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economia e politica agraria

Biomasse vegetali:
i possibili processi
di conversione energetica
Giovanni Candolo

L’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili assumerà un’importanza non indif- in breve


ferente nel contesto energetico futuro.
La produzione di energia partendo da biomasse di origine vegetale diventerà
• La produzione di
indubbiamente una notevole opportunità di reddito per il mondo agricolo.
energia elettrica
In questa breve nota vengono pertanto illustrati i processi di conversione partendo dal biogas è
energetica che possono essere utilizzati partendo da prodotti di origine agri- attualmente il processo
cola, alcuni di questi sono peraltro già adottabili su scala industriale. economicamente più
conveniente;
La materia organica vegetale è prodotta L’Italia si è impegnata a contribuire alla
per effetto del processo di fotosintesi riduzione delle emissioni di CO2 nell’at- • la produzione di
clorofilliana, che grazie all’apporto del- mosfera (-6.5% di emissioni nel 2012 biocarburanti è limitata
l’energia del sole consente di trasformare rispetto a quelle del 1990) firmando il da un quadro normativo
semplici elementi minerali in complesse noto accordo di Kyoto. In questo contesto penalizzante.
molecole organiche. la produzione di energia da colture dedi-
La biomassa vegetale assorbe CO2 (bios- cate assume un ruolo strategico.
sido di carbonio o anidride carbonica) Le strade per produrre questa energia
dall’atmosfera durante la crescita e la passano attraverso differenti modalità di
restituisce durante la combustione. conversione, che vengono in seguito bre-
Il bilancio della CO2 di questi processi è vemente illustrate. In questa sede non è
pertanto nullo, e quindi non contribuisce possibile entrare nel dettaglio dei singoli
all’effetto serra. Per questo motivo l’ener- processi, ma si vuole fornire un quadro
gia prodotta da fonti vegetali diventerà dello stato dell’arte, seppur a livello
probabilmente una porzione significativa divulgativo.
del totale dell’energia prodotta da fonti
rinnovabili.

Impianto per la produzione


di biogas. In primo piano
il serbatoio ove avviene la
digestione anaerobica.

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È da sottolineare che per biomasse si Questi ultimi attualmente per poter esse-
intende qualsiasi materiale che ha matri- re utilizzati in impianti di conversione
ce organica, ad esempio anche i rifiuti elettrica o meccanica sono sottoposti a
urbani sono biomassa. Per questo motivo tassazione, ciò ne ostacola l’utilizzo.
si preferisce parlare di biomasse vegetali,
circoscrivendo così l’origine degli stessi I processi di trasformazione dell’energia
al mondo vegetale. posseduta dalle biomasse vegetali posso-
Un’ulteriore aspetto che può rendere no essere raggruppati in 3 grandi gruppi
competitiva la produzione di energia da (fig. 1) rappresentanti conversioni di
biomasse vegetali è il quadro normativo tipo:
di riferimento, che se per la produzione • termochimico,
di energia elettrica è definito, non lo è • biologico,
altrettanto per l’impiego dei biocombu- • fisico.
stibili (bioolio, bioalcool, ecc.).

BIOMASSA VEGETALE

Conversione Conversione Conversione


termochimica biologica fisica

Combustione Pirolisi Gassificazione Fermentazione Digestione Spremitura

Calore Bioolio Gas Etanolo Gas Olio


Carbone combustibile combustibile combustibile
gas

Fig. 1
L’energia contenuta nelle biomasse vegetali può essere convertita adottando processi termochimici, biologici o fisici. Il risultato finale,
a parte che per la combustione diretta, è un prodotto ad alta densità energetica, utilizzabile con maggior facilità e flessibilità in sucessi-
vi dispositivi di conversione energetica.

Conversione La conversione termochimica dell’ener-


gia presente nelle biomasse vegetali può
viene ottenuta essiccando i prodotti al
sole. Ad esempio l’energia prodotta dalla
termochimica essere ottenuta con diversi processi, quali combustione di 1 kg di legno secco è di
la combustione, la pirolisi e la gassifica- circa 1.25X107 J. Se partiamo però da un
zione. prodotto con il 10% di materia secca,
possiamo stimare che per far evaporare 9
La combustione (fig. 2) è il processo più kg di acqua necessitiamo di circa 2.2X107
tradizionale, per essere efficiente richie- J, da ciò si deduce che il processo di
de la riduzione del contenuto d’acqua combustione è utilizzabile solamente se
della biomassa, riduzione che in genere partiamo da prodotti aventi il più basso
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Riduzione Energia elettrica


contenuto teleriscaldamento
Combustione acqua calda
umidità
industria

Biomasse
lignocellulosiche

Calore
Combustione riscaldamento
Pelletizzazione caldaie acqua calda
domestiche

Fig. 2
Il processo di combustione per essere efficiente richiede un materiale di partenza a bassa umidità.
Pertanto le biomasse vegetali (cippato, residui vegetali) che inizialmente presentano il 60-70% di
umidità vanno portate al 10-12% di umidità. Si ottiene così un prodotto a più alta densità energetica.
La pellettizzazione, ovvero il processo di compressione e spremitura meccanica consente di ottenere un
prodotto a peso specifico più elevato (0.8 kg/dm3) e con umidità del 10-12%. Tale prodotto può essere
utilizzato in caldaie di piccola taglia per uso domestico.

grado di umidità possibile, e comunque un potere calorifico basso, dovuto essen-


l’essicazione deve avvenire attraverso zialmente ad un contenuto di umidità
l’azione del sole, che rende il processo elevato.
economicamente conveniente. Gli impianti di cogenerazione per poter
La combustione è da un punto di vista ottenere rendimenti vicini al 25% devono
termodinamico, un processo di conversio- essere medio-grandi, cioè avere circa 10
ne dell’energia chimica del combustibile MW di potenza elettrica. Per generare
(biomasse) in calore. tali potenze le quantità di biomasse da
Il calore si genera grazie alla reazione di bruciare diventano considerevoli, renden-
ossidazione del carbonio in presenza di do necessari complessi e costosi sistemi
sufficiente ossigeno secondo la reazione: di abbattimento delle sostanze tossiche
C+O2 ➝ CO2 + calore presenti nei fumi.
In Italia esistono circa 40 grossi impianti In definitiva gli impianti che producono
per la produzione di energia dalla com- energia utilizzando la combustione delle
bustione di biomasse, generalmente resi- biomasse vegetali possono interessare
dui della lavorazione del legno, per una prevalentemente le piccole utenze dome-
potenza elettrica totale di circa 330 MW. stiche.
Tali impianti sono di tipo cogenerativo, In effetti il mercato rende già disponibili
nel senso che l’energia finale è data da caldaie che possono essere alimentate a
calore ed energia elettrica. Parte del calo- legna, a cippato di legna, a granella di
re prodotto viene infatti utilizzato per mais, a pellet, che consentono di prov-
produrre vapore che serve ad alimentare vedere alle necessità di riscaldamento e
delle turbine collegate a dei generatori produzione di acqua calda sanitaria.
elettrici. La parte di calore rimanente può
essere impiegata per utenze industriali o La pirolisi (fig. 3) è un processo di
residenziali. conversione termochimica della materia
L’efficienza di tali impianti è dell’ordine organica, chiamata anche distillazione a
del 20-25 %, quindi piuttosto modesta. secco, che si basa sulla trasformazione
Tale rendimento si può abbassare ulte- della biomassa ad opera del calore, in
riormente se la biomassa di partenza ha forte carenza di ossigeno. In pratica la

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Biomasse
lignocellulosiche PIROLISI

Pirolisi Lenta
(produce più solidi) Bio olio

Riduzione
contenuto Pirolisi Veloce
umidità (produce più gas) Gas combustibile

Pirolisi Flash Carbone


(produce più liquidi)

Fig. 3
La pirolisi è un processo che seppur in fase sperimentale, consente di ottenere dalla biomassa iniziale,
sottoposta ad alte temperature (da 500 a 700 °C) in assenza di ossigeno, un mix di gas, olio combustibile
e carbone le cui frazioni dipendono dai parametri di processo. L’obiettivo è quello di trasformare più
della metà della biomassa ligno-celllulosica in un bioolio ad alto potere calorifico.

pirolisi si può applicare a qualsiasi mate- La flash pirolisi è il processo più promet-
riale organico purché a basso contenuto tente, in quanto consente di trasformare
di acqua (< 15%). Il materiale viene por- la biomassa in un prodotto liquido chia-
tato a temperature comprese tra i 200 e mato bioolio o raw tar, ad elevato conte-
i 700 °C, talvolta immettendo opportune nuto energetico, facilmente trasportabile
quantità di ossigeno che consentono l’in- e conservabile per lungo tempo senza
nesco di una parziale combustione che problemi di degradazione.
porta ad un’aumento della temperatura. Allo studio della pirolisi vengono desti-
Come prodotto finale si ottengono pro- nate ingenti risorse in tutto il mondo,
dotti gassosi, liquidi e solidi in percentua- attualmente tale processo è ancora in
le dipendente dai parametri di reazione. una fase sperimentale.
La ricerca in merito ha portato a svilup-
pare tre tipi di pirolisi: La gassificazione è un processo fisico
• pirolisi lenta, ottenuta con temperature chimico per mezzo del quale si trasforma
minori di 600 °C, e lungo periodo di per- un combustibile solido (legno, biomasse
manenza a tali temperature; il prodotto vegetali in genere) in un combustibile
principale ottenuto è un carbone da gassoso.
legna che rappresenta circa il 30% della Il processo consiste in una ossidazione
sostanza secca iniziale; incompleta dei composti carboniosi por-
• pirolisi veloce, ottenuta con tempera- tati ad elevata temperatura (circa 1000
ture tra i 500 e 650 °C: si ottengono °C) in ambiente carente di ossigeno.
prodotti gassosi che raggiungono l’80% Il gas ottenuto, chiamato syngas, può
del peso iniziale; essere utilizzato direttamente per ali-
• flash pirolisi, condotta con temperature mentare motori a combustione interna
sui 650 °C e tempi di permanenza molto utilizzabili per la produzione di energia
ridotti a tali temperature, inferiori ad 1 elettrica. Il syngas è una miscela di azoto,
secondo; consente di ottenere un 60% metano, idrogeno, monossido di carbonio
di prodotti liquidi. ed altri gas.
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Il rendimento dei gassificatori per la pro- La gassificazione delle biomasse legnose
duzione di energia elettrica è dell’ordine può costituire inoltre una straordinaria
del 30-35%, valori nettamente superiori opportunità per ottenere a costi relativa-
agli impianti a combustione. mente bassi idrogeno, da utilizzare, per
La maggior complessità impiantistica, esempio, nelle celle a combustibile.
unita ad alcune problematiche non anco- In Italia si stanno facendo sperimentazioni
ra risolte relative alla depurazione del in merito, utilizzando un’impianto pilota
syngas, relega tale processo alla fase di che gassifica lolla di riso e residui legnosi.
impianti pilota.

La conversione attraverso processi bio-


chimici dell’energia delle biomasse vege-
La produzione di etanolo partendo da
biomasse ad alto contenuto di zuccheri
Conversione
tali è sicuramente la via più conosciuta e è ampiamente collaudata, in Brasile la biologica
collaudata anche in impianti industriali fermentazione della canna da zucchero
di trasformazione energetica. permette di ottenere etanolo ad un costo
Essenzialmente i metodi di conversione competitivo con quello della benzina.
biologica possono essere suddivisi in due In Italia sono state effettuate esperienze
processi: con la barbabietola da zucchero, con
• fermentazione alcolica, costi di trasformazione antieconomici.
• digestione anaerobica. In molte piante le molecole di glucosio
sono presenti in forme polimere, sotto
La fermentazione (fig. 4) alcolica è il forma di amido e cellulosa, con struttura
processo di trasformazione biochimica generale (C6H10O5)n.
per mezzo del quale gli zuccheri sono Gli amidi e l’emicellulosa possono essere
trasformati in alcool etilico secondo la convertiti in glucosio attraverso processi
reazione: C6H12O6 ➝ 2C2H5OH + 2CO2 di idrolisi.

Materiali zuccherini:
Canna da zucchero Pretrattamento
Sorgo zuccherino
barbabietola

Fermentazione Distillazione

Saccarificazione Alcool etilico

Materiali amidacei:
Granella di mais
Granella di sorgo
Granella di grano Pretrattamento

Fig. 4
La produzione di etanolo attraverso la fermentazione può partire da materiali ad alto contenuto
zuccherino od amidaceo. I materiali agricoli più usati sono la canna da zucchero (Brasile) e la granella
di mais. L’amido contenuto nella granella deve essere trasformato in zuccheri attraverso reazioni
enzimatiche. Il risultato finale della fermentazione è un misto di acqua e alcool che deve essere separato
attraverso la distillazione. Questo processo rende il bilancio energetico negativo.

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L’idrolisi della cellulosa attraverso l’uso un motore endotermico collegato ad un
di acidi è stato utilizzato in Germania generatore elettrico.
durante la seconda guerra mondiale, con L’energia elettrica prodotta viene diret-
costi tuttavia molto elevati. tamente immessa nella rete distributiva,
Attualmente sono stati sviluppati metodi e venduta a prezzo remunerativo (certi-
alternativi di idrolisi, che si avvalgono ficato verde) in quanto ottenuta da fonte
degli enzimi prodotti da batteri (genere energetica rinnovabile.
Trichoderma) o lieviti (Sporotrichum pol- La biomassa più utilizzata è l’insilato di
virulentum). mais, da 1 t di silomais digerito si otten-
Negli Stati Uniti tali processi sono utiliz- gono circa 10 m3 di metano.
zati per produrre etanolo dalla granella La componente digerita residua è utiliz-
di mais. zabile come concime. Tali impianti sono
In Cina il materiale di partenza utilizzato molto diffusi nel nord Europa.
è la granella di sorgo. Per ottimizzare il rendimento dell’impian-
Il bioetanolo è il biocombustibile liquido to è conveniente disporre di utilizzatori
più diffuso nel mondo, con 18 milioni di del calore prodotto, in quanto per ogni
tonnellate prodotte nel 2004. kWh elettrico si produce circa 1 kWh
sotto forma di energia termica.
La digestione anaerobica (fig. 5) è un Per alimentare un impianto a biogas aven-
processo di conversione operato da bat- te 1 MW di potenza elettrica sono neces-
teri che partendo da biomasse ricche in sari circa 300 ettari di insilato di mais.
cellulosa permette di ottenere un bio- Tali impianti sono relativamente semplici
gas contenente circa il 65% di metano. e non richiedono personale specializzato
Tale gas viene utilizzato per alimentare per assicurarne il funzionamento.

BIOMASSA
Decomposizione
microbica in materiali Materiale Proteine Lignina Lipidi
idrosolubili cellulosico

Composti Grassi
Glucosio Amminoacidi aromatici a catena lunga

Decomposizione
batterica batteri acidofili

Acido acetico
Decomposizione Acido formico
batterica (in anaerobiosi)
batteri metanofili

Metano (CH4) + biossido di carbonio (CO2)

Fig. 5
La digestione delle biomasse per la produzione di biogas si può suddividere in 3 fasi, la prima operata da microrganismi che idrolizzano
rendendolo solubile, il materiale ligno-cellulosico di partenza. La seconda fase, operata sempre da microrganismi acidofili, consiste in
una ulteriore demolizione dei materiali (deidrogenazione, carbossilazione) fino ad arrivare ad una prevalenza di acido acetico. Per ultima
si ha la produzione di biogas.
La presenza di azoto è necessaria per le reazioni, l’aggiunta di liquame alla biomassa stabilizza ed ottimizza la produzione di biogas. In
Europa sono funzionanti più di 2000 impianti per la produzione di biogas. La biomassa più utilizzata sono i liquami zootecnici anche
miscelati con insilato di mais. Il biogas viene utilizzato per la produzione di energia elettrica.

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La conversione fisica è essenzialmente
un processo di spremitura meccanica di
Tale processo prende il nome di tran-
sesterificazione e porta alla produzione Conversione
granella ad alto contenuto di olio (gira- di estere metilico (biodisel) e glicerina. fisica
sole colza, soia). La glicerina ottenuta viene utilizzata in
Il risultato finale della spremitura è un campo cosmetico, il biodisel è utilizzabile
olio combustibile e dei pannelli proteici come il normale gasolio.
contenenti una percentuale di olio (max In Italia la quota massima di biodisel
10%) utilizzabili dall’industria mangimi- defiscalizzato è fissata in 200.000 t/anno,
stica. Indicativamente le produzioni di ed è stata ridotta rispetto alle 300.000
olio ottenibili sono elencate in tab. 1. t/anno consentite nelle annate passate.
L’olio vegetale così ottenuto, che è una L’imposta sulla fabbricazione dei com-
miscela di esteri metilici degli acidi grassi, bustibili, la cosiddetta accisa, se ridotta
può essere utilizzato direttamente come porterebbe indubbiamente ad un notevole
carburante per motori diesel leggermente aumento della produzione di biocarbu-
modificati, o essere trattato chimicamen- ranti.
te per renderlo simile al gasolio.

umidità
resa granella commerciale olio proteine olio
t/ha % % % t/ha

soia 3,5 14 18-20 32-33 0,665 Tab. 1


Rese indicative in olio
girasole 3 9 42-45 15-16 1,290 delle principali oleaginose
coltivabili nel nord Italia
colza 2,8 9 35-40 20-22 1,036 utilizzabili per la produ-
zione di biocarburanti.

Fig. 6
Il motore a biogas e
relativa strumentazione
di controllo negli attuali
impianti sono raggruppati
in un container per
semplificarne la gestione
(Haase Energietecknik
Gruppe).

Un produttore di energia elettrica deri-


vante da fonti rinnovabili (es. da biogas
Ogni MWh prodotto da fonte energetica
rinnovabile ha diritto ad 1 certificato
Il quadro
alimentante un generatore elettrico) ha verde. Il prezzo di vendita del MWh è fis- legislativo
diritto ad un incentivazione, chiamata
certificato verde, emessa dal Gestore
sato in base a fasce tariffarie che tengono
conto dell’orario di immissione dell’ener-
attuale
della Rete di Trasmissione Nazionale. gia nella rete.

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Il certificato verde viene rilasciato per i Per quanto riguarda la produzione di
primi otto anni di esercizio dell’impianto. bioetanolo e di biodisel vengono fissate
I grossi produttori di energia elettrica delle quote defiscalizzate che vengono
hanno l’obbligo di produrre una quota assegnate agli operatori che dispongono
di energia derivante da fonti energeti- di impianti per la produzione e miscela-
che rinnovabili. Tale quota è pari al 2% zione di tali prodotti. Le quote defiscaliz-
dell’energia elettrica prodotta o impor- zate assegnate fino al 2007 non consen-
tata da fonte non rinnovabile nell’anno tono di prevedere incrementi produttivi
precedente, eccedente i 100 GWh/anno. di tali biocombustibili. L’utilizzo di olio
L’obbligo di immettere in rete ener- vegetale non esterificato come combu-
gia prodotta da fonti rinnovabili si può stibile, attualmente non è regolamentato
assolvere anche comperando i certificati da norme ufficiali.
verdi di altri soggetti. Se, come già ricordato, venisse operata
Si viene quindi a creare un mercato dei una riduzione delle accise sui biocarbu-
certificati verdi, ad esempio nel 2004 il ranti, limitata a quelli originati da pro-
valore medio di un certificato verde è duzioni nazionali, si darebbe un impulso
stato di 116,77 €/MWh (11,677 €cent/ al settore delle energie rinnovabili ed
kWh). all’agricoltura nel suo complesso.

FONTE numero Potenza Producibilità


(MW) (GWh)
Idrica 296 2678 1384
Geotermica 9 280 637
Eolica 34 226 510
Prod. Vegetali o rifiuti 90 563 1587
Fotovoltaica 4 1 1

Tab. 2
Energia elettrica prodotta da impianti qualificati IAFR (Impianti Alimentati da Fonti Rinnovabili) nel
2004. Fonte GRTN. L’energia prodotta (producibilità) ha diritto al rilascio dei Certificati Verdi.
A titolo comparativo, i consumi annui di energia elettrica in Italia ammontano a circa 300.000 GWh.
Non tutti gli impianti sono certificati IAFR, ad esempio, l’energia idroelettrica totale prodotta nel
2004 è stata di circa 37.000 GWh.

Unità
Grandezza di misura Spiegazioni
energetiche
Joule, unità di misura dell’energia stabilita
J dal Sistema Internazionale di misura.
1 J = 0,239 calorie
Energia Caloria, ancora usata per misurare l’energia,
Cal 1 cal = 4,187 J
Wattora, corrisponde alla potenza di 1 Watt
Wh assorbita per un’ora. 1 Wh = 3600 cal
W Watt: 1 W = 1 J/secondo
Potenza
CV Cavallo: 1 CV = 0,73 kW
I multipli delle unità di misura possono essere indicati con:
k = 1.000 volte (X103) esempi:
Tab. 3 M = 1.000.000 volte (X106) kWh = 1000 Wh
G = 1.000.000.000 volte (X109) MWh = 1000 kWh
Glossario unità di misura
energetiche. T = 1.000.000.000.000 (X1012) GWh = 1000 MWh

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