Introduzione. L’esempio più semplice di equazione differenziale è fornito dal problema dell’integrazione
indefinita: data una funzione f (x) continua in un intervallo I, determinare tutte le funzioni
y ∈ C 1 (I) tali che
d
[ye−ax ] = 0
dx
1
che si risolve immediatamente: una funzione ha derivata nulla in un intervallo se e soltanto se è
costante. Quindi dobbiamo avere ye−ax = C, con C ∈ R costante, e
APPLICAZIONI.
L’equazione (4), seppur semplicissima, si incontra in molte situazioni concrete. Consideriamo
un primo esempio. Un punto materiale di massa m si muove lungo l’asse delle x soggetto solo
a una forza resistente (attrito), direttamente proporzionale alla velocità. Tale problema porta
alla seguente equazione:
dv
m = −kv. (7)
dt
L’equazione (7) segue dal secondo principio della dinamica. Infatti, il primo membro è il prodotto
della massa per l’accelerazione dvdt , mentre il secondo membro rappresenta la forza d’attrito: k
è una costante positiva, e il segno meno è giustificato dal fatto che l’attrito ha verso contrario
alla velocità. Quindi la componente lungo l’asse x è negativa se v è positiva, mentre è positiva
se v è negativa. Da (6) ricaviamo subito la soluzione generale di (7):
v(t) = Ce− m t .
k
dove v0 è la velocità iniziale del punto materiale. La soluzione è unica ed è data da: v(t) =
v0 e− m t ; il valore della costante C si ricava imponendo v(0) = v0 , che porta appunto a C = v0 .
k
Altri due esempi in cui si incontra la (4) sono i seguenti. In fisica, si dimostra che il decadi-
mento radioattivo è descritto dalla seguente equazione: dm dt = −λm, dove m è la massa, t il
tempo e λ > 0 la costante di decadimento; rimandiamo a un buon testo di fisica per la sua
descrizione dettagliata. Se m0 è la massa al tempo t = 0, la soluzione del problema di Cauchy
dm
dt = −λm
m(0) = m0 ,
2
reali. La costante r > 0 rappresenta il tasso di crescia per individuo e quindi l’equazione asserisce
che il tasso di crescita dN
dt è proporzionale al numero di individui N (t). Se N0 rappresenta il
numero di individui al tempo t = 0, la soluzione del problema di Cauchy
dN
dt = rN
N (0) = N0 ,
è N (t) = N0 ert . Quindi in questo modello la popolazione cresce in modo esponenziale, cosa che
può accadere solo in brevi periodi di tempo. Più avanti esamineremo un modello matematico
che pone un freno alla crescita esponenziale.
In base al secondo principio della dinamica, il moto di un punto materiale che si muove lungo
l’asse x soggetto a una forza F può essere descritto dal problema di Cauchy
mẍ = F (t, x(t), ẋ(t))
x(0) = x0 ,
ẋ(0) = v0 ,
Nei prossimi paragrafi, senza delineare una teoria generale delle equazioni differenziali ordinarie,
discuteremo i metodi risolutivi per alcune classi di equazioni che hanno immediata applicazione
in una grandissima varietà di problemi teorici e applicativi.
Equazioni lineari del primo ordine. Supponiamo che a(x) e f (x) siano funzioni continue in
un intervallo I. L’equazione
y(x) = Ce−A(x) , C ∈ R,
dove A(x) è una qualunque primitiva di a(x).
Dimostrazione. Si tratta di una immediata generalizzazione del metodo del fattore integrante
già usato per (4). Moltiplicando y ′ + a(x)y = 0 per la funzione mai nulla eA(x) , e tenendo conto
del fatto che A′ = a e quindi dx
d
[yeA(x) ] = y ′ eA(x) + ya(x)eA(x) , otteniamo l’equazione equivalente
3
d
[yeA(x) ] = 0.
dx
Quindi l’integrale generale è y(x)eA(x) = C, ovvero y(x) = Ce−A(x) , C ∈ R.
ESEMPI
1)Come
R primo
R esempio, 2risolviamo la semplice equazione y ′ + 2xy = 0. Abbiamo a(x) = 2x,
a(x)dx = 2xdx = x + C e prendiamo A(x) = x . Quindi e−A(x) = e−x e la soluzione
2 2
R
2) Risolviamo l’equazione y ′ + x1 y = 0. Ora a(x) = x1 , A(x) = x1 dx = log|x| + C e la soluzione
generale è: y(x) = Ce− log|x| = Cx , C ∈ R. Il modulo possiamo toglierlo perché l’equazione si
studia per x > 0 o per x < 0 e nel secondo semipiano |x| 1
= − x1 e il segno meno può essere
inglobato nella costante arbitraria C.
Se in (10) la f non è identicamente nulla, allora l’equazione viene detta non omogenea, o
completa. L’equazione omogenea associata è y ′ (x) + a(x)y(x) = 0.
Dimostrazione. Useremo il metodo della variazione della costante arbitraria, che è anche il
metodo pratico più consigliato per la risoluzione delle equazioni lineari del primo ordine. Cer-
chiamo una soluzione di (10) nella forma
4
Osserviamo che l’integrale generale dell’equazione non omogenea è costituito dalla somma
di due termini
v0 (x)e−A(x) + Ce−A(x) .
soluzione particolare integrale generale
dell’equazione completa dell’omogenea associata
ESERCIZI SVOLTI
1) Consideriamo l’equazione
1
y′ − y = 2x2 + x. (13)
x
Abbiamo a(x) = − x1 , quindi possiamo prendere A(x) = − log|x| e si ha e−A(x) = elog|x| = |x|.
Cerchiamo le soluzioni di (13) nella forma y(x) = v(x)x (per x < 0, abbiamo |x| = −x, ma
il segno meno possiamo assorbirlo nell’incognita v(x); l’equazione si studia separatamente per
x > 0 e x < 0). Si ha y ′ = v + xv ′ e quindi il primo membro di (13) vale:
1 1
y′ − y = v + xv ′ − xv = xv ′ .
x x
Allora (13) diventa xv ′ (v) = x+2x2 , che possiamo scrivere nella forma v ′ = 1+2x, determinando
immediatamente le sue soluzioni: v(x) = x + x2 + C, C ∈ R. Quindi l’integrale generale di (13)
è: y(x) = Cx + x2 + x3 , C ∈ R. Consideriamo anche il seguente problema di Cauchy:
′ 1
y − x y = 2x2 + x
y(1) = 3.
Per risolverlo basta imporre all’integrale generale la condizione iniziale y(1) = 3 (cioè porre y = 3
e x = 1), trovando 3 = C · 1 + 12 + 13 , cioè C = 1, e quindi l’unica soluzione è y(x) = x + x2 + x3 .
Z Z p
x 1 d(1 + x2 ) 1
A(x) = − dx = − = − log(1 + x 2
) + C = − log 1 + x2 + C.
1 + x2 2 1 + x2 2
√ −A(x) =
√
√ − log 1 + x e quindi e
Prendiamo A(x) = 2 1 + x2 . Cerchiamo la soluzione nella
forma y(x) = v(x) 1 + x2 per cui
p x
y ′ (x) = 1 + x2 v ′ + √ v
1 + x2
e quindi l’equazione diventa
p x p x
1 + x2 v ′ + √ v = v 1 + x2 +x
1+x 2 1 + x2
cioè v ′ (x) = √ x
1+x2
da cui integrando
Z Z p
x 1 1 1
v(x) = √ dx = (1 + x2 )−1/2 d(1 + x2 ) = (1 + x2 )1−1/2 + C = 1 + x2 + C
1+x2 2 2 1 − 1/2
5
e l’integrale generale è
p p p
y(x) = 1 + x2 1 + x2 + C = 1 + x2 + C 1 + x2 , C ∈ R.
6
Equazioni a variabili separabili. Supponiamo che f (x) e g(y) siano due funzioni continue,
f definita nell’intervallo I (dell’asse x) e g definita nell’intervallo J (dell’asse y). L’equazione
y ′ = f (x)g(y) (15)
è detta equazione a variabili separabili, è uno degli esempi piú semplici equzione non lineare ed è
del primo ordine. Infatti, la funzione g(y) è arbitraria: possiamo avere, ad esempio, g(y) = y 2 o
g(y) = log y. Ricadiamo nel caso lineare solo se g è lineare g(y) = y + b (ritroviamo un’equzione
lineare del primo ordine).
Esaminiamo ora il procedimento risolutivo di (15). Per prima cosa osserviamo che se per
y ∈ J si ha g(y) = 0, allora la funzione costante y ≡ y è una soluzione di (15). Infatti, in tal caso
il primo membro di (15) è nullo perché la derivata di una costante è nulla, mentre il secondo
membro è nullo perché si annulla la g. Le soluzioni di questo tipo sono dette soluzioni costanti, o
singolari. Ora esaminiamo il caso generale. Cerchiamo le soluzioni per cui g(y(x)) ̸= 0: i valori
y(x) appartengono a un intervallo J0 ⊆ J in cui g non si annulla mai (e potrebbe anche essere
J0 ≡ J). Possiamo riscrivere la (15) nella forma:
y ′ (x)
= f (x),
g[y(x)]
e poi integrare membro a membro:
Z Z
y ′ (x)
dx = f (x)dx. (16)
g[y(x)]
1
Se G(y) è una primitiva di g(y) , allora l’integrale a primo membro vale G[y(x)] + C (regola di
′
integrazione per sostituzione, ovvero dx d
G[y(x)] = G′ [y(x)]y ′ (x) = g[y(x)]
y (x)
), mentre se F (x) è una
primitiva di f (x) allora l’integrale a secondo membro vale F (x) + C. Quindi (15) equivale a
7
si calcolano entambi gli integrali e si esplicita (se possibile) rispetto alla y.
ESERCIZI
L’equazione non possiede soluzioni costanti: −2y non si annulla mai (si ha poi f (x) =
R 2y g(y)
R =e
log x). Separando le variabili, si trova e dy = log xdx, da cui si ricava 12 e2y = x log x − x + c.
Imponendo la condizione iniziale y(1) = 3, otteniamo c = 1 + 12 e6 , e quindi la soluzione è:
1
y(x) = log 2x log x − 2x + 2 + e6 .
2
2) Risolviamo il seguente problema di Cauchy:
′
y = 2x(y 2 − 1)
y(0) = 1.
8
e dalla condizione di Cauchy segue che 1 = − C1 , cioè C = −1 e la soluzione del problema di
1
Cauchy è: y(x) = 1−x .
OSSERVAZIONI
Questo semplice esercizio ci permette di fare due osservazioni importanti.
a) La soluzione del problema di Cauchy è definita solo per (−∞, 1). Infatti, la funzione ot-
tenuta è definita in (−∞, 1) ∪ (1, +∞) ma il problema di Cauchy è posto in 0 ∈ (−∞, 1) e
1
limx→1− 1−x = +∞. In altri termini, le soluzioni dei problemi di Cauchy si studiano solo su
intervalli e se accade che la soluzione tende all’infinito in uno degli estremi ci si ferma li. Infatti,
se l’equazione descrive un qualche fenomeno (fisico, biologico, etc.) e la soluzione tende a infinito
allora qualche variabile esplode e non ha senso considerare quello che accade dopo.
1 λ
y(x) = − = .
x− 1
λ
1 − λx
9
6
y
y=− x1
r x
-
0
y=− x1
y(0) = 1.
√
Scriviamo√l’equazione nella forma y ′ = e3x e− y e osserviamo che non Rci √
sono soluzioni
R 3x costanti
perché e − y y
non si annulla mai. Separando le variabili, otteniamo e dy = e dx. Cal-
√
coliamo il primo integrale sostituendo t = y, da cui y = t2 , dy = 2tdt e poi integrando per
parti:
Z √ Z Z
√ √
e dy = e 2tdt = 2te − 2 et dt = 2tet − 2et + C = 2( y − 1)e y + C
y t t
R
mentre e3x dx = 13 e3x + C. Quindi uguagliando gli integrali calcolati abbiamo
√ √ 1
2( y − 1)e y = e3x + C
3
e imponendo la condizione iniziale troviamo che deve essere 0 = 1
3 + C, C = − 13 e la soluzione è
√ √ 1 3x
2( y − 1)e y = e −1 .
3
Però né l’integrale generale né la soluzione del problema di Cauchy si possono calcolare esplici-
tamente come funzioni y = y(x).
10
L’unica soluzione costante è y ≡ 0, che non soddisfa il problema di Cauchy. Scrivendo l’equazione
α
nella forma y ′ = − yx2 e separando le variabili, troviamo
Z Z
dy dx
α
= − .
y x2
Il primo membro vale (
Z y 1−α
−α +C
1−α per α ̸= 1
y dy =
log|y| + C per α = 1
R
il secondo − x−2 dx = 1
x + C. Quindi, per α ̸= 1 troviamo
y 1−α 1
= +C
1−α x
e imponendo la condizione iniziale 1
1−α = 1 + C, cioè C = 1
1−α −1= α
1−α da cui
1/(1−α)
y 1−α 1 α 1−α 1−α
= + , y 1−α = + α, y(x) = +α .
1−α x 1−α x x
Ora poniamo C = ±eC1 e facciamo due semplici osservazioni: C è un generico numero diverso
da zero ma, per C = 0, recuperiamo la soluzione y ≡ 0. Quindi scriviamo l’ultima espressione
trovata nella forma
y Ce−x
= Ce−x , y = (y + 1)Ce−x , y(1 − Ce−x ) = Ce−x , y(x) = , C ∈ R.
y+1 1 − Ce−x
11
L’ultima espressione trovata è l’integrale generale che contiene anche la soluzione costante y ≡ 0
(ma non y ≡ −1). Ora imponiamo la condizione di Cauchy: conviene farlo alla prima espressione
sopra che fornisce subito
y y=λ,x=0 λ
= Ce−x −→ =C
y+1 λ+1
e quindi la soluzione del problema di Cauchy è:
λ −x
λ+1 e λe−x
y(x) = , cioè y(x) = . (18)
1 λ −x
− λ+1 e λ + 1 − λe−x
Osserviamo ancora una volta che quella ottenuta è un’espressione alternativa dell’integrale gen-
erale che comprende entrambe le soluzioni costanti: y ≡ 0 per λ = 0 e y ≡ −1 per λ = −1 e in-
e−x
oltre λ è precisamente il valore inziale y(0) della y. Non contiene però la soluzione y(x) = 1−e −x ,
che si ottiene per C = 1 e che non interseca l’asse y (non risolve nessuno dei problemi di Cauchy
richiesti). Ora rispondiamo alla seconda domanda. Studiamo l’insieme di definizione di (18):
annullando il denominatore troviamo l’equazione
1
λ + 1 − λe−x = 0, e−x = 1 + (19)
λ
che ha una soluzione se e solo se
1 1+λ
1+ ≡ > 0, cioè per λ < −1 oppure λ > 0,
λ λ
ed è data da x = − log 1+λ
λ . Però a noi interessa determinare
per quali λ la soluzione di (19) non esiste e quindi la funzione (18) è definita su tutto l’asse
reale: questo accade per −1 ≤ λ ≤ 0;
per quali λ la soluzione di (19) esiste ma è strettamente negativa e quindi la funzione (18)
è definita in [0, +∞): questo accade quando nella (19) si ha e−x > 1 quindi
1 1
1+ > 1, cioè per > 0, ovvero λ > 0.
λ λ
In conclusione, la soluzione (18) del problema di Cauchy che stiamo studiando è definita in tutto
[0, +∞) se e soltanto se λ ≥ −1.
L’equazione logistica. Nel primo esempio, discutiamo una versione diversa del modello di
crescita di una popolazione isolata diverso dalla (9). Supponiamo che l’ambiente in cui cresce la
popolazione possa sostenere solo un numero di individui minore od uguale ad un valore K > 0
(capacità dell’ambiente). Se N > K allora il numero di individui deve diminuire. Si introduce
quindi l’equazione
dN N (t)
= rN (t) 1 − (20)
dt K
12
chiamata equazione logistica. In essa, oltre al termine rN (t) già in (9), è presente anche il fattore
1 − NK(t) che ha le seguenti proprietà:
N (t)
1− >0 se N (t) < K;
K (21)
N (t)
1− <0 se N (t) > K.
K
Visto che tale termine determina il segno del secondo membro di (20) (perché l’altro termine
N (t) è positivo), da (21) segue che
dN (t)
>0 se 0 < N (t) < K;
dt (22)
dN (t)
<0 se N (t) > K.
dt
In altri termini, se il numero di individui è inferiore alla capacità dell’ambiente, allora N (t) ha
derivata positiva e quindi cresce; se invece N (t) è più grande della capacità dell’ambiente, allora
N (t) ha derivata negativa e quindi decresce.
Passiamo ora a risolvere l’equazione. Osserviamo che essa ammette due soluzioni costanti:
N ≡ 0 ed N ≡ K. Scrivendo l’equazione nella forma dN dt = K N (K − N ) e separando le variabili
r
troviamo: Z Z
dN r
= dt. (23)
N (K − N ) K
1 1 1
Il metodo di decomposizione in fratti semplici fornisce l’identità N (K−N ) = N K + K(K−N ) (di
verifica immediata) e quindi
Z Z Z
dN 1 dN dN 1 1 1 1 N
= + = log N − log|K−N |+C =
log +C.
N (K − N ) K N K K −N K K K K −N
Integrando anche il secondo membro di (23) otteniamo
1 N
log = r t + C1
K K −N K
N
Calcolando l’esponenziale di ambo i membri, troviamo K−N = eC1 ert e togliendo il modulo
N
K−N = ±eC1 ert . Ora poniamo C = ±eC1 e questa è un’arbitraria costante non nulla. Ma per
C = 0 in
N
= Cert (24)
K −N
ritroviamo la soluzione N ≡ 0 e quindi ammettiamo anche C = 0, cioè C ∈ R. Da (24) ricaviamo
N = (K − N )Cert , quindi N (1 + Cert ) = KCert e infine l’integrale generale
KCert
N (t) = , C ∈ R. (25)
1 + Cert
Consideriamo adesso il problema di Cauchy
(
N (t)
dN
dt = rN (t) 1− K
N (0) = N0
13
dove N0 > 0 è il numero di individui al tempo t = 0. Imponendo N (0) = N0 nella (24) si trova
N0
che C = K−N 0
, e sostituendo tale valore in (25) si ricava la soluzione del problema di Cauchy:
KN0 ert
N (t) = . (26)
K − N0 + N0 ert
Osserviamo che il denominatore della funzione (26) si annulla quando
N0 − K K
ert = =1− .
N0 N0
Ma questa equazione non ha soluzioni t > 0 quando N0 > 0, perché per t > 0 si ha ert > 1 >
1 − NK0 . Quindi per N0 > 0 la soluzione è definita per ogni t > 0 e possiamo calcolare il limite:
KN0 KN0
lim N (t) = lim −rt
= = K.
t→+∞ t→+∞ (K − N0 )e + N0 N0
In altri termini, per qualunque valore positivo iniziale per la popolazione il valore tenderà alla
capacità dell’ambiente K.
Infine, studiamo il segno delle derivate di N . Quello della derivata prima è già dato in (22),
per cui N (t) è crescente quando 0 < N0 < K, costante quando N0 = K e decrescente per N0 >
K. Per calcolare la derivata seconda, scriviamo l’equazione (20) nella forma N ′ = rN − rN
2
K .
Derivando troviamo
r2N N ′ r2 N 2 r2 N 3 r2 N
N ′′ = rN ′ − = r2 N − 3 +2 2 = (K 2 − 3N K + 2N 2 ),
K K K K2
Ne deduciamo che N (t) è convessa negli intervalli in cui N (t) < K2 o N (t) > K, concava quando
K K
2 < N (t) < K e ha un flesso quando N (t) = 2 (il valore K è assunto solo dalla soluzione
costante). Quindi, se N0 > K la funzione N (t) è decrescente e tende a K, quindi si mantiene
maggiore di K ed è convessa. Se K2 ≤ N0 < K la funzione è crescente e tende a K, quindi si
mantiene compresa tra K2 e K ed è concava. Se 0 < N0 < K2 la funzione è crescente e tende
a K, quindi interseca la retta x = K2 dove ha un flesso, prima di intersecarla è convessa, poi
diventa concava. Nei grafici che seguono indichiamo il segno di N ′ ed N ′′ e il comportamento
di N (t) al variare di N0 .
14
6
x 6
x 6
x
N ′ (t)<0 N ′′ (t)>0
K r K r K r
N ′′ (t)<0
K
2
r K
2
r
N ′ (t)>0
N ′′ (t)>0
t
r r r -
0 0 0
Caduta libera con attrito quadratico. Nella seconda applicazione, consideriamo un oggetto
di massa m che cade soggetto alla forza peso e ad un attrito proporzionale al quadrato della
velocità. Quindi nell’equazione (14) avremo v 2 al posto di v ed essa diventa:
dv
m = −kv 2 + mg, (27)
dt
dove siqdeve supporre v ≥ 0. L’equazione algebrica −kv 2 + mg = 0 fornisce le soluzioni costanti
v = ± mg k , delle quali solo quella con il segno + ha significato fisico. Introduciamo quindi la
q
mg
costante V = k (la velocità limite). Dividendo (27) per m e mettendo la g in evidenza,
possiamo riscriverla nella forma
dv k 2
=g − v +1 , (28)
dt mg
v2
e quindi, utilizando la V , in modo più compatto: dv dt = g 1 − V2
. Separando le variabili
otteniamo: Z Z
dv g
= dt. (29)
V −v
2 2 V2
Per il primo integrale possiamo utilizzare la decomposizione in fratti semplici:
Z Z
1 1 1 1 1 V + v
= + dv =
log + C.
V 2 − v2 2V V − v V + v 2V V − v
15
−v = ±e
da cui ricaviamo VV +v 2V C1 e2gt/V . Ora poniamo C = ±e2V C1 ma in questo caso non
Ce2gt/V − 1
v(t) = V
Ce2gt/V + 1
Il problema di Cauchy
dt = −kv + mg,
m dv 2
v(0) = v0 ,
V +v0
si risolve ponendo C = V −v0 e quindi la sua soluzione è:
(V + v0 ) exp 2gt
V − (V − v0 )
v(t) = V . (30)
(V + v0 ) exp 2gt
V + (V − v0 )
Per v0 = 0 diventa
exp 2gt
V −1 gt
v(t) = V 2gt oppure v(t) = V tanh .
exp V +1 V
v0 −V v0 −V
Il denominatore di (30) si annulla quando exp 2gt v0 +V
V = v0 +V ed essendo v0 +V < v0 +V = 1, non si
annulla mai per t > 0, e quindi la soluzione sono sempre definite per valori positivi di t. Quindi
possiamo calcolare il limite:
(V + v0 ) exp 2gt
V − (V − v0 )
lim V = V,
t→+∞ (V + v0 ) exp 2gt
V + (V − v0 )
cioè per qualunque valore iniziale il corpo che cade tende alla velocità limite V . Dall’equazione
(28) segue che v ′ ≥ 0 per V 2 − v 2 ≥ 0, quindi v ′ > 0 per 0 < v(t) < V e negli intervalli in cui
tale condizione è verificata v(t) è crescente; v ′ < 0 per v(t) > V e negli intervalli in cui tale
condizione è verificata v(t) è decrescente. Derivando (28) troviamo
′′ 2g ′ 2g 2 v2
v = − 2 vv = − 2 v 1 − 2
V V V
16
soluzione è decrescente e tende a V , quindi si mantiene maggiore di V ed è convessa. Riassum-
iamo in due grafici i segni di v ′ (t) e v ′′ (t) e l’andamento di v(t).
6
x 6
x
v ′ (t)<0 v ′′ (t)>0
V r V r
v ′ (t)>0 v ′′ (t)<0
t
0 r r -
0
y′
y ′′ + = 0.
1+x
In essa non compare la y, per cui possiamo porre u = y ′ ottenendo l’equazione in u
u
u′ + = 0.
1+x
Questa è lineare, omogenea del primo ordine, con A(x) = log|x + 1| e e−A(x) = 1
|x+1| ; quindi il
C1 C1 C1
suo integrale generale è u(x) = (Teorema 1; notiamo che
x+1 può essere sostituita con x+1
|x+1|
perché per x < −1 il segno meno di |x + 1| = −(x + 1) può essere inglobato nella costante C1 ).
Quindi si ha y ′ = x+1
C1
, da cui con una semplice integrazione otteniamo la soluzione generale
dell’equazione di partenza:
y(x) = C1 log|x + 1| + C2 .
Dati tre numeri reali a, b, c con a ̸= 0, l’operatore L : C 2 (R) → C(R) definito ponendo
17
si chiama operatore differenziale lineare del secondo ordine a coefficienti costanti. Lineare vuol
dire semplicemente che L(αy1 +βy2 ) = αLy1 +βLy2 , per ogni scelta di α, β ∈ R e y1 , y2 ∈ C 2 (R)
(a coefficienti costanti vuol dire che a, b, c non dipendono da x). Presa f ∈ C(R), possiamo
associare a f ed L la seguente equazione
Proposizione 3.
1) L’insieme V delle soluzioni di Ly = 0 è uno spazio vettoriale, ovvero se α, β ∈ R e y1 , y2 ∈ V
allora αy1 + βy2 ∈ V (Principio di sovrapposizione).
{z + y0 : z ∈ V }
è l’insieme di tutte le soluzioni di (31).
Il punto 2) della Proposizione precedente si può anche riformulare dicendo che per deter-
minare l’integrale generale dell’equazione non omogenea basta trovare una soluzione particolare
(sarebbe y0 ) e sommare ad essa l’integrale generale dell’omogenea associata. Per quanto riguarda
il punto 1), diremo che due soluzioni y1 , y2 di una equazione omogenea sono linearmente indipen-
denti se si ha αy1 + βy2 ≡ 0, con α, β ∈ R, solo se α = β = 0.
Soluzione delle equazioni lineari, omogenee a coefficienti costanti del secondo or-
dine. Con riferimento al paragrafo precedente, consideriamo il caso omogeneo. Cerchiamo la
soluzione dell’ equazione
ay ′′ + by ′ + cy = 0 (32)
nella forma y(x) = eλx , dove λ ∈ R è un parametro da determinare. Si ha y ′ = λeλx = λy e
y ′′ = λ2 y e quindi Ly = (aλ2 + bλ + c)eλx . Ne segue che Ly = 0 se e soltanto se
aλ2 + bλ + c = 0, (33)
18
cioè y(x) = eλx risolve (32) se e soltanto se λ risolve l’equazione algebrica (33), detta equazione
caratteristica di (32). Per il momento, facciamo l’ipotesi seguente: l’equazione (33) ha due radici
reali e distinte λ1 , λ2 (e quindi ∆ = b2 − 4ac > 0). Il metodo sopra riportato fornisce quindi
due soluzioni di (32): y1 = eλ1 x e y2 (x) = eλ2 x. Queste sono linearmente indipendenti: se fosse
αeλ1 x + βeλ2 x = 0 per ogni x ∈ R, dividendo per eλ2 x troveremmo αe(λ1 −λ2 )x = −β, assurdo
se non si ha α = β = 0, perché λ1 ̸= λ2 e quindi e(λ1 −λ2 )x non è costante. Ora vogliamo
determinare l’integrale generale di (32). Useremo il metodo più elementare possibile, attribuito
a D’Alembert. Dapprima ricordiamo che dall’identitá a(λ − λ1 )(λ − λ2 ) = aλ2 + bλ + c segue
che λ1 + λ2 = − ab (anche λ1 λ2 = ac , che non useremo), e quindi
b
2λ1 a + b = a(2λ1 + ) = a(λ1 − λ2 ). (34)
a
La strategia del metodo che useremo è la seguente: cerchiamo le soluzioni di (32) nella forma
y(x) = u(x)eλ1 x , dove u è una funzione da determinare. Con tale posizione, abbiamo che
dove nel secondo passaggio abbiamo usato il fatto che λ1 è una soluzione di (33) e poi l’identitá
(34). Abbiamo quindi trovato che u(x)eλ1 x è soluzione di (32) se e solo se u risolve l’equazione
u′′ + (λ1 − λ2 )u′ = 0, che ponendo v = u′ si abbassa di grado: v ′ + (λ1 − λ2 )v = 0. La soluzione
generale dell’equazione in v è: v(x) = Ce(λ2 −λ1 )x , e quindi integrando troviamo la soluzione
generale di quella in u
C
u(x) = e(λ2 −λ1 )x + C1 . (35)
λ2 − λ1
Ponendo C2 = λ2 C−λ1 e moltiplicando (35) per e
λ1 x , troviamo la soluzione generale di (32), che
Teorema 4.
1) Se ∆ > 0 e λ1 , λ2 sono le radici reali e distinte di (33), allora
19
è l’integrale generale di (32).
ESEMPIO
′′ ′
√ y −2y +2y = 0. L’equazione caratteristica è λ −2λ+2 =
Consideriamo la seguente equazione: 2
ESERCIZIO
Dimostrare il punto 2) del precedente Teorema.
Se y1 , y2 sono due soluzioni linearmente indipendenti di (32) allora l’integrale generale può
essere espresso nella forma y(x) = C1 y1 (x) + C2 y2 (x). Si dice anche che y1 , y2 formano un sis-
tema fondamentale di soluzioni per (32).
ESERCIZI SVOLTI
1) Risolvere i seguenti problemi di Cauchy
′′
y − 5y ′ + 4y = 0 y ′′ + 4y = 0
a) b)
y(0) = 5, y ′ (0) = 8, y(0) = 0, y ′ (0) = 2,
′′ ′′
y + 4y ′ + 29y = 0 4y + 4y ′ + y = 0
c) d)
y(0) = 0, y ′ (0) = 15, y(0) = 2, y ′ (0) = 0.
√
4
a) Equazione caratteristica: λ2 − 5λ + 4 = 0, sue radici λ = 5± 25−16
2 = 5±3
2 =, integrale
1
generale: y(x) = C1 e4x + C2 ex . Quindi y ′ (x) = 4C1 e4x + C2 ex e imponendo le condizioni iniziali
troviamo
C1 + C2 = 5
da cui C1 = 1, C2 = 4
4C1 + C2 = 8,
e la soluzione del problema di Cauchy è y(x) = e4x + 4ex .
b) Equazione caratteristica: λ2 +4 = 0, sue radici λ = ±2i, integrale generale: y(x) = C1 cos 2x+
C2 sin 2x. Quindi y ′ (x) = −2C1 sin 2x + 2C2 cos 2x e imponendo le condizioni iniziali troviamo
C1 = 0
da cui C1 = 0, C2 = 1
2C2 = 2,
20
√
c) Equazione caratteristica: λ2 + 4λ + 29 = 0, sue radici λ = −4± 216−116 = −4±10i
2 = −2 ± 5i,
integrale generale: y(x) = C1 e−2x cos 5x + C2 e−2x sin 5x. Imponendo subito la condizione di
Cauchy y(0) = 0 troviamo che deve essere C1 = 0 e quindi y(x) = C2 e−2x sin 5x. Derivando tro-
viamo y ′ (x) = −2C2 e−2x sin 5x + 5C2 e−2x cos 5x e imponendo la seconda condizione di Cauchy
5C2 = 15, quindi C2 = 3 e la soluzione del problema di Cauchy è y(x) = 3e−2x sin 5x.
ammette soluzioni non identicamente nulle. Osserviamo che la funzione identicamente nulla
risolve il problema, quindi dovremo determinare quando ce ne sono altre. L’equazione caratter-
istica dell’equazione differenziale è√α2 + 1 − λ = 0, il cui discriminante vale 4λ − 4 e si risolve
estraendo le radici quadrate α = ± λ − 1. Quindi l’integrale generale varia a seconda del segno
di λ − 1.
21
√
Per λ < 1 le radici sono ±i 1 − λ e la soluzione generale è
√ √
y(x) = C1 cos 1 − λx + C2 sin 1 − λx.
y ′′ − 2ky ′ + (k 2 + 4)y = 0
lim y(x) = 0,
x→+∞
λ2 −2kλ+(k 2 +4) = 0, cioè (λ−k)2 +4 = 0, quindi (λ−k)2 = −4, λ−k = ±2i e infine λ = k±2i.
Quindi l’integrale generale è y(x) = C1 ekx cos 2x + C2 ekx sin 2x. Si ha limx→+∞ y(x) = 0 per
ogni soluzione (cioè per ogni C1 , C2 ∈ R) se e solo se vanno a zero gli esponenziali, quindi se e
solo se k < 0.
Metodo della somiglianza per il caso non omogeneo. Ci occuperemo ora delle quazioni
lineari del secondo ordine, a coefficienti costanti e non omogenee, in alcuni casi in cui il secondo
membro è una funzione notevole. Cominciamo sempre da un caso particolare. Supponiamo di
avere un’equazione lineare del secondo ordine del tipo
e inoltre la quantità tra parentesi è diversa da zero, cioè (aλ20 +bλ0 +c) ̸= 0, perché λ0 non è radice
dell’equazione caratteristica. Quindi cercare una soluzione di (36) nella forma y(x) = Beλ0 x (B
è l’incognita), equivale a risolvere la semplicissima equazione algebrica
22
A
(aλ20 + bλ0 + c)Beλ0 x = Aeλ0 x , la cui unica soluzione è B= .
(aλ20 + bλ0 + c)
Questa è la semplicissima idea del metodo di somiglianza: dato che L trasforma esponenziali
in esponenziali, cerchiamo la soluzione particolare sotto forma di esponenziale. L’idea funziona
anche con polinomi e funzioni trigonometriche; diamo quindi le regole generali.
Teorema 6. Nei casi speciali elencati sotto, indichiamo come si può determinare una soluzione
particolare y0 dell’equazione non omogenea
(a) Se λ0 non è radice di (33), possiamo cercare la soluzione particolare nella forma
y0 (x) = Beλ0 x ;
(b) se λ0 è radice di molteplicità m (dove m = 1 o m = 2) di (33), possiamo cercare la
soluzione particolare nella forma y0 = Bxm eλ0 x .
(a) Se λ0 ± iω0 non sono radici di (33), possiamo cercare la soluzione particolare nella
forma y0 (x) = Ceλ0 x cos(ω0 x) + Deλ0 x sin(ω0 x), con C, D costanti da determinare;
(b) se λ0 ± iω0 sono radici (complesse coniugate) di (33), possiamo cercare la soluzione
particolare nella forma y0 (x) = Cxeλ0 x cos(ω0 x) + Dxeλ0 x sin(ω0 x).
OSSERVAZIONE Nel caso b) dei punti 2) e 3) nel Teorema 6, accade che il secondo membro
dell’equazione compare nell’integrale generale dell’omogenea associata.
ESERCIZI SVOLTI
23
cercare la soluzione particolare nella forma y0 (x) = a sin(2x) + b cos(2x) (punto (a) del caso
3.). Derivando troviamo y0′ (x) = 2a cos(2x) − 2b sin(2x) e poi y0′′ (x) = −4a sin(2x) − 4b cos(2x).
Sostituendo nell’equazione troviamo
y0′ = 3Ax2 + 2Bx + C, y0′′ = 6Ax + 2B, y0′′ − 2y0′ = −6Ax2 + (6A − 4B)x + 2B − 2C
associata è
λ2 + 2λ + 2 = 0, cioè (λ − 1)2 + 1 = 0, da cui (λ − 1)2 = −1, poi λ − 1 = ±i,
e infine troviamo le radici λ = 1 ± i.
Quindi siamo nel caso (b) del punto 3 e possiamo cercare la soluzione particolare nella forma
y0 (x) = axex sin x + bxex cos x. Per semplificare i calcoli, poniamo u(x) = aex sin x + bex cos x.
Ora abbiamo y0 (x) = xu(x) e la funzione incognita u(x) coincide con l’integrale generale
dell’omogenea associata, cioè si ha:
per ogni valore dei coefficienti a e b (che sono poi le incognite). Con le posizioni fatte, abbiamo
y0′ = xu′ + u e y0′′ = xu′′ + 2u′ e quindi, tenendo conto di (37)
24
Quindi u deve verificare l’equazione 2u′ − 2u = ex sin x. In altri termini, con questo semplice
artificio, abbiamo ottenuto un’equazione di ordine più basso nella nuova incognita u (che a sua
volta ha un’espressione più semplice della y0 originaria). Dato che
u′ = aex sin x + bex cos x + aex cos x − bex sin x = (a − b)ex sin x + (a + b)ex cos x
l’equazione in u diventa
2 [(a − b)ex sin x + (a + b)ex cos x] − 2 [aex sin x + bex cos x] = ex sin x
cioè −2bex sin x + 2aex cos x = ex sin x e quindi è risolta solo prendendo a = 0 e b = − 12 . In
conclusione, u(x) = − 12 ex cos x e quindi la soluzione generale dell’equazione proposta è:
1
y(x) = C1 ex sin x + C2 ex cos x − xex cos x.
2
4) Consideriamo l’equazione y ′′ = x2 + x + 1. Siamo nel caso c) del punto 1. Ora basta integrare
1 4
due volte membro a membro: la soluzione è y = 12 x + 16 x3 + 12 x2 + C1 x + C2 .
y ′′ − 6y ′ + 10y = 2e−3x
lim y(x) = 0.
x→+∞
√
Equazione caratteristica: λ2 − 6λ + 10 = 0, sue radici λ = 3 ± 9 − 10 = 3 ± i. Integrale
generale dell’omogenea associata: y(x) = C1 e3x cos x + C2 e3x sin x. Cerchiamo la soluzione
particolare nella forma y0 (x) = αe−3x , per cui y0′ (x) = −3αe−3x e y0′′ (x) = 9αe−3x e sostituendo
nell’equazione completa otteniamo
2 2 −3x
9αe−3x + 18αe−3x + 10αe−3x = 2e−3x , 37α = 2, α= , y0 (x) = e .
37 37
2 −3x
Quindi l’integrale generale dell’equazione completa è y(x) = C1 e3x cos x + C2 e3x sin x + 37 e ,
e una soluzione che tende a 0 per x → +∞ è proprio y0 (cioè quella in cui C1 = C2 = 0).
y ′′ + µ2 y = 2e−3x
lim y(x) = 0.
x→+∞
25
La soluzione particolare si può cercare nella forma y0 (x) = ke−3x , per cui y0′ (x) = −3ke−3x e
y0′′ (x) = 9ke−3x e sostituendo nell’equazione completa otteniamo
2 2
9ke−3x + µ2 ke−3x = 2e−3x , k(9 + µ2 ) = 2, k= , y0 (x) = e−3x
9 + µ2 9 + µ2
2
e l’integrale generale dell’equazione completa è y(x) = C1 sin µx + C2 cos µx + 9+µ −3x . Ab-
2e
biamo limx→+∞ y(x) = 0 se e solo se C1 = C2 = 0, cioè y0 è l’unica soluzione che verifica tale
condizione.
y(0) = 0 ⇐⇒ C1 + C2 = 0
y ′′ + (1 − λ)y ′ − λy = e2x
Osserviamo preliminarmente che i Teoremi 4 e 6 vanno applicati tenendo conto che, per parti-
colari valori di λ, potrebbero cambiare i casi in cui ricade l’equazione.
26
Caso generico: λ ̸= −1, 2. Possiamo cercare l’integrale particolare nella forma
e2x
y(x) = C1 eλx + C2 e−x + , C1 , C2 ∈ R.
3(2 − λ)
Caso λ = 2. Ora siamo nel caso (b) del punto 2 del Teorema 6 e dobbiamo cercare l’integrale
particolare nella forma
y0 (x) = Bxe2x , da cui y0′ (x) = 2Bxe2x + Be2x , y0′′ (x) = 4Bxe2x + 4Bex .
Concludiamo il seguente paragrafo con una semplice osservazione, che poi è un’altra manifes-
tazione del principio di sovrapposizione. Supponiamo di avere un’equazione del tipo Ly = f + g,
dove f e g sono due distinte funzioni del tipo considerato nel Teorema 5. Allora possiamo de-
terminare due funzioni y0 , ỹ0 tali che: Ly0 = f e Lỹ0 = g. Si ha quindi L(y0 + ỹ0 ) = f + g, cioè
y0 + ỹ0 è una soluzione particolare dell’equazione proposta. Come esempio prendiamo l’equazione
y ′′ − 2y ′ − 3y = ex + e2x . Notiamo anzitutto che −1, 3 sono le soluzioni dell’equazione caratter-
istica dell’omogenea associata. Cerchiamo poi una soluzione particolare di y ′′ − 2y ′ − 3y = ex
nella forma y0 (x) = Aex . Si ha:
y0′ (x) = Aex , y0′′ (x) = Aex , l’equazione diventa Aex − 2Aex − 3Aex = ex ,
1 1
quindi − 4A = 1, A=− e infine y0 (x) = − ex .
4 4
27
Cerchiamo infine una soluzione particolare di y ′′ − 2y ′ − 3y = e2x nella forma ỹ0 (x) = Be2x . Si
ha:
ỹ0′ (x) = 2Be2x ,
ỹ0′′ (x) = 4Be2x , l’equazione diventa 4Be2x − 4Be2x − 3Be2x = e2x ,
1 1
quindi − 3B = 1, B = − e infine ỹ0 (x) = − e2x .
3 3
Quindi l’integrale generale dell’equazione proposta è:
1 1
y(x) = C1 e−x + C2 e3x − ex − e2x .
4 3
Metodo della variazione delle costanti arbitrarie. Terminiamo queste note dando un
metodo generale per la determinazione di una soluzione particolare per le equazioni lineari del
secondo ordine, a coefficienti costanti e non omogenee. Supponiamo che il secondo membro
f (x) di (31) sia una arbitraria funzione continua e che y1 , y2 sia un sistema fondamentale per
l’omogenea associata (32). Cerchiamo la soluzione particolare nella forma
Ly0 = v1 (ay1′′ + by1′ + cy1 ) + v2 (ay2′′ + by2′ + cy2 ) + a(v1′ y1′ + v2′ y2′ ) ≡ a(v1′ y1′ + v2′ y2′ ),
poiché y1 e y2 sono soluzioni di (32). Dunque y0 è una soluzione di (31) se e solo se a(v1′ (x)y1′ (x)+
v2′ (x)y2′ (x)) = f (x) e questa equazione va messa a sistema con (39):
v1′ y1 + v2′ y2 = 0
(40)
v1′ y1′ + v2′ y2′ = f (x)
a .
Risolto (40), si determinano v1′ , v2′ e poi con una semplice integrazione anche v1 , v2 .
ESEMPIO
Consideriamo la seguente equazione
ex
y ′′ − 2y ′ + y = .
1 + x2
Come sistema fondamentale prendiamo quello dato dal Teorema 5: y1 (x) = ex e y2 (x) = xex
(l’equazione caratteristica ha la radice doppia 1). Cerchiamo quindi la soluzione particolare nella
forma y0 (x) = v1 (x)ex + v2 (x)xex . Il sistema (40) si traduce in
′ x
v1 e + v2′ xex = 0
v1′ ex + v2′ (ex + xex ) = 1+x
ex
2,
28
che equivale a
v1′ + v2′ x = 0
v1′ + v2′ (1 + x) = 1
1+x2
.
Sottraendo la prima equazione dalla seconda ricaviamo v2′ (x) = 1+x 1
2 , e quindi dalla prima
′
√
equazione troviamo che v1 (x) = − 1+x2 . Quindi possiamo prendere v1 (x) = − log 1 + x2 e
x
29