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T20 » 10 30 35 1. atto: adatto. 2. La... spirit Dialogo di Torquato Tasso e del suo Genio familiare dalle Operette moralé operetta fu composta frail 1° e il 10 luglio 1824. Protagonista @ Torquato Tasso, poeta. sommamente amato da Leopardi e considerato come un‘anima fraterna (si veda la canzone Ad Angelo Mal, »¥7, strofe 9 € 10, p. 48). II dialogo trae spunto dal fatto che durante la prigionia nellospedale di Sant’An- na Tasso era convinto di vedere ogni tanto «uno spirito buono e amico», come ricorda Leopardi ‘tesso in una nota alla sua operetta, «ed aveva con es30 [ui molt! € lunghi ragionamenti», che lo confortavano nella sua solitudine. cexio Come stai, Torquato? qasso Ben sai come si pud stare in una prigione, e dentro ai guai fino al collo, exio Via, ma dopo cenato non @ tempo da dolersene. Fa buon animo, e ridjamone in- sieme, steso Ci son poco atto?. Ma la tua presenza ele tue parole sempre mi consolano. Siedimi quiaccanto. canto Cheio segga? La non é gid cosa facile a uno spirito*. Ma ecco: fa conto clio sto seduto. ‘asso Oh potess’io rivedere la mia Leonora’. Ogni volta che ella mi torna alla mente, mi nasce un brivido di gioia, che dalla cima del capo mi si stende fino all'ultima punta de? piedi; e non testa in me nervo né vena che non sia scossa. Talora, pensando @ lei, mi si Favvivano nell'animo certe immagini e certi affetti, tali, che per quel poco tempo, mi pare di essere ancora quello stesso Torquato che fui prima di aver fatto esperien’a delle sciagure e degli uomini, e che ora io piango tante volte per morto. In vero, io direi che Tuso del mondo’, e esercizio de’ patimenti, sogliono come profondare sopire dentro a ciascuno di noi quel primo uomo che egli era: il quale di tratto in tratto si desta per poco spazio, ma tanto pit di rado quanto @ il progresso degli anni; sempre pit poi si ritira verso il nostro intimo, e ricade in maggior sonno di prima; finché durando ancora ranostra vita, esso muore. In fine, io mi maraviglio come il pensiero di una donna abbia tanta forza, da rinnovarmi, per cost dire, anima, ¢ farmi dimenticare tante calamita. E se non fosse che io non ho pit speranza di rivederla, crederei non avere ancora perduta la facolta di essere felice. emo Quale delle due cose stimi che sia pit dolce: vedere la donna amata, 0 pensame? ‘tasso Nom s0. Certo che quando mi era presente, ella mi pareva una donna; lontana, mi pareva e mi pare una dea. canio Coteste dee sono cosi benigne, che quando alcuno vi si accosta, in un tratto ripie- gano la loro divinita, si spiccano® i raggi d’attorno, e se li pongono in tasca, per non abbagliare il mortale che si fa innanzi. sgasso Tu dict il vero pur troppo. Ma non ti pare egli cotesto un gran peccato delle donne: che alla prova, elle ci riescano cost diverse da quelle che noi le immaginavamo? canto Io non so vedere che colpa s‘abbiano in questo, d'esser fatte di came e sangue, piuttosto che di ambrosia e nettare, Qual cosa del mondo ha pure un'ombrao una mil- Tesima parte della perfezione che voi pensate che abbia a essere nelle donne? E anche i pare strano, che non facendovi maraviglia che gli womini sieno uomini, cio’ crea- ture poco lodevoli e poco amabili; non sappiate poi comprendere come accade, che le donne in fatti® non sieno angeli. leggendaria, fu 'amore per lel che causd 5. si splecano: si staccano. ‘perché non ha corpo. la disgrazia del poeta. 6. in fatti: in realta. 3. Leonora: Eleonora d'Este, sorella del 4. uso del mondo: lesperienza della vita duca Alfonso ll, Secondo la tradizione social. aasso Con tutto questo, io mi muoio dal desiderio di rivederla, e di riparlarle. esto Via, questa notte in sogno io te la condurrd davanti; bella come la gloventt e cor tese in modo, che tu prenderai cuore di favellarle” molto pitt franco e spedito® che non tivenne fatto mai per l'addietro: anzi all’ ‘ultimo le stringerai la mano; ed ella guardan- 40 dotifiso, timettera nell’animo una dolcezza tale, che tu ne sarai sopraffatto; ¢ per tutto domani, qualunque volta ti sovverra di questo sogno, ti sentirai balzare il cuore dalla tenerezza. asso Gran conforto: un sogno in cambio del vero. cenio Che cosa é il vero? 45 tasso Pilato non lo seppe” meno di quello che lo so io. cento Bene, io risponderd per te. Sappi che dal vero al sognato, non corre altra differenza, se non che questo pud qualche volta essere molto pitt bello e pitt dolee, che quello non pud mai. sasso Dunque tanto vale un diletto sognato, quanto un diletto vero? 50. Genio To credo. Anzi ho notizia di uno che quando la donna che egli ama, se gli rap- presenta dinanzi in alcun so; ritrovarsi con quella e di rive gno gentile, esso per tutto il giorno seguente, fugge di derla; sapendo che ella non potrebbe reggere al para- gone dell’immagine che il sonno gliene ha lasciata impressa, e che il vero, cancel- Jandogli dalla mente il falso, priverebbe lui del diletto straordinario che ne ritrae™. Ito pitt solleciti, accorti e industriosi™ 55 Perd**non sono da condannare gli antichi, mo! di voi, circa a ogni sorta di godimento possibile alla natura umana, se ebbero per costume di procurare in vari modi la dolcezza ¢ la @ da riprendere’ giocondita dei sogni; né Pitagora ? per avere interdetto il mangiare delle fave, creduto contrario alla tranquillita dei medesimi sogni, ed atto a intorbidar li; e sono da scusare i supersti- 60 ziosi che avanti di coricarsi solevano orare ¢ far libazioni"* a Mercurio conduttore dei sogni, accid ne men asse®® loro di quei lieti; l'immagine del quale tenevano a quest 'effetto”* intagliata in su’ piedi delle lettiere”. citi nel tempo della vigilia™, si studia Cosi, non trovando mai la feli- wano di essere felici dormendo: e credo che in parte, e in qualche modo, l'ottenessero; e che da Mercurio fossero esauditi meglio 65 che dagli altri Dei. asso Per tanto, poiché gli uomini nascono e vivono al solo piacere, 0 del corpo o dell'animo; se da altra parte il piacere @ solamente 0 massimamente® nei sogni, converra ci determi- niamo a vivere per sognare: alla qual cosa, in verita, io non mi posso ridurre. cenlo Gia vi sei ridotto e determinato™, poiché tu vivi e che tu consenti di vivere. Che 70 cosaéil piacere’ asso Non ne ho tanta pratica da poterlo conoscere che cosa sia. cenio Nessuno lo conosce per pratica, ma solo per ispeculazione™: perché il piacere & un subbietto speculative”, e non reale; un desiderio, non un. fatto; un sentimento™ che 'uomo concepisce col pensiero, e non prova; 9 per dir meglio, un concetto € non 75 un sentimento. Non vi accorgete voi che nel tempo stesso di qualunque vostro dilet- to, ancorché desiderato infinitamente, 7. favellarle: parlarle. 8. spedito: sciolto, disinvolto. ‘seppe: allusione al racconto ‘evangelica: «Gest rispose: Tu hai detto, io sono re, Per questo io sono nato, © per que- sto sono venuto nel mondo, a rendere testi- monianza della vert. Chiunque é nella veri +8, ascolta la mia voce. Gli domandd Pilato: Che cos’ la vert?» (Giovanni, XVll, 37-38). 10. ho notizia ... ritrae: Leopardi riprende luna confessione da lui fatta in una lettera allo Jacopssen (13 giugno 1823): «Pit vok te ho evitato per qualche glorno di incon- trare Foggetto che mi aveva affascinato in tun sogno delizioso. Sapevo che quellin- canto sarebbe stato distrutto accostando- sialla realta» (la lettera @ in francese); ne ritrae: ne ricava. 41, Pero: Perci. 12. industriosi: attivi. 13. riprendere: rimproverare. 14. orare ...libazioni: pregare e fare offer- e procacciato con fatiche e molestie indicibili; te votive. 45. menasse: portasse. 16. effetto: scopo. 17. insu ...lettiere: suf piedi del letto. 18. vigilia: vegli. 19. massimamente: soprattutto, 20. determinato: costretto. 21. ispeculazione: immaginazione. 22, subbietto speculativo: un oggetto crea: todalla mente, 23. sentimento: sensazione, non potendovi contentare il goder che fate in ciascuno di quei moment, state sempre aspettando un goder maggiore e pitt vero, nel quale consista in somma quel tal piacere; e andate quasi riportandovi di continuo agf'istanti futuri di quel medesimo diletto? Il quale finisce sempre innanzi al giungere dell'istante che vi soddisfaccia; e non vilascia altro bene che la speranza cieca™ di goder meglio e pitt veramente in altra occasione, ¢ il conforto di fingere e narrare a voi medesimi di aver goduto, con raccontarlo anche agli altri, non per sola ambizione, ma per aiutarvi al persuaderlo che vorreste pur fare a voi stessi®*. Perd* chiunque consente di vivere, nol” fa in sostanza ad altro effetto né 85 —_conaltra utilita che di sognare; cio’ credere di avere a godere, o di aver goduto; cose ambedue false e fantastiche. 1asso. Non possono gli uomini eredere mai di godere presentemente? cenio Sempre che credessero cotesto, godrebbero in fatti”*. Ma narrami tu se in alcun istante della tua vita, ti ricordi aver detto con piena sincerita ed opinione™: io godo. Ben tutto gior- 90 no” dicesti e dici sinceramente: io godrd; e parecchie volte, ma con sincerita minore: ho goduto. Di modo che il piacere é sempre 0 passato 0 futuro, e non mai presente. aasso Che @ quanto dire é sempre nulla. cenio Cosi pare. ‘asso Anche nei sogni. 95 Geno Propriamente parlando. ‘asso E tuttavia obbietto e 'intento della vita nostra, non pure” essenziale ma unico, @ il piacere stesso; intendendo per piacere la felicit&; che debbe in effetto esser piacere; da qualunque cosa ella abbia a procedere™. cenio Certissimo. 100 asso Laonde Ja nostra vita, mancando sempre del suo fine, ¢ continuamente imperfetta: e quindi il vivere é di sua propria natura uno stato violento™. cemo Forse. ‘asso Io non ci veggo forse. Ma dunque perché viviamo noi? voglio dire, perché consen- tiamo di vivere? 105 Gexto Che so io di cotesto? Meglio lo saprete voi, che siete uomini. asso Io per me ti giuro che non lo so. cenio Domandane altri de’ pitt savi, e forse troverai qualcuno che ti risolva cotesto dub- bio. 11sso Cosi fard. Ma certo questa vita che io meno, @ tutta uno stato violento: perché la- 110 sciando anche da parte i dolori, la noia sola mi uccide. cenio Che cosa é la noia? asso Quil'esperienza non mi manca, da soddisfare alla tua domanda. A me pare che la noia sia della natura dell’aria: la quale riempie tutti gli spazi interposti alle altre cose materiali, e tutti i vani™ contenuti in ciascuna di loro; e donde un corpo si parte™, e 115 altronon glisottentra, quivi ella succede immediatamente. Cosi tutti gl intervalli della vita umana frapposti ai piaceri e ai dispiaceri, sono occupati dalla noia. E perd, come nel mondo materiale, secondo i Peripatetici, non si da voto alcuno”; cosi nella vita nostra non si da voto; se non quando la mente per qualsivoglia causa intermette™’ l'uso del pensiero. Per tutto il resto del tempo, I'animo, considerato anche in se proprio e 120 come disgiunto dal corpo, si trova contenere qualche passione; come quello a cui l'es- 24, eieca: immotivata. 28, opinione: convinzione. ragglunge il proprio fine» (Fubin). 25. ma per ... stessi: ma per ajutarvi a 30. tutto giorno: sempre, 34. i van: gf spazi vuot ppersuadere voi stessi. 31. non pure: non solo. 35. siparte:sitogle. 26, Perb: vale sempre percid 32. procedere: derivare. 36, secondo... alcuno: secondo i seguacl 27. nok: non lo, 33. uno stato violento: «Senza pace, in- di Aristatele non esst il woo. 28. in fat: effettivamente, trinsecamente contraddittorio, perché mai 37. intermette: interrompe.

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