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Come appariva anticipatamente nella immagine della città cellulare di Abercrombie per il piano di Londra del
1943 – opportunamente ricordata nel libro – nella suggestiva immagine che mostra una coappartenenza di flussi e
cellule: quasi una unica e ininterrotta materia messa in vibrazione. Una città dei flussi che appare anticipare i temi
contemporanei dei progetti di metabolismo urbano, con l’intento di far affiorare con maggiore evidenza quanto si
deposita in un paesaggio oggi in gran parte nascosto; il paesaggio dei diversi cicli che richiedono una riscrittura
dell’articolazione per parti della città, nella prospettiva di un autobilanciamento dei diversi cluster/ cellule per ridurre il
consumo di risorse, secondo un nuovo modello di sviluppo, teso predisporre le condizioni per produrre
e consumare in loco: rifiuti, energia, produzione agricola.
La ricerca di un equilibrio dinamico tra le componenti e i flussi negli organismi urbani richiede visioni di insieme cui
non si perviene con la sola chiave delle varie tecnologie da applicare. Soprattutto, come oggi tende ad avvenire,
affrontando in modo settoriale le diverse categorie di
problemi posti da una nuova consapevolezza
ecologica. Al centro delle scelte si deve
considerare determinante la capacità di
alimentare i processi di coevoluzione
tra natura ed artificio, da generare
con la creazione di nuove componenti
polimateriche dei territori, come le grandi
reti lineari – naturali o artificiali - in
modo che si trasformino in infrastrutture
ambientali. Il rapporto tra queste reti ibride
e il paesaggio rappresenta il layer fondativo
di un disegno d’insieme del territorio, posto
a servizio dei diversi ambienti insediativi,
riqualificati per mezzo dell’intreccio fertile
tra le diverse risorse e “materiali”, resi - il
più possibile - tutti attivi e partecipi dei
cicli maggiormente efficienti dell’energia
(produzione e scarto) e del loro consumo.
Così il territorio – un tessuto continuo
e pulsante; una sequenza ininterrotta e
intrecciata di pieni e di vuoti in cui si deve
intendere superata la tradizionale divisione
tra interno ed esterno, tra centro e periferia
– si offre, rispondendo all’invito implicito
della nostra Costituzione, nella sua tutela
attiva, in quanto principale bene comune,
quale strumento principale per mobilitare
con inediti valori estetici, le diverse
componenti naturali ed artificiali, generando
(nella mobile attribuzione di senso con cui i
cittadini lo possono riconoscere), un nuovo
paesaggio della sostenibilità e dell’energia.
Come affermava Richard Rogers (citato
nel volume) “La città sostenibile potrebbe essere il mezzo per trasmettere i diritti