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CARDIOVASCOLARE III: emodinamica
SISTEMA CIRCOLATORIO
Il sistema circolatorio è l’insieme ordinato dei vasi destinato a portare il sangue dal cuore ai vari organi ed a riportarlo
poi al cuore:
ARTERIE: vasi ematici di distribuzione
VENE: vasi di raccolta
CAPILLARI: vasi di scambio
Il sistema circolatorio è organizzato in distretti circolatori posti tra loro in parallelo, ognuno dei quali irrora organi o
tessuti.
LEGGIFISICHE CHE REGOLANO IL FLUSSO E LA PRESSIONE DEL SANGUE
Il sistema vascolare può essere assimilato ad un sistema complesso di condotti nel quale il fluido che scorre è il
sangue. Le leggi fisiche che regolano il flusso di un liquido in un tubo possono essere usate anche qui.
1. PRINCIPIO DI CONTINUITA`
Per qualsivoglia circuito chiuso di condotti vale la LEGGE DI CONTINUITA`: il volume di liquido che nell’unità di tempo
attraversa una qualunque sezione trasversa del circuito è costante.
Nel sistema cardiocircolatorio (che è un circuito chiuso) operano due pompe (cuore di sinistra e cuore di destra) che
sono poste in serie e che quindi devono essere bilanciate in modo che ciascuna delle due immetta, nell’unità di
tempo, nella rispettiva arteria (aorta o polmonare) lo stesso volume di sangue.
Minore è la sezione, minore è la velocità. Maggiore è la sezione, maggiore è la velocità. Questo è importante nel
nostro circuito chiuso. Partiamo dal circolo sistemico, dall’aorta
in rosso abbiamo l’area della sezione trasversa, che cambia
notevolmente da zona a zona. La sezione trasversa del distretto
capillare è molto maggiore rispetto alla sezione dell’aorta perché i
capillari sono piccoli ma molto numerosi, mentre l’aorta è grande ma è
una sola. Questo ci dice che il flusso è estremamente lento a livello dei
capillari, cosa molto importante dal momento che lì avvengono gli
scambi. Il principio di continuità ci spiega come si adatta la velocità del
flusso di sangue nei diversi distretti del sistema circolatorio nei diversi
distretti a livello dei diversi segmenti del nostro corpo. La stessa cosa
avviene per il circolo polmonare.
Qual è la forza che spinge il flusso di sangue e quali sono le forse che si oppongono? La forza che spinge il flusso di
sangue all’interno del circuito chiuso è la pressione o meglio un gradiente pressorio creato dalla contrazione del
ventricolo.
FLUSSO GRADIENTE DI PRESSIONE/RESISTENZA
Il flusso di un liquido è direttamente proporzionale al gradiente di pressione lungo il tubo e inversamente
proporzionale alla resistenza al flusso.
Ci sono una serie di fattori che determinano la resistenza che il nostro condotto può offrire al flusso del liquido.
GRADIENTE PRESSORIO
Non è pressione ma gradiente di pressione, cioè la differenza di pressione da inizio circolo a fine circolo nel circolo
sistemico è la differenza di pressione tra aorta e grosse vene che trasportano il sangue in atrio destro (vena cava
superiore e vena cava inferiore). Il cuore ha la funzione principale di dare origine ad una pressione che diriga il flusso
sanguigno nei vasi. Grazie alla sua azione di pompa il cuore innalza la pressione arteriosa media creando una
differenza di pressione tra arterie e vene che consente al sangue di scorrere.
Nel primo caso la pressione a inizio circolo è a 100 mm Mg e a fine circolo 75 mm Mg, nel secondo caso la pressione a
inizio circolo è a 40 mm Mg e a fine circolo 15 mm Mg. La differenza di gradiente è costante. Il gradiente è sempre 25
mm Mg ed il flusso è costante.
RESISTENZA
La resistenza al flusso nel circuito cardiovascolare dipende da:
Calibro del vaso
Natura del liquido (viscosità)
Tipo di scorrimento (moto laminare o turbolento)
Disposizione dei condotti (in serie o in parallelo) il sistema circolatorio è costituito da più condotti
All’inizio del circolo arterioso la pressione arteriosa media è di circa 90 mm Mg (è quella dell’aorta). Alla fine del
circolo, nelle grosse vene della cavità toracica che riportano il sangue al cuore la pressione, definita pressione venosa
centrale è di circa 2‐8 mm Mg. È la differenza tra le due pressioni (gradiente pressorio) che permette al sangue nel
circolo sistemico. Nel circolo polmonare il gradiente è minore perché la pressione nelle arterie polmonari è più bassa
di quella aortica. Dove cambia il gradiente cambia la forza che spinge il flusso di sangue. Il flusso Q è proporzionale alla
differenza tra pressione P e pressione di uscita P :
Q α P P
La terza variabile che lega tra di loro flusso e pressione è la resistenza che incontra un liquido che fluisce in un
condotto.
RELAZIONE TRA FLUSSO, PRESSIONE E RESISTENZA: l’intensità del flusso di un fluido in un condotto dipende dalla
pressione esercitata sul fluido e dalla resistenza esercitata dal condotto.
∆pressione
Q
resistenza
Il gradiente di pressione è la forza che spinge il sangue all’interno del circolo mentre la resistenza è il fattore che si
oppone al fluire del sangue all’interno del circolo. Posso quindi calcolare la resistenza periferica misurando il flusso ed
il gradiente pressorio tra ingresso e uscita del condotto:
DP
R
Q
La resistenza periferica per l’intero letto circolatorio:
DP P P
R
Q GC
100 2 mmMg 98 mmMg mmMg
R 0.02
5000 ml/min 5000 ml/min ml/min
P = PRESSIONE A LIVELLO DELL’AORTA
P : PRESSIONE VENOSA CENTRALE
LIQUIDO IN QUIETE: la pressione idrostatica è la pressione esercitata sulle
pareti di un contenitore dal liquido in esso contenuto. Essa è
proporzionale all’altezza della colonna di liquido
LIQUIDO IN MOVIMENTO: quando il fluido incomincia a scorrere attraverso
il sistema, la pressione diminuisce con la distanza per l’energia persa per
vincere le resistenze. Ciò accade anche nel sistema circolatorio.
La resistenza è alla base di ciò che osserviamo all’interno del circolo. Noi osserviamo che c’è un gradiente di pressione
con una pressione elevata a inizio al circolo e una molto bassa a fine circolo. Questo perché il nostro sangue è un
liquido in movimento e quando un liquido è in movimento man mano che si muove e si allontana da dove è stata
generata la forza propulsiva che lo ha spinto all’interno del condotto. Man mano che fluisce, a causa dei fenomeni di
resistenza, l’energia viene dissipata e man mano la pressione diminuisce. La pressione cade maggiormente nei distretti
che offrono maggiore resistenza e meno nei distretti che offrono minore resistenza al flusso del liquido:
Variazione di pressione nell’albero circolatorio
A livello delle arterie scende poco mentre scende di più a livello delle
arteriole perché sono quelle che offrono maggiore resistenza.
Il flusso nel circolo polmonare è uguale a quello nel circolo sistemico (circa 5l/min). il circolo polmonare offre minor
resistenza di quello sistemico.
RESISTENZA = la resistenza in un tubo è la misura del grado con cui il tubo ritarda o resiste al flusso del liquido
LEGGE DI POISEUILLE
I fattori che determinano la resistenza del condotto al flusso del sangue LEGGE DI POISEUILLE: mette in relazione il
flusso di un liquido attraverso la sezione di un condotto, la pressione che lo determina, le caratteristiche del condotto
(lunghezza, raggio) e le proprietà fisiche del liquido (viscosità).
La resistenza dipende dalle caratteristiche del condotto e dalle caratteristiche del liquido.
P P πr
F
8ηl
Con:
P , P = pressione all’inizio e alla fine del condotto
r = raggio
l = lunghezza del condotto
η = viscosità
sapendo che F e F ricavo che:
8ηl
R
πr
Raggio del vaso: quando il raggio diminuisce la resistenza aumenta, quando il raggio aumenta la resistenza diminuisce
VASOCOSTRIZIONE: diminuzione del raggio di un vaso
VASODILATAZIONE: aumento del raggio di un vaso
Il muscolo che si trova nella parete dell’arteriola ha un tono basale che mantiene il condotto ad una determinata
sezione. Questo tono in contrazione può aumentare ed il vaso diminuisce di calibro (raggio minore, resistenza
maggiore) o si può rilasciare ed il vaso aumenta di calibro (raggio maggiore, resistenza minore). Attraverso vaso
costrizione e vaso dilatazione modifico la resistenza di quel distretto circolatorio, in base alle esigenze.
La VISCOSITA` riguarda le caratteristiche del sangue. I principali determinanti della viscosità sono determinati dalla
concentrazione degli elementi figurati (cellule presenti nel sangue) i e delle proteine plasmatiche. All’interno del
sangue ci sono acqua, cellule (globuli rossi, bianchi ecc…,che sono gli elementi figurati) e poi ci sono varie sostanze. A
determinare la viscosità del sangue sono le cellule e le proteine plasmatiche. In un essere umano normale la lunghezza
è fissa, e la viscosità del sangue è più o meno quella, quindi il raggio dei vasi ha l’effetto maggiore sulla resistenza (è
elevato alla quarta!). Piccole variazioni nel calibro dei vasi possono assicurare un sufficiente controllo del flusso ad un
tessuto. Ad esempio basta un aumento del 19% nel calibro del vaso per avere un aumento del 100% del flusso.
RESISTENZA PERIFERICA TOTALE = resistenza al flusso offerta da tutto il circolo sistemico, considerato come un
condotto unico che origina all’aorta e termina alla vena cava. La vasocostrizione in qualsiasi punto del sistema
vascolare tende ad aumentare la resistenza dell’intero sistema vascolare, mentre la vasodilatazione la riduce.
Una modificazione in un qualsiasi punto del circolo modifica la resistenza periferica totale. Sappiamo che:
∆P
F
R
E questo si traduce nel sistema vascolare in:
90
GITTATA CARDIACA
RESISTENZA PERIFERICA TOTALE
Quindi ogni volta che abbiamo delle modificazioni della resistenza periferica totale, abbiamo delle modificazioni o
dell’uno o dell’altro. La vasocostrizione o la vasodilatazione in qualsiasi punto del circolo modifica la resistenza
periferica totale che è uno dei fattori che entrano in gioco nel regolare la gittata cardiaca, inoltre questa
vasocostrizione o vasodilatazione ha un effetto locale se si è vasocostretta o vasodilatata una arteriola che va nel
ostro corpo il flusso di sangue a quel corpo cambierà. Quindi può avere un effetto sistemico (a livello globale sul
sistema circolatorio) o un effetto globale (a livello di quell’organo irrorato da quell’arteriola)
MOTO LAMINARE E TURBOLENTO
Il liquido in un condotto può scorrere con moto laminare o turbolento.
MOTO LAMINARE: il liquido scorre in lamine estremamente sottili che in modo ordinato scivolano l’una sopra l’altra
MOTO TURBOLENTO: il moto turbolento è caratterizzato dalla presenza di vortici in seno al liquido (richiede più forze
per essere mantenuto)
Perché un liquido scorre in moto laminare o turbolento? Dipende dalle caratteristiche del condotto e del liquido.
La variazione da uno scorrimento laminare ad uno turbolento dipende dalle caratteristiche del condotto (raggio del
condotto, r), dalla velocità di scorrimento (v) e dalla natura del liquido (viscosità η e densità d).
A determinare se un liquido scorre con un moto laminare o turbolento è il NUMERO DI REYNOLDS N
rvd
N
η
Per un liquido che scorre in un condotto cilindrico quando:
N 1000 moto laminare
N 2000 moto turbolento
Si cerca di fare in modo di rendere il moto laminare perché richiede meno forza ed energia. Dato un certo liquido per
avere un moto turbolento si deve avere un aumento del calibro ed un aumento della velocità. La velocità oltre la quale
il moto passa da laminare a turbolento è detta VELOCITA` CRITICA.
velocità flusso/sezione
Quando c’è una stenosi (restringimento), diminuisce il raggio, la velocità aumenta, ma il moto continua ad essere
laminare (silenzioso) perché per averlo turbolento dovremmo avere un aumento sia di raggio che di velocità. A valle
della stenosi però il sangue ci arriva con una velocità maggiore in una zona dove il raggio ritorna normale e quindi qui
la velocità può superare quella critica ed il moto diventa turbolento.
DISPOSIZIONE DEI CONDOTTI (IN SERIE O IN PARALLELO)
Prima per semplicità abbiamo considerato un solo condotto che da aorta arriva a vene cave, ma in realtà così non è
poiché ci sono più condotti.
RESISTENZE IN SERIE
per resistenze disposte in serie la resistenza totale è
uguale alla somma delle resistenze individuali:
R R R ⋯ R
Per resistenze disposte in serie la resistenza totale è
maggiore delle singole resistenze.
RESISTENZE IN PARALLELO
per resistenze disposte in parallelo il reciproco della
resistenza totale è eguale alla somma dei reciproci delle
resistenze individuali
1 1 1 1
⋯
R R R R
Per resistenze disposte in parallelo la resistenza è
minore delle singole resistenze.
Arterie, arteriole, capillari, venule, vene sono disposte in serie ma a ciascun livello vi sono flussi in parallelo
STRUTTURA DEI VASI SANGUIGNI
I vasi sanguigni (arterie, vene, capillari) sono organi cavi costituiti da 3 tonache sovrapposte. Dall’interno verso
l’esterno sono:
TONACA INTIMA: in contatto con il sangue
TONACA MEDIA
TONACA AVVENTIZIA
TONANA INTIMA: esiste in arterie, vene e capillari ed è formata da ENDOTELIO, che è un tessuto epiteliale
pavimentoso semplice (sono delle mattonelle una accanto all’altra crea una parete sottile, vantaggiosa nei vasi
capillari) che poggia su uno strato di tessuto connettivo. Nei capillari la parete è costituita quasi soltanto da tessuto
endoteliale.
TONACA MEDIA: è più sviluppata nelle arterie (e soprattutto nelle arteriole) e meno nelle vene (assente nei capillari).
È costituita da tessuto muscolare liscio. Le fibre di questi muscoli sono disposte su più strati concetrici e sono più o
meno tonici secondo l’arteria o la vena
TONACA AVVENTIZIA: è lo strato più esterno che li avvolge e li protegge. È formata, come tutte le tonache esterne
degli organi, da tessuto connettivo lasso. Questa tonaca contiene anche i nervi che portano gli ordini alla tonaca
muscolare (contrazione e rilassamento) e i capillari che portano nutrimento ai muscoli ed al connettivo della tonaca
intima.