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Appunti di
Analisi Matematica 1
Niero Luca
Corso di Laurea in Ing. Aerospaziale
A.A. 2020/2021
1
1
Note d’uso
Gli appunti sono stati prodotti sulla base delle fonti citate in ultima pagina
(testi o docenti), selezionate con cura in modo da evitare erroneità.
Tali appunti NON devono essere sostitutivi di libri e professori, poiché si
prefiggono solamente di fare un recap della materia, possibilmente in modo
chiaro e corretto, per uno studio di revisione a fine corso.
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Gli appunti sono distribuiti sul sito web www.poliaerospace.it, pagina di
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CONTENTS 2
Contents
1 Nozioni di base 3
1.1 Insiemi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.1.1 Definizioni base . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.1.2 Operazioni e proprietà . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
1.2 Logica matematica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
1.2.1 Operazioni e proprietà . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
1.2.2 Quantificatori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
1.3 Valore assoluto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
1.4 Intervalli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
1.4.1 Definizioni base . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
1.4.2 Insiemi limitati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
1.5 Fattoriali e coefficienti binomiali . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
2 Funzioni 11
2.1 Definizioni base . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
2.2 Immagine e controimmagine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
2.2.1 Limitazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
2.3 Suriettività, iniettività, funzioni inverse . . . . . . . . . . . . . 13
2.4 Funzioni monotòne . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
2.4.1 Relazione tra monotonia e iniettività . . . . . . . . . . 14
2.5 Funzioni composte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
2.5.1 Proprietà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
2.6 Funzioni elementari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
2.6.1 Funzioni elevamento a potenza . . . . . . . . . . . . . . 16
2.6.2 Funzioni polinomiali e razionali . . . . . . . . . . . . . 16
2.6.3 Funzioni esponenziali e logaritmiche . . . . . . . . . . . 17
2.6.4 Funzioni trigonometriche e loro inverse . . . . . . . . . 18
3 Limiti e continuità 22
3.1 Intorni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
3.2 Limiti di successioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
3.2.1 Teorema delle successioni monotone . . . . . . . . . . . 23
3.3 Limiti di funzioni, continuità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
3.3.1 Continuità e limiti finiti . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
3.3.2 Lemmi e corollari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
3.3.3 Limiti all’infinito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
CONTENTS 3
5 Calcolo differenziale 47
5.1 Derivata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47
5.1.1 Derivabilità e funzione derivata . . . . . . . . . . . . . 48
5.2 Algebra delle derivate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49
5.3 Derivate notevoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50
5.4 Punti di non derivabilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51
5.5 Punti di estremo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52
5.6 Teorema di Fermat . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53
5.7 Teorema di Rolle . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54
5.8 Teorema di Lagrange . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55
CONTENTS 4
6 Sviluppi di Taylor 61
6.1 Formule di Taylor . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61
6.2 Sviluppi notevoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62
8 Calcolo integrale 69
8.1 Integrali indefiniti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69
8.2 Integrali notevoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70
8.3 Algebra degli integrali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71
8.4 Integrali definiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72
8.4.1 Operazioni e proprietà . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72
8.4.2 Teorema della media integrale . . . . . . . . . . . . . . 73
8.5 Teorema fondamentale del calcolo integrale . . . . . . . . . . . 74
8.6 Integrali impropri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75
8.6.1 Integrali su intervalli illimitati . . . . . . . . . . . . . . 75
8.6.2 Integrali di funzioni non limitate . . . . . . . . . . . . 75
1 Nozioni di base
1.1 Insiemi
Un’insieme è una collezione di oggetti di una determinata categoria. Gli
insiemi vengono indicati con lettere maiuscole (A, B, . . .) mentre gli elementi
contenuti con lettere minuscole (a, b, . . .). Si dice che un elemento appartiene
ad un insieme se esso è contenuto al suo interno e si indica x ∈ X.
Gli insiemi numerici maggiormente utilizzati sono:
A = {x, y, . . . , z}
o per proprietà
A = {x ∈ X | p(x)}
ossia gli elementi x tali che la proprietà sia soddisfatta. L’espressione p(x) è
un predicato logico.
L’insieme di tutti i sottoinsiemi di un insieme X costituisce l’insieme delle
parti di X, denotato con P(X). In esso è sempre contenuto l’insieme
vuoto ∅.
Il numero di elementi di un insieme è detto cardinalità e viene indicato con
#(A). In generale, un insieme finito con cardinalità n ha un insieme delle
1 NOZIONI DI BASE 7
parti di cardinalità 2n .
Utilizzando due insiemi, si può definire la complementarità. Dato X insieme e
A suo sottoinsieme, si definisce insieme complementare di A il sottoinsieme
CA = {x ∈ X | x ∈
/ A}
1
I simboli ∨ e ∧ verranno definiti nella logica matematica.
1 NOZIONI DI BASE 8
Proprietà booleane:
A ∩ CA = ∅, A ∪ CA = X
Leggi di De Morgan:
A\B = {x ∈ A | x ∈
/ B} = A ∩ CB
ossia il sottoinsieme che seleziona gli elementi di A che non sono presenti in
B, mentre si definisce differenza simmetrica
il sottoinsieme che contiene gli elementi contenuti in uno soltanto dei due
insiemi, ma mai in entrambi.
1 NOZIONI DI BASE 9
1.2.2 Quantificatori
Dato un predicato generico p(x) è utile sapere se esso valga per ogni valore
o se esista almeno un valore per cui lo faccia. Si definiscono quindi i due
quantificatori
∀x, p(x) ”per ogni x è vero p(x)”
e
∃x, p(x) ”esiste almeno un x per cui è vero p(x)”
rispettivamente detti quantificatore universale e quantificatore esisten-
ziale.
1 NOZIONI DI BASE 10
|x| ≤ a ⇔ −a ≤ x ≤ a
e
|x| ≥ b ⇔ x ≤ −b ∨ x ≥ b
2
Dimostrazioni che non saranno presenti in questo file, riferirsi alle lezioni del docente
o al libro Canuto-Tabacco.
1 NOZIONI DI BASE 11
1.4 Intervalli
Dal valore assoluto si passa logicamente agli intervalli, definiti come sot-
toinsiemi di numeri compresi tra due estremi fissati.
[a, +∞] = {x ∈ R | a ≤ x}
x≤b ∀x ∈ A
a≤x ∀x ∈ A
1 NOZIONI DI BASE 12
x ≤ xM ∀x ∈ A
n! = (n − 1)!n ∀n ≥ 2
2 Funzioni
2.1 Definizioni base
Dati due insiemi X e Y , si dice funzione f definita in X a valori in Y una
corrispondenza che associa ad ogni elemento x ∈ X uno e un solo elemento
y ∈Y.
Gli elementi x ∈ X in questione formano un insieme detto dominio di f tale
che la funzione si possa scrivere
f : dom f ⊆ X → Y
y = f (x)
2.2.1 Limitazioni
Sia f una funzione e sia A ⊆ dom f .
Si definisce estremo superiore di f su A l’estremo superiore dell’immagine
di A, ossia
sup f (x) = sup f (A) = sup{f (x) | x ∈ A}
x∈A
Si dice che f è superiormente limitata se supx∈A f (x) < +∞. Se questo
valore finito appartiene all’immagine di A, allora esso è il massimo di f su
A, indicato
max f (x)
x∈A
3
3
Analoghe sono le definizioni di limitatezza inferiore, estremo inferiore e minimo.
2 FUNZIONI 16
4
Esempi di funzione strettamente crescente e funzione decrescente
2 FUNZIONI 18
2.5.1 Proprietà
Il prodotto di composizione non è commutativo. Si ha, a meno di casi parti-
colari, che g ◦ f 6= f ◦ g.
Se f e g sono iniettive, o suriettive, o entrambe, anche la funzione composta
g ◦ f ha la stessa proprietà. In particolare nel caso sia iniettiva si ha
(g ◦ f )−1 = f −1 ◦ g −1
Infine, se le funzioni sono monotone, anche la composta lo sarà. In particolare
sarà monotona crescente se le funzioni sono monotone nello stesso senso,
decrescente altrimenti.
2 FUNZIONI 19
f (x + p) = f (x) ∀x ∈ dom f
P (x) = an xn + · · · + a1 x + a0
nulli.
Una funzione razionale è del tipo
P (x)
R(x) =
Q(x)
con P, Q polinomi.
Vale la relazione di periodicità con periodo 2π. Si indicano con cos x e con
sin x rispettivamente l’ascissa e l’ordinata del punto P (x), ossia
e la funzione seno
y = sin x
y = arctan x
3 Limiti e continuità
3.1 Intorni
Sia x0 ∈ R un punto della retta reale e sia r > 0 un numero reale. Si definisce
intorno di x0 di raggio r l’intervallo aperto e limitato
lim f (x) = `
x→+∞
lim f (x) = +∞
x→+∞
lim f (x) = `
x→x0
lim f (x) = +∞
x→x0
e di intorno sinistro
Se f decresce, allora
L’estensione del secondo teorema del confronto al caso infinito enuncia che,
date f, g con limite
lim f (x) = +∞
x→c
e
f (x) ≤ g(x)
in un intorno di c, allora
lim g(x) = +∞
x→c
+∞ + s = +∞ se s ∈ R o s = +∞
−∞ + s = −∞ se s ∈ R o s = −∞
±∞ · s = ±∞ se s > 0 o s = +∞
±∞ · s = ∓∞ se s < 0 o s = −∞
±∞
= ±∞ se s > 0
s
±∞
= ∓∞ se s < 0
s
s
=∞ se s ∈ R\{0} o s = ±∞
0
s
=0 se s ∈ R
±∞
Tutte le operazioni indicate rientrano nell’algebra dei limiti 6 , definita
dall’omonimo teorema che enuncia possibili le operazioni
f (x) `
lim =
x→c g(x) m
Da questo nascono due importanti corollari. Siano f e g funzioni continue
in x0 . Allora le funzioni f (x) ± g(x), f (x) · g(x), fg(x)
(x)
sono continue in x0 .
Inoltre vale che ogni funzione razionale è continua in tutto il suo dominio e
ogni funzione polinomiale è continua in tutto R.
6
Le rimanenti, ad esempio ∞ · 0, sono dette forme indeterminate e vanno risolte con
altri metodi
3 LIMITI E CONTINUITÀ 37
3.11.1 Corollari
Seguono dal teorema due corollari. Data f continua in un intervallo I, si
suppone che agli estremi dell’intervallo ammetta limiti diversi da zero e di
segno opposto. Allora f ha uno zero in I ed è unico se la funzione è stretta-
mente monotona.
3 LIMITI E CONTINUITÀ 39
Date due funzioni f, g continue sul compatto [a, b], se f (a) < g(a) e f (b) >
g(b), allora esiste almeno un punto x0 nell’intervallo (a, b) tale che
f (x0 ) = g(x0 )
3 LIMITI E CONTINUITÀ 40
3.12.3 Corollari
A chiudere il capitolo, due importanti risultati sulle proprietà di invertibilità.
Sia f continua su I. Allora f è iniettiva su I se e solo se f è strettamente
monotona su I.
f (x)
lim =`
x→c g(x)
f g x→c
f = o(g) x→c
f ∼g⇒f g
f (x)
lim =1 dunque f ∼ `g
x→c `g(x)
f ∼g ⇔ f = g + o(g)
f (x)
lim =0
x→c 1
4 CONFRONTO LOCALE DI FUNZIONI. CENNI DI SUCCESSIONI 44
xn = o(xm ) x → ±∞ ⇔ n<m
f (x)
lim f (x)g(x) lim
x→c x→c g(x)
f˜(x)
lim f˜(x)g̃(x) lim
x→c x→c g̃(x)
lim f (x) = 0
x→c
lim f (x) = ∞
x→c
f ∼ `ϕα x→c
e quindi
f = `ϕα + o(ϕα ) x→c
La funzione p(x) = `ϕα (x) è detta parte principale dell’infinitesimo f in c
rispetto al campione ϕ. Qualitativamente la funzione f si comporta in modo
simile alla parte principale nell’intorno di c.
4 CONFRONTO LOCALE DI FUNZIONI. CENNI DI SUCCESSIONI 48
4.4 Asintoti
Si consideri una funzione f definita in un intorno di +∞. Si supponga ora
che esistano due numeri reali m e q tali che
o, con Landau
f (x) = mx + q + o(1) x → +∞
Si dice allora che la retta g(x) = mx + q è asintoto destro di f . L’asintoto
si dice obliquo se m 6= 0, orizzontale se m = 0. I coefficienti di tale retta
si calcolano come
f (x)
m = lim q = lim (f (x) − mx)
x→+∞ x x→+∞
Secondo teorema del confronto: siano {an }, {bn } e {cn } tre succes-
sioni tali che il limite delle prime due sia uguale a `. Se definitivamente
an ≤ cn ≤ bn , allora il limite della terza esiste e vale `;
Algebra dei limiti: siano {an } e {bn } due successioni con limite
rispettivamente ` e m. Allora
lim (an ± bn ) = ` ± m
n→∞
lim an bn = `m
n→∞
an `
lim =
n→∞ bn m
5 CALCOLO DIFFERENZIALE 50
5 Calcolo differenziale
5.1 Derivata
Sia f : dom f ⊆ R → R una funzione reale di variabile reale; sia x0 ∈ dom f
e sia f definita in un intorno di tale punto. Fissato x in questo intorno, con
x 6= x0 , si indica con
∆x = x − x0
l’incremento della variabile indipendente tra x0 e x. Si indica invece
∆f = f (x) − f (x0 )
il corrispondente incremento della variabile dipendente.
Si vuole determinare la variazione della variabile dipendente ad ogni incre-
mento della variabile indipendente. Si definisce cosı̀ il rapporto incremen-
tale di f tra x0 e x
∆f f (x) − f (x0 ) f (x0 + ∆x) − f (x0 )
= =
∆x x − x0 ∆x
Il valore ∆f rappresenta l’incremento assoluto di f , mentre il rapporto
incrementale rappresenta il tasso di incremento. Da un punto di vista ge-
ometrico il rapporto incrementale è il coefficiente angolare della retta secante
passante tra i punti con ascissa rispettivamente x e x0 e ordinata immagine
di tali valori. L’equazione di tale retta è
∆f
y = s(x) = f (x0 ) + (x − x0 )
∆x
5 CALCOLO DIFFERENZIALE 51
Ponendo
dom f 0 = {x ∈ dom f : f è derivabile in x}
si definisce la funzione f 0 : dom f 0 ⊆ R → R detta funzione derivata
prima di f .
Dato un insieme I di dom f , la funzione f dicesi derivabile su I se lo è in
ogni punto di I.
Se f è una funzione derivabile in un punto x0 , allora essa è continua in tale
punto.
f derivabile in x0 ⇒ f continua in x0
5 CALCOLO DIFFERENZIALE 52
Sia f una funzione pari (rispettivamente dispari) derivabile nel dominio. Al-
lora la derivata è una funzione dispari (pari).
5 CALCOLO DIFFERENZIALE 53
Nel caso si abbiano entrambi i limiti infiniti e di segno concorde, si dice che
x0 è un punto a tangente verticale per f .
f 0 (x0 ) = 0
cioè x0 è un punto critico per f . Vale il viceversa. Per la ricerca dei punti di
estremo di una funzione, occorre infatti stabilire quali sono i punti in cui la
derivata si annulla.
5 CALCOLO DIFFERENZIALE 57
f (b) − f (a)
= f 0 (x0 )
b−a
Ossia esiste almeno un punto x0 tale che la pendenza della retta tangente
ad f in x0 è uguale alla pendenza della retta secante passante per i punti
(a, f (a)) e (b, f (b)). Ogni punto di questi è detto punto di Lagrange.
5 CALCOLO DIFFERENZIALE 59
f 00 (x0 ) = (f 0 )0 (x0 )
f 0 (x) ≥ 0 ∀x ∈ I ⇔ f crescente su I
f (x) ≥ t(x)
6 Sviluppi di Taylor
6.1 Formule di Taylor
Le formule di Taylor nascono dall’esigenza di approssimare una funzione ad
una somma di polinomi algebrici in un intorno di un determinato punto.
Ciò per semplificare ad esempio le operazioni di un calcolatore elettronico,
infatti tali formule sono utilizzate dai computer per approssimare la funzione
in esame.
Tramite opportuno procedimento, è possibile scrivere per una funzione f
derivabile n volte in x0 la formula di Taylor con resto di Peano
1 (n)
= f (x0 ) + f 0 (x0 )(x − x0 ) + . . . +
f (x0 )(x − x0 )n
n!
Nel caso la funzione abbia derivata di ordine n continua e sia derivabile n + 1
volte, vale anche la formula di Taylor con resto di Lagrange
1
f (x) = T fn,x0 (x) + f (n+1) (x)(x − x0 )n+1
(n + 1)!
x = r cos θ y = r sin θ
arctan(y/x)
x>0
arctan(y/x + π) x < 0, y ≥0
p
r = x2 + y 2 θ = arctan(y/x − π) x < 0, y ≤0
π/2 x = 0, y >0
−π/2 x = 0, y <0
7.2 Vettori
I vettori, grandezze largamente usate in Fisica e studiati nell’Algebra Lin-
eare e nella Geometria, sono segmenti orientati tra l’origine (0, 0) e il punto
~ o v.
di applicazione (x, y), denotati OP
v + u = (v1 + u1 , . . . , vd + ud )
λv = (λv1 , . . . , λvd )
L’insieme dei vettori su cui sono definite queste operazioni viene detto spazio
vettoriale.
Si dice che due vettori sono allineati se v = λu per un qualche λ ∈ R.
Un vettore
v = λu + µw
viene detto combinazione lineare dei due vettori per un qualche valore
reale λ e µ.
7 NUMERI COMPLESSI E VETTORI 69
p(x) = 0
x = <(z) y = =(z)
z1 + z2 = (x1 + x2 , y1 + y2 )
z1 z2 = (x1 x2 − y1 y2 , x1 y2 + x2 y1 )
La rappresentazione dei complessi avviene, nel piano di Argand-Gauss,
con un asse reale e un asse immaginario. In questo piano le operazioni di
somma e differenza dei numeri complessi avvengono come per i vettori me-
diante la regola del parallelogramma. Analogamente il modulo del vettore
numero complesso è il valore
p
|z| = x2 + y 2
7.3.3 Rappresentazioni
Si denota con i il numero immaginario reale puro, più comunemente detto
unità immaginaria, e quindi si può riscrivere il numero in forma carte-
siana
z = x + iy
Dato il punto complesso in coordinate polari si può scrivere
x = r cos θ y = r sin θ
z = r(cos θ + i sin θ)
z1 z2 = r1 r2 [cos(θ1 + θ2 ) + i sin(θ1 + θ2 )]
z = reiθ
z1 z2 = r1 r2 ei(θ1 +θ2 )
dove k = 0, 1, . . . , n − 1.
Particolarità delle radici di un numero complesso è che se rappresentate in
un piano di Argand-Gauss queste andranno a disporsi formando una figura
geometrica di tipo n-agonale, come in figura l’esempio.
8 Calcolo integrale
8.1 Integrali indefiniti
Ogni funzione F derivabile in I e tale che
F 0 (x) = f (x) ∀x ∈ I
F (x) + c ∀c ∈ R
Esistono due modi principali per ricavare l’area di tale figura, detta integrale
definito di f su [a, b]. Il primo è l’integrale di Cauchy, il secondo di Riemann.
Prima di cercare tale area, occorre definire la funzione continua a tratti,
ovvero una funzione f continua in ogni punto dell’intervallo tranne che in un
numero finito di punti ove si ha discontinuità eliminabile o salto.
Sono integrabili su [a, b] tutte le funzioni continue su tale intervallo, continue
a tratti, continue sui punti interni e limitate sull’intero intervallo e le funzioni
monotone sull’intervallo.
Dalle definizioni di Cauchy, Riemann e Lebesgue si ricava che l’integrale
definito è Z b
Area di T (f ; a, b) = |f (x)| dx
a
Linearità
Z b Z b Z b
(αf (x) + βg(x)) dx = α f (x) dx + β g(x) dx
a a a
Positività: se f ≥ 0 in [a, b]
Z b
f (x) dx ≥ 0
a
Confronto: se f ≤ g in [a, b]
Z b Z b
f (x) dx ≤ g(x) dx
a a
Il teorema della media integrale enuncia che, data f integrabile sul compatto,
la media integrale è compresa tra l’inf e il sup della funzione e se f è continua
esiste almeno un punto z ∈ [a, b] tale che
m(f ; a, b) = f (z)
8 CALCOLO INTEGRALE 77
Si pone formalmente
Z +∞ Z c
f (x) dx = lim f (x) dx
a c→+∞ a
F(x, y, y 0 , . . . , y (n) ) = 0
y 0 = f (x)
integrando una volta. Si ottengono infinite soluzioni differenti per una costante
additiva. Queste soluzioni sono dette integrale generale. Nel caso venga
fornita una condizione aggiuntiva utile a determinare una funzione soltanto,
questa funzione sarà un integrale particolare. Tale condizione è detta
problema di Cauchy e crea un sistema del tipo
(
y 0 = f (x, y)
y(x0 ) = y0
9 EQUAZIONI DIFFERENZIALI ORDINARIE 81
y(x) = H −1 (G(x) + C)
ottenuta da R
Z R
− a(x) dx a(x)dx
y(x) = e e b(x) dx
9 EQUAZIONI DIFFERENZIALI ORDINARIE 82
y 00 + ay 0 + by = g(x)
χ(λ) = λ2 + aλ + b
λ2 + aλ + b = 0
.
9 EQUAZIONI DIFFERENZIALI ORDINARIE 84
Corso
Corso: Analisi Matematica 1
Carico: 10 CFU
Docenti: Morandotti M., Massai L.
Bibliografia
Materiale didattico fornito dal Politecnico di Torino;