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Luzzara. Un paese.

Neorealismo tra fotografia, cinema e letteratura.


Luzzara. Un paese
´ Un Paese è figlio di un incontro, quello fra Cesare Zavattini, intellettuale
poliedrico e sceneggiatore di punta del cinema neorealista, e il fotografo
americano Paul Strand, pioniere della straight photography, di un
approccio alla realtà diretto, essenziale, depurato da tentazioni di
derivazione pittorica.

Paul Strand. Straight Photography


Luzzara. Un paese
´ A proposito di Paul Strand, così si espresse Stieglitz: “Il suo lavoro affonda le
radici nella migliore tradizione fotografica. La sua visione è potenziale. Il suo
lavoro è puro, è diretto. Esso non si affida a trucchi nel processo. In
qualunque cosa egli faccia c’è intelligenza applicata […] il lavoro è
brutalmente diretto, privo di qualsiasi inganno, privo di ogni manipolazione
e di qualsiasi “ismo”, privo di ogni tentativo di mistificare…”
Alfred Stieglitz insieme ad altri artisti del tempo si fece promotore di un movimento artistico trasversale. Si trattava di
soggetti fotografici “nuovi”, appartenenti al mondo che stava nascendo (x es. l’industria).
Il confronto era con la realtà più cruda, senza abbellimenti e scorciatoie. Treni, navi, ponti erano manufatti umani, con
una funzione precisa, costruiti secondo le leggi dell’ingegneria, fatti di linee, forme, figure geometriche, ombre e luci.

Paul Strand. Straight Photography


Luzzara. Un paese
´ Negli anni a seguire Strand si occupa, oltreché di ricerca fotografica, di
cinema, nelle vesti di produttore e filmaker. Nel 1948 approda in Francia –
che diventerà la sua seconda patria – dove pubblicherà, in collaborazione
con lo scrittore Claude Roy, il volume “La France de Profil”.

Paul Strand e Claude Roy, La France de Profil


Luzzara. Un paese
´ Il primo dopoguerra offre intanto, con le sue periferie invase dalle macerie e dalla povertà,
l’impulso decisivo allo sviluppo del neorealismo italiano.
´ Il movimento neorealista può essere distinto in due fasi: una prima che affronta temi del più
recente passato, gli anni della guerra, la Resistenza… ed una seconda, a partire dal 1948,
che affronta invece temi di rilevanza sociale; Roma città aperta (1945) di Roberto
Rossellini e Ladri di Biciclette (1948) di Vittorio De Sica, sono i film più rappresentativi di
queste due fasi.
´ Nell’Italia uscita dalla guerra e dalla dittatura, si sentiva il bisogno di una rinascita politica e
sociale, cineasti e registi vollero farsi artefici di questo rinnovamento. Proposero un cinema
che scavava nella realtà del presente e del più recente passato, portando alla luce storie,
temi e personaggi di quel mondo su cui bisognava agire, il cinema neorealista si
caratterizza fin da subito per il suo forte impegno sociale.

Immagine tratta dal film «Ladri di biciclette» di Vittorio De Sica


Luzzara. Un paese
´ Cesare Zavattini (nato a Luzzara) partecipa in
maniera decisiva all’elaborazione del
movimento neorealista, ne è finissimo tessitore,
in qualità di soggettista e sceneggiatore, ma
sa anche esserne puntigliosa voce critica,
quando le rielaborazioni del canone
travalicano, ad esempio, i limiti dell’oggettività.
´ In particolare è il sodalizio con il grande regista
Vittorio de Sica (che non sarà immune da
incomprensioni) a portare al compimento di
opere fondamentali per la storia del cinema e
per il patrimonio culturale italiano
(ricordiamo Sciuscià, Ladri di
biciclette, Miracolo a Milano, Umberto D).

Locandina del film Miracolo a Milano, un film di Vittorio De Sica, 1951


Luzzara. Un paese
´ Documentario su
«Cesare Zavattini, immaginare altro»

´ https://www.youtube.com/watch?v=4pF0ct_Q
qZs

´ https://www.youtube.com/watch?v=G0cZDFZqJ4Q
Luzzara. Un paese
´ Inizialmente l’idea di Zavattini è di
coinvolgere alcuni importanti registi in una
sorta di reportage narrativo a puntate, in
cui le sensibilità di ognuno possano
esprimersi nella descrizione per immagini di
una città e dello spirito che le appartiene. Il
progetto non riesce a decollare
pienamente, ma acquista valore in quanto
custodisce in sé i motivi che porteranno alla
collaborazione fra lo scrittore italiano e il
fotografo statunitense Paul Strand.
´ Quest’ultimo ha in animo da tempo di
realizzare un libro fotografico che gli
permetta di documentare la vita di un
paese e di chi lo abita. Lo vuole fare
immortalando sguardi ed esplorando gli
ambienti dove si stratificano i destini di una
comunità. Strand è alla ricerca di un paese
italiano e Zavattini gli suggerisce il proprio,
vale a dire Luzzara, comune della pianura
padana fra Reggio Emilia e l’Oltrepò
mantovano.
Luzzara. Un paese
´ Il centro rurale, immerso nei silenzi e nelle
circolarità stagionali, diviene così
specchio di un popolo e della sua più
intima essenza. Nei ritratti del fotografo
americano si testimonia la
sopportazione, la durezza di un’esistenza
consacrata alla terra, alle sue esigenze
ineludibili. Ma viene trasmesso anche un
sentimento di speranza, quasi di
sospensione in un momento storico, il
dopoguerra, che prelude a enormi
cambiamenti culturali e sociali. Il viaggio
poetico e fotografico di Strand avviene
fra il 1952 e il 1954, e le immagini che ne
derivano troveranno completezza grazie
alle didascalie basate sui racconti degli
stessi luzzaresi, raccolte da Cesare
Zavattini.
Luzzara. Un paese
´ L’incontro tra Strand e Zavattini si concretizza con la realizzazione del libro
fotografico «Un paese». Si tratta di un libro in cui coesistono e si relazioni
immagini fotografiche e testi di Zavattini che sono però, nel segno di un’idea
realistica e documentaria, trascrizioni di interviste degli abitanti di Luzzara.
Luzzara. Un paese

´ “Le sensibilità dei due (Zavattini e Strand


n.d.r.) trovano in quest’opera un equilibrio
che permette di entrare nelle radici
antropologiche del nostro paese, di
realizzare una ricerca sociologica senza
mai forzare i soggetti, anzi rispettandoli
profondamente, in linea con l’etica che
entrambi, in paesi e contesti diversi,
avevano teorizzato.” (Giacomo Nencioni)

´ “Mi ero accorto di non conoscere


l’Italia se non attraverso dei libri o dei
preconcetti, e mi pareva che un
paziente inoltrarmi nei luoghi, nelle
persone, negli interessi di tutta questa
gente che aveva tante cose in
comune con me, fosse il solo modo per
cercare, goccia nel mare, di entrare
nella storia.” (Cesare Zavattini)
Luzzara. Un paese

´ Un Paese di Strand e Zavattini getterà


un seme che darà frutti copiosi negli
anni a venire. Primo fra tutti l’opera Un
paese vent’anni dopo (pubblicata da
Einaudi nel 1976), ricognizione del
fotografo Gianni Berengo Gardin negli
stessi luoghi del predecessore
americano. A collegare le due
esperienze visive e antropologiche
ancora una volta la figura carismatica
di Cesare Zavattini, orchestratore di
storie e di frammenti di vita.
Luzzara. Un paese

´ Fotografie di Gianni Berengo Gardin, Luzzara, 1976


´ Come cambia il paese e la società rispetto alle immagini del primo libro
«Un Paese» del 1955
Luzzara. Un paese

´ Seguiranno i progetti, fra gli altri, di Luigi Ghirri, che inserirà alcuni
scatti effettuati a Luzzara nella raccolta Il profilo delle
nuvole (1989), confezionata insieme all’amico scrittore Gianni
Celati, e quelli realizzati da Stephen Shore (Stephen Shore,
Luzzara del 1993), da Olivo Barbieri (40 anni ma sembra ieri per il
settimanale Specchio nel 1996).
Luzzara. Un paese

´ Luigi Ghirri, Il profilo


delle nuvole, 1989
Luzzara. Un paese

´ Stephen Shore, Luzzara


Luzzara. Un paese

´ Stephen Shore, Luzzara

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