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Hugo von Hofmannsthal

Lettera
di Lord Chandos
introdurne di C L A U D I O M A G R I S
traducane di M A R C A V I D U S S O F E R I A N I

testo tedesco a f r o n t e

Biblioteca Universale Rizzoli


Proprietà letteraria riservata
^ 195 1 by S. Fischer Verlag G m b H , Frankfurt am iMain
© 1974 R C S Rizzoli Libri S.p.A., Milano

ISBN 88-17-16546-8

Titolo originale dell'opera:


EIN BRIEF
da: H . v. H . , Gesammelte Werhe in Ein^filauigaben. Prosa I I

prima edizione: aprile 1 9 74


terza edizione:giugno 1991
L'INDECENZA D E I SEGNI

La forza plastica, scrisse Hofmannsthal, ha le radici


nella giustizia; i n nome d i quest'esigenza etica egli
perseguì la compiutezza nel limite e nel contorno,
nella linea e nella chiarezza, inalzando i l senso della
forma e della norma come un baluardo QQXUmJa se-
duzione dell'ineffabile e dello j ^ ^ o . d i cui pure egli
si era fatto .portavoce, nei suoi esordi straordinaria-
mente precoci e pericolosi d i ragazzo prodigio. I l caso
Hofmannsthal resta infatti tra i p i ù singolari della let-
teratura europea per la sua folgorante ascesa e per la
sua successiva e cauta correzione d i rotta. Nato a
Vienna nel 1 8 7 4 , sorprese già intorno al 1890 g l i ir-
requieti e vivacissimi ambienti letterari della capitale
absburgica (ormai avvolta dalle ombre del suo crepu-
scolo) con delle liriche arcane e trasognate, pervase
da una musicalità estenuata e da un soffio d i morte e
d'abbandono; salito alla ribalta della fama con queste
poesie scritte sui banchi d i scuola e pubblicate con lo
pseudonimo « L o r i s » , Hofmannsthal iniziava così una
carriera pubblica d i poeta adolescente ed eccezionale,
carriera che avrebbe fatto d i l u i l'amico-awersario d i
D ' A n n u n z i o , i l librettista d i Richard Strauss, l'inter-
prete — smarrito eppur composto — dell'autunno
della vecchia Austria e della vecchia Europa. A n z i c h é
bruciarsi i n una genialità acerba ed inetta a crescere,
Hofmannsthal si costrinse ad una rapida m a t u r i t à ca-
pace di arginare nell'ordinato equilibrio e nella t o r n i -
ta armonia quella sensibilità morbosa e decadente da
cui egli stesso si sentiva incalzato.
Squisita voce dell'estetismo e del decadentismo, os-
sia d i forze tese a corrodere e a negare la società otto-
centesca, Hofmannsthal riuscì a divenire anche i l
poeta ufficiale e difensivo della sua compagine socia-
le, dcWAustria fe/ix veneranda e dignitosa, gaudente e
presaga della fine, amabile culla conservatrice dei p i ù
rivoluzionari fermenti della cultura dell'avvenire.
Scrittore nato con la vocazione alla rottura e alla d i -
sgregazione, egli cercò instancabilmente d i trasforma-
re la m o d e r n i t à i n tradizione e d i ricondurre ogni i n -
quietante passo verso Tgnoto nel solco rassicurante d i
un r e t a r l o familiare; alfiere della nuova letteratura,
si pose volontariamente al margine del processo d i
rinnovamento radicale attuato dalla lirica europea.
Coscienza turbata che si autocostringe ad entrare nei
ranghi d'una nobile e vulnerabilissima conservazione
spirituale, Hofmannsthal è anche un Rimbaud che r i -
prende — o continua — a scrivere dopo aver consta-
tato la bancarotta della parola; è un poeta che dalla
pagina bianca d i una crisi della letteratura vissuta e
sofferta nella persona ritorna, con garbo e ritegno, al-
la pagina ornata.
La Lettera di Lord Chandos, che risale al 1 9 0 2 , costi-
tuisce i l grado zero non già della scrittura, ma della
poetica di Hofmannsthal; costituisce un manifesto del
deliquio della parola e del naufragio dell'io nel con-
vulso e indistinto fluire delle cose non p i ù n o m i n a b i l i

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n é dominabili dal linguaggio; i n tal senso i l racconto è
la geniale denuncia d i un'esemplare condizione nove-
/ centesca. I l protagonista abbandona la vocazione e la
professione d i scrittore p e r c h é nessuna parola gli sem-
bra esprimere la realtà oggettiva; i l segreto flusso del-
la vita lo afferra e compenetra a tal punto che egli si
smarrisce completamente negli oggetti, si dissolve in
una rivelazione del T u t t o che distrugge l'unità della
persona i n un sussultante trascolorare di emozioni e
reazioni. Con questo famoso racconto, considerato
spesso quale un esempio del p i ù esasperato impressio-
nismo, Hofmannsthal va ben aldilà della trepida atr
mosfera fin de siècle\e nel Colloquio con rubriaco d i
Kafka, nel quale le cose n o n stanno più al loro posto e
la lingua non le dice p i ù , anche nella Lettera di Lord
Chandos non si vuol tanto alludere all'ineffabilità del-
l'esperienza individuale quanto indicare la necessità
d'una letteratura non p i ù limitata alla sfera della sen-
sibilità soggettiva. Ciò che sconvolge i l giovane L o r d
e letterato non è i l silenzio della realtà, ma la simulta-
nea molteplicità delle sue voci, sempre pronte a mol-
tiplicarsi ulteriormente; la penna dello scrittore non
rimane interdetta dinanzi a un'opaca mancanza d i si-
gnificato, ma viene invece sopraffatta dalla sfibrante e
ininterrotta epifania che l'assale da tutte le parti. A n -
che i l giovane T ò r l e ss d i Musi! s'accorge, nell'omoni-
mo romanzo del 1 9 0 6 , della « s e c o n d a vita delle cose,
segreta e sfuggente», d i « u n a vita che non si esprime
con le parole e che pure è la mia v i t a » ' : g l i oggetti
hanno un'esigenza retrostante, annidata dietro la loro

' R. Musil: I turbamenti del giovane Tòrless, tr. di A. Rho, in R. Musil, Rac-
conti e teatro, Tonno 1964,p. 150.

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facciata e sotto la loro superfìcie, ed è proprio l ' i n t u i -
zione di questa seconda — o terza, o quarta — realtà
che mette fuori gioco le possibilità del linguaggio.
L'oggetto assume una dimensione mistica p e r c h é ogni
sua componente (e tutte le altre che s'intravvedono
dietro ad essa) viene inalzata a valore assoluto: i n luo-
go della banalità indifferenziata cara a tanta letteratu-
ra della crisi, per la quale tutto è fungibile e non v i è
nulla di essenziale, per L o r d Chandos ogni m i n i m o e
fuggevole dettaglio è essenziale e insostituibile; è una
sterminata congerie d i realtà assolute a non permette-
re la gerarchia, l'organizzazione e la selezione necessa-
rie ad ogni operazione linguistica, espressiva o comu-
nicativa. I l L o r d si trova immerso i n un universo ma-
gico ed animistico, nel quale ogni oggetto (ed ogni
sua vibrazione) è una presenza totale non suscettibile
d'essere inquadrata e inglobata i n una categoria supe-
riore. G l i oggetti se ne stanno i m m o t i e insieme reat-
t i v i e scattanti; le cose p i ù semplici e concrete — co-
me un erpice o un annaffiatoio — diventano i canali
o i recipienti d i una rivelazione così intensa da travol-
gere la ragione individuale e i l suo linguaggio. A l l ' a r i -
stocratico L o r d nutrito di cultura umanistica i l mondo
si rivela non un cosmo gerarchicamente ordinato,
bensì un brulicare d i essenze incoercibili ad ogni si-
stemazione, come nel pensiero sciamanico.
Nella rinuncia d i L o r d Chandos alla letteratura si
attua la dissoluzione del soggetto quale principio ordi-
natore della realtà, quindi i n p r i m o luogo la crisi del
soggetto poetico. N o n è un caso che i n questa parabo-
la della frantumazione della letteratura moderna i l
protagonista che la esemplifìca sia un nobile. A diffe-

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renza d i quanto accade i n altre letterature europee, in
quella austriaca i l declino dei valori individuali (ovve-
ro lo sfacelo della ragione e del linguaggio tradiziona-
li) non s'identifica col tramonto della civiltà borghese
bensì con quello della civiltà aristocratica. I l ritardo
col quale la cultura austriaca vive la crisi europea
(affrontando i l tema del rapporto fra l'ethos i n d i v i -
duale e quello collettivo un secolo dopo Goethe) si
converte i n posizione d'avanguardia: fin dall'inizio la
cultura^austriaca recepisce la civiltà borghese come d i -
sordine, anarchia, appiattimento orizzontale, rottura
della totalità organica, riduzione. Hofmannsthal insi-
ste su questa dimensione aristocratica, sulla signorilità
e sul garbato riserbo d i questo commiato dello scritto-
re dalla parola; analoghe cadenze d i reticenza e d i al-
lusiva oscurità possiede pure la Lettera deWultimo Conta-
rin, altro documento d'una scelta hofmannsthaliana
dell'ombra e del silenzio. D e l resto anche i l Malte di
Rilke, esempio radicale della nullificazione dell'io ,
biografico e narrativo (totalmente scisso ed assorbito
nelle cose irrelate e indecifrabili) è simbolicamente
un aristocratico disgregato dalla realtà più brutalmen-
te moderna, i l quale recupera una rigorosa oggettività
esasperando sino all'autodistruzione la propria sogget-
tività sensitiva. Impersonale apparato d i registrazione
del reale, L o r d Chandos è anch'egli contrassegnato da
una ipersensibilità che gl'impedisce qualsiasi distacco
dall'esperienza e qualsiasi superamento del vissuto:
ignara d i nessi causali e d i successione temporale, la
sua coscienza vive soltanto i n un'estensione spaziale
che si dilata incessantemente, i n una perfetta sincro-
nia d i eventi, sensazioni e pensieri ricondotti tutti sul-

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/ > < n ^ £ d c l k ^ i m u l t a n c i t à ; egli non p u ò archiviare alcun
attimo della sua vita, tutto continua a vivere i n l u i i n
un lancinante conflitto che minaccia d i far saltare le
cerniere della sua personalità, per Teccesso d i laceran-
ti contenuti che v i sono compressi. L o r d Chandos v i -
ve cioè nella persona i l crollo delFordine, prima anco-
ra d i viverlo nella scrittura^jdecide p e r c i ò d i sparire,
di mimetizzarsi e dissimularsi nel silenzio. N e l s u ò ^
stupendo saggio Hofmannsthal e il suo tempo (ed. 1951)
Hermann Broch vide nel poeta i l sintomo ed insieme
la voce amaramente consapevole d i un'epoca votata al
vuoto d i valori e alla fittizia copertura estetica d i tale
deserto, la testimonianza p i ù tipica e p i ù alta di una
cultura tesa a celare le proprie scissioni col travesti-
mento estetizzante ed eclettico ossia col Kitsch. N o n
immune, prima e dopo questo racconto, dalle tenta-
zioni della maschera, Hofmannsthal si libera proprio
nella Lettera di Lord Chandos da ogni finzione, per de-
nunciare la verità d i uno scacco p r i v o d'illusioni d i r i -
vincita.

Destituito della sua carica conoscitiva, Ìl segno


linguistico diviene allora ostentazione e vanità, esibi-
zione imbarazzante: diviene indecente, come dice i l
protagonista di una delle migliori commedie hofmann-
sthaliane, / / difficile ( 1 9 2 1 ) . D o p o la Lettera di Lord
Chandos la sfiducia nei confronti del segno — o la r i -
volta contro di esso — sono divenute uno dei grandi
temi ricorrenti della letteratura contemporanea: per
Moosbrugger, nzWUomo seniza qualità d i M u s i l ( 1 9 3 0 ) ,
gli elastici allentati degli oggetti creano un groviglio
irriducibile al discorso e tutt'al p i ù esprimibile i n una

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parola isolata, dai confini semantici estensibili a pia-
cere; Clarisse, nel momento culminante della sua fol-
lia, prescrive regole che impediscano la combinazione
delle parole secondo le norme della sintassi e traccia
dei segni assoluti che sono i n realtà dei significanti
p r i v i d i significati, pure espressioni senza contenuto.
NcìVAuto da fé d i Canetti ( 1 9 3 5 ) si procede ulterior-
mente su questa strada: i l demente curato da Georges
K i e n indica i l medesimo oggetto con un termine ogni
volta diverso, per non lasciarsi imprigionare dal pote-
re della definizione fissa e immutabile; nel secondo
dopoguerra la problematica della « W i e n e r G r u p p e »
riprende con accanimento questo motrvo: nella Testa
di vitus hering ( 1 9 6 5 ) K o n r a d Bayer sgretola l'architet-
tura della frase per sgretolare i l predominio spirituali-
stico del soggetto sulle cose e dunque una sintassi or-
ganizzata i n base alla supremazia dell'io, mentre / / mi-
glioramento della mitteleuropa d i Oswald Wiener ( 1 9 6 9 ) si
pone quale attacco frontale contro la menzogna lette-
raria, quale furente sforzo d i distruggerla per ritrova-
re, oltre i l segno, l'immediatezza vitale.
G i à ai suoi tempi, ed ancor giovane, Hofmannsthal
si ritrasse da questo itinerario e s e m b r ò talora tornare
indietro, al lussureggiante istorismo camaleontico dei
suoi Piccoli drammi drappeggiati i n panni rinascimenta-
l i o medievaleggianti, abusando della propria versati-
lità dispersiva e volgendosi ad una saggistica affabil-
mente restaurativa o al mimetismo dei libretti operi-
stici capaci d i rifare i l verso alla ferinità arcaica come
in Elettra ( 1 9 0 3 ) ma anche d i creare la malinconica e
profonda grazia del Cavaliere della rosa ( 1 9 1 1 ) . Ma aldi-
_ là d'ogni nostalgia tradizionalista continuava ad affio-

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rare la rivoluzionaria consapevolezza della fine e del-
l'assenza: sulla composta bellezza della sua opera si
stendono tragiche ombre di morte e d i colpa come nel
Racconto della 672° Notte o nella Storia di cavalleggeri
(1904). E nel romanzo inconcluso Andrea o i ricongiun-
ti, iniziato fra i l 191 2 e i l 19 1 3, si riaffaccia i l capola-
voro innovatore. Frammentario ed esoterico eppure
terso e trasparente, Andrea è la cronaca d i un viaggio e
di una vita, uno specchio i n cui combaciano perfetta-
mente realtà esterna e realtà interiore e i n cui si r i -
compongono tutte le scissioni della personalità: un
romanzo che scorre come un fiume dal perenne r i n -
novamento, un fiabesco scenario settecentesco e ve-
neziano, un cerchio magico che mira a rappresentare
tutte le possibilità del reale e tutte le dimensioni del
tempo, un tentativo — altissimo e vittorioso nella sua
inevitabile incompiutezza — d i afferrare la simulta-
neità e la totalità della vita, quell'epifania globale che
aveva sommerso e spezzato la coscienza e la penna d i
L o r d Chandos.

C L A U D I O MAGRIS
C R O N O L O G I A D E L L A V I T A E D E L L E OPERE

1874 - 1° febbraio Nasce a Vienna Hugo v o n Hof-


mannsthal. I n l u i si uniscono, come scrisse H . Broch,
due patrie: l'austriaca e la lombarda. G l i antenati d i
parte paterna erano d i origine boema e d i religione
ebraica; i l nonno, August Hofmann v o n Hofmann-
sthal, aveva sposato la nobile milanese Petronilla
Rho. D a l padre Hugo riceve una raffinata educazione
aperta ai valori dell'arte, della musica, del teatro.

1890 Ancora ginnasiale — frequenta i l famoso


« Akademisches G y m n a s i u m » d i Vienna — comincia
a conoscere i letterati che si incontravano nel Caffè
Griensteidl, tra questi H . Bahr, A . Schnitzler, R. Beer-
Hofmann. D i questi anni sono le sue prime poesie ap-
parse, con lo pseudonimo Loris M e l i k o w , nella
« M o d e r n e R u n d s c h a u » d i Vienna. Hofmannsthal d i -
viene famoso per i brevi d r a m m i i n versi {Ieri, 1 8 9 1 ,
La morte di Tir^ano, ÌS92,1/folle e la morte, 1893) i n cui
si manifestano i temi cari al giovane precoce: arte,
morte e preesistenza con una scrittura satura d i musi^
calità e d i pienezza formale.

1897 Durante un viaggio i n Italia, Hofmannsthal


scrive d i getto opere teatrali (//piccolo teatro del mondo. Il

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ventaglio bianco. La donna allafinestra.Le no^ di Sobei
L'imperatore e la strega); l'anno successivo La donna alla
finestra viene rappresentata alla « F r e i e B ù h n e » d i Ber-
lino,

1899 D o p o essersi dedicato all'Università soprat-


tutto a studi d i filologia romanza, si laurea su proble-
m i linguistici degli scrittori della Plèiade; ben presto
desiste dal tentativo d i conseguire la libera docenza
con l'opera Ueber die Entwicklung des Dichters V. Hugo
(1901).

1901-1902 Sposatosi con Gertrud Schlesinger, si


ritira a vivere a Rodaun nei pressi d i Vienna come l i -
bero scrittore, interrompendo p e r ò i l suo soggiorno
per numerosi v i a ^ i n Italia e i n Francia. A Rodaun
Hofmannsthal ospita, nel 1 9 0 1 e 1 9 0 2 , R, A .
Schròder e R. Borchardt con i quali ha anche i n se-
guito intensi scambi epistolari ( i l carteggio con Bor-
chardt apparve a Francoforte sul M e n o presso l'edito-
re Fischer nel 1 9 5 4 ) .
È del 1 9 0 1 - 0 2 la grande crisi d i cui ci d à piena testi-
monianza \2. Lettera di Lord Chandos.

1903-1907 G l i incontri che Hofmannsthal ha.con


Stefan George (a Monaco, a Rodaun, a Berlino) si
protraggono, assidui, fino al 1 9 0 6 , anno i n cui avvie-
ne tra i due la rottura per le profonde divergenze nella
concezione dell'arte e del ruolo dell'artista. I n segui-
to ai contatti con George e la sua cerchia, Hofmann-
sthal fa pubblicare una scelta delle sue poesie pres-

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so le famose edizioni dei « Fogli per l'arte » (Blàtter Jur
die Kunst, Berlin, 1 9 0 3 , 19042). collaborazione
con i l regista M . Reinhardt porta nel 1903 alla rap-
presentazione a Berlino d i Elettra (pubblicata a Berli-
no, Fischer, 1 9 0 4 ) che ha un successo enorme. Se-
guono nel 1 9 0 6 - 0 7 le nuove edizioni, per i t i p i d i S.
Fischer, dei Piccoli drammi (2 voli.) e degli Scritti in pro-
sa, (2 v o l i . , i l 3'' volume è uscito nel 1918),

1911-1918 Intanto si fa sempre più intensa la col-


laborazione con R. Strauss, per i l quale Hohmann-
sthal scrive / / cavaliere della rosa ( 1 9 1 1 , rappresentato
nello stesso anno a Dresda) e Arianna a Masso ( 1 9 1 2 , a
Stoccarda). D e l 1912 è altresì La vecchia leggenda di
ognuno (prima rappresentazione a Berlino, nello stesso
anno).
Fino allo scoppio della guerra Hofmannsthal alter-
na soste a Rodaun a viaggi a Roma (con Strauss) e a
Parigi, dove incontra Diaghilev per i l quale scrive la
Leggenda di Giuseppe (prima rappresentazione a Parigi,
con musiche d i Strauss, nel 1914). A l l o scoppio della
guerra Hofmannsthal capisce subito quali minacce i n -
combono sulla vecchia Europa. D o p o un breve perio-
do trascorso come ufficiale i n Istria è richiamato al
Ministero della Guerra a Vienna, e i n quegli anni gli
vengono affidate missioni politiche segrete i n Belgio,
Polonia, Scandinavia, e Svizzera.
N e l maggio 1918 i l viaggio che Hofmannsthal fa
in Grecia i n compagnia dell'amico Harry Kessler è
estremamente importante come dimostrano i Momenti
in Grecia (usciti nel 1 9 2 4 ) .

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1919-1929 C a l d e r ó n e i l teatro spagnolo del Ba-
rocco costituiscono un costante interesse negli anni
postbellici, e d i una simbologia greve, impregnata d i
moduli barocchi, sono i tardi d r a m m i allegorici / /
grande teatro dei mondo di Salisburgo ( i v i rappresentato
1922 — Hofmannsthal fu promotore dei festival sa-
lisburghesi) e La torre ( 1 9 2 5 - 2 7 ) . Quest'ultimo viene
rappresentato a Monaco e ad A m b u r g o (ma con l i m i -
tato successo) nel 1 9 2 8 , e nello stesso anno va i n sce-
na, a Dresda con musiche d i Strauss, l'opera i n due at-
ti Elena Egizia. N o n meno simbolica è La donna senz'om-
bra ( 1 9 1 9 ) , racconto i n prosa e opera, rappresentante
la creatura umana alla ricerca della propria individua-
lità.
La collaborazione con Strauss (per l'opera Arabelia)
e i contatti con i l diplomatico e storico C. J. Burck-
hardt durano fìno alla fine della sua vita.
Ancora a pochi mesi dalla morte egli p u ò rivedere
l'amato paesaggio italiano: Ravenna, Firenze, i l Lago
Trasimeno.

1929 - 15 luglio Due giorni dopo i l suicidio del f i -


glio Franz, e poco prima del suo funerale a Rodaun,
Hofmannsthal muore colpito da un'emorragia cere-
brale.
Tra le numerose opere postume v a r r à ricordare so-
prattutto i l romanzo incompleto Andrea o i ricongiunti,
apparso nel 19 3 2 a Berlino, ma a cui Hofmannsthal
aveva posto mano già nel 1 9 0 7 , scrivendo p o i nel
1912-13 l'unica parte compiuta dal titolo La meravi-
gliosa amica - La dama col cagnolino.
T E S T I M O N I A N Z E E G I U D I Z I CRITICI

« I n quel giorno d'estate riattraversammo le ampie sa-


le del castello — le gallerie d i quadri, la sala da musi-
ca, nella cui atmosfera aleggia ancora quella festosità
che Hofmannsthal amava tanto e a cui aveva saputo
dare forma così affascinante ncìVAvventuriero e nel Ca-
valiere della rosa. M a c'era nello stesso tempo la malin-
conia della caducità. Osservammo i ritratti d i fami-
glia, quello del principe Reuss, che ai tempi d i Guy
aveva vissuto m o l t o a Parigi, nella tipica foggia civet-
tuola del secolo. Poi entrammo nel parco. Sedevamo
sotto i l grande castagno, i n lontananza i l paesaggio
austriaco, e parlavamo delle tenute confinanti, specie
del castello, per l u i sinistro, del conte W . con la rara
collezione d i Donatello. Anche nella migliore atmo-
sfera Hofmannsthal poteva sentire una branca diabo-
lica che g l i mozzava i l fiato. Continuava a guardare
con piacere i l gioco dei bambini sui vasti prati. Poi ar-
rivò l'automobile. Era sua caratteristica non amare
commiati ripetuti. D i solito si separava anche dagli
amici p i ù i n t i m i con un addio rapido e quasi secco.
Ma m i colse una strana malinconia allorché dall'auto-
mobile fece ancora un cenno verso d i noi. C'era qual-
cosa d i definitivo i n questa partenza così come i n que-
sto giorno pur così raggiante... A l l o r a io n o n sapevo

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2. Lettera di Lord Chandos


perché. » (Helene von Nostitz, Aus dem alien Europa,
Menschen und Stàdie, Reinbek-Hamburg: Rowohlt,
1 9 6 4 , p p . 149-50; r ed., Leipzig, Insel, 1925.)

«Egli ha amato l'idea della morte assieme a quella


della bellezza e della signorilità: fatto tipicamente au-
striaco. La morte è presente in tutta la sua opera, an-
che in quella lieta, e già l'adolescente, i l fanciullo d i
spirito principesco, l'ha definita i n versi " u n grande
D i o dell'anima". O g n i sua espressione melodica e pie-
na di grazia — in prosa, i n dialogo, in poesia — è i n -
trisa della bellezza d i morte. » (Thomas M a n n , In Me-
moriam, « N e u e Freie Presse», 21 luglio 1929; cit. da
H . von Hofmannsthal, Der Dichter im Spiegel der Freunde,
hrsg. von H . A . Fiechtner, M ù n c h e n - B e r n , Francke,
1963, p. 287.)

« D o p o la morte del fedele e geniale Hugo v o n Hof-


mannsthal dovetti ammettere con rassegnazione che
la mia produzione operistica si era conclusa... Hof-
mannsthal è stato l'unico poeta che oltre a forza poeti-
ca e a talento scenico possedesse quel grado d'imme-
desimazione capace d'offrire a un compositore opere
teatrali musicabili, di scrivere insomma un libretto
adatto per la scena, d i notevole valore letterario e,
non meno, che si prestasse alla musica. I o ho fatto
l'occhiolino ai m i g l i o r i poeti tedeschi, perfino a
D ' A n n u n z i o , e sono entrato i n trattative con loro
(ripetutamente poi con G. Hauptmann); ma i n c i n -
quant'anni ho trovato solo i l meraviglioso Hofmann-
sthal. Egli non possedeva solo inventiva per soggetti
musicali; sebbene poco musicale e, come Goethe, do-

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tato solo d i intuizione, egli aveva una sagacia davvero
prodigiosa per ciò che rispondeva alle mie esigenze. »
(Richard Strauss, Der Librettista dalle « N o t e P o s t u m e » ;
cit, da H . v. Hofmannsthal, Der Dichter im Spiegel der
Freunde, cit., p. 241.)

« I n c r o l l a b i l m e n t e egli si è proteso a dare all'uomo


una collocazione nel cosmo e a ricercare un equilibrio
etico da ristabilirsi tra io e essere, p e r c h é la vita d i -
venti unitarietà. Con tutta la sua flessibilità austriaca
la vita d i Hofmannsthal è un pezzo solo, immutabile;
e ancor p i ù lo è la sua crescita ininterrotta. A manife-
starlo è l'opera saggistica, mostrando non solo l'unita-
rietà dei gruppi simbolici che fanno parte della co-
stante problematica e, viceversa, ne sono l'ossatura;
bensì anche la loro continua e sempre più libera evo-
luzione (immune da ogni vizio allegorico) nella quale
si rispecchia stilisticamente la crescita d i tutta la sua
personalità. Ventitreenne, scrive nel 1896 d i una no-
vità (una raccolta d i schizzi d i P. Altenberg): "Questo
libello è dominato da forze misteriose come lo è i l
grazioso magnete da potenze i m m a n i situate nell'in-
certo". E nel 1 9 2 9 , i n un saggio, uno degli u l t i m i e
più belli, sul bicentenario d i Lessing, Hofmannsthal
riprende la stessa immagine affermando del festeggia-
to: " E g l i è un'asta d'acciaio oscillante, fissa a uno zoc-
colo d i granito, all'intelletto". Anche se Hofmann-
sthal fu meno granitico, meno razionale del tedesco
settentrionale, la frase resta sempre un'autoafferma-
zione, e autoaffermazione è quella del 1896: l'una an-
ticipa la sua u n i t a r i e t à , l'altra la conferma e i n più,
nella diversità della stilizzazione, mostra tutta la ric-

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chezza d i sviluppo che una vita ebbe entro questo arco
di tempo. » ( H . Broch, Hofmannsthal und seine Zeit, cit.
da H , B. Dichten und Erkennen, Essays Bd. I , Z ù r i c h ,
Rhein-Verlag, 1955, pp. 180-81.)

« P a r e dischiudersi una prospettiva paralizzante: le


due più forti potenze dell'epoca s'incontrano già sulla
soglia della vita. "Una grande e significativa alleanza
degli spiriti", ecco quello che George vede delinearsi.
Egli è pronto a spartire i l regno, offre a Hofmannsthal
una sorta d i condominio onde imporre una "salutare
dittatura" alle lettere tedesche: possibilità enorme, an-
data perduta solo per la tenace resistenza dell'austria-
co, per la sua irresolutezza, per la sua incertezza. M a
no, non era una possibilità e tanto meno era da augu-
rarsela. A quel tempo la parola "dittatura" aveva an-
cora un suono innocente, eppure Hofmannsthal n o n
fu mai capace d i pensare i n t e r m i n i d i d o m i n i o e d i
violenza. Per voler seguire George, Hofmannsthal
avrebbe dovuto rinunciare alla sua natura e alle sue
convinzioni circa una diversa idea del poeta e del suo
compito, idea secondo noi p i ù umana, certo più com-
plessa da formulare e più difficile da mettere i n atto:
di fronte all'autoritario aut-aut d i George essa poteva
sembrare perdente. Ancora una volta si fronteggiaro-
no idea eroica e idea umana del mondo. I l dilemma
era se i l poeta avesse i l diritto d i sentirsi migliore o
comunque diverso dal resto degli u o m i n i , o se anche
a l u i fosse imposto d i essere come tutti gli altri. » (R.
Alewyn, Hofmannsthal und St. George (1954), cit. da H .
von Hofmannsthal, Der Dichter im Spiegel der Freunde,
cit.,pp. 296-97.)

20
« N o n bisogna disconoscere la brama di felicità ispira-
trice d i quello snob che dall'ambito della vita pratica
cerca d i evadere i n un ambito sociale che sembra pro-
fondamente affìne allo spirito nel rifiuto dell'utilità.
Le fanciulle che appaiono nelle poesie d i Hofmann-
sthal n o n si potevano certo trovare nel ceto medio.
M a lo spirito che si impegna i n quelle avventure nel-
l'alta società non ha vita facile. Esso non p u ò accon-
tentarsi dello splendore della bella vita, e i n mezzo ad
esso deve ripetere l'esperienza del " n o n è questo",
dalla quale si era allontanato. Proust è l'unico che sia
riuscito a rendere questo. Le sue fotografie giovanili
assomigliano a quelle d i Hofmannsthal, come se la
storia avesse progettato due volte, i n due diversi luo-
ghi, lo stesso esperimento. Con Hofmannsthal esso è
fallito. L'intellettuale che, accompagnato da cani sal-
tellanti, si dedica a liete cacce, oppure si propone
molte "cavalcate nel crepuscolo, nel vento e al lume
delle stelle", è difficile che si senta a suo agio. L o spi-
rito viene accettato i n società a prezzo della sua auto-
denuncia. A l l e simpatie boeme d i Hofmannsthal cor-
risponde i l fatto che quest'uomo socievole si studia
nascostamente d i tenersi lontano da altri intellettuali.
N e l suo paradis artificiel n o n dominano n é un Bergotte
né un Elstir: "Purtroppo la società che frequento è
talmente illetterata che non so proporle nessun colla-
boratore da prendersi sul serio". ( T h . W . Adorno, Pri- yC
smi. Saggi sulla critica della cultura, T o r i n o , Einaudi,
1972, pp. 197-98.)
BIBLIOGRAFIA

Ein Brief (è questo i l titolo originario della Lettera di


Lord Chandos) apparve a Berlino i n « D e r T a g » (n. 489
e 4 9 1 del 18 e 19 ottobre 1902). E n t r ò poi a far par-
te del volume Das Màrchen der 6 72. Nacht und andere Er-
zahiungen (Wien-Leipzig, 1905) e, i n seguito, della p r i -
ma parte degli scritti i n prosa (Berlin, Fischer, 1907).
Si p u ò trovare ora alle pp. 7-22 d i Hugo v o n Hof-
mannsthal, Gesammelte Werke in Eintt^lausgaben, Prosa I
F r a n k f u r t / M . Fischer, 1 9 5 1 . Questa edizione i n 1 5
v o l u m i (tutti presso l'editore Fischer d i Francoforte) è
la più completa esistente. Ma la mancanza d i un appa-
rato critico e d i varianti rende insostituibili, per studi
approfonditi, le prime edizioni se non i manoscritti
dell'autore. G l i inediti d i Hofmannsthal sono ora d i
proprietà della Houghton Library (Harvard Univer-
sity, USA); dalla m e t à degli anni '60 i l « F r e i e s Deut-
sches Hochstift» d i F r a n k f u r t / M . ha i n programma
un'edizione storico-critica da affidare a p i ù curatori
(cfr. D . Lùders, Die Kritische Ausgabe Sàmtlicher Werke
Hugo von Hofmannsthals, i n « J a h r b u c h fùr Internationale
G e r m a n i s t i k » , Jahrgang I , 1 9 6 9 , Bad H o m b u r g
v.d.H., 1 9 6 9 , pp. 1 6 9 - 1 8 0 ) . Esiste una H . v . H . - G e -
sellschaft a F r a n k f u r t / M . che pubblica i Hofmannsthal-
Blàtter.

22
Per le traduzioni italiane si ricorderà Hugo von
Hofmannsthal, Narra^doni e Poesie, a cura d i Giorgio
Zampa, M i l a n o , Mondadori, 1972: antologia densa,
che compendia decenni d i v i v o interesse i n Italia per
l'autore austriaco con versioni d i G. Bemporad, E.
Croce, G . Pintor, E Pocar, O. Schanzer, L . Traverso.
Tra g l i studi specifici su Ein Brief sì potranno ve-
dere: H . S. Schultz, Hofmannsthal and Bacon. The sources
of the Chandos Letter, i n « C o m p a r a t i v e Literature»,
X I I I ( 1 9 6 1 ) , pp. 1-15; G . Wunberg, F. Bacon. Der
Empfànger des Lord Chandos Briefs von Hugo von Hofmann-
sthal, i n « G e r m a n Life and L e t t e r s » , X V ( 1 9 6 2 ) , pp.
1 9 4 - 2 0 1 ; I d . , Rationale Epiphanie. Der Brief des Lord
Chandos, i n G . W . , Der fruhe Hofmannsthal, Stuttgart,
Kohlhammer, 1 9 6 5 , pp. 106-11 7; R. Tarot, Hugo von
Hofmannsthal. Daseinsformen und Dichterische Struk-
tur, Tiibingen, Niemeyer, 1970.
Una bibliografia pressoché completa fino al 1963
è stata raccolta da H . Weber, Hugo von Hofmannsthal. BÌ-
bliographie des Schrifttums 1 8 9 2 - 1 9 6 3 , Berlin, De
Gruyter, 1966 con g l i indici delle prime e successive
edizioni, delle traduzioni, degli epistolari pubblicati e
della critica.
Tra g l i scritti d i carattere generale varrà ricordare
il famoso saggio d i Hermann Broch {Hofmannsthal und
^ seine Zeit i n H . Broch, Dichten und Erkennen, Essays Bd.
I , Z u r i c h , 1 9 5 5 , pp. 4 3 - 1 8 1 ) , scritto nel 1 9 4 9 - 5 0 , i n
cui i l discorso su Hofmannsthal s'innesta sul proble-
ma, caro all'autore, della decadenza dei valori e sui
conflitti tra concezione etica ed estetica della vita e
dell'arte n e l l 'e t à contemporanea. Stimolanti sono i
saggi che R. A l e w y n , uno dei m i g l i o r i studiosi di Hof-

23
mannsthal, ha scritto i n un lungo arco d i anni e poi
raccolto nel volume Ueber Hugo von Hofmannsthal,
Gòttingen, Vandenhoeck und Ruprecht, 1958 (1963^).
Altre opere importanti sono: W . Jens, Hofmannsthal und
die Griechen, Tiibingen, Niemeyer, 1 9 5 5 ; M . Marianel-
l i , Hugo von Hofmannsthal. La «pre-esistenza», Pisa, N i -
stri-Lischi, 1 9 6 3 ; M . Hoppe, Literatentum, Magie und
Mystik im Friihwerk H.v.-H.s. Berlin, D e Gruyter,
1968; E. Kobel, Hv.H Berlin, D e Gruyter, 1 9 7 0 ; R.
Tarot, H.V.H., cit. Si confrontino anche i capitoli de-
dicati a Hofmannsthal da A , Pellegrini, Novecento tede-
sco, Milano-Messina, Principato, 1 9 4 2 (pp. 2 9 - 5 0 ) ;
da C. Magris, / / mito absburgico nella letteratura austria
moderna, T o r i n o Einaudi, 1963 (pp. 2 3 5 - 2 5 5 ) e da L .
Mittner, Storia della letteratura tedesca. D a l Realismo alla
Sperimentazione ( 1 8 2 0 - 1 9 7 0 ) , t o m o I I , T o r i n o , E i -
naudi, 1 9 7 1 (pp. 9 7 8 - 1 0 1 5 ) .
Una panoramica degli studi su Hofmannsthal nel
periodo 1 9 3 4 - 1 9 6 3 c i viene offerta dall'antologia a
cura d i S. Bauer (Darmstadt, Wissenschaftliche Buch-
gesellschaft, 1 9 6 8 ) ; G . Wunberg ha curato i l volume
Hofmannsthal im Urteil seiner Kritiker. Dokumente z^r Wir-
kungsgeschichte H.v.H.s., F r a n k f u r t / M . , Athenaeum,
1972, raccogliendo saggi scritti dal 1 8 9 2 al 1 9 5 1 .
Sempre utile è i l volume d i ricordi: H . A . Fiech-
tner (Hrsg.), H.v.H. Der Dichter im Spiegel der Freunde,
B e r n - M ù n c h e n , Francke, 1 9 6 3 ^ I l curatore v i ha
premesso una pregevole biografia alle pp. 5-33.

La cronologia, i documenti, la bibliografia e le iliustratàoni sono a cura


di Emilio Bonfatti.
Il giovane Hugo von Hofmannsthal. Litografia di K a r l Bauer. ( D a
A. Soergel - C . Hohoff, Dichtung und Dichter der Zeit. Vom Na-
turalismus bis zur Gegenwart, parte I , Dusseldorf, Bagel-Verlag,
1961, p. 449.)
T H R / I N I - N

LORIS

DKT Slt.ndrti! wr .tiif cU« hclk BUihaj


I Vs. Mcrr^^ vl.trrui unH T>KÌ \fT%(t:hn

Alt (.iiuiji (\b«.)v! mxiinni V\ìx-\\ hn

In Illuni W B I Crf.\ if" ! •'''•^1 T i - i f ^' •

Terzina II, composizione del giovane Hofmannsthal (Loris) ap-


parsa nella rivista « P a n » (1895) con le illustrazioni E . R . Weiss.
( D a A. Soergel - C . Hohoff, op. cit., p. 454.)
U n a delle quattro silografie di E . G . C r a i g per la prima edizione de
// ventaglio bianco {Der weisse Fàcher, Leipzig. Insel, 1907). I l
breve dramma in versi, però, era stato scritto da Hofmannsthal nel
1897, in Italia. ( D a A . Soergel - C . Hohoff, op. cit., p. 464.)
Frontespizio di Ein Brief, apparso per la prima volta nel volume:
H . von Hofmannsthal, Das Màrchen der dll. Nacht und andere
Erzàhlungen 1.-5. Tausend, W i e n - L e i p z i g . 1905. L a Lettera era
stata già pubblicata nel 1902 su un giornale di Berlino.
L a riproduzione di questo frontespizio ci è stata gentilmente forni-
ta dalla redazione della « Kritische Hofmannsthal-Ausgabe » presso
il « Freies Deutsches Hochstift » di Frankfurt am M a i n .
Frontespizio di K a r l Walser per la prima edizione del Cavaliere
della rosa (Berlin, Fischer, 1911); una delle opere più famose di
Hofmannsthal, musicata da R . Strauss. L a prima rappresentazio-
ne avvenne a Dresda nel 1911. ( D a A. Soergel - C . Hohoff, op.
ctt.,p. Ali.)
Modello scenico di Rudolf Heinrich per il H atto del Cavaliere
della rosa. ( D a Hofmannsthal-Blàtter, Heft 7, 1971, Heidelberg,
Stiehm-Verlag, 1971,p.79.)
LETTERA DI L O R D CHANDOS
E I N BRIEF

Dies ist der Brief, den Philipp Lord Chandos, jüngerer Sohn
des Earl of Bath, an Francis Bacon, später Lord Verulam und
Viscount St. Albans, schrieb, um sich bei diesem Freunde
wegen des gänzlichen Verzichtes auf literarische Betätigung
zu entschuldigen.

Es ist gütig von Ihnen, mein hochverehrter Freund, mein


zweijähriges Stillschweigen zu übersehen und so an mich zu
schreiben. Es ist mehr als gütig, Ihrer Besorgnis um mich,
Ihrer Befremdung über die geistige Starrnis, i n der ich Ihnen
zu versinken scheine, den Ausdruck der Leichtigkeit und des
Scherzes zu geben, den nur große Menschen, die von der
Gefährlichkeit des Lebens durchdrungen und dennoch nicht
entmutigt sind, i n ihrer Gewalt haben.
Sie schließen mit dem Aphorisma des Hippokrates: t Qui
gravi morbo correpti dolores non sentiunt, iis mens a e g r o t a t »
und meinen, ich bedürfe der Medizin nicht nur, um mein Ü b e l
zu bändigen, sondern noch mehr, um meinen Sitm für den
Zustand meines Innern zu schärfen. Ich möchte Ihnen so ant-
worten, wie Sie es um mich verdienen, möchte mich Ihnen
ganz aufschließen und weiß nicht, wie ich mich dazu nehmen
soll. Kaum weiß ich, ob ich noch derselbe bin, an den I h r
kostbarer Brief sich wendet; bin denn ichs, der nun Sechsund-
zwanzigjährige, der mit neunzehn jenen « neuen Paris », jenen

32
UNA LETTERA

Questa è la lettera che Lord Philipp Chandos, i l figlio minore


dell'Earl di Bath, scrisse a Francesco Bacone, che fu poi Lord
Verulam e Visconte di Saint Alban, per giustificarsi con l'a-
mico delia propria totale rinuncia all'attività letteraria.

È gran bontà da parte vostra, riverito amico, sorvolare sul


mio silenzio di due anni, e scrivermi. Bontà anche più grande,
dare alla vostra apprensione per me, al vostro stupore per
l'inerzia spirituale in cui vi appaio calato, quell'espressione
di lievità e di scherzo che è dote esclusiva dei grandi uomini,
i quali siano colpiti ma non scorati dalla perigliosità della
vita.
Voi concludete con l'aforisma di Ippocrate: «Qui gravi
morbo correpti dolores non sentiunt, iis mens aegrotat », e
giudicate che io abbia bisogno della scienza medica non sol-
tanto per contenere i l mio male, ma più ancora per rendermi
avvertito delle condizioni del mio spirito. Vorrei rispondervi
nel modo che nel vostro interesse per me vi meritate, vorrei
aprirmi completamente con voi, e non so come riuscirvi. Non
so per certo, se sono ancora quel medesimo, cui è rivolta la
vostra preziosa lettera; poiché, sono io oggi, a ventisei anni,
lo stesso del diciannovenne che scrisse quel « nuovo Paride >,

33

3. I^/tera di Lord Chandos


« Traum der Daphne », jenes < Epithalamium » hinschrieb,
diese unter dem Prunk ihrer W o r t e hintaumelnden Schäfer-
spiele, deren eine himmlische Königin und einige allzu nach-
sichtige Lords und Herren sich noch zu entsinnen gnädig
genug sind? U n d bin ichs wiederum, der mit dreiundzwanzig
unter den steinernen Lauben des großen Platzes von Venedig
in sich jenes Gefüge lateinischer Perioden fand, dessen geistiger
Grundriß und Aufbau ihn i m Innern mehr entzückte als die
aus dem Meer auftauchenden Bauten des Palladio und San-
sovin? Und konnte ich, wenn ich anders derselbe bin, alle
Spuren und Narben dieser Ausgeburt meines angespanntesten
Denkens so völlig aus meinem unbegreiflichen Innern ver-
lieren, daß mich in Ihrem Brief, der vor mir liegt, der Titel
jenes kleinen Traktates fremd und kalt anstarrt, ja d a ß ich ihn
nicht als ein geläufiges Bild zusammengefaßter Worte sogleich
auffassen, sondern nur W o r t für W o r t verstehen konnte, als
träten mir diese lateinischen W ö r t e r , so verbunden, zum ersten
Male vors Auge? Allein ich bin es ja doch und es ist Rhetorik
in diesen Fragen, Rhetorik, die gut ist für Frauen oder für das
Haus der Gemeinen, deren von unserer Zeit so überschätzte
Machtmittel aber nicht hinreichen, ins Innere der Dinge zu
dringen. Mein Inneres aber m u ß ich Ihnen darlegen, eine
Sonderbarkeit, eine Unart, wenn Sie wollen eine Krankheit
meines Geistes, wenn Sie begreifen sollen, d a ß mich ein
ebensolcher brückenloser Abgrund von den scheinbar vor mir
liegenden literarischen Arbeiten trennt als von denen, die
hinter mir sind und die ich, so fremd sprechen sie mich an,
mein Eigentum zu nennen zögere.

Ich weiß nicht, ob ich mehr die Eindringlichkeit Ihres


Wohlwollens oder die unglaubliche Schärfe Ihres Gedächt-
nisses bewundern soll, wenn Sie mir die verschiedenen kleinen

34
quel «Sogno di Dafne», quell'* Epitalamio », quei diverti-
menti pastorali ebbri di parole pompose, che una celeste re-
gina e alcuni lord e signori troppo indulgenti hanno la bontà
di ricordare ancora? E poi, sono proprio io quello che a venti-
tré anni, sotto i loggiati di pietra della piazza grande di Ve-
nezia, trovò in sé quell'intreccio di periodi latini il cui disegno
astratto e la cui costruzione gli suscitarono nell'animo un
entusiasmo più grande che non gli edifìci del Palladio e del
Sansovino sorgenti dal mare? E ho potuto, se pure sono quel
medesimo, smarrire cosi totalmente nel mio animo incom-
prensibile ogni traccia e segno di questo frutto del mio più
impegnato intelletto, al punto che dalla vostra lettera che mi
sta sotto gli occhi, i l titolo di quel piccolo trattato mi guarda
estraneo e freddo, e addirittura non sono riuscito ad afferrarlo
subito come una scorrevole composizione di parole luna con-
nessa all'altra, ma ho potuto intenderlo solo parola per parola,
quasi che quei vocaboli latini cosi congegnati si presentassero
per la prima volta ai miei occhi? Eppure sono proprio io, e
questi interrogativi sono retorica, retorica che è buona per le
donne o per la Camera dei Comuni, i cui strumenti di potere,
tanto sopravvalutati ai nostri giorni, non giungono tuttavia
a penetrare nell'essenza delle cose. Ma devo palesarvi i l mio
animo, una stranezza, una insofferenza, se volete ima malattia
del mio spirito, per portarvi a capire come un abisso egual-
mente insuperabile mi divide dai lavori letterari che apparen-
temente mi si prospettano dinanzi, come da quelli che mi sono
alle spalle, e che esito a definire miei, tanto estraneo è i l lin-
guaggio che essi mi parlano.
Non so se devo ammirare di più l'intensità della vostra
benevolenza o l'incredibile acutezza della vostra memoria,

35
Pläne wieder hervorrufen, mit denen ich mich in den gemein-
samen Tagen schöner Begeisterung trug. W i r k l i c h , ich wollte
die ersten Regierungsjahre unseres verstorbenen glorreichen
Souveräns, des achten Heinrich, darstellen! Die hinterlassenen
Aufzeichnungen meines Großvaters, des Herzogs von Exeter,
über seine Negoziationen mit Frankreich und Portugal gaben
mir eine A r t von Grundlage. Und aus dem Sallust floß in jenen
glücklichen, belebten Tagen wie durch nie verstopfte Röhren
die Erkenntnis der Form in mich herüber, jenertiefen, wah-
ren, inneren Form, die jenseits des Geheges der rhetorischen
Kunststücke erst geahnt werden kann, die, von welcher man
nicht mehr sagen kann, d a ß sie das Stoffliche anordne, denn sie
durchdringt es, sie hebt es auf und schafft Dichtung und Wahr-
heit zugleich, ein Widerspiel ewiger Kräfte, ein Ding, herrlich
wie Musik und Algebra. Dies war mein Lieblingsplan.
Was ist der Mensch, d a ß er Pläne macht!
Ich spielte auch mit anderen Plänen. Ihr gütiger Brief läßt
auch diese heraufschweben. Jedweder vollgesogen mit einem
Tropfen meines Blutes, tanzen sie vor mir wie traurige M ü k -
ken an einer düsteren Mauer, auf der nicht mehr die helle
Sonne der glücklichen Tage liegt.
Ich wollte die Fabeln und mythischen Erzählungen, welthe
die Alten uns hinterlassen haben, und an denen die Maler und
Bildhauer ein endloses und gedankenloses Gefallen finden,
aufschließen als die Hieroglyphen einer geheimen, unerschöp-
flichen Weisheit, deren Anhauch ich manchmal, wie hinter
einem Schleier, zu spüren meinte.
Ich entsinne mich dieses Planes. Es lag i h m ich weiß nicht
welche sinnliche und geistige Lust zugrunde: W i e der gehetzte
Hirsch ins Wasser, sehnte ich mich hinein in diese nackten,
glänzenden Leiber, in diese Sirenen und Dryaden, diesen Nar-

36
quando mi rammentate gii svariati piccoli progetti che mi
dilettavano nei giorni della nostra bella esaltazione. È vero,
intendevo narrare i primi anni di regno del defunto nostro
glorioso sovrano Enrico V i l i ! Le annotazioni lasciate da mio
nonno, i l duca di Exeter, intorno ai suoi negoziati con la
Francia e i l Portogallo mi costituivano una sorta di avvio.
E da Sallustio fluiva in me in quei giorni felici e vividi, come
da inesausti canali, la individuazione della forma, di quella
profonda, vera, intima forma, che si può intuire solo di là dal
gioco degli artifizi retorici, quella di cui nulla più si può dire,
se non che ordina la materia che essa penetra, la eleva e
^ genera a un tempo poesia e verità, un contrappunto di forze
eterne, una cosa meravigliosa come la musica e l'algebra.
Questo era i l mio progetto più caro.
Ma chi è l'uomo, per poter fare progetti!
Anche con altri propositi mi trastullavo. La vostra buona
lettera l i fa pur essi riaffiorare. Benché nutriti di una goccia
del mio sangue, l i vedo ballare come meste zanzare contro un
fosco muro, su cui non posa più i l chiaro sole dei giorni felici.
Le favole e i racconti mitici che gli antichi ci hanno tra-
mandato e in cui i pittori e gli scultori trovano un piacere
infinito e spensierato, io l i volevo dispiegare come i gerogli-
fici di una misteriosa, inesauribile saggezza, di cui talvolta mi
pareva di avvertire l'afflato, come dietro un velame.
Ricordo quel progetto. Alla base gli stava non so quale
voglia sensuale e spirituale: come nell'acqua i l cervo inse-
guito, così io anelavo di immergermi in quei corpi nudi e
splendenti, in quelle Sirene e Driadi, Narciso e Proteo, Perseo

37
cissus und Proteus, Perseus und A k t ä o n : verschwinden wollte
ich in ihnen und aus ihnen heraus mit Zungen reden. Ich
wollte. Ich wollte noch vielerlei. Ich gedachte eine Sammlung
« Apophthegmata» anzulegen, wie deren eine Julius Cäsar
verfaßt hat: Sie erinnern die E r w ä h n u n g i n einem Briefe des
Cicero. Hier gedachte ich die merkwürdigsten Aussprüche ne-
beneinanderzusetzen, welche mir i m Verkehr mit den gelehr-
ten Männern und den geistreichen Frauen unserer Zeit oder
mit besonderen Leuten aus dem V o l k oder mit gebildeten und
ausgezeichneten Personen auf meinen Reisen zu sammeln ge-
lungen wäre; damit wollte ich schöne Sentenzen und Refle-
xionen aus den Werken der Alten und der Italiener vereinigen,
und was mir sonst an geistigen Zieraten in Büchern, Hand-
schriften oder Gesprächen entgegenträte; ferner die Anord-
nung besonders schöner Feste und Aufzüge, merkwürdige
Verbrechen und Fälle von Raserei, die Beschreibung der größ-
ten und eigentümlichsten Bauwerke in den Niederlanden, in
Frankreich und Italien und noch vieles andere. Das ganze
Werk aber sollte den Titel Nosce te ipsum führen.
U m mich kurz zu fassen: M i r erschien damals in einer
Art von andauernder Trunkenheit das ganze Dasein als eine
große Einheit: geistige und körperliche W e l t schien mir keinen
Gegensatz zu bilden, ebensowenig höfisches und tierisches
Wesen, Kunst und Unkunst, Einsamkeit und Gesellschaft; in
allem fühlte ich Natur, in den Verirrungen des Wahnsinns
ebensowohl wie in den äußersten Verfeinerungen eines spani-
schen Zeremoniells; in den Tölpelhaftigkeiten junger Bauern
nicht minder als in den süßesten Allegorien; und in aller Na-
tur fühlte ich mich selber; wenn ich auf meiner Jagdhütte die
schäumende laue Milch in mich hineintrank, die ein struppi-
ges Mensch einer schönen, sanftäugigen K u h aus dem Euter

58
e Atteone: volevo scomparire in essi, ed in essi esprimermi.
Lo volevo. Volevo anche tante altre cose. Pensavo di fare una
raccolta di « Apophthegmata », sull'esempio di Giulio Cesare:
ricordate la citazione in una lettera di Cicerone. Intendevo
riunirvi i detti più straordinari che mi fosse capitato di cogliere
nella consuetudine con gli uomini dotti e le dame d'ingegno
del nostro tempo, o con qualche personaggio singolare del
popolo o con persone istruite ed eccellenti incontrate nei miei
viaggi; volevo aggiungervi belle sentenze e riflessioni tratte
dalle opere degli antichi e degli italiani, e tutto quanto mi
apparisse atto ad abbellire lo spirito, fosse tolto da libri, mano-
scritti o dialoghi; inoltre i l resoconto di splendide feste e
cortei, di crimini nefandi e casi di follia, la descrizione degli
edifici più imponenti e caratteristici d'Olanda, di Francia, d'Ita-
lia, e altro ancora. Però l'opera nel suo insieme doveva recare
il titolo Nasce te ipsum.
Per farla breve: allora, in una sorta di costante ebbrezza,
tutto quanto esiste mi appariva come una grande unità: il
mondo spirituale e quello fisico non mi sembravano giustap-
porsi, né l'essere cortese e quello animale, né l'arte e la non
arte, la solitudine e la compagnia; in tutto io sentivo la na-
tura, nelle deviazioni della follia come nelle estreme raffina-
tezze di un cerimoniale spagnolo; nelle goffaggini di giovani
contadini, non meno che nelle più dolci allegorie; e in tutta
quanta la natura io sentivo me stesso; quando nella mia ca-
panna di caccia tracannavo i l tiepido latte schiumante che un
uomo irsuto mungeva in un secchio di legno da una bella

39
in einen Holzeimer niedermolk, so war m i r das nichts anderes,
als wenn ich, i n der dem Fenster eingebauten Bank meines
Studio sitzend, aus einem Folianten süße und schäumende
Nahrung des Geistes i n mich sog. Das eine war wie da^ andere;
keines gab dem andern weder an traumhafter überirdischer
Natur, noch an leiblicher Gewalt nach, und so gings fort durch
die ganze Breite des Lebens, rechter und linker Hand; überall
war ich mitten drinnen, wurde nie ein Scheinhaftes gewahr:
Oder es ahnte mir, alles wäre Gleichnis und jede Kreatur ein
Schlüssel der andern, und ich fühlte mich wohl den, der i m -
stande wäre, eine nach der andern bei der Krone zu packen
und mit ihr so viele der andern aufzusperren, als sie aufsperren
könnte. Soweit erklärt sich der Titel, den ich jenem enzyklo-
pädischen Buche zu geben gedachte.
Es möchte dem, der solchen Gesinnungen zugänglich ist,
als der wohlangelegte Plan einer göttlichen Vorsehung er-
scheinen, d a ß mein Geist aus einer so aufgeschwollenen A n -
maßung in dieses Äußerste von Kleinmut und Kraftlosigkeit
zusammensinken mußte, welches nun die bleibende Verfassung
meines Innern ist. Aber dergleichen religiöse Auffassungen
haben keine Kraft über mich; sie gehören zu den Spinnennet-
zen, durch welche meine Gedanken hindurchschießen, hinaus
ins Leere, während soviele ihrer Gefährten dort hangenbleiben
und zu einer Ruhe kommen. M i r haben sich die Geheimnisse
des Glaubens zu einer erhabenen Allegorie verdichtet, die über
den Feldern meines Lebens steht wie ein leuchtender Regen-
bogen, in einer stetigen Ferne, immer bereit, zurückzuweichen,
wenn ich mir einfallen ließe hinzueilen und mich in den Saum
seines Mantels hüllen zu wollen.

Aber, mein verehrter Freund, auch die irdischen Begriffe


entziehen sich mir in der gleichen Weise. W i e soll ich es ver-

40
mucca dall'occhio dolce, provavo la stessa sensazione di quan-
do, seduto sulla panca inserita nella finestra del mio studio,
cavavo da uno scrirto dolce e schiumante nutrimento al mio
spirito. Una esperienza valeva l'altra; una non era inferiore
all'altra né nell'energia vitale né nel carattere onirico sopran-
naturale, e cosi era per tutto quanto la vita abbracciava, da
ogni lato; in tutto ero coinvolto profondamente, mai mi avvidi
di una parvenza fallace. Oppure intuivo che tutto era identità,
e ogni creatura la chiave per un'altra, e mi sentivo come colui
che doveva essere in grado di afferrarle una dopo l'altra e di
schiuderne tante altre con essa, quante quella ne potesse dis-
serrare. Così si spiega i l titolo, che avevo in animo di dare a
quel libro enciclopedico.
Chi fosse incline a tale modo di sentire, dovrebbe giudi-
care saggio piano di una provvidenza divina il fatto che il
mio spirito fosse destinato a cadere da una cosi gonfia presun-
zione a questo estremo di scoramento e di debolezza, che è
ora lo stato permanente dell'animo mio. Ma tali concezioni
religiose non hanno alcuna presa su di me; appartengono alle
tele di ragno attraverso le quali i miei pensieri si liberano
nel vuoto, mentre tanti altri vi rimangono imprigionati e giun-
gono a una quiete. I misteri della fede si sono composti per
me in una nobile allegoria che posa sopra la distesa della mia
vita come un arcobaleno splendente, sempre remoto, sempre
pronto a scomparire se mai pensassi ad avvicinarmi e a volermi
avvolgere nel lembo del suo mantello.
Però, egregio amico, anche i concetti terreni mi sfuggono
alla stessa maniera. Come posso tentare di descrivervi questi

41
suchen, Ihnen diese seltsamen geistigen Qualen zu schildern,
dies Emporschnellen der Fruchtzweige über meinen ausge-
reckten Händen, dies Zurückweichen des murmelnden Was-
sers vor meinen dürstenden Lippen?
Mein Fall ist, in Kürze, dieser: Es ist mir völlig die
Fähigkeit abhanden gekommen, über irgend etwas zusammen-
hängend zu denken oder zu sprechen.
Zuerst wurde es mir allmählich unmöglich, ein höheres
oder allgemeineres Thema zu besprechen und dabei jene Worte
in den Mund zu nehmen, deren sich doch alle Menschen ohne
Bedenken geläufig zu bedienen pflegen. Ich empfand ein un-
erklärliches Unbehagen, die Worte « Geist », « Seele » oder
«Körper» nur auszusprechen. Ich fand es innerlich unmöglich,
über die Angelegenheiten des Hofes, die Vorkommnisse i m
Parlament, oder was Sie sonst wollen, ein Urteil herauszubrin-
gen. Und dies nicht etwa aus Rücksichten irgendwelcher A r t ,
denn Sie kennen meinen bis zur Leichtfertigkeit gehenden
Freimut: sondern die abstrakten Worte, deren sich doch die
Zunge naturgemäß bedienen m u ß , um irgendwelches Urteil
an den Tag zu geben, zerfielen mir im Munde wie modrige
Pilze. Es begegnete mir, d a ß ich meiner vierjährigen Tochter
Katharina Pompilia eine kindische Lüge, deren sie sich schul-
dig gemacht hatte, verweisen und sie auf die Notwendigkeit,
immer wahr zu sein, hinführen wollte und dabei die mir i m
Munde zuströmenden Begriffe plötzlich eine solche schillernde
Färbung annahmen und so ineinander überflössen, d a ß ich den
Satz, so gut es ging, zu Ende haspelnd, so wie wenn mir un-
wohl geworden wäre und auch tatsächlich bleich i m Gesicht
und mit einem heftigen Druck auf der Stirn, das K i n d allein
ließ, die Tür hinter mir zuschlug und mich erst zu Pferde, auf

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strani tormenti dello spirito, questo scattare in alto dei rami
carichi di frutti di fronte alle mie mani protese, questo ritirarsi
dell'acqua mormorante dinanzi alle mie labbra assetate?
Il mio caso, in breve, è questo: ho perduto ogni facoltà
di pensare o di parlare coerentemente su qualsiasi argomento.
In un primo tempo mi divenne gradualmente impossibile
trattare temi sia elevati sia comuni e formulare quelle parole,
di cui ognuno suole servirsi correntemente senza stare a pen-
sarci. Provavo un inspiegabile disagio solo a pronunciare le
parole < spirito », « anima » o < corpo ». Trovavo impossibile,
nel mio intimo, esprimere un giudizio sulle questioni della
corte, i fatti del parlamento, o quel che vogliate. E ciò non per
qualche sorta di prudenza, e difatti conoscete la mia franchezza
che giunge a sconfinare con la leggerezza : ma le parole astrat-
te, di cui la lingua, secondo natura, si deve pur valere per
recare a giorno un qualsiasi giudizio, mi si sfacevano nella
bocca come funghi ammuffiti. M i accadde di voler riprendere
Katharina Pompilia, la mia figlioletta di quattro anni, per una
bugia infantile di cui si era resa colpevole, e di volerla richia-
mare alla necessità di essere sempre veritiera; e in quella le
idee che mi fluivano nella bocca assunsero di colpo una così
labile colorazione e traboccarono le une nelle altre in modo
tale che, portata in qualche modo penosamente a termine la
frase, come mi avesse colto un malessere, e davvero pallido in
volto e con un forte senso di oppressione alla fronte, lasciai
sola la bambina, chiusi la porta alle mie spalle, e appena quan-

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der einsamen Hutweide einen guten Galopp nehmend, wieder
einigermaßen herstellte.
Allmählich aber breitete sich diese Anfechtung aus wie ein
um sich fressender Rost. Es wurden mir auch i m familiären
und hausbackenen Gespräch alle die Urteile, die leichthin und
mit schlafwandelnder Sicherheit abgegeben zu werden pflegen,
so bedenklich, d a ß ich aufhören mußte, an solchen Gesprächen
irgend teilzunehmen. M i t einem unerklärlichen Zorn, den ich
nur mit M ü h e notdürftig verbarg, erfüllte es mich, derglei-
chen zu hören, wie: diese Sache ist für den oder jenen gut oder
schlecht ausgegangen; Sheriff N . ist ein böser, Prediger T. ein
guter Mensch; Pächter M . ist zu bedauern, seine Söhne sind
Verschwender; ein anderer ist zu beneiden, weil seine Töchter
haushälterisch sind; eine Familie kommt in die H ö h e , eine
andere ist im Hinabsinken. Dies alles etschien mir so unbe-
weisbar, so lügenhaft, so löcherig wie nur möglich. Mein
Geist zwang mich, alle Dinge, die in einem solchen Gespräch
vorkamen, in einer unheimlichen N ä h e zu sehen: so wie ich
einmal in einem Vergrößerungsglas ein Stück von der Haut
meines kleinen Fingers gesehen hatte, das einem Blachfeld
mit Furchen und Höhlen glich, so ging es mir nun mit den
Menschen und ihren Handlungen. Es gelang mir nicht mehr,
sie mit dem vereinfachenden Blick der Gewohnheit zu erfassen.
Es zerfiel mir alles in Teile, die Teile wieder in Teile, und
nichts mehr ließ sich mit einem Begriff umspannen. Die ein-
zelnen Worte schwammen um mich; sie gerannen zu Augen,
die mich anstarrten und in die ich wieder hineinstarren m u ß :
Wirbel sind sie, in die hinabzusehen mich schwindelt, die sich
unaufhaltsam drehen und durch die hindurch man ins Leere
kommt.

Ich machte einen Versuch, mich aus diesem Zustand in

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do fui a cavallo, preso un buon galoppo sulla prateria solitaria
riuscii a riprendermi un poco.
Epperò questa infezione si dilatò via via, come una ruggine
che si attacchi all'ingiro. Anche nelle conversazioni familiari
e domestiche, ogni giudizio, di quelli che si danno per solito
alia leggera e con ignara sicurezza, divenne per me a tal punto
problematico, che dovetti smettere di partecipare a tali discorsi.
Mi riempiva di un'inspiegabile irritazione, che a fatica dovevo
per forza dissimulare, udire affermazioni quali: la tal cosa è
andata bene o male a questo o quello; i l giudice N . è un
uomo malvagio, i l predicatore T. è buono; i l fittavolo M. è
da compiangere, i suoi figli sono degli scialacquatori; un altro
va invidiato, perché le figlie sono econome; una famiglia è
in ascesa, un'altra è in via di declino. Tutto ciò mi pareva
indimostrabile, falso, lacunoso al massimo. I l mio spirito mi
induceva a vedere ogni cosa che comparisse in siffatti discorsi,
vicina in modo inquietante; come una volta avevo visto in
una lente di ingrandimento una zona della pelle del mio
mignolo, e mi era parsa una pianura con solchi e buche, così
ora mi accadeva con gli uomini e le loro azioni. Non riuscivo
più a coglierli con lo sguardo semplificatore dell'abitudine.
Ogni cosa mi si frazionava, e ogni parte ancora in altre parti,
e nulla più sì lasciava imbrigliare in un concetto. Una per una,
le parole fluttuavano intorno a me; diventavano occhi, che mi
fissavano e nei quali io a mia volta dovevo appuntare lo sguar-
do. Sono vortici, che a guardarli Ìo sprofondo con un senso di
capogiro, che turbinano senza sosta, e oltre i quali si approda
nel vuoto.
Feci un tentativo di salvarmi da questa condizione, col

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die geistige W e l t der Alten hinüberzuretten. Piaton vermied
ich; denn mir graute vor der Gefährlichkeit seines bildlichen
Fluges. A m meisten gedachte ich mich an Seneca und Cicero
zu halten. A n dieser Harmonie begrenzter und geordneter Be-
griffe hoffte ich zu gesunden. Aber ich konnte nicht zu ihnen
hinüber. Diese Begriffe, ich verstand sie w o h l : ich sah ihr
wundervolles Verhältnisspiel vor mir aufsteigen wie herrliche
Wasserkünste, die mit goldenen Bällen spielen. Ich konnte sie
umschweben und sehen, wie sie zueinander spielten; aber sie
hatten es nur miteinander zu tun, und das Tiefste, das Per-
sönliche meines Denkens, blieb von ihrem Reigen ausge-
schlossen. Es überkam mich unter ihnen das Gefühl furcht-
barer Einsamkeit; mir war zumut wie einem, der in einem
Garten mit lauter augenlosen Statuen eingesperrt wäre; ich
flüchtete wieder ins Freie.
Seither führe ich ein Dasein, das Sie, fürchte ich, kaum be-
greifen können, so geistlos, so gedankenlos fließt es dahin; ein
Dasein, das sich freilich von dem meiner Nachbarn, meiner
Verwandten und der meisten 1 and besitzenden Edelleute dieses
Königreiches kaum unterscheidet und das nicht ganz ohne
freudige und belebende Augenblicke ist. Es wird mir nicht
leicht, Ihnen anzudeuten, worin diese guten Augenblicke be-
stehen; die Worte lassen mich wiederum im Stich. Denn es ist
ja etwas völlig Unbenanntes • und auch wohl kaum Eienenn-
bares, das in solchen Augenblicken, irgendeine Erscheinung
meiner alltäglichen Umgebung mit einer überschwellenden
Flut höheren Lebens wie ein Gefäß erfüllend, mir sich an-
kündet. Ich kann nicht erwarten, d a ß Sie mich ohne Beispiel
verstehen, und ich m u ß Sie um Nachsicht für die Albernheit
meiner Beispiele bitten. Eine Gießkanne, eine auf dem Felde
verlassene Egge, ein Hund in der Sonne, ein ärmlicher Kirch-

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rivoigermi al mondo spirituale degli antichi. Evitai Platone:
la pericolosità del suo volo ideale mi respingeva. Ritenni di
attenermi tra tutti a Seneca e a Cicerone. Quell'armonia di
concetti definiti e ordinati, speravo potesse guarirmi. Ma non
riuscii ad accostarmi ad essi. I concetti, li capivo bene : vedevo
levarsi dinanzi a me i l loro meraviglioso gioco di rapporti,
quasi splendide fontane che scherzano con globi dorati. Po-
tevo aggirarli, e vedere l'intreccio del gioco; ma era un fatto di
loro esclusiva reciprocità, e la parte più profonda, personale
del mio pensiero rimaneva esclusa dalla loro danza. Per loro
influsso, mi colse un senso di spaventosa solitudine; mi sen-
tivo come uno che fosse rinchiuso in un giardino, non popo-
lato che da statue senza occhi; di nuovo cercai rifugio in liberi
spazi.
Da allora meno un'esistenza che a voi, temo, sarà difficile
capire, tanto essa scorre vuota di spirito e di pensiero; un'esi-
stenza, che per certo si discosta appena da quella dei miei
vicini, dei miei parenti, e della maggior parte dei nobili pro-
prietari terrieri di questo regno, e che non è del tutto priva
di momenti lieti e vivificanti. Non mi è facile spiegarvi in
cosa consistano tali buoni momenti; ancora una volta le parole
mi si rivelano inadeguate. Poiché è qualcosa di assolutamente
indefinito e indefinibile ciò che in tali momenti mi si annun-
cia, colmando di un fiotto straripante di vita più alta, come si
colma un vaso, una qualsiasi evenienza del mio vivere quoti-
diano. Non posso sperare che mi comprendiate, senza farvi
un esempio, e devo pregarvi di compatire la banalità dei miei
esempi. Un innafliatoio, un erpice abbandonato su un campo,
un cane al sole, un povero cimitero, uno storpio, una piccola

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hof, ein Krüppel, ein kleines Bauernhaus, alles dies kann das
Gefäß meiner Offenbarung werden. Jeder dieser Gegenstände
und die tausend anderen ähnlichen, über die sonst ein Auge
mit selbstverständlicher Gleichgültigkeit hinweggleitet, kann
für mich plötzlich in irgendeinem Moment, den herbeizufüh-
ren auf keine Weise in meiner Gewalt steht, ein erhabenes
und rührendes Gepräge annehmen, das auszudrücken mir alle
Worte zu arm scheinen. Ja, es kann auch die bestimmte Vor-
stellung eines abwesenden Gegenstandes sein, dem die unbe-
greifliche Auserwählung zuteil wird, mit jener sanft und jäh
steigenden Flut göttlichen Gefühles bis an den Rand gefüllt zu
werden. So hatte ich unlängst den Auftrag gegeben, den Rat-
ten in den Milchkellern eines meiner Meierhöfe ausgiebig Gift
zu streuen. Ich ritt gegen Abend aus und dachte, wie Sie ver-
muten können, nicht weiter an die Sache. Da, wie ich i m tiefen,
aufgeworfenen Ackerboden Schritt reite, nichts Schlimmeres
in meiner N ä h e als eine aufgescheuchte Wachtelbrut und in
der Ferne über den welligen Feldern die große sinkende
Sonne, tut sich mir im Innern plötzlich dieser Keller auf, er-
füllt mit dem Todeskampf dieses Volks von Ratten. Alles war
in mir: die mit dem süßlich scharfen Geruch des Giftes ange-
füllte kühldumpfe Kellerluft und das Gellen der Todesschreie,
die sich an modrigen Mauern brachen; diese ineinander ge-
knäulten Krämpfe der Ohnmacht, durcheinander hinjagenden
Verzweiflungen; das wahnwitzige Suchen der Ausgänge; der
kalte Blick der W u t , wenn zwei einander an der verstopften
Ritze begegnen. Aber was versuche ich wiederum Worte, die
ich verschworen habe! Sie entsinnen sich, mein Freund, der
wundervollen Schilderung von den Stunden, die der Zerstö-
rung von Alba Longa vorhergehen, aus dem Livius? W i e sie
die Straßen durchirren, die sie nicht mehr sehen sollen ... wie

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casa di contadini, in tutto ciò mi si può palesare la rivelazione.
Ciascuna di queste cose, e mille altre consimili, su cui l'occhio
suole scivolare con naturale indifferenza, può improvvisamen-
te, in un qualsiasi momento che in alcun modo mi è possibile
richiamare, assumere un colore nobile e toccante, che nessuna
parola mi pare atta a rendere. Sì, può accadere che anche la
precisa evocazione di una cosa assente sia destinata alla imper-
scrutabile sorte di essere colmata di quell'empito dolce e im-
petuosamente crescente di sentimento divino. Ora. non molto
tempo fa, avevo disposto di spargere abbondante veleno per
i topi nelle latterie di uno dei miei possedimenti. Verso sera
me ne uscii a cavallo, e potete immaginare come non pensassi
più alla cosa. E poi, come procedevo al passo sui campi scon-
volti da solchi profondi, con nulla vicino di più sinistro di una
covata di quaglie che si levavano in volo, e lontano sopra i
campi ondosi il grande sole calante, di colpo mi si spalancò
dentro quella cantina, piena della lotta con la morte di quel
popolo di ratti. C'era tutto dentro di me: l'aria fresca e sta-
gnante carica dell'odore dolceacuto del veleno, e lo strepito
degli stridi di morte che si rompevano contro i muri ammuf-
fiti; i convulsi spasimi dello sfinimento, di disperazioni che
si incalzano confusamente; la folle ricerca di uno scampo;
il freddo sguardo di furore di due che si incontrano a una
fessura bloccata. Ma a che cercare di nuovo quelle parole che
ho rinnegato! Rammentate, amico mio, in Livio, la stupenda
descrizione delle ore che precedono la distruzione di Alba
Longa? Come la gente vaga dissennatamente per le strade
che non dovrà più vedere., come prende congedo dalle

49

4. Lettera di Lord Chandos


sie von den Steinen des Bodens Abschied nehmen. Ich sage
I
Ihnen, mein Freund, dieses trug ich i n mir und das brennende
Karthago zugleich; aber es war mehr, es war göttlicher, tieri-
scher; und es war Gegenwart, die vollste erhabenste Gegen-
wart. Oa war eine Mutter, die ihre sterbenden Jungen um sich
zucken hatte und nicht auf die Verendenden, nicht auf die
unerbittlichen steinernen Mauern, sondern i n die leere Luft,
oder durch die Luft ins Unendliche hin Blicke schickte und
diese Blicke mit einem Knirschen begleitete! — W e n n ein
dienender Sklave voll ohimiächtigen Schauders in der N ä h e
der erstarrenden Niobe stand, der m u ß das durchgemacht
haben, was ich durchmachte, als i n mir die Seele dieses Tieres
gegen das ungeheure Verhängnis die Z ä h n e bleckte.
Vergeben Sie mir diese Schilderung, denken Sie aber nicht,
daß es Mitleid war, was mich erfüllte. Das dürfen Sie ja nicht
denken, sonst hätte ich mein Beispiel sehr ungeschickt ge-
wählt. Es war viel mehr und viel weniger als M i t l e i d : ein un-
geheures Anteilnehmen, ein Hinüberfließen i n jene Geschöpfe
oder ein Fühlen, d a ß ein Fluidum des Lebens und Todes, des
Trauraes und Wachens für einen Augenblick i n sie hinüber
geflossen ist - von woher? Denn was hätte es m i t Mitleid zu
tun, was mit begreiflicher menschlicher Gedankenverknüp-
fung, wenn ich an einem anderen Abend unter einem N u ß -
baum eine halbvolle Gießkanne finde, die ein Gärtnerbursche
dort vergessen hat, und wenn mich diese G i e ß k a n n e und das
Wasser i n ihr, das vom Schatten des Baumes finster ist, und
ein Schwimmkäfer, der auf dem Spiegel dieses Wassers von
einem dunklen Ufer zum andern rudert, wenn diese Zusam-
mensetzung von Nichtigkeiten mich mit einer solchen Gegen-
wart des Unendlichen durchschauert, von den Wurzeln der
Haare bis ins Mark der Fersen mich durchschauert, d a ß ich i n

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pietre del selciato. Questo, amico, portavo in me, e insieme
il rogo di Cartagine, ma era qualcosa dì più, di più divino, di
più animale; ed era presente, i l presente più pieno e più vero.
V i era una madre, che aveva stretti a sé Ì suoi piccoli motenti
e non ad essi volgeva gli sguardi, non agli implacabili muri
di pietra, ma nell'aria vuota o, più oltre, nell'infinito, e accom-
pagnava quegli sguardi con uno stridio di denti! Uno schiavo
pieno di impotente orrore che sia stato accanto a Niobe im-
pietrita deve aver provato quello che io hó provato, quando
dentro di me l'anima di quell'animale digrignava i denti con-
tro l'orrendo destino.
Perdonatemi questa descrizione, e non crediate che fosse
compassione, quello che provavo. Questo non dovete pensarlo,
vorrebbe dire che ho sbagliato a scegliere questo esempio.
Era assai più e assai meno che compassione: una sm.isurata
partecipazione, un trasfondermi in quelle creature, o la sensa-
zione che un fluido di vita e di morte, di sogno e di veglia si
fosse riversato per un momento in esse — da dove? Perché,
cosa avrebbe a che fare con la compassione, con una compren-
sibile umana associazione di idee, i l fatto che un'altra sera mi
capiti di trovare sotto un noce un innaffiatoio pieno a metà
dimenticato da un garzone giardiniere, e questo innaffiatoio, e
l'acqua che esso contiene, resa cupa dall'ombra dell'albero, e
un insetto che remiga sullo specchio di quest'acqua da una
sponda oscura all'altra, che questo insieme di cose insignificanti
mi trapassi di un fremito per la presenza dell'infinito, mi fac-
cia rabbrividire dalle radici dei capelli fino al midollo, così

51
Worte ausbrechen möchte, von denen ich weiß, fände ich sie,
so würden sie jene Cherubim, an die ich nicht glaube, nieder-
zwingen, und daß ich dann von jener Stelle schweigend mich
wegkehre und nach Wochen, wenn ich dieses N u ß b a u m s an-
sichtig werde, mit scheuem seitlichen Blick daran vorübergehe,
weil ich das Nachgefühl des Wundervollen, das dort um den
Stamm weht, nicht verscheuchen w i l l , nicht vertreiben die
mehr als irdischen Schauer, die um das Buschwerk i n jener
N ä h e immer noch nachwogen. I n diesen Augenblicken wird
eine nichtige Kreatur, ein Hund, eine Ratte, ein Käfer, ein
verkümmerter Apfelbaum, ein sich über den Hügel schlän-
gelnder Karrenweg, ein moosbewachsener Stein mir mehr, als
die schönste, hingehendste Geliebte der glücklichsten Nacht
mir je gewesen ist. Diese stummen und manchmal unbelebten
Kreaturen heben sich mir mit einer solchen Fülle, einer sol-
chen Gegenwart der Liebe entgegen, d a ß mein beglücktes
Auge auch ringsum auf keinen toten Fleck zu fallen vermag.
Es erscheint mir alles, alles, was es gibt, alles, dessen ich mich
entsinne, alles, was meine verworrensten Gedanken berühren,
etwas zu sein. Auch die eigene Schwere, die sonstige Dumpfheit
meines Hknes erscheint mir als etwas; ich fühle ein entzük-
kendes, schlechthin unendliches Widerspiel i n mir und um
mich, und es gibt unter den gegeneinanderspielenden Mate-
rien keine, i n die ich nicht hinüberzufließen vermöchte. Es
ist mir dann, als bestünde mein Körper aus lauter Chiffern, die
mir alles aufschließen. Oder als könnten wir i n ein neues,
ahnungsvolles Verhältnis zum ganzen Dasein treten, wenn
wir anfingen, mit dem Herzen zu denken. Fällt aber diese
sonderbare Bezauberung von mir ab, s6 weiß ich nichts darü-
ber auszusagen; ich könnte dann ebensowenig in vernünftigen
Worten darstellen, worin diese mich und die ganze W e l t

52
che dovrei uscire in parole di cui io so che, se le trovassi, ri-
chiamerebbero sulla terra quei cherubini, ai quali non credo;
e che poi mi allontani in silenzio e, dopo settimane, avverten-
do la presenza di quel noce, sia titubante a rivolgergli uno
sguardo turbato, non volendo disperdere la sensazione del me-
raviglioso che tuttora spira attorno a quel tronco e fugare le
presenze soprannaturali che continuano ad aleggiare tra i ce-
spugli vicini. In tali momenti una qualsiasi creatura insigni-
ficante, un cane, un topo, un insetto, un melo intristito, una
carrareccia che si snoda sulla collina, una pietra muscosa ven-
gono a significare per me assai più dell'amante più bella e
generosa nella più felice delle notti. Queste creature mute,
talvolta inanimate si levano verso di me con una tale pienezza,
una tale presenza d'amore, che i l mio occhio letificato non
riesce a scorgere dattorno nulla che sia morto. M i pare che
tutto, tutto quello che c'è, tutto di cui mi sovviene, tutto
quanto sfiorano i miei più confusi pensieri, sia qualche cosa.
Anche la pesantezza, la strana ottusità del mio cervello mi
appare come un qualche cosa. Sento dentro di me e attorno
a me una solleticante infinita rispondenza, e tra gli elementi
che si contrappongono nel gioco non v'è alcuno in cui non
sarei in condizione di trasfondermi. M i sembra allora che il
mio corpo sia fatto di pure cifre, che mi rivelano il segreto
di ogni cosa. O che potremmo entrare in un nuovo, significan-
te rapporto con tutto il creato, se cominciassimo a pensare
col cuore. Ma quando questo strano incantamento mi abban-
dona, non sono capace di parlarne, e non saprei spiegare con
parole sensate in cosa sia consistita questa armonia che com-

53
f
durchwebende Harmonie bestanden und wie sich mir fühlbar
gemacht habe, als ich ein Genaueres über die inneren Bewe-
gungen meiner Eingeweide oder die Stauungen meines Blutes
anzugeben vermöchte.
Von diesen sonderbaren Zufällen abgesehen, von denen
ich übrigens kaum weiß, ob ich sie dem Geist oder dem Körper
zurechnen soll, lebe ich ein Leben von kaum glaublicher Leere
und habe Mühe, die Starre meines Innern vor meiner Frau
und vor meinen Leuten die Gleichgültigkeit zu verbergen,
welche mir die Angelegenheiten des Besitzes einflößen. Die
gute und strenge Erziehung, welche ich meinem seligen Vater
verdanke, und die frühzeitige G e w ö h n u n g , keine Stunde des
Tages unausgefüllt zu lassen, sind es, scheint mir, allein, wel-
che meinem Leben nach außen hin einen genügenden H a l t
und den meinem Stande und meiner Person angemessenen
Anschein bewahren.
Ich baue einen Flügel meines Hauses um und bringe es
zustande, mich mit dem Architekten hie und da über die Fort-
schritte seiner Arbeit zu unterhalten; ich bewirtschafte meine
Güter, und meine Pächter und Beamten werden mich w o h l
etwas wortkarger, aber nicht ungütiger als früher finden. Kei-
ner von ihnen, der mit abgezogener Mütze vor seiner Haustür
steht, wenn ich abends vorüberreite, wird eine Ahnung haben,
daß mein Blick, den er respektvoll aufzufangen gewohnt ist,
mit stiller Sehnsucht über die morschen Bretter hinstreicht,
unter denen er nach den Regenwürmern zum Angeln zu su-
chen pflegt, durchs enge, vergitterte Fenster in die dumpfe
Stube taucht, wo i n der Ecke das niedrige Bett mit bunten La-
ken immer auf einen zu warten scheint, der sterben w i l l , oder
auf einen, der geboren werden soll; d a ß mein Auge lange an
den häßlichen jungen Hunden hängt oder an der Katze, die

54
penetra me e il mondo intero e in qual modo mi si sia palesata,
esattamente come non potrei precisare i moti delle mie vi-
scere e i sussulti del mio sangue.
A parte queste singolari evenienze, di cui del resto non
so neppure se siano da ascrivere allo spirito o al corpo, con-
duco una vita incredibilmente vacua e mi torna difficile celare
a mia moglie la mia intima apatia, e alla mia gente l'indiffe-
renza che provo per Ì problemi inerenti alle mie proprietà.
Soltanto la buona e severa educazione di cui sono debitore al
mio defunto padre, e la precoce abitudine a non lasciare in-
fruttuosa una sola ora della giornata, credo conservino alla
mia vita un bastevole appoggio e il decoro che si conviene
al; mio rango e alia mia persona.
Sto rifacendo un'ala della mia casa, e riesco talvolta ad
intrattenermi con l'architetto sui progressi del suo lavoro;
amministro i miei beni, e i miei fittavoli e dipendenti mi
troveranno forse meno loquace di prima, ma non meno bene-
volo. Nessuno di quelli che sulla soglia di casa si scoprono il
capo quando verso sera io passo a cavallo, potrà indovinare
che i l mio sguardo, che essi sono abituati a incontrare rispetto-
samente, si spinge con tacita nostalgia sulle assi imputridite
sotto le quali essi sogliono cercare i vermi per i loro ami, pene-
tra oltre la stretta finestra a inferriata nella camera smorta,
dove nell'angolo un angusto letto coperto di cenci colorati
pare sempre in anesa di qualcuno che vuole morire, o che
deve essere dato alla luce; che i l mio occhio indugia a lungo
sul brutto cagnolino o sul gatto che scivolaflessuosotra i vasi

55
geschmeidig zwischen Blumenscherben durchkriecht, und d a ß
es unter all den ärmlichen und plumpen Gegenständen einer
bäurischen Lebensweise nach jenem einem sucht, dessep un-
scheinbare Form, dessen von niemand beachtetes Daliegen
oder -lehnen, dessen stumme Wesenheit zur Quelle jenes rät-
selhaften, wortlosen, schrankenlosen Entzückens werden kann.
Denn mein unbenanntes seliges Gefühl wird eher aus einem
fernen, einsamen Hirtenfeuer mir hervorbrechen als aus dem
Anblick des gestirnten Himmels; eher aus dem Zirpen einer
letzten, dem Tode nahen Grille, wenn schon der Herbstwind
winterliche Wolken über die öden Felder hintreibt, als aus dem
majestätischen Dröhnen der Orgel. Und ich vergleiche mich
manchmal in Gedanken mit jenem Crassus, dem Redner, von
dem berichtet wird, d a ß er eine zahme Muräne, einen dump-
fen, rotäugigen, stummen Fisch seines Zierteiches, so über alle
Maßen liebgewann, d a ß es zum Stadtgespräch wurde; und als
ihm einmal im Senat Domitius vorwarf, er habe über den Tod
dieses Fisches Tränen vergossen, und ihn dadurch als einen
halben Narren hinstellen wollte, gab ihm Crassus zur Ant-
wort: « So habe ich beim Tode meines Fisches getan, was Ihr
weder bei Eurer ersten noch Eurer zweiten Frau Tod getan
habt.».

Ich weiß nicht, wie oft mir dieser Crassus mit seiner
Muräne als ein Spiegelbild meines Selbst, über den Abgrund
der Jahrhunderte hergeworfen, in den Sinn kommt. Nicht aber
wegen dieser Antwort, die er dem Domitius gab. Die Antwort
brachte die Lacher auf seine Seite, so d a ß die Sache in einen
Witz aufgelöst war. M i r aber geht die Sache nahe, die Sache,
welche dieselbe geblieben wäre, auch wenn Domitius um seine
Frauen blutige Tränen des aufrichtigsten Schmerzes geweint
hätte. Dann stände ihm noch immer Crassus gegenüber, mit

56
di fiori, e che, tra tutti i poveri e goffi oggetti del vivere con-
tadino, esso cerca quello solo, la cui forma non evidente, i l
cui posare o poggiare non avvertito da alcuno, la cui muta
essenza può far sprigionare quella misteriosa, tacita, sconfinata
esaltazione. Giacché quel mio felice ineffabile sentire può rive-
larmisi alla vista di un remoto solitario fuoco di pastori, più
facilmente che a quella del cielo stellato; allo stridio dell'ul-
timo grillo prossimo alla morte, quando già i l vento d'autunno
sospinge nubi invernali sui campi deserti, più che al maestoso
tuonare dell'organo. E talvolta mi paragono a Crasso, l'ora-
tore, di cui si racconta che prese ad amare così fuor di misura
una murena addomesticata del suo laghetto, un pesce ottuso,
muto, dall'occhio rosso, da divenire la favola della città; e
quando un giorno in Senato Domizio lo biasimò per aver
pianto sulla morte di quel pesce, nell'intento di farlo passare
per un mezzo matto. Crasso gli rispose : « Allora io ho fatto
per! la morte del mio pesce ciò che tu non hai fatto per la
morte né della tua prima né della tua seconda moglie ».
Non so quante volte questo Crasso con la sua murena mi
torni alla mente come un'immagine riflessa di me stesso, oltre
l'abisso dei secoli. Ma non per la risposta data a Domizio.
Quella risposta gli guadagnò i l favore di quanti prima ride-
vano di lui, di modo che la cosa fu ridotta a un motto di
spirito. Ciò che mi tocca è la cosa in sé, la cosa che sarebbe
rimasta la stessa anche se Domizio avesse pianto per le sue
mogli lacrime di sangue del più genuino dolore. Crasso gli
starebbe pur sempre di fronte, con le sue lacrime per la sua

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seinen Tränen um seine Muräne. Und über diese Figur, deren
Lächerlichkeit und Verächtlichkeit mitten i n einem die er-
habensten Dinge beratenden, wekbeherrschenden Senat so
ganz ins Auge springt, über diese Figur zwingt mich ein
unnennbares Etwas in einer Weise zu denken, die mir voll-
kommen töricht erscheint, im Augenblick, wo ich versuche sie
in Worten auszudrücken.
Das Bild dieses Crassus ist zuweilen nachts i n meinem
H i r n , wie ein Splitter, um den herum alles schwärt, pulst und
kocht. Es ist mir dann, als geriete ich selber i n G ä r u n g , würfe
Blasen auf, wallte und funkelte. Und das Ganze ist eine A r t
fieberisches Denken, aber Denken in einem Material, das un-
mittelbarer, flüssiger, glühender ist als Worte. Es sind gleich-
falls Wirbel, aber solche, die nicht wie die W i r b e l der Sprache
ins Bodenlose zu führen scheinen, sondern irgendwie in mich
selber und in den tiefsten Schoß des Friedens.
Ich habe Sie, mein verehrter Freund, mit dieser ausgebrei-
teten Schilderung eines unerklärlichen Zustandes, der ge-
wöhnlich in mir verschlossen bleibt, über Gebühr belästigt.
Sie waren so gütig, Ihre Unzufriedenheit darüber zu äußern,
daß kein von mir verfaßtes Buch mehr zu Ihnen kommt, « Sie
für das Entbehren meines Umganges zu entschädigen ». Ich
fühlte in diesem Augenblick mit einer Bestimmtheit, die nicht
ganz ohne ein schmerzliches Beigefühl war, d a ß ich auch i m
kommenden und i m folgenden und in allen Jahren dieses
meines Lebens kein englisches und kein lateinisches Buch
schreiben werde: und dies aus dem einen Grund, dessen mir
peinliche Seltsamkeit mit ungeblendetem Blick dem vor Ihnen
harmonisch ausgebreiteten Reiche der geistigen und leiblichen
Erscheinungen an seiner Stelle einzuordnen ich Ihrer unend-
lichen geistigen Überlegenheit überlasse: nämlich weil die

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murena. E a questa figura, di cui il ridicolo e la pochezza sal-
tano agli occhi nel consesso di un Senato strapotente e occu-
pato con i problemi più alti, a questa figura un qualcosa
d'imprecisabile sospinge i l mio pensiero in guisa tale, che mi
appare affatto insensata nel momento che mi provo ad espri-
merla con parole.
L'immagine di questo Crasso è a volte nel mio cervello, la
notte, come una scheggia attorno alla quale tutto suppura,
pulsa e ribolle. Allora mi sento come se io stesso entrassi in
fermentazione, e buttassi vesciche, vampe e turgori. E tutto è
una sorta di febbrile pensare, ma pensare in un elemento che
è più incomunicabile, più fluido, più ardente delle parole.
Sono vortici, ma a differenza dai vortici della lingua, questi
non paiono condurre a sprofondare nel vuoto, bensì al con-
trario in qualche modo mi riportano in me stesso e nel più
riposto grembo della pace.
Mio onorato amico, vi ho annoiato oltre i l lecito con
questa diffusa descrizione di uno stato inesplicabile che per
solito rimane celato dentro di me.
Siete stato così amabile da esprimere i l vostro rammarico
che non vi pervenga più alcun libro scritto da me, < a com-
pensarvi della privazione della mia compagnia ». In quel mo-
mento ho sentito con una certezza non scevra del tutto di un
sentimento doloroso, che anche negli anni venturi, e in quelli
seguenti, e in tutti gli anni di questa mia vita non scriverò più
nessun libro, né in inglese né in latino: e ciò per questo solo
motivo, la cui per me penosa singolarità io lascio alla vostra
infinita superiorità spirituale di collocare con limpido sguardo
al suo giusto posto nel regno dei fenomeni spirituali e mate-
riali che a voi si dispiega armonicamente: perché la lingua.

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Sprache, in welcher nicht nur zu schreiben, sondern auch zu
denken mir vielleicht gegeben wäre, weder die lateinische noch
die englische noch die italienische und spanische ist, sondern
eine Sprache, von deren Worten mir auch nicht eines bekannt
ist, eine Sprache, in welcher die stummen Dinge zu mir
sprechen, und in welcher ich vielleicht einst i m Grabe vor
einem unbekannten Richter mich veranrworten werde.
Ich wollte, es wäre mir gegeben, in die letzten Worte
dieses voraussichtlich letzten Briefes, den ich an Francis Bacon
schreibe, alle die Liebe und Dankbarkeit, alle die ungemessene
Bewunderung zusammenzupressen, die ich für den größten
Wohltäter meines Geistes, für den ersten Engländer meiner
Zeit im Herzen hege und darin hegen werde, bis der Tod es
bersten macht.

A.D. 1603, diesen 22. August.


PHI. CHANDOS
in cui mi sarebbe dato non solo di scrivere, ma forse anche di
pensare, non è il latino né l'inglese né l'italiano o lo spagnolo,
ma una lingua di cui non una sola parola mi è nota, una lin-
gua in cui mi parlano le cose mute, e in cui forse un giorno
nella tomba mi troverò a rispondere a un giudice sconosciuto.
Vorrei che mi fosse concesso, nelle ultime parole di que-
sta lettera, probabilmente la mia ultima, che scrivo a France-
sco Bacone, di condensare tuno l'amore e la riconoscenza,
tutta la sconfinata ammirazione che serbo e serberò per i l più
grande benefattore del mio spirito, per i l primo inglese del
mio tempo, finché la morte non spezzi i l mio cuore.

A.D. 1603 questo 22 agosto


PHI. CHANDOS
)

SOMMARIO

5 L'indecenza dei segni d i Claudio Magris


13 Cronologia della vita e delle opere
17 Testimonianze e giudizi critici
22 Bibliografìa

3 1 L E T T E R A DI LORD CHANDOS

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