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STROZZI2.

5 ALL’AMORE

È un Folle colui che crede , oh amore,


che le selve e i campi nascosti non possano essere raggiunti dalle tue frecce.
Tu raggiungi il bosco ombroso le rive del fiume profondo
E le liquide fonti e i gioghi del monte.
Tu domi i truci popoli dei barbari i regni del caspio gli orridi sciti
Ed etiopi.
Qualsiasi regione è sottomessa a te sia quella che x prima vede le raggianti luci
Dello splendente sole sia quella che vede il tramonto.
E quelle regioni che sono governate da borea e dal nuvoloso austro
Hanno sostenuto le tue fiaccole inevitabili.
Oh quante volte, desiderando ardentemente di liberarmi dalle gravi preoccupazioni
Mi dirigo in valli deserte e in luoghi solitari.
Ma sia se io mi dirigo versi le città sia se io percorra le zone difficoltose dei boschi
Sia io venga condotto attraverso il mare azzurro da una nave
Tu segui le mie orme con passo furtivo
E con una mano crudele frecce sicure.
Oh fanciullo, smettila di scagliare contro di me le tue crudeli frecce
Infissa nel petto ardente io nutro una ferita.
Abbi pietà, oh fanciullo, perché mi costringi a sentire questo dolore immenso
Forse che questa tua ira si vendica di qualche misfatto ke io ho commesso?
Io non ho mai violato i santi desideri di tua madre
né le mie mani sacrileghe hanno distrutto i templi.
Oh quanto sarebbe più consono a te donare la fanciulla
Che disprezza me e il tuo impero
Oh divino ,se l’aurea faretra non risuona invano dalle tue spalle.
E se non brilla una fiamma vana dai tuoi occhi
Viene qui e , oh amore, alle tue fiaccole aggiungi rapide saette e
Con la tua mano vendicatrice colpisci il petto colpevole
Fa tuttavia che non si offuschi la gloria della sua grande bellezza
Né il pallore possa apportare un difetto sul suo volto roseo.
Né mi giudico degno di un così grande incarico
Mi basta se a me mi saranno dei segni di affetto.
4.3. ALL’AMICA
Se io fossi più leggero delle foglie e più vago dell’aria
E se la mia fedeltà cambiasse in breve tempo
Io sarei stato così costante in un amore così lungo
Né sarei costretto a piangere assiduamente.
Né la magrezza consumerebbe tanto i miei gracili arti
Né un colore giallastro cambierebbe il mio aspetto.
Ma voi avete imparato a ingannare gli amanti incauti
E lei si lamenta di essere offesa proprio lei che si prepara a ingannare
Tu racconti che io infelice abbia preferito a te la bella Lotide
E la Mareotide.
Ma che io possa morire non le ho conosciute fuorchè di nome
E che Venere sia lenta e crudele con me se sono infedele.
Dopo averti abbandonato io avrei potuto condurre la vita
Sebbene questa sia bella come iope o e l’altra come inachide.
Io non sono di quelli che altre le fanciulle potrebbero cambiare
Né il mio amore Vaga con passi indecisi
Finora ho ottenuto questo viaggio , tu sei il porto
Che la mia ancora si conficchi qui , e non venga strappato da alcun flutto.

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