Sei sulla pagina 1di 28

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI

SALERNO
Corso di Laurea in Ingegneria Civile
per l’Ambiente e il Territorio
www.unisa
www.unisa..it

La sedimentazione
(principi teorici)

prof. ing. Rodolfo M.A. NAPOLI

dott. ing. Giovanni DE FEO


g.defeo@unisa.it

a.a. 2002/03

Sommario

La sedimentazione (principi teorici)

1. Tipi di sedimentazione

2. Sedimentazione del 1° tipo


3. Test della colonna di Camp

4. Sedimentazione del 2° tipo

5. Proporzionamento
6. Esempio

1
La sedimentazione

Introduzione
• La sedimentazione è un processo di separazione solido-liquido che
utilizza la forza di gravità pe r rimuove re le particelle solide in
sospensione .
• Tale processo è realizzato in vasche appositamente sagomate in
modo da facilitare al massimo la separazione de lle particelle dal
mezzo liquido, la raccolta de lle ste sse come fango e
l’allontanamento di questo.
• In base alla concentrazione e alla te ndenza de lle partice lle ad
inte ragire fra di loro e al modo con cui le stesse de cantano,
possono esse re distinti 4 tipi di sedimentazione:
– sedimentazione del 1 ° tipo, o a s edimentazione libera;
– sedimentazione del 2 ° tipo, o a s edimentazione con flocculazione;
– sedimentazione del 3 ° tipo, o a s edimentazione a zone;
– sedimentazione del 4 ° tipo, o per compressione.

La sedimentazione

Tipi di sedimentazione

• Sedimentazione del 1° tipo, o a sedimentazione libera

– si riferisce al c aso di particelle discrete in una sospens ione a


bassa concentrazione di s olidi;
– le particelle decantano c ome entità individuali e non si
verificano significative interazioni fra le particelle vicine;
– un esempio tipico è fornito da una s ospensione di particelle
di sabbia.

• Sedimentazione del 2° tipo, o a sedimentazione con


flocculazione

– è relativa a sos pensioni diluite di particelle c oalescenti, c ioè


di particelle che hanno la capacità di formare aggregati
stabili (fiocchi) che, essendo più pesanti, dec antano più
velocemente;

2
La sedimentazione

Tipi di sedimentazione

• Sedimentazione del 3° tipo, o a sedimentazione a zone

– avviene in s ospensioni con concentrazioni intermedie tali c he le


forze interparticellari riescono ad essere efficac i e a mantenere
fisse le posizioni relative delle partic elle, cos icché la
decantazione avviene in massa;
– nella parte s uperiore della massa decantante si forma una
netta interfaccia solido-liquido fra le particelle c he decantano,
ed il liquido c hiarificato.

• Sedimentazione del 4° tipo, o pe r compressione

– avviene quando la concentrazione dei solidi è così elevata c he


le particelle s ono a c ontatto l’una con l’altra;
– in tal caso la s edimentazione può avvenire solo per
compressione.

La teoria della sedimentazione

Sedimentazione del 1° tipo


dv (1)
Fe − FD − Fb = m ⋅
dt

Fe = me ⋅ ae (2)

2
CD ⋅ v ⋅ρ⋅A (3)
FD =
2

ρ
Fb = m ⋅ ⋅ ae (4)
ρS

2
dv  ρ  C ⋅ v ⋅ A (5)
= g ⋅ 1 −  − D
dt  ρS 2m

3
La teoria della sedimentazione

Sedimentazione del 1° tipo

• Durante la caduta, la velocità della particella, in assenza di


interazione con altre particelle, aumenta continuamente finché le
forze che su di essa agiscono non si equilibrano.
• Dal momento che viene raggiunto l’equilibrio, la velocità delle
particelle rimane costante e pari a quella che viene denominata
velocità di s edimentazione:

dv 2 g ρS − ρ W m (6)
= 0 ⇒ vS = ⋅ ⋅ , W =
dt CD ρ A ρS

• Il calcolo della velocità di sedimentazione presuppone la conoscenza


del coefficiente di drag (CD ) il cui valore dipende:
• dalla forma della particella,
• dal regime di flusso intorno alla particella.

La teoria della sedimentazione

Curva CD - NRe

CD

NRe

4
La teoria della sedimentazione

Sedimentazione del 1° tipo

• Il coefficiente di drag varia a seconda del regime di flusso


considerato:
– regime laminare
¾ N Re < 1,
¾ le forze viscose sono più importanti di quelle di inerzia,
¾ l’espressione di CD - N Re assume la forma:
24 (7)
CD =
NRe
– regime di trans izione
¾ 1 <N Re < 10.000,
¾ le forze di inerzia e viscose sono paragonabili,
¾ l’espressione di CD - N Re assume la forma:

24 24 (8)
CD = + + 0,34
NRe NRe

La teoria della sedimentazione

Sedimentazione del 1° tipo


– regime turbolento
¾ N Re > 10.000,
¾ le forze di inerzia predominano su quelle viscose,
¾ il coefficiente di drag rimane costante al variare di N Re ed il suo
valore dipende esclusivamente dalla geometria della particella.

• Nel caso di una particella sferica:


ρS − ρ 2
(9)
– in regime laminare vS = g ⋅ ⋅D
18 µ

– in regime turbolento
ρS − ρ (10)
vS = 3,3 ⋅ g ⋅ ⋅D
(C D = 0,4) ρ

– in regime di transizione, il calcolo può essere effettuato con un


processo iterativo

5
La teoria della sedimentazione

Sedimentazione del 1° tipo

1) zona di ingresso

2) zona di uscita

3) zona di raccolta
del fango

4) zona di processo

La teoria della sedimentazione

Sedimentazione del 1° tipo


• Ipotesi assunte all’interno della zona di processo:
– distribuzione uniforme della velocità in ogni sezione trasversale;
– distribuzione uniforme delle particelle in sospensione nella sezione d’ingresso;
– moto del fluido laminare in tutta la zona con filetti rettilinei e paralleli.

6
La teoria della sedimentazione

Sedimentazione del 1° tipo


• particelle con velocità di sedimentazione v1 ≥ v0:
– riusciranno a sedimentare tutte, ovvero entreranno tutte nella
zona di raccolta del fango, qualunque sia la loro posizione nella
sezione di ingresso della zona di processo;
• particelle con velocità di sedimentazione v2 < v0:
– riusciranno a sedimentare parzialmente,
– nell’ipotesi di uniforme distribuzione nella sezione d’ingresso
della zona di processo, la frazione rimossa è data dal rapporto:

H2 v (11)
R = = 2
H v0
• la velocità v0 rappresenta il parametro che determina la possibilità di
sedimentare o meno delle diverse particelle componenti la
sospensione:
– è opportuno valutare l’efficienza di rimozione dei solidi
sedimentabili in funzione di v0.

Il test della colonna di Camp

Colonna di Camp
• La sospensione in esame deve
essere versata nella colonna
con sufficiente rapidità per
assicurare una distribuzione
uniforme delle particelle.
• Il test deve essere eseguito in
condizioni quiescienza e la
temperatura non deve variare
per più di 1° C lungo tutta la
colonna per evitare correnti
convettive.
• I campioni vengono prelevati
contemporaneamente ad
interavlli di tempo regolari dai
vari punti di prelievo posti ad
uguale distanza.

7
Il test della colonna di Camp

Test con la colonna di Camp


• C0 = concentrazione iniziale dei solidi sospesi
• Ci = concentrazione di solidi sospesi al al tempo ti nel campione prelevato a
profondità Hi

• La frazione dei solidi sospesi Ci


Xi = (12)
C0
ha velocità di sedimentazione minore di
Hi
vi = (13)
ti
• Ripetendo il campionamento per vari intervalli di Hi e ti si ottengono una
serie di valori di Ci e può essere costruita una curva cumulativa delle frazioni
di particelle che hanno una velocità minore di quella corrispondente in
ascissa.
• Una curva del genere consente di valutare l’efficienza di rimozione per un
valore di v0 prefissato .

Il test della colonna di Camp

Test con la colonna di Camp

8
Il test della colonna di Camp

Test con la colonna di Camp


• Nel valutare l’efficienza di rimozione bisogna tenere in conto:
– particelle con velocità di sedimentazione ≥ v0,
– particelle con velocità di sedimentazione < v0.

• X0 = valore dell’ordinata corrispondente a v0


• (1-X0) = frazione delle particelle con velocità ≥ v0, e che quindi
sedimentano completamente
• frazione delle particelle con velocità vi < v0 che sedimentano:
X0
vi
XS = ∫ v0
dX (14)
0
• frazione totale di solidi rimossi:
X0
vi
X S = (1− X 0 ) + ∫ v0
dX (15)
0

La teoria della sedimentazione

Carico idraulico superficiale


• Cis = Q/A = Q/(L × W), carico idraulico superficiale (portata trattata per unità di
superficie della zona di processo)
¾ Q = portata in ingresso alla vasca di sedimentazione
¾ A = area della superficie in pianta della vasca di sedimentazione
¾ L = lunghezza della zona di processo
¾ W = larghezza della zona di processo

• V = Q/(H × W), velocità longitudinale del flusso liquido


¾ H = profondità della zona di processo

• tempo di detenzione
¾ τ = (L × W × H)/Q
¾ τ = H/V0

• (L × W × H)/Q = H/V0 ⇒ v0 = Q/(L × W) = Cis


– la velocità di sedimentazione è uguale al carico idraulico superficiale
– nella sedimentazione del 1° tipo l’efficienza del processo è influenzata
solo dalla superficie della vasca di sedimentazione

9
La teoria della sedimentazione

Sedimentazione del 2° tipo


• La sedimentazione del 2° tipo è relativa a sospensioni diluite di particelle
coalescenti, cioè di particelle che hanno la capacità di formare aggregati
stabili (fiocchi) che, essendo più pesanti, decantano più velocemente

• Il fenomeno di coalescenza o flocculazione è funzione della probabilità di


urto, che a sua volta è funzione di:
– velocità della portata del liquido in trattamento,
– profondità della vasca,
– concentrazione delle particelle,
– dimensioni delle particelle.

• L’effetto di tutti questi parametri non può essere determinato


analiticamente ma solo ricorrendo a test sperimentali, utilizzando
campioni del liquido che bisogna sottoporre a trattamento.

• Le traiettorie delle particelle non sono più rettilinee ma mostrano una


certa curvatura.

La teoria della sedimentazione

Sedimentazione del 2° tipo

10
La teoria della sedimentazione

Sedimentazione del 2° tipo


• Utilizzando la colonna di Camp per ciascun campione si calcola la
percentuale di rimozione che si annota nei corrispondenti nodi di una
griglia che riporta:
– sulle ascisse: i tempi di prelievo,
– sulle ordinate: le profondità dei punti di prelievo.

• I punti individuati vengono interpolati con curve a uguale percentuale di


rimozione
– consentono di valutare rapidamente l’efficienza del processo in
funzione della velocità di sedimentazione.

• Con riferimento ad un generico istante tC ad esso corrisponde un valore


della velocità di sedimentazione
V C = H tot/tC

e una percentuale di particelle rimosse RC che hanno una velocità di


sedimentazione ≥ VC.

La teoria della sedimentazione

Sedimentazione del 2° tipo

11
La teoria della sedimentazione

Sedimentazione del 2° tipo


• Per valutare anche la frazione di particelle rimosse che hanno velocità di
sedimentazione < vC occorre tracciare una retta verticale di ascissa tC,
che intercetterà le curve RD ed RE.

• La frazione di particelle (RD-RC) avrà una velocità di sedimentazione


media ≥ H 2/tC

• La frazione di particelle (RE-RD ) avrà una velocità di sedimentazione


media ≥ H 1/tC

• La percentuale totale di solidi rimossi sarà data da:


H2 H
R T = RC + (RD − RC ) + 1 (RE − RD )
H tot Htot
• Calcolando i diversi valori di RT corrispondenti alle intercette delle diverse
curve RA, RB, etc., con l’asse delle ascisse si può costruire un diagramma
(RT , v0) oppure (RT , t).

La teoria della sedimentazione

Proporzionamento
• Nel proporzionare una vasca di sedimentazione bisogna tenere conto dei
seguenti elementi:
– velocità di s edimentazione (o portata specifica)
¾ rappresenta il parametro principale;

– zone morte
¾ zona di ingresso,
¾ zona di uscita,
¾ zona di raccolta del fango;

– velocità di sfioro nella s ezione di us cita


¾ questo parametro controlla le azioni di richiamo e quindi la
fluidodinamica di tutta la vasca;

– velocità di s cour
¾ rappresenta il valore limite superiore della velocità longitudinale,
per evitare che il fango depositato ritorni in sospensione.

12
Proporzionamento

Metodo EPA
• Nel Manuale “Suspended Solids Removal” redatto a cura della E.P.A.
nel 1975, sono consigliati i valori riportati nella seguente tabella
Para metri Valori proposti per il dime nsioname nto
Vel ocità di se dime nta zi one 1,4÷2 m 3/( m 2 h) (v alore m edio )
(o porta ta specifica) 3,5÷5 m 3/( m 2 h) (v alore di punta)
Vel ocità di se dime nta zi one 1÷1,4 m 3/( m 2 h) (v alore m edio )
(o porta ta specifica) 2÷2,6 m 3/( m 2 h) (v alore di punta)
(nel caso di ricircolo dei fa nghi attivi di
super o)
Pr ofondità 3÷3,6 m
Pr ofondità 3,6÷4,5 m
(nel caso di ricircolo dei fa nghi di
super o)

• Ulteriori indicazioni:
– prevedere più unità per portate da trattare > 150 m3/h,
– mantenere la portata di sfioro sulla soglia di uscita < 10 m3/h
per m di soglia.

Proporzionamento

Metodo Metcalf & Eddy


Parametri con ricircolo dei fanghi senza ricircolo dei fanghi
attivi di supero attivi di supero
Te mpo di dete nzione [h] 1,5÷2,5 (per portate medie) 1,5÷2,5 (per portate me die)
2 (val ore tipico) 2 (v alore ti pico)
Portata spe cifica 1,0÷1,3 (per portate medie) 1,3÷2 (per portate me die)
[m3/ (m2 h) ] 2,0÷3,25 (val ori di punta) 3,3÷5 (v alori di punta)
2,5 (val ore tipico) 4 (v alore ti pico)
Portata di sfioro in uscita 5÷20 (per portate medie) 5÷20 (per portate me die)
[m3/ (m h) ] 10 (val ori di punta) 10 (v alori di punta)
Dimensioni A Pianta Rettangolare A Pianta Circolare

Profondità [m] 3÷5 3÷5


3,6 (valore tipi co) 4,5 (v alore ti pico)
Lunghe zza [ m] 15÷90 3,6÷60
o Di ametro [ m] 25÷40 (v alori tipici) 25÷40 (v alori tipici )
Larghezza [ m] 3÷24 ____ ____:
6÷10 (v alori tipici)
Inclinazione del fondo 60÷160 60÷160
[mm/ m] 80 (val ore tipico) 80 (v alore ti pico)

13
Sedimentazione del 1° tipo

Esempio
Un campione di una sospensione diluita la cui sedimentazione è
del 1° tipo, è utilizzato per un test in una colonna di Camp.
Valutare l’efficienza di rimozione dei solidi sospesi per v0 = 0,3
mm/s.
C am p io n e Pr o fon d i tà d el T e m po d i S o li d i S os p es i n el
N° p un t o di p r el ie v o pr e li ev o ca m p io ne ( m g / l )
(m ) (h )
1, 2, 3 1, 2, 3 0 2 22
4 1 1 1 40
5 1 3 1 08
6 1 6 80
7 2 1 1 42
8 2 3 1 10
9 2 6 1 06
10 3 1 1 42
11 3 3 1 30
12 3 6 1 24
13 4 1 1 47
14 4 3 1 26
15 4 6 1 14

Sedimentazione del 1° tipo

Esempio
1) Costruzione della curva C i-vi
Con riferimento al campione N° 8, prelevato dopo 3h (ti), alla
profondità di 2 m (H i):
• le particelle in esso presenti hanno tutte velocità di
sedimentazione:
mm
m⋅
Hi 2 ⋅ 1000 m = 0,185 mm/s
vi = =
ti 3 ⋅ 3600 s
h ⋅
h
• la frazione di particelle che hanno velocità < 0,19 mm/s è
pari a:
mg
Ci 110 l
Xi = = = 0,50
C0 222 mg
l

Il calcolo va ovviamente ripetuto per tutti i campioni prelevati.

14
Sedimentazione del 1° tipo

Esempio

Frazione di particelle presenti nei campioni (Xi)


che hanno velocità di sedimentazione < vi
C a m pio ne vi Xi C am pio ne vi Xi
N° (m m / s) N° (m m /s)
4 0 ,27 8 0,6 3 10 0 ,83 3 0,6 4
5 0 ,09 3 0,4 9 11 0 ,27 8 0,5 9
6 0 ,04 6 0,3 6 12 0 ,13 9 0,5 6
7 0 ,55 6 0,6 4 13 1 ,11 0 0,6 6
8 0 , 1 85 0 ,5 0 14 0 ,37 0 0,5 7
9 0 ,09 3 0,4 8 15 0 ,18 5 0,5 1

Sedimentazione del 1° tipo

Esempio
0,7
Frazione di particelle con velocità di

0,6 0,58
sedimentazione < V i

0,5

0,4

0,3

0,2

0,1

0
0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1 1,1 1,2

V i (mm/s)

15
Sedimentazione del 1° tipo

Esempio

2) Calcolo della frazione totale dei solidi sospesi rimossi


X0
vi
XS = (1 − X0) +
∫ v0
dX (*)
0
2.1) Calcolo del 1° termine della (*)
• è sufficiente determinare il valore di X corrispondente alla
velocità di sedimentazione prefissata:
V0 = 0,3 mm/s ⇒ X0 = 0,58 ⇒ (1-X0) = 0,42

2.2) Calcolo del 2° termine della (*)


• si suddivide l’ordinata in intervalli dX e si attribuisce a
ciascuno di essi un valore medio di velocità in modo da
poter calcolare e sommare i prodotti (dXi vi)

Sedimentazione del 1° tipo

Esempio

Valutazione di dXi vi

Estremi dell’intervallo dXi vi (mm/s) dXi vi


dXi
0,58÷0,50 0,08 0,22 0,0176
0,50÷0,40 0,10 0,10 0,010
0,40÷0,30 0,10 0,04 0,004
0,30÷0,20 0,10 0,015 0,0015
0,20÷0,10 0,10 < 0,005
0,10÷0,00 0,10 < 0,005
∑ dX i vi 0,0331

16
Sedimentazione del 1° tipo

Esempio

Risultato finale
X0
1
XS = (1−X0) +
v0 ∫ vi dX =
0

= (1 − 0,58) +
∑ (dXi vi)
= 0,42 +
0,0331
= 0,53
v0 0,3

La frazione totale dei solidi sospesi rimossi corrispondente ad


una velocità di sedimentazione di 0,3 mm/s è pari a 0,54.

Prossima lezione
La sedimentazione (applicazioni
pratiche)
1. Tipologie di vasche

2. Panoramica delle tipologie

3. Strumentazione di controllo

4. Considerazioni progettuali
5. Problemi gestionali

17
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI
SALERNO
Corso di Laurea in Ingegneria Civile

www.unisa
www.unisa..it

La sedimentazione
(applicazioni pratiche)

prof. ing. Rodolfo M.A. NAPOLI

dott. ing. Giovanni DE FEO


g.defeo@unisa.it

a.a. 2002/03

Sommario
La sedimentazione (applicazioni
pratiche)
1. Tipologie di vasche

2. Panoramica delle tipologie

3. Strumentazione di controllo

4. Considerazioni progettuali
5. Problemi gestionali

18
Sedimentazione

Tipologie Costruttive

• Vasche a flusso longitudinale


vasche rettangolari, più compatte, L/B = 2÷5:1

• Vasche a flusso ascensionale (vasche Dortm und)


richiedono inclinazioni delle pareti ≥ 45÷60° e possono essere quindi
adottate solo per utenze ridotte

• Vasche a flusso longitudinale ascensionale


sono vasche circolari a flusso radiale, sempre adottate per la
sedimentazione secondaria per assicurare basse velocità allo
stramazzo

• Vasche a letto di fango


sono vasche a flusso ascensionale in cui il fango esercita un’azione
di filrtazione sul liquame aumentando l’efficienza del processo
(solo nei processi di potabilizzazione)

Vasche a flusso longitudinale

19
Vasche a flusso longitudinale

Vasche a flusso ascensionale

Vasca Dortmund

20
Vasche a flusso ascensionale

Vasca Dortmund

Vasche a flusso longitudinale ascensionale


Vasca a pianta circolare a flusso
radiale

21
Vasche a flusso longitudinale ascensionale
Vasca a pianta circolare a flusso
radiale

Vasche a flusso longitudinale ascensionale


Vasca a pianta circolare
meccanizzata

22
Vasche a flusso longitudinale ascensionale
Vasca a pianta circolare
meccanizzata

Vasche a letto di fango

Vasca a letto di fango

23
Sedimentazione

Sedimentazione Primaria

Parametri di Proporzionamento

Qn Qn,max

Carico idraulico superficiale


0,8÷2 ≤5
Cis = Q/A [m3/(m2 min)]
Tempo di Detenzione ≥40 min
2÷3 (0,67 h)
τ = V /Q [h]
Carico allo stramazzo 200÷400
Cs = Q /L s [m3/(m d)] (8,3-16,7 m3 m-1 h-1)

Profondità
2,5÷5
h [m]

Sedimentazione

Strumentazione di Controllo

• Estrazione temporizzata
fissa l’intervallo fra due cicli di estrazione e la durata dell’estrazione

• Estrazione proporzionale alla portata


utilizza un controllo feed-forward (anticipativo) per cui l’estrazione
si avvia dopo una definita portata di liquame trattato

• Estrazione con regolazione a feedback (retroattiva)


l’avvio è regolato a tempo, mentre lo stacco è funzione del
raggiungimento di un valore minimo accettabile di secco nei fanghi
estratti

• Estrazione con avvio e stacco regolato


l’avvio dell’estrazione è comandato dal livello dell’interfaccia acqua
fango nel sedimentatore mentre lo stacco è regolato
dall’analizzatore di densità del fango estratto come sopra

24
Sedimentazione

Stramazzo di tipo Thomson

Sedimentazione

Lama paraschiuma

25
Sedimentazione
Vasca di sedimentazione con pacco
lamellare

Sedimentazione

Considerazioni Progettuali

Particolare attenzione alle caratteristiche idrodinam iche della


vasca:

– zona d’ingresso
dissipazione della velocità del flusso in ingresso, distribuzione del
flusso, attenzione ad evitare corti circuiti
su vasche realizzate si può intervenire con deflettori e stramazzi

– zona d’uscita
necessità di assicurare l’uniforme distribuzione dell’effluente sullo
stramazzo di uscita

– caratteristiche climatiche
in zone molto ventilate è utile adottare dei paraventi per ridurre
il rischio indotto da carichi allo stramazzo sbilanciati dall’azione
del vento con conseguente risospensione del fango

26
Sedimentazione

Fango Primario

• Contenuto dei solidi 3÷5%


• Contenuto volatile 60÷90%
• Peso specifico 1,02÷1,05 t/m3
(in funzione della concentrazione di solidi e delle loro caratteristiche)

• Composizione (percentuale sul peso dei solidi)


– Cellulosa 10 %
– O li e grassi 6÷35 %
– Proteine 20÷30 %
– Azoto 2,5 ÷4 %
– Fosforo 1÷3 %

Sedimentazione

Schiume

• Per la rimozione

– Schiumatori rotativi
– Schiumatori a lama

Caratteristiche
• Quantità 2÷10 mg/l
• Percentuale volatile 90 %
• Oli e grassi 75 %
• Potere calorifico 15.000 kJ/kg

27
Sedimentazione

Problemi di Gestione

• Fango in sospensione
– putrefazione dei fanghi sedimentati, occorre aumentare la
frequenza di rimozione o la portata rimossa
– raschiatori danneggiati
– errori nella progettazione idrodinamica della vasca
– occlusione delle tubazioni di estrazione
• Condizioni settiche del fango estratto
– aumentare la frequenza di rimozione o la portata rimossa
– verificare la velocità e il tempo di detenzione del liquame nella
rete fognaria
– verificare eventuali scarichi industriali non pretrattati con
quantitativi eccessivi di sostanze organiche
– verificare le caratteristiche dei flussi provenienti dalla linea di
trattamento fanghi

Sedimentazione

Problemi di Gestione
• Schiume nell’effluente
– aumentare la frequenza di rimozione
– verificare la profondità della lama paraschiuma
– verificare le caratteristiche di scarichi industriali
• Fango di difficile rimozione dalla tramoggia
– può essere dovuto a un quantitativo eccessivo di sabbie
(occorre verificare il funzionamento del dissabbiatore)
– occlusione parziale delle tubazioni di estrazione
• Fango estratto con contenuto di solidi inferiore al 3%
– sovraccarico idraulico
– eccessiva frequenza di rimozione o portata di fango estratta
– corti circuiti nella vasca (verificare con l’ausilio di traccianti)
• Lim itato abbattimento di solidi sospesi
– verificare parametri di dimensionamento, corti circuiti idraulici,
caratteristiche dei reflui industriali eventualmente allacciati al
sistema di collettamento

28

Potrebbero piacerti anche