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La responsabilità extracontrattuale

A prescindere dall’esistenza di un precedente rapporto obbligatorio (contratto, promesse unilaterali),


anche i fatti illeciti sono fonte di obbligazioni, generando la responsabilità extracontrattuale.
Responsabilità: sta a significare che il soggetto è chiamato a rispondere delle conseguenze delle sue azioni.
Extracontrattuale: va a sottolineare che nasce al di fuori di un preciso rapporto obbligatorio precedente.
Il danneggiato può ottenere dal danneggiante il risarcimento del danno sofferto (Es. caso delle trattative
precontrattuali). Questa possibilità fa riferimento all’articolo 2043 del codice civile che recita “qualunque
fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a
risarcire il danno”
Il fatto illecito viola il precetto generale del neminem laedere, non recare danno ad altri.

L’obbligo di risarcire il danno nasce da due istituti: dall’inadempimento, e dal fatto illecito.

I requisiti della responsabilità extracontrattuale sono costituiti da elementi soggettivi e da elementi


oggettivi.
Gli elementi soggettivi sono il dolo e la colpa mentre gli elementi oggettivi sono il fatto, il danno, e il nesso
di causalità.

Fatto
Per fatto si intende un comportamento dell’uomo. La condotta del danneggiante può essere commissiva o
omissiva.
Condotta commissiva: viene definita commissiva quando consiste in un facere, è la condotta di chi tiene un
determinato comportamento (Es. sparare con una pistola)
Condotta omissiva: viene definita omissiva quando consiste in un non facere, è la condotta di colui che
omette di fare ciò che deve fare (Es. omissione di soccorso trova rilevanza nell’ art 593 codice penale).
L’omissione non è sempre fonte di fatto illecito o di danno perché ha rilevanza soltanto nel momento in cui
vi è l’obbligo giuridico di fare, quindi l’omissione ha rilevanza per l’ordinamento giuridico solo se la persona
aveva l’obbligo giuridico di intervenire. Se vediamo che dal palazzo di fronte esce del fumo, non abbiamo
l’obbligo giuridico di intervenire.

Il fatto genera la responsabilità extracontrattuale quando questo è illecito, e in quanto tale obbliga chi lo
pone in essere a risarcire il danno che dovesse derivarne a terzi. Nel nostro ordinamento i fatti illeciti si
distinguono in illeciti civili e in illeciti penali.
Gli illeciti civili sono atipici, cioè non sono disciplinati dalla legge specificatamente. I fatti illeciti
nell’ordinamento civile si racchiudono nell’espressione dell’articolo 2043 “qualunque”. Infatti non
esistendo un elenco specifico di fatti illeciti civili, attraverso questo “qualunque” il giudice avrà la possibilità
di decidere di volta in volta se una certa fattispecie rientra nel fatto illecito o meno.
La atipicità degli illeciti civili, si contrappone alla tipicità degli illeciti penali.
Gli illeciti penali sono tipici, cioè sono definiti in modo preciso dalla legge. L’art 1 del codice penale recita
infatti che “nessuno può essere punito per un fatto che non sia espressamente preveduto come reato dalla
legge” e L’art 2 della Costituzione recita “Nessuno può essere punito se non in forza di una legge”. Dal
momento che il reato deve essere espressamente previsto dal codice penale, quest’ultimo è in continua
evoluzione, infatti accade che nascano dei reati nuovi come ad esempio lo stalking.

Dolo
Nel fatto illecito, non va confuso con il Dolo come vizio della volontà contrattuale. Il termine è uguale, ma si
parla di due concetti totalmente differenti. Nel dolo contrattuale significa raggiro, mentre il dolo come
elemento soggettivo del fatto illecito vuol dire “intenzione di creare un danno, intenzione di nuocere”. Chi
ha un comportamento doloso, tiene un comportamento intenzionale. La coscienza di creare danno.
Attingiamo al diritto penale per capire il concetto di dolo (omicidio doloso).

Colpa
Anche questa mutuata nel diritto penale, si può definire come la negligenza, l’imprudenza, l’imperizia e
l’inosservanza di leggi regolamenti, ordini, norme e discipline.
L’imperizia: si trova nel caso in cui un soggetto che deve comportarsi in modo attento, perito, colui che
doveva dimostrare una perizia, non manifesta.
L’imprudenza: chi guida contromano. Con un comportamento imprudente si crea un danno
Negligenza: un comportamento distratto, non attento, da chi invece avrebbe dovuto avere attenzione. Non
può chi deve essere attento, essere distratto.
L’inosservanza di leggi, regolamenti, ordini, norme e discipline: chi passa con il rosso.

Il danno
E’ il pregiudizio che deriva dal comportamento dal fatto. Questo danno, secondo l’articolo 2043 deve
essere ingiusto. Ingiusto non vuol dire contra ius, ingiusto vuol dire che lede dei diritti.
Una volta l’ingiustizia era solamente per i diritti soggettivi assoluti (i diritti reali, e i diritti della personalità)
erano considerati un’ingiustizia.
Nel 1949 durante la tragedia di Superga, il pullman che stava accompagnando una squadra di calcio che si
schiantò su un monte vicino Torino. In quella circostanza si chiedeva da parte della società di ricevere un
risarcimento, perché veniva leso un diritto di credito. Dal momento che non vi è stata lesione di un diritto
soggettivo assoluto, ma di un diritto di credito, non c’è stato un risarcimento.
Diversi anni dopo nel 77 (caso Rececconi, giocatore della lazio, entrò con una pistola in gioielleria e venne
ucciso) comunque venne risarcito il diritto di credito.
L’ingiustizia del danno adesso comprende una gamma molto vasta di lesione di diritti: assoluti, relativi,
interessi legittimi (uccisione convivente more uxorio famiglia di fatto in questo caso il convivente che
rimane in vita può richiedere il risarcimento del danno. Obbligazione naturale per difendere il convivente
più debole.)

Il danno può essere un danno patrimoniale o un danno non patrimoniale.


Il danno si dice patrimoniale quando il pregiudizio riguarda un bene economico, cioè valutabile a denaro.
Presenta due aspetti: danno emergente (perdita subita), lucro cessante (mancato guadagno) elementi che il
giudice deve valutare per quantificare il danno. Vige il principio della atipicità

Il danno non patrimoniale si configura nel danno morale, cioè quando il pregiudizio riguarda un bene della
personalità (es. onore, integrità psicofisica). Il danno morale viene risarcito attraverso il pretium doloris, il
danno morale viene quantificato con un risarcimento equivalente dal dolore provocato dalla lesione subita.
Vige il principio della tipicità (Il danno morale può essere risarcito solo quando il fatto che l’ha provocato è
determinato dalla legge, quindi solo quando per la legge il fatto è considerato un reato.)
Un particolare danno non patrimoniale è il danno biologico, che consiste nella lesione dell'interesse,
costituzionalmente garantito, all'integrità psicofisica della persona. Si tratta di un danno di natura non
patrimoniale, in quanto non lesivo di interessi patrimoniali. La sua natura lesiva nei confronti di un diritto
costituzionalmente garantito (quello alla salute a all'integrità fisica), lo rende risarcibile ai sensi dell'art.
2043 del codice civile.

Il nesso di causalità tra fatto e danno


Il danno deve essere la conseguenza diretta ed immediata del fatto. Vuol dire che non tutti i danni si
possono risarcire, ma esclusivamente quelli che sono la conseguenza diretta ed immediata del fatto.
La legge ha sempre bisogno di limitare il risarcimento del danno.
Nel caso di un soggetto che viene investito arriva l’ambulanza e muore perché l’ambulanza cade da un
ponte. Il risarcimento del danno non può essere infinito. E’ regolato quindi dal nesso di causalità.

Le cause di giustificazione
E’ importante dire che il fatto illecito è accompagnato da alcune situazioni che sono le cosiddette
scriminanti, situazioni che si verificano, e che nonostante creino un danno non creano una responsabilità.
Necessita: in una situazione di particolare bisogno, per salvarsi la vita si crea un danno ad un’altra persona
(Es. barconi pieni di gente “mors tua vita mea” pur commettendo un fatto grave, non commette un fatto
illecito, o chi mangia i compagni per sopravvivere).
Legittima difesa: ad un offesa può corrispondere una difesa. Questa difesa nel caso delle scriminanti è
necessario che sia proporzionata all’offesa. Non vi deve essere altro modo per difendersi e deve essere
contemporanea all’offesa (es. un ladro che entra in casa armato di una pietra viene colpito da un colpo di
pistola dal proprietario della casa (Azione sproporzionata), non si può sparare al ladro che fugge) la guerra
di piero?
Consenso dell’avente diritto: eutanasia, nei paesi in cui l’eutanasia è ammessa, il fatto che ci sia il consenso
dell’avente di diritto (alla vita, alla salute) testamento biologico .

Ci sono una serie di casi elencati dal nostro codice civile che vengono raccolti sotto il nome di responsabilità
oggettiva. E’ una responsabilità che nasce senza gli elementi soggettivi (Colpa, dolo) ma esclusivamente con
il nesso di causalità tra fatto e danno. Ci sono infatti dei casi previsti dal nostro c.c. dove non sono presenti
gli elementi soggettivi, ma la responsabilità nasce solamente perché vi è esistenza di nesso di causalità, e
quindi a prescindere dal dolo e dalla colpa. Uno dei casi è l’esercizio delle attività pericolose. Nel caso in cui
ci sia un’attività pericolosa e da questa attività scaturisca un danno, risponderà sempre il proprietario
dell’attività pericolosa (es. fabbrica giochi d’artificio, se dall’attività nasce un’esplosione, ne risponde
sempre il titolare, e risponde a prescindere dal dolo e dalla colpa, è sufficiente il nesso di causalità.) è una
responsabilità oggettiva e solamente in rari casi riesce a liberarsi da questa responsabilità. Per liberarsi da
questa responsabilità deve aiutare tutte le persone???????
deve dimostrare di aver preso tutte le precauzioni per evitare il danno.
E’ il caso in cui un soggetto abbia delle cose in custodia, se da queste cose scaturisce un danno, risponde
sempre chi ha le cose in custodia. Risponde a prescindere dal dolo e dalla colpa, per il solo fatto di averli in
custodia (caso delle bombole se scoppiano la legge può liberare la responsabilità, deve infatti provare il
caso fortuito). Un altro caso è il danno commesso da un animale, ne risponde sempre il proprietario. Il
proprietario per liberarsi da questa responsabilità provando il caso fortuito.
Un altro caso è la rovina di edificio: l’abbiamo quando per esempio un cornicione, o si allaghi una casa. Per
la rovina ne risponde sempre il proprietario a prescindere dalla sua colpa e dal suo dolo. Il proprietario può
liberarsi solo se prova che il crollo, la rottura, sia avvenuta per vizi di costruzione, deve provare che non ci
siano dei vizi di costruzione o di manutenzione. Un altro caso è la circolazione dei veicoli si possoon creare
dei danni: c’è la possibilità per il conducente dell’autoveicolo di liberarsi da questa responsabilià, se prova
che ha fatto tutto il possibile per evitare il danno. Pensiamo al caso di un automobilista che per investire un
bembino sterza e va a sbattere contro una vetrina. In questo caso nonostante abbia commesso un danno,
può provare che ha fatto di tutto per evitarlo, anche se la responsabilità oggettiva c’è sempre.

Oltre a quella oggettiva abbiamo delle forme di responsabilità indiretta, perché si risponde di fatti
commessi da altre persone: un incapace che commette un danno. Risponde il tutore colui che doveva
controllare l’incapace. Il responsabile dell’incapace deve provare di aver fatto di tutto per evitarlo.
Un altro caso è il caso commesso dai minori e dagli allievi. Nel caso dei minori, ne risponderanno sempre i
genitori culpa in educando (Se il minore ha commesso un fatto illecito è per colpa della famiglia). La
responsabilità del fatto illecito non riguarda la capacità negoziale, ma per capacità di intendere e di volere.
Nel caso degli allievi culpa in vigilando.
Il datore di lavoro risponde dei fatti illeciti commessi dai dipendenti. Domestica fa cadere il vaso dal
balcone e causa un danno a uno. Nasce l’obbligazione solidale, sotto il profilo civile, sotto il profilo penale
invece ne risponde sempre la domestica.
un altro caso è la circolazione dei veicoli. Danno cagionato dal conducente. Ne risponde sempre il
proprietario. Vuol dire che la macchina non va prestata.

(oggettiva) prodotti che messi in commercio devono essere sicuri (non nel codice civile ma nel codice del
consumo)

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