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Dalla macchina ai sistemi di regolazione.

L'immagine del mondo come macchina, come grande orologio, governata da leggi
matematiche e costituita da parti in rapporto fra loro di causa-effetto è uno dei meta modelli
classici di descrizione del funzionamento del mondo che ha avuto maggior successo nella
storia del pensiero filosofico e scientifico.
Un secondo metamodello che si è imposto al primo è quello organismico che utilizza la
metafora dell'organismo vivente. La metafora dell'organismo esprime la centralità della
connessione e dell'insieme delle parti: ogni realtà è costituita da parti in relazione fra loro.
Negli ultimi 50 anni si è affermato un meta modello interdisciplinare definibile come
sistemico e contestualistico: ovvero l'interazione reciproca e continua dei diversi livelli di
organizzazione della realtà, senza però pensare che lo sviluppo abbia una direzione
prescrittiva, cioè senza pensare che esistano legami tra un fenomeno e l'altro di tipo
necessario, si pensa invece che i fenomeni siano legati in una direzione probabilistica.
Questa visione probabilistica, non deterministica, si afferma anche in ambito scientifico.
Nello studio dello sviluppo umano e dei sistemi di vita questo metamodello contestualistico
ha conseguenze importanti, consente di leggere in maniera adeguata la plasticità di sviluppo
degli esseri umani. Nella teoria generale dei sistemi di evoluzione del bambino questo
modello consente di leggere in maniera adeguata la plasticità di sviluppo degli esseri umani,
grazie alla quale si osserva come da alcune premesse, ad esempio l'assenza di figure
parentali, non consegue necessariamente un certo sviluppo, ad esempio fallimento
scolastico.
Vigotskij aveva già parlato di zona di sviluppo prossimale osservando la variazione delle
competenze di un bambino in presenza o assenza di un adulto che sostiene il processo.
Bruner utilizza l'immagine dell' impalcatura, scaffolding, per descrivere un
accompagnamento esterno nel processo di apprendimento. Questi approcci evidenziano la
natura multifattoriale dello sviluppo infantile e come i cambiamenti possono avvenire in
modo incerto, perché dipendono da influenze multiple.
Il modello sistemico offre una lente per lettura e considera i contesti educativi come
sistemi, come insieme di parti in relazione al tutto caratterizzate da alcune leggi di
funzionamento.
Un sistema è in equilibrio quando gode di una buona compensazione tra il principio di
differenziazione, cioè tra la distinzione tra unità che lo compongono e il principio di
integrazione, che garantisce che le parti pur con diversi ruoli e funzioni siano integrate,
correlate, organizzate. Nella stessa prospettiva del modello sistemico la teoria ecologica
dello sviluppo di Bronfenbrenner propone l'idea che lo sviluppo non avvenga solo per
l'individuo, ma sia un processo dinamico, che coinvolge tutti i livelli dei sistemi di una
società che definiscono la NICCHIA EVOLUTIVA di ciascun soggetto. Si pensi alla
famiglia, al microsistema delle relazioni tra il gruppo classe e il gruppo di amici, delle
influenze indirette di contesti non frequentati direttamente del bambino, ma da figure a lui
collegate, ad esempio il lavoro dei genitori. Infine esistono le istituzioni con le loro
ideologie, rappresentazioni, credenze. Si tratta di un macrosistema. In questo sistema
integrato di più sistemi l'individuo non è definito da essi, plasmato, ma vive un processo di
interazione reciproca secondo il principio per cui il tutto influenza le parti e le parti
influenzano tutto. La prospettiva sistemico ecologica invita a guardare i comportamenti e i
percorsi di crescita in modo riduttivo. Il passaggio da una visione meccanicistica ad una
sistemico ecologica porta in primo piano la natura complessa e multipla dei fenomeni, in
particolare di quelli umani e sociali.
Soggetto e oggetto separati e ricongiunti.
Nel positivismo l'idea di conoscenza si basava sul fatto che il soggetto potesse guardare in
modo neutrale al mondo fattuale. Le proposte relative alla conoscenza di matrice filosofica e
psicologica che si sono succedute nel 900 hanno evidenziato come il rapporto conoscitivo si
caratterizza come problematico, processuale, progressivo, mai definitivo. Il significato delle
cose non appare con evidenza, ma nell'opacità dell'interpretazione.
Il soggetto interprete e costruttore.
Il soggetto ha acquisito centralità come imprescindibile polo in gioco nella relazione
conoscitiva del mondo. La filosofia fenomenologica di Husserl è la corrente di pensiero che
per prima nel secolo scorso ha approfondito il tema della soggettività. La fenomenologia ha
aperto a riflessioni molto importanti che hanno trovato applicazione nel campo delle scienze
umane soprattutto a partire dagli anni 80:
-ha conferito centralità all'esperienza del soggetto nella conoscenza dei fenomeni;
-ha proposto un'idea regolativa di soggetto conoscente che per osservare i fenomeni deve
riflettere su di sé e divenire cosciente delle strutture conoscitive che lo abitano. Il pensiero
esistenzialista prosegue la riflessione sulla soggettività.
Heidegger e Gadamer con l'ermeneutica definiscono il processo di comprensione come un
processo interpretativo.
L'ermeneutica
E' una filosofia che nasce in relazione al campo dell'esegesi biblica.
Per l'ermeneutica si comprende a partire da un punto di partenza che è lo schema di senso
del soggetto. Posso comprendere il mondo solo a partire dagli schemi di senso che ho, a
partire da questi posso approfondire il significato e il mio oggetto di conoscenza e
modificare i miei schemi di senso. Si attua così uno scambio tra soggetto e oggetto circolare,
reciproco. Con l'ermeneutica si consolida un'idea del soggetto agente di significazione come
costruttore di senso.
In ambito sociologico e di psicologia sociale è interessante vedere come l'ermeneutica con
l'interazionismo simbolico si oppone a due idee.
Si oppone all'idea che il comportamento sia determinato o da strutture psicologiche interne
o da strutture sociali e mette al centro l'individuo come costruttore di significati
nell'interazione con il mondo e con gli altri. Negli anni sessanta dall'interazionismo
simbolico derivano gli studi sui metodi attraverso cui una comunità di soggetti costruisce i
significati della vita sociale, come i ruoli, l'identità di genere, eccetera. Questi significati
sono frutto dell'interazione quotidiana sebbene si tende a percepirli come oggettivi, al di là
del processo di interazione che li ha generati.
Negli anni 50 e 60 Piaget definisce la conoscenza non come un'immagine fedele della realtà,
afferma che la mente lavora su interazione con l'ambiente e non sulla realtà in sé. In questo
modo la mente elabora descrizione della realtà non rispecchiamenti fedeli. Questa
definizione rappresenta il nucleo centrale del costruttivismo, che dichiara che non è
possibile conoscere l'oggetto in sé, ma solo i modi di pensare di agire che consentono il
raggiungimento di obiettivi specifici. Nel costruttivismo il linguaggio ha un ruolo
fondamentale. Infatti il soggetto è costruttore e interprete di significati. Il linguaggio è il
principale sistema simbolico che esprime tale significati.

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