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“E farete in modo che la Struan non venda armi in Giappone?

  Arretrò per guardare meglio il nuovo travestimento. “Ora, per evitare le conseguenze legali vi propongo un

trucco che ha sempre funzionato molto bene in Virginia, e che dovreste adottare anche qui, nell'eventualità che

uno di voi due dovesse rimanere ucciso: vi scambiate due lettere, datate e consegnate la sera prima del duello, in

cui scrivete di aver deciso di comune accordo di annullare il duello “previsto per domani nella Terra di

Nessuno”, e di accettare entrambi, da gentiluomini, le scuse reciproche che contemporaneamente vi siete

presentati.” Gornt sorrise.   Johann, chi manda questa lettera?” Era sulla soglia della Legazione russa, con

Zergeyev e gli altri che premevano alle sue spalle. “Occhi, orecchie e narici aperte, come un pipistrello, e fate

attenzione a non lasciare in giro escrementi!” Ah Tok ridacchiò. “Diecimila estati a Chen della Nobil Casa,

senza di lui non avremmo mai saputo che la Porta di Giada della ragazza si è accostata a mio figlio!” “Mi hanno

detto che non giocate d'azzardo, signor Gornt.” Ayeeyah! Si, hai ragione, è possibile che Lungo Naso Aguzzo

abbia costretto mio figlio a indossare un cappello verde.” “Ditegli che sono autorizzato a...” La voce di sir

William lo interruppe. “Capitano Pallidar, aspettate!

“Di quando parli, sorella minore? Che giorno era?” Pallidar, che ormai conosceva bene le usanze giapponesi,

raggiunse l'ufficiale samurai, si inchinò e aspettò finché l'altro non ebbe risposto con un inchino altrettanto

profondo. “Ditegli che accetto la sua lettera. “Anche a me sembrava il posto adatto, ma non abbiamo molto

tempo a disposizione e devo stare attento, il signor Greyforth potrebbe spiarci con il binocolo.” “Keirei!”

sbraitò sir William. Saluta! “...dell'Eternità” ribadì la voce. Spero che diventerà un amico, ho così bisogno di

amici, qui... Lui le si parò davanti, con la fronte sudata, sovrastandola con la sua mole. “E per la sua salvezza,

figliola. Raggiunta la porta si voltò, si genuflesse e uscì alla luce. La voce di padre Leo, in piedi con le spalle

rivolte all'altare, rimbombava tra le travi della navata: “Siate uno strumento di Dio, convertite il pagano, se
amate il Signore salvate quest'uomo dal purgatorio, se amate il Signore aiutatemi a salvarlo dal fuoco eterno,

salvatelo per la Gloria del Signore, dovete farlo... prima di sposarvi, salvarlo...”. “No, qui va bene, ma

Greyforth è molto astuto e non voglio che si insospettisca. Il prezzo è quello per l'informazione che vi aiuterà a

sventare il piano di Morgan per mandarvi a picco e vi consentirà di distruggere la Brock.” “Aspettate!” La

violenza della voce di padre Leo la turbò. “Padre?” “Certo. E' carica, naturalmente.” Era una pistola piccola ma

micidiale, con il manico rivestito d'argento, a canna doppia, caricata con due proiettili di bronzo. Gliela restituì.

“Non è necessario, sir William” intervenne Erlicher, il ministro svizzero, “se è in olandese posso tradurre io.”

“Qual è il problema?” Johann glielo spiegò. Tranne l'orologio, dono di Tyrer, erano tutti regali del governo di

Sua Maestà per i servizi resi. “Sono ben consapevole del problema cinese. “Non ancora. Vorrei che voi e gli

altri trafficanti... mercanti accettaste spontaneamente. E lo stesso vale per i fucili a retrocarica, le munizioni, i

cannoni e le navi da guerra.” Macché! E' un affare, mi ha offerto un affare, un affare molto vantaggioso per me,

e niente male per lui. “Cosa vuoi, tappo?” chiese con voce dura il sergente, mezzo metro più alto di lui. “I miei

padroni non lo hanno specificato. Ovviamente sono notizie senza importanza.” Lo shoya sorseggiò il sakè,

segretamente divertito dallo sforzo di Hiraga di nascondere un bruciante interesse.

“Appunto, signor Struan!” sbottò l'ammiraglio. “Se gli indigeni non avessero avuto le armi non sarebbe

accaduto il grande ammutinamento, le rivolte verrebbero domate molto più in fretta ovunque, e i selvaggi di

tutto il mondo potrebbero essere educati con minor fatica, ogni genere di commercio utile verrebbe svolto in

pace e la pax britannica avrebbe già imposto l'ordine al mondo intero. “Ma non accennare niente a mio figlio,

non ci conviene riferire queste brutte notizie finché non ne saremo sicure.” Alzarono i bicchieri. E Norbert

Greyforth?” “Qual è il problema?” Johann glielo spiegò. Angélique lo guardò con ammirazione poi, riscaldata

dal suo sorriso, prese Malcolm sottobraccio e cominciò a raccontarsi mentalmente l'incontro per la lettera che
stava scrivendo a Colette: “Va bene, la prenderò, ditegli di venire qui.” Johann tradusse. L'ufficiale ordinò con

un cenno imperioso a sir William di avvicinarsi, ma sir William senza scomporsi gridò in tono tutt'altro che,

cortese: “Ditegli che sono a cena, e che se non si muove subito me la dovrà consegnare domani”. “Non credo

proprio, signore, con quelle brutte spade al fianco.” L'ufficiale avanzò verso il cancello della Legazione e tutte le

sicure scattarono. Si fermò e imprecò all'indirizzo del sergente e delle sentinelle. “Verso Edo?”

Scostò le tende e uscì in cerca di aria. “Niente più di quanto ho detto, signore.” “Preferirei un goccio di

sherry, grazie, ammiraglio.” L'attendente gliene versò un bicchiere, riempì di porto quello dell'ammiraglio e

uscì. Diffidenti, i due uomini alzarono i bicchieri in un brindisi. Sulla scrivania vi erano solo un documento

ufficiale, una busta aperta e una lettera con la grafia di sua madre. “In tal caso...” disse lo shoya con voce umile

e mielata, notando la grande concessione di quel “prego”. “Il Gyokoyama è onorato di prestare un servizio a voi

e alla vostra famiglia, preziosi clienti.” Ora i capelli gli coprivano la nuca e sebbene non fossero lunghi come

quelli di Phillip Tyrer lo stile poteva considerarsi europeo. “Niente più di quanto ho detto, signore.”

“Considererò attentamente quanto mi avete detto e lo sottoporrò agli altri.” Ketterer si soffiò il naso, aspirò una

presa di tabacco e si soffiò nuovamente. Quando gli sembrò di essersi schiarito le idee lanciò una torva occhiata

a Malcolm, irritato di non vedere in lui alcun segno di debolezza. Una delle poche parole che aveva imparato.

“Mukfey dice che i gai-jin hanno una specie di mercato, shoya, una borsa valori dove le uniche merci che

vengono scambiate, comprate o vendute, sono piccoli pezzi di carta stampata chiamati azioni o titoli che in

qualche modo equivalgono al denaro, a un'immensa quantità di denaro, e ogni azione appartiene a una società

per azioni, una compagnia.” Sorseggiò il tè. Notando che lo shoya non capiva, respirò profondamente e

cominciò a spiegare: “Poniamo che Ogama affidi tutto il feudo di Choshu, tutta la terra e i prodotti della terra a

una società per azioni, la Choshu Società per Azioni, e decida di dividere la società in diecimila parti uguali,
diecimila azioni, capite?”. Raggiunta la porta si voltò, si genuflesse e uscì alla luce. La voce di padre Leo, in

piedi con le spalle rivolte all'altare, rimbombava tra le travi della navata: “Siate uno strumento di Dio, convertite

il pagano, se amate il Signore salvate quest'uomo dal purgatorio, se amate il Signore aiutatemi a salvarlo dal

fuoco eterno, salvatelo per la Gloria del Signore, dovete farlo... prima di sposarvi, salvarlo...”.

“Intendevate dire...” “Le mie opinioni sono già note. Tutti voi mercanti dovreste ben sapere in che piatto

mangiate, che se non ci fosse la flotta a proteggere le vostre rotte commerciali sareste spacciati. Fornendo

cannoni alla popolazione indigena mettete in pericolo la Marina Reale, li aiutate ad affondare le vostre stesse

navi, a uccidere i vostri connazionali e a prendervi in ostaggio!” La sala da pranzo, la stanza più grande della

Legazione russa, conteneva un tavolo per venti persone imbandito con raffinata argenteria e ricchi piatti di

portata. Alla festa erano presenti tutti i ministri, escluso von Heimrich, sempre ammalato, nonché alcuni ufficiali

francesi e britannici. Angélique e Malcolm sedevano a capotavola. Dietro a ciascun ospite erano appostati due

inservienti in livrea e altri servivano. “Mi hanno detto che non giocate d'azzardo, signor Gornt.” “Buonasera,

sir William” disse Johann, contento di essere stato chiamato. Sarebbe stato il primo a sapere di che si trattava, e

così avrebbe continuato a dimostrarsi utile, con profitto, al ministro del suo paese. “Grimes, va' subito ad

avvisare il capo, è dai russi, terza casa in fondo alla strada, stai attento.” Il soldato scivolò via. Le fiamme dei

lampioni sulla passeggiata ondeggiavano e tutti aspettavano in ansia. L'ufficiale si avvicinava impettito e

impassibile. “Brutta faccia, vero, sergente?” sussurrò una sentinella con le mani sudate strette sul fucile. Spero

che diventerà un amico, ho così bisogno di amici, qui... “No. Una fesseria del genere non meriterebbe neppure

di essere riferita.” “Noi non importiamo oppio in Giappone.”   “Ero indisposta, padre. Sono ancora in

convalescenza dopo quei disturbi... il dottor Babcott mi ha consigliato di riposare” rispose Angélique pensando
al vestito che avrebbe indossato per la festa di compleanno del ministro russo e al modo di intrattenere Malcolm

durante la serata. “Sono sicura che la settimana prossima starò meglio.

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