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MACCHIAVELLI

Niccolò Macchiavelli nasce a Firenze il tre maggio 1469. Nato da una famiglia
benestante.
Suo padre è avvocato e si interessa alla politica. Fa l’ambasciatore.
Macchiavelli ebbe un’educazione umanistica, ma non apprese il gioco. Un
documento importante per capire la sua formazione è il – De rerum natura- di
Lucrezio che testimonia il suo interesse all’epicureismo.
Nel 1499 a Pisa riconquistò la città ribelle, nel 1500 considerò la monarchia di
Luigi XII un modello da seguire.
Nel 1502 compì una missione presso Cesare Borgia,
Vide la sua capacità politica nel 1503, quando spietatamente uccise i
partecipanti di una congiura contro di lui. Colpito, stese una relazione dal
titolo Del modo tenuto dal duca Valentino per ammazzare Vitellozzo Vitelli.
Nello stesso anno morì Alessandro VI: successivamente avverrà la caduta di
Cesare. Intanto Machiavelli scrisse una cronaca delle vicende italiane tra il
1494 e 1504: Decennale primo, dove esponeva la necessità di evitare le milizie
mercenarie. Nel 1507 compì una missione in Tirolo con l’amico Francesco
Vettori e ammirò la compattezza dell’esercito germanico e scrisse Rapporto
delle cose della Magna.
Nel 1511 ci fu lo scontro tra Francia, alleata di Firenze, e la Lega Santa del
Papa. I Francesi furono sconfitti così anche i Fiorentini e Machiavelli dopo il
ritorno dei Medici fu licenziato. Nel 1513 fu accusato di aver preso parte di
una congiura e fu torturato e imprigionato, liberato in seguito grazie alla
venuta del Papa Leone X.

OPERE
I discorsi sopra la prima deca di Tito Livio
Machiavelli iniziò a scrivere i DISCORSI nel 1513. Interruppe il primo libro
per stendere, di getto, il PRINCIPE e ne aggiunse altri due tra il 1514 e il 1521,
per un totale di 3 LIBRI.
Come si capisce già dal titolo (che viene infatti dal latino “DISCURRERE“), si
tratta di divagazioni, di considerazioni sparse, nate dalla lettura
approfondita dei primi dieci libri della storia di Roma dello storico romano
TITO LIVIO. Si parla, come nel PRINCIPE, del problema dello Stato, ma qui il
tono è più PACATO, l’atteggiamento è più meditativo e complesso.Si parte
ancora una volta dalla reale situazione attuale dell’Italia. La storia romana
diventa un MODELLO IDEALE per una solida costruzione politica.
Il PRINCIPE riguarda la costituzione di un nuovo Stato, il momento di ROMOLO,
mentre I DISCORSI tendono a rappresentare lo Stato come istituzione,
osservato nella sua durata e nel suo sviluppo, lo Stato come complesso di
ordinamenti e di leggi. Si tratta del momento rappresentato da NUMA
POMPILIO, il sovrano legislatore.La forma di governo simpatizzata dall’autore
non è la monarchia, ma la REPUBBLICA. Tema centrale dell’opera è la
definizione del BENE COMUNE, fine supremo della vita dello Stato.
Gli ORDINAMENTI e le LEGGI diventano realtà concrete, trasformate e
modellate di continuo dalle lotte dei vari partiti. Questo è il VIVERE LIBERO,
contrapposto al VIVERE SERVO. Nei DISCORSI SOPRA LA PRIMA DECA DI TITO
LIVIOA, sono affrontati molti problemi tralasciati nel PRINCIPE: quello della
RELIGIONE, che ha un valore etico e politico, ed è un mezzo di coesione del
popolo; quello della libertà e della legge. Niccolò Machiavelli riprende la
teoria dell’ANACICLOSI di Polibio: esistono tre forme di governo che si
ripetono naturalmente, la monarchia, l’aristocrazia e la democrazia e che, se
non si autolimitano ed equilibrano, degenerano rispettivamente in tirannide,
oligarchia e oclocrazia (demagogia).
Il governo si forma per un progressivo e naturale processo di civilizzazione
dell’uomo che si organizza ed esce dalla sua naturale ferinità.

IL PRINCIPE
Il Principe è l’opera più significativa di Niccolò Machiavelli, quella che più
di tutte ha lasciato espressione del suo pensiero e che, ingiustamente, ha
fatto apparire Machiavelli come un uomo furbo e calcolatore tanto che – vi
capiterà di sentirlo – “machiavellico” è un aggettivo che indica proprio
qualcosa di subdolo e malizioso.
Si tratta di un piccolo trattato che mira a spiegare quali siano i diversi tipi
di Stato retti da un principe, e che espone in modo chiaro e rapido, secondo le
idee del nostro autore, in che modo il principe dovrebbe agire per rendere
sempre più forte il suo principato. L’opera è, a tutti gli effetti, un piccolo
manuale di comportamento.

BELFAGOR, L’ARCIDIAVOLO
Novella con beffa misoginia.

Arcidiavolo= il diavolo più importante. All’inferno gli uomini si lamentano di


mogli.

Entra in corpo morbido per vedere e scopre che il mondo è pieno di egoismo.

MANDRAGORA

Opera teatrale, 1518

Tema- beffa erotica

Nicia ( dottore di legge) = sposato con Lucrezia ma Collimaco si innamora.


Collimaco inventa un piano. Sa che i due vogliono un figlio quindi il suo amico
consiglia ……… (guarda internet)

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