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Vita di Alexandre Dumas

Lo scrittore francese era figlio della Rivoluzione: Alexandre Dumas era nato infatti il 5
Termidoro dell'anno X dall'abolizione della monarchia e dalla proclamazione della Prima
repubblica (in sostanza, il 28 luglio 1802).
Alexandre Dumas era figlio di un generale della Rivoluzione francese, il quale in seguito
combatté al fianco di Napoleone: Thomas Alexandre Davy de La Pailleterie, noto in Francia
come "generale Dumas". Il generale era di origini etniche miste, in quanto figlio di un
marchese francese e di una schiava di etnia africana originaria di Haiti, detta la femme du mas
('la donna della masseria'). Il "Général Dumas", padre dello scrittore, era un uomo dal
carattere fiero, soprannominato "il diavolo nero" per il suo coraggio in battaglia, ed essendo
in disaccordo con il proprio padre, il marchese, ne ripudiò il titolo nobiliare e il cognome e
assunse il soprannome, della madre (Du-mas). Inoltre il generale Dumas, non approvando la
politica imperialistica di Napoleone, glielo disse apertamente e fu di conseguenza
imprigionato per insubordinazione. In seguito fu liberato, ma, catturato dal re di Napoli
Ferdinando I, fu imprigionato, e scarcerato per le cattive condizioni di salute dopo ben due
anni.
Il generale morì malato e povero, quando suo figlio, il futuro scrittore, aveva solo tre anni e
mezzo: Alexandre fu quindi allevato dalla madre, Marie-Louise Elisabeth Labouret, che
gestiva un piccolo spaccio di tabacchi. I suoi studi non poterono essere molto approfonditi,
data la penuria di denaro, ma molto presto il futuro scrittore manifestò uno spiccato interesse
per la letteratura di ogni genere.
Il piccolo Alexandre Dumas era cresciuto in un castello circondato da un fossato, luogo che
doveva aver contribuito non poco ad alimentare la sua fantasia senza pari, dalla quale
sarebbero nati 257 volumi, una quantità di scritti incredibile che ha generato più di un
sospetto sul fatto che Dumas fosse a capo di un esercito di scrittori a contratto che sfornavano
a ritmo industriale "prodotti" da pubblicare a suo nome.
L'adolescente Dumas aveva ricevuto un'educazione sommaria, fatta di poche ma solide
letture: la Bibbia, I racconti delle mille e una notte, Robinson Crusoe. In compenso aveva
sviluppato un talento eccezionale per la calligrafia, tanto da essere ingaggiato come scrivano
da un notaio per ripassare gli atti legali in bella scrittura. A diciott'anni proponeva agli
impresari drammi che venivano regolarmente rifiutati, ma la stoffa era quella del grande
romanziere e lo avrebbe dimostrato presto.
Grande amatore, ebbe molte donne: da due di queste relazioni nacquero altrettanti scrittori,
Alexandre Dumas figlio, giornalista e polemista barricadero. Nella prima metà dell'Ottocento
in Francia nascevano due fenomeni editoriali, la stampa a grande tiratura e il romanzo
feuilleton, ovvero l'opera popolare pubblicata a puntate sui giornali. Per Alexandre Dumas
era giunto il momento di far soldi. In pochi anni, dal 1844 al 1850, pubblicò sul giornale Le
Siècle a un ritmo sfrenato tutti i suoi capolavori: I tre moschettieri, Il conte di Monte-Cristo,
La regina Margot e altri.
Alexandre Dumas è ancora oggi uno degli scrittori francesi più tradotti di ogni tempo. La sua
abilità stava nell'architettare trame ricche di colpi di scena, che gli servivano per catturare i
lettori, in attesa spasmodica della puntata successiva. Le sue avventure raccontavano però gli
episodi clou della storia francese, dalla fine dei Valois all'avvento della monarchia assoluta,
dalla caduta della monarchia alla Rivoluzione. Non si lamentava della fama di scrittore
popolare. Più delle critiche gli importava il denaro.
Ma ci teneva a sottolineare di non essere un bastardo, accusa che girava a carico suo e del
padre. Sul colore della pelle transigeva ancora meno.
Il palcoscenico era la sua grande passione: sposò un'attrice e si fece costruire a Parigi il suo
Teatro Storico e a pochi chilometri da Versailles una residenza dal gusto assai scenico, il suo
Château d'If, ispirato alla prigione di Monte-Cristo. Li perse entrambi a causa della
rivoluzione del Quarantotto e dell'ascesa al potere di Napoleone III. Se gli eventi storici gli
avevano ispirato i romanzi e dato la fama, l'irrompere della Storia gli fece perdere le sue
entrate e lo portò all'esilio in Belgio e quasi alla bancarotta.
Dopo quell'esperienza Alexandre Dumas iniziò una lunga serie di viaggi da cui sarebbero nati
libri sulla Russia e sul Caucaso, e la biografia - scritta quasi in diretta - di quello che era
l'eroe del momento: Giuseppe Garibaldi. Dumas, che era un grande ammiratore del generale,
fu al suo seguito durante la spedizione dei Mille nel 1860.
Dumas entrò a Napoli insieme a Garibaldi, e fu da lui nominato direttore degli scavi di
Pompei. Restò in città per oltre tre anni, dirigendo il giornale L'Indipendente, poi tornò in
Francia con una cantante. Proseguì con i suoi viaggi geografici e sentimentali facendosi
accompagnare in Germania da un'attrice americana, un proficuo tour che fruttò a Dumas un
nuovo libro sulla terra prussiana.
Formidabile mangiatore, condivideva con il moschettiere ghiottone Porthos, considerato il
suo alter ego letterario, la passione per le cene pantagrueliche: era noto anche per le sue
ricette stravaganti, che vedevano fra gli ingredienti il piede di elefante e la coda di canguro.
Alla fine della sua vita, costretto dalla salute a limitare i pasti, lo scrittore compensò
dedicandosi a compilare il Gran dizionario di cucina.
Morì alla fine del 1870 per i postumi di un attacco ischemico che lo aveva lasciato
semi-paralizzato.

Anna d'Austria
Anna nacque a Valladolid, in Spagna, il 22 settembre 1601. Era la prima figlia di Filippo III
di Spagna e di Margherita d'Austria-Stiria.
Anna, sposa spagnola di Luigi XIII, aveva difficoltà a comunicare con la nuova famiglia a
causa del carattere timido e introverso che condivideva con il marito. Per Luigi XIII, Anna
non era altro che una spagnola, vale a dire una nemica straniera.
Dopo qualche tempo, grazie ad una duchessa, Madame de Luynes, la regina Anna iniziò ad
abbigliarsi e a comportarsi come una dama francese. Nella primavera del 1619 Luynes riuscì
a forzare il re ad andare a dormire insieme alla regina: a partire da questo momento i rapporti
tra i due non cessarono di migliorare. L'amore che il re nutriva per Anna si intensificò, al
punto che era sull'orlo della disperazione quand'ella cadde gravemente malata.
Dopo qualche anno di serenità, sorsero nuove incomprensioni tra i sovrani. In primo luogo
Anna ebbe alcuni aborti che scontentarono il re; in secondo luogo, nel dicembre 1621, morì il
duca di Luynes (principale fautore dell'affetto tra i reali) e infine Luigi XIII era sempre più
impegnato nella guerra contro i protestanti. Il 14 marzo 1622, mentre giocava con le sue
dame d'onore, Anna scivolò in una scalinata ed ebbe un aborto spontaneo (era il secondo).
Luigi XIII si adirò furiosamente con la moglie, ma ancor di più con Madame de Luynes,
imperdonabile ai suoi occhi per aver portato la regina a compiere una tale sconsideratezza.
Da quell'evento, il re iniziò a tollerare sempre meno l'influenza che Madame de Luynes
esercitava su Anna; l'antipatia della duchessa per il re era reciproca ed ebbe pesanti
conseguenze per la coppia reale. Anna divenne completamente inseparabile dalla duchessa e
difese la sua causa quando questa sposò il duca de Chevreuse senza attendere il consenso del
re.
Morto il marito, Anna, in quanto regina-vedova e regina-madre, riuscì ad ottenere la reggenza
per il figlio minorenne, Luigi XIV, incoronato a soli quattro anni e riuscì a far in modo che il
Parlamento annullasse all'unanimità il testamento di Luigi XIII, che limitava alquanto i suoi
poteri.
Benché Anna avesse assunto la reggenza, ci fu un generale stupore quando affidò il governo
al primo ministro, il cardinale Giulio Mazzarino, una creatura di Richelieu, già presente come
figura di rilievo nel consiglio reale. Mazzarino lasciò la sua abitazione e prese residenza al
Palais-Royal accanto alla regina Anna. Il cardinale fu ritenuto l'amante della reggente e
successivamente fu detto che i due si erano sposati in segreto, ma mai vi è stata alcuna prova
in merito.
Approfittando della debolezza della corona, l'alta nobiltà parigina si ribellò, pretendendo di
avere più potere nel governo del paese e di pagare meno tasse, con il movimento detto della
Fronda che si sviluppò in due fasi, dal 1648 fino al 1653. Con l'appoggio di Mazzarino, per
altro vero bersaglio dei frondisti, Anna sconfisse la rivolta guidata, nella sua seconda fase,
detta Fronda dei prìncipi, da Luigi II di Borbone, principe di Condé.
Nel 1651, quando il figlio Luigi XIV raggiunse ufficialmente l'età per regnare (13 anni), la
sua reggenza finì, ma Anna mantenne molta influenza sul figlio fino alla morte del cardinale
Mazzarino. Nel 1659, la guerra con la Spagna terminò in seguito alla pace dei Pirenei. L'anno
seguente la pace venne cementata dal matrimonio del giovane re Luigi con la nipote di Anna,
la principessa asburgica spagnola Maria Teresa d'Austria.
Nel 1661, alla morte del cardinale Mazzarino, Anna diventò la principale patrona della
Compagnia del Santo Sacramento. Nello stesso anno nacque l'erede al trono, Luigi di
Francia; molti figli nacquero in seguito ma tutti morirono ad eccezione di Luigi. Non molto
tempo dopo, Anna si accorse di avere un tumore al seno, che certamente l'avrebbe portata alla
morte.
Anna si ritirò dalla vita di corte e andò nel convento della Compagnia a Val-de-Grâce, poiché
voleva morire nel raccoglimento religioso ma, per evitare troppi viaggi alla famiglia reale, i
medici la fecero ritrasferire al Louvre. Si spense il 20 gennaio 1666.

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