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Lezione 1
Nozioni introduttive
Esempi di rilevazioni statistiche si registrano fin dalle prime civiltà, per conoscere
la realtà circostante e trovare soluzioni a problemi di varia natura. Più in
particolare, le prime indagini statistiche avevano l’obiettivo di reperire
informazioni sul numero di uomini che potevano combattere, sull’estensione del
territorio e sulla ripartizione delle superfici coltivabili.
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Lezione 1
Dietro quei dati ci sono le tecniche statistiche e queste tecniche sono utilizzate per
stabilire i metodi di campionamento, la costruzione dei questionari e le modalità
di somministrazione degli stessi, i diversi metodi con cui si possono analizzare i
dati, le valutazioni a carattere probabilistico.
Lo scopo di questo corso è chiarire cosa sia la statistica, a cosa serva e come vada
usata per valutare, prevedere e decidere e tutto questo deve essere fatto in modo
corretto, evitando di farsi imbrogliare da parte di chi non sa usare i metodi
statistici in modo corretto o distorce volutamente i risultati.
Durante questo corso verranno perciò illustrate le analisi statistiche più comuni
e il modo in cui devono essere interpretati i risultati ottenuti.
Per esempio, nella fase di lettura dei risultati ottenuti da una qualsiasi indagine
statitica è opportuno
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Lezione 1
Cos’è la Statistica
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Lezione 1
Occorre individuare con precisione le caratteristiche che deve avere un’unità per
fare parte di una certa popolazione (per esempio: per individuare un collettivo di
neonati occorre indicare luogo e data di nascita, se si tratta dei soli figli legittimi
o anche di quelli naturali, se si intendono i soli nati vivi o anche i nati morti).
La lista delle unità che compongono le popolazioni non è sempre disponibile (in
alcuni casi si studiano popolazioni dette elusive, come nel caso di immigrati
clandestini, lavoratori in nero, popolazioni biologiche costituite da alberi o
animali).
Per le popolazioni con lista è, in teoria, possibile rilevare i dati di interesse su ogni
unità e in questi casi si parla di censimento o rilevazione totale. Per esempio,
l’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) effettua regolarmente il censimento
generale della popolazione, il censimento delle abitazioni (abbinato al
precedente), il censimento industriale e commerciale e il censimento
dell’agricoltura. Queste rilevazioni totali hanno però diversi inconvienenti, quali
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Lezione 1
Per questi motivi nella maggior parte dei casi la rilevazione non è totale, ma solo
parziale, ossia viene effettuata su un numero limitato di unità statistiche. In
numerose situazioni reali, inoltre, sono possibili solo rilevazioni di tipo parziale
come accade nei controlli di qualità (per valutare la durata delle batterie di un
telefono cellulare, la resistenza alla rottura dei fogli di carta prodotti con un
macchinario, il tempo di ossidazione di una certa sostanza).
L’insieme delle unità rilevate nelle indagini parziali viene detto campione.
Nella prima parte del corso si analizzeranno le tecniche utilizzate nella statistica
descrittiva che si occupa della raccolta, della presentazione e della sintesi di un
insieme di dati.
Nella seconda parte si passerà alla statistica inferenziale che studia una
caratteristica ignota della popolazione o consente di prendere decisioni in
condizioni di incertezza
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Lezione 1
Si indicherà con
n la numerosità del campione (con n < N), dove il rapporto n/N è la cosiddetta
frazione di campionamento
Per semplicità, però, faremo riferimento a n unità anche nella prima parte del
corso, senza specificare se le unità provengono da un campione o da una
popolazione, dato che le elaborazioni statistiche restano le medesime in entrambe
le situazioni.
Per esempio, su un insieme di persone si può studiare: età, stato civile, religione,
professione, titolo di studio, reddito, numero di smartphone posseduti, …
Le diverse manifestazioni che la variabile assume sulle singole unità sono dette
determinazioni (per esempio, la variabile “titolo di studio” assume le
determinazioni: nessun titolo, licenza elementare, licenza media, diploma, laurea)
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Lezione 1
- qualitative (o categoriali)
- quantitative
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Lezione 1
- ordinabili
- non ordinabili (dette anche sconnesse o sparse)
Nel primo caso le modalità possono essere elencate secondo un ordine naturale,
nel secondo caso ogni ordinamento risulta arbitrario.
Esempi di variabili non ordinabili sono: sesso, religione, colore degli occhi, stato
civile, luogo di nascita.
Esempi di variabili ordinabili sono: titolo di studio, anno del corso di studi,
qualifica funzionale degli impiegati, grado nella gerarchia militare, la
“dimensione” delle imprese (piccola, media e grande).
- discrete
- continue
Esempi di variabili discrete sono: numero dei componenti delle famiglie, numero
di veicoli circolanti, numero di dipendenti di un’azienda e degli sportelli bancari.
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Lezione 1
Riassumendo:
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Lezione 1
- origine
- unità di misura.
L’origine è quel valore che rappresenta lo zero: valori maggiori e minori di zero
hanno segno rispettivamente positivo e negativo.
L’unità di misura è la quantità posta uguale a uno, in modo che ogni altra quantità
possa essere espressa come multiplo dell’unità di misura utilizzata.
Spesso l’origine è naturale, come per il peso, la statura o il reddito, ma in altri casi
non lo è, come per l'altitudine di una località o la temperatura.
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Lezione 1
Ogni scala di misura può essere cambiata utilizzando una trasformazione lineare
Y = a + bX,
Esercizio:
0 5 20
9
𝐹 = 𝐶 + 32
5
32 41 68
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