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STATO GASSOSO
Una sostanza si trova allo stato gassoso se tra le particelle vi sono piccolissime forze attrattive. Le
particelle si muovono in tutto lo spazio che hanno a disposizione, non hanno né forma né volume
proprio e densità molto bassa: perciò i gas possono essere compressi. Una sostanza si può
presentare sotto forma di gas o di vapore.
1 dm3 → 1L → 1000 mL
1 cm3 → 1mL → 10-3L
Pressione: rappresenta l’urto fra le pareti del recipiente e le particelle del gas e si misura in
Pascal ovvero la forza di 1N esercitata su una superficie di 1 m3. Normalmente vengono
però usati dei sottomultipli:
1 millibar (mbar) → 100 Pascal (Pa)
1 kiloPascal (KPa) → 1000 Pascal
1 bar → 105 Pascal
Anche i gas che costituiscono l’atmosfera esercitano una pressione chiamata pressione
atmosferica (Barometro di Torricelli). La pressione atmosferica alla temperatura di 0°C a
livello del mare e alla latitudine di 45° equivale alla pressione esercitata da una colonna di
mercurio di 760 mm su cm2. La pressione atmosferica si misura quindi in mmHg (millimetri
di mercurio) chiamati anche torr, oppure in atm (atmosfere):
1 atm → 760 mmHg → 760 torr
1atm → 101325 Pascal →1013 mbar
1atm → Pascal/101325
Pascal→ atm * 101325
La pressione di un gas all’interno di un recipiente viene misurata con uno strumento
chiamato manometro, mentre per la pressione dell’aria si utilizza il barometro.
Temperatura: è l’energia cinetica delle particelle che compongono il gas. Lo strumento per
misurare la temperatura è il termometro e si utilizzano due scale:
→ Kelvin: utilizzata dal S.I. che non presenta valori negativi in quanto unità di misura
dell’energia cinetica, e quindi sempre positiva e va da 0K a 373K.
→ Celsius: utilizzata comunemente, è una scala centigradata nella quale 0°C
corrisponde alla solidificazione dell’acqua e 100°C alla sua ebollizione. In questa
scala la differenza di temperatura di 1°C corrisponde 1K.
Per passare da una scala all’altra basta utilizzare le equazioni:
→ → →
Legge di Gay-Lussac o legge isocora (V = costante): Dagli esperimenti si è notato che data
una certa quantità di volume costante aumentando la temperatura di 1°C la pressione
aumenta di 1/273 della pressione iniziale perciò possiamo scrivere che:
→ → →
Essendo P0/273 una costante la pressione può essere espresso come → , da cui
ricaviamo:
LEGGE DI AVOGRADO
La prima definizione della legge di Avogadro è: volumi uguali di gas diversi, nelle stesse condizioni
di temperatura e pressione, contengono lo stesso numero di molecole.
Questa prima definizione può essere modificata prendendo in esame due recipienti identici alle
stesse condizioni di temperatura e pressione. Poiché contengono un ugual numero di molecole,
possiedono anche lo stesso numero di moli.
Per questo la legge può essere scritta: volumi uguali di gas diversi, nelle stesse condizioni di
temperatura e pressione, possiedono lo stesso numero di moli.
Se adesso consideriamo 1mol di idrogeno e 1mol di ossigeno, notiamo che queste hanno lo stesso
volume, chiamato anche volume molare (Vm) che è costante alle stesse condizioni di pressione e
temperatura ed ha un valore di 22,414L.
Per questo la legge di Avogadro può essere in ultima analisi così modificata:
Il volume di una mole di gas non dipende dal tipo di gas perché è costante.
Questa equazione non può essere considerata giusta se si considera soltanto una mole, mentre se
consideriamo più moli l’equazione di stato dei gas ideali sarà:
P*V = n*R*T
Possiamo ora ricavare il valore di R considerando l’equazione per 1mole:
DENSITA’ DI UN GAS
La densità di un gas è il rapporto tra la sua massa e il suo volume (d = m/v ).
Nelle condizioni normali la densità è uguale a d = massa molare (g/mol)
volume molare (L/mol)
Poichè l’equazione di stato dei gas è P*V=n*R*T questa può essere modificata dicendo che il
numero di moli (n) è uguale al rapporto tra la massa in grammi (m) e la massa molare (M): da qui
l’equazione di stato diventa → .
Da notare che il rapporto m/V è uguale alla densità del gas perciò possiamo in definitiva scrivere
che:
P*M=d*R*T
Inoltre sapendo che V1 /V2 = t1/t2 possiamo scrivere che i tempi di efflusso sono direttamente
proporzionali alle loro masse molecolari:
EQUAZIONE DI CLAUSIUS
Tenendo presente che la pressione di un gas è dovuta agli urti delle molecole contro le pareti del
recipiente si po’ determinare una relazione che lega la pressione del gas,il suo numero di molecole e
la loro velocità:
Tuttavia, poiché il termine rappresenta l’energia cinetica media di una molecola (E), la
relazione diventa:
P*V = (2/3)*N*E
Applicando l’equazione di stato ad un numero N di molecole che corrisponde ad un numero n di
moli si ha che P*V=n*R*T. Poiché P*V=(2/3)*N*E, possiamo uguagliare le due equazioni e
quindi abbiamo che:
da cui ricavo che
Dato che n/m è uguale all’inverso del numero di Avogadro (NA) l’equazione diventa:
.
Poiché R e NA sono costanti avremo che: E = (3/2)*K*T con K (costante di Boltz) uguale a
R/NA= 1,38 *10-23 J*K-1*mol-1.
Risulta quindi che l’energia cinetica media di una molecola di un gas non dipende dal tipo di gas ma
solo dalla temperatura. L’energia cinetica media di una mole è data da E = (3/2)*R*T.
L’equazione che rappresenta la relazione tra l’energia cinetica media delle molecole di un gas e la
temperatura è rappresentata da una retta (con energia sull’asse y e la temperatura sull’asse x) ovvero
raddoppiando la temperatura raddoppia anche l’energia cinetica.
forma , permette di calcolare la velocità media delle molecole del gas. E’ noto che
l’energia cinetica media delle molecole di un gas è espressa dalla relazione , per cui
La teoria cinetica dei gas è in grado di spiegare le leggi dei gas ideali:
Risulta quindi che un vapore può essere trasformato in gas riscaldandolo al di sopra della
temperatura critica, e un gas può essere trasformato in vapore raffreddandolo al di sotto della
temperatura critica.
Il valore della temperatura critica dipenderà dalla forza delle interazione intermolecolari che si
stabiliscono tra le molecole. Se queste sono molto deboli come nelle molecole apolari le particelle
riescono ad avere una piccola energia cinetica per romperli e quindi il loro valore di Tc è molto
basso. In tal caso per permettere alle particelle di formare legami intermolecolari ovvero per
trasformare un aeriforme in liquido si deve portare a temperature molto basse (Tc ossigeno = 126 K).
Da tener presente che gli aeriformi con Tc al di sopra dei 25°C sono dei vapori. La Tc del vapore
d’acqua è 647 K, ed è molto alta a causa dei legami idrogeno presenti tra le molecole, mentre
quella dell’anidride carbonica è 304 K.
Si chiama pressione critica (Pc) la pressione alla quale si verifica il passaggio di stato da vapore a
liquido e si esprime in atm.
STATO LIQUIDO
Una sostanza è allo stato liquido se si stabiliscono forze attrattive intermolecolari (legame
idrogeno, ecc.) che tuttavia non sono così intense da impedire alle particelle di compiere dei moti di
traslazione. Un liquido a differenza dei gas ha un volume proprio, non è comprimibile e tende a
prendere la forma del recipiente e solitamente a fondere lentamente con un altro liquido, se sono
miscibili.
In base alla natura delle particelle, i liquidi si distinguono in ionici, se formati da ioni (es. NaCl),
metallici, formati da atomi che possono derivare da metalli fusi, molecolari, come per esempio
l’acqua, il bromo, o che derivano da fusione di solidi molecolari. Questi ultimi sono distinti in
polari (H2O, etanolo) e apolari (CCl4, C6H6 – benzene).
In base alla natura delle forze intermolecolari si distinguono in fluidi, se le forze intermolecolari
sono deboli (legami di Van der Walls) e viscosi, se le interazioni sono molte e più forti (legame
idrogeno). Alcuni liquidi viscosi sono l’acqua, l’acido fosforico e il glicerolo.
Le forze intermolecolari influenzano le proprietà dei liquidi.
Evaporazione – In un liquido le particelle sono legate le une alle altre con gli stessi legami,
e quindi con la stessa energia, ma non tutte hanno la stessa energia cinetica . Le particelle
superficiali, con energia cinetica maggiore dell’energia di legame, vincono le forze
attrattive e passano allo stato di vapore. Il passaggio dallo stato liquido a quello di vapore si
chiama evaporazione. In un liquido evaporano le particelle più ricche di energia cinetica e
poiché il calore è dato dalla somma dell’energia cinetica di tutte le particelle, un liquido
evaporando si trasforma.
La velocità di evaporazione dipende dalla temperatura, dalla ventilazione e dalla superficie
esposta. Aumentando la temperatura, aumenta l’energia cinetica media e perciò il numero di
particelle che evaporano.
Allo stato di vapore non tutte le particelle hanno la stessa energia cinetica, e quindi quelle
con minor velocità sono vicine alla superficie del liquido, possono toccarlo e possono
formare quindi dei legami e tornare di conseguenza allo stato liquido.
Il passaggio da vapore a liquido si chiama condensazione, mentre il passaggio da gas a
liquido è noto come liquefazione.
La tensione di vapore di un liquido dipende dalla sua temperatura, cioè aumentando la sua
temperatura, aumenta la tensione di vapore. L’aumento della tensione di vapore
all’aumentare della temperatura si giustifica in quanto, aumentando la temperatura, aumenta
l’energia cinetica delle molecole del liquido e quindi aumenta il numero di molecole che
possono rompere i legami intermolecolari. La tensione di vapore aumenta in modo
esponenziale con l’aumentare della temperatura.
a) Quando le forze di adesione sono più intense delle forze di coesione (acqua), il
liquido interno al capillare si colloca ad un livello più alto e il menisco è concavo.
b) Quando le forze di coesione sono più intense di quelle di adesione (mercurio), il
liquido si porta ad un livello più basso e il menisco è convesso.
La capillarità ha importanza in alcuni processi biologici come la risalita della linfa grezza,
dell’acqua e dei sali minerali lungo il fusto dalle radici alle foglie delle piante, oppure la
circolazione del sangue nei capillari.
STATO SOLIDO
Una sostanza allo stato solido ha delle particelle legate con forze attrattive (legami primari) molto
intense. Le particelle non sono libere di muoversi, ma possono compiere al massimo delle
oscillazioni, mettendo in atto quindi un moto vibrazionale. I solidi hanno forma propria, volume
proprio, sono incomprimibili e hanno elevata rigidità. I solidi si dividono in cristallini, amorfi e
cristalli liquidi.
SOLIDI CRISTALLINI
STRUTTURA
In questi solidi le particelle si dispongono in modo ordinato in una struttura geometrica
tridimensionale detta reticolo cristallino. Questo è formato dalla sovrapposizione di piani
reticolari costituiti da più filari composti da particelle allineate lungo una retta. Le posizioni che
occupano le particelle si chiamano nodi. L’unità elementare del reticolo che si dispone nelle tre
dimensione dello spazio si chiama cella elementare. I solidi cristallini naturali, chiamati anche
minerali, sono formati da un elemento o da un composto. I minerali possono presentarsi isolati o
sottoforma di aggregati chiamati rocce.
PROPRIETA’ FISICHE
Queste dipendono dagli elementi che costituiscono il solido, dalla natura del legame e dal tipo di
elemento.
- Temperatura di fusione: temperatura alla quale il solido passa allo stato liquido; questo
dipende dal numero e dall’intensità dei legami tra le particelle e dalla pressione:
generalmente un aumento di pressione provoca un aumento della temperatura di fusione.
Ciò avviene con i solidi che aumentano il loro volume fondendo. Per i solidi che
diminuiscono di volume (es. ghiaccio), un aumento di pressione provoca una diminuzione
della temperatura di fusione.
- Durezza: resistenza che un solido oppone al lasciarsi scalfire da un’altro solido; dipende
dall’intensità delle forze di legame; può essere calcolata qualitativamente con riferimento
ad una scala (scala di Mohs), costituita da dieci solidi cristallini disposti secondo durezza
crescente. Il primo è il talco, il secondo il gesso, il settimo il quarzo, il decimo il
diamante.
- Sfaldabilità: tendenza di un cristallo a suddividersi in piani preferenziali che
corrispondono alle direzioni di minima coesione. Questa comporta la riduzione del solido
in lamine (malleabilità) o in fili sottili (duttilità).
- Fragilità: tendenza di un cristallo a rompersi secondo piani non paralleli e regolari.
- Birifrangenza: proprietà legata al fenomeno della rifrazione e si verifica quando un
raggio luminoso attraversando un cristallo si sdoppia in due raggi: uno viene detto
ordinario e uno straordinario. Entrambi i raggi sono polarizzati, ovvero vibrano su un
unico piano perpendicolare a quello di propagazione della luce.
- Fluorescenza: fenomeno che si manifesta quando un solido viene colpito da onde
elettromagnetiche ad alta frequenza (es. raggi UV). In tal caso il solido emette luce
visibile fino a quando la radiazione incidente non viene interrotta.
- Fosforescenza: fenomeno che si manifesta quando il solido colpito da onde
elettromagnetiche ad alta frequenza emette luce visibile anche dopo che la radiazione
incidente è stata interrotta.
- Piezzoelettricità e piroelettricità: sono proprietà di un solido che creano un campo
elettrico quando è sottoposto rispettivamente ad alta pressione o ad elevato calore.
- Solidi ionici: sono formati da atomi uniti da legami ionici. Sono costituiti da ioni
monoatonici (es. Na+ e Cl-) o da ioni mono e poliatomici (es. Na+ e So42-). I solidi ionici
presentano alti punti di fusione, elevata durezza ma alta fragilità. Infatti in seguito a
sollecitazioni meccaniche si verifica lo scorrimento di piani reticolari che può portare a
contatto ioni di uguale carica, generando forze impulsive che portano alla rottura del
cristallo.
Non conducono corrente allo stato solido, ma sono conduttori allo stato fuso o in
soluzione (elettrolisi). Sono solubili in solventi polari perchè formano legami ione
dipolo con il solvente.
- Solidi metallici: sono costituiti da atomi (in realtà cationi metallici) immersi in una
nube di elettroni delocalizzati, il che giustifica l’elevata conducibilità elettrica.
L’energia del legame metallico è diversa da metallo a metallo e quindi la durezza e la
temperatura di fusione variano ampiamente.
L’elevata malleabilità e duttilità si spiega con lo scorrimento dei piani reticolari che si
verifica in seguito a sollecitazioni meccaniche. in questo caso lo scorrimento su piani
reticolari non determina la frattura.
- Solidi molecolari: sono solidi costituiti da molecole ed hanno bassi punti di fusione,
sono teneri (hanno bassa durezza) e le loro soluzioni non conducono corrente elettrica.
Questi si distinguono in:
a) Solidi apolari: sono formati da molecole apolari tra le quali si stabilisco deboli
legami (forze di London). Da ricordare tra questi lo iodio (i2), il ghiaccio secco (Co2
allo stato solido), il fosforo (P4), lo zolfo (S8), la naftalina, l’idrogeno e tutti i gas
nobili allo stato solido. Solidi apolari sono solubili in solventi apolari ed hanno
spiccata tendenza a sublimare.
b) Solidi polari: sono costituiti da molecole polari tra le quali si stabiliscono legami
dipolo/dipolo oppure idrogeno. Tra essi distinguiamo il ghiaccio e lo zucchero.
Questi solidi sono solubili in solventi polari
Esistono solidi costituiti da molecole di grandi dimensioni e si chiamano solidi
macromolecolari come le proteine, l’amido e la cellulosa.
- Cristalli liquidi: alcuni solidi possono presentarsi sia sotto forma cristallina che amorfa.
Ne è un esempio è la silice (SiO2), che può esistere sottoforma amorfa (vetro) e
cristallina (quarzo).
Alcuni solidi hanno uno stato intermedio tra stato solido e liquido e si chiamano cristalli
liquidi.
Quando il solido cristallino fonde, solitamente perde la sua struttura ordinata e si
trasforma in liquido. Esistono tuttavia solidi molecolari le cui molecole hanno forma
allungata che riscaldandosi non si trasformano direttamente in liquidi, ma passano in
uno stato di ordine parziale chiamato mesofase in cui le molecole hanno tutte lo stesso
orientamento e la stessa direzione.
I passaggi da stato solido, cristallo liquido e liquido sono veri e propri passaggi di stato
perchè avvengono a temperature ben definite, cioè per ogni sostanza costituita da
molecole con forma allungata esiste una temperatura alla quale riscaldando il solido si
ottiene il cristallo liquido; riscaldando il cristallo liquido si ottiene il liquido.
Naturalmente raffreddando il liquido ad una data temperatura si ottiene il cristallo
liquido e raffreddando quest’ultimo si ottiene il solido.
I cristalli liquidi sono dei fluidi come i liquidi e i gas, ma hanno viscosità maggiore di
questi. Hanno inoltre alcune proprietà ottiche ed elettriche simili a quelle dei solidi
cristallini. Sottoposti d un campo elettrico diffondono la luce: per questo trovano
impiego nella realizzazione di display si strumenti elettronici come gli orologi digitali.
Altri cristalli liquidi hanno la particolarità di cambiare l’ordinamento delle molecole e il
colore al variare della temperatura e possono essere usati come termometri.
STATO DI PLASMA
Il plasma è uno stato di aggregazione della materia in cui gli atomi hanno subito un processo di
“ionizzazione”, ovvero hanno perso i loro elettroni esterni. Il processo di ionizzazione che ha luogo
per un aumento di temperatura si chiama ionizzazione termica e si verifica di conseguenza agli
urti che avvengono tra le particelle (atomi o molecole).
Affinché si verifica la ionizzazione termica, è necessario che l’energia cinetica delle particelle sia
maggiore dell’energia di legame esistente tra gli elettroni esterni e i nuclei.
Ad atomi diversi corrispondono valori di energia di legame diversi. Per ottenere il plasma di cesio
(Cs), occorre una temperatura di 3000°C, mentre per ottenere un plasma di elio (He), occorre
riscaldare fino a 20000°C.
Lo stato di plasma costituisce le stelle e il gas interstellare.
Il processo di ionizzazione che porta allo stato di plasma può verificarsi anche quando la materia è
sottoposta all’irraggiamento con una luce molto intensa. Questo tipo si chiama foto-ionizzazione.
PASSAGGI DI STATO
I passaggi di stato o di fase sono variazioni dello stato di aggregazione di una sostanza. Una
sostanza passa da uno stato ad un altro variando la temperatura e la pressione. Il passaggio di stato
è accompagnato da scambi di energia tra sistema e ambiente. Il passaggio che porta ad un maggiore
disordine delle particelle comporta assorbimento di energia, mentre il passaggio che porta ad un
maggiore ordine richiede liberazione di energia.
Passaggi di stato che avvengono con assorbimento di energia sono processi endotermici. Essi sono
il passaggio solido/liquido (fusione), liquido/vapore (vaporizzazione, distinta in evaporazione ed
ebollizione), solido/vapore (sublimazione).
I cambiamenti di stato con liberazione di energia sono processi esotermici. Essi sono il passaggio
vapore/liquido (condensazione), liquido/solido (solidificazione), vapore/solido (sublimazione).
(grafico)
(grafico)
In alcuni solidi (es. naftalina C10H8, canfora) la sublimazione avviene anche a temperatura
ambiente.
La sublimazione dipende anche dalla pressione. Il ghiaccio che a pressione ordinaria non sublima,
può farlo a pressione ridotta. La sublimazione del ghiaccio è utilizzata nell’industria farmaceutica
ed alimentare per preparare medicinali e alimenti (es. latte e caffé liofilizzati).