Sei sulla pagina 1di 45

IGIENE

ARGOMENTO 1
Cosa si intende per SALUTE? Stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non soltanto assenza di malattia
o infermità. La salute è una condizione dinamica, che dipende dalla capacità dell'individuo di trovare un'armonia nel
rapporto che egli realizza con l'ambiente, del quale è parte integrante. Con “ambiente” si intende sia l'ambiente
naturale, sia il contesto sociale, l'insieme di rapporti che la persona realizza con i suoi simili. L'individuo si mantiene in
salute se realizza un armonico equilibrio con il suo contesto di vita.

DOCUMENTI FONDAMENTALI PER LA TUTELA DEL DIRITTO ALLA SALUTE NEL MONDO

• Dichiarazione di Alma-Ata del 1978 (OMS)

La salute è un diritto fondamentale dell’essere umano. L’accesso al più alto grado possibile di salute è un obiettivo
sociale di estrema importanza, che interessa il mondo intero e presuppone la partecipazione di molti Paesi. (vedi PDF)

La tutela della salute di ogni singolo individuo e dell’intera collettività non coinvolge solo il comparto sanitario ma tutti
settori socio-economici di un Paese.

Ad esempio la gravissima emergenza sanitaria COVID-19 che stiamo vivendo non coinvolge solo il sistema sanitario
che deve gestire e curare i casi di malattia e mettere in atto le migliori strategie per ridurre al minimo la diffusione
della malattia ma, l’intero sistema Paese. Pensate all’enorme danno economico provocato da questa emergenza, alla
modifica radicale delle nostre abitudini di vita, al grande impegno delle forze dell’ordine per gestire l’emergenza, al
coinvolgimento del mondo della scuola e di tutti gli altri Ministeri. Inoltre, tutti i Paesi del mondo sono coinvolti e
devono obbligatoriamente unirsi per cercare di arginare l’epidemia.

Un altro documento importante è rappresentato dalla carta di Ottawa del 1986 dove viene sottolineata l’importanza
di attivare tutte le possibili procedure per permettere alla popolazione di aumentare il controllo della propria salute e
far prendere coscienza che la Sanità è una risorsa. Tutti gli individui devono comprendere che la propria salute, in molti
casi, dipende dalle proprie scelte personali e che scelte scorrette posso mettere a repentaglio non solo la propria salute
ma anche la salute di altri individui. La salute non è solo un diritto ma è anche un dovere. Nessuno di noi ha il diritto
di mettere a rischio, con le proprie scelte, la salute degli altri. Ad esempio nell’emergenza sanitaria COVID-19 il decreto
che stabilisce la quarantena per soggetti positivi e per i contatti stretti di casi positivi, non ha solo l’obiettivo di tutelare
la salute di ogni singolo cittadino ma anche quello di evitare che un soggetto possa divenire una fonte di contagio per
altre persone.

• Carta di Ottawa del 1986 (OMS)

È necessario attivare tutte le possibili procedure per permettere alla popolazione di aumentare il controllo della
propria salute e far prendere coscienza che la Sanità è una risorsa.
La Carta di Ottawa, pone al centro dell’attenzione l'uomo. Partendo da una concezione olistica dell'essere umano e
della società, la Carta pone alla sua base una visione unitaria in cui come l'uomo è un tutt'uno e non una somma di
parti separate, così l'organizzazione sociale è vista come un insieme unitario. Di conseguenza tutti devono essere messi
nelle condizioni migliori per poter raggiungere il proprio pieno potenziale di salute. E’ possibile raggiungere questo
obiettivo solo grazie all'intervento fattivo di tutti i soggetti chiamati in causa: governo, sanità pubblica e privata,
organizzazioni non governative e mass media. Prerequisiti per una vera salute sono: pace, istruzione, abitazione, cibo,
ecosistema salutare ecc.

L'uomo trascorre la propria esistenza in famiglia, nella comunità civile e politica e in continua interazione con
l'ambiente fisico e socioculturale. Diversi fattori (politici, economici, culturali, ambientali) possono dunque favorire o
danneggiare la salute.
La promozione della salute ha come obiettivo prioritario quello di rendere questi fattori positivi e non lesivi per l'uomo.
La salute diviene così una risorsa indispensabile di vita quotidiana. Ogni individuo deve imparare a prendersi cura di
sé stesso e degli altri.

La promozione della salute è un'azione che si esplicita attraverso alcuni passaggi fondamentali:
• una politica pubblica rivolta alla salute, capace di mediare fra differenti interessi e di dare vita a una
programmazione
• la capacità di creare ambienti favorevoli e di preservare le risorse naturali
• il sostegno dato all'opera della comunità, non tralasciando lo sviluppo individuale
• la calibrazione dei servizi sanitari per rispondere adeguatamente ai bisogni di salute della collettività e di
ogni singolo individuo, non dimenticando la ricerca scientifica.
La Carta di Ottawa si fa sostenitrice di una teoria socio-ecologica della salute rivolta alle nazioni industrializzate, e non
solo, che mira a creare le migliori condizioni possibili per un sano sviluppo dell'uomo in tutte le sue condizioni (famiglia,
scuola e lavoro, tempo libero, ecc.) e nelle varie fasi di vita.

Obiettivi
1. favorire una politica pubblica per la salute
2. contrastare i prodotti dannosi, il depauperamento delle risorse, la denutrizione
ecc.
3. mettere le persone al centro del discorso salute
4. riorientare i servizi sanitari
5. concepire la salute come un investimento sociale.

In Italia il documento più importante in ambito di salute è la Costituzione

• Costituzione Italiana Art. 32

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure
gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione
di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Importante sottolineare che la nostra Costituzione tutela la salute non solo dei cittadini italiani ma di tutte le persone
presenti sul territorio nazionale. L’Italia ha un sistema sanitario universalistico finanziato con la fiscalità generale che
garantisce cure a tutti indistintamente. Ogni singolo cittadino riceve non in base a quanto ha versato per finanziare il
sistema ma in base ai propri bisogni di salute. La fruibilità è garantita a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro il
pagamento di una compartecipazione alla spesa (il cosiddetto ticket).

Gli indigenti hanno diritto a cure gratuite. E’ importante ricordare che la salute della collettività è prioritaria.

Viene escluso l’obbligo a curarsi, al contrario, è affermato il diritto a non essere curati, se non nei casi previsti dalla
legge (ad esempio, vaccinazioni obbligatorie per prevenire malattie infettive, oppure provvedimenti di cura e di
isolamento per soggetti portatori di malattie contagiose).

È consentito il rifiuto espresso dal paziente di prolungare le cure mediche, lasciando che la malattia prosegua nel suo
decorso naturale, ma attenzione il malato non deve essere fonte di contagio per gli altri.
In ambito preventivo la salute della collettività è prioritaria attraverso la messa in atto di azioni con l’obiettivo di ridurre
al minimo il rischio di malattia.

BISOGNO E BISOGNI SOCIO-SANITARI: CONCETTI CHIAVE

Un bisogno è la necessità o il desiderio di colmare uno stato di insoddisfazione, con mezzi adeguati e
appositamente preposti, detti beni. In molti casi i beni sono di natura economica.
Il problema economico scaturisce dalla limitatezza dei beni economici rispetto ai bisogni e alle necessità del
singolo individuo e della collettività. È infatti compito dell’economia politica destinare le risorse scarse in
modo efficiente, ricordando che ogni scelta attuata comporta la rinuncia ad un’alternativa possibile (concetto di costo
opportunità). Pertanto, in primo luogo, è necessario stabilire che cosa produrre (efficienza allocativa), quindi come
produrre (efficienza tecnica) e, infine, per chi produrre (equità).
Nel settore sanitario, decidere che cosa produrre significa stabilire a quale servizio si intende assegnare la
priorità.
A operare queste scelte sono i sistemi economici. Nella produzione di servizi sanitari, il prodotto finale del processo
produttivo è la salute o, più precisamente, una “migliore salute”. Il sistema sanitario impiega risorse (input) che preleva
dal resto dell’economia per ottenere, attraverso un processo produttivo che genera servizi sanitari (output), un
prodotto finale individuato con le migliori condizioni di salute (outcome).
In Sanità EQUITA’ non vuol dire dare a tutti la stessa cosa ma dare ad ogni individuo ciò di cui ha bisogno.
Le priorità in ambito sanitario sono assegnate in base ai bisogni di salute di una popolazione.
I bisogni di salute dipendono da molteplici fattori: genetici, epidemiologici, ambientali e culturali. Poiché la salute è
uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale (e non la semplice assenza di malattia), di conseguenza i
bisogni sono in continua crescita.

Il cosiddetto welfare state si basa sul soddisfacimento dei bisogni di: prevenzione primaria: azioni per allontanare i
fattori di rischio dall’uomo e per ridurre al minimo la probabilità di malattia (es. vaccinazioni); prevenzione secondaria:
diagnosi precoce (individuare le malattie prima dell’insorgenza dei sintomi); diagnosi (individuare la causa della
malattia, conoscere la malattia e i suoi sintomi); terapia (curare la malattia o controllare la malattia); prevenzione
terziaria: es. riabilitazione (ripristinare le condizioni precedenti la patologia), azioni per migliorare la qualità di vita di
soggetti con patologie croniche.

IL BISOGNO DI SALUTE COME CONCETTO CHIAVE

Il bisogno di salute (così come quello di istruzione) fa parte della categoria dei cosiddetti bisogni meritori, cioè bisogni
privati soddisfatti dallo Stato perché fondamentali per la collettività e il suo benessere.

Lo Stato interviene a finanziare i beni meritori perché:


• deve garantire un uguale accesso a tutti i cittadini (principio di equità);
• una popolazione sana garantisce una maggiore produttività;
• il mercato del «bene salute» non può funzionare secondo la logica del libero mercato.

Il settore sanitario è l’insieme di attività volte alla produzione di beni o all’erogazione di servizi che il cittadino impiega
esclusivamente per migliorare la propria salute.
La buona salute della popolazione è una risorsa economica fondamentale per uno Stato ed è quindi un dovere
provvedere alla tutela della salute dei suoi membri.
La salute non è un bene economico, non può essere acquistata, ma può essere migliorata attraverso comportamenti
individuali sani (stile di vita) oppure ricorrendo al servizio sanitario (prevenzione e cura).
La tutela della salute ha un’utilità sia diretta, in quanto migliora la qualità della vita di ogni singolo individuo, sia
indiretta, in quanto si configura come un investimento.

I fattori ambientali comprendono i fattori legati all’ambiente fisico (es. inquinamento dell’aria, dell’acqua) presenti sia
in ambiente esterno che interno (abitazioni, luoghi di lavoro, scuole, bar, ristoranti ecc.). Gli ambienti interni
comprendono tutti i luoghi chiusi.
In ambiente possono essere presenti molti fattori di rischio che possono minacciare la salute dell’uomo (inquinanti
biologici, chimici, fisici).

Fondamentale è tutela della salute negli ambienti di vita, ovvero nei diversi contesti in cui le persone trascorrono la
loro vita (spazi aperti e indoor). Tutti gli ambienti sono soggetti a inquinamento. La buona qualità dell'ambiente è
strettamente legata al mantenimento dello stato di salute dell’uomo, in quanto l’esposizione a contaminanti presenti
in aria, acqua, suolo e derivanti dai rifiuti possono avere effetti nocivi sul benessere e sulla salute dell’uomo. Per
mantenere una buona qualità ambientale sono quindi necessari provvedimenti di salvaguardia in grado di ridurre i
fattori di rischio per la salute.

E’ necessario tutelare la collettività dai rischi sanitari connessi all’inquinamento ambientale attraverso azioni di
monitoraggio dell’inquinamento indoor, dell’inquinamento atmosferico, dello smaltimento dei rifiuti e della qualità
delle acque destinate al consumo umano.

Sono prodotte mappe di rischio ambientale e di valutazione di impatto ambientale-sanitario con l’obiettivo di tutelare
la salute collettiva e la sicurezza del territorio.

Poiché la salute è uno stato di completo benessere i fattori ambientali comprendono anche quei fattori di rischio
associati al contesto sociale nel quale un soggetto vive.

AMBIENTE SOCIALE

La salute è una condizione dinamica, che dipende dalla


capacità dell'individuo di trovare un'armonia nel
rapporto che egli realizza con l'ambiente, del quale è
parte integrante. Con “ambiente” si intende sia
l'ambiente naturale, sia il contesto sociale, l'insieme di
rapporti che la persona realizza con i suoi simili.

ESEMPI DI FATTORI DI RISCHIO CORRELATI ALLE SCELTE


PERSONALI DI OGNI INDIVIDUO

La salute (multidimensionale) è legata a uno stile di vita


corretto
1. Alimentazione corretta per quantità e qualità
2. Attività motorio-sportiva regolare e controllata
3. Moderata assunzione di bevande alcoliche
4. Non abitudine al fumo e uso droghe
5. Rispetto delle norme di sicurezza
6. Riposo adeguato
7. Atteggiamenti sociali e psicologici positivi

Organizzazione del servizio sanitario. I sistemi sanitari di tipo universalistico come quello italiano garantiscono un buon
livello di assistenza e equità nei servizi. L’aspetto fondamentale è che offrono assistenza gratuita alle persone indigenti.

ARGOMENTO 2

L’IGIENE è un ramo della medicina, ed ha come obiettivi primari la promozione e la protezione della salute. E’ la
scienza che si occupa di conservare e promuovere la salute della collettività attraverso la difesa e la promozione
della salute del singolo individuo.

PROMOZIONE DELLA SALUTE


Obiettivi:
– Individuare i fattori di benessere
- Attivare azioni per promuovere i determinanti di salute (fattori che migliorano il livello di salute). Es. promozione di
un’attività motoria costante.

PREVENZIONE
Obiettivi:
- Individuare le cause e i fattori di rischio di malattia
- Attivare azioni per allontanare dall’uomo le cause e fattori di rischio al fine di ridurre il rischio di malattia
nell’uomo.
- Attivare piani di vaccinazione.

LA PROMOZIONE DELLA SALUTE


• La promozione della salute è il processo che ha l’obiettivo di trasferire ad ogni singolo individuo conoscenze e
competenze al fine di migliorare sia gli stili di vita che le condizioni di vita.
• Lo stile di vita è un modo di vivere basato su profili identificabili di comportamento che sono determinati dalla
interconnessione tra le caratteristiche individuali, le interazioni sociali e le condizioni socio-economiche e ambientali.
Strategie fondamentali per la promozione della salute Carta di Ottawa (OMS 1986):
- Promuovere la salute per creare le condizioni essenziali per la salute (advocacy);
- Consentire a tutte le persone di sviluppare al massimo le proprie potenzialità di salute (empowerment);
- Mediare e unire i diversi interessi esistenti nella società, al fine di perseguire la salute (policy).
L' empowerment di un individuo o di una comunità consiste nella crescita del proprio potenziale, nel miglioramento
delle abilità e della capacità di raggiungere i propri obiettivi (di salute)

CAMPI DI AZIONE PRIORITARI PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE (Carta di Ottawa - OMS 1986)
• creare una politica globale di promozione della salute attraverso una sana politica pubblica
• creare ambienti favorevoli alla salute
• rafforzare l'azione collettiva a favore della salute e sviluppare le capacità individuali
• riorientare i servizi sanitari

PROMOZIONE DELLA SALUTE


Il complesso delle azioni dirette, non solo ad aumentare le capacità
degli individui, ma anche ad avviare cambiamenti sociali, ambientali ed
economici, in un processo che aumentile reali possibilità di controllo,
da parte dei singoli e della comunità, sui determinanti di salute.
Health Promotion Glossary, OMS 1998
slide 8
Dahlgren G and Whitehead M (1991)

“L'EDUCAZIONE ALLA SALUTE è un’attività orientata alla promozione di comportamenti a sostegno della salute e del
benessere individuale e collettivo. Non si limita a comunicare le informazioni, ma favorisce anche la motivazione, le
capacità e la fiducia, ossia quelle condizioni necessarie per agire nell'ottica di un miglioramento globale del livello di
salute.”

COME SI PROGRAMMA UN INTERVENTO DI EDUCAZIONE ALLA SALUTE?


Un intervento di educazione alla salute si articola nelle seguenti fasi:
• Fase conoscitiva (rilevamento ed analisi dei bisogni)
• Fase di programmazione (definizione delle soluzioni appropriate cioè degli obiettivi e pianificazione del sistema di
valutazione
• Fase operativa (attuazione dell’intervento)
• Fase di valutazione (verifica dei risultati raggiunti)

LA SPIRALE DELL’EDUCAZIONE:
Definizione dei compiti e degli obiettivi educativi → pianificazione di un sistema di valutazione → preparazione e
attuazione del programma educativo → attuazione della valutazione
MESSAGGI CHIAVE
La prevenzione è un vero e proprio investimento in salute e sviluppo.
Garantire il diritto alla salute è fondamentale che tutti abbiano accesso alle azioni di promozione della salute e di
prevenzione.
La società dovrebbe offrire un contesto ambientale positivo per favorire scelte salutari e i servizi sanitari dovrebbero
adattarsi a questo obiettivo aumentando le opportunità di promozione della salute e prevenzione.
Le persone dovrebbero essere messe nelle condizioni di promuovere e gestire la propria salute.

ARGOMENTO 3

VERSO UNA SCUOLA CHE PROMUOVE SALUTE…INSEGNANTI PROTAGONISTI


Scuola che promuove salute:
“E’ una scuola dove tutto il personale scolastico lavora insieme per fornire agli alunni delle esperienze positive capaci
di trasferire conoscenze e competenze.
A questo contribuiscono: il curriculum educativo per la salute, la creazione di un ambiente scolastico sano e sicuro, il
coinvolgimento della famiglia e della comunità nello sforzo congiunto di promuovere la salute.”
Organizzazione Mondiale della Sanità, 1995

PERCHÈ È IMPORTANTE PROMUOVERE LA SALUTE A SCUOLA


La salute e l’educazione sono interconnesse:
• I bambini sani hanno maggiori capacità di apprendimento e una migliore partecipazione scolastica;
• I bambini che frequentano la scuola godono di una salute migliore;
• Gli studenti che istaurano un legame positivo con la propria scuola e con gli adulti di riferimento tendono ad avere
risultati scolastici positivi e sono meno propensi a mettere in atto comportamenti rischiosi.
• Promuovere la salute e il benessere del personale scolastico favorisce la soddisfazione lavorativa e riduce
l’assenteismo;
• Promuovendo attivamente sia la propria salute sia quella degli studenti, il personale scolastico avrà l’occasione di
diventare un modello di riferimento positivo.

Una scuola che promuove salute adotta un approccio globale. È orientata all’azione e alla partecipazione di tutta
la comunità scolastica (studenti, insegnanti, personale non docente e genitori) che assume un ruolo attivo nel
processo decisionale e nelle iniziative.
Un aspetto fondamentale è che la scuola collabori con gli operatori della rete locale, dei servizi sanitari e socio-
sanitari per trasferire conoscenze e abilità utilizzabili dal soggetto in tutto l’arco della vita.

VERSO UNA SCUOLA CHE PROMUOVE SALUTE


Miur-Ministero della Salute, il documento per promuovere il benessere psicofisico.
Il 17 gennaio 2019 è stato approvato in Conferenza Stato-Regioni il documento “Indirizzi di policy integrate per la
Scuola che promuove salute”.

I piani educativi a tutela della salute dovranno accompagnare tutta la formazione dell'alunno dalla scuola
dell’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado.
Nel documento è stato definito un Piano di interventi educativi destinati agli studenti, alle loro famiglie e al
personale scolastico, con la finalità di far acquisire competenze individuali sui temi della salute e qualificare gli
ambienti in cui gli alunni vivono.
L’“Approccio scolastico globale” sottolinea gli interessi comuni tra il mondo della scuola e il Sistema Sanitario.
L’integrazione di azioni deve consentire alla scuola di diventare un luogo dove imparare, lavorare e vivere “meglio” e
al tempo stesso “guadagnare salute”.
La scuola rappresenta un microcosmo ideale in cui si maturano convinzioni, opinioni, conoscenze, atteggiamenti ed
abitudini che condizioneranno in gran parte l’evoluzione dell’individuo, il suo ruolo e il suo contributo al vivere
sociale.
In tal senso la collaborazione tra il mondo sanitario e quello dell’educazione rappresenta un elemento fondamentale
per lo sviluppo di azioni finalizzate alla promozione di corretti stili di vita e prevede una serie di interventi integrati
da parte delle diverse agenzie educative coinvolte.
Spetta alla scuola il compito di sensibilizzare gli alunni sull’importanza dei corretti stili di vita per la tutela della salute
rendendoli protagonisti consapevoli della scelta dei propri comportamenti.
“La scuola accoglie per un lungo periodo di vita tutti i soggetti in età evolutiva e ha la possibilità di osservare e
monitorare il percorso di crescita e il modello di salute-benessere di ogni singolo individuo”.
In quest’ottica la scuola è un osservatorio privilegiato dei valori e degli stili di vita del nucleo familiare e sociale in cui
l’alunno è inserito e, pertanto, è chiamata a concorrere alla promozione della salute al fine di tutelare il benessere
psico-fisico dei bambini e degli adolescenti.
Nella esperienza quotidiana i docenti della scuola hanno la possibilità di constatare come, già a partire dalla prima
infanzia, siano presenti scorrette abitudini in ambito alimentare, comportamentale e sociale e più in generale di
notare, in alcuni casi, una non adesione alle norme igieniche di base.

Ministero della Salute Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca Direzione generale della prevenzione
sanitaria Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione Direzione generale per lo studente,
l’integrazione e la partecipazione Indirizzi di "policy" integrate per la Scuola che Promuove Salute
Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano siglato il 17 gennaio 2019
Per approfondire…
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_notizie_3607_listaFile_itemName_0_file.pdf

OBIETTIVI FONDAMENTALI PER PERCORSI EDUCATIVI IN AMBITO “SALUTE”


Rendere la promozione della salute una materia trasversale nel percorso formativo dei bambini e dei
giovani.

PROCESSO LUNGO CHE DEVE PREVEDERE:


• Sensibilizzazione delle istituzioni scolastiche;
• Formazione permanente degli insegnanti sull’importanza della salute in ambiente scolastico per far sì che
trasmettano il messaggio positivo ai propri studenti;
• Aggiornamento periodico e verifica del recepimento delle informazioni.
• Promuovere sani stili di vita e contrastare i principali fattori di rischio delle malattie croniche non
trasmissibili;

COSA DEVE FARE UNA SCUOLA CHE PROMUOVE SALUTE

• Promuovere e sostenere iniziative volte a favorire la tutela della salute;


• Contrastare la malnutrizione, i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione;
• Promuovere il benessere psico-fisico anche attraverso interventi sulle tematiche dell’affettività e dell’educazione
alle relazioni.
• Parlare di prevenzione delle dipendenze da sostanze d’abuso illegali, delle dipendenze da farmaci e delle
dipendenze comportamentali (es. dipendenza da video-giochi);
• Parlare di prevenzione delle malattie trasmissibili, dell’antibiotico-resistenza e promuovere le vaccinazioni;
• Favorire l’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, con disturbi del neurosviluppo e con disturbi specifici
dell’apprendimento;
• Promuovere iniziative di sensibilizzazione e di informazione alle famiglie.

FATTORI CHE CONTRIBUISCONO AL SUCCESSO DI UN PROGETTO DI EDUCAZIONE ALLA SALUTE

• La partecipazione attiva da parte di tutti gli attori del contesto scuola (studenti, personale e genitori);
• L’uso di strategie didattiche diversificate in relazione ad esempio al diverso grado di apprendimento degli studenti.
(Più efficace del tradizionale intervento in classe o ad approcci singoli)

FATTORI CHE CONTRIBUISCONO AL SUCCESSO DI UN PROGETTO DI EDUCAZIONE ALLA SALUTE

• La creazione di un ambiente sociale positivo per favorire relazioni aperte e autentiche all’interno della comunità
scolastica (ricordare che il benessere sociale è un aspetto fondamentale nel concetto globale di salute);
• L’approfondimento delle questioni di salute presenti nel contesto di vita degli studenti e nella comunità;
• La consapevolezza che i risultati perseguiti dalla scuola che promuove salute si raggiungono a medio e a lungo
termine e che la chiave del successo è un’implementazione efficace.

IN AMBITO “SALUTE” LA FORMAZIONE CONTINUA è FONDAMENTALE

La salute è una condizione dinamica in continua evoluzione e sempre nuove emergenze si possono presentare.

Es. attuale pandemia COVID-19. Pertanto, solo una formazione continua può permettere agli insegnanti di essere
sempre aggiornati sulle problematiche di salute.

In sintesi:
1. La formazione degli insegnanti dovrebbe comprendere la formazione suddivisa in moduli di breve o media durata;
2. Favorire la creazione di reti a livello regionale e nazionale che coinvolgano i referenti della salute di ogni scuola per
condividere i progetti educativi programmati e attuati e divulgarne i risultati;
3. La didattica, in ogni disciplina, dovrebbe trattare i temi relativi alla salute, attraverso metodi didattici innovativi.

COSA FARE - PER I DOCENTI

1. Lezioni online con staff competente e specializzato con cadenza annuale per mantenere il personale docente e
non, aggiornato e informato sul tema della salute globale e in particolare su tematiche di particolare rilevanza per la
scuola;
2. Pagina web dedicata ai docenti con tutte le informazioni necessarie per diventare la figura di riferimento per gli
studenti sul tema della salute a scuola;
3. Newsletter a cadenza mensile con le nuove evidenze in tema di salute e prevenzione
4. Creare opuscoli informativi contenenti:
• Elenco dei siti web disponibili per gli insegnanti dai quali reperire informazioni di base sulle malattie dell’infanzia,
rischio d’infezione e interventi di contenimento.
• Buone abitudini igieniche da rispettare a scuola e nei luoghi pubblici (lavarsi le mani frequentemente…)
• Vaccinazioni consigliate (per fasce d’età)
• Linee guida europee e nazionali per la tutela della salute.

Al termine del percorso formativo gli insegnanti dovrebbero essere in grado di trasferire le conoscenze e le
competenze acquisite ai loro studenti attraverso la progettazione di interventi educativi.

ARGOMENTO 4

Le malattie si suddividono in 2 grandi gruppi:


- malattie infettive
- malattie cronico-degenerative

MALATTIE INFETTIVE

Le malattie infettive sono patologie monocausali che riconoscono come causa necessaria di malattia un AGENTE DI
NATURA BIOLOGICA (agente patogeno).

L’agente patogeno è
• unico;
• specifico;
• necessario (anche se non sufficiente)
I microrganismi si possono suddividere in
• Saprofiti: il loro habitat naturale è l’ambiente.
• Commensali: vivono su cute, mucose dell’apparato respiratorio, digerente, genitale, congiuntive ecc. senza
provocare danno.
• Parassiti: aggrediscono l’ospite costituito da un altro essere vivente causandogli un danno.

Una malattia infettiva è una patologia causata da agenti microbici che entrano in contatto con un individuo, si
riproducono e causano un’alterazione funzionale: la malattia è il risultato della complessa interazione tra il sistema
immunitario e l'organismo estraneo (agente causale).

I microrganismi patogeni che causano le malattie infettive possono appartenere a diverse categorie di esseri viventi
e principalmente sono:
- Virus
- Batteri
- Funghi o miceti
- Protozoi

Il rapporto che il microrganismo patogeno instaura con l’ospite è generalmente di tipo parassitario, poiché per
sopravvivere e moltiplicarsi il patogeno ha bisogno di sfruttare alcune funzioni vitali dell’ospite.

L’organismo umano quando viene a contatto con un microrganismo patogeno si difende adottando sistemi di
mantenimento del proprio equilibrio interno.

La prima barriera protettiva è costituita dalla cute e dalle mucose, che contrastano la penetrazione dei
microrganismi con un’azione antimicrobica in parte di natura meccanica (lacrime, saliva, muco), in parte di natura
chimico-fisica (basso pH, acido gastrico).
Successivamente il sistema immunitario attiva le difese contro gli agenti microbici.

Gli agenti patogeni che causano le malattie infettive possono appartenere a diverse categorie di esseri viventi:
- Batteri: microrganismi unicellulari, in grado di riprodursi (replicarsi) autonomamente nell'ambiente e
nell’organismo ospite. Sono più grandi dei virus e sono visibili anche al microscopio ottico.
- Funghi o miceti: molto diffusi in natura dove vivono allo stato saprofitario nell’acqua, nel suolo, su sostanze
organiche in decomposizione ed anche su cute e mucose umane. Penetrano nell’organismo attraverso lesioni
della cute o delle mucose.
- Protozoi: molto diffusi in natura. Sono microrganismi unicellulari. I protozoi patogeni sono parassiti. Es.
plasmodio della malaria, toxoplasmosi.
- Virus: microorganismi visibili solo al microscopio elettronico, costituiti da materiale genetico (DNA o RNA)
racchiuso in un involucro di proteine (capside) e, spesso, anche da una membrana più esterna costituita da
fosfolipidi e proteine, detta pericapside. I virus non sono in grado di riprodursi (replicarsi) autonomamente,
possono farlo esclusivamente all'interno delle cellule dell'organismo ospite.

Il tempo che intercorre tra il contatto con l’agente patogeno e la comparsa della sintomatologia è definito “periodo
di incubazione”, che è diverso a seconda della malattia infettiva e dipende dai rapporti che si instaurano tra il
microrganismo e l’ospite.

Durante il periodo di incubazione si parla di “infezione”, ovvero della presenza di agenti microbici che si riproducono
all’interno dell’organismo. L’infezione può decorrere senza sintomi “infezione asintomatica”. Se invece compaiono
dei sintomi, si instaura la “malattia”. Le caratteristiche cliniche delle infezioni possono variare da quadri asintomatici
a quadri molto severi che possono portare anche al decesso del paziente.

INFEZIONE NON È SINONIMO DI MALATTIA

Malattia: espressione clinica dell’infezione

Solo se l’agente patogeno supera le difese dell’organismo si manifestano i sintomi clinici che evidenziano l’instaurarsi
dello stato morboso (malattia).
Il decorso di un’infezione dipende da diversi fattori, non sempre facilmente valutabili, associati a:
- Microrganismo patogeno
- Ospite
- Modalità di trasmissione.

INVASIVITA’

Capacità del patogeno di:


- Penetrare
- Attecchire
- Moltiplicarsi nell’ospite

AGENTE PATOGENO: CARATTERISTICHE

Per molte malattie infettive l’uomo costituisce contemporaneamente


il serbatoio e la sorgente o fonte di infezione

SERBATOIO DI INFEZIONE (reservoir) → È l’habitat naturale


dell’agente patogeno. Animale, vegetale o substrato inanimato in cui
un agente infettivo di norma risiede e si moltiplica e da cui dipende
primariamente la sua sopravvivenza.

SORGENTE O FONTE DI INFEZIONE → È rappresentata dall’organismo (uomo o altro animale) infetto che disseminando
gli agenti patogeni ne consente la diffusione. Può essere rappresentata da un veicolo (acqua, alimenti). La principale
fonte di infezione/sorgente per l’uomo è rappresentata dall’uomo ammalato e dal portatore.
SORGENTE: organismo in cui i parassiti vivono e si moltiplicano

➔ MALATO ➔ PORTATORE
Il malato rappresenta un Soggetto che, pur non presentando manifestazioni morbose, elimina agenti
pericolo di infezione molto patogeni.
elevato perché in esso alberga Portatore convalescente: malato che continua ad eliminare microrganismi anche
un numero imponente di dopo la guarigione clinica.
microrganismi patogeni. - Portatore cronico: l’eliminazione dei microrganismi perdura per mesi o anni.
- Portatore in incubazione / latente: l’eliminazione dei microrganismi inizia
prima dell’esordio clinico.
- Portatore sano: soggetto che si infetta ed elimina i parassiti senza ammalarsi
mai.

CONTAGIOSITA’

Descrive la capacità di trasmettersi da un ospite eliminatore (sia esso portatore sano o malato) a un ospite
suscettibile attraverso le vie di trasmissione tipiche per quell'agente patogeno.

Le malattie infettive si distinguono in


- CONTAGIOSE (es. Influenza, SARS-CoV-2, epatiti virali, morbillo, varicella, rosolia, ecc.)
- NON CONTAGIOSE (es. tetano)

TRASMISSIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE

Modalità di passaggio dell’agente patogeno dal malato/portatore all’individuo sano

TRASMISSIONE ORIZZONTALE TRASMISSIONE VERTICALE


Persona-persona Madre-figlio
Animale-uomo - TRANS-PLACENTALE (prenatale)
- DIRETTA/SEMIDIRETTA: passaggio immediato - DURANTE IL PARTO (perinatale)
dell’agente patogeno dal malato/portatore - ALLATTAMENTO (postnatale)
all’individuo sano.
- INDIRETTA: agente patogeno emesso prima
nell’ambiente e poi trasportato ad un individuo
sano da:
o VEICOLI: acqua; suolo; aria (droplets:
goccioline di saliva); alimenti.
o VETTORI: organismi viventi come mosche,
zanzare, zecche, pulci

TRASMISSIONE ORIZZONTALE DIRETTA E SEMIDIRETTA

Il patogeno si trasmette dall’individuo malato/portatore al soggetto sano


- senza passaggio nell’ambiente attraverso le principali vie di penetrazione:
o VIA CUTANEA: attraverso lesioni della cute. Es. tetano
o VIA DELLE MUCOSE: apparato digerente, respiratorio, mucose genito-urinarie, congiuntiva
o VIA UMORALE: sangue. Es. HIV, epatite B e C
- tramite breve passaggio nell’aria, attraverso goccioline emesse con tosse o starnuti. (esempio l’influenza, SARS-
CoV-2)

TRASMISSIONE ORO-FECALE:

Esempi di malattie per le quali è riconosciuta tale modalità di trasmissione sono:


- Tifo e Paratifo
- Colera
- Epatite A
- Enteriti da Salmonella
- Gastroenteriti da Rotavirus

Uomo malato o portatore → feci, urine, mani contaminate → contaminazione acque, cibi (verdure, frutta, frutti di
mare, …), altro → uomo sano si infetta

La diffusione di queste malattie è connessa all’ambiente e al comportamento personale, perché dipende da:
• corretta igiene delle mani;
• produzione, manipolazione e trasporto degli alimenti;
• abitudini alimentari;
• approvvigionamento idrico;
• cattiva progettazione e gestione degli acquedotti;
• assenza o inadeguatezza della rete fognaria;
• insediamenti urbani e tipo di attività produttive prevalenti;
• discariche;
• viaggi internazionali;
• ecc.

TRASMISSIONE AEREA

Esempi di malattie per le quali è riconosciuta tale modalità di trasmissione sono:

- Influenza
- Morbillo
- Rosolia
- Tubercolosi
- malattie da meningococco
- malattie da Streptococcus pneumoniae
- Nuovo coronavirus (SARS-CoV-2)

MALATTIE TRASMISSIBILI PER VIA AEREA: ALCUNE CARATTERISTICHE GENERALI

• Sorgente di infezione quasi esclusivamente umana;


• precocità dell’eliminazione dell’agente patogeno;
• si tratta spesso di malattie endemiche, con riaccensioni epidemiche;
• molte di queste malattie hanno un andamento stagionale (mesi freddi);
• molte sono sottoposte a notifica obbligatoria, ma largamente sottostimate;
• prevenzione difficile.

Tutte le malattie a trasmissione aerea sono caratterizzate da un’elevata contagiosità in quanto trasmesse “person to
person”, vale a dire direttamente dal soggetto infetto, malato o portatore, all’individuo sano suscettibile.

I fattori predisponenti sono sia ambientali climatici (incidenza più elevata nei mesi invernali es. influenza) sia sociali
(soggiornare in luoghi chiusi e affollati (scuole, caserme, istituti di ricovero, ecc.); di conseguenza il loro andamento
risulta caratteristicamente epidemico o addirittura pandemico (es. influenza e pandemia da SARS-CoV-2). L’unica
arma di prevenzione a disposizione sono i vaccini.

TRASMISSIONE SESSUALE

(es. sifilide, gonorrea, epatite B, epatite C, HPV, HIV, herpes genitale)

La loro frequenza è cresciuta notevolmente in questi ultimi anni e rappresentano un importante problema sanitario
in relazione alla loro gravità, alla possibilità di forme croniche e conseguente importante danno per la salute del
malato e per i notevoli costi sanitari sia per la diagnosi che per la cura (es. epatiti virali croniche, infezioni da HIV e/o
AIDS, malattie HPV correlate).

Ad esempio il Papillomavirus (HPV), ha un ruolo fondamentale nell’insorgenza del cancro al collo dell’utero e di altri
tumori dell’area ano-genitale. HPV ha anche associato a diversi tipi di tumore del maschio (es. tumore al pene, ano).
Alcune infezioni a trasmissione sessuale possono provocare conseguenze anche sulla fecondità e sul prodotto del
concepimento (nascituro).
La notevole frequenza di forme con scarsi sintomi rende più insidiose queste malattie, ritardandone spesso la
diagnosi. Sono particolarmente frequenti nei giovani.

Il controllo delle MTS è una delle priorità dell’OMS e dei Servizi Sanitari. La strategia adottata si basa soprattutto
sulla prevenzione, sulla promozione di comportamenti sessuali responsabili (informazione, attenzione nelle pratiche
sessuali saltuarie e con partner occasionali, uso del profilattico). Lo scopo della prevenzione e dell’educazione
sanitaria è quello di aiutare le persone a fare delle scelte sicure per la propria salute dando informazioni basate
sull’evidenza scientifica.

TRASMISSIONE ORIZZONTALE INDIRETTA

Avviene tramite veicoli d’infezione. Per veicolo di infezione si intende tutto ciò che è in grado di trasportare gli agenti
infettanti, mantenendone la vitalità, dalla fonte di infezione all’uomo sano.

Anche se in teoria qualsiasi oggetto può divenire veicolo di infezione, la realtà ci insegna che vi sono alcuni veicoli di
importanza epidemiologica indiscussa ed altri di importanza trascurabile
- Veicoli Inanimati: aria, acqua, alimenti, suolo
- Veicoli Animati o Vettori: passivi o attivi

VEICOLI INANIMATI

Aria → I patogeni sopravvivono negli ambienti confinati contenuti nelle goccioline di saliva disperse nell’aria, nei
granuli di polvere in sospensione.
Acqua → Permette la sopravvivenza dei microrganismi patogeni per tempi abbastanza lunghi.
Alimenti → Possono favorire o ostacolare la moltiplicazione dei microrganismi patogeni.
Suolo → Ospita spesso batteri sporigeni molto pericolosi.
Materiali d’uso → Biancheria, indumenti, in genere utilizzati dall’ammalato o portatore di una malattia infettiva
contagiosa.

VETTORI ANIMATI O VETTORI


TRASMISSIONE VERTICALE

Alcune infezioni contratte durante la gravidanza possono passare


per via placentare dalla madre al feto provocando aborti, gravi
malformazioni o infezioni nel prodotto del concepimento.

VIA PLACENTARE

Esempi di malattie per le quali è riconosciuta la modalità di


trasmissione tramite placenta sono:
- Sifilide
- Toxoplasmosi
- Rosolia
- Epatite B
- HIV
- Herpes Simplex
- Cytomegalovirus

ZOONOSI

Malattie di origine animale. La sorgente d’infezione può essere rappresentata da:


- Animali malati
- Animali portatori

Le zoonosi comprendono un gruppo di malattie degli animali che possono trasmettersi, anche solo occasionalmente,
all’uomo mediante:
• contatto diretto, anche con animali da compagnia (es. toxoplasmosi e rabbia);
• ingestione di prodotti alimentari di origine animale contaminati: latte (brucellosi), carne (es. toxoplasmosi), ecc.

Le specie animali coinvolte più frequentemente sono:


• ovini;
• bovini;
• caprini;
• suini;
• equini;
• roditori, uccelli, felini, ecc.

I soggetti a maggior rischio di esposizione sono coloro che, per motivi di lavoro, hanno contatti frequenti con gli
animali:
• allevatori;
• veterinari;
• addetti all’addestramento o alla vendita di animali;
• macellai;
• guardie forestali.

RISPOSTA IMMUNITARIA

L’organismo umano non subisce passivamente l’ingresso di microrganismi infettanti, ma attiva vari fattori, con linee
di difesa che possono essere aspecifiche (integrità della cute, ...) o specifiche (difesa immunitaria).

L’immunità può quindi essere:


- congenita (o refrattarietà): è la prima protezione dai patogeni negli esseri umani:
o di specie;
o individuale;
- acquisita: risposte complesse che l’organismo mette in atto dopo reazioni mirate verso ciascun agente
infettivo riconosciuto come “estraneo”.
- naturale:
o passiva;
o attiva (per infezioni pregresse);
- artificiale:
o passiva (immunoglobuline);
o attiva (vaccini).
ARGOMENTO 5

MALATTIE CRONICO-DEGENERATIVE NON TRASMISSIBILI


Le malattie croniche non trasmissibili sono patologie di lunga durata e progressione lenta (MCNT) e sono
generalmente multicausali e, pertanto sono il risultato di una combinazione di fattori genetici, fisiologici, ambientali
e comportamentali.

Le più importanti MCNT sono:


• le malattie cardiovascolari (es. infarto miocardico acuto, angina pectoris, ictus cerebrale…);
• il cancro;
• le malattie respiratorie croniche (es. asma e BPCO);
• il diabete;
• Le malattie neurodegenerative del sistema nervoso centrale (es. morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson, sclerosi
multipla, Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA).

EPIDEMIOLOGIA DELLE MALATTIE NON TRASMISSIBILI

I cambiamenti del quadro demografico ed epidemiologico hanno determinato un aumento significativo delle
malattie croniche non trasmissibili (MCNT) in tutto il mondo (tra cui le malattie cardiovascolari, tumori, disturbi
neurologici, diabete e malattie respiratorie croniche) responsabili del 94% dei decessi e dell’89% dei DALY (Disability-
Adjusted Life Year-numero di anni persi a causa della malattia, per disabilità o per morte prematura) complessivi.

Si tratta di malattie ad alto impatto sia per il numero di persone che ne sono affette sia per gli ingenti costi sanitari e
sociali che esse generano.

In termini di numero di decessi, più di 3/4 di tutti i soggetti morti per MCNT annualmente appartengono a Paesi a
basso e medio reddito, ma i Paesi industrializzati presentano la proporzione maggiore considerando il numero delle
morti globali per ogni Nazione.

Il numero di persone colpite, i decessi, le ricadute per le famiglie dei malati e gli impatti sui sistemi sanitari e socio-
assistenziali collocano queste malattie tra le priorità di Sanità Pubblica dei Governi a livello globale.

THE TOP 10 CAUSES OF DEATH

Dei 54,4 milioni di morti in tutto il mondo nel 2019, oltre la metà (55%) era dovuta alle prime 10 cause. Nel 2019
tutte le malattie non trasmissibili insieme hanno rappresentato il 74% dei decessi a livello globale.

Al primo posto la cardiopatia ischemica, responsabile del


16% dei decessi totali sul pianeta per un totale di circa 8,9
milioni nel 2019. La seconda e la terza causa di morte sono
l’ictus e la broncopneumopatia cronica ostruttiva
responsabili di circa l’11% e 6 % dei decessi totali.

Decessi per bronchiti e cancro ai polmoni sono aumentati


da 1,2 milioni a 1,8 milioni e sono ora al sesto posto tra le
principali cause di morte. L’Alzheimer e le altre forme di
demenza si sono classificate come la settima causa di
morte, interessando soprattutto le donne.

Il diabete – considerata la malattia del benessere – ha visto


un balzo in avanti con il 70% in più della mortalità,
soprattutto in aree come il Medio Oriente.
https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/the-top-10-
causes-of-death

A livello globale, nel 2019 le malattie non trasmissibili sono


state responsabili del 74% dei decessi.
LEADING CAUSES OF DEATH GLOBALLY

FATTORI DI RISCHIO

Le malattie non trasmissibili riconoscono un’eziologia multifattoriale, cioè più fattori di rischio contribuiscono
contemporaneamente al loro sviluppo. I fattori di rischio sono caratteristiche che aumentano la probabilità di
insorgenza della malattia.

I fattori di rischio sono stati identificati ed è stata dimostrata la reversibilità del rischio, pertanto queste patologie
sono prevenibili.

I fattori di rischio si dividono in:


- modificabili (es. attraverso cambiamenti dello stile di vita, mediante assunzione di farmaci)
- non modificabili (es. fattori genetici)

FATTORI NON MODIFICABILI

• età: il rischio di malattie aumenta con l'età e, nei pazienti anziani, l'età diviene il fattore di rischio dominante.
• sesso: gli studi finora condotti hanno fatto emergere un rischio maggiore negli uomini rispetto alle donne in pre-
menopausa. Dopo la menopausa tuttavia, il rischio di sviluppare una malattia cronico-degenerativa tende ad
aumentare rapidamente. L'effetto protettivo è esercitato, almeno in parte, dagli estrogeni.
• familiarità: il rischio di MCNT è tanto maggiore quanto più diretto il grado di parentela con un individuo già colpito,
quanto più elevato è il numero di parenti affetti, e quanto più precocemente si è manifestata la malattia in questi
soggetti. In alcuni casi, la familiarità è dovuta alla trasmissione ereditaria di altri fattori di rischio quali diabete,
ipertensione o ipercolesterolemia.

I FATTORI MODIFICABILI

I fattori modificabili sono quelli suscettibili di correzione mediante modifiche dell'alimentazione, del
comportamento, dello stile di vita, o mediante interventi farmacologici:

• Dislipidemia: una concentrazione sub-ottimale di HDL colesterolemia aumenta il rischio cardiovascolare; più
elevata è la colesterolemia totale, più è probabile la sua sedimentazione nelle pareti arteriose e quindi il rischio di
aterosclerosi;
• Ipertensione: comporta un maggiore sforzo per il muscolo cardiaco
• Diabete
• Obesità
• Fumo
• Sedentarietà

FATTORI DI RISCHIO COMUNI E MODIFICABILI

L'uso di tabacco è responsabile del 25% di tutti i decessi per cancro a livello globale. La nicotina e i prodotti del
tabacco aumentano anche il rischio di malattie cardiovascolari e polmonari. Oltre 1 milione di persone muoiono ogni
anno per l'esposizione al fumo passivo. In Italia, nel 2019, si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco oltre
93.000 morti, con oltre il 25% di questi decessi compreso tra i 35 ed i 65 anni di età.

All’eccessivo apporto di sale/sodio sono attribuibili 4,1 milioni di morti ogni anno.

Secondo le stime dell’OMS, l’inattività fisica causa annualmente nel mondo 1,9 milioni di morti.
INCIDENZA DI ALCUNI FATTORI DI RISCHIO DI MALATTIE CARDIOVASCOLARI NELLA POPOLAZIONE TRA I 35 E I 74
ANNI

I CATTIVI STILI DI VITA


“RUBANO” 10 ANNI DI VITA

Fumo, colesterolo e pressione


sono fattori di rischio. Lo
studio è stato condotto su 19
mila uomini tra i 40 e i 69 anni.
Per ogni soggetto i ricercatori
hanno valutato altezza, peso,
pressione, colesterolo e livelli
di glucosio nel sangue, oltre
alla storia clinica, l'abitudine al
fumo, il tipo di lavoro e se
fossero sposati o meno.

Quarant'anni dopo sono tornati a vedere che cos'era successo: 13.501 persone avevano perso la vita. Tenendo in
considerazione i fattori di rischio, i ricercatori hanno potuto constatare che fumo, pressione e colesterolo alti
riducevano di 10 anni l'aspettativa di vita. All'aumentare delle cattive abitudini aumenta il rischio di morire prima del
tempo, fino a raggiungere i 15 anni di vita in meno per chi, oltre all’esposizione ai tre fattori di rischio considerati, è
affetto da obesità e diabete

L’IPERTENSIONE è il
principale fattore che
contribuisce a morte
prematura nel mondo

IPERTENSIONE
ARTERIOSA

L'ipertensione non dà
quasi mai segno di sé
perché il più delle
volte non provoca
nessun fastidio: è un
nemico subdolo che deve invece essere cercato e curato per evitare che avvengano fenomeni patologici (i vasi sono
danneggiati dal flusso eccessivo che devono sostenere e il cuore lavora più delle sue possibilità).

Per definizione i valori pressori devono essere misurati in assenza di sintomatologia soggettiva e oggettiva (a meno
di casi particolari) per poter capire realmente se il paziente è iperteso o normoteso. E' sufficiente che uno solo dei
valori pressori sia elevato perché si parli di ipertensione.

GLI IPERTESI IN ITALIA

In Italia il 31% della popolazione è iperteso (pressione arteriosa ≥160 mmHg)

Poiché l’aumento della pressione arteriosa


normalmente non si percepisce se non
quando si manifestano complicanze
cliniche è consigliabile misurare la
pressione arteriosa almeno una volta
all’anno.
TROPPO SALE PER GLI ITALIANI: RISCHIO ICTUS E INFARTO, PEGGIO DEL FUMO

Gli italiani mangiano troppo salato: nove su dieci introducono ogni giorno in media 10 grammi di sale, il doppio della
quantità giornaliera raccomandata.

Lo dimostrano i dati preliminari della prima fotografia sui consumi di sale nel nostro Paese, presentata in anteprima
a Firenze durante il Congresso dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO).

Con un cucchiaino da tè in meno di sale ogni giorno si potrebbero evitare 67 mila casi di infarto all’anno, 40 mila
ictus, con vantaggi sulla salute molto elevati. I rischi di una alimentazione troppo salata sarebbero infatti maggiori
addirittura di quello legati al fumo e al sovrappeso.

INTERVENTI DI PREVENZIONE

In questo scenario, la lotta alle malattie croniche rappresenta una priorità di Salute Pubblica, sia nei Paesi ad alto
tenore socio-economico sia in quelli con basso medio livello socioeconomico. Da qui la necessità di investire nella
prevenzione e nel controllo di queste malattie, da una parte riducendo i fattori di rischio a livello individuale,
dall’altra agendo in maniera interdisciplinare e integrata per rimuovere le cause delle cause.

PIANO D’AZIONE GLOBALE DELL’OMS PER LA PREVENZIONE E IL CONTROLLO DELLE MALATTIE NON TRASMISSIBILI
2013-2020

OBIETTIVI A LIVELLO MONDIALE

1) Riduzione relativa del 25% della mortalità totale dovuta a malattie cardiovascolari, tumori, diabete o patologie
respiratorie croniche
2) Riduzione relativa pari ad almeno il 10% del consumo dannoso di alcol, secondo quanto appropriato al contesto
nazionale
3) Riduzione relativa del 10% della prevalenza dell’insufficiente attività fisica
4) Riduzione relativa del 30% del consumo medio di sale/sodio nella popolazione
5) Riduzione relativa del 30% della prevalenza del consumo di tabacco nelle persone di età pari o superiore ai 15 anni
6) Riduzione relativa del 25% della prevalenza dell’ipertensione, oppure, a seconda della situazione nazionale,
contenimento della prevalenza dell’ipertensione
7) Arresto della progressione del diabete e dell’obesità
8) Almeno il 50% delle persone che ne hanno i requisiti riceva terapia farmacologica e counselling (incluso il controllo
della glicemia) per la prevenzione dell’infarto e dell’ictus
9) Disponibilità dell’80% delle tecnologie di base e dei farmaci essenziali economicamente accessibili, generici inclusi,
necessari per il trattamento delle principali malattie non trasmissibili, nelle strutture pubbliche e private
PIANO D’AZIONE GLOBALE DELL’OMS PER LA PREVENZIONE E IL CONTROLLO DELLE MALATTIE NON TRASMISSIBILI
2013-2020

Il piano di prevenzione è incentrato principalmente sui quattro tipi di malattie non trasmissibili che contribuiscono
maggiormente alla morbilità e mortalità:
-malattie cardiovascolari,
-tumori,
-patologie respiratorie croniche,
- diabete e sui quattro fattori condivisi di rischio comportamentale:
- consumo di tabacco,
- dieta non sana,
- inattività fisica e
- consumo dannoso di alcol.

INTERVENTI PER LA RIDUZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO

- Controllo del tabacco


Obiettivi: riduzione relativa del 30% nella prevalenza di consumo di tabacco nelle persone di età pari o superiore ai
15 anni
ALCUNI ESEMPI

Adottare misure legislative al fine di creare ambienti liberi al 100% dal fumo di tabacco in tutti i luoghi di lavoro al
chiuso, i mezzi di trasporto pubblici, i luoghi pubblici al chiuso e, secondo quanto opportuno, altri luoghi pubblici.
Informare adeguatamente le persone in merito ai pericoli connessi al consumo di tabacco, anche attraverso
campagne sui mass media di forte impatto e basate sulle evidenze scientifiche, e avvertenze sanitarie di grandi
dimensioni, chiare, visibili e leggibili
Offrire assistenza alle persone che vogliono smettere di fumare, o ridurre la propria esposizione al fumo passivo di
tabacco, e in particolare le donne in gravidanza

- Promozione di una dieta sana


Obiettivi: Riduzione relativa del 30% del consumo medio di sale/sodio nella popolazione
- Arresto della progressione del diabete e dell’obesità
- Riduzione relativa del 25% della prevalenza dell’ipertensione, oppure, a seconda della situazione nazionale,
contenimento della prevalenza dell’ipertensione

GLI INTERVENTI DI PROMOZIONE DI CORRETTE ABITUDINI ALIMENTARI MIRANO AD:

- Elaborare misure di policy in cooperazione con il settore dell’agricoltura per potenziare le misure mirate
all’industria di trasformazione degli alimenti, ai rivenditori, ai ristoratori e alle istituzioni pubbliche, e dare maggiori
opportunità di ricorrere a prodotti agricoli e alimenti salutari.
- Organizzare campagne di comunicazione basate sulle evidenze scientifiche e iniziative di social marketing per
informare i consumatori sulle abitudini alimentari sane e incoraggiarli ad adottarle. Per ottenere il massimo dei
benefici e dell’impatto, le campagne dovrebbero essere connesse ad iniziative di sostegno nell’insieme della
comunità e in contesti specifici
- Creare ambienti che promuovano la salute e la nutrizione, anche attraverso l’educazione alimentare nelle scuole,
negli asili d’infanzia e in altre istituzioni didattiche, nei luoghi di lavoro, nelle cliniche e negli ospedali, e in altre
istituzioni pubbliche e private.

Obiettivi: Promozione dell’attività fisica


- Riduzione relativa del 10% nella prevalenza dell’insufficiente attività fisica
- Arresto della progressione del diabete e dell’obesità
- Riduzione relativa del 25% della prevalenza dell’ipertensione, oppure, a seconda della situazione nazionale,
contenimento della prevalenza dell’ipertensione.

Gli interventi di promozione dell’attività fisica mirano a:


- Creazione e preservazione di ambienti naturali e contesti urbani che favoriscano l’attività fisica nelle scuole, nelle
università, nei luoghi di lavoro, nelle cliniche e negli ospedali, oltre che nella comunità in generale, con particolare
attenzione alla creazione di infrastrutture a sostegno del trasporto attivo, ad esempio gli spostamenti a piedi e in
bicicletta, di forme di svago attive e della pratica sportiva.
- Pianificazione urbanistica e politiche dei trasporti a livello nazionale e subnazionale per migliorare l’accessibilità,
l’accettabilità e la sicurezza degli spostamenti a piedi e in bicicletta, nonché le relative infrastrutture
- Maggiore disponibilità di educazione fisica di qualità nei contesti didattici (dalla prima infanzia all’istruzione
superiore), anche attraverso opportunità di praticare attività fisica prima, durante e dopo la giornata scolastica
ufficiale.
- Iniziative per sostenere e favorire le iniziative di “attività fisica per tutti” per ogni età
- Promozione del coinvolgimento della comunità nell’attuazione di interventi a livello locale mirati all’aumento
dell’attività fisica.

Obiettivi: Riduzione del consumo dannoso di alcol

- Riduzione relativa pari almeno al 10% del consumo dannoso di alcol, secondo quanto appropriato al contesto
nazionale.
- Riduzione relativa del 25% della prevalenza dell’ipertensione, oppure, a seconda della situazione nazionale,
contenimento della prevalenza dell’ipertensione.
Gli interventi per ridurre l’assunzione di alcol
mirano a:
- Restringere l’accesso alla vendita delle
bevande alcoliche
- Potenziare i divieti sulla pubblicità delle
bevande alcoliche
- Aumentare le tasse sulle bevande alcoliche

PER RIASSUMERE

La prevenzione primaria e la promozione di stili


di vita sani è l’arma più valida per combattere le
malattie non trasmissibili. Tutti possono ridurre
in modo significativo il rischio di sviluppare
queste malattie semplicemente adottando
abitudini salutari, in particolare evitando il
fumo, seguendo un’alimentazione corretta,
limitando il consumo di alcol e svolgendo
attività fisica regolare.

OBIETTIVI OTTIMALI PER LA PREVENZIONE NELLA POPOLAZIONE GENERALE

- Dieta equilibrata

• astensione dal tabacco;


• attività fisica regolare;
• colesterolo < 190mg/dl;
• pressione arteriosa < 130/80 mmHg;
• indice massa corporea < 25 kg/m2.

ARGOMENTO 6
EPIDEMIOLOGIA

Tutte le scelte in ambito sanitario devono basarsi su


solide basi scientifiche. Per acquisire informazioni è
necessario condurre studi epidemiologici. L’obiettivo
principale degli studi epidemiologici è quello di
fornire una valida base conoscitiva per attivare valide
azioni preventive.

È la disciplina che si occupa dello studio delle malattie e dei fenomeni ad esse correlati attraverso l’osservazione
della distribuzione e dell’andamento nello spazio e nel tempo delle patologie nella popolazione e l’individuazione dei
fattori di rischio che ne condizionano l’insorgenza e la diffusione.

La programmazione degli interventi preventivi e di promozione della salute avviene sulla base dei dati raccolti
attraverso studi epidemiologici condotti seguendo rigidi metodi scientifici.

Epidemiologia è un termine composto derivante dall’unione di tre parole greche:


Epi= su o nel
Demos=popolo
Logos=studio cioè “studi sulla (nella) popolazione”

METODOLOGIA DELLA PREVENZIONE

Momento conoscitivo → Epidemiologia


Momento degli interventi

➔ Igiene e Medicina Preventiva (interventi finalizzati alla difesa della salute delle popolazioni)
- programmazione
- organizzazione
- operatività
Momento valutativo → Epidemiologia

FINALITÀ DELL’EPIDEMIOLOGIA
• Dimensionare e/o sorvegliare i fenomeni sanitari
• Stimare la frequenza di una malattia
• Identificare gli agenti eziologici ed i fattori di rischio delle malattie
• Identificare i determinanti di salute
• Descrivere la storia naturale di una malattia
• Valutare gli interventi di contrasto alla malattia (azioni preventive)
• Organizzare i sistemi sanitari

L’EPIDEMIOLOGIA studia:
- gruppi di soggetti, non i singoli individui
- una popolazione sana ed una malata per cercare di comprendere le differenze cruciali tra i sani e i malati

IL METODO EPIDEMIOLOGICO CONSISTE NEL:


1) Porre un’ipotesi
2) Verificarla per mezzo di una ricerca specifica
3) Utilizzare le conclusioni per porre nuove ipotesi

E’ indispensabile elaborare un metodo di studio capace di rendere misurabile ed esprimibile in cifre ciò che
altrimenti sarebbe solo una impressione soggettiva

Tale metodo che si basa principalmente su metodi statistici deve consentire di:
- trasferire le osservazioni effettuate su un “campione” all’intera popolazione oggetto di studio.
- confrontare più fenomeni tra di loro e stabilire se differiscono per cause accidentali (casuali) o per cause sistemiche
- pervenire a misure di frequenza dei fenomeni al fine di predisporre interventi preventivi
- fornire indicazioni sulle relazioni esistenti tra variabili allo scopo di individuare le condizioni di benessere o
malessere di una popolazione
CAMPIONE: Un sottoinsieme degli elementi della
popolazione:
- rappresentativo
- scelto con metodo che ne assicuri la validità
- sufficientemente numeroso

Al fine di trasferire le informazioni acquisite su un


«campione» alla popolazione oggetto di studio è
fondamentale scegliere in modo appropriato il campione.
PRINCIPALI MISURE IN EPIDEMIOLOGIA

Poiché l’oggetto di studio dell’epidemiologia è la popolazione i valori assoluti sono di scarso interesse e quindi
occorre mettere sempre in relazione il numero di eventi con la popolazione alla quale i casi appartengono.

Attività fondamentale in epidemiologia: QUANTIFICAZIONE delle malattie o dei fenomeni ad esse correlati.
Le misure di frequenza delle malattie possono riferirsi ad una vasta gamma di eventi o di fenomeni

morti, malati, infetti, esposti, recettivi, popolazione

PRINCIPALI MISURE IN EPIDEMIOLOGIA

I principali tipi di misura utilizzabili in epidemiologia sono:


- frequenze
- rapporti
- proporzioni
- tassi
- misure del rischio

PRINCIPALI MISURE IN EPIDEMIOLOGIA

Frequenze

Il primo e più semplice risultato dell’osservazione di un fenomeno in una popolazione è il numero che esprime la
frequenza di comparsa del fenomeno stesso nel tempo di osservazione.
Tale valore può essere indicato come: N(tx)
dove:
N = numero di casi osservati
tx = intervallo di tempo in cui è avvenuta l’osservazione

Rapporti
Consentono di comparare due variabili con caratteristiche diverse o, come
si usa dire tecnicamente, fra loro indipendenti
Tale valore può essere indicato come:
Nx/Ny
dove:
Nx = frequenza della prima variabile
Ny = frequenza della seconda variabile
Importante: il fattore presente al numeratore non compare mai al
denominatore

Rapporti (esempi)
Possono essere utilizzati per:
ü confrontare l’entità dello stesso fenomeno in due gruppi
diversi (es: tasso di decesso per tumore al polmone nei
maschi/tasso di decessi per tumore al polmone nelle femmine
x 100)
ü suddividere una popolazione in due gruppi di soggetti con
diverse caratteristiche (es: rapporto fra soggetti obesi e
normopeso)
ü comparare l’entità di un fenomeno in due momenti differenti
(tasso mortalità in Italia nel 1960/tasso mortalità in Italia nel
2019)

Proporzioni
Descrivono la quantità relativa di una popolazione con una determinata
caratteristica rispetto alla popolazione totale
Tale valore può essere indicato come:
Nx/P
dove:Nx = popolazione con una determinata caratteristica
P = popolazione totale
In tutti i casi il fattore presente al numeratore compare nel
denominatore

Tassi
Proporzione in cui interviene la variabile tempo
Tale valore può essere indicato come: R = N(tx)/P(tx) K
dove:
R = tasso
N(tx) = numero di casi osservati in un intervallo di tempo
P(tx) = popolazione nella quale i casi sono stati osservati
nello stesso intervallo di tempo
K = costante, solitamente un multiplo di 10

PRINCIPALI MISURE IN EPIDEMIOLOGIA

Esistono essenzialmente 3 tipi di tassi:


- tasso grezzo: esprime la misura di tutti gli eventi verificatisi, in un certo periodo di tempo, nell’intera
popolazione (es. tassi di natalità, morbosità, mortalità)
- tasso specifico: esprime la misura degli eventi verificatisi in particolari gruppi di popolazione selezionati in
base al sesso o all’età o alla diversa tipologia degli eventi stessi, in un certo periodo di tempo (es. tasso di
mortalità per classi di età, tasso di mortalità infantile)
- tasso standardizzato: consente il confronto di tassi grezzi per mezzo di una particolare tecnica detta di
standardizzazione allo scopo di eliminare l’influenza di una o più variabili. (es. età, sesso ecc.).

CONCETTI CHIAVE: PRINCIPALI MISURE IN EPIDEMIOLOGIA

RAPPORTO
• misura statica
• assume un valore compreso tra 0 e +∞
• il numeratore non è compreso nel denominatore
• mancanza di simmetria ( A/B ≠ B/A )

PROPORZIONE
• misura statica
• assume solo valori compresi tra 0 e 1
• il numeratore è compreso nel denominatore
• A + B: popolazione totale suscettibile
TASSO
• misura dinamica
• le variazioni sono riferite al tempo

ALCUNI ESEMPI DI PROPORZIONI O TASSI


MORBOSITA’ (dal latino: “morbus”; inglese: “morbidity”)

𝑎𝑚𝑚𝑎𝑙𝑎𝑡𝑖
𝑎𝑚𝑚𝑎𝑙𝑎𝑡𝑖 + 𝑠𝑜𝑔𝑔𝑒𝑡𝑡𝑖 𝑠𝑢𝑠𝑐𝑒𝑡𝑡𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖

è la misurazione di un fenomeno clinico ed è, in genere, una proporzione

MORTALITA’: è sempre calcolata in rapporto al tempo, è un tasso

𝑚𝑜𝑟𝑡𝑖
𝑥 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜
𝑚𝑜𝑟𝑡𝑖 + 𝑠𝑜𝑔𝑔𝑒𝑡𝑡𝑖 𝑠𝑢𝑠𝑐𝑒𝑡𝑡𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖

SOPRAVVIVENZA LETALITA’
Probabilità, per un ammalato, di restare in vita per un Probabilità, per un malato, di morire per quella malattia
dato tempo
𝑀
𝑁−𝑀 𝑀+ 𝑁
𝑁
M = morti per la malattia nel periodo M = morti per la malattia nel periodo
N = nuovi casi della malattia nel periodo N = sopravvissuti alla malattia nel periodo

INDICI DI FREQUENZA

- PREVALENZA
Numero di casi di malattia nella popolazione oggetto di studio in un preciso momento
Es. numero di malati di tumore al polmone in Liguria al 31/12/2020
- INCIDENZA
Numero di NUOVI casi di malattia nella popolazione oggetto di studio in un dato periodo
(settimane/mese/anno)
(Es. numero di nuove diagnosi di tumore al polmone in Liguria nel mese di dicembre 2020).

PREVALENZA

- Misura la proporzione di “eventi” presenti in una popolazione in un dato momento


- “Evento” è un qualsiasi carattere ricercato: infezione, stato di malattia, presenza di anticorpi, ecc.
- E’ una misura di tipo statico, in cui il fattore tempo non è presente: è una proporzione, assume quindi valori
compresi tra 0 ed 1
- Misura l’impatto e la diffusione di una malattia in un determinato territorio
- Semplice da determinare.

PREVALENZA = numero di casi in un certo istante/popolazione nello stesso istante

La prevalenza non è un tasso, ma una proporzione

ESEMPI: Proporzione di popolazione affetta da una determinata malattia in un dato istante.


2400 soggetti d’età compresa tra i 50 e gli 85 anni.
300 soggetti con la cataratta
Quale è la prevalenza di cataratta in questa popolazione?
P = 300/2400 = 0,125 = 12,5%
Proporzione di bambini obesi in un dato istante
2000 bambini d’età compresa tra i 3 e i 10 anni
185 bambini obesi
P = 185/2000 = 0,092 = 9,25%

INCIDENZA

L’incidenza è un tasso
L’incidenza è riferita ad un intervallo temporale.
L’unità di tempo è arbitraria: giorni, mesi, anni.
Esempio: 10 nuovi casi di malattia ogni 1000 persone all’anno.
L’incidenza è generalmente moltiplicata per una costante di convenienza (100, 1.000, 10.000 ecc.).
Esempio: Nuovi casi di influenza segnalati nella prima settimana di febbraio 2020 a Genova – 10 nuovi casi su 1000
persone/settimana.

IMPORTANTE!

Prevalenza e incidenza non sono sinonimi


La prevalenza descrive la proporzione di casi di malattia presenti in una popolazione in un dato momento. E’ una
proporzione.
L’incidenza è un tasso e descrive i nuovi casi di malattia in una popolazione in un dato periodo.

Prevalenza: numero di malati di tumore al polmone in Liguria al 31/12/2019.


Incidenza: numero di nuove diagnosi di tumore al polmone in Liguria nel mese di dicembre 2019.

➔ La prevalenza (tutti i casi) comprende anche le nuove diagnosi (incidenza).

MISURE DI RISCHIO

Ogni malattia è associata a una causa o a cause multiple.


Le misure di rischio quantificano la forza dell’associazione tra causa e effetto (malattia).
Nella valutazione dell’esistenza di un’associazione entrano in gioco due variabili:
1. la presunta causa (variabile indipendente) e
2. l’effetto (o variabile dipendente). L’effetto è rappresentato dalla comparsa della malattia.

L’esistenza della associazione si dimostra confrontando la frequenza della malattia in due popolazioni costituite
rispettivamente in esposti e non esposti ad una presunta causa.

Le misure di rischio saranno descritte in base al tipo di studio epidemiologico condotto.

UN FATTORE DI RISCHIO E’…

• Un fattore di rischio è un evento al quale è associata una probabilità di sviluppare una malattia in un determinato
periodo di tempo.
• In questo ambito, è importante definire il rischio degli individui esposti a particolari fattori. Si può cominciare col
distinguere semplicemente gli individui in esposti e non esposti, per cercare poi di quantificare il rischio in rapporto
al livello di esposizione.

➔ Aumentano la probabilità di comparsa di una malattia o di una determinata condizione, ma non ne


determinano obbligatoriamente lo sviluppo.
Si riconoscono i seguenti fattori di rischio:
o Genetici: non modificabili
o Ambientali: riguardano i luoghi in cui la persona vive e sono modificabili. Es. azioni rivolte a
modifiche ambientali (riduzione dell’inquinamento atmosferico) o interventi di sanità pubblica (es. il
fumo passivo)
o Individuali: modificabili includono il tipo di dieta, il fumo, l’uso di alcol, droghe e farmaci, i
comportamenti sessuali ecc.

ARGOMENTO 7

TIPI DI STUDI IN EPIDEMIOLOGIA

Epidemiologia:
Descrittiva. Descrive i dati demografici e l’incidenza e la prevalenza delle malattie
Analitica o Osservazionale. Studia le cause delle malattie comparando due o più variabili. Presenza del fattore di
rischio/incidenza della malattia in una popolazione
Valutativa o sperimentale. Ha lo scopo di valutare l’efficacia degli interventi sanitari messi in atto verso una
determinata malattia

EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA
DEMOGRAFIA

Disciplina che
- studia e descrive le caratteristiche delle popolazioni
- studia dal punto di vista scientifico le popolazioni con particolare riferimento alla loro numerosità, densità,
crescita, distribuzione per età considerando anche i diversi fattori condizionanti (es. migrazioni, nascite,
morti ecc.) e i loro effetti sulle condizioni economiche, culturali e sociali.

L'oggetto della demografia è lo studio dei processi che determinano le variazioni della popolazione umana. In
demografia per "popolazione" si intende un insieme costituito di individui collegati tra loro da vincoli di riproduzione;
solo questi vincoli garantiscono la continuità nel tempo di un insieme di individui e assicurano il succedersi delle
generazioni. Una popolazione si definisce tale se continua nel tempo attraverso il susseguirsi delle generazioni.
• Le popolazioni si formano e si estinguono; si formano, oltre che per effetto della fecondità, per i processi di
immigrazione e emigrazione o per divisione di una popolazione esistente; si estinguono perché non si riproducono o
perché si fondono insieme a popolazioni esistenti. Una popolazione è definita
anche attraverso i suoi «confini» geografici. La popolazione è definita anche da altri parametri di diverso tipo: es.
religiosi, culturali, razziali.

FONTI DI DATI DEMOGRAFICI IN ITALIA

Le rilevazioni e le statistiche demografiche sono realizzate da strutture, enti e istituzioni che


afferiscono al Sistema Statistico Nazionale, istituito con il fine di razionalizzare la produzione e la
diffusione dell'informazione statistica ufficiale mediante un coordinamento che coinvolge l'intera
amministrazione pubblica. Fanno parte del Sistema Statistico Nazionale, oltre all'Istituto Nazionale di
Statistica (Istat), gli uffici statistici degli enti amministrativi dello Stato centrali e periferici.

LE “RILEVAZIONI DI STATO”

• Le caratteristiche strutturali della popolazione (sesso, età, stato civile, occupazione, istruzione ecc.) sono rilevate
mediante le così dette rilevazioni di stato. Con questo tipo di indagine viene rilevato lo "stato" di ogni individuo.
• Il censimento della popolazione rappresenta la "rilevazione di stato" più importante. È una rilevazione diretta,
nominativa e universale.
• Fino al 2018 il censimento era decennale.
• Da ottobre 2018 l’Istat ha avviato il Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni, la rilevazione che
consente, con cadenza annuale e non più decennale, di rilasciare informazioni continue e tempestive sulle principali
caratteristiche socio-economiche della popolazione dimorante abitualmente in Italia.

Il Censimento permanente non coinvolge più tutte le famiglie nello stesso momento, ma solo un campione
selezionato di esse, e grazie all’integrazione dei dati raccolti con le rilevazioni campionarie
con quelli provenienti dalle fonti amministrative consente di restituire informazioni rappresentative dell’intera
popolazione.
Le prime due rilevazioni del 2018 e 2019 hanno coinvolto per anno un campione di circa 1.400.000 famiglie in oltre
2.800 comuni. L’ultima rilevazione si è chiusa il 20 dicembre 2019.
Nel 2020, a fronte dell’emergenza Covid-19, l’Istat ha modificato parzialmente il disegno censuario sospendendo, per
la piena tutela della salute delle famiglie e dei lavoratori, le attività di raccolta dati sul territorio e presso le famiglie,
tradizionalmente svolte da ottobre a dicembre ma avviate, a livello organizzativo, sin dal mese di
marzo, e privilegiando soluzioni metodologiche più adeguate al contesto, come l’intensificazione dell’utilizzo dei dati
amministrativi.
Pertanto nel 2020 il Censimento permanente non è stato sospeso; l’Istat ha garantito, infatti, senza interrompere le
serie storiche 2018-2019, la diffusione a livello comunale delle informazioni strutturali: conteggio della popolazione
(per sesso, età, cittadinanza) e variabili di stato civile e istruzione, sulla base dell’integrazione tra il Registro
base degli individui e le fonti amministrative.
Nel 2021 è prevista la ripresa delle rilevazioni sul campo e il recupero di tutte le attività sospese nel 2020 a causa
dell’emergenza sanitaria.

ALTRE FONTI DI RILEVAMENTI DI STATO

- Anagrafe comunale: è un registro nel quale sono riportate alcune fondamentali informazioni sui cittadini
residenti in un dato comune. L’anagrafe acquisisce i dati che derivano dalle segnalazioni degli uffici di stato civile:
data e luogo di nascita, la struttura familiare, data e luogo di morte.
- Registro tumori: raccoglie tutti i casi di patologia neoplastica che avvengono in un determinato territorio
secondo regole codificate a livello internazionale.
Altri esempi di registri sono quelli ad esempio delle patologie infettive soggette a denuncia obbligatoria.

RILEVAMENTI DI FLUSSO
Nascite, morti, matrimoni, emigrazioni ed immigrazioni sono i principali fenomeni di interesse demografico. I
fenomeni demografici che avvengono in un determinato comune vengono riportati in un apposito registro, lo "stato
civile". A differenza dell'anagrafe comunale, che si configura come una sorta di censimento "in continuo" dei cittadini
residenti, l'ufficio di stato civile ha la funzione di raccogliere i dati sugli eventi demografici man mano che avvengono
nel territorio comunale. L'ufficio di stato civile produce il "bilancio demografico" a livello comunale, cioè il bilancio
tra ingressi (nascite ed immigrazioni) e uscite dal comune (morti ed emigrazioni). La differenza tra nascite e morti
costituisce il così detto "movimento naturale" della popolazione; immigrazioni ed emigrazioni costituiscono il così
detto "movimento migratorio”.

PRINCIPALI INDICI DEMOGRAFICI

DIRETTI INDIRETTI
• Tasso di natalità • Reddito pro capite
Nati vivi/popolazione • Livello di istruzione
• Tasso di mortalità • PIL
Numero di morti/popolazione. • Consumi pro capite
Grezzo, per fasce di età, per sesso • Inquinamento
mortalità infantile (primo anno)
mortalità neonatale (settimana o mese)
• Piramidi di età
• Curva di Lexis
INDICI SANITARI

Informazioni quantitative che descrivono le condizioni sanitarie di una popolazione.


Sono strumenti fondamentali per la pianificazione e la valutazione di programmi sanitari e sociali.

- Tasso di mortalità generale:


N. annuale di morti / popolazione a metà anno x 1.000
- Tasso di mortalità infantile:
N. morti nel primo anno di vita / Totale nati vivi x 1.000
- Tasso di natalità:
N. annuale nati vivi / Popolazione a metà anno x 100.000
- Tasso di mortalità neonatale:
N. annuale di morti nei primi 28 giorni di vita / N. di nati vivi x 1.000
- Tasso di natimortalità:
N. annuale di nati morti (> 28 settimane) / N. di nati nello stesso anno (nati vivi + nati morti) x 1.000
- Tasso di letalità:
N. di pazienti morti dopo diagnosi di una determinata malattia / N. di di casi diagnosticati della stessa malattia x 100
- Tasso di sopravvivenza:
N. di pazienti ancora vivi dopo 5 anni dalla diagnosi di una determinata malattia / N. di di casi diagnosticati della
stessa malattia x 100

PRINCIPALI INDICATORI SOCIO-SANITARI A LIVELLO MONDIALE (OMS)


- Aspettativa di vita
o alla nascita
o all’età di 65 anni
o in salute
- Mortalità infantile
- Stato di malnutrizione
- Stato di povertà
- Educazione
- Accessibilità acqua potabile
- Età
- Cause di morte

COSA È SUCCESSO NEL SECOLO SCORSO A LIVELLO MONDIALE E CHE COSA CI ASPETTIAMO
Incremento della popolazione
Invecchiamento della popolazione

PIRAMIDE DELLE ETA’

- Diagramma per valutare la struttura di una popolazione per sesso ed età.


- In ordinata sono riportate le classi d’età, in ascissa la percentuale o il numero assoluto dei soggetti
appartenenti a ciascuna classe suddivisi per sesso.
- Nelle popolazioni con alti tassi di natalità e mortalità la piramide assume forma triangolare.
- Nelle popolazioni con tassi di natalità e mortalità ridotte il grafico assume una forma rettangolare.

La forma dipende dall'andamento demografico di una popolazione, con variazioni visibili associati a periodi di forte
crescita o cali per forte decremento delle nascite, per guerre o per altri eventi.
In Italia il grafico ha avuto una forma simile ad una piramide fino agli anni '60, cioè fino agli anni del boom
demografico.
Attualmente il grafico che descrive la distribuzione della popolazione italiana per sesso ed età ha una forma «a
botte».
Si nota come la base sia stretta dovuta alla bassa natalità.
Il maggior numero di soggetti è compreso nelle fasce d’età 45-55 anni che corrisponde ai soggetti nati alla fine degli
anni 60 e inizio anni 70 quando il tasso di natalità era ancora elevato.
Dal gruppo d’età 55-59 anni il grafico assume la forma a piramide determinata dall’aumento della mortalità con
l’avanzare dell’età.

(il numero di decessi aumenta leggermente, quello delle nascite decresce esponenzialmente)
Questo grafico descrive in modo chiaro il decremento della natalità in Italia. Questo andamento porterà nei prossimi
anni ad un cambiamento significativo della distribuzione della popolazione per fasce d’età e di conseguenza
condizionerà i bisogni di salute della popolazione.

La popolazione «over 65» necessità di un maggior numero di prestazioni sanitarie e questo determina un aumento
della spesa sanitaria.
Le strategie preventive sono alla base per un invecchiamento in salute.

[slide 25-26]

Il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie e le grandi scoperte della medicina del secolo scorso hanno
determinato un aumento significativo della speranza di vita.
Occorre ricordare che non è solo importante vivere di più ma vivere meglio.
Fondamentale è migliorare la qualità della vita.

Con l’aumento della vita media aumentano le malattie croniche (vedi diapositive relative alle malattie
cronicodegenerative).

SFIDE COMUNI
- Le persone vivono più a lungo e hanno meno figli.
- Le persone migrano all’interno del proprio Paese e tra Paesi, le città diventano sempre più grandi.
- Le malattie croniche dominano il carico di malattia
- La depressione e i problemi cardiaci sono le principali cause della perdita di anni in buona salute
- Le malattie infettive, quali l’HIV e la tubercolosi rimangono una sfida da tenere sotto controllo.
- Gli organismi antibiotico resistenti stanno emergendo
- I sistemi sanitari devono far fronte a costi crescenti
- L’assistenza primaria è debole e carente di servizi di prevenzione
- Le capacità dei sistemi sanitari pubblici sono obsolete

Senza mai dimenticare la possibilità in ogni momento storico della comparsa di «emergenze sanitarie» dovute alla
diffusione di nuovi «microrganismi patogeni» o a calamità naturali (vedi diapositive emergenze sanitarie e nuovo
coronavirus).

CURVA DI LEXIS

La curva di Lexis descrive una


popolazione in base alla mortalità. In
ascissa è riportata l’età e in ordinata la
mortalità. Il grafico permette di
effettuare una valutazione del livello di
salute di una popolazione.
ARGOMENTO 8

EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA – SISTEMI DI SORVEGLIANZA

Al fine valutare il livello di salute di una popolazione e per individuare i bisogni di salute della popolazione
stessa è necessario attivare sistemi di sorveglianza delle malattie.
Le malattie si suddividono in:
- Malattie infettive. Per alcune malattie infettive esiste un obbligo di segnalazione da parte del medico.
- Malattie cronico-degenerative

In Sanità Pubblica, sorvegliare significa raccogliere informazioni mirate relative ad eventi ben definiti che possono
essere modificati da un preciso intervento sanitario.
La sorveglianza è la sistematica raccolta, archiviazione, analisi e interpretazione dei dati, seguita da una diffusione
delle informazioni a coloro che devono decidere di intraprendere eventuali interventi. I dati raccolti con i sistemi di
sorveglianza sono pubblici e disponibili per la popolazione.
Per ottenere informazioni utili ad impostare un intervento preventivo efficace è indispensabile la sistematicità nella
raccolta dei dati e l'accuratezza nella loro interpretazione.
Lo sviluppo di sistemi di sorveglianza con rappresentatività nazionale e territoriale è alla base delle politiche
nazionali di prevenzione e promozione della salute e di contrasto alle malattie infettive e cronico-degenerative.
I sistemi di sorveglianza permettono di:
- identificare le priorità sulle quali è necessario intervenire,
- ottenere informazioni utili sull’andamento di malattie e fattori di rischio,
- studiare l’influenza dei determinanti di salute,
- individuare le disuguaglianze di salute,
- osservare cambiamenti a seguito di interventi e politiche sanitarie adottate.
Per questa ragione il Ministero della Salute attraverso il Centro per la prevenzione e il Controllo delle Malattie
(CCM), in collaborazione con le Regioni, sostiene e affida all’Istituto Superiore di Sanità la progettazione, la
sperimentazione e l’implementazione di sistemi di sorveglianza a sostegno del governo locale per pianificare,
monitorare e valutare gli interventi di prevenzione e promozione della salute e i progressi verso gli obiettivi di salute
fissati nei Piani sanitari e nei Piani di Prevenzione.

SORVEGLIANZA DELLE MALATTIE INFETTIVE

La sorveglianza delle malattie infettive è affidata al Sistema informativo delle malattie infettive (Simi), basato sulle
segnalazioni dei medici.
Sistematicamente vengono predisposti report di tutte le malattie infettive notificate.
Il sistema comprende segnalazioni immediate per allertare gli operatori di sanità pubblica in caso di emergenza.
I dati ufficiali italiani sulla sorveglianza delle malattie infettive sono consultabili sui siti del Ministero della Salute e
dell’Istituto Superiore di Sanità e vengono aggiornati periodicamente.
È possibile consultare i dati sul sito disaggregati per Regione, sesso e fasce d’età.
Per approfondire visualizza: https://www.epicentro.iss.it/infettive/sorveglianza

SORVEGLIANZA DELLE MALATTIE INFETTIVE

Alcune malattie sono oggetto di sorveglianze speciali.


Esempi Influenza: InfluNet
Sorveglianze delle malattie batteriche invasive
Sorveglianza integrata morbillo e rosolia

COS’E’ UN’EPIDEMIA?

Un numero di casi di malattia superiore all’atteso in un certo periodo di tempo ed in una certa area geografica.
Quando un’epidemia è geograficamente molto estesa (uno o più continenti) ed interessa molti individui della popolazione
(mondiale) si parla di «pandemia»
Attualmente stiamo vivendo una pandemia provocata dal nuovo coronavirus (SARS-CoV-2).

Malattia endemica: costantemente presente nella popolazione in un’area geografica con una bassa incidenza (ipoendemia) o
elevata incidenza (iperendemia).
Malattia sporadica: si presenta irregolarmente ed improvvisamente in una popolazione o in un’area geografica, normalmente
con bassa incidenza.

OBIETTIVI DELLA SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA

- Verificare la 'normale’ (= attesa) incidenza di una specifica malattia per determinare eventuali soglie epidemiche;
quantificare e determinare l'andamento temporale [ciclicità, trend,…] di alcune malattie, per sostenere la pianificazione
sanitaria e per valutare la necessità di interventi preventivi o l'efficacia di interventi già adottati
- Valutare la distribuzione geografica dei casi per identificare raggruppamenti spaziali che indichino una comune fonte di
esposizione all'agente eziologico
- Valutare le caratteristiche personali [ad esempio, età, sesso, esposizioni lavorative, caratteristiche genetiche] dei
pazienti affetti dalla malattia in sorveglianza al fine di descrivere la popolazione di suscettibili (soggetti che si possono
ammalare) maggiormente rappresentata ed intraprendere specifiche azioni al riguardo

ELEMENTI DELLA SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA

- La malattia sotto sorveglianza deve rispondere alla «definizione di caso». La definizione di caso deve essere
semplice e breve (può combinare dati clinici e di laboratorio), non ambigua. In alcuni casi la definizione può
essere stratificata per livello di conferma della diagnosi (casi sospetti, probabili e confermati).
- Segnalazione del caso (medico che effettua la diagnosi, laboratorio che svolge l’analisi).
- Raccolta delle segnalazioni al coordinamento regionale, nazionale, internazionale.
- Frequenza con cui le informazioni sono trasferite al Centro di raccolta dati.
- Caratteristiche della popolazione sorvegliata:
- Sistemi basati sulla sorveglianza dell’intera popolazione residente in un’area geografica, es. sistemi basati
sulla notifica delle malattie o sulle statistiche demografiche, flussi routinari, ecc.
- Sistemi basati su campioni nell’ambito della popolazione scelti per semplificare la sorveglianza sulla base
della rappresentatività e dell’adesione al programma di sorveglianza.
- Sistemi basati su campioni mirati anche se non rappresentativi della popolazione generale, es.
tossicodipendenti, sistemi “sentinella”.

OBIETTIVI DELLA SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA IN CASO DI EMERGENZA

- Valutare il background demografico, sociale, culturale, sanitario


- Valutare le potenzialità di risposta
- Valutare l’impatto su strutture, programmi, capacità di risposta della comunità
- Identificare le cause, fattori di rischio, …
- Identificare le priorità sanitarie e di intervento
- Valutare i trend in tempo reale

CICLO DELLA SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA

RACCOLTA DATI → ORGANIZZAZIONE ED ANALISI DEI DATI → DIFFUSIONE DEI RISULTATI (BOLLETTINI) → RACCOLTA
DATI E APPLICAZIONE DELLE INFORMAZIONI

TIPI DI SORVEGLIANZA
- Sorveglianza attiva – Si contattano direttamente gli operatori sanitari o i laboratori e si richiede la
segnalazione.
- Sorveglianza passiva – Si chiede agli operatori sanitari di segnalare quando i casi si presentano.
Esempio: Sorveglianza dell’influenza stagionale (InfluNet)
La Sorveglianza InfluNet è coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità con il sostegno del Ministero della Salute. La
rete si avvale del contributo dei medici di medicina generale (MMG) e pediatri di libera scelta (PLS), dei referenti
presso le Asl e le Regioni e della rete dei Laboratori di riferimento regionale.
Si articola nella sorveglianza epidemiologica che ha l'obiettivo di determinare l'inizio, la durata e intensità
dell'epidemia stagionale, e la sorveglianza virologica che ha come obiettivo il monitoraggio della circolazione dei
diversi tipi, nonchè sottotipi, di virus influenzali.
- È una rete di medici (MMG) e pediatri (PLS) sentinella che rileva, ogni settimana, i casi osservati di sindrome
influenzale (ILI) tra i propri assistiti.
- Sono rappresentate tutte le regioni italiane.
- In ogni regione la popolazione sorvegliata copre almeno il 2% della popolazione regionale.
- Il periodo di osservazione è ottobre-aprile di ogni stagione influenzale.

SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA

• descrivere in termini di spazio, tempo e persona tutti i casi di sindrome influenzale osservati;
• Stimare la settimana, d’inizio, durata e intensità dell’epidemia influenzale;
• stimare i tassi di incidenza settimanali totali e per fascia di età;
• descrivere la frequenza di casi di ILI tra i soggetti vaccinati con il vaccino stagionale di età ≥ 65 anni;
• utilizzare i dati di incidenza per la messa a punto di modelli matematici per la valutazione dell’ impatto e delle
misure di contenimento e mitigazione applicate;
• valutare eventuali mutazioni dei virus circolanti

DEFINIZIONE DI CASO

Per garantire la massima omogeneità di rilevazione, è fornita una definizione clinica di “sindrome Influenzale” che
include le manifestazioni acute con sintomi generali e respiratori.
Qualsiasi soggetto che presenti improvviso e rapido insorgere di: almeno uno tra i seguenti sintomi generali:
• febbre o febbricola;
• malessere/spossatezza;
• mal di testa;
• dolori muscolari;
e, almeno uno tra i seguenti sintomi respiratori:
• tosse;
• mal di gola;
• respiro affannoso.
Per la diagnosi clinica di influenza nel bambino è importante considerare quanto indicato per gli adulti tenendo
conto che i bambini più piccoli non sono in grado di descrivere la sintomatologia sistemica che invece si può
manifestare con irritabilità, pianto e inappetenza.
Nel lattante l’influenza è spesso accompagnata da vomito e diarrea e solo eccezionalmente da febbre.
Spesso nei bambini in età prescolare occhi arrossati e congiuntivite sono caratteristiche dell’influenza, in
caso di febbre elevata. Nel bambino di 1-5 anni la sindrome influenzale si associa frequentemente a
laringotracheite e bronchite e a febbre elevata.

PER MEGLIO COMPRENDERE DESCRIVIAMO IN MODO SINTETICO E SCHEMATICO UN’EPIDEMIA


Caso indice o caso primario: è la prima persona nella popolazione che si ammala della malattia trasmissibile oggetto
di studio.
Casi secondari: soggetti che ammalano per contatto con un caso primario entro il periodo di incubazione.
Casi terziari si sviluppano oltre il periodo di incubazione e derivano dal contatto con i casi secondari.

Molto importante - Periodo di incubazione: è l’intervallo di tempo che intercorre tra il momento del contatto del
microrganismo con l’ospite e l’esordio clinico della malattia. Per la diffusione dell’infezione importante è conoscere
se il soggetto infetto può essere contagioso anche durante la fase di incubazione. Il tasso di attacco è spesso usato
come misura del rischio durante un focolaio di malattia a sorgente comune.

TASSO DI ATTACCO = N° NUOVI CASI DI MALATTIA popolazione a rischio osservata per il periodo di incubazione

TASSO DI ATTACCO SECONDARIO = N° NUOVI CASI durante il periodo di incubazione, tra i contatti dei casi primari/N°
TOTALE DI CONTATTI dei casi primari.
Indica la proporzione dei casi (detti casi secondari) che si sviluppano per contatto con uno o più casi primari durante
il periodo di incubazione. Rappresenta una buona misura della contagiosità di una malattia.

EPIDEMIA E CURVA EPIDEMICA


- La curva epidemica rappresenta graficamente l’andamento dell’incidenza della malattia durante
un’epidemia
- Sull’asse delle ordinate (y) è riportato il numero di nuovi casi e sull’asse delle ascisse (x) il tempo [Casi
incidenti - Tempo al momento dell’esordio clinico]
- Osservare il comportamento di un’epidemia nel tempo, cioè la forma della curva epidemica, può fornire
indicazioni sulle modalità di trasmissione (inizio e diffusione) della malattia e sulla suscettibilità della
popolazione.

Un parametro importante in un’epidemia di una malattia infettiva è il cosiddetto R0 ovvero il “numero


di riproduzione di base” che rappresenta il numero medio di infezioni secondarie prodotte da ciascun
individuo infetto in una popolazione suscettibile cioè mai venuta a contatto con il nuovo patogeno
emergente. Questo parametro misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva.
Es: se l'R0 di una malattia infettiva è 3, significa che in media un singolo malato può infettare tre
persone. Quanto maggiore è il valore di R0 e tanto più elevato è il rischio di diffusione dell’epidemia. Se
il valore di R0 è inferiore ad 1 significa che l’epidemia può essere contenuta.
Perché R0 è così importante?
R0 è funzione:
- della probabilità di trasmissione per singolo contatto tra una persona infetta ed una suscettibile,
- del numero dei contatti della persona infetta,
- della durata dell'infettività.
Se si riduce almeno uno dei tre parametri possiamo ridurre tale valore e quindi possiamo controllare
l’epidemia.
La probabilità di trasmissione e la durata dell’infettività sono parametri modificabili solo se si ha a
disposizione un vaccino o un trattamento che riduca la viremia.
Nel caso del nuovo coronavirus, allo stato attuale l’unica possibilità per ridurre R0 è effettuare
l’immediata diagnosi/identificazione della persona infetta, o potenzialmente infetta e ridurre i suoi
contatti per evitare il contagio. Altro problema legato al nuovo coronavirus è la presenza dei soggetti infetti
asintomatici che possono trasmettere il virus. Pertanto, l’unica soluzione è il distanziamento
sociale e l’uso di dispositivi di protezione individuale (mascherine). (vedi diapositive successive).

SORVEGLIANZE DI POPOLAZIONE
Tali sorveglianze sono importanti in particolare per conoscere le abitudini di vita della popolazione (stili di vita).
Stili di vita scorretti possono aumentare il rischio di malattia.
Principali sorveglianze di popolazione in Italia
OKkio alla Salute - Promozione della salute e della crescita sana nei bambini della scuola primaria
Passi - Progressi delle Aziende sanitarie per la salute in Italia
Passi d’Argento - Salute e qualità della vita nella terza età in Italia
HBSC - Health behaviour in school-aged children - Comportamenti collegati alla salute in ragazzi di età scolare

OKKIO ALLA SALUTE


Definizione: è un sistema di sorveglianza nato nel 2007 promosso e finanziato dal Ministero della Salute e coordinato
dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sul sovrappeso e l’obesità e i fattori di rischio correlati nei bambini delle scuole
primarie (6-10 anni).

Obiettivi :
-descrivere la variabilità geografica e l’evoluzione nel tempo dello stato ponderale dei bambini;
-le abitudini alimentari;
-i livelli di attività fisica;
-le attività scolastiche favorenti la sana nutrizione e l’esercizio fisico;
-realizzare iniziative utili ed efficaci per il miglioramento delle condizioni di vita e di salute dei bambini delle scuole
primarie.

Metodologia: sorveglianza a cadenza biennale o triennale su campioni rappresentativi della popolazione scolastica
Popolazione studiata: classi terze con bambini di età 8-9 anni

Come si svolge l’indagine: la raccolta delle informazioni avviene attraverso 4 strumenti:


- scheda antropometrica in cui viene indicato il peso e la statura dei bambini misurati dagli operatori delle Asl
nelle scuole;
- questionario della scuola, compilato dal direttore scolastico;
- questionario dei bambini, compilato dagli stessi bambini in classe;
- questionario dei genitori, compilato dai genitori.
Inserimento dati: i dati vengono inseriti dagli operatori sanitari in una base dati predisposta dall’ISS che permette
l’analisi per ASL o per Regione a seconda del livello di rappresentatività scelto per il campione.
Risultati: i risultati dell’analisi vengono diffusi a livello di Asl regionale e nazionale entro pochi mesi dalla raccolta

STRUMENTI

E’ stato utilizzato il seguente materiale di comunicazione:


Per genitori: Opuscolo «Per una crescita sana: informazioni utili per genitori e bambini»
Per la scuola: kit «Forchetta e scarpetta», «Canguro Saltalacorda» e «Poster per i pediatri»

«Canguro saltalacorda»
Questo kit è stato messo a punto dal Ministero della salute in collaborazione con l'ISS e le Regioni, insieme ai pediatri
della Società Italiana di Pediatria (SIP) e della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), per aiutare i genitori a
favorire nei bambini l'adozione e il mantenimento di uno stile di vita sano.
E’ stato scelto come testimonial il canguro, animale agile, simpatico e con spiccate caratteristiche di genitorialità.
Diffusione sia in ambito scolastico che ambulatoriale.
A scuola:
a) «Totem», cartellone collocato all’ingresso delle scuole per consigli su sana alimentazione e vita attiva
b) Poster interattivo, composto da 8 schede utilizzato in classe, per supporto agli insegnanti nello stimolare interesse
nei bambini sulle tematiche in oggetto.

Negli ambulatori pediatrici:


Un poster, che attraverso i messaggi del «Canguro pediatra», ha i seguenti scopi:
- Stimolare la riflessione dei genitori sullo stato ponderale e sulle abitudini di vita dei figli
- Sollecitare i genitori ad approfondire questi argomenti con il pediatra.

Il Kit didattico multimediale, realizzato dal Ministero della salute in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione,
l'Istituto superiore di sanità, l'Istituto nazionale per la nutrizione (INRAN) e le Regioni, è rivolto ai bambini della
scuola primaria e si articola in cinque unità didattiche in animazione più un manuale per gli insegnanti.
L'opuscolo cartaceo ed il Cd Rom sono stati distribuiti da operatori sanitari delle ASL coinvolte alle classi campionate
nelle Regioni italiane per la seconda rilevazione della sorveglianza Okkio alla salute, favorendo presso le scuole
momenti di informazione per i docenti e i genitori.
Le unità didattiche del kit sono dedicate ai seguenti argomenti:
- sana alimentazione
- importanza della prima colazione
- importanza di una vita attiva
- promozione del consumo di frutta e verdura
- movimento a scuola e a casa

Dall’anno della sua istuzione, OKkio alla SALUTE ha realizzato sei raccolte dati (2008/9, 2010, 2012, 2014, 2016 e
l’ultima nel 2019) che sono anche parte integrante dell’iniziativa della Regione Europea dell’OMS – Childhood
Obesity Surveillance Iniziative

SOVRAPPESO E OBESITA’ NEI BAMBINI


- Nonostante il lieve calo dell’obesità infantile registrato in 10 anni, l’Italia resta uno tra i Paesi Europei dove il
problema permane con percentuali elevate
- Maggior diffusione nel Sud Italia rispetto al Nord

I bambini in sovrappeso sono il 20,4% e i bambini obesi sono il 9,4% compresi i bambini gravemente obesi che
rappresentano il 2,4%.
Le femmine in sovrappeso e obese sono rispettivamente il 20,9% e l’8,8%, mentre i maschi sono il 20,0% e il 9,9%.

Rispetto alle ore di sonno in un normale giorno feriale, i dati 2019 evidenziano che il 14,4% dei bambini, secondo
quanto riportato dai genitori, dorme meno di 9 ore.

PERCEZIONE DELLE MADRI


- ECCESSO PONDERALE: il 40,3% dei bambini in sovrappeso o obesi è percepito dalla madre come sotto-
normopeso.
- ATTIVITA’ MOTORIA: Il 59,1% delle madri di bambini fisicamente poco attivi ritiene che il proprio figlio svolga
attività fisica adeguata.
- QUANTITA’ DI CIBO: tra le madri i bambini in sovrappeso o obesi, il 69,9% pensa che la quantità di cibo
assunta dal proprio figlio non sia eccessiva.

CATTIVE ABITUDINI ALIMENTARI DEI BAMBINI


- COLAZIONE: Non fa colazione quotidianamente l’8,7% dei bambini. Fa una colazione non adeguata, ossia
sbilanciata in termini di CHO e P, il 35,6% dei bambini
- MERENDA ABBONDANTE: Il 55,2% dei bambini consuma una merenda di metà mattina abbondante e di
conseguenza non adeguata
- CONSUMO QUOTIDIANO DI BEVANDE ZUCCHERATE/GASSATE
Il 25,4% consuma quotidianamente bibite zuccherate/gassate
- CONSUMO NON QUOTIDIANO DI FRUTTA/VERDURA
Il 24,3% consuma frutta e/o verdura meno di una volta al giorno
- CONSUMO DI LEGUMI
I legumi sono consumati dal 238,4% dei bambini meno di una volta a settimana
- SNACK DOLCI E SALTI
Il 48,3% dei bambini consuma snack dolci più di 3 giorni a settimana. Gli snack salati sono consumati più di
tre giorni a settimana dal 9,4% dei bambini.

OKkio alla SALUTE 2019 ha coinvolto 2467 scuole e 2735 classi III della scuola primaria.
Alcuni indicatori negli anni sono diminuiti mentre altri hanno evidenziato un progressivo aumento.
Il coinvolgimento dei genitori, sia nelle iniziative alimentari che in quelle riguardanti l'attività motoria,
richiede una maggiore attenzione e rappresenta ad oggi un risultato da migliorare.

Quando almeno uno dei genitori è in eccesso ponderale, anche per il bambino aumenta tale probabilità.
- Quando almeno uno dei due genitori è in sovrappeso il 22% dei bambini risulta in sovrappeso e il 7% è obeso.
- Quando almeno un genitore è obeso più di un bambino su 3 (37%) è in sovrappeso e il 15% obeso.
Cosa si può fare?
Il sovrappeso e l’obesità con le relative malattie non trasmissibili sono ampiamente prevenibili.
L'obiettivo contro l'epidemia di obesità infantile è quello di raggiungere un bilancio energetico che può essere
mantenuto per tutta la durata della vita dell'individuo.
Raccomandazioni generali OMS:
- aumentare il consumo di frutta e verdura, nonché legumi, cereali integrali e noci;
- limitare l'assunzione di energia dai grassi totali e spostare il consumo di grassi dai grassi saturi ai grassi
insaturi;
- limitare l'assunzione di zuccheri;
- essere fisicamente attivi: accumulare ogni giorno almeno 60 minuti di attività regolare, da moderata a
vigorosa, che sia appropriata per lo sviluppo.

È ormai accertato che la modalità di risposta agli stimoli dell’ambiente obesogenico di un bambino viene
condizionato già durante la vita intrauterina e quindi ancora prima della nascita. È evidente che l’epidemia di
obesità non potrà essere risolta o arrestata da interventi singoli o isolati.
Per affrontare efficacemente l’obesità infantile e adolescenziale occorre prendere in considerazione
l’intero contesto ambientale di tre periodi critici nel corso della vita:
- pre-concepimento e gravidanza;
- periodo neonatale e infanzia;
- tarda infanzia e adolescenza

La prevenzione dell’obesità richiede un approccio di governo integrato che prevede politiche volte a promuovere la
salute in tutti i settori dell’amministrazione pubblica al fine di migliorare la qualità e l’equità della salute della
popolazione.
ARGOMENTO 10

PREVENZIONE

Obiettivo: individuare e rimuovere le cause e i fattori di malattia


DOMANDA: Bisogni di salute espressi da una domanda
BISOGNI: Bisogni di salute non espressi da una domanda
➔ La prevenzione rappresenta l’OFFERTA a una domanda di salute (non sempre espressa)

Quando si può fare prevenzione?


- Solo per malattie prevenibili
- Quando la prevenzione porta un vantaggio in termini di QALY (Quality Adjusted Life Years, ovvero Anni di
vita guadagnati ponderati per la qualità. È un indicatore che stima sia l’aumento della durata della vita (anni
di vita guadagnati) grazie a un certo intervento sanitario sia la qualità della vita in base alle
disabilità/sofferenze evitate.
- Se la prevenzione porta un risparmio anche in termini sociali ed economici

• PREVENZIONE PRIMARIA
Impedire l’insorgenza di nuovi casi di malattia negli individui sani riducendo o azzerando il rischio
individuale.
Se la causa è ignota e/o non eliminabile si agisce sui fattori di rischio, ottenendo una riduzione
dell’incidenza.

• PREVENZIONE SECONDARIA
Individuare e trattare i casi di malattia il più precocemente possibile.

• PREVENZIONE TERZIARIA
Impedire l’aggravamento di malattie croniche in atto;
Impedire che un soggetto guarito da una malattia si ammali di nuovo.
Riabilitazione dei malati (impedire invalidità dei malati);
Favorire il recupero dei portatori di handicap.

1) PREVENZIONE PRIMARIA
Metodo di intervento:
- Aumentare le difese dell’individuo (es. vaccinazione);
- Agire sullo stile di vita (es. interventi di educazione alla salute nelle scuole);
- Agire sull’ambiente (es. potabilizzazione dell’acqua, smaltimento dei rifiuti).
→ Gli interventi sono diversi per le malattie infettive e per le malattie cronico-degenerative.
Per le malattie infettive la prevenzione primaria è più efficace e collaudata.
Per le malattie cronico–degenerative spesso dovute all’azione di fattori di rischio comportamentali e/o
ambientali, i successi sono inferiori e grande importanza e ha l’igiene ambientale e l’educazione sanitaria

ESEMPI STORICI DI SUCCESSO DI AZIONI DI PREVENZIONE PRIMARIA A LIVELLO MONDIALE: L’ERADICAZIONE DEL
VAIOLO GRAZIE ALLA VACCINAZIONE DI MASSA
L’eradicazione del vaiolo è l’esempio più noto dei risultati ottenuti con un programma di vaccinazione di
massa a livello mondiale.
Il vantaggio per la salute pubblica ottenuto con l’eradicazione del vaiolo è davvero impressionante. Nel 1967,
quando l’OMS decise di affrontare lo sforzo internazionale per l’eradicazione, si stimava che il vaiolo colpisse 15
milioni di persone all’anno con 2 milioni di morti e molti milioni di persone sopravvissute riportavano sequele
invalidati gravissime (cecità, lesioni cutanee permanenti). Grazie a una sorprendente cooperazione mondiale, nel
1980 l’OMS ha potuto dichiarare eradicata la malattia grazie ad una massiccia campagna di vaccinazione di
massa. Se non fosse stata eradicata, negli ultimi vent’anni si sarebbero registrati 350 milioni di nuovi malati, circa
la popolazione attuale dell’Unione Europea e 40 milioni di morti, come due terzi della popolazione italiana.
Ciò è stato possibile con la vaccinazione.

- Informare, formare ed educare


- Se necessario obbligare o proibire
- Contrastare l’azione dannosa dei fattori causali e dei fattori di rischio nell’ambiente di vita e di lavoro
- Creare favorevoli condizioni ambientali, culturali, sociali ed economiche
- Identificare i soggetti a rischio
- Aumentare le resistenze e le difese individuali
- Favorire la realizzazione dei prerequisiti per la salute: pace, casa, lavoro, cibo, educazione, reddito, ambiente
sano, ecosistema e risorse sostenibili, giustizia sociale ed equità

Impedire l’insorgenza di nuovi casi di malattia infettiva negli individui sani riducendo o azzerando il rischio
individuale: esempio la vaccinazione.
Impedire l’insorgenza di nuovi casi di malattia negli individui sani riducendo o azzerando il rischio individuale:
esempio le leggi antifumo.
Impedire l’insorgenza di traumi negli individui sani riducendo il rischio individuale: esempio l’obbligo delle cinture di
sicurezza.
Impedire l’insorgenza di traumi negli individui riducendo il rischio individuale: esempio l’obbligo di indossare le cuffie
(DPI) in ambienti di lavoro a elevato livello sonoro (livelli di esposizione superiore a 80 decibel). D.Lgs 81/2008

2) PREVENZIONE SECONDARIA

E' un atto di natura clinico-diagnostico che ha come obiettivo la diagnosi precoce delle malattie cronico-degenerative
(es. individuazione di cellule pre-cancerose) o di condizioni a rischio (ipercolesterolemia, ipertensione) seguita
dall'immediato intervento terapeutico per interrompere o rallentarne il decorso.
Metodo di intervento:
- screening selettivo: rivolto a individui apparentemente sani, ma appartenenti ad una categoria con un rischio
elevato di ammalarsi;
- screening di massa riguarda l’intera popolazione esposta al rischio e va effettuato solo quando l’incidenza della
malattia che si vuole prevenire è elevata (es. carcinoma della mammella) oppure quando, pur trattandosi di malattia
rara, la diagnosi tardiva implica un danno irreversibile, mentre la diagnosi precoce può essere fatta agevolmente e
consente un efficace trattamento (es. ipotiroidismo congenito).

NON TUTTE LE MALATTIE SONO SUSCETTIBILI DI PREVENZIONE SECONDARIA


I requisiti sono
• Storia naturale della malattia ben conosciuta per poterne prevedere l’evoluzione;
• Rilevanza sociale (diffusione o gravità) della patologia oggetto di screening;
• Esistenza di uno stadio pre-clinico. Periodo di latenza, in fase asintomatica, sufficientemente lungo per avere la
possibilità di scoprire il caso;
• Disponibilità di un test (clinico, strumentale o di laboratorio) in grado di differenziare le persone apparentemente
sane, ma già malate, da quelle effettivamente sane;
• Disponibilità di servizi di 2° livello per l’approfondimento diagnostico;
• Accettabilità del test da parte della popolazione;
• Disponibilità di terapie efficaci, in grado di guarire la malattia o, almeno, di ritardarne l’evoluzione;
• Rapporto favorevole costi-benefici;
• Attuazione continuativa del programma.

LEAD TIME: effetto anticipazione diagnostica. Anticipare la diagnosi permette di attivare terapie precoci e aumentare
il tempo di sopravvivenza

Individuare e trattare lesioni pre-cancerose o tumore in fase precoce (tumore del collo dell’utero): Pap-test.
Individuare e trattare i casi di tumore al seno il più precocemente possibile: mammografia.
Individuare e trattare i casi di tumore del colon-retto il più precocemente possibile: ricerca sangue occulto nelle feci
TEST DI SCREENING PIU’ COMUNI:
- PSA
- Pressione arteriosa
- Glicemia
- Esami audiometrici
- Lesioni cutanee (nevi)
- Screening pediatrici per: fibrosi cistica, fenilchetonuria, …

PROGRAMMA DI SCREENING CARDIOVASCOLARE “CARDIO 50”


Lo screening si pone come obiettivo quello di incrementare i fattori protettivi nei confronti delle patologie cronico-
degenerative attraverso il cambiamento degli stili di vita e di individuare i soggetti che senza saperlo presentano
ipertensione, iperglicemia e ipercolesterolemia.

Eseguita da personale sanitario durante la quale vengono misurati i seguenti parametri:


• Pressione arteriosa;
• Glicemia (a digiuno, random, post-prandiale);
• Colesterolemia;
• Altezza, peso, BMI;
• Circonferenza addominale;
• Valutazione degli stili di vita: tabagismo, alimentazione, attività fisica.

Al termine della valutazione viene consegnato un referto riportante i valori rilevati e contenente una classificazione
che sarà utilizzata per indirizzare le persone verso percorsi specifici di prevenzione in relazione a tre gruppi di rischio:
Il rischio cardiovascolare è espresso in sei categorie di rischio MCV (da I a VI): la
categoria di rischio MCV indica quante persone su 100 con quelle stesse
caratteristiche potrebbero ammalarsi nei 10 anni successivi.

3) PREVENZIONE TERZIARIA

Trattare la malattia conclamata per impedirne l’evoluzione e migliorare la


prognosi.
Impedire l’invalidità in persone affette da malattie croniche; pertanto si identifica in larga misura con la
riabilitazione.

La prevenzione terziaria, fa riferimento a tutte le azioni volte al controllo e contenimento dei esiti più complessi di una
patologia. Consiste nell’accurato controllo clinicoterapeutico di malattie ad andamento cronico o irreversibili, ed ha
come obiettivo quello di evitare o comunque limitare la comparsa sia di complicazioni tardive che di esiti invalidanti.
Con prevenzione terziaria si intende anche la gestione dei deficit e delle disabilità funzionali consequenziali ad uno
stato patologico o disfunzionale. Si realizza attraverso misure riabilitative e assistenziali, volte al reinserimento
familiare, sociale e lavorativo del malato, e all'aumento della qualità della vita. (Es. misure di riabilitazione motoria;
supporto psicologico; ecc.)

NELLE TOSSICODIPENDENZE:
Si intende la riduzione del danno da uso di sostanze stupefacenti, cercando di diminuire la sofferenza e di creare
condizioni di vita migliori che favoriscano l’inserimento sociale.
Sono necessarie misure sanitarie, sociali e psicologiche atte a:
- ridurre i rischi connessi all’uso di sostanze stupefacenti
- contenere la diffusone di malattie a trasmissione ematiche sessuale attraverso attività di informazione,
orientamento e counseling.

PROGRAMMAZIONE, ORGANIZZAZIONE E VALUTAZIONE D’EFFICACIA


Fondamentale è programmare e organizzare gli interventi sanitari sulla base dei bisogni di salute rilevati con le
tecniche epidemiologiche.
L’efficacia degli interventi di prevenzione primaria è valutata attraverso la riduzione dell’incidenza e della mortalità.
I dati sono raccolti attraverso i sistemi di sorveglianza epidemiologica che servono a valutare l’efficacia degli
interventi.

PROGRAMMAZIONE: La programmazione si imposta in base all’epidemiologia delle malattie, all’incidenza nella


popolazione, alla mortalità nella popolazione, al bisogno di salute
ORGANIZZAZIONE: Quali sono i bisogni di salute della popolazione? Quali strategie sono più
efficaci ed economiche?
VALUTAZIONE EFFICACIA: Quanto è diminuita l’incidenza della malattia? Quanto è diminuita la mortalità? Con quali
strumenti si misura l’efficacia?

SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA
La conoscenza dello stato di salute e dell’andamento delle malattie in una popolazione è indispensabile per la
scelta, l’attuazione e la valutazione dell’efficacia degli interventi preventivi.
• Registrazione continua di determinati eventi (dati correnti);
• Rilevazione di dati diversi a seconda del caso;
• Inchieste epidemiologiche estemporanee in caso d’eventi epidemici;
• Indagini programmate (indagini ad hoc).

REGISTRAZIONE CONTINUA DI DATI CORRENTI


• morbosità e mortalità per malattie infettive e non infettive;
• danni da cause violente (incidenti sul lavoro, incidenti stradali, ecc.);
• inquinamento ambientale;
• ricoveri e dimissioni negli ospedali secondo la patologia;
• dati per la valutazione degli indici di efficienza (occupazione media dei posti letto, degenza media, ecc.).

ARGOMENTO 11

PREVENZIONE VACCINALE

Il principio di azione dei vaccini è rappresentato dall'immunizzazione attiva contro le infezioni, ottenuta mediante
l’esposizione ad una ridotta quantità di agenti infettivi (virus o batteri, uccisi o attenuati o più spesso parti
di essi) che, mimando l'infezione naturale senza provocare malattia, attivano i meccanismi di riconoscimento e difesa
da parte del sistema immunitario, che sarà in grado di eliminare l’agente patogeno nel caso in cui il soggetto
vaccinato dovesse essere esposto al contagio → PREVENZIONE PRIMARIA

PERCHE’ VACCINARE?
- Protezione individuale
- Protezione di gruppo
I vaccini sono tra gli interventi in campo medico più efficaci. Sono secondi alla potabilizzazione delle acque in termini
di riduzioni della mortalità umana. Prevengono più di 2,5 milioni di morti ogni anno.

VAIOLO: ultimo caso in Somalia 1977 (debellato nel 1979) Primo esempio di globalizzazione di una pratica medica
POLIOMELITE: ultimo caso in Italia (1982)

L’impatto della vaccinazione è misurato come riduzione di:


- numero di casi
- morti
- casi con sequele gravi e complicanze
La misurazione è effettuata utilizzando metodi standard di sorveglianza
L’obiettivo massimo è l’eliminazione della malattia (non è sempre possibile come per l’influenza)

L’obiettivo dei programmi vaccinali è di conferire una protezione ai soggetti che per condizioni epidemiologiche, di
salute, occupazionali o comportamentali siano esposti al pericolo di contrarre determinate infezioni. Ridurre,
eliminare e eradicare alcune malattie.

Rappresenta la contestualizzazione del Piano Globale (Global Vaccine Action Plan 2015-2020) nella Regione europea
dell’OMS.
Ha come obiettivo “l’Europa libera dalle malattie prevenibili con la vaccinazione”.
6 obiettivi:
- Sostenere lo stato di polio-free
- Eliminare morbillo e rosolia
- Controllare l’infezione da HBV
- Soddisfare gli obiettivi di copertura vaccinale europei a tutti i livelli (amministrativi e gestionali)
- Prendere decisioni basate sulle evidenze in merito all’introduzione di nuovi vaccini
- Realizzare la sostenibilità economica dei programmi nazionali di immunizzazione con finanziamenti stabili.

Disegna un percorso per il raggiungimento degli obiettivi includendo, anche le componenti tecniche e operative e le
aree prioritarie d’intervento, con relative azioni, supportate da un processo di valutazione e monitoraggio costante.
• obiettivo 1: Tutti i Paesi devono riconoscere le vaccinazioni come una priorità
• obiettivo 2: Gli individui devono comprendere il valore dei vaccini e dei servizi di immunizzazione
• obiettivo 3: I benefici della vaccinazione devono essere equamente estesi a tutta la popolazione attraverso
strategie mirate e innovative
• obiettivo 4: Sistemi di immunizzazione forti devono essere parte integrante di sistemi sanitari efficienti
• obiettivo 5: I programmi di immunizzazione devono essere sostenuti da un finanziamento stabile.
PIANO NAZIONALE PREVENZIONE VACCINALE 2017-2019 (PROROGATO)
Il Piano nazionale prevenzione vaccinale 2017- 2019 (PNPV), approvato in Conferenza Stato-Regioni il 19 gennaio
2017 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 febbraio 2017, costituisce il documento di riferimento in cui si riconosce,
come priorità di sanità pubblica, la riduzione o l’eliminazione del carico delle malattie infettive prevenibili da vaccino,
attraverso l’individuazione di strategie efficaci e omogenee da implementare sull’intero territorio nazionale.
In considerazione delle condizioni eccezionali provocate dalla pandemia di COVID-19, con deliberazione della
Conferenza Stato-Regioni del 25 marzo 2021, la validità del PNPV è stata prorogata a tutto il 2021.

Per CALENDARIO delle vaccinazioni si intende la successione cronologica con cui vanno effettuate le vaccinazioni.
Esso costituisce un’utile guida per i medici, per gli operatori sanitari, per i genitori, per il singolo, ma rappresenta
soprattutto lo strumento per rendere operative le strategie vaccinali e conseguire gli obiettivi.
Dal punto vista collettivo, fornisce indicazioni univoche e omogenee per tutti, garantendo il principio di equità
dell’offerta e consentendo di poter sfruttare le potenzialità di protezione indiretta (herd protection –immunità di
gregge), scongiurando eventuali effetti paradossi derivanti da coperture disomogenee.
Naturalmente il calendario delle vaccinazioni è un riferimento che può cambiare nel tempo, sia per la disponibilità di
nuovi vaccini per malattie che costituiscono una seria minaccia per la salute, sia per l’eradicazione di malattie per le
quali non è più necessario praticare la vaccinazione.

PRINCIPALI FATTORI DI CUI BISOGNA TENER CONTO NELLA FORMULAZIONE DEL CALENDARIO VACCINALE
Epidemiologici
• Età tipica di acquisizione della malattia (l’immunizzazione deve avvenire prima dell’esposizione al rischio)
• Eventuali complicazioni della malattia secondo le età
• Effetti collaterali del vaccino secondo le età
• Programmi di vaccinazione estensivi già in atto
Immunologici
• Maturità del sistema immunitario
• Clearance degli anticorpi di origine materna
• Numero di dosi e relativi intervalli richiesti per ottenere una risposta protettiva
• Durata della protezione conferita dal vaccino
Pratici
• Numero di vaccini da inserire nel calendario
• Disponibilità di vaccini “combinati”
• Numero di sedute vaccinali
• Organizzazione della somministrazione dei vaccini (tipologia del Servizio Sanitario).

- Priorità il più basso numero di appuntamenti per le sedute (vaccini combinati)


- Non aumento effetti collaterali e non compromissione immunogenicità dei singoli vaccini
- Calendario flessibile e aggiornabile

LA SCHEDULA VACCINALE
Stabilisce:
• Età ottimale per la vaccinazione
• Dose di vaccino
• Numero di dosi
• Intervallo tra dosi
• Necessità di richiami

Il momento migliore per vaccinare è prima della potenziale esposizione all’infezione. In alcuni casi è possibile la
vaccinazione post esposizione.
Vaccini che possono prevenire la malattia anche se somministrati entro un certo tempo dopo il possibile contagio:
rabbia, epatite B, morbillo, parotite, tetano
ESAVALENTE 3 DOSI 3 5 11

DIFTERITE
TETANO
PERTOSSE
POLIOMELITE
EPATITE B
HEMOFILUS INFLUENZAE TIPO B

TETRAVALENTE
VARICELLA
MORBILLO
ROSOLIA
POLIOMELITE

Potrebbero piacerti anche