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Le Leggi della Gestalt

Istituto Istruzione Superiore Prof.ssa Erika Chiara Bordignon


“Andrea Scotton”
Produzioni Industriali ed Artigianali
per l’Industria Grafica
Le leggi della Gestalt

A cavallo tra l’Otto ed il Novecento, con il riconoscimento della


psicologia come scienza autonoma, si sviluppò in Germania una
corrente di pensiero riguardante la percezione, detta Gestalt, ovvero
psicologia della forma. I suoi sostenitori affermarono che la
percezione di ciò che ci circonda non è la semplice somma di elementi
e sensazioni primarie, bensì un’unità strutturata di esse; ed
individuarono le leggi con cui il nostro sistema visivo elabora le
informazioni sensoriali che riceve.

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Le leggi della Gestalt

La Gestalt è, in grafica, una configurazione con specifiche


caratteritiche non deducibili dalle singole parti anzi, il significato delle
parti è determinato dal tutto. In questo esempio, 12 puntini possono
essere un gruppo di punti sparpagliati o, se posizionati secondo un
codice ottico-mentale, un’H dell’afabeto romano.

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Un altro esempio di come il


nostro cervello elabori un tutto
trascendendo dalle singole
parti, si può avere provando a
leggere un testo con molti
errori di battitura: se la prima
e l’ultima lettera sono al posto
giusto, il cervello riesce
comunque a decodificare il
messaggio perchè non legge
ogni singola lettera, ma la
parola nel suo insieme.

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Oltre alla loro rilevanza ottica e percettiva, le forme grafiche hanno una
vita simbolica in quanto segni, simboli ed immagini che si combinano
tra di loro per trasmettere un messaggio all’osservatore.
Questa funzione di comunuicazione si evdenzia soltanto all’interno di
una data cultura poichè i segnali trasmettono informazioni secondo un
sistema o codice predeterminato.
Con la globalizzazione tuttavia, queste differenze socio-culturali si
stanno contraendo e molte immagini rimangono simboliche del
medesimo concetto anche quando sono lontane (anche culturalmente)
dal mondo di appartenenza.

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La Percezione e l’Esperienza

La Percezione è il processo psichico che opera la sintesi dei dati


sensoriali in forme dotate di significato. Gli assunti allo studio della
percezione variano a seconda delle teorie e dei momenti storici.
Le principali discipline che si sono occupate di percezione sono la
psicologia, la medicina e la filosofia.

L’Esperienza, nella conoscenza è il momento in cui interviene la


sensazione. Riguardo alla sensibilità interiore è la percezione intuitiva,
immediata, di un sentimento o un’emozione. Nella filosofia della
scienza è il fondamento delle osservazioni scientifiche basate sulle
sensate esperienze e sulle dimostrazioni necessarie.

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Le Leggi della Gestalt

La psicologia della Gestalt ci relaziona di alcune leggi fondamentali alle


quali sottoporre l’analisi della forma:

- LEGGE DELLA VICINANZA


- LEGGE DELL’EGUAGLIANZA O DELLA SOMIGLIANZA
- LEGGE DELLA FORMA CHIUSA
- LEGGE DELLA “CURVA BUONA” O DEL “DESTINO COMUNE”
- LEGGE DELL’ESPERIENZA
- PRINCIPIO DELLA PREGNANZA DELLA FORMA
- LEGGE DELLA CONTINUITÀ DELLA FORMA
- LEGGE DELLA FIGURA-SFONDO

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Legge della vicinanza

Gli elementi del campo percettivo vengono uniti in forme con tanta
maggiore coesione quanto minore è la distanza tra di loro.
Ovvero, gli elementi sono raggruppati in funzione delle distanze tra di
loro. Più sono fra loro vicini due o più elementi maggiore è la probabilità
che essi siano visti come una figura.

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Legge dell’eguaglianza

Se lo stimolo è costituito da una moltitudine di elementi diversi,


si manifesta una tendenza a raccogliere in gruppi gli elementi fra
loro simili.

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Legge della forma chiusa

Le linee che formano delle figure chiuse tendono ad essere viste


come unità formali. La nostra mente è predisposta a fornire
le informazioni mancanti per chiudere una figura, pertanto i margi-
ni chiusi o che tendono ad unirsi si impongono come unità figurale su
quelli aperti. Uno stimolo viene completato creando bordi artificiali.

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Legge della curva buona o del destino comune

Questa legge considera i segni incompleti come percettivamente finiti


secondo la legge di semplicità per cui termina le figure secondo
la forma più conosciuta e più graficamente economica.

Siamo portati a percepire le linee


come continue, preferendole a
cambiamenti bruschi.

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Il sistema visivo sembra funzionare in modo che un segmento


rettilineo tende a evitare bruschi cambiamenti di direzione e
pertanto, ad un incrocio con altri segmenti, si unifica di preferenza con
quello che continua nella medesima direzione. Anche le linee curve
tendono a mantenere per quanto possibile il proprio andamento e, dopo
un incrocio, continuano fenomenicamente nel segmento che meno si
discosta da tale andamento..

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Legge dell’esperienza

Questa legge afferma la possibilità di riconoscibilità di oggetti e di


immagini solo ed esclusivamente laddove l’individuo soggetto alla
percezione già conosca per sua esperienza quell’oggetto o
quell’immagine. Così, noi riconosciamo in un grafismo una lettera
dell’alfabeto anche quando è tratteggiata parzialmente da linee
spezzate ed incompleta secondo la conoscenza che di questa lettera
noi abbiamo.

ESPERIENZA
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Principio della pregnanza o buona forma

La legge di pregnanza tende a fissare l’oggetto della percezione


secondo una soluzione semplificata, la più vicina alla capacità
conoscitiva affermando una disposizione allo stato di
massima regolarità, simmetria, omogeneità, equilibrio, concisione.
Più un elemento è semplice e stabile, più appare d’impatto.

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Il sistema percettivo
privilegia le soluzioni
più stabili, equilibrate,
armoniche.

La prima superfice di viene Le figure sotto sono entrambe


vista come una cornice nera, dei cubi, ma nella prima è
la superfice sotto viene vista chiaramente visibile in tre
come due quadrati sovrapposti, dimensioni mentre la seconda
uno nero e uno bianco. ci appare come un esagono
diviso in spicchi.

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Legge della continuità di direzione


Secondo questa legge tendiamo a percepire la continuità di forme
interrotte o parzialmente sovrapposte ogni volta che ciò ci appare
logico.

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Legge della Figura-Sfondo

Edgar Rubin, uno psicologo danese, fu il primo a studiare


sistematicamente il fenomeno figura-sfondo.
Il fenomeno rende l’idea che nel percepire un campo visivo, alcuni
oggetti assumono un ruolo di primo piano mentre altri passano in
secondo piano. Il campo visivo viene così suddiviso in due parti
principali ma non è possibile osservare sia la figura e lo sfondo nello
stesso tempo.

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Nel campo si collocano i fenomeni visivi, cioè gli oggetti e le figure, che
si devono staccare dallo sfondo che rimane in secondo piano.
Lo sfondo quindi è la porzione del campo visivo che resta al di fuori di
ciò che abbiamo individuato come figura.
La prima fondamentale operazione, nel momento della visione,
che il nostro cervello deve fare è distinguere la figura dallo sfondo.
Ogni figura è inserita nello spazio dove occupa una posizione, un orien-
tamento e precise dimensioni. Per distinguere la figura dallo sfondo è
necessario che nel campo visivo esista una discontinuità altrimenti
l’immagine apparirà confusa, fino all’indeterminatezza.
Quando nasce l’impossibilità pratica di stabilire una priorità
percettiva si ha l’ambiguità.

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