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La manutenzione e i controlli dei sistemi antincendio è prevista anche dal DPR 37 del
98. Tutto è annotato in apposito registro a disposizione dei controlli dei Vigili del
Fuoco.
Il testo unico prevede che debba esserci il Piano di Emergenza per tutte le attività
con almeno 10 dipendenti (o meno di 10 ma soggette al controllo dei Vigili del
Fuoco), le altre non devono avere un piano scritto ma devono comunque osservare
le regole antincendio.
Il piano di emergenza
Scelti e addestrati:
o Minimo 2 per ogni luogo di lavoro
o 2 per ogni piano
o 2 ogni 20 lavoratori
o 2 per ogni persona disabile
Il PE riguarda tutti i principali rischi di disastri (terremoto, incendio, fuga di gas,
crollo dell’edificio, allagamento, ecc…).
Per i disabili deve essere previsto uno Spazio Calmo (luogo sicuro ove far evacuare i
disabili che non sia di intralcio alle normali vie di fuga).
Regole per ridurre la probabilità di incendio, per controllare gli impianti, per
formare e informare il personale, pianificare la gestione dell’emergenza in caso di
incendio
Tutto deve essere annotato nel registro dei controlli.
Devono essere esposte le planimetrie con i percorsi da seguire, scale, ubicazione
degli estintori ecc …
Esistono regole dedicate e specifiche per le attività commerciali (DM del 2010) . Per i
centri commerciali deve essere prevista una gestione unitaria dell’emergenza. Deve
essere previsto un Centro di gestione dell’emergenza. Nelle strutture sanitarie oltre i
100 posti letto deve essere predisposto in apposito locale dotato di tutto quello che
serve per la gestione dell’emergenza (comunicazione, gestione antincendio ecc…).
Inoltre devono essere li situate tutte le planimetrie dell’edificio e deve essere
accessibile ai vigili del fuoco. Deve inoltre essere previsto un servizio permanente di
gestione della Sicurezza, incluso nel piano di emergenza.
Controllo Operativo
o Il Sistema di Gestione della Sicurezza deve prevedere le procedure per il
controllo operativo di tutte le attività dello stabilimento quali:
Gestione della documentazione
Gestione della manutenzione e delle modalità operative
Gestione degli acquisti del materiale necessario
o Deve essere prevista la redazione di un apposito Manuale Operativo
per la gestione e il funzionamento dei sistemi pericolosi e antincendio.
o Deve essere prevista la redazione di un apposita procedura per la
gestione della Manutenzione dei sistemi dell’azienda e antincendio
(periodicità di manutenzione, criteri di scelta delle ditte che la
eseguono, registrazione degli interventi)
o Deve essere prevista una apposita procedura per la gestione degli
acquisti (approvvigionamento) di materiali inerenti i sistemi di
sicurezza, e per l’affidamento a esterni dei lavori.
Gestione delle modifiche
o Il Sistema di gestione della sicurezza deve prevedere apposite
procedure per le modifiche da apportare agli impianti e/o ai sistemi di
sicurezza o a altri elementi (impianti, processi, organizzazione del
lavoro, se sono temporanee o permanenti ecc…).
Pianificazione dell’emergenza
o Il Sistema di Gestione deve prevedere le procedure da seguire in caso di
incidente per:
controllare e contenere le conseguenze dell’incidente
attivare quello che serve per la protezione delle persone interne
all’azienda
comunicare l’evento alle autorità e alla popolazione ove
necessario
attivare gli interventi di ripristino dell’ambiente dopo l’incidente
Controllo delle prestazioni
o Il sistema deve prevedere la rilevazione dell’efficacia del sistema
misurando quindi gli eventi relativi a:
Incidenti avvenuti e evitati
Infortuni
malfunzionamenti e anomalie
info-formazione e addestramento
manutenzione
o Allo scopo devono essere previsti degli Audit (indagini di controllo)
aziendali per verificare se il Sistema presenta delle criticità, formulando
delle proposte di intervento e correzione (es. conformità alle leggi,
attuazione degli interventi correttivi segnalati, efficacia della
Formazione ecc…)
Revisione del sistema
o Produzione di una Relazione di revisione periodica che illustra le
verifiche di ispezione sui temi sopraindicati oggetto di Audit e quindi lo
stato complessivo di adeguatezza del Sistema.
La Combustione
La combustione è una reazione chimica per la quale una sostanza combustibile e
una sostanza comburente si genera una sorgente di calore e/o il fuoco.
Le fasi dell’incendio
Il Microclima
E’ il complesso dei parametri climatici che caratterizzano un ambiente di lavoro e
determinano il benessere termico del lavoratore.
Salvo eccezioni è vietato che si debba lavorare in luoghi chiusi che non abbiano le
seguenti caratteristiche:
protezione dal caldo e dal freddo quindi con sufficiente isolamento termico e
acustico
sufficiente ricambio di aria; quindi di aria salubre data da aperture esterne o
da impianti di condizionamento (se utilizzato questo deve essere mantenuto
funzionante)
la temperatura deve essere adeguata all’organismo umano tenuto conto del
tipo di lavoro e considerando altri fattori quali il grado di umidità
la temperatura dei bagni, dei locali di riposo e di altri spazi deve essere
adeguata all’utilizzo degli stessi
le finestre devono essere protette per evitare una esposizione eccessiva ai
raggi solari, sempre in relazione alla tipologia di lavoro
in caso non si riesca a mantenere la temperatura corretta, i lavoratori devono
essere dotati dei mezzi idonei per la protezione
deve essere controllato anche il grado di umidità nei locali chiusi (no nebbia)
Il ricambio d’aria (RA) è necessario e definito in funzione del tipo di lavoro che si
svolge nel locale; deve essere immessa dall’esterno e ventilata e presa ove non c’è
inquinamento.
Questa condizione è necessaria ma non sufficiente, devono essere infatti evitati altri
fenomeni per assicurare il benessere termico quali: pavimenti non troppo caldi o
troppo freddi, ambiente che si riscalda o raffredda troppo velocemente, correnti
d’aria, distribuzione del calore nell’ambiente.
I Videoterminali
Apparecchiature con uno schermo. Per postazione del Videoterminalista si intende
l’insieme dell’apparecchio della scrivania, della seduta ecc…
E’ definito videoterminalista l’addetto che opera almeno 20 ore alla settimana con il
Video. Il Datore di Lavoro nel documento valutazione dei rischi sulla salute dei
lavoratori deve considerare:
Il DL deve quindi:
Sono sintomi di disturbo visivo: secchezza, lacrimazione, fastido alla luce, mal di
testa ecc…
Per prevenire i disturbi è necessario che il video non sia esposto a riflessi di luce, sia
correttamente posizionato per evitare posizioni innaturali del collo, che sia alla
giusta distanza (50-80 cm) e che sia correttamente regolata la luminosità e/o il
contrasto.
Una postura errata può determinare anche disturbi al sistema muscolo – scheletrico
Possono essere causa di DMS posture fisse per molto tempo mentre altre (mani
braccia) si muovono incessantemente, oppure pressioni muscolari che impediscono
il corretto afflusso di sangue.
Anche i polsi e le mani possono essere troppo sollecitate dall’attività sulla tastiera o
sulla scrivania.
Se non corretti i DMS possono portare a micro lesioni, infiammazione dei tendini, o
anche ad altre disfunzioni fisiche.
Sono tipici : le tendiniti, tunnel carpale con fomicolii e perdita di forza delle mani,
artrosi cervicale (indolenzimento del collo ecc…)
Per evitare questi disturbi: scegliere le attrezzature adatte, avere la corretta postura
rilassata, variare la posizione del corpo, fare le pause, regolare con cura l’altezza del
monitor, tenere gli avambracci ben distesi e i polsi dritti.
Il sedile deve essere regolato in modo che: i piedi siano ben a terra, lo schienale
sorregga correttamente la schiena, che si possano appoggiare gli avambracci sul
tavolo, che le ginocchia siano circa a 90°.
L’organizzazione del lavoro deve essere tale da non creare stress o disturbi
(monotonia, ripetitività, troppa complessità, software troppo complicato ecc…);
quindi deve essere scelto un programma di lavoro facile e comprensibile, data la
giusta formazione e garantire le pause.
Non sono giustificate paure per gli schermi per radiazioni o campi elettromagnetici
ecc…
Sono utili esercizi per gli avambracci, per le braccia e le spalle (stiramenti) e per la
schiena (flessioni da seduti).
E’ importante perché vi è una stretta correlazione tra stress, infortunio sul lavoro o
errore e riduzione della qualità della vita delle persone.
Inoltre vi è una tutela giuridica che tutela in modo globale la salute dell’individuo:
Costituzione Art. 32
Art 2087 del Codice Civile
Accordo europeo sullo Stress da lavoro correlato
D.Lgs 81/08
I fattori che incidono sulla salute nei luoghi di lavoro quali i cambiamenti
organizzativi, l’orientamento spinto al risultato, l’orario di lavoro hanno una
rilevanza profonda sul benessere nel luogo di lavoro.
La Commissione Europea conferma la necessità di promuovere un approccio globale
al benessere sul luogo di lavoro in quanto il lavoro stesso e a situazione lavorativa
individuale sono fondamentali per il benessere della persona.
Per l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), la depressione è una delle cause
principali della inabilità al lavoro e l’ambiente di lavoro è un ambiente privilegiato
per salvaguardare la salute mentale.
I rischi sono: Stress / Mobbing / Burnout (l’uno non esclude l’altro, possono essere
causa-effetto)
BURNOUT
Forma estrema si stress quando chi ne è colpito si sente senza via d’uscita,
bruciato / consumato dal proprio lavoro. Colpisce molte professioni ma in
particolare quelle legate all’aiuto alle persone (infermieri, insegnanti, medici….).
Possono essere cause del burnout: le caratteristiche della persona, le aspettative
professionali, (aspetti soggettivi) la discrepanza tra capacità lavorative e carichi di
lavoro, mancanza di autonomia decisionale, in generale clima dell’organizzazione
(aspetti organizzativi).
I sintomi principali sono:
In sintesi è la carica emotiva mal elaborata che emerge nelle forme di ansia e tutto
quanto sopra citato (depressione, apatia, ecc…).
4 Fasi: 1 aspirazioni ideali, 2 stress lavorativo con squilibrio tra richiesta di lavoro e
prestazione, 3 esaurimento con ansia, si pensa di non essere in grado di fare nulla, 4
totale apatia e disinteresse dal lavoro.
I docenti sono una categoria esposta ai rischi psico sociali oltre a quelli fisici già noti
(laringopatie). I tratti dell’insegnante a rischio sono l’anzianità di servizio,
l’aggressività, mania di persecuzione, trasferimenti frequenti, assenze, accanimento
verso gli studenti.
Possono essere osservati dei tratti che evidenziano i disturbi negli insegnanti che
possono quindi indicare la necessità di intervento (trasandatezza, cambi di umore,
ecc…). Gli interventi possono consistere in strutture di counseling e ascolto per
superare queste fasi.
Comfort ambientale
Ascolto
Comunicazione
Apertura all’innovazione
Equità
Chiarezza di obiettivi
….
Dati oggettivi
Condizioni ambientali
Contesto e contenuto del lavoro
Fattori soggettivi
In particolare fornisce informazioni sul peso del carico, sulle modalità corrette di
sollevamento e garantisce, in generale, la formazione.
Rischio elettrico
L’elettrolocuzione (scossa elettrica) avviene quando il corpo umano è attraversato
dall’elettricità. Il danno e il pericolo sono condizionati da:
Gli interruttori differenziali sono protezioni che tolgono la linea elettrica in caso di
cortocircuiti, sovraccarichi o scosse, hanno quindi una funzione “salvavita”. Devono
essere testati periodicamente (pulsante T). Dovrebbero essere presenti in tutti gli
impianti. Esistono anche interruttori di tipo “magnetotermico” che hanno anch’essi
uno scopo di protezione e interrompono il flusso elettrico. Questi scattano quando
vi è una situazione di elevato assorbimento di corrente che può creare
surriscaldamenti. Questi tipi di interruttori sono normalmente presenti nei quadri
elettrici.
Non tutti gli apparecchi necessitano del collegamento all’impianto di terra perché
sono dotati di un sistema di isolamento interno (apparecchi di classe II).
Rischio rumore
Suono che dà fastidio.
Suono si produce da una fonte che propaga ONDE che sono trasmesse all’orecchio
attraverso l’aria o acqua. Il timpano dell’orecchio percepisce le VIBRAZIONI e il
nostro cervello elabora il suono.
L’intensità è la pressione delle vibrazioni che arriva al nostro orecchio (si misura in
Decibel DB).
Dal timpano il suono arriva alla coclea che con le sue ciglia attiva il nervo che collega
l’orecchio al cervello. Quando le ciglia perdono la loro elasticità si riduce la capacità
uditiva (ipoacusia).
Sono definiti acuti i suoni con l.o. sopra i 2000 Hz e gravi invece i suoni con l.o. sotto
i 250 Hz. Il rumore può essere stabile (costante) variabile (non
sempre/intermittente) impulsivo, cioè di breve durata ma molto intenso.
Il rumore in funzione della sua durata e intensità può provocare danni all’apparato
uditivo e anche ad altri organi del nostro corpo.
I danni acuti sono causati da forti rumori impulsivi o continui superiori a 140 Db. Si
possono avere dolori acuti, vertigini e indebolimento dell’udito.
Deve porre in atto immediate misure per riportare i valori entro i limiti
Individua le cause dell’esposizione eccessiva
Modifica le misure di Prevenzione e Protezione per evitare che si ripeta di
nuovo.
Nella scuola il rumore (degli alunni) può creare un danno alle corde vocali degli
insegnanti costrette ad urlare (malattia professionale). Inoltre anche
l’insegnamento e la comunicazione ne possono risentire.
rumori di fondo
voci degli alunni
scarsa insonorizzazione delle aule