Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
consumo umano
Significato dei principali parametri
Metodi di disinfezione
Specificità
Precisione
Sensibilità
Un indicatore è sensibile quando:
Fonti di approvvigionamento
Impianti di trattamento
Ingresso
Uscita
Sezioni intermedie
Serbatoi di accumulo
In rete per i parametri che possono subire
variazioni
Piezometri di controllo nel caso di zone di
rispetto definite con criteri temporali
Cosa prendere in
considerazione
Conoscenza della qualità dell’acqua prima
di ogni trattamento
Vulnerabilità delle risorse
Stato degli impianti di captazione e
distribuzione
Propria capacità di far fronte ad eventuali
anomalie riscontrate
Capacità di gestire le emergenze in
termini di mezzi e di personale
Cosa controllare
I parametri critici per quel tipo di
approvvigionamento
I parametri critici per quella specifica fonte
I parametri critici per quel tipo di trattamento
I parametri maggiormente vicini al valore di
parametro
Adattarsi al cambiamento
Su che base decidere
Struttura della rete
Direzione di flusso dell’acqua
Miscelazione
Disponibilità di fonti alternative
Disponibilità di impianti di trattamento
Presenza di centri di pericolo
Serie storiche delle analisi
Parametri a rischio
Sono parametri «a rischio», sulla base delle
indicazioni fornite con il Decreto della
Direzione Generale della Sanità del 9 luglio
2001, n. 16544 quelli per cui:
la concentrazione sia risultata superiore al valore
di parametro anche in uno solo dei campioni
rilevati l’anno precedente;
la concentrazione sia risultata superiore al 90%
del valore di parametro nella meta` dei campioni
prelevati nell’anno precedente.
Profili analitici
Il profilo analitico per le acque
all’immissione deve prevedere la ricerca
di quei parametri che non vengono
significativamente modificati in fase di
trasporto nella rete, ma la cui
concentrazione dipende direttamente dal
trattamento o dalle caratteristiche
dell’acqua di approvvigionamento.
Profili analitici
Il profilo analitico per il controllo delle
acque in distribuzione deve invece
prevedere la ricerca di quei parametri la
cui concentrazione può essere
modificata in rete nonché di quei
parametri necessari alla verifica
dell’efficienza degli impianti di
trattamento.
Controlli di routine o di
verifica?
Per i gestori non si pone alcuna distinzione
ma la scelta di cosa controllare deve basarsi
fondamentalmente su criteri gestionali.
E’ possibile effettuare ad esempio la
determinazione di tutti quei parametri indicati
per il controllo di routine, escludendo quei
parametri la cui presenza e` legata a specifici
trattamenti, ove questi non fossero adottati ed
includendo quelli specifici per il territorio in
esame anche se previsti dal profilo “verifica”
Alcuni esempi
Solventi Clorurati (tetracloroetilene e
tricloroetilene): in caso di zone
industrializzate, prima e dopo i trattamenti
con carbone attivo
Trialometani e clorito: in caso di disinfezione
con cloro o ipoclorito
Arsenico: per motivi idrogeologici
Piombo e/o altri metalli: in caso di rischio di
cessione da tubazioni
Manganese: per motivi idrogeologici o perché
correlato spesso ad un alto contenuto di ferro
o dove si effettuano trattamenti di
disinfezione con derivati del cloro
Altri parametri
Qualora si abbia motivo di ritenere che
nell’acqua possano esservi sostanze o
microrganismi per i quali non sono stati
fissati limiti di parametro, ma che
comunque possano costituire pericolo
per la salute l’attività di controllo dovrà
prevedere anche la ricerca di queste
sostanze o microrganismi.
Controlli “spot”
Acrilammide Antiparassitari
Antimonio Selenio
Benzene
Cloruro di vinile
IPA
Boro
Vanadio
Cianuro Mercurio
Epicloridrina Bromati
Fluoruro Rame
Nichel
Frequenze di controllo
Il D.Lgs. 31/2001 non pone obblighi di
frequenze minime di controllo per i gestori:
tuttavia:
è bene tenere presente che nella determinazione
delle frequenze deve essere tenuto in
considerazione anche il grado di affidabilità
dell’acquedotto.
in ogni caso, le frequenze annue minime da
garantire, non dovrebbero essere inferiori a due
controlli di routine e a un controllo di verifica, salvo
casi di documentata assenza di rischio.
Individuazione zone di
approvvigionamento
Le frequenze minime di campionamento ed
analisi sono riferite alla zona di
approvvigionamento
Zona di approvvigionamento: zona
geograficamente definita all’interno della
quale le acque… provengono da una o varie
fonti e la loro qualità può essere considerata
sostanzialmente uniforme
Zona di approvvigionamento
Nel caso la struttura dell’acquedotto non
consenta l’individuazione delle zone di
approvvigionamento, si può considerare che
l’acquedotto sia costituito da un numero di
zone di approvvigionamento pari al numero di
linee di immissione che lo alimentano
Un solo punto di controllo dovrebbe essere
sufficiente (per la definizione di zona di
approvvigionamento)
Esempio di struttura di
acquedotto
B
A
Fonte di
C approvvigionamento
Rimozione degli inquinanti chimici