ, don·
una h;im•ri;i che può produrr<· una corrente di 2.00 ,\
per :tooh ,·i<·nc quotam" 6.00 A·h. (a) Qual è l"enl'I'· 5.00 20.00
gia totak. in d1ilowattor.1, immagazlinata in una hat-
tcri.1 cl" 12.0 \" quurnm a !",5.0A·lfr (h) .\ l!iO lire per
chilmrnuora, qu;il i- il rnlorc ddl"l'll·ltrkiti1 produlla FiguraP21.29
eia <(Ul'Slllballeria?
30. Una lampada nmrcata "75 W [a] 220 V" i, awitata a
Paragrafo 21.6 Forza elettromotrice un portalampade all'estremo cli un lungo cavo di ali-
24. (a) Qual l' la corrente in un resistore di 5.60 U rnlk~ mentazione nel quale ciascuno dei due conduuori ha
g.i.to a una batteria con una resisten1.;tinterna cli mm n·sistenza di 0.800 n. L'altro estremo del cavo è
0.200 !I, s<·h1d.d.p. ai capi della batll'ria è IO.O\'? (h) collegato a una presa da 220 V. Di'"'!lnare il circuito e
Qtml è.·la f.t·.111.clclh1lmucria? trnmrc la pmenza elTcttiva della lampada in questo
~1\,1
Una hatll'1ia lm mm Ll·.m. cli 15.0 V. 1~1cl.d.p. ai suoi drn1ito.
capi cli\·t·nm di I I .(i\' st' es.sa fornisce 20.0 W di pown- Tr<" n•sistori da l00 U sono collegati come in •·igum
,a acl un n·sistort· di rnrico t'lltemo Il (a) Qu.11i, il mio- P'll.:11. !Jt nmssima potent.a che pub eisserc dissipata
re di R? (h) Qual i, la resistenza intenta ddla batteria? in cu1scu11arcsiatenza è 2!\.0 W. (a) Qttal è~.. massima
26. Due batterie da 1.50 \', sono collegate, con i tem1inali tensione t:he può cs.,cre applicam tr.i a e b? Per la
che fontiscono correntl' nello stes.so veno, in seri<·ad tensione clctcrminat, in (.1) qual è la dis.<lip.tziunedi
un flash di una macchina fotogr.llic-.i. Una haue1ia lm pot<·111.a in cia.,cun resistore? Qual è la potem11 tomie
una rcsisten7.a intenta di 0.255 n, l'altrJ. di 0.153 n. dissipata?
Quando si chiude l'intemmore una corrcnu, di 0.6 A
pats.,anella hunpmla. la) Q1ml i· la rt•sis1,·n1.a,lf'lh1hm1-
p,1tla: (h) Quale Jm,iun<· elclh, potenza è.· cliMipat:1 1000
ncllt· haucric? a b

Paragrafo 21.7 Resistori in serie ed in parallelo


2,. L"n ripamtorc di ll'lt·vist•ii ha bisogno di un resistore 1000
eia I 00 n, p<.'I'riparare una serie di guasti che condi-
•ionano il funzionamento dell'apparecchio. Egli è
momentaneamente sprowisto di resistori di questo FiguraP21.!ll
Capitolo 21 <:m,·,•ut,
r rirruili ,, rm,·,·nlrrnnlimw

'lil, (,tu.auro fili di rame di uguale lungheua sono colle- Figurn P21.37. (h) Trovare la differenza di potenziale
' !fttJlin serie. La sezione trasversale ha, rispetth·amen- tra i punti ced/ Qual è il potenziale maggiore?
' 111,·un'area di 1.00 cm 2 , 2.00 cm 2 , 3.00 cm 2 , e
1',00 cm 2• Se la tensione applicata all'insieme è 220 V, b , -1.IIO
Id} d

llt11crminare la tensione sul filo da 2.00 cm 2•


~
l\m111rafo21.8 Leggidi Kirchhoff e circuiti
semplici a con-ente continua
(,\Wlll le correnti, in qualche circuito, non sono neccssa-
'"·"
' r··"
\' m,·"'
\!<11\1\'IIICnei versi indicati).
R2 3.001d}

~-\\] \wicrminare la corrente in ciascuno dei rami del cir- 2.()0ld}


•·•· 1·11ilomostrato in Figura P21.33. a'--J\l\llr---+------1,
3.000 R1
FiguraP21.37

Paragrafo 21.9 Circuiti RC


:1H. Un condensatore di 2.00 x IO"" ,u
con carica iniziale
1.000 di 5.1O µ.C viene scaricato st1una resistenza di 1.30 kO.
(a) C.alcolare la corrente nella resist.-nza dopo 9.00 µ.s
cl"l mllcgamento del t·ondensatore alla rcsisie111.a.(b)
+
12.0V Quanta emica resta sul condemmtore dopo 8.00 µs? (e)
Qual i.•la corrente ma.'\.c.imanella resistl'nza:"
@] Consideriamo un circuito R<:in serie (Fig. P2l.25)
per il quale R = 1.00 MO, C = 5.00 µF e e = 30.0 V.
FiguraP21.33 Tromrc (al la cosmnt<' di t<'mpo elci drrui10. (hl la
11uusi'11t1 carica sul condensat<>re dopo h, rhiusura
;il~ )ì.~lla Figur.i P21.33, mostrare come inserire un deli'inlcrruttore e (c) la corrente nel resistore RIO.O s
/llllperometro per misurare tutte le diverse correnti dopo la chi11s11r,1 clell'intemmore.
,.lii,·drcolano. Mostrare come inserire un ,·oltmetro 1n Nel circuito di Figur.i P2l.40, l'interruttore S è rima-
v,·1mi~nrare le differenze di potenziale ~u ciascuna sto aperto per lungo tempo. 1::sso,iene chiuso istan-
,~-iMenza e su ciascuna batteria. taneamente. Determinare la costante di tempo (a)
-~"--111 ~ircuito considerato nel Problema 33 e disegnato in p1ima che l'interruttore ,·enga chiuso e (b) dopo che
~1,m1 P2J .33 è collegato per due minuti. (a) Tro"are l'interruttore è chiuso. (e) Se l'intemmore ,iene
tl(•Aergiafornita o assorbita da ciascuna batteria. (b) chiuso a I= O s, determinare la corrente che lo attra-
~1..,_varel'energia dissipata da ciascuna resistenza. (c) versa in funzione del tempo.
ll)IQYarel'energiatotale dissipata nel circuito.
50.0 ldl
-,~. :~;:i,uperometro della Figura P21.36 segna 2.00 A.
le correnti 11 e /2 e il valore di 8.
•11..,v.ire

15.0V 10.0V - IO.OµF


s

IOOkO
FiguraP21.40

4, [TI] Il circuito in Figura P2 l.4 l è stato collegato al gene-


r.uore già da ·molto" tempo. (a) Qual è la tensione ai
__ 1..e___
,___·.,,2.iloo"'n __, capi del c·nnrlt·ns;ltorc? (hl Sr la hallrria vic·1wsrnlle-
gat" <1uanto tempo ci \"11oleallinchi· il conclen"3tore
si scarichi lino :, 1/IO della sua tensione ini1.h1le?
FiguraP21.ll6
Problemi generali .
42. Una lampada è marcata "25 W 220 V" e un'altra,
"100 W 220 V" per significare che cia.~una fomisce-ta.·
l'rnblemi 649

della rcsistivit:ì è
1.oon s.oon
IO.O\'
f
~.oon
e 0
~
a=..!......!!E..,
p dT
iu nii pi.· la n·sistivitàalla tcmpt·ra1urn '/: (a) ~cll'ipo-
tcsl du.· u sia crnnnnledimostrar<.·dw

FiguraP21.41
rispeuh.i potenza quando è alimeniam con una diffe· essendo Pola l'esistività alla temperatura 7j1• (b) Usan-
renza di potenziale costante di 220 V. (a) TrO\-are la do lo sviluppo in serie (e' .. I + x; pel' x <e I) dimo-
resistenza di ciascuna. (b) In quanto tempo passerà strare che la resistività è daia approssimati,-amente
1.00 C attraverso la lampada più debole? Quanto dif- dall'espressione p = Po[ I + a ( 7'- Jì1)] per a ( T- T0 )
ferisce questa carica fra la sua uscita e il suo ingres.so? <e I.
(c) In quanto tempo passerà 1.00J attraverso la lam- ll!IJViene condotto 1111esperimento per misurare la resi-
pada più debole? Quanto differirà questa energia fra stività elettrica del nichelcromo partendo da fili di
la sua uscita e il suo ingrCMO?(d) Trovare il costo di nichelcromo di lunghezza e sezioni di area diverse.
funzionamento della lampada più debole se rimane Per una serie di misure uno studente utilizza 30 fili, di
accesa per 30 giorni e se la società elettrica la fornisce sezione di arca 7.3 x IO"" m~ costante. l.a d.d.p. e la
a 270 lire per kWh. Quale grandmn fisica vende la corrente nel filo sono misurate rispe1tiva111c111e con
società elettrica? ,m mltmclro e un amperometro. Per ognuna delle
43. Una linea elettrica ad alt:1 t<'nsiont• del diametro di mi,un· riportate nella tabella scgucntt· su liii di tre
2.00 cm e lunghezza 200 km m1sporta una corrente lunghezze diverse, calcohtre la resistenza del filo e il
stazionaria di I 000 A. Se il conduttore è di rame con corrispondente valore della resistMtà. Qual è il \11101'
una densità di carica libera di conduzione di 8.00 x medio della resistività e rnmt• si 1·onli·ontu con il mlo-
I o~'"
elettroni/ 111\quanto tempo impiegherà un l'il't· n, riportato nella Tabella 21.1?
trone ad attra,·ersare tutta la lunghezza della linea?
4-1. Una linea elettrica ad alta tensione a 700 kV, traspor- f(m) AY(V) l(A) R(fi) p(O • m)
la 1000 A a una distanza di 160 km. Se il cavo ha una
resistenza di 0.500 fi/km, qual è la potenza perduta a 0.:,4 5.22 0.500
causa dell'effetto Joule? 1.028 5.82 0.276
45. L'n l'am di rame è progettato per tr.lSporiare una 1.543 5.94 0.187
corrente di 300 A con una perdita di potenza soltanto
di 2.00 W/m. Qual è il rnb,gio per questo ca\'o di :,~. Una batteria carica un condensatore atir.1verso una
rame? resistenza come in Figura P2 I .25. Dimostrare che nel
46. Quattro batterie a stilo da 1.50 V collegate in serie ali- processo di carica del condensatore, metà del I"ener-
mentano una radio a transistor. Se le batterie posso- gia fornita viene dissipata in efTeuo Joule dalla l'esi-
no far circolare una carica di 240 C, dopo quanto stenza e metà viene imn1ag-c1ZZinata nel condensatore.
tempo si esauriranno se la radio ha una resistenza di 53. Un filo cilinclrico rettilineo che giace lungo l'asse x
l!OOfi? lm lunghc:-aa I e diametro d. Esso è fatto di un mail.~
I, Una batteria ha una f.e.m. di 9.20 \' t· una resistenza 1fak• d1•scritto dalla legge di Ohm ,·on resisthità p.
interna di 1.20 n. (a) Quale resistenza alimentala As.sumere che si mantenga un potenziale V.,in x = O, e
dalla batteria dissiperà energia a un tasso di 12.8 W? io.
V= O in x = L In funzione di ~ d., p, e di costanti lisi-
(b) Di2l.2W? che, derivare un'espressione per (a) il campo elettri-
IH. Un condensatore di IO.OJLFviene caricato con una co 1wl filo, (b) la resistenza del filo, (e) la corrente
R. Dopo tre
batteria di I O.OV attraverso una resis1c111.a eleurica nel lilo e (d) la clensit.'\ di corrente nel filo.
secondi dall'inizio della carica, il condensatore rag- F.,primere i vettori in notazione ,·cttoriale. (e) Dimo-
giunge una tension«-di 4.00 V. C'.akolare il ,oalort•cli R. dw E= P.J.
stn11·1•
~-:nflL'11astufa dettrir11, un tostapmu.~«:un lorno ekttri<:o
as.'iOrbonorispettivamt'nte 1500 W, 750 W e 1000 W. I Problemi al calcolatore
tre elettrodomestici sono collegati ad una linea C<>- SI. Il Foglio F.lettronico 21.1 calcola il co•lo medio
mune a 120 V (U.S.A.). (a) Quanta corrente passa in annuale dcll'ìllumi11a1.ionc cli una lampada nuore-
ognuno di essi? (b) Un fusibile eia 25.0 A è suflicien- sccntc (neon) e a incnndescem.a e la media annuale
te? Spiegare . di risparmio realizzata con i tubi fluorescenti. Forni-
.·,o. Una definizione più generaledi coefficiente termico sce anche il grafico del costo medio annuale della
650 Capitolo 21 C:ummle e cirmili a rommle c1111ti111w

lampada in funzione del costo dell'energia elettrica. • Scrivi queste equazioni in lorma matriciale Al = B,
(a) Supponiamo che un tubo fluorescente abbia un doè.
costo di 8000 lire, una durata di 5000 ore, tm consu-
mo di 40 W, ma fornisca un'intensità luminosa come i= 1, 2, 3, 4
quella di una lampadina ad incandl•scrn,a da 100 W .
.\ssttmimnn dw una huupmlina ad innmd<.·sc:enznda
100 W stia sempre 11cccsae che il costo dell'energia (,.1soluzione è I = A- 1B, do\'t' A- 1 è la matrice hm,1-sa
sia 200 lire per kWh. Quanto risparmierà ogni mrno il di A.
consumatore accendendo il tubo fluorescente? (b)
Confronta, col rivenditore di zona i pre,.zi correnti e • PoniR 1 = 2fl, R 2 = 4fl, R:1=6fl, R4=8H,8 1 =3
trova il costo delle lampade ad incandescenza nella V, 82 = 9 V, ed 83 = 12 V.
tua zona. Egli dovrebbe pagartiperaccendere le lam- • Introduci la matrice A nel tuo foglio elettronico,
pade fluorescenti? (c) Varia i parametri per lampade un valore per cella. Usa l'operazione del foglio elet-
di diversa potenza e riesamina il risparmio annuale. tronico per l'inversione delle matrici per calcolare
S2. La curva caratteristica corrente-tensione in funzione A-•.
della temperatura T per un diodo semiconduttore è • Trov-.t le correnti usando l'operazione del foglio
data da elettronico per la moltiplicazione delle matrici per
I=· /o (e'_AV/ial'- 1) calcolare I =A- 1B.

dove ,·è la carica dell'elettrone, knè la costante di (b) Cambia il segno di 8 5, e ripeti i calcoli della parte·
Boltzmann, A V è la tensione applicata, e 7' è la tem- (a). Ciò è equivalente a variare la polarità di 8: 1, (c)
peratur.1 ;L,;sol111a.
Preparare un foglio elettronico per Poni 8~ = 8 2 = O e ripeti i calcoli della parte (a). Per
calcolare / cd Il = AV/ I per AV= 0.40 V fino a AV= questi valori, il circuito si può risolvere usando le
0.60 V in incremenii di 0.05 V. Assumere /0 = I .O nA. regole semplici serie-parallelo. Confrontare i tuoi
Tracciare il grafico di R versus A V per T = 280 K, risultati usando ambedue i metodi. (cl) Investigare su
:IOOK, e 320 K. gli altri casi di intcrcs.,c:. Pt·r esempio, vedi t·nmt· le
s:1.L'applicazione delle leggi di Kirchhoff a 1111circuito correnti cambiano se si cambia R4•
in corrente continua conduce a un sistema di n equa-
zioni lineari in n incognite. È estremamente noioso
risoh·ere questt· equazioni algebriche se n > 3. I.o sco-
po di questo problema è di ottenere una soluzione
per le correnti per un circuito moderatamente com-
plesso usando le matrici su un foglio elettronico. Puoi
risolvere le equazioni molto facilmente in questo mo-
do, e puoi anche esplorare le conseguenze della va-
riazione dei valori dei parametri circuitali. (a) Con-
sidera il circuito di Figura PC21.3. Assumi che le quat·
tro correnti incognite siano nella direzione mostrata.
• Applica le leggi di Kirchhoff per ottenere quattro '-----~ 1----d.t I~
equazioni indipendenti per le quattro co1Tenti
incognite I;, i= 1, 2, 3, 4. F',guraPC21.3

RISPOSTEAl PROBLEMICONCETI'UAI.J
I. Una tensione non è qualcosa che fluisce attraverso un della vittima," la qual cosa non s(lonerebbe in modÒ'.~
intero circuito. Una tensione è una differenza di del tutto eccitante! ·::
potenziale che viene applicata ai capidi un dispositivo 2. In queste circostanze la lunghezza dei fili di colleffi
i.I cirrnito i·
o cli 1111circuito. Ciò che fluisce 111/mvpr.,o mento si raddoppia. Cicì tt•nckrt•bbt• ;1far ;111111t·nt~'.
la nmmle. Quindi, sarebbe più çorretto dir~-. " I lu resistenza del cavo. Ma il raddoppio del r.iggio del,
ampere di elettricità ha attraversato .il corpo della vit- cavo farà aumentare la sua sezione di un fattore 4;·'.
tima." Sebbene questa corrente procuri danni note- Ciò ridurrà la resistenza di più di quanto il raddoppio,!
voli al corpo umano, 1111v-.ilot·ecli I (ampere) non i, della lunghezza la aumenti. Il risultato è mm diminu,;}
sullicientemente eccitante per un articolo di giornale zione della resisten1J1. Lo stesso effetto awerr."ì Of~
come IO 000 (volt), Un'altra possibilità è cli scrivere, filamento della lampadina. La diminuzione della r~ . .
"IO 000 volt di elettricità furono applicate al corpo stenza implicherà una corrente maggioreattraverso]ll
Hi.1/m.,tr
tlÌ J1mble111i
m1u·el/1ttlli 651

lilmncnt.o, calL1tanclouna 1naggìorc brillantezza. Quindi, quando esso ,iene rnllcgato a mm sorgente
:I. I lilamenti delle lampadine sono freddi quando si cli u.-nsion<·cli difit:rcniu-di potcnLiale nota, ~11,
acccndonp per la pritna volta, per_cui essi hanno mm da una t'OITt·ntcckfinit,1. I ,'apparecchio
,11t1tl\'<'rSi1tn
resistenza più bassa e conducono una corrente 111:11:· può CS.'ìl"fl' c-tidtcu,uo sin t·on la tensione che <.'onla
1,<iorecli quando sono caldi. l.'aumt•nto cli ,·orrrlltr corrt·nlt.' di la\'oro. l.t· hauc•rit·.ìnn·n·. possono 1.•sst·n·
pt1ùsn,-r'1risn,l<lare il tilame,11,,c.·hn1dar1«,. · n,llrgutc.·n din•rsi appan·rd1i. ( :iasnm appan·tThin
4. La forza gra\'itazionale che auira gli elettroni sul avrJ.una rcsistcr11..a sit'cht·la co1Tentefornita
divt"l'Sai,
fondo cli un pezzo cli metallo è molto più debolt>dt>lla dalla batteria v-.irieràcon l'apparecchio. Quindi, sol-
rt•ptllsione elt>ttrica che spingt> lontano gli elenroni. rnmo la tensione della batteria pub t'SSC.·rc spedlicata.
Quindi, es.si si distribuiscono in umo il metallo. Il Il. Collegando le batterie in parallelo non aumt•nta la
conct•tto di carica che risiede sulla superficie di liii f.e.m. Un apparecchio che assorbisse una grnnde cor-
metallo è vero per un metallo con un eccesso di cari- rente potrebbe assorbirla eia ambedue le batterie.
ca. li numero di elettroni liberi in un pe1.1Odi metal- Quindi, collegando le bmu,,ric in parallelo aumenta
lo è lo stesso dd numero di ioni posithi del reticolo la corrente disponibile in uscita, e, perciò, anche la
cristallino: il metallo ha carica complessi,-a nulla. potenza fornita.
5. La quantità totale di energia fornita dalla batteria 9. Quando aggiungi più lampade in serie, la resistenza
sar.i minore di E. Ricordiamo che una batteria si può complessiva del circuito aumenta. Allora, la corrente
considerare come una batteria ideale con in serie una nelle lampade diminuir.i. Questa diminuzione della
resistenza interna. Quando si carica, l'energia fornita corrente implicher.i una diminuzione della potenza
alla batteria include l'energia necessaria alla carica fornita dalla batteria e, quindi, un aumento della
,-a
della batteria idt•alt>,più l'energia che in aumento dnrnta della batteria. !.'intera linea fornir:i una lumi-
della temperatura della battt'tia pt"r effetto.Joule sulla nosità minore della sola prima lampada. Mentrt• h1
rcsistenta interna. Quest'ultima cncrgin non è dispo- co,n•nte diminuisce, la tensione ai capi della batteria
nibile durante la fase di sc-.iricadella batteria. Du- diventer.ì sempre più ,icina alla f.e.m.
rante la scarica, parte dell'energia ancora disponibile Qmmdo aggiungi più lampade in pamllelo,la re5i·
:U trasfonna cli nuovo in eru~rgh, int~rna clelln rt~si- stc1m1complessi..-;1 del circuito diminuis«·. I.a corren-
stenza interna, riducendo ulteriormente l'energia te in ogni lampada rimane pressocl11'.· la stessa (lino a
disponibile a un valore minore di E. quando la batteria inizia a cli,·e111are cakla). Ciascuna
6. Il motorino di avviamento della macchina assorbe nuova lampada avrà la stessa luminosità della prima.
dalla batteria una corrente relativamente grande. I 01corrente che uscirà dalla batteria :1ndrà aumcn-
Questa alm corrente causa una caduta di potenziale tall(lo con l'aggiunta di cù1Scuna lampada e impli-
attra\'Crso la resisten1.a interna della batteria. Ciò cher.\ un aumento della potenza fornita con una
causa un abbassamento della tensione, e i.fari di con- diminuzione della durata della batteria. Mentre la
seguenza si affievoliscono. corrente aumenta, la tensione ai capi della batteria
7. Un apparecchio elettrico ha una data resistenza. andrà diminuendo sempre più al di sollo della f.e.m.
22
Magnetismo

, l( (, O .11 I·.. ~ l I

22.1 Ce~ni storici:


i magneti
22.2 Il campo magnetico
22.3 Forza magnetica
su un conduttore
percorso da corrente
!!2.-1 ~omento agente
su una spira in
un campo magnetico
uniforme
2~.:, La legge
di Biot e Savart
22.6 Fora magnetica
fra due conduttori
par.illcli
22.7 Teorema di Ampère
22.8 li campo magnetico
di un solenoide
22.9 Magnetismo
nella materia
(Facoltativo)

652
22.1 ( :,,,, ,U \Jmfri: i IIUIJ.,l'lll'fÌ 653

corrente elettrica, sia d1e si tratti cli con-ente in un filo sia che si tratti cli rnrrente
prodotta dal_moto cl<"llccariche all'intetm, degli atomi o delle molecole.

22. l ° CENNI STORICI: I MAGNETI

Molti storici della scienza ritengono che la brn;sola,che utili:t.zaun ago magnetico,
fos.seusata in Cina fin dal XIII secolo A.e.,essendo stata inventata clagli Arabi o
dagli Indiani. Il fenonu:110del magnetismo em conosciuto dai greci fin dall'800
A.<:. Essi avevano scoperto che determinate pietre, dette ora 111ag,1dili (Fc30 4),
attraevano pezzi di ferro. La leggenda fa risalire il termine magnaiteal pastore
Magnes, "i cui chiodi delle scarpe e la punta del bastone restarono attratti da un
campo magnetico mentre pascolava il suo gregge". Nel 1269 Pierre de Maricourt,
usando un magnete naturale di forma sferica, disegnò una mappa delle direzioni
assunte da un ago quando veniv.1posto in vari punti sulla superlicic della sfer.a.Egli
scopri che queste direzioni formavano delle linee che circondavano la sfera pa.~
sando attr.1verso due punti diametralmente opposti tm loro, che egli chiamò poli
del magnete. F.~pcrimentisucces.~ivimostrarono cht· ogni magnete, indipenclent<.'-
mcnte cl,tllasua forma, lm due poli, detti /H1l11 ,umi l"/x1/omd, d1e esercitano delle
for1r 1"11110 sull"altro, in modo analogo a quanto an-,uk J><'rk ntriche elettriche,
doi· poli omonimi si respingono, mt·ntre poli l'ten>11i111i si attrnggono.11 nome dei
poli è-dovuto al com1><1rtmnento cli un magnete i11presenza elci campo magnetico
clrlla Terra. Se una sharretta magnetirn \'iene ""I'""' dal cc11troper me-o.ocli mm
funi<'dla in modo dw sia liht·ra cli osdllart· in 1111 pi.111<1 orizzontale. essa ruotcr.ì
finché il suo polo "nord" non si sarà allineato <·011il polo nnrd della Terr.i e il suo
polo "sud" con il sud. (La stessa idea si usa per rnstniire una semplice bus.rola),
Nd 1600 'r\'illiam c:illlert cs!<'sc•questo tipo di espt•rimt·111ia una varietà di
materiali. Notando dtt· l'ago cli una bussola si orienta St·condo direzioni prefe-
renliali, egli suggerì dll' la Tt·rm stessa potesse csst·rt· un grnndc magnete perma-
nente. Nel 1750John Michell (1724-1793) usò una bilancia a torsione per dimo-
strare dte i poli nmgnetici esercitano forze attr.ittiw o repulsh·t· l'uno sull'altro e
che tali forze ,-ariano con l'inverso del quadrato della distanza. Sebbene la forza
che si c.-sercitatra due poli magnetici sia simile a quella che si ha tra due cariche
elettriche, c:'i-una differenza importante. Le cariche elettriche pos.~no essere iso-
late (lo testimoniano l'elettrone o il protone), mentre i poli magnetici non posso-
no essere isolati, ovvero, i poli magnetici si trovano sempre a coppie. Ogni pez-
zetto cli un magnete permanente tagliato un numero grandissimo di volte a\'rà
sempre un polo nord e un polo sud. (Esiste•un <'<'rtofnnclanwnto !emico per pen-
sare che il monopolo magnetico, un nord o un sud isolato, possa esistere in nat11-
r.1,e si tenta attualmente di rivelarlo attiv.1ndo un 'energica hr.inca sperimentale
di ricerc-.1.Tuttavia, nessuno di questi tentativi ha a\'Uto succesro).
La relazione tr.a magnetismo ed elettricità fu St:operta nel 1819 quando lo
scienziato danese Hans Oersted, durante una dimostrazione a lezione, scoprì
rhc, mm corrente elettrka che percorre 1111 lìlo fa dcfl(•tl<'rt· 1111 a).lomagnNico
, lu· si tro,·i nelle \'i( inanLl'. Poco tl'mpo clopo, :\ll(lrt· Ampi·1t· t l i,:,.1H:-lb) um·ì,
k leggi quantitative della forza magnetica che si esercita trn conclmtori in cui dr-
rnla una corrente. Egli propose anche che le cmTCnù che pcrcorrom1 circuiti di
cli;n,·nsioni molewlari siano r-csponsabili cli lii/li i fcnonwni magnetid.
Negli anni intorno al 1820, Far.aday e, indipendentcmt-ntc, Jnseph Henry Hans Chrisùan Oersted ( 1777-
( 1797-1878) dimostrarono l'esistenza di ulleriori connessioni tra elettricità e 185I), fisico danese. (Archivio
magnetismo. Essi dimostrarono che in un circuito si poteva produrre una cor- Btumann)
654 Capitolo 22 Mfl1f1Wli.r11w

rente cleLLricasia muovendo un magnete nelle ,icinm11.e cld drcuito, sia rnrian-
do la corrente in un altro circuito vicino. Queste osservazioni dimostrano che
variazioni del campo magnetico producono un campo eléttrico. Alcuni anni
dopo, un lavoro teorico di Maxwell dimostrò che un campo elettrico variabile
dà origine ,11111 campo magnetico.
Esiste una somiglianza frn gli effetti eletlrici e magru.•Licid1c ha fallo sorgere i
metodi per costniire i magneti permanenti. Nel Capitolo 16abbiamo appreso che
quando bachelite e lana vengono strofinate insieme, esse si caricano l'una positi-
vamente e l'altra negativamente. Analogamente, in qualche misura, un pe1.zo di
ferro non magnetizzato si può magnetizzare facendolo scon·ere sopra un magne-
te. Il magnetismo può anche essere indotto nel ferro (o in altri materiali) con altri
mezzi. Per esempio, se un pezzo di ferro non magnetizzato viene posto vicino a un
potente magnete permanente, il pezzo di ferro si magnetizza. Il processo di
magnetizzazione del pezzo di ferro in presenza di un campo esterno intenso può
essere accelerato sia riscaldando e raffreddando il ferro sia martellandolo.

Un assortimento di magneti
disponibili commercialmen-
te. Akuni rnagncti sono fatti
di una lega metallica e altri
sono cli ceramica. (Pt1 gn,t.
ctmc.ilei CentraiStimliji< Co.)
Ragionamento Non c'è nessun problema nell'usare la bussola in Australia. li polo
nord ciel magnete della hus.,ola wrrà allmllo dal polo sud magnetico vicino al polo · '
nord geografico, csatmmcnte come in Italia. La sola differenza nelle linee di forla
del campo magnetico è che es.'le,in Australia, hanno una componente \·erso l'alto,
mentre in Italia hanno una componente verso il basso. Tuttavia, la tua bussola non
può rivelare questa differenza, in quanto essa mostra soltanto la direzione della com-
ponente ori:wm/(l/eclel campo magnetico.

22,2 • IL CAMPOMAGNETICO
Nei precedenti capitoli abbiamo trovato che è conveniente descrivere le intera-
zioni fra oggetti carichi in termini di campi elettrici. Ricordiamo che ogni cari:-:
ca elettrica è circondata da un campo elettrico. Lo spazio che circonda una c~

:{:
M W .
Figura 22.1 (a) Tracciamento del campo magnetico di una sbarretta magnetizza~j
(b) Alcune linee elci campo magnetico di una sbarretta magnetizzata. d,!!l
22.2 // mm/m 111t1~1tlim 655

(a) (b) (e)


Figura22.2 (a) Linee di campo magnetico di una sbarretta magnetica evidenziate
dalla limatura di ferro sparsa sul piano del foglio di carta. (b) Lince di campo magneti-
co che circondano due sbarrette magnetiche e,idenziau, dalla limatura cli ferro. Quesm
fotografia mostra, in p,micolare, l'andamemo delle linee di rnmpo tra ch1t•poli e/,ro11i-
mi. (c) Questa fotografia mostra le linee di campo tra due poli ouumimi. ( / (rmy l,,t1p,Jim
l.ehnum, p,r gml. rm,r.)

ca elettrica i1I molo è sede di un campo magnetico oltre che di un campo elettri-
co. l."n campo magnetico circnncla pur(' qualsiasi materiali' magnt·tini.
Per poter descrivere qualunque campo, dohhiamo definire il suo modulo, o
intensità, e la sua direzione orientata. La direzione orientata di un campo
magnetico, B, in ogni punto è la direzione e il \'erso in cui punta il polo nord
dell'ago di una bussola in quel punto. La Figura 22. l.1 mostra come si può trac-
ciare il campo magnetico di una sbarretta magtll'tica con l'aiuto di una bussola.
Molte linee del campo magnetico della sbarretta si possono 1racci.1rc in questo
modo come viene mostrato nella Figurn 22.1 b. Gli andamenti del campo ma-
gnetico possono essere visualizzati per mezzo della limatura di ferro, come
viene mostrato nella Figura 22.2.
Possiamo definire un vettore campo magneùco B (chiamato spesso i1uiU%ione
11iagnnicn), in un certo punto dello spazio, come la forra che si esercita su un appro-
priato oggetto di prova. Scegliamo come oggetto di prov.i una particella c-.iricache
si muove con velocit.-'1 v. Per ora supponiamo che non ci si.mo <.:ampielettrici o gra-
vitaz.ionali nella zona in cui si mum·e la carica. Gli esperimcnù sul moto clivmie par-
ticelle cariche in un campo magneùco forniscono i risultati SChrt1enti:
• La forza magneùcaè proporzionale alla carica qe alla velocità vdella parti-
cella.
• Il modulo e il verso della forza magnetica dipendono dalla velocità della • Proprietàdellaf orz.a
particella e dal modulo e verso del campo magnetico. magneticasu una carica
• Quando una particella carica si muon· para/lrlt1111tmtral rnmpo magnetico, che si muove in rm campo B
la forta maglll·til·a F dw agisn· sulla rnrirn i· 1.t-ro.
• Quando il vettore velocità forma un ,mgolo Il con il campo magnetico, la
forla magnetica agisce in direzione perpcndicolan: sia a v d1c a 8, cioè F è
perpendicolare al piano formato da ve da B (Fig. 22.3a).
• La forza magneùca su una carica positi,11è dirl'lta in n-rso opposto a quella
che agisce su una carica negaùva che si muove nello stesso verso (Fig. 22.3b).
J/16 Capitolo 22 .Wt1g11tlismo

,
:l
,,.
·.'/·
I

_-,li~-----
-· --
1·'1

F ~~,~ :
B

t~~t;(t- ',\,'.;'-'

(a) (h)

Figura22,3 Verso della fon.a magnetica su una pa1·1icellacarica che si muove con vtel<>-
citli v in presen:t.1di' un campo magnetico. (a) Se v forma un angolo Ocon B, la for,a
magnetica è perpendicolare a v e a B. (b) In presenza di un campo magnetico, le parti-
celle cariche in moto vengono deflesse come indicato dalle linee trattL-ggiate.

• Se il vettore velocità forma un angolo Bcon il campo magnetico, il modu-


lo della forza magnetica è proporzionale a sen B.

Queste ossen1izioni si possono riassumere scrivendo la forza magnetica nella


forma
Fona magneticasu una • F_= qvxB (22.1)
f>ariicellacaricain moto
ÌA lffl camJlomagnetico dove la forza magnetica è nella direzione div x B, che, per definizione di pro-
dotto vettoriale, è perpendicolare sia a v che a B. Possiamo considerare questa
equazione come una definizione operativa di campo magnetico in un punto
dello spazio. Cioè, il campo magnetico viene definito in termini di una forza
deflettente che agisce su una carica puntiforme in moto. L'unità SI di campo
magnetico è il tesla (T), dove
I T = 1 N , s/C · m.
La Figura 22.4 illustra brevemente la regola della mano destra per determi-
nare il verso del prodotto vettoriale v X B. Disponendo le quatu·o dita della
mano destra nel verso in cui il vettore v ruota verso il vettore B, con il palmo '
rivolto verso il vettore B, il pollice punta nel verso div x B. Poiché F = qv x B, F è ·
nel verso div x B se qè,posith•a (Fig. 22.4a) e in vel'5o opf1ostost•
qè nqr,1ti\'a (Fig.
22.4b). Il modulo della forla magnetica ha il valore
F = qvBsen B [22.21
dove f! è l'angolo trn ve B. Da questa espressione si nota che f'è zero quando v
è parallela o antiparallela a B (8 = O o 180°); inoltre, la forla è massima, cioè
F= qvB,quandovè perpendicolare aB (8=90°).
22.2 /I rmnp,i11mg11t1icn 657

(al (b)
Figura22.4 Regola della mano destra per detenninare il verso della forza magnetica F
che agisce su una carica q in moto con ,·elocità v entro un campo magnetico B. Se q è
positiva, F è diretta verso l'alto, nella direzione del pollice. Se q è neg-,ltiva,F è verso il
basso.

Ci sono molte differenze importanti tra le forze elettriche e magnetiche


agenti sulle particelle cariche:

• I.a forla elettrica i: st·mpn· nella clirezionc dt•l campo t·kttrico, mctllre la
for.ta magnetica è perpendicolare al campo magnetico.
• La forza elettrica agisce su una particella carica indipendentemente dalla • Differenr.efra campi
sua Yclodtà, mt·111n· la l<,r,a magnctka agis,·t• su una particella carica solo elettricie magnetici
quando essa è in moYimt·nto.
• La form cletu·ica compie laYoro spostando una particella carica, mentre la
forza magnetica associata ad un campo magnetico costante non compie
lavoro spostando una p,ll'ticella.

Quest'ultima allt>nnaziorw è una co11segue111.adel fatto che quando una


carica è in movimento in un campo magnetico costante, la forla magneticd è
sempre perp,,ndicolart'allo spostamento, per cui F · ds =(F · v) tlt =O, perché la
forza magnetica è un vettore perpendicolare a v. Da questa relazione e dal teo-
rema dell'energia cinetica possiamo dedurre che l'energia cinetica di una parti-
cella carica non p11òessere alterata dalla presenza del solo campo magnetico; in
altre parole quando una particella carica si muove rnn velocità v, la presenza di • Un campomagneticonon
un campo magnetico può alterare la direzione del vettore velocità, ma 11011 può può alterareil modulo
modificare il modulo della velocità della particella. dellovelocitàdi una
particella.

Supp<>niamoche in una regione limitata dello spazio esista un campo magnetico


unifom1e. È possibile iniettare in questa regione una particella carica in modo che
rimanga intrappolata nella r~-gionca causa del campo magnetico?

Ragionomenlo C:onsiderimno separatamente le componenti della vclodtà della


particella parallela e perpendicolare alle lin~-cdi fon.a del campo magnetico nella
regione. Per la componente parallela alle linee di forla, non vi sarà alcuna forta
ag,·nrt· sulla particella. <'"-""continut•r.ì con la componentt• parallela lincht' ahhan-
doner.ì la ,mu1 di campo magnetico. Consideriamo, Or.I, la componente perpendi-
colare alle linee di forza. Questa componente causerà una forza magnetica perpen-
dicolare sia alle linee di forza sia alla componente della velocità. La traieuoria di una
658 Capitolo 22 M11g11,lìs1110

Zoua di campo magnetico particella soggetta a una fonm sempre pcrpendkolun.- alla din·,ionc.· clc.-1
moto i.·una
(ver.so l'esterno della pagina) circonferenza. Quindi, la particella seguirà un arco di circonforenza cd uscirà dal

\ campo dal lato diametralmente opposto, come è mostrato in Figur.i 22.5.

(\,:1
PROBLEMA
CONCETIUALE
1
•a1~Jtl~Ui:t<-u.•1,;i.~utt.u:rm.·,,w,.,..,,t1\1~1..-...,·,
Una particella carica si muove su una tr,.ieuoria circolare in prcst·nza di un campo
magnetico perpendicolare alla velocità della partict:lla. l.a particella può acquistare
I
energia dal campo magnetico?

t PROBl!MA
CONCETTUALE
2
ms,ratanm ..... m
Se una particella carica si muove in linea retta in una certa regione dello spazio, si può
~loto della
particclhl
I dire che in quella regione il campo magnetico è nullo?

Figura22,5 (Fisica ragiona- PROBl!MA


CONCETIUALE
3
ta 2) mrrmmtRIIPI
Come si può usare il moto di una particella carica per distinguere fra un c-"mpo magne-
tico e un campo elettrico in una certa regione?

PROBLEMA
CONCETIUALE
4
•1,Htllft'11rW'111\\'1U,tfr'l<tlli~'lf'4\1B9~
Perché 1'imnmgint· td<·,ish·a si distnrrc quandc, u11 magnt·tc.·vic.•1tl' avvidnato allo schc.·r-
mo? Attenzione:ciò non si deve fare a casa, poiché l:1 mess.'l a punto del tele,·isore ne
rimarrebbe pemianentemente influenzata.

Esempio 22. 1 Protone che si muove in un campo magnetico


Un protone si m11ovecon una velocità 8.0 x 106 ml•
lungo la direzione dell'asse x ed entra in una regione di
spazio ove è presente un campo magnetico di 2.5 T, d1e
fonna un angolo di 60° con l'asse x e giace nel piano ~, F
(Fig. 22.6). Calcolare la forza iniziale e l'accelerazione
del protone.

Soluzione Dall'Equazione 22.2 otteniamo:


F = qvBsen B

(1.60 x 10-19 C)(S.0 x 106 m/s)(2./i T)(sen 60') V

2,8 X 10-12 N X

Poiché il vettore v x B è nel verso positivo di z e la carica Figura22,6 (Esempio 22.1). L.aforza magnetica F su
è positiva, anche la forza F è nel verso positivo dell'asse un protone è nel verso positivo dell'asse % se ve B giac-
%. ciono nel piano xy.
Poiché la massa del protone è 1.67 x 1o-27 kg, la sua
accdcra.1.ione iniziale sarc\
ESERCIZIO I Cakolan· l'mn·lt·rn,iune ch•ll'<"lt·llm-
nc che si muove nello stesso campo magnetico alla stes-
F 2.8 x 10- 12 N sa velocillÌ del protone. m,pmt.1 3.0 x 10 18 111/l.
a = - = -------,:::--- 1.7 X 101~ m/s 2
m 1.67 X l o-27 kg

nel verso positivo dell'asse z.


22,3 m111,'lll'lim .m 1111
J,i,1011 mml1tll11r,• Jmwrs11 ,In,.,,,,,.,,,, 659

ESERCIZIO 2 l II prn1om· si mum,· uriuu111ahnr111t· ,·on 111111n•lod1i1 di


~-5 x 106 m/5 ortoguna1nwnte a un campo nmgnctic:o.Qualu carnpunmgnctic:oè n,•ces,,
sario pc.·rc1111ililmu·c·
il peso del protone c.·far sì che cs.,o ~imuova oriuontalmc.•111c.•,
R1,pu,1,, 4.llfl x Ur 11T nel piano ori1.zo111ale.

:!2.3 • 1:oRZA MAG~J::'rlCASU UN CONDU'rl'ORE


PERCORSODA CORRENTE
S..•s11111m sini.,..,lapm1i<-<'llarnrica che si muove in un nunpo magnetico viene eser-
citma umt fon.a, 11011 ch,\1·ebhc mera\igliarc il fatto che.•anche un filo percorso da
correme ì: soggetto a una forza se viene posto in un campo magnetico. Tutto ciò
dem;a dal fatto che la corrente non è altro che 1111insieme di molte particelle cari-
che in mmimento: quindi la forza risultante sul filo è dovuta alla somma delle sin-
gole forze sulle particelle cariche. La forza agente sulle particelle \iene trasmessa a
tutto ul'insieme" del filo attrdverro gli urti con gli atomi che costituiscono il fili>.
l'rinm di continuare con la nostra discussione, è opportuna una spiegazione
riguardante la simbologia usata in molte delle nostre figure. Per indicare la dire-
zione e il ,·crso di B, usiamo la seguente convenzione. Se B è diretto perpendi-
c.·olm·mc.•nte :lii.i p-.igim11•denu•,mte. comr in Figura 22.7, useremu una serie di
c.-roc.·c.·llc.·
hlu, d1e rnppresentmm le n,de dei ,·e11111-i. Se B è usce111edalla pagina,
ll\t•rc·mo mia s1•ril·cli pu111i11i hlu, cln.• rappn·~t·lllano k punte dt•i vettori. St· B
giac.:cnel piano della pagina, useremo una sc:rie di lince blu orientate con le L'esperimcmo moatra la for-
frecce, indicanti le.•lince di forza del campo. za l'he agisce s11ml condutt<>-
Si può dimosrmn· la for,;1 dw agisn• su 1111 lilo pc·l"l"rn"lln
da c-orrente sospc11- re perrnrso eia <'nrrcnte in
de11do un filo trn le.•fan-e.·cli un magnett·. wmt· in 1-"igum2'..!. 7. In questa ligur.i il un camp<>magnetico ester·
rnmpo magnetirn è-diretto verso la p.tgina e rnprc la regione delimitata dal cer- no. Perché il condunore si
aY\icim1al magnete quando
chio. Quando la rnrrente nel filo è zero, il filo rimane nella sua posizione verti- si chiude l'interruttore?
cale rnnw in Figum 22.7a. Quando h1corrente nel filo è diretta \'erso l'alto, il filo (Hnrry uop e]im Lthman, prr
si piega ,·1·r..<1 sinistrn ,·oml' in Fig1111122. 7b. Se si inverte il senso della corrente geni.COII(,)
com<· in Figur.1 22.71:,il filo si pit•ga wrso clestr.t.
Per rendere quantitativ-d questa discussione consideriamo uri tmtto rettilineo
cli filo di lunghe7.7.at, di sezione A, in cui circoli 111111 corrente /, che sia immerso
in un campo magnetico esterno uniforme B, come illustrdto in Figura 22.8. La
!orza magnetica che agisce su una carica qche si muove con una velocità di deriva
VJ ì.•d:1ta da qvJ x B. Per trovare la forza totale agente sul filo, moltiplichiamo la

'( .,,_ Figura22.7 Un lilo flessibi-


:,i·('
le verticale è teso tra le due
,< Xl facce di un magnete con il
" ·,,-' campo (crocette blu) diretto
,·cmm il foglio. (a) Q1mndn
non c'è cu1Tcmteesso resta
,. (I verticale. (b) Quando la cor-
rente è diretta verso l'alto, il
lii<>si piegaverso sinistra. (e)
Quando la correme è diretta
verso il basso, il filo si piega
(al (b) (e) versodestra.
Capitolo 22 ,\1tig,i,Ji.uno

forza su ogni carica, qv,1 x B per il numero di cariche colllenute nel tratto di filo
considerato. Poiché il volume di tale tr.itto è At', il numero totale di cariche sarà
nAt', dove nè il numero di cariche per unità di volume. Quindi, la forza magneti-
ca torale agente sul filo di lunghezza t'è
F = (qvc1X B) 111\f
che può essere scritta in una forma più conveniente, rammentando che
dall'Equazione 21.4 la corrente nel filo è data da/= nqvdA.Allora, Fpuò essere
espresso come
F = IlxB
.~'\Nl\!'11
22.8 Sezione di un [22.31
n ~l)nten~nte
j) cariche in
e e
dove è un vettore nel verso della corrente /; il modulo di è uguale alla lun-
1111w\111ento m.un campo ma-
. !\Wtlro.esterno B: La fo~ ghezza del segmento, Questa espressione si applica unicamente al caso di un
.fo 11~111:ucasu ogm canea ~ tratto rettilineo di un filo percorso da corrente immerso in un campo magneti-
ti\W~ J, ç la forza complessa- co esterno uniforme; abbiamo inoltre trascurato il campo prodotto dalla cor-
Vii~11un. èle_m~ntorettilineo rente stessa. (Infatti, il filo non può esercitare una forza su se stesso).
~HxB. · ... · · .. ·. Consideriamo ora un filo di forma arbitraria e di sezione uniforme immerso
,;;,.
·,·. · irì'un campo magnetico esterno, come in Figura 22.9. Dall'Equazione 22.3 si ha
che la forza magnetica su un elemento infinitesimo di filo, ds, in presenza di un
campo B è data da
dF = ldsxB [22.41
dove il verso di dF è quello uscente dalla pagina, se i versi degli altri vettori sono
quelli indicati in Figura 22.9. Possiamo considerare l'Equazione 22.4 come una
dcfini1.ione alternativa di B, cioè il campo B si può definire in termini di una for.i:a
misurabile che si esercita su un elemento infinitesimo tls percorso da conenle.
La forza è massima se B è perpendicolare all'elemento ed è zero se è par.illelo.
Per avere la forza totale F sul filo, integriamo l'Equazione 22.4 su tutta la lun-
ghezza del filo
\"~'Il ~2.9 Un filo di forma
,,\'1-.i,,·an~,percorso da una
,~~1,:nte I m un campo ma-
F = I i b

dsxB [22.5]

In questa espressione, a e b r.ippresentano gli estremi del filo. Si noti che quan-
·ij~~\\ç.·o es.temo B, è soggetto
. ~\ \\Il~ forza magnetica. La do si esegue questa integrazione, il modulo del campo magnetico e l'angolo che
' · '4l' su ogni elemento ds è forma rispetto al vettore ds (cioè l'elemento orientato di filo) possono variare
~ ~\<\ da· / tls x B ed è diretta in ogni punto.
~'1/,1/,rrno del foglio. Si può
\)~~~are la regola della
,\'rW,\l destra per confermare
~ 1llrezione.
Nella caduta di un fulmine, ,·il• 1111
rapido movimento di cariche nq,,ative dalla nube
al suolo. In quale direzione e verso un fulmine viene deviato dal campo magnetico
terrestre?
RagionamentoIn un fulmine, il flussoverso il b-.is.so di cariche negativeè equivalen-
te a una corrente verso l'alto. Quindi, l'elemento di lunghezza che rappresenta la cor-
rente è verso l'alto, e il vettore campo magnetico ha una componente nella direzione
nord. Allora,in conformità col prodotto ,·1•1torialcfra il ,•cttor<·dcm1•ntodi lunghezza
e il ,·cttorc campo magnetico, il fulmine dm'l'ebbe essere deviato verso rroe.,1.

lsemplo 22.2 Forza agente su un conduttore semicircolare


ln un circuito chiuso a forma di semicirconferenza di sce un campo magnetico uniforme avente il verso .
1.iggio R circola una corrente /. li circuito giace nel dell'asse y. Trovare le forze magnetiche che si esercita· ..
plano xye, come indicato in Figura 22.10, su di esso agi- no sulla porzionerettilinea del filo e su quella curva.
2.4 ,\lm,u,11/0ttgrnt, .w mw .,pirain 1111rt1mfmlllflJ..'1U'liflJ
m1~{t11v11 661

ndla Figura 22.1O, il modulo cli di-,


i· cimoda
di•, = Il ds X BI = /H SCII IJ,,..
clm·c ,/.1è la lunghcua clcll'elc,nwmino misurato lungo
arro drrnlarc. Per intC'f.{r..tn·
1111 cp1r'i.ta biso-
t·spn.·s,,irnu.·.
tl.1nu:dimllt· In ,·ilriahilt· O. Poi<"hC
J.tllil <'"prin1<'n· -~.:.:UtJ,
alk,r.1,/.1= R dlJ,e-l't·sprcs.,ionecli di',cli,·enm

Figura 22.J0
-I
(E.sempio 22.2) La forla totale su una
spira percorsa da corrente in un campo magnetico
,u,,= IRB SCII 8 d8
I.a for,a totale F, che agisce sulla pari<'CUl'11 ciel lilu,
si oui<•nc integrando questa espressiunt• ,, wnenclo
como elci contributi dovuti a lutti gli elementi. Notare,
cht- il verso della forza che agisce su ogni elcmeminn è
uniforme è zero. In questo caso la forza agente sulla lo •tesso: verso l'interno del foglio (poiché ds x B è un
parte rcuilinea del filo è 2 IRB diretta verso l'estemo,
mentre quella sulla parte cum, è 2 IRB diretta verso ,·euore diretto ttrso l'interno). Quindi, la forza risul-
l'interno. tante F2 sulla partr curv.i del filo de,-e essere diretta
verso l'interno del foglio. Integrando t11-; ira 6 = O e

r
Ragionamento e soluzioneLa forza sul trauo rettili- 8 = '1T(cioè l'intera semicirconferenza) si ha
neo ciel !ilo ha modulo pari a fì = Jt B =2/RB. poiché
t = 2 R e il !ilo è perpendicolare a B. Il ,·erso di F I è F2 = lRJJ
Il
scn tl dtl = lRB[-cos e]• h
usccnl<'dal foglio poiché ( x B è direuo verso l'esu•rno
(cioè-( i· nd n,r,;o ddla ro1n·n1t· <·c1uindipt·r la regola = - lflll(cos TT-co,OJ = -lRB(-1 - I) = 2/RB
cld prudnuo ,·cuorialc, ( x B è un ''!'llorc clircuo verso
l'esterno.) Poiché }~ = 2/RB rd è diretta verso l' i11terno del foglio
Per 1ro-.111.· la forza eh<· ai.,,isc,·sulla pm1e nu,ilin<·a menlrl' la forza che agisce sul trJllO rcuilint•o del filo
cld filo. dnhhiamo S<'1i,·,·n·prima l'csprcs.,ionc cldl:1 F1 = 2//lll ccl è verso l' tslrnw, allora la for,;1 wmpks.si,,1
forza dF2 sull'cltcm<·lllinotls. S<· IJì.· l'angolo ti.I Be ds risuhanle che agisce sulla spira è zero.

FSERCIZIO3 Calcolare l'intensità della forza p<"runità di lungh<·ua d1e si esercita su


un conduttore percnrso eia una corrente cli2"2.0A in una fl"!,,iuncnella quale un campo
magnetico uniformr ha un modulo cliO.770 T cd i· clircuo p1·rpt·nclicnlarmcntcal con-
duttore. Ri,p,ism 16.9 N/m

22.4 • MOMENTOAGENTESU UNA SPIRAIN UN CAMPO


MAGNEUCO UNIFORME
Nel parngrafo precedente abbiamo ,•isto come si eserciti una forla sii un con-
duttore percorso da corrente, quando sia posto in un campo magnetico ester-
no. Partendo da questo punto, vedremo che si esercita 1111 momento su una
spira percorsa da corrente Immersa in un campo magnetico. li risultato di que-
sta analisi s.-i.ràdi grande valore pratico quando si discuterà del generatori nel
Capitolo 23.
Consideriamo una spira rettangolare percorsa da una corrente / immersa in
un campo magnetko uniforme che giace sul piano dilla spira,cotne illustrato
nella Figura 22.1 la. (.t' fonc agenti sui Iati cli lunghezza a sono nulle poiché
qul'sti liii sono pantlldl ,li rnmpo: quindi r/sx B =O.Il modulo ,kllc l"oi'zcsui due
lati di hmghcZ7.a bè dato d,1

li ver.10 cli F1, la forla che agisce sul lato sinistro della spira, è uscente dal foglio,
quello della fon.a agente sul lato destro F2 , è invece diretta verso l'interno del
foglio. Se guardassimo la spira dal basso, come mostr.llo nella Figura 22.11 b,
Capitolo 22 Mag,i,li.111w

- - I

1
B

(al a--l
l (b) F2 (cl F2
.Figura 22.11 (a) Spira rettangolare in un campo magneticouniforme B vistain piano.
Non agiscono fon:e sui lati di lunghezzaa paralleli a B, ma agisconoinvece su quelli di
lunghezza b. (b) Spira rettangolare vistain sezione:le fon:e F1 e F2 sui lati di lunghezza
b generano un momento che tende a ruotare la spira in senso ol".irio,come mostmto.
· (e) Se B forma un angolo 6 rispeuo alla linea perpendicolare al piano della spil".t,il
. momento·della coppia è /AB sen 6.

vedremmo le fol".tcnei versi indicati. Supponendo che la spira sia vincolata in


modo tale da poter ruotare intorno all'asse passante per il punto O, si vede che
queste due forze producono una coppia che fa rnotare la spira stessa in senso
orario intorno a O. li momento di questa coppia magnetica, T"""''è

Tmax = rj ++ +
ry = (JbB) {-+ (/bH) f- = labB

essendo a/2 il braccio di ciascuna forza rispetto a O. Poiché la superficie della


spira è A = ab, il momento della coppia si può esprimere come

Tn,ax = /AB (22.6)

Si ricordi che questo risultato è ,-alido solo quando il campo B è parallelo al


piano della spira. li senso della rotazione è orario quando la spira viene vista
come nella Figura 22.llb. Se la corrente circolasse in senso contrario, anche i
versi delle forze sarebbero opposti e la rotazione avverrebbe in senso antiorario.
Supponiamo adesso che il campo magnetico unifonne formi un angolo (J
rispettò ad una retta perpendicolare al piano della spira, come in Figura 22.1 l c.
Per comodità, assumiamo che il campo B sia perpendicolare ai lati di lunghezza
b. In questo caso, le forze magnetiche agenti sui lati di lunghezza a si annullano
reciprocamente e non danno luogo ad alcun momento poiché si trovano sulla
stessa retta di azione. Invece, le forze F1 ed F2 che agiscono sui lati di lunghezza
b, danno luogo ad una coppia. Con riferimento alla Figura 22.11b si vede che il
braccio del momento della forza F1 rispetto al punto Oè uguale ad (a/2) sen 8.
Analogamente, perla forzaF2si ottiene ancora (a/2) sen 8. PoichéF 1 ,.F 2 ,. JbB,
il modulo del momento della coppia magnetica risultante rispetto ad Oè

T = F1 ; sen 8+ f2Tsen 8

JbB({-sene)+ JbB ( Tsen e) JabBscn (J

IABsen 8
2.4 Mtlmmlo 11g,nt,s1111nn.,pim i11,m rn11tf111 1111ijnnn,
m11g11elico 663

dove A= nbè l'area della spira. Ciò dimostra che il momento assume il suo mas-
simo valore, /AB, quando il campo è parallelo al piano della spira ( 8 = 90°) ed è
zero quando il campo è perpendicolare al piano della spira (8 = O). Cmne
mostrato in Figur.i 22.1lc, la spirn tende a ruotare verso valori di 6 scmprl' più
piccoli (cioè, in modo tale che la normale al piano della spira ruoti in modo da
disporsi parallelamente alla direzione del campo mag1v.:tico).
Una conveniente espressione vettoriale del momento della coppia è il pro-
dotto vettoriale:
'f= /AxB (22.7]
dove A è un vettore perpendicolare al piano della spira avente modulo pari
all'area della spira stessa. Il verso di A si determina con la regola della mano
destra, come rappresentato in Figura 22.12; disponendo le dita della mano
destra nel verso della corrente, il pollice indica il verso di A. Il prodotto /Asi dice
F,gun 22.12 Regola della
momento magnetico p della spira, cioè mano destra per determina-
P"' 1A (22.8] re il verso del veuore A. li
momento magnetico p è an-
Nel sistema SI l'unità di misura del momento magnetico è ampere per m 2 ch'esso nel verso di A.
(A · m 2). Da questa definizione, il momento della coppia si può esprimere come
'f=/lXB (22.9) • Momentoagmre
suunaspim
Sebbene il momento della coppia sia stato ottenuto con una particolare
orientazione di B rispetto alla spira, l'Equazione 22.9 è valida per qualsiasi
orientazione. lnoltn·. nonostante sia stata considerata una spira rettangolare,
l'espressione del momento della coppia è la stessa indipendentemente dalla
forma della spira.
Se una bobina è costituita da Nspire, tutte delle stesse dimensioni, il momen-
to magnetico della bobina e il momento della coppia che agisce sulla bobina
saranno owiamente Nvolte maggiori di quelli di una singola spira.

Esempio 22.3 Momento magnetico di una bobina


Una bobina rettangolare di dimensioni 6.40 cm x ~ In generale, il momento della forza è dato
8.60 cm consiste di 26 spire di filo conduuore. La bobi- da 'f = p x B, dove p è diretto /M'IJffldi,olannmt, al piano
na è percorsa da una corrente di l&.OmA. (a) Calcolare della bobina. In questo caso, B è p,-rpendicolare a 14,.,t,,
il modulo del momento magnetico della bobina. così che:

~ Il moduk, del momento magnetico di una 1' = /J.bobB ,. ( 1.72 x 10-s A· m2)(0.350 T)
spira percorsa da corrente è dato da p. = /A (Eq. 22.8),
dove A è l'area della spira. In ~uesto caso, A =
(0.0640 m) (0.08&0m) = 4.69 x 10"°3m . Poiché la bobina
ha 25 spire, assumendo che tulle abbiano la stessa area ESERCIZIO4 Dimostrare che le unità A· m2 • T si ri-
A, abbiamo ducono a N · m.

~'" = NIA = (26)(15.0x l<r"A)(4.59x I0--1 m2) ESERCIZIO


5 C'u-ilcolare
il modulo del momento della
sulla bobina quando B forma un ango-
for,a che 111,'Ìsce
= l,°?2X 10'4A• m2 lo di (a) 60° e (b) 0° con p.
Risposta (a) 6.21 x Jo--9 N•m (b) zero.
(h) Supponiamo che la bobina venga immersa in un
rnmpo magnetico di 0.360 T, parallelo al piano della
bobina. Qual è il momento della forza che agisce sulla
bobina?
,; :'I
664 Capitolo 22 ,\lflg11,ti.<mo

22,5 • IA LEGGEDI BIOT E SAVART


Dopo la loro scoperta che un conduttore percorso da um, corrente continua
esercita una forza su un magnete, Jean-Baptiste Biot e Félix Savart dedussero
un't'spres.~ione çhe pt'rmettc di calcolare il campo magnetico in un qualsiasi
punto dello spazio in funzione della corrente che genera il campo. La legge di
Biot e Savartdice che se un filo è percorso da una corrente continua /, il campo
magnetico dB nel punto P, prodotto dall'elemento di corrente da (Fig. 22.13),
ha le seguenti proprietà:
• li vettore dB è perpendicolare sia a da (vettore avente la direzione della
corrente) sia al versore i-diretto dall'elemento da al punto P.
Proprietàdel campo • • Il modulo di dB è inversamente proporzionale a r2, dove rè la distanza fra
magneticoprodotto da un · dseP.
e~ di am-ente • Il modulo di dB è proporzionale alla corrente / ed alla lunghezza ds
dell'elemento.
• Il modulo di dBè proporzionale a sen (},dove (}è l'angolo fra i vettori ds e r,,
La legge di Biot e Savartpuò essere espressa nella seguente forma vettoriale: .

Leggedi Biot-Savart • dB = k ldsxi- [22.10]


m r2

dove k., è una costante che, nel sistema SI, vale esattamente 10·7 T · m/ A. La
1/ 411,dove IL<l
costante k., viene comunemente scritta µ.,_ è un 'altra costante, che
è chiamata permeabilità magnetica del vuoto. È quindi

...f!:2_= k,. = I0"7 T• m/A [22.IH


41T
Penneobilìtàdel vuoto • 1 = 411k,. = 41rx 10-7 T, m/A
µ.,_ [22.12]

La legge di Biot e Savart, Equazione 22.1O,può essere quindi scritta nella forma
dB = J!:2....I ds X i- [22.13]
411 r2
È importante notare che la legge di Biot e Savart dà il campo magnetico in
un punto dovuto soltanto a un piccolo elemento di conduttore. Per calcolare il
campo magnetico B totale prodotto da un conduttore di dimensioni finite, è
necessario sommare veuorialmente i contributi dovuti a tutti gli elementi di cor-
rente in cui può essere suddiviso il conduttore, ovvero B può essere calcolato
integrando l'Equazione 22.13.
Vi sono interessanti somiglianze frd la legge di Biot e Savan del magnetismo e .
la legge di Coulomb dell'elettrostatica. L'elemento di corrente I ds produce un
campo magnetico, mentre una carica puntiforme q produce un campo elettrico.
L'intensità del campo magnetico dipende dall'inverso del quadrato della distanza
dall'elemento di corrente, nello stesso modo in cui dipende il campo elettrico
prodollo da una carica puntiforme. Tuttavia le direzioni dei due campi sono com-
Figura 22,13 li campo ma- pletamente diverse. li campo elettrico gcnerdto da una carica puntiforme è radia-
gnetico dB nel punto P pro-
dotto dall'elememo di cor- le e, nel caso di una caric-d positiva, è uscente dalla carica puntiforme. Il campo
rente da è dato dalla legge di magnetico prodotto da un elemento di corrente, invece, è perpendicolare sia
Biot-Savart,Equazione 22.1O. all'elemento di corrente che al raggio vettore e, quindi, se il conduttore giace nel
Il campo è uscente dal foglio piano della fi1,rurd,come nella Figura 22.13, dB è perpendicolare ed uscente dalla
. _nelpunto P. pagina nel punto P.e perpendicolare ed entrante nella pagina nel punto P'. !-
22.5 I .a "1o(etli Biul e Sminrl 665

La Figura 22.14 fornisct>una regola conveniente per cktnminare la dirt•1.io-


ne e il verso del campo mabrnetico dovuto a un filo. Si noti che le lince di forla
del campo generalmente circondano la corrente. Nel caso di un lungo filo retti-
lineo, le linee di forla del campo formano delle circonferenze concentriche col
filo in 1111 piano perpendicolare al filo. Sebbene il rnmJ>" magnetico gener.ito
eia un lungo filo reuilinco possa l'sserc· rnkolato 1·011I.i kggc, cli l\int t' Savart
(Problema 51), nel l'arngrafo 22.ì useremo un metodo cli\"crsoper climostr.irc
che l'intensità di questo campo a distanza rdal filo è

B= JJ.ol [22.14) • Ounpomagneticodovuto


211r a unfilo rettilineoinfinito
Quando si applica la legge di Bim e Sa,-art,è importante ricordarsi che il campo
magnetico descritto con questi calcoli è il campo dovuto al conduttore percono
da corrente. Questo non va confuso con qualsiasi altro campo esimio che po-
trebbe essere applicato al conduttore.

Nei circuiti elettrid, spc.•ssoaccade che fili percorsi da correnti in veni opposti ,·en-
gano intrecciati insieme. Qual è il vantaggio di questa clcrisiune?

Ragionamento St• i fili non f<i,,,1·roimrccdatì ìnsi1•111t·. la co111hi11n1ium· dei due


fili formerebbe una spira di corrente.-. Anche se essa non fosse circolare, sarebbe
comunque unii spira circondant<" una supet1ide c1pcrlc1. Quindi, si a\Tt>bhe un
campo 111ngn1•1irngcn<-rato dulia spir.i rlw polrd>I><"inlhll'nt.nrc i rirrnitì acliaccnti
o i cornponemi.
F',gura22.14
uLa regola del-
la mano destra pc.·rdetermi-
PROBlEMA
CONCET1UAI.E
5 nare il verso dt'I campo ma-
~·J1N1\:ll~W1c,.t:o.iH~'\!A.!Gt'l,lmtJTN
1,,netìco prodotto da un filo
Supponiamo che Ili ti rnuov.1lungo un lilo alla stessa vt·lodt;ì dì 111ìg1111.ione
degli clet· rettilineo indefinito. Sì n,',ti
troni della corrente,. Misureresti, adesso. un campo nmgnetirn nullo? che le lince dì campo sono
delle circonferenze con cen-
PROBlEMA
CONCETlUALE
6 tro sul filo.
Sì può usare una bussola per rivelare la correme dei fili all'interno delle pareti vicino agli
interrmtori cli ca.sa?

Esempio22.4 Campomagneticosull'assedi una spira circolare


Una spìr.i dì forma circolar,· è percorsa da una corn·nte li verso del campo magnetico ,JB gcner.uo dall'ek~
l come nella Figura 22.15. Calcolare il campo B in un mento da è perpendicolare al piano individuato da r e
punto /' posto sull'asse della spira ad una distanza x dal ds, come è mostrato in Figura 22.15. li vettore dB può
centm della spira. e"-'<Crcscomposto nelle componenti dB, lungo l'asse x e
,m,
' perpendicolare all'asse X. Quando si sommano le
RagionamentoIn questa situazione, sì noti che tutti gli componenti perpendicolari all'as.'ICx per tutta la spira il
clementi ds 0tmo perpendicolari ad r,e, inoltre, sì tro- risultato è nullu, perché, per simmetria, ogni elemento
v:uw alla sws,m clistnn,a ,. eh, f'. dnn· r 2 ~ .,· 2 + f/ 2 • li rii drn,ito posto su di una metà della •pira genem una
di t/8 è tJUindì
n11K/11"1 rnmponcnt<· J chi· è uguale cd opposta a quella prodot-
ta ch,ll'dt·mcnto simmetrico sull'nltm metà della spirJ.

(22.15)
666 Capitolo 22 Mt11,melinno

y . È anche, intercssallle determinare l'andamento del


campo magnetico a grande distanza dalla spira, cioè quan-
do è x :I>_RÈ possibile, in que•to caso, trascurare il tenni-
ne R 2 al denominatore dell'Equazione 22.16e ottenere
JJ,olR2
8 " ~ (per x )> /() [22.18)

Poiché il modulo del momento di dipolo magnetico,


µ, di una spira è definito dal prodotto della corrente
nella spira per la sua area (Eq. 22.8). cioèµ.= /(1r R 2 ),
l'Equazione 22.18 può essere riscritta nella forma

(22.19]
Figura22.15 (Esempio 22.4) La geometria per calcola- · , . Questo risultato è simile a quello ottenuto per il cam-
re il campo magnetico in un punto Pposto sull'asse'dl
una spir,1, Si noti che, per simmetria, il campo risul_tante
.·po
elettrico generato da un dipolo elettrico,E= k,2qa/y"
B è diretto lungo l'asse x. · (vedi Esempio 19.13 dove p è il momento elettrico di
dipolo).
L'andamento delle linee di campo magnetico per
~~ Si vede quindi chci il ~po ~agnetico ri-
una spira circolate è mostrato in Figura 22.16."Per chia-
sultante in p è diretto lungo l'asse X, e può essere èalcO-
rezza, le linee di campo sono state disegnate solo per 1111
latO intcgr.indo le componenti dB, = dB CO$ 9, dove 9 è
piano che contiene l'a."5Cdella spira, e la distribuzione
!"angolo indicato in Figura 22.15. Si ha quindi che
del campo hil simmctriil as.'iialc.
B = iB,, wn B, dato da:
A: JJ,ol ,ç, d.rcos 9
B., = 'j' 118cos 9 = ~ 'j' .,,2 + R 2
dove l'integrale è esteso all'intera spira. Poiché Il, x e R
sono costanti per tutti gli elementi della spira, ed essen-
do cos 9 = R/(,Jl + #1)112, si ha

B., = ':°IR 2 S/2 A:ds = (:<f-R~~I~ (22.16)


4w (x + R ) ':t' · 2(x +R . .
!fi
do,·e si è usato il fatto che ds = 21rR (la circonferenza
della spir,1).
Per calcolare il campo magnetico nel centro della
spira bisogna porre x = O nell'Equazione 22.16, e si ha, Fagura22,16 Le linee di campo magnetico per una
per questo punto particolare spira. A grande distanza dalla spira le linee di campo
J.111/ sono identiche a quelle di un dipolo elettrico.
n = 2R (x = O) 122.171

I
FSERCIZIO 6 Un filo in cui scorre una corrente di 5.00 A ha la forma di una spira cir~
colare con un solo awolgimento. Se il valore richiesto del campo magnetico al cen~
della spira è I O.Oµ.T,qual è il raggio necessario? Risposta 31.4 cm

22.6 • FORZA MAGNETICA FRA DUE CONDUITORI


PARALLELI
Nel Pamgrafo 22.3 è stata descritta la forza magnetica che agisce su un condut~-
tore percorse, da corrente, quando il conduttore è immerso in un cam~
magnetico esterno. Poiché un conduttore percorso da corrente genera a s~
22.6 fm ,lu, rmululloriparnll,li
riniti ""'J."<rlim 667

mila un campo magnetico, è facile capire che due c:onduttori percorsi da cor-
rente saranno soggetti a forze magnetiche reciproche. Queste forlc possono I 1--- ::::i.
t

'~~
es.wre usate, come vedremo, per definire l'ampere ed il coulomb.
Si conside1ino due fili rettilinei paralleli molto lunghi, postiad una distanza a
e percorsi rispettiv-.imente dalle correnti / 1 c·cl/2 nello stes.'ioverso, comt· è mostra-
to in Figura 22.17. È facile c:dcolare la fom1 d1e il campo magnetico prodotto cl,1
un filo esercita sull'altro. Il filo 2, percorso dalla corrente /2 , produce un campo
magnetico I½nei punti in cui si trova il filo I. La direzione di e.1 è perpendicolare
l I -
\-' a /
al filo. come è mostrato in Figura 22.17. Dall'Equazione 22.3, la forza magnetica \ ,_, I

che agisce su una lunghe1.za t del filo I è F 1 = J1t x 0.1 e, poiché tè perpendicola-
Figura 22.17 Due fili paral-
re a e.1 , il modulo di F 1 è /oì= 11 tB1 • Il campo generato dal filo 2 è dato leli percorsi da corrente con-
dall'Equazione 22.14, tinua esercitano una forza
l'uno sul!'altro. Il campo B-1
sul filo I· prodotto dal filo 2
origina una fon.a sul filo I
data da F1 = lit B,i.La fona è
e quindi attrattiva se le correnti han-
no lo stesso verso, repulsiva
re le correnti hanno verso
opposto.

Questa t•quazione può cs.'iere riscritta come forza per unità di lunghezza

_!i= l-'fllil2 [22.20]


t 21ra
Il wrso di F1 è ,·erso il lmsso, n-rso il filo 2, poiché eX B2 è diretto ,·en;o il basso,
Se si considera il campo magnetico generato dal filo I, la forza F2 agente sul filo
2 sarà uguale in modulo e direzione ad F1 , ma di verso opposto. Questo è il risul-
tato che ci si doveva aspettare perché, in ogni caso, la terza legge di Newton deve
essere ,-alida.
Quando le correnti nei due fili scon·ono in verso opposto, le forze si inverto-
no e i due fili si respingono. Si ha quindi che conduttori paralleli in cui SCOffODO
correnti nello stesso verso si attraggono, mentre conduttori paralleliin cui scor-
rono correnti in verso opposto si respingono.
La forza tra fili conduttori paralleli percorsi da corrente è usata per definire
l'ampere nel modo seguente: se due fili par.illeli di lunghezza infinita, posti a
una distanza di I me percorsi dalla stessa corrente, interagiscono con una forza
per unità di lunghezza di 2 x 10-7 N/m, la corrente è, per definizione, I A.
Il valore numerico 2 X 10-7 N/m si ricava dall'Equazione 22.20, ponendo
/ 1 =12 =1Aea=lm.
L'unità di carica nel sistema SI, il coulomb, può essere definita usando
l'ampere: nel modo seguente: se in un conduttore scorre una corrente di I A, la
quantità di carica che attraversa una qualsiasi sezione del conduttore in I s è I C.

PlOBLEMA
CONCE11UALE
7
n• IP ,_,
Dut· fili pamlldi nmduconn rnrr,·nll' in veni opposti. •tando l'uno sopra l'altro. I fili •i
respingono. Il lilo supt•riorc l,·,·it<·1.ìstabilmcn1c sopra quello infrriorc? Supponiamo
che la corrente in un filo venga invertita. di modo c:hei fili, ora, si attrdggano.11filo infe-
riore s1arl sospeso stabilmente souo quello superiore?

ESERCIZIO7 A qnalt>distanza da un lungo filo rettilineo percorso da una corrente


cli5 A il campo magnetico del filo è uguale al campo magnetico terrestre che è appros-
•inmtivo1mentcdi 5 X 10"°TI Risposta 2 cm
668 Capitolo 22 Mag11,1ismo

22,7 • TEOREMADI AMPÈRE


Un semplice esperimento, eseguito nel 1820da Oersted, dimostra chiaramente
che un conduttore percorso da corrente produce un rnmpo magnetico. In qut·-
sto cspcri111t•1110,akuni aghi nmgnetid souo posti, iu 1111piano orizwntall', ncllt•
vicinanze di un lungo filo verticale, come è mostrato in Figura 22.18a. Quando il
filo 11011 è percorso da corrente, tutti gli aghi magnetici sono orientati nello stes-
so verso (quello del campo magnetico terrestre). Quando nel filo passa una cor-
rente continua sufficientemente intensa, invece, gli aghi magnetici si orientano
lungo la tangente ad una circonferenza avente il centro sul filo, come si vede
nella Figura 22.18b. Queste osservazioni dimostrano che il verso di B è in accor-
do con la regola della mano destra, descritta nel Paragrafo 22.6.

Se il filo viene preso con la mano destra, con il pollice nel verso dt•lla cor-
rente, le altre dita indicano il verso di B.
. Anih-é:Marie Ampère (1775-
. '18!16), matematico, chimico
· · e filosofo francese. (AIP Niels Quando si inverte il verso della corrente, si invertirà anche il verso ckgli aghi
Bohr Ubrary,pergmt. c011r.) magnetici della Figura22.18b.
Poiché gli aghi magnetici sono direlli nel verso cli B. concludiamo du: le li-
nee di campo di B sono circonfcn·nzt· n111n·11trid1<·.romt· clisn1s.,o nl'I Para-
grafo 22.5. Per questioni di simmeufa, l'intensitù di Bi• la stessa m·unqut· su una
circonferenza col centro sul filo e giacente in un piano pt'rpendicolarc al filo e,
variando l'intensità della co1-rentc t· la distanza eia! filo. si trorn rlH' Bi· clin·11a-
mente proporlionale alla cm-rentt· cd inversamcmt• proporzionalt- ,1lla dist,1111.a
dal filo.
Calcoliamo or.i il prodotto scalare B · cls e sommiamo questi prodotti su 1111
percorso circolare centrato sul filo. Lungo questo percorso, i vettori tls e B sono
par.illeli in ogni punto (Fig. 22.18b) e quindi B · ds = B dscd inoltre, B è costan-
te in modulo su questa circonferenza, come si n·d<· clall'Equazionc 22.14. La
somma dei prodotti B ds, sul percorso circolare chiuso, che è cquiv,1lente
all'integrale di linea di B · ds,è data quindi eia

(hl kl

Figura 22,18 (a) Quando nel filo verticale non pas.'13corrente, llllli gli aghi magnetici
sono orientati nello stesso verso. {b) Quando nel filo pa'IS3una intensa corrente conti-.
nua, gli aghi vengono dellcssi. e si pongono lungo la tangente alla drconrert•nw. cioè
nel ,·crso del vettore B prodotto ch1lh1corrente. (e·) Lince di campo magrwtirn drrnlari
intorno ad ..lln filo percorso da corrente rese visibili con particelle cli limatur-.idi ferro ..
La fotografia è stata ripresa usando 30 fili paralleli, ciascuno percorso da una rnrrcnt~:
di 0.50 A. (Hmry I..tap1jim Lehman,pn gmt. eone.)
22.7 Trort1m11
di i\m/Jh"I' 669

ih B · ds = Bihds= .!::!2!_
r r (211'1)
211'1'
µ,,I [22.21)

d11"· giti.<- '..!r.ri· la h1111-1h,·11;i


cldla drn1nfl'IT11z;1.
Questo risultato. 11oto l'ome teorema di Ampère, è stato rirnrnto nel caso
particolare di un percorso circolare che awolge il filo, ma può essere applicato,
i11ge11ernle, ad un qualsiasi percorso chiuso concatenato con una corrente con-
ti mm. Il teorema cli Ampère dice che !"integrale cli li11t:adi B · ds lungo un qual-
siasi percorso chiuso è uguale a JJ-oI, don: / è la col'l'ente continua totale conca-
tenata con un qualsiasi percorso chiuso.

µ,o/ [22.22) • Teoremadi Ampère

D teorema di Ampère è valido solo perle correnti continue. Inoltre, sebbene il


teorema di Ampèresia valido per tutte le configurazioni di corrente, esso è utile
solo per calcolare il campo magnetico generato da configurazioni di corrente con
alto grado di simmetria, <"osicome il teorema cli Causs è utile solo per calcolare il
campo clettricu di distribuzioni di cade.i altamenle simmetdchc. Gli esempi che
seguono illustr,mo alcu11c conligurd7foni dotate cli simmetria per cui è possibile
us.m· il tl·nn·ma cli .-\mph,·.

Esempio 22.S Il campo magnetico prodotto da un filo rettilineo infinito


1.·11filo n·nili1wn. cli raggio U ,. di lunglwua infinita,~ tomie rnncatenata con il percorso I è I,,. il teorema cli
pl'rrorsn eia una curn·ntl' /0. clistrihuirn unifornu·ml'ntt· Amp~rcdà
su tutta }a 'il'lÌOrtl' cld filo (Fig. 22.1 B). C~tknlUl'l' il
c"mpn magnetico ad una distanz" rdall'asse del filo per ~ B · ds =B ~ ds = 8(211'ry = µ.0 10
,;;, lil' p,·r r< R.
. ' . ~lo':
.»'.~i 2,rl'k,1 (per r ;,, R)
Con,icl,•riamo orn l'interno del filo, cioè la rt.-gione 2
per rni è r< R. In qul·sto C'JSO, la corrente/ concatenala
rnn il percomi drcolnre è mirlOrtdella correme lotalc /0
e, poiché la correllle è distribuitll uniformemente sulla
s,·,ionc del filo, si vede che la frazione di correme con-
catenata con il percorso di r..ggio r < R è uguale al r.tp,
porto fra la sezione 11'r 2 r.1cchiW1adal percorso 2 e la
sc:zionc ,,.R 2 del filo. Si ha allora
Y,gura22.19 (Kmnpio 2'2.5) Un filo reuilinl'n infinito
di r.1ggio R percorso da una corrente /11 distribuita
uniformemente sulla sezione del filo. Il campo magnt•ti-
n, in og11ip111uop11h<"!'i-'\l"I'<·rakoh110 usando l..1kggc: cli ,.i
:\mpl'rt:, ilpplinua ,ul un percorso drl'olare di raggio r, I = Il~ 10
,·on centro sulra.'1.'ll'dd filo.
Usando lo sles.,o proccdimemo applicalo al percorso I,
i· pmsihile or., applirnrc il teorema cli Ampère al per-
Soluzione :--l'lln rcginnc I, dove è r;;, /~ Sl'cgli.nnu 1111 <·nrso 2. Si ha c.·osi
percorso circolare di raggio r con il centro sul filo. Per
simmetria, si vede che B deve essere costante in modulo
e parallelo a ds su Ullto il percorso. Poiché la corrente
670 Capitolo 22 M11g11rtismo

,(. µ./,fo,')'"' (per r < /(J [22.23] . li


B= -·-·- •r
21rR 7 ··,
b1 dipendenza da r del campo magne1ico B per que-
Ma conligun1ziont· i.· mrnHn\lil in Figura 22.20. Si noti
d1c, all'interno del filo, B ~ O quando r ~ O. Qut•sto
risultato è simile a quello ollenuto per il campo elettri-
co in una sbarTetta cilindrica uniformemente carica.

Figura22.20 La dipendenza del campo B da r per il


filo dell'Esempio 22.5. Bè propor~ionale a rall'interno
del filo e varia come 1/rall'estemo.

Esempio 22.6 Il campo miagnetico prodotto da una bobinatoroidale


Una holnnatoroidale è costituita da N spire di filo awolte Si noli, inoltre, che il percorso chiuso considerau/'.
intom.o ad una struttÙra a forma di ciambella, come si concatena N spire di filo, ciascuna delle quali è perconia .;
vède nella Fij::ura 22.21. Assumendo che le spire siano da una corTCnte J e, quindi, in questo caso il membro a ·,·
aclclos.,atel'una all'altra, calcolare il campo magnetico destra del teorema di Ampère, Equazione 22.22, è /J{J Nl
all'inlerno della bobina, ad una distanza rclal cenlro.
Soluzione Applicando il teorema di Ampère si ha
quindi

PB·ds = R Pds = R(21rr) µ.,,,\'I

µ,,Nl
B=--- [22.24]
;,,)Zvr
Questo risultato mostra che B dipende inversamente da r :,
e, quindi, il campo magnetico non è uniforme nella bobi- ·
na. Però, se è r li> a, dm•e n è il raggio della sezione della
bobina, il c-dll1poè approssimativamente uniforme. Per I~
Figura 22,21 (Esempio 22.6) Una bobina toroidale è
co.,tituita di molte spire di filo awolte su una strullura a bobina toroidale ideale, con le spire molto fitte, in modo
forma dì ciambella (toro), Se le spire sono molto fitte, il da poterle considerare come una successione continua, il ,
campo all'interno della bobina è tangente al percorso campo magnetico esterno alla bobina è nullo. Questo i
circolare tralleggiato e dipende da 1/r. Il campo risultato può essere ricavato facilmente considerando eh~ }j
all'esterno è nullo. la corTente netta che si concatena con un qualsiasi perir
,::J
cor.«1esterno alla bobina è nulla, inclusa la zona ccntraJij ,i
RagionamenloPer calcolare il campo all'interno della (il "buco della ciambellaj e, quindi, dal teorema d\ '.;
bobina, calcoliamo l'integr,lle di linea di B · ds lungo Ampèrc, si ha B ~ O nelle regioni esterne alla bobina. ~ ·/
una circonferenza di raggio ·r. Per simmetria, il campo realt:ì, le spire di una bobina formano una elica, invec1 ~
magnetico deve essere costante su questa circonferenza che spire circolari (caso ideale), e quindi vi è sempre l!.ll ~
e tangente, cosicché si ha B · ds = B ds. piccolo campo magnetico all'esterno della bobina. .'-'.'·-~
' :~
'<~~~.:,,:..;,,.
'·. ·--~~.'···~· IJ;'·''~
'1t'· :-~~~_tlJ~{r_s
t"
_ragì.,~~-~~-:.•/P,.l-t!.W'Ì1'fi:
!_.~-~~ U(t!-f Ì\ ,\ ~L{-;JJ);l!>I!"
."(-.'t·l~vi}~F4:,,li."'f~':''"".""'''··
'••f''-'·f~W,~ffi!l:§'r.!~~~i·t~~lp.-
1H~1.i~
_1,1-J<
·.,:_~
,. :~~
>;~·-,\~l.•1:?)b.lhH1~,.J10:,J
_~.H
--~ •• ..;... --------~ .......,_ ·.~I

Consiclcrhuno 1111anello circolare cli plastirn che circonda un lungo filo rcllilinco, ; :j
usccnle fuori dalla pagina come in Figura 22.22. Sull'anello di plasiica sono fissate. '·..·.ir.
due barrette magnetiche, così come è mostrato. Se nel filo passa una corrente nel .,Jì.
verso uscente dalla pagina, vi sarà un momento risultante sull'insieme combinato ,\.'.
anello-111agnc1i?Se si, in quale verso? 1·1
1 '"
'~·1·
Ragionamento I piccoli dipoli magnetici che formano le barrette magnetiche subi- ',f
ranno un momento dovuto al campo magneticocreato dal filo. Il momento agente·:.,
22.8 Il ca111f1<1 di ut1 ,oln,oid,
111ag,111liro 671

su ciascun magnete può essere r.ippresentato da una forta sul polo sud agenle per- Anellodi plwi1ica
pe·ndicolarmente 111corpo del magnete, e a una for,.a nel verso opposto sul polo
nord. Poiché il campo magnetico circolare crc-.itodal filo diminuisce con l'inverso
della distanr.i, la forza sui poli nord sar.ì minore della forza sui poli sud. Tuttavia,
pnkhi- il bmt"cio cliqu,·sw for1.eaunwnm linearmente•,·on la distantJIdal filo, l'elTet-
ln di di111i11111innt· tlt'il'intensiuì tlt'i cmnpo con la disuu11.a\·iem· t·quilibr.110
dall'aumento del bmccio delle fon.e. Di conseguenza, non vi sarà un momento risul-
tante sulla combinazione anello-magneti.

22.8 • IL CAMPOMAGNETICODI UN SOLENOIDE


Un solenoide è costituito da un filo awolto a forma di elica, C.on questa confi-
gurazione è possibile generare un campo magnetico sufficientemente tmifor-
me dentro un piccolo volume all'interno del solenoide, se le spire sono molto
fitte. In questo caso, le spire possono essere considerate come una successione Barreu.emagnclichc
continua di spire circolari, per cui il campo magnetico risultante è la somma vet-
Figura 22.22 (F'ISicaragio-
toriale dei campi prodotti dalle singole spire. nata 5)
La Figura 22.23a mostra le linee di campo di un solenoide con le spire non
addos.'late compattamente. Si noti che le linee di campo all'interno dell'awolgi-
mento sono quasi parallele, dis1ribuite uniformementl' t' mnlto vicine l'una
all'altra. Ciò indica che il campo magnetico all'interno del solenoide è unifor-
me. Le linee di campo fra le spire tendono a cancellarsi reciprocamente, per cui
il campo all"esterno del solenoide non è uniforme l'd è poco intenso. Nei punti
esterni, Ppcr esempio, il campo è debole poiché il campo prodotto dagliele-
menti di corrente posti al di sopra di Ptendc ad annullare quello prodotto dagli
elementi posti al di sotto di P.
Se le spire sono molto fitte e il solenoide ha una lunghczz.i finila, le linee di
carnpo hanno l'andamento mostrato in Figura22.23b. In questo caso, le linee di

(a) (b)

Figura22.23 (a) Le linee di campo magnetico per 1111solenoide con le spire non
1t\'\'t1lte
compattamente. (b) lJnee di campo di un solenoide di lunghe-l7.llfinita, avvolto
mn le spire multo addossate, e percorso d.i corrcntt: continua. li campo all'intemo del
solenoide è pr-.iticamentcuniforme t.'d intenso. Si noli che le lint.'l'di campo somigliano
n quelle di una sbarretta magnetica, per cui il solenoide ha praticamente 1111polo nord e
un polo sud.
672 Capitolo 22 Mag,ietismo

B campo divergono da un estremo del solenoide e convergono verso l'altro cstrt~


mo. La distribuzione del campo all'esterno del solenoide è simile a quella pro-
dotta da una sbarretta magnetica (vedi Fig. 22.lb) e, quindi, uno degli estremi
del solenoide si comporta come il polo nord di un magnete e l'altro come polo ·
sud. Al crescere della lunghezz,l del solenoide, il campo magnetico intc-rno
diventa sempre più uniforme, ed si approssima al caso del solenoideitlea/e,in cui
le spire sono così fitte, d;,.poterle considerare come una distribuzione continua,
e la lunghezza è moltd maggiore del raggio del solenoide. In questo caso, il
campo all'esterno del solenoiçle è debole rispetto a quello all'interno, ed il
campo interno è intenso e uniforme in un 'ampia zona,
È possibile usare il teorema di Ampère per ricavare un'espressione del camJW
magnetico all'interno~ un solenoide ideale. Una sezione del nostro solenoidti
ideale. (~ig. 22.24) è perèprsa da una corrente/. Si noti che, per il solenoide idea-
le, B è uniforme e par;illelo all'asse all'interno del soleimide, ed è nullo all'ester~
I
I
I
I . · no. Consideriamo un percorso rettangolare di lunghezza t e larghezza w,come ·
I. 1·
· mostr,a~Q!~.Figura 22.2~. È pos.,ibile;,.pplicareil teorema di Ampère a questo per~
Figura'22;24Una '.vista in· .·.,corso ~l~?lmdo '<6 B • ds per ciascuno dei q~attro lati del rettangolo. Il contribu,
sezione di un solenoide con · to del latQ3 è nulfo, poiché in questa regione B ;=O.1contributi dei lati 2 e 4 sono.·
le spire molto fiue. Se la lun- anch'essi nulli, perché lungo questi percorsi B è perpendicolare a ds. Il lato l dà.
ghezza del solenoide è molto . un contributo Bt alrintegrale, perché lungo questo percon;o B è uniforme-~
maggiore del mggin, si può parallelo a ds. L'integrale esteso al percorso rettangolare vale quindi:
a.sumere che il campo sia
uniforme all'interno e nullo
all'esterno. li teorema cli
.-\mpère applicalo al percor-
~ B, ds = J B · <ls = B
JM.'rrm"M.11
f
fN'tcnnnl
ds = Bt
so remmgolare mmeggiato
puù essere usato in questo
caso per calcolare il campo
li membro a destra del teorema di Ampère contiene la corrente lola/econca'.
all'interno del solenoide. tenata con il percorso di integrazione. In questo caso, la corrente totale è data
dalla corrente che passa in ciascuna spir.i, moltiplicata per il numero delle spire
e quindi la corrente totale è Nl. Applicando il teorema di Ampère si ha quindi

~ B · ds = Bt = Ili, NI

C'.ampo
magneticoaB'mterno• [22.25].
di un lungosol11Roide
dove n = N /tè il numero di spire perunità di l1mgheua (da non confondersi con
ffl. .
Avremmo potuto ottenere questo risultato in modo più semplice, consideran-
do il campo magnetico prodotto da una bobina toroidale (E.,.22.6). Se il raggi<,
del toro è grande rispetto al raggio a della sua sezione, una bobina toroidale·
approssima un solenoide con n = N /2'1Tr.In questo limite, si vede che l'Equazione.,
22.24, ricavata per la bobina toroidale, è identica all'Equazione 22.25. ··
L'Equazione 22.25 è valida solo per punti che si trovano nelle vicinanze de1:
centro di un solenoide molto lungo, mentre il campo verso le estremità diventa·,
meno intenso. All'estremità di nn solenoide, l'intensità ciel campo i· circa là'
metà del campo al centro (vedi Problema 22.32).
i"·~~
~~~~ ·':~
A una molla sospesa viene collegata una haucria e un interruuorc. Quando l"inlcrruttO:;:
re viene chiu.so e una corrente improvvisamente fluisce lungo la molla, e"-'"'si comp~
merà o si espanderà? . '.;3!
22.9 1W11g11,1i.,11w
11,/111
m11/eri11
(Facnltalivo) -673

ESERCIZIO 8 Un lungo solenoide, strettamente awolto, dì ~I.O cm <lì lunghezza ha


nel suo centro un campo magnetico dì intensità 5.00 T, generato da una con·ente di
1.00 A che attraversa le sue spire. Quanti avvolgimenti ha il solenoide?
ll,spo,1;1 120 awolgimenti.

22.9 • MAGNETISMONELLAMATERIA FACOLTATIVO

Il campo magnetico prodotto da una corrente in una bobina ci suggerisce quale


potrebbe essere la causa per cui certi materiali presentano proprietà magnetiche. L
E istruttivo iniziare la nostra discussione con t,m modello classico dell'atomo in cui
gli elettroni vengono considerati in moto circolare attorno ad un nucleo molto fiù
p,:sante. In questo modello, ciascun elettrone, con la sua carica di 1.6 x Hì 1 C,
mota attorno al nucleo una volta ogni I 0- 16s. Se dividiamo la carica dell'elettrone
per questo intervallo di tempo, troviamo che l'elettrone orbitante è eqUÌ\la)ente a
una corrente di 1.6 x I o--'A. Quindi, ciascun elettrone orbitante può essere visto
come una piccola spira percorsa da corrente con un corrispondente momento

I~
magnetico. Una tale spira percorsa da corrente produce un campo magnetico di
circa 12.5 Tal centro dell'orbita circolare (vedi Problema 16).
Consideriamo un elettrone che si muov.i con velocità costante vin un'orbita
circolare di rnggio r attorno al nucleo, come in Figurn 22.25. Poiché l'elettrone
p<:rcorrt· uno spazio 21Tr(la drconfcreru.a) in un tempo ·1;dove Tè il tempo Figura 22,25 Un elettrone
impiegato per una rivoluzione, il modulo della velocità orbitale dell'elettrone è che si muove in un'orbita cir-
v = 21Tr/T. La corrente m1sociataa questo elettrone rotante è uguale alla sua cari- colare di raggio r ha un mo-
mento angolare L e un mo-
ca divisa per il tempo ,li rirnlutione: mento magnetico µ in \'l"rso
opposta.
l=-e-= e ev
T 21Tr/v =~
Il modulo del momento magnetico associato a questo circuito percorso da cor-
rente è dato daµ= /A, dove A= 1TI è l'area dell'orbita. Pertanto

µ = /A = (~)
21TT
'll'r 2 = ½evr
Poiché il modulo del momento angolare orbitale dell'elettrone è dato da
I.= m,vr,il modulo del momento magnetico può essere scritto come

µ = (2:,)/. [22.26] • Momentomagnetico


ori,itale
Questo risultato dice che il momento magnetico dell'elettrone è proporzionale
al suo momento angolare orbitale. Si noti che poiché la carica dell'elettrone è
negativa, i vettori p ed L hanno verso opposto. Entrambi i vettori sono perpen-
dicolari al piano dell'orbita come indicato in Figura 22.25.
Come abbiamo appreso nel Capitolo 11, Paragrafo 11.9, la teoria di Bohr
dell'atomo include la nozione che il momento angolare orbitale deve essere
quantiu.ato, ed è sempre un multiplo intero di h = h/2'11'= l.06x Io-54J •s, dove
/,,.la rnslanlc cli Planck. Cioi·
L = O,li, 2'1,M, ...
Quindi il più piccolo valore non nullo del momento magnetico è

µ = _e_fi [22.27]
2m,
674 Capitolo 22 Mng,,rti.t1110

Nella maggior parte delle sostanze, il momento magnetico di un elettrone nel-


l'atomo si compensa con il momento magnetico di un altro elettrone che ruota
nel verso opposto. Il risultato è che l'effetto magnetico prodotto dal moto orbita-
le degli elettroni o è zero o è molto piccolo, per la maggior parte dei materiali
Finora abbiiuno considerato il conu·ibuto al momt·1110 111ag11t·tko cli un awmo
doV11toal moto orbitale dell'elettrone. Tuttavia l'elettrone ha una proprietà
intrinseca, chiamata spin, che contribuisce al momento magnetico. A questo pro-
posito, si può pensare all'elettrone come a una sfera carica che mota attorno al
suo asse, come in Figura 22.26. (Questa descrizione classica di un elettrone rotan-
Figura H,26 Modello di un te attorno a un proprio assenon va presa letteralmente. La proprietà dello spin
elettrone dotato di spin. può essere capita solamente con un modello relati\istico). Questo elettrone
a
rotante produce sua volta una corrente e quindi un momento magnetico che è
c;iellostesso ordine di grandezza di quello doV11toal moto orbitale. La gr.indezza
dè_lmoi:nento angolare di spin predetto dalla meccanica quantistica è

S= + = 5.2729 X 1 o-~~
j •S

I) momento magnetico intrinseco associato allo spin di 1111 elettrone ha il


valore

Magnetonedi Bohr • /J.B= _e_fi 9.27x 10-~·1j/T [22.28]


2m,
chiamato magnetone di Bohr.
In atomi o ioni contenenti molti elettroni, gli elettroni nornmh11t·me si
accoppiano con i loro spin in versi opposti, con il risultato di una compensalio-
ne dei momenti magnetici. Tuttavia, atomi con u11numero dispari di l'lemoni
possono avere almeno un elettrone 11011 accoppiato e u11 corrispondeme
momento magnetico. Il momento magnetico totale di un atomo è la somma \'et-
toriale dei momenti magnetici orbitali e di spin. Il momento magnetico cli alcu-
TABEUA. 22,1 ni atomi e ioni è dato in Tabella 22.1.
Momenti magnetici di
alami atomi e ioni, in Materiali fen-omagnetici
unità di magnetoni di Ferro, cobalto, nichel, gadolinio e disprosio sono materiali fortemente magne-
Bohr tici e sono chiamati ferromagnetici. Le sostanze ferromagnetiche sono usate
Atomo · 11 'Uòrti~to
;. per costruire i magneti permanenti. QueNte sostanze smw car,ltlerizzate da ·
(o iòne) .. · ~~, momenti magnetici atomici che tendono ad allinearsi l'uno con l'altro. sotto ·
· per,a~moo l'effetto di un campo magnetico anche molto debole. Quando i momenti si,
·..'.;:-.1-i·t~> sono allineati, la sostanza rimane magnetizzata, anche quando il campo nmgne;-,
tico esterno viene rimosso. Questo allineamento permanente è dontto al fort~,
H l accoppiamento fra momenti magnetici \'icini, che può essere descritto compie:-~
Ht' o tamente solo in termini quantistici. , :,
o Tutti i materiali ferromagnetici contengono regioni microscopiche, dette::
2.22
1.72 domini, dentro le quali i momenti magnetici sono tutti allineati. Questi domini)
0.606 hanno \'Olnmi di circa I0- 12 lino a 10-8m3 , t' contengono òa 1017 a 1021 atomi: I ·1
7.1 limiti tra domini con diflerenti orientamenti sono deui pareti dei domìni. In un :
IO.O materiale non magnetizzato, i domini sono orientati in maniera ca.,uale, e quindi',;
4.8 il momento magnetico risultante è in media nullo, come si vede dalla Figi1ra1
3.2 22.27a. Quando il materiale \'iene posto in un campo magnetico l'Stemn. i cloll)l~ i
5.4 ni tendono ad allinearsi con il campo e la sostanza si magnetizza, come è mostrit<~
2.14 to nella Figura22.27b. Le osservazioni mostrano che i domini inizialmente oriel\~1
4.00 tali nella direzione del campo magnetico crescono in dimensioni a spese di qu~I
Sm11111arin 675

--
-- - --
--
--
--
--
--
- -- --
-- •ib'llrn 22.27 l;iJ Oric•111a-

- -- --
-·-
n,,,mll· dt•i momc.·nti lii
1.io11t.·
dipolo magnc.:tid cli unii so-
,,

-
.-
stanza non magn~1iz:,m1.a.(h)
Quando si applica un campo
esterno B,>,i clipoli magnetici
Bo atomici 1cndnno ad allint•ar-
(•) (h) si con il campo.

li orientati in altre direzioni. Quando il c-.impoesterno viene rimosso, il materiale


conser\'a una magnetizzazione nella direzione del campo magnetico.
D-.ilgrado col quale le sostm1zeferromagnetiche mantengono il lorn magneti-
smo dipende la loro chLo;sificazione in magneticamente dure o dolci. I 1nalniali·111a-
gnetirmne11/e i/olei,come il ferro, si magnetizzano facilmente ma tendono pure a
perdere facilmente il loro magnetismo. Quando un mate1iale mab'lleticamente
dc ,In· 1-it-ncmagnctiualo e il campo magnetico esterno vit·nc rimosso, l'agitazimu:
l<·rmirn pro1·m·a 1111 mmo dei domini e il mal<'riak rnpiclamcnte ritorna al suo
lllll/fl/Plir,1111n11,duri, come il cobal-
~l,llo non nmgnt·tiuato. Al contmrio, i 11111te1ittlì
to t· il nichel. sono dillicilì da magnetizzare ma tendono a conservare il loro
magm·tismo e l'allim·am1·11tocki clomìnì <:onti1111;1 a pt•rm,mere in essi anche
dopo la rimoziont· elci campo magnetico esterno. <Jut·sti materiali fortemente
magnetici sono chiamati magneti permanenti. Magnt'li permanenti costituiti di
minemli r.ui, quali il sammio-cobaho, sono <>l'ilregolarmente miati nell'industria. L'oi.,igeno,una sostanza pa-
ramagnetica, è attrailo dal
campo magnetico. Nella foto-
grafia l'ossigeno liquido è so-
speso tra i poli di un magnete
permanente. Le sostanze pa-
Supponiamo cht· un tubo di alluminio sia riempito con una limatum di ferro molto
ramagnetiche con1engono a-
suuik. CiaM:um, limatura lm la forma cli una scheggia lunga l' li<>llilt·.Se il tubo pieno tomi (o ioni) che hanno m,>-
di linmtura \'iene agitalo, qu.ù è la probabilità che tuui i pe1.1.euirisultino allineati mcnto di dipolo magnetico
nella stessa direzione? Supponiamt> che l'agitazione venga ripetuta mentre il tubo si permanente. Questi dipoli
mm, in 1111 h,r1,· campo magnetico. Qual è lu probabilit:ì or.i du: la limatura risulti interagiscono debolmente
allim•am? f: qut·slo sistema l'anak,go macroscopico di qualco•a che sia stato discusso l'un l'altro e, in assenza di un
i11 qtwstt, 1mragra(l>:' campo magnetico e•terno,
sono orientali in modo casua-
RagionamentoQuando il tubo 1iene agitam fuori dal nunpo magnetico, l'orienta· le. Quando la so.~tanza è p<>-
sarà c,Lsimlc:è t'stremamcnt,· improhahik d1t• 1•s,,:1
,i011,· della linm111r.1 sia allinealll slll in un campo magnetico
nella stessa dire'lione. Se l'agitazione a,'\ienc in un campo nrngm·tico, la limatura, la esterno, i suoi dipoli atomici
quale divenili magnctil.1.ma, si può allineare con il cmnpo mentre è momentanea- tendono ad allinearsi con il
mentt· sospesa e libcm di ruotare. Quindi, è ~'Streman,.. nte probabile che un grande campo. (l'n' gmt. conr.di uo11
numero di pcz,etlini di limatura siano allint•:ui ,·ol campo clopo l'agitazione. I pez· uwandoroski)
1.euini sono l'analogo dei domini magnetici in un materiale fem,magnetico. Quando
il maw,iale è poslo in un campo magnetico, la maggior parw dd domini finiscono
pt·1 allint'arsi n,I c·,1111popi11110~10
rhc.•clis;111i11t·ar,i.
nmu- In 1i111a111ra
di f1·1To.

SOMMARIO
I .;1forza magnetica che agisce su una carica q che si muove con vt•lodtà v in un rampo
inagnctico esterno B i, dam da
F = qvxB (22.11
676 Capitolo 22 M11g11,tis1,w

La forlll magnetica è perpendicolare sia alla velocità della particella che al campo. li
modulo della forza magnetica è dato da

F = qvBsen O [22.21

dove /Jè l'angolo trn ve B. Da questa cspn·s.,iont· si vt·rlc rht· F" Osr v è parnllclu o ami-
parallelo a B. Inoltre F= qvBse v è perpendicolare a B. .
Se un conduttore rettilineo di lunghez,.a ( è percorso da una correllle I, la forza che
agisce sul filo quando viene posto in un campo magnetico esimio B è data da

F = rtxB (22.SJ

e
dove il verso di è quello della corrente e il modulo è uguale a I I = t e.
Seun filo di forma arbitraria, percorso da una corrente I, viene posto in un campo
.·magn~tico esttmo,la forza che agisce su un elemento infinitesimo dliè data da
,, ;
dF = ldsxB
I •,, .~)}~~•1:;:.-
.\.::·;/;'i;'r:?)yì;,;
··'Per determinare la forza totale agente sul filo, si deve integrare l'Equazione 22.4.
· .·:_·\:}::';::;\;,:'.ti)-:_<;
·. -.-,:_:.-·_,t·r:>
.· ·
.··Il momento magnelico p della spira percorsa dalla corrente Iè
I: .... -; . ',_' .:·.
p. = IA (22.8)

dove A è un vettore perpendicolare al piano della spira avemc il modulo uguale all"area
' della spira. Nel sistema SI l'unità di misura di p.è A. m2.
li momento della coppia Tche si esercita su una spirn percorsa da cmn·ntc qmmdo
viene posta in un campo magnetico e..slmiouniforme B è dato da

T = p.x B (22.9)

La legge di Biot e Savart dice che il campo magnetico //B in un punto P, prodotto da un
elemento di circuito da, percorso da una corrente continua I è dato da

dB = k ldsxi- [22.10)
,, ..,,, • r2
. \··
,,,'J dove k,. = 10-7 T · m/ A ed r è la distanza dall'elemento di corrente al punto P. Per cal-

i}f L.
..i,/?<·':
:-;/~-~ ,,:_
colare il campo risultante nel punto P, è necessario integrare questa espressione vetto-
riale su tutto il conduttore.
li campo magneticoad una distanza rda un filo rettilineo infinito, percorso da una
corrente I, è dato da

Il=~ (22.14]
211r
dove p,o= 4 11x I o-1 T . m/ A è la permeabilitàmagneticadel woto. Le linee di campc;.
sono circonferenze concen trichc con il filo.
La forza per unità di lunghe1.za tra due fili par.llleli infiniti, posti a una distanza 11, e·
percorsi da correnti / 1 e /'1.è
J,j "'6 /1 /2
(22.20)
T = 211n
La forza è attrattiva quando le correnti scorrono nello stesso verso, è repulsiv-.ise le cor,,
renti scoITOno in verso opposto. _j
li teoremadi Ampèredice che l'integr.tle di linea di B · dliesteso a un percorso chi"\
so è uguale a p,o/, dove I è la coITente continua totale concatenau, con il percorso chilJi;
so: ',.,~
~ B,da= p,ol (H#)
IJmmwdr nmrrltrwli 677

Usando il teorema di Ampère si trov.i che il campo magnetico all'interno cli una
bobina toroidale e quello di un solenoide infinito sono dati da

Il = 1'11
NI (toroide) [22.24)
2Tr,

B = µ,, TN I = ll1, nl (solenoide) [22,251

dm·e N è il numero totale di spire dell'avvolgimento, ed II il numero di avvolgimenti per


unità di lunghezza.
Le sorgenti fondamentali di tutti i campi magnetici sono i dipoli magnetici a,;sociati
agli atomi. Questi dipoli sono prodotti sia dal moto orbitale degli elettroni, sia da una
proprietà intrinseca dell'elettrOne, lo spin.

DOMANDE
CQNCEUUALI
O] Due particelle cariche vengono immesse in un c_ampo B è nullo all'interno della cavità? B è diverso da zero
magneùco perpendicolare rispetto alla loro velocità. al di fuori della ca\ità?
Se le cariche vengono deflesse in versi opposti, cosa si 15. Descrivere le variazioni del campo magnetico in un
può dire di loro? solenoide ptercorso da COl'l'ente rnmimm se (a) l.1
2. Un conduttort· percorso da corrente non è soggeno lunghcua del solenoide viene rnclcloppiam, ma il
ad alcuna fona métj.,rnetica se ,il'ne posto in un certo num«•ro di ~pirt• rimane.•lo stc&-.ot· (h) il 11t11ncrocli
modo in un campo magnetico uniforme•.Spiegare. spin• i· raddoppiato, ma la lunghcza, riman~ la stessa.
~ È possibile orientare una spira percorsa da corrente 16. Si consideri un elcurone in prossimità dell'equatore
in nn campo magnetico uniforme in modo che non nmgne1ico. In quale direzione tenclt•nì a essere cletles-
tt-nda a molar,·? Spiegare. so se la sua ,·clod1à è oricnmm (a) n-rso il basso? (b)
4. Il polo nord cli un magnete è anratto verso il polo Verso nord? (c) \'erso o,-cst? (cl) Verso sud t•st?
nord geografico della Terra, sebbene poli omonimi si 17. l.a figura 022.17 mostra due magneti permanenti
respingano. Qual è la soluzione di questo dilemma? con un buco nei loro centri. Si osscni che il magnete
5. In quale modo si orienterà una b11SSOla se vi trovaste supcriort• le,ita sul magnete infcriort•. (a) Come ac·
al polo nord magnetico? cade dù? (b) A cosa sen•e la matim? (<) Che cosa si·
6. Un magnete attrae un peu.o cli ferro. Il pezzo di ferro puù dire d<'i poli dei magneti da qncsta o.'l.scn·azione?
può allora attr.irre liii altro pezzo di ferro. Spiegare, (cl) Se il magnete supetiore fosse in\'ertito, cosa suc-
sulla base dell'allineamento dei domini, che cosa acca- cederebbe?
de in ciascun pe-,zo cli ferro.
7. Un chiodo sarà attratto da ambedue i poli di un ma-
gnete? Spiegare ciò che accade all'interno ciel chiodo.
8. Perché battendo un magnete con un martello si ridu-
ce il suo magnetismo?
~] fili paralleli esercitano reciprocamente una forza
magnetica. Che cosa accade per due fili perpendico-
lari? Immaginiamo due fili perpendicolari l'uno al-
l'altro e che quasi si toccano. Ciascun filo è percorso
da corrente. Si esercita una forza tra i fili?
IO. Spiegare perché non è po.""ibile determinare la carica
,. la mas.ç1 cli mm particella carica usando scpar.ita-
mcnte le forze elettriche e magnetiche.
[O Come può una spira percorsa da corrente essere
wmrn p«·r ckt<'nninnre la pn.·~t·uz:it di un nunpn
magnetico in una data regione di spazio? Figura D22.17 Levitazione magnetica ottenum con due
@ Si trov.i che particelle cariche provenienti dallo spa· magneti ceramici. ( C.entral pergeni, eone.)
!kimtific C.mnpany,
zio, chiamate r.iggi cosmici, colpiscono la Terra più
frequentemente ai poli che all'equatore. Perché? IH. l!n astronauta è abbandonato su liii pianeta, senza
[;i.I Spieg-.ire perché due liii par.illeli percorsi da corrente akuno stnunento e senza alcun minerale intorno.
in versi opposti si respingono. Anche il pianeta non ha catnpo magnetico proprio.
[!I Un mbo cli rame cavo è percorso da corrente. Perché Egli ha due sbarrette di ferro, una magnetizzata e
678 Capitolo 22 Mt1,c11r/Ltmn

l'allrn no. Come può determinare quale delle due è


magnetizzata? · ·
19. Un sovr,mo Indù decise di essere sepolto in una bara
magnetica, con i poli posti in modo tale che egli po-
te!l.serimanere per sempre sospeso fra cielo e terra. È
prn,,ihilc, un mie tipo cli lc,·haiione magnetica?
llisrnterc.
20, La superficie del disco di un calcolatore dovrebbe
essere falla di una sostanza ferromagnetica "dura• o .,.1
"dolce". · · , ~tI
...:~!
21. La camtn1 a baU.èun dispositivo utilizzato per osserva- ,.
re le tracce lasciate dalle particelle che passano aura- ' t
veno la camera,-che è immersa in un campo magneti- '~\
co, ~ alcune tracce sono del.le spirali ed altre delle ''
line'l reue, C(!sa si può dire delle particelle? ·- . ! i~\t;
22. · Il fàsciòdi elettroni nella "Figura D22.2'.!è deviato verso
il~ dalla presenzia di un campo magnetico prpdot- FiguraD22.22 Elettroni in un campo magnetico. ( e:;,;,:
.,!P':
~' du~b11bip~ pèri:orse!laè~IÌ~ ~<>ri!Cniltein Imi Sdtntijie c.om,,a,,,,
pn gml. rone.) ·!
'.:-~~~),lahi- pàhll~li:Z (a~'Q,ualè la ~i~dne: aèl campo , ~;
~ligneticò? (b) Se il'di:imeir,idella !ifera è di O.l m, ·'
;!
·determinare la velocilà degli elettroni nel fascio.
. . .

PROBLEMI ,.
P~o 22.2 D campòmagnetico ·· · · 4. Un elettrone. dopo .,._,ere smto acccler.1to da un~
[iJ Detenni mire la direzione iniziale della deflessione di cl.d.p. di 2-lf)(l \'. c·ntrn in una regione in mi c'ì: un
una particella carica quando entra in un campo campo magnl·tico unilunnc: di 1.70 T. Quali sono (a)
magnetico, come è mostrato in Figura P22. I. il massimo e (b) il mi11hno valore della for,a magnelÌ".
ca a cui questa carica è sottoposta?
(a) (b) a.. 5. All'Equatore. ,icino all..'tsuperficie terrrstrc, il cam119

=·;·:.! !.. -r
--------, I
magnetico è approssimati,'llmeutc 50.0 µT ,·c1'5<1 nord,~
:,:cxxx: :fllf
--+:
.'·.:;''.;t;~t~f,~~
h------- 1
I il campo elcurico, nella bella stagione, è circa I 00 N/C
,-erso il bas.so.Tromn: la ror,a gravitazionale, eletuica è
magnetica agente su 1111elettrone che si 111110,·e
in linea retta alla\'elocilà di 6.00 x IW m/s.
,..,rso
.·;
esli
6. Una palla metallica con una carica Q = 5.00 µC vien.«!
. -· .;.. ·. ~è):::i~~t,~,;-' ' (d) : •, ' ....... ..
· ·' ·. -· ~r-AY.~-~-1-.~#{'
. \ ~--- ...---, lanciata ori1.1.011talmente fuori da una finestra ~
T~:·.1 , 1//~i I velocità v = 20.0 m/s. I.a finestra è a una altezza· A.1
20.0 m rispello al ,nolo. L'n campo magnl·tico o~
.~-·
I '··~•,:'·.;,..,... + I:-~· . ' l wnmle uniforme cli intcnsiuì Il= O.O100 T ì: perpend~
l~•II I ://1

.!.=~J
. ·,·
·. L__
f/<'J
'. "
colare al piano della 1r.1icttoria della palla. Trovare )\I
fon.a magnetica agente sulla palla appena prima c!tj
• •~I'_. I ' • +, ' es.sa urti il ,nolo. ~>,
7. Nell"acceler.itore del Fermilab (Batavia, Illinois) P. .
x;,\~P22-.1· toni con momento 4.80 x 10"16 kg · m/s sono mari
2. Un protone viaggbi'con un~ velocilà di 3.00 x Ja6 m/s nuti in un"urbim circolare: di 1.00 km di rag1,rioda·,
formando un angolo di 37.0° con la direzione di un campo magnetico diretto ,·ersu l'alto. Quale c~ ,-

7===~-=
campo m~gne~ièo dì 0.300T nel _veno positivo delle "J· magnetico è usato per mantenere i prutoni su q
Q1ml ì· (a) l'intcnsillì della rorza n111gneticasul proto-
ne e (b) la sua accelerazione?
[[] Un protone ai'muove perpendicolarmente a un campo
magnetico,B,con una velocità di 1.00X 107 m/se subi-
sce un 'acccler.izione di 2.00 x I 0 13 m/s 1 nella dirc-,ione
+x c1uando la sua veloci là è nella direzione +.i. Deter- tilhtl'O del filo di O.71:° ,_ndi lu~1ghc:-aaè dircuo
minare l'intensità è la direzione orientata del campo. l'asse li', soggetto ali azione d1 un campo mag
l'ml,/rmi 679

uniforme B = ( I .H0k) T. Se la correme è diretUI lungo


la direzione + x qual è la forza che agisce sul tratto di
mo;
!I. t:n filo coh una massa per unità di lunghe1.za di
0.500 g/ cm porta una corrente di 2.00 A diretta ,·erso
sud. Quali sono la direzione e il moclulo drl nunpo
magnetico minimo necessario per solle\"are il filo;
lii. In Figura P22.I0 il cubo ha uno spigolo di 40.0 cm.
Quattro ,egmenti di filo - ab, be, cd e da- formano un
circuito chiuso che porta una corrente di 5.00 A come
mostr.ito nella ligur.i stessa. Un campo magnetico
uniforme B = 0.0200 Tè diretto nella direzione posi ti•
,-aJ· Disegnare una tabella che mostri il modulo e la FiguraP22.l2
direzione della fora Sll ciascun segmento, ordinando-
li nell'ordine suddetto. 22.4 Momento agente su una spira in IDI campo
1 t B
magnetico unifonne

m
[i]] Una bobina rettangolare è formata da 100 spire vicinis.,i-
me ed ha dimensioni 0.400 m x O.!IOO m. La bobina è
I incernierata lungo l'asse 1 e il piano delle spire forma un
I angolo di 30.0° con l'asse x (Fig. P2'.!.13).Qual è il
modulo del momento Nercitato sulla hohina da un
" campo magnetico uniforme di 0.800 T clircuo lungo
' e
l'as!ie x. quando la corre111enelle spire ha un v,.ilore di
FiguraP22,10
1.20 A, nel verso indicato? Qual è il ,·erso in cui ci si
;L"f'l'tlilrhe moti I;, bobina?
{f!Jl"n magnt·lc:-clit.· proclLll'l' u11,;.1mpuinlt·n~o è posto al
di sotto di un anello di ra~>iu ,; orit.zontale, percorso
dalla corrente / come mostrato in Figur.i P22. l 1. Se le '
linee di campo magnetico formano un angolo 6
rispetto alla \'erticalc nd punti in cui è poslo l'anello,
quali sono la direzione e il modulo della forza risul-
T ~.l!OA

tante sull'anello?
0.400m

1~1---X
~

FiguraP22.13

14. l.:n magnc:tino cilindrico è sospc:so per il _suocentro in


un campo magnetico di 0.250 T. li massimo momento
che agisce sul magnetino è 4.60 x 10·' N, 111.Calcolare
il momento magnetico del magnetino.
I:,. Un lungospet.zone di filo di massa 0.100 kg e lunghe1.-
za 4.00 m è u!lllto per costmire una bobina quadrata di
latu 0.100 m. !..i bobina è sospesa lungo un lato oriz-
FiguraP22.II tonlalc, cunduc;c !1..10A di ronc.·nu..·, l'tl è po~t.a in un
campo magnetico verticale di i111cnsità0.01001'. (a)
l'.!. Una spir.i di forma arbitraria percorsa da una corren- Detenninare l'angolo che: il piano della bobina forma
te I è p<>SUI
in liii campo magnetico esterno uniforme, con la verticale quando L"SSa è in equilibrio. (b) Tro-
B, come in Figura P2'.l.12. Dimostrare che la forza v.t1·c il momento agente sulla bobina, all'equilibrio,
risullame sulla spira è zero. dovmo alla forza magnetica.
680 . Capitolo 22 M<1fi11,ti.'Nno

Paragrafo 22.5 ~ legge di Biot e Savart


16. Nel modello del 1913 dell'atomo di idrogeno di Ncils
Bohr, un elettrone ruota attorno ad un protone ad una
distanza di 5.29 x w-11 m con una velocità di

/l
2.19 x I()'\ m/s. Calcolare il c:impo 11rng11etiropro<lotto
dal moto dell'elèUrone nella posizione del prnto11c.
17. (a) Una spira quadrata, di lato t = 0.400 cm, è percor-
sa da una corrente I= 10.0A (Fig. P22.17). Calcolare il
campo magnetico nel centrodel quadrato, (Suggerimm-
to: usare il risultato del Problema 22.5 I a per trovare il
campo dovuto a ciascuna sezione rettilinea). (b) Se FiguraP22.19
questo conduuore è formato da un singolo avvolgi-
da una corrente / 1 = 5.00 A e si trova nello stesso piano:
mento circolare e conduce la stessa corrente, qual è il
della spira reuangolare percorsa da una corrente / 2 -=i
valore del campo magnetico nel centro?
IO.OA. l.e dimensioni in figura sono e= 0.100 m, aea
0.150 m ed t = 0.450 m. Calcolare intensità e direzion~-
della /o= riwllmllt che è esercitata aulla spira rettai~
golare dal filo reuilineo. ,;
\.
·; ,1,.
·.
.,
I

-1· -t---1
FiguraP22.17
IX. Un circuito chiuso, avente la forma di Figura P22.l6
produce in P, centro dell'arco, un campo magnetico.
Se l'arco di cerchio sottende un angolo di 30.0" e la
lunghezza totale del filo è 0.600 m, qual è il campo
magnetico in P quando il filo è percorso da una cor-
rente di 3.00 A?
. ;'j:
,,
,,.~
--
------ F,guraP22.21 ·)
.,~
•.::::--}-.!lo.o• f:,j
p ~~

--- _ ...........
Due fili indefiniti pamlleli, ognuno di massa per uni~
!
.·,;
.,

di h.mghczza di 40.0 g/m, sono tenuti !IOSpt'sida li~


lunghi lì.00 cm in un piano orizzontale come in Figti~
FiguraP22,18 l"..?2.22.Ogni filo porta la corrente /, la quale fa sì chcjijj
due fili si rc,pingano e si dispongano in una posiziòklJ

.:;
d'equilibrio con l'angolo Il= 16.0'. (a) l.e correnti, :
IT[] Determinare il campo magnetico in un punto Palla
fili hanno lo stesso verso o veno opposto? (b)
distanza x da un filo infinito piegato ad angolo retto,
colare il valore di /.
come mostrato in Figura P22. 19. li filo è percorso da

I
una còi-rente continua l

Paragrafo 22.6 For-.tamagnetica


fra due conduttori paralleli .
-.
20. Due fili conduttori paralleli, posti a distanza a= IO.Ocm,
sono percorsi da correnti aventi lo stesso verso. Se )
/ 1 = 5.00 A e I,= 8.00 A, qual è la fori.a per unità di hm- ;
gheu.a esercitata su ciascun conduttore dall'altro? .'I
~ Nella Figura P22.21 il conduttore rettilineo è percorso FaguraP22.22 •,_.:(
l'mbl,111i 681

Paragrafo 22.7 Teorema di Ampère e b1 <line,ion" ddla l<w,a per unità di lunghezza che
![:f ! Q11auro fili conduttori. rettilinei e paralleli, sono per- agist·,· su 1111filo posto a 0.200 cm dal cetllro dell'insie-
corrente / = :'>.00A. l.a Figura P22.23
corsi dalla stes.o;.'I me? (b) La f01·1.asui fili dt'lla superficie esterna dell'in-
è una ,ista dall'ahu ddla clisposiLione geom<:trica cll'i sieme• i- più grande o pitì piccola rispetto a quella sul
quanrn nmduuori. L1 cotT<·ntt• i.· u~t·rntc.· dal l(>glio filo a 0.2 c·m dill n·ntro?
lll'Ì punii.\ l' /f (tomr <'·indi, .ltn d.1i punti) t·cl ,·ntrnn- !!X. Il niohio ,li,·,·ntu MIJ>t·r<.·onclut1un-.
nm n·sis1,·n1a Ph'l-
1<•ud foglio nei punti <:e i) (segnati dalle <T<><·i). n,1- trìca u~rntl,· a zen,, quando è niffn.·ddato sollo i H K.
cnlarc intensità e direzione del cantpo nmgnetico nel Se la superconduttivit.'\ viene distrutta 11uando il cam-
punto P. posto al centro elci quaclrato di lato (U?OO111. po magnetico superficiale supera i O.IOOT, <lctermi-
m1n· la 111m1sima corrente che puù portare un filo di
A{$,'----- -------{t,) C niobio di 2 mm di diametro per mantenere la super-
I I conduuività.
I I
I I
I I
I I Paragrafo 22.8 D campomagnetico di W1 solenoide
: • :o.2oom 1mChe corrente deve scorrere in un solenoide di 1000
I p I spiri.' cli filo distribuite uniformemente su una lun-
I I
I I ghezza di 0.400 111per prndurrc un campo magnetico
I I
I I cl'imensità I.OOx 10-iTalsuocentro?
I I
30. Un solenoide superconduttore è costruito per genera-
B{i).. _______ ----{!)D
0.200m re un campo magnetico di I O.OT. (a) Se l'awolgimen-
to dd solenoide 1•cus1imito da 2000 spire/m. qual è la
Figura P22,23
corr,•nu, richicsm? (h) Quale fona per uniuì cli hm-
gh,·L1.a è l."scn.;~ta da <1ucstonuupo mag1u:tico sulle
spire del solenoide?
! I Il rnmpo magnetirn alla clistania cli 40.0 cm chi un :: I. Un sulcnoidc di raggio R = r,.00cm è costruito con un
lntlf,,,'Ufilo n·uiliru.-o du- nnulun· una n,rrt·111t· fii l1111gnl"'U0 cli filo di rnggio r= 2.00 111111, lunghc-,z,i
2.00 A i- 1.00 µT. (a).-\ quale• di>tanz" i• 0. IO0 µT, (h) I = IO.Olii ( f Il> Il), t' resistività p = I.70 x IO""0 • m.
A 1111 certo istame un lt111gocm·o bipolare tm.,porta Tn,var" il n1111pomagnetico al centro del solenoide se
una con-ente cli 2.00 A hl V<'rsiopposti. I clut• fili dista- il filo è collet,,ato a una batteria di f.e.m. S = 20.0 V.
no fra lnro !\.00 mm. Tro,·.tr(.'"il ,·ampo magnetico 01 :\!!. <:onsicleriamo un solenoide di htnghczza I e raggio R.
40.0 rn1 cli distanza dal punto centrai" tll'l .-arn ,wl costi tu ilo da N spire strettamente awoltc in cui circola
piano elci du<' fili. (e) Per quale clistanza es.,o si ridut·e una corre me continua /, (a) Usando questi parnmctri,
a un decimo di questo v-alore? (d) Il lilo centr,tle in un 1ruvare il campu 1m1gnetico lungo l'asoe in funzione
cavo coassiale tmsporta una correme di 2.00 A in un della dis1anza a da 1111estremo del solenoide. (b) Di-
verso e lo schermo attorno ad esso trasporta una cor- mostrnrl' che quando fdivcnta molto gra,;dc, Bsi ap-
rente di 2.00 A nel veno opposto. Quale campo pros.,ima a ,-,..,NI /2/a ciascun estremo del solenoide.
magne1ico creer.ì il cavo nei punti cstemi?
:!:, Le bobine magnetiche del reattore a fusione Tokamak Paragrafo22.9 Magnetismo nella materia
sono a fbnna rii toroide con un raggio intcn10 di (Facoltativo)
0.700 111e r,1ggioesterno di 1.3<1111. NeU'intcmo ciel toro~ C5D
Il momento magnt•tico della Terra è all'incirca 11.00x
de c'è il pla.vna Se il toroide ha 900spire di un filo a gt~ut- IOll'l A, m~. (a) Se questo fosse dovuto alla magnetizza-
dc diametro e ciascuna spi,~ porta una corrente cli zione di !littm-azionccli un enorme 1,•iacimento di ferro,
14.0 kA, troVMe il campo magnetico lungo (a) il raggi<, a quanti elettroni con i loro spin non accoppiati corri-
intem<>del toroide e (b) il raggio esterno del toroide. sponderebbe questa magne1izzazione? (b) Se ci sono
~"- Un conduttore cilindrico di raggio R = 2.50 cm è per- due cleurnni non accoppiati per ciascun atomo di
corso da una corrente I = 2.50 A; questa corrente è ferro, quanti chilogrammi di ferro corrisponderebbero
distribuita uniformemente sulla sezione del condutto- a questo momemo magnetico? (l.a densità del ferro è
re. Calcolare il campo magnctico in un punto posto a 7900 kg/ 1115 e ci sono circa 8.50 x I 0118atomi ferro/ m 3).
111t·tàstrada lungo il 1.1ggin (rioì· pt·r r = //_/2), (hl ·: I :,;..i nu,cldln cld 1!113 clc•ll'ntomo cli iclrng,·nn di
Trovarc la distanza dalla supt·rficie dc! conduttorc alla Buhr 1111 dettrnne compie un'orbita circolare di
quale il campo magnetico ha lo stesso valore del 5.29 x t<r11 m di raggio con una velocità di
campo per r= R/2. 2.19 x IW m/s. (a) Qual è il momento magnetico
~· · } lJ n insieme di I (){Ifili lunghi. isolati e compatti forma dovmo al moto dell'elettrone? (b) Se l'elettrone ruota
un cilindro di raggio R = 0.500 cm. (a) Se ciascun lilo in senso mlliornrio in 1111 piano orizzontale, quali s0110
porta una corrente di 2.00 A, quali sono la grandezza la direzione e il veno di questo momento magnetico?
682 Capitolo 22 t11Jt11,'11etisma

Pr(,blemi generali prodotto dalla corrente quando si accendono i fati,


35., Un fulmine può portare una corrente di 1.00 x I o·•A C.ome si confronta col campo magnetico terrestre? ·:-\
· per un breve periodo di tempo. Qual è il campo ·11. Un nastro metallico molto lungo, di larghezza wè per~
magnetico risultante a 100 m dal fulmine? corso da una corrente /lungo la sua lunghezza come
36. Un lungo filo rettilineo giace orizzonmlmente su u11 in Figura P22.4I. TrO\-are il campo magnetico nel
ta~olo f/ traspol'ta una corrente di 1.20 µr\. A cli~umzil punto esterno P) il distanza 6
pirmo del na.,trn (in 1111
d 59pl'li il ,fil!>,uq protone si muove puallelamente al daun bordo.
1110(In ve~ opposto alla corrente) con una velocità
costante di' 2.30 X 104 'm/s. Determinare il valore di d.
Trascurare il campo magnetico dovuto alla Tcrr-.i.
37. Il campo magnetico terrestre nelle vicinanze di
ciascun polo è circa 0.700 G = 7.00 x 10-0 T. Usando
un modello in cui ,siassume che questo campo è pro-
dotto da una spira di corrente posta lungo l'equatore,
calcolare la corrente necessaria per produrre questo
i:ampq(R,=6.37xl06m)-. -' -'
:111.Un e~ttrone entra in una regione in cui esiste un
campo magne\iço ~i intelisi~ 0.100 T, viaggiànd~ per-
pendicolarmente).\~ linè!I di confine della regione.
La direzione del '~àlripo è perpendicolare alla velocità
dell'elettrone. (a). Determinare il tempo necessario
all'elettrone per abbandonare la regione in cui esiste
il campo, notando che la sua tra.icuoria è una semicir- " F"iguraP22.41
conferenza. (b) Trovare l'energia· cinetica dell'elet- ·'
·,
-_,
trone se il massimo spessore di penetrazione nel
campo è 2.00 cm. -I~. IJna sbarretta metallica di 0.200 kg che conduce un~'
:19. Due conduttori rettilinei e paralleli infiniti sono per· corrente di I O.OA sch'Ola su due binari ori7.zontali
corsi da correnti opposte, come in Figura 22.39. Un distanti 0.500 m. Quale campo magnetico verticale è:
conduttore è percorso da 1O.OA. Il punto A si trova necessario per far si che la sbarretta si muova a veloci~
nel punto mediofra i due fili ed il punto Cad una distan- costante se il coefficiente di attrito dinamico fra iJ
za d /2 a destra del filo in cui .scorrono i I O.OA. Se binario e la sbarrena è O.I 00 ? ·;
d = 18.0 cm e I è regolata in modo da avere campo 8fil Un anello isolate di raggio IO.Ocm è uniformemen~
magnetico nullo in C.calcolare (a) la corrente I e (b) carico con una carica totale positiva di IO.O ~
il campo magnedcÒ Bnel punto A. L'anello ruota con una ,-elocità angolare costante cU,!
20.0 rad/s attorno a un asse passante per il suo cen~
perpendicolare al piano dell'anello. Qual è !'intensi. ·,
del campo magnetico sull'asse dell'anello a 5.00 c· ·
dalsuo centro? ;,,
8IJ Un anello isolame di raggio R è carico uniformeni ,';
IIO.OA te con una carica tolale positiva I/•L'anello mota <·
una \-elocità angolare costante "' intorno ad un .·.'
passante per il centro dell'anello e perpendicolare'

A e• suo piano. Qual è il campo magnetico sull'asse de
l'anello ad una distanza R/2 dal centro dell'anello?:,
·lr•.Il sodio fonde a 99°C. li sodio liquido è un eccelleii·
conduttore termico ed è usato in certi reatt ' 1
,I nucleari per portar via l'energia termica dal nocci
centrale del reattor-e stesso. li sodio liquido può e · ..
re 1e111110in moto clemro tuhi eia una pompa eh_,.
Flgm-aP22.89 sfrutta la forza che agisce su cariche in moto inl
campo magnetico. li principio è il seguente: si ~
ponga che il sodio liquido sia in un condotto a sez
<IO.Supponiamo di montare una bus.,ola al l'entro del ne reuangolare di larghezza w e altezza h. Un caril
cruscotto di una macchina. Calcolare l'ordine di gran- magnetico uniforme perpendicolare al condotto
dezza stimato del campo magnetico in questo punto sce su un tratto di lunghezza L (Fig. P22.45). U8' .:·
l'mb/emi 683

rente clc:mirn diretta perpendi<-olarm<·nic al (condot- cuntallu a distanza di I mm (Fig. P22.41l). Ogni spira
to e al campo magnetico produce una densità di cor- ha IO.Ocm di raggio. I .a spira superi,,,·.- è percorsa eia
rente J. (a). Spiegare perché questa conligurdzione mm corn·nte di 140 A in senso or.trio, quella inferiore
produce sul liquido una for,a dir~na lungo la lun- dalla stcs.,a con·cnte in senso antiorario. (a) Calcolare
ghezza del condono. (b) Mostrare eh<' sulla seziotl<' la f<lrzamagnetica che la spira inkrinn· C"st·n·ita sulla
cll'I liqniclo l'('I" dli:llu cll'I campo lll>l!(ll<'IÌn> agisn• supt·riun•. (h) l..a :;.pirasup,·rinn.· ha 1111a massa di
umi pr<·ssioneJLJJ. 0.112IO kg. Cakolart• la sna ,uTclt'ra,inne. as.,umendo
d1c le forze che agiscono 511 di essa siano la ror,a cal-
rnlam in (a) e la forza peso. (Suggmmen/o: considerare
una spirn poggiata sull'altra).

j_
h
T'4-..,-J
G::)- 140A

FlguraP22.45 FiguraP22.48

-lii. Due spire circolari di rdggio Rsono enrrambe perpen- 49. Protoni c<111
energia cinetica di !i.00 MeV si muovono
dicolari ad 1111 comune. I centri delle spire clist.·mo
a.s.'I(' lungo l'a.s."'-'., positÌ\"Ocd entrano in 1111campo magne-
Re sono percorse da una correme continua / che cir- tico B = (11.11500T) k,chesiestendeda x=0a x= J.OOm
cola nello s1c.·sso ,·c1-so come mnstnuo in Fil,'1.lra rnmr nella Figum P22.-19.(a) Q1lcolare la .:omponen-
P22.46. (a) Mostrare che il c-dmpo magnetico sull'asse te _vdcllaquantità di moto dei protoni quand<>lasciano
alla distanza x dal centro di una spira è il rnmpo magnetico a x = 1 m. (b) Trov-.irel'angolo a
lr.t il \"l.'ttnrt.'\"elocit.-\iniziale elci f.L,rin cli protoni e il
2
B = µ,, 111 [ I + I ] ,·<·!lori'velocità del fascio dopo che è uscito clalcampo.
2 (R2 + .,2)~n ( 2 R2 + .,2 _ 2/à)~' 2
(S11/(gl'rimento: si trascurino gli effetti rclathistici e si
ticordi che I cV = 1.60 x 10· 19.J).
dB
(b) Mostrare che~=
d 28
O e ,lx 2 = O nel punto mmio ..............
.,.·........
.
tra le due spire. Questo significa che il campo magnc.-- :'-:··:,::
tico nell'intorno del punto medio è u11ifonne.Le due
spire in questa configurazione sono delle bobine di
Hebnhokz.
FiguraP22.49

,,u. Un foglio infinito di corrente che giace nel piano yz


conduce una corrente superficiale di densità J,. La
rnncme ì, nella dirc:1.ioncy e J, r.tpprcscnm la corren-
1.- per unità di lunghezza misurata lungo l'asse %. l.a
Figura P22.50 è una vi5llldi profilo ciel foglio. Calco-
f--R-l lare il campo magnetico in prossimità del foglio.
( Sugi:m,llffllo:usare il teorema di Ampère e calcolare
FiguraP22.46 l'integrale di linea esteso al pcrcorw rettangolare
attorno al foglio, r.ippresentato dalla linea tratteggiata
·Ii. Per un progetto di ricerca, una smdentessa ha bisogno in Fig. 1"22.!iO).
di un solenoide che produca all'interno un campo 51. Consideriamo 1111segmento di filo sottile e rettilineo
nmgnetko di 0.0300 T. F.,sa cledd(• cli usan· mm cor- una corrcnw costante. /, po.sto lungo
.-h,· 1·011,h11ct•
rente di 1.00 A e un filo di 0.500 111111di diametro. l~, l'as.st, ., rnmc in Figura 1"22.51.(a) Usare la legge di
studente= awolge il solenoide a strati su un supporto 8iut e Savurt per mostrare che il campo magnetico
isolante di 1.00 cm di diametro e IO.Ocm di lunghez· totale nel punto P, posto a dist.~nzan dal filo, è
za. Calcolare il numero di str.iti di filo nece01.,arie la
lungheu.a totale del filo. iJ.(,I
B= -- (cos 8 1 -cos /lii)
·11-1.Due identiche spire circolari, coassiali, sono quasi a 4wu
684 Capitolo 22 Mnp;neti.,mn

J, (esterno della pagina)


i r
,.,-o~·
Filo I Filn2

.---

'II •
I
I •
I
I
I

I
I
,___
I
I .
·., •+-b-l
••
P22,50 V~ta dall'~lto di un foglio infinito di cor-
Figu111
reo~ i;Jic\giace nel pia1w,;.r. d(>~ la corrente è nella dire-
zionH'(~~ l'esterno 'della: pa~jia). ·

(b) Se il filo è infinitamente lungo, mostrare che il i (x) - ,h(x) I


B= 1'11111{/i
risult~to di (a) dà un campo magnetico che corrispon-
de al campo magnetico ottentllo usando il teorema di
Ampère (,·cdi Es. 22.5).
x+\f
=------
P,
' /r(x)
[Jl2 + (x+ \ i)2]1,2

,' '\
I \
I \
I \ x-\f
I \ ,h(x)=------
/ G \ [R2+ (x-\1)2]112
I \
I \

/ Bi ''
X (a) Sia f = IO cm, R • 0.50 cm, I = 4.0 A, cd n "'
1500spire/m. Fare un grafico di B verstlS x per valori
FlguraP22.51 positividi x da x = O a x"' 20 cm. (b) Variare R con i
sqiuenti valori e osserwrc gli elTettisul gmfico in ciascuri
m.a: R = O.IOcm, I.O cm, 2.0 cm, 5.0 cm e IO.Ocm. ~
52. Un lungo lilo rettilineo- filo I -orientato lungo l'asse piccoli valori di R (confrontati con f), il campo all'inter·
, conduce una corrente stazionaria / 1 , come in Figura no cielsolenoide dovrebbe apparire simile a quello di ~
P22.52. Un circuito rettangolare po.,to sulla destra del solcmoide ideale; per grandi ~ridi R, il campo~
filo rnnduce una corrente l'l. C'.onsidcriamo il filo 2, be sembrare simile a un anello. E così? • '.\'J
che è il segmento orizzontale superiore del circui10 S..
4- Sex ili>f (dove xè misurato dal centro del soleno1dè)l
che w da x=-a a x= a+ b. Mostrare che la forza magne- il campo magnetico lungo l'asse xdi un solenoide~
tica esercitata sul filo 2 è diretta verso l'alto e ha tosi appm11.1imaa ,./
un 'intensità data da

1"= 1A-ol1l'l
21r
In(1+..!...)
n
dove µ. = NI ( 'ITR2 ) è:il momento di dipolo magne~
Problemial calcolatore del solenoide. Modificare il Foglio Elettronico 22,f
SI. Il Foglio Elettronico 22. I calcola il campo magnetico per calcolare e fare un gr.dico di ~B(x) in funzione·d!
lungo l'asse xdi un solenoide di lunghezza f. raggio Il,
ed n spire per unità di lunghezza che conducl' una
corrente I. Il solenoide è centrato sull'origine col suo
asse lungo l'asse x. Il campo in ogni punto xè
x. Verificare che x9B(x) ,i appmuimi a mm costan~
perxill>f.
S3. Un elettrone ha una velocità iniziale •o nell'o •.
di un sistema di coordinate a I ,. O. Al tempo ~ _
,t··
Ris/m.,te,,; fJrn/,/emi«mret/ua/i 685

viene acceso un campo elettrico unifomu~ ni dd moto, Poichét.\J può eliSCrt•in qualsiasi direzio-
E= ( 1.00 x IO" V/m)i e un campo magnetico unifor- ne, si rnnsidcri il moto lungo x, y e z. Descrivere il
me B = (0.500 x JQ-4T)j. Mettere a punto un foglio moto g1mcmle dell'elettrone per diversi v-,lloridi v0 •
elettronico o un programma per integrare k· equazio-

RISPOSTE AI PROBLEMI CONCE1TIJALl


I. No. Il campo magnetico genera una forza magnetica campo magnetico cose se fossi fermo, ma esso sarebbe
che è diretta verso il centro della traiettoria circolare dovuto al moto, nel tuo sistema di riferimento, degli
della particella, e ciò causa una V-driazionedella dire- ioni positivi del reticolo cristallino.
zione del vettore velocità della particella. Tuttavia, 6. Una bussola non potrebbe rivelare correnti nei fili
poiché la forza magnetica è sempre perpendicolare vicino agli interruuori per due ragioni. Poiché i cavi
allo spostamento della particella. essa non compie degli interruttori della luce contengono due fili, dei
lavoro su di essa, e quindi la sua velocità (in modulo) quali uno concluce corrente verso l'interruttore e
resta costante. Allora, la sua energia cinetica rimane l'altro in verso opposto,il campo magnetico risultante
pure costante. sarà molto piccolo e diminuisce molto rapidamente.
2. No. Vi potrebbe eliSCrc un 'altro campo come un I.a seconda ragione è che la corrente è alternata a
campo elettrico o un campo gt'il\'Ìtnzjonalcche genera 60 Hz. Di con:1Cguenza, il campo magnetico sarà oscil-
un'altm forta sulla particella carica che ha !.1 stessa lante a 60 Hz. Questa frequenza è troppo elevata per-
intensità ma verso opposto a quella magnetica, dando ché possa essereseguita da una bussola, per cui l'effet-
luogo a una forza ris11ltm11,·nulla. Inoltre, una parti- to sulla lettura sarà mediato a zero.
cella carica dw si 11u10,-csst.·pcu-allt'lamt:ntcal campo 7. I.a levitazione del lito è stabile rispetto al moto vertica-
magnetico non subirebbe akuna forla magnetica. le: se esso ì: spostato ,·erso l'alto, la for,a repulsiv-.1di-
3. La forza magnetica su una particella carica che si minuisce e il lito torna indietro. Inversamente, se il
muove è sempre perpendicolare alla direzione del lito cade ~erso il basso, la fona repulsiv-.1aumenta ed
moto. Non agisce akuna forla magnetica sulla carica esso si muo,·e verso l'alto. Tutta,ia, il lilo 11011 è stabile
quando essa si muove parallelamente alla direzione rispetto ai mO\imenti laterali. Seesso •i allontana dalla
del campo magnetico. Tuttavia, la forza su una parti- posizione verticale direttamente sopra il lito più basso,
cella carica che si muove in un campo elettrico non è la fon.a repulsiva avrà una componente laterale, che
mai zero ed è sempre parallela alla direzi1me del spingerà lontano il filo.
campo elettrico. Perciò, lanciando la particellà carica Nel caso dell'attrazione, il filo S05pesonon è sta-
in direzioni diverse, è possibile determinare la natura bile per i movimenti verticali. Se caso si alza, la forza
del campo. Si noti che la forza costante del campo attrattiv-.i aumenta e il filo si avvicina di più a quello
elettrico genera una traiettoria parabolica, mentre il superiore. Se il filo sospeso cade, la forta attrattiv-.1
campo magnetico genera una traiettoria circolare. diminuisce e il filo cadrà ulteriorm,·ntr. Il filo sospeso
4. Il campo magnetico del magnete produce una forza è instabile anche per movimenti laterali. Se il filo si
magnetica sugli elettroni che si muovono verso lo muove verso destra, continuerà anc<>r.iad allontanarsi
schermo e che generano l'immagine. Questa forza dato che la forza diminuisce. Sebbene esista una com-
magnetica deflette gli elettroni su regioni dello scher- ponente della forzadi richiamo che lo àttira verso sini-
mo diverse da quelle dove sarebbero dovuti arrivare. stra, la componente verticale della forza non è intensa
Ciò causa una distorsione dell'immagine. abbastan7.a da tenerlo su ed esso cade.
5. Se ti muovi insieme agli elettroni, tu misurerai una Il. Ciascun avvolgimento della molla genererà nel suo
corrente di elettroni nulla, cosicché gli elettroni non centro liii piccolo dipolo magnetico, poiché un avvol-
produrranno un campo magnetico in accordo con le gimento agisce come una spira percorsa da corrente.
nostn• ossc1v.1zionì. Tuttavia, gli ioni positivi dd reti- Per il falto che il verso di rntaziun<· <lrlla rnrrclllc è lo
colo cristallino nel metallo si muovono, ora, in verso stesso in tutù gli avvolgimenti, ciascuno di essi diventa
opposto relativamente a te e creano una corrente un magnete con i poli ugualmente orientati. Quindi,
equivalente a quella del movimento diretto degli elet- tutti gli avvolgimenti della molla si attrarranno dando
troni quando tu stai fermo. Quindi, misurerai lo stesso luogo a una compressione.
23
Legge di Faraday
e induttanza

A R G O M g N ·r t · .
23.1 Legge di Faraday
dell'induzione
23.2 Forza clcttromotrie1,
dinamica
23.3 Legge di Lenz
2:1..i For,e t'l<."ttromotrid
indotte e campi
elettrici
23.5 Autoinduzione
2:~.6 Circuiti RL
23.7 Energia immagazzi11n1n
in un campo
magnetico
23.1 l.,w ,li Ftmulr,_1·
,lf'l/'im/11iin11,

Queste equazioni. insieme con l'equazione che esprime la forza di Lorentz, che
discuteremo·brevemenu,. costituiscono una teoria completa in grado di descri-
vere l'intemzione cli oggetti carichi. Le equazioni di Maxwell lt~gano i campi
,·lr11rid e magm·1ici ti., di loro,. con lt• loro sorgc111iprimarit•, doè le caridw
elet1rid1e.
Questo fenomeno dell'induzione elettromagnetica ha alcune conseguenze
prntkhe. Una delle più imp011m1ti applicazioni dell'induzione elettromagneti-
ca è il campo della prndnzione dell'energia elettrirn. Descriveremo un effetto
noto come autoindu:io11,:una corrente ,-ariabile nel tempo che circola in un
conduttore, induce nello stesso una f.e.m. che si oppone alla f.e.m. esterna, che
fa circolare la corrente nel conduttore. Questo fenomeno è la base di un com-
ponente circuitale noto come illdullort,che gioca un molo importante nei cir-
cuiti percorsi da correnti \'llriabili nel tempo. Discuteremo i concetti di energia
magnetica immagazzinata nel campo magnetico di un induttore e di densità di
energia associata a un campo magnetico.

23.1 • LEGGE DI FARADAY DELL'INDUZIONE

lni1.iercmo dt·s,-rin,ndo due semplici cspcrinwuli che dimostrnno che liii


campo magnetico ,-ariabile può generare una corrente. C'.onsideriamo, dappri-
ma, una spim di filo cnnduuore rnllegata a un galrnnometro, un dispositivo che
misurn la cmn·nlt', cunic in Figurn :.!3.1.Se ,i ,111i,ina 1111magnete alla spim,
l'indice del galvanometro si sposta in un cerio \'erso, come nella Figura 23.la.
Quando il magnete si allontana dalla spira, l'indice ciel galvanometro si sposta
nel ,·erso opposto. come in Figura 23. l b. Quando il magnete è fermo rispetto
alla spira, 11011 si ossen-a akuno sposrnmemo dell'indice dello strumento.
Infine, se il magnete è fermo e la spira viene anidnata o allontanata dal magne-

(nJ

(b)
Figura2ll, I (n) Quundo un magnete si ""icina ad 111111 •pirn collcg.11;1
a un g;1lmno-
metro, l'indice del gal\,mometro si sposta come indicato. Qneslo dimostra che una cor-
rente viene indotta nclfa spird. (b) Quando il magnete •i allontana dalla •pir.i, l'ago ciel
galvanometro si sposta nel veno opposto, indicando che la corrente indotta ha veno
opposto a quella del caso (a).
~{~f,;:
'688 Capitolo23 J,,gg,
di Fart1tlny, i11d11tltmu,

te, si nota ancora una detlessione dell'indice. Da tutte queste osservazioni si può
concludere che si ha generazione di una corrente eletttica ogni volta che vi è un
moto relativo del magnete rispetto allaspira1•
Questi risultati sono estremamente interessanti perché portano alla genera-
zione di una corrente senza che vi sia una batteria nel circuito! Chiameremo
questa correllle corrente indotta, ed essa è generata eia una forza elettromottice
indotta (/.e.m. indotta).
Consideriamo ora un esperimento, condotto per la prima volta da Faraday, e
descritto schematicamente nella Figura 23.2. Una parte dell'apparato speri-
mentale consiste in una bobina collegata a un interruttore e a una batteria: chia•
meremo questa parte avvolgimento primario,e il circuito corrispondente sarà il
circuito primario. Questa bobina è awolta su un nucleo di ferro, per rendere
più intenso il campo magnetico prodotto dalla corrente che fluisce nella bobi.- .
na. Un 'altra bobina, a destra, è avvolta sullo stesso nucleo ed è collegata a un gal- ,·
vanometro. Questa bobina sarà indicata come t1V11olgimento s«ondmw, ed il cor-..
Micbael F~ (1791-1867) rispondente circuito, sarà il circuito secondario. Si noti che nel circuito secon-
Faroday fu un fisico e chimico dario non c'è alcuna batteria: il solo scopo di questo circuito è di rivelare la cor-
ingleseda moltìritenutoil più
grtinde scienzialo Sfie!imenlale rente prodotta dalla variazione del campo magnetico.
del 1800. I suoi lòndamenlali A prima vista, si potrebbe pensare che nessuna corrente dovrebbe essere
conlribu~ olio sludio clelrelettri- rivelata nel circuito secondario. Tuttavia, accade una cosa sorprendente quan-
cilò includanol'invenzionecli un
molore elettrico,un generotore do l'interruttore del circuito primario viene aperto o chiuso rapidamente.
elettricoe un lrasformcitore,oltre All'istante in cui il circuito primario viene chiuso, l'indice del galvanometro del
alla scopertocleWincluzione elet- circuito secondario si sposta in un certo verso e, subito dopo, ritorna a zero.
lromog~co e delle leggi del-
1'elettroli$i,(Royol Sociely, per Quando il circuito primario viene aperto, l'ago del galvanometro si sposta nel
geni.conc.l verso opposto, e quindi ritorna ancora a zero. Se una corrente continua scorre
nel circuito primario, infine, il galvanometro segna sempre zero.
Da queste osservazioni, Faraday concluse che una corrente elettrica può
essere generata da un campo magnetico variabile. Una corrente non può essere
prodotta da un campo magnetico stazionario. La corrente si manifesta nel cir--:)
cuito secondario solo per il breve intervallo di tempo in cui il campo magnetico,:.
attraverso l'awolgimento secondario sta variando. In effetti, il circuito seconda- ..:
rio si comporta come se fosse collegato a una sorgente di f.e.m. per un brev~ ::

. •~!
·j,.
'J'
. ;~~

Galvanometro A
:'i~
.,;r.,
·'.'J
Baueria i~}
.·ì
.1,
Figura 23.2 L'esperimento di Faraday.Quando si chiude l'intl'rmttore ckl circuito.'/
prinmrio a sinistrn,l'indice cielg-.ilvanomctroposto nel circuito secondario a destra si'i\
. spo.,1amoinentan_ea!nente.l.a forza elettr?motrice indotta ne! ci!cui~oseconda~o !_~
generata dalla vanazmnedel flussomagneuco concatenatocon d circuito secondano..,;~ -~
,~(,,

1 L'intensllè della corrcnlc dipende dalla l'ffi&lcnzadel circul10, ma la sua eslstenzà (e il


veno) ne sono indipendenti.
,,'.J
"';I
23.1 / .egxetlì Ft1m,lfly,Ml'i 111lllu1me 689

interv-dllo di tempo. È usuale dire che una forza elettromotrice indotta viene
generata nel circuito secondario dal campo magnetico variabile.
Per rendere quantitative queste osserv-.izioni,è necessario definire una gran-
dezza chiamata flusso magnetico. li flusso associato a 1111 campo m.ignc~ticosi
ddiuisn: i11modo analogo al llus.,;t>del campo cleurico (Cap. 19, Paragrafo
19.8). Consideriamo un elemento di area dA su una superficie di forma arbitr.1-
ria, come in Figura 23.3. Se il campo magnetico in questo elememo è B, allora il
flus.'IOmagnetico attraverso l'elemento è B · dA, dove dA è un vettore perpendi-
colare alla superficie il cui modulo è uguale all'area dA. Quindi, il flusso magne-
Figura 2!l.8 li flusso ma-
tico totale cl>
8 , aur.i.verso la superficie è gnetico attraverso un ele-

<l>s= f B· dA (23.1)
mento di area dA è dato da
B • dA = BdA cos 8. Si noti
che dA è perpendicolare alla
superficie.
L'unità di misura SI del flusso magnetico è il tesla per metro quadrato (T · m2),
che viene chiamato weber(Wb) : I Wb = I T · m2•
Questi due esperimenti, illustrati nelle Figure 23.1 e 23.2, hanno una cosa in
comune: in entrambi i casi, si ba una forza elettromotrice indotta in un circuito
quando il flusso magnetico attraverso il circuito varia nel tempo. Un'afferma-
zione generale che riassume i risultati di questi esperimenti è la seguente:

1
1. ~ •elettro mo~~~. ;ndotta in·~:i circu;~o è ;;e~~m-· e.·1~tep~~-p.·
o.rza.· ~~;;~~a~.
J
f..

!_ ~~a rd_Piditàcon cu~va~a-il flusso magnetico mtrav~rso il cir~~·~~o:_. ___

Questa asserzione, nota come legge di Faradaydell'induzione, può essere scritta

d<t>n
8=--- (23.2) • Leggedi Faraday
dt

dove <l>8 è il flusso magnetico attraverso il circuito, espres.~odall'Equazione 23.1.


li significato del segno meno dell'Equazione 23.2 è una conseguenza della
legge di Lenze sarà discusso nel Paragrafo23.3. Se il circuito è una bobina di N
spire, tutte di uguale superficie, ed il flusso è concatenato con tulle le spire, la
forla elettromotrice indotta è
d<l>n
8=-N~ [2!1.3)

Si supponga ora che il campo magnetico sia uniforme attraverso una spir.i.
piana di area A, come nella Figur.i. 23.4. In questo caso, il flusso concatenato
con la spira è BA cos (J per cui la forza elettromotrice indotta può essere scritta
come
d
8 = -di (BAcos 8) [2!1.4)

!)a questa espressione si vede che una forza elettromotrice può es.~ereindotta in
un circuito in èliversi modi: (I) quando varia nel tempo il modulo di B; (2)
quando varia la superficie del circuito; (3) quando varia l'angolo 8 fra Be la ~ 2!1.4 Una spir.i con-
normale alla superficie del circuito; (4) quando si verilirn una qualsiasi combi- duttrice di superficie A in
presenza di un campo ma-
nazione dei casi precedenti. gnetico uniforme B, che for-
Gli esempi che seguono illustrano alcuni casi in cui una f.e.m. viene indotta ma un angolo 8 con la nor-
in un circuito da variazioni del campo magnetico nel tempo. male alla spira.
690 Capitolo 23 Leggedi Faradaye indu/lam11

L'Argentina ha una estensione (2.8 x 106 km2 ) maggiore della Groenlandia (2.2 x
106 km 2). Tuttavia, il flusso magnetico del campo magnetico terrestre è maggiore in
C:roenlandia che in Argentina. Perché?

Rag~to Vi sono due ragioni del perché il flusso magnetico sia maggiore
attraverso la Groenlandia. i.aGroenlandia (latitudine da 60° nord a 80° nord) è più
vicina a un polo magnetico che non l'Argentina (latitudine da 20• s11da 50° sud). Di
conseguenza, l'angolo che le linee di forza del campo magnetico formano con la·
verticale è minore in Groenlandia che in Argentina. Il prodotto scalare nella defini-
zione di flusso magnetico attraverso una superficie tiene conto di questo angolo. La
seconda ragione dipende pure dalla vicinanza della Groenlandia a un polo magne-
. tico. Ossia,IBI· nella definizione di flusso è maggiore in Groenlandia che in Ar-
gentina·. Queste due condizioni sono prevalenti rispetto alla superficie l_eggermente
maggiore dell'Argentina.
Dimostrazione ··dell'iridùzio- ·
ne èleitromagnetica. Una·
tensione alternata è applica-
ta alla bobina inferiore. Una L'na spira circolare è posta in un campo magnetico costante e uniforme. Descrivere
f.e.m. ,iene indotta nella bo-
come si può indurre una f.e.m. nella spira in questa situazione.
bina supcrime come evidcn-
,iato dalla lampadina illumi-
nata collegata alla bobina. PROBLEMA
CONCETTUAlE
2
Che cosa pensate che succe- Un'astronave che orbita auorno alla Terra ha 1111awolgimento cond11uore. l'n astro-
da dcll'inten,ità luminosa
della lampadina se spostate nauta misura.una piccola corrente nella bobina sebbene· non vi sia collegata akmia bat-
la bobina superiore verso l'al- teria e non vi siano magneti sull'astronave. Qual è la ca11sadella corrente? ·
to? ( CESCO,pergeni.eone.)
PROBlEMA
CONCETIUALE
3
Supponiamo che tu voglia sottrarre energia elettrica all'ENEL, da adoperare in casa,
posizionando un avvolgimento di spire conduurici vicino a una linea elettrica allo scopo
di indurre una f.e.m. nell'avvolgimento {una procedura illegale.) Orienterai il tuo 3'"1'01-
gimento in modo che la linea elettrica sia concatenata con le spire o semplicemente met•.
tera.i il tuo avvolgimento vicino al cavo della linea?

Esempio 23.1 Un modo ~ indurre una f.e.m. in Wta spin


Una bobina di 200 spire è avvolta sui perimetro di un 0.0162 Wb. Quindi, la variazione
del flusso attraverso la.
telaio quadrato di 18 cm di lato. Ogni spira ha la stessa bobina durante l'intervallo è ,.i'!
•!.
area, uguale a quella del telaio, e la· resistenza totale
n.
della bobina è di 2.0 Un campo magnetico uniforme
\'iene applicato alla bobina in direzione perpendicolare
al piano della bobina stessa. Se il campo varia linear-
IBI= N/:,,4>
/:,,/
8 = 200(0.0162Wb-0Wb)
0.80s
4,élil
..il~\
··'j
mente da O a 0.50 T in 0.80 s, calcolare la forza elettro- ·.,
,,
mot rin· inclntta ndla bobina c.lurantc la variazione del (Si 11otiche I Wb/o = I V).
campo magnetico. . .I,\~
FSERCIZIOI Qual è l'intensità della corrente indw_,l'1.
Soluzione L'area della bobina è {0.18 m) 2 = 0.0!124m 2• ta nella bobina durante la variazione del campo magn,
Il flusso magnetico <I>
8 concatenato con la bobina è nullo ticq? Risposta 2.0 A. . , .·
all'istante I= O,poiché B =O.All'istante I= 0.80 s il flusso ;~
magnetico «l>sè 4>8 = BA'= {0.50 T)(0,0324 m 2 ) = ::..t
f ....
23.2 Fon.ti,ie11,rn1wlrirt
dhiamic11 691

Esempio 23.2 Campo magnetico variabile esponenzialmente


l'na spim piana di area A è posta in una regionr do\'e il motrice si ha per I= O,quando e,..,.
= ,iABo. Perché que-
rnmpo magnetico è perpendicolare al piano della spira. sto è vero? Il grafico di 8 in fimziunt• del tt·mpn i· similt'
Il mocluln cli B mria nel tempo sernndo l"l-.pres.sione a 1111ello
di 8 mostr.llo nrll.i Fignrn 2:U.
/1- /~,,-"'. rioè 11= /~>ali 'istanl<"I= O e. a />O. il nuupo <Il~
cresce esponenzialmente nel tempo (Fig. 23.5). Calco- B
lare la Lt-.m.indotta nella spim in funzione del tempo.

Soluzione I:~..,euclo B perpendicolare al piano della


spira, il nusso magnetico per I> Oè dam da
= BA = ~,e ...,
<1>11

Notando che A.11, 1 ed il parametro a sono costanti. la


for,a elettromotrice indotta può essere calcolata facen-
do uso dell'Equazione 23.2:
d<Jln d I
8 =----=-Allo--,-• = ;~;;•I F,gura 2S.5 (Esempio 23.2) Diminuzione del campo
di di '. m~'llelico con legge esponenziale. I.a r.e.m. e la cor-
Cioè, anche la forza elettromotrice decade esponen,ial- rente indotta hanno 1111 and.unento temporale dello
mcntc nd tempo. Si noti che I.i massima Corta elettro- Stt'S.SO
tipo.

ESERCIZIO
2 l'na spir.1piana con un solo avvolgimento di area 8.0 cm2 è perpendi-
colare a un campo nmgitt•ticola cui intensità aumcnt.i uniformemente da 0.50 T a 2.50 T
in I.O!'..Qual è la t·nrrt·111t•in<lotrnst· la s1>iraha mm n·sistcnLa di 2.0 n?
Ri,pnsta 800 µA

23.2 • FORZAELETI'ROMOTRICEDINAMICA
'.'\egli Esempi 23. l e 23.2 abbiamo considerato situazioni in cui una f.e.m. viene
prodotta in un circuito quando il campo magnetico varia nel tempo. In questo
paragrafo descriveremo la f.e.m. dinamica, la quale è la for.ta elettromotrice
indotta in un conduttore che si muove in un campo magnetico.
Consideriamo, dapprima, un conduttore rettilineo di lunghezza eche si muo-
,·e a ,-elocità costante in un campo magnetico uniforme diretto verso il foglio in
X X X X X
Figura 23.6. Per semplicità, assumiamo che il conduttore si muO\-a perpen-

1: _,,
Bin
dicolam1ente al campo. Sugli elettroni del conduttore agirà la for.ta F,. = qv x Be,
X X X ~
sollo l'azione cli questa fo17.a,gli elettroni si muoveranno verso la parte bassa del
conduttore e vi si accumuleranno, lasciando nella parte superiore cielconduttore )( )( X X
una carica positiva. li risultato di questa separazione di cariche è la produzione di t

1:
un campo elettrko nel conduttore. Le cariche alle due estremità del conduttore X X )( X

continueranno ad accumularsi fintantoché la forza magnetica qvBnon sarà equi- F.


librata dalla forza elettrica ql~A questo punto il flusso di carica si arresta, e la con- " X X X

dizione di equilibrio richiede che


X ~ X X X

ql·.'= 'fl'B ossia I:= vB


Figura 23.6 Una sbarretta
Poiché il campo elettrico è costante, esso è legato alla tensione presente ai capi conduttrice di lunghezza t si
del conduttore dalla relazione l!t.V= Et. Si ha, quindi, muove con velocità v in un
campo magnetico uniforme
l!t.V=Et= Btv B, perpendicolare .i v. Una
forza elettromotrice Btv vie-
con l'estremità superiore del conduttore a potenziale maggiore dell'estremità ne indotta fra le estremità
inferiore. Quindi, una tensione AJI'è presente fra gli e!iU'emidel conduttorefin. della sbarretta.
692 Capitolo 23 J.,gg,
di Farliday e ind11llfl""'

- j"I
:.•,
.a.
..

tantoché esso si muove nel campo magnetico. Se si inverte la direzione del tili;

r.
moto, anche AVsi inverte. . v>.,.ì
Una situazione più interessante si ha quando il conduttore in movimento è ·iMt~;
parte di un circuito chiuso. Questa situazione è particolarmente utile per illu- ?('}.Jr
strare il modo in n1i un flusso 1m1gnetin, rnriabilc produce una cotTl'lll<' i11<lot-
e ta in un circuito chiuso. Si consideri un circuito costituito eia umi sbarretta con- ..
c;;~f
L1-~-l
duttrice di lunghezza € che scorre su due guide conduttrici fisse e parallele;

- . I come è mostrato in Figura 23.7a. Per semplicità assumeremo l·he la sbarretta in ,\f.\
movimento abbia resistenza nulla, mentre la resistenza della parte fissa dl'I cir~ ;i1.f(
cuito sia R. Un campo magnetico uniforme e costame B è applkato perpcndi- :,.c;;\)
colarmente al piano del circuito. '.· ,\fi
' Quando la sbarretta si muove verso destra con velocità v sotto l'azione di 11n3::·'~
(a)
forza applicata Fapp , le cariche libere della sbarretta sono soggette alla forza .:}~',
)l.f
- 1
magnetica diretta lungo la sbarretta. Questa fon:a, d'altra parte, genera una coi,; .
· · rente indotta, poiché le cariche sono libere di muoversi nel circuito conduttore. :l/ii~i,.
. .. chiuso.~n flusso magnetico variabile attraverso il circuito e la corrispondente.
·:<
·'liii
fon~'è'tettromotriccr indotta ai capi della sbarretlll sono dovuti alla variaziont; )\~i,
· · 'd~ll'ai-ea del circuito, man mano che la sbarretta si muove nel campo magnl·tico, ;:::),/
R · · ·Se la sbarretta viene spostata verso destra a vdocità costante, il lamro cnmpiutq ·:P~~
!si"Blv dalla forza applicata viene dissipato per efletto_joull• tll'lla resiswnza ciel drcuito: \fr})~·
Essendo l'arca del circuito, a u11cl·rto ist,tlllc, (.~.il llusso mag1wtico conca- 'ffj:

- (h)

Figura 23,7 (a) Una sbar-


tenato con il circuito è dato da
<Jlu= Mx
dove x è la lunghezza del circuito, ,-ariabilc nel tempo. Usando la kgge di
.:;j;i;
.-~,,.,v
·'t·1
rcna conduttrice che scorre
con velocità v su due guide Faraday, la forza elettromotrice indotta è
conduttrici, sotto l'azione di d<l>n ti
una forza Fnpp· La rorza ma.. 8 -~ - di (Bh) -m.!!!__
gnetica F., si oppone al mo- di
to, ed unti corrente di verso 8 = -Bev
antiorario viene indolla nel
circuito. (b) Il circuito elet- e, essendo Ria resistenza del circuito. l'intensità della corrente indotta i-
trico equiv-.ilentedi (a).
l = ~ = ~
R R
Il circuito equivalente per questo esempio è mostrato in Figura 23. 7b.
Esaminiamo ora il sistt:ma dal punto di vista energetico. Non es.'ICnclmialctt'-'.
na batteria nel circuito, ci si può chiedere qual è l'origine della corrente indot 1,
ta e dell'energia elettrica del sistema. È possibile rendersi conto di ciò consicie'~'
rando che la forza esterna compie la\'oro sulla sbarretta, e mette in moto le
che nel campo magnetico. Questo fa si che le cariche si muov-ano lungo la s
retta con una certa velocità di deriva, e in questo modo si produce una corren
Dal punto di vista della conservazione dell'energia, il lavoro compiuto dal
forza applicata alla sbarretta in un certo intervallo di tempo deve Cllsere ugu
all'energia elettrica che la forza elettromotrice indotta fornisce al circuito nell
stesso i11le1vallodi tempo. Inoltre, se ht sbarretta si llllllll'l' a wlodtù <ostante, il
lavoro compilllo dalla farla applicata deve es.,ere uguale all'energia dissipa·'
sotto forma di calore nella resistenza R nello stesso intervallo di tempo.
Quando il conduttore di lunghezza esi muove attmverso il campo magne
co uniforme B, subisce una forza magnetica F., cli intensità llB (E<1.~2.3 n
Cap. 22), li verso di questa forza è opposto a quello del moto della sbarre\
cioè verso sinistra nella Figura 28. 7a. ,.'
23.2 Fo,u, l'ltllmnwlri,-,,,linamfru 693

Se la sbatTt·lla si dnc muovere a velocità coslmlle, la forLa applicata clt•vc esse-


n, uguale ecl opposta all.1 forza magnetica, cioè verso clcsrrn nella Figura 23.7a.
(Se la forLa magnetica agisse nella direziune elci moto, produn·ebbe una accele-
ra,.ione della sbarretta, ,mmcntandone la velocità, e questa situa1.ione sarebbe
i11 ro11tras10 n,11 il prinl'ipio <li cons,·rvazione cldl',·11rrgia). Usando l'J,:'111a-
1iom· 2:Ui ,·d il fatto d1t· /·;,pp" /I Il, la potenza fornita dalla for,a applicata è
. Jile2.J v2
I'= l·.,ppV = (/fH)v = --R- =R [23.7)

Questa potenza è uguak a quella dissipata nella resistenza R, cioè / 2 R, come era
da auendersi, ed è anche uguale alla poten7.a / 8 fornita dalla fona elettromc>
trice indotta nel circuito. Questo esempio è quindi una chiam dimostr.izione
della conversione cli energia meccanica in energia elettrica e, infine, in energia
termica (effeuo.Joule).

l 'n at•rt·o ,·o1an<1<> da Palermo a Milano. interseca le linet· cli for1a dt•l c·ampo magnc-
1in> tt·rn·.~tn·. Ili ro11sc.·gnt·nza.si S\'ilnpJ>t'ràmm f.c.·.m. fn.1k c•strcmità cldlc ali
dc·ll'ac.·n·n. Qualt· c.·strt·mità i\h1re ~ucì n,rira pnsith·amcntc e qual<• negativamente?
~i '-•li i<.hc.·ra11110,dio slt·sso modo le.•<.·strc.·111i1~ì
alali cli tm at·u·u d1c.• \'iuggia <htl-
l'Arlico \'crso l':\ustr.tlia? Potrc,bhc queslil l.t·.m. ,·sscrc una sorgente di energia per
far fun,iormrc il sistt·ma di illuminazione dell'.tt·n·o?

Ragionamento l.<.·lint·t· dì 1<,n.a<Id campo m;,1~m·tin, tt·rrestn: lmunn, nt.'11\·mi..


sforo nord, mrn rompnnt•ntl' dirclt;\ ,·crso il hus.,o.Qmmdo l'aen:o vola ,·crso nord,
l.1regola cldla mano dt•stm indica che le cariche positin· suhis1:ono una rom1 \'Crso il

NS,....
lato si11istn1rlt•ll',wrc.·<>. Q11i11cli.)'t'strc.•mit,ìo,larr sinistra rli\·r-ntcr.ì c.·itricapo,;itiva-- An.-ulgimcntn
mt·ntt· l' l't·str~1nitii f:\lar!·tkst1t, 1u·gath·;mwntt·. Nt•ll'crnisfcro sud. le li11t•edi forla tm:,duuore Mili
ckl c.1mp<>hanno 111111 c·ompc>11t·nt<~ \'erso l'altc,, pt·r n1i le estremità alari si cariche·
ranno in \'crso opposltl. Sulln hasc della rdati,•.i debolezza del campo magnetico ter-
restrt·, non è n,rosirnilc che la f.c.m. indotta pos.s.1far limzionare un sistema di illu-
milmzionc.:. l'n calcolo di ordine di grandcu.i1 mostra d1e la f.c:.m. i'n1le t!Slremità
alari è soltanto una frazione di un volt.
Pur'"t.ione
di i:orclu
magnctizzau, l l
All'amplificalore
PROBLEMA
CONCETI\JALE
4
, ! .~ I'·. t o ••. 1 f.•. :\.1:-··,·,.1·· I)••;,• lf•,,' ,
Corda di chitarr.i
f: pc>s."il,ilt·i1ulunc.·111ml~t·.111.
coslillllt· un lungc>pc.•ric,ch,di tempc>?
1><:r
Figura 23.8 (Problema con-
cettuale 5). In una chitarra
PR08l.EMA
CONCETI\JALE
5 elellrica, una corda metallica
•1.·:·n:.\l•\1H\-01",0..11;'J,'4,·.,J~>'.:.f't~l'r~'f,lf1N,0,tcU.N\l'.l'tl

Il tr.iscluuore di una chitarra cleurica consiste di un magnete permanente auorno al che vibr,1 induce una tensio-
quale sono avvolte delle spire conduurici (Fig. 23.11).In che modo questo dispo!ritivo ne nell'avvolgimento del tra-
sduuore.
rivela il movimento di una corda metallica della chitamt?

Esempio 23.3 Forza elettromotrice indotta in una ~harretta rotante


Una sbarrt'tta rnnduurice di lunghc,.za t nlolll con Soluzione Si consideri un trailo di sbarretta cli hm-
,·clocità angolare costante w imorno a un perno posto gh,•zza dr, la cui velocità è v. Secondo l'Equazione 23.5,
.1cluno degli estremi. Un campo magnetico uniforme B la fnr1i1eleuromotrice indotta in un conduuore avente
è ,lirt'lln pt·rpendicolarmente al piano cli rotazione, <1m·smlungheu" che si muove pcrpcndic<>larmcnte a
come si ,·i,de in Figura 23.9. C'.alcolare la t:c.m. indotta un c.impo m.ignc1ico B è data da
fra le e•trcmiliì della sbarretta. (I) ld8 I ,. BvdT
694 Capitolo 2!1 Leggetli /oì1raday,i11tl111tt111:ll

Ciascun tnllto della sbarreua si muove perpendicolar-


mente a B, e quindi ,·i è una f.e.m. indoua in da.scun
tratto il cui valore è dato dalla (I). Sommando le forle
elettromotrici di tutti i segmenti costituenti la sbarretta,
che sono in setic, si ha la for-la dettrnmottin' totale
indotta fr.i le estremitù <ldla sbarrcua, doè

8 = J Hv,lr
Per integrare questa espression<' si noti che la vdodtà
di ciascun elemento è legata alla ,·elocità angolare "'
dalla relazione v = w, e, quindi, essendo Be"' costanti,
si ha
"
Figura 2!1.9 (Esempio 23.3) Una sbarretta conduttrice
che rnota intorno a un asse in un campo magnetico
uniforme perpendicolare al piano di rotazione, Una 8
[e.m'. è indoìta fr,\ gli estremi della sbarretta.·
' .· .... .

Esempio 23.4 Fona magnetica agente su una sbarretta in moto


Una sbarretta di massa 111e lunghezza f si muove su due
tlv B 2t 2
guide parallele lisce in presenza di un campo magneti- m-- = ----11
co uniforme diretto verso il foglio (Fig. 2!1.10). Alla dt R
sbarrclla è stata imprcs.,a una velocità iniziale v0 ,-erso
destra. Calcolare la velocità della sbarretta in funzione ..!!.!!._
= - ( IJ~l 2 ) "'
V 1nR
del tempo.
. Integrando quest'ultima equazione con la condizione

r
l!Blnx
iniziale v = 1.1,per I= Osi ha
X

l. •
f•-=-
,~,,
dv ( --BmRt J'dt
2 2
)
0

r. Vo

[ •
. •
T

- I
Figura2!1,10 (Esempio 2!1.4)Una sbarretta conduuricc
di lunghezza e scorre •n due guide fisse; la velocità ini-
dove la costante T = mR/ B2 t 2 • Si vede quindi che la
velocità può essere esprc:is,1nella forma esponenziale

ziale della sbarretta è v0 , diretta verso destra.


La velocità della sbarretta, quindi, decresce esponen~ ,!
Soluzione Si noti dapprima che la corrente indotta è zialmente nel tempo sotto l'azione della forza magneti. .:i
in verso antiorario, e la forza magnetica è F,. = - ltB, ca frenante. Inoltre, se si sostituisce questo risultato ,':
dove il segno meno indica che la forza è diretta verso nelle F.quazioni 23.6 e 23.7, si trova che sia la forla elet- .\
sinistra, e quindi si oppone al moto. Questa è l'unica tromottice che la corrente indotta decrescono pure "
for1.aorizzontale, che agisce sulla sbarretm, e quindi la espom,nzialmentc nel tempo. cioè
seconda legge cli Newton, applicata al moto nella dire-
zione oriz1.0ntale,dà

I•~= ma= tn..!!:!!,_


= -1€8
di
· ,';\ . .~i:td!) la corrente indotta, Equazione 23.6, / = Btv/R, 8 = JR a Btvu,-'
1'
23,3 !.Jlggtdi Ln,2

Generatore di corrente alternata


Il generatore di corrente alternata (o alternatore) è un dispositivo che converte
energia meccanica in energia elettrica. Nella sua forma più semplice, un alter-
natore è costituito da una spira conduttrice posta in rotazione all'interno di un
campo mi\gneticn. Nelle centrali elettriche l'energia necessaria per far muovere
la spira può essere ottenuta da di,·erse fonti. In una centrale idroelettrica, per
esempio, la caduta di acqua sulle pale di una turbina produce il moto rotatorio;
in una centrale a carbone l'energia termica ottenuta bruciando il carbone
porta all'ebollizione dell'acqua e il vapore prodotto mette in moto la turbina.
Quando la spira ruota, il flusso magnetico concatenato con essa varia nel tempo,
e induce una f.e.m. e una corrente nel circuito esterno.
Per analizzare il funzionamento dell'alternatore su basi quantitative, suppo-
niamo che la spira sia in realtà una bobina costituita da N spire, tutte di area A, e
supponiamo che la spira ruoti con velocità angolare costante w. Se 6 è l'angolo
compreso fra la direzione del campo magnetico e la direzione normale al piano
della spira, il flusso magnetico concatenato con la spira all'istante tè·

8 = BAcostl = BAcoswt
<1»

dove si è fatto uso della relazione 6 = wl (assumendo che per I= Osia 6 = 0). La
forza elettromotrice indotta nella bobina è quindi

e= -N d<l>s = -NAB_.!!__(coswt) = NABwsenwt (23.8)


di di
Questo risultato mostra che la f.e.m. varia sinusoidalmente nel tempo.
Dall'Equazione 23.8 abbiamo che il valore massimo della f.e.m, è Bmax = NA&,
e questo valore si ha quando wl= 90° o 270". In altre parole, e= Bmaxquando il
campo magnetico giace nel piano della bobina, e la variazione di flusso
nell'unità di tempo è massima. La forza elettromotrice è nulla quando wt = 0° o
180°, cioè quando B è perpendicolare al piano della bobina e la derivata del
flusso è nulla.

23.3 • LEGGEDI LENZ


La polarità della forza elettromotrice indotta e il verso della corrente indotta
possono essere ricavate dalla leggedi -Lenz:

La polarità della forza elettromotrice indotta tende a produrre una corren-


te che, a sua volta, crea un campo magnetico che si oppone alla variazione
del flusso concatenato con il circuito. Cioè, la corrente indotta tende a man-
tenere attraverso il circuito il flusso iniziale.

In altre parole, la corrente indotta tende a mantenere costante il valore origina-


rio del llusso magnetico. L'intcrpretm~ionc di questa lcggl· dipende dalla parti·
colare situazione fisica ma, in ogni caso, questa legge non è altro che una conse-
guenza del principio di conservazione dell'energia.
Per capire meglio il significato della legge di Lenz, riconsideriamo l'esempio
della sbarretta che si muove su due guide parallele in presenza di un campo
magnetico uniforme con direzione entrante nel foglio (Fig. 23.1 la), Quando la
sbarretta si muove verso destra, il flusso magnetico concatenato con il circuito
696 Capitolo 23 Leggedi Faraday, fo1l1dl1111u1

aumenta, poiché l'area del circuito aumenta. La legge di Lenz dice che la cor-
rente indotta deve avere un verso tale da opporsi a questa variazione di flusso.
Poiché il flusso del campo esterno, entrante nel foglio è crescente, la corrente
indotta, per opporsi a tale variazione, deve produrre un flusso uscente dal
11 foglio. Quindi, la corrente indotta <leve essere antioraria quando la sbarretta si
muove verso destra, in modo da dare un flusso uscente dal foglio ndh1 pane
V
interna al circuito. (Si usi la regola della mano destr.1 per verificare questo
fatto). D'altra parte, se la sbarretta si muove verso sinistra, com.e nella Figura
23.llb, il flusso magnetico concatenato con il circuito diminuisce nel tempo.
Poiché questo flusso è entrante nel foglio, la corrente indotta de\·e avere verso
orario in modo da produrre un flusso entrante nel foglio, che compensa la dimi-
(a)
nuzioni:, del fluss<;>.esterno. In entrambi i casi la corrente indotta tende a far
., i;~mal)er.eil flusso attravel'S9 il circuito uguale al valore iniziale.
O:··,.Ricisaiiliniamo questa situazione fisica dal punto di vista energetico. Sup-
: ,·,jioriiam~;di l~pri,nere alla sbarretta una piccola spinta verso destr.1. Dalle con-
. ::·,. ~.id.~Wi'?i,)f pre~edenti,. que.sto movimento della sbarretta produce nel circuito
R " ~- • '';'/' J#i'.aic;~~µt~,indotta antioraria. Vediamo cosa accadrebbe se, invece, il verso
- . ,: 'dellìÌ:..corrè'iite "fosse orario. Se il verso della corrente indotta / fosse orario, la
'V
• F., . · 'forza· agente sulla sbarretta dovuta al campo magnetico Bit sarebbe diretta
verso destra, e tenderebbe ad accelerare ulteriormente la sbarreua, aumentan-
. clone la velocità. Questa accelernzione a sua volta farebbe crescere ancora più
'rapidamente l'area del circuito, aumentando la corrente indotta, ciò aumente-
rebqe la forza magnetica, che aumenterebbe la corrente, e così via. Il risultato
(hl
finale sarebbe che il sistema acquisterebbe energia con 1111lavoro iniziale prati-
Figura 23.11 (a) Quando la camente nullo, e questo è chiaramente in contrasto con l'esperienza e con la
sbarretta conduttrice scorre conservazione dell'energia. Siamo quindi costretti a concludere che il verso
su due guide conduttrici, il
flusso magnetico concatena- della corrente indotta deve essere antiorario.
to con il circuito aumenta. Consideriamo ora un'altra situazione in cui una sbarretta magnetica \'iene
Dalla legge di Lenz, la cor- spostata, a destra, verso una spira ferma, come nella Figura 23.12a. Quanòo il
renle indotta deve avere verso magnete si sposta verso destra, il flusso concatenato con la spira aumenta, e per
antiorarip,in modo da pro- contrastare questo aumento di flusso diretto verso destra, la corrente indotta
durre un flusso magnetico
uscente dal foglio, che si deve produrre un flusso diretto verso sinistra, come nella Figura 23.12b; quindi
oppone alla variazione di la corrente indotta deve avere il verso indicato nella stessa figura. Si noti che le
flu~. (b) Quando la ·sbar- linee di campo associate alla corrente indotta si oppongono al moto del magne-
retta si muove verso sinistra, te, e quindi il lato sinistro della spira è un polo nord e quello destro liii polo sud.
la corrente indotta deve
avere versoomrio. Perché?

(a) (b)
Figura 23.12 (.i) Quando il magnete si awicina alla spira, in questa viene indotta un~·
corrente con il verso mostrato nella figura. (b) Questa corrente indotta genera 1111flt15,:
so magnetico, diretto veno siniatra, che si oppone al flusso esterno crescente, dirett'c;;
veno destra. '~;
23.3 697

D'altra parte, se il magnete si muovesse verso sinistrn, il l111Slio


concatenato
con la spira, diretto sempre verso destra, diminuirehbe e, in questo caso, la cor-
rente indotta sarebbe tale da creare un campo magnetico che attraversa la spird
da sinistra a destrd, per mantenere costante il numero cli linee di llus.~o.La cor-
rente indotta sarebbe 01,1 in senso opposto a quello indicato in Figura 2:t 12b: il
Imo sinistro della spirn sarebbe un polo sud e quello destro 1111polo nord.

In alcuni circuiti, quando si apre un interruttore si formano delle scintille fra i poli
dell'imerruttore. Quando, invece, l'interruttore viene chiuso, non si verifica alcuna
scintilla. Perché questa differenza?

Ragionamento Secondo la legge di Lenz, le f.e.m. indotte sono tali da tendere,


quando si manifesta una v-.iriazione, a mantenere il flusso magnetico iniziale.
Quando l'interruttore viene aperto, l'improvvisa caduta del campo magnetico nel
circuito induce una f.e.m. di segno tale da tentare di mantenere l'originario fluuo di
correme. Ciò può causare una scintilla che funziona come un ponte di corrente
nell'interstizio d'aria fra i poli dell'intemutore. l.a scintilla non avviene quando
l'interruuore ,iene chiuso, perché la corrente iniziak• è, zero, e la f.e.m. indotta
tenete a m-1ntc1u.~rlanulla.

PROBlEMA
CONCmUALE
6
::J\.llll~t,V•l(',1 ...\1:\: \',-• J'.1 t',l/

U11U'allformatorccnnsislt' di una ruppia di awolgimenti al turno a una sagoma di ferro,


come in Figura 23.2. Quando una tensione alternata viene applicata a un awolgimento,
il primari(!,le linee di for-1.adel campo magnetico concatenate con l'altro, il s«ondaria,
inducono una f.e.m. Variando il numero di spire in ciascun awolgimcmo, la tensione
alternata applicata può es.st:rcalzata o abbm,sata. È evidente che questo disposith'Onon
funziona con una tensione continua. Inoltre, se si applica una tensione continua della
stt•s.,;;1
intensità, l'awolgimclllo primario qualche volta si surriscitlda e si brucia. Perché?

PROBlEMA
CONCmUALE
7
~,.::;.11,u,,.,1,1~'fM1n~~v.-,;~"'~,.,...m',)1
Nelle bilance: a bracci uguali, a cominciare dall'inizio del veittesimo secolo, si osserva
qualche volta che nel giogo delle bilance viene usata una placca di alluminio che passa
attr.iveno i poli di un magnete. Perché?

Esempio 23.5 Applicazione della legge di Lenz


Una 5Pirn è posta nelle vicinanze di un elettromagnete, de una corrente che scorre nella direzione mostrata
come è mosmuo in Figurn 23.13a. Determinare il verso nella Figura 23.12b.
della corrente indotta nella spira (a) i11l'istantcin cui si
chiude l'intcrruuore, (b) dopo che l'intem1uore è (b) Dopo che l'interruttore è rimasto chiuso per
rimasto chiuso parecchi secondi e (c) quando l'inter- parecchi secondi non vi è alcuna variazione di flusso, e
ruttore viene aperto. quindi la corrente indotta è nulla.

Ragionamento (a) Quando l'interruttore vi<·ncchiu- (<·) l.'apcrturn dcll'inh,aTullore produce uua \'ariazio-
so si pa.•1sa
da una situaziont' in cui nes.,una linea di flus- ne di flusso, da una situazione in cui le linee di flusso
"°allraversa la spirn ad una in cui la spira è attraversata che auraversano la spira vanno da destra a sini11tr.i.
a una
da linee di flusso nel vcr.lO mmtrato nella Figura simazione di flusso nullo. I.a corrente indotta deve
23. Ulb. Per comrnstarc questa variazione di fi'Ull.W è avere il verso di Figura 23.13c, in modo da creare un
necessario che la spir.i produca un campo magnetico campo diretto da destra a sinistra.
diretto da sinistra a destra nella figura, e questo richie-
698 Capitolo 23 l,egge,li Fm-adaye indullt111u1

(a) (b)

~l
E
(e) · Figura23,13 (Esempio 23.5)
'., •,,

ESERCIZIO 3 Un piccolo aeroplano <·onumi .1p<·rt11rn.1i.1rccli 14 m \'Ola,·crso nord a


una velocità di 70 m/s sopr.i una regione in cui la rnmponenu, \'Crticaleelci campo
magnetico terrestre è 1.2 µ.T. (.1) Quale cliffcn·n1,1cli po1,·nziale.,i s,·i111pp1·nì lr.1 le
estremità alari? (b) Come varierebbe la risposta ad (a) se l'aereo \'Olassewrso est?
Risposm (a) 1.2mV (b) Stessa f.e.m. con l'esm,mità nord p<>Siti,-a.

ESERCIZlO 4 Si usano spesso delle spire ruotami in un campo m.1g111·1irn p,·r misu-
rare campi magnetici incogniti. Come esempio, consideriamo una lx>l]inadi raggio
I.O cm con 50 spire che mota i111ornoa un asse perpendicolare al campo alla frequen-
·za di 20 Hz. Se la f.e.m. massima nella bobina è 3.0 \', tromrc l'i111cnsitàcll'I campo
magnetico. Risposrn 1.5 T

23.4 • FORZEELETTROMOTRICIINDOTTE
E CAMPIELETI'RICI
Abbiamo visto che un fli.tsso magnetico variabile induce in una spira conduttri-
ce una forza elettromotrice e una corrente incloua. Ci<>porta alla conclusione
che un flusso magnetico variabile produce un campo elettrico nel conduttore.
In realtà, la legge dell'induzione elettromllgnetica mo51rn che un flusso magne-
tico variabile produce sempre un campo elettrico, pt,rsino nel moto, do\'e non
sono presenti cariche elettriche. Que5Lo cllmpo elettrico ha però proprietà . 'i
diverse da quello elettrostatico prodotto da cariche elettriche a riposo. .'.i
Possiamo illustrare questo punto, considerando una spira circolare condut- ':
trice, di raggio r, posta in un campo magnetico uniforme, perpendicolare al
piano della spira, come è mostrato nella Figura 23.14. Se il campo magnetico
varia nel tempo, la legge di Faraday dice che nella spini vit'ne indotta una f.e.m. ·i
8 = - d<l> 1if cli. l.a corrente indolla d1c ne consegue implira l.1 prc:1,:11rndi un
campo elettrico E, che deve avere in ogni punto della spirn direzione tangente ,}
alla spira, poiché, per simmetria, tutti i punti della spir.i sono equiv-.ilenti. Il lavo- ,;:
ro necessario per far compiere a una carica di prorn q un intero giro lungo la :,
spira è qS. Poiché la forza agente su q è qli,questo la\'oro è dato anche dal pro- .'.,
dotto della forza per lo spostamento, cioè qf..'(2'11'r), dove 2'11'rè la lunghez~ 1~
della circonferenza. Le due espressioni devono essere uguali, e quindi iJil!
23.5 A11tai111/u:i1111, 699

tJS= q/:'(21r1j

F e
· = 21rr

I l;1 q11t·Mnris11h;1111.
011t·111110 dalla lq;gr tli Famday, <'<lai fallo eh<' p<'r una spira
circolare <1> 8 = /J.1= TT?B, si \'<'ck <:hl·il campo elettric:o inclotto può essere scritto

/: = --- t/<l>H
r t/H
21rr di 2 cli

Se è nota la legge di \'ariazione di B, è possibile calcolare il campo elettrico. Il


segno meno indica ancora una \'Olta che il campo elettrico indotto E si oppone
alla v-,uiazione di campo magnetico. È importante convincersi che questo risul-
tato è vero anche iD usenza di conduttori e, quindi, una carica elettrica libera
posta in un campo magnetico mriabik· subisce lo steS.'IC> campo elettrico.
La f.e.m. indotta per un qualsia~ cammino chiuso è espressa dall'integrale di
linea di E· ds. La legge dell'induzione di Faraday è data quindi dalla relazione

e = 1hE· ds = - tl<I>" [23.9) • ugge di Faraday


:r "' /orma generale
11ella
1::importante renckrsi colli<> del fatto che il campo elettrico indotto E che com-
parenell'Equazione 23.9 è un campo elettrico non conservativo, prodotto da un
campo magnetico nriabilc. Il nunpo E da· ,oddisfa l'Equ.11.ione 23.9 non puù
cs.st·rl· 1111tampn dcttrostatko. 1>erché st• fo,w t.11,•,<' quindi c,msetv.tti\'o, l'inte·
grale di linea cli E· ,/s su 1111percorso chiuso donchbe es.,;cre uullo, in contr.isto
con l'Equazione 23.9.

-, Fisica~
.•
. 'onàta
.
4.
:'\,·Ilo s1t1diodei rnmpi eleurki. si p11111m11i,.zache k lince di for.!a dd campo cleuri-
co hanno origin.- rulle cariche positive e terminano sulle cariche negative. lA• linc.-c
di fom1 di tutti i rampi elettrici iniziano e lini.cono sulle nirichc?

Ragionamento
L'affermazione rhe le linel' di for1.o1
del campo 1•lt·urirn iniziano e
finisrnnu sulle cariche è vero sol1:11110 per i campi ,1t11ro.,tnliri:
i rnmpi 1lm·utia cari-
dw staziormril·.I.e.•linct· di forLad<-icampi t:lc.•nriddo\'\1lÌ a nuupi nu..tgnt·tiri vmia-
hili fè,nmmn lint·t· rhiusc.·.sc.·111a
punto di inizio e di fine.<.·sunn indipendt·nti chtlht
lll'l'Sl'1m1
di carichi•.

ESERCIZIO 5 I.a corrente in 1111solenoide aumenta al ta"5ndi IOA/s. I.a sc-1.icmcdel


solrnoidc è TTcm2• e,; sono 300 spire nella su:, lunghezz:1cli l!i rm. Qual è la f.c.111.
indotta che si oppo1w all'aumento della corrente? Rispmla 2.4 mV Figura 23.15 Dopo la chiu-
sur.i dell'lntcrrnttort, del cir-
cuito, la corrente produce
un flU:ttin mag:rwtkoi\ttr.\\'<.'f·
23.5 • AUTOll'iDUZIONE so il drcuitu >tt•s.,o.l'inché la
corrente o1ument.:1verso la
Consideriamo un circuito isolato consistente di un interruttore, un resistore e sua condizione di regime, il
flt1ssov-.irianel tempo e nel
.. Figura 23.15.Quando si chiude l'interrnttore, la rnrren-
una sorgente cli f.t·.111 circuito viene indom, una
te non passaist.mtaneamente da zero al suo valore mas.~imo, 8/ Il L.i legge di f.e.m. La batteria ll".itteggiata
F.iraday predice quello che succede. Aumentando la corrente nel tempo, rappresentala f.e.m. di auto-
aumenta anche il flusso magnetico concatenato con il circuito, dovuto a questa induzione.
700 Capitolo 23 /-"/f.lr'<li l•,,ratlciyr i111/11111111it1

corrente. Un aumento del flusso induce nel circuito una f.e.m. che si oppone
alla variazione del tlusso magnetico. Dalla legge cli l.enz, la f.e.m. indotta deve
quindi dare origine a una corrente opposta a quella della corrente primaria; la
presenza di questa f.e.m. opposta, porta al risultato di un ,rmdunl,,aumcnto della
p.-rchi· la rnriazionc di flusso con-
corrente. Questo cileno è clrtto r111/ni111/uzio111•,
catenato con il circuito lm origine dal circuito stesso. b1 f.c.111.che ha origine in
questo caso è chiamata f,e.m. autoindotta.
Per ottenere una descrizione quantitati\•a dell'autoinduzione, ricordiamo
dapprima che, dalla legge di Faraday, la f.e.m. indott.1 è data dalla rapidità con
cui varia il flusso concatenato con il circuito, con il segno cambiato. li flusso
magnetico è proporzionale al campo m;i.gnetico, che a sua volta è proporziona-
le alla corrente che circola nel circuito. Quindi, la f.e.m. autoindotta è sempre /
proporzionale alla rapidità con cui variala corrente nel tempo. Per una bobina· J
costituita da N spire, molto addossate l'una all'altr.i (bobina toroidale o solenoi-1 1:1
de infinito), si trova che , \)
.. ,.
d418 di ;_;~
F.e.m.autoindòtta• '· 8 1 = -N-- = -L- [23.10]
. dt dt
dove /, è una costante di proporzionalità, chiamata induttanza del dispositivo,
~he dipende dalle caratteristiche geometriche e fisiche del circuito. Da questa
espressione, vediamo che l'induttamm di una bobina a\'ente N spire è data da

Induttanzadi una • N4>n


I. = -- [23.11]
bobina conN spire I
dove si è assunto che il flusso attraverso ciascuna spira sia lo stesso. Più a\·,mti use-
remo questa equazione per calcolare l'induttanza di alcuni particolari circuiti.
Dall'Equazione 23.10 possiamo scrivere l'induttanza anche come rapporto:
e, [23.12] ·
I.= - di/di
Questa viene usualmente considerata come l'equazione che definisce l'induttan- . 'i
za di un qualsiasi circuito, indipendentemente dalla sua forma, grandezza o dalle '_.'
1
caratteristiche del materiale. Proprio come la resistenza dà una misura del- i)
l'opposizione alla corrente, così l'induttanza dà una misur.adell'opposizione alla ·:;~
. . d eIla corrente.
vanG1Jone .,i
:~
L'unità di misura SI dell'induttanza è l'hemy (H), che, dall'Equazione. ;,Ì
23.12, è uguale a I volt-secondo su ampere: · il

1H = I
\' · s
A= I
Wb
A= 1-A-
T · m2 j.-;,,
Vedremo che l'induttanza di un dispositivo dipende dalla sua geometria. I.·~
l.j
calcolo dell'induttanza di un disposith·o può essere piuttosto difficile nel caso~ )E
J-phHenry (1797-1878)
~ americanoHenryar,enfòil I
geometrie complicate. Gli esempi seguenti riguardano situazioni abbastanza 1j
· primodirettoredeÌloSmilhsonian semplici, per le quali l'induttan1.a può essere facilmente calcolata. \;
Wtute e primo pre.idente del·
t.A«adamia delleScienzaNatu·
. ni!i.Miglioròt~nete
unodeipimielettromotoi
• 4.'Gllnli
~ anche il l'anomeno
. t'Quloinduzionema nan pubblicò
e
i.
del-
'.;~~~
:!:::n:~~I::;::~~-~~;
~~r~;;~I~.
;~<~
:~ ~~~;~'.;~~ut~~~~~ -~
,ci,~i-~~1::;
za ~icomporti similrncnte alle resistenze; ossia, si sommano quando sono in serie, e · ..{~
,..Ili.-~- l:'unih!idi misura si sommanogli inversiquando sono in parallelo.l.a precedente affermazionerisulta :1·;.1
:.~ fuchlamatahemy vera per Induttori toroidali fissatiin un punto di un circuito elettrico ma non per ·.'f
;\'h~)'?f!Jd
Pldure
Ardwe,J .
}!-.'-.:~'il.:~,·.t·l'l.,·'
.•~.-...
induttori fatti da solenoidi,Perché? ,1 ,•.
·
23.5 1\utni11dui.im1r 701

Ragionamentol.'indmi:111,a di un awolgimento t: 1111aautoi11tluttm1u,: 1111 .,m,tto


dovuto al CiUll(X> magnetico del toroide o dd solenoide concatenato col proprio a\'\'t>l--
gimento. hi un incluuore ideale di tipo toroidale, il campo magnetico è confinato
tuuo all'int<~rno del turoiclc. Quindi, se gli inc.luuori tnn>iclali sono posti in vidtmnza
fr.1loro, non vi l' intcrn.dune nti.lJ.;lll'lira fra di t·s.,i;,i,
I sol,·1miclidi di111t·11sicmifinitt·. t11t·
til\iil, hanno campi magnetid du· si l'Stenclono all't·stcnm <Id soknoi<I,·. St.·i ~oh.·nni-
di sono posti in ,icinanza fra loro, il campo di uno di essi può intemgirc ,on gli awol-
gimenù di un altro. Quindi, vi sarà una mulua induuanza in aggiunta all'muoinduuan-
1.a,e la regola della semplice combinazione di induttanze non •i può applicare.

l.'interruuore salvavita è un disposiùvo che protegge gli utilizzatori di energia elet·


uica dalla scossa quando toccano gli elettrodomestici. I suoi componcnù essenziali
sono mostrati in Figura 23.16. In che modo il suo funzionamento fa uso della legge
di Faraday?

Ragionamentoli filo I V'd dalla presa di corrente all'elettrodomestico che dC\-eessere


protetto, e il filo 2 ritorna dall'elcttrodomesùco alla presa di corrente. Un anello di rJ-
me circonda i due fili confinando il campo magnetico gcm•mto da cim,cun filo. l'n a,•
,'Olgimento rivelatore è a\'\'olto attorno a una parte dell'andlo di r.-,-roallinch<' (><>s.'l:1
atti\-arc un circuito interTuttorc quando aV\ienc una variaLio1u.·cli flusso magnetico.
(Ciò puòawenire, per esempio, se uno dei fili perde il suo isolamento e accidentalmen-
te,~ a contatto con l'in\'Olucro metallico dcll'elcumdomestico, fornendo 1111 percorso
diretto \'crsn mas.'OI.)Poicht' lt• rnrrt•nti nei dut· fili"''"" in ,.,.,..., opposto, il campo rigura 23.16 (Fisica Ragio-
magneùco risultante co1m1tcnato con l'avvolgimento livelatore dovuto alle correnù è nata 6) Componenti essen-
zero, Se avviene un cono circuito, la corrente in uno dei fili aumenterà immediata- ziali di un inten·uuore salva-
mente, producendo una rapida v-.iriazione di flusso concatenato con l'awolgimento e vita.
genemndo in c,;s:1una tensione indotta. Questa tensione indmu, ,i,·nt· usata per dare
l'a,'\iu a ,111circuito interruttore che blocchi la corrente piima eh,· ,·s.,;;1r.iggiung.i un
li,·ello che potrebbe di\'enire dannoso per la persona che utiliua l'dcttrudomcstico.

Esempio 23.6 Induttanza di un solenoide


Calcolare l'induttanza di un solenoide di lunghezza e. dove A è l'arca della sezione trasversale del solenoide.
costituito da un avvolgimento di N spire. Si assuma che Usando questa espressione e l'Equazione 23.ll, trovia-
f sia grande rispello al rdggi<>delle spire e che nel- mo che
l'interno del solenoide ci sia aria. IW>n= ~ 2A
I. ~
Soluzione In questo CILso,possiamo dire che il campo
I t
magnetico interno è uriii'orme .- dato dall'Equazione Qut•,mi mostm èhe /. dipende da fauori geometrici cd è
2'..!.2.o;: proporLionale al quadrato del numero di spire. Poiché
N = 11€, possiamo e•primere il risultato anche nella
N
8 " µ.,,nl = µ.,_., Ie forma:
(nt') 2 •
dow 11 è il numero cii,;p;fr per 1inità di lunghezza, N/f. /. 1/., TA ~ µ,, 112At = niun2 (volume)
li flusso attraverso d:uetnta spira è dato da
,·ss,·mlo Af il voh1me cl,,1solcnoirll'.
<1•11
=/!ti= J.'<,~,
e

Esempio 23.7 Calcolo di induttanza e f.e.m.


Calcolare l'induttanza di un solenoide di lunghezza Soluzione U5ando il risultato dell'Kwmpio 2S.6, oue-
e = 25.0 cm, sezione trasversale di area A a 4.00 cm 2 = niamo
4.00 x llr m 2 , costituito da SOOspire.
702 , Capitolo 23 IJ1ggedi 1'i1mday, i1u/11ll1mzt1

Solmione Usando l'Equazione 23. IO e dato che


~N 2A 7 (300)2 (4.00xto--lrn 2)
di I dt = - 50.0 A/s, otteniamo
L=--=(41rx10- T•m/A) .,
€. 25.0 X IO-- m

l.!!I x I0-' 1 T· 1112 /r\ = 0.181 mH e,=


.
- 1. .!!.!..=
di
- (I.Ili x 10" 1 M)(-50.0 ,\/s) = 9.05_mv'

(h) Calcolare la f'.e.m. autoindotta nel solenoide se la


corrente che circola nel solenoide decresce con la rapi-
dità cli 50.0 A/ s.

ESERCIZIO 6 Un 'induttanza di 0.388 mH ha una lungheu.a che è quattro volte il suo ,


.diametro. Se essa ha 22 spire per centimetro. qual è la sua lunghezza?
Risposta O.I09 m

, ~3.6 • CIRCUITIRL
Un circuito che contiene una bobina, tipo un solenoide, ha una autoinduttanza
che impedisce alla corrente di aumentare e decrescere istantaneamente. Un
elemento di circuito avente una gmnde induttanza è detto induttore. Il simbolo
dell'Induttore nei circuiti è J2W.. . Assumeremo sempre che l'induttanza del
resto del circuito sia trascurabile rispetto a quella dell'induttore.
Consideriamo il circuito di Figur.i 23.17, consistente di un resistore, cli un
induttore e di una batteria. l.a resistenza interna della batteria sia trascurabile ..

-I Supponiamo di chiudere l'intemmore S al tempo I= O.La corrente comincerà .

~:
a crescere, ma l'induttore produrrà una f.e.m,, che si oppone al crescere della
w.
I-1e R
corrente. In altre parole, l'induttore agisce come una batteria con le polarità
opposte rispetto alla batteria esterna che alimenta il circuito. Questa f.e.m. pro-·
dott.'l dall'induttore è data da

~~ 81 = -L...!Y.....
s . tlt ,·
Figura23.17 Un circuito RL
in serie. Finché la corrente
Dal momento che la corrente è in aumento, di I dt è positiva e, quindi, 8 1. i':
aumenta verso la sua condi- negativa. Ciò corrisponde al fatto che si verifica una caduta di tensione che va d~.::
zione cli regime, nell'inclut- aa bai capi dell'incluttm·c. Per questo motivo, il pumo aè ad una tensione mag;<
torc si produce una f.e.m. giore rispetto al punto b,come illusll~1toin Figura 23.17. ,::
che si oppone all'aumento C'.onquesto in mente, possimno applicare la legge di Kirchhoffa questo dr-:.':
della corrente.
cuito: · I~
. ç_!

1r
& }
8-JR-l.-d- = O [25.IS

dove /Rè la d.d.p. ai capi della resistenza. IDobbiamo ora risolvere questa equ ·i:-~
zione differenziale, che nella forma appare simile a quella ciel circuito R ..
(Cap. 21). .\"
Per ottenere una soluzione matematica dell'Equazione 23.13 è convenien_,
fare 1111cambio di rnriabile ponendo x= (8/ R) - /, cosicché dx= - di. Con qu.._ .
sta sostituzione l'Equa1.ione 23.13 può essere scritta i~
23.6 <:irtuitiRJ. 703

A= _.!i..d, .1
X /.

Integrandola si ottiene f:.;R -----------

In~= _!i,, e
o.6Sji
Xo L
dm·e la costante d'integrazione è stata presa uguale a - In .-..,. Passando dai Ioga•
ritmi agli esponenziali otteniamo

X = X()t-RI //. Flgun 23.18 Gr.tfico della


corrente in funzione del
Poiché all'istante I= O, I= O, notiamo che Xo= BI R, per cui l'ultima espressione tempo per il circuito RL mo-
strato in Figura 23.17. L'in-
è equivalente a terruuore è stato chiuso al-
l'istante I= O; la corrente au-
_§__ I = ..§_ e-R111. menta verso il suo valore di
R R regime 8 I R. La costante di
tempo T è il tempo che fon-
piega per raggiungere il 63%
I = : (1-,-R•ll-> del valore cli regime.

che rdppresenta appunto la soluzione dell'Equazione 23.13.


Questa soluzione che rappresenta come varia l'intensità di corrente in fun-
zione del tempo, può l'ssc.·n·scritta anche nella forma

/( I) = ..§,_( I - ;Rt//.) = ..§,_( I - e-11') [23.14]


R R
dove la costante T è la costante di tempo del circuii<>R/;

T = l./R [23.15] di
di
Si lascia come esercizio dimostrare che T ha le dimensioni di un tempo. Fisica-
mente, Tè il tempo necessario alla corrente per raggiungere (l -e- 1) = 0.63 del
\'alore di regime (finale), BI R.
La Figura 23.18 rappresenta un grdfico della corrente in funzione del
tempo, con I= O a I= O. Notiamo che il V-dloredi regime della corrente che si
ottiene per I = oo è dato da B IR. Ciò può essere ,isto ponendo di I di = O
nell'Equazione 23.13 (a regime la \'ariazione della corrente è nulla) e risolven-
do l'equazione risultante rispetto a/. Vediamo anche che la corrente all'inizio
aumenta molto rapidamente e quindi si awicina gradualmente al valore di regi-
me BI R.
Derivando l'Equazione 23.14, otteniamo

[2!1.16] Figura 23.19 Grafico di di/di


in fun1.in11,·ckl tempo per il
circuito TU. IIIOStnllO in Fi-
Dall'Equazione 23.16 vediamo che la rapidità con cui aumenta la corrente, gura 2!1.17.La rapidità con
di I di, è massima(uguale a BI l.) per I= O e diminuisce esponenzialmente ;1 zero cui varia la corrente è massi•
per I-+ oo (Fig.23.19). ma all'istante I = O, quando
Consideriamo ora il circuito Rl~ mostrnto in Figura 23.20. Il circuito contiene viene chiuso l'intem111orc.
I.a rapidità di I di diminuisce
due interruttori, che operano in modo tale che quando uno è chiuso, l'altro è esponenzialmente nel tempo
apeno. Supponiamo che S 1 sia stato chiuso per un periodo sufficientemente mentre I raggiunge il wlore
lungo da assicurare che la corrente abbia raggiunto il suo valore di regime BI R. dì regime.
704 Capitolo 23 Leggi,,li Fnrndaye indul/1111u,

R L
i
e,

3it
, 1tJr•

+ .Jii
-J!.1
Figura23.20 Un circuito Rl, conte-
nente due interruttori. Quando S1 è Figura 23.21 L.a corrente in funzione · ·~!\.;
chiuso e s.iaperto, la batteria è inse- del tempo per il circuito mostrato in Fi; · .<.:"~l',
rita nel circuito. Nell'istante in cui gura 23.20. Per I< OS1 è chiuso cd s.iè •Ìf'):
·s1 viene aperto e simultaneamente i
aperto. A I= O,S.1 ~iene chiuso, S1a~to. ·,;_;,J,:\
· StchlUSI>,la batteria non è più inse- e la corren1e ha 11suo V'dloremassimo ,,i\·.
1
···:rita nel.i;lrcuito, . e/R. ;.;;~~I
. '/;(fai
All'istante I= Oapriamo s, e chiudiamo S.l: abbiamo un circuito senza alcuna bat- .
teria (8 = O).Se applichiamo la legge cli Kirchhoff al drn1ito supt•riort•, rontf'-
)~I.I
.i:l'.i
nente la resistenza e l'induttore, otteni.11110l'espressione ·t,.~l
l
IR + I,_!!!_ = O [23.17] ':·;yl
"'
Si lascia come problema (Problema 27) dimostrare che la soluzione di questa
,,, i
,./ti
equazione differenziale è ·

/( I)

dove la corrente per I= Oè data da 10 = 8/ Re T= I,/ R, .


L'andamento della corrente in funzione del tempo (Fig. 23.21) mostra che;:
come era eia attendersi, la corrente diminuisce con rnntinuità nel tempo. Si.
noti, inoltre, che la pendenza di /dtèscmpre neg-Jtivaeclè mas.~ima per 1=0. La
pendenza negativa significa che 8 ,. = - I,( di/ tll) è /Hi,ilim; cioè, in Figurn 23.20:

-
il punto a è ad una tensione minore rispetto al punto /1. ·

PROBlEMA
CONCETIUALE
8
,.
Figura 23,22 (Problema L'interruttore nel circuito cliFigura 23.22 è chiuso e la lampadina è accesa stabilmenl~
concettuale 8) L'induttan1.a è costituita da 1111semplice solenoide avvolto in aria. Cosa accade alla luni .
nosità della lampadina quando una sbarretta di ferro viene inserita all'interno del sole-
noide?

Esempio 23,8 Costante di tempo di un circuito RL

Nel circuito mostrato in Figura 23.23a, l'interruttore


viene chiuso a I= O.(a) Trovare la costante di tempo ciel
1, 30.ox ur' H · 5.00m~
T=R= lì.00!1
circuito.

· ' Soluzione. u.c01tanle di tempo è data dall'Equazione (b) Calcolare la corrente nel cim1ito 2.00 ms dopòf
2!1.15 chiltAura. ,I"
23.7 t·:111'11,rifl
i111111111,.'l1t::.Ìlln/11i1111111w11/m
mt11,..,11•tirn 705

:111.0mH Solvzione Usando n:q1mxinnc, 23.14 dl'lla correme


in f'un1.ione del 1e111po(con le 1'in m•), pc,· t= 2.00 ms
nttt"niamo .

i;.nun f!
T 1:1.11, " I ~ -
Il
( I - t"'") = ~ ( 1 - , ..,..,rx,l
6.oon 11.659A

~o--- ....
la) Un diagramma ddl'F.quazione 23.M i: dmu in Figura
23.2!1b.
!(A)

2-·
·---..- >-·>- ....-H--L1 i ESERCIZIO 7 C:alcolare la correme nel circuii<>e la
tensimt(' ai capi della resistenza dopo un tempo pari
alfa costante di tempo del circuito.
Ri,1>us1,1 1.26 A, i.59 \'.
1
,. ·-t--~
,
I Figura2ll.2S (Ellt-mpio 2!1.8) (a) L'interruttore nel
circuito RJ. ,ient• d1iuso all'istame I ~ O. (b) Grafico
O 2 4 6 8 10 l(ms) clella n1r1'l·n1e in funzione del tempo per il circuito
lb) mu•tnuu in (a).

23.7 • ENERGIAIMMAGAZZINATA
IN UN CAMPO
MAGNETICO
Nel par.igrafo precedente abbiamo ,isto che la f.e.111.autoindotlil, gcner,lla da
un induuor(•, impedisce alla batteria di instaur.irc istmttaneanwntc la ,·orrente
di r,•gime. Cicì implirn che per cr,·arl' una corrcntl' la batteria de,·c compiere 1111
lavoro contro l'induttore. l"na partt· dell"encrgia crogm:1 dalla haueria \'Il in
calore dissipato pc,r effetto joule nella resistenza; la rimanente energia viene
immagar.zilmta nell'indunore. Se moltiplichiamo ambo i mc•mbri dell'F.qua-
zionc 23.13 per la corrente / e riordiniamo I'espres.~ione. oueniamo

18 = I 2R+ u..!iL
di
(23.19]

Quest.1 esprc·ssione ci dice che la potenza erog-.ita dalla batteria, /8, è uguale alla
110111nm della potenza dis.~ipata nel resistore e della rapidità rnn rni ,•iene imma-
gazzinata l'energia nell"induttore, /J(d/ /,/1). Cioc\ l'Equazimtl' 23.19 non è
altro che l'espressione della consen-azione ddl'energia. Se denotiamo con U8
l'energia immag-.i.zzinara in un certo istante ndl'induuore, la rnpidità con cui
,iene immaga7.zinata l'energia nell'induttore può cs.~re scritta come

dUa = u..!!....
di di
1'1·r trumn· 1'1·111·rgia
t111all imnmganinai,1 1wll'i111l11tton·.ri,n i, i,111111
0
<llll'Ma
rsprcs.,ione rnme dU11= JJ tilt- integriamola:

'
f
('
11
u,,=
Il
dl'a =II.Idi
o

[23.20] ..... i-,rminata


in un ..,,,..,
Capitolo 23 ,li
l.e1,,'l!,I! Fmwl"J , hulullm1za

dove !.è costante ed è stata portata fuori dal segno di integr.ùe. L'Equazione 23.2Q;
rappresenta l'energia immap.zinata, sotto forma di energia magnetica, net
campo magnetico presente nell'induttore, quando la corrente V'dlel Notiamo·
che l'espressione è simile nella forma all'<:spres.~ioncche dà l'energia immag.17.zj.
nata nel campo elettrico di un condensatore, Q2 /2C (l•:q.20.29 nel Cap. 20). In
entrambi i casi, vediamo che è stato compiuto m1lavoro per creare il campo. ,,
Possiamo ora determinare l'energia per unità di volume immagazzinata ir('.
un campo magnetico, cioè la densità di energia. Per semplicità, consideriamct'
un solenoide, la cui induttanza sia L = JJ,c 1112At (vedi Esempio 23.6). Il camp<t
magnetico di un solenoide è dato da B=/J,o?ll. Sostituendo l'espressione di Le(}'.
I= BIµ,on nell'Equazione 23.20 otteniamo ;{

U11 = -!iu2 = 2At


-!i1.1.on (JL)
n
l',o
2
= L2µ,o (Al) [23,2~:J-
.l~
)./IJ
Poiché At è il volume del solenoide, l'energia per unità di volume im~)l
nata nel campo magnetico è data da . vt
UB B2 ·:i ·~
Densità di energia• u,,= AD = -2-
~ l',o
[23.22l ,
I~
magnetica ,,,,
Sebbene l'Equazione 23.22 sia stata derivata nel ca.~oparticohirc di un sole<
noide, essa è valida in ogni regione dello spazio in cui esiste un campo ~f
co. Notiamo che l'Equazione 23.22 è simile nella forma all'equazione che·dà'>'.-
l'encrgia per unità di volumt• imrm1guzzim11anel campo elettrico, data da~ Et)E.'~.-.
(Eq. 20.31). In entrambi i casi la densità di energia è proportionale al quadrat~X
dell'intensità del campo. ._.:,;

Esempio 23.9 Cosa succede dell'energia immagazzinata in un induttore? ·, '.:~;


Consideriamo ancor.i il circuito RL n11~mato in Figura l'el' lrO\'llrcl'enc11,>ia
totale dissipata nel resistore in~-~
23.20, in cui' all'istante I= O S 1 viene aperto e S.2 chiuso. 1110 questa espressione tm i limiti I= O e I= oo (il limi\(; 1
~ri,i;
r [
R1cordiamochelacorrentenelcircui1osupcrioredecr<~ superiore oo è usato perché la corrente va a zero in
sce esponenzialmente secondo la legge f = ,.,-· 1•• dove tempo inlinitu): ' ri
lo '1.$/ R è la corrente iniziale nel circuito e -r = 1./ R è ·1·
la(costàrit~di tempo. L'energia immag-.izzimua nel (I) U= IG&-
2"' 11• ,11= IGR ,-2n111· di ,,,{
campò magnetico presente nell'induuore viene dis.,ipa- 0 • , :·A
ta gradualmente sotto forma di energia termica nc.-1resi- Il vnlorc clt-ll'i111egralcdefinito è l./'Ut per cui Udiven~f,
store, Di~ostriamo esplicitamente che tutt.i l'energia
immagazzinata nell'induttore viene dissipata nel rcsist<>-
U__R(~l) __
102 1 L/ 02
2
_'.,.,,,ìt!_ri
1,1~
re.. .. . 2R ,;1,'?
Si os.,c,vi che l'energia è uguale all'energia ini.: ..
Sol~~--· La potenza dissipata nel resistore è 1/U/dl= immagazzinata nel campo magnetico dell'induu ;'
/, 2TI,dove·/ è la corrente istantanea. Q5,sia duta dall'Equazione 23.20, come volevamo dimostrare,'.
.,
' r;~
ESERCIZIO8 Calcolare l'integmle definito alla d,
che vale /./2 R. )?'
stra dell'Equazione (I) e climos1111re
,-!i

EserrÌpio.
23.1 O Il cavo coassiale
t·_:-~
Un cavOcoassiale, mostrato in Figura 23.lM, consisw di mino di l'iroi·no della corrente). (;1) Calcolare l'indij,
due conduttori cilindrici di mggi a e be lunght·zza (. Si tanza /, di <JU<'sto
cavo. "
assume _che il conduttore interno sia 1111 condutu,re
cavo SQÌtÌle,Ogni conduttore è percol'llO da una corrcn- Soluzione Per ottenere L, dobbiamo calcolare il .
té /cii verli~'(9~~to(tino del'due conduttori è u cam- so del campo magnetico attraverso una qual '
' ·>~;:
.:_\:
..•.,
Summari11 707

I mnduuori e dc111roul conduuorc iru.-rno mm. Infatti, il


<11mpoi, nullo all't.-stcmo pcrch<' la rnrn•ntt· nm<·at,•mlla
ron mm drronfort.'111 ...1<:hcnl('(:hiuclu c.·1ummhii c:oucluuc.~
rii, nulla ,·,111imliin 1,,.,;i,ullult·ggc•,li.\111pi·rr,g>B· tls-0.
Il mmpo i· nulk, nclh, ,,IViuìdel rnmlunoi,• int,•mo pr<~
prio pcrchc- i· .-avoe quindi per r<t111011 c'è mm:ntc.
li cmnpu rnaguctico è perpendicolare ullu striscia ,·,·t·
ombrcgi.,•ialll di lunghcua te largh<'"" ( b- 11).
1:1111,-t>larc
OMd endo il rctumg,~
Qu<.-staè la se~ione che ci inter<."li."lil.
lo in strisdolinc di larghe1.1.ad1; \'ediamo che il llus.,;,,

,j allr.tverso ogni strisciolina di area f dr è BdA = Betir.


Quindi, il flusso /ola/,aurnvcno una qualunque sezione è,

I I•
t
8=
<1> lit/A=
µ. 1 I
-tdr=-
• 2-rrr
µ. 1 Il
211'
f•
dr JJ.o« (
-=-In
• r 211'
-
b)
11

Usando questo risultato, troviamo che l'induttanza del


cavo è

I.=~= JJ.otln(..!!_).
I 211' a

Figura 23.24 (Esempio 23.10) St•zitme di un ca\"o coao- (b) C:ulcolare l"encrgia magnetica lotale immag37.zi-
siale infinito. 1 conduttori intenio cd <"llternosono pt·r- nata nd cmnpo nmgnc:tic<>
del ca,·o.
corsi dalla Mt·ss.1n,rrc..•ntc
in ,·c·rsu oppo,'ito.
Soluzione Usando l'Eq1m1.iom•2:1.:w ,. il risultalo 01-
se-,ìone compr<."lill trn i due cundunori. Dalla k-gge di ,\111- tcnuto in (a). ricaviamo
pèrc (Cap. 22, l'ar.tgr.tfo 22.7) è-facile,\'l'dt•rt• che il c:1111-
po magnetico nello spazio 1111i conduttori è dato du Il= l'n; !1.1 • = --In
JJ.otI~ (-b )
JJ.ol/2-rr r. Inoltre, il c:unpo è nullo all't•stcrno dd due 411' "

ESERCIZIO 9 di 5.0011, e una induua111.adi


Una batteria di IO.OV, una rt'Sistt·117.a
IO.OH S<mocollegate in serie. Dopo che la corrente ha raggiunto il suo ,~1lort•di rt-gi-
mc, calcolare (a) la potenza fornita dalla batteria, (b) la po1e1m1 di5.'lipata dulia resi-
stenr.a, (e) la potenza di,.,ipam dull i11du1tm11.a,e (d) l cnergh1 in11nagu1.1.inatanel
0 0

rampo magnetico dell'induttort•. Ri'l""1., (:1) 20 W (b) 20 W (<") O (d) 20J

SOMMARIO
I.a leggedi Faradaydcll'"mduzione stabilisce che la for1.aelettro111nt1-kt·indullll in un cir-
,·uito è direttamente propor1.io11alc alla r.tpidità con cui ,.oria il 1111"5<1magnetico attra-
verso il circuito, doè

e -N r/<11
8
(2!1.SJ
ti/

<loveNè il numero di spire e <1>


8 è il llus.,o magnetku, <lato dulia rrlu,imw

8 =
<1> I B· dA [2!1.1)
· (UO

:rt;Ì(,;
Quando una sbarTetta condutlJ-ice di lunghezza i si muove in un campo magnetico B'.. iÌlii;
con velocità v tale che B sia perpendicolare alla sbarretta, la f.c.m. indotta nella sbarretta', (/fJ
(la cosiddetta forza elettromotrice dinamica) è data da : A~,t1
,_.
..tv~
e = - BC,, (23.5]' '?(:
i)~t.fJ~
I.a legge di Lenz afferma che la forza elettromotrice e la corrente indotte in un ci~-·'..'i\~JÌ
cuito hanno polarità tale eiaopporsi alla variazione che le ha prodotte. l~iJ·:;
Una forma generalizzata della legge di Faraday dell'indmione è ., :Ì;:1\:·1
r}
~; .
e = ,I:,E, ,Js = - d<f>,, '·
y di

dove E è un campo elettrico variabile nel tempo e non conservativo, prodotto dalla vari
zione del flusso magnetico.
. Quando. in un circuito la corrente varia nel tempo, secondo la legge di Faraday, n
circuito 'viene indotta una f.e.m. l.a f.e.m. autoindotta è definita dall'~spressione:
,/1

S = -1 . ..!!!....
di (23,IOÌ\ \ti
U.:\~t1
dove L è I' irrdullanzadel circuito. L'induttanza dà una misura di quanto un dispositivo·••i·;I'.'.· 'f'~
oppor\e ad una variazione di corrente. L'unità di misura SI dell'induttanza è l'bemy (H)~}~ ,{
do,·e I H =IV• s/A. <,.·/.· lÌ;
L'induttanzadi unu qualunque bobina i.•clacadalla ,·:?\J;f.
,·;~11
>1l1i}f
/VII>
B : •it/.~,1:
L = --
I · <i' ~,i
(23.11).!.,11
::.:-\((
do,·e <I>
8 è il flusso magnetico attraverso ciascuna spira della bobina ed N è il numero tota/ 1(l l''
ledi spire.
Se, come mostrato in Figura 23.17, un resistore e un induttore sono collegati in serie.-
a una batteria di f.c.m. e, e un interruttore inserito nel circuito viene chiuso all'istante'
I= O,la corrente nel circuito varia nel tempo con la legge: · ·· ,,;

/(I) = ~ (I - ,-11')
R
dO\·e T= I./ R è h, costante di tempo ciel drcuito RJ_I.a corrente raggiunge il ,no valo.':
cli regime S/ Il dopo nn tempo lungo rispetto a T.
Se da 1111cirrnito RI. \'iene esdu,111la batteria. come nella posizione 2 della Figura
23.20, la corrente diminuisce esponenzialmente nel tempo con la legge ·

/(I) = ~-
R
,-11,
8/ R la corrente iniziale nel cirwito.
e01S<·ndo .
L'energia immagauinalantl rampomagnelirorii 1111indullort,in cui circola una corri.
te I, è data da ·.s'

L'energia per unità di volwne (o densità di energia) nell'imomo di un punto in cui'


cmnpo magnetico è Bè data da "'j'
I>nmmul,mnr~lluali 709

DOMANDECONCE'ITUALI
[!~ Una spir.i conduttrice è posta in un campo magnetico
uniforme. Per quale orientazione della spira il tlus.,o • . . . .
Bw
nmg1w1irc,i· rnas."iimo?
mo?
oril·ntaziorw «'·mini~
Per <Jtm1c
. o
r:1-
.• .
. rL
lr] Quando la sbarretta condumice di Figur.i 023.2 si
muove V<'™> des1rn,viene indotto un campo elettrico • • :,~
';~
direuo veno il basso. Spiegare perrhé il campo elettri- o ,.:~ o V
co indotto è diretto verso l'alto quando la sbarrena si
muove verso sinistra.
B;.
• • • •
:i,
~
1'11
.
X X )( X
• • • • • •
F'iguraD2U
X X )( )( 10. Quando l'interruttore della Figur.i D23.10-.iviene
chiuso, nell'awolgimento si stabilisce una corrente e
X X X X l'anello metallico salta verso l'alto (Fig. D23.!0b).
Spiegare questo comportamento.
X X X X V
Nucleo di ferro
E Anello metaUico
,, X
" "
X X X X
Figura D23.2
s 0
ffiJQuando la sbarretta della Figura D23.2 si muovl' per-
pendicolarmente al campo, è necessaria una fo17.a (a) (b)
esterna per mantenerne costant,· la \'elocità? Spiegare.
-I. I.e tempeste magnetiche sul Sole possono causare dif- Figura D23.10 (Problema IO e 11) (Per g,'111. ro11r, ct,/lt,
Cmtml ScimlijicC.ompan:,)
lkoltà alle comunicazioni sulla Terr.i. Perché queste
macchie solari ci influenzano in questo modo?
!>. Indossare un bracciale metallico in una regione di
intenso campo magnetico può essere pericoloso. 11. Si supponga che la batteria in Figura D23.1Oasia sosti-
Discutere. tuita da un generatore di corrente altemata e l'inter-
ffiJCome si produce l'energia elettrica nelle dighe (cioè, ruttore S sia mantenuto chiuso. Se l'anello metallico
come si com·erte l'energia cinetica dell'acqtta in cor- sull'estremità superiore del solenoide è tenuto giù, si
rente elettrica alternata)? .<ral,ll'l'à.Perché?
7. Un pezzo di alluminio rade verticalmente fr.i le espan- 12. Una sbarretta magnetica viene tr.ittcmua sopra una
sioni polari di un clettromagnett·.11 campo magnetico spira di filo che si trO\-asu un piano orizzomale. come
intlucnzerà la velocità del pc1.1.odi alluminio? è mostrato in Figura D23.12. L'estremo sud del
~ La sbarretta di Figur.i D23.11 si muove su due 1,ruideverso magnete è rivolto verso la spira. Il ·magnete viene
destra con ,-elocitàv, ed il campo magnetico costante cd abbandonato sulla spira. Trovare il verso della corren-
uniforme è usm11,dalfoglio. Perché la con-eme indoua te nella resistenz.'l (al mentre il magnete cade al di
ha verso orario? Se la sbarrcua si muovesse verso sini- sopr.1 della spira e (b) dopo che il magnete passa attra-
stra, quale sarebbe il ver>0 della co1Tente indotta? verso la spira e si allonuma da essa.
Spici,ran·perché? llt'rcs.sariamm forza t'M~'nmper man- 13. Trovare il verso della corrente attraverso le resiste111.t·
tt.·m·rt·roManu.• la \'cl<K"Ìti,dcli:.,sl>.uT<.·t'ta. di Fìgurn 023. 1:1(a) nell'ist.u11,•in rni si chiude l'in-
!l. Nel giogo delle bilance qualcht• volta \'iene usata una terruttore, (b) dopo che l'intcrrutto1-e è stato chiuso
placca di alluminio per smo17.arc le oscillazioni in da alcuni minuti e (e) nell'istante in cui l'interruttore
pros.,imità dell'equilibrio. lÀ-.placca è montata a una viene apeno.
<estremitàdel giogo e si muove frd i poli di un piccolo 1'1. Discutere le analogie tr.i l'energia immag-.iz1.inatanel
magnete a ferro di cavallo collegato alla parte fissa. campo elettrico di un condensatore c-.uicoe l'energia
Perché le oscillazioni del giogo si smon:ano rapida- immagazzinata nel campo magnetico di una bobina
mente? percorsa da corrente.
710 Capitolo 23 / -'m'rii 1-irraday, i111luttani11

~9:f3
s\,~ R

FiguraD23.13
[I§;]Se si raddoppia la corrente in un indunorc di quale
fattore varia l'energia immagazzinata? .
!ILISupponiamo che l'in1em11tore nel circuito RL in
Figura 23.17 sia stato chiuso per un lungo periodo e
R
che ad un cerio istante venga aperto hmscamcnte. La
FiguraD2U2 corrente può istantaneameme andare a zero? Perché
15. Qual è l'induttanza totale di due induttori collegati in tende a formarsi una scintilla sui contatti dell'interntt· .,·
serie? tore quando esso viene aperto?

PROBLEMI
Paragrafo23.1 Legge di Faradaydell'Induzione
[O Un potemc eleu.-omagnele ha un campo di 1.60 T e
un'area utile di 0.200 m2• Se poniamo una bobina di
200 spire e resistenza totale di 20.0 !l all'interno del
magnete e togliamo la potenza di alirncntazione
lincarmemc in 20.0 ms, qual è la corrente incloua
nella bobina?
I!. Una spira rettangolare di area A è posta in una regio-
ne dm·e il campo magnetico è perpendicolare al piano
della spira. li modulo del campo magnetico v-.irianel
tempo con la legge B = B,,;'", con Bi, e ,- costanti. li
campo ha un valore di Boa I :S O. (a) Usare la legge di
Faraclay per dimostrare che la f.e.m. indotta nella
spira è data dalla relazione

e = ABo,.,, •
..
(h) Calcolare il valore di 8 all'ismnlc I= 4.(Kls qmmdo
A=0.l6(lm 2, B,1= O.SMTc T= 2.00s. (c) Periv.iloridi A,
-1 L nn
!I.OCJ
Br"e Tdi (b), qual è il valore m,mimodella forza elettro- FiguraP23.3
motrice E:? ·
[] Un anello di alluminio, mggio 5.00 cm e resistenza i~

3.00 x 10....n, è posto al di sopra di un solenoide molto Supponiamo che il campo magnetico alt'c.-stremitàd'·
lungo in aria costituito eia l 000 spire/ m di raggio solenoide dovuto alla corren le abbia metà del val
3.00 crn come mostrato in Figum 1'23.3. Nella po.,izio- che ha al centro del solenoide, e sutticienteme
ne occupata dall'anello il campo magnetico dovuto parallelo al suo asse. Assumiamo che il campo ma
alla corrente nel solenoide è metà flel mlorc al centro tico sia tmscurabile ali' esterno del solenoide. Se la è
del soll'11oidc. Se foCOITClll<." nd solt.•1mick ll'Ume11lt1 al rcnw ud soknoide mnncnlil al msso J./ / ili, (il) ql
ritmo di 270 A/s, (a) qual è _la corrente indoua la corrente indotta nell'anello? (b) Nel centro d
nell'anello? (b) Al centro dell'anello, qual è il campo l'anello, qual è il campo magnetico prodotto dalla c
magnetico prodotto dalla corrente indoua nell'anel· rente indotta nell'anello? (e) Qual è la direzione e
lo? (e} Qu.11è la direzione del campo in (b)? \'c1·sodi qucslo campo? ·'1
4. Un anello di alluminio di raggio r1 e resistenza R è lliJUn filo rettilineo infinito è percorso da una corren
posto in cima a un lungo solenoide awolto in aria con I= 10 sen (wl+ 8) e sta in un piano in cui c'è una bo ·
n spire per metro e raggio r 2 , come in Figura P2S.S. rettangolare di N spire, come mostrato in Figura
l'mb/,•mi 711

Le 1,-nmdc-,.zc/,1, w e li sono costanti. Determinare la IO. I.a spira quadrata cli IO.On in Figura P23. l O è posta
f.e.m. indotta nella hohina dal campo magnetico dovmo all'interno cli un campo magnetico uniforme diretto
alla corrente nel filo rrnilineo. Si assuma w = 200w .- 1• p1·rp<·ndkolannentc al piano della spim. I.a spir.i. che
I,,., :,O .O,\, S . Il~•- 11 I, , .",.110
nn ,· l "20.0 nn. i• se,spesa a ciascun \'crtitc, ,·i,·1u:Liratacosi con\<.·è mo--
strato in figur.i finché la distanza fra i punti A e B è di
3.00 m. Se per questo processo vengono impiegati
O.I00 s, qual è la corrente media che si genera nella
spir.i?
A

FagunP23.5

6. Un campo magnetico di 0.200 T esiste all'intento cli B


m1 solenoide cli 500 spire e di I O cm di diamctrn. FiguraP23.IO
Quanto rapidamente deve es.sere portato a zero il
<·ampo magnetirn all'interno {lel solenoide allinrhi· la f!lJUn clicouero ha le pale lunghe 3.00 m che motano a
f.c.m. indotta nel solenoide durante questo intervallo 2.00 Hz intorno ad un asse. Se la componente verticale
di tempo sia IO.OkV? cld campo magnetico terrestre è 0.500 x 10-1T quale:
f.t·.111. viene indoua tra il bordo della pala e l'asse di
Paragrafo 22.3 Legge di Lenz rotazione?
7. Si consideri il dispositi\'O mostralo in Figura P2!t7. Si 12. Si usi la legge di Lenz per rispondere alle seguenti do-
assuma R = li.Ol)n. l = 1.20 111e un campo magnetico mande riguardanti la direzione delle correnti indotte.
11nifom1e di 2.50 T diretto vrr.m la pagina. A quall• (a) Qual è la direzione della corrente indotta nella resi-
velocità deve mum-.·rsi la sbain·na per produrre una stenza Rin Figura P23. I 2a quando la sbarretta magne-
corrente di 0.50ll A nel resistore? tica si muove verso sinistra? (b) Qual è la direzione
della corrente indotta nella resistenza Ra destra, dopo

I. R

i~

d
.~ R t
F"""

I
FiguraP23.7 R e s
(a) (bi
Il. Una sbarretta conduttrice di lunghezza t si muo\'c
seni.a aurito su rotaie come in Figura P23.7. Se mm
fon.a costante di 1.00 N mantiene in moto la sbarretta
ad una velocità di 2.00 m/s in un campu B entrante
nel foglio, (i1) qual<' l11n,rrc·nt<"dtt• pas.'St1nt:1rt.-~isto- I/

CJ
n- /I" 11.00Ul lhJ (.limi i.·la putt·111.adis.,ipam nel resi-
slnrci' (c) Qual i.· la po1<'111.ameet·anica fomita dalla y
foria esterna cli l.Otl N?
\1. Un Rocing 747 con mm apcrlum illare di 60.0 m vola o-
riaontalmcntc a ,IOOmh soprn l'hocnix, dove la dire-
zione del cmnpo magnetico terrestre è 58.0° al di sotto
dell'orizzontale. Se l'intensità del campo è 50.0 p.T,
qual è la tensione generala fra le estremità alari?
- (c)

FlguraP23.l2
(d)
712 Capitolo 23 l.egg, di Fllradaye i11tlul/111,z<1
,:j

che l'intermltoreSin Figura P23.12bvienechiusò? (c) elettrica dall'acqua corre111e del fiume Tamigi. Due (
Qual è la direzione della corrente indotta nella resi- placche conduttrici di lunghe-aa a e larghezza b sono°'.;
stenza Rquando la corrente /in Figura P23.12c dimi- poste affacciate sulle rive opposte del fiume, a una 'ii
nuisce rnpiclmnc-nte fino a zero? (d) Una sbarretta di distanza ru,e immerse completamente. La velocità del'·:·
rame si tnllO\'t• H·rso destra, come in Figura P23. l 2cl, fiume è v. e la t:nmpmwnll' n·rti<..idc elci rampo ma- .·
mentre il suo asse viene mantenuto perpendicolare al gnetico terrestre è B. (a) M,~strarc che la corrente nel-··,.,
campo magnetico. Se la parte superiore della sbarretta la resistenza di carico R è
diventa positiva relati,-amente alla pane inferiore, qual
è la dire,ione e il verso del campo magnetico? I= abrJB t
13. Un solenoide conduttore con 25 spire ha un diametro p+abR/ru )
di 1.00 m. Esso è posto con il suo asse lungo la direzio- dove p è la resistività dell'acqua. (b) Calcolare la cor-)
ne del campo magnetico terrestre (intensità 50.0 µ.T), rente di cortocircuito (R=0) se a= 100 m, b= 5.00m;.;,
e quindi ,iene ruotato di 180° in 0.200 s. Qual è la v= 3.00 m/s, B= 50.0 µ.T, e p = 100 n· m. )j
f.e.m. media che si genera?
.,);~
!·~i
14. In un alternatore di 250 spire di un autoveicolo, il
flusso del campo magnetico in ciascuna spira è <1>
(2.50 X llr Wb)c~("'l),dove "'è la velocità angolare
dell'ahernatoré, L'a)ternatore compie tre rotazioni
8 =
~!
,,r.1
·':Jtj;
per ogni rotazione!:del motore. Quando il motore fun- '.,~
'(

ziona a 1000 giri al minuto, determinare (a) la f.e.m.


indotta nell'alternatore in funzione del tempo e (b) la
t:e.m.massima nell'all'alternatore.
IT[] Una spira rettangolare condutttice di massa M, resi-
stenza Re dimensioni rvdi larghezza e t di lunghe,za
cade da ferma in un campo magnetico B come mos1ra-
10in Figura P23.15. La spira accelera finché raggiunge FiguraP25.16
la velocità limite v1• (a) Dimostrare che .~i'.
. ·..G
MgR
v,= B2rv2 P!lJ11g1'8,fo
[iIJ Un
23.4 F.e.m. indotte e campi elettrici
campo magnetico con verso entrante nel foglioFi
I:':'

(b) Perché v1è proporzionale a R? (c) Perché è inver- varia nel tempo con la legge B = (0.03001 2 + 1.40) T,.)~
samente proporzionale a B2 ? con I misurato in s. li campo ha una sezione circolare::)
di raggio R = 2.50 cm (Fig. P23. I 7). Quali sono il mo-!\
14-----w
dulo e il verso del campo elettrico nel punto P1, postai'~
a distanza r1= 0.0200 m dal centro, all'istante I= 3.00 ·~-,
i'
)(~~- P2
~~
i.-
e .. ;!
• •, :~
• • • • •
,·, -
• • • •
B.,
'··\
·,· '1/.·i
.
:-;,,
• Figura P23.l 7 ·;:
•· • • • • • ')
• • • • I H. Nella sitna7.ionc clescritm 11..-llaFigura P23. I 7, ;i:~
• • campo magnetico varia come B = (2.0013 - 4.0012 .-.
0.800) Te r2 = 2R= 5,00cm. (a) Calcolare il modul·
V
il verso della forza esercitata su un elettrone posto·
FiguraP23,15 P2 all'istante I = 2.00 s. (b) In quale istante la fo
magnetica è uguale a zero?
lii. Nel 1832 Faro1daypropose il dispositivo mostrato in I !1. Un solenoide ha un raggio di 2.00 cm e 1000 spi
Figura P23. I 6 allo scopo di generare una corrente La corrente varia col tempo secondo l' esprèàJ'j
Problemi 713

/ -3J'· 2', dove / è la corrente in ampere e I è espres.,o in


secondi. Q,kolare il campo elettrico a 5.00 cm dal-
1'.....e del solenoide per I= I O.Os.
20. l'na hohina piana cli 15 spire cli raggio IO.O,·mrirn,n-
cla 1111 snll'noiclc di !!.00 cm cli raggio e IO~•pirl'/111
(Fig. P'.!3.20). Se la corrente nel solenoide interno R
varia come / = (5.00 A)sen(l201), qual è la f.e.m.
'I I
indotta nella bobina di 15 spire. \ I
'
',,,__ -----------
.......
,,/
I

---""
__________
....... .,,..,..,,.

FiguraP2!1.25

Paragrafo23.6 CircuitiRL
'.!.i. Dimostrare che / = Joe-<l-r
è uua soluzione dell'equa-
zione

IR+L~ = O
di
Figura P23.20 do\'C'T= /./ Re /0 = 6/ Rè il valore di /per I= O.
2!!. Calcolare l'induuanza di un circuito R/. in cui R =
0.500 n
e la corrente aumenm ad un quarto del suo
Paragrafo23.5 Autoinduzione v-.ilorcdi regime in 1.50 s.
21. Una bobina lm un'induuanza di 3.00 mH e una rnr-· @J l!na balleria da 12.0 V è collegam in serie ad 1111resi-
rente che l'auraversa varia da 0.200 A a 1.50 A in 1111 store cli IO.OO e un induuore da 2.00 H. (a) In quanto
tempo di 0.200 s. Calcolare l'intensità della f.e.m. tempo la corrente raggiungerà il 50.0% del suo valore
media indotta nella bobina durante questo tempo. finale? (b) In quanto tempo raggiunger:. il 90.0% del
!!'.!..Una f.e.m. di 24.0 mV è indotta in una bobina di 500 suo valore finale?
spire in un istante in cui la corrente è 4.00 A e V-dria :111.Si consideri il circuito di Figura P23.30 in cui e =
con la rapidità di IO.OA/s. Qual è il flusso magnetico 6.00V, L= 8.00 mH e R= 4.oon. (a) Qual è lacostan-·
concatenato con ciascuna spira della bobina? te di tempo del circuito? (b) Calcolare la corrente riel
~ Una corrente / = /0 sen wJ, con Io=5.00 A e w /2'11'= circuko dopo un tempo di 250 µ.s dalla chiusura del-
60.0 Hz, auraversa un induttore la cui induttan,.a è l'interruuore. (c) Qual è il valore della corrente di
IO.OmH. Qual è la f.e.m. di autoinduzione in funzio- regime? (d) Quanto tempo deve trascorrere affinché
ne del tempo? la corrente raggiunga un valore che è 1'80.0% di quel·
!!4. In un induuore di 90.0 mH la corrente varia nel lo di regime?
tempo secondo la/= 12 -61 (unità SI). (a) Calcolare la s
f.e.m. indotta all'istante I= 1.00 se (b) I= 4.00 s, Per
quale valore di I la f.e.m. indoua è nulla?
'.!.f,. Un avvolgimento toroidale, di raggio maggiore Re di
raggio minore r, è costituito da N spire addossate, come
mostr.UO in Figura 1'23.25. Se R li> r, il campo magnetico
nel toroide è praticamente costame e può essere consi-
derato di ,,ilore pari a quello che ha sulla circonferem.a
E 1 R
L

di raggio R. Dimostmre che l'induttanza di questa bobi-


na toroidale è data (appro.-.imativamente) da
µ, 1 N',I FlguraP23.30
Le--
2'1TR !TI] Nel circuito RJ. di Figura P'.!3.30, sia L = 3.00 H,
'.!ti. Un solenoide ha 420 spire, area della sezione uasver- R = !!.00 U e B = 36.0 V. (a) èalcolare il rapporto tra la
sale 3.00 cm 2 e lunghe-aa 16.0 cm. Con qunle rapicliui tensione ai capi del resistore e quella ai capi
deve decrescere la corrente nel solenoide per pro- clell'induuorc quando /s 2.00 A. (b) Calcolare la ten-
durre una f.e.m, indotta di 175 µ.V, costante nel tem- sione ai capi dell'induuore quando I., 4.50 A. , .
po? :J2. Nel circuito di F'agura P23.30 L., 7.00 H, Ra9,ll:O,Oe
...,_,.
. ~'
714 Capitolo 23 I,eggsdi Farada:,e induttanza

8 = 120 V. Qual è la f.e.m. autoindotta, 0.200 secondi simativamente di 0,500 x· 10-1 T. Calcolare la densità .·_.,_\,;(':.t;{'.~_:
i,'
..•

dopo la chiusur-.. dell'interruttore? . di energia dei due campi. ·1. •

33. Una battèria da 12.0 V è collegata in serie con una resi- n


40. Un circuito RL in. cui L = 4.00 H ed R = 5.00 è colle. 1il;i'·
stenza e un'induttanza. Il circuito ha una costante di ~to a_una baue~a da 22.~ Va I= O. (a) Quale energia }p]\;~
tempo cli !'>0llµ.se la cmTl'lllc nrns.simaè 200 mA. Qual Viene 1mmagazz1nata nell 1nduuorc quando la corren- ',:// 1:_.
è il valore dell'induttanza? te è 0.500 A? (b) C'.onquale rapidità viene immag-olZll:i- . !-'.:i::;
nata l'energia n~ll'induu~re quando / =.1.00 A? (c) )l''>'f,
34. Un induttore che ha un 'induttanza di 15.0 H e una
resistenza di 30.0 n è collegato a una batteria d;°100 V. Quale potenza vtene fornita dalla battena al circuito·,.>.\ J
Qual è il tasso di aumento della corrente (a) per I= Oe quando / = 0.500 A? ' ff-l?
(b) per I= 1.50 s? . 41. 11campo magnetico all'esterno di una sfera di raggio: .:~f,~
35. Un'applicazione di un circ~ito RL è la generazione di R è data da B = Bo(R/r) 2, con Bocostante. Calcolare. ,;f i'
tran5ienti di alta tensione da generatori di corrente l'energia immagazzinata nel campo magnetico al di;.:,
continua di bassa tensione come mostfaio in Figura· fuori della sfera e valutarla per Bo= 5.00 x 1o-sT e :)'. .
Pl!!l,35. (a) Qual è la corn,mte neJ:circ~{to dopo,u~ . R = 6.00 x 106 m, valori appropriati per il campo ;:~ f,
tempo molto lungo dalla.·çhiusura del circuito nella magnetico terrestre. ·.} f.
posizione A? (b) L'interrµttore yie11e:ç'òn-in-iu.tato· in-
. -;:.,d
s1.uu~n~en.ie. da A a:!l. çalcolar~;)A ~Ù,iqne. Inizia-
Problemi generali , . ;i . I
le ai. capi di ciascun' i-ès1s~re e,:aeWlh~ì'iitore. <c> 42: Un scilenQide ~~ ~-000 spire/m è alimentato con u,na.'/ 1
corrente· clie ·vàrià nel tempo Seeondo la relazione{'/' 1/
Dopò quanto tempo la tèrtslonè ai capfdell'induttore
diminuisce al valore di 12.0 V? · l= 4 sen (120 111),dove /è in A e I in s. Una piccòh,, ·\z-!
A s
bobina circolare coassiale di 40 spire e raggio r= 5.00 ··. '.}~~i,t
cm sa. trova a Il''1ntei:no de I soleno1d .'i,$,i
· e in prns.simia.'Idel ' 11~·
0

suo centro. (a) Denvareun'espress,onechedescrivail :,,(':ìl'i


B modo in cui la f.e.m. nella piccola bobina varia còi ·"} :!
tempo. (b) In media con quale rapidità viene dissipata .'·\ i/
l'energia nella piccola bobina se l'awolgimento ha ·:t;r1:r
12.0V
12000 ·
2.00 H una resis~nza tota!~ di 8.00 O? }18,\
·
lill
Un awolgamento da area 0.100 m 2 ruota a 60.0 giri/s J~,'é
con l'a~ di rotazione perpendicolare a un campo ,:J@!
magnetico di 0.200 T. (a) Se l'avvolgimento ha 1000 \iit'ìl
spire, qual è la tensione massima indotta nell'awolgi- ·::· ·
12.on mento? (b) Quando si verifica il valore massimo della .:
FaguraP23.35 tensione indotta, qual è l'orientazione dell'awo~'. ,'
mento rispetto al campo magnetieo? ·.. ,
44. La Figura P23.44 è un grafico della f.e.m. indotta in)
Paragrafo 23.7 ~ ~ta.
mun campomagne_tico funzione del tempo per una bobina di N spire che·,
36. C'.alcolare l'energia associata al campo m·agnetico pro- ruota con velocità angolare "'in un campo magnetico'.
dotto da un solenoide di 200 spire, in cui una corren- uniforme perpendicolare all'asse di rotazione deuà·.:.
te di I. 75 A produce uri flusso di !l.7 x I o-4Wb. bobina. Copiare questo grafico (su una scala più gran-;
[lli II campo magnetico in un solenoide superconduttore è dc), e sugli stessi assi tracciare il grafico della f.e.m. in:
cli 4.50 T. li solenoide ha un diameb'O interno di funzione del tempo quando (a) il numero di spire deihi,';
6.20cm di diametro e una lunghezza di 26.0 cm. (a) De- bobina è raddoppiato, (b) la velocità angolare è rad:,'
terminare la densità di energia magnetica nel campo. doppiata mentre il numero di spire viene dimezzato. '
(b) Determinare l'energia magnetica immagazzinata
nel campo magnetico denb'O il solenoide. E(mV)
38. All'istante I= Ouna sorgente di f.e.m., 8 = 500 V, è col-
legata ad una bobina che ha un 'induttanza di 0.800 H
,. nna ,·e.,istenza cli 30.0 n. (a) Trovare l'energia imma-
gauinata nel campo magnetico quando la corrente
raggiunge metà del suo valore massimo. (b) Dopo
quanto tempo dal collegamento la corrente raggiun-
ge questo valore?
~ In una giornata serena, c'è un campo elettrico in pros-
simità della superficie terrestre di 100 V/m. Contem-
.1'.°raneamente il campo magnetico terrestre è appros- FiguraP2U4

···.-·:
Problemi 715

-1:\. Un filo di nias.,a ,n, lunghezza d e resisten1.a R trasla mostrare che se l'inte1TUttore viene commutato dalla
senza aurito su rotaie parallele come mostrato in posizione I alla posizione 2, tuu., l'energia immagazzi-
Figum P23.45. Una batteria che mantiene una f.e.m. nata nell'induttore sani dissipata come cner1,•ia termi-
e costante è collegata alle rotaie e un campo magneti- ,:a nel resistore.
co B è dirt·llo perp<-ndicolarmente al foglio. S,·
il filo
parte da fermo, mostrare che all'istante lsi muove con
una velocità \ 2
E

Figura1'23.49
B wc-mk' u toglio E
r,o.l.'induuore nel circuito in Figura P23.50 ha resistenza
tmscurabile. Quando l'interntttore, dopo che è rima-
sto chiuso per un hmgo tempo, viene aperto la cor-
F",gura
1'25.45
rente nell'induttore scende a 0.250 A in 0.150 s. Qual
è l'induttanza dell'induuore?
-lfr Un'automobile ha un 'antenna verticale lunga 1.20 m.
l.'amomobilc via1,,giaa 6_:;.okm/h su una strada oriz-
zumal,· in mm località don• il campo magnetico è
50.0 µ.T diretto verso il bas.so (in direzione nord) ad
1111angolo di 6.,;.o•al di sono del piano orizzontale.
(;1) Specifirnr,· la clin·,inn,· rlw l'mnomobile do-
vrebbe avere nel suo 111010pt·r gcn,·r,ire la massima
FiguraP2ll.58
1:e.m. indolta nell'murnm1 rnn la punta dell'antenna
positiva rispetto alla base. (b) C,alcolare il modulo 51. È stato proposto un nuovo metodo per immag,izzina-
della f.e.m. indotta. re energia elettrica. Si dovrebbe costntire un enorme
[!TI li flusso magnetico anra,·ers<> un anello conduuorc solenoide superconduttore sotterraneo di 1.00 km di
\'llria con I con la legge cl>n = 3(at 3 - b/2) T • m 2, con diametro. Es.so dovrebbe trasportare una corrente
a = 2.00 s·\ e b = 6.00 s·~.lA, resisten1.a dell'anello è nms.,ima di 50.0 kA in ciascuna delle 150 spire di
3.00 n. Detennimm· la massima cMTmlt indot!ll nel- Nh 3Sn. (a) Se l'induttanza di questa immensa bobina
l'anello durante l'imen-allo di tempo O=- 1-. 2.00 s. fosse 50.0 H, quale sarebbe l'energia totale immagaz-
·IK Il campo magnetico B spesso ,;ene misurato per mez- zinata? (b) Quale sarebbe la forza di compressione
zo df una bobina esplomlriu, il cui funzionamemo è per metro di lunghezza agente rra due spire adiacenti
basato sulla carica totale che attravenia la bobina distanti 0.250 m?
nell'intcn.1110 di tempo in cui il flus.,o magnetico con 52. In Figur.i P23.52 l'asse delle mote è lungo 1.50 m cd è
essa concatenato \'étriao pc:r il mo,imcnto della bobi- spimo lungo le rotaie orizzontali ad una velocità
na, n per la ,,,riazione di B. (a) Dimostr.ire che se il v= 3.llOm/scostante. Un resistore Rè collebrato con le
flusso concatenato con 1111a singola spir:1 della bobina mrnie nei punti a e bopposti. (Le ruote fanno un buon
V.IJ'iada <1> 2 (all'islllnte li!),la carica
1 (all'istante 11) a <1> contallo elettrico con le rotaie cosicché asse, rotaie e
elettrica Q che attm,-ersa la bobina nell'intervallo di resistore formano un circuito chiuso. La sola resistenza
tempo·t.J-1 1 è Q=N(<l>r<1> 1)/R,dove Rè la resistenza significativa nel circuito è R), Un campo magnetico
della bobina e della circuiteria associata (il gah,m<>· dircllo verso il bassoverticalmente B = 0.0800 T agisce
metro), e Nil numero di spire della bobina. (b) C'.ome sull'ilS.'IC.(a) Trovare la corrente indotta /nel resistore.
c-.i.sospecifico, calcolare il valore di 8 quando una (b) Qual è la form F richiesta per fare avan1.are l'asse a
hohina ,li 100 spin•, rc-sist<"nza20() n ,. ar<"a40.ll nn 2• wlodtà costante? (e) Q1mle ,•stn•mu <Id resistort•, "u
dii i st·gu<·llli risullmi: una carirn di 5.00 x 11,-· 1C aura- b. è a tensione più alta? (d) Quando le ruote sorpassa·
versa la bobina quando ,iene ruotata, in 1111 campo n<>il n.'Sistore R, la corrente in R cambia direzione?
magnetico uniforme da una posizione in cui il piano 53. (a) Una bobina circolare non genera realmente un
clt-lla hohina è perpendicolare al campo ad una posi- campo magnetico uniforme al suo interno, ma calco-
zione in cui esso è par.illelo al campo. late l':tutoinduuanza di una bobina circolare, di rag-
l1QJSi assuma che l'intcm1ttore nel circuito mostrato in gio R ed N spire, supponendo che il campo nel suo
Figura P23.49 sia inizialmente nella posizione I. Di- centro sia uniforme su tutta la sua: area. (b) Un circui-
716 Capitolo 2!1 I.eggedi /•m-adaye i11tlu//llt1u1

to didattico in laboratorio consiste di una batteria da S2. Modificare il Foglio Eleuronico 23.1 in modo che A~
1.5 V, una resistenza da 270 O, un interruttore, e delle 0.02 sen(w/)i + 0.02 cos(,~/)k, dove A è cspres.,o in
conne5"ioni lunghe 30 cm. Supponiamo che il circui- metri quadrati. Porre B = 0.5 T k. (a) A quale situazio-
to sia sistemato in modo da essere circolare. Pensatelo ne fisica corrisponde questa v-arlazionedi A ; (h) Sia }'.,i
rnme una spira circolare piana. Calcolare l'orclint• di w= I ntd/s. l•'.smnirmr,·il i:rnlirn induso ,. d,•srri\'l'rc· la
e(,·) ckl-
gnul(lc,za del coeflicicnlc cli a111oincl11ziom• f.c.m. indoun. (e) Aumc.·111.,n· wa ~ n1d/~. C:umc.: ,aria
la costante di tempo che indica quanto velocemente la f.e.m. l'ispcno alla donmnda (h)? ··
aumenli la corrente quando si chiude l'interruttore. s:1.(a) Con A dato nel Problema S2, modific-,m:il Foglio ./1,;;J-:
Elettronico 23.1 in modo che B, = 0.2/, dO\·e I è c:sprcs- ., f,,{
so in secondi e B,.in tesla. Esaminare il gmlico incluso, /;i'.!

: :;;:a;~~:~:t~~;:~:;~~l~.:~~:;eql~I~::: ,·i~:;
·/~~:?
seguenze della scelta. . ).',:.:,·
..·(..
:_?_
S4. Un avvolgimento con coefficiente di autoinduzione L
conduce una corrente data da I= 1.,.,sen(21rji). La -;-:;<
f.e.m. autoindotta nell'a,-.·olgimento è 6 1. = -/, dl/dL· . .,.-;/i
FlguraP23.52 Sviluppare un programma per calcolare / in f11111.ione .. ,;,;f 1~
del tempo. Calcolare numericamente la deri,·,ua della ·, ;\i~
Problemi al calcolatore
SI. La climcmione e l'orientazion,; di una superficie pia-
corrente e calcolare e,. . Scegliere I,••, = 2.00 A, · ."li;/
/= 60.0 Hz, cd/,= IO.OmH. Fare un diagrmnnm di Bi·•
~~Wl
m~
~~.~
na di are.i A si può descrivere per mezzo cli un vettore S5. Il Foi:lio Elettronico 2!1.2rnlrola la corrl'nte e l'«·ncr-
A= .-In, dove ii è un versore perpendicolare alla super- gia imnmgazzirmta nel campo magnetico di un drcuì.. ··. ~
ficie. Supponiamo che un campo magnetico B esista to RL quando il circuito è in fase di carica e quando è ·'f,:.'..··
nella regione di questa superficie. Se il campo è co- in fase di scarica. Usare R = 1000 O, /, =O 0.35 H, cd
.,1ant1:sull'arca A, allorn il llus.,o magnetico, <1>
8 , atlm- e= IOV. (a) Qual è la ~i.,1m1u,cli tempo d,-1rirrnilo?
8 =B ·A= BA cos8 =B.A, + B/1,+
\'erso la superficie è <I> Dal gmfico della corrente in funzion,· ciel lcmpo l/•
B,A., dovcA=A,i+A,j+ A,kc B= B,i+ 8,J+ B,.k(Fig. quando il circuito è in fase di carica, quanto tempo è .:}•1
PC28. I ) . Il Foglio Elettronico 28. l calcola il flusso in passato quando la corren1c ha raggiunto il ,·alorc del
funzione del tempo. Esso calcola pure numericamen- 50% del suo mlore nms.,imo? il 90%? il 99%:-Dare le ,
te la deriv-ata del flusso e trova la f.e.m. indotta, e = risposte sia in secondi che in multipli della costante di .i
-A<1> 8 /A/. (a) Porre A,= O, A,= O,A,= 0.2 m2 , B, = O, tempo. (b) Ripetere ciasrnn caso per il cirrnito in fase. 11
81 = 0.5 T, e B, = 0.6 T per / = O. Copiare questi valori di scarica. (c) Quan10 tempo è trascorso quando l'e- .·1
per/= 4.5 s. Qual è la f.e.m. indotta? (b) Modificare il nergia è al 50% del v-,1lorcdel suo v-,ilorcmas.,imo per : ,
foglio elettronico in modo che B,.aumenti nel tempo, i due casi? Al 90%? Al 99%? · '•
8,.=0.24 dove /è espresso in secondi e B,in tesla. Qual
è la f.e.m. indotta?

~-·t:.
·.:,,

FiguraPC23.l
Ui.\Jnull'aì pr11bll't11Ì
rn11n·ll1mli 717

RISPOSTE AI PROBLEMI CONCETTUALI


I. Sc:rundo la l1-gg<·di F,11111ht)",
si pucì induri:e mm [<·.m. J'i111<,rnudella IKlhhm mag11ctiua la JX>rlionedi cordo1
ndla spira st· il llus,;o dd rnmpo mag,wtko attraverso vidmt alla hnhina. Qum,du la rnrclo1della chimrrn
la "pira \'aria rwl tc.·rnpo.In qut•sla !iiillm:tinnt•,
si puù il suo sc.·gmt•ntu
,ihr:.1a una C't'rt.afrc.•c:1nt•nz11, maJ.tnt·ti,A
i11clun 1• ,ma J.c.m. ,ia n11Jt~111flola spirn .1t1or110 a u11 1.110 pro<IUC't'una n1rinzinnt•<Id lluM,o nrngnt·tic·n
a!\.,t'arh-itn1riosia ,·ariaudu h1forum clclluspini. ,uU-il\'(.'rsn la bohina del t.rasduttun·. l.it \cirittlìonc.· cli
2. Quando un a~trona,•t•si mnovt'"nello .spazio, CS.'-lsi
1
flusso induce una tensione nella hohino1,l' questa ten-
sposta eia una regiont· ron un'intcnsitil <licampo tnil· sion,· \'il•nc mandata a un amplificatore. l.'uscha
gnt·lin1 a un'altra n·giont~ nm una dil't·rsaintcnsitf1 ddl'amplilìcawre ,ieue mandma ai diffusori acustici, i
dd •·ampo magnetico. La v.iria1.ione di campo magne- quali g1·ne111nole onde sonore che udiamo.
tico attraverso la bobina induce una f.e.m. e una corri- 6. L'awolgimento primario del trasformatore è un
spondente corrente indotta nella bobina. induuore. Quando viene applicata una tensione alter-
3. Le linee di forza del campo magnetico auorno alla nata, la f.e.m. di reazione do,-uta all'indnnanza limi-
linea clemica saranno circolari. Se tu posizioni l'avvol- terà la corrente atu-a,·erso l'awolghnento. Se viene
gimento attorno al cavo della linea, non vi saranno li- applicata una tensione continua, non ,; sarà una
nee di for.ta del campo concatenate con l'avvolgimen- f.c.m. di ,reazione, e la corrente può salire a ,-alori più
to, e quindi non verrà indotta alcuna f.e.m. L'avvol- elevati. E possibile che questo aumento di corrente
1,,jmentodeve essere piazzato vicino alla linea eleurica, liberi tanta energia nella resistenza dell'avvolgimento
ron il piano ddl'awolgimento parallelo alla linea, per da far salire la sua tcmpcraturd a un punto tale da bru-
mas."iimizzarc la ,,1rialinnc di flusso attnl\·crSt>In sua cim·,· l'isolante del lito.
superficie, poiché- la rorrente alternata produce un 7. i.~ placca di alhuninin e il magnete forniscono unn
rampi, nmgru:ticoo!i>dllanu.·. .unfl1t.t1mPnlo al sistema, in modo tale dw le.-
mtlJ,'1lt'lirn
4. Una f.e.m. indotta costante necessita di un campo oscillazioni del giogo si smorzino rapidamente. Qmm-
magnetico che sia ,11ri;1hilea un tas.so costante lungo do la placca si muove nel campo magnetico, vengono
una direzicnl<'; per c.·srmpin.S(.·mprt· cresccntt· o '\t.·111- indom· delle spire clirurn•nti nell'alluminio. Sernndn
pr<' clccrt·scente. t impos.sihill' per 1111campo nmi:n•·· la k-gge di L.en,, queste •·orrenti girnnu in \'erso tale eia
tic<>di <Tescerc per scmpn·. sia per motM di urdinl' opporsi al movimento della placca di alluminio, for-
energetico sia per m111i\idi ordine tecnologico. :--:cl nendo un attrito magnetico.
caso di un campo sempre decrescente, una volta rag- Il. Quando la sbarretta di ferro viene inserita dentro il
giunto lo 1.croe invt·rtitoil \'t~rso.abbiamo di nuo,·o il solenoide, l'induuan,a aumenta. Di conseguenr.a,
prohlcnm elci rnmpo crescc•nte inddinitam<·ntc nel appat·c una differenza di potenziale maggiore ai capi
,·crso opposto. dell'induttanza rispetto a prima. Quindi, si verificherà
!'>. La bobina di trasduzione è posta ,ìcino alle corde una minore differenza di potenziale ai capi della lam-
della chi1am1, le quali essendo fatte di metallo pos.= padina, e la sua luminosità decrescerà.
no es.sere magnetizzale. Il magnete permanente al-
24
Onde elettromagnetiche

.\ H (: O M .l':."
l'-(, T I
2•U C.orrent/ .' '</.;:
.,··
di Spl,'tamento·, ·:.·
e teorema di Ampère
generalizzalo
24.2 Le meravigliose
equazioni di Maxwell
24.3 Le ondt~
eleuromagnctichc
24.4 Le scopene di Hertz
24.5 Produzione di onde
elcuromagnetiche
per mezzo
di un'antenna
24.6 Energia t~pol'tl!ta
dalle onde
elettromagnetiche
24.7 Quantità di moto
e p"-s.~one
di radiazione
24.8 I.o spettro delle onde,
clenromagnetiche
24.!l Polarizzazione

718
24.1 Crm'i'n/e di .,pn.,·tam,ml/J
e ltllrt!lllll cli11111/,ì,rc
gmn-fllùz.t110 719

24.1 • CORRENTE DI SPOSTAMENTOE TEOREMA


DI AMPÈREGENERALIZZATO Percorso,,

Ahhiamo visto che le cariche in moto. os.~iale correnti, gener.1110campi magne-


tid. Quando 1111conduttore che trnsporta una corrente ha 1111alto grndo di sim-
metria, possiamo calcolare il campo magnetico usando il teorema di Ampère,
dato dall'Equazione 22.22:
~B · dS=/,lol [22.22]

dove l'integrale di linea è esteso a qualsiasipercorso chiuso concatenato con la


'¼·,.-t,:..),
,~.:.,__i:.t&,t
S1
corrente di conduzione, e la corrente di conduzione è definita da / a dQ / dt. (In Figura24,1 Le superfici S1
questo paragrafo, useremo la locuzione cumm/edi condmione per riferirci alla ed s.ihanno come contomo
corrente dovuta a particelle cariche come gli elettroni in un filo o ioni in una lo ste550 percorso P. La cor-
soluzione elettrolitica). Mostreremo, ora, che il teorema di Ampère in questa rente di conduzione nel filo
passa soltanto attraverso S1,
forma è yalido soltanto se la corrente di conduzione è continua nello spazio. Ciò conduce a una contrad-
Maxwel!si accorse di questa lim~tazione e modificò il teorema di Ampère inclu- dizione nel teorema di Am-
dendo tutte le situazioni possibili. · père che viene risolta soltan-
Possiamo comprendere questo problema considerando un condensatore to se si postula una corrente
che si carica come in Figura 24.1. Quando la corrente di conduzione fluisce, la di spostamento ,11traverso s.i.
quantità di carica sulle armature varia, ma non si verifica una corrente cli con-
duzione fra le armature. Consideriamo, or.i, le due superfici S 1 cd S2 in Figura
24. l delimitate dallo stesso percorso P. Il teorema cli Ampère afferma che la cir-
cuitazione (l'integrale cli linea) di B · tls lungo questo percorso deve essere
uguale a /,lo/, dove / è la corrente totale che passa aurnvcrso qualsia.\i superficie
delimitata dal percorso P ( concatenata con il percorso P).
Quando il percorso Psi considera come delimitante S1• il risultato dell'inte-
grnle è /,lo/ poiché la corrente di conduzione passa attraverso S1• Quando, tutta-
via, il percorso delimita S:iil risultato è 1.ero,poiché ncs.~unacorrente di condu-
zione pas.çi attraverso 5:i.Quindi, abbiamo una situazione contraddittoria che
sorge dalla discontinuità della corrente di conduzione! Maxwell risolse questo
problema postulando un termine addizionale al secondo membro dell'Equa-
zione 22.22, chiamato corrente di spostamento, I,, definita come

/;,;.!',ff_''
s -~, , .. ,.. (24.1) • Con-entedi spostamento

Ricordiamo che 41E è il flusso del campo elettrico, definito da cPt:= JE · dA.
Quando il condensatore si carica (o si scarica), il campo elettrico variabile
fra le armature può essere considerato come una corrente che raccorda la
discontinuità della corrente di conduzione nel filo. Quando l'espressione per la
corrente di spostamento data dall'Equazione 24.1 viene aggiunta al secondo
membro del teorema di Ampère, la difficoltà rappresentata dalla Figura 24.1
viene risolta. Non importa quale superficie limitata dal percorso Psi sceglie, una
qualche combinazione cli corrente di conduzione e di spostamento passerà
aurnverso di es.'la.Con questo uuo\·o termine I., possiamo t·sprimcrc il tt•orema
di Ampère nella forma gener.11izzata (qualche volta chiamato teorema di
Ampère-Maxwell)come 1

1 Strettamente parlando, quala espressione è validasoltanto nel vuoto. Se, è presente un materia-
le magnetico, dovrebbe essere inctma anche una corrente di magnetizzazionenel secondo mem-
bro dell'Equnione 24.2 per rendere il teorema di Ampère totalmente generalizzato.
-720' . ._Càpitolo 24 Or,detlettromagnetich,

j·' ·, /"•,,, t' ·:·. · '.~-· · -.. · · i~·· f:-5· ...·,..,


.. .'. Tèal"ema• '·tf:B:~ ~ ~ (i+ I,)··~
/ÌiJT+:li/i~'4"1!~
. [24.21
'' -di~._,, ':r_'-.. '. ,-.-_-_rJ.t
Si può comprendere il significato di questa espres.,ionc riferendoci alla Figu-
ra 24.2. li flusso del campo elettrico altnwcrso Siiè c/)t:= E · dA = /•.i\. dove A è J
!"area della superficie delle armature del condensatore ed E è l'intensità del.
campo elettrico uniforme fra le armature. Se Q è la carica sulle armature a un

- I
certo istante, alloraE•Q/foA (Paragrafo 20.7). Quindi, il nus.-i<ldelcampo elet-
trico attraverso S.l è semplicemente

ti>/!=J,.:A
= _g_
fil
P~r cui, ia ·corrente di spostamento I. attraverso S.lè
S1
Figura 24,2_ La corrente di 1 ·= d4>s = dQ [ ]
conduiione· I = dQ/ di passa . . . . ' fo, dt · dt 2 lU ··
attraverso'S1; Lacoriente''df"',:···.·.·. · ·-·- /.;·:: '· · :
sposiamento J, .. fod,Z, 1_./ di ·; Cioè; la c;~r;rente di spostamento è precisamente uguale alla corrente di condu- .
prussaattraverso S.l. I.e due ·zione lattraversoS1l
~orrenti deyo~o.essere ugua- Il pun_to centrale di questo formalismo è il fatto che i campi magneticisono
h per conumum. In genera- generatisia·dallecorrentidi conduzione sia dai campi elettricivariabili.
le, la corrente totale attraver-
so qualsiasisuperficie delimi-
tata da un certo percorso è
I• r,. 24.2 • LE MERAVIGIJOSEEQUAZIONIDI MAXWELL
In questo paragrafo presentiamo quattro equazioni che possono essere consi-
derate la base della descrizione di tutù i fenomeni elettrici e magnetici. Queste
equazioni, note come equazioni di Maxwell, sono dovute ajames Clerk Maxwell
e sono le equazioni fondamentali per lo studio dei fenomeni elettromagnetici,
così come le leggi di Newton lo sono per lo studio dei fenomeni meccanici. La
teoria sviluppata da Maxwell, infatti, fu di maggior portata di quanto egli stesso
potesse immaginare, poiché le sue equazioni si dimostrarono in accordo con la·
teoria della relatività mtretta, come fu verificato da Einstein nel 1905. Le equa~.'.
zionl di Maxwell non solo pongono in veste formalmente elegante le leggN
dell'elettricità e del magnetismo che abbiamo già discusso, ma hanno anche/i
molté altre importanti conseguenze. Queste equazioni predicono l'esistenza·'.
delle onde elettromagnetiche (onde composte di campi elettrici e magnetici) 1_.:;
che si propagano nello spazio con una velocità e= 1/~ .. 3 x la6 m/s, li(
velocità della luce. La teoria dimostra anche che queste onde vengono irradia\e.!
dalle cariche elettriche accelerate. ' 1~1
Per semplicità, presentreremo le equazionidi Malavellvalide nel vuoto, ci~.!
in assenza di materiali dielettrici e magnetici. Le quattro equazioni sono: -:}~

PE·d~= ~ [2~~
~B-dA =0
Eqiumonidi MaxweU•
tf:E,da= - d4>s
,, dt

.: .-
__:1,1,.:
1..'< .•·_ ·,'
pa
· da .. Poi+ foll1I,
•. ... :-/·:,:;· J
24.3 /., u11dee/,11romn1,,i1t1iche 721

L"Equazione 24.4 è il teorema di Gauss, il quale afferma che il flusso del


campo elettrico attraverso una superficie chiusa è uguale alla carica contenuta
all'interno della superficie divisa per Eo. Questo teorema lega il campo elettrico
alla distribuzione di carica; le linee di campo hanno origine dalle cariche positi-
n, e terminano su quelle neg-.itive.
L'Equazione 24.5, che può essere considerata il teorema di Gauss per il
magnetismo, dice che il flusso magnetico attraverso una superficie chiusa è
sempre nullo, cioè il numero di linee di campo entnmti in un volume limitato è
sempre uguale al numero di linee di campo che escono dallo stesso volume. Ciò
implica che le linee di campo magnetico non hanno origine né fine in alcun
punto. Se così non fosse, si richiederebbe l'esistenza, in questi punti, di
monopòli magnetici isolati, e il fatto che questi monopòli non siano stati a
tutt'oggi osservati può essere considerato come una conferma della validità
dell'Equazione 24.5.
James Clerk Maxwell
L'Equazione 24.6 è la legge di Faradaydell'induzione elettromagnetica, che (1831-1879)
descrive la relazione fra un campo elettrico e un flusso magnetico variabile.
Jornasdark Maxwellè comune-
Questa legge dice che l'integrale di linea del campo elettrico su un percorso mente riconosciulocome il più
chiuso (che è uguale alla f.e.m.) è uguale alla derivata rispetto al tempo del flus- grandefisicoleoricodelXIXseco-
so magnetico attraverso una qualsiasi superficie, limitata da quel percorso, col lo. Noto a Edimburgoda una
famiglia scozzese molto nota,
segno cambiato. Una delle conseguenze della legge di Faraday è la corrente entrò aH'Universitòdi Edimburgo
indotta in una spira condutu·ice posta in un campo magnetico variabile. a 15 OMi. Iniziòla sua carriera
L'Equazione 24.7 è la forma generaliz2ata del teorema di Ampère e fornisce di prolussoread Aberdeen.nel
1856. Fu l'iniziadi una carriera
una relazione fra campi m.1gnNid, elt•ttrici e correnti, cioè l'integrale di lineadel durante la quale Maxwellavreb·
campo magnetico su un percorso chiuso è determinato dallacorrente di condu- be sviluppatola learia elettroma·
zione che è concatenata con tale percorso e dalladerivata rispetto al tempo del
flusso elettrico attraverso una qualsiasi superflàe limitata da quel percorso.
co dei9i
gnelicodellaluce,la teoriacineti-
la spiegazionedella
natura fianellidi Salurnae la
Una rnlta che il campo elettrico e il campo magnetico siano noti, in un certo visione calare. {North Wind
punto dello spazio, la forza agente su una carica elettrica q può essere calcolata PictureArchive•I
tramite l'equazione
F = qE+ qvxB [24.8)
Questa è l'espressione della forza di Lorentz. Questa equazione fornisce, insie-
me con le quattro equazioni di Maxwell, una descrizione completa di tutte le
interazioni elettromagnetiche.
È interessante notare la simmetria delle equazioni di Maxwell. Le Equazioni
24.4 e 24.5 sono simmetriche, a meno dell'assen1.a di un termine di monopòlo
magnetico nell'Equazione 24.5. Anche le Equazioni 24.6 e 24.7 sono simmetri-
che, in quanto gli integr.ili di linea di E e di B su liii percorso chiuso sono legati
rispettivamente alla derivata del flusso magnetico e del flusso elettrico. E.
E

24.3 • LE ONDE ELETTROMAGNETICHE


Le leggi fondamentali che governano il comportamento del campo elettrico e
magnetko sono le equazioni di Maxwell, discus.,e nel Paragrafo 24.2. Nella sua B "
teoria unìlkata dcll"elettromagnetismo, Maxwell dimostrò che le onde elettro- Figura 24.3 Un'onda clc·
magnetiche sono una naturale conseguenza di queste leggi fondamentali. tromagnetica piana polariz-
Assumiamo, innanzitutto, che l"onda elettromagnetica siaun 'onda piana,cioè 1.ala linearmente che viaggia
un'onda che viaggi in una certa direzione definita. L'onda piana che vogliamo lungo la direzione "po.,itiv-.i.
li campo clcurico è parallelo
trattare ha le seguenti proprietà. L'onda si propaga lungo l'asse x (la direzione di all'asse y, il campo magneti-
propagazione), il campo elettrico E è parallelo all'asse y, il campo magnetico B è co an·~ z. Questi campi
parallelo all'asse z, come mostrato in Figura 24.3. Le onde in cui il campo elettrico dipendono solo da x e I.
722 Capitolo 24 Ond, ,iellrmnagnelic/,e

e il campo magnetico sono istante per istante sempre paralleli a una certa direzio-
ne nel piano yz, si dicono onde polarizzate lineannente. Assumiamo, inoltre, che
Ee Bin ogni punto Pdipendanoda xe te non dalle coordinate ye .t.
Le proprietà delle onde elettromagnetiche possono essere dedotte dalle
equazioni cli Maxwdl. Possiiimo corrclan, J,."eB. 11sa11clo
lr Eq11azio11i24.li l' 2·1.7.
Nel vuoto, dove Q= O e l= O, l'Equazione 24.6 rimane in\'ariala e l'Equazione
24.7 diventa

~ B · ds = EoJ.Lo
d4h
--· (24.9)
dt
Usando le Equazioni 24.6 e 24.9 e l'ipotesi di onda piana, si ricavano le seguen-
ti equazioni differenziali che legano E e B (per semplicità di notazione, cancel-
liamo gli indici y e z sulle componenti E,e B,_);
aE aB (24.10]
a;-=-ai

--
aB = - J.LoEo--
aE (24.11]
ax a,
Si 'noti che le derivate sono derivate parziali. Per cst,mpio, quando si calcola
aE/ax, assumiamo I costante. Analogamet11c, quando si calcola dB/r)t, x è
costante. Derivando ambo i membri dell'Equazione 24.10 rispetto a xc combi-
nando il risultato con l'Equazione 24.11, otteniamo

é)2fì __ i) (rJB)__ d (rJll)_d (-µ.nEni):,:·)


àx2 òx àt òt òx Òl o

é)2E ò2E
Equa:aoned'onda • ;jT
r))t = >11JEo [24.12]
del campo
elettricoper
le ondeelettromagnetiche Allo stesso modo, derivando l'Equazione 24.11 e combinando il risultato con'
nel vuoto l'Equazione 24.12 otteniamo

Equa:aoned'onda • (24.13] ·
del campo magneticoper
le ondeelettromagnetic Le Equazioni 24.12 e 24.13 hanno entrambe la forma dell"equazionc gen~ ·~
nel vuoto raie delle onde 2, con una velocità di propagazione celata da ::
1
La velocitàdelle onde• e=--:-==- (24.l~J;,')
elettromagnetiche \. >11JEo . i'
Prendendo J.Lo= 4'1Tx 10-7 T · m/A e Eo = 8.854 18 x 10-12 C2/N · m 2 neJ.:~,·~
l'Equazione 24.14 troviamo e= 2.997 92 x 10" m/s. Poiché questa velocità coirt-·
cide perfettamente con la velocità della luce nel vuoto', si è portati (corretllt,·'. ·
mente) a credere che la luce sia un'onda elettromagnetica. ···\
La più semplice onda piana, soluzione delle Equazioni 24.12 e 24.13,:.è(!.
un'onda piana sinusoidale, per cui le ampiezze dei campi E e Bvariano con xe-(,
scconclo h- espressioni ·
Campielettricie • E= E,,,.,.cos (kx- wl)
magneticisinusoidali B = B,,,.. cos ( kx- wt)
.·/
' !.'equazione generale delle onde è dclh1forum (él'g/élx') • (1/v') (él'gl él1'). dove vèla ,·cloci~?
e gè l'ampiezza dell'onda. ·, " '
5 Perla ridefinizione del mc1n>nel 1983, la velocità della luce è oggi una grnndcu., d,jinilncotl,.
valore aallo •~ 2.997 924 !ili><lo" m/s. .. U,
24.3 / .r 11111/,
l'irllm111111(11rlirlU' 723

Figura 24.4 t ·11·oruh1d1·1t1n111ag:ru·tki1


gt·11,·11uc1
d,1 raridtc.·n!'t('illantiin un'an-
u·mm. Rappre,se11ta1.ione dell'onda a 1111
istante di tempo. Si noti c-he il campo
el<·urico i: pcrpcndkulare al campo
nmgnetko e mnrn.·dut· sono perpcndi·
colari alla dire~ione di propagaiiune.

dove Ii,,,., e B,,,..sono i valori massimidei campi. li numero d'onda /t = 27T/À, in


cui A è la lunghe;mt d'onda e w la pulsazione, w = 2'1Tf,con .f frequc:117.adel-
l'onda. La Figur.1 24.4 dà una rappresentazione schematica, a liii ceno istante,
di un'onda piana sinusoidale polarizzata linearmc:mc, che si propaga lungo la
clin:zione x. Si noti rhc i e11mpieleurici e magnetic:i di un 'onda piana sono per•
1wnclicolari tra loro e perpendicolari alla dirczi<llll' cli propagazione. Quindi, le
onde elettromagnetiche sono onde trasvennli.
Cukohmdo le derivate p-.irzialidelle Equazioni 24.15 e 24.lti e sostituendo
nelle Equazioni 24.1 Oe 24.11, abbiamo

E
-=e (24.17)
B

Owcro: in ogni istante, in un'onda elettromagnetica, il rapporto tra il campo


elettrico e il campo magnetico è uguale alla velocità della luce.
Infine, dobbiamo notare che le onde elettromagnetiche obbediscono al
principiodi sovrapposizione, poiché le equazioni clifferc:111:iali alle quali soddi-
sfano J,;e Bsono li'llfflri. Per esempio, due onde con la stel!,'lafrc:11uc:n1.a,
che viag-
giano in verso opposto, potranno essere M>mmate,semplkemcnte per mez1.o
della somma algebrica dei campi che descrivono le onde:.
Vogliamo riilll.~Unlt'rele proprietà delle onde cleummagnetkhe che: abbia-
mo clt·stTilln:

• I.e soluzioni della ter,.a e quaria equazione di Maxwell sono di tipo


ondulatorio.
Le onde elettromagnetiche si propagano nel moto c,m lit velocità della
luce,c= l/~-
1.c componen1i ckl campo elettri<-<> t' lllil!,,'1Wli1·0
cli 11n'oncl111•lc•11mnm-
gnc1irn pimm sono l>t·rpendit:olari 1111luro i, pcrpcmlkol11ri 111111 dire1.io· • Pro/Jrietà
delle onde
ne di propaga1.ionc: dell'onda.Questa prnpriet.'t si pui1 sintetizzare elettnnnagnetidre
dicendo che le onde elettromagnetiche sono onde tra.wersali.
I.e mnpiezt.e di Ee Bnel \'lmtosono leg:tte dalla relazione I•:/ Il= r.
• I.e onde elettromagnetiche obbediscono al principio di mn-r.ippo.~izio-
ne.
724 Capitolo 24 0ml, rlrttrumflg11etirhe

Per la luce esiste un effetto Doppler, che è dimostrato nelle O"-'iClv.lZioni astronomi-
che dallo spmtamento delle linee spettrali verso il ro"'"''
dello spettro visibile delle
gala ..,il- rii!' si allontmmno. l.',·q1mziont· clell'cffct10 lloppkr 1><·rla ha,·e non è la stes-
s.1equm,ionc che si lm per il suono. Perché k· <:qamzionicloHehheru cs.,cr<:di,·ersc?

Ragianamenlo In generale, per le uncle che neceMÌlano di un me1.zo, le velocità


della sorgente e clell'ossel'V'atore possono essere misurate separ.ttamt>nte rispetto a
una terza entità, il mezzo. Nell'effetto Doppler per il suono, quest<· due velocità sono
le velocità della sorgente e dell'osservatore relativamente all'aria. La luce, in quanto
onda elettromagnetica, non necessita di un mezzo, cioè non c'è la terza entità.
Quindi, non possiamo assegnare velocità diverse alla sorgente e all'os.sel'V'.ttore, ma
solo la loro velocità relativa. Di conseguenza, si dovrà usare una equazione diversa,
che contenga soltanto questa velocil:à. Questa equazione si può ottenere dalle leggi;,'}
della relatività. . .: 11 ':1
,·if:!
Esempio 24~1 Un'onda elettromagnetica
Un'onda elettromagnetica piana .,inusoidale cli fre-
quenza 40;0 MHz .si propaga nel vuoto nella direzione
x, come in Figura 24.5. In un ceno punto a un dato '! ,f

istante, il campo elettrico E ha il suo valore mns.,i11111


cli
750 N/C e ha il verso dell'asse y positivo. (b) Caknhare il modulo ,. I.i direzione dl'I ,·.impo ·
y magnetico Bquando E= 750j :-.;c.

E= 750j N/C SoluzioneO.ali'Equazione 24.17 l'ediamo che:


\
\
,.\ ·' I;.,... 7501\/C
'25(1x·1~1J': ;,,'.\-j)
"I 8,,,.,,= -- = ------ • ',,
' ' 3.00 x IOHm/s
. ,:,:•;j
;_i

" Poiché E e B sono perpendicolari tra loro ed en~J


-Wf;~
.. bi perpendicolari alla direzione di propagazione (.11
questo caso), conclncliamo che Bè parallelo a i. -h1\
Figura 24,5 (Esempio 24.1) Ad un certo istante, in un (c) Scrivere l'espressione analitica di quest'onda ele~j
certo punto, un'onda elettromngnctica piana, che \'iag- troniagnetka J>ianu. -:;,1,
gia lungo la direzione :<, ha il ,·ampo elettrko, di mlore . ~~
ma.'l:Simo750 N/C, diretto lungo l'as.,e 'Jpositivo. li cor- Soluzione l'os.siamo applicare le Equazioni 24.15 ~~\
ri5pondente campo magnetico in questo punto, ha un
valore EI e ed è diretto lungo l'as.~e i. 24.16 clirettamente:I ;'\

J,;= l;u;" ,·os (kll- wl) = (750 N/C) (kll- wl) ·,/·..\.~.::
(a) Calcolare la lunghezza d'onda e il periodo clcl-
C(IS
·-,~
l'onda. B = B,,.11, rns (b- wl) = (2.50 x 10-,;T) cos (/c,c- wl) · )'

Soluzione Poiché t= Afe l'onda ha una frequenza di d~ -~.


valore/= 40.0 MHz = 4.00 x 10' s· 1, .abbi.uno ·J?i
.. :/!
e 3.00 x lo" m/• , ... ;il
A=-=-----=
J 4.00x 107 5- 1
li periodo T dell'onda è l'inverso della frequenza, per
7.50m
•· 211' 211'
k= - = --
A
= 0.838 rad/m
7.50m ti
cui
24.4 /., .1m/1,rt,1/i 1-lrrti 725

24.4 • LE SCOPERTE DI HERTZ

Nel 1888, Heinrich Hertz (1857-1894) fu il primo a generare e rivelare onde


ek•ttromagnetiche in un dispositi\'O sperimc-ntalc. Allo srnpo di potc•r ;1pprczza-
n· i clt·ttagli di qut·sto t·sperimento, esaminiamo, iniLialmentc, le proprit-t.i di un
circuito /.(~ In un tale circuito, tm condensatore carico è coll<•gatoa un indut-
tore, come in Figura 24.6. Quando l'intermttore viene chiuso, sia la n,rrente
nel circuito che la carica sul condensatore oscillano.
Ao;,~mniamoche il cond<:nsatore abbia una carica iniziale Q,11.,xt· dw l'intl'r-
mttore venga chiuso a I= O.E conveniente descrivere ciò che accade da un punto
di ,ista energetico. Quando il condensatore è totalmente carico, l'energia totale
nel circuito è immag-.izzinatanel campo elettrico del condensatore ed è uguale a
Q~11.,J2C. In questo ~tante, la corrente è zero e non \'i è energia immagazzinata
nell'induttore. Quando il condensatore inizia a scaricarsi, l'energia immag-o17.zi-
nata nel campo elettrico diminuisce. Nello stesso tempo, la corrente aumenta e HelnrichRudolfHerta
una quantità di energia pari a /J 2/2 viene ora immagazzinata nel campo magne- (1857-1894)
tico dell'induttore. Allora, vediamo che si verifica un tr.isferimento di energia Hertznacque ad Ainbur®, Ger·
dal campo elettrico del condensatore al l-ampo magnetico dc•ll'indunore. mania. Slucliò fisicasolla la guida
di Helmholtz e Kirchholf al·
Quando il condensatort· è completamente scarico, 11011 ha alcuna energia i1111m1- ~Univenilòdi BerUno.Nel 1885,
gazr.inata. In questo istante, la corrente ra1-,,giungeil suo \,tlon• nmssimo t' tuna divenne prole.sere di fisica a
l'energia è immag-dZzinatanell'induttore. li processo, allora, si ripete in senso Karlsruhe; fu qui che nel 1888
scopri le onde radio, il suo più
inverso. L'energia continua a tra.~ferirsifra l'induttore e il condensatore in corri- importante risullalo.la scoperta
spondenza ddlc oscillazioni sia della correnti' che della carica. delle onde radio, la loro pradu·
Una rnpprt·semazione di questo trnsferimento tli energia è mostrato in loro zione e lo determinazionedella
velocitàsono, annoverateIra
Figura 24.7. li comportamento del circuito è analogo ,1 quello cli un sistema i mo!~risulta~sperimentaliolte-
massa-molla oscillante studiato nel Capitolo 12. L'energia potenziale immagaz- nuti da Hertz.Dopo aver trovato
zinata nella molla in tensione, kx 2/2, è analog-.iall"encrgia potcmiak immagaz- che la velocitàdelleonde radio è
lo stessa di QU81ladella luce,
zinata nel condensatore, Q ~ •••/2 C L'energia cinetica ddl,1 mas.•,ain mmimen- Herlz mos1ròcfiele onde radio, .
to, ,m, 2/2, è analoga all'energia immag-.17.zinatanell'indutton·, /.1 2/2, la quale come le ondeluminose,~no
richiede la presenza di cariche in movimento. In Figurn 24.7a, tutta l'energia è essere rillesse,rifrattee diffratte.
Hertzmoridi setticemiaali'età di
immagazzinata come energia potenziale nel condensatore a I= O (poiché /=O). 36 anni. Durante la sua breve
Nella Figura 24.7b, tutta renergia è immag-dZzinata come energia potenziale vita, diede mo!~contributialla
scienza.Dopo la sua morte fu
magnetica nell'induttore, u-:,_12,dove lmu è la corrente massima. In un chiamato hertz la frequenza di
punto intermedio, parte dell'energia è potenziale e parte è cinetica. vibrazionedi un cicloal secondo.
La frequenza di oscillazione di un circuito /.C, chiamatafr~q1mm1 tli ri.ionan- IThelleltmanArchiw)
u,è
/i,= I [24.18]
211"V/.C
Il circuito usato da Hertz nei suoi studi sulle onde elettromagnetiche è simi-
le a quello che abbiamo ora discusso ed è mostrato schematicamente nella Fi-
gura 24.8. Una bobina d'induzione (un grande avvolgimento di filo) è collegata
a due sfere metalliche, separate da una bre,·e distanza, che formano un conden-
satore. Nel circuito si innescano delle oscillazioni fornendo bre\i impulsi di ten-
sione alle sfere, trnmite la bobina, caricandole una positi\'ilmcntt• t• l'altrn nega-
th,unentc. Poiché/. e C:sono piuttosto piccole, in quesLOdrrnito, la frct1uenza
di oscillazione è piuttosto alta,/"' 100 MHz. Questo circuito si chiama trasmet-
titore poiché genera onde elettromagnetiche.
Lo-\_[
......
Hertz pose un secondo circuito, il rice\'itore, ad alcuni nwtri cli clistanrn c\al F'igura 24,6 Un St'mplke
drn1ito /.C Il ,·on<lensalnrc
circuito m1smettitore. Il circuito ricevitore, che consiste di una singola spira di ha mm carica iniziale Qm.,. e
filo collegata a due sfere, ha una sua effettiva induttanza, capacità e frequenza l'imcrnmorc viene chiuso al
propria di oscillazione. Hertz trovò che l'energia veniva spedita dal trasmetlito- tempo 1=0.
726 Capitolo24 Omle ekttromag,itticl,e

/=0

t=0
e +Q.,..
i.
C::-jL
;)
·~.,
,.:;
<...-:

(a)

l=I...,. -
e
Q•0 L
l=f

/=0
- B

(b)
ll•O

~max gj
•-f~ !cj
c..:•
,.
L

+Qm.. ("".;
,:.;

-
(e)

l=Imu ....
+1'-
t=¾T.,
Q=0

I
dB
,::)
c:-c

.
.
L
- ......

- I

(cl)

/a0

~o
+Qm..
L
l=T E Cl
g)
§
C:-t

(e)

Figura24,7 Trd!llcrimento di energia in un circuito /,C privo di resistenza, Il con~ ..


satore ha una carica Qmaxa I= Oquando l'interruttore viene chiuso. L'analogo m .
·-..• ;.:· nico di questo circuito, il sistema massa-molla, è mostrato sulla destr.t.
·,'
24.5 l'roduun,u di on,ù, e/ellrtnnn!f11dirlu permew, di 1111'nnlff1nn 727

re al ricevitore quando la frequenza di risonanza del ricevitore veniva accordata


con quella d.el trasmettitore. 4 Il trasferimento di energia veniva rivelato quando
la tensione tra le sfere nel circuito ricevente diventav-.ialta abbastanza da ioniz-
zare le molecole d'aria, le quali causavano la scintilla che appariva fm le due
slere. !.'esperimento di Hertz è l'analogo ciel fenomeno nl<:ccanico nel quale
un diapason viene posto in vibrazione da un altro diapason identico che vibra. Bobina di
Hertz assunse che l'energia trasferita dal trasmettitore al ricevitore fosse tra· induzione

~
sportata sotto forma di onde che, come ora è noto, sono le onde elettromagne-
tiche. In una serie di esperimenti, egli dimostrò pure che la radiazione genera-
ta dal trasmettitore manifestava le proprietà ondulatorie dell'interferenza, dif-

.
( .,<>,.
frazione, riflessione, rifrazione e polarizzazione. Come vedremo brevemente,
~---.-:,, .._)
e
tutte queste proprietà si manifestano nella luce. Allora, risulta evidente che le
onde osservate da Hertz hanno proprietà simili a quelle delle onde luminose e 'I ·.,._._.._-,:
_'ITrasmcui10re
differiscono soltanto per la frequenza e lunghezza d'onda.
Forse l'esperimento più convincente di Hertz fu la misura della velocità Ricevitore
delle onde del trasmettitore. Onde di frequenza nota provenienti dal trasmetti-
..
tore furono riflesse da un foglio metallico in modo che si formasse una figura
d'interferenza molto simile alla figura di un'onda stazionaria in una corda tesa.
Come abbiamo visto nella nostra discussione sulle onde stazionarie, la distanza
fra i nodi è À/2, e così Hertz fu capace di determinare la lunghezza d'onda À. Figura24.8 Schema del di-
Usando la relazione v= JÀ, Hertz trovò che vera vicina a 3 x 108m/s, la velocità spositivo di Hertz per gene-
conosciuta della luce visibile. Così, gli esperimenti di Hertz fornirono la prima rare e rivelare onde elettro-
magnetiche. Il trasmettitore
evidenza a sostegno dclii! teoria cli !\-llL'<Well. consiste di due elettrodi sfe-
rici, collegati ad una bobina
a induzione, che fornisce
24.5 • PRODUZIONE DI ONDE ELETI'ROMAGNETICHE brevi impulsi di tensione alle
PER MEZZO DI UN'ANTENNA due sfere e innesca, in tal
modo, una scarica oscillante.
Onde elettromagnetiche vengono irradiate da ognicircuito che trasporti una li ricevitore è un circuito
contenente un secondo spin-
corrente alternata. n meccanismo fondamentale responsabile per questa r.idia- terogeno.
:i:ione è l'accelerazione di una particella carica. Ogni volta che una particella
carica è soggettaa una accelerazione,deve imadiare energia.
Una tensione alternata applicata ai fili di un 'antenna forza Wta carica elettrica
neD'antenna a oscillare. Questa è Wla t«nica comune per accelerare particelle ca-
riche ed è la sorgente delle onde radio emesse da un 'antenna di una stazione radio.
La Figura 24.9 illustra come un'onda elettromagnetica venga generata dalla
carica elettrica oscillante in un 'antenna. Due aste metalliche sono collegate a
un generatore di corrente alternata, che mette in oscillazione le cariche fra le
due aste. La tensione in uscita del generatore è sinusoidale. A '"' O,l'asta supe-
riore ha un.massimo di carica positivae l'asta inferiore ha una uguale carica
negativa, come in Figura24.9a. Il campo elettrico in prossimità dell'antenna in
questo istante viene pure mostrato in Figura 24.9a. Quando la carica oscilla, le
aste diventano meno cariche, il campo vicino alle aste decresce in intensità, e il
campo elettrico diretto verso il basso prodotto a I "' O si allontana dall'asta.
Quando le cariche si neutralizzano, come in Figura 24.9b, il campo elettrico si
annulla. Ciò accade dopo un intervallo di tempo uguale a un quarto del perio-
do di oscillazione. Continuando in questo modo, l'asta superiore presto rag-
giunge un massimo di carica negativa e l'asta inferiore diventa positiva, come in
Figur.t 24.9c, determinando cosi un campo elettrico diretto verso l'alto. Ciò
• Seguendo le scoperte di Hertz, Guglielmo Marconiriusci a sviluppar,,un si,iema pratico di
comunicazioni radio a lunga distanza.
728 Capitolo 24 011d, 1•/l'lln111111gntlid1e

(a) I= 0 (b) I• r <e>1a;

(d)/•T

· Figura 24,9 Un campo elettrico genl'rnto da rnrirlw c,,dllanti in un'antrnna. Il"


campo si allontana dall'antenna con la \"Clodlli tklla luce.

awiene dopo un tempo uguale a metà ciel periodo di oscillazione. I.e oscillazio-
ni continuano come è indicato nella Figura 24.9d.
Il campo elettrico vicino all'antenna oscilla in fase con la distribuzione di:
carica. Cioè, il campo punta verso il basso quando l'asta superiore è positiva e in
alto quando l'asta superiore è negati\'a. Inoltre, il modulo del campo in ogni
istante dipende dalla quantità di carica sulle aste in quell'istante. Quando le
cariche continuano a oscillare (e accelerare) tra le aste, il campo elettrico pro--
dotto dalle cariche si allontana dall'antenna alla velocità della luce. Un ciclo di
oscillazione di carica produce una lunghezza d'onda completa nella rdfiigura-,·.;
zione del campo elettrico. . /,
Poiché le cariche oscillanti producono una corrente nelle aste, si genera·]
pure un campo magnetico quando la corrente è diretta verso l'alto, come è;}
mostrato in Figura 24.10. Le linee del campo magnetico sono circonferenze _{,
centrate sull'amenna e sono perpemlicolmial campo elettriroin tutti i punii., !i'
Quando la corrente varia nel tempo, le linee del campo magnetico si allargan~)l
diffondendosi lontano dall'antenna. A grandi distanze dall'antenna, i camp.~.:,.'.
elettrico e magnetico diventano molto deboli. Tuttavia, a queste grandi disuuw,,
ze, è necessario tener conto del fatto che {1) un campo magnetico variabile prQ-Ì::
Figura 24.10 Linee · del
campo magnetico attorno a duce un campo elettrico variabile e (2) un campo elettrico variabile produce uij,/'
un 'antenna_ che trasporta campo magnetico variabile, come è previsto da Maxwell. Questi campi elettrici[',
una corrente variabile. Per- e magnetici indotti sono in fase: in ogni punto, i due campi rJggiungono il loro;~~
ché le circonferenze hanno massimo rnlore nello s1...sso istante. Ciò è illustrnto per un istante di tempo nellii :-r:j
raggi dh·crsi? Figura 24.11. ,,./'t
,~tf
PR08lEMA
CONCE1TUAI.E
1 ,; t~\·
... a lii L-JMltl ,li
Le antenne radio possono a\•ercla forma di conduttori lineari o cli spire. Quale dovrei>;:"
be essere l'orientazione di ciascuna di questi tipi di antenne, relativ-dmcntea una ant~1
na traamittente di tipo lineare? .'{
···~-;
24.6 bmgit1 lms/mr/11/t1,ltt/1,mul, ,l,•l/m111t1g11r1irl1P 729

Figura 24.11 l"n'oncht clettroma-


gnctirn g1•1a-n11a
da rnrichc oscillan-
1i in 1111':111tt•111m.
Questo dis,:gno
rapprt·st•ntn l'unùu a un istant<· di
tempo.

PROBlEMA
CONCEllUALE
2
'fU' - ,..,l'l~WQl
Nelle trasntissioni ntdio, un'onda rddio se1,·t· come portante, e 1'ondu sonu1·a vine
!IO\Tapposlllall'onda portanu·. Nclht mndula,ione cli ,unpit-ua (,\:Il), l'ampiezza della
portante V"driasecondo l'onda sonom. :-.iena modulazione cli frequenza (FM), la fre-
quenza della pol"lante ,-aria secondo l"onda sonora. I.e navi spesso usano impulsi lumi- E
nosi per spedire i mes.'13fll:i alle na\'i ,·icine in codit·t' Morse•.un procedimento che hn
cll'lle somiglian,c• rnn l.t radio clill\tsione. Qut"st"uhimn i· di tipo :\M n FM?Qu.tl r ht fn~
<1t1t·n,adella porl.llll<'?Qual i• la frc•qu.-n,a cld srgtrnk, Qual i· l'mt1c•nm1tntsmincnte?
Q11i1I rin·n·ntc::'
i· l'an1l·1111a

F'igura 24,I 2 Il vettore cli


Porn1ini: S per 1111'onda det-
24.6 • ENERGIA TRASPORTATA DAI.LE ONDE lronmgrwlka piam, che si
ELEITROMAGNETICHE muow lungo x ì.·par.tllelo al-
la dire1.ionc cli propagazione.
Le onde dcttronmgncticlu- trasportano cnc•rgia. pc•r cui, propaganclosi nello
sp,11.io,pos.,onn 1rnsfi:rirla a nggc·tti po~ti sul loro rnmmino. li flusso d'energia di
un'onda dettronmgnctic-a i: desnitto dit 1111 \"l'llorc• S. noto conw vettore di
Poynting. definito dall'esprt·ssiom·

S=- 1-ExB [24.19) • Jlettondi Puynting


/1,o

li modulo ciel vettore di Poynting rappresc~nta il flusso cli encrgiit che paSSll
nell'unità cli tempo attraverso l'uniuì di arcit cli una superficie perpendicolare al
flus.~o. Il n-rso cli S rnincide con il \'crso cli propagaziont· dell'onda (Figur.i
24.12). Le unità di misura SI del \'ettore di Poynting sonoJ/s, m 2 = W/m 2 .
(Queste sono k• unità eia attendersi dal momento rhe S rnppH·scnt.1 la potenza
per unità di arca, ortogonalmente alla direziont· cli propagazione).
Calcoliamo, itd esempio, il modulo di S per un 'onda clcttrnlnagnetica piana,
per la quale I Ex BI= EB. In tal caso,

S= EB [24,20) per
• Jlettondi Puynting
#-Lii
un'ondapiana
l'oirh(• Il= l·.'/r. possi,11110andw 1·spri1111-r1·
q111•,1'11ilìmaro1111·

S= E~ =....!....
112
#-Li1f '"'°''
Quc·stc equazioni forniscono il \'alore istantuneo cli S.
Per un'onda elettromagnetica piana sinusoid,ilc, la grancle1.rn pii, interes-
sante è il v-,llore medio nel tempo di S,calcolato su uno o più cicli. Se si prende
\780 Capitolo 24 Onde e/e/lromagnetiche

questa media, si ottiene un'espressione che coinvolge la media temporale di


cos2 (kx- wt), che è uguale a~. Quindi, il valore medio di S, che è uguale alla
potenza media per area unitaria (intensità dell'onda) è

I= . _ f~1mx.Bam1x_ E!,;,x = _e_ IJ'J.


Poten:i:a
media per area • [24.21]
•\1cd - 2/Jo 2µ,oc 2/Jo mlix
unitaria
Ricordiamo che l'energia per unità di volume Uf:, owero la densità di ener-
gia istantanea associata a un campo elettrico (Paragrafo 20.9). è data
dall'Equazione 20.31
[24.22] ;'

e che la densità di energia istantanea associata a un campo magnetico u8 (Pa!-,


ragrafo,23.7) è data dall'Equazione 23.22: .,,_'::;!
B2 .
Us=- (24,~i y
.
. 2/Ao . 't•,;,,1
•.),
Poiché per un'onda elettromagnetica piana E e B sono variabili nel tempo/::
vediamo che anche le densità d'energia sono variabili nel tempo. Usando la 1
relazione B= El e e e= 1/~EoJJ,o, l'Equazione 24.23 diventa , ;

ua= (E/c)2 = Eo/JoE2=iEoE2 .,


2JJ,o 2JA,o .)
Confrontando questo risultato con l'Equazione 24.22, vediamo che
B2
Us= Uf;= i EiJE
2 = #1,o
2 .,
.,
Cioè, per un'onda elettromagnetica piana la densità d'energia istantanea asse,;._~
ciata al campo magnetico è ugualealla densità d'energia associata al campo ~t-;.j
trico. Quindi, in un dato volume l'energia è egualmente divisa tra i due campi.'}
La densità d'energia istantanea totale u è uguale alla somma delle densità di'•:
energia associate ai campi elettrico e magnetico :· :;;j
B2 \''~
Densità'd'energiatotale • u=ut+u 8 =EoE2 =-- · 1,V,j
ri un'onda
elettramagnetim µ,o ,f(j
Se facciamo la media di questa grandezza su uno o più cicli dell'onda elet~{l

magnetica, ritroviamo ancora un fattore Quindi, l'energia totale media pl!r.f
unità di volume di un'onda elettromagnetica è data da ' ·,ti
I •1i.(~• 1

Densitàd'energiamedia •
,2 1 2 IP.... '·,\'':
Umcd = Eo (E ) n,od = ~ EiJE
max = -- (24,2•
!i un 'onda elettroamgnetica 2/Ao ;"Jf!\
,,),
Confrontando questo risultato con l'Equazione 24.21, che dà il valore medi~,,'.·
S, vediamo che: ··

In altre parole, l'intensit,idi un 'ondaelellromagnetica


è ugualeal prodollodella
d'energia1neclia dellaluce.
f1erili t•elnr.itti
24.7 Qttttn/it,ì di 11111/u
, J,re,,.,i<m,
tli rntlim.in11, 731

Esempio 24.2 Campi dovuti a una sorgente pm1tifonne


Una sorg!'nte puntiforme di onde elettromagnetiche
ha una pote111.acli uscita di 800 W. Calcolare il ma:,si11w
v-..tore dei campi elcttl'ico e mag1lt'tico a 3.50 m clalla f·,n.tx=
s.<>rg<~11tt·.
= [(4'1TX10-7 T, m/A)(3.00x IO"m/s) (800W)
SoluzioneSe assumiamo che la sorgente puntiforme
emetta onde sforiche, la potenza media per arca unita- ',/" 2'1T(3.50 m) 2
ria a distanza r dalla sorgente è 62.6VÌm·
P.,.,
s.,.,= 411'7'2 Possiamo calcolare facilmente il valore massimo del
campomagnetico usando il risultato precedente e la re-
dO\·e P""'è la potenza media di uscita della sorgente e lazione S....= f~...
/ t (Eq. 24.17):
411'7'2 è l'area di una sfera dì raggio r con centro sulla E,... 62.6 V/m ~
sorgente. Poiché la potenza media per area unitaria di ~.. = -,- = !I.OOxIORm/s " ~09X~W, T
un'onda elettromagnetica è data dall'Equazione 24.21,
abbiamo FSERCJZIO1 Calcolare il valore della densità di ener-
gia in un punto che disla 3.50 m dalla sorgente.
Risposta 1.73X IO-liJ/m'.

24.7 • QUAN'IITADI MOTO E PRESSIONEDI RADIAZIONE


Le onde elettromagnetiche oltl'e all'energia trasportano anche quantità di mo-
to. Ne segue che quando un'onda elettromagnetica incide su una superficie,
esercita su di essa una pressione (pressione di radiazione). In ciò che segue,
as.~umeremo che l'onda elettromagnetica trasporli su una superficie un'energia
totale Une) tempo I. Se la superficie assorbetutta l'energia lf, incidente in questo
tempo, Maxwellha dimostrato che la quantità di moto totale p tr<ISferitaa que-
sta superficie ha modulo dato da
V
P=-c (assorbimento totale) [24.26) • 0umlifàdimoto
tmsfe,itaa unasupe,ficie
Inoltre, se il vettore di Poyntìng dell'onda è S, la prem01111
,U radia%ioneP (for.ta assorbente
per unità di area) esercitata su una superficie perfettamente a.~~orbenteè

P=-
s [24.27) • PressillfU!
di radituione
c
esercitatasu una
Possiamo applicare questi risultati a un corpo nero perfetto, definito come un supe,fick pe,fettammte
corpo che assorbe tutta l'energia incidente ( riflessione nulla). (Una discussione assorbertte
più dettagliata sul corpo nero sarà presentata nel Cap. 28).
Se la superficie è perfettamente riflettente, allora la quantità di moto trasfe-
rita nel tempo l, per incidenza normale, è daf,J,iadi quella data dall'Equazione • 0,antità di moto trasferita
24.26, owero p = 2U/r. Cioè, una quantità di moto uguale a l//t'vit•1w prima tra- a una supe,ficie
sferita clall'onda incidente e poi viene anrom trnsfel'Ìla dall'onda rilkssa, ,malo- pe,fettamenrerijkttmre
gamente a una palla che urti ela.~Licamentecomro una parete 1'. Infine, la pres-

' Per incidenza abli,p,a.la quan1ità di molo lrasferita è 2Uc:osll/ e e la pressione I: data da
P m 2S cos 81 t. dov,, 8 ~ l'angolo formato ira la normalr alla •upcrficic e la direzione di prupaga-
zlonc.
732 Capitolo 24 011dee/e/h-011u1g1ielirlle

Figura 24.13 Un dispositivo per misurare la


pressione della luce. Il oistema, nella pratica, è·
Disco all'interno di un c:0111eniton,,in cui è fatto un·
nero alto vuoto.

sione di radiazione esercitata su una superficie perfettamente riflettente, per


un'incidenza normale dell'onda, è data dall'Equazione 24.27, ossia l'= 2S/ c.
·.. . Sebben.~I~ pr,c;.ss\one di radiazione sia molto piccola (circa 5 x 10-6N/m 2 per ,
'.: lfil!uce solare,'di'retta), essa può essere misuratii, usando una bilancia di torsione, ..:,
· come quella mostr.ita in Figura 24.13. La luce va a colpire un disco nero e uno
specchio, collegati tra loro da una astina e sospesi a un filo sottile. l.,;1luce che col-
pisce il disco nero è completamente assorbita, cosicché tutta la quantità di moto
è trasferita al disco. La luce che colpisce lo specchio ( incideuia nornmle) è tota!- .
mente iifle~, pèr cui la quantità di moto trasferita è due volte maggiore di quel- :''.::
la trasferita al disco nero. La pressione di radiazione vient· determinata misuran-
do l'angolo di cui rnota l'astina nel piano orizzonuik quando i dischi vengono
illuminati. Il dispositivo deve essere tenuto in un contenitore in cui è fatto un alto
vuoto, per eliminare l'effetto delle correnti d'aria.

1... ,_.. ,~uiin~_,,r··,\·"rt1yr~~-:


u-~···.1-h(f'
~.~.:,1
_.. ··.,···-.... · -..... i'{'"_-,\....~-Yi_.
li;}:l¾\~4-i11ÀtW'4W:~iJ})l
. ' " !1/MlìM5!.Vi! '.·):·i\:'fo;;;it'f;~J i•
Nello spazio interplanetario del sistema solare, vi è una grande quantità di polvere. ':'
Sebbene la polvere intel'planetaria possa avere in teoria una varietà di dimensioni, .: 1
dalla dimensione molecolare in su, si trova invece una piccolissima qmmtiuì di poi- . '..~
vere inferiore a circa 0.2 µ.m nel nostro sistema solare. Perché? ( Suggrrimnilo:il siste- ,!
ma solare originariamente conteneva particelle di polvere di tulle le dimensioni). · I {]
;·:,.,11
RagiommientoLe particelle cli poh·ert• nel sistema solari· sono soggelle a due forze, , ·J
la forza gravitazionale direm, ,·erso il Sole, e la forza clo,·uta alla pressione cli r-.1dia·.,-· <;'~
zione, direua in verso opposto al Sole. La forza gravitazionale è propor,ionale al .. :;~
cubo del raggio della particella di poh·ere sferica, poiché è propor1.ionale alla massa'.')';,
della particella. La pressione di radiazione è proporzionale al quadrato del raggiò; · ·!"!
poiché essa dipende dalla sezione della particella. Per particelle grandi, la forza gra:.:·\
vitazionale è maggiore della for,.a dovuta alla pressione di radiazione. Per particelle <,1~
piccole, inferiori a circa 0.2 µ.m, la maggiore forza dovuta alla pressione di radiaziQ-.!i~
ne spa7.zavia queste particelle fuori dal sistema solare. · >\iti
,·,
. -~!"
. ~,.

PROBLEMA
CONCETIUAlE
3
~c:tt,rmGlli 11111111
N<"ivictggìspazialia w/11,che sono un metodo alternativo proposto per raggiungere i
neti, un 'asu·om1vcimpiega una grandis.,inm vela che subisn• una forza do,•uta alla I?,
sione di radiazione da parte del Sole, Per essere più ellicacc, la vela dovrebbe, .
·assorbente o riUeuente? ·
24.7 Qurmlilticli 11w/tJe J1re.uimir rii nulitizio11e 733

Esempio 24.3 Energiasolare


Il Sol<,eroga circa 1000 W/m 2 di energia dettronmgnt~ foto\·c,11.aklw). Scmo !'ill\lÌn,s1rniti sistemi di «:c.nn·crsionc..•
tka alla superficie tcrrcsm·. (a) Calcolare la pc11t·11,.:1
lo· cli t·ncrgiil solare..•i11c..•nt·rgialrrmim. posti sui u-tti, nm
mie incicl1·11te
su un l<·llocli cli1m·nsio11iH.00mx 20.0 m. ,·ffidt·nz,, di drn, il !10%.<:i !'!0110. tu11a,·ia• .tlll i prohl1·1t1i
pnttid c·on l'clll'l'J,tia solan• du.· dt:hbuno t'S.."i('rt' l'Oll"iiclc··
SoluzioneIl \'ettore cli Poyming vale S= 1000 W/m 2 <' r.tti, quali i giorni cnn il ddo rnpc:no, la posizione geo-
r.tppresenta la poten,a per unità di area o l'intc11si1à gr.dica e l'imma1,'llZzinamentudell'energia.
della luce. A,sumendo che la radiazione incida 11ormnl· (b) De1em1inare la pressione cli r.idiat.ionc· e la fnr1.a
mn,/~sul tetto (sole a picco). abbiamo: esercitata dalla mdiazionc sul teno, annnt·llendo chl' la
copermrn del teno sia un ,Lsso1'bitorcperfetto.
Potenza= SA= ( 1000 W/m 2) (8.00 x 20.0 m2 )
Soluzione Usando l'Equazione 24.27 con S= IO()()W/m 2
= i'i;oo·x'1osw· b'miamo che la pra~one di rddiazione è data da

Si noti che se questa potenza potesse essere convertita P=_;j__= IOOOW/m' = !1.!l!lxto-'!N,m~·
/11/ltt in energia elettrica, questa fonte darebbe una p<>· r 3.00 x 108 m/s
tcnza più che sullkiente per il fabbisogno di una casa. Poiché la pressione è uguale alla for,a per unità di area,
Sfortunatamente, l'energia solare non è facilmente "im- questa dà origine a una fora, di r,1diazione di
brigliabile • e le prospettive di conversione su larg-,1scala
110nsono cosi ..n,st•t•'', c,,mt.· potrebbe sembrare da <1uc.··
sin semplice caknlo. P,·r c.·scmpio, l'dTidenza di \.·on\·c.·r·
sinne ddl"cncrgia solare in e1wrgia dcttti«:a i• di gran ESERCIZIO2 Quaum energia solare (in joule) inciclt•
lung-,1minore del l00% (tipicamente il IO% per le celle sul tetto in un'om? Risposi.I 5.76 x 108 J.

Esempio 24.4 Vettore di Poynting di un fdo


Un lungo filo rettilineo di rt·sistcn:ta R. raggio tt e lun•
ght'll.-1 ( i: percorso eia una corrtmte continua /, come
in tiguni 24.14. Cakolarc il n·11ore di l'o)·n1i11gdi qut~
S(ll filo. I ,·cuori E e B sono p<•rp<·nclirnlari,come mosmuo in
Figum 24.14 e quindi I Ex BI= EB.11vcuore di Po~111ing
S è dircllo radiahnente 1Nm10il filo e in modulo mie

. l,B I /R /Ji,T lv R / 2~
~-------=---
l'il /Ji1 t 2,rn 2,rt1f
--A

dm·t· ,I= 2,r,,e è l'area dcll.1 .m/H'r/fri,dd lilo. doi• l'arca


rni pa.ssaS. Da queslO risultato \'Cdiamo d1c
a1U11\·t·1'!«1

Figura24.14 (Esempio 24.4) Un filo di lunghcu.a f,


resisten,a Il e r.iggio II è percorso dalla corrente /. Il ,·ct- in mi SA ha le unità di misura di una pote111.a()/• = W).
torc di Poynting S è direuo rndiahncnw vm,1 ilJilt1. ( :ioè, l'energia elettromagneticache flUÌllce nell'unitàdi
tempo nel filo, SA, è uguale all'energia dlssipata nel--
runilà di tempo (o allapotenza) in effetto joule, I I R.
Soluzione Cakulimno, dapprinm. il nunpu calt·llrko E
lungo il lilo. S<·A V è la cliffcrcn1.a di potenziale ai capi F.SEllCIZIOli Un filo di raggio 0.30 mm, lungh,-z:ta
ciel filo, A V= lii e quindi I .O m e resistenza 5.0 O è percorso da una corrente di
2.0 A. Determinare il valore e la dirt'7.i<medel veuorc di
I:=AV =!!i Pnynting di questo filo. Ri,po,la I.I >< 104 W,'1112
f (
dircuo radialmente ,·cno il lilo.
Ricordiamo che il rnmpo magnetico sulla superficiedel
filo ( Es. 22.5) è dato da
734 Capitolo 24 011de,t,,11ro111ag,1ttidie

24.8 • LO SPETfRO DELLE ONDE ELETI'ROMAGNETICHE

Abbiamo \Ìsto che le onde elettromagnetiche viaggiano nel vuoto con la ,·1·lo·
cità della h1t·e, r. Qm·stt• onde trasportano e1H'rgia 1•quantità cli moto cl.i un.i
certa sorgente a un rin~l'itorc. Nel 1888, Hertz gc11t·ri, ,. rin·lù ,:011,uu-csso l<-
onde elettromagnetiche (di frequenza pari a quelle radio) predette da Maxwell.
Lo stesso Maxwell aveva riconosciuto come onde elettromagnetic:he sia la luce
visibile che la radiazione infr.irossa, scoperta nel 1800 da Williarn Herschel. F.
noto, ora, che esistono altre forme di onde elettromagnetiche, che sono carat-
terizzate dalla loro frequenza e lunghezza d'onda.
Poiché tutte le onde elettromagnetiche viaggiano nel vuoto con una l'elocità
e,la loro frequenza/ e lunghezza d'onda,\ sono leg-,1tedall'importante relazione

.'':' f,\ [24.28]

. I~ tip.i di<illde i;lettromagnetichc, tutte prodotte da cariche accelerate, sono.


classificate nella Figura 24.15.Si noti l'ampio interv-<11!0di frequenze e lunghez-
ze d'onda. Per esempio, un 'onda radio di frequenza 5 Ml lz ha una lungh<·zza
d'onda data da

Frc:quen1.a,Hz l.unghC"1.1.a
d'onda

1022
1021
1020
1019
I ang~trom. ,.\
1018
1nm
]017
101&
1013
_ I micron. µ. /·,
1014
1013
1012
]011

1010
'"TI Microonde:
- I c·c·ntinwtro, nn

109
]08
l
1V,FM
- I mc-trn.tn

107 Ondemdio
106 Cf·-,i-1
- I c·hilonwtro, km
f,~
10' Onde luughc, jij
10' I ;~1
F'agura24,15 Lo spettro elettromagnetico. Si noti la sovrapposizione tra ogni tipo.
onda e le contigue. Non vi è una separazione netta tra i due tipi. . ì
24.8 l.t1 .'fJPl/rnikl/e ontlr elrllnminf;11flfrl1t 785

r. 3xl0Hm/s
,\ = - = ---,--.,..- - (ìOIli
J 5x I06 s"1
lksiTi\'1'1-.:1110
hn·"·1111·111ei rnri tipi <lionde 1·1<-nrntt·
1wlla Figura 24. lf>.
Onde radio, da, sono state discusse nd par.1grafo precedenw, sono prodotle • Onderadio
da cariche accclerau, in fili condullori. Sono generate da di'ij)Ositi,i elettronici,
tipo i circuiti oscillanti I.(~ e sono usale nei sistemi di comunicazione radio e televi-
si\"i.
Microonde (onde radio di piccola lunghe:i:1.ad'onda), hanno lunghezze • Microonde
d'onda che stanno in un intervallo compreso tra circa 1 mm e 30 cm e sono ge-
nerate da dispositivi cleuronici. A causa della loro corta lunghezza d'onda, sono
utilizzate nei sistemi radar, nella navigazione aerea e per studiare le proprietà
atomiche e molecolari della materia. I forni a microonde rappresentano una
interessante applicazione domestica di queste onde.
Onde infrarosse, hanno lunghezze d'onda che vanno da circa l mm alla più • Ondt, i,grrm,sse
lunga lunghe22a d'oncia della luce visibile 7 x l0" 7 m. Queste onde, prodotte dai
rnrpi raldi e dalle molecole, sono facilmente assorbite dalla maggior parte dei
materiali. I.' c1ll'rgia infrnrossa assorbita da umi si>stanzasi presenta come energia
l<'nllirn pt·rché l'enerhria pont, in agitazione gli atomi elci corpo, aumenta il loro
moto \'Ìhmzio1mlco di LnL,lazionee ciò dà origine ad un aumento di temper.itu-
ra. IA'l radiazione infraros.<;aha molte applicazioni pratic-he e scientifiche, inclu-
denti la terapia foirn, la li>togmlia all'infraro~,o r la Sf>t·ttroscopiavibrazionale.
Luce visibile, la più lamìlian· forma di onclt· dt·ttromagnetiche, può essere • iua visibile
definita come quella parte dello spettro eleuromagnetico che l'occhio umano
può rivdare. L, luce i: prodoua dalla diseccitazionc di elettroni negli atomi e
molcrnlc. I.e mrie lunghezze d'oncia della luce visibile sono ch1s.~ificatecon
colori che \,111110 dal \·inietto (A = 4 x 1o·•ml al ros.,o (A= 7 x I0"7 m). La sensi-
bilità ddl'occhio è una funzi<>nl'della lunghezza d'oncia; la sensibilità è mas.~i-
ma alla lunghezza d'onda di circa 5.6 x l<J"7 m (1,riallo-verde).La luce è la base
dell'ottica e degli stnimenti ottici, che ~,ilupperemo pilì a,-anti.
Luceultravioletta,copre le lunghe1.ze d'onda che vanno da circa 3.8 x 10"7 m • Lut:11
ultravioletta
(380 nm) lino a 6 x t(rll m (0.6 nm). Il Sole è una sorgente importante di luce
ultravioletta. t' quest'ultima è la principale responsabile dell'abbronzatur.i. La
maggior partt· della mdiazione ultravioletta proveniente dal Sole viene assorbita
dagli atomi della parte superiore dell'atmosfera, o stratosfera. Cicìè una fortuna,
pokhé la radiazione l'V in !,"r.tndequantità produce effetti dannosi sugli esseri
umani. Un l'ostituentc importante della stmtosfem i- l'ozono (O~). che risulta
dall'interazione della radiazione ultr.1violetta con l'ossigeno. Questo schermo
di ozùno converte la letale mdiazione ultra,ioletta di alta energia, in energia ter-
mica, che a sua volta riscalda la stmtosfera. Recentemente, c'è stata una grande
polemica tih'liardante il possibile esaurimento dello strato protettivo di ozono,
causato dall'uso continuo di freon, utilizzato nelle bombolette spray e come
rl•frigcrmtlt'.
Raggi X. ,0111> ond,· dt·llro111.tHm·1it-l1,·run h111ghcn1·d'oll(lil n,mprese in • RalJgiX
1111intervallo che va da drca 10-11111 (IO nm) fino a 10"1~ m (10- 1nm). I raggi X
\·cngono comunemente prodotti mediante la deceler.izione di elettroni di alta
t·m·rgia, l'he bombardano un bersaglio mt•tallico. I raggi X sono usati comt• stru-
mt·nto cliagnostko in medicina e per il trattamento di certe forme di cancro.
Poiché i raggi X danneggiano e distniggono i tessuti viventi e gli organismi,
bisogna fare molta attenzione per evitare esposizioni non necessarie o sovrae-
sposizioni. I raggi X sono usati anche nello studio della struttur.i cristallina, poi·
736 Capitolo 24 0111/e,lellT1Jmag,ir/ic/1e

ché i raggi X hanno lunghezze d'onda confrontabili con le distanze interatomi-


che nei solidi ("'O.I nm).
Raggigamma • Raggi gamma,sono onde elettromagnetiche emesse da nuclei radioattivi
(quali fioco e 137Cs) e in certe reazioni nucleari. Hanno Iungheue d'onda che
vanno eia drca w-10 m a meno di 10- 14 m. Sono altamente penetranti e produ-
cono seri danni quando vengono assorbiti dai tessuti vh·l·nti. Di conseguenza,
quelli che lavorano nelle vicinanze di tali radiazioni dannose devono protegger-
si con materiali altamente assorbenti, quali spesse lastre di piombo.

-igl@1lfll.lAU.
li centro di sensibilità del nostro occhio coincide col centro della distribuzione delle
lunghezze d'onda del Sole. Ciò è una coincidenza sorprendente?

Ragi~memoI f!.on è 1,mac;oincidenza,è il risultato della c.-voluzionebiologica, CÌi ,,: , :


.umani si _sonp ~lu~ì con mia visione più sensibile alle lunghezze d'onda _cheYen·:;-:;
.gono ~messe· con maggiore intensità da parte del &le. È un'ipotesi interessante : ···
·:quella di immaginare degli alieni provenienti da un altro pianeia, con ,111Sole a tem-' ·
peratnra diversa, che arrivano sulla Terra. I loro occhi do\Tehbcro a\'crc il centro di
sensibilità a una lunghezza d'onda dive= dalla nostra. Come potrebbe confrontar- ·
si la loro visione della Term con la nostm?

-
PROBLEMA
CONCETTUALE
4
Si dice che il colore di un oggetto dipende dalla lunghezza d'onda. Quindi, se lii guardi
degli oggetti colorati sott'acqua, dove la lunghezza d'onda della luce sarà diversa, il loro,;
colore varia? , .__
,

24.9 • POLARIZZAZIONE
• ,, I - f~,l

Come abbiamo appreso nel Paragrafo 24.3, i vettori campo elettrico e magnetic(? ,_;/
associati a un'onda elettromagnetica sono perpendicolari fra loro e anche con 1/l\J
direzione di propagazione, come viene mostrato in Figura 24.16. Il fenomeQ.ii
della polarizzazione, descritto in questo par-.igrafo, è una proprietà che speci(l~~
le direzioni del campo elettrico e magnetico di un 'onda elettromagnetica. .Ij ;',·l
Un fascio di luce ordinario consiste di un grnnde numero di onde eme~~
dagli atomi o dalle molecole della sorgente di luce. Ogni atomo gene~~-l
un'onda con la s_uapropria orientazione di E, che corrisponde alla dìrezioq~1·>
della vibrazione atomica. La direzione di polarizzazione dell'onda elettro~
gnetica è definita come la direzione lungo la quale il campo E vibra. Tuf.tl\~
poiché tutte le direzioni di vibr-c12ioncsono possibili, l'onda elettromagne,ti~,
risultante è una sovrapposizione di onde generate dalle singole sorgenti atot
1 -~
")
Figura 24.16 Rappresentazione sche,
tica di un'onda elettromagnetica cliè
propaga nella dirl'zionl' x. Il veuore ,
po elettrico E vibra nel piano ry e il ve
re campo magnetico B vibra nel p"
x 9-uesio è µn esempio di onda poi , ,; .
linearmente. ,•,'.o(
24,9 l'nlariwrzi,m, 737

che. Il risultato è un'onda luminosa non polarizzata,r.tppresentata schematica- E E


mente nella Jiigur.t 24.17a. La direzione di propag-.azione dell'onda, in questa
figura, è perpendicolare alla pagina. Si noti che tutù le direzioni del vettore
rnmpo elettrico, che giacciono nel piano perpendicolare alla direzione di pro-
p.1ga1.ione, sono ugualmeme probabili. In un dtllo punto a un duto istante di
tempo, vi è un solo campo elettrico risultante; quindi, non dovreste essere tratti
in inganno dal significato della Figura 24.17a.
Un'onda si dice polarizzatalinearmentese E vibra nella stessa direzione in
ogni i.ttantein un particolare punto, come in Figura 24.17b. (Qualche volta una
tale onda è detta polarizzataIn un piano). L'onda descritta in F'igura 24.16 è un (a) (b)
esempio di onda polarizzata linearmente nella direzione:,. Quando il campo si
propaga nella direzione ..-,E è sempre lungo la direzione:,. Il piano formato da Figura24.17 (a) Un fascio
di luce non polarizzala visto
E e dalla direzione di propagazione si chiama piano di polarizzazionedell'onda. lungo la direzione di propa-
In Figura 24.16, il piano di polarizzazione è il piano ry. È possibile ottenere gazione (perpendicolare alla
un'onda polarizzata linearmente da un'onda non polarizzata rimuovendo da pagina). Il vettore trasversale
quest'onda tutti i componenti del vettore campo elettrico eccetto quelli che campo eletlrico può vibrare
giacciono in un solo piano. in ogni direzione con ugual
probabilità. (b) Un fascio di
La tecnica piii comune per polarizzare la luce è di farle attraversare un mate- luce polari12.ata linearmente
riale che trasmette soltanto i componemi del vettore campo elt·llrico paralleli a con il vc!lnre campo elettri-
una din:ziont• rn1111teristicarld materialt, chi.unata direzione di polarizzazione. co vibrante nella direzione
Nel 1938 E.H. l..and scopri un materiale, che chiamò polaroid, che poJariz. verticale.
1.a,-ala luce attraverso un assorbimento selettivo da parte di molecole orientate.
Questo materiale i~fabbricalo in fogli sottili di idrocarburi a cmcne lunghe, i
quali \'engonn souopnsti a tensione durante la fabbricazione in modo da alli-
neare le molecole. Dopo che i fogli sono immersi in una soluzione contenente
iodio, le molecole diventano elettricamente condmtrici. Tuttavia, la conduzio-
ne a,,icne principalmente lungo le catene di idrocarburi, poiché gli elettroni di
\'alenza delle molecole possono muoversi con facilità soltanto lungo le catene
(ricordiamo che gli elettroni di \".tlen7.asono elettroni "liberi" che possono
muO\-ersi facilmente attra,-erso il conduttore). Ne risuha che le molecole ass11r-
bonoprontamente la luce il cui vettore campo elettrico sia par.tllelo alla loro hm-
ghena e trasmettono la luce il cui vettore campo elettrico sia perpendicolare alla
loro lunghCZ7.a.Ci si riferisce comunemente alla direzione perpendicolare alla
lunghezza delle catene molecolari come all'asse di trasmissione.Un polarizza-
tore ideale tra.~mctte i componenti del vettore campo elettrico che sono paral-
leli aU'.issc di trasmissione. I componenti che sono perpendicolari all'asse di tra·
smissione vengono assorbiti. Se la luce attraversa più polarizzatori, tutto ciò che
,iene trdSmesso ha il piano di polari1.zazione parallelo alla direzione dì polariz-
zazione dell'ultimo polarizzatore attraversato.
Vediamo ora di ottenere un'espressione per l'intensità della luce che attra-
versa \m materiale polarizzatore. In Figura 24.18, un fascio di luce non polariz-
zato incide su una prima lastra polarizzatrice, chiamata polarinatore, dove '·
l'asse di trasmissione è nella direzione indicata. La luce che attraversa questa
lastra è polarizzata vt:rtirnlmentc• t' il vl'ltore campo elettrico ll'l~•mei;.•oè Eo-
Una seconda lastr.t polarizzatrice, chiamaui anali~, intercetta questo
lascio con il suo asse di trasmissione che forma un angolo 6 con l'asse di tra•
smissione del polarizzatore. La componente di Eoche è perpendicolare all'asse
dcll'anali1.1.atore viene completamente assorbita, e la componente pm-allela
all'asse è ,h.òcos 6. Sappiamo dall'Equazione 24, l~ che l'intensità trasmessa varia
c~n il quadmtodell'ampiezza trasmessa, sicché concludiamo che l'intenaità
della luce (polarizzata) trasmessa varia come
738 . <:=3pito.lo
24 . Omle dt11rrmu,gn,1ic/1t

Figura 24.18 '·Due)astr~ po- ,, Luce non


larizz:;iLJ;ici i c11hl$i di tra· pofat'iz1.illu
Polariaatore
smissiope ..form~no• tra loro
Anatit.iatore
un angolo 0. Viene trasmessa
solo una frazione ckl1n 1urc
pt)htri1.1.ata i11cidcnlc sull'a~
ùaliu.atore.

A.'IS<r
ùi
trmnnissione

...., l.·.· .. •.:,:. .i


,!''

. Leggedi Malus • [24.29]

dove / 0 'è l'intensità dell'onda polarizzata incidente sull'analizzatore. Questa);


espressicine,.·~otacome legge di Malus,si applica a due qualsi,Lsim,,teriali pota-i
cli trasmis.~ioneformino fra loro un angolo O.Da questa cspres-·.:
rizzatori i cui 'a.o;si
sione, si nota che l'intensità trasmes.~aha un mas.~imoquando gli assi di tmsmis-·.·
sione sono·paralleli (9= o•o 180°), ed è zero (assorbimemo completo da parte ..
Figura24.19 L'intensità del- dell'analizzatore) quando gli assi di trasmissione sono perpendicolari fm loro .. :
la luce trasmeS..'i.\.attraverso
due polarizzatoli dipende dal- Questa variazione dell'intensità trasmes.~ada una coppia di lastre polarizzatrici.··
r(uicntazionc relativa dei I<~ è illnstrata in Figura 24.19. ·'
ro assi di tm.,missione. (a) La
luce trasmessa ha un massimo Attivitàottica
; d'intensità quando gli assi di
Molte importanti applicazioni pratiche della luce polarizzata riguardano l'uso.:J
.<t;.imissione sono fra loro pa-
!.~Jeli; (l>) L'intensità della lu- di certi materiali che presentano una proprietà detta attmtà ottica. Si dice dt~1
i.Ì:éi'~messa diminuisce quan- una sostanza è otticamente attiva quando produce una rotazione del piaJ!o:~~
,Wqg)i assi di Lrnsmissione for- polarizzazione della luce da essa tr.1smessa.L'angolo di rotazione dipende dal!~,
i'!iià)io ·fra loro un angolo di natura del materiale, dalla lunghezza del campione attraversato e dalla conce11°J
;'.4i,~;(e) I.a lut"e trnsmes.•,alm
trazione se la sostanza è in soluzione. Una so.\tanza otticamente attiva è una solJ:f/i
: uiqninimo quando gli assi cli
.tr:ismis.,ioncsono fm loro per- zione del comune zucchero destrosio. Un metodo standard per misurare la èoi'k'fl
./pendicolari. (Pergeni. ctmc.rii centrazione di soluzioni di zucchero è misurare la rotazione prodotta dà uii~·
~;Jf:,1!,
f.t.àp
eJi111
l.el,man) certa prefissata lunghezza della soluzione. ·.',{"~-;
-(,:y)
;i

(b)
24.9 / 10/t11ir.znzi.m111 739

(a) (b)
Figura 24.20 (a) Fotografia che mostra la distribuzione degli sfort.i in un modello in
J>I.Lstica di una protesi (un 'anc;1) usata in un laboratorio medico di 1iccrca. La figuro è
prodotta <1u.111do il modello in plastica è posto fra due polari:u.atori con gli assi perpen-
dicolari. (0Sepp Sn/%1981). (b) Un modello in plastica della stnt1111rndi un arco so110-
1x>stoa <'ondizionidi c:arkoosserv.iU> attraversodue polariu.atori. Questt.~fibrureeque-
sti mocll'lli sono utili prr la proi;<·tta1.ioneouimale di stmuur<· ard1ilt·ttoniche.
( l',l,r 1lpmhmni,111/Srir11r,
l'lwlo l.ilmtr)')

l.'illtività ottica si presenta in un nmtcriale a causa di umi t·erta asimmetria


nellil formil delle sue mok-cole costituenti. Per esempio. certe proteine sono
nttintmt·nte atti,·t• a causa dl'lh1 loro forma a spinti<·. Altri m,ttt·riali, come il
vetro e la plastica, divcnta110 ollkam<·nte atti\'i quando sono sottoposti a tensio-
ni meccaniche. Se la luce polarizzata passa attra\'erso un pezzo di pla~ticu sog·
getto a tensioni e successivilmente ilttrnverso un analizzatore il cui a.'ISesia per·
p<·ndicolilre al polarizzatore, non viene trasmessa luce polmizzalil dall'analizza-
tore. Se la plastica è sottoposta a sforzi meccanici, le regioni in t·ui le tensioni
sono maggiori producono un angolo di rouizione maggiore della luce polariz-
zata incidtmte. Di conseguenza, si ossen,ano mm serie di bande chiare e scure
nclht luce trasmessa dall'analizzatore, con le bande chiare mrrispondenti alle
zone in cui le tensioni sono maggiori.
Gli ingegneri spes.o;outilÌ7.7.anoquesta tecnica, chiamata analisiotticadelleten-
sioni,come ausilio nel progetto di strutture v-.irie,dai ponti a piccoli utensili e parti
meccm1iche. Si costmiscc un modello plasùco e lo si utili:t.zasotto diverse condi-
1ioni di c·arico per determinare le :wne di potenziale debolci.za e cli cedimento
sono tensione. Qualche esempio di modello sotto tensione è mostmto in Figur.i
!!-1.20.

.~·~ ~ti4~~~;,t,..i{i)!:F 1:, •• :',,\,.·~·;:~'1hi ~·\· ~ ..·


(\Jà.rYJ,-~1}i:~-,;;.,.' ~,~:,i~,.f~:~:.:~
/·::,'.r\~·-;:J~.::
1
...
Si pnù costruirt· un polarin.atnrt• 1x·r microonde rnn una griglia di fili m<•tallici
par.tildi distmlli qualche centimetro. li \'l'llore campo elettrico per lr mi<·ruon<le
trruimessc attr.iverso questo polaro.zmorc, sarà pamllclo o pt,rpendicolare ai fili
metalli<-i?

RagionamentoI v<·ttoricampo l'l,•ttrico par.tllcli ai lili metallici forwmnno i;li ciel·


troni cld metallo a osdllart· parnllelmncnlc ai fili. Quindi, l'energia prm-cniente
dall<·on<l<·•·on questi campi dcnrki ,·,•rrà tmsfcrita al metallo pt·r an-l'lcrare questi
l'lcnrnni ,. infine ,•e1..-,ì
tn~,formata in t·nergia Ìtllcma per mezzo della resistenza del
metallo. I.,· onde con i vettori campo elettrico perpendicolari ai fili metallici non
"'-lr<Umo in gr.tdo di accclcr.are elettroni e passeranno oltre. Quindi, il campo elettri-
co di polariz,.azionc sarà perpendicolare ai fili metallici.
740 Capitolo 24 011tle,lellra11wg11,1icl,e

PROBLEMA
CONCETlUAlE
5
ILJi)>,t\~.
Nell'esperienza quotidiana, le onde radio sono polariz,atc, ma la luce nnn In è. Perd1é?

SOMMARIO
Le ondeelettromagnetiche,
predette dalle ec1uarioni cli M.ixwdl, hanno le seguenti pro-
prietà: ·,\,:·

• li campo elettrico e il campo magnetico soddisfano le seguenti equazioni ddlc


onde, che si possono ricavare dalla ter,a e quarta equazione di Maxwell:

[24.12)

a2 s ;·i21i
. ,:,, .. , dX 2 = µ,,Eoat2 [24.15) ,·,,
:~ r:;;~nd~:clettf()magnelicheviaggiano nel vuoto con la vdociuì della lun· " · .·,'\

e= __ I - = 11.00x IO" 111. [24.14) :, I


\ /.L11E11

• I campi elettrico e magnetico cli un 'onda dcuronmgnt·tirn sono pt·rpt·mlirnlari


tra loro e perpendicolari alla clirrzionc cli prop.ign,ion,· cldl'ond;1. ((,211indi,le
ondeelettrtnnag,1etiche
sonolrruvem11,). .,
• I valori istantanei IEI e IBI in un'onda elt'ltromagnNica sono collegati dalln relà 0:_ ·~,'})
zione , :\W,'.

n=r
E
.
[2417),1\
.'.\·1

• Le onde elettromagnetiche tn1sportano t•ricrgia. !.'energia che pas.,,, nell'unità d.i'.'/ii:-


tempo attraverso l'unità di arca è descriua dal vettore di PoyntingS: .: •.:/f.:,
s•2...ExB
/Ji,
(24,19)
0

•.,,.i.1
\i~}
~yJ
Le onde elettromagnetiche tmsportano qmmtit,ì di moto e quindi est·rdmno un~\Jll
pressione sulle superlki. Se nn'omla clt·Uronmgrwtit·a, il n,i veuort• cli Poynting è··}I(:
S, viene completamente as.,orhim dalla sup,·rfidt• su mi incide nornml111ente; la'-_: ·
pre:1Sione di radiazione escrcimta sulla sup,·rfidt· i·: ,-r
P=-sr (assorbimento completo)

Se la superficie è perfettamente riflettente e l'onda incide normalmente, la pressio~;,


doppia. ·._;~_
I campi elettrico e magnetico di un'onda elettromagnetica piana sinusoidale chéi_...
propag;1 lungo la direzione xpos.,ono es.,ere saitti ,)f._,.
lì= E,,,..cos (kx- wl)
Be B.na•
co., (/uc-wl)
dove"' è la pulsazione dell'onda e k il numero d'onda. Queste equazioni rappr<'!ICn
soluzioni particolari delle equazioni delle onde per E e per B. .
Il valore medio del veuore di Poynting di un 'onda elettromagnetica piana ha un\_'
loredatoda
l'n,J,L,,mi 741

(24.21)

L'intensità di un'onda dc•ttrnmagnetica pinna sinusnidah· <"·uguale al ,·nlrn· m(•dio


,lt·I vrllorc• cli Po,111i11g,aknlato "li uno n più dc-li.
r, i11dtich· ,mdt· 1·lu· 1c,11rc,r111
l.1>~,,t·ltn, 1·k-11n,111ilg1u:1i< l11rnl.ug., l,a11cladi frt·qu,·n-
,., ,. lungheuc cl'nncla. !J1 frcqu,·11,.,Jc la lunghezza d'oncia A rii una datai oncl" sono
leg.,t,· dalla
r= {A [24.28]
Quando una lun· polurizzam di intensità /0 iuddt· su una lastra µularil.tatrkt.'t In
lun, trasmessa attr.1vel'so la bistra ha un" intcnsit;ì uguale a /11t·os~IJ.do,-c 8 è l'angolo fra
1·~,e di trasmissione del polarizzatore e il ,·ettore campo elettrico della luce incidente.

DOMANDECONCE'ITUALI
I. Qual è la sorgente fondamentale delle onde elettl'O- tica) passaattl'll\'t•rso nna certa rt'gione, che cos'è che
magnetiche? !lin1uovc?
2. Gli ingegneri elettrotecnici parlano spesso di mist~n- [I[] Supponiamo che una creatura di un altro pianeta
u, ,li rmlia:inn, di una antenna. Che cosa pensate che abbia occhi che siano sensibili alla radiru:ione infraros-
voglia clirt· que!it~1fra.,c:? sa. Descrivere l'iù che egli vede se si guarda auorno
:1. llt•si-rh·,·t,-, n>11 t,· ,·ostre parole, il significato lisico ndla §tanla in <'lii,; trovate.
eh-Il'rllon· cli Pornting. f I. Perché una fotografia cli una persorm falla t·nn i raggi
·I. Se.•u1m nltTl'ntc.· di 1llt;,1frl'qucnza pcrcorn.· .1111MJlc- infrnrOMi dovrd,bc apparil'c divcm1 da una fotogmfia
noide nel cui interno c'è un nucleo tnl'lilllko, il fana con luce visibile?
nud,·o si riscaldrnì pt>r incluziom·. Qt1t•srn proc·r,m 12. l 1n !1alda1ored,•,·e usal'e occhiali protetti\'i t' un equi-
a11du• ;1 n1d1wn· i dhi in 1111forno a mrc, .,on-
.;;c.•n·c.· p.1J,Cgimnc111n nclauo " (ll'l'\"<•nirt'danni agli occhi t·
de.'.Spiegare.· pt•rdu.'· in qu(·sta situazione.•i nmtc.·riali\i alla pelle. Cosa implica ciò riguardo alla luce prodot-
riscalclano. ta durame la saldamra?
r,. l't•r certt' orientazioni dell'antenna riCe\'Clllt'T\' si ha [!I] I.e stazioni radio spesso pubblicizzano "notizie al-
mm rin·1.iom.- mi~lion·. lnoltn•, l'oricnt411.ionc.•mig:lio- l'i,tan1e·. Se chì che esse intendessero dire fosse che
n.· \'ill'ia da M,v.iont• a stazione. Dan· una spiegazione mi sentite le notizie nello stes.so is1amc in cui le tm-
<liqtwsu.• os.st·rvazioni. smcllono, sarehbt· vcrn la loro pubblicit.ì? Quanlo
6. Se si rnrica un pettine passandolo sni capelli e poi si av- tr-mpo sarebbe neces.sario affinché un messaggio
,kina il peuinc ad una sbarrcua magnetizzulll. i campi potesse aur.1vc1-.art•il paese pcr mczw delle onde
eleuri,·o e magnt-tico prodoui co,tituscono 1111'onda radio, a.,sumendo che queste onde at1111versinoque•
elettromagnetica? si,· grandi distanze e poi vengano rivelate?
7. l' n piauo moto di plastica o di vetro t."Strnttoeiaun for- I.,
(!I] luce proveniente dal Sole impicg-.i approssimativ.i-
no a mkrnnndt· i.' freddo al tatto. Come può es.serepn<- mente R.3 minuti per r.iggiungerc la Terra. Dumnte
sil>ilc.·? (P\mi .iL'i.~1mu:rc.•
dw la hollt•tta sia stata pagatil). questo tempo la Terra continua a muovel'si sulla sua
K. Come.· de,·t· 1trri,1.u-t·un'onda radio sutrmucuna ricc- orbita attorno al Sole. Quamo distn la reale posizione
,·t·ntt· dl'lla mstrn macchina, p<"r fornit·,• nn scgnak• dd Sole dalla sua immagine nel cielo?
alh, vnstr.1 i\lllt>racli,,? 15. l.t• ,•qmu.ioni di Maxwcll consentono l't•sistenza di
9. Quando la luct' (o un 'altra rndiazione dettroma1-,..,1e- monopòli magnetici?

PROBLEMI
Paragrafo24.l Corrente di spostamento e punto/~ distante 15.0 cm dal centro del cerchio?
teorema di Ampère generalizzato
Paragrafo 24.2 l.t?meravigliose equu.ioni Paragrafo 24.3 Le onde elettromagnetiche
diMaxwell 2. LI H:lodtil di un'onda eletu·omagnctica d1e ,i mum·c
I. Si consideri la sitm11.ione mostrata in Figura P'..!4.1. in una sostanza trnsparente è data da v = 11;·1</J.oEo
Un campo elettrico di 300 V/111i, conlinuto in un'a- dove K è la co~tante dielettrica relativa della sostanza.
l't'a cin:olal't' cli I O.O cm cli diametro e dircl!o nel Oett·t·minare la velocit.'1della IUCt' nell'acqua, cht• ha
,·c1-.ousn·nte dal lè,glio. Se il campo elettrico aumen- nna costantt' dieleurica relativa K = 1.7!1nell'intel'Y'.il-
ta con una derivatn di 20.0 V/m · s, quali sono la dire- lo di frequenze ottiche.
zione e la grandeu.a del campo magnetico in un 3. In un'onda elettromagnetica piana l'ampiezza del
742 Capitolo 24 011cl,elfllm111111flltlid11·

dio. Questa distanza i· la più rnrta tra lt• piastrl' rnpa-


EU5Cente
ce di formare un'onda ,m,iuna,ia. Qual è la fn·quen-
dal foglio 1.afondamenmle?
B
E= O 'l"Y.-'•t.~
,.::::•
..=:·
., .
C•.•,•~t:,.n,111- p
Paragrafo24.5 Produzione di onde elettromagne-
ticlw per mezzo di un'antenna
,'•:•:•.•:•:~J. [Ll
~t.~=:-:,,.
Un sistema tcl~visi\'o u:r;.,un •;,mtc111mricc,·l·ntc diptr
IO.Ocm lare per i canali VHF e un 'antenna a fm·ma di spir.t
per i canali UHF. L'antenna l'HF produc,· una ten-
sione do\'uta alla V".trhuinnccieljl1us11mag11ctic<> attra-
verso la spira. (a) Usando la legge di Far.iclay, calcola-
FiguraP24,l re un'espressione dell' ampic:a.a della tensione che s( ·,.
rivela in una singola •pir-J circolare di raggio r. La sta- '·
campo elettrico è 220 V/m. Calcolare l'ampicna del zionc 'IV trasmette un segnale di frequenza / nC;,l!a,r ';;
campo magnetico as.'IOCiat,:,, località in cui è montata l'antenna; i1campo elettri~.f:~
4. Calcolare il valore .massimo del campo magnetico in ha ampiezza 1-.;,,..e il campo magnetico B,,,••. (b) Se,if.(;,
tm mezzo in cui la velocità della luce è due terzi della campo elettrico del segnale è diretto vcrticaltnente;, '.(
velocilà. ,;ie!la lucci nel vuoto e l'ampiezza del _campo quale dovrebbe es.sere l'orientazione della spira ~:"i,
cl~ttrico.è7.60111V/m •. · , la migliore ricezione? ':,1
II) In Figura 24.4. a-:·rappresentata un'onda elettroma- 12. Due antenne ricetrasmittenti dipolari sono separate
gnetica piana ,itutooidale che si propaga nella clirt.'- da una gmndc dista1w1 prcfissam. 1\.'l.,umcndo che
zione x. I.a lunghezza d'onda è 50,0 111 e l'ampie-1.1.a l'antenna trasmittente :sia ,·crlkalc. <Jtmlc frazione ·
del çainpo elettrico è 22.0 V/m, Calcolare (a) la frc- clelln massimu polcn,.a ricc\'\tta si rÌ\'(•lc.·nì11c.·ll'm1tcn·
.querizà dell'onda e (b) il v-.ilore, la direzione e il verso na ricevente se essa è inclinam rispcuo alla verticale
di Bncll'ist,inte in cui il campo elettrico è mas.simo cd di (.i) 15.0', (b) 45.0'; (e) 90.0'?
è direuo nel verso negativo di y. (e) Scrin·re [O Dltt- antcnnt.· radiotrasmittenti sono separsnc della
nn'espreSllionc di B nella forma mclii. della lunghc-ua d'unch.t tn1smcssa ,~!'tono in fase
l'una con l'altra. (a) In quale direzione è più forte il
B= B,... cos (kx- wl)
segnale irrndiato? (b) In quale direzione è più debole
determinando i l'lllori numerici di B.n.. , h e w. il segnale im1diato?
fi. Scrivere le equazioni dei campi eletuico e magnetico
di un'onda elettromagnetica piana di frequenza Paragrafo24.6 Energia trasportata ·. {,
3.00 GHz che sì propaga nel vuoto lungo l'asse x. dalle onde elettromagnetiche
L'ampiezza ciel campo elettrico è 300 V/m. 14. Quant'è la densità di energia elettromagnetica in . •
7. Verificare che le seguenti equazioni siano soluzioni pros.simità della superficie tcrre•tre se l'intensità del-·:{
delle Equazioni 24.12 e 24.13 rispettiv-,unente: la mdiazione solare con il ciclo 5Crcno è 10: 1 W/m"?. it/1

~ Qual è il valore medio del vcuore di Poynting ad unà:~{


E= E,,,•• cos (h-wl) B= B,..,.cos (kx-wl)
distanza di 5.00 miglia (8 km) da una rndiotr.wni~-;,'8
~- Il campo elettrico in un'onda elettromagnetica nel lente isotropa, che emcuc onde con una potenza m«Hi:fi
sists•nm SI è descritto dalla equazione clia cli 250 kW? ,'.~~
lh. Un•t stazione r.1dio in AM trasmette isotropicamcnte~-·i!
I~= JOOscn(I.OOx 107 x-wl)
con una potenza di 4.00 kW. Un'antenna ricevente'.;;
Trovare (a) l'ampiezza della corrispondente onda dipolare, lung-.i 65.0 cm, è sistemallt a 6440 m dallà_','
magnetica, (h) la lunghezza d'onda A e (c) la frt~ stazione. C..alcolare la f.e.m. indoua da questo ~i:
quenza/. tnt gli estremi dclJ'antenna ricevente. Hf~
:
[LI Una comunità pianifica cli costmirc un cli•positivo dtr·
Paragrafo24.4 Le scoperte di Hertz utilità generale per convertire la radiazione ooland_'·
9. Se la bobina del circuito ri•onante di una r-.idio ha eneri,•ia elettricà, I .a potcn1.a richiesta è cli 1.00 MW\
un'indutt.1111,;1di 2.00 µ.H, q1ml è, l'in1t•m1llo cli valori ( I O" W) e il sistcnm da installan• ha un' dlkicma deif1•.i
. che deve aSlltunere il condens,uon· cli sintonia per· 30.0% (cioè il :IO.O% cl<'ll'cnt'l'gia sulm·,· i11ddcn ,i
· : poter coprire completamente il campo delle frequcn- sulla superficie è convertita in encri,>ia clcurica) .
. i~ ~? (Il campo delle frequenze FM va da 88.0 MHz le deve es.sere l'are-.i di una superficie perfeua
, . 'à 198MHz). i~'l.sorht•nt,·,eia mitizzare in tale instalh11.ionr, se •i
.. , l~,';_'I'r~·due fogli metallici di•tanti 2.00 m si forum una mc 1111flu!ISOco.,tantc d'energia solare di 1000 W/
t;l[i;,Jifx~~,~~~~ne di interferenza sta1.ionaria di onde ra.. lii. Un sorgente monocromatica di luce emeuc 100.W;_
l'mbl,mi 743

potcn>.a de11rmnagnc1ica unifom1cme111e in nmc- l1· ma ..,;, fiOOOkg wnillllt.·posm in nrhim aunmo al Sole
direzioni. (a) Calcolare la dcnsiui di energia media (a) <1mtlc·s;m•blw la fo1w n cui sarehhe snunposm?
;,s... >eia111
al campo elcurico ad 1111me1m cli di•tan:ta (h) Qual i: l'acct!lcr.11.ionc a cui s;1rcbhc· souopc,sm?
dalla sorgcmc. (b) Calcolare la den•itii di cncrgia (i:) Qir.11110tempo sarebbe nc·n·ssario alla vt!la per
mngnctkil mcdiii alla stcs.,a di\tanza rlalla snr,t<'l1ll". mggiungcre la l.111111, dismnl<' :I.KIx lfl" nfr Si 1m,n1ri-
a ,1uesm ,lis.till11.u.
Ct·) (:i1k11h1n• l'i111c.·11'5ità no 1111ti Kli dlCtti g11.l\·iu11.ic11mli
e•..,j a,,i,mm1d1c l"arn"-
11'!,j II lilamcmo di una lampadina ha una r<."SUltcn:ta R= le1,11.io11c n1kola1a in (h) resti <mm1111·e· d1c l'huen-
150 n ccl è percorso da una corrente di 1.00 A. Il lila- silli solare· sia 1340 W/111 2• (."it1pgrrime11/11: la prcssiont•
mcntn è lungo 8.(IOcm c ha nn raggio di 0.900-mm. (a) di mdia.done dm·ma a un'ond.1 rillcssa ,, il doppio
Calnilare il \'Cttc>rc:di Poynting sulla superficie dc:I fila- dc-1111 poten,a media per unini di ,1rc;1diviso pc1· la
mento. (b) Tr<l\"arei valori massimi del campo clcuricn vclC1citàdella luce).
l' del campo magnetico sulla superficie dello sie.o.
fil1] Un la.scr al neon-elio (A = 632.8 nm) da 15.0 mW
:!Il. A.s.,umendo che l'anterma di una stazione rddio da emeue un fascio di sc:-1.ionccircolare il cui diametro r
IO.O kW irradi onde eleuromagnetiche uniforme- 2.00 mm. (a) Trovare il campo eleurico massimo del
mente in tulle le direzioni; calcolare il valore mas.,i- fa.scio. (b) Qual è l'energia totale concenuUI in I.IIO111
mo del campo magnetico a 5.00 km di dist.'\nza dal- di fa.scio? (c) Calcolare la quantità di 1110101mspor1a-
l'antenna e confrontare questo valore con il campo UIda 1.00 m dirascio.
magneticotelTCStre sullasuperficiedella Terra.
21. In una certa regione dello spazio vuoto, l'intensità Paragrafo 24.8 Lo spettrocleDeonde
del campo cleurico a un dato istante è E= (80.0i + elettromagnetiche
32.0j • &I.Ok) N/C e l'inlensilà del campo magnc1k11 2R. Calcola un ordine di gr.inde,1.a stimaltl per la rn~
è B = (0.200i + O.OIIOOj + 0.290k) µT. (a) :Wostrdre cht• qucnza di un'onda clcuramagnc1ica con lunghe:a.~
i duc campi !K>nnperpendicolari fra loro. (b) Deter- ,l'onda uguah, (a) alla tua ahcua, (h) ;1lluspessore cli
minare il veuore di Pnynling quesla pagina. Come viene dassilicata ognuna di qu,~
22. Il lil11mcn1n di una lampada ha una 11.'siste1m1di sic onde nello spcura ele11romag11c1ic~,?
370 Il. t.a lmnpada è alimcnm1a da tcnsiom• di n•1c a ~l. l."11c·d1ioi, pif1 sensibile alln lun, che lm mm lunghe,-
220 V t•d cnwltt• I' 1.00% della sua energia sollo forma "' d'oncia di 5.50 ><IO"; 111,l'ht· ,m m•lla regione gial-
di radiazione t'leuromagne1ica di frequen,a f. As.,u- lo-,·rrdr drlln speuro delle onclt• cl<-uronmgnc1ichc.
mendo che la lampada sia copcm, con un liltro, dtt· Qual è la frequenza di qucslll luce?
a"50rbc tulle le altre frequcn,e, 1romre l'ampicz,a :IO. l/11'a111.-nn11 1t,IC>i•i•~•
consiste di mm coppia di a,1,·
del campo magnetico ;1 1.00 111rutila lmnpadu. regolabili. Se regolianu, dnscuna asu, a un quarlu
2:1. I laser di alm pntenza dcll'induoiria \•cngnno usali per d'onda per il canale 3, il qualt• ha una f'reque11,a cen-0

tagliare stoffe e meialli. Uno di tali laser ha un lascio 1rnlc di 6!1.0MH,, qmmltl snm> lunghe le a•1c?
del diametro di 1.00 mm e sul bersaglio gcncrd 1111 31. Suppcmiamo che 1111im,vi a 180 m da una mdio trd-
cnmpo elettrico di intensità O.700 MV/m. Trt1\,1rc (11) smi11en1c·.A quante l1111ghez1.e d'onda ti 1rovi dal 1m-
l'intensità del campo magnetico prodouo, (b) l'in- smet1i1ore se la stazione si chiama 1150 AM? (I.a ban-
1e11sitàelci laser e (c) la potenza dissipata. da di frcquc111.eAM rin kHz). (b) A qumue se la sta-
zione fo.'ISt'a 98.1 FM? (I.a handa di lrcquc111.cFM è
Paragrafo 24. 7 Quantità di moto e pressione i11MH1.).
dirac:liazione 32. l'n imp11l1111 mdar rilorna al ricc1·i1n1·i,
clopu un inlcr-
'.! I. l'n 'onda elettmmagnetic-d piana d'intensità 6.00 W/m 2 \~lllo di tempo, dalla partt•n,a. cli 4.00 >< ur •.
colpisce 11110specchietto di 40.0 cm 2 di areaperpendi- Quanto è distante l'oggeuo che riflt•11cl'onda?
colare alla direzione di propagazionedell'onda. (a)
Quale quantità di moto trasfffisce l'onda allo spec- Paragrafo 24.9 Polarizzazione
chietto in I s? (b) C'.alcolarela forza che l'onda eserdia 33. Un fascio di luce non poh1ri1,.a1aattmvcrsa cluc pola-
sullo specchiell<>. roid. !.'asse del primo è vcrlicalt•, il secondo è a ll0.0°
~ llna stazione r.idio trasmeue 25.0 W/m 2 di potenza dalla vcnicale. Quale frnzione drlla luce incidente sul
pcr unità di area. l!na supcrficie piana di area A è sistema viene tmsmess.~?
pt'll>entlkolurc- alla din·,i<>nr rii prnpag,11.iont• dt•l- :1-1.Tre• rlischi p<1lariz1mnrii cui piani sn1111pamllcli han-
l'nnda. C:akoh1rr la pres.sione di radiazione dell'on- no il cr111rosullo Sll.'S.'<>
11"-•t•.
I~, dirCl!ionc dell'asse di
da, ncll'ipolr•i che la superficie sia un a.~rhilorc tnurmis.~ionedi d1L'ICUno di cll.•irispcllo alla verticale è
perfetto. indicala nl.'lla Figura P'..14.34.Un fascio di luce polari,-
:!li. l'n lllt'1J.Clp<>Mihilrpcr ,1,lurc nt'll<lspazio r di pi111.,,1- "ua lhu·an11t•n1econ /~1pamllclo illla direzione di rif1.~
rt• 1111
foglio pt'rfcuamt·nte rilkuemc in orbiUI 1111orno rimenu, ,-cnicule incide da sinia1m sul primo disco
alla Tcrr-.1e usare la luce del Sole pcr spingerequ,'Sta t-on inlensit.\ /1 a IO.O(uniti\ arbitrarie). Calcòlare l'in-
vela solare.Se una tale vela di area 6.00 ><I<>5m 2 e tcnsltà tnumellSII 11quando (a) 91 a 20.0°, ~ = 40.0° e
744 Capitolo 24 (),u/e ,lettromagt1tlid,e

::\.
FiguraP24.34 ··,1'

8s =60.0°; (b) 81 = O,8,i=30.0 9 e 11s


= 60.0°.
·/~/
:ir,. Una luce polarizzata incide sii.u.n disco polarizzatore
con la direzione di l'<S pat.Ìllelo alla direzione del-
·2i,t
1'"8311 di trasmissione: Di qllal~ angolo dovrebbe esse- FiguraP24.39 ,,~,
')\:·
...
,,1/·;,-;.j
re ruotato il disco affinc:hé l'intensità del fascio tra-
smesso si ridt1ca ciiuri fattore (a).3.00; (b) 5.00, (c) 'na? (e) Qual è la potenza ricevuta dall'antenna? (d) _-O:._i'J/;f
10 00? ;. . . ' ·' ._;, · . ' . · . Qu_aleforza applicano le onde radio sull'antenna? · ,:_,;~iili\
:Hl.Si -s~pponga che, ~lF~i\:ii: t~Ì'nissiòne dei dischi 40. L'intensità della radiazione solare nella pane al13/';f{j'/
polarizzatori a destra e a sinistra nella Figura P24.34 dell'atmosfera terrestre è 1340 W/m 2• Assumendo-'. ··:1.i
siano tra loro perpendicolari. _Inoltre, il disco centra- che il 60%della radiazione solare ,·he arri,-a raggìun-. ·:///;_,8
le sia in rotazione attorno all'a83e comune con velo- gala superficie tcrrestrl' e che mi ne assorhiate il 50% (.:-.'.·
cità angolare w. Mòstra_re_chese luce non polarizzata di quella che vi c'.>lpiscc,sti111art~aquantità di energia,,{,)
incide sul disco di sinistra con intensità.l,h l'intensità solare che assorhue prendendo 11sole per 60 min. , .':';?{,!
ciel fascio uscente dal disco di destra sarà lii] Nel 1965, Pcnzias e Wilson scoprirono la radiazior1e. J\(
cosmica cli mìcroondt· pro,·cnienw dall'espansione.·.:·'((
I= ""ft'"
lo (l-cos4wt) dell'Universo awenuta dopo il Big Bang. ( ..1 densità : \;!,/
di questa radiazione è 4.00 x 10-1~J/m~. Determinare . .J'.:i
Ciò significa che l'intensità del fascio uscente sarà mo- la corrispondente ampie7.la del campo elettrico. ./';)
dulata ad una frequenza pari a quattro volte la frequen- ,12. Si consideri una piccola particelhl slì:rirn di raggio r, '·.·:·
za di rotazione del disco centrale. (Suggmmenlo:usare posta nello spazio alla distanza R dal Sole. (a) Dimo- ·.. '\·;
le identità trigonometriche cos2 6 = ( I + cos 26) / 2 e strare che il rapporto 1';.,i/1-8'"'""1/r, do,·e t-;,dè la ','/:i.(.
scn 2 8= (1-cos 28)/2 1 ricordando che 8= wt). forza dovuta alla radiazione solare e I-ii,.,quella dovu- ·,_li\~'
ta all'aurazione gra,itazionale. (b) Il risultato di (a) ·:;'1)'1,:1
Problemi generali dimostra che, per valori di r sufficicmemente piccojl,\: '
37. Si assuma che la ra.diazlone solare incidente sulla la forza esercitata sulla particella dalla radiazio~~{
Terra abbia un'inteilsità di 1340 W/m 2 (tale è ii valo- solare è superiore alla fort.a di attra1.ionc gravi~~
re del flusso d'energia solare sopra l'atmosfera terre- mdc. Calcolare il valore cli r per cui la particella è ;, ·
stre). (a) Calcolare la potenza totale irrndiata dal So- equilibrio sotto l'azione delle due for1.c. (Si assUjll,a,
le, prendendo il valore di l.49 x 1011 m per la distan- che la particella sia perfettamente assorbente e abbia
za media Terra-Sole. (b) Determinare l'ampiezza ciel una densità di l.50 g/cm~. La particella sia situa~.AA-
rnmpo elettrico e magnetico, dovuti alla radiazione unadistanza di 3,75 X 1011 DI dal Sole e in quest~ ~,~:-!•
solare, sulla superficie terrestre. lo l'intensità della radiazione solare sia 214 W/m )'
:IH. Dimostrare che il vettore di Poynting ha un valore Eill]Una microonda polarizzata linearmente, di lung
che, in ogni istante, è dato da za d'oncia 1.50 cm, si propaga lungo l'asse x poai'
li campo elettrico ha un v-.ilorcrm,s.,imo di 175 Y/,
s= +( B')
+ -;:.;;-
Eo,E2 ,ibra nel piano xy. (a) Assumendo che il cam~
gnetico dell'ondll pos.sa ('sscre serino come::;:
[:;0Jl'11°antc1111a a paraboloide di 20.0 111di apcrturn l'ice· /\.,,. scn (kx- wt), cakul:1rc /~,,... k c: to. (I>) Calço
ve ( in incidenza normale) un segnale radio da una il ,·cuore cli Poynting per quest'onda. (c) Qual~:P.
sorgente molto .lontana, come mostrato in Figura sionc di raclia1.ione eserciterà su unn superfide'
P24.39. Il segnaleradio è un'onda sinusoidale di am- feuamcnte riflettente perpendicolare alla di
piezza J:o = 0.200 µ,V/m. Si as.~uma che l'mll<"nna a!l- x? (cl) Quale accelerazione potrà acquistare ti'
sorba tutta la radiazione che la colpisce. (a) Qual è stra di 500 g (perfettamente riflettente e norm
l'ampiezza del campo magnetico in questa onda? (b) con le dimensioni 1.00 m x O.750 m? ;'
Qual è l'intensità della radiazione ricevuta dall'anten- 44. Un astronauta, sospeso nello spazio, "fermo".f.
11i/mi/Jlrminml'ell1wli
Ui.</m.,11· 745

dall'astronave, ha ,ma ma.= di 110 kg (compreso 1·,~ perlina ha mm,..~ m t· dcusilil p, dcu·nninarr l'inten-
quipaggiamento). Egli ha una sorgente di luce di sit:l della radiazione nt•c·{·ss,u·iaper sostent~fl' la perli-
100 W che forma un fascio reuilineo per cui egli deci- m,. (h) Se il fasdu lm raggio r, qual i· la po1,·111a
ck· di usarlo come propulson• il fotoni pc·r spostarsi rkhicsra pt·r q,u-sto la'it•r:'
H·rso rastronavt.·. (a) C:akohul· per ,1ua11tott·mpo clc· 48. 1.a \'Ol'C di un <.'ilUlillHt· i• trasmt'SSi\ \'ia radio a mrn
,·ea,iomm, il clispositim per mggiungere l'a.,tronave persona distante 100 km. (a) Qmmto tempo tr.i.scorrc
rnn questo metodo. (b) Supponiamo, invece, che egli prima che l'ascoltatore distami• oda il suono? (h) !\:cl
decida di lanciare la sorgente cli luce nella direzione tempo clurnnte il quale il ra<liwnessaggio rng!(iung,•
della linea che lo collegi, all'astrona,·e, e in verso rascolt.itor,-. quanto lontano dal nmlémlc è· giunto il
opposto. Se la massa della sorgente di luce è 3.00 kg e suono nell'auditorium? Si as.,unm una velocità ciel
se dopo essere stata lanciata, es.,;asi muove ad una suono di 345 m/s.
,·elocità di 12.0 m/s ri.ipeuonll'astrrmautac/u rincula,in 4\1. La Terra rinette approssimati,11ment,• il 38.0% della
quanto tempo l'astronauta raggiungerà l'astronave? luce solare incidente per riOessiont' dovuta alle sue
I[>. Vuoi ruotare il piano di polarizzazione di un fascio di nubi e oceani. (a) Dato che l'intensità ddla radiazio-
luce polarizzata di 45.0° con una riduzione dell'inten- ne solare è 1340 W/m 2, qual è la pressione di r.1dia-
sità massima del 10.0%. (a) Di quanti fogli polariua- zione sulla Terra in Pa quando il Sole è a picco? (h)
tori perfetti hai bisogno per raggiungerelo scopo? Confrontarla con la pres.,ione atmosferica normale,
(b) Qual è l'angolo fra polarizzatori adiacenti? che è 1.01 X 105 Pa, sulla superficie terrestre.
Il\. Sono stati usati dei laser per sospendere delle perline !iO. Uno specchio del diametro di 1.00 m focalizza i raggi
di vetm nel campo gmvita,.ionale terrestre. (a) Se la solari su una piastra assorbente di 2.00 cm di raggio,
perlina ha una massa cli 1.00 µg e una densità di la quale comienc un rccipiemc con 1.00 litro cli ac-
0.200 g/cni'l, determinare l'intensità della r.adiazione qua a 20.0"<.;,(a) Se l'intensità solare è 1.00 kW/m 2,
necessaria per sostenere la perlina. (b) Se il fascio qual è l'intensità sulla piastr.t assorbente? (b) Quali
laser ha un raggio di 0.200 cm, qual è la potenza i,ono le ampiezze dei campi E e B? (e) Se il 40.0%
nt•ces.,aria per qut.·sto h,sl·r? dcli' energia viene assmhita, quanto tempo è necessa-
17. Sono stati usati dei laser per sospendere delle perline rio per portare l'acqua al suo pulllo di ebollizione?
di vetro nel campo gr.tvitazionalc terrestre. (a) Se la

RISPOSTE AI PROBLEMI CONCETIUALI


I. l'n'antenna costituita da un conduttore lineare ri- segnale. !.'antenna ticen-nw è l'occhio.
sponde al campo elettrico dell'onda elettromagneti- 3. !..a vela dovrebbe essere il più possibile rillcllt'nte, in
ca: il campo elettrico oscillallle applica una fona elet- modo tale che prn1saessere tr.~,ferila la massima quan·
trica sugli elettroni del lito nella direzione della sua tit:l di moto alla vela da parie della luce del Sole rillei;.
lunghezza. li moto degli elettroni lungo il filo viene sa.
rivelato come una corrente dalla radio, demodulato e 4. Assumendo che l'acqua non assorba prelercnziahnen-
amplificato. Quindi, un'antenna lineare deve avere la tc una lunghezza d'onda piuuosto che un'altrll, il col,>-
stessa oticntazione dell'antenna trasmittente. Un 'an· re non v.iria per due l"Jgioni. Primo, nonostante la
tenna a spir.i risponde al campo magnetico dell'onda comune affermazione che il colore dipenda dalla lun-
radio. Il campo magnetico variabile induce una col' ghezza d'onda, esso in effetti dipende dalla fr,qun1U1
rente nella spira, e questo segnale viene demodulato e della luce, che sott'acqua non varia. Secondo, quando
amplificato. L'35$Cdell'antenna a spira deve essere la luce entra nell'occhio, attraversa il Ouido che si trova
perpendicolare all'antenna tr.ismittente, in modo tale entro l'occhio. Quindi, anche se.•il C<>loredipendesse
che le linee dì forza del campo magnetico siano conca- dalla lunghezza d'onda, la lunghem, d'onda impor-
tenate con la spira, tante sarebbe quella della luce nel fluido oculare, che
2. Gli impulsi di luce secondo il codice Morse sono una non dipenderebhc dal me,zn atu'llV<'r5oil quale la luce
drastica modulazione di ampicT.J.a:l'ampieu.a varia eia è pas.'ii\h\pet' 1".tgj,riungl'rt' l'rn:rhio.
un mas..,.imn., lcru. In <Jllt'sto senso, es..•,a
è sisnilc al 5, Le onde radio sono gcnemu, dalle antenne, le quali
codice binario "uno-zero" usato nei computer e nei tendono a disporsi lungo torri verticali. Ciò implica
compact di.,k. La frequenza della portante è quella una polarizzazione naturale delle onde radi<>nella
della luce, dell'ordine di 1014 Hz. l.a frequenza del direzione vertkale. La luce lm origine clallavibr.izion•,
segnai•· dipende dall'abilità dell'operatore, ma è del- degli atomi o dalle transizioni eleuronichc dentro gli
l'ordine dell'hertz, quando la luce si accende e ai spe- atomi, che rappre:ientano oscillazioni in tutte le possi-
gne. L'antenna trasmittente per questo segnale modu- bili direzioni. Quindi, la luce non è generalmente
lato è il filamen.tA delll'~padina della aorgentedel polarizzata.
25
Riflessione e rifrazione
della luce

25~1 La ria tura deilaluce


25.2 L'appr~ssimnione
dei 'raggi luminosi
in ou.lCageontctrica
25.3 Riflessione e rifrazione
25.4 Dispersione e prismi
25.5 Il principio di Huygens
25.6 Riflessione totale
25.1 I.a 1t11/11m tlrllu /un· 747

tale per la dilfnv.io11cdella luce fosse si.11ascopcrlil da Frn11ccsrn(:rimaldi ( llilli-


llìlì;\) attorno al I 1\60,la maggior parte degli sdcnziati riliutb la u-oria ondulato·
ria cd adeti alla teoria ,·orpuscolare di Newton per più di liii st,colo. Questo fu, più
dw altro, chm.110alla grande rcpuw.ione di Newton come sdcnziato.
I.a prima chiara di11ms1ra1iom·cldla 11at11ra omh1la1oria dt'lla ltu·t• ftt fornita
11d IHIJI da Tho1ml' \'ou11g ( I 7i:~182!1J, il 1p1alcmostri, d11·,sollo appropriau,
condizioni, la lu<·edà origine a fenomeni d·intcrlercnza. Ci<K'.i11certi punti in
vid11ammdi due sorgenti, le 011clcluminose possono combinarsi cd elidersi reci-
pronuncnte pt·r inwrfercnza distntttirn. Tale comporlanwnto 11011 poté essere
spi<.-g;ttoa quel tempo da una tt-oria corpuscolare perdté Iloti c·crn akun modo
ammissibile: per cui due o più particelle potessero combinarsi cd elidersi reci-
procamente. Parecchi anni più tardi, un fisico francese, Augustin Frcsnel ( 1788-
1829), eseguì una serie sistematirn di esperimenti rig1mrclanti fc11om1•11i di
interferenza e diffr-.izione. Nel 1850,.Jean Foucault (1791-1868) fornì uhcriort•
evidenza delrinad<·guate1.za della teoria corpuscolare, mostrando che l.t \'clo·
cità della luce nei liquidi è minore di quella in aria. In accordo rnl modello rnr·
puscolare della luce, la velocità della luce 5arebbe stata s11pniort1 nei vetri e nei
liquidi rispetto all'aria. Ulteriori sviluppi clur-.mte il XIX secolo portarono
all'mTcm,zinn<· g<'nerall· ddla teori11ondulatoria della lun•.
Il più importmltt' S\'iluppo riguarchmtc la temia della lun, fu il hworo cli
.J.11111·,( :J<·rk:\laxwl•II,dw nel 181\5predisst· dH' la hl<.'<'1•ra 111mforma di onda
elettromagnetit-a ad alta frequenza. Come discusso nel C:apitolo 24, Hertz fornì
conferma sperimenrnle alla teoria di Maxwell nl'I 1887 prndu,·endo e rivelando
oncll· d1·11ro111ag1wtidw.lnoltn·. Hertz <'daltri ri, 1·1Ta111ri mostrarono che que-
ste onde avevano tutte le proprietà caratteristiche delle onde, quali la riflessio-
ne e la rifrazione.
Sebbene la teoria classica dell'elettricità e del magnl'lismo fosse capace di
spiegar<· la maggior parte delle proprit•tit nolt' della lut·<·,alnu1i <'Spt•rimenti
sun:essi\'i uon poterono esscrt• spit-gaii supponendo che la luc<' fossi• un'oncia.
Il più sorpn·ndl·ntc di questi t' I' rjfr/111
Jntoelrlhfrn, and1 '<'SS<>
s<·op1·rtoda I h·r11..
L'effetto fotoeleurico corrisponde all'emis.~iont· di eleuroni eia 1111 metallo la
cui superficie è espost.1 alla h1ct•.Come esempio delle clilTirnhà clH' sorsero, gli
esperimenti mostrarono che l'energia cinetica di un elettrone emesso è i11di·
pmdmt,, dall'intensità della luce. Ciò è in rnntraddi1.ione rnn la teoria delle
onde, d1e ridiiedt,..,t che un fascio di luce phì intenso clovcs.sc1·eclerepiù ener-
gia alr<'kllrone. l 'na spiegaziont· cli quest<>fenomeno fu prnposta d.i Einstein
nel I 905. La teoria di Einstein usava il cunceuo di quan1i1.zazionc ~viluppato da
Max Planck (1858-1947) nel 1900. La prnisione di Einstein dw l'energia cine·
tica degli elettroni emessi dipendesse dalla frequnza delht rnclimdone, ma 11011
dall'intensità, fu respinta. Tuttavia, esperimenti compiuti tra il 1905 e il 1912
condussero finalmente ad accettare la teoria dì Eimten. li modello quantistico
assume che l'energia di un'onda luminosa sia distribuita in pac,:heui di ener·
gia chiamati fotoni, per cui l'energia è detta quanliz.u1ta.Secondo la teoria di
Einstein, l'energia di un fotone è proporzionale alla frcqnc:mmdell'onda ciel·
1ro11rngm·tira.Cioì·,
E= _h/. (25.1) • Energiadi unfotone
J · s è la rosl<mltdiPlanrh.È importante notare rhe qut-sUtteo-
dove li= 6.63 x I 0-:1-1
ria contiene aktmt• rnratteristkhe sia della teoria ondulatoria sia d1•llaworia cor-
puscolare della luce. Come discuteremo più av-.t11ti, l'effetto fotot·lcurko è il risul-
tato del trasferimento di energia da un singolo fotone di luce ad un elettrone nel
748 Capitolo 25 Rijles.,io11e,rifrazitme,ltl/11luce

metallo. Ovvero, l'ele'urone interagisce con un fotone, come se fosse stato colpito
da una particella. Nondimeno questo fotone ha caratteristiche ondulatorie poi-
ché la sua energia è determinata dalla frequenza (una grande1.2a ondulatoria).
In considerai.ione cli questi ~·\'iluppi,la luce va intesa come caratterizzata da
una 1111/u-mdttale. Cioè, in alcuni casi si comporta come 1m'onda ed in altri come
una particella. La teoria classica delle onde elettromagnetiche fornisce un 'ade-
guata spiegazione della propagazione della luce e degli effetti di interferenza,
mentre l'effetto fotoelettrico ed altri esperimenti che riguardano l'interazione
della luce con la materia sono meglio spiegati assumendo che la luce sia una
particella. La luce è luce, certamente. Tuttavia, la domanda, "la luce è un'onda
o una particella?" è una domanda inappropriata. In alcuni esperimenti misuria-
mo le sue proprietà ondulatorie, in altri le sue proprietà particellari.
!.
.,i.·
25.2 • L'APPROSSIMAZIONEDEI RAGGILUMINOSI ,.
IN OTIICA GEOMETRICA
· Uµ fronte p.'onda è una superficie sulla qu,ile tutti i punti hanno il medesimQ
stato di perturbazione, ossia la fase dell'onda ha lo stesso valore. Per esempio,
una sorgente di luce puntiforme genera onde sferiche che si muovono in tutte
le direzioni. I fronti d'onda in qusto caso sono superfici sferiche concentriche.
Un particolare fronte d'onda, per esempio, è la superficie dove la grandezz.i.
che rappresenta la perturbazione ha il suo valore massimo, corrispondente ali~
cresta dell'onda. Nello studio dell'ottica geometrica qui e nel Capitolo 26, fare-
mo uso di quella che è chiamata approssimazione dei raggilwninosi. Per capire
questa approssimazione, va dapprima notato che i raggi di una data onda sono
Fronti d'onda linee rette perpendicolari ai fronti d'onda, come illustrato in Figura 25.1 per
un'onda piana. Nell'approssimazione dei raggi luminosi, assumiamo che
Figura 25.1 Un'onda piana un'onda che si propaga attraverso un mezzo viaggi secondo una linea retta nel~a.
che si propaga verso destra. direzione dei suoi raggi.
Si noti che i raggi, corrispon-
denti alla direzione di propa- Se l'onda incontra un ostacolo con un 'apertura circolare, il cui diametro si~
g-dZionedell'onda, sono li- grande rispetto alla lunghe1.2a d'onda, come in Figura 25.2a, l'onda che emerge
nee rette perpendicolari ai dall'apertura continua a muoversi secondo una linea retta (a meno di alcun\.
fronti d'onda. piccoli effetti di bordo); in tal caso, l'approssimazione dei raggiluminosi conti,.
nua ad essere valida. D\ù.tro canto, se il diametro dell'apertura dell'ostacolo~:,
dell'ordine della lunghe1.za d'onda, come in Figura 25.2b, le onde si diffond<>s'

··l-· ... -4·

' i '
,•,ìj
. .!~
(b) (e)
(a)
.)/
Figura 25,2 Un'onda piana di lunghezzad'onda À incide su un ostacolo con una a
tura di diametro ,I. (a) Quando À <Cd, non c'è pr-olticamentediffr-dZioneosserv;t.bi,
l'approssimazione dei raggi luminosi rimane valida. (b) Quando À - d, la dilli
diviene significativa.(c) Quando À Il> d, l'apertura si compòl"ÙI
come una sorgei,
tifonne che emette onde sferiche. '· · · · · · ·,,r
25.3 U~/l1·_uim1,
e ri/m:.ìrm,

no dall'apertura in tutte le direzioni. Si dice che l'onda uscente è apprezzabil-


mente diffmfl<L Infine, se rapermra è piccola rispetto alla lunghezza d'onda,
rapertura può essere appro.'l.~irnata come una sorgente puntiforme di onde
(Fig. 25.2t·). Pcrta1110.l"cffello della diffn1zionc ,, tanto più pro111111dalo
quanto
più il r,1pporto ti/,\ si awicina a zero. Simili effetti si vedono quando le onde
incontrano 1111 oggetto circolare opaco. In questo caso, quando A<!! d, l'oggetto
pmieua un'ombra netta.
t·approssimazione dei raggi luminosi e l'ipotesi che A<!! ,lsarnnno usate qui
e nel Capitolo 26, trattando entrambi i capitoli di ottica geometrica. Questa
approssimazione è ottima per lo studio di specchi, lenti, prismi e strumenti otti-
ci composti, come telescopi. macchine fotografiche ed occhiali. Torneremo
sull'argomento della diffrazione (dove A"' d} nel Capitolo 27.

25.3 • RIFLESSIONEE RIFRAZIONE


Riflessione della luce
La Figura 25.3a mostra dei raggi luminosi di un fascio di luce indclcnli su una
superficie lìsda. speculare e riflettente. I raggi riflessi sm10 llllli paralleli, rnm<·
indicato in figurn. La rifks.,iom· della luce da una supcrlki1· liscia è..•d1iamata
riflessione speculare. D'altro canto se la superficie rifleuenu: è ruvida, come in
Figura 25.3b, la superficie rifletterà i raggi in varie direzioni. La riflessione da
qualsiasi superficie rmida è nota come riflessione diffusa. Una superficie si
comporterà come una superficie liscia fintantoché le rugosità superficiali sono
piccole confrontate con la lunghezza d'onda della luce incidente. Fotografie di
riflessione speculare e di riflessione diffusa usando luce laser sono mostrate
nelle Figure 25.3c e 25.3d.

(e)

!IW1'25.3 Rappresentazione schematica di (a) riflessione speculare, dove i raggi


lessi sono par.ilie li tra loro. e (b) riflessione diffusa, dove i r.iggi riflessi viaggiano in
rezionicasuali. (e) e (d) Fotografiedi riflessionispeculare e diffusausando luce laser.
otodi Henryuap,Jim I..1hman, fwr gm1.amc.)
750 Capitolo 25 . ,Rijlessio111
e rijrta.iu11e
dtlill l11re

Norina!~· ._.. : Si cc>1Ìsiderino i due tipi di riflessione osselY,lbili da una superficie stradale
.men~ si guida un 'auto di notte. Quando la strada è asciutta, la luce dei veicc>li
'.frontali è dilfus.'\ dalla strada in differenti direzioni (riflessione diffusa) e la str.i-
da è ben \·isibilc. In una notte piovo.~a. quando la str.ida è bagnata, le irrt•gola-
rit,ì dcllu strada s,mo riempite d'ac<1m1.Poiché lu superficie clcll'ac<1ua è molto
liscia, la luce subisce riflessione speculare, e il bagliore della luce riflessa rende
. la strada meno visibile. Tratteremo solamente la riflessione speculare, ed use~
mo il termine ·njle.ssion, per intendere proprio la riflessione speculare.
Consideriamo un raggio luminoso che viaggia in aria ed incide con un certo
Figura25.4 Secondo la leg-
angolo su una superticie piana e liscia, come in Figura 25.4. I raggiincidente e
1 = 11,.11
ge della riflessione, 11
r.aggio incidente, il raggio riflesso formano angoli 81 e 8j, rispettivamente, con una linea tracciata perpen-
rillc!llloe la normale smnno .dicolannente alla superticie nel punto dove il r.1ggio incidente colpisce la super-
sullo ste~ piano. ' ficiè. Gli esperimenti mostrano che l'angolodi riflessione è ugualeall'angolodi
iac:idema, cioè, ·
./1~).~}~_ti [25.2)
:-··' -'•. ~ . ~ ... : :_: •• • . • l . '

: ·.fei ç1>n~nzione, gli angoli di incidenza e di riflessiom:' si 'misurano rispetto a1i.


riormalè alla superficie ~iu~tosto che rispetto alla 5uperticie steilsa. · ·

Esempio 25.1 , D raggio .•~il~ ~ due volte i ,


Due spf'<'rhi rormano un angolo cliI~· come in Figur.a Ragionamento
e soluzione Dalla lcf!KCdella rillt•Mio-
25.5. lln rn1o;inè incidenle sullo specchiò M1ad un an- ne, ai Vl'de che il primo mKMioforma un angolo di 65"·
golo di (i5° rispetto alla normale: Trovare la dire-1.ione con la normale. Co.sicchi•,st.-gueche questo stesso r.ig-
del mggio dopo che è s1a10riflesso ètaliò spt-cchio M2• gio.fom1a un angolo di 90° - 65°, ossia 25", con l'oriz-
1.ontale. Dal trim1golofonna10 dal primo raggio riflesso
e dai due specd1i, si vede che il primn mggio rillt.'550
fonm1 un angolo di 35" con M2 (poiché la somma degli ·
angoli imerni di un qualsia.1itriangolo è 180"). Ciò :
significa che queslo r.iggio forma un angolo di 55° con ,
la nomiale a M2• Dalla legge della riflessione. !!Cg\teche .
il secondo r.1ggioriflesso forma un angolo di 55° con la.1
normale a M2• Infine, confromando la direzione del;
raggio incidente su M 1 con la sùa direzione dopo la1
rifles.1inneda M2, vediamo che il r.iggin è molato d,-j
120°,cor,·ispondente all'angnln tr.ai due specchi. '

M1 .. ;·; ':·:.-,. ·.:::-~ .; .-


Figura 25.5 (Esempio 25,l)°Gfl liplfcèl)i.~1ed M2 for-
mano LIII angolo cli 120°Ira l~;ò. · · , :.',.! ·

Rifrazione della luc~


Quando_ un lascio cli luce incide su una superficie di separ.izione tra due .
d~rai, dà Qrigine ad _unfasciorifl~s.,o dal meizo d'inçic:lctnµ. un fastio' .ea
lonel sècondo mezzo, se questo·è tr.a.•parente, comein' F'igtira·25.6a.Il ..
luminoso che entru nel secondo mezzo è detto rifratto. Il raggio incid
raggio riflesso ed il raggio rifratto sono contenuti nello stesso plano. L'
di rifrazione, S..,in, Figura 25.6, diperide dalle proprietà dei due mezzi·.·
l'àngolo d'incidenza secondo la relazione ,\;-
25.3 /li/le.ui1111,
, ri/m1io11r 751

Ral!llio Nomialc Raggio


inddt:ntc riflc.-:r..,n

B
R.ugJ,riO
rifratto

(b)

Figura25,6 (a) Un raggio incide obliquamente su una superficie di separazione aria-


vetro. Il raggio rifratto è deviato ,·eno la normale perchf ~ > n1 e ,,, < v 1• Tutti i raggi e
la nonnale stanno sullo stesso piano. (b) l.a luce incidente su un blocco di lucite viene
deviata sia quando entra nel blocco sia quando lo abbando1m. ( /-lm,y Ullp •Jim /.ehma11
J>er
/(l'II/, CIJIIC,)

Sl'Jl 6.!
(OS(Ullll' (25.3]
S{'ll Il,

dove v 1 è la velocità nel meao I e IAzè la \'elocit.ì nel mezzo 2. La i;coperta speri-
mcntak cli questa relazione è: usualnwnte accreditata a Willehrorcl Snell
( 1591-1627) ccl è perciò nota come legge di Snell.
La traiettoria dì un raggio luminoso attraverso una superficie rifrangente è
reversibile. Per esempio, il rnggio in Figura 25.6 viaggia dal p111,110 A al punto B.
Se il raggio fosw originato in 8, seguirebbe la stessa tmiettoria per raggiungere
il punto A. Nell'ultimo caso, tuua,ia, il mggio riflesso starebbe nel vetro.
Quando la luce passa da un mmeriale in cui la sua vclodt.ì è maggiore a 1111
matelialc in cui la sua velocità è minore, l'angolo di rifrazione, /1. 1 è minore
dell'angolo di incidenza, come nu>.~trntoin Figum 25.7a. Se il ra1-,rgio passa da un
mmerialc in rni ,·iagbriapiù lentamente ad un materiale in rni via1,,;iapii:,rapida-
mente, esso si allontana dalla normale, come mostrato in Figura 25.7b.

~ormalt• Nornmlc.·

Figura25,7 (a) Quando un


fascio. di luce: passa dall'aria
,d ,•ctr<,,la sua tr~icuòria (•
de\'iala verso la nornmlc. (h)
Quando il fascio passa dal
,·c:tro all'aria, la sua traietto-
ria si allontana dalla norma-
(a) (b) le.
752 Capitolo 25 Jliflnsi01iee rijrm.io11, lu,.,.
1/e/111

Il comportamento della luce quando passa dall'aria ad un'altr.i soMmm, e


poi riemerge riell'aria è spesso causa di confusione per gli stuclenli. Vediamo di
capire che cosa succedé, dal momento che questo comportamento è molto
diverso da altri eventi della nostra vita quotidiana. Quando la luce viaggia
nell'aria, la sua ,·clocità è uguale a 3 x 108 m/s; la sua n•lodtà si rid11n· a l"ir.-a
2 X ION111/sentrando in un blocco di vetro. Quando la l1Kt· ricnwrgc nell',iria,
la sua velocità aumenta istantaneemente al suo v-.aloreiniziale di 3 x 1o"m/s. Ciò
è molto diverso da quanto accac:iè-, 'per esempio, quando un proiettile è spar.ato
I.a matita parzialmente im- attr-.tverso un blocco di legno. In ql.lC!ltOcasola velocità del proiettile diminuisce
mersa in acqua appare spez· mentre si muove attraverso il lecm.o·po· iché una parte della sua energia originale
zata poiché la luce viene -o··
rifratta quando attraversa il · · sene per piegare le fibre del legno.Q.wlndo il proiettile riemerge nell'aria ha la
confine fra acqua e aria. .:velocità che ayeva al momento di uscire dal legno.
(/im Lehman)· Al fine di vedere perché la luce si comporta in tal modo, si consideri la
· · Figura 25.8, che rappresenta un fascio di luce che entm in un pezzo di vetro da
·sinistra. Una volta d~ntro il vetro, la luce può incontrare un eleumnc lc:gato ad.
·.,u_qatomo,.ii1fjiicato i:~mi!:°punto A nella figura. Supponiamo che la luce sia
· !-°asaorbiliùiail'àtomo,:ilche causa l'oscillazione dell'elettrone. L'elettrone oscil-·
·.;.'lante agisce allora come un 'antenna che irradia luce verso un atomo che sta nel
· punto ,a qui la luce è di nuovo i~'IS<>rbitn dall'atomo che sta in quel punto. I det-
tagli cli questi a!ISOrbimenti ed emill.~ionisono meglio spit-gati in termini cli mcc-
canic,1 quantistica, un argomento che studieremo nell'ultima pmw cli questo
test9. Per ora è sufficiente pensare a un processo in cui la luce passa eia un
atomo all'altro attraverso il vetro. {I.a situazione è in qualche modo analo1-,rnad
umi garn cli staffetta in <:uiun bastone ,·iene pas.'llll<>
eia un n,rriclon• ml 1111ahm
Figun 25.8 Luce che pas.'l.1 della stessa squadra). Sebbene la luce ,-iaggi da un atomo all'altro con una velo- .. '·
da un atomo ad un altro in cità di 3 x IO"m/s, i processi di assorbimento ed emissione della luce eia parte;_,
un mezzo. I punti sono elet- degli atomi richiedono del tempo. Alla fine il risultato è di abbassare la \•elocità . '.
troni e le frecce verticali rap-
presentano le loro oscillazio- della luce in un certo tipo rli\·etro a 2 x IO"111/s.Una mlm che la luce riemerge ..
ni. nell'aria, gli assorbimenti e le emissioni ces.~ano e la sua n•lodtà torna al valore :
originale. '.'. ·

TABELLA25.1 Indice di rifnzione di varie sostanze misurato eon luce 'df}


lunghezza d'onda nel vuoto Ao= 589 nm · · -.;

i\' . Indice cli


. ~~-:-·:;·/ rifrazione Sostanza

Solidi a 20°c Liquidi a 2o·c

Zirconia cubica 2.21 Benzene: 1.501


Diamante (C) 2.419 Solfuro di carbonio 1.6211
Fluorite (CaF2) 1.434 Tetracloruro di carbonio 1.461
Quarm (Si02) t.4r.R Almo! etilico 1.361
\'1.•1n,. 1. ro\Xll 1.52 Glkerim, 1.473
. Vetm,llint Scimppo di mais 2.21 ...·•l, .

1.sss·..,i\ '
l.6fi
Ghiaccio (Ht<)) 1.!!09
).49
Acqua '·'I·"
-.i'\ '
Polistirene
Clo.-uro di sodio (NaCI) 1.54•1 Gas a o·c, l atm ;; ·
Zircnnc 1.923 Aria J.()(I029~~,:
Anidride carbonica I ,00045.,_-
. ~·
25.3 f{ifl,.uùm,·r ri/m:11111, 753

La legge della rifrazione


I.a lul'c pa~o;anl<'da 1111mezzo ml 1111 altro è rifrnua poiché la \'clocilà della luce è
di\'.,rsa ll<'i due 111t·11i.111elli.·lli, la (un· ,·iaggia alla sua n·lndtà massima nel
ddiuir<" l'indice di rifrazione. 11, di 1111 1111·11.o
,·11010.~:1·0111·,·ui,·111,· ,·01111· il rap-
pn1 to

vcloci1à clella luce nel vuoto


Il 5 (25 ..4) • Indicedi rifra:ione
velocità della luce nel mezzo li

Da questa deli11izione vediamo che l'indice di rifrazione è un numero adimen-


sionale maggiort· cll'll'unità poiché 1,è st•mpre minore cli r. lnoltn•, n è uguale a
uno per il vuoto. Gli indici di rifrazio11e per varie sostanzt• misurnti rispetto al
\'Uoto sono clenrnti i11Tabella 25.1.
Mentre la luce viaggia da un mezzo ad un altro, la frequenza della luce non
cambia.Per ,·edere pt:rd1é ciù acrnde, si consideri la Figura 25.H.I fromi d'onda
passano vicino ad 1111 certo osse1vatore che sta nel punto A nel mezio I con una
n·rt.1 frequenza t·d i11ddono sulla superficie di separazione trn il mc:r.zo I cd il
m<·zzo2. I.a f'rt•qm·11za•·on cui i fronti d'o111h1passano ,irino ad 1111st•coudo
ossi•1vatorc dic st.i nl'I punto li nel meno 2 dl'n- uguagliare· la frequenza con
C'lli arri1.111011d p111110,I 11<'1nwzzo I. S,· cosi 11,m foss<·. o i fronti d'onda si
a111111m·d1i<·n·bhero sulla supt·rlidc di scparnziom· o sarebhl'ro distrutti o crea-
ti. Poichi• 11011esis1,• 11ess1111 mecrn11is1110rht· li1<Tiaaffad<·n· dò, la frt•quenza
clt·1·,·t·ss,·n· ,·os1.i111t·qua11clo un raggio cli l11n· l'""·l da 1111 nw,.1.o ad un altro. Figura 25.9 Quando un
l'cl'C'iò, pokhC:· la rt'lazion,• 1•; /A clt•\'t' ,·~"'' ,. la sll'ssa in t•ntramhi i mezzi e rromc d'onda si muove da
poiché fi =h =.f.si n·1k dl<' un mt·1.1.oI ad un mezzo 2, la
sua lunghe,.ia d'onda v,uia
('
nm la :illi\ frequenza rimane
'-'Ostante.

clon· gli indici I ,. !! si rikrisn1110 ai due 11\l'ZZi.l.' na relazione trn indice di rifra-
zione t· l1111ghe1.za cl'onda può t·sscre trm,lla clil'idendo membro a membrn CJlH.'-
ste dm· t•quazio11i l' fan·mlo uso della defi11i1.i01wdi indice di rifrazione data
dall'Equazione 2!'>.4:

(25,5)

ildwclà
(25.6)

Se il mt•zzo I è il vuoto, o per tutti gli scopi pratici l'aria, allora 111 = I. Per cui,
dall'Equazione 25.5 segue che l'indice di rifrazione di qualsia\i mezm può ellSt.'-
re espresso come il rapporto
~<À1

(25.7) F'igura 25.10 Diagramma


schematirn della riduzinntdcl-
la lunghezza d'onda quando
la luce viaggiada un mt-uo di
dovt• A11è la lunghezza d'oncia della luce nel vuoto e A.è la lunglu-zza d'onda nel ballso indice di rifrazione ad
me:r.zoil cui indice di rifrazione è n. Una rappresentazione 11ehematica di que3ta uno di indice di rifrazione
riduzione nella lunghezza d'onda è mostrata in Figura 25. IO. maggiore.
754 Capitolo 25 Hifl,.,.,itmee rifrcai1111e
tle/111
luce

Siamo or.i in grado di esprimere la legge di Snell (Eq. 25.3) in una forma·
alternativa. Se sostituiamo l'Equazione 25.5 nell'Equazione 25.3, otteniamo

Leggedella rifrazione • (25.8]


di S11ell
Questa è la forma più ampiameute usata e più pratica della legge di Snell, poi-
ché essa è espressa in funzione dei valori di n.

·~t:-:,!~ti
F~~ttJt!~i'li;i,,:,/'h/;iih\\iiNif:\i~
·
Un osservatore sulla spiaggia rivolta a ovest di un grande lago sta guardando l'inizio
di un tramonto. L'acqua è molto tranquilla eccetto in alcune aree con piccole incre-
spature. L'osservatore nota che certe aree dell'acqua sono blu e altre sono rosa.
Perché l'acqu~_ape,are di'diversi colori in diverse aree? • 'L.,,.{f
1

Ragi-.nento ,] di~rsi colori sorgono dalla riflessione speculare e da quella diffu.. · •')
sa. Le aree con acqua tranquilla rifletteranno specularmente la luce proveniente da ·.,\
ovest, che, al tramonto, à una luce rosata, Le aree con piccole increspature diffon,- /·
deranno la luce . Quindi, verrà diffusa, verso gli occhi dell'osserv,llore, la luce pro, ..
veniente da tutte le.parti del cielo. Poiché, all'inizio del tramonto, la maggior part~ ..,
del cielo sarà blu, queste aree appal'irnnno hlu. ,,,

Quando di notte guardi aumverso i vetri delle finestre, spes.'IOvedi una immagine ,
doppiadi te stesso. Perché? ·

RagionamentoAwiene sempre una riflessione ogniqualmha ,; sia una superficie


di separazione fra due mezzi ottici. Per i vetri delle finestre, ,·i sono due di tali super·
lici. La prima è costituita dalla superficie interna del vetro e la seconda dalla superfi- · n;
cie esterna. Ciascuna di queste superfici dà luogo a un'immagine. ·
-------------------------------~·-{·
PROBLEMA
CONCETTUAlE
1 •·'li
~-\
Perché si usano le maschere per o.,scrvare in modo chiaro so11'acqua? Una maschera è'._:
làtt;1con un pe1.1.odi vetro piano; 11011 vi sono lenti in una ma.,chera. ··

PROBLEMA
CONCETTUALE
2 /,,,fr
-!m....,.NI !CIP J i bb.SWIH
-:·•
.'•'-1
Quando la luce del Sole passa attraverso l'atmosfera, si rifrange a causa delle piccole dif;,./J
ferenze fra le velocità nell'aria e nel vuoto. i.a lunghezza ottiradel giorno è definita co~t)
l'intervallo di tempo fra l'istante in cui la parte superiore del Sole è appena vlsibi~
sull'orizzonte e l'istante in cui la parte superiore del Sole scompare appena sotto l'o~f~
zonte. La lunghezza g,mnetrica del giorno è definita come l'intervallo di tempo fra l'.~~
te in cui una linea retta geometrica tracciam dall'osserv.ttore alla elfettiv-.tparte superio-;j
r<·del Sol<.·lasda l'ori1.zontc e l'istante.•
in <.·uiquesta li1u.-a sotto l'orizzon~: j~
si it11m<.•rgt'
Qual è più lungo o più breve, il giorno ottico o quello geometrico? .. ·,_'.:;

PROBLEMA
CONCETIUALE
3
•ftM\lfflll\Ul=-n;~- NUH I
Se 1111fascio di luce di una data sezione entra in un me1.zodiverso, la sezione de'
rifratto è diversa da quella del fascio incidente. È più gr.mde o più piccola, oppu~ .·
è una definita direzione della v-.triazione? , ,','.
25.3 lli//r.uitm, r ,;fm:iu11; 755

Esempio 25,2 Una misura dell'.mdice di rifrazione


Un fascio di luce di lunghcz,m d'onda 550 nm che si 111SCII 111 SCII 40,0° 0.&13
propaga in aria inddc su una lilstra cli nmtcrialc tra:iipa- ••J~ --- = ( 1.00) --- ~ -- = 1.47
rcnl<·. Il liL'«:ininridt·ntr l'orma 1111 angolo cli -lO.o·•
ron Sl'll IJ.J SCII 26.0" 0.•J:18
In nurnmk, t~tlil fasdn rifratto lunna un m1golo cli 2fi.0"
con la nonnak. Trow.rc l'indice di rifr.izione del mate- Se si confronta questo valore con i dati in Tabella 25.1,
riale. si vede che il materiale è probabilmeme quart.0.

Soluzione La leggt· di Sncll della rifnuionc (E<J,25.8) ESERCIZIO1 Qual è la lunghezza d'onda nel mate-
con questi dati ~,i riale? Risposm S74nm.

Esempio 25.3 La velocità della luce nel quarzo


Luce di lunghezza d'onda 589 nm nel vuoto passa attra· SoluzioneSi può usare l'Equazione 25.7 per calcolare
verso un pezzo di quarzo ( n = 1.458). (a) Trovare la · là lunghe1.za d'onda nel quarzo, notando che è data la
velocità della luce nel quarzo. lunghezza d'onda nel vuoto A11= 58!1nm:

Soluzione La vclucità della luce nel qm,r,o può es.~crc ,\ 11 589nm


facilmcmc ollcnum clall'Ec1ua,iunc 2r,.<1: "· = -- e --- = ';:4.Q4,·nm
n 1.458
:tOO· IO"m/s
tJ = ESERCIZIO2 Trovare la frequenza della luce che
11 1.45!1 passa attraverso il quarzo. Risposrn 5.09 x !0 14 Hz.

(b) Qual è la lunghczw d'onda di questa luce nel


quar1.o?

Esempio 25.4 Luce che passa attraverso una lastra


Un lascio di luce passa dal mezzo I al mezzo 2 aunwer· Soluzi- Dapprima utili1.ziamo la legge di Snell per
so una spessa lastra di materiale il cui indice di rifr.izio· la superficie superiore:
ne è "2 (Fig. 25.11). Mostr.ire che il fascio emergente è
parallelo al fascio incideme. n,
( I) st•n 1/.i= -- SCII 111
''2

Applicando la legge di Snell per la faccia inferiore si ha

,1,,
(2) senll~=~senf/..z
.,\''
•,','
111

',,/ Sostitiwndo ht (I) nella (2) si ha


d '
'

Figura 25,11 (F.sempio 25.4) Quando la luce pas.'ll1


aur.1verso una lastra piana di materiale tr.isparcntc, il
fast:io ,·mcrgente è parnllclo al fascio incidente, e perciò OliSia,11:t= 6 1, e co!IÌla lastm non altera la direzione del
61 = IJ:i.I.a linea trallcggiata r.ipprescnta il percorso che fast:io. Produce, tuttavia, 11110 Kpostamento del fascio. Si
la luce seguirebbe se non ci fosse la lastra. ottiene lo stesso risultato quando la luce passaattraver-
so strati multipli di materiali.
756 Capitolo25 llij/t.ttimi, e rifmzfo11e
1/ell,1lurr

25.4 • DISPERSIONEE PRISMI


Un'importante proprietà dell'indice di rifrazione è che il suo valore in qualun-
que mezzo che non sia il vuoto dipende dalla lunghezza d'onda della luce.
Questo fenomeno si chiama dispersione (Fìg. 25.12). Poiché n è una fu111ione
della lu11glwzzad'onda, la legge cli Sncll indica che la luce di diverse lunghezze
d'onda viene deviata di angoli diversi quando incide su un materiale rifrangente.
Come vediamo dalla F'igu,ra25.12, l'indice di rifrazione diminuisce all'aumenta-
re della lunghezza d'onda: Ciò significa che la luce blu (À ==47011111)viene devia~ ,,_;;_:-_f:_
ta dì più della luce rossa (Aai 650 11111)quando attraversa un materiale rifran- ..

gen;::. capire come la dispersione possa influenzare la luce, consideriamo ciò · ._·.:;:_·:,t.,_i_·_'.'·,\ìl_:_
..

che accade quando la It!ce incontra un prisma, come in Figura 25.13a. l:n sin- .
golo raggiò_diluce che incide _sulprisma da sinistra emerge deviato dalla sua ori~
ghiaie direz_ione.di u~ ,ingoio 8,.chiamato angolo di deviazione. Supponiamo, · )}fi
9ra 1 che pn fil/l~Ìodi luce bianca (una combinazione di n1tte le lunghezze .., ,
.:
·, ,._.,
, ~ 'on~ll,I:v,i$i}:,ili)
incida sbul
udnp r~sm~,~oT?de in Fig_ura2d5.l ~b. Ad~a~~ddena disper- ·,.~.:·,::_·,·,;_::
·1·.,/
s1one; a to.mponente. u e 1,ascio mci e_nteviene evima I pn, e 11
~

a compo-
nente rossa e i raggi èhe·emergono dalla seconda faccia del prisma si diffondo-·
no in una serie di colori nota come spettro visibile, come è mostrato in Figur1
25.14. Questi colori,' in ordine di lunghezza cl'oml.1 clecresce111e,sono: ros.'10,
aranci9 1 gi!i,IIO, verde, blu, indaco e violetto. Evidentemente, l'angolo cli clc\ia;. ·i,
, zion~, 8, ~iperide dalla lunghezza d'onda. L'l luce violetta (À ==400 nm) \iene _::_},i;_'.:
cleviata'di più, la luce rossa (A== 650 nm) viene drvi.ua cli meno e i rt,stmni mio- ,
ri dello spettro visibile cadono dentro questi estremi. ,, ·
La dispersione della luce in uno spettro viene dimostr.ita vividamente in ::/) ·
natura nella formazione di un arcobaleno, spesso visto eia un osservatore posto
fra il Sole e la pioggia (vedi pag. 746). Per capire come si forma 1111arcobaleno, ,
consideriamo la Figura 25.15. Un raggio di luce colpisce una goccia d'acqua _:,;r- i
nell'atmosfera e viene rifratto e riflesso nel modo seguente. Esso viene prima :./. .;
rifratto dalla superficie anteriore della goccia, con la luce violetta maggionnen- >:/i
te deviata rispetto alla luce rossa. Sulla superficie posteriore della goccia, l.1luce }\j
, ..~i:1.'
.' I
Figura 25,12 Varia,.ione dell'indice
di ti frazione con la lunghcna cl'oncl.,
nel vuolo per Ire malcriali. n
1.54

1.52

1.50

1.48

1.46

..L.J ....LI I L
200 900 400 500 600

~nm
25.4 l>i,J1mitme, /1ris111i 757

Luce
bianca

(a) (b) (e)

Figura 25.IS (a) Un prisma rifrange un raggio di luce e lo de\·ia di un angolo 8.


(h) Quando la luce incide su un prisma, la componente blu è deviala di più di quella
ros."1.(e) Luce di diversi colori passaattr,iverso un prisma e due lenti. Quando la luce
passa attraverso il prisma, le divene lunghezze 'd'onda sono rifratte ad angoli diversi.
(Dm>idParlu-r,SPL/Photo1leMtmhl!TS)

l.uce
bianca.

(il) (h)

Figura 25.14 (a) Dispersione di luce bianca da un prisma. Poiché II mria con la lun-
ght·zt.a d'onda, il prisma disperde la luce bianca nelle sue componenti spellrali. (b) I
vari colori vengono rifratti ad angoli diversi perché l'indice di rifrazione dipende dalla
lunghezza d'onda. La luce blu viene dC\iala più di quella ro.,;sa,(Fmografiadi &usch,
l,omb, p,rgml. eone.)

viene riflessa e ritorna alla superficie anteriore, dove subisce ancora una rifra-
zione mentre si muove dall'acqua all'aria. I raggi lasciano la goccia in modo tale
che l'angolu fr.i la luce bianca incidente e la luce violetta più intensa che lascia
la goccia è 40°. e l'angolo fra la luce bianca incidente e la luce rossa più intensa
è 42°. Questa piccola differenza angolare fra i raggi di ritorno fa sì che vediamo
l'arcobaleno.
R
V

mgionata
.f.Jsica' f.' ..·_--........
-··-------.-~-----------·
.
Quando nn fascio di luce entra in un prisma di vetro, che ha i lati non paralleli,
l'arcobaleno di colori che emerge dal prisma è una testimonianza della dispersione
che avviene nt'I vetro. Supponiamo che un fascio di luce entri in una lastra di mate- Figura25.15 Rifrazionedelìa
1i.1lccon i lati pamlkli. Quando il fascioemerge dall'altro lato, viaggiando nella stes- luce solare da parte di una
sa direzione del fascio originario, vi sarà una qualche evidenza di dispersione? goccia di pioggia sferica.
758 Capitolo 25 Rijli<uin11,
, 1ifm1i1111,
de/In /tue

l.a."tr-1
trd5pan:nte

,'
·.·/,ì, I
.)
. F"tglira25.16 (Fisica ragionata 3)

. ·.· :RcigiOf!Gmenk!
A causa della dispersione. la luce all'estremo \'ioletto dello spettro
avrà un angolo di rifrazione maggiore quando <'ntra nel ,·ctro lispello alla luce
dell'cstrèmo rosso. Tutti i colori della luce rilornernnnn alla loro dindo11, cli propa-
gazione ,originaria nella ril'r.1zionccontraria \'l'l'5<> l'aria est<·nm. Quindi. il fasdo
emergénte·satà prewlentemente bianco. Ma lo sposmmcnto risultame nclh1/mshi<>-
.·m della luce violetta lungo il bordo della hLstra53r.ì maggiore cli c1ucllodella luce
·rossa. Per cui, un bordo del fascio di uscita ;l\1'Ì1 una prcmknrn cliblu (esso apparirà
blu piuttosto che ,ioletto, poiché l'occhio 11011 è: molto sensibilc ;,Ila luce ,·iolctta),
mentre l'altro bordo avrà una prc\'alcnz,, di ros....,.o. Qllt'~to t.·ffcuo è inclic.:iltnin
Figura 25.16. È la colornzionc dei bordi del fascio di uscita dclh1 luce bianni che L'\'i•·
denziano la dispersione.

tt<>~~c~~At!.~ ·, ·1_~.:.t_~.~_:.:.~_:_:,•

Nei materiali dispersM. l'angolo cli rifrazinm· pc·r un raggio di luc<' dip<·nde dalla lun-.
ghez1.ad'onda della luce. L'angolo cli rillcssim1<·dalla supcrlicit· cld materiale dipcnd~ ' i~ ·,1
dalla lunghe-a.\ d'onda?

25,5 • IL PRINCIPIODI HUYGENS : ,)·


.,,'(
In questo paragrafo, svilupperemo le leggi della riflessione e della rifrazion~
usando il metodo geometrico proposto da Huygens nel 1678. Huygens assun; ·.
che la lun· rosse una rl'rta ror111adi molo 011tlulatorio piuttosto che un fascio di·'<_
particelle. Non ave\•.ialcuna conoscenza sulla natura della luce e del suo c ·. ·' · ·
Christian Huygens
tere elettromagnetico. Tuttavia, il suo modello ondulatorio semplificato è
guato per comprendere molti aspetti pr.itici della propagazione della luce.·. {
a,.
( lfì~!J-16!15) (/',r /(l'II/. rm,r, ,lrl
v,10rt/1 QschWlmiJ
Rijlum11.1n11n Il principio di Huygens è una costruzione geometrica per determinare,
,;_~ Nalur,rw,/nuch,w,m. Ptr g,nl, posizione di un nuovo fronte d'onda ad un qualche istante a partire dalla COJ'!,
:itf''-MP Nie/sBohrUbrory) scenza di un fronte d'onda anteriore. Nella costruzione di Huygens, ''.::
25.6 lli//r.,sirm,lt1/11/, 759

A, B

!\:ncJ\'<>fronlt'
cl'c>nd.t
\',•cchio
,roml.i
front<•'
)
Nooi.'t>fronte.•
d"onda

i ...,,/-
•I I= 0

Al
(li) (h)

'onda piam1 d11· sì propaga ,·crso


Figura 25.17 C:os1n11iu11,·di lluyg,·ns pt·r (a) 1111
cl1•sirar (hl un'onda ,l(>rìca.

--------,
llllli i p11111i
su 1111rla10 fro11t('cromia si possono n,n,icl(•rnn· come sorgenti
d(•n1l·11taridi 011clt•skridic S(·ro11clarit'.che si propagano ,·erso l'estemo
1 co11la vclorità caratteristica cldk onde in qut"! mezzo. Dopo cht· è trascorso
u11certo tempo, la posizione ciel num·o fmnte d'onda è la superficie tan-
gente allt· 011c!1•
senmclarie emt·s.st'c!allt·sorgenti dt·rnt·mari.

La Figurn 25.17 i1111strn due semplici esempi della costruzione cli Huygens.
Consideriamo, dapprima, un'onda piana che si muove aura,·ers(1 )o spazio vuoto,
come in Figura 25.17a.A I= O,il fronte d'onda è indicato dal piano AA'. Ciascun
punto su questo fronte d'oncia è considerato una sorgente puntiforme. Per chia-
re7.7.a,sono indicati solo alcuni punti su AA'. Con questi punti come sorgellli
c!cllt·onclr st·c·onclark, tr.1n-ia1110clt'i t·erchi ciascuno di raggio e 61, dove cè la
vdodtà della luce nello spazio vuoto e 61 è il tempo di propagaziom• da un fron-
te d ·oncia al sucn·s.sivo. La superficie disegnata tangente a questt· onde seconda-
rie è il piano BB', che è parnllelo ad AA'. In un modo simile, la Figura 25.17b Yagura25.18 Onde sulla
superficie dell'acqua che evi-
nl!~strala costruzione cli Huygens per un 'onda sferica uscente. denziano le onde secondarie
Si 011iene una dimostrnzione convincente del principio di Huygens con di Hu~ens. Un'onda piana
onde sulla superficie dell'acqua come mostrato in Figura 25.J!!. Onde piane incide Aullabarrier.i con due
prodotte prima delle fenditure emergono dalla fenditura come onde circolari piccole aperture. Ciascunaa-
hiclimcnsiormli che si propagano verso l'esterno. pertura agiscecnrne 1111asm·-
gentc cli onde secmtchu-ie cir-
colari. (Erith Sthrt:mpp/Photo
lwarchm)
25.6 • RIFLESSIONETOTALE

l' 11dlc-110 inter<'li.santcchiamato riflessionetotale può verificarsi quando l.1luce si


propaga eia 1111mezzo cli un dato indice di rifrazione ad uno con un indice di rifra-
zione minore.Si consideri un fascio di luce che viaggia nel mezzo I e che incontra
760 Capitolo 25 Rijles.,ùme,rifrazitme1Mill luce

Normale

(b)
(a)

Flgùra25,19 (a) Un raggio da un mezzo di indice di rifrazione "• ad un mezzo di indi-


ce' di rifrazione tzoi;dove n 1 > tzoi,,\ll'aumentare dell'angolo d'incidenza, l'angolo di
rifrazione aumenta.finché Bi=90° (raggio 4). Per angoli di incidenza ancora maggiori,
./ . si·,verilica l;i riflessione totale (raggio 5). (b) L'angolo di incidenza che produce un
. ;utjJOlodi rifrazione uguale a 90° è chiamato angololimite,6,,

la superficie· che separa il mezzo 1 dal mezzo 2, dove n1 è maggiore di n.1 (Fig.
25.19). Varie direzioni possibili del fascio sono indicate dai raggi da I a 5, I raggi
rifratti si allontanano dalla normale perché n 1 è maggiore di 112• Inoltre, dovreste
ricordare che quando la luce si rifrange alla superficie di separ.u.ione tra due .
.· mezzi, è anche parzialmente riflessa. Per esempio, i raggi denominati 2, 3 e 4 in , . , .
Figura 25.19 sono panialmenteriflessi verso il mezzo 1, ma le componenti riflesse di· ',.,
questi raggi non sono mostrate. Ad un certo angolo di incidenza, 8,, chiamato · ·~ii
Angololimite • angololimite, il raggio di luce rifratto si muoverà parallelo alla superficie cosicché · ;/4;
8-.i=90° (Fig. 25.19b). Perangolidi inciden:amaggioridi fl,, il fascio è interamente · ·.-.:;;
riflesso dalla superficie. li raggio 5 in Figura 25.19a mostra questa circostanza. ,1
Questo raggio è riflesso dalla superficie come se avesse colpito una superficie per-' .. ; i~t
fettamente riflettente. Questo raggio, e tutti quelli simili, obbediscono alla legge 'jtlJ:
··della riflessione; cioè, l'angolo di incidenza è uguale all'angolo di riflessione. ':.
Possiamo usare la legge di Snell per trovare l'angolo limite. Quando 91 = 8,',' , :-.~
?;~,
1~1·
8..z= 90° e la legge di Snell (Eq. 25.8) dà :· /.ì't
. .'J.\1~t,
t'.:,,·
'>{
~
n 1 sen fl, = n.2 sen 90° ' ' I-.

(per n1 > "2)


Questa fotografia mostra dei
rnggi di luce non paralleli Si noti che questa equazione può essere usata solo quando n 1 è maggiore di 71tc:1:
che entrano nel prisma di
vetro da sinistra. I due raggi Cioè, la riflessione totale si verifica solo quando la luce si propaga da un mezzo.',
uscenti in basso hanno subì~ di un dato indice di rifrazione ad un mezzo di indice di rifrazione minore. Se 111 ;.
to una rillessione totale sulla fosse minore di n.2, l'Equazione 25.9 darebbe sen fl, > 1, il che è un risultatÒ),:
superficie obliqua del pri- assurdo poiché il seno di un angolo non può mal essere maggiore di uno. · '
sma. I tre i-aggi uscenti verso L'angolo limite è piccolo per sostanze con un grande indice di rifrazion .
destra sono rifratti sulla fac-
cia obliqua del prisma cd come il diamante, dove n =2.42 e fl,= 24°. Per il vetro crown, n = 1.52 e fl,= 41,:,
escono. (1-(enry Leap e jim In effetti, questa proprietà combinata con appropriate sfaccettature causa il~.·.
uhman, pergeni. cane.) cichio del diamante e dei vetri di cristallo. , ,) , .
25.6 Wfle.,sitm, /ola/, 761

.....

(a)
(b)

F'igura 25.20 Riflessione totale in un prisma. (a) li r.tggio è deviato di 90°. (b) La dire-
zione del raggio è invertita. (c) Due prismi usati come periscopio.

··'.:'.'_.,·,·.
Si possono usare un prisma ed il fenomeno della riflessione totale per cam- ··_,1·'
biare la direzione di percorso dì un fascio di luce. Due di tali pos.~ibìlitàsono
illustntte in Figurn 25.20. In un caso il fascio di luce è delles:so di 90° (Fig.
25.20a), e nel secondo caso la traiettoria del fascio è invertita (Fig. 25.20b).
Un 'applicazione comune della riflessione totale è il periscopio cli un sottomari-
no. In questo dispositivo, due prismi sono sistemati come in Figura 21i.20c, in
modo che un fascio cli luce liicidente segua la traiettoria mostrnt11e si possa
'\·edere oltre gli angoli".

Esempio 25.5 Una veduta dall'occhio di un pesce


(a) Trovare l'angolo limite per la superficie acqua-aria 11ell'o1riasopra l'acqua. A un angolo di 49°, l'angolo cri-
se l'indice di rifrazione dell'acqua è 1.!l!l. tico per l'acqua, la luce che raggiunge il pesce sfiora la
superficie clell'acqua prima di essere rifratta verso
SoluzioneApplicando l'Equazione 25.9, si trova che l'occhio ciel pesce. A 1111angolo maggiore dell'angolo
l'angolo limite v.,le critico, la luce che raggiunge il pesce arriva, via riOessio-
ne i111erna,allu superficie. Cosicché, a 60°, il pesce vecle
la riOcs.,ione di qualche oggetto sul fondo.
SCII IJ = ~ = __I - = 0.752
' n1 1.33

IJ, = 48.8°

(h) Usare i risultati di (a) per predire ciò che un


pesce vedrebbe se guardasse in su verso la superficie
dell'acqua ad 1111
angolo di 40°, 49°, e 60° (Fig. 25.21).

Ragionamento Esaminiamo la Figura 25.19a. Notiamo


che, poiché il nunminn cli un rng1-,,iocli luc~ è-n·,·,·rsihi-
k. la lun· cht• ,·iaggi.i eia! mezzo l! al me-t.zo I segue il
cammino mostrato in Figura 25.19a, ma nel veno op/1<>-
.<lo. Q11L'Stasituazione è illustrata in F'agura 25.21 nel
caso di un pesce che guarda in alto verso la superficie
dell'ucqua. Un pesce può vedere fuori dall'acqua se
esso guarcla verso la superficie a un angolo minore
dell'angolo critico. Quindi, a 40°, il pesce può vedere Figura25.21 (Esempio 25.5)
762 Capitolo 25 l/ijle.uio11e
e rifl'(u.io11e
tiellalii<'11

· Fibre o~che
Un'altra interessante applicazione della .riflessione totale è l'uso cli bacchette
di vetro o di plastica trasparente per "guidare" la luce da un posto ad un altro.
Come indicato in Figura 25.22, la luce ·è confinata a propagarsi entro le bac-
chette, anche lungo curve dolci, come risultato cli sm·t·essh·eriflessioni intl'rne.
Una tal<:"guicl,1di htce" sarà flessibile se sono usate libre sottili piuttosto che
bacchette spesse. Se un fascio di libre parallele è usato per costruire una linea
di trasmissione ottica,· si · possono trasferire delle immagini da un punto
Figura 25.22 b1 luce viag· all'altro. ·
gia in una bacchetta curv.i Questa tecnica è usata su scala industriale, ed è nota come fibre ottiche. In
trasparente mediante rifles- queste fibre c'è una perdita di intensità luminosa molto piccola, per effetto
sioni multiple. delle riflc;ssioni multiple. Ogni perdita di intensità è dovuta es.~enziahnente a
riflessio,,i ai ·c1uee*emi ed assorbimento da parte del materiale della libra.
Questi dispositivi sono particolarmente utili quando si desidera osservare
. un'immagin~, prodotta in luoghi inaccessibili. Per esempio, i medici spesso
:';,;usan,o.q~~*1,.,ecnka ~r _esaminare orgapi interni del corpo. Il campo delle
'i. (fibre ci.ttitM~~ ~vando l,ISOcrescente nelle.u:lecomunicazioni, poiché le fibre
'.·i ~nJ.'. w>itare. un,\ròlul'ne molto maggiore: di chiamate telefonichti o altre
· ·forme di comunicazione rispetto ai fili èlettrici.

__ t.y.!:'.·.:~::~.:t~¼~:~t:::
-,~}!I1~!5~~!~t~\~.'.:~_;
'.;~ ~::~·.:~t::·j{(
Un fascio di luce bianca incide sul bordo curm di un pcuo di \'Ciro sernirirrnlarc,
comè è ~OSIÌ'ato in Figura 25.23. La luce entra nella sup<·rfidc cun-a lungo la nor-
male, per cui non subisce rifrazione. Essaincontra il Imo piano nel centro di cun·.i-
tura del lato curvo e si rifrange nell'aria. Il fascio eh.- ani," si rnmwe in \'ersn or.trio
(cosicché l'angolo 6aumenta) e in modo tale che entri sempre lungo la normale >11
lato curvo e incontri il lato piano nel centro di curv.itura del lato cun·o. Qnando il
Fibre ottiche costituite di fili fascio rifratto si avvicinaalla direzione parallela >11 lato piano. esso diwnta piìorosso.
di. vetro vengono usate per Perché?
tr.isportare segnali audio e
video nelle reti di 1elcc,;imu-
nicazioni. Tipiche fibre han-
no un diametro di· 60 ·µin.·
(© Richard Mepia 1983,
Fu·ndt1menta/l'hotographs)

'
, I
j ..

,.
·!-

(i
.}..•

·t
:,!ji
Figura25.23 (Fisica ragionata 4) àt.~
763

RogionamenloQuando il fascio emergente si awidtm alln direzione pamllcla al


lato piano, l'angolo cli incidenza si awicina all'angolo limitt· per la rillc.s.,ionc totale.
M;t 11uando I~ luce pao;s.'\ attraverso il vetro si verilka la dispersione. [.'indice cli rifr.i-
zione per la luce all'estremo violetto dello spettn> \'isibilc ì, maggiore cli quello per
l't·•tremo ros•o. Di rnnseguenza, quando il fasdo t·m,·rgrntc si uwkina al lato
piano, la Iure 1·ioll'ttasuhisi,c la ri0t·ssio111·tomlt• pt·r prima. S<'gnirndagli ahri rolori.
I.a luce rossa ì, l'ultima a subire la riflessione totale, skd1é. proprio prima r.he il
fasdo emergente scompaia, esso sarà composto di luce pru,..,niente dall'estremo
ro.s.sodello spettro visibile.

.','·.:..~;;,i;_·.·--'----·-·_,._·'-'--.;··,\
. '.Fisiai_.'
..:~·-,·- '.:.--··--
l'na libm ottica consiste di un nuclt•o tr.tsparente, circondato da un rivalimmlo, che
è costituito eia un materiale con un ha= indice di rifrazione rispetto al nucleo. Vi è
all'ingresso della libra. I.a luce che entr.s
1111cono di angoli, detto ((,no1/inrrrll11zione,
;odangoli compresi dentro questo cono sarà trdSIJlessaattrJV(!l'llOla libra, '"~!llre la
luce che entra nel nucleo con angoli al di fuori del cono non verrà trd.SlllCS$ll,La
Figura 25.24 m•~•tr.t1111raggio di luce che entra nella lihr.i appena dentro il cono di
a<Tcttazione e ,mhiS<·ela riflessione totale all'interfaccia frn il nucko e il rivestimen-
to. Se fosse tecnologicamente difficile produrre luce che cmri nella libra con un pic·
n,lo in1,·n~1llodi angoli, come si pot«•hhero dimt•nsionarc gli indici di rifntzionc
11,·Inucleo e del ri,·,·stimento aflinché aumenti la dimensione del cono di accetta·
zione- si dovrebbero progettare pitì distanti o piìt vicini?

Ragionamento Il cono di an-t·tta,iom· do\Tt·bl,c diventare più grnnclc se l'angolo


limite ( Il,) nel diagn111111m
din·ntmi.st' piìt piccolo. Ciò può essere ottenuto rendendo
l'indice di rifrazione del iivestimento pii, piccolo, cosicché gli indici di rifrazione del
nucleo e del m-estimento differirebbero maggiormente.

Guaina

Rin'Min1c11to

Nuc1t•o

:''. i·t· ·-.:I, 11,,:··,.'1·


·)'·· ,·,1 ·.. ,:,.,,,; •!/

Flgura25.24 (r,sica ragionata 5)

SOMMARIO
l11ottica geometrica, usiamo l'approssimazionedel raggi, nella quale lL'ISUmiamoche
1111·onda ,·i.tKJ,ri
aun,vers.oun me1.zoin linea retta nella direzione cld r.iggi.Tra.«-urh,mo
gli dfotti della diffraziont', la qual co~1 è un'ottima approssimazione lintantoché la 11111•
ghezza d'onda è piccola rispetto alle dimensioni di una qualsiasi apertum.
764 Capitolo 25 llifles.vimi,e 1'ifimic111e
della lutt

L'indice di rifrazione di un materiale, 11, è definito come


e
n .. - (25.4)
V

<lovt•rè la ,·c.·lm:il;ìclclla lun~ nel ,11oto e vè li.\n.·lorirù ck1h1l11n·11l'Imc.·uu. l11gern·ra-


lc, -n\'aria con l.1lunghc:an d'onda comt.•

11 = 2!!._ (25.7)
-'•
dove Ao è la lunghezza d'onda della luce nel vuoto e A. è la lunght·zza d'onda nel
mezzo.
La leggedellarifleuione stabilisce che l'onda riflessa eia una superlicie ha un mago-
lo di nflasione,
8\, uguale ali' angolodi inddnw,., 81•
La legge di rifrazione, o legge di SneU, stabili,ice che

n, sen 81 " n.zsen /1.z (25.8]

, -Ì! ~j4'èBJ:l•DS stabilisce che tUtlÌ i punti di Un fronte d'onda po.'ISOnOe>-sere


~on'àld~tad cÒÌriti°sorgenti puntièormi di onde sferiche secondarie, In istanti Sllct'e>-,h'i,la
nu<llli(p&izlone del fronte d'onda è la superficie t.,ng<·rue a qucst<' onde secondarie,
·'La riflessione totale avviene quando la luce paso.1da liii mc,zo cli alto inclke di rifra-
zione ad un alt1·0 <liindice di rifrazione minort•. l.'.rnRoln minimo cli i11ddc.·n1.1.fJ,. pc.·r
cui avviene la riflessione totale alla superficie di ,iep.trnzionc è

SCII fl, = 112 (pt·r 111 > 11;) 125.9I


n,

DOMANDECONCETIUALI
I. Si può costruire uno specchio ad angolo pia1.zando go una direziont.· che forma un angolo nglmll~con le
tre specchi piani in un angolo di una stanza dove il due facce adiacenti, I' osse"1rturt• wde dm· p<·sciolini
soffitto incontra le pareti. Si mostri che indipenden- speculari l'un l'altro, come mostrdln. Spiegare que-
temente da dove vi mettiate nella stanza, potete sta ossen-azione.
vedeivi riflessi negli specchi rove,iciati alto-basso. [!I Quando la luce passa dal nmlo (" = I) ;1 1111mezzo
2. Nel 1969, molti specchi furono lasciali dagli astro- come il vetro ( n > I), la lunghezza d •onda della luce
nauti dell'Apollo 11 sul mare della tranquillità della V-dria?La rrequenza varia? La ,·dod1à \11ria? Spie-
Luna. C'.omepossono i ricercatori inviando un fascio gare.
laser dalla Terra misurare anche oggi ti, distanza 5. Spiegare perché un remo 11el1';1t-qua appart· sp,,zzato.
cl.11laTerra alla Luna? [[I Spiegar<' p<'rchi· un clianrnnl<' perde la maggior
:1, L'acquario rettangolare disegnalo in Figura D25.3 pane della sua Iure quando ,·it·n,· immer•o in bisol-
contiene solÌanlo .un pesciolino. Quando il pescioli- furo di carbonio, e pcrchi· 111rnimilazione di dia·
no è vicino a un angolo dell'acquario ed è visto hm- mame di zirconio perde tulla la s1rnIure in sciroppo,
di mais.
7. Un fascio laser che passa attraverso una soluzione
11011 omogenea di zucchero segue una traiettoria
curva. Spiegare.
8. Luce di lunghezza d'onda A incide su una fenditura,
cli larghl'n.il ,/. Sollo quali rondi1io11i la ft'nditun\
produrrà una signilkativa diffrazione? ,
9. Un fascio laser (A~ 632.8 11111) incide su un pezzo Hìl
fucile come in Figum D25.9. Parte del fai,cio è riflei-'.
sa<' pari<' rifrana. Cht· informazione si può onenctè'
da questa fotografia? ·.',l:
li livello dell'acqua in liii bicchiere tr.tsparente e!Jj,.
'1guraD25,3 incolore è racitmenre osservato ad occhio nudoA. \f
l'mt,/r111i 765

FiguraD25.9 I.a IUCl" di un fascio hL'll·relio-11.-011 (A =


li32.8 nm) incide su di 1111 bloct·o di lucitl". I.a fotngmfia
nus,trd l"ntrnmbi i raggi rifll-s.S<1 l" rifr.,110. Putt·te idt·111ifi-
rnrt• i raggi incidente, rilles.'IO,e rifrnuo? (H,nryl.1ap,ji,n
nm,·.)
l.rl1111an,p,rgr11/. F"tgW'BD25.18 (Ro11Chappil/1"PG)

li\-ello dell"clio liquido in un cmnenilorc di ,-etrc1 lii. I.a figura 25.15 rappresenta la luce solare incidente
t·l1iaro i· t•sn·t·1nat11,·ntcdiffidh· d.i ,·eden· acl (l<'chi<, <11 una gon-i;1d'ucqua nc.-ll'atmosfc.-m. U•ar,· k lcb,gi
11ndc1.Spit·gan·. ddlu rifraliunc ,. della riflessione cd il fallo che h1
11. "ii clt·"·rh.i 1111,·,,wrinwnto in <'l1Ì la riflt•s:,irnw 1n1al1· hm• ,ulurc n111si•u•di un ampio spcllru ,li lungh<'z-
<"U'iilla pt·r dt.·1c.·rmini1n·l"indic:c.·di rifrazione.· di 1111 ,.. d'oncia per db,cutcrc: la fonmuione degli arcoba-
lllC:-llO. lt·ni.
·12.' P,·rrhi- 1111climn:mrr 11111,tr.1lampi di rnlnn· 11mm1lu li. l'rr.-hi• 1wn·arcolmlt·nn i rnlnri ms.,i appaiono sullu
illumin.111,d., l,u 1· l,i.mt ~,tu clinm i.1! ,,..,.... nhu e i rnlmi ,·inlelli 1wlla purtc bmw1?
.!;'-! s,,i,..-~,1n·p,·n·hi· un din1m1111,· nu,~tra più ..lun·kl11t,- lii. <:.,m,• è p<•..•ibilc che ;1mite da 1111 aeroplano si possa
di 1111ui•mlln di ,·,·tro 1h•lla,u,..,11fimna t' dimt•nsinni. wd.-r,• 1111arcohalenu rirmlt111'C<>mplc1<1 (Fig. D25.18)?
·:[f' l't•rd,t' gli :t,trcmomi du· guardano I,· gahL..sit•distan- l!1. Quali sono le condizioni per la produzione di un
ti clknno di tl'1o!lot"l'\"an.· indit·tro nc.-1u.-mpo:" 111ir.tRMio? In un giorno caldo chl cnsa ,·cdl·lc <1uar1-
1

1.~-'. ( ·11·,·t·li"-'"·'",l;,1n· si ,·,·rilica 'lui.melo la I.una si tru,·a do •.._... n.11c "l'acc11msulla strJda "?
trii h, Tt·n,1 rei il Sol,·. ~1nstran· nm un <li,\\·gnupt·r- i~<J,jSupponimno di<' Ili sappia t·he una lun· di dm• colo-
d1(· ulnuw :m·,· dcllu Tt•1-ra,-edtmo una t'l·lis.wtota· ri ( X t• Y) allm\'t:t-siun prisma cli,•ctm e che X si ph,-
lt·, altre.·ill"l"t' n·dc1110 una cclis.~ par,iak· t• la maggior ghi pii, di r. Qualt• eolurc :111ra,'t:napiù lentamc111c
partt· ddl,· an·,· non ,·cdt· alcuna ~-clis.'ll'. ilpri!linm?

PROBLEMI
Paragrafo 25.3 Rinessionc e rifrazione r~
..I l.'n 111f,.'l(ill,li h1n• rnlpist·c 1111blocco cli
YCll"O pim10
I .Y,1111:in questo pamgmfo st• 1111 indie'.-di rifr:v.i11111·
non ,, ( 11 =
1.50), cli •pt•s.,m-..2.00 cm. a 1111 :mgolo di 30.0°
dutu. d •i rili:ri•.-a :,Ila T:1h.2:i. I). nm In 1wrnml,•.Tracciare il lilscin luminoso all.-avcrso
I. t•m, lun· gialla di lunght•tzu d'oncia nel moto 5K9nm il ,·etru t' trovare gli angoli di incidenza e: rifrazimte
incide: su una s111wrlicil•liscia d'acqua a 1111 angolo di per ciascuna superlicit•.
:15,0• con la ,·erticalc. Dt•tcrminarc il suo m1golo di lì. l.un· di l1111ghi,1.1,;1d'onda in arh, di 431\nm entra in
rifmziont· e h1s1mlungh1•z1.ad'onda in ocqua. 1111 \11sodi pesd riempilo d'acqua e quindi 1•sceaura-
!!. I .a lunghc1.za d •onda in aria del fa luce ms.sa elci l11ser ,·,•1-souna part'lc del ccmtcnitore di vt•tm c·mwn. Qual
nt·on-.:-lioè 632.K 11111. (al Qual <'la sua fn•qnl"uza; i- hl hmgh1•,1:i 1l'n111lnclclh1 lun• (u) nu•ntr,• i•
f.!11,11i: la hm,.;h,·11;,1cl'uncl.1 in 1111H'lln cl"incli,,. cli 1u-lLu '111,1 ,. (hJ mcrnn· i.·ud \'(•tre.,?
rilrn,imtt' 11= l.!iO?(e) Qu;il è I:,s1111 ,·dncit:ì 11eh·t•trc1? lJm1,·a,rn dlindrica con la parte superiore aperta ha
'.~I~l'n p11lnmbam .. ,u·acqm, ,·cdc: il Soll- ad un angolo 1111 diamcll"tl di 3.00 m ed è completamente riempita
upparcntc di 45.0° dalht verticale. Ou,-'è il Sole? d'm·quu. Quando il Solt• al tramonto raggiunge 1111
·I. l 'n r..,do last·r inddt• <·,m 1111 nngolo di 30.0' con la :mguln di !!K.O"•oprn l'uri,wnte, la luct• del Soli, cc11Sa
wrtiml,• in una soluziotlt' di sdmppo cli mais in 11cq11n. cli illurnitmrt· il fondo del contenitore. Quanto è
Se il fascio è rifrann a 19.24' con la verticale, qual è profonch1la v:Lsca?
l'indice di rifrazione della soluzione di sciroppo? K. L'11ngolt1tra i due specchi in Figura 1'25.8 è rcuo. Un
766 Capitolo 25 llijle.uitm,, rifmzfo11e,Mia /11r,

lasçio <!iluce nel piano verticale Pcolpisce lo specchio 12. Trov-<1reil tempo necessario allinché la luce auraversi
· I èorrie mo.strato nella figura. (a) Determinare la il blocco di vetro dc.seritto nel Problema 11. ·
distan:ra percorsa dalla luce riflessa prima di colpire lo 13. Il fascio di luce mostrato in Figura P25.13 forma un
specchio 2. (b) In quale direzione il fascio di luce si angolo di 20.0° con la normale NN', nell'olio dì lino.
muove dopo essersi rilk&m sullo specchìn 2? O,•termìnare gli angoli O e Il'. (L'indice di rifr.viom•
clell'oliodilinoè 1.48).

Aria
·. ·,òllò:dilino

.....-'/, . ·.:·.-.
. ·.Flgittà'
P25,8 '. ;
FiguraP25.lll
!l. Quante volte jÌ fascio incidente mostrato in· Figur.i
P'.?5.95'.'nì.
ri_0cssoda ci:Ìscuno degli specchi paralleli? 1-1. Due impulsi dì luce vengono emc.-s.,isim11ltancm111.•11te
eia una sorgente. Ambedue attr.1\'Crsano 1111 ri\·clatore,
Specchio ·Specchio: ma uno di es.sì attraversa prima 6.20 m dì ghiaccio.

T
Determinare la differenza temporak di anim degli
impulsi .il rivclmon•.
I:>. Un pezzo di filo è piegato di un angolo 8.11filo pk'g'.t-
to è parzialmente immerso in benzene (indice di rifra-
zione = 1.50) in modo tale che guardando lungo la
parte non immensa, il filo appare reuilineo e che for-
mi un angolo dì 30.0' cmi l'ori,zomale. Determinare
il ,-alore di 8.
I(i. Quando si guarda attr.ivenso una finestra, di quanto
viene ritardata la luce che •i vede per il fatto di do\'er
attraversare il vetro invece dell"aria? Stimare l'ordine
di granderta sulla base dei dati da specific-dre. Di
FiguraP25,9 quante lunghc,.ze d'onda viene ritardata?
1O. Un fascio di luce colpisce la superficie di un olio mine-
rale a un angolo di 23.1° con la normale alla superfi- Paragrafo 25.4 Dispersione e prismi .
cie. Se la luce lo attraversa con una velocità di 2.17 x 17. Uno stretto fascio di luce bianca incide su tm blocco di
108 m/s, qual è l'angolo di rifrazione? qu.ir1.<>a 1111angolo di 30.0° . TrO\-are l"allarg-.imentò. '
11. Quando la luce in Figura P25. I I attraversa il blocco di angolare del fascio all"interno del quarw.
. vetro, viene spostata lateralmente di una distanza tL Se 18. Un r.iggio dì luce colpisce il centro di una faccia di un'
11= 1.50, trovare il valore di tL prisma di vetro equiangolo ( n = 1.50) a un angolo di ,~
incidenza di 30.0'. Disegnare il percorso del raggio di'·.,
luce attr.l\'erso il vetro e u·ov-.iregli angoli di incidenzà :'.
e di rifrazione su ciascuna superficie. · ....;
li!] L'indice di rìfrnzione per la luce viok-tta nel vetro Oint1 :'
è 1.66 e l'inclic·" di rifrn1.iom• per la lun• rossil è 1.62. :
Qual è la dispersione angolare della luce ,·isìhilc ch5.;\
attraversa liii prisma con liii angolo al vertice di 60.0 '.'}j
se l'angolo di incidenza è 81 = 50.0°? (Vedi FIJ::N
P25.19). · '}i
20. Luce di lunghezza d'onda cli 700 nm incide sulla~ao, ..
ti eia di 1111 prisma di quarzo ad un angolo di 15,,.
FiguraP25.ll (rispetto alla normale alla superficie). L"angolo al· . ...
/'rnblemi 767

R ~ ,\ho
...
~-::"~~:t;'l:;:·:,;.i:
....
__..,.,, ..,.Bà
'.:~':_.
I 00
_J • Clii
~.OOcm
Figura P25.2S

dispt"rsione Paragrafo25.6 Riflessionetotale


Schermo 24. Calcolare l'angolo limite per i seguemi materiali
quando sono circondati da mia: (a) diamante, (b)
FiguraP25,19 ,·etro m111,(e) ghiaccio. (A.....,umcre ,\ = 58<Jnm).
ticc del prisma è di 60,0°. Usare il valore di n = 1.455 e [gIT)Si consideri un comune mir-.iggio formalo dall'aria
calcolare l'angolo (a) di rifrazione a questa (prima) surriscaldata sopra il manto stradale. Se un osservato-
superficie, (b) di incidenza alla seconda superficie, re da 2.00 m sopra la stmda in un punto in cui 11 =
(c) di rifrazione alla seconda superficie, e (d) tra i l.0003vede l'acqua sopra lastr.ida a 81= 88.8', trovare
raggi incidente cd uscente. l'indice di rifrazione dell'aria al di 11<>pr-.i del manto
l1I] Un r.,ggio di Iure incide sn un prisma e viene rifmtto str:tclalt•. (S11gge1i111ento:
11.itu1rccome un pmblema cli
dalla prima superficie com,· mostmto in r,gnm P25.2I. riflcs.<ione totale).
Nella figura <I>= 60.0° è l'anh'<>loal ,·,•rtice del prisma, 2fi. l 'na lihrn ottirn è:fatta di una pla.,tini tn.sparenw con
che ha indice di rifm,fone 1.50.Trovare il pi1ì piccolo indice cli rifrazione n = 1.50.Per quali angoli rispetlo
,-alore possibile dell'angolo d'incidenza alla p1inm alla superficie della libra la luce 1imarrà all'interno
•npe,ikic per cui il r:'!O,,jorifr:1110n,111subir.i la rillessio- cklla "guida" p1'1stica?
ne totale sulla seconda snpcnkie. (b) Per quale angolo ~i. lletermimm, l'angolo 1m1ssimo,6, per il quale un rng-
di inciden7.a 81 il raggio di luce pas.sasimrnetricamente gio cli luce incidente a una estremità della guida di
attrn\'erso il prisma ed emerge allo stt'liSO angolo 81? IUC<'in Figura P25.27 è 5C11,,gello a una rifles.,ione tota·
le hmgn le pareti della guida. Si assuma chc la guida di
lun· ahbia un indice di rifrnzionc di I .3ti c il mezzo
cSll"rtlcJ sia l'aria.

2.00µm

FiguraP25.21

~ Un raggio di luee incide ,u 1111pri•ma e ,iene rifratto FlgmaP25.27


clall-dprima superficie, come mostr-.ito in Figura P25.2I.
:'\dia figura <I>r-.ipprcscma l'angolo al vertice del pri· 2~. Un rubo di veu-o è posto su un giomale, che sia su un
mm ed n è l'indice di rifrazione. Trovare in funzione di ta,~110.Una persona legge il 1,,iomale lungo il lato ver-
11e <Ilil minimo valore po&"libiledell'angolo di it1ddcn-
ticale del cubo. Detennim1re il massimo indice di rifrn-
,a sulla prima superficie per cui il raggio rifratto non linr11·dc·Icubo.
,ubirn la riflessione totale sulla set:onda superficie.
~:t l'na lastrddi vetro alta 1.00cm e lunga 4.00cm è ottc· Problemigenerali
rntta con cluc prismi inrnllati. Il prisma in ahu ha 1111 ~H- t 1n hlotn, <li\'<·lrnc:nn u = l.fi2 dn:ou<hllo da aria
indice di rifrazione cli I A86 per la luce blu,. 1.472 per mi,ura IO.Ocm x IO.Ocm. Per un angolo di incidenza
la luce ros...n.il prisma in ba55oha un indice di rifrazio- di 4!i.O', qual è la distanza massima x mostrala in
ne di 1.878 per la luce blu e 1.862 per la luce ro.'ISll.Un Figurn P'..!!i.29in modo che il raggio emerga dal lato
r.iggio cos1i111itodi luce blu e ros.,n incidt• :1!i0.0°sulla opposto?
faccia superiore, ccnne è mostrato in Figum P25.23, :10. lln raggio di luce entra nell'atmosfera di un pianeta e
Determinare l'angolo di llSCÌta per ambedue i raggi si propaga verticalmente fin sulla superficie, 20.0 km
che passanoattraversola lastrae l'angolo fradi essi. più In basso. L'Indice di rifrazione dove la luce entr,1
768 ;_Capitolo 25 Rijlmirmeerifm:ionetl,/l,1 Iure

to rispeno ad una stessa dista111.apercorsa in aria?


(n1uc1«= 1.59).
:17.Una tecnica per misurare l'angolo cli un prisma è
mostnuo in Figurn 1'2!j,37.Un fascio di lun· p;1rnlldo
è clir<'ltn in modo tale che il fa~cio si rilklla sui Imi
opposti, Si dimostri che la separ.12io11eangolare dei
due fasci riflessi è dam eiaB = 2A.

~gura P25.29'
nen'atm!>,Sfera è· J',OQOe aumen~. uniformemente
.. FiguraP25.37
fino ali~ superficie dove hà il:\•illor~'~i·;l'.005, (a)
Quanto· tèmpo impieg-.i il raggio pù compiere questo
percorso? (b) Confro111,1requesto tempo con quellu 38. Le leggi di rifrnzione e di riflessione sono le stesse per
in as.~enza:di atmosfera. il suono t.• per la luce. La \·eloci1à ciel suono in •tria è
:11, Una lastra di ghh1ccio galleggia in acqua, Se h1 luce 340 m/s. e in ac,1ua 15IO m/s. Se un'onda sonora si
incide sulla superficie superiore del ghiacciò a im an- awicina a una superficie d'acqua piana a 1111angolo di
golo di 30.0°,qual è l'mrgolo di rirrazione nell'acqua? incidenza di 12.0°, <Jtmlè l'angnlo di rilr.1,ione?
:12. (il) Consideriamo una superficie di separazione oriz- :m.Uno strato di keroscnc (11 = IA!>) galkggia in ;u·qua.
wntale fra aria in alto e vetro di indice di rifrazione Per quale angolo di incidenza alla superficie di separa-
1.55 in basso, Tracciare un raggio di luce proveniente zione keroscnc.--acqua la luce è riflessa totalmente
dall'aria con un angolo di incidenza di !IO.O'. De- all'interno del keroscne?
terminare gli angoli cli riflessione e di rifrazione e mo- lii. Quando il Sole è dir·<·l!oa picco, 1111M>ttil,·rn1,,giodi
strarli nel diagramma, (b) Supponiamo, invece, che la luce emra in una c:tttedralc aura.-crsn un forellino nel
luce pro\"enga dal vetro con un angolo di incidenza di soffino e forma un cerchietto luminoso sul pm-intt·nto
30,0". Determinare gli angoli di riflessione e cli rifra- a IO.Om dal soflitto. (a) A quale velocità (cm/min) si
zione ·e mostrare tutti e tre i raggi in un .nuovo dia- muove questo cerchietto sul pavimento? (b) Se 11110
gramma. {c) Per raggi incidenti sulla superficie aria- specchio è posto sul pavimemo per intercettare la
vetro dall'aria, determinare e tabulare gli angoli di luce, a quale velocità si muoverà l'immagine del cer-
riflessione e rifrazione per ltltti gli angoli di incidenza chietto sul soffitto?
a intervalli di 10,0' da 0° a 90.0'. (d) Fare la stessa cosa [ill Un escursionista sulla cima di una montagna al tra-
per raggi prm·enienti dal vetro. monto O,'-'iCf'Vit un arcohalcno fornmtrn1i a causa delle
ill[! Una piccola lmnpaclina è posta in una piscina piena gon-iolinc, d'acqua ndl'aria a circa 8.00 km di distan-
d'acqua, 1.00 111sotto la superficie, Qual è il diametro za. La v-,illcè 2.00 km al di sotto la cima della montà 0
del cerchio di luce sulla superficie, per il quale la luct· gna cd è completamente piatta. Quale posizione del-
esce dall'acq1m? 1'arco completo dell'arcobaleno è visibile all'escur•
34. Un fascio di luce incide su una superficie cli acqua sionista? '
dall'aria, Qual è il massimo v-dlorepos.~ibileper l'ango- ·12. Uu pesce è alla profondità ,lai di sotto della superficie
lo di rifrazione? dell'acqua. Mostrare che quando il pesce ,ie11e osset~
:1:,.Un ~ottile fascio di luce incide dall'aria su una super- V'dtoda un angolo d'incidell7.a f/1, la /rrofomlillì
nppnrm-
ficie cli veno di indice di rifmzione 1.56, Trovar<, le, i, del pt•sce è
l'anµ;olo <lì ìnc:idenza pt·r cui l'angolo cli rifn,tium:
sarà mct.'i dell'angolo cli inciclen1.a. (Suggerit11ml1r.
treste dover usare l'identità trigonometrica scn 211=
2 sen Il cos Il).
po-
i~--,..-----
3tlcos 11
1

.[ 7 + 9 cos 2 fl1
:lfi. La luce incidc normalmente a 11110 strato d'acqua cli
1.00 cm che si trova al cli sopra di una placca piana di DI] Un fascio laser colpisce un estremo di una !astrai.
,.:
luci te dello •pes.wre di 0.500 cm. Quanto tempo in pilÌ materiale, come mostrato in Figi.111125.38. L'in<lt~e;
, ,; • impiegherà la luce ad attraversare questo doppio stra- rifrazione della laatra è 1.48, Determinare il nu .' .,
/'mb/emi 769

cli riflessioni interne del fascio prima di uscire dal lato dopo rifles.,ioni multiple? Se sì, fott' 11110 schizzo di
opposto clella lastra. uno cli qut.'Nticammini.

..,______ 42.0 cm------

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FiguraP25.4ll
~}3,IOmm

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....,_~
11. Il prisma mostrato in Figura 25.44 ha un indice di
rirr-.izione n = 1.55 e la luce incide ad un angolo 11
1=
i
20.0°. Determinare l'angolo Il al quale la luce emerge
dal prisma. FigunlP25,46

•li. Un gruppo di studenti in un laboratorio di fisica dei


primi anni di univenità invia un fascio di luce laser ad
una superficie di acqua. Essi misur-,mo l'angolo di
rifrazione per una serie prefissata di valori dell'angolo
di incidt,nza e raccolgono i dati nella tabella seguente.
Si usitm i dati per ,·criticare la legge di Snell facendo
20.ò·r
..- "'.
.. un grafico del seno dell'angolo di incide111.ain funzio-
ne del seno dell'angolo di rifrazione. Si utilizzi il grafi-
co per dedurre l'indice di rifrazione dell'acqua .
..._
'•.
'· Angolo d'incidenza Angolo clirifrazione
(gradi) (gradi)
FiguraP25.44
IO.O 7.5
[TI] li fa.sciodi luce in Figur.i P25.45 colpisce la superficie 20.0 15.1
2 all'angolo limite Il,. Determinare l'angolo di inci- 30.0 22.3
denza 81• 40.0 28.7
50.0 35.2
60.0 40.3
70.0 45.3
!IO.O 47.7

·lii. Un palo lungo 4.00 m è fw.'\to verticalmente in LUI


la1,roche ha una profondità di 2.00 m. Qua11do il Sole
è a 40.0° sopra l'orizzonte, determinare la lunghezza
dcll'omhra del palo sul fondo del lago. Con•ider.ire
che l'indice di rifr-.1zionedell'acqua sia 1.33.
EillJUn r.iggio di luce di lunghezza d'onda di 58<Jnm inci-
de ad un angolo 8 sulla superficie superiore di un bloc-
co di polistircnl', rome mostmto in Figum 25.4!1. (a)
FiguraP25.45 il 11mssim,,,·ulon.·e.lìIJpt.·r,:ui il rnggic>rifratto
Trc1\'al"('
subir.i tifles.-ionc tn/11~ alla faccia verticale sinistra del
lii. La Figura P25.46 mostra una vista dall'alto di un con- blocco. (b) Ripetere il calcolo per il caso in cui il bloc•
tenitore quadrato. I.e superfici interne sono specchi codi polistirene è immerso iri acqua. (cl Che cosa
piani. Un raggio di luce entr-.i auraverso un piccolo accade se il blocco è immerso in solfuro di carbonio?
foro nc:1centro di uno specchio. (a) A quale angolo fl :,O. Un raggio di luce passa dall'aria all'acq11a. Affinché il
il raggio deve entr,tre per uscire attraverso il foro dopo wo angolo di deviazione 8 = 181 - ~ sia 10.0°, quale
essersi riflesso su ciascuno degli altri tre specchi? (b) dovrebbe essere il suo angolo di incidenza? Potresti
Ci sono altri valori di 8 per cui il raggio può uscire aver bisogno di usare un calcolatore.
770 Capitolo 25 Rifassionee rifraz.iontdellaluce

FlguraP25.49

fildUn bicchiere di Vell'Oha il fondo di 4.00 cm, come è


mostrato In Figura P25.51. Quando un osservatore è FiguraPC25.1
nellà pòàlzione moatrata, egli vede l'orlo. del fondo del
. bicdtìere, Quando 11· !>icc:lliète .è pieno. d'acqua,
. l'osaervatore vede. il centn{del fondo del bicchiere. ce di rifrazione ne l'angolo al vertice 4>(Fig. PC25.I).
Trovare l'altezza del bicchiere. · Quando l'angolo di incidenza 81 aumenta partendo
da zero, l'angolo di deviazione 8 diminuisce, raggiun·
gendo un ,-alnre minimo, e poi aumenta. Quando la
deviazione è minima

4> + 80 11I 1
<J>
n scn - = sen -- - - = sen 81
2 2

Questa equazione è spesso usata per trovare sperimen·


talmente n di qualsiasi prisma trasparente. (a) Per il
vetro crown ( n = 1.52 e 4>=60°), trovare dal grafico
l'angolo di deviazione minimo. l.Jsando il foglio elet-
tronico, verificare queste equazioni. Per l'angolo di
FiguraP25.51 deviazione minimo, qual è la relazione fra l'angolo p 1
e P2?(b) Poiché l'indice di rifrazione dipende legger-
mente dalla lunghezza d'onda, variare n fra 1.50 e
Problemi al calcolatore 1.55, e notare come l'angolo di deviazione minimo
S1. 11Foglio Elettronico 25.1 calcola l'angolo di rifrazione varia con la lunghezza d'onda. (c) Scegliere diveni
e l'angolo di deviazione quando un fascio di luce attra· v-,iloridi 4>e notare l'angolo minimo di deviazione per
versa, con divenl angoli di incidenza, un prisma con ciascuno di essi.
angolo al vertice 4>.I parametri di ingresso sono l'indi·
lli.<frasli'11if1mbll'll1ironrf/11111/i 771

RISPOSTE AI PROBLEMI CONCEITUALI


I. I.a rifrazione nc:n•s.,aria per una ,isione a fuoco
n«.·lrocchio, a,,if"nc.· nell'interfaccia aria<ornea. I .e
lenti ,h·ll'nn:hh> lorni,rn11n ,ultmlln lllHl <Tl't..1foc:;11i1-
la1.iune fine di <JUe~la immagint·. permettendo un
accomodamento per gli oggetti che si trovano a varie
distanze. Quando l'occhio è aperto sott'acqua, l'inter-
faccia è acqua<ornc:a. hwecc ddla normale: aria-cor-
nea per la quale siamo p.-cdisposti. Quindi, l'immagi-
ne della scena non è a fuoco sulla retina, e la scena è Variazione della sezione di un fascio di luce che entra
confusa. La maschera fornisce semplicemente uno in un mezzo diverso.
strato d'aria da\'Bllti agli occhi, di modo che si ristabili-
sca l'interfaccia aria-cornea e la rifrazione sia corretta
per formare l'immagine sulla retina. 3. La sezione può essere visualizmta considerando pro-
2. Il giorno ottico è più lungo del giorno geometrico. A prio i due raggidi luce sul bordo del fascio. Se il fascio
causa della rifrazione della luce dovuta all'aria, i raggi di luce entra in un nuovo mezzo che ha un indice di
luminosi provenienti dal Sole deviano leggermente rifrazione maggiore, i raggi piegano verso la normale,
verso il ba550 sulla superficie terrestre quando la luce e la sezione del fa.sciorifratto sarà maggiore di quella
cnlm nel'almosfel'a. Quindi, di mattina, i mggi lumi- del fascio incidente, come è suggerito dal diagramma
nosi provenienti dal bordo superiore del Sole arrivt•· a sinistra. Se il nuovo indice di rifrazione è minore, i
nuu10 ~li nostri ocd1i prima che la linea gcn11w1rin1 raggi si allontanano dalla normale, e la sezione del
che va dai nostri occhi al bordo superiore del Sole: fascio si riduce, come è mostrato sul lato destro del
salgasull'orizzonte. Di pomeriggio, i raggi luminosi diagramma.
provenienti dalla partt· ,uperinrt· d.-1 Sole contir11u-- -1. Non c'ì· dipendent.a dl'll'angolo di riflessione dalla
mnno ad arri\;ire ai nostri occhi anche dopo d1t· la lunghezza d'onda, poiche la luce non entra profonda-
linea geometrka che ,-adai nostri occhi al bordo supe- mente nel materiale durante la riflessione. La rifles-
riore del Sole si immerg-.i sotto l'orizzonte. sione 11\,iene sulla superficie.
26
Specchi e lenti

., il. (; o " 1,; :-i -r1.


26.1 lmmaginiformà1e: ·
da specchi piani
26.2 Immagini formale
da.specchi sferici
26.3 Immagini fonn;11e
per rifrazione
26.4 Lenti sottili
26.5 Aberrazioni delle lenti
(Facoltativo)

772
26.1 lm11W!fi11i dt1.1J,1•,·r/1i
/111111<1/r J,irmi 773

si formano sempre nello stesso modo. Le immagini si formano nel punto in cui i
raggidi luée si intersecano effettivamente o nel punto da cui sembrano aver ori-
gine. Pokhé i raggi in Figura 26.1 semhrano aver origint' eia /, che è ari una
clislanza qohn• lo sp~·cchio. qnrsla i· la pnsi,inm· cldl'i1111m1gim·.I.a dislanza I/è
d1iamaia distanza dell'immagine.
I .e immagini sono classificate in reali o virtuali. Una immagine reale è quella in
cui la luce interseca effettivamente, o passa attraverso, il punto immagine; una
immagine virtuale è quella in cui la luce non passa realmente attraversoil punto
immagine, ma sembra divergere da quel punto. L'immagine formata dal piw10
spt.-culare in Figura 26.1 è un'immagine vinuale._Le immagini viste in specchi
piani sonosempreimmaginivirtualidi oggetti reali. Le immagini reali pollSOnodi soli- F',gura 26.1 Un'immagine
to essere mostr.lle su di uno schermo (come in un film) mentre le immagini vir- formala per riflessione da
uno specchio piano. Il punto
tuali non possono essere mostrate su schermo. immagine / è situato oltre lo
Esamineremo alcune delle proprietà delle immagini formate da specchi specchio ad una distanza q,
piani usando le semplici tecniche geometriche mostrate in Figura 26.2. Per tro- che è uguale alla distanza
vare la provenienza di un'immagine, è sempre necessario seguire alme110due dell'oggetto, p.
raggi di luce quando si riflettono sullo specchio. Uno di questi raggi parte da P,
segue una traiettoria orizzontale PQ verso lo specchio, t· si riflette all'indietro
su se stesso. li secondo r-.iggio segue la tr-.iieuoriil ohliq m1 l'U e si riflette come
mostr-.ito. l 1n ossen-atore alla sinistr.i dello specchio prolungherebbe i due
raggi riflessi all'indietro sino al punto da cui essi sembrnno essere originati,
cioè, il punto P'. Una continuazione di quesJo proces-~o per punti sull'oggetto
diversi eia /'darebbe come risuhmo un"immagine ,·irllmlc- (tracciata come una
freccia gialla) alla destrn dello specchio. Poiché i triangoli PQR e P' QR sono
congruenti, PQ= P' Q.Per cui concludiamo che l'immagine che si forma al di là
dello specchio e l'oggetto che sta di fronte sono equidistanti dallo specchio. La
geometria mostra anche che l'altezza dell'oggetto, h. è uguale all'altez1.a
dell'immagine h'. Definiamo l'ingrandimento, M. come sq.\'ue:

alte7.za dell'immagine ,,.


Me = -h- (26.l]
·,f.,.
altezza del!'oggeuo

Questa è una defmizione generale dell'ingr-.mdimento per qualsiasi tipo di speC'·


chio. Notate che M = I per uno spe<:chio piano, poiché in q,wsto c·aso li' = h.
Cosicché. concludiamo che l'immagine formata da um, specchio piano ha le
seguenti proprietà.
• L'immagine dista dallo specchio di quanto dista l'oggetto posto di fronte
allo specchio.
• L'immagine è non ingrandita, virtuale e driua. (Per dritta intendiamo che, se
la freccia oggetto punta in alto come in Figura 26.2, cosi punta anche la frec-
cia immagine). Più avanti discuteremo i casi in cui si fom1ano immagini
capovolte.
Infine, è interessante notare che uno specchio piano fornm un'immagine
che ha una evidente inversione destr-.1-sinistra. L'e,·idenw inversione destra-sini- F'agura 26.2 Costruzione
str-.iè effettivamente una inversione fronte-retro. Si può ossctval'e questa inver- geometrica usata per localil·
zare l'imm~-i11e,di nn ogget·
sione mettendosi di fronte a uno specchio e alzw1do h1mano destrn. L'immagi- to posto davanti ad uno spec-
ne che si vede alza la mano sinistr-.i. Analogamente, i capelli appaiono avere la chio piano. Poiché i .triangoli
riga dalla pane opposta e un neo sulla guancia destra appare sulla guancia siui- PQRe P' Qft sono congruen-
str.i.
ti, p = lqle h_ch'.
774 Capitolo 26 Specchie ler1ti

Il professore nella scatola in Figura 26.3 appare tenersi in equilibrio da se stesso su


alcune dita con ambedue i piedi sollevati dal pavimento. Il professore può mante-
nere questa posizione per lungo tempo e sembra sfidare la gr.ività. Come pensi che
possa essere stata creata questa illusione?

Ragionamento Questo è un esempio di illusione ottica, usata dagli illusionisti,


per mezzo dell'uso di uno specchio. La scatola nella quale si trova il professore è un
cubo che contiene uno specchio piano verticale lungo il piano della diagonale. Il
professore tiene le gambe sui due lati dello specchio per cui il piede che si vede è di
fronte allo specchio e l'altro piede sta dietro lo specchio dove non è possibile veder-
. lo. Quando egli alza il piede che si vede davanti allo specchio, il piede riflesso si alza
pure, per cui egli appare sospeso in aria.

La maggior parte degli specchi retrovi~ri delle macchine ha una posizione per il ..
giorno e una per la notte, La posizione per la notte diminuisce notevolmente
Parte l'fntensità dell'immagine cosicché le luci dei veicoli non abbagliano il conducente.
rillcucnte Come funzione un tale specchio?
dello
specchio
Ragionamenlo Consideriamo la Figura 26.4, che rappresenta una vista in sezione
dello specchio nelle due posizioni. Lo specchio è costimito da una lastrn di vetro
con la parte riflettente posta dietro. Quando lo specchio è posizionato per il gior-
no, come in Figura 26.4a, la luce proveniente da un oggetto dietro la macchina
incontra lo specchio nel punto I. La maggior parte della luce entra nella lastra,
viene rifratta, e riflessa dalla parte riflettente in fondo alla lastra per ritornare sulla
superficie frontale, dove viene nuovamente rifratta quando rientra nell'aria come
raggio 8 (per brillante). Inoltre, una piccola porzione di luce viene riflessa dalla
superficie frontale, come è indicato dal raggio D (per dd,o/e).Questa luce riflessa
attenuata è responsabile dell'immagine osservata quando lo specchio si trova nella
posizione notturna, come in Figura 26.4b. In questo caso, la lastra è ruotata in mo-
do tale che il percorso seguito dalla luce brillante (raggio B) non cada sull'occhio.
Invece, la debole luce riflessa dalla superficie frontale viaggia fino all'occhio, e la
brillantezza dei fari delle macchine che seguono non diventa un pericolo.
(h)

Figura Z6.4 PR08lEMA


CONCETIUALE
1
(Fisica ragionata 2). /'CICm'l~llltGWU•n1'.o;,1~\.~~
·J
Disegna la tua immagine sullo specchio del bagno. Mettiti a qualche metro di distanza·
dallo specchio. Riesci a meuere a fuoco Jia il disegno sullo specchio diala tua immagine.'lt?,
nello specchio contnnporantammll!?

PR08lEMA
CONCE11UALE
2
. -:·; :,~
1
. :~
~~ -.·,-«-.~
Nei film, si vede qualche volta un attore guardarsi allo specchio. Sei in grado di vedere il'/.-_,:
volto dell'attore. Dur.mtc la ripresa dì questa scena, che cosa vede l'attore nellospecchio?.il~

Esempio 26.1 Immaginimultiple formate da due speccbi ',.:11


:iii~
Due specchi piani sono ad angolo retto, come in Figura RagionamentoL'immagine dell'oggetto è in / 1, nel·
26.5, ed un oggetto è posto nel punto O. In questa situa- specchio I ed in / 2 nello specchio 2. In più, una ·
zione, si formano immagini muhiple. Collocare le posi- immagine ai forma In 1s, che può essere conald ··
zioni di queste immagini. l'immagine di /1 nello specchio 2 o, equlwlente
26.2 ImmaginiJonnnlt dn .sp«tltiefniri 775

l'immagine di ft nello specchio I. Cioè, l'immagine in / 1


(o !,,.)serve da oggetto per ~- Quando osservate~, nota-
te che i raggi provenienti dall'oggetto Osi riflettono due
volte.

ESERCIZIO1 Disegnare i raggi corrispondenti per


visualizzare le immaginia / 1 e '2e mostrare che la luce è
riflessasolo una \'Oltain questi casi.

Figura 26.5 (Esempio 26.1) Quando un oggetto è


posto dawnti a due specchi mutuamente perpendico-
lari, vengono formatetre immagini.

26.2 • IMMAGINIFORMATEDASPECCI-USFERICI
Specchi concavi
Uno specchio sferico. come dice il nome, ha la forma di una calotta sferica. La
Figura 26.6 mostra la sezione trasversale di uno specchio sferico con la luce
riflessa dalla sua superficie argentata, rappresentata dalla linea curva più scura.
Un tale specchio, in cui la luce è riflessa dalla superficie interna, concava, è chia-
Specchio
mato specchio concavo. Lo specchio ha un raggio di curvatura R, ed il suo cen-
tro di curvatura è nel punto C. Il punto Vè il centro della calotta sferica, e la
linea tracciata da Ca Vè chiamata asse principaledello specchio.
Consideriamo una sorgente puntiforme di luce posta nel punto O,in Figura
26.6, sull'asse principale oltre il punto Call'estemo. Sono mostrati diversi raggi
divergenti originati in O. Dopo essere riflessi dallo specchio, questi ragg(con-
vergono e si incontrano in /, chiamato punto immagine. I raggipoi continuano
a divergere da / come se lì vi fosse un oggetto. Come risultato, abbiamo che si è
formata un 'immagine reale. Le immaginirealisi formano semprein a punto
quandola luce riflwa passaeffettmmente atcnweno quel punto.
In ciò che segue, assumeremo che tutti i raggi che provengono dall'oggetto Figura2&6Un oggetto pun-
tiforme posto In 0. al di fuori
formino un piccolo angolo con l'asse principale. Tali raggi sono chiamati ragi del centro di curvatura di
parassiali.Tutti questi raggi si riflettono e passano attraverso il punto immagi- uno specchio concaro sferi-
ne, come in Figura 26.6. I raggi che sono lontani dall'asse principale, come in co, forma un'ÌIDlllagine reale
Figura 26.7, convergono in altri punti sull'asse principale, producendo un'im- in L Se i rag! escono da O a
magine sfocata. Questo effetto, chiamato aberrazionesferica, è presente, in piccoli angoli, li riflettono e
paaano attraverso lo stes.,o
una qualche misura, per qualsiasi specchio sferico e sarà discu&1onel Paragrafo punto immagine.
26.5.
Possiamo usare la geometria mostrata in Figura 26.8 per calcolare la distanza
dell'immagine, q.dalla conoscenza della distanza dell'oggetto, p.e del raggiodi
curvatura, R. Per convenzione, queste distanze sono misurate dal vertice V. La
~-igurn26.8 mostra due raggi di luce che provengono dalla punta dell'oggetto.
Uno di questi raggi passaattraverso il centro di curvatura, C, dello specchio, col-
pisce lo specchio perpendicolarmente alla superficie speculare e si riflette
all'indietro su se stesso. Il secondo raggio colpisce lo specchio nel vertice Ve si
riflette, come mostrato, obbedendo alla legge della riflessione. L'immagine
della punta della freccia è collocata nel punto in cui questi due raggi si interse-
cano. Dal triangolo maggiore in Figura 26.8 vediamo che tan 8 = h/f,, mentre
per il triangolo minore tan 8=- h 'I f li segno negativo significa che l'immagine
776 Capitolo 26 SpmM , l,111i

Figura26.8 Immagine formata da uno specchio sforico quando l'oggcuo O sta al-
Figura 26.7 .· Raggi a grandi l'esterno del centro di curvatura C
angoli dall'asse orizzontale
vengono riflessi da uno spec-
chio sferico concavo ed in- è capovolta, e c;osìh' è negativo, Per cui, dall'Equazione 26.1 e da questi risulta·
tersecano l'asse principale in ti, troviamoche l'ingrandimento dello specchio è
punti diversi con il risultato di
produrre un'immagine sfo-
cata. Questo effetto è chia- M = ..!!:._= __ I/_ (26.2)
mato abemu.imr,sferir.a. h p
Notiamo anche dagli altri due triangoli rettangoli in figura che

h h'
tana= --- e tana=----
p-R R-11

da cui troviamo che


h' _ R-q
-li- - - p-R (26.3]

Se confrontiamo le Equazioni 26.2 e 26.3 vediamo che

che con semplici passaggi algebrici si riduce a

I 1 2
--+--
p q
= --
R

Questa espressione è chiamata equazione dello specchio. Notate che questa


espressione è applicabile solo a raggi parassiali. Se l'oggetto è molto lontano
dallo specchio, cioè, se la distanza dell'oggetto, p, è abbastanza grande, con•
frontata con fl, al punto che si possa dirt· chl' /1tl·nclc all'i11finito,allom I/ P"'O,
e vediamo dall'Equazione 21\.4che q=R/2. Cioè, quando l'oggetto è molto lon-
I rnggi di luce rosso, blu e tano dallo specchio, il punto immagine è in un punto medio tra il vertice dello
verde vengono riflessi da uno
specchio ed il centro di curvatura, come in Figura 26.9a. Notate che in questa
specchio parabolico. Si noti
che il punto focale nel quale i figum i mggi sono es.,enzialmentc paralleli poiché si è supposto che la sorgente
tre colori si incontrnno è sia molto lontana dallo specchio. Chiamiamo il punto immagine in questo caso
costituito da luce bianca. (Km speciale punto focale, f; e la distanza dell'immagine distanza focale (o anche
Kay/Fundamental Photogmphs) lunghezza focale), f. L'Immagine si forma 11111 punto focale soltanto se i raggi
26.2 fi>mwlr1111
/111111r11,fi11i .t/H•rd1i
.\/frid 77?

...
... f
,,.
~ ,__I'<(.---
--~--

R
(a) (h)

Figura26.9 di Iure provenienti da una sorgcme distante (f,"' oo) sono rifles-
(a) I 1111u,<i
\Ì da uno Sl-)t."r<.:hio
o,ncH\'O ud pun10 foc.:alc~, 1-:In <JlH'.Slucm~n.la distanza dcJl'immagi~
m· I/= 1//'2 = f. dm·,· /è la clismm.afo.-ak cldln sprcd1io. (h) Fotografia della rifles.,ionc
di raggi paralleli in uno spc..·cThioco11n1\·o. (/ h-111)/.rnj, ,·.Jiml .rlwu111,/H"rgp,il. ,o,u.)

!orni,· i· un parnnwlrn a.s.,o-


incidenti sullo specchio sono paralleli. La disi.1111.1
ciato allo spcn-hio ,,d i· data da

[26.5) • Dislanza focale

l.\·q11;1zio11.-dello specchio può pcrciù t·s.,cre cspres.,a in termini della distanza


focale:

+ .!.
_!__ [26.6) • E.qruai01U1
dellospecchio
p q

Specchi convessi
La Figura 26.1 O mostra la formazione di un 'immagine in uno specchioconvesso,
cioè, uno specchio argentato in modo tale che la luce sia riflei..s;a
dalla superficie
esterna convessa. Questo è talvolta chiamato specchio divergente poiché i raggi

l>ic.•trn

--- e
Figura 26,10 Formazione di un'immagine- ·in.
uno specchio convesso. L'immagine fomiaca ~-
I'oggetto reale è virtuale e dritta. ._., ,-, .
Capitolo 26 SJ,ttthir lenti

TABEUA 26.1 Convenzioni sui segni per gli spec:cbi


p è+ se l'oggetto è davanti allo specchio (oggetto reale)
pè-se l"oggetto è diell'O lo specchio (oggetto vinuale)
qè + se l'immagine è davanti allo specchio (immagin•· reale)
'Iè - se l'immagine è diell'O lo specchio (immagine ,inuale)
Sia/che Rsono + se il cenll'O di c:unanua è davanti allo specchio (specchio CODCl\'O)
Sia /che R sono - se il centro di curwtura è dietro lo specchio (specchio con\'eSSO)
Se M è positivo,l'immagine è dritta
Se M è negativo,l'immagine è capowlta
.' ' Nola: , e distanza dc,ll'aggeao; 9 • distanza dell'immagine; R • raggio di cwv.mua; / = distanza
.. : l"ocale;,M•ingrandimento.

· che provengono da qualsiasi punto su di un oggetto reale dm:rgono dopo larifla.


sione, come se provenissero da un punto oltre lo specchio. Si noti che l'immagine
in Yigura 26.10 è virtuale piuttosto che reale, perché la posizione da aù i raggi
rifles.,i sembrano a\ler origine è oltre lo specchio. lnoltre, ogni quaholta l'oggetto
è collocato daYallti allo specchio, l'immagine sarà sempre dritta, virtuale e più pic-
cola dell'oggetto, come mostrato in figura.
Non deriveremo alcuna equazione per specchi sferici convesm. I risultati di
tali calcoli mostrerebbero che le equazioni sviluppate per gli specchi concavi
possono essere usate se si fanno alcune convenzioni sui segni. Riferiamoci alla
regione da cui i raggi di luce provengono, come /alo antnion-dello specchio, e
all'altra pane, dove sono formate le immagini virtuali, come /alof>ostmtn.Per
esempio, nelle Figure 26.8 e 26.10, la parte a sinistra degli specchi è la pane
anteriore e la parte a destra degli specchi è la parte posteriore. La Tabella 26.1
riassume le convenzioni di segno per tutte le grandezze necessarie.

Costruzione grafica dei raggiluminosi per gli specchi


La posizione e la dimensione delle immagini formate da specchi pos.,ono essere
convenientemente determinate usando costruzioni grafiche dei ngi 1-iaoli.
Queste costruzioni grafiche ci danno la natura totale dell'immagine e pos.,ono
essere usate per controllare i parametri e gli ingrandimenti calcolati dalle equa-
zioni degli specchi. In queste costruzioni grafiche occorre conoscere la posizio-
ne dell'oggetto e del centro di curvatura. Al fine di localizzare l'immagine, si
costruiscono tre raggi, come mostrato dai vari esempi in Yigura 26.11. Questi
raggi partiranno tutti da un certo punto dell'oggetto (scegliamo la cima) e sono
tracciati come segue:

• Il primo raggio, chiamato raggio 1, pane dalla punta dell'oggetto parallelo


all'asse ottico ed è riflesso passando per il punto focale F.
• O secondo raggio, chiamato 2, pane dalla punta dell'oggetto e passaper il
fuoco F. Quindi, viene riftesso parallelamente all'asse ottico.
• Il terzo raggio, chiamato 5, pane dalla punta dell'oggetto e passa per il cen-
tro di curvatura Ced è riftessoall'indietro.

Da notare che sono necessari soltanto due raggi per localizzare l'immagine.
Il terzo raggio serve per controllare la nostra costruzione. Il punto immagine .
ottenuto in questo modo deve sempre concordare con il valore qcalcolatoom .J
l'equazione dello specchio. ,' ,\',tilt~
. ·'/~
J
-:--';'
26.2 ImmaginiJonnat•da spi,er.lii
sfnit:i. 779

o
Asaeprincipale
Dieuo

(a)

(b)

(<)

Figura 26.11 Costruzione grafica dei raggi per specchi sferici. Vengono usati colori
diveni per i tre raggi affinché possano essere seguitipili facilmente. (a) Un oggetto col-
locato al di là del centro di cumuura dello specchio sferico concavo, dà 1111'immagim:
reale e capovolta. (b) Un oggetto collocato tra lo specchio sferico concavo e il punto
focale 1-;dà un'immagine vinuale e dritta. (c) Un oggetto collocato in qualsiasi punto
davanti a uno specchio sferico con,'elll>, dà un 'immagine virtuale e dritta.
780 Capit~lo26 Speccliie knti

Nel caso di uno specchio concavo, si noti ciò che accade quando l'oggetto si
awicina allo specchio. L'immagine reale, capovolta in Figura 26. l la si muove a
sinistra quando l'oggetto è prossimo al punto focale. Quando l'oggetto è sul
punto focale, l'immagine è infinitamente lontana a sinistra. Tuttavia, quando
,, Ira il punto focale cd il vertice, c:omc in Figura 2(i. I I h, l'i111111ai-:i111·
l'oi-:i-:<'ll<> i·
virtuale e dritta.
Per lo specchio convesso mostrato in Figura 26.1 lc, l'immagine di 1111oggetto
reale è sempre virtuale e dritta. In questo caso, quando la distarl7.a dell'oggetto
aumenta, l'immagine virtuale diminuisce in dimensione e si awicina al punto foca-
le mentre p tende all'infinito. Dovreste costmire altri grafici di raggi luminosi per
verificare la variazione di posizione dell'immagine con la posizione dell'oggetto.

Per uno specchio concavo, un'immagine virtuale si può ll'ov.1rc·ovunque dietro lo


specchio. Per uno specchio convesso, invece, esiste una distanza mas.sima per la
quale l'immagine può formarsi dietro lo specchio. Perché?
RagionamentoConsideriamo, prima, lo specchio concavo e immaginiamo due cli,·er-
si raggi di luce che partono da un piccolo oggetto e colpi'!Conolo specchio. Se l'oggeuo
si trova all'interno del punto focale, ma infinitamente vicino acl esso, i raggi di luce ri-
flessi dallo specchio simmno paralleli all';L'l,o;e
dello specchio. Ciò si pub interprt·t.m· d~
cendo che essi formano un 'immagine virtuale infinitamente lontana dietro lo specchio.
Quando l'oggetto si porta sempre più vicino allo specchio, i raggi riflessi diverger.mno
con angoli sempre più grandi,formandocon il loro prolungamentouna co11vergt·n1.a
sempre più vicina alla parte po.steriore dello specchio. Quaudo l'oggetto è portalo pn~
prio sullo specchio, l'immagine si forma proprio dietro lo specchio. Conceuualmcnte,
possiamo dedurre che quando l'oggetto è molto più vicino allo specchio che al punto
focale, esso è come se si trovasse di fronte a uno specchio piano, per cui l'immagine dista
dietro lo specchio di quanto l'oggeuo dism dav-,1111i. Quindi, l'immagine si pub tr0\,1rc
ovunque da una distanza infinita fin proprio alla superficie dello specchio.
Per lo specchio convesso, un oggeno all'infinito produce 1111'immagine \'irtuale
nel punto focale. Quando l'oggeno si porta sempre più vicino allo specchio, i raggi
riflessi divergono sempre più bruscamente e l'immagine si muove avvicinandosi allo
specchio. Quindi, l'immagine virtuale si può formare soltanto nella regione fra lo
specchio e il punto focale.

Esempio 26.2 L'immagine di uno specchio concavo


Si supponga che un certo specchio srerico concavo abbia l.'ingrnndimento è dato dall'Equazione 26.2:
una clistan,a focale di IO.O cm. Trovare la posizione
dell'im1m1gine per distanze dell'oggeuo di (a) 2!\.0 cm, M = __ 'I_= _ 16.7cm = -O.fì68
(h) IO.Ocm e (c) 5.00 cm. Descrivere l'immagine in cia-
p 2!1.0cm
scun cm10. Cosicché l'immagine è più piccola dell'oggeuo. Inol-
tre, l'immagine è capovolta poiché M è negati,·o. Infi-
Soluzione(a) Per una distanza dell'oggetto di 2!\.0 cm, ne, poiché qè positivo, l'immagine è posta sul lato ante-
troviamo la distanza dell'immagine usando l'equazione riore dello specchio ed è reale. Questa situazione è raf-
ckllo sprffhio: figurai.I in Figura 26.11 a.
(b) Quando la distanza dell'oggeuo è IO.Ocm, l'og-
J.+.L.!. getto è collocato nel punto focale. Sostituendo i ,·Jlori
p q J p = IO.Ocm ed/= IO.Ocm nell'equazione dello spec-
chio, troviamo
I I I
q
25.0 cm + = IO.Ocm I I I
IO.Ocm+-,,- = 10.0 cm
q = ,l(I,7.(111.
26.S p,r rifrm.ionr
lmnmgi,iiJim,1111, 781

q = .. •pc•·chio. l.'ingrandimemo è

q (- IO.Ocm )
Vediamo che i raggi di luce che hanno origine da 1111 •\I = --- p = - ----
!i.OOnu
=2.00
oggetto poslo nel punto focale di uno spcrd1io sono
rif11•s.,iin muclu che l'immagine si formi ud una clismnz.i l>u d(), ,·c<liamo che.•l'inmmginc è.·ingrandita di un hu4
infinita dallo specchio; cioè, i raggi viaggiano pumllt•li tore 2, ed il segno positim indica che l'immagine è clri1-
l'un l'altro dopo riflessione. 1a (Fig. 26.llb).
Notate le car.tUeristiche delle immagini formate eia
(e) Quando l'oggeuo è nella posizione p = 5.00 cm, 11110•pccchio sferico con<'llvo. Quando l'oggeu,, è all'e-
esso è al di là del punto focale verso lo specchio. In que- sterno del punto focale, l'immagine è capomlta e reale;
sto caso, l'equazione dello specchio dà nel punto focale, l'immagine si forma all'infinito; all'in-
I I I temo del punto focafe, l'immagine è driua e ,·irtualc.
---+--"
5.00 cm q
---
IO.Ocm
ESERCIZIO2 Se la distanza dell'oggeuo è 20.0 cm,
q = -10.0cm trovare la distanza dell'immagine e l'ingrandimento
dello specchio. Risp, ""' q = 20.0 cm, M = - 1.00.
Cioè, l'immagine è virtuale poiché è situata oltre lo

Esempio 26.3 L'immaginedi uno specchio convesso


t:n oggeuo ah<>3.00 ,·mi- poslo a 20.0 cm da uno spec- q = -5.71 cm
chio c(>n\'l'SIIOa,·entc un.1 distanza focale di 8.00 cm.
Tl'O\-are(a) la posizione dell'immagine e (b) l'ingrandi- Il ,-alorc negativo di q indica che l'immagine è vinuale,
mento dello specchio. ossia llltre In specchio, come in F'1g11m26.1k.
(b) l.'ingr:mdimcntll dello specchio è
Soluzione (a) Poiché lo •pt•t·t·hio è convesso, la sua cli•
stanza focale è ncgati,·.i. Per trm-are la posizione del- M = --- q
p
• - (-5,71
___ cm}
20.0cm
;_ =
0.286
!'immagine, usiamo l'equazione dello specchio:
1 I 1 I L'immagine è dritta poiché M è positivo, ed è cimi il
p+q=f= - 8.00cm 30% della dimensione dell'oggetto.

ESERCIZIOli Trovare l'altezza dell'immagine.


Ri,pm1;1 0.857 cm.

26.3 • IMMAGINI FORMATE PER RIFRAZIONE


In questo paragr.ifo descri\·erc:mo come le immagini si formano per rifrazione
di raggi da una superficie sferica di un mezzo trasparente. c... msideriamo due
mezzi con indici di rifrazione n1 ed 1'12,
dove la superficie di separazione tra i due
mezzi è una superficie sferica di raggio R (F'tg. 26.12). Assumeremo che l'ogget·
to nel punto O sia nel mezzo il cui indice di rifrazione è n 1• Inoltre, consideria-
mo che i raggi che escono dal punto O formino un piccolo angolo con l'asse e
tr.i di loro (raggi puassiali). C'.omevedremo, nuti questi raggi che hanno avuto
origine dal punto oggetto sar.inno rifratti dalla superficie sferica e si focalizze.
ranno in un singolo punto /, il punto immagine.
Pror<'cliamo ,·onsidemmlo la costnu:ione geometrica in figura 26.1!I, che
mostrn un singolo r.ibrgioche esce dal punto Oe si focalizza nel punto L La legge Figura26, 12 lmmaglncror-
di Snell applicata a questo raggio rifrauo dà mata per rifrazione da una
superficie sferica. I raggi che
n1 sen 6 1 = n:zsen /1.i formano piccoli angoli con
l'asse ottico di\-crgono da un
Poiché gli angoli 61 e 6,l li abbiamo supposti piccoli, possiamo usare l'approssi- oggcuo puntiforme posto in
mazione sen 61 = 61 e sen /1.i"'/1.i(angoli in radianti). Perciò, la legge di Snell O e passano attraveno il
diviene punto immagine I.
782 Capitolo 26 Sptcr.1,i, lenti

·~.---- Fagura26.IS Geometria usata per deri\,1rc l'Equazione 26.8.

Ora facciamo uso del fatto che un angolo esterno di qualsiasi triangolo è uguale
alla somma dei due angoli interni opposti. Applicando ciò ai triangoli OPCe PTC
in Figura 26.13 si ha

Se combiniamo le tre ultime relazioni, ed eliminiamo 8 1e 8.l,troviamo

(26.7)

Di nuovo, nell'approssimazione di piccoli angoli, tan 8 = 8, possiamo scrivere le


relazioni approssimate
d d
a=- 'Y =-
p 'i

dove dè la distanza mostrata in Figura 26.13. Sostituiamo queste nell'Equazione


26.7 e dividendo per d otteniamo:

(26.8)

Per una fissata distanza dell'oggetto p, la distanza dell'immagine q è indi-


pendente dall'angolo che il raggio forma con l'asse. Questo ci dice che tutti i
raggi parassiali sono focalizzati nello stesso punto /. L'ingrandimento di una ,.·,,f,
.·:r;,
i·.·1

:~st(/
superficie rifrangente è ,:~:ri-i. '1\\l\'.•

(26.9) . :\~;;
i}.:,~
t~\i:
Come accadeva per gli specchi, dobbiamo usare una convenzione sui segni (,.,.'
se \'ogliamo applicare questa equazione a \'arie circoslan,.e. Dapprima noliamo ..
che le immagini reali sono formate dalla parte della superficie che è oppostaallri! /;~/.
regione da cui la luce proviene, in contrd5to con gli specchi, dove le immagini· )\~H·
parte della superficie riflettente. Pt•rciò, la con- ,1;f
reali sono formate dalla .1/e.1.va
veozione sui segni per superfici rifrangentisferiche è simile alla convenzione •. ·
per gli specchi, operando la variazione dei lati della superficie per immagini .-~
reali e virtuali.Per esempio, in Figura 26.13, p,q ed R sono tutti positivL
26,3 hn ma{finiformati pn rifrniiDM 783

TABELIA 26.2 Convenzioni sui segni per superfici rifrangenti


p è + se l'oggetto sta davanti alla superficie (oggetto reale)
p è- se l'oggetto sta dietro la superficie (oggetto virtuale)
q i: T s.· rimm.igint' ,rn dietro la superficie (imnmginc: reale)
q è - se l'immagine sta davanti alla superficie (immagine virtuale)
R è + se il centro di cun-atura sta dietro la superficie
Rè -se il centro di cun-atura sta da,-anti alla superficie
Nn1n:p a distanza dell'oggeuo; q= distania dell'immagine; R = raggio di curvaturadella superficie.

La convenzione sui segni per superfici sferiche rifrangenti è riassunta in


Tabella 26.2. La stessa convenzione sarà usata per le lenti sottili, che saranno
discusse nel prossimo paragrafo. Come con gli specchi, assumiamo che la parte
anteriore della superficie rifrangente sia la regione da cui la luce si avvicina alla
superficie.

Superfici piane rifrangenti


Se la superficie rifrangente è un piano, allora R tende all'infinito e l'Equazione
26.Rsi riduce a

~=-~
p q
ossia
712
q= --p (26.10)
n1 Figura26.14L'immagine for-
mata da una superficie ri-
li rapporto 712 / n1 rappresenta l'indice di rifrazione del mezzo 2 relativoa quello frangente piana è ,irtuale,
del mezzo 1. Dall'Equazione 26.1O\'ediamo che il segno di qè opposto a quello cioè, si forma a sinistra della
di p,per cui l'Immagine formata da una superficie rifrangentepianaè dallaste&- superficie rifrangente. Tutti i
sa parte della superficieIn cui ai troval'oggetto. Ciò è illustrato in Figura 26.14 raggisono supposti parassiali.
per la situazione in cui n1 è maggiore di nt: si forma un 'immagine virtuale tra
l'oggetto e la superficie. Se n1 è minore di 11t,l'immagine sarà ancora virtuale
ma si formerà a sinistra dell'oggetto.

hemplo 26.4 Scrutare entro una sfera cli cristallo


Una moneta di 2.00cm di diametro è incapsulata in una
sfera di vetro di raggio llO.Ocm (Fig. 26.15). L'indice di
rifrazione della sfera è 1.5, e la moneta sta a 20.0 cm
dalla superficie. Trovare la posizione e l'altezza dell'im·

-
magine.

SoluzionePoiché n1 > l'2 i raggi che hanno origine


dall'oggetto"""' rifratti allontanandosi clalla nomiale
alla superficie e divergono verso l'esterno. Per cui,
l'immagine ai forma nel vetro ed è virtuale. Applicando
l'Equazione 26.8 e prendendo ni • 1.5, 11f" 1.00, p"
20.0 cm ed R = - 30.0 cm, otteniamo
Plpra 26.15 (Esempio 26.4) Una moneta incapsulata
~+..!!.. • ...!!..:.!!... in una afera di vetro forma un'immagine virtuale tra la
p 'I R moneta e la superficie del vetro,
784 Capitolo 26 Specrl,i, lenti

li segno nega1i,-o indica che l'immagine è nello s1esso


1.50 1 1.00 - 1.50
---+-=----
20.0 cm q - 30.0 cm
mezzo dell'oggeuo (la parie della luce incideme), in
accordo con la noslra coslrUzione grafica dei rolggi
luminosi. Poiché l"immagine è nello stes,o mezzo clel-
q = - 17.1 cm 1'oggeno, cle,·e cs.•crc 1·irnmll·.

Esempio26.5 Profonditàapparente
Un piccolo pesce sta nuotando ad una profondilà d al
di sollo della 1uperficie di una pozza d'acqua (Yig.
26.16). Qual è la fm,jundilà appamit,del pesce, osservato
direttamente dal di sopra?

Soluzimw In questo esempio, la superfiçie ri(rangente


è rin. piano, e cosi R è infinito. Possiamo usare l'Equa-
_zione 26.10 per d11terminare la posizione dell'immagi-
ni:; Usandoidà~!·n 1 = l.~ per l'acqua e P=dsi ha
. . ::··~·2
. 1
'I = - :-;;- p = - ""Ui'"d

, ''
. . . ~ i~9itl4l:
.J• :1,·1.,,,•_'. '. • I

Di nuovo,. 'poichéq è negatiro, l'immagine è virtuale,


come indicato In Figura 26.16. La proFondità apparente Figura26.16 (Esempio 26.5) l.a pr0Foncli1.iapparen-
è u:e.
"uard della profondità effettiva. te, q, del pesce è minore della prnfondiuì reale, ,L Tutti
i raggi sono supposti para.uiali.

26.4 • LENTI SOTI'IU


Una tipica lente sottile consiste di un pezzo di vetro o plastica sagomato in
,modo che le sue due superfici siano ciascuna porzioni di sfere o piani. Le lenti si
usano comunemente negli strumenti ottici come le macchine fotografiche, i.
telescopi e i microscopi, per formare immagini per rifrazione. L'equazione, per
una lente, che mette in relazione la distanza dell'oggetto con quella dell'imma,,
gine è virtualmente identica all'equazione per lo specchio già ottenuta, e anche
il metodo usato per derivarla è simile.
La Figura 26.17 mostra alcune forme rappresentative di lenti. Si noti che.
abbiamo posto queste lenti in due gruppi. Quelle in Figura 26.17a sono più
spesse al centro che agli estremi, e quelle in Figura 26.17b sono più sottili al cen~
tro che agli estremi. Le lenti del primo gruppo sono esempi di lenticonvergen-_
d, mentre quelle del secondo gruppo sono lenti divergend.La ragione per que--
sti nomi sarà chiarita fra breve.
Cosi come abbiamo fatto con gli specchi, è conveniente definire un punto'.
chiamato punto focale della lente. Per esempio, in Figura 26. l!!a un insieme di
raggi paralleli all'asse principale pas11aattraverso il punto focale 1';subendo una
convergenza a causa della lente. La distanza dal punto focale alla lente si chiama.
ancora distanzafocale/. La distanzafocale è la distanzadelrimmagineche cor-:
risponde a una distanzalnf"lnitadell'oggetto. Ricordiamo che stiamo conside-:
rando lenti estremamente sottili e perciò non fa alcuna differenza se prendiamo!.
. ·\(;;;.· ... la distanza focale come la distanza dal punto focale alla superficie della lente o
:;:;··:·~i~1.~-.i~~~}-~ç:
;.:·..- come la distanza dal punto focale al centro della lente, poiché la differenza f~f
26.4 / ,,nli solli/i 785

queste due lunghezze è trascurabile. Una lente sottile ha due punti focali, come
è illustrato in Figura 26.18b, corrispondenti ai raggi di luce paralleli che viag-
giano da sinistra o da destra.
I r.1ggi pamlleli all'as.,i, rli\'l·rgono dopo a\'er attnl\"crsato una lente della
forma mustrnm in Figura 26.181>.In questo caso, il pumo focale è definito come il
punto dal quale i raggi divergenti appaiono essere originati, indicato con Fnella
figura. Lt- Figure 26. 18a e 26.1Sb indicano perché queste lenti vengano chiamate
convergenti
e divergmti. (a)
Consideriamo un raggio di luce che passa attraverso il centro di una lente,
mostrato come raggio l nella Figura 26.19. Se applichiamo la legge di Snell ad
ambedue le superfici, troviamo che questo raggio è deflesso dal suo originale
percorso di una distanza, 6, mostrata in Figura 26.20. Qui, per evitare la compli-
cazione che sorgerebbe a motivo di questa deflessione, useremo ciò che è chia-
mata approssimazione delle lenti sottili: lo spessore della lente si assume tra-
scmabile. Cioè, 6 diventa trascurabilmente piccolo e noi vediamo che il raggio
di luce attraversa la lente senza deflessione. Il raggio 2 in Figura 26.19 è paralle-
lo all'asse principale della lente (l'asse orizzontale passante attraverso O) e quin-
di, dopo la rifrazione, es.,o passa attraverso il punto focale F. Il punto nel quale
X(l (b)
Figura 26.17 Forme di len-
questi due r.aggi s'intersecano è il punto immagine. ti. (a) Le lenti convergenti
hanno una distanza focale
Notiamo, innanzi tutto, che la tangente dell'angolo a può es.wre calcolata positiva e sono più spesse al
usando il triangolo ombreggiato in Figura 26. I 9: centro. Da sinistra a destra
.ano biconvessa, concavo-
li l1' convessa e piano-conve!ISll.
tana= () tana
p 'I (b) Le lellli divergenti han-
no distanza focale negativa e
sono più spesse agli i-stremi.
Da sinistra a destra sono bi-
concave, cpncavo-convessc e
piano-concave.

(a)

F F F

(b)
Figura 26.18 (Sini.slm) Fotografie dell'effetto di una lente convergente e di una diver-
gente su raggi paralleli. (fon Lthmanl]aws MadisonUnivmitJ, Jwrgml. eone.). (Daini) I
punti foc-,l)iprincipali di (a) lenti biconvease e (b) lenti biconcave.
786 Capitolo 26 SJ,t«hie lmti

Davanti Dietro

l,_
Figura26,19 Coatnizione geometrica per ricavare l'equazione delle lenti sottili.

dacui
. !(_..','
·.h' . q
M=-=-- (26.11)
h p
Cosi, l'equazionè dell'ingrandimento di una lente è la stessa dell'equazione
dell'ingrandimento di uno specchio (Eq. 26.2). Notiamo pure dalla Figura
26,19 che la tan$ente di Bè
PQ h'
tan 8 =-- o tane= ---
/ q-f
Inoltre, l'altezza PQ è uguale ad h. Quindi,
h h'
7= - q-f
h' q-f
Figura 2lU0 Un raggio che
.
T= --y .
passa attraveno il centro di
una lente viene spostato dal Usando q~esta espressione~ combinazione con l'Equazione 26.11 si ottiene
suo cammino di una quan-
tità 8. Nell'approssimazione q q-f
delle lenti sottili, questa de-
viazione viene trascurata,
7= -/-
la quale si riduce a

(26.l~

Questa equazione, detta equazionedeDelenti sottili, può essere usata sia per ié
lenti convergenti che per quelle divergenti se usiamo una convenzione per· i ·
segni. La Figura 26.21 è utile per ottenere i segni di p e q,e le convenzioni com;-
plete sui segni per le lenti sono fomite in Tabella 26.S. Si noti che, con questlJ
convenzione, una len~ couve&getìtl! ha una dlsCamafocale pc.idYae una leutAi
··
divergenteha una diaàaml focale negadft. Perciò, spesso queste lenti si chia- ·
mano pom;we mgativ,. .
La distanza focale di una lente in aria è correlata alla curvatura delle ~'.;i
. ,:,, ..
', '·J
_ superfici e all'Indice di ri&-azlone, n, del materiale della lente dalla , ,f/
26.4 unii :w11w 787

l.=
/
(n-1) (- 1- -- 1-)
R1 R2
(26.lll] • EquazionedBicostruttori
di lenti

dove R I è il raggio di curvatura della superficie ameriore ed R 2 è il raggio clicur-


\'lltura della superficie posteriore. (Come con gli specchi. chiamiamo arbitraria-
mente parte anterioredella lente il lato da cui proviene la luce). L'Equazione
Da\1.u11i
26.13 ci consente di calcolare la distanza focale per mezzo di proprietà note
della lente. Questa si chiama equazione dei costruttori di lenti.
J1posi1i\'O
qnt.-galk-c,
Costruzionigrafichedei raggiper le lenti sottili
Costruzioni grafiche dei raggi sono molto convenienti per determinare l'imma-
Luce lucidcnte
gine di una lente sottile o di un sistema di lenti. Tali costruzioni dovrebbero aiu-
tare a chiarire le convenzioni sui segni che sono state discusse, La Figura 26.22
illustra questo metodo per tre differenti situazioni di una lente singola. Per loca- Figura 26.21 Diagr.1mmaper
lizzare l'immagine (Fig. 26.22a e b), si tracciano i tre raggi seguenti dalla cima ottenere i segni di p e 'I per
una lente sottile o per una
dell'oggetto: superficie rifrangente. Seb-
bene la superficie di separa-
• Un primo raggio è parallelo all'asse ottico. Dopo essere stato rifr.uto dalla zione tr,1 i due mezzi è qui
lente, questo raggio passa per (o sembra provenire eia) uno dei pumi focali. mostrata piana, il diagr.imma
• li secondo r.tggio passa per il centro della lente. Questo raggio continua in è valido anche per superfici
convessee concave.
linea retta.
• li ter.1.0raggio p;l'l.<a anr.n·erso il fuoco F ed emerge dalla lente parallela-
mente all'asse ottico.

Una simile costn1zione è usata per trovare l'immagine di una lente diver-
gente, come mostrato in Figura 26.22c. Il punto d'intersezione di una qualunque
coppia di raggi in queste figure può essere usato per localizzare l'immagine. Il
terzo raggio serve come controllo della nostra costruzione.
Per la lente convergente in Figura 26.22a, dove l'oggetto è esternoal punto
focale anteriore ( f>>/), l'immagine è reale e capovolta. D'altro canto, quando
l'oggetto reale è intemoal punto focale anteriore ( f></), come in Figura 26.22b,
l'immagine è virtuale, dritta ed ingrandita. Infine, per la lente divergente
mostrata in Figura 26.22c, l'immagine è sempre virtuale e dritta.

TABELLA26,3 Convenzione per le lenti sottili


p è+ se l'oggello sta davanti alla lente
p è - se I'ogge110sta dietro la lente
'I è+ se l'immagine sta dietro la lente
'I è- se l'immagine sta davanti alla lente
/l 1 <' /l 2 sono+ se il ccnu·o di et1"·.1111ra
per ciascmm superficie 5tlldietro la h,ntc
R1 e Rv sono - se il centro di CUIV'.tlllra per ciascuna superficie sta davanti alla lente
/ è + per una lente convergente
/ è - per una lente divergente

Ntlla:p • dbtanza dell'oggetto; q• dialllnza dell'Immagine; R1 • r"lllfk>di curvatura della supcrlicie


anteriore; Ri • raggio di curvaturadella superficiepotterlore;/• dl•tanza focale,
788 Capitolo 26 SJwffhi e /mli

Dic1ro 3

F F
I F (J
-~·--:--"':··>.\. 2 ...
l)il\'illlli l>ic.·tro

(a) (h)

(e)

Figura26.22 Costruzioni grafiche dei raggi per localizzare rimmaginc di un oggt·no.


(a) L'oggeno è posto all'esterno del punto foc.ilt· di una lellle com·ergcnte. (b)
L'oggetto è posto all'interno del punto focillc di una lelllt· mn,·ergentc. (e) L"oggruo è
posto all'esterno del punto focale di un.1 l1•1111,
din·rg,·1111·.

). n~~cesso 6 il falliìnento nel trattare i problemi sulle lenti e gli specchi


è largamente determinato dall'introdurre o no errori di segno nelle
equazioni, e il solo modo di evitare tali errori è di aderire alla conven- ·
zione sui segni. Il modo migliore per far ciò è di lfìlttare una certa
di problemi da voi stessi. Seguire il docente o leggere i pro-·
· , q1J!U}tità
bl_emt_degliesempi non può sostituire la pratica.

Le maschere da sub spc._'IOhanno una lente all'interno del ,-e1roper i subacquei che
non hanno una ,ism perlclta, Ciò conscntt· alln pcrsonn di nuotare senza bisogno di
portare gli occhiali, poiché le lenti nel ,·ctro fromale forniscono la rifrazione neces-
saria per una visione chiara. Gli occhiali nonnali hanno delle lenti che sono cun·e su
ambedue le superfici, anteriore e posteriore. Le lenti nel ,-etro frontale della
maschera spesso hanno curve soltanto le superfici all'intm,o del ,·etro. Perchc ,iene
realizzata questa configur.11.ione?

Ragionamento l.a ragione principale per incurvare soltanto le superfici interne


delle lenti nelle nm,rht·rc chisubì: .iOinché il sub possa n-,lcrt· chiammt·nlt' ~iiimen-
tre sta sott'acqua sia mentre sta in aria. Se le superfici fossero incurvate sia amcrior-
mente che dietro vi sarebbero due rifrazioni. Le lenti do,Tebbero essere progenate
in modo che queste due rifrazioni facciano onenere una ,isione chiara mc111reil sub
sì troYa in aria. Tuua,-ia, quando il sub ,11 sotl'itcqua. la rifrn,.ionc frn l'a~qua <' il vetro
della prima superficie è ora diversa, poiché l'indice di rifrazione dell'acqua è cli,·er-
so da quello dell'aria. Quindi, la visione sott'acqua non sarà chiara.
26.4 /.,11/i.1111/1/i 789

Costrucncln pimm la supt:rfidc l"Stcrm, cldla lt•ntt-, non vi sarà rilraiione sulla
superlid,• estc·nm \Ù1 in mù, rhr in ru:qut1,e tutta la rifraziont.· a\'\'cn'Ù sulla supt.•rlid,·
interna v~tro-arin. Quindi, vi su1&ìla stessa ,·orrc1.ionè cli rifh1zinnc.· in acqua e in aria,
e il sub potrà n·tlt·n· d1iaranu.·ntc in ambedue gli ambienti.

Consideriamo una lrntt· cli \'C'll'O piano-rnn,·t•!l.<ia. piana eia un lato ,. con,·e~4'i\ dal-
l'ahru. Si proic.·ttano at1n1n·rso di t'S."MI tn.· fa"id laser paralleli. cumc è mostrato in
Figurn 21ì.23a. ,. ,i misurn la distan,.a fi>rnle,J doì• la distanza fra la lente e il punto in
cui i trt• fasci si innociano. Ora. si mette il lato piano della lenti· contro il vetro di un IJ1M"r
an1uario pi1·no d"acqua, come in Figura 26.23b. Quando •i acn·nclonu i rm11:i laser l.cntt·
attnt\"erso la lentt• dall'esterno dell'acqumiu, i fasci si incroceranno in un punto pi\1 (a)~
\icino alla lenlt· rispetto a prima. pif1 lontano,<> alla stcs.~ distanza? ( :mm nt:citdc se si
dirigono i fasci l:Lst·rattnl\'erso la lente dall'altro lato dcll'acqu:uio, rnme in Fi1,'lm\
Ac:quario
26.2!k:' Cosa a<.·cadein queslo caso?

Ragionamento Il fascio l<L...,r


che pa.'l.saattrnvcrso il centro della lente riman" im·d·
(h) - •
riato in tutti <' tn· i l"<Lsi.
Abbiamo bisogno cli ,·<·dt·rt·che rnsa succ<•de agli altri due
f;,1sdc.·swn1i.In Figm11 2fi.2!\a, c1uesti due.· fasd ·n·rranno rifnutì ,·t·rso la normale
Cfllanclo pa~sano <1.lll'aria a1 n•tro <h·lla l<"Htt·.t.!,ni11cli, t·ssi ~,ranno <l<.·,·intil't'l:\11il
li.!~du n·nu-..dc:. Quando n1ggiungono l'ithrn lato, <.'passano dal vetro all'aria, si
allontaneranno dalla normale, la qual cma causa una ulteriore deviazione veno il
(e)
?
fasdo è<.·ntrnl<".C:nm<·rì~uh;uo. tutti e trr i fa~d si int·rodann nel punto focah.•.
Qmmclo il l,llo piano cldla ll·ntt.· l· ,,n:os.tillo tu1111u il n·tru ddl"acquario, con1t' in
Figurn 21i.2:Jb,il f:1Sdo1·111<-rg<'nl<" plL'l.'llam:m-r,o il n•tro ddl':1cquario scn,a ultc- F",guru26.23 ( Fisica ragiona-
ta 5).
rion· rifrazion<". ma poi penetra ncJI'na11111. l.è\ Yarimdonc di indice di rifrazion~
nell'andurt· dal n·tro all'acqrn, (· molto minor<· chl' nel cm,o prcceclcntc, e la dcvia-
lÌOIH.'Ycrsn il fasdo tTntralt· risulta mi11nrt".C:omt• risultato, il punto cli inc.·ontro dd
m· fasci sar.ì più lontano dalla l<·nt1·.Quando i f.Lscilaser attraversano prima l'acqua
t· poi la Il-nit'. come in Figurn 21i.23<·.dobbiamo considerare due fatturi. Primo. la
distmmt focale cli una lente è indipendente dal modo in cui la luce I'attrnvcrsa.
Se<.·ondo. nella situazione mostrata, i fasci laser non subiscono rifrazione pcnetran•
clo dalla parte piana della lente, poiché es.si hanno una incidenza normale. Quindi,
tutt:1 li, rifmzionc awerrà all'intrrfaccia dell'aria con la superficie l'Urva delht lente.
Qut·sm i· t'Siltlmnentc la stessa situazione nmtt• st• i fasci laser i\\'t~s.-.t·rocolpito il 11\lo
piano cklla lentt· mentre 1·rano in aria. Quindi, non ,·i sa11ialcun effetto dell'acqua
clc.·11'.u·qmu-io. I fasd las<.·rsi inc·ontr<.·r.mno alla 5lt·ssa clistamm chdh, lc.~ntc.·
<.·omt·nella
prìnrn l·nstruzio1u:. Questa tt•r1a situazion(' i· molto sintile alht cu1,'itlL111.1 di una lente
all'intc.·rno di una nmschcra eia suh, CIÌS<'US."iit in Fisica ragkumta 4.
--------

PROBLEMA
CONCETTUALE
3
·ff.A~~w,.}1")')'t0.~

Stai 1iprendrnclo mm fotografia di te stesso con urm nmcd1hm fologrnlica dtt• usa i;:li
la cli..-,ra11,a
11hr.t"i11ot1i p<'r 111i~111,11T Qmmclo fotog1afi 1t· ,1t·,M1 in lllHI ~IJl'<.'·
cld SOJ.,U.t<"tlt>.
<·l1iocon queste> i1pparc.·t-rlli<>, la tua immngin<.·n<>nSilr.\il fuoco. l1,·rc:l1(•?

PROBLEMA
CONCETTUALE
4
1r,.,nao,i'"..tffll(~~1'm'Ul\'UW1

l'n'immagine \irtnah.• è spes.,o descritta c:umcquella attr.l\·t·rsn nli i n1ggi lumittusi nun
pas.•,anue0euh,unente, come awiene in\'ecc per una innm1i;:inen·al<·. Si puù fotogrnlilrc
un 'in,ruagine \irtuale?
790 Capitolo 26 Speccl1h/mli

Lente Albero vicino Albero lontano

..
\

lr'lt---"
--------2
·I
..--------·
I
vicino
Schermo
Figura26,24 (Problema conceuuale 5)

.......
PllOllEMA
, C~Alf, ...... 5
,,.,
Supponiamo di voler usare una lente convergente per proiettare l'immagine di dueal~
ri su uno schermo. ·un albero è a distanza .ll'dallalente, l'altro si trova a 2:r,come in Figura
26.24. Si aggiusta lo schermo in modo che l'albero vicino sia a fuoco. Se, ora, si vuole
muovere lo schermo per mettere a fuoco l'albero lontano, si dC\-eavvicinare lo schermo
alla lente, o allontanare?

-----------
PR08lEMA 6
C0NCEJTUALE
Puòuna lente convergente essere costruita in modo da far divergere la luce se postain
un liquido? E per uno specchio convergente?

PIIOlllEMA
CONCmUAlE
7
MIIIR:llill AiilffllPAllll'I-~
Un sacchettino di plastica trasparente riempilo d'acqua può funzionare come una rudi-
lJ1 luce proveniente da un
mentale lente convergente in aria, Se il sacchettino è riempilo d'aria e viene posto
oggetto lontano viene foca- sott'acqua, è ancora una lente? Se sì, è convergente o divergente?
lizzata da due )end conver~
genti. (Hmry uap• jim Leh- PROBlfMA 8
C0NCEJTUALE
mnn,pergent.eone.) ~
Perché la distanza focale di uno specchio non dipende dal materiale dello specchio,
mentre la distanza focale di una lente dewdipendere dal materiale della lente?

Esempio 26.6 L'equazione dei coaà'uttori di lenti


La lente biconvessa di Figura 26.25 ha un indice di rifr-.t-
zione di l.50. Il r.aggio di curvatura della superficie
anteriore è R1 = 10 cm, e quello della superficie poste-
riore è Rt= - 15 cm. Calcolare la distanza focale della
lente.
'·'
-1,·
SoluzioneDalla convenzione sui segni in Tabella26.S
troviamo che R1 =+10 cm e Rv= -t!i cm. Allora, usando
l'equazion,· elci costmuori di lcmi, "bbimno

I
-1 = (n-1) (1
--- I)=(1.5-1) (-----I
R1 R2 10cm -15cm
I ) . H)
Figura 26,25 (Eacmpio 26.6) Questa lente ha dµii.'
I= :12.èm ..., .
.. ,····~
.'
superfici curve con raggi di curvatura R1 ed R,. ., ._.
1 .;t,(
...·rriffl
26.4 unti sottili 791

Esempio 26.7 Immagineformata da una lente convergente


Una lente convergente di distanza focale IO.Ocm forma (b) Nessun calcolo dovrebbe essere necessario per
un'immagine di un oggetto posto a (a) 30,0 cm, (b) questo caso poiché sappiamo che, quando l'oggetto è
IO.Ocm, e (c) 5.00 cm dalla lente. Tro,-are la disianza posto nel punto foc-.tle,l'immagine 11aràformala all'infi-
immagine e descrh·ere l'immagine in ciascun caso. nito. Ciò è proniamente ,-erilicato sostituendo;= 10 cm.
nell'equazione delle lenti.
Soluzione (a) L'equazione deDe lenti sottili. Equazio- (e) a muoviamo ora all'interno del punto focale,
ne 26.12, può essere usata per trowre la distanza imma- con una distanza dell'oggetto di 5 cm. In questo caso,
gine: l'equazione della lente dà
I l I I I I
-+-=-
; q I
---+-=---
5.00cm q 10.0cm

l 1 I .,,.......
i;!lo;o-~!
q = .. ' ,
30.0 an + q = - IO.Ocm M=-...!l..=-(-10.0cm) = 5!.00

n
~--
"= .'i~-idh:
segno posiliw dell'immagine ci dice eh~
..
~ reale'.
p 5.00cm · ···
La distanza immaginenegativa ci dice che l'immagine si
forma dalla parte della lente da cui incide la luce (Tab.
L'ingrandimento deDalente è 26.S). L'immagine è ingrandi1a, ed il segno positivo per
M ci dice che l'immagine è dritta, come mostrato in
M =_.!!_e-~= t.:,(Ù!òl)' Figura 26.22b.
p 30.0cm · · ., ·
Vi sono due casi generali per una lente convergente.
c.osicché, l'immagine è ridotta in dimensioni della Quando la distanza dell'oggetto è maggiore della
metà, ed il segno negativo per Mci dice che l'immagine distanza focale (p >/), l'immagine è reale e capovolta.
è capc»'Olta. La situazione è come quella raffigurata in Quando l'oggetto si trova fra il punto focale e la lente
F"igw-a 26.22a. (p< /), l'immagine è virtuale, dritta, e ingrandita.

Combinazioni di lenti sottili


Se si usano due o più lenti sottili per formare un 'immagine, il sistema può esse-
re trattato nel modo seguente. Prima si calcola l'immagine della prima lente
come se la seconda lente non ci f0s.1e.La luce, quindi, si awicina alla seconda
lente torM S4 essa provenisse dall'immagine formata dalla prima lente. Succe&-
siwmente, l'immagine della prima lente viene ttattata come l'oggetto della
seconda lente. L'immagine della seconda lente è l'immagine finale del sistema.
Se l'immagine della prima lente si forma dietro la seconda lente, allora l'imma-
gine viene ttattata come un oggetto virtuale per la seconda lente (cioè pè nega-
tivo). Lo steSSo procedimento può essere esteso a un sistema di tre o più lenti.
L'ingrandimento totale di un sistema di lenti sottili è uguale al p,odoUodegli
ingrandimenti delle lenti separate.

lwnplo 26.1 Doft wi l'immaginefimle?


Due lenti convergenti di 1ungbezzafocale IO.O cm e
20.0 an, distano 20.0 cm. come in F"igura 26.26. Un f--1s.ocm+-20.ocm-l
oggetto è posto 15.0 cm alla sinistra della prima lente.
Tl'O\-aRla posizione dell'immagine finale e l'ingrandi-
mento del sistema.

Soluzione Per prima cosatroviamola posizionedell'im-


magine della prima lente ll'llSCUJ'ando
la seconda lente:
I I I I I /i• 10.0cmh•!O.Ocm
-+-111---+-=---
/II 91 15.0an 91 10.0an llpa 26.26 (Eaempio 26.8) Un alstema di d~ ~~­
91•!IO.Ocm comergatd,
792 Capitolo 26 · Specchie lenii

dove q1 è misurato dalla prima lente. Cioè, l'immagine finale si trova 6.67 cm alla destra della
Poiché q1 è maggiore della distanza fra le due lenti, seconda lente.
l'immagine della prima lente si trova IO.Ocm alla destra L'ingrandimento di ciascuna lente separatamente è
cldla ~cconcla knll'. Prendiamo questa com<.•distanza da1ocla
cldl'oggcuo dalla seconda lente. Cioè, applichiamo -q, 30.0cm
l'equazione delle lenti sottili alla seconda lente con P.i= M 1 = --= ---- = -2.00
- 1O.Ocm, dove ora le distanze vengono misurate dalla p1 15.0cm
seconda lente, la cui lunghezza focale è 20.0 cm: -q.i 6.67cm
M2 =-=----=0.667
l l I P.i - IO.Ocm
-+-=-
"" 'l'i h. L'ingrandimento totale M delle clue lenti è il prodotto:
l l I M 1MJ = (-2.00) (0.667) =-1.33. Quindi, l'immagine lina-j,
-10.0cm +q;= 20.0cm le è reale, capovolta, e ingrandita.

:),'i;7'Ht\i:
1/'i= \,Y,-
. .,,,'!..,,;

Uno dei problemi fondamentali delle lenti e dei sistemi di lenti è l'imperfetta·
qualità delle immagini. Tali immagini imperfette sono solitamente il risult,110di ·
difetti nella forma delle lenti. La teoria semplice degli specchi e delle lenti assu-;
me che i raggi formino piccoli angoli con l'asse ottico. In questo modello sems"
plificato, tutti i raggi che provengono da una sorgente puntiforme si focalizzano;
in un singolo punto, producendo un'immagine netta. Chiaramente, ciò non è
sempre vero. Per quei casi in cui le approssimazioni usate in questa teoria non:-
valgono, si formano immagini imperfette.
Se si desidera eseguire un'analisi precisa della formazione dell'immagine, è
necessario tracciare ciascun raggio usando la legge di Snell per ciascuna super~
fide rifrangente. Questa procedura mostra che i raggi uscenti da un oggetto .
puntiforme non si focalizzano in un singolo punto. Cioè, non vi è una singola.
immagine puntiforme; invece, l'immagine è sfocala.Gli scos~enti delle imma,
gini reali (impenette) dalle immagini ideali predette dall,L .teoria semplifiq,.~ :
sono.detti aberrazioni.Descriveremo ora due tipi di aberrazioni.

Aberrazione sferica
Le aberrazioni sferiche risultano dal fatto che i punti focali di raggi luminosi
lontani dall'asse ottico di una lente sferica (o specchio) sono.diversi dai punti;
focali di niggi della stessa lunghezza d'onda che passano vicino al cenµ:o. 4\ .
Figura 26.27 illustra l'aberrazione sferica per raggi paralleli che passano attra-
verso una lente convergente. I raggi vicini alla parte centrale della lente sono,.,
focalizzati a distanze maggiori dalla lente dei raggi che passano ai bordi; per cui,:·
per una lente, non c'è una singola distanza focale. . ('
Molte macchine fotografiche sono attrezzate con un diaframma regolabiler;
per controllare l'intemità della luce e ridurre l'aberrazione sferica per qtianto'.·
possibile. (Un diaframma è un'apertura che controlla la quamità di luce, tra-.::
smessa attraverso la lente). Immagini più nette sono prodotte quando la dimeni(
sione del diaframma è ridotta, poiché solo la parte centrale della lente è esposti1-I~
Figura 26.27 Aberrazione alla luce incidente. Allo stesso tempo, però, si accetta meno hlce. Per cornpenj}
sferica causata da una lente
convergente. Una lente di-
sare ciò, si usa_·un tempo di esposizione più lungo per la pellicola fotografi~ca. '
vergente ,:ausa aberrazione Un buon e~empio è l'immagine molto netta prodotta da una macchina foto· '.:\
sferica? fica con da'aframma di diametro circa 1 mm come il buco di unp spillo. ' ·J..
Sommari" 793

Nel c-.isodi specchi usati per oggetti molto distanti, si può eliminare, o almeno
minimizzare, l'abcrr.12ione sterica usando una superficie parabolica piuttosto di
una superficie sferica. Le superfici par.iholiche non sono usate spesso,tuttavia,
per il loro costo elevato. I raggi cli luce paralleli incidenti su una tale superficie
yengonn fornlizzati in un punto comnm•. Supt•rlid parabnlkhe rinettl'nti sono
usate in grandi telescopi astronomid allo scopo cli aumentare l'intensità del-
l'immagine. Essesono anche usate nelle luci a flash, dove un fascio quasi paralle-
lo di luce è prodotto eia una piccola lampada posta nel fuoco della superficie.

Aberrazione cromatica
Il fatto che diverse lunghezze d'onda di luce rifratte da una lente vengano foca-
lizzate in diversi punti dà origine alle nbmazioni croma/id~ Nel Capitolo 25 abbia-
mo descritto come l'indice di rifrazione di un materiale vari con la lunghezza
d'onda. Quando una luce bianca passa attr.tverso una lente, si trova, per esem-
pio, che i raggi di luce violetta sono rifratti più dei raggi di luce rossa (Fig. 26.28).
Da ciò vediamo che.la distanza focale è maggiore per la luce rossa che per la luce
violetta. Altre lunghezze d'onda (non mostrate in Fig. 26.28) avranno punti foca- Figura 26.28 Aberrazione
li intermedi. L'aberrazione cromatica per una lente divergente è opposta a quel- cromatica. causata da una
la per una lente convergente. L'aberrazione cromatica può e-r grandemente lente convergente. Raggi di
diverse lunghezze d'onda si
ridotta u.'13ndouna combinazione di una lente convergente e di una lente diver- focalizzano in punti diversi.
gente realizzate con due diversi tipi di vetro.

SOMMARIO
L'iugranclimento,M, di uno specchio o lente è definito come il rapporto fra l'altezza
dell'immagine, h', e l'alte,.za dell'oggetto, /e

M _.!f..
=!!:_= (26.2, 26.11)
h p

!llell'approssimazionc dei raggi parassiali, la distanza dell'oggetto p e la distanza


dell'immagine q per uno specchio sferico di raggio R sonn correlate dall'equazione
dello specchio.
I I 2 I
-+-=-=- [26.4,26.6)
,, q R I

dm-.:/= R/2 è h1distanza focale dello specchio. .


Cn'immagine si può fom1arc per rifr.tzionc di una superficie sferica di nìggio R.'~
dislanze dell'oggetto e dell'immagine per rifrazione di una tale superficie sono correla-
te da
n1 11:! "'J - 111
-+-=--- (26,8)
p q R

111c1.zo il cui
don: la luct· è incidente ud mezzo cli indice di rifruzionc n1 c:di· rifn,ua uèl
indice di rifr.izione è ":I·
Per una lente sottile, cd in approasimazionc di r.iggi parassiali, le distanze del-
roggctto e dell'immagine sono correlate dall'equazione delle lenti sottili:

.!..+ _!_= .!.. (26.12]


P q I
794 Capitolo 26 Specchi, /mli

La diatama focale (o, anche luaghezzafocale), f. di una lente souile in aria è eon-e-
lata alla curvamra della sua superficie e all'indice di rirrazione 11del materiale della. ·
lente dalla relazione

-=I (11-l) ( ---I I ) (26.IS]


/ Ra R2
Le lenii <Wteageali hanno distanze focali positive, mentre le lenii divelgeaalihanno
distanze focali negat.ive.

DOMANDECONCETTUAIJ
l. Perché alcuni veicoli d'emergenza hanno scritto 11. Spiegare questa affermazione: "Il punto focale di ~ :.
davanti il simbolo A8111/1.JUIIMA? lente è la posizione dell'immagine di un punto~;:; ;
II] Lo specchietto retrovisore di un· modello recente di to all'infinito·. Discutere la nozione di infinito in' ~Y:'r
macchina avvene il conducente che l'oggetto può mini pratici cosi come si applica alle dlslanze'dqiL.'
essere pilÌ vicino di quanto essoappaia, Quale specie oggetti. Basata su questa affermazione, riuscite a~- y:
di ipecchio si sta usando, e perché è stato scelto que- sare un metodo "rapido e grossolano" per~ ·.'.·
sto lipò? · re la distanza focale di una lente positiva? ,. ,r. ··
3. Si consideri uno specchio sferico concavo con un og• ~ Si consideri l'immagine formata da una lente sottile
geuo reale. L'immagine risulta aempre capovolta? La convergente. In quali condizioni l'immagine sarà.(a)
immagine è sempre reale? Dare delle condizioni per capovolta, (b) dritta, (c) reale, (d) vinuale, (e) p'1)
le risposte. grande dell'oggetto e (J) pilÌ piccola dell'oggetto? .. ;,
[!I Perché l'acqua di una corrente limpida sembra sem- I !I. Discutere la posizione appropriata di una diaposltmi
pre meno profonda di quanto è in realtà? relativamente alla lente in un proienore. Quale tipo di
[[] Una persona che sta facendo della pesca con l'arpione lente dovrebbe avere il proienore? ,, ·,
su una barca vede un pesce posto a 3 m dallabarca e ad 14. Discutere perché ciascuna delle seguel)ti affermazioni
una profondità di I m. Per colpire il pesce con l'arpio- è vera o falsa. (a) Un'immaginevinualepuòeSBCrew\
ne, questa persona dovrebbe mirare al pesce,sopra il ogge11ovir1uale. (b) Un'immaginevinualepuòessert.
pesce o sotto il pesce? Spiegare. un oggello reale. (c) Una immagine reale può~
[ru Spiegare perché un pesce in una vasca sferica sembra un oggeuo vinuale. (d) Un'immagine reale può esse, ..
pilÌ grande di quello che è realmente. re un oggello reale. .
l1JSe si mette un cilindro pieno di vetro o di plast.ica tra- 15. Discutere il tipo di aberrazione coinvolta in CÌIIICll!\ll
sparente sopra le parole LEADox101e lo si guarda come delle seguenii situazioni. (a) Le zone laterali dell'bn-. ·
mostrato in Figura D26.7, la parola LEAD appare capo- magine appaiono rossastre. (b) Non si può 01~,.; ,' 1
wJta·~entre la ~la oxm1 no. Spiegare. un fuoco perfeuo della pane centrale dell'im~J:t;
(e) Non si può ouenere un fuoco perfettode1Ja·péf.,,{.
zione esterna dell'immagine. (d) La zona centrai«! d~ '."('.
l'immagine risulta ingrandita rispeuo alla zona~-:;:\
na. ,~),t-::;
16. In un racconto di Giulio Vcrne, un pezzodi ghiaccio'l';;·'.:
sagomato in modo da formare una lente d'' , ,·: ,.,. ·•
mento per focalizzare la luce solare in gradocli'· ·
FiguraD26.7 (Pergmt. eone.di Hnn, Lia/I
,jim Lthma11) dere 110 fuoco. È possibile ciò? ·';"
17. Una fornace solare può casere costruita usandò ,il
[[] Un miraggio si forma quando l'aria diventa gradual- . concavo per n'fl ettere e •"'-1111azare
specch 10 ~--·· ,:,..\ft-,
. ' ... ,'
mente pilÌ fredda man mano che ci si allontana da bocca di una fornace la luce solare. Quali fattori n~i'.ft
terra. Cosa potrebbe succedere se l'aria diventasse pilÌ progcuazione dello specchio rinellente garantirebliei''.
citlda allontanandosi da terra? Ciò accade spcss<1sopra rodi poter r.iggiungere temper.iture molto elevate?·.· ·
masse acquOBCo su un terreno coperto da neve. !!!] Si può costruire uno stenoscopio con una scatola:
I[] Le lenti usate negli occhiali, siano ease divergenti o cartone su un lato della quale venga praticato~
convergent.i, sono aempre disegnate in modo tale che colo forellino. Se il lato opposto viene rimosso e·
la lente al centru è concav-.i dalla parte dell'occhio, tuito con una carta opalina, si forma l'immagine
. come le lent.i centrali della Figura 26.17a e b, Perché? oggetlo lontano per mezzo della luce che
.·····.l!QJ~escrivere le teni.i che si possono usare per accendere auraverso il forellino Incide sulla cana ..
::li?(:.'. alfuoco. schermo). In questo caso non esistono iend.li,,
~,f.,,-
~'.\:r:;_·.
Pmblemì 795

il forellino sostiiuisce la lente di una macchina foto- ~ Un da.s~ico racconto di fantascie11.u1,/, 'Unmohlui.,i/,jk,
grafica. Spiegare perché si forma un 'immagine, e de- narra di una persona che diventa invisibile v-,1riando
scrivere il tipo di immagine. l'indice di rifr.izione del suo corpo rispetto a quello
[![I Se si ,·ogliono osserv.ire in dettaglio i partirnlari di 1111 dell'aria. QLws1n racconto t: stato critk;uo clagli slu·
ogg<·tto con una lc:nte di ingrandimento di lunghezza òc111i du.· co1tu)to1u> il funlionamc:ntu ,lcll'm.:chio;
focale 15 cm, dove si dovrebbe porre l'oggetto per <-..siaffermano che l'uomo inYisibik sarebbe inrnpace
osservarne un'immagine ingrandita? di ,·edere ~ stesso. In base alla tua conoscenza del-
~ I grandi telescopi sono generalmente dei riflettori 1'occhio, potrebbe egli vedere o no?
piuttoste che dei rifr.ittori. Elencare alcune ragioni di
questa scelta.

PROBLEMI
Paragrafo 26.1 Immagini formate da spec:cbi formano è n- I. Graficamente, trovare tutte le imma-
plani gini per n = 6 quando un oggetto puntiforme è posto
J. Lo sp«ehio della tua stanza da bagno ti mostra più tra gli specchi (ma non sulla bisettrice:).
vecchio o più giovane della tua età reale? Calcola 5. Una persona cammina in una stanza che ha due spec-
l'ordim' di grandezza stimato per la differenza di età, chi piani alle pareti oppoote, i quali producono imma-
basato sui dati da te specificati. gini multiple. Quanclo la persona ~i trova a 1.50 m
2. In un esperimento di fisica da laboratorio, si applica dallo •p<'<CChio dt·lla parete sinistr,1e a 3.00 m dallo
una coppia ad un !ilo di piccolo dimn<·tro sospeso ,·e•' specchio della parete clestr.i, tro,-are la distan,a tra la
ticalmente in tensione. E necessario misurare accura- persona e le prime tre immagini ,iste nello specchio
tamente il piccolo angolo di cui mota il filo in conse- di sinistra.
guenza della coppia risultante. A tal fine si attacca al
filo un piccolo specchio che riflette 1111fascio di luce Paragrafo 26.2 Immagini formate da specchi
incidente su una scala circolare. Un tale disposith·o è sferici
noto come /,va ollicaed è mostrato in Figura P26.2 in 6. t:no spet·chio sferico conca,•o ha un r.iggio di curvalll-
una ,im dall'alto. Mostr,1re che quando lo specchio ra di 20.0 cm. TrO\-arc la posizione dell'immagine per
mota di un angolo 6, il fascio riOesso è motato di 2 6. una distanza dell'oggetto di (a) -IO.Ocm, (b) 20.0 cm e
(<") IO.Ocm. Per cia.,;cuncaso, stabilire M! l'immagine è
real<· o virtuale e dritta o capo,·olta. Trovare l'ingran-
dimento per ciascun caso.
7. l'no specchio com·= tiene souo controllo i corridoi
Fascio
in un negozio. Lo specchio ha un raggio di curvatura
rillesao
di 0.550 m. Calcolare la posizione c descrivere l'imma-
gine di 1111awentore che si trova a IO.Om dallo spec-
chio. Determinare l'ingrandimento.

Fascio
incidente
F1guraPZ6.2

[[) Determinare l'altezza minima di uno specchio piano


verticale in cui una persona alta 1.80 m può vedere la
propria immagine per int<'rn. (l/11:i costru,iont· grafi-
ca dei raggi luminosi può es.sere utile).
-1. Due specchi piani hanno le loro superfici riOcttcnti
affacciate, con il bordo di uno specchio in contatto
con un bordo dell'altro, in modo che l'angolo tra gli
specchi sia o. Quando un oggetto Viene posto davanti F'igura PZ6, 7Gli specchi convessi spesso ve1tgo110usati
agli specchi, si formano un certo numero di immagi- nei grandi magauini a scopo di sicurezza, poiché forni-
nL In genenle, se l'angolo o tra gli specchi è tale che scono una visione a grande angolo. (C Paul Sllvmnan
na = ll60"con n intero, il numero di immagini che si 1990,FundarnmtalPlwtogmf1hs)
796 Capitolo 26 Spml,i e lenii

8. Una grande chiesa lia una nicchia in una parete. Sul tro. Si ossetva la sfera lungo una direzione parnllela al
piano <lei pavimento essa appare come un rientro raggio contenente la bolla. Qual è la profondità appa-
semicircolare <li raggio 2.50 m. Un feclcle sta sulla rente della bolla sotto la superficie della sfera?
linea centrale della nicchia, a 2.00 m di distanza dal Il!. Una L"IStradi vetrollint (n= 1.66) poggia sul fondo cliun
suo punto pii, profondo, e mormora umo preghiera. arq11;11io. l~, h1str.1è spessa 11.00cm ccl è WJ)(·rlada ac-
llorc si concenlreriì il suono dopo la rillcMinne d;1lla qua ( 11= l.!1!1)finn a 12.0cm dal forulo, Calrnlarc lo spes-
parete posteriore della nicchia? sore apparente della lastra di vetro, os.,erv.itadal di sopr;i
~ Uno specchio sferico convesso ha un raggio di dell'acqua. (Si sttppong-dincidenza quasi normale). ·. '.; .
40.0 cm. Determinare la posizione dell'immagine vir- [[) Una semisfera di ,·etro è usata come fermacarte con la
tuale e l'ingrandimenm dovuto allo specchio per un superficie piatta pogh>iatasopm una pila di carte. li
oggetto disiante (a) 30.0 cm e (b) 60.0 cm. (c) Le raggio della sezione tr.i.wcrsa circolare è 4.00 cm e
immagini sono dritte o capovolte? l'indice di rifrazione elci vetro è 1.55. Il centro dellÌI
IO. Un oggetto di 2.00 cm di alte-a.a è posto a 3.00 cm semisfera è poggiato sopra una lettera ·o· alta fs~
davanti a uno specchio concavo. Se l'immagine è alta cm. Qual è l'altezza dell'immagine della lettera vi,sl\l·
5.00 cm ed è virtuale, qual è la distanza focale dello guardando lungo un raggio ,·erticale? · · '
specchio? 20. Si osserva che una sfora mt~parente di composizione
[jJ Si vuole ~e uno specchio sferico per forma,·e una incognita forma una immagine del Sole sulla supedi-
im~.e cinque volte piit graµde·dell'oggetto su uno cie della sfera opposta al Sole. Qual è l',indièe di rifra- .
schemìo posto a 5.00 m dall'oggetto stesso. (a) De- zione del materiale della sfera?
scrivere il tipo cli specchio richiesto. (b) Dove dovreb-
be es.,ere messo lo specchio rispello all'oggcuo? P~o 26.4 Lenti sottili , · · ·..
I!!. (a) l'no specchio concavo forma un'immaboinc capo- ~ l.a fon:ia sinistracli una lente bicon,·cs.1m ha un raggio
volta quattro volte maggiore dell'oggeuo. Trovare la di curvatur.i di 12.0 cm e <JUelladestra un r.tggio di .
distanza.focale dello specchio se la distanza fra I'ogget- curvatura di 18.0 cm. L'indice di rirrazione del vetro~ ·
to e l'immagine è 0.600 m. (b) Uno specchio convesso 1.44. (a) n,lcolarc la disrnnza focale cll'lla lente. (b)
fonna un'innm,ginc virtuale cli dimensioni metà dcl- ( :aieo lare la distm11.aforak· se sì 5t·•1mhianui raggi di
l'oggeuo. Determinare il raggio di curvatura dello spec- curvatura delle due facce. ·
chio se la distanza fra immagine e oggetto è 20.0 cm. 22. Una lente a contatto è falla cliplastica con un indice di
13. Uno specchio concavo ha una distanza focale di rifrazione di 1.50. La lcme lm un r.iggio di curvdtul'a
40.0 cm. Determinare la posizione di un oggeuo tale esterno cli+2.00 cm e un mggio clinm·aturn interno di
che l'immagine risuhante sia dritta e quallro \'olle piìo +2.50 cm. Qual è la distanza foca!<·della lente?
gr.mde del!' oggetto. 23. Una lente souile ha una distanza forale di 25.0 cm.
Trov-.irela posizione dell'immagine quando l'oggetto
Paragrafo 26.3 Immaginiformate per rifrazione è posto (a) a 26.0 cm e (b) a 24.0 cm da\"dnti alla lente.
14. Un modello semplice dell'occhio umano trascura 10- Descrivere l'immagine nei due casi. · . ·.. ·.: :
talmenq: la sua lente. La gran parte di ciò che fa I'oc- 24. Una lente convergente ha una distanza focale 41:; :·'
chio è ciòche· accàde' aila.luce nella cornea trasparen- 20.0 cm. Trov-.ire la posizione dell'immagine · P'f ';'•
te, Si assuma ché questa superficie esterna abbia un distanze dell'oggetto di (a) 40.0cm, (b) 20.0 cm," (c) · ..
rdggio di curvatura di 6.00 mm, e si assuma che il IO.O cm. Per ciascun qiso, stabilire se l'immagine _è· ·
bulbo oculare contenga un lluido di indice cli rifrazio- reale o virtuale, clrilla o capovolta. Tro,-are l'ingra,i.·.
ne 1.40. DimQ!ltrareche un oggetto molto distante li>r- dimeni<>per ciascun c;t,o. , .. :i,'.\;
mcr.l un'immagine sulla retina, 21,0 mm dietro la cor- ~ L'immagine di una monetina in Figura P26.25 è doPJl:Ì!\\;i:;;
nea. Descrivere l'immagine. del diametro della monetina ed è a 2.84 cm dalla len~f:·y;
.I 1-~?~'
[ill Un bl!J(é~ liscio di ghiaccio (n = l.309) poggia sul Determinare la focale della !eme d'ingrandimento!;/,'i',fot
pavim.ento con una faccia parallela al pavimento stes- 26. Un ob,getlo posto a 32.0 cm di fronte a una lent~. '•
so. Il blocco ha uno spessore verticale di 50.0 cm. ma un 'immagine su uno scher!11oposto a 8.00 cn,i,:
Trovare la posizione dell'immagine di un disegno del tro la lente, (a) Trov-.ircla distanza focale dell;l !e . .·
ri\·cstimerito· del pavimento formala da raggi quasi (h) Oetcnninare l'ingrandimclllo. (c) I.a lente ècoiiti'.,~'
pt·rpcndkolari al blocco. ,·crKt·ntco dh·t.·rgcntc? .·,·'· ·~
Hì. Una biglia color.ata è gettala in un gr.1ndc rccipicnu• 27. Una lente d'ingrandimento è una lente convergei,#.;§\\
pieno di benzene (n= 1.50). Qual è la profonclilil del clidistanza focale 15.0cm. A quale di_stanza~a un 6 .· ·
recipiente se la profondità apparenlc della biglia \'ista cobollo si dovrebbe tenere questa lente pc;r qti~-..
clireuamenle da sopra il recipiente è 35,0 cm? liii ingrnndimcnu, di +2.00? · ·
17. U~a srcra di vetro ( n: 1.50) di raggio 15,0 cm contie- 28, li vetrino cli un microscopio è posto dav-,mti.
n_l'una minuscola bolla d'aria posta a 5.00 cm dal cen- convergente di lunghezza focale di 2.44 cm, ..,
Problemi 797

Problemi generali
l.t lente e lo specchio di Figura P'.!6.35 hanno una
distanza focale di +80.0 cm e -50.0 cm, rispettivamen-
te. Un oggeuo i, posto a 1.00 m alla sinistra della lem,·.
Trovare la posiziom• dell'immagint· finale. Stabilir<: s.·
l'imnmgin<.·i: ctriua o cupo\'ulta t.' dc.·tcrminarl'l'in-
gmndimemo totale.

Oggruo
Lente Specchio

t
FiguraP26,25 j.--1.oom
~+ 1.00m~
~
forma un 'immagine del vetrino a 12.9 cm dal vetrino. FiguraP26.S5
Quanto lontana è la lente dal ,·ctrino se l'immagine
(a) è reale e (h) virmale? :lii. l.'ogg<·tto in Figur.1 P26.36 è a metà str.ida fra la lente
rn-~ t:n.1 persona guard:a una pit·1r., prl'ziosé\ con un e In spccd1io. Il rnggin di cum1tur.1 dello specchio è
mi~roscopio da gioicllierl' che ha umt lente com·cr- 20.0 cm, e la lente ha una distanza focale di-16.7 cm.
geme di focale 12.5 cm. Il microscopio forma un'im- Consiclcr.indo soltanto la luce che abbandona l'ogget-
magine virtuale a 30.0 ,·m rlalla lente. Oetermimtre to e viaggia prima ,·crso lo specchio, trovare la po•izio-
!"ingrandimento della 1,·ntt·. l."imnmgin,· i• diritta o n,· dell'in11m1ginc linale formata dal sistema. L'imma-
capomlta? b<ineè reale o virtuale? È dritta o capovolta? Qual è
30. Un oggetto è posto a 30.0 cm di fronte a una lente, e si l'ingr,mdimemo totale?
forma un 'immagine virtuale a 15.0 cm dalla lente. (a)
l.cn,~ Ogg,,tto Spt,cchio
Qual è la distanza focale della lente? (h) La lente è

t ~
convergente o dh-ergente?
:1I . Supponiamo che un oggeuo abbia uno spessore ,lp,sic-
ché esso si estende da una distanza p dell'oggetto a
p + dp. Dimostn1re che lo spessore dq dell'immagine è
dato da (- q•Il> Ì' cosicché l'ingr.mdimento longitu-
dinale dq/ dp=-M ,dove, Mè l'ingrandimento laterale.
K
~25.0cm-f
:I:!. Un oggetto è posto a 50.0erti da uno schermo. Dove
do,TCbbe trovarsi una lente convergente di IO.Ocm di
FiguraP26.S6
distanza focale pt•r formare un "immai,<inesullo scher-
mo? Tromre l'ingmndimenio (gli ingr,mdimenti). 37. La distanza fra un oggetto e la sua immagine dritta i,
33. 1., lente di proiezione di un certo proiettore di diaposi- 20.0 cm. Se l'ingrandimento è 0.500, qual è la distam.a
til·e è una singola lente sottile. Si dc,·c proiettare una focale della lente usata per formare l'imll1llgine?
diapositiva di 24.0 mm tii alteua itt modo che la sua :111.La distan1.11fr.i un oggetto e la sua immagine dritta è d.
immagine riempia uno schenno di 1.80 mdi altezza.La Se l'ingrandimento è M, qual è la distania focale della
distanza diapositiva-schermo è S.llOm. (a) Detenninare lente: usata per fonnare l'immagine?
la distanza focale della lente di proie1fone. (b) A quale 3!l. Un oggetto posto a IO.Ocm da uno specchio slerico
distanza dalla diapositiva deve trovai-si la lente del concavo produce un 'immagine reale ad 8.00 cm dallo
proiettore nflind1é si fonni l'immagine sullo schermo? spc,rchio. Se l'ogg<'lto è sposmto in una nuova posizio-
:; I. l 'n n.·lodsta sorpassa uno spcumon.· a IO.Otn/.s. IA> ne a 20.11cm dallo specchio, ,,ual è la posizione del-
spettatore fotografa il velocista usando una macchina l'immagine? l. 'immagine finale è virtuale o reale?
fotografica che ha una distanza fornlc di 5.00 cm e 1111 ·IO. Due raggi che viaggiano paralleli all'a.,se principale
tempo di esposizione di 20.ò ms. Per una buona foto- incontr.mo una lente piano-convessa che ha indice di
gr.tfia, la nms.,ima sfocatura permessa dell'immagine rifr.izione 1.60(Fig. P26.40),Selasuperlkie convessa i,
sulla pellicola è 0.500 mm. Trowre la minima distanza sferica, 1111raggio vicino al bordo non passeràdal pun tu
fra il velocista e la fotocamera per ottenere una buona focale (abt.'!"razionesferica). Sequesta auperflcie ha un
fotografia. raggio di curvatura di 20,0 cm e i due raggi distano
798 Capitolo 26 SpecrMe lr11ti

dall'as.,e principale rispettiv-.imente h1 = 0.500 cm e dell'immagine finale. (b) L'immagine risulterà dritta
= 12.0 cm, trovare la differenza fra le posizioni in cui
/>i. o capovolta? (c) Ripetere la parte (a) e (b) nel caso in
ciascuno incontra l'as.,eprincipale. cui la seconda lente sia convergente con distanza foca-
le di + 20.0 cm.
[iI] l!n oggc:110è prnuu " 12.0 1·111a sinistra rii una lente
divergente: di focale -6.00 cm. l.:na lcmc co1l\'ergentc
di focale 12.0 cm è posta a distanza d a destra della
lente divergente. Trovare la distanza d tale che l'hn-
magine finale sia all'infinito. Fare una c1>11rUZione
e
grafica dei raggi per questo caso.
•llì. La cornea dell'occhio ha un raggio di curvatura di
0,800cm. (a) Qual è la distanza focale della superficie.
riflettente dell'occhio? (b) Se un pezzoda 20 $ d'oro
del diametro di S.40 cm è tenuto a 25.0 cm dalla cor-
FlguraP26.40 nea, quali sono la dimensione e la posizione dell'im-
magineriflessa?
41. Un c:iggèltoreale è polle) all'estremilà zero di una riga lilJ Il disco del Sole sottende dalla Terra un angolo di
. da disegno da un·meero. Uno specchio concavo posto 0.538°, Quali sono la posizione e il diametro dell'im- .
all'estremità 100 cm della riga produce un'immagine magine del Sole formata da 11110specchio sferico con- ·
dell'oggetto nella posizione 70.0 cm. Uno specchio cavo di S.00 mdi raggio?
convesao pòsto alla posizione20.0 cm produce un 'im- ·111.Un 'illusione ottica di "monete galleggianti" consiste di
magine finale nel punto a 10,0 cm. Qual è il raggio di due specchi parabolici cli lunghc:-tza focale: di 7.50 cm,
curvatura dello specchio convesso? affacciati l'uno all'altro con i loro centri distanziati di
-1:!. Ricavare l'equazione dei costruttori di lenti nel modo 7.50 cm (Fig. P26.48).Se si pongono alcune monetine
seguente: si consideri un ogge110 nel vuoto in p1 = - sullo specchio inferiore •i forma un'immagine delle
da una prima superficie rifrangente di raggio di curva- monetine su un piccolo roro al centro dello specchio
tura R,. Trovare la posizione dell'immagine. Usare superiore. Mostr•re che l'immagine del sistema di
questa immagine come oggetto della seconda superfi- specchi si forma in questa posizione e descriverne le
cie rifrangente, la quale ha circa la stessa posizione caratteristiche. (Nola: si ottiene un effetto sorprenden-
della prima poiché la lente è sottile. Tro\me la posi- te illuminando queste i111mff&ini con un fascio di luce.
zione dell'immagine finale, dimostrando che essa ha Anche con incidenza r.idente, il fascio di luce inciden-
una distanza dell'immagine fidata da te è apparentemente riflesso dalle immsgini delle
monetine! Avete capito perché?) .
..!..=
'h
(n-1) (.2..
R
-..!..)
1 R1 Piccolo rom

H1!;J
Un fascio di luce parallelo entra in una semisferadi
vetro perpendicolarmente alla faccia piana come mo-
strato in Figura P26.4S.li raggio è R= 6.00cm e l'indice
di rithl7fone è n = 1.560.Determinare li punto in cui il
lascio è focalizzato. (Si assumano raggi parassiali). Monete:
FiguraP26,48
. I' ·i
Ei[) In una camera al buio una candela è posta 1.50 nida,)
una parete bianca. Una lente è posta tra la candelae la:;
parete in una posizione per cui viene a formani sulla!,
parete un'immagine della candela ingrandita e capo,-.,
volta. Quando la lente viene spostata di 90.0 cm~~,:.
parete, si forma un 'altra immagine della candeta..TJ'ò::.·
FiguraP26,4S \òll'C (a) le due: distanze oggeuo che pniducono le im· .
magini descritte in precedenza e (b) la lunghezza~,\
•14,,Un oggetto alto 2.00 cm è posto 40.0 cm alla sinistra di della lente. (c) Caratterizzare la seconda immaginé •.1,;ii;,,
uq;a !ente convergente di lunghezza focale SO.Ocm. ,,o.La lente Lt in Figura P26.50ha una distanza focale. ii{\~
U{i\l,!ente <IIW!rgencecon distanza focale -20.0 cm è 15.0 cm, mentre la lente L, ha una distanza focale d! .1,
1 · .po cm alla destra della lente convergente. (a) IS.S cm. La distanza d fra la lente '-2e il piano de"''~
:.;-',; !,911re
la posizione finale e l'ingrandimento pellicola può essere variata da 5.00 cm a IO.O;.~
lli.1pos/e11iproblemico11ul/uali 799

Detem1inare il campo di distanze per le quali l'ogge1-


10 può essere messo a fuoco sulla pellicola. ...!!!..+.!!!.=~
p q R
Questa equazione è stata derivata usando l'approssi-
maziont• per piccoli angoli. Il Foglio Elettronico 26.1
rnnlrolla il rnmpo di validità di qut'•lc approssimazi<>-
ni. Il foglio elettronico calcola la distanza dell"immagi-
ne per una serie di angolidi incidenza a senza l'ap-
prossimazione per piccoli angoli. I parametri di in-
gresso sono l'indice di rifr-.izione, il raggio di cmvatu-
r-,1della superficie, e la distanza dell'oggetto. (a) As-
sumere n 1 = 1.00, n,= 1.52, R= 10.0cm, e p= 30.0cm.
Se l'errore massimo accettabile nella distanza del-
l'immagine è il 3%, per quale angolo massimo a si può
usare l'equazione della rifrazione? (b) Ripetere la
parte (a) usando p= 50.0 cm. (c) Scegliere altri valori
Problemial calcolatore per i par..metri di ingresso e ripetere (a). (d) L'errore
SI. L'equazione della rifrazione per una superficie sferica è linearmente proporzionale ad a?
che separa due mezzi (Fig. 26.13) c~m indici di rifra-
zione n 1 ed "2 è

RISPOSTEAl PROBLEMICONCETTUALl
I. Non sarai capace di mettere a fuoco contemporanea- intercettare i raggi di luce.
mente il dillt'gno e la nm immaginr. Pt'r mettere a fu<>- r,. Consideriamo i due albrri come due oggetti separati.
co il disegno, devi aggiustare i tuoi occhi affinché un l.".ilbero lontano è un oggetto che è più distante dalla
oggetto distante qualche metro (il disegno) sia a fuo- lente dell'albero vicino. Quindi, l'imn1agine dell'albe-
co. Allora, metterai a fuoco la sup,,jiri, tkllo spuchio. ro lontano sarà più vicina alla lente di quella dell'albe-
Ma la ma immagine nello specchio è dietro lo spec- ro vicino. Allora, lo schermo dO\Tà essere spostato
chio, distante dietro di coso quanto Ili lo sei da\,lllti. verso la lente permettere a fuoco l'albrro lontano.
Quindi, focalizzerai i tuoi occhi oltre lo specchio, a 6. Se una lente convergente è posta in un liquido con un
una distanza doppia rispetto al disegno, per portare indice di rifrazione maggiore di quello del materiale
l'immagine a fuoco. della lente, la grandezza relativa degli angoli alla
2. L'attore vedrà la cmqtrtsa. La luce proveniente dal superficie di separazione verrà consen-ata, e la lente
volto dell'attore deve riflettersi dallo specchio nella farà divergere la luce. Uno specchio funziona soltanto
direzione della lente della cinepresa, affinché il suo con la riflessione, che è indipendente dal materiale
volto venga ripreso sulla pellicola. Se invertiamo il per- circostante, per cui uno specchio convergente sarà
corso della luce, la luce proveniente dalla cinepresa si convergente anche in un liquido.
riflette dallo specchio verso gli occhi dell'attore. 7. Il mcchettino di plastica pieno d'aria agirà in acqua
3. La messa a fuoco automatica con gli ultrasuoni spedi- come una lente rudimentale. La direzione della rifra-
sce un'onda sonora e misura il tempo per il ritorno zione alla superficie del sacchetto quando la luce
dell'eco. Usando questa informazione, l'apparecchio passa dall'acqua all'aria sarà opposta a quella per la
calcola la~ del soggetto e mette a punto l'obiet- luce entrante dall'aria al sacchetto pieno d'acqua,
tivo. Quando stai di fronte allo specchio, il segnale cosicché la lente di aria sott'acqua saràdivergente.
ultrasonico si riflette sulla superficie dello specchio e 8. La distanza focale di uno specchio è determinata dalla
la fotocamera aggiusta il suo fuoco per la distanza legge della riflessione sulla superficie di uno specchio.
della superficie dello specchio. Ma la tua immagine La legge della riflessione è indipendente dal materiale
nello specchio è a una distanza cloppia dalla fotoca· con cui è ,·o•lruito lo specchio e il mezzo drcmtante.
mera, e così risulterà sfocata. Quindi. la distanza focale dipende soltanto dal niggio
4. 1 raggi dì luce divergono dalla posizione di un 'imma- di curvatura e non dal materiale. La distanza focale di
gine virtuale proprio come quelli provenienti da un una lente dipende dalla legge della rifrazione, e la
oggetto reale. Quindi, un 'immagine virtuale si può rifrazione è altamente dipendente dagli indici di rifra-
facilmente fotografare cosi come qualalasi altro ogget- zione del materiale della lente e del mezzo circostan-
.to. Naturalmente, la fotocamera deve essere piazzata te. Quindi, la distanza focale di una lente dipende dal
Yidno all'asse della lente o dello specchio per poter materiale.
27
Ottica ondulatoria

/1 , .. ,:· Il ·,I I I

27.1 Condizioni
per l'interferenza
27.2 L'esperimento
della doppia fenditura
diY01111g
27.3 Cambiamento di fase
dovuto alla riflessione
27.4 Interferenza
nelle lamine sottili
27.5 Diffrazione
27.6 Riwluzione
della singola fenditura
e di aperture circolari
27.7 Il reticolo
di diffrazione
27.8 Diffrazione di raggi X
da cristalli
(Facoltativo)

800
27.2 l.'e.,perimentorie/ladoppiafe11tlit11ra
di Young 801

Effetti di interferenza nelle onde elettromagnetiche nel visibile non sono


facili da osservare, dato che le lunghezze d'onda coinvolte sono molto piccole
(da circa 4 x 10-7 ma circa 7 x 10-7 m). Affinché si possa osservare interferenza
persistente tra onde luminose, bisogna eh,~siano soddisfalle Ire condizioni:
• Le sorgenti devono essere coerenti, cioè, devono mantenere una differenza
di fase costante dell'una rispetto all'altra.
• Omdùioni
• Le sorgenti devono avere un 'unica lunghezza d'onda.
• Si deve poter applicare il principio di sovrapposizione. perl'inteifere,ua
Passiamo innanzitutto a esaminare le caratteristiche delle sorgenti coerenti.
Per produrre interferenza sono necessarie almeno due sorgenti di onde che si
propagano. Però, per produrre una figura d'interferenza stabile, le singole on-
de devono mantenere una c;lifferenza di fase costante dell'una rispetto all'altra.
Quando si verifica questa situazione, si dice che le sorgenti sono coerenti, Come
esempio, le onde sonore emesse da due altoparlanti affiancati collegati allo stes-
so amplificatore possono'pt"Q<iurre fenomeni d'interferenza, poiché i due alto-
parlanti rispondono all'amplificatore istante per istante allo stesso modo.
Orbene, se si dispongono l'una accanto all'altra due diverse sorgenti ordina-
rie di luce, non si osserva alcun effetto d'interferenza poiché in questo caso le
onde luminose sono emesse da ciascuna delle due sorgenti, indipendentemen-
te dall'altra; le loro emissioni, quindi, non mantengono una differenza di fase
costante dell'una rispetto all'altra, per tutto il tempo necessario all'osservazio-
ne. I.a luce di una sorgente cli luce comune subisce cambiamenti di fase casuali
di questo tipo circa ogni 10-11s. Di conseguenza, non si osserva alcun effetto
d'interferenza poiché l'occhio non può seguire dei cambiamenti così rapidi.
Sorgenti di luce di questo tipo si dicono incoerenti.
Un metodo comune per produrre due sorgenti di luce coerenti è di usare una
sola sorgente monocromatica per illuminare uno schermo che contenga due pic-
cole aperture (in genere a forma di fenditure). La luce uscente dalle due fenditu-
re è coerente poiché una sola sorgente produce il fascio di luce originario e le due
fenditure hanno solo lo scopo di separare tale fascio in due parti (il che, dopo
tutto, è ciò che si faceva nel caso delle onde sonore discusso in precedenza). Una
variazione casuale nella luce emessa dalla sorgente si ripercuoterà nello stesso
istante nei due fasci separati, e si potranno ancora osservare effetti d'interferenza.

27.2 • L'ESPERIMENTO DEllA DOPPIA FENDITURA


DIYOUNG

L'interferenza di onde luminose provenienti da due fenditure fu dimostrato


per la prima volta da Thomas Young nel 1801. Uno schema dell'apparecchiatu-
ra usata per questo esperimento viene mostrata in Figura 27. la (Young, nel suo
esperimento originale, usò dei fori piuttosto che delle fenditure). La luce inci-
de su uno sch<"rmoin mir- praticata 1111asottill' fionclituraS11• l.t· ontl<· luminose
uscenti da questa fenditura raggiungono un scconclo schermo che contiene
due fenditure sottili e parallele, s, ed St,Queste due fenditure agiscono come
una coppia di sorgenti di lucé coerente, poiché le onde uscenti da esse sono ori-
ginate dallo stesso fronte d'oncia e quindi mantengono una relazione di fase
costante. La luce proveniente dalle due fenditure produce una figura visibile
sullo schermo C; la figura consiste di una serie di bande parallele chiare e scure
chiamate frange (Fig. 27.lb). Quando la luce dalle fenditure S1 ed St arriva su
802 Capitolo 27 Otticaontlu/atmia

(h)

Figura27,1 · (a) Schema dell'esperimento di Voung con due fondimre. Le fenditure S1


ed ~ si comportano come sorgenti coerenti che producono una figura di interferenza
sullo schermo C. (Si noti che il disegno non è in scala). (b) Tipica figurd di frange visibi•
le sullo schermo C.
un punto dello schermo C tale che in quella posizione si abbia interferenza
costruttiva, appare una linea chiara. Quando invece la luce proveniente dalle
due fenditure si combina in modo da produrre un'interferenza distmttiva in
una certa posizione sullo schermo, allora si ha una linea scura.
La Figura 27.2 rappresenta in modo schematico alcuni dei modi in cui le due
onde nell'esperimento di Young si possono combinare sullo schermo C. Nel~J:
Figura 27.2a;lé due onde, che partono dalle due fenditure in fase, raggiungoriMij~
schermo nel punto centrale P. Poiché queste onde percorrono distanze u~¼/\
anivano in P in fase e come risultato si ha in questo punto un 'interferenza. cffti

s, ; :_•'._j{ftt
i-~

p,)f~
Fenditure.~
Punto
luminoso QPunto
luminoso

(a) (h) (e)


Figura 27.2 (a) Quando le onde si combinano in Psi ha interfere_nzacostrutti~
Si ha interferenza costruttiva anche In Q (e) Si ha interferenza dbtruttiva in Rdatò
l'onda proveniente dalla fenditura S\)periore viene a trov-.irsiin ritardo di md
ghezza d'orida rispetto a quella ·proveniente dalla fenditura inferiore, (SI notj:'
figure non sono Inscala). · i.
27,2 /. ·,.,,,.,,1,nnllu
tlr/111 di Yoimir
frmlit11111
tlllf>/1in 803

Figura 27,3 Costruzione geometrica p<·r


descrivere l'esperimento con due fenditu-
re cliYoung. I.a differenza dì percorso tra i
ragi,,jè: r 2 - r 1 = d sen 8. (Sì noti che la figu-
Schermo ra non è in scala).
strutùv-.i e si ossen-a una frangia chiara. Nella Figura 27.2b, le due onde luminose
partono ancora in fase, ma l'onda superiore deve percorrere un cammino più
lungo di una lunghezza d'onda per raggiungere il punto Qsullo schermo. Poiché
l'onda superio1·e incide successivamente a quella inferiore dopo esattamente una
lungheu.a d'onda, esse arriveranno in fase in Qe così in questa posizione apparirà
mm seconda fr.u1gia chiara. Consideriamo ora il punto R, a metà strada fra Pe Q
in Figura 27.2c. In questa posizione, l'onda superiore deve percorrere mezza lun-
gheaa d'onda in più iispetto a quella inferiore. Ciò significa che le v-.illidell'onda
inl"erion· si sm-rappongono alle creste dell'onda superiore, causando un'imerfe-
renza dismuù,-a in R. Perciò in questa posizione si ossen-.1 una frangia scurd.
Pus.siamo ottenere una descrizione quantitaùva dell'esperimento di Young
mn l',1iuto della Figum 27.:t Si ronsideri un punto Psullo schenno di ossen;1-
zione; lo scht'm10 è posto ;i distan/.a /. dal piano contenente le fenditure S 1 ed 5-.!,
che sono separate da una distanza d, e r 1 ed r 2 sono le distanze percorse dalle
onde dalle fenditure allo schermo. Assumiamo che la sorgente sia monocromati-
ca. C.on <1ueste condizioni, le onde provenienti da S 1 ed 5-.! hanno la stessa fre.
quenza e la stessa arnpie1.za e sono in fase. L'intensità di luce sullo schermo in Pè
la risultante della luce proveniente dalle due fenditure. Si noù che un'onda pro-
veniente dalla fenditurd più bassa percorre un cammino maggiore, rispetto
all'oncia prm·eniente dalla fenditura più alta, di una quantità pari ad sen 8.
Questa distanza si chiama differenza di cammino, 8 (delta minuscola), dove
(27,1) • Differenza
di cammino
In questa equazione si assume che le due onde siano parallele tra loro, la qual cosa
è approssimativ-.uncntt: verd poiché /,è molto maggiore di d. Come notato in pre-
<:edenza, è il ,-alorc di questa differenza di cammino che determinerà se le due
onde arriveranno in fase in Poppure no. Se la differenza di cammino è zero oppu-
re un multiplo intero di una lunghezza d'onda, le due onde arriveranno in fase in
Pene risulterà un'interferen7.a costrutùw. Quindi, la condizione per ottenere
fmngc chiare, o interferenzacostruttiva,in Pè data da
8 = dsen 8 = mA (m=0,±1,±2, ... ) (27.2) • Condù:ione per
l 'intetfmmz.a
costruttiva
li 1111111,•ro III i· dcuo numero d'ordine. La frangia chiara centrale a 8 = O ( m = O)
si chiama massimo d'ordine zero. Il primo massimo da ciascuna delle chtt' parti,
quando m"' :1:I, si chiama massimo del primo ordine, e così via.
Analogamente, quando la differenza di cammino è un multiplo dispari di
,\ / 2. le due onde an·ivano in Psfa.,;ate di 180° causando un 'interferen:za distrutti-
\".l. Quindi, la condizione per ottenere frange scure, o interferenzadistruttiva,in
Pèdatada
804 Capitolo 27 01/im oml11l1llorit1

per •
Condizione 8 = dsen 8 =· (m+ i)A (m = 0,±1,±2, ... ) (27.3]
l'int,e,ferenzadistruttiva
È utile ottenere le espressioni per le posizioni delle frange chiare e scure mis11-
ratl' lungo la 1·<~rtkall·da Oa P. Olu·c .ill'ipotesi che /. li> d. ,t,;surncrt•mo che ,/ 'P A,
cioè, che la distanza tra le due fenditure sia molto maggiore della lunghezza
d'onda. Questa è la situazione che si verifica in pratica poiché Lè spesso dell'ordi-
ne di I m mentre d è una frazione di millimetro e A è una fr.izione di micrometro
per la luce visibile. In tali condi7joni, 8 è piccolo e, quindi, possiamo usare
l'approssimazione sen 8"' tan 8. Nel triangolo OPQin Figura 27.3,vediamo che

sen 8 "' tan 8 = ..1.... (27.4]


I.
Usando questo risultato e facendo la sostituzione sen 8 = 1TIÀ/d
dall'Equazione
27.2, vediamo.che le posizioni delle frange chiare misurate da O sono date da
" _ dAL m
Jchiaro - (27.5)

SbniÌmente, usando le Equazioni 27.3 e 27.4, troviamo che le posizioni delle


frange scure sono date da

Yscum = Af(m+ i) (27.6]

Come dimostreremo nell'Esempio 27.1, l'esperimento della doppia fenditu-


ra di Young fornisce un metodo per la misura della lunghezza d'onda della luce.
Infatti, Young usò questa tecnica per effettuare le prime misure della lunghezza
d'onda della luce. In più, l'esperimento fornì al modello ondulatorio della luce
grande evidenza per la sua credibilità. Al giorno d'oggi usiamo ancora il feno-
meno dell'interferenza per descrivere molte osserrnzioni sul comportamento
Una figura d'interferenza di ondulatorio.
onde prodotte in acqua da
due sorgemi che vibrano in
superficie. La figura è analoga
a quella os.,ervata nell'e-
sperimento della doppia fen-
dimra di Young. Si notino le
rch>ionid'interferenza costrut-
tiva e distmttiva. (Richard Me-
ial!:~~--~~-ì~~-~.:
\:..~·:·~/:·!{~'.;-::~~-,;~.·::
..~~~~(::~·~:.·:·;-(I:
.''. f:~t~~~iz-~~
1:·~:~:~~::'..::~:~·~R: 1
1_!~_

grw, 1-ìmdamenlal Photographs) Considcriamo un esperimento con la doppia fenditurn in cui un fascio laser passi
attraverso una coppia di fenditure molto vicine, e si manifesti su 11110 schermo lonta-
no una chiara figura d'interferenza. Supponiamo, ora, che si immettano delle parti-· . Y
celle di fumo fra la doppia fenditura e lo schermo. Con la presenza delle particelle di . · ,;:
fumo, si vedranno gli effetti dell'interferenza nello spazio fra le fenditure e lo scher- : }
mo oppure l'effetto si ,•edrà soltanto sullo schermo?

Ragionamenlo Gli effetti si vedranno nell'area riempita col fumo. Vi saranno linee
chian· <lin·uc verso Il· arrt• rhiare sullo schermo e linee M"llfl' clirc:ttl'verso le aree
scure dello schermo. In Figura 27.3, la costruzione geometrica è importante per svi-
luppare la descrizione matematica dell'interferenza. Es.~, tuttavia, si presta a uria'· ,,,
cattiva interpretazione in quanto potrebbe suggerire che l'interferenza non awenga•/ .<,
fino a quando i raggi provenienti dalle due fenditure non incontrino lo schermo · ,-::
nello stesso punto, Il diagr.1mma più efficace per questa situazione è la Figura 27.1, ..': _;,i
nella quale è chiaro che vi sono camminidi interferenza distruttiva e costruttiva dalle~-~:-',:·;
fenditure allo schermo, Questi cammini saranno resi visibili dal fumo, ., , ì:!1•'.,'·.
·r1..~t,
27.2 I. 'r.,Jmw11·11/11
tlrllr1 rl11J1pit1fe11r/1111m
,li 1'11111111 805

,.,,. , . ',!{•:·,,,·

Se.·i lw>i altoparlanti slcn.·o sono n>llcgati in ..controfa.M.··. cioè, ,·on un ahoparhuuc
n,llc.·gatu corrt•namt•nu• e•l'altro con i fili sc.·ambiati, i toni bas.'ii ndh\ musit-a tcndo-
110;1 i1ukholi1,i. P,·11111··;uTadt· riù l' pc•rdu' <Jttt•,to i.•un prohlt•nrn pc.·ri Hm-ihi\ssi
111,1uo11pc.-ri toni ahi:-

Ragionamento C:iò i, r.,n.,Jogo arns1irn dcll'hm•rfcr.-11,a eia doppia lt·nditur.i. I


chw ahoparhtnti 11.lnziummo nunt.• sorgenti cli onde. proprio come le chw fonditure
11t'll',·spt•rimen10 dt'lla cloppi.1 fi•1111i111r.1
cli \'01111g.St' gli altoparla111i sono cullcgllli
correm1111t·ntc e lo s1cs.,os,,gn;1lc sonoro ,iene spedilo a CÌ.Lscunaltoparhmle, ambe-
due i cnni dt.-gli ahoparlanli si muu,·eranno atanti e indietro nello ~tes.so tempo in
rispc.,ta al segnale. Quindi, le onde sonore quando I.Lsciano gli altoparlanti sono in
fase. Se tu stai s,,dmo di fronte agli altoparlanti a metà str.ida fni di t."SSi,li trO\·cr.ii in
un nlllssirno di ordine-zero, l'inte1ferenza è cos1ru11i\-ae il suono sar.i forte. Se un
ahoparhmte avrà i fili in\'ertiti1 allo1ìl un altoparla1uc muo\·cr.ì il suo cono in av,mti
1nt·ntrc l'ahro lo muun,r.ì indietro. li suono partir.i dagli ahoparlanti con 11110sfasa-
memo di mezza lunght·z,.a d'onda. Quindi, se m 5tai seduto nello stes.IDposto, ti tro-
,-.-r.ii in 1111minimo di int,·rfi.•ren,a. Ciò è 1111particolar.- problema per i bassi donuo
alla grandt· hmgh,:,za cl'nncla clellc 1101<• frc:qnenta. C.iì,darà luogo a una \'a.sm
a b,L.,'IU
rrgiunc di i11wrlt"n·1w1distrullim cli fmntt· agli ahopad,uui, dt•ll'urdlnt· clt'lla di111,·11-
,io11c ,ldla ~1,1111.a.I.<'hmght"lZ<.' d'onda più rnn,· cldk nr ..tr di alta lfl·<1uc.·niach,ran-
tlO luoJ(Oa lllit"ì..,imit· minimi inulto ,icini fra loro. 1..., th~1a1uapuù t·sst.'TCtk•ll'ordinc:
d.-lla dimensione della testa o minore. Quindi, se nn on·cchio si trov.i in un minimo.
l'itltrn potrebht· lro,·•,r"i in un massimo. lnohn·. i pinoli mo\"imc.·ntidt'lla t<.·sturhml-
tt·1;.uwo iu uno ,puM.um:nto <h11111,1 po-.iLionl' clj m1111111,, ., mm cli mas.'~imo.

,_';:·,
',,··:'
Supponiamo rh,• si guardi la tdc\"isionc: pt•r mcz1.u di un·antcnna piuuusu, che ,·on
un nwo. St· un ael'nplaun \'ola ndlt· ,icinanzt•, si po~>nn notare dellt• imnmgini fan ..
m:mmondt·h'l,,rimllisull'imnmgi1u.• u-le,·isi\1\.Qual i: la n•usu:'

Ragionamento L'antenna tek·\'isim ricC\-crà dut· "-"l(nali, il segnale dirt·Uo prm·t··


nit.-mc dall'antenna tr.1Smittenlc e il segnale riflcs•o pro,·t•ni,·111,· dalla snpt·rlicit·
dell'aeroplano. Quando l'aereo cambia posl%ione. ,·i sono akuni istmlli in cui questi
due segnali sono in fase e altri in cui sono sfMati. Oi ,onsei,"l1cnza, vi è una ,11riazio-
11eclrll'intensiuì del segnale combimuo ricc,,1to dall'antenna. Questa \~lriaziont· è
t·,·i<lt·111h11a
dall'ondul.u.iont· dcll'inunugin<- fanta."ma sull'inunagint.• tt'lcvisiva.

Esempio 27.1 Misura della lunghezza d'onda di una sorgente di luce


Uno schermo dista 1.2 111da due fenditure illumina,.-. (b) Calcolare la distanza tra fr.mge chiare adiacenti.
I.a distanza tra le due fcndilure è-0.030 111111.1~1fr.mgia
d1iara del secondo ordine ( m = 2) si tro\"d ,I 4.5 on dalla Soluzione ll·,lll'Equazinne 27.!i e dal risultato (a), ab,
frangia centrale. (a) Determinare la lunghe,.z.i d'onda biamo
della luce.
A l.(m, I) ,\ l.m
Soluzione Pns.-.ianm usare l'Equazione 27.5, ,·on m:: 2,
.~! = 4.!i x 10-2 m, /.= 1.2 me d= 3.0x 10-5 m: d d

r/y2 (:\,0 X 10- 5 m)(4.5 X I0- 2 111) AL (!i.6 X 10-7 m){ 1.2 111)
,\=-·-
ml. 2x 1.2 m ti
!i.62 x 10-7 m = 560 nm_ "' 2.2 x 10-2 m = 2,2 cm
1106 Capitolo 27 Ollim 11111lu/11turia

p Distribuzione d'intensità della figurad'interferenza


da doppia fenditura
i
~J )'
Calcoleremo ora la distribuzione d'intensità di luce a.~sociataalla figura d'inter-
ferenza prodotta eia due fenditure. Di nuovo, supponiamo die le due fenditure
E~-?=----0+--1. rappresentino sorgenti coerenti di onde sinusoidali. Quindi, esse hanno la stes-
sa pulsazione"' ed una differenza di fase costante <J,.
L'intensità del campo elet-
8
~1-L---
Flgura27.4 Costruzione per
trico totale nel punto Psullo schermo in Figum 27.4 è la sommavellorialedei due
campi provenienti dalle fenditure S1ed S.1• Assumendo che le due onde abbiano
la stessa ampiezza Eò, possiamo scrivere le intensità del campo elettrico in P
l'analisi della figura d'inter- associato a ciascuna onda presa separatamente come
forenza prodotta da due fen-
diture. In O si os.,erva una E, = Eòsen "'' e (27.7]
iona chiara, o massimo d'in·
tensità. Si noti che anche se le due onde sulle fenditure sono in fase, la loro differenza
di fase ,f, in P dipende dalla loro differenza di cammino li = rz- r 1 = d sen 9. ·
Poiché una differc;nza di cammino pari a A corrisponde ad una differenza di
,, fase di 2 1rradianti. (interferenza costruttiva), mentre una differenza di cammi, ,
no pari a A/2 corrisponde ad una differenza di fase di 1rradianti (interferenza
· distruttiva), otteniamo il rapporto
_L=_A_
"' 211'

Differenzadi fase • <J,= 2 11' li= 2 11' d sen 9 (27.8)


,\ ,\

Questa equazione fornisce la precisa dipendenza della differenza di fase <J,


dall'angolo 9.
Facendo uso del principio di sovrapposizione e dell'Equazione 27.7, ottenia-
mo il campo elettrico risultante nel punto P.
Ep = E,+ E.i= Eò (sen "11+ sen ("11+ <J,)] (27.9)
Per semplificare questa espressione, utilizziamo la seguente identità trigonome-
trica:

sen A + sen B = 2 sen ( A ; B ) cos ( A 28 )


e B= "'t, possiamo scrivere l'Equazione 27.9 nella seguen·
Prendendo A= "11+ <J,
te forma

Er= 21'-òcos(f)sen("'t+;) [2'1.10)

Quindi, il campo elettrico in P ha la stessa pulsazione "'• ma la sua ampiezza è


moltiplicata per il fattore 2 cos ( t/,/1). Per verificare la consistenza di questo
risultato, si noti che se <J, = O, 211',41r, ... , l'ampiezza in Pè 24 che corrisponde
alla condizione per l'interferenza cos1nmiva. Con riferimento all'Equazione
27.11, troviamo che il nostro risultato è consistente con l'Equazione 27.2.
Parimenti, se <J, = 11',31r, 511',... , l'ampiezza in Pè zero, il che è consistente con
l'Equazione 27.3 per l'interferenza distnittiva.
Infine, per ottenere un 'espressione per l'intensità della luce in P, ricordia-
moci che l'intensità di un'onda è proporzionale al quadrato del campoelettrico; .i
risultante in quel punto (Cap. 24, Paragrafo 24.6). Facendo uso dell'Equazione 1.,)
27.10, possiamo perciò esprimere l'intensità in Pcome ffo
.:
27.2 /. ',sp,rimentod,1/a doppi11fmdilurr,,li Ymmg 807

Poic-h(•la maggior p.irte degli stnunenti cli rivelazione della luce misurano la
nll'dia tcmporak dell'intensità luminos.i e dato che la ml'clia temporale· di
scn 2 (wt + q,/2) su di un periodo è 1/2, possiamo scrivere l'intensità media in
Pcome
[27.11]

dove / 0 è il ,-alore mas.timopossibile della media temporale dell'intensità lumi-


nosa. (Si dO\·rebbe notare che ~, « (E.i,+ 1'~ 1) 2 = (21'~)2 = 4E~J. Sostituendo
l'Equazione 27.8 nella 27.11, troviamo che
."=~I.'!)' ' i -.t\; I~· i i:, 1.' I ', ,·\ 1, , I' I , ' : •:',·

>.r;, •i,('Ji,'cQ$?:(.)11'~~e· 6 ··).


:_~·_.'·J_I",' •-/!!'; • ;'-,'~.1..,-;.:_.·1
[27.12) • Intensità media della luce
perlafigum di interferen-
Oppure, dato che sen 8 .. yIL per piccoli valori di 8, possiamo scrivere l'Equa- za da doppiajendituTa
zione 27.12 nella forma ·

·1
lmrd = locos2
• • •• ,..
(-rt,,) • •.
(27.13)

L'interferenza costnittiva, che produce massimi d'intensità, avviene quando


la quantità ( -rrytll,\/,)è un multiplo intero di -rr,che corrisponde a y= (,\ 1./ d)m.
Ciò è consistente con l'Equazione 27.5. Un grafico della distribuzione d'inten-
sità in funzione di 8 è mostrato nella Figura 27.5. Notare che la figura d'interfe-
renza consiste in frange di uguale intensità ugualmeme spaziate. Però, il risulta·
to è valido solo se la distanza fenditure-schermo, I~ è grande rispetto alla sepa-
mzione tra le fenditure, e solo per piccoli valori di fl.

,.....
Figura27.5 Distribuzionedella
inu·nsit:ì in funzione di d scn (J
per una figura di interfercnz:1
prodoua da due fenditure quan-
do lo schenn<> è lontano dalle
due fenditure (I, ili> ti). (Foto da
M. c:a,;,,et,
M. l•'rancon e J.C.
Thinr, Atla.tof optical Phmomena,
-dsenB Ber/in,Springer-Verlag, J96Z)
808 Capitolo 27 Ottica tmdtllaloria

Abbiamo visto che i fenomeni d'intert'erenza originati da due sorgenti dipen-


dono dalla differenza di fase delle onde in un dato punto. Inoltre, la differenza di
fase in un dato punto dipende dalla dijfl!Tt!1U.ll di camminotra le due onde. Infine,
è importante notare che l'intensità risultante in un punto è proporzionale al qua-
drato dell'ampiezza risultante. Cioè, l'intensità è proptwLionalc a
(E 1 + ~) 2• Sar~bbe sbaglialocalcolare l'intensità risultante sommando le intensità
delle singole onde. Questo modo di procedere darebbe una quantità differente,
vale adire Er + E~.Infine (E 1 + ~) 2 ha lo stesso valore ,wiodi Ef + r::,
quando
la media temporale è fatta su tutti i possibili valori della differenza di fase tra E1
ed~. Quindi non c'è nessuna violazione della conservazione dell'energia.

PROBLEMA CONCETIUALE
''l.,. \-~,l'°lV.~N'A'a:\l-,~~.)t',:,..,,,:. ,
1
Consideriamo una frangia scura in una figura di interferenza da doppia fenditura, nella
quale non arriva alcuna energia. Le onde provenienti dalle due fendimre attraversano
., que~to punto, ma esse si elidono. Dove va a finire l'energia?
• ',.'I.~ ' . '

27.3 • CAMBIAMENTO
DI FASEDOVUI'OALI.A RIFLESSIONE
Il metodo di Young per produrre due sorgenti coeremi cli luce consiste nell'illu-
Schenno minare una coppia di fenditure con un'unica sorgente. Un'altra semplice dispo-
sizione per produrre una figura d'interferenza con una sola sorgente è nota come
p specchio d{Lloyd.Una sorgente di luce è posta in .'iYicino .i uno specchio, come è
Soq,;:cnte
illustrato in Figur.127.6.Le onde possono raggiungere il punto d'osservazione,/',
reale
o direttamente lungo il percorso SP oppure lungo il percorso che coinvolge la
riflessione dello specchio. Il raggio riflessopuò essere trattato come un raggio che ·
abbia origine dalla sorgente in S ', nella posizione dietro lo specchio. Questa sor-
gente S', che è l'immagine di S.si può considerare una sorgente virtuale.
In punti lontani dalla sorgente, ci si potrebbe aspettare una figura d'interfe-
Figura 27.6 Specchio di renza dovuta alle onde emesse da S ed S', proprio come si osserva per due sor-
Lloyd. Sullo schermo in P si genti coerenti reali. Infatti, si osserva una fig1,1ràd'interferenza. Tuttavia, le posi-
produce una figura d'interfe- zioni delle frange chiare e scure sono invertiterispetto a quelle della figura
re,:\zacome conseguenza del- d'interferenza di due sorgenti coerenti ,:eali (esperimentò di Young). La causa
la sovrapposizione del raggio
diretto (blu) e di quello ri- di ciò è dovuta al fatto che le sorgenti S ed S' hanno una differenza di fase di
flesso (marrone). Il raggio 180°. Questo cambiamento di fase di 180° si produce nella riflessione.
riflesso subisce un cambia- Per illustrare ciò ultetiormente, consideriamo il punto P', dove lo specchio
mento cli fase di 180°. incontra lo schermo. Questo punto è equidistante da Se da S', Se la differenza.di
cammino fossela sola causa responsabile della differenza di fase,ci si aspettereb1*
di vedere in P' una frangia chiara (poiché, per questo punto, la differenza di cam-
mino è zero), corrispondente alla fràngiaèèntrale della figura d'interferenza déUè
due fenditure. Invece in P' si osserva una frangia scumacamia del cambiamento di:
fase di 180° prodotto dalla riflessione. In generale, un'ondaelettromagnetica subi-
sce un cambiamentodi fase di 180°in seguito allariflessione da un mezzo con indi-
ce di rifrazione maggiore di quello del mezzo in cui stava viaggiando.
È utile tracciare liii 'analogia tr.t la riflessione di onde luminose e la riflessione ..
di un'onda trasversale in una corda tesa quando l'onda incontrd un confine
(Cap. 13, Paragrafo 13.7), come in Figura 27.7. L'impulso riflesso in una corda ..
subisce un cambiamento di fase di 180° quando è riflesso da un confine il cui · ;:
. mezzo è più denso, come una corda pitì pesante, e non si verifica alcun cambià- )i
. :·~~~.to di fase:quando la riflessione avviene a un confine il cui mezzo è men<>)}~
,: denso. Similmente, un'onda elettromagnetica subisce un cambiamento di Case:,~
27 .3 riij,1.1,tlwul11alla rijle.isio11e
Ca111biame11to

Cambio di rase 180'

~
-
~ Supporto rigido
"1 < n~ Analogia con la corda

(a)

(a) Ne...uno sfwoame1110


Supporto libero

~
~
(b)

Figura 27.7 (a) l'n rnggiu rilks.,o da un nu,zzo con indice di rifr.izionc maggiore subi-
sce uno sfa.,amento di 180°. I.a p.u·te destra della figur.i mostrn l'analogia con un impul-
•o rinesso in una corda. (b) L'n raggio rifles.,o da un mezzo con un indice cli rifrazione
minore 11on •uhisce alcuno sfasamento.

di 180° quando viene riflessa da un me1.zocon indice di rifrnzione maggiore di


quello del mezzo in cui stava viaggiando. La parte dell'onda che attraversa la
superficie di separazione tr.i i due mezzi non subisce cambiamenù di fase.

( A .,ini.<lm) Bolle prodonc da acqua saponata. I colori, che si formano poco prim;1 che
le bolle scoppino, sono dornli all"imerferen,.a fra i raggi di luce rillcssi clalla parll' anL<··
riore e posteriore della lamina sottile dell'acqua che forma la bolla. I colori dipendono
dallo spessore della lamina e vanno dal nero, dove la lamina è più sottile, lino al rosso,
dove la lamina diventa più spessa. (Dr.JmnryBurgus/Scimu Pkotolilnnry) (A datro)
Interferenza su lamine sonili. Uno strato sottile di olio sull'acqua produce interferenza,
come mostrato dalle linee colorate, quando la luce bianca incide sull'olio. Lo spessore
dello strato varia da punto a punto ed è questa la causa della produzione dei diversi
colori. (© Tom Brandi 1984,PholoRa«udun)
810 Capitolo 27 Ottfra ond11/aloria

Sfasamento Ne,suno 27.4 • INTERFERENZANELLELAMINESO'ITILI


di 180' sfasamento

Effetti di interferenza si ossen>ano comunemente nelle lamine sottili, come ad


esempio sottili strati di olio sull'acqua o le bolle di sapone. I vari colori rhc si
osservano c·on la comune luce bianca sono il risultato ddl'it1tl'rfl·rL·1w1 cli onde
riflesse dalle superfici opposte della lamina.
Consideriamo una lamina di spessore uniforme I ed indice di rifrazione n,
come in Figura 27.8. A.'1Sumiamoche i raggi di luce che si propagano nell'aria
siano quasi perpendicolari alla superficie della lamina. Per determinare se i
raggi riflessi interferiranno in modo costruttivo o distruttivo, bisogna anzitutto
notare i seguenti fatti:

• Un 'onda elettromagnetica che si propaga da un mezzo con indice di rifrazio-


ne n1 a un mezzo con indice di rifrazione n 2 , subisce uno sfasamento di 180°
nellariflessione·quando n2 > n 1• Non vi sarà alcuno sfasamento se 112 < n 1•
Figura 27,8 L'interferenza • La lungli.eizad·ondadella luce, Àn, in un mezzo il cui indice di rifr.izione è n
della luce rifleua da "una la-
mina sottile è dovuta alla so- èdata'dà · ·
vrapposizione dei raggi ri-
flessi dalla superficie supe-
riore e da quella inferiore.
À
" =.A..
,, (27.14]

dove A è la lunghezza d'onda della luce nel vuoto.

Applichiamo queste regole alla lamina mostrata in Figura 27.ll. Scrnnclo la


prima regola, il raggio 1, che è riflesso dalla supe1·ficie superiore ( ,\), subisce
uno sfasamento di 180° rispetto all'onda incidente. D'altra parte, il r.iggio 2,
che è riflesso dalla superficie inferiore (B), non subisce alcuno sfasamento.
Perciò, il raggio I è sfasato di 180° rispetto al rnggio 2, il che equivale ad una dif-
ferenza di cammino pari a A./2. Però, dobbiamo anche considerare che il rag-
gio 2 percorre una distanza in più pari a 21prima cl1t• le onde si ricombinino.
Per esempio, se 2t = A. /2, i raggi 1 e 2 si ricombiner,mno in fase e ne risulterà
interferenza costruttiva. In genere, le condizioni per l'interferenza costruttiva
possono esprimersinel seguente modo
21 = (m+!)Àn (m = O, 1, 2, ... ) (27.~5]
Si noti che questa condizione tiene conto di due fattori: (a) la differenza nei
cammini dei 2 raggi (il termine mA.) e (b) lo sfasamento di 180° dovuto alla
riflessione (il termine A. /2). Poiché Àn = ,\/ n, possiamo scrivere l'Equazione
27.15 nella forma
lnte,feren,:,acostruttiva • 2nl = (m+i)A (m = O, 1, 2, ... ) (27.16}
. ;,,
nelle laminesottili '
Se la distanza in più, 21,percorsa dal raggio 2, corrisponde ad un multiplo ~i
A., le due onde si ricombineranno in opposizione di fa,e e rib·tdterà un 'interfe-
renza distruttiva. L'equazione generale per l'interferenza distruttiva è · ·
distn,ttiva •
b1teifer<•11%Q ':!nl = ,n>.. ( 111 = O, I, 2, ... ) (27.17]
nellelaminesottili
È importante comprendere che due fattori influenzano l'interferenza: (1) i
cambiamenti di fase e (2) le differenze del percorso. Queste condizioni per
l'interferenza costruttiva e distruttiva sono valide solo quando il mezzo circo-
stante la lamina è lo stesso. Tale mezzo può avere tm indice di rifmzione minore
o maggiore di quello della lamina. In entrambi i casi, i raggi riflessi dalle due
superfici saranno sfasali di 180°. D'altra parte, se la lamina è posta tra due mezit
27.4 hitrrfrrm:1111rl/r/11111!11r
su/liii 811

dit>t'T.ri,11110 con 11< n1.unin:, e l"altro con n > n1amìt•• , le condizioni per l'interf<.~
renza costruttiva e clistrnttiv-.isono i11verlile.l11questo caso, o c'è: l!no sfmrametllo
cli 180° sia per il r.iggio I, riflesso dalla superficie A, che per il raggio 2, riflesso
dalla supt•rlidC' B. oppure non c'è sfasamento per nessuno dei due; quindi la
,;11 iaii1u11·1·0111pl,·"i,,1dl'lla fast· in st·guiw alle rillt·i,sioni è :,·m.

PROBLEMA
CONCETIUALE
2
fl.ll.'11:At~ •caMt.~
In un incidente cli lahor.ucwio, spargi due liquidi in acqua ,: nrs.,uno di essi si mescola
cun l".1n1ua.Ambedu,· funnano lamine ,ouili sull.1sup,•rficic dell'acqua. Noti, quando le
lamine allargandosi di\"entano mollo sottili, che una lamina diwnta chiara e l'altra srum.
Perché ptiò acc-.idereciò?

PROBlEMA
CONCETIUALE
3
.....
Nel Capitolo 9, abbiamo discusso l'interferometro di Michelson. In questo apparecchio,
un fascio di luce ,iene di\"iso in due parti che percorrono cammini perpendicolari e poi
si riflettono su due specchi allo scopo di ricombinarsi per formare una figura d'l111erfe-
ren1.a. Supponiamo di os.ser1·.trela figura d'interferenza in laboratorio mentre 1111collt~
ga scherzoso tiene un fiammifero acceso lungo il cammino della luce di un braccio del-
l'intt·rkrnmt·tro. Cii, ,l\"nÌun effetto sulla ligum di intt·rfcrenza?

PROBLEMA
CONCETIUALE
4
=-•mntrttrmme a I M=ma.m
Xclla nostra discus.,ionc sull'interferenza nelle lamint· sottili, ci siamo fissati sulla luce
11//rs.111 dalla lamina son ile. Consideriamo. ora, la lun· tm,111,•rn1dalla lamina souilc, con
l".tri.t su amb•·dut· i lati della lamina. Consideriamo 1111l'ill(gin di tu,e. il r-.iggio diretto,
riflcssi,,11t (:,msidcriamoun secondo r&1ggio,
che si trmuncucattravenmla huninasc.•nza 1•

il n1K1,>i<>
rillcs.,o, ,·he si ll,1smt·11eaum,-crso hl prima superficie. si riflelle indietro sulla
seconda, si rifleuc ancnm sulla prima e. infine, emerge nell'aria, parallelamente al rag·
gin direun. Per una incitl,·nz:1 normale. <1ua1110 dew cs&·rc spessa la lamina, in termini di
hmgh<·zza d'onda della luce, affinch<' il mggin emergente i111c-rferi5eadistmttivame111e?
~:In stesso spes.snrc di quello dcll'i111crfon·n1.a distruuim per riflessione?

Si dovrebbero tenere in niente i seguenti aspetti quando si lavora intor-


no a problemi sull'imerferenza nelle lamine sottili:

1. Identificare la lamina sottile _checausa l'illlerferenza. . .. .


2. Quale tipo di interfel'Cl!ZIIaccada viene determinato dalla relazi1>ne.
di 'fase tra la pane dell'ònda riflessadalla superficie superiore. della
lamina e la parte riflessa.dalla superficie inferiore.
3. Le differenze di fase tra le due parti dell'onda hanno due cause: (a)
differenza nella distanza attraversata dalle due parti e (b) variazione
di f.1St,do\1lla alla riOessione. Ambtd11ele cause dovrchhero essere
considerate quando si determina quale tipo di intcrkrem.a avviene.
4. Quando si tiene conto sia della distanza che'della variazione di wc ..
dovuta alla riflessiqn,:1.f_!~~ef~~!'~~-çostruttiva se I~ d,i~reiµa
nel c-.immino fra le, dµ~. <>.tid~.~. UA· 111q(tiplointero di .\, e sarà
distruttiva sela differe~ ~ é:l)lJ).Dµ~~>è,A /2, 3,\ /2, 5,\ /2 e così via.
< .• 1: .· . . '
.!, J\I I, 1. , 1! \/,'; <•{ :!'.:.,; J
812 Capitolo 27 Ottiw ,mti11/t11ori<1

·' Esempio 27 ,2 Interferenza nelle pellicole-di sap,one


Calcolare lo spessore minimo della pellicola di una bolla
di sapone ( n = 1.33) tale che si abbia interferenza co- I=-,\-= 600nm = 113'nm
struttiva nell:i Iure rilkss:i quando la pellicola è illumina- 411 4( 1.3'.I)
ta con luce di luni;lwaa d'onda nd n1mo po1ria(;()() nm.
ESERCIZIOI Quali altri spessori della pellicola pro-
Soluzione Lo spessore minimo della pellicola per in- durrebbero interferenza costruttiva?
terferenza costruttiv-.i nella luce riOessa corrisponde ad Ri,po,1:, 338 nm, 564 nm, 71:19 nm e così vi:i.
m = O nell'Equazione 27.16. Quindi 2nl = ,\/2, ossia

Esempio 27 ,3 Stratiantiriflettentiper le celle solari


I semiconduttori come il silicio si usano per fabbricare RagionamentoLa luce rinessa è minima quando i due
celle solari, dispositivi che generano elettricità quando raggi I e 2 nella Figura 27.9 soddisfano la condizione'di
. vengono .esposi.i alla luce solare. Le celle solari sono interferenza distruttiva. Si noti che in questo caso
spesso ricopc:ne con 1,1nsottile strato trasparenie come mtrombi i raggi subiscono uno sfasamento di 180° in
il monossido di silidò, (Siç>; ,i= 1.45), per rendere mini- seguito alla riOessione, uno dalla superficie superiore,
me le perdite per riOessione dalla superficie (Fig. 27.9). l'altro da quella inferiore. Quindi, c'è un cambiamento
Per questo scopo, una cella solare di silicio ( n = 3.5) è di fase nullo in sc1,,uito alle riOessioni e la condizione
ricoperta con un sotlilè strato di monossido di silicio. per un minimn cli rifll"tti,ità richiede umi dim•ren,a _di
Determinare lo spessore minimo dello str.ito in grado cammino pari a ,\ 0 /2, cioè 21 = A/2n. ·'
di produrre riOessione minima ad una lunghezza d'on-
cl:i di 550 nm, cioè nel centro dello spettro visibile. Soluzione Poiché 21= >./211,lo spessore richiesto è
1 =_>._= 550 nm
411 4(1.45)
= 94_',8,Wo-.
..
·

Questi rivestimenti antiriflcucnti riducono tipicamen-


te le perdite per rinessionc dal 30% (senza rivestimento)
al IO% (con rivestimemo). Perciò tali ri,·estimenti
aumentano l'efficienza della cella, in quanto è disponi-
bile pilÌ luce per crt•are portatori di carica nella cella. Si
noti che in realtà il m·estimento non può mai essere per-
fettamente antirinettente poiché lo speasore richiesto
dipende dalla lunghezza d'onda e la luce incidente com-
prende un largo intenallo di lunghezze d'onda.
l.e lenti di vetro usate nelle macchine fotografiche o
in altri strumenti onici sono in genere ricoperte con un
sottile strmo trnspareme come fluoruro di magnesio
Figura 27.9 (K'lempio 27.3) l.e perdite per riOessione ( MgF2 ), per ridurre od eliminare riflessioni indesidera-
cli una cella solare al silicio sono ridotte al minimo rico- te. Questi rivestimenti sono importanti soprattutto per-
prendola con un sottile strato di mon<>Midodi silicio. ché aumentano la trasmissione delle lenti. ',!

Esempio 27 A Interferenza in una laminacuneiforme


Una lamina sottile euneiforme di indice cli rifrazione n Ragionamento e soluzione1..1 figura d'interferenza è
è illuminata con luce monocromalica cli lunghc-aa quella di una lamina sottile di spessore v-.iriabilccircon~ ,:,
d'onda,\, come in Figur.i 27.10. Descrivere la figura data da aria. Quindi, la figura consisterà in una seri~~·;}!/
d'intelferenza che si ossena in questo caso. bande parallele chiare e scure alternantesi. Nel pu~~'. ~ ,f
27.5 l>ij]r11•ùm, 813

O, il vertice, si vede una banda scura corrispondente ad si avnmno bande chiare <1uandolo spessore sodclisli1la
inte1ierenza distruttiv-~.in quanto il raggio riflessodulia condizione '2111~ (m + ~)A, conispondcme a spessori di
superficie su·periore subisce uno sfasamento di 180° A/4,i, 3A/411,5)./411, e così via. Se si usa luce bianca, si
mentre l'altro no. In accordo con l'F.quazione 27.17, si vedmnno bandt• di rnlori diversi in punti diversi,in cor-
\'l•clono ahrt" hom<I,·st·m·c quando 2111= mA. rioè 11 = rispnnclerm1cldlt-diVl'rsclunghezze d'oncia della lucc.
)./'2t1, 12 = A, 11.I:,= :U/211, e così via. :'\dio s!<'s.snmorlo,

Figura 27.10 (Esempio 27.4) Si pos.sono osservare


bande d'interferenza nella luce rifles.sailluminando con
luce monocromatica una lamina cuneiforme. Le zone
scure conispondono a posizioni di interferenza di-
stmttiva.

27.5 • DIFFRAZIONE
Supponiamo che un raggio di luce incida su due fenditure, come ncll'espel'imcn-
to di Young con le due fenditure. Se la luce percorresse veramente dei cammini
rettilinei dopo essere passata attnl\'erso le fenditure. come in Figum 27.l la, allora
non ci sarebbe SO\rdpposizione delle onde e non si \'edrebbc alcuna figura d'inter-
ferenza. Invece, il principio di H uygens richiede che le onde si diffondano al di là
delle fenditure come mostrato in Figura 27.11b. ln altre parole, la luce devia da un
percorso rettilineo ed entra nella zona che altrimenti sarebbe in ombra. Questo
deviare della luce dalla sua linea di percorso iniziale è detto diffrazione.
In generale, si ha diffrazione quando le onde passano attrnverso piccole
aperture, intorno ad ostacoli o nei pressi di spigoli vivi. Per esempio, quando
una stretta fenditura è posta tra una lontana sorgente puntiforme di luce (o un
fascio laser) ed uno schermo, la zona non in ombra contiene fasce chiare e
scure che si alternano, come in Figura 27.12. La figura consiste di una banda
centrale larga e intensa, il massimo centrale, affiancato da una serie di bande

Figura 27,11 (a) Se le onde


luminose non si diffondt.'SScro
dopo cli.serepassate attn1vcr.io
le fenditure, non si avrebbe

ttl.l> ..
~
11,&\·
,·,.)
interferenza. (b) l.e onde
luminose nel diffondersi si
sovr.tppongono, producendo
fr.tngc d'inteiicrc111.a.
I . , ~ 'f~
~ -,~
.~.--;
~ :,. \
..
Figura 27,12 La fii,•ur.idi
cliffrnzioneche, appare •ullo

w1w;;
schermo quando la luce pas-
sa attraverso una sottile fen-

~\/~ __
ditura verticale. La figur.i
con5iste di una banda larga
centrale e cli una serie di
bande latcrnli meno intense
(a) (b) e più strette.
814 Capitolo 27 Ottiram1dulat01ia

,..,

Figura 27.14 (a) l'igurn di dilli'azi<>· It, '


ne di Fraunhofer prodotta da una -
singola fenditura. I raggi paralleli -
sono messi a fuoco sullo schermo -
medianie una lente convergente. La
figura consiste in una zona centrale
chiara affiancata da bande chiare
molto più deboli alternate da bande
I
==:
t
· ···
I.ente

:.

8 _ _ - • - ·;,.} _:j
• ·. 1 _ _ . ;';t{¾'., )Ì
J
'i

Figura 27.13 La figura di scure. (Notare che la fi"!•ra


.,,. non è in Fenditura
diffrazione di una moneta, scala). (b) Fotografia della figura di Onda
ripresa con la moneta a metà· ·: diffrazione di Fraunhofer da singola Incidente
strada tra lo schermò e la sor- · . fènditura. (Da M. Cagnet,M. Jirancon,
geni.eone.di P.M. B J C. Thim; Alias of opti,al Phe-
gente_. (P.11!' Schermo
Rinard, ~Am.J Pl,p.·44.i70, . · nomma, l!fflin,. SJ1ingrr-Verlag.
1962, .
1976)' · . ·. tavola18) ; ,. · (a) (h)

secondarie più strette e meno intense (chiamate massimi secondari) e da una


serie di bande oscure, o minimi. Ciò non si può spiegare nel riferimento
dell'ottica geometrica, la quale all'erma che andando i r.iggi di luce in linea rella
dovrebbero dar luogo a un 'immagine netta della fenditura sullo schermo.
La Figura 27.13 mostra la zona in ombr.i della figura di diffrnzione di una
moneta. C'è una macchia chiara nel centro, fntngc circolari vicino al margine
dell'ombra ed un 'altra serie di frange fuori dalla zona in ombra. Il punto lumi-
noso al centro (chiamato punw luminosodi Aragodopo che Dominique Arago lo
scoprì) può essere spiegato solamente utilizzando la teoria ondulatoria della
luce che predice interferenza costruttiva in questo punto. Dal punto di vista
dell'ottica geometrica il centro della figur.i dovrebbe essere schemmto dal-
l'oggetto, per cui non dovremmo mai aspettarci un punto luminoso centrale.
Si ha il primo tipo, detto diffrazione di Fraunhofer, quando i raggi che arri-
vano su un punto sono approssimativamente paralleli. Ciò si può ottenere spe-
rimentalmente o mettendo lo schermo d'osservazione lontano dall'apertura,

i· ~: oppure usando una lente convergente per focalizzare i raggi paralleli sullo

=u
. +!···
-+n
~~-·<-~
.... :
- 8 - .I
schermo, come in Figura 27.14a. Si osserva una frangia chiara sull'a.,se a 6 = O,
con frange scure e chiare alternantesi su entr.1mbi i lati della frangia chiara
centrale. La Figura 27.14b è mm fotografia di una figura di diffrazione di

-11.µ
~
••
Fraunhofer prodotta da una singola fenditura .
Diffrazione da singola fenditura
Abbiamo finora assunto che le due fenditure siano due sorgenti di luce pun-

I fsen8
tiformi. In questo paragrafo determineremo come la loro larghezza finita sia la
base per comprendere la natur.i ddla figura di diffrazione di Fraunhofer pro-
dotta da una singola fenditura.
F',gùra 27.15 Diffrazione del-
la luce prodoua da mm fcn- Possiamo dedurre alcune rnrnlleristiche importanti cli questo prnblcma esa-
diturn souile di larghezza 11. minando le onde provenienti eia varie parti della fcncliturn, coml' mostrato in
Ogni porzione della fenditu- Figura 27.15. Secondo il principio di Huygens, ogni porzione della fenditura si .
.ra si comporta come una sor- comporta come una sorgente di onde. Quindi la luce proveniente da una por- ':
gentt: puntiforme di onde. La
differenza di cammino tra i
zione della fenditura può interferire con quella proveniente da un'altra, e 'i'
· ,raggl)e 3 o tra i raggi3e 5 è l'intensità risultante sullo schermo dipenderà dalla direzione fJ. . 'J
· pJ\tl.l,\(<i/2) sen 8. ·(Notare Per analizzare la figura di diffrazione, è conveniente dividere la fenditura jn :/
:i;lf~.11~~ ~bi'scala) .. due parti uguali, come in Figura 27 .15. Tutte le onde originate dalla fendi~};l
27.5 / >iffnu.itme 1115

sono in fase tra loro. Consideriamo le onde 1 e 3 che sono originate rispettiv-.l-
mente dal fondo e dal centro della fenditura. L'onda I deve percorrere rispetto
all'onda 3 un tratto in più pari alla differenza di cammino (a/2) sen 8, dove aè
la larghe7.7.adella fenditurd. Nello stesso modo, anche la differenza di cammino
tr.i le onck 3 t· 5 è (t1/2) sen 8. Se questa clHT<-n·nzacli rnmmino è esattamente
pari a mc1.za lunghezza d'onda (con·ispondeme ad una differenza cli fa.,;ccli
180°), le due onde si annullano l'un l'altra e ne risulta interferenza distruttiva.
Questo è vero, in realtà, per ogni coppia di onde originate in punti distanti metà
della larghezza della fenditurd, in quanto la differenza di fase tra tali punti è
180°. Perciò, le onde provenienti dalla metà superiore della fenditura interferi-
scono in mododislrottivocon quelle provenienti dalla metà inferiore quando

{-sen8 =+-
owero quando

sene=~ IJ

Se dividiamo la fenditura in quattro parti anziché in due ed usiamo un mgio-


namento simile, troviamo cht, lo schermo è scuro anche quando

sen8 = ~-a

Parimenti, possiamo diviclt·re la fenditur.t in sci parti e mostrare che si ha


oscurità sullo schermo quando
3A
SCII 8 =- 4 -

Perciò, la condizione generale per l'interferema distruttivaè

sen8=mL a (m = ±1, ±2, ±3, ... ) (27.18)

L'Equazione 27 .18 fornisce i valori di 8 per cui la figura di diffrazione ha


intensità nulla, cioè, dove si forma una frangia scura. Tuttavia, essa nulla dice
circa la V-driazionedell'intensità sullo schermo. Le caratteristiche generali della
distribuzione d'intensità sullo schermo sono mostrate in Figura 27.16. Si osser-
V-duna larg-d frangia centrale chiara, con ai lati un alternarsi di fmnge chiare

,)'f IICR 6• 2,\/a


11 ..,n 6 .. )./a
O scnB .. o
F',gura27.l 6 Posizione dei mini-
mi nella figura di diflhizione di -11 scn 6•-.Va
Fr.tunhofcr prodotta da una sin- -,a 11e11 6•-Wa
gola fenditura di larghezza a. La
figura si ottiene solo se l, > a. (La
figura non è in acala). Schermo
816 Capitolo 27 Ottica rmdulatoria

molto meno intense. Le varie frange scure (punti di intensità nulla) si trovano per
valori di 9che soddisfano l'Equazione 27.18. Le posizioni dei punti di interferen-
za costruttiva sono circa a metà strada tra le frange scure. Si noti che la larghezza
della frangia centrale chiara è il doppio di quella dei massimi meno intensi.

Se la porta di un'aula è appena socchiusa, si possono udire i suoni che provengono


dal corridoio, ma non è possibile vedere ciò che succede nel corridoio. Perché c'è
questa differenza?

RagionamentoLo spazio fra la porta appena socchiusa e la parete agisce come una
singola fenditura per le onde. Le onde sonore hanno una lunghezza d'onda maggiore
della larghezza della fenditura, per cui il suono viene effettivamente diffrauo
dall'apertura e diffuso all'interno dell'aula. I.e lunghe1.ze d'onda della luce sono
mollo più piccòje della larghezza della fonditum, per cui virtualmente non c'è diffra-
zione per la luce. Bisogna avere una linea di vista dire~_taper rivelare le onde luminose.

Esempio 27.5 Dove si trovano le frange scure?


Una luce di lunghezza d'onda 580 nrn incide su una I segni pili c.·ml'no corrispondono alle frange.· scure ai
fenditura dì larghezza0.300 mm. Lo schermo d'osserva- due lati della frangia chiara centrale. Quindi, la lar-
zione è posto a 2.00 m dalla fenditura. Trovare le posi- ghe,.za della frangia centrale chiara è pari a 21y1I =
zioni delle prime frnnge scure e la larghezza della fran- 7.7:l x 10-:1 rn = 7.73 mm. Si nuti che qm·sto mlore è
gia centrale chiara. molto ma1Q,rioredella larghezza della fcndimra. Però,
aummltmdo la larghc1.za della fcnditur.i, la figura di dif-
Soluzione Le prime frangescure che fiancheggiano la frazione diventer.ì più stretta, in corrispondenza di valo-
frangia chiara centrale corrispondono a m = ± I nel- ri di 9 pilÌ piccoli. lnfaui, per gmndi valori di a, i vari
1'Equazione 27.18. Quindi si trova che massimi e 1ninimi saranno cosi vicini tra loro, che si
osserverà solo una zona centr.tle chiara, che ricorda
À 5.80 X J0"7 m -!
senB=±-=± 0-S -±1.933xJO l'immagine geometrica della fenditura. Questa materia
_ a 0.300x 1 m è di grande importanza nella progettazione di lenti
Dal triangolo di Figura 27.16, si nota che tao 8 = y1IL lL'llltenei telescopi, microscopi cd altri strumenti ottici.
Poiché 8 è molto piccolo, possiamo usare l'approssima-
zione sen 8., tan 8, cosicché sen 8 ., y 1/ L Perciò, le po- ESERCIZIO2 Determinare la larghezza della fran-
sizioni dei primi minimi misurate dall'asse centrale gia chiara ciel primo ordine. Rispu.,1a 3.87 mm.
sono date da

27.6 • RISOLUZIONE DELIA SINGOI.A FENDITURA


E DI APERTURECIRCOLARI
La capacità di sistemi ottici, quali i microscopi ed i telescopi, di distinguere tra
oggetti vicini fra loro è limitata dalla natura ondulatoria de_llaluce. Per com-
prcnrlcre questa cliffirnllà, consideriamo la Figura 27.17, che mostrn due sor-
genti di luce poste lontane da una fenditura sottile di larghezza a. Le sorgenti
possono essere considerate come due sorgenti puntiformi, S 1 ed Sii,non coe-
renti. Per esempio potrebbero essere due stelle lontane. Se non ci fosse diffra-
zione, sullo schermo a destra in figura si osserverebbero due macchie luminose
distinte (o immagini). Tuttavia, a causa della diffrazione, l'immagine di ogn, . ·
sorgente consiste in una regione centrale luminosa fiancheggiata da aneli\ , ,~·
27.6 ridi" .1i111,~,lt,
/{i.1r1/uzio11, Jnulilum t ,li fl/>Prlm~drrulmi

Fenditura Schenno Fenditura Schenno

(a) (b)

F,gura 27.17 Due sorgenti puntiformi distanti da una piccola apertura producono cia-
scuna una figura di dìffrazione. (a) L'angolo sotteso dalle sorgenti all'apertura è gran-
de abbastanza perché le figure di diffrazione siano distinguibili. (b) L'angolo sotteso
dalle due sorgenti è cosi piccolo che le loro figure di diffrazione si sovrappongono e le
immagini non sono ben risolte. (Si noti che gli angoli sono note\·olmente c8agerati).

meno intensi chiari e scuri. Ciò che si ossem1 sullo schermo è la somma delle
due figure di diffrazione, una da S 1 e l'altra da S.l.
Se le due sorgenti sono separate in modo tale dtt· i loro mas.~imicentr,di non
si sovrappongono, come in Figura 27.17.t, Il' loro immagini possono essere
distinte e si dice che sono risolle.Però, se le sorgenti sono \'ÌCÌnel'una all'altra,
come in Figura 27.17b, i due massimi centrali possono sovrapporsi e le immagi-
ni sono non ri.,olte.Per decidere quando due immagini sono risolte, si usa spesso
l.t seguente condizione:

Si di~-e-c~ele immagini sono a;~~ riso-I-tè-~~~~~;l_m_a.:~~~


~:;:~lej~
una coincide con il primo minimo dell'altra. Questa condizione limite per • Criteriodi Raykigh
la risoluzione è nota come aiterio di Ra)'leigb.
'-----------------------·-. - ----
I.a Figura 27.18 mostra le figure di diffrazione per tre situazioni. Quando gli
oggetti sono distanti tra loro, le loro immagini sono ben risolte (Figura 27.18a).
Le immagini sono appena risolte quando la loro separ.tZione angolare soddisfa
il criterio di Rayleigh (Figura 27.18b). Infine, in Figura 27. 1& le immagini sono
non risolte.
Usando il criterio di Rayleigh, possiamo determinare la minima separazione
angolare, 6min , sottesa dalle sorgenti alla fenditura, tale che le loro immagini
siano appena risolte. Nel Paragrafo 27.4, abbiamo trovato che nella figura di dif-
fr,1zione prodotta eia una singola fenditura il primo minimo si ha per liii angolo
che soddisfa la relazione

sen 6 =2._
a
dove a è la larghezza della fenditura. Secondo il criterio cli Rayleigh, questa
espressione fornisce la più piccola separazione angolare per cui le due immagi-
818 Capitolo 27 Olti.-11
1111du/tJl1'ri11

,~,
I I
I I
I

(a) (b) (e)

Figura 27.18 Figure di diffrnzionc di due sorgenti pumiforrni (c111"epiene) t· l>1figura


risultante (cum: traueggiate), per varie separazioni angolari delle sorgenti. In ogni
caso, la cuna tratteggiata è la somma delle due cum: piene. (a) Le sorgenti sono tra
loro distanti e le figure sono ben risolte. (b) Le sorgenti sono più vicine tra loro e le
figure sono appena risolte. (e) Le sorgenti sono cosi vicine tra loro che le figure sono
non risolte. (Da M. Cagnet, M. Fnmcon, ej.C. Thim-, Alias o/Opti,al Phmomma, Bnlin,
spm1gw,-Verlag, 1962,tavola I 6)

ni saranno risolte. Poiché in gran parte dei casi A <lii:a, sen 9è piccolo e possiamo
usare l'approssimazione sen 9,. 9. Perciò l'angolo limite di risoluzione per una
fenditura di larghezza a è

Angulo limitedi risolu• • (27.19)


zioneperuna.fenditura
dove 9mln è espres.'IOin radianti. Perciò, l'angolo sotteso dalle sorgenti alla fen•
ditura deve essere mr'lllli07lldiA/ rzse si vuole che le immagini siano risolte.
Molti strumenti ottici utilizzano aperture circolari piuttosto che fenditure.
La figura di diffrazione di un'apertura circolare, illustrata in Figura 27.19, con-
siste in un disco circolare chiaro al centro circondato da anelli via via più debo-
li. Un'analisi completa mostra che l'angolo limite di risoluzione per l'apertura
circolare è

9111;11=1.22 ; (27.20)

dove D è il diametro dell'apertum. Si nod che l'Equazione 27.20 è simile . f


~ll'Equazionc 27.19 t_rann~per il fattore J.~, che ~eriva da un'analisi matem~.\ i·~>\
uca completa della d1ffr.u:1oneda aperture ctrcolan. .· )~';lit
1
27.6 Riso/11zù11u•
tlr/1<1
si11gr,/<1
fr"'/i/11m, ,Il 11Jw1i11rr
rirro/11,ì 819

Figura 27. I 9 I.a figura di diffr.iziom• pro·


dotta da una apertura drcolare consiste in 1111
disco cenu11lc luminoso drcondmo da anelli
concentrici chiari e scuri. (Da M. Cagnet,M.
Frmwm e J.C Thim, Atltu of Dptiml Ph,110-
mnu,, 8"/in, Springer-Vrrlag,1962, tm,o/11}4)

{.('.',
'l':'.
-:.·~:.:
t ··:~··«'''J
·;;;;,~ r,~jj'i~UW(~~Mil~fj:,:i.tf:,::;;iti.,
1À( )'\~i 1 ..~-1.AiJ,1,id1ì,i1W)':'
Cli occhi dei gatti hanno una pupilla verticale in condizioni di luce debole. I gatti
che cosa risolverebbero meglio di notte, i fari di una macchina lontana o lc luci :q>a-
ziate verticalmente dell'albero di un bauc:llo lontano?

RagionamentoLa larghc:1.1.aeffettiva della fenditura degli orrhi cli un !{alto i- mal{-


giore nella direzione verticale che in quella orizzontale. Quindi, il l{òlllolm uu mag-
giore potere risolutivo per le luci spaziate nella direzione verticale e d0\1·ehbe ~-s.sere
pii, effirncc nel risolvere le luci dell'albero del baucllo .
..----· ··-··-·

-
PROBl.fMA
CONCETIUAlf
5
Supponiamo di osservar<· 1111binario con un tde,rnpio e di al\'t·n· ,lillirnltù 1wl ri,ol\·cre
le due romie. Decidiamo allora cli usare un filtro rolornto pt·r aiutard. Sn·glimno un lil-
tro blu o un filtro rosso?

Esempio 27.6 Risoluzione di un telescopio


Il wl,..copio Hak pr<"s.,oMonte Palomar in California lu1.iu11t•i.·sempr(• adattato per la turbolen1a attnosleri-
ho1un cliametm cli 200 pollici. Qual i· l'angolo lìmit<"cli ""· Questo limitt• di ,isibilinì è genc:ralnl<'nt,· ddl'ordi-
risoluzione ad una ltmgheiz,1 d'ond.1 di f,00 nm? ne ,li I • d"arco ,. non è mai minore cli O.I s d'arco. (Il
Tel,•liCopio Sp.17.inh•Hubble può riprendere fotografie
SoluzionePoiché A • 6.00 x 10·7 m e D = l!OOpollici = cli alta qualit,ì perché esso non è soggetto alle limit.1zio-
5.08 m, l'Equazione 27.20 dà ni atmosferiche).
7
Bmin= 1.22 D = 1.2'.! ( 6.00 x l 0" 111)
A
ESERCIZIO3 Il grande racliotele!!t:opio cli Arcciho.
5.08m
1'11,•rtoRirn, ha un diametro cli 305 m ~-dè progettato
p..,. ri\'t•lan· oncl,• cli 0.75 111 cli lunghcu.a d'oncia.
1.44 X l(J'' 1,1d = 0.0:1" ( :aie1,l,ut• il minimo angolo di 1·iimluiio11<· JJt"r c1ucs10
h·lt•sc.:1>t>i1,
t· t·nnfrcmtm'l' la ,·ostra 1·is1>usta,·on quclln
Percii,, sarà risolta ogni coppia di stelle che sottende 1111 cld tl'lc,sropio l lalc.
angolo maggiore o uguale di questo valore (a5St1mcnclo lfo1u"1a li.O x 10-~ rad (IO' e 19"), che è più cli
condizioni atmosferiche ideali). IO 000 mite nmggiore dell'angolo minimo per il celc-
li telescopio Hale non può mai raggiungere il suo scopio l lalc.
limite di diffrazione. lnfatti, il suo angolo limite: di riso-
Capitolo 27 Ottica on,l11/ntorill

27.7 • ILRETICOLODIDIFFRAZIONE
Il reticolo di diffn1zione, uno stmmento molto utile nell'analisi di sorgenti di
h1ct·, c:onsiste in un gran numero cli fenditure parallele equispaziatc. Si può
costruire un reticolo incidendo delle righe parallele su una lastra cli vetro con
una tecnica di lavorazione di precisione. Gli spazi tra le righe sono trasparenti
alla luce e quindi funzionano come fenditure equispaziate. Un reticolo ùpico
contiene diverse migliaia di righe per cm. Per esempio, un reticolo contenente
5000 righe/cm ha una spaziatura tra le fenditure, d, pari all'inverso di questo
numero, ovvero tl= (1/5000) cm= 2 x 10--icm.
In Figura 27.20 si mostra uno schema della sezione di un reticolo di diffra-
zione piano. Un 'onda piana incide da sinistra perpendicolarmente al piano del
reticolo. Si usa inoltre una lente convergente per far convergere i raggi nello
stesso punto P. L'intensità della figura che si osserva sullo schermo è.il risultato
degli eft'e~ticombinati dell'interferenza e della diffrazione. Ogni fenditura pro-
. ducé.4iijrazionè; a loro volta, i faSçi'<!if(rattiin,terferiscono 1p loro producendo
là figura finale. lnol.tre, ogni fenditura si coi:rtporta come una sorgente di onde,
che partono tutte in rase· dalle fenditure. Tuttavia, per una direzione arbitraria 8
misurata dalla direzione orizzontale, le onde devono percorrere cammini diver-
si prima di arrivare ad un particolare punto Psullo schermo. Dalla Figura 27.20,
si nota che la differenza di cammino tra onde provenienti da fenditure adiacen-
ti è pari a tlsen 8. Se questa differenza uguaglia una lunghezza d'onda o un suo
multiplo intero, le onde pro\'enienti eia tutte le fenditure saranno in fase in Pe
si osserverà una linea chiara. Perciò, la condizione per i massimi nella figura
d'interferenza ad un angolo 8 è

. ' ,l:
Figura27,20 Vistalaterale di un reticolo di diffrazione.La separazione tra le fendituj-'\/\
re è d, e la differenzadi cammino tra fenditure adiacenti è d sen 8. ' ;\.
27.7 /I relimloclidiffrazione 821

dsen 8 = m,\ (m = O, 1, 2, 3, ... ) (27.21) ., -2 -I () 2

I
Questa espressione può essere usata per calcolare I:, lunghezza d'onda, noli
la spaziatura nel reticolo (detta passo reticolare) e l'angolo di de\iazione 8. Se la I· 1 /i
rndial.i011<·indclente contiene diverse lungh,·zzc d'oncia, p<·rognuna di ess<·il
!:
I i;

massimo di ordine m si trova ad un angolo specifico. A () : O si vedono tutte le I.


2). ). ). 2).
lunghezze d'onda, in corrispondenza di ,n = O. --;r - d o ,i d
La distribuzione d'intensità per il reticolo cli diflh1zione è rnpprcsentata
schemaùcameme in Figura 27.21. Se la sorgeme comicnc diverse lunghezze sc116 _.

d'onda, si ossciverà uno spettro di lince in posizioni diverse per ogni numero
Figura 27.21 Intensità in
d'ordine. Si noti come sono stn:tù i massimi principali e larghi gli intervalli di limzione di scn (I per un reti-
zone scure. Ciò è in contrnsto con le larghe frange chiare caratteristiche della colo di diffrazione. Sono
figura di interferenza prodotta da due fendimre (Fig. 27.5). mostrati i mas,;imi di ordine
Una semplice apparecchiatura che si può usare per misurare i vari ordini zero, del primo e secondo
della figura cli diffrazione viene mostrata in Figura 27.22. Si tralla di un tipo di ordine.
spettroscopio a reticolo di diffrazione. La luce da analizzare passaattraverso una
fenditura e un collimatore da cui esce un fascio di luce parallelo, perpendicola-
re al reticolo. La luce diffrntta esce dal reticolo ad angoli che soddisfano Telescopio
l'Equazione 27.21. Per vedere l'imm;1gine della fenditura si usa un cannocchia-
le. I.a lunghe:aa d'onda può essen· clctcrmim1ta misurando l'angolo preciso per
mi appare l'immagine della fenditurn per i vari ordini.
~)I
Sorgente
l , , > · I , .. ,, '. ,,''
..y,.-',:~-!·
·~.: ·,.,.,..; ::•'1'.:,·.·-· ~:,·. ','.:,.
1-:_,';.,-~·~
. ..·/ ..·.__
:,'(,',._:,,:::;~_I'.,-~
. . ...:_,_',;;',_\•,~:;:,,:
.
La luce riflessa dalla superlid<' di un compact disc appare variamente colorata, R~ticok,
rnme è mostrato in Figurn 27.2:1.Inoltre, l'osservazione dipende dall'orientazione
del diM:orelmh-a.all'occhio e dalla posizione della sorgente di luce. Spiegare come Figura27.22 Schema di uno
fun1.ionaciò. spettroscopio " reticolo di
diffrazione. Il fascio collima-
to incidente sul reticolo è dii;
RagionamenloLa supctiicic di un compat·t disc è costituita da una trnccia a spirale fratto nei vati ordini ad ango-
inca,-ata (con una spaziatura di circa I µ.m) che agisce come un reticolo per la riflet1- li che soddisfano l'equazion,·
sionc. La luce diffusa da questi ra,~icinatissimi incavi interferisce costnttlivamcnte dscn(/=111A,dove1n= 1,2, ...
soltanto in certe direzioni che dipendono dalla lunghezza d'onda e dalla direzione
della luce incidente. Ogni parte del disco fun1jo11aper la luce bianca come reticolo
di diffrazione, spedendo di\'ersi colori in diverse dire-Lioni. I diversi colori che si
,·t-dono qum1<l0si guarda mm pnrtc.· clc.~1 <1uandola sorgente luminosa.
elisco V'ctrìano
il disco, o chi guarda si muu,·,· val"iandocosì l'angolo di incidenw o di"diffra7.ione.

Figura27.2!1 (Fisica r.igionata 6) Un


compact disr agiM"crnme un reticolo
di diffr.izione quando viene osservato
con luce bianca. (© Kristm Brochmann
1991,FundammtalPhotagraplu)
822 Capitolo 27 01/im m1du/a/mill

Una luce bianca emra in una scatola opaca da una apel'mra, emerge da un'alu·.i aper-
tura dall'altro lato della scatola, e sulla parete appare uno spettro di colori. Come •i
può d<·1ermim1n· st· la st·atoh, contit~nc: un prisma o 1111
n•1koln di cliff1111.inrn.·~

Ragionamento •~•determinazione si potrebbe fare annotando l'ordine dei colorì


nello spettro relativamente alla direzione del fascio originario di luce bianca. Per un
prisma, in cui la separazicme della luce è una conseguenza della dispersione, la luce
violetta sar:i rifralla di pit':1della luce rossa, e quindi l'ordine nt'llo spettro andnì dal
rosso, il più vicino alla direzione originaria, al violetto. Per un reticolo di dilTr.izione,
l'angolo di diffrazione aumenta con la lunghezza d'onda. Quindi, lo spettro dovuto
a un reticolo di diffrazione avrà i colori che andranno dal violello, il più ,icino alla
direzione originaria, al rosso.

PR08lEMA
CONCETTUAlE
6
Se una luce laser viene riflessa da un disco microsolco o da un compact disc, appare una
figura di diffrazione. Questa è dO\~lla al fmu, che ambt•dm, i dispo.~iti\i contengono trdc-
ce parallele di informazione che agiscono come 1111l'etirnlo per la rinessione e diffrazio-
ne. Quali• dìspositi\·o, microsolco o rn111pm·1disr, produrrù i massimi <lidiffl,lli<mt· dll'
sono più dismnti fr.i loro?

PROBLEMA
CONCETTUALE
7
~~1Umli'/6~
Gli astrnnomi spcs.so osservano le ocntltm.ioni,nelle quali una stella p:L'IS.'l
di1:1mun altro
oggetto come la Luna. Quando accade un tait• evento, si trova che l'intensità della luce
proveniepte dalla stella non diminuisce improwisamente quando essa p>L'IS.'l dietro il
bordo della I.una. lnvect:, l'intensitàj111//11nper 1111
brt•\'l' tt·mpo prima di rnderl' a zero.
Perché accade ciò?

PROBLEMA
'
CONCETIUALE
8
... mc
Quando in un ospedale ci si sottopone ai raggi X al torace, i mggi X pas."1.'\110 attraverso
una serie di costole parallele. Le costole del torace agiscono da reticolo di diffrazione per
i raggi X?

Esempio 27.7 Ordini di un reticolo di diffrazione


I.a luce monocrmmuica di un laser elio-neon (,\ = o, = 22.31°
6!12.Hnm) incide pcrpt•1Hlicolarmentc su un reticolo di
diffn1zionc con 6000 righe/cm. Trovare gli angoli per Parimenti, per m = 2, troviamo che
cui si o:,sciva il mas.,imo del primo ordine, del secondo
ordine e del tcrlO ordine. sen Il.i= ~ = 2(6ll2.8 nm) 0.7592
d 1667nm
SolllZioneInnanzitutto, dobbiamo calcolare la separa- /I.i= -.~9;41\
1.ione tra le fenditure, che è ug1mlc all'inverso del nume-
ro cli righe per nn: 1'1·rÌI, p1·r 111= !I troviamo di<' s~·n /J:i= 1.1:19.Dato che·
scn Onon può essere maggiore dell'unità, quest!I no11.è
11= (1/6000) cm= 1.667x l<rcm = 1667nm una soluzione realistica. Quindi, in questa situazione~ si
Per il mas.,imo del primo ordine ( m = I), otteniamo osseiveranno solo il massimo di ordine zero e quelli del
primo l' del secondo ordine. ·
9 632.8 11111 = 0.3797
sen 1 = T,\ = 1667nm
27.8 di mggi X
Oiffrta.il1111 ,u,mstnlli rforollitlivo) 823

Potere risolutivo di un reticolo di diffrazione


Il reticolo di diffrnzione è mollo utile per fare misure accunue di lunghcua
d'onda. Può ·l.-s.~erc·usmo per disperdere uno spettro nelle sue componenti,
conw 1111prisma. Tra i Òllt' strumenti, se si ,·ogliono clistingu,·re cluC'lunghcz1.e
,ro11<la muho ,·kim·. il 1<·1i.-11loi.·più pH·risn.
Se ,\ 1 e ,\2 sono due lnnghezzt, cl"oncla quasi uguali, d1e pos.,0110es...ere appe-
na distinte dallo spettroscopio, si definisce il potere risolutivo R ciel reticolo
come

R ""-,\-=_A_ (27.22) • Potererisolutivo


ArA 1 .àA
dove A= (A1 + A2 )/2 e .àA= A2 -A 1• Pertanto, ,•ediamo che un reticolo con aho
potere risolutivo può distinguere piccole differenze di lunghe7.7.a d'onda. Viene
proposto come problema (Problema 27.52) di mostrare che se Nfenditure del
reticolo vengono illuminate, il potere risolutivo nell'm-simo ordine di diffr.lZio-
ne è pari al prodotto .'Vin:

R= Nm (27.231 • Potae risolutivo


diunmicolo
l't·rnmto, il po1t·rt· risolutirn 1·n·sn• alrmtmt•ntm·r <Id nnmt•ro d'ordine.
Inoltre, per un reticolo con un grnn numero di knditure illuminate, Rè gran·
dc. Notare che per 111=O, R= O, il che significa che tutte le lunghezze d'onda sono
indistinguibiliper il ma!1simo di ordine zero. <:11nsiclt•1imno,in\'ece, la figura di
dilli.1zionc elci Sl.·rnn<luonlinl· ( 111= 2) di un n·1i, 1110 rnn :>000fcndiiure illumi-
nate dalla sorgemc di luce. li potere risolutivo cli 1111 tale reticolo nel secondo
ordine è ll= 5000 x 2 = I O(){)(),Pcrcii,, la scparnzione 111inimadilungheua d'onda
trn due righe spt·ttrali che può rsscrc appena risolta, assumendo una lunghezza
d'oncia media di 6(){} um, <~clata da 6 A = ,\ / U = 6 x I 0- 2 nm. Per il massimo prin•
cipalc ciel terzo ordine. u·m·iamo R= 15000 e 6A = 4 x 10-2 nm, e così ,ia.

Esempio 27 .8 Righe spettrali del sodio


Nelk, speuro del sodio, due righe intense hanno hm- (h) Quante righe del rNicolo devono essere illumina-
ghezze d'onda 589.00 nm e 589.59 nm. (a) Quale deve te per 1isoh-erequ~te righe nello spettro del secondo
eSSt:rcil potere risolutivo del reticolo per distinguere orclim.•( m = 2)?
queste due luught•zzed'onda?
Soluzione Dall'Equazione 27.2!1e dal risultato di (a),
Soluzione tr,,vianu,

R=~ = 58!1.30nrn = 5!1!1.30 = 99!1


À-\ 589.59 nm - 58!1.00nm 0.5!1

27,8 • DIFFRAZIONEDI RAGGIX DA CRISTALLI FACOLTATIVO

111liuca di priudpio si può d,·tnminart• l.1luughn,a d'oll(la di 11g11i 0111ladel·


tromagnetica se è disponibile un reticolo con il passo opportuno (clcll'ordine di
A). I raggiX, scoperti nel 1895cl.aW. Roentgen (1845-1923),sono onde elettro-
magnetiche rnn hmghczza cl'onda molto piccola (dell'orditw di I A=urtom =
O.I nm). Owiamcntc, sarebbe impossibile costruire un retirnlo rnn un passo così
piccolo. Tuttavia, si sa che le distanze atomiche in un solido sono circa J0- 111m.
Nel 1913, Max von Laue (1879-1960)suggerì che le file regolari di atomi in un
824 Capitolo 27 Ottica 011.du/cd,nill

~11,
Tubo
...
,,.
a raggi X
Figura 27.24 S,:hcrna della ternicn usata
per ossemm, la dillrazione di raggi X da 1111
monocristallo. La serie di macchie formate
Collimatore
sulla pellicola dai fasci fortemente di1Tra11i
è
chiamato spettrogramma di Laue.

cristallo potessero funzionare come un reticolo di diffrazione tridimensionale


per i raggi X. Esperimenti successivi confermarono questa previsione. Le figure
di diffrazione che si osservano sono piuttosto complicate a causa della natura tri-
dimensionale del cristallo. Nonostante ciò, la diffrazione dei raggi X si è dimo-
strata una tecnica senza pari per chiarire le strutture cristalline e per compren-
dere la struttura della materia.
La Figura 27.24 mostra un apparato sperimentale per osservare la diffrazione
di raggi X da parte di un cristallo. Un fascio collimato di raggiX con un interval-
lo continuo di lunghezze d'onda incide su un cristallo, ad esempio, di cloruro di
sodio. I fasci diffratti sono molto intensi in cene direzioni, corrispondenti ad
interferenza costruttiva di onde riflesse dagli strati di atomi del cristallo. I fasci
I-- a --I diffratti possono essere rivelati da una pellicola fotografica e formano una serie
di macchie note come "spettrogramma di Laue•. Analizzando le posizioni e le
intensità delle varie macchie nella figura si può dedurne la struttura cristallina.
La disposizione degli atomi in un cristallo di NaCI è mostrata in Figur.i 27.25.
Le sfere scure piccole rappresentano ioni Na• e quelle più grandi ioni ci-.
Notare che gli ioni si trovano sui \'ertici di un cubo; per questa ragione si dice
che la struttura ha simmetriacubica.
Un attento esame della struttura dell'NaCI mostra che gli ioni sembrano gia-
cere in vari piani. Le zone ombreggiate in Figura 27.25 rappresentano un esem-
pio in cui gli atomi giacciono in piani equispaziati. Supponiamo ora che un
Figura 27.25 Modello della fascio di raggi X incida con un angolo 6 su uno dei piani, come in Figura 27.26.
,tru11ura cristallina cubica li fascio può essere riflesso sia dal piano di atomi superiore che da quello infe-
del cloruro di sodio. Le sfere riore. La costruzione geometrica di Figura 27.26 mostra però che il fascio rifles-
grandi rappresentano gli ioni so dalla superficie inferiore fa un percorso più lungo di quello del raggio rifles-
ci- e quelle piccole colorate
rappresentano gli ioni Na+. so dalla superficie superiore. La differenza di cammino effettiva tra i due raggi è
La lunghezza dello spigolo 2d sen 6. I due raggi daranno interferenza costruttiva quando la differenza di
del cubo è a= !).562737nm. cammino sarà pari ad un certo multiplo intero della lunghezza d'onda A. Lo

Fascio
Fascio
incidente
"""'°
Figura 27.26 Dcsaizione bidi-
mensionale della riflessione di
un fa!ICio di raggi X da due piani
cristallini paralleli distanti d. 11
d fascio riflessodal piano inferio-
Pianoinreriore re percorre rispeuo a quello ri-
fle.o del piano superiore un
dscn 9 tratto in più pari a 2d sen 1/. ; ,.:,
Sommario 825

stesso \-aie per la rillessione clall'inlera famiglia di piani paralleli. Quindi, la con-
dizione per l'i111e1ferenzacostnmiva (massimi nell'onda diffratta) è data da
2dsen6 = 111A (m = 1,2,3, ... ) [27.24) • Leggedillragg,
Questa rnndi1.io11ci· nolll come legge di Bragg, dal nome di W.l .. l\ragg ( 1890-
1971). che ckrh·ò 11ucs1arelazio11cper primo. Se sono nmc la lunghczz.td'onda
e l'angolo di diffr.izione, l'Equazione 27.24 può essere usata per calcolare la spa-
ziatura Ira piani atomici.

SOMMARIO
l'interferenza di onde luminose è il risultato della sovrapposizione di due o piii onde
in un dato punto. Si osserva una figura d'interferenza persistente se (1) le sorgenti sono
coerenti, (2) le sorgenti sono monocromatiche (cioè contenenti una sola lunghezza
d'onda) e (3) è applicabile il principio di sovrapposizione.
Nell'esperimento di Young con le due fenditure, si illuminano con luce monocro-
matica due fenditure separate da una distanza d. Su di uno schermo a distanza L dalle
fenditure si os.serva una figura d'interferenza che consiste in frange chiare e scure. La
condizione per l'interferenza costruttiw è data da

clscn O= m,\ (m=0,:tl,:t2, ... ) (27.2)

la condizione per l'interferenza dlstrutllva è data da

1lsen Il = (m + !)A (m=O.~ l,:t2, ... ) (27.ll)

!.'indice m è dello nwnero d'ordine della frangia.


l "intensitàmedia della figura dì interferenza prodoua da due f<'nditure è data da

,_CO!i2 ("dsen
l mt'd = ro --,\--
(/) (27.12)

dove ~ è l'intensità massimasullo schermo.


l' n ·onda eleuromagnetica che si propaga da un mcuo di indice di rifrazione n1 a
un me.zzo di indice di rifrazione n,l subisce uno sfasamento di 180° in seguito alla rìlles-
sione quando noi>111• Non vi è alcuno sfasamento nell'onda rifles.<ase ~ < n1•
la lunghezza d'onda della luce, A., in un mezzo di indice di rifm1fone n è data da
À
Àn = -n- (27,14)

dO\·e A è la lunghcua d'ondi1 della luce nel ,·uoto.


La condizione per l'ì111crforenza costmui,-a in mm lamina di spessore t cd indice di
rifrazione ,i con lo stesso me1.zo da entrambi i lati della lamina è data da
2nl= (m+!)A (m=0,1,2, ... ) [27,161
In modo simile, la condizione per l'interferenza dìstmttiv-.1nelle lamine sottili è
2111= ,n,\ (111=O, 1, 2 .... ) (27.171

li fenomeno della diffrazione è originato dall'intcrfcre11/.l1 di 1111gran mnnen>, o dì


una distribuzione continua, di sorgenti coerenti. la diffrazione è responsabile della
deviazione della luce da un percorso rettilineo quando pa.s.,aattraverso un'apertura o
attorno ad ostacoli.
La riguradi diffrazionedi Fraunhoferprodotlll da una sillgr,/afmdilum di larghena
a su uno schermo lontano consiste in un massimo centrale luminoso ed un alternani dì
826 Capitolo 27 OWrn 011<lulato1it1

zone chiare e scure di intensità molto minore. Gli angoli 9 per cui si ha intensiu, wv
nella figura cli diffrazione ,ono dati da
À
,en 9 = a""
111 (m = ±1, ±2, ±3, ... ) (27.18)

Il criterio di Rayleigh, che i: una c<>ncli1.io111,


limite per la risoluziont·, alkrnm che
due immagini formate da un 'apertura sono appena distinguibili se il mas.,imo centrale
della figura di diffrazione di una immagine coincide con il primo minimo dell'altra
immagine. L'angolo limite di risoluzione per una fenditura cli larghezza a è dato eia
Om,n= À / a, e l'angolo limite cli risoluzione per una apertura circolare di diametro D è
dato da 8mh,= 1.22A/ D.
Un relicolo di diffrazione consiste in un gran numero di fenditure identiche equi-
spaziate. La condizione per i massimi d'intensità nella figur.l d'interferenza di un reti-
colo di diffrazione è data da
dscn 8 = 111.\ (m = O, 1,2,3, ... ) [27,211
dove ,i è_il passo reticolare (spaziatur.l tra due fenditure adiacenti) ed 111è il numero
d'ordine; li potere risolutivo di un retic~l9 di diffrazione nell' 11H:simo
ordine della figu-
_ra.didiffrazione è dato da R= Nm, dove Nè il numero di righe nel reticolo.

DOMANDECONCETTUALI
[Ll Qual è la condizione necessaria per radifferenza di
cammino tra clue onde affinché interferiscano in
manicrn (a) costruuiva e (b) distruttiva?
2. Spiegare perché due lampade a flash poste l'una vici-
na all'altra rion producono una figura d'interferen1.a
su uno schermo lontano.
!K}Se l'esperimento di Young con le due fenditure fosse
effeuuato sott'acqua, come ne sarebbe influé'nzala la
figura d'interferenza osl,en-ata?
11;]Nell'esperimento cli Young delle due fenditure, per-
ché usiamo luce monocromatica? Se si us.~luce bian-
ca, come cambierebbe la figura d'interferenza? FiguraD27 .7
5. Una bolla di' sapone, nell'evaporare, appare nern
poco prima di rompersi. Spiegare questo fenomeno in IO. Una lente con raggio di curvatura estemo Re indice
termini delle variazioni di fase che avvengono in segui- di rifrazione 11 è appoggiata su una hLstm di vetro
to alla riflessione dalle due superfici. piana. F.ssaviene illuminata con luce bianca dall'alto.
6. Se si osserva uno strato d'olio ,ult'acqua, lo stn1to Al centro della lente c'è un punto bianco o un punto
app:1rc più chiaro nelle zone esterne, dove è più stnti- nero? Cosa significa se gli anelli osservati non sono cir-
le. Cosa se ne può dedurre riguardo all'indice di rif'rn- colari?
zione dell'olio rispeuo a quello dell'acqua? 11. Perché la lente di una macchina fotogr.tlica di buona
7. Se si tiene in aria uno strato cliacqua saponata su di un qualità è ricoperta da uno strato sottile?
supporto di filo ad anello, appare nero nelle regioni li!JSarebbe possibile ricoprire un aeroplano di vernice
più sottili se osservato in luce rillessa e mostra una antiriflettenlc per sopprimere le onde rdclarcli3 cm di
varietà di colori in quelle più spes.se, come nella lunghe-aa d'oncia?
Figura D27.7. Spiegare. (iI:JPerché è piÌI facile fare esperimenti di interferenza
H. l.'n lll<·loclnst:mplkt•pt•rosst·n·m·t•llml figt1radi itucr· ton lun· lnscr du· non con han· ordinaria:'
fercnza è di guardare una sorgente di luce lontana 14. Os.scrvatel'ombra del vostro libro o di qualche altro
attraverso un fazzoletto teso o un ombrello aperto. oggetto con spigoli netti quando è tenuto alcuni centi-
Spiegare come funziona questo metodo. metri sopra un tavolo con una lampada a diverse deçl-
9, Perché, per osscn·i\rc intcrfercmm in mm lamina soui .. nc cli centimetri al di sopra ciel lihro. Perché, l'ombra
·.,.-·I~,la lamina non deve essere molto spessa (dell'ordine del libro è un po' confusa ai margini?
·, ·-:.,;d1poche lunghezze d'onda)?· [i[] Sebbene si possa udire olu-e gli angoli, non si p~ò .
rti~.:1~iv,,
·
/'nwlemi 827

vcclcn· oltre gli stes.,i. Come si può spiegare questo sitato grndualmcntc per mezzo dcll'cvapora,i,me nel
fatto considerando che sia il suono che la luce sono naot<l. Descrivere le pt,,.,ibili \"driazioni di colore che
onde? potrebbero awenirc durame il pn><:L·ssocli crescita
1ft Assumendo che i fari di un·automobilc siano sorgenti dello spessore del ri,•estimento.
puntil<.rmi, stimare la distan:r.a ma~sinm tr..1 un o5~cr- 22. I rnlori brillami dcli,· pt·mae di (»l\·ont· (Figu1~1ll:!i.:!:!)
nlton· l' Lmtomohilt• pt•r n1i i fari sono di!itingnihili sono dovuti a un (C.•noml·no c:onosdnto t·nmt· mtl1·\n·11-
ad <l(C.."hio nudo. u1. Le libre di 111elani1m
nelle pc11ncagisc,>11<>
cun1t· t11,
17. l"n IÌL'K:io laser incide con piccolo angolo su un calibro reticolo di tr.tSmissione natur.tlt-. Come puoi spk•gare i
eia mecmnico con una scala finemente graduata. Le diversi colori? Perché i colori cambiano quando l'u,·-
indsioni sulla scala danno luogo ad una fi1,,uradi clir- ccllo si muove?
fotzione su di uno schenno. Discutere come si pmì
usare questa tecnica per ottenere una misura della
lunglwz,a d'onda della luce laser.
18. Se una moneta è incollata ad una lastrina di vetro e
questo sistema è posto di fronte alla luce di un laser a
ncou-,,lio, l'ombra proiettai.-. della moneta mostr.i
anelli di difli'azione attorno alla moneta e un punto
luminoso centr.ile nel centro dell'ombra. Come è pos-
sibile ciò?
19. Se un filo sottile viene teso lungo il cammino di un
fa.'K:iocli luce las,·r, i, possibile produrre una figu111di
diffrazinm•?
[1Q;jl>,·sni\'cre le rnria,ioni in larghcua del 111.L'ISimo cen-
trdle in una figura cli diffrazione da singola fenditura
<1uando la largheua della fcndimra diventa più picc<>-
hl.
(g1JSupponiamo di usar<· la rilks.,icmt· di una luce bianca
per osservare il rivestimento sottile e trasparente su un FiguraD27,22 Iridescenza nelle penne di pavone.
,·eu·o quando il materiale di ri,·esthnento viene dcpo- (© Diane Sclliumo I 988, Fundammlal Plwlograplu)

PROBLEMI
Paragrafo 27,2 L'esperimento
della doppia fendituradi Young
I. Un fascio laser (A = 632.8 nm) incide su due fenditu-
re distanti 0.200 mm. Approssimativamente, quanto
sarnnno distanziate le frange chiare su uno schenno
dist:mtc 5.00 m dalk fenditure?
2. 1:esperimento di Young viene ~'llt."gUitocon la luce I
verdL~hlu di 1111 laser ad at·gon. La distanza tr.1 le fen- ':-1oom
diture è o.r,oo mm e la figura d'interferenza che si
forma su 11110 schermo a 3.30 m dalle fenditure mo- r-r
I ~ .I
,
I
stra che il primo massimo si forma a 3.40 mm dal cen- 300m f---------------------------•-..
tro della figura d'interferenza. Qual è la lunghe:a.a
L I
I
1~m :
I
d"ouda della luce laser dclrargon?
[Il Due amcnnc r.idio separate di 300 m, come mostr.110
in Figura P'.!7.3, u.umcltono simultaneamente segnali
·- :
FiguraP27,S
icl1·111iri(ondt•) <!ella s1t-s.s:1lunghc,.za d"onda. Una
radio in una 1muThina che ,·iaggia ,·cno nord riceve i I. In uam regione do\'c la vclocitit del suono è :l:H 111/s,
segnali. (a) Se la macchina è nella posizione del secrni- un 'onda sonor,1 di 2000 Hz incide su due fenditure
do massimo, qual i: la lunghezza d'onda dei segnali? distanti fra loro SO.Ocm. \a) A qllllle angolo si tra,11 il
( h) Di quanto deve spt>starsi la macchina per incontr.i- primo massimo? (b) Se l'onda sonora è soslituit.-i da
rt• il prnliSimo minimo del SL-gnalcricevuto? (Altemio- microonde di 3.00 cm, quale distanza fra le knditure
nt: non utilizzare l"approssimazione degli angoli picco- dar.ì lo stesso angolo per il primo massimo? (e) Se la
li in questo problema). dist.anza fra le fenditure è 1.00 µ111,qual è la frequen-
828 Capitolo 27 01/im muilllatorill

za della luce che dà lo stesso angolo per il primo mas-


simo?
[[] Un esperimento della doppia fenditura di Young è
realizzato con luce di 589 nm e una distanza fcnrlitu-
n:-sdwrmo cli 2.00 m. li ,Il-rimo minimo di int,-rlr-
rcnza viene 05..\Cn'atoa 7.26 mm di distanza dal m;1s."ii
..
mo centrale. Determinare la distanza fra le fenditure. Figura P27. I 3
(i. Un oscillatore pilota due altoparlanti che distano fr.t
loro 35.0 cm, i quali vibrano in fase alla frequenza di
2.00 kHz. Per quali angoli, misurati rispetto alla per-
pendicolare al punto di mezzo della linea congiun- Paragrafo 27.5 Diffrazione
gente gli altoparlanti, un osservatore lontano udireb- 14. l.a luce di un laser al neon-elio (A= 632.8 nm) è invia-
be un massimo di intensiià.del suono? Un minimo? ta su una fenditura larga 0.300 mm. Qual è la larghez-
(Considerare lavelocità"dèfsuono 340 m/s). za del massimo centrale su uno schermo acl 1.00 111
[7JNelsistemadiFigura2'1,3,siaL= 120 cm e d=0.250cm. dietro la fenditum?
l.e fènditure ~no ilh1minate con luce di-hinghe-aa [frJ Uno schermo è pooto a 50.0 cm da una fenclitun1sin-
d'oit~a 600 nm. Calçol~ lad_istalµit.)'P9p11!,ilmaa..~imo gola, illuminata da una luce di lunghez,J1 d'onda
cenìralè per la qualè l'~~n~~;"~édlhidlo schenno 690 nm. Se la distanza tra il primo ed il teno minimo
san\ il 75.0% dehnassimo. · · · ·' · nella figura di dilli-azione è 3.00 mm, qual i· la hu--
i'l. L'iniensità sullo schenno in."un certo punto in una ghezza della fenditura?
figura di interferenza da due·fenditure è il 64.0% del lh. Un fascio di luce vt•rdc eia un laser c:1dmio-elio,·iene
valore massimo. (a) Qual è la minima rlifferenza di clifli-auo eia una k11clin1m,li lo1rghcu:, 0.550 111111.I.a
fase (in radianti) tra le sorgenti che produce tale figura di diffrazione si forma su una parete dismntc
risultato? (b) Esprimere la differenza di fase calcolata 2.06 m dalla fenditura. l.a distanza tra le posizioni cli
in· (a) rnme -differenza di cammini se la lunghezza intensità nulla (,n = ±1) i· 4.10 mm. Stinmr,· I;, hm-
d'onda dell'onda incidente è 486.1 nm (linea 1-lpl- ghezza d'onda della luce laser.
17. Microonde coerenti di lunghezza d'onda 5.00 cm en-
Paragrafo 27.4 Interferenza nelle lamine sottili trano aura,·ersando una lunga e su·etta finestra in un
9. Una bolla di sapone (n = 1.33) fluttua in aria. Se lo edificio altrimenti essenzialmente opaco alle micro-
spessore della bolla è 115 nm, qual è la lunghezza onde. Se la finestra è lo1rgo1 36.0 cm, qual ì.•la clismn1.;1
d'onda della luce che è più fortemente riflessa? dal massimo centmlt· dd minimo del primo ordine
IO. Una strato sottile di olio (n = 1.25) si u·ov-.isu un pal\"i- lungo una parete a 6.50 cm dalla linestr".t?
mento pulito. Quando si guarda perpendicolarmente 18. Un suono di frequenza 650 Hz proveniente da una
al pavimento, la pellicola d'olio appare predominan- sorgente lontana pas.,a attraverso il mno cli una porta
temente rossa (640 nm) e non ha il colore blu (512 di larghezza I. IO m su una parete fonoassorbente.
nm). Quanto è spesso lo strato d'olio? Trov-.ire il numero e le direzioni approssimate dei
[DJ Un sottile strato d'olio (n = 1.45) galleggiante sul- fasci dei ma.'5imi di difTmzionc irradiati al di Ili dd·
l'acqua è illuminato normalmente da luce bianc:1. l.a l'apertura.
lamina ha uno spessorecli 280 nm. Trnmr,· (a) i wlo-
ri dominami osserv-.itinella luce riflcs.,a e (b) i colori Paragrafo 27.6 Risoluzione della singola
clomim111tinella luce trasmessa,. Spi1,gare il ,·oSlro fenditura e di aperture circolari
ragionamento. 19. l.a pupilla dell"occhio di un gatto viene stretta lino ad
12. Un po!!Sibilemetodo per rendere un aeroplano imisi- una fes.,ura di 0.500 mm di larghezza durante il gior-
bile alle onde radar è rivestirlo con un polimero anti· no. Qual è la risoluzione angolare? (Sia la lunghezza
riflettcnu,. Se le onde radar hanno una lunghezza d'onda della luce nell'occhio del gatto 500 11111).
d'ond;i di 3.00 cm e l'indice di rifrazione del polimc- 20. Trov-.ireil rdggio dell'immagine cli una stella formata
n
rn è = 1.50, quale spes.,ore dovrebbe avere il rivesti- sulla retina dell'occhio se il diametro di apertura (pu-
mcn to? pilla) di nott<-è 0.700 cm<· la lunglwzz:i dcll"occhin è
l!.;LlTm due lastre spesse di veu·o è formato un cunt•o cli :1.00cm. Si m1.~1mm per la lungheZl.a d"onda ddla lun,
aria in modo simile a quanto descritto nella Figum stellare A= 500 nm.
P27.13. Una luce monocromatica di lunghezza d'on- lg[) Un laser all'elio-neon emette luct· di lunghe1.7.a
da 600 nm incide verticalmente sulla la.~tr.isuperior<-. d'onda cli 632.8 nm. L'apertum circolare attraverso la
In questo caso, ci sono 30 frange d'interferen,.a chia- quale il fascio emerge ha un diametro di 0.:,00 cm.
re parallele che si osservano sulla lastra superiore. Stimare il diametro del fascio a urrn distanzai di
Calcolare lo spessoredella carta che separa le lastre. IO.Okm dal laser.
/Jmblemi 829

22. Sdh, non,· d.-1 IX aprii,· cl,•I 1775, hl spcclitu 1111 l;!1.J1/n rl'lirnlo di <liffnv.ionc largo 4.00 cm rnntienc·
,cgnal,· rial rnmpanìl,· clella Old North< :hurd1 a Paul indsioni su una larghe1.1.acli 2.IHInn. (a) Qual é
fi()O()
Rl-Vct'e1 C!hc si 1ror;,1,c1a una distanza di l.HO miglia il potere risolutivo cli que•to reticolo ud primi tre
(2.!l km): ·t:110da wrrn, dne dal mare.• A quale mini- ordini? (b) Se due onde- mouocromatidu, incidenli
ma <li~1a111ail ,.,gr t·,ta110 ha clovuto prt·rlisporrt• le· "ill<JUC'Stort•1it-oln hanno llllt\ hml,{ht•z:,a ci'o,uht me-
l,1111t·n1l· aHirn h,· Rn,·n· pott·so;,• rin·n·1t· nnn·ua- dia cli 400 nm. qual i.•la loro o;c•pnraiìnrwin lunghea::a
rnentc il messaggio? A,sumcrc c:he le pupille di d'onda se sono appena risolte nel tcrw ordi1ll'?
Revert.·, di n<>ne. m·esscrn un diametro di 4.00 mm., .. :I:!. Una sorgente emelle luce di lungheu., d'onda ,\ 1 =
,·ht· la luce della hmtema aves.,;e una ltmghc.-ua :131.62nm e,\~= 53 I .li I nm. (a) Qual è il minimo nunw-
d'onda predomimmte cli 5MOnm. rn di righe occorrente per un reticolo per risolvere le
211. l' n sistema di stelle binario nella costella,ione ,li due lunghezze d'onda nello spctt.ro del primo ordine?
Orinne ha una separazione angolare tr.i le due stelle.- (b) Oetem1inare il passodi un reticoln di 1.32cm di lar-
di 1.00 x to·• rad. Se À = 500 nm, qual è la più piccola ghezza che ha il richiesto numero di fenditurt·.
apertul"d (diametro) di un telescopio capace di risol-
vere le due stelle? Paragrafo 27.8 Diffrazione di raggiX da aistalli
:!·I. Il pittore impressionista (;eorges Seurat cre<Ì.deiqua- (Facoltativo)
dri con un enorme numero di punti di colore puro di 33. I.o ioduro di pou1S.,io(KI) ha la stesoa •tnmura cri·
circa 2.00 mm di diamet.ro. L'idea era avere colori stallina di quella dell'NaCI, con d ~ 0.353 nm. Un
tipo il ros.so e il n-rde cosi vicini uno all'altro da for- fascio monocromatico di raggiX most.ra 1111massimo
nmn· una tela scintillante. Al cli là di quale distanza di dilTr-.uione quando l'angolo di incidenza è 7 .60".
non .si potrebbero distingul·re i singoli pun1ini ~ulh, <~,kolare la hmght·l7.a d'onda dei r.iggi X. (Si consi-
trl:fr (Si as.<11nm ,\ = 500 nm nelrocchio e 1111 climn•·· deri il primo ordine).
tro della pupilla di 4.()(1111111). :M. I rnggi X (Kp) dello ,inco sono carauerin:ui da una
'.!.",. Un'antenna radar circolare su una nave di una llolla lunghezza d'onda di 0.129 mn. Quando un fascio di
lrn un clhmu.•trn di 2.1 O m ,. irradi., ad una fn·q11,·1t1a questi raggi X incide sulla superficie cli un cristallo la
<li EU) Ca I,. D1n· pin ok hardu· si 1ro,·•u1<1 a \I on ~111 mi struuurn é ,imill" a qnella clell'NaCI, si os.,e1vaun
dalla na,·c. Qumllo ,·idnt· donebbero ""-"'rt' i<-dut· 111:ui.simodel primo ordine ad un angolo cli 8.15".
hardu: per t•,-,;en•ancorn rivelate come dii, ugg<-tti? n,Icolare la spaziatura tra i piani.
[M;JSe la distanza interplanare dcll'NaCI è 0.281 nm, qual
Paragrafo 27.7 Il reticolo di diffrazione ,, l'angolo a cui saranno diffr-.uti raggi X di 0.140 nm
~l'i sc.•gtu.·nti prohll"mi si a~sunm du· la lucl' indòa nnr~ di lunghczu d'onda nel massimo del primo ordini,?
malnwn1t· ;,\In·ticoln. 31;_Viene ossemua una di!Tr-.u:ioneelci primo ordine a
:!h. Lun• emessa tla un laser ad argon colpisce un retico· 12.6° per un cristallo nel quale la distanza fra i piani è
lo di cli!Trn,ione con 5310 righe/cm. Il massimo n·11- 0.240 nrn. Quanti altri ordini si pos,;ono os.,eivare?
tr-,1lee il massimo del primo ordine sono scparnti di
0.4118rn su uno schermo distante 1.72 m dal reticolo. Problemigenerali
Ot,tt·nninarc la lunghe7.za d'onda della luce laser. :17. Alza la mano e tienila ,tesa. Immagina che lo spazio
l;):fl 1., speuro dell'idrogeno ha una riga rossa a 656 nm e frn l'indice e il medio sia una fenditura, e immagina
una blu a 4)H mn. Qual è la sepan11.ioneangolart· trn che lo spa1:iofra il medio e l'anulare sia una seconda
le due righe spct1111li oucnute con un r.-ticolo di clii; fenditura. (a) Considera l'interferenza ri•ultante di
fra,ione <"<>Il450(1 righe/cm? nna luce visibile coerente che p,,ssa perpcndicolar-
2X. Un last·r neon-di<>(À = 632.11nml è usato per rnlihra- m<entea questa coppia di aperture. Calcola l'ordine
re un reticolo di di1Tn1zione.Se il massimo del primo di grandezza stimato per l'angolo fra le zone adiacen-
online si forma a 6 = 20.5•, qual è il posso d dc.-1reti- ti dell'interferenza costmttiva. (b) Per rendere gli
n,lo? angoli nella figura di interferenza facili da misurare
29. Tn, righe spettrali discrete si verific-,moad angoli di rnn un goniomet.ro di plastica, dovresti usare
10.09°, 13.71° e 14.77° nello spettro del primo ordine un'onda elettromagnetica con una frequell7.a di
di uno spenrns,-opio a reticolo. (a) Se il rctkolo ha qtmlt· ordine di grande1.1.a?Come .arebbc: classificata
'.\li()(}ft·n<litUl'l' l Il\, <fllilJiSOIICI h,- lt111ght//l'
0
cl 011C1a
0
,,1,1·~1·(,11cla
r1c.•llo5pt•ttro c•leurontagnrtico?
della luce? (h) A quali angoli ,·engono ritrm-atc q1K~ :1». Un certo olio non raffinato ha un'indice di rilhu:ionc
stc righe nello spcllro dc-Isecondo ordine? 1.25. Una nave vena 1.00 m 9 di quest'olio nell'ocea-
30. Un reticolo di clilTr-.u:ioneha 1100righe per millime- no, e l'olio ai spande in una pellicola sottile. Se la pel·
m,. l.'n fosdo cli luce composto da lunghezze d'onda lkola produce un massimo del primo online per luce
comprese fm 500 e 700 nm incide sul reticolo. Gli cli lunghezza d'onda di 500 nm che incide su di es.sa
spettri di diversi ordini si sovrappongono? Spiegare. normalmente, quanta superficie dell'oceano viene
830 Capitolo 27 01/Ù'II (11/t/U/t1/llrÌII

coperta dalla pellicola d'olio? Si assuma per l'nceann all'estremo opposto. Qlmndo si illumi1m il <.·u11co
l'indice cli rifrazione 1.34. dall'alto con luce monocromatica, la luce rilles.,a riv,·-
:l\l. Effetti cli interferenza sono prodolli nel punto /' di la 85 frange scure. (~1.lcolare il numero di frang,·
uno schermo, risultato della sovrapposizione elci raggi scure che si fom1er.,hbcro se l'acqua ( n = 1.3:l) rim-
che prorcngono clin·ttmncntc du um, sorgt·ntt: cli pi:tua~e l'aria lrn le h1sm·.
500 nm cli lunghtna cl'oncla e dei rnggi rilkssi da uno -lf,. Le nosu·e cliscusMionisulle u:rnichl· per d1·1<•r111inllrc
specchio, come mostrato in FiguraP27.39. Se la sor- l'interferenza costruttiv.1 e distruttiva per rilles.sionl'
gente è a 100 ma sinistr,1 dello schermo e a 1.00 cm da strati sottili in aria, sono state confinate ai r.iggi
sopra lo specchio, trovare la distanza y (in mm) della che colpiscono lo stmto con 1111'incide111.a vicina alla
prima frangia scur.i al di sopra dello specchio. normale. Assuruiarnoche un raggio incida a un ango·
lo di 30.0° (relativo alla nonnale) su una pellicola con
Schermo
indice di rifrazione 1.38. Calcolare il minimo spes.'l<>-
re per un 'inteneren1.a costruttiv-.i se si tr.itta di luce al
sodio con una lunghezza cl'onda di 590 nm.
46. La luce di un laser elio-neon (A= 632.8 nm) incide su
una singola fendimra. Qual è In massima larghe-,za
per cui non si osservano minimi di ditTr.izione?
47. (a) Ambedue i lati di una lamina sottile con indice di
rifrazione 11 e spessore d sono in contatto con l'aria.
Per incidenza nonnale della luce, si osserva un mini-
mo di intensità nel raggio rifles.,o a A2 e un massimo
·10. I.e onde eia una stazione radio possono raggiungere di intensità a Ai, dove A1 > A2• Se non si os.,ervano
un ricevitore domestico per due percorsi diversi. Uno minimi fra A1 e A2, mostrare che l'imcro m nelle
è il cammino diretto dal trasmettitore alla casa, che Equazioni 27.16 e 27.17 è dato eia ,n = A1/l!(A 1 - A2).
dista 30.0 km dalla stazione. Il secondo cammino i· (b) Determinare lo spes.,ore della lamina se 11= 1.40,
dalla rilkssionc sulla ionc~,fera (uno strato di molcrn- A1 = 500 11111,e A2 = :nonm.
le d'aria ionizzate nelle vicinanze dello strato alw 48. Quali sono le dimensioni approssimai<; del piì1 picc<>-
dell'atmosfera). Si assuma che questa riflessione lo oggeuo sulla Terra che può essere risolto con l'oc-
awenga nel punto medio ua rice,itore e trasmettito- chio da 1LStronautiin orbita su un 'astronave a 250 km
re. Se la lunghezza d'onda della trasmittente è 350 m, cli ahezza? Si as.~uma A = 500 nm per la luce nell'oc-
trov-.ire la minima altezza della ionosfer,1 che pro· chio, e un diametro della pupilla di 5.00 mm.
clurr.ì interferenza distruttiva tra l'onda riflcs.sa e 49. Un fascio di luce di 541 nm incide SII un reticol<>di
l'onda diretla. (Si assuma che nella riflessione non ci diffrazione che ha 400 righe/mm. (a) Determinare
sia variazione di fase). l'angolo dei raggi del secondo ordine. (b) Se l'intero
[IO Gli astronomi osservano radiosorgenti a 60.0 MHz sia apparato è immerso in acqua, determinare l'angolo
direttamente che per riflessione dalla superficie del di diffrazione del nuovo secondo ordine. (c) Mostra-
mare. Se la parabola ricevente si trova a 20.0 m sul re che i due raggi diffratti dellu parie (a) e (b) sono
livello del mare, qual è l'angolo della radiosorgente correlati attraverso la legge di rifrazione.
sopra l'orir,onte al primo massimo?· :,O.Si conoideri il disposÌIÌ\'O di Figur.t P27.50, in cui la
·l!.!. Si misura la distribuzione d'intensità in una ligurn dislllnza tra le fenditure è d = 0.300 mm e la distall7.a
d'i11terferen1.11cli Young (Fig. 27.5). Si trova per un dallo schermo delle stes!1eè L= 1.00 m. Una lamina sot·
particolare mlorc cli y (distanza dal centro dello
schermo) che// /0 = 0.810 quando si usa luce di lun-
ghezza d'oncL1.di 600 nm. Quale lunghezza d'onda
della luce si dovrebbe usare per ridurre l'intensità
relativa nella stessa posizione al 64.0%? m= OOrdine zero

r!
<l'.I. In un esperimento di Young le due fenditure distano
0.150 mm e la luce incidente include le due lunghez- Lamina S<>l~~_:::-1/, ,
w d'onda A1 ~ :>·IOnm l' A2 = •150nm. I.e ligure cl'in- I I ,,,,,.-
-·,,,_,.,,,- >
tenerenza si formano su uno schermo a 1.40 111dalle
fenditure. Calcolare la minima distm11.a dal ct,ntro
dello schermo in cui una frangiachiar.1 di A1 coincide
r -----
con una frc111gia chiara di A2, .i. S.-h,•rrno

•14. Un cuneo d'aria è formato tra due lastre cli vetro in


contatto lungo un estremo e leggermente distanziate Figuraffl .50
Ri.,p,1.11,
llÌ pmblrmi t't11tt'fllllt1li 831

1ilc di 1111a plastica tr.isparente di spessore 0.0500 mm un massimo cli sei sorgenti. 1 cnclJid<·nti ,,, I>,r, d, e.1 cd
(drca lo spessore del foglio) e indice di rifi-.11.ionc /usati nel foglio eleurouko clt'lermi11m10il numero
n = 1.50.è posu, solamente sopra la fendimra superiore. di sorgenti. l'er due sorge111i. pt·r esempio, porre
Il ri.,uluno è che la lr.mgia cellll"dlc si sposla vcr,o l'alto "= I, /, = I, e e= d = f = .f = O. P,·r Ire sorgenti porre
cli urm clistmum.~'. Tro,i\r<.·qtlt"lit.l clìsta111.a. a= b= r= I, d= ,=/=O, e•wsi via. (al Pt•r tn• snrgt'11-
j:,l Ì Cou,icl,·riamn
0 il sisl<·ma ddla clnppia li.•ndi111rn 1i. qual i.• il nli>porU> cldl'i11lf:n~i1ù dd massimo prin-
mostral<J in fih'ltr.l P27.50, dow la separazione l'rn le dpalt• rispc110 a quello di una sinl{ola snrl{elllc? (h)
lcndilllrc i, de la distanza fendi111re-scht•rn1<1 è L. Un Qual i· il rapporto dell'intensii.i del mas.,imn secn11-
foglio di plastica 1.ntSparc,ntecon indice cli rifra1.ima• d:1rio rispcun a quello del mm,simo prindpale?
n e spcsmre I viene posto sulbi lcnditura superiore. S2. llsan· il Foglio •:leuronirn 27.1 per c:alcnl:u·e l'intt•n-
Comc risullllto, il mas.,imo cenu-alc della ligum di sità ddla figura per quaum sorgemi ~-quispaziatc. (a)
interferenza si muovei-:. verso l'alto alla distanza y '. Qual è il rnpporio dell'intensità del mas.,imo princi-
Trovarey'. pale rispcuo a quello di una sola sorgente? (b) Qual è
r,2. Rica\•Jre l'Equazione 27.23 per il potere risolu1ivo di il rapporm delrimensità del massimo secondario
un reticolo, R = Mn, dove N è il numero di righe illu- rispeuo :1quello del massimo principale? (c) Ripetere
minate ed m è l'ordine nella figura di diffrazione. Si la parie (a) e (b) per cinque e sci sorgenti. (d) I mas-
ricordi che il criterio di Rayleigh (Paragrafo 27.6) simi secondari sono 11111i della stessa imensilà?
afferma che due lunghezze d'onda si considerano SS. La Figura PC27.3 mosll'al'intensità relativa della figura
risolte quando il massimo principale dell'una coinci- di diffrazione di Fraunhofer prodotta da una fendi1ua-a
de con il primo minimo dell'altra. singola in funzione del parametro /3/2 = ( 1r a sen 6) I A.
l'are un grafico dell'intensità relillÌ\'a // /0 in funzione
Problemi al calcolatore cli Il, l'angolo Mlltcw da un punto sullo schermo alla
SI. Per calcolare la distribuzione clcll'intensiuì della ligura
fondimra, quando (a) A= n, (b) A = 0.511,(c) A =O.I t1,
d'interferenza per sorgenti equispaziale, è necessario
aggiungcre una serie di tennini del tipo: f:1 = Ai,sena, (d) A = 0.05t1.Si faccia variare 8 nell'imel'\-allo da o•a
l~i = ,le, ..-n(a + ,J,), I-~= tic,sen(a + 2t/l), dove e/,i· la clii; 20- e si scelga un numt•ro cli p:Lssiack·g1m10in ogni
feren,a di fase causala dalla clilTcrenla di c.unmino. t'i\.~O.

Per N sorgenti l'intensità relativa mediata nel tempo in


funzione dell'angolo di fase ,J,è

1,.,
= /(. (,J,) + .d (,J,)
dove

\- I ,\·- I
fv<,J,>= I cos <n<J>> gdt/1) = L scn (nt/1)
•• o •• o -/J/2
-sir -2,r -ir ,r
.- lrrt i, il rapporto dell'intensità media di N sorgemi a FiguraPC27.S Un grafico dell'in1ensiu1 / in funzione di
quella di una sorgente. li Foglio Eleuronico 27.1 cal- /3/2 1x·r la lihrtn-adi diffra1.ione di Fraunhnfor da singola
cola,. mrlle in !,"l".tlicol,.i verstL•l'angolo di fa,c ,J,per fcndi1m11.

RISPOSTEAl PROBLEMICONCETIUALI
I. Il risultato ddla doppia fenditura i• lJUdlo cli riclistri- dell'acqua apparirà scuro quando il suu spes.,ore si
lmin- rt•nergia che ani,-a sullo schermo. St·hbene non appros.,imcrà a tero. Si vcrilichcr:ì uno sfasamento di
vi sia t'nergia nei punti delle fmnge sn1re, vi e una 1RO"per la luce rifles.sa dalla superficie superiore, e
<'llt"fJ,:Ìa ntilhtgiort· 11«-i punti dt•llt· fnmgc· rhi.u-,· cli 11t•ssunosf:asanwnln per quella rill,•s.si,eia.Ilasup,·rli-
quc:lla d1c vi sard>bc st.·nta la doppia fc·11clìtu1-.,. l.n ri,·infi.-rion·, pokh.; l'indke di rilrnziun,· d,·ll'ac1111a
quamit:ì totale di energia che arriva sullo sch,•mm i· dall'altro lato è- minore di quello della lamina.
la stt·s..._.,
con o senza fcnditun1, cosi come dc\'c cs.~rt· Quindi, le due riflessioni saranno sfa.si11ce interferi-
per il principio di conscmtZione dl'll'em,'l,ria. ranno clistru11iv-.ime111e. Il malerial,· con indice di
2. Uno dd materiali ha un indice di rifi-dzimtc maggiort· rifnv.iom• minore di quello dcll"acc1ua, farà jubire
di quelk, dell'acqua, mentre l"allro lo ha minore. Il alla luce uno sfasamcnu, sia da parte della superficie
ma1c:-rialccon indice di rifrazione maggiore di quello superiore che di quella inferiore, per cui le riflessioni
Capitolo 27 Ollir.atmtlulalaria

per uno spessore del materiale che si apprOBBimaa per i due oggetti al di sotto dell'angolo sotteso dallc
zero saranno in fase e la lamina apparirà chiara. due rotaie nel sistema dei binari. Possiamo ouenerc
~. Vi sarà un effetto sulla figura di interferenza: essa sarà lo stesso risultato diminuendo la lunghezza d'onda
distorta. L'alta temperatura della fiamma farà variare della luce. Ciò essenzialmente rende l'apermra più
l'indice di rifrazione dell'nri11per il braccio dell'inter- grande relativamente 11llalunghezza d'onrla, .uuni,n-
leromctro nel 11ualcè tenuto il fiammifero. Quando tando il potcrc risolmivo. Quindi dm-rcnuno sccglie-
l'indice di rifrazione varierà in modo turbolento, la re il filtro blu.
lunghezza d'onda della luce in questa regione varierà 6. Le tracce di informazione del compaèt disc sono più
pure in modo turbolento. Di conseguenza, la diffe- vicine le une alle altre rispetto a qu_elledi un micro-
renza della lunghezza dell'effettivo cammino ottico solco. Di conseguenza, i massimi di diffrazione dovuti
fra i due bracci varierà, producendo un disordine al compact disc saranno più disianti rispetto a quelli
variabile nella figura d'interferenza. del microsolco.
,i, Per l'incidenza normale, il cammino in più seguito 7. Quando il bordo della Luna intercetia la luce prove-
dal raggio riflesso è il doppio dello spessore della niente dalla stella, awengono gli effetti di diffrazione
lamina, Per l'interferenza distruttiva, questo deve al bordo, Quindi, quando il bordo della Luna si
essere una distanza pari a mezza lunghezza d'onda muove rispetto alla stella. la luce ossem1ta clie provie-
della luce nel materiale della lamio.a. Poiché in que- ne dalla stella procede attraverso una serie di massimi
ste .riflepioni non c'è. ~n~;_la"ipeslc>re dellà e mini.mi,
lamina deve essere un quartÒ delhs"lùilgheiza d'onda, 8. Strèttamente parlando, le costole agiscono come reti-
che è lo stesso di quello per l'lntérferenza distruttiva colo di diffrazione, ma la distanza di separazione fr,1
per riflessione. le costole è molto più grande della lunghezza d'onda
/l, Dovremmo ridurre la minima separazione angolare dei raggi X per cui non ,; sono effetti o.'1Sem1bili.
Risposte ai problemi
con numero dispari

Capitolo 19 7. (a) 59.0 V (h) 4.5(ì Mm/s


I. (a) 21.6 µ.N attrattiva (b) 0.899 µ.N repulsi1·.i 9. 260V
3. La fona è -10 2fi N I I. (a) 144 nV (b) -71.9 nV (c) -144 nV e 71.9 nV
5. 2.51 ><10-U 13. -11.0MV
1. K I ed in direzione del moto 15. (a) -27.3 eV (b) -6.81 eV (c) O
9. 1.82 m a sinistra della carica neg-.itiva 19. (a) 10.8 m/s e 1.55 m/s (b) Più grande
Il. -h,A 0 i/Xo 21. E~ (-5 + 6.>:)')i+ (3x 2 - 21:1)j- 4y ik; 7.08 N/C
13. (a) nel centro (b) 1.73 lr,qj /,il 23. --0.5531r,Q/R
15. 1.59 MN/C verso la sbarretta 25. (a) C/m 2 (b) kp[/.- dln (I+ L/d)J
17. -21.6i MN/C 27. (a) 45.0 MV/me 30.0 MV/m verso l'esterno
19. 4.MMN/C (b) 1.80 MV
21. 226kN · 1112/C 29. (a) 1.00 µ.F (h) 100 V
2:1. (a) +Q/2• 0 (b) - Q/2<u 33. (a) I I. I kV/m (b) 98.3 nC/1112 (e) 3.74 pF
25. 2.33 x ln2 1 N/C radialmente verso l'esterno (d) 74.SpC
27. E= O all'interno e all't•stemo E= k, Q /r 2 diretto :15. (a) I 7.0 µ.F (hl 9.00 V (cl 4r,.o µ.Ce 108 µ.C:
radiahnl'ntt·\Tr,1> l't•su·n1t, :17. 6.IJll pft. 3.00 pF
29. E= pr /2'1, usccntt· dall";1sst· :19. (a) 5.96 µ.F (b) 89.5 µ.C per la .:apacità di 20.0 µ.F,
31. (a) O (h) 5400 :>;/Cver.m l"esterno 63.2 µ.C per6.00 µ.F, 26.!I µ.C per 15.0 µ.F e per 3.00 µ.F
(e) 540 N/C verso l"esterno 41. I 20 µ.C;80.0 µ.C e 40.0 µ.C
33. (al +70!1nC/m 2 e-708 nC/n.Z 43. (al 216 µ.J (bl 54.o 11:I
(hl +l77nCc-l77nC
:I:'>.2.00N
:17. (a) 496 NC/m 2 (b) 248 NC/m 2
39. 5.25 µ.C
45. (a) diagramma
circui!3le: 5.00µFT
1
41. (a) 10.9 nC: (b) 5.43 mN
43. (a) fJT/3EtJ;Q/4mi,r 2 ;0; Q/4mi,r 2, tutti radialmen-
te verso l'esterno energia immag-.izzinata: 150 mJ
(b} -Q/41Tb 2 e +Q/41rc 2 (b) differenza potenziale: 268 \'
45. Per r< a, E= A/2..n,,rradialmcnte verso l'esterno. Per
n< r< b, E= [A+ p,r(r 2 - n 2 )]/2mi,r, radialmente
verso l'esterno. Per r> b, E= [A+ p1T(b2 - n 2 ))/2mi,r
radialmente verso l'esterno diagramma circuitale
47. (a) u/Eti verso l'esterno delle due placche
(b) o
(e) u/EtJ veno l'esterno delle due placche 49. (a) 4.00 µ.F (b) 8.40 µ.F (c) 5.71 V e 48.0 µ.C
49. 205nC 5 I. -I o-& F e -10 2 V per d11c fogli di alluminio di 40 cm
51. -707j mN per l 00 cm intervallati da un sottile foglio di plastica
S4. Il campo elettrico ncll'appnJSSimazione di dipolo 5:1. 253 Ml•V
1:~ 'J.k,f,/.,·'i• d,·111roil 20% dd mlorl' rc'dll' quando \' (b) 7.1!1 x 10-17J (tl 306 km/s
5f,. (a) •11111
., > ti.I! .:111. È dentro il 5% qnando .>:> 12.6 cm. (<I) 3.90 ><1011 m/5 2 (e) 6.51 x 10-16 N
(I) 4.07 kN/C
Capitolo 20 57. (a) 13.!I µ.C (b) 0.200 m
I. (a) -600 µ.J (b) -50.0 \' 59. (a) 40.0 µ.J (b) 500 V
3. (a) 152 km/s (b) 6.49 Mm/s 61. 0.188 m 2
5. (a) 81.6 Mm/s (b) 83.9 Mm/s, maggiore del 2.91 % 63. EoAl(s-d)
A.2 lwposte ai problemicon numerodispari

Capitolo 21 MJNVKRSE(tma,) e MMUJ.11(arrayl, arra,2) per ese-


1. 7.50 x 1015 elettroni guire i calcoli. Usando i dati del problema troviamo:
3. (a) 0.632/ 01' (b) 0.99995/o'I' (c) lo'!'
5. 0.130 mm/s /1 =-1 .26 A, 1 =0.87 A, !, = 1.08 A, e /~ =0.69 A.
2
7. 6.43 A
9. 1.33 H
11. 1.98 A Capitolo 22
rn. 144o•c I. (a) Verso l'alto (b) Verso di te, fuori dal piano del
15. 0.180V/m foglio (c) Nessuna deflessione: (d) Nel piano del
17. 2.73A;80.7O foglio
19. 28.90 !I. -20.9jmT
21. 36.1% 5. 8.93 x I~ N verso il basso, 1.60 x 10-17 N verso
23. (a) 0.660 kWh (b) 3.96' l'alto, 4.80 x 10- 17 N verso il basso
25. (a) 6.73 O (b) 1.97 O 7. !I.OOT
27. Inserisci i tre resistori in parallelo 9. 0.245 T verso est
29. (a) 227 mA (b) 5.68 V 11. 2m/Bsen9verso l'alto
31. (a) 75.0 V (b) 25.0 W, 6.25 W, e 6.25 W; 37.5 W 13. 9.98 N • m nel verso orario così come si vede guar-
33. 846 mA veno' il basso nella resistenzada 8.00 n: dando in giù dall'alto
462 mA verso il ba.,so nel i:amo Intermedio; l.!11A 15. (a) 3.97° (b) 3.39 mN · m
verso l'alto neframo di destra. · 17. (a) 28.S µ.T all'interno del foglio
35. (a) -222J e 1.88 kj (b) 687J, 128J, 25.6J, 616J, (b) 24.7 µ.T all'interno del foglio
205J (c) 1.66 kj 19. JJ.o//4rrx all"interno del foglio
37. (a) 0.385 mA, !l.08 mA, 2.69mA 21. -27 .Oiµ.1'
(b) e è più alto di 69.2 V 23. 20.0 µ.T verso il fondo della pagina
39. (a) 5.00 s (b) 150 µ.C (c) 4.06 µ.A 25. (a) 3.60 T (b) 1.94T
41. (a) 6.00 V (b) 8.29 µs 27. (a) 6.34 m:-0:/mverso l'interno (b) più grande
43. 25.5 anni 29. 31.8 mA
45. 1.56cm SI. 464 mT
47. (a) sia 3.84 O sia 0.375 O (b} impossibile 33. (a) 8.63 x 1045 eleuroni (b) 4.01 x 1020 kg
49. (a) 12.5 A (stufa), 6.25 A (tostapane), 8.33 A (forno) 35. 20.0 µ.T
(b) No; insieme a.,sorbirebbero 27 .1 A 37. 2.00 GAverso ovest
51. Resistività sperimentale= 1.47 µ,O • m :t 4% in accor- !19. (a) SO.OA (b) 88.8 µ.T fuori dal foglio
do con 1.50 µ,O· m 41. 11,olkln (I+ w/b)/2mJJ
53. (a) E= Voi/l (b) R=4pl /1rd 2 43. 143 pT lungo l'asse
(e) I= Vo1rd2 /4pl (d)J = Vol,/pl 45. (a) La corrente elettrica subisce una forza magnetica.
S1. (a) Il risparmio è di circa 90 000 lire all'anno 47. 12 strati, 120 m
S3. Le equazioni di KirchhoJI per il circuito si possono 49. (a) -8.00 x 10-21j kg· m/s (b) 8.90°
scrivere come S3. Questo problema è in qualche modo simile al
Problema SI 1.4, il quale ha a che fare con la gravità e
81 -/1R1 -/4R4 = O le orbite, eccetto che in questo caso l'accelerazione è
. S2-/2R2-/4R4 =O dipendente dalla velocità. L'equazione del moto è

Ss - lsRs - /4R4 = O F= ~ + q(v X B) =ma= q(E,- v,B,) i+ '{V.B,k


e L'accelerazione nella direzione , è zero, cosicché la
componente y della velocità dell'elettrone è costante.

In fo~a matriciale, esse sono


Capitolo 23
o I. 160A
R2 3. (a) 1.60 A (b) 2.0 µ.T (c) ,-crso l'alto

[f o
l
5. (-87.I mV) cos(200 '1Tt + ,J,)
7. 1.00 m/s
9. 0.76!1V
In Lotus 1-2-3 si usino i comandi/ DataMatri:dnwrt 11. 2.83 mv
e/ DalaMatri:cMultif!IJ,mentre: in Excel si usino le 13. 9.82mV
/li.lptuh! ai pm/1/emirn1111111nm, dis/1111i A.3

15. (b) R piì1 !,'l",mdirendono la corrente piì1 piccola, per 29. 545 TH,
cui la spira de\'c attr.iversare più velocemente per 31. (a) 0.690,1. (h) r,8.!>A
mantenere l'equilibrio fra la forza magnetica e il 33. 3/11
pesti. (e) I.a for1.a magnetica è proponfonale al pro- 35. (a) 54.7" (hl 63.4" (r) 7t.n·
clu110cld rampo 1·<lc·llarorrt·nl<'.nu-nu·c la t·cu-rc·ntr :17. (a) !l.7-1x IO"';W (hJ I.Ili k\'im ,. :1.:1:,µ.T
i: essa sll'li.'lll prupor,in1mlc: al campo. Se 8 di\'en1..1 :l!J. (a) 6.67 x 10-1" T (h) 5'.!11x IO 17 W/m 2
due volte minore, la velocità deve aumentare di quat- (e) 1.67 x 10-14 W (d) r,.56 x 10-2:1 N
tro volte per compensare. 41. 95.1 ,nV/m
Ii. 1.80 mN/C ,·,·rso l'alto e ,1sinistra, pcrpc:ndicolart· a r1 43. (a) n.,,
.. = (5R3k) nT, k = 419 r.id/m, w = 0.126
19. 2'.l.3 µ.N/C Tr.id/s
21. 19.5 mV (b) S,,=i·~,
.. = 40.6 W /m~ (e) 271 nP-.i
23. 18.8 V cos 377 I (d) 406 nm/s 2
29. (a) 0.139 s (b) 0.461 s 45. (a) 6 (b) 7.50°
31. (a) 0.800 (b) O 47. (li) (4pgr/3) (3m/4'1Tp) 1'"
33. 30.0mH (b) (4'1Tpgrr2/3) (3m/4wp) 11"
35. (a) 1.00 A (b) 12.0 V, 1.20 kV, 1.21 kV 49. (a) 6.16 µ.Pa
(c) 7.62 ms (b) 1.64 ><10 10 volte minore di P0
37. (a) 8.06 t.1J/m 5 (b) 6.32 kJ
39. 44.2 nJ/m 5 per il campo Ee 995 µ,J/m 5 per il campo B
·li. 2'1TBilt'/µ,. = 2.70 x l0 18J Capitolo 25
-13. (a) 7.54 kV (b) li piano dell'awolgimento è paralle- I. 2!'i.5", 442 11111
lo li B 3. 19.5" st>pr.i l'ori:r.wntc
-lì. 6.00 A 5. 30.0° e 19.5° in entrata: 19.5° e 30.o· in uscita
51. (a) 62.5 QI (b) 2000 N 7. 3.39m
53. (a)/.~.,,.µ.,,.\"~// /2 \J. sci volte cfallnspc,·,·hin I, rinqu,· \'Olte dallo specchio 2
(b) -100 nH (e) -I ns 11. 3.!111mm
S5. (a) T= 0.35 111S, 13. 30.4° e 23.3°
(b) ,_ = 0.24 ms = 0.6116T,e 15. 24.7°
(c) 191,'ll = 0.80 ms =2.29r, 199,. = 1.6 m.,= 4.57T. 17. 0.171°
19. 4.61"
21. (a) 27.9° (b) 48.6°
Capitolo 24
23. 59.8° per cntr,unbi; 0.0422°
I. 1.85 aT verso l'alto
25. 1.000 08
3. 733nT
27. 67.2°
5. (a) 6.00 MHz (b) (-73.3k) nT
29. 4.74 cm
(c) B = (-73.!lk nT) cos(0.126x- 3.77 x 107 1)
21. 22.0·
7. Es.se lo sono, considerando /r = w(J&oEo)112; cioè, assu-
33. 2.27m
m.-ndo A= cl/
35. 77.5°
9. 1.09 pF a 1.64 pF
39. maggiore cli lm.!'i"
11. (a) 2'ff'2 r 2 / 8,,,,.,.cos 8, do\'e 9 è l'angolo fra il campo
41. 62.2%
magnetico c la normale alla spira.
43. R2 rillcs.,iuni
(b) La spir.i dovrebbe trovarsi nel piano verticale con-
45. 21.5°
tenente la linea di vista del trasmettitore.
47. pendenza= 1.328 ± 0.8%
13. (a) Lungo la perpendicolare bisettrice del segmento
congiungente le antenne
(hl Lungo i prolungamenti del segmento congiun-
gente le antenne
15. 307 µ.W/m 2
I i. 3.:13 x 10' 1112
19. (a) 332 kW/m 2 r.idialmcnteverso l'interno '
~' O.li
(h) 1.88 kV/me 222 µ.T i,:
21. (a)E·B=0 (b) (ll.5i-28.6j)W/m 2

23. (n) 2.33111T (b) 650 MW/m 2 (e) 510 W


25. 83.3 nP-.i
27. (a) 1.90 kN/C (b) 50.0 pJ 0.5
(e) 1.67 x 10- 19 kg• m/s senll..q,..
A.4 Risposte.,.; problemiccmnumerodispari

49. (a) Accade sempre 21. (a) 16.4 cm (b) 16.4 cm


(b) 30.3° 23. (a) 650 cm dalla lente sul lato opposto dell'oggetto;
(c) non può avvenire reale, virtuale, invertita, ingrandita
51. 2.37 cm (b) 600 cm dalla lente dallo stesso lato dell'oggeuo;
SI. Usando la legge di Sncll e la geometria piana, si può \'irtuale,diritt.1, ingrandita,
derivare la seguente relazione: 25. 2.84 cm
27. 7.50 cm
sen 81 = nsen p 1 29. (a) 3.40, diritta
(b)

nsen P2 = sen P2

Queste equazioni si usano per trovare pi, P2, 9:ie 8


nel Foglio l!.lettronico. Il èomando IF si usa nel calco-
lo di 9:ie ~ affinché i messaggidi errore non vengano
stampati quando P2 è maggiore dell'angolo critico 33. (a) 39.0 mm (b) 39.5 mm
per la riflessione interna totale. 35. 160 cm a sinistra della lente; invertito; M = -0.800
37. -40.0cm
39. 5.71 cm di fronte allo specchio; reale
Capitolo26 41. -25.0 cm
I. -Io-9 s più giovane 43. O.I07 m a destra dal vertice della faccia semisferica
3. 2'11"<=90cm 45. 8.00cm
5. IO.Oft, 30.0 ft, 40.0 ft 47. 1.50 m di front•· allo specchio; 1.40 cm (invertita)
7. 0.267 m dietro lo specchio; virtuale, diritta, rimpic- 49. (a) M.O cm e 120 cm (b) 24.0 cm
ciolita; M= 0.0267 (c) reale, invertita, diminuita
9. (a) -12.0 cm; 0.400 SI. Vedi Figura 26.IS. Applicando il teorema dei seni al
(b) -15.0 cm; 0.250 triangolo OPC, si trova R sen 91 = (R + p) sen a. La
(c)diritta legge di Snell fornisce n1 sen 91 = 112 sen 1/..r.
Usando la
11. (a) Uno specchio concavo con raggio di curvatur.1 di geometria piana si ottiene ')' = lii - a - Sii.Applicando
2.08m il teorema dei seni al triangolo PICsi ottiene q - R =
(b) 1.25 m dall'oggetto R sen 11,,i
/sen 'Y·Queste equazioni si usano per calco-
13. 30.0cm lare 8., 11,,i,')', e q nel foglio elettronico. Il massimo
15. 38.2 cm al di sotto della superficie superiore del angolo a per il quale l'errore nella distanza del-
ghiaccio l'immagine è il 3% o inferiore è 2.35°. (b) 2.25'
17. 8.57 cm (d) No. (Per un gr.dico dell'errore percentuale ver-
19. 3.88 mm sus a, richiamare proprio il grafico associato),
Ui.,puslYni fmi/,kmi rm11111mModispttri A.5

Capitolo 27 2'J. (a) 47!1.7 nm, fl47.6 nm, e I\%.(; mn


I. 1.58 cm (h) 20.51°, 28.30° e 30.66"
3. (a)·55.7 m (b) 124 m 31. (a) 12000,24000,36000
5. 1.54mm (b) 0.0111 nm
i. 0.0-l!!0mm :1:1.n.o!l:Mnm
!I. 612 nm 35. 14.4"
11. (a) verde (b) porpora 37. (a) -IO-~ gr.uli
13. 4.35µm (b) -l0 11 Hz, microonde
15. 0.230mm 39. 2.50mm
17. 91.2 cm 41. 3.58"
19. I.OOmrad 43. 2.52 cm
21. 3.09 m 45. 115 nm
23. 61.0mm 47. (b) 266 nm
25. 105m 49. (a) 25.6° (b) 19.0°
TI. 5.91° per il primo ordine: 13.2° per il secondo ordi- 51. y'=(n-l)tl/d
ne, 26.5° per il terzo ordine SI. (a) 9: I (b) I : 9
Indice analitico
I numeri di pagina in corsivoindicano illustrazioni; i numeri seguiti da "n" indicano note a piè di pagina; i numeri segui-
ti da "t • indicano tabelle.

A llwnor,, Georg, 622 Ca1npo(i) (COIIIÌmla)


Aberrazione(i) Bilancia di torsione, 538, '38 totalc,556
cromatica, 793, 793 Binocolo, 772 tratto dal potenziale, 583-585
nelle lenti, 792-793, 792, 793 Biot e Savart, legge di, 6&1-666,664, uniforme, particelle cariche in un,
sferica, 792-793, 792 676 579, '79
Altoparlanti stereo, collegati in legge di Coolomb e, 6&I dlfl'erenxe cli potenziale in un,
"conttofase", 805 Bohr, magnetone di, 674 578-580
Ampère (unità), 614,667
Ampère teorema di, 668-671, 672,676
Bolle di acqua saponallt, interferenza
nelle, 809,812 ,,2
flusso elettrico attraveno un, 552,

forma generaliwua del, 719-720, 719n, Bragg, leggedi, 825 moto di protoni in un, 580, 5811
721 Bragg, W.l., lll!~ <:lettrostatico, 699
Ampère, Andre, 653, 668 Bwsola, 65-1,772 magnetlcu, 654-659,654
Ampère-Maxwdt teorema di, 719-720, ago della. corrente in un filo e, conduttore percorso da corrente e,
719n, 721 6611-669,668 665
Ampère-metrov.66.1,fi"iH decadimento esponenziale di un, col
Analisi ottica degli sfor,i, 739, iJ9 e tempo, 691, 69/
Analizzatore, 737 Cammino di integrazione, 576 della Terra, caduta di fulmini e, 660
Anello(i), di carica, Cammino,differenzadi, intensità del, e campo magnetico
uniforme, campo elettrico di un, delle onde luminose, 803, 808 In un lilo, 667
547-548,,.,, e angolo di fase, 806 di un lilo rettilineo infinito, 665, 665
uniformemente carico, potenziak Campo elettrostatico, 699 di un filo, e intensità del campo
elettrico di un, 586, 586 C'.ampo(i) terrestre, 667
Angolo elettrico, 5!15-574,545-549, j,#J di un solenoide, 671-673, 67U,72,
critico, 761, 76/, 762-763, 762 all'interno di un conduuore, 619 677
di Brewster, all'interno di una cavità, 589 di una sorgente puntiforme, 781
di dewwone, 756 attorno a un cubo, 557 e campoelettrico slnusoidak, 722-
di incidenza. 750 cenni storici, 556 723, 72.J
di riflessione, 750 densità di energia del, 598 ed elettrico, differenze fra, 657
di rifrazione, 750 di un anello unifuffl1cmcntecarico, elettroni in movimentoin un, 652
limite, 760-763, 760-762 547-548, j47 energia immagazzinatain un, 705--
Antenne. di un dipolo, 644-645,645 707
campi magnetici attorno, 7'.l8,i28 di un sistema di cariche, 656 11cllospazio, particelle cariche e,
produzione di onde elcttromi1g11etiche di una distribpzjone continua di 657-658, 658
per mezzo di, 727-729, 728-729 carica, 545-546, 545 prodotto da ùna bobina toroidale,
rddio, 728 di una sbarretta carica, 546-547, 670, 670, 677
Arago, Dominique, 814 '47 proprietà del, di un elemento di
Ardgo, punto luminoso, 814, 814 do"llo ad una sorgente puntiforme, corrente, 664
Arcobaleno, 746,756-757, 757 731 protone in moto in un, 658-659,658
Argento, filo d~ resistenza del, 621 e f.e.m. indotta, 693-699, 698 sull'asse di una splr" circolare, 665-
Atomo(i) e linee di fona del, 549-551, ,49-lH. 666,666
mmm ..·ntu magnetico dt.-gli,ti7•11 :,ti:\ unirnnm.•, momento mcccanicu iu
mo1u tc:nnìcn degli, 625 e magnetico, dilfcrcnlt: tra, 657 una spira di corrente, 661-668, 662
Attività ottica, polariZ2'1Zionee, 738-739, e Ylll'iazionedinussu magnetlcu, l'llriablle, corrente prodotta da, 68S-
7J'J 698 689
Autoindu,ionc, 699-702, 699 fra due piastre par•llcl<:, 579-680, Capacità, 590-598
580 calcolo della, 591
B sinusoidale, e campi magnetici, 722- definizione di, 590, 605
Batterie, simboli circuitali, 593 723, 72.J di conderuatori a piastre parallele, 591
1.2 Indicemwlilica

Capacità (continua) Circuilo(i) (ro11linua) c:onclcmmtorc (,011li1111a)


di condensatori con dielettrico. 600- fili avvolti insieme in un, 665 in m1 drcuho Il<~Ci-12
601, 600.601n fusibili nei, 630 simboli circuitali per i, !",9g,S91
equivalente, 596-597, 597 1,C.725, 125 slnutura di un, 576
potenziale elettrico e, 57!Hi 12 frequenza di risomm1.a dei, 725 1ipi di.1;()2
c:.trirn(flu•} 1111!<-ft·ritm:n(u
cli t·11ngi.1 nc:i. 725, \·;11i~1hik. liO:!
apparato p•:r misurare la, 652 i21, (Auuhttti,·iti,
con•er\"azione della, 635, 6J5, 644 Re;63!1-642 dcliniziune di. (il !I, li4'.l
corrente in funzione del tempo e, 6'10, carica di un condt.•ns.uore nei, 6JH, ,. rc~istività, Cì24-62!">,
fi25n
640 63!1-f>40 simbolo per la, 619n
clcllrica, conservazione della, 537-538, scarica di un condensatore nei, 642 c:ondutti\·it,;'1lt'm1ica, •195.496t
5J7 regime stazionario, 614,637 C.onduttnrt·(i), 53!1-540
circondata da un condultore sferico, resistori collegati a batterie, 628 campi dc.•tuici all'interno di un, ti 19
563 RL.702-705. 702 c:uku, pUlcniialc ckurico di un. 5R8-
continua, campo eleu.rico di una, corrente in funzione dei lcmpo per, 590,588
703-704, 103-704 c.l\ilà cmro uu, 589, 589
545-546, '"'
densità lineare di, 546 costante di tempo dei, 703-705, 705 cklinizione di, 538
densitàsuperficialedi, 546 :semplice, elementi di un, 614 due.-.in parallek>, fon.a 1nagnetica fra.
distribuzione continua di, potenziale trasfcrimemo di energia in un, 626, 6lì6-667, 66 i
,a,,
eleurko di, 58S-588, 605 · 626
trasmeuitore, 725-727, 7.J7
esempi di, 5!19
in equilibrio c.·lcttro.,tatico. 562-5fi:\,
distribuzione di, con simmetria
cilindrica,560, 560

negativa, 537. '37


,,9
con simmetria icferica,559,
Cloruro di sodio. natura cristallina del,
824,824
C01,..,iaic cavo, i06-707, 707
'l62-M l, f,t;7
in c:quilihrio c.·lcttrostatico con rmit,ì.
5H!I. 589
per unità cii ,·olumc, 5-46 C:o1urc.·(i) in c.·c1uilihrio,punti su un. !liH. :ii~h,
piano non conduuore di, 56().561, dovuto a interfcren,.a rr-
.. raggi di luce, mc."M<, a tcrr.1, 539
561 810 moto di c."lt•ttroniliberi in un, 623.
,n
positi,'a, 537, e lu11gill'm1d'onda. 736 621
prùpric.·1;ìdi una, 53{),!,!JS Comp;1<·tcli~<·.rom c.•rc:tit:olo di di ,111,(i lfi-til i. ti4:I
n•siM«.'111.a
puntifc,nnt.•, teorema di Gnuss per diITrnzic,nc,1!21-822,821 n-sisdvità di un. 643
una, 558, 558 Condenmtore(i), 576,590. 590,605 !ìcmirircolarc. forle nmgnc.·tiche ~u un,
in funzione del tempo nei condensatori a carta, 602 660-lxiI. 66/
caricati con resistori, 639 a pi05trc parallele, 579, 591-592, 591. tra,\flOl'tn di corrente in un. for1r
massima, sul condensatore, 639 597,600 nml(UC.'lÌChc.· su un, fi5H..fi61, 6~9-
puntiforme, potenziale elettrico di una, capaciti di, 601-602 66(/
581-582 energia inunagazzimua in un, 598 regoh, ddla manu dc..-strat', fi57
due, potenziale eleurico di, 581-583, ad alta tensione. 602 Conduzione, dt•ttrira, modello per la.
582,605 carica di un, 6.'18-640,6JH,644 n22-t;2t>
energia potenziale di una, 581-582, differenza di potenziale nel, 637 Contigur.tziune ck•I campo elettrico
582 in un circuito RC.641-64~ di un condcns.,torc a placche parallele,
totale, immagazzinata in due carica massima sul, 639 591, ~9/
condensatori, 593 caricato attral:el30 una resistore. C"Jric:a di una ph1rc.1 conchmrice, 589
C.avo.co,wiale, 706-707, 707 in fun1.ione tl:cl tempo, 63\) (:uno di 1trc<"lta1.ione,7t)3
Celle solari, strati antiriflesso per le, 812, carichi, cnt.'rbrin immagmudnata in, :'1~)7. Correnlc, til-l-til6. M2
,V/2 600 di conduziunt•. ilH, 7/9
Chimrra, elettrica, awolgimento del due, collegamento di, 599. 599 di 5pc1.,1mm.•nto, c.•l<'ort"madi Ampi-re
pickup nella, 69!1, 69.J cilindrico, 592-593, 59J ge11cralizza10,719-720, 719-720.
Cilindrico. condensatore, 592-593, circuiti con, 6.'18 71911
59J collegamenti di, 59~597 e circuiti a corn-ntt.• continua, 613-651
Cin:olare apertura, risoluzione di una, collegamento in parallelo di un. 593, 594 elemento di, prnprictà del campo
818-819,819 colleg-~ti in aeric.595-597, 595 magncetirn di un. 664
Circuito(i) commerciali, 602 in fun1.ionc dc:Itempo1 carica e, 640,
a corrente continua, corrente elettrica con dielettrici, ~4. 6()(/ 640
e, 613-651 d,•ttrnlitico. 6112 JJ<'rdrrniti lii. i0:\.71H. ;03.;114
.l tli,·c:rsc:nmglit•, (i;\7~638.6Ji hnoru 11ctt·~5min pt·1 c:urit.1rt• un, t,Hi· di u11 eondcnsatun•,
pt•r la sc:aric.:u
con conden5atori, 6S8 5!l8,597n &Il
corrente nei, e carica del riempito, capacitì di un, 600-oCll, 6(1(}, indotta, 688
condensatore, 641 60\n i5tantanc.-a, definizione di. 614
DC.aempllci, leggi di Kirchhoff e, 635- scarica di un, 640-642 ma.'-.'iitUa,01'9
. .638 . carica in funzione <Il-Itempo p<'r, 641 prodotta eia campi magnetici ,1.,riahili,
, .•.•~n,I\ <!cl,proprietà dei, 626 corrente in funzione del tentpo per, 688,68<J
:~J~it~f~~~fJ~:.f,ei,
f~k-689 641 versa della, 614
/11din•a11alilirt1 1.3

Co.•uaml"di ,~mpo. &IO, 644 Elc.·lll-CUIC.'(i) •·a111d,!\!IO,605


di un circuiu, IU. 703, 704-70f,, 705 C"arkatkgli, !'>·Il.!',-llt Faraday, esperimenti di, (i88, 688
<:maanlc.•didc.·nrint dt'I \110to, 541 e massa dc.-,.;li.!>-1
lt •·ar.iday, Mkhacl. 536, 5911,65 'I, 686, 688
Co~tante clit'lenrifa rc·h,ti\'a, 600, HOh. fi22
rii 4'01Hluzio11,·. l,·ggr di. lill!l, li!m. i!MJ, 707. 721
(iUh in mulo Ml uu·rnhil,l e irn1l.11c•,tii:\, c.·i11clum111,n.
t>ttl>-ili
( .11ulo111h, 111111.,,. 1ih"; f,j) in lornlil 1,tl'11c.•r.1lt\
HD!J
e :uulmnb. ( :.harlc.-.;.,
r,:\f;..5!\i liberi, moto di. in un nmcltlllore. li22- 1-·,L,doc•lenrunico. in moto in un c-.unpo
Coulomb. CO\tantc.·di. r,41 li23, 62, nmgne1ico, 6S2
<:oulomh. 1cg:gc.· di. :>:l:'1,r,•l
1•!°>48,
54 /, nH>eh•llot·ltL'i.'iin,dt·llo Sf»i11,674 1 61-1 °FiL"ìt',
!",50.66-f momt•fllo ilt1golarr di spin degli. t;74 v-.ariazion~ di. per rifll-ssiom:, 808-809,
lt.·ggt·di B;o1·S1m1rtt', ntl•I m,,1c,ch·gli, t" urli, li22·fi2:l, 621. 623n, 80ll-809
Cri,talli. diffr.uiom· X da p"1le dei. 823- li25 F.c.m. e induttan1J1 (ro,11i11u11)
825 urti degli, nel r.amc. mm e campi elettri<i, 6!111-699,698
c:ubn Kl,·t1runvolt, 577 in unu sban-a n1otantc 1 693-694,69-1
t.uupo c:-1curicnauon,o a un, 557 Y.ncrgia potcn,i•le l'lcuricu, 578-!,79. sorgente di, 628-629, 628-629
fltL"iS()
ek-ttricn attnwerso un, 554, 5'34 '78 Ferro limamr• di, in tubi di alluminio,
di nuiclw puntifonni, 5Hl-!',82, ,a2 campo magnetico e, 675
D l!.nt·rgia(t·) Fibre ottiche, 762-763. 762-76)
Ot'nsità COll5CtVi.lZionc della, mm, &14 Figurad'Interferenza,
di co=nt~. 615. 624, 624n. 643 cl,·uricu, e potcnr.1, 621i-628, 64!1 di onde ncll'ncqua. 804
di ,·n,•rgia magn,·tka, 706, 708 inunnw,uinnta in un campo doppia fonditura, distribuzione
nc.·1campo dc-urie-o. m18 m,,gnctkt,, 705-707 d'intcmlu\, HOfl-1107,8()6.807, 82!>-
lkriva. \'t'lociù di. lii !',,.f;l(i, fi24. 643 i1111mtJ{n11.imua in un ("01tdcn!iit.t<1rc.·
a 826
in un filo di r,mu·. IH6, (l'I!' pi.t,1rr pi.mc.·.59X ~1lo(i),
l>t·\·huiunt·. angolo. i;Ml inum1~n,1.inn1.1i11un induuorc, 705-- al nichc:1cromo, resistenza di un, 619-
Didcurico(i). 576 iOti, 708 620
rnpadtii con. 60ll-61M. 6(}(/ pt·r 1111i1ilcli ,·uhunc-, ,un. 70ff campo 1nagnt-tico clo,'l1to a. 665-666,
ch·li11i1inn1·rii. l>IMl p•,14·111i.il1·.i,.:iaviu11io1mlt•,r,7H, SiH 666
i11sc.·rinll'n1,,
del. c.·,ll'rgia t111,1111i11a1u. i-17 c.hc.•fom1ano un circuito ad anello, 665
immagauinam prima e dopo. tiO~I. :,.ohm,•.1:m conduuori di corttnte in veni opposti,
6/H tmsporl.lU\ ch11lconde.· 667
\,llllai:gÌ ckl. 601 d,•mmnagnclicht•, 72\J-731, 740 conduttori di corrente, fili rcuilinei
llilli:rc.-11,acti f..1.~t·.
cliffc·rc•n1.;1
cli nu11111im1 l·:c11ia1i«•nc.·(i), infiniti, campo magnetico creato d.,.
l', !<lit\ d'onda. dc.•llc.·onde elettromagnetiche:, 669-670, 669-6i(), 676
(e) di poten1ialt•. !,7f)o:',
Oilft-rc.•111.;1 77. nc.-llnsp;,11ìo\'Unto, 722 di argento, rc.~is1en1.a di un, 62 l
604 generai<',722, 722n di plastica ad anello con bam:ue
e po1m1ial< c.-lettrico. 576-577 dei cc••truuori di lt'nti, 78f>-787, 7!IO, rnagncùche, 67().671, 671
in un rampo elettrico unifonnC'. 5iS- j<J(J di rame, v,,Jocilil di dcriv-.i in un, 61ti,
!i80 dcli<- l<·nti Mlllili,711(,-787, 787, 79:1 648
nella cark-a di un condensatore. 6~ delk, •1><·rchio, 776, 7!13 intre-cc~ni insieme in un circuito, 665
(i39 di Mnxw,·11,lill6-61!7, 721~721 veuore di Poin1i11g per un, 783, 7JJ
l>ilfr.i,ion<', i-16-7-17.1113-1116,811 Y.qrn,zimt<·(i) d'onda, F1rn,so
ddinil.iom.· di. HI:-\. H2r, 4'.tmpu clt•Uriro, JK"rle Ollfh• dcurico, r,52-554, 5'2-553
cli Fmunhofc.-r.1114. 8/4,YI 5. 1!25-82li <"1enronmgnc.•tirht·uc:Ivuoto, 722 attr.iverso un campo e1ettricu
di r.iggi X dai cri.,talli. 1123-825 dt'I e11m1>n nuq..,,u•ti..-u,
pt•r lt· onde unifontlC', 552, 552
di mm singoh, fenditurn, 814, 8/4-,Y/5 c.•lettn>ntaJ,'ll&.·tkhc
nt'I vuoto, 722 aura,•crso un cubo, 554, 554
figun- di, 813-814, 8/3,814 gcn,•ralc, 722. 72'.!n auravcrso una superficie chiusa, 553,
Diodo. 618 ~:quilihrio, 551
Dipolo, cl~ttrico, potemfalc clC'llrico del, conduttori in, punti in, 579, 579n dcllnizionedi. 552
584-585, 5115 clc·ttr<tstatico, nmdutturi in. 562-563, magnetico, 689, 689, 690
campo drttriro ,kl, :,44-:>45, H5 sr,2-56
,. r,67-!1611 variabile, campo clcurico e, 698
lfapenion~. 756. 756 con una cuvità vuota, conduttott in, variazione del, campo eleurico e,
Domini, 674. 675 !'J>t9,~H'J 698
p;m.-1i(lt"i.liì-1 di sp,·l·c:hi. 77(i, 77i.
l•'tKalc.·,lu11Khcu.é1.
llopp~, flonditur.i di VuUIII(,801-808, Hl/2- F 793
803 1-·.e.m.
e inct11itan:1.;.1 Focale, punto
a111oindotta, 700, 708 di •p<'<chi, 77fr777, 777
E cakolo dclln, 701-702 per lt• lenti, 7114-785, 785
F.fft•uu ro1odl'1triro. 747 dcfiniiimw di, mm.
fi2Hn. tt'14 •·o~t,l(c)
F.in•tcin. Alh<-N. 720, 747 dinamica, 691.fi!l:,, 69/-1192, 708 clcllrica, 535-574
F.kurirità. • nmgn~ùsmo. 652 in verso oppooto, 702 cenni storici sulla, 5!16
Ekllrico, d<-riwzionedellaparola,5!16 indollll, 688, 68s.690 c,lettrmtadca, 575
J.4 Indiceanalitim

Fona(e) (<onliflua) lmmagine(i) (<tmli11ua) lsolantc(i) 1,onlinua)


· forma vettoriale della, 541 . distanza oggeuo e, 772 carichi, applicazioni del teorema di
magnedca, tra due conduttori panlleli, formata da specchi piani, 772-775, Gaussa,553-562
661Mi6'1,667 773 definizione di, 5!18
modulo della, 656 • rom,ata eia•pecchi •fcrici, 775-781, esempi cli.5!9-340
proprietà della, e vcuc,n: campo 7i5-ii7
magnedco, 655-656,6'6 formata per rifrazione, 781-784,781-782 K
regola della mano destra, 656, 6'7 formata superfici piane rifrangend, Kirchholf, leggi di, 614,655,644
au un conduttore percorso da 78S-784,783-784 applicazione delle, 6!16-6S7,637
corrente, 659-661,6'9460 in specchi concavi, 780-781 e aemplici circuiti DC, 6.'15-658
su un conduttore semicircolare, 660- in specchi conw,osi,780-781
661,661 multipla, formata da due specchi, 7'14- L
su una panicella carica, In un campo 775, n, Lamina
magnetico,656, 6'15 reale, 77!1 cuneirormi, interfere11Z1 In, 812-81!1,813
su una sbarretta mobile, 694, 694 virtuale, '179 sottili, Interferenza in, 810-81!1,BD9-810
Fotone(i), 747-748 Incidenza, angolo, 750 Lampada incandescente, filamento di
energia <Jei,747 Induttanza, carbonio, 61!1
Foucault,Jeàn, 747 auto-, 699-702 Lampadina(e),
Frange;801, 802 del solenoide, 701 a ire vie, 6!12-6SS,632
chiare, 803 , calcolo della, 701-702 caratteristiche elettriche della, 627
nelle onde llimlnòse, numero d'online di una bobina con Nspire, 700, 708 chiusura dell'interruttore in un
delle, 805, 826 · · · e r.e.m., calcolo della, 701-702 circuito e, 704, 704
scure, 803, 808, 816 e geometria del dispositivo,700 collegata a una batteria, luminosità di
Fmnklin, ~jamin, 5!17 legge di Faraday e, 686-717 una.m
Fr•unhofer, dilfrazlone di, 814, 814-81', lndultore(i), 687 costo di esercizio. 628
82&-826- collegati in serie, 700-'10I luminosità, 6!12
Fresnel, Aupdn, 74'1 definizione di, 702 potenza fornita da una, 627, 628
Fulmini, caduta di, e campo magnedco energia Immagazzinata in un, '105-706, Lampi, 242-24!, 24 J
della,Terra, 660 708 Lanci, E.H., 737
FusibUi,nei circuid, 650 Induzione, 599 Luc:r,
carica per, 599-540,J39 fasci, attraverso fenditure, particelle di
G elettromagnetica, 687, 690 fumoe,804
Galvanometro, e ma,gned, 686,68'1.Q&, magnetica, 655 Laue, figura di, 824, 824
687 lnfraroose, onde, 7!15 Lavoro,
Gauss, teorema di, 555, 555-556, ,,,_.,.,6. Ingrandimento, necessario per caricare un
5651721 di specchi, definizione di, 77!1,79!1 condensatore, 597-6911, 597n
· applicazioni del, a iaolanti carichi, 558- lenti di, 772 J...eage(i),
562 lntegrale(i), diBrag,825
a caricheelettriche pundformi, 558, di linea,576 Lente(i), 788
. '"8--: . .. percorso dello, 576 aberrazioni delle, 791-799, 792-793
· ; . Genèra~~(i), , . · Intensità, convergente, 784, 78', 786, 794
di corrente alternata, 695 di onde eleuromagnetlche, 729-7!IO combinazione di due, 791-792, 791
Van de GraalF,575 di onde luminose, interferenza da luce prodolta nel fuoco da, 7'JO
Gilbcrt, W-dliam,5!16,65!1 doppia rendit11rae, ll0fi-808,806-ll07, per proiettare un'immagine, 790
Gocce del Principe Rupert, 756-'157,7'7, 826 diagramma del raggi per una, 787,
760 diatribuzionc:,per un reticolo di 788
.Grimaldl, Fl'ancesco, 747 diffrazione, 81!1,821 divergente, 784, 78', 786, 794
Interferenza, lunghezza locale di una, 784-785,794
. ;_ié condizioni per, 800-80I nelle maschere subacquee, 788-789
Henry (unità), 700, 708 costruttiva, 800, 807, 807,825 plano-convessa,fascio laser attraverso,
Henry,Joseph, 596, 65!1,686, 700 condizinnl per, so., 789
Henchel, Willlam, 754 nei film sottili, 810 punto focale di una, 784-785, 78'
Hertz, Heinrich, 5S6, 72J, 754, 74'1 distruttiva, 800, 825 sottile, 784-792, 78'
scoperte di, 725-'12'1 condizioni per, 804, Rl!i approo.,ima,innt•ddle, 78.~
Huygcna, Christian, 746, 758, 7:J8 nei film sottili, 810 equazione, iBt>-787,787, 798
Huygens, principio di, '158-759,7:J9, in una pellicnla cuneirorme, 812-818, combinazioni di, 791
764 813 convenzione dei segni per una, 786,
nei film s<>ttili,809,810-31!1,810 7H7t
lnterferomc:tn,, 811 Lente, equazioni.'dei costruttori, 786,787,
Idrogeno, atomo di, 542 lnterruuore salvavita,701, 701 790
lmmasJne(I),· Ioni, momenti magnetici degli,6'14t Lenz, legge di, 689, 695-698,696, 708
Immaginee, 778
dl111111za lsolante(i), 5!18-540 appUcazlonldella, 697, 6911
lndiu analitico 1.5

Linee di forza del <-ampo elettrico, M9- Ma1cria 1 Onda(c) (<onlinuu)


55l, H9-'5/, 567 magnetismo nella, 67!1-675 eqwtzionc d'onda per il campo
wpcrlici equipotenzlali e, 583-584, ,a4 Materiali ferromagnetici, 674-675 magnetico, 722
lJoyd, specchi di, 80!1, /JIJ8 Max,.•ell,Jamcs aerk, 536, 6M. 718, 720, piane, 7'.19
I,,rcnt,, for,a di, 7'll 721.73·1, ;.i; pnhuizzautlint·anncnu:, 721, 72/
l.nc(•, Mcrrurio principio di SO\'mpposizionee, 723
attrdverso una lasu-a, 755, 755,757-758, resistenza in run:r.ìoncdella produzione di, apparato di Hertz per
758 temperatura, 621 la. 725, 727. 727
diffrazione e, 746 Mlchelson, interferometro di, 811 produzione di, per mezzo di
di5pcrsiom:e, per mezzo dci prismi. Microfarad, 590 antenne, 727-729, 728-729
7ri6-757, 757, 760 Microonde, 735 proprietà delle, 721-723, 740
effetto Doppler della, 7'l4 Mitchell,John, 653 spettro delle, 734-736, 734,741
frequenza della, 75!1, 75J Modello dell'atomo di Bohr velocità delle, 722
lunghezza d'onda della, nel \11nto, 75S, dell"idrogeno, 67S infrarosse, 735
75J Momento, luminose,frange, numerod'ordine
misura della, 804, 805 ir...Ceritoa una superficie assorbente, 731 delle, SOS,825
natura della, 746-748 trasferito a una superficie rifleuente, differema di cammino, 803, 808
n.atura duale della, 748 731 intensità delle, interferenza da
riflessione della,749-750, 749-7,o,754, Mùller, Karl Alex,62'l doppia fenditura e, 806$)7, 806-
759-765, 760.764 807,825
rifrazione della, 750-752, 7'1, 754 N non polarizzata, 787, 737
sorgentidi, coerenti, 801 Neutrone(i), polarma%ÌOl1e delle, 736-740
non coerenti. 80 I carica e mas,a dei. 541 t piana, 721
tr.,.mcssa attraverso film sottili. 81 I Newton, lsa:ic, 746 plan~polariznua. 7S7
ultravioletta, 735 Nichelcromo. resislcnw del lilo di1 619- polarizzata linearmente, 737, 737
velocità della, 722, 722n 620 radio, 729, 785
costanza della, 240 Nodi. regola dei, 63!'>-686 Onde radio, 7S5
lunghezza d'onda della, 723 Non ohmici, materiali. 617-618, 617 Onde secondarie,, 759
nel quar,o, 755 Numero d'ordine delle frange nelle onde Onncs, Heikc Kamerlingh, 621
onde elettromagnetiche e, 723 luminose, 805, 825 Orbite,circolari,moto di eleuroni su,
visibile, 735 678,673
spettro della, 756, 1,1 o Oscilloscopio, elettroni in un, 544
Occhi(o), Ossigeno, campo magnetico e, 67,
M centro di sensibilità dello, 786 Ottica,
Maglia(e), regola delle, 63!>-636,636 di gauo, risol111iionedello, 819 fibre, 762-768, 762-763
Magnesia,586 di pesce, angolo critico e, 761, 761 geometrica, 772
Magnete(i), 6'4-6"
cenni storicie, 653-654
galvanometrO e, 686-6117, 687.ffllll
Occultazioni, astronomiche, 822

668
6,
Oersted, Hans Christian, 536, 65!1, 1,
approssimazione dei raggi luminosi
in, 748-749, 748, 768
ondulatoria, 800-882
in commercio. 6,4 Ohm (unità), 617,648 Ozono, 7S5
permanente, 675 Ohm, GcorgSimon,617, 6/7
poli di un, 65S Ohm, lc:gge di, 617, 64S p
,barretta, c-,mpo magnetico e, 654-655 resistenza e, 616-621 Pallone(i)
anello di plastica intorno a un lilo Ohmici, materiali, 617, 6/7, 643 sferici, con oggetti c-drichi, 5112
con un, 670-671, 671 Olio, in acqua,interferenzadi, 809 Parafulmine, 589-590
superconduttore, 621 Onda(c), Par-.magnetichc, SOSlanze,67'
uso di, 652 dell'acqua, figura di interferenza, 804 Panicella(e),
Magnetici, materiali, ch,uromagnetlca, 7111-743 carica, moto di, for,e cletlriche e
dolci, 675 come onda piana, 721 magnetiche su, 657
duri, 675 come onda trasveno1le, 728, 723 in un campo elettrico uniforme, 579,
Magnetismo, 652-685 densità d'energia di, 7S0 '79
elettricità e, 652-653 energia trasponata da, 7'l9-781, 740 In un campo magnetico, forza
nella materia, 673-675 t:quazìoncd'onda per, nel vuoto, mllgnetlcn su, 656, 675
rkhimni storid sul. 53fi i?l Pe111wabilitr\del moto. 6f>4.676
teorema di <.iatlSSdel. 721 eq1111t.ionidi Maxwcll e, 720-721 Piallò di polruizzazione. 736,7'37
Magnetite, 535, 653 fotoni e, 114ll-M4 Planck, costante di, 678, 747
Malus, k-gge di, 738, 738 intcn•ità della, 729-730 Platino, termometrO a resistenza di, 621
Marconi, Guglielmo, 727n interferenza e, 8()().801 Polariuatorc, 7S7, 738
Maricourt, Pierre de, 658 lunghc,za d"onda e periodo delle, per microonde, 739
Maschera subacquea, lenii di una, 788- 724, 724 Polariuazione, 540, ,4o,756-739
789 nel vuoto, equazione d'onda per Il attività ottica e, 7S8-789, 739
Maosimi di ordine zero, 808 campoeletlrico, 722 piano di, 736, 737
1.6 hldìu a11alitìco

Polariztazione, direzione, 787 Resistenza ( cm1tinua) Risoluzione (<onlinua)


Polaroid, 737 dei conduttori, 616-617, 643 di una singola fenditura, e di aperture
Portatori di carica, 614-615, 615 del filo di argento, 621 circolari, 816-819, 817-819
moto dei, 614-615, 61, del nichelcromo, 619-o20 Rivelatore di montanti in legno, elettrico,
vclocit.'I dei, 615 di carico, 629 602,602
Potc.·11zi.1lc.·
dc:ttrko, :>7H e legge cli Ohm, lHl>621 Ri\'estimrnto. 763
.wochtto Hl dipolo clcttrko, 584,5tm, equi,·Jlenle, 630,644 Roentgen, W., 823
5s, calcolo della, 684, 634
definizione di, 575, 577 di molte resistenze in serie, 630, 644 s
di ca1rlche puntiformi, 580-582, 582 di resistenze in parallelo, 6S2, 644 Savart, Felix, 664
di due cariche puntiformi, 581-583, Resisri\ilà, Sbarretta,carica,
582,583, 605 coefficiente termico della, 620 campo elettrico di una, 546-547, 547
di un anello uniformemente carico. conduttività e, 624-625, 625n isolata, appositamente caricata, 537,
586,586 definizione di, 6 I 8, 643 517
di un conduttore carico, 588-590, 588 di materiali vari, 6181 Scarica di ritorno, 590
di una distribuzione continua di simbolo della, 618n Scarica iniziale (di un fulmine), 589-590
cariche, 585-588, 585, 605 variazione di, con la temperatura, 62(). Semiconduttore(i),
di una sfera uniformemente carica, 621,621 definizione di, 559
586-587, 587 . Resistore(i), esempi di, 559
differenzadi potenzialee, 576-577
e capacità, 575-612
ricavato dal campo elettrico, 585-585
definizione di, 618
in parallelo, 6Sl, 631,632
in serie, 629-630, 644
Sfera,
carica, ,1,
di cristallo, immagine di una moneta in
Potere risolutivo, 823 e in par•llelo, 629,635 una, 78S-784, 783
di un reticolo di dllfr~zione, 823 potenza diMipata da un, 626-627, 64S uniformrmcnte carica, 547-648
l'oynting, vcnon• di, 729-7!10, 729,740-741 simbolo di un, 618 potenziale elettrico di una, 586-587.
per un filo, 733, 731 tre, in parallelo, 634-635, 634 '87
Prime>ordine, massimodi, 803 Reticolo di diffrazione, 820-823.826 Sforzi, analisi degli, ottica, 739, 739
Pri~nm, compact dl•c come, 821-822, 821 Singola fenditura, diffrazione, 814, B/4,
di:ipt.•niionc
dcllil luct.•in un, 756-757, delC'rminazioncdel, 822 815
757, 760 distribuzione llell'lntensità per un, 821, Singola fenditura. risoluzione di una, 8 u;.
riflcMioneinterna totale attraversoun, 821 818, Bl'l-8/B
759-761, 761 ordini del, 821-822, B21 Snell, legge di, 751-755, 760, 764, 781-782
Protone volt, 577 piano, 820-821, 820 Sncll, Willcbrord, 751
Protone(i), poi...-., risolutivo del, 823 Sodio, righe spettrali del, risoluzione
rnrica del, 541 Ri0cssionc, delle,825
e massa,541t angolo di, 756 Solare sistema, particelle di polvere nei,
che si muove in un campo magnetico, cambiamento di fase dovuto alla, 808, 752
658-659, 6,8 809 Sole,
moto del, in un campo elettrico della luce, 749-750, 149-7,0. 754, 759, come sorgente di onde, ultraviolette,
uniforme, 579 76S 735
di onde, 760,764 Solenoide,
R di un fascio di raggi X, 824-825, 824 campo magnetico ciel, 671-673, 671·
Raggi di luce, dilf11sa,749, 749 672,677
doppia riflessione, 750, 1,0 sp«ulare, 749, 749 ideale,672
interfercn:<a fra, colori dovuti a, 809 totale interna, 759-7&.,, 760, 762-761, induttanza ciel, 701
Raggi gamma, 736 764 calcolo della, 701-702
Raggi, co,tnazione grafica del, attraverso un prisma, 760-761, 761 Somma algebrica, 581
per gli specchi, 778-780, 779 Rifrazione, Sovrappo,izione, principio di, 725
per le lenti sottili, 787, 78B angolo di, 750-751. 7'1 onde elettromagnetiche e, 724, 724
Raggio(i), approssimazione del, in ottica clella luce, 750-752, 7'1, 7!i5 Spazio vuoto
geometrica, 748-749, 748, 763 immagini formate per, 781-784, 781 pcnncabilità dello, 664, 676
Rame, urti di elettroni nel, 625 indice di, 752t, 75!1,764 pcrmittività dello, MI
della luce, 722, 722n e lunghe1.za d'onda, 75!1 Specchi, equazione, 776-777 ,793
onde dcttromagnetiche e, 722 mi:nm.\di, 755 Specchio(i), 788
cldl.1hu:c nel quar1.o,755 Rigidità dickttrica, liOI, 6011 asse principale, 775
delle onde elettromag11etiche, 722 Risoluzione, concavo, 775-777, 775-776.780
di deriv-J, 6l!Hil6, 62s.624, 643 angolo limite della, B()/µ/09 convenzione dei segni per uno, 778t
in un filo di rame, 616 per apertura circolare, 818 convesso, 777-778, 777-7'18,780
tcrmka, media, 624-625, 624n per una fenditura, 818 costruzione grafica dei raggiper uno,
Raylcigh, criterio di, 817-818, 81B, 826 del tek.copio, 819 778-780, 779
Resistenza, dell'occhio di gatto, 819 di Uoyd, 808, BOB
definizione di, 617 delle linee spcttl'all del sodio, 82S distanzafocale di uno, 776, 777,798
lndiu analitico 1.7

Specchio(i) (conlinua) Spostamento, ... (r01din11n) Tensione (continua)


divergcmle, 777-778, 777 resistenze, 633 ai terminali, di una batteria, 628, 629
dUC',immagini multiple formate da, tensione, 592 circuito aperto, 628-629
774-775. 775 s,n,menù di na,igationt', 772 Tergicristallo, intcrmiuent<', 641
illusione otticu usando uno. 774, 7i4 St1pcrC"nnduuon·ti), 621-622, 622 Tt'rmis1on•.fi2 I
parabolico. raggi riJlt."SSi
da uno, ìi6 di
alla 1,·mperat11rnb.1.~l•1iu1ll'o.11i.•ddu Tc•n;1
piano, immagine formata da uno, 772- rmuc.62"1 campo magneticodella, fulmini t·, (ifi(J
775, 771 gr.uici rcsistenza-1emperdturn, 621. forzadei, e campo magnetico in un
punto focalt- di, 776-777, 777 621 filo,667
punto immab'Ìne di, 775 tempernt1trd critica pl'r I, 621, 622t Tesla, 656
raggi par.miali di uno, 775 Supemmduuore, magnete, 622 Toroide. c-•mpo1n.."lgnctico
creatoda un.
retrovisore, 774. 774 Superconduttori a ossido di rame, per 670, 670. 677
sferico, aberrazione di uno, 775, 776 alte temperature, 622
sferico, immagine formatada uno, 775,. Superfici rifrangenti, u
781. 775-777 convenzione dri segni per le, 785, 7831 t.au-avioleua, luce, 735
Spettro(i), piane, 78$-784, 78J.i84 di elettroni, nel rame, 625
delle onde ele1tromagne1iche, 734-736, Superficie assorbente mUIOdi eleuronl e, 623, 62J, 623n, 625
714, 741 prciaionc di radìazioneesercitatasu
visibile, 756, 757
Spettroscopio a reticolo di diffrazione,
821. 821
una, 731
quantità di moto trasferita a, 731
Superficie equipotenziale, 579, '79, 60!i
V
\'an de Graaft',generatore di.
Vela spaziale,752
n,
Spira e linee di forza drl c.unpo elettrico, Velocità termica, media, 624-625, 624n
con NaV\·olgimcnli. indutt.tnm di. 701, sss-sM, 584,,8, \'clociti Yettoriale, in funzione del
708 Supc,rficie guussiana, 556-558, 561-662. tempo,596
l'.c.m.inclottaIn unu, 690 562,568,561 \'err LargeArrey. telescopio, il/I
momento magnetico della, 663 Superficie riDeltente, quantità di moto Veuore campomagnetico, 655-656
negli esperimenti di Farnday, ti811 trd5ferita a, 731 • proprietà della fona magnetica e, 65!>-
pickup, pt•r chitarr.1 t•kurirn. 6!13, 619 656, 6j6
Spira di corrcntt· T Volt,
circolare,campo magnt•tkosull'a.uc- Telescopio, radio. 7lii elettrone, 577
di, 6&,-666, 666 risoluzione di un, 819 protone, 577
momento magnetico di una, 663, Tclevisionc1immagine-fantasmanella1 von Laue, Max, 82!1-824
676 805
momento 1neccanico su una, 663 T emperalUl"d, w
in un campo nm.gncticouniforme, ,-ariazione della n,sistività con la, 620- Weber (unità), 689
661-663, 662 621, 621
Spostamento,corrente di, e teorema Temperatura, coc,fficknti di resistività, X
generale di Ampèrc, 719-720, 719, 620 X, raggi, 755
719n. 720 di wri materiali, 6181 dift'razione dei, da parie dei cristalli,
appliawoni del 1<,oremadi Gauss, 561· Tempo, 82!1-825
562 veno della c<>=nte. carica e, 640, 640 fascio di, riflessione di un, 824-825, 824
campi elettrici, 548 per la scarica di un condensatore,
condensatori t· cap.1cit.à,604 641 y
leggi di Kirchhoff, 6.'16 veBo <!ella corrente, per circuiti RL, Young, esperimento della doppia
lenii e specchi, 788 70$-704, 70J-704 fenditura di, 801-aDII, 802-801
potenziale eleurico, 587-5118 Tensione, 592 Young, Thomas, 747, 804
Dati del sistema solare
Pianeta Massa(kg) Raggio medio (m) Periodo (s) Di~tnnza dal Sole lm)
- ·-•-•,.·W·-----
Mercurio 3.18x 102~ 2.43 X l<f 7.60 X 10r, !i.i!) X 1010
Venere 4.88 X 102"1 6.06 X 106 1.94 X 10' 1.08 X l0 11
Terra 5.98 X 1024 6.37 X 106 3.156x 107 1.496 X 1011
Marte 6.42 X 1023 3.37 X 106 5.94 X 107 2.28 X 1011
Giove 1.90 X 1027 6.99 X 107 3.74 X J()fl 7.78 X 1011
Saturno 5.68 X 1026 5.85 x 107 9.35 X 10H 1.43 X 1012
Urano 8.68x 1025 2.33x 107 2.64 X 109 2.87 X 1012
Neuuno 1.03x 1026 2.21 x 107 5.22X 10 9 4.50 X 1012
Plutone ., 1.4 X JQ22 .. 1.sx106 7.82 X 109 5.91 X 1012
Luna 7.36 X 1022 1.74 X 106
Sole 1.991 X lo'° 6.96 X 10a

Dati fisici usati spesso• ______ _


Distanza media Terra-Luna !l.84x 108 m
Distanza media Terra-Sole 1.496x 10 11 m
Raggio medio della Terra 6.37x 106 m
Densità dell'aria (20°C e 1 atm) l.20kg/m 5
Densità dell'acqua (20°C e 1 atm) 1.00 x IOSkg/m 5
Accelerazione di gravità 9.80 m/a 2
Massadella TCJTa 5.98 X 1024 kg
Massa della Luna 7.36 X lQH kg
Massa del Sole 1.99 X lo'° kg
Pressione atmosferica standard 1.013 x 105 Pa
a Questisono i valoridelk costanti us:&knel testo.

Alcuni prefissi per le potenze di dieci


Potenza Prcfis.so Abbreviazione Potenza Prefisso Abbrevi117.ionc
10-IH allo a 101 dcca eia
10-15 femto r 102 euo h
10-12 pico IO' chilo k
p
10-9 nano n !Ofi mega M
io-6 micro µ. 109 giga G
10-S milli m 10•2 tera T
io-2 centi c 1015 pela p
10-• dcci d 1018 exa E
Conversioni•
I.un ghezza Fol'7.a
I in. = 2.54 cm I N = I0 5 dine = 0.2248 lb
I m = 39.!li in. :1.'.!8I ft I lh = 4.'14HN
I ft ~ o.:HH8 m I dina = IO..,.'N = 2.248 x IO"";lb
12 in. = I ft Velocità
3ft=lycl 1 mi/h = 1.47 li/s = 0.44i m/s = 1.61 km/h
I ycl = 0.9144 m I m/s = 100 cm/• = 3.281 fl/s
I km = 0.621 mi I mi/min = 60 mi/h = 88 ft/s
I mi = 1.609 km Accelerazione
1 mi= 5280ft 1 m/s 2 = 3.28 ft/s 2 = 100 cm/s 2
I A= I0- 10 m I ft/s 2 = 0.3048 m/s 2 = 30.48 cm/s 2
I µ.m = 1 µ. = lo-6 m = 104 A Pressione
I anno-luce = 9.461 x I0 1~ m 1 bar = 10-' N/m 2 = 14.50 lb/in~
I atm = 760 mm Hg = 76.0 cm Hg
Arca I atm = 14.7 lb/in? = 1.013 x I~ N/m 2
1 m2 = 104 cm 2 = 10.76 ft2 1 Pa = 1 N/m 2 = 1.45 x lo-4 lb/in~
1 ft 2 = 0.0929 1112 = 144 in~ Tempo
1 in~ = 6.452 cm 2 I anno = 365 giorni = 3.16 x 107 s
I giomo = 24 ore = 1.44 x 10-1 min = 8.64 x 104 s
\'ohUlll' F.ncrgiu
1 m" = IO';cm:l = ti.102 x 101 in~ lj = 0.738 ft · lb = 107 erg
1 ft 3 = 1728 in~ = 2.83 x Hi 2 m" I ca! = 4.186J
1 litro = IOOOcm" = 1.0576 qt = 0.0353 ft3 I Btu = 252 ca! = 1.054 x lo' J
I ft" = 7.'181 gal = 28.32 litri = 2.832 X 10-2 m3 I cV = l.6x 10-"'J
I g-.tl = 3.786 litri = 231 in~ 931.5 MeV/ t 2 è equivalente a 1 u
1 kWh = 3.60x J06 J
Massa Potenza
I 000 kg = I t ( tonnellata metrica) 1 hp = 550 ft · lb/s = 0.746 kW
I slug = 14.59 kg I W = lj/s = 0.738 ft · lb/s
I u = l.66x 10-27 kg 1 Btu/h = 0.293 W
;a Vedi T:..,bclla
A.1 dell"Appc-ndice
A per un elenco più completo.

Alfabeto greco
Alfa A
" Iota I
' Ro I' ,,
Beta B /3 Kappa K K Sigma I (T

Gamma r 'Y Lambda A À Tau T T


Delta I!,, 8 Mu M µ. Ypsilon y V
Epsilon E E Nu N Fi <I> tJ,
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!>:l!l.5li:,li:1(21!)Mt•\'/r 2
l\las.sadel prolon,· mp l.(iil! (il!:I(I O) X to·" 7 kg
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Numero di A\'ogadro NA ti.02'.! 1!167(3(\) X 1()2~ (11101)" 1
Permeabilità maguctica ciel ,-uoto µ,, 4,r x 10·7 N/ A2 (esano)

Quanto cli llus.,o nmg11,·1kn <l>ue


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Raggio di Uohr "o = 0.52!1lii 2•1\l(l/1)X IO""' lll
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Rapp<>rlotensim1t·-freque111.a.Joscphso11 2,11, 4.8:1597(i i( 14) x lll 1' 1 Hi/\'
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Staio fondamcntak· dell'idrogeno I~, l:l.ti05 li!lllMO)l'V
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