che le selve e i campi nascosti non possano essere raggiunti dalle tue frecce. Tu raggiungi il bosco ombroso le rive del fiume profondo E le liquide fonti e i gioghi del monte. Tu domi i truci popoli dei barbari i regni del caspio gli orridi sciti Ed etiopi. Qualsiasi regione è sottomessa a te sia quella che x prima vede le raggianti luci Dello splendente sole sia quella che vede il tramonto. E quelle regioni che sono governate da borea e dal nuvoloso austro Hanno sostenuto le tue fiaccole inevitabili. Oh quante volte, desiderando ardentemente di liberarmi dalle gravi preoccupazioni Mi dirigo in valli deserte e in luoghi solitari. Ma sia se io mi dirigo versi le città sia se io percorra le zone difficoltose dei boschi Sia io venga condotto attraverso il mare azzurro da una nave Tu segui le mie orme con passo furtivo E con una mano crudele frecce sicure. Oh fanciullo, smettila di scagliare contro di me le tue crudeli frecce Infissa nel petto ardente io nutro una ferita. Abbi pietà, oh fanciullo, perché mi costringi a sentire questo dolore immenso Forse che questa tua ira si vendica di qualche misfatto ke io ho commesso? Io non ho mai violato i santi desideri di tua madre né le mie mani sacrileghe hanno distrutto i templi. Oh quanto sarebbe più consono a te donare la fanciulla Che disprezza me e il tuo impero Oh divino ,se l’aurea faretra non risuona invano dalle tue spalle. E se non brilla una fiamma vana dai tuoi occhi Viene qui e , oh amore, alle tue fiaccole aggiungi rapide saette e Con la tua mano vendicatrice colpisci il petto colpevole Fa tuttavia che non si offuschi la gloria della sua grande bellezza Né il pallore possa apportare un difetto sul suo volto roseo. Né mi giudico degno di un così grande incarico Mi basta se a me mi saranno dei segni di affetto. 4.3. ALL’AMICA Se io fossi più leggero delle foglie e più vago dell’aria E se la mia fedeltà cambiasse in breve tempo Io sarei stato così costante in un amore così lungo Né sarei costretto a piangere assiduamente. Né la magrezza consumerebbe tanto i miei gracili arti Né un colore giallastro cambierebbe il mio aspetto. Ma voi avete imparato a ingannare gli amanti incauti E lei si lamenta di essere offesa proprio lei che si prepara a ingannare Tu racconti che io infelice abbia preferito a te la bella Lotide E la Mareotide. Ma che io possa morire non le ho conosciute fuorchè di nome E che Venere sia lenta e crudele con me se sono infedele. Dopo averti abbandonato io avrei potuto condurre la vita Sebbene questa sia bella come iope o e l’altra come inachide. Io non sono di quelli che altre le fanciulle potrebbero cambiare Né il mio amore Vaga con passi indecisi Finora ho ottenuto questo viaggio , tu sei il porto Che la mia ancora si conficchi qui , e non venga strappato da alcun flutto.