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Pensioni 2021 - Guida facile
Pensioni 2021 - Guida facile
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Pensioni 2021 - Guida facile

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Non aumentano i requisiti per accedere alle varie tipologie di pensionamento, sono stati rinnovati alcuni canali di uscita anticipata dal mondo del lavoro, soprattutto tramite scivoli che accompagnano alla pensione vera e propria. Inoltre, come conseguenza dell'inflazione di riferimento risultata negativa, rispetto all'anno scorso non cambia l'importo degli assegni ricevuti ogni mese da milioni di pensionati. Nel 2021 si registra l'ulteriore proroga di opzione donna e l'estensione di un altro anno dell'operatività dell'Ape sociale, che accompagna a pensione chi ha almeno 63 anni e si trova in una delle quattro categorie di lavoratori individuati dalla norma. È stata prolungata la vita anche del contratto di espansione, contestualmente rinnovato per quanto concerne lo scivolo di cinque anni che accompagna i lavoratori più anziani alla pensione, ora accessibile da parte di aziende con almeno 250 dipendenti mentre per un altro triennio, quindi fino al 2023, l'isopensione avrà una durata massima di sette anni. Questi due ultimi strumenti hanno sostituito, dal punto di vista normativo, gli ammortizzatori di lunga durata a cui si faceva ampiamente ricorso in passato per accompagnare a pensione i lavoratori più anziani. E poi c'è l'ultimo anno di quota 100, quantomeno con le caratteristiche attuali, che consentono di andare in pensione con almeno 62 anni di età e 38 di contributi.
LanguageItaliano
PublisherIlSole24Ore
Release dateJan 20, 2021
ISBN9788863458145
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    1. I REQUISITI PER IL 2021

    LE REGOLE

    Speranza di vita invariata, requisiti fermi per due anni

    di Matteo Prioschi

    Per altri due anni i requisiti per accedere alla pensione non cambieranno. E dunque, considerando che l’ultimo aggiornamento c’è stato a inizio 2019, si realizzerà un quadriennio di stabilità, a fronte dell’inasprimento dei requisiti verificatosi dal 2012 al 2018 in conseguenza della riforma Fornero di fine 2011.

    I requisiti non mutano perché il meccanismo che aggancia gli stessi alla variazione della speranza di vita dei sessantacinquenni, applicato al biennio 2021-2022, ha dato come risultato un incremento inferiore a un mese. Da qui la decisione del Governo di mantenere i valori invariati. Dunque anche quest’anno il requisito di riferimento, quello del trattamento di vecchiaia, è di 67 anni.

    Non cresce nemmeno il minimo per la pensione anticipata, pari a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Peraltro questi due valori saranno fissi fino al 2026 incluso, secondo quanto stabilito dal decreto 4/2019.

    Età e contributi minimi richiesti nel 2021

    p9-1

    (*) Fino a 2 anni di contributi in meno per le madri;

    (**) 57 anni in caso di disoccupazione di oltre 24 mesi; (***) entro il 2020

    Canali alternativi

    Ritorna la salvaguardia, che consentirà a 2.400 persone di andare in pensione con i requisiti del 2011.

    Confermati gli altri canali di uscita anticipata: il sistema delle quote (somma di età e anzianità contributiva) per chi svolge attività usuranti; i 41 anni di contributi indipendentemente dall’età per i lavoratori precoci; opzione donna, a cui quest’anno accedono le nate nel 1962 se lavoratrici dipendenti e nel 1961 se autonome.

    Inoltre, chi svolge mansioni gravose o usuranti oltre al canale di uscita specifico, o all’Ape sociale, ha ancora a disposizione il trattamento di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi di età, quindi con uno sconto di cinque mesi, ma con almeno 30 anni di contributi invece di 20. Tuttavia le agevolazioni riguardanti le attività più faticose sono limitate nella fruizione per la difficoltà di maturare e dimostrare il possesso dei requisiti specifici.

    Quota 100 e finestre

    Resta in vigore l’articolato sistema di finestre mobili, in alcuni casi esistente da tempo, in altri introdotto sempre dal decreto 4/2019, che da un lato ha cercato di smussare alcune rigidità della riforma del 2011 e, dall’altro, ha utilizzato lo strumento delle finestre per ridurre l’impatto iniziale di tale operazione sui conti pubblici.

    È l’ultimo anno di Quota 100, salvo ripensamenti del Governo entro il prossimo mese di dicembre. Questa pensione anticipata, il cui debutto ha suscitato ampio dibattito a suo tempo, nei fatti ha riscosso meno successo del previsto. Le persone che lo hanno utilizzato nel primo biennio sono circa la metà di quanto ipotizzato (circa 150mila all’anno).

    Ma la sua conclusione crea uno scalino di cinque anni: chi quest’anno non può o non vuole sfruttare l’occasione, e pensionarsi a partire da 62 anni, dal 2022 dovrebbe attendere di arrivare a 67 anni o raggiungere i 42 anni e 10 mesi di contributi (rispetto ai 38 sufficienti per Quota 100).

    Requisiti del contributivo

    Restano sempre disponibili, e invariate nei requisiti rispetto all’anno scorso, altre opzioni: il pensionamento a 64 anni con il metodo contributivo, o quello a 71 anni, sempre con il metodo contributivo, se non si raggiunge il requisito di importo dell’assegno per accedere prima alla pensione. Si tratta di due strumenti più teorici che reali in quanto i lavoratori nati contributivi puri non sono ancora giunti a pensione.

    Poco usata anche la totalizzazione (che consente di sommare i contributi versati in più gestioni) in quanto il cumulo risulta più vantaggioso ed è penalizzata da finestre mobili di ben 18 e 21 mesi.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    REQUISITO 67 ANNI

    I nati nel 1954 maturano l’assegno di vecchiaia

    di Matteo Prioschi

    Con il requisito anagrafico di almeno 67 anni di età, la pensione di vecchiaia è probabilmente quella che appare più lontana da raggiungere, nonostante la vita media degli italiani si sia allungata nel corso degli anni. Il requisito di accesso non è cambiato rispetto allo scorso biennio e rimarrà invariato l’anno prossimo. A tale severità sul fronte anagrafico, è abbinato un requisito contributivo piuttosto facile, pari a 20 anni. Quindi alla pensione di vecchiaia in linea generale si accede con almeno 67 anni di età e 20 anni di contributi, inclusi quelli figurativi (o 15 se versati tutti entro il 1992). Ciò significa che quest’anno vi arrivano i nati nel 1954, che nella maggior parte dei casi avranno la pensione calcolata con il sistema ex retributivo o quello misto (per saperne di più si veda alle pagine 60-62), in quanto hanno iniziato a lavorare già negli anni ‘70.

    Contributivi puri

    Tuttavia gli stessi requisiti contributivi e anagrafici valgono anche per chi è soggetto al sistema contributivo puro, che si applica a chi ha incominciato a versare i contributi dal 1996. Situazione in cui, ad esempio, si troverebbe concretamente oggi un sessantasettenne che ha iniziato a lavorare dopo i 42 anni di età, poco probabile ma possibile. In tal caso, però, per accedere alla pensione è necessario anche che l’importo mensile lordo della stessa sia pari almeno a 1,5 volte quello dell’assegno sociale e quindi poco meno di 690 euro.

    Le attività gravose

    Sono considerati addetti a lavori gravosi:

    • gli operai dell’indistruai estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici:

    • i conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;

    • i conciatori di pellicce;

    • i conduttori di convogli ferroviari e il personale viaggiante;

    • i conduttori di mezzi pesanti e camion;

    • il personale delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;

    • gli addetti all’assistenza di persone in condizioni di non autosufficienza;

    • gli insegnanti della scuola dell’infanzia e gli educatori degli asili nido;

    • i facchini addetti allo spostamento di merci e assimilati;

    • il personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;

    • gli operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti;

    • gli operati dell’agricoltura, della zootecnia e della pesca;

    • i pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare, dipendenti o soci di cooperative;

    • i lavoratori del settore siderurgico di prima e sconda fusione e lavoratori del vetro addetti ad attività ad alte temperature;

    • i marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e in acque interne.

    In mancanza di tale requisito, la pensione scatterà successivamente al raggiungimento dello stesso (perché nel frattempo si continuano a versare contributi o perché aumentando l’età viene applicato un coefficiente di conversione del montante contributivo più favorevole), o alla peggio a 71 anni indipendentemente dall’importo, purché con almeno cinque anni di contributi.

    Le attività usuranti

    Le attività particolarmente faticose e pesanti, dette anche usuranti, in base al Dlgs 67/2011,sono:

    • lavori in galleria, cava o miniera;

    • lavori in cassoni ad aria compressa;

    • lavori svolti dai palombari;

    • lavori ad alte temperature;

    • lavorazione del vetro cavo;

    • lavori in spazi ristretti;

    • lavori di asportazione dell’amianto;

    • lavori in catena di montaggio;

    • guida di veicoli con capienza non inferiore a 9 posti compreso il conducente, adibiti a servizi pubblici di trasporto;

    • lavori notturni a turni e quelli svolti per almeno tre ore nell’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino, per periodi pari all’intero anno

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