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Perché salvare le opere d’arte:


un convegno sulla prevenzione delle situazioni di rischio
Fenomeni naturali, dai sismi alle frane, dalle alluvioni ci è sembrato necessario organizzare un convegno inter-
agli incendi, e attività dell’uomo come guerre e terrori- nazionale di studi per fare il punto sullo stato dell’arte
smo, o più semplicemente l’inquinamento atmosferico e delle ricerche nel campo della prevenzione dei rischi per
l’eccessiva pressione turistica o l’incuria e la mancanza di i beni culturali, riunendo esperti di conservazione e mu-
adeguata manutenzione, mettono sempre più a rischio il seologia, storici dell’arte e architetti, giuristi e archeolo-
patrimonio culturale in ogni paese del mondo. Ma perché gi, restauratori e conservatori, scienziati e operatori del-
conservare la memoria del nostro passato? Già il Cicero- le istituzioni internazionali e delle ONG nonché editori e
ne britannico, Edmund Burke, nel 1790 osservava che “gli studiosi di teoria delle comunicazioni.
uomini che non guardano mai indietro, verso i propri an- Il simposio “Science for preservation of cultural he-
tenati, non saranno mai capaci di guardare avanti, verso ritage at risk” si è svolto il 13 giugno presso l’Accademia
i posteri”, come ricorda Salvatore Settis nel recentissimo delle Scienze dell’istituto di Bologna, il cui presidente
catalogo dell’esposizione torinese “Anche le statue muo- Ferruccio Trifirò è stato con noi l’ideatore e l’organizza-
iono. Conflitto e patrimonio tra antico e contemporaneo”, tore dell’incontro, ed è proseguito il 14 giugno a Ravenna
aggiungendo che “per vivere il presente, consapevoli del presso la sede del dipartimento di beni culturali dell’Uni-
passato, costruendo un futuro che ne sia degno, è neces- versità di Bologna, che ha sostenuto l’iniziativa.
sario dunque coltivare una lungimiranza bifronte, dove la La scienza della conservazione ha a che fare con la
conoscenza del passato sia ingrediente essenziale per la gestione e la comprensione della dinamica di sistemi
comprensione dell’oggi e per immaginare ogni possibile complessi che richiedono approcci di tipo olistico e non
domani.” semplicemente riduzionistico: da qui la necessità di un
Oggi lo sviluppo delle conoscenze nelle discipline sto- confronto e di una sinergia multidisciplinari che possono
riche, archeologiche e artistiche, la disponibilità di stru- originare soltanto da una molteplicità di contributi fra
menti informatici evoluti, da internet al cloud computing competenze ed esperienze diverse ma integrate fra loro.
alle tecniche di intelligenza artificiale, e i progressi sensa- Terrorismo e beni culturali sono un esempio paradig-
zionali nelle scienze fisiche, chimiche, matematiche, natu- matico di sistema complesso che può essere affrontato
rali e ingegneristiche rendono possibile un’azione consa- solo conoscendo la realtà con cui si ha a che fare (storica,
pevole di prevenzione del rischio e di messa in sicurezza sociale, politica ed economica, ma anche militare e giu-
delle opere d’arte impensabile ancora pochi anni fa. Basti ridica) e disponendo di strumenti e tecnologie adeguate
pensare all’ideazione e applicazione di metodologie inno- per il controllo, la messa in sicurezza, il monitoraggio
vative di controllo remoto, di sensoristica wireless attiva in continuo e la documentazione, nonché di protocolli ope-
tempo reale, di diagnostica non distruttiva e non invasiva rativi e gestionali per affrontare le emergenze di qual-
per l’indagine e lo studio dei materiali costitutivi l’opera siasi tipo soprattutto prima – prevenzione – ma anche
dell’arte e della sua tecnica esecutiva al fine di determinare durante e dopo l’evento catastrofico. E va rimarcato
e mantenere le condizioni ottimali di conservazione e di come l’emergenza sia un fatto quotidiano e non soltanto
eventuale esposizione sia in ambienti indoor sia outdoor. episodico in occasione di eventi eccezionali. La scopo del
Per questi motivi, in un 2018 prescelto dall’Unione convegno è stato proprio quello di proporre un approc-
Europea come anno europeo del patrimonio culturale, cio multidisciplinare e di affrontare così temi spinosi da
molteplici punti di vista, non soltanto materici ma anche
storici, filologici, politici ecc. in una visione globale dove
l’opera d’arte è inserita in un più vasto contesto ambien-
tale e territoriale. Un approccio sistemico che già decen-
ni fa aveva improntato l’attività di Giovanni Urbani e il
suo Piano Pilota per l’Umbria del quale è stata sottoli-
neate l’attualità più volte nel corso delle due giornate di sostituire e
interventi. con a (neata)
Relazioni di autorevoli esperti che sono state intro-
dotti da una lectio magistralis del generale Fabrizio Par-
rulli, Comandante Carabinieri Tutela Patrimonio Cul-
turale, che ha illustrato le attività dell’Arma nel settore,
in particolare nella lotta al traffico clandestino di opere
d’arte trafugate.
Marco Pretelli, Kristian Fabbri e Anna Bonora dell’U-
niversità di Bologna hanno affrontato il tema cruciale del
controllo del microclima in ambienti indoor e outdoor, a
partire da una rassegna delle funzionalità degli edifici
storici fino alle più recenti esperienze di progetti euro-
pei. Sulla sensoristica e sulle più aggiornate applicazioni

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hanno poi presentato nuovi risultati delle loro ricerche


Paola De Nuntiis dell’ISAC – CNR e Matteo Montanari
dell’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Melania Zanetti dell’Università Cà Foscari di Venezia
ha approfondito il significato di rischio per il patrimonio
archivistico e bibliografico, mentre i beni culturali e ar-
chitettonici come obiettivi militari e come pretesto per il
dialogo interculturale sono stati oggetto della relazione
di Nora Lombardini ed Elena Fioretto del Politecnico di
Milano.
Andrea Galeazzi, direttore di “Kermes” ha contribuito
con un importante intervento su informazione dialogo
condivisione per la salvaguardia del patrimonio a ri-
schio, basato sulla sua pluriennale esperienza di edito-
re e di organizzatore culturale. Donatella Biagi Maino
dell’Università di Bologna ha riferito sulla proposta di
un protocollo innovativo per la messa in sicurezza del
patrimonio culturale; Stefano Benazzi, ordinario di an-
tropologia presso lo stesso ateneo, ha invece mostrato gli
esiti straordinari consentiti dalle tecniche di modellazio-
ne 3D e image processing nella ricostruzione virtuale di il patrimonio culturale, anche alla luce della ricchezza e
resti scheletrici di ominini. varietà delle conoscenze sin qui sviluppate, per contro le
Il giorno successivo, a Ravenna, Isber Sabrine, presi- misure preventive normalmente concepite e dispiegate
dente dell’ONG Heritage for Peace, ha illustrato la dram- per contrastare, o quantomeno mitigare gli effetti spes-
matica situazione dei beni culturali in Siria e delle pos- so catastrofici causati dagli eventi naturali o dall’azione
sibili iniziative per una ricostruzione, argomento anche dell’uomo in tutte le loro possibili declinazioni, risultano
della relazione di Annamaria Duello: Siria: il patrimonio spesso inadeguate. Occorre perseguire forme innovati-
culturale come vittima di guerra. Quindi, Pietro Segala ve di intervento, considerando il bene culturale in una
– direttore dell’Istituto Mnemosyne di Brescia – ha ricor- prospettiva completa, che collochi il singolo manufatto,
dato il lascito etico-civile di Giovanni Urbani e la necessi- documento od edificio storico, in un contesto museale,
tà, ribadita anche nelle conclusioni del convegno, di una urbanistico, territoriale, ambientale, tale da consentir-
sostituire a azione preventiva di manutenzione-conservazione dell’o- ne la comprensione della dinamica storica e garantirne
con o pera d’arte nel suo contesto urbanistica e territoriale. le più adeguate e consone condizioni di conservazione.
(urbanistico) Claudio Cimino, segretario generale di WATCH, e È inutile procedere a un intervento di restauro di un
Massimo Carcione (Blue Shield Network – Maniscalco edificio, un monumento o un dipinto senza prevedere le
Center) hanno discusso il ruolo delle organizzazioni condizioni di rischio ambientale (esposizione a possibi-
internazionali e le questioni di metodo per la messa in li disastri naturali e antropici quali sisma, inondazione,
sicurezza del patrimonio a rischio. La proposta finale di incendio, ecc.) o climatico (presenza di inquinanti, umi-
Carcione di redigere e pubblicare un manuale operativo dità, escursioni termiche, ecc.) in cui verrà a trovarsi e
è stata accolta con entusiasmo dai partecipanti e sarà og- che – senza opportune analisi e adeguati provvedimen-
getto di un progetto di ricerca appoggiato dall’Universi- ti – potranno comportare danno grave o rapido degrado
tà di Bologna. dell’opera pur restaurata.
Paolo Virilli, restauratore e fondatore della Tecnire- Donatella Biagi Maino
co, costituita a Spoleto a partire dall’esperienza pilota Giuseppe Maino

di Giovanni Urbani e Bruno Toscano, ha riferito sul suo


intervento di restauro del rosone principale del Duomo
di Spoleto prima – durante – dopo i terremoti. Quindi,
Lorenzo Marchesini – vicepresidente dell’Accademia
Italiana di Scienze Forensi – e Simone Paziani della LOT
Quantum Design, hanno sottolineato l’importanza delle
indagini diagnostiche nella conservazione e nel restauro
dei beni culturali, illustrando le più moderne e innovati-
ve strumentazioni di analisi.
In conclusione, Lisa Bonati, Alessandra De Masi e Ele-
na Grazia Fé dell’Università di Bologna hanno riportato i
risultati di un progetto europeo per la salvaguardia dei
siti UNESCO patrimonio mondiale dell’umanità.
Dal convegno è chiaramente emerso che, se esiste
oggi una migliore conoscenza dei fattori di rischio per

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