sabato 21 maggio 2011 L’approfondimento laRegioneTicino 2

Speciale Migliaia di lavoratori Il settore si accontenta

a cura di Daniel Eskenazi con la collaborazione
Nucleare di François Pilet,‘Le Temps‘ ‘nomadi’ partecipano di risposte laconiche
alla manutenzione delle quattro su queste figure professionali,
e sicurezza traduzione ‘laRegioneTicino’
centrali nucleari svizzere. dalle quali però
foto Keystone Chi sono? Da dove vengono? è molto dipendente

La Francia li chiama “i no-

madi del nucleare”. Sono elet-
tricisti, idraulici, saldatori e
sommozzatori. Sono loro che
svolgono il difficile compito di
pulire ed eseguire la manuten-
zione delle centrali nucleari
durante i lunghi periodi di re-
visione che si svolgono ogni
anno, sovente in estate. Chi
sono questi subappaltatori del-
l’ombra che viaggiano attra-
verso tutta l’Europa e senza i
quali le centrali nucleari sviz-
zere non potrebbero più funzio-
nare?
In materia di comunicazio-
ne, il settore nucleare svizzero
è poco trasparente. Da un lato,
la potente lobby inonda le reda-
zioni di comunicati e di prese
di posizione trasmesse da un
esercito di portavoce e di consi-

Nucleare,
glieri, dall’altro la stessa lobby
si mostra incapace di risponde-
re alle domande più semplici e
in particolare a quella enuncia-
ta in apertura di quest’articolo.
Per quanto riguarda gli effet-
tivi, il settore si attiene alle ci-
fre ufficiali di circa 1’700 colla-

boratori attivi nelle centrali di
Mühleberg (Berna), Beznau e
Leibstadt (entrambe in Argo-
via) e Gösgen (Soletta). Ma con-
temporaneamente l’industria
riconosce che questa cifra non
rappresenta che una parte de-
gli addetti attivi nelle centrali.
Durante l’estate, al momento
della manutenzione, gli effetti-
vi si moltiplicano per tre, come
conferma il presidente delle
forze motrici bernesi, Kurt
Rohrbach. Durante 6-8 settima-
ne, circa tremila operai prove-
nienti da oltre cento imprese
svizzere e straniere si aggiun-
gono agli effettivi delle centrali
nucleari svizzere.
Presso Axpo, gestore delle
centrali di Beznau e Leibstadt,
ci si accontenta di citare i no-
mi dei giganti del settore, la
francese Alstom e l’americana
Westinghouse, o ancora Abb e
Sulzer.
La risposta lascia un po’ a de-
siderare: una lunga lista di un
centinaio d’imprese svizzere e
straniere figurano, infatti, sul
registro ufficiale del Forum
nucleare svizzero, che censisce
subappalti opachi
le società autorizzate a operare
nelle centrali elvetiche. Tra di
esse, una maggioranza di pic-
cole e medie imprese. Come
sono selezionate e che tipo di
lavori sono chiamate a svolge-
re? I responsabili della comuni-
cazione di Axpo hanno rifiuta-
to di rispondere. «Abbiamo ri-
sposto sufficientemente alle vo-
stre domande (ndr: sei in tutto).
Non forniremo altre informa-
zioni», risponde seccamente
Anahid Rickmann, portavoce
del gruppo.
Abbiamo contattato molte di
queste imprese. Nessuna di
loro ha voluto rispondere alle
nostre domande. Salvo una, ma
in modo anonimo. «In quanto
impresa di servizio non ci espri-
miamo abitualmente in pubbli-
co sulle relazioni con i nostri
clienti e sui lavori che eseguia-
mo per loro», ha risposto la re-
sponsabile della comunicazio-
ne d’Optimo Service, impresa
zurighese di lavoro tempora-
neo. «Rivolgetevi direttamente
alle centrali, noi non abbiamo
nulla da comunicare», hanno
risposto altri responsabili di
queste imprese. «Non abbiamo
nessuna attività nelle centrali
nucleari», ha addirittura rispo-
sto il direttore di una ditta che,
secondo le nostre fonti, esegue
regolarmente dei lavori alla
centrale di Mühleberg.
Opaca, poco conosciuta, la
manutenzione delle centrali
nucleari costituisce tuttavia
una tappa-chiave dell’attività.
È stato proprio durante i lavori
di revisione che un incidente si
è verificato nell’agosto del 2009
a Beznau. Due impiegati della
centrale sono stati colpiti da ra-
diazioni in dosi superiori a
quelle autorizzate sull’arco di
un anno. Dominique Wuest,
sommozzatore, impiegato da
un’azienda di servizi fribor-
ghese, è stato contaminato a
Leibstadt, in seguito a una ma-
nipolazione di un pezzo della
sonda metallica radioattiva.
L’allarme di un dosimetro è
scattato, ma nell’acqua il som-
mozzatore non ha potuto sen-
tirlo.
Succede che, in questi ultimi
anni, i gestori delle centrali
sono sempre più propensi a
fare svolgere i lavori di revisio-
ne da aziende esterne. «I su-
bappaltatori permettono loro di
ridurre i costi», spiega un atto-
re del settore che vuole rimane-
re anonimo. Se gli impiegati
svizzeri sono ben remunerati –
minimo 40 franchi l’ora, più un
bonus che aumenta in funzione
dell’intensità delle radiazioni –
non si può dire la stessa cosa
per gli stranieri che sono spes-
so alloggiati in caravan vicini a
Leibstadt.
Purtroppo, «si assiste a una
tendenza a impiegare lavorato-
ri con qualifiche insufficienti e
con remunerazioni non adegua-
te. I subappaltatori ne approfit-
tano per incrementare i guada-
gni. Non è un fenomeno solo
svizzero ma addirittura mon-
diale», ci spiega il nostro inter-
locutore. Mycle Schneider,
esperto internazionale nel
campo nucleare, conferma que-
sta tendenza e aggiunge: «Il su-
bappalto è problematico non
solo a livello delle capacità di la-
voro ma anche perché diluisce le
responsabilità».

Le testimonianze
Due giovani subappaltatori: lavori ‘non così seri’
Tra le migliaia di subappaltatori che
vanno a incrementare gli effettivi fissi
delle centrali nucleari svizzere durante
l’estate, due hanno accettato di testimo-
niare anonimamente.
Oggi vicini ai trent’anni, Hans e
René (due nomi fittizi, ma la loro iden-
tità è conosciuta alla redazione) hanno
lavorato per alcune settimane alla cen-
trale nucleare di Leibstadt, durante l’e-
state del 2009.
«Ho eseguito dei lavori di manuten-
zione. Ho incontrato polacchi e maroc-
chini che venivano a lavorare nelle cen-
trali svizzere ma non ho avuto molti con-
tatti con loro. Alcuni sembravano non
avere nessuna formazione nel settore
nucleare. In Svizzera, è economicamente
interessante lavorare in questo settore.
Esistono dei bonus per quando si lavora
in alcuni luoghi sensibili della centrale.
Nel mio caso, era un impiegato fisso che
controllava se avessimo ricevuto delle
radiazioni troppo elevate», ci spiega
Hans.
Ma un giorno, prosegue, c’è stato un
incidente. «Io ne sono venuto a cono-
scenza solo il giorno dopo, attraverso i
media. In seguito, mi è stato detto che 20
persone erano state portate all’ospedale
per dei controlli a causa della polvere
che si era diffusa nell’aria. Apparente-
mente nessuno di essi è stato irradiato né
ferito. Da parte mia, ho deciso che quello
sarebbe stato il mio ultimo giorno di la-
voro alla centrale», ci dice sorridendo.
‘Guadagnare molto’
Nel caso di René, è stato il salario ad
attirarlo nella centrale. «Il lavoro è ben
pagato. Con una formazione di carpen-
tiere guadagnavo 80 franchi all’ora. Per
quanto ne so i collaboratori delle impre- sercito americano che si sono riconverti- visare. «Una volta ho dovuto smontare questi lavori, i responsabili fornivano
se svizzere guadagnano più di quelli ti. Facevano dei lavori molto pericolosi, un ventilatore. Dei bulloni erano già delle istruzioni sulla radioattività.
delle imprese estere. Dei supplementi come la sostituzione delle barre di com- stati svitati prima del mio intervento. «Erano un po’ stressati, ma il tutto si
erano poi previsti per i lavori sensibili. bustibile. Ma i miei conoscenti mi hanno L’ho fatto notare al responsabile il quale svolgeva in un ambiente disteso. Ci dice-
Avrei potuto continuare a viaggiare per sconsigliato di seguire questa strada». mi ha risposto che l’assenza di questi vano che nulla era pericoloso se rispetta-
pulire le centrali e guadagnare molti Secondo René, la tecnica a Leibstadt pezzi era normale». vamo le consegne. In definitiva, i lavori
soldi durante tutto l’anno, come fanno sembrava molto vecchia (ndr: la cen- Per i lavori di riparazione e di pulizia di manutenzione alla centrale non sono
altri americani e tedeschi. Tra i primi fi- trale è stata costruita nel 1972). Duran- dei pezzi debolmente radioattivi, se- così seri come avevo immaginato», con-
gurano anche dei sommozzatori dell’e- te i lavori bisognava ogni tanto improv- condo René, c’era poco spazio. Prima di clude René.
L’intervista
Rohrbach (Bkw): questi nomadi sono controllati
Kurt Rohrbach è presidente delle forze motrici ber- Il subappalto è dunque un passaggio obbligato?
nesi (Bkw), che gestiscono la centrale nucleare di
Mühleberg. «Sì, sicuramente, ma noi abbiamo una lista di queste
imprese, che devono sottoscrivere condizioni molto rigo-
Signor Rohrbach, come si svolgono le revisioni rose riguardanti, in primo luogo, l’accesso alle installa-
nella centrale di Mühleberg? Quali sono le impre- zioni e la formazione sugli aspetti legati alla sicu-
se alle quali fate ricorso? rezza».
«Alcune sono nomadi che passano da una centrale In Francia gli operatori delle centrali sono sta-
all’altra a dipendenza delle necessità di revisione. Que- ti criticati per non aver sempre controllato le con-
sti esperti sono forniti da Abb, Alstom, General Electric dizioni di lavoro e di salario…
o altre. Mühleberg ricorre a oltre 300 collaboratori du-
rante l’anno. Questo numero raddoppia durante il pe- «Noi abbiamo dei contratti con queste imprese, che
riodo di manutenzione. Sono circa mille le persone che devono essere qualificate per questo lavoro. Personal-
lavorano durante il periodo di arresto della centrale. mente non conosco i salari di tutte le persone che inter- Rohrbach
Ma questi nomadi sanno che sono controllati». vengono a Mühleberg, ma abbiamo la sicurezza che
questi subappaltatori rispettano le condizioni mi-
Oltre ad Abb o Alstom, quali sono le imprese nime». L’Ispettorato federale della sicurezza nucleare
svizzere alle quali fate capo? (Ifsn) effettua dei controlli?
Come avvengono i controlli sulle radiazioni?
«Non ho in mente il nome di tutte ma... ce ne sono «L’Ifsn opera dei controlli regolari, ma possono
molte. Potete trovare la lista nel sito Forum nucleare «È soprattutto su questo punto che si concentrano le anche intervenire a sorpresa. È una vera autorità
svizzero. Ma sono soprattutto nomi conosciuti, come misure di sicurezza. C’è un minimo di istruzioni che bi- di sorveglianza (ndr: il presidente dell’Ifsn, Peter
General Electric. Dobbiamo coordinare questi lavori sogna dare. Ad esempio, non è possibile lasciare i lavo- Hufschmied, si è autosospeso alcuni giorni do-
con le altre centrali perché esistono pochi specialisti del ratori in prossimità degli impianti senza un dosi- po quest’intervista per presunti conflitti d’inte-
settore in Europa». metro». resse)». WILLY BODER