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1.

l'originarietá della formazione


1.1 genealogie dell'originarietá
Duplice ipotesi: A) rilevare se è in quale modo nella storia della formazione di ogni singolo uomo
sussistano un'originarietá della formazione e una formazione originaria. B) Rilevare se è in quel
modo nella storia della formazione dell'uomo:
1. La storia della formazione indica un divenire nel tempo che riguarda tutti i processi
formativi= storia della formazione del mondo

2. La storia della formazione dell’uomo fa riferimento a un settore della storia della


formazione del mondo, riguarda tutto ciò che si correla all'uomo; non coincide con la storia
della pedagogia e dell’educazione ma esse ne sono delle ramificazioni

3. La storia della formazione di ogni singolo uomo si situa dentro la storia della formazione
dell’uomo.

4. L'originarietá della formazione= formazione vista come problema originario ossia


essenziale, autentico. Dimensione transtorica e transgeografica dove il problema della
formazione si ripresenta in tutte le epoche anche se con concetti diversi.

5. La formazione originaria-urbildung identifica l'autenticità, il fondamento e l'essenza della


formazione, è la costituzione d'essere della stessa formazione.
-Origine, originario e originarietá
Origine: il momento è la fase iniziale di un processo, una nascita che genera qualcosa che produce
cambiamento e quindi una causa che provoca un effetto.
Originario: ciò che è proprio Delle origini, proveniente, autentico, puro, vero.
Originarietá: la proprietà distintiva di quanto, rapportarsi alle origini, è originario.
1.2 IL mito dell'origine e i suoi rischi
Vi sono molti miti e ogni disciplina si interroga sull'origine del mondo; il rischio è idealizzare e
mitizzare la formazione originaria rendendola un'astrazione della vita.

2. La paideia greco-classica
2.1 origine e originarietá della paideia
È il processo formativo e educativo nella Grecia dal V/IV a.C. all’età ellenistica. L'uomo viene
educato per far sì che diventi un uomo che lavora per la polis in armonia e in equilibrio con sé
stesso e con i cittadini. Si segue un modello ideale di uomo: l'animale politico. La paideia è il mezzo
per migliorare le proprie capacità intellettuali, fisiche virtù questo è l'uomo perfetto; ma non tutti
posso seguire un processo paideuico infatti esso è concesso solo ad una élite, gli altri si pensa che
non abbiano la natura adatta a tale compito. La paideia è un processo formativo che plasma
l'uomo che tende a un canone, un modello di perfezione. Me è anche altro: una via per la
conoscenza e per l'equilibrio interiore.
2.2 lo stile paideuico
Vi sono molte interpretazioni del concetto di paideia ma possiamo racchiudere in 3 dimensioni: la
sfera corporea in cui la paideia si rivela come cultura della cura del corpo e della sua educazione; la
sfera spirituale dove si eleva a cultura dell’indirizzo e della formazione e infine sfera intellettiva
dove si traduce nella vita contemplata e dedita al pensare teorico e si riferisce a una cultura
conoscitiva alla quale bisogna educarsi e formarsi. L'uomo greco che segue il canone paideuico
non deve tralasciare nessuna di queste dimensioni perché ognuna concorre al potenziamento e
valorizzazione dell'altra. Per seguire lo stile paideuico l'uomo deve acquisire sia doti naturali (fisico
e cognitivo) che è sinonimo di eleganza. Importante è l’eros che alimenta la paideia è permette
all'uomo di superare le fatiche per il raggiungimento dell’umana perfettibilità.
2.3 la paideia di Platone
L'amore per la conoscenza porta l'uomo a fare propri quei saperi che lo migliorano nel corpo nello
spirito e nell’intelletto. L’eros ha un posto centrale di la conoscenza scaturisce da esso inoltre si
parla di Eros paidikos= educazione spirituale capace di avvicinare l'uomo agli dei, detentori del
sapere. Il docente deve essere mosso da una volontà spirituale e intellettiva che guida il giovane
alla verità. Platone identifica due tipi di amore uno benefico e l'altro dannoso. Nel viaggio
paideuico si acquisiscono i technai ossia le arti propedeutiche allo studio dei saperi più elevati:
politica e filosofia. La filosofia è l'unico sapere che consente di arrivare alla verità è rende l'uomo
bello e buono. La paideia si dà come principio formativo originario.
2.4 la paideia di Aristotele
Nel libro “La politica” si va ad intrecciare al tema della politica la paideia perché per arrivare ad
una polis migliore il cittadino deve conseguire le proprie potenzialità divenendo un politikos. La
paideia è il modo per arrivare a questo processo. Misura, posizione e forza sono le condizioni per
governare bene la polis e natura, costumi e religione sono le dimensioni attraverso le quali l'uomo
diviene buono e virtuoso. La paideia è il mezzo per arrivare alla felicità ed è connotato come
liberale e nobile dunque sprigiona le facoltà più alte dell'uomo. Con Aristotele la paideia acquista
originalità:
1. Paideia e medicina: Conoscere il proprio corpo permette di migliorare e potenziare il
benessere fisico dunque paideia=cura

2. Paideia ed ethos: (costumi ed usi): La familiarità con abitudini e con le arti permette
all'uomo di interiorizzare meglio lo stile educativo. Dunque, il processo paideuico si
concentra su esercizio e ripetizioni
3. Paideia ed essere: La paideia si articola in forme più specifiche in accordo con l'apparizione
nel soggetto di eterogenea modalità d'essere. Il processo educativo va verso una
razionalizzazione e specializzazione. D) Paideia e scienza La suddivisione Delle scienze
influenza la paideia che ha un fine morale che conduce alla perfettibilità nella condotta
umana, un obiettivo produttivo e uno scopo euristico rivolto alla contemplazione del vero.
2.5 Sulla paideia: oltre l'ideale è il luogo comune
Alcuni autori del ‘900 hanno studiato il problema della paideia.
Pohlenz: paideia è la cultura dell'uomo greco che doveva raggiungere per valere qualcosa nella
società, l'uomo di cultura è l’uomo di spirito libero che persegue un’educazione liberale. La libera
cultura formativa è la giusta paideia che all’interno di se ospita quella virtù che permette di non
volere un successo esteriore ma la felicità interiore.
Marrou: la paideia è la forma ideale che ogni uomo guarda per modellare la sua propria statua e
far nascere l'uomo pienamente uomo; bisogna educare ed educarsi per raggiungere questa
condizione. L'educazione è un mezzo per raggiungere la paideia ma è parte di essa perché richiede
educazione e acquisizione dei saperi basilari e anche più alti.
Jaeger: la paideia ha molteplici significati ma bisogna studiarla nel suo contesto storico per
interpretare il suo vero significato ossia concezione culturale propria della civiltà greca. La paideia
ha un finalismo cioè plasmare nel cittadino la forma voluta dalla comunità e lo fa servendosi
dell'educazione che diviene quindi il mezzo per arrivare alla forma ideale e il processo formativo è
il tempo della vita trascorso per il raggiungimento di questa forma. La paideia si fa pedagogia
3 L'humanitas romano – Latina
3.1 l'uomo dell'humanitas
Humanitas hominis è l'umanità dell'uomo. L’uomo humanus è il romano che eleva e nobilita la
virtus attraverso la paideia=Humanitas. L'humanitas rispecchia uno specifico ideale culturale tipico
della civiltà latina, anche essa ha molte interpretazione e significati. Al suo termine si affianca
principalmente la virtus=insieme di doti fisiche e morali. Libertà che rinvia alla condizione di uomo
libero ma anche all'amore per la libertà. Solo per una minoranza della civiltà si associano questi
termini perché gli schiavi non saranno mai liberi. Benevolenza, misericordia, ides che insieme alla
Fius permettono al cittadino di godere della prosperità e benessere. Filantropia, ossia amore per
gli uomini, e umanità sono due concetti importanti ma questa civiltà pare senza Humanitas perché
considerano gli schiavi come parte dell’umanità in quanto strumenti dell’uomo, esseri inferiori e di
proprietà. Bisogna aspettare i termini cristiani di Caritas e perfectio per riconoscere a ogni uomo la
dignità di homus humanus.
3.2 Humanitas e eloquentia: Cicerone
Nel “De oratore” di Cicerone due interlocutori Antonio e Crasso (identifica il pensiero di Cicerone)
discutono. L'eloquentia descrive il modo di essere dell'uomo dotato di Humanitas. L'oratore è colui
che si forma attraverso i saperi e la conoscenza. L'humanitas è la cultura dell’uomo che si forma
attraverso la scienza cioè un sistema strutturato di saperi con cui il soggetto giunge ad esprimere
le proprie qualità intellettuali e morali; l'humanitas è la risultante delle qualità naturali e dotti
dello spirito che formano l'oratore perfetto. La formazione dell’oratore comprende un cammino
che lo porta a coltivare l'humanitas che sola gli consente di possedere l'eloquentia. L'oratore
necessita della conoscenza della totalità dei saperi per acquisire l'eloquentia.
3.3 Humanitas e sapientia animi: Seneca
Nelle epistole rivolte al genere umano il fine è proporre delle regole per vivere felici, quindi vivere
secondo la propria natura, l'humanitas fa solo da sfondo non è al centro del suo pensiero. La
ragione guida l'uomo verso un cammino educativo e formativo che lo educativo a vivere secondo
natura. Quando l'uomo prende coscienza e conoscenza di sé diviene Sapiens e come tali si
comporta. La ragione è il bene vero e per questo è accessibile a tutti anche agli schiavi.
L'humanitas di Seneca è riconoscere agli uomini pari dignità; per lui essa si fonda nell'interiorità
del soggetto: nell'animo là dove l'uomo si percepisce copie natura.
3.4 Humanitas e institutio: Quintiliano e “Institutio oratoria”
Affinché sia possibile creare l'oratore perfetto bisogna formare gli animi a partire dall'infanzia. Nei
primi due libri vengono presentati gli studi attraverso cui il bimbo deve essere educato e i doveri
del maestro di retorica; il bimbo deve essere educato alle molteplici conoscenze e l'eloquentia non
può svilupparsi se non si è stabilita un’intesa tra allievo e insegnante. L'essenza dell'eloquentia è
l’arte del parlare bene, la retorica è un sapere utile solo se prende forma all'interno dell'uomo
buono.
3.5 la cultura dell'humanitas
Terenzio indaga le dimensioni universali che caratterizzano la condizione umana quali fragilità e
limiti. L'animus è l'unico e autentico bene che se posseduto permette di distinguere chi è humanus
è inhumanus. Nel lemma humanus consistono diversi significati infatti l'umano è tanto l'uomo
quanto il sentimento che lo anima e la fragilità che lo contraddistingue.
A) uso pieno del termine Humanitas: esile, fragile, breve posto in antitesi alle idee di divinità
B) uso filosofico
C) uso enfatico: ciò che perviene al genus humanus, la generosità
D) uso inerente della eruditio hominis: scienza, ragione
E) uso clemenza
F) perfezione sublime della natura umana: onestà, giustizia. L'humanitas è la birra formativa cui
l'uomo può giungere percorrendo un cammino educativo che lo porta a conoscere sé stesso
attraverso lo studio delle arti.
4.La perfectio cristiano – medioevale
Il medioevo è contrassegnato dalla cristianità in cui Dio istituisce l'ideale della perfectio. La
religione impone la forma della formazione che deve assumere l'uomo cristiano attraverso
l'educazione cattolica. Nella fede il cristiano trova l'unione di verità e amore che si traduce in un
animo umile e vita caritatevole. La Caritas assume molti significati; è una delle 3 virtù entro cui si
deve compiere il cammino formativo dell'uomo. Gesù bambino simbolo di speranza di una
rinascita, quindi il bimbo è visto come emblema d'incorrotta essenza morale. Il medioevo crea una
cultura dell'infanzia che vede nella nascita del bambino la salvezza; la Caritas orienta il rapporto
fra gli uomini e pone in sé stessa il presupposto del processo originario di formazione e educazione
che conferisce all'uomo il segno del suo essere cristiano.
4.2 la Caritas cristiana come vincolo per la perfezione
La formazione dell’uomo cristiano-medioevale si struttura lungo un asse educativo volto alla
conoscenza della virtù, una disposizione morale conferita da Dio all'uomo per il raggiungimento
della beatitudine. I cardini su cui si muove la vita del cristiano sono le virtù teologali: fede,
speranza e carità. La carità porta l'uomo ad amare il prossimo con fraternità e descrive la
condizione dello spirito entro cui il fedele si forma e viene educato. Le sacre scritture sono il luogo
per conoscere gli insegnamenti. L'uomo cristiano, è per volere di Dio, libero ma questa libertà
deve essere vissuta in carità.
4.3 la pedagogia divina di Clemente Alessandrino
Nel “Pedagogo” convergono 3 culture (greca, latina, cristiana). Nel primo libro tratta i fondamenti
della pedagogia divina; essa ha origine dal logos che è allo stesso tempo: delegante,
accompagnatore e istruttore. Il paideuein indica un divenire formativo che ha origine nell'infanzia
ma si protrae durante la vita adulta; implica anche aver cura del corpo, dello spirito e coltivare la
facoltà intellettuali. La paideia indica un cammino formativo continuo mentre la paideusis indica
un formare già raggiunto. Il soggetto del libro è il fanciullo, inteso non solo come bambino ma
anche gli adulti che non sono ancora stati illuminati dalla luce divina. Si ha quindi un mutamento
della pedagogia, che diventa il sapere divino che guida l'uomo nella sua formazione verso la
salvezza eterna. Dio è dunque logos (verbo dispensatore di conoscenza), paigagogos: guida
dell'uomo e pedagogo del genere umano, fonte della pedagogia divina che induce l'uomo alla
ricerca dell'armonia con sé stesso attraverso il raggiungimento della verità.
4.4 “De magistro” di Agostino e Tommaso
Al centro delle due opere troviamo la figura del maestro. Chi è il maestro? A: Dio
T: l'uomo può essere sia venir chiamato maestro.
Per Agostino solo Dio può essere maestro, fonte del sapere supremo. Il soggetto conosce cercando
la luce di Dio che si trova dentro di lui, quindi l'uomo non ha bisogno di apprendere perché in lui
c'è già conoscenza, è creatura intelligente e capace di leggere dentro di sé. Il maestro terreno può
solo aiutare l'allievo a scoprire una verità già posseduta. Più l'uomo prega il suo maestro interiore
e più facilmente troverà la verità in sé stesso. Per Tommaso invece il maestro è Dio ma anche
l'uomo può essere maestro. L'uomo può conoscere attraverso 2 vie: La scoperta che si ha quando
il soggetto arriva alla scoperta di cose ignote con le sue forze; e l'apprendimento quando viene
aiutato da un esterno. Quindi il maestro terreno può accompagnare il discepolo. Il sapere nel
giungere all’uomo non viene trasformato, ma trasforma l'uomo; si passa da persona che possiede
il sapere in potenza a persona che lo possiede in alto. Si hanno 3 dimensioni: gnoseologica,
ontologica e pedagogica.
4.5 Perfectio: il canone cristiano della formazione umana
L'uomo è visto come creatura di Dio, a lui deve la vita e quindi diventa servo di Dio. L'uomo creato
a immagine di Dio è chiamato ad assomigliargli dunque a rendere alla perfezione è il canone
cristiano della perfectio sarà il processo educativo e formativo per avvicinarci. Ma non c'è
perfezione senza la Caritas; una provvista d'amore fatta a perdonare con spirito di fratellanza. In
ciò consiste la prova d'amore e di fede richiesta da Dio. Questo comporta 3 conseguenze:
1. l'uomo viene educato da Dio
2. si forma dentro sé stesso seguendo la parola di Dio
3. l'uomo educa sé stesso attraverso il rapporto di fratellanza; quindi l'incontro con Cristo
trasforma l’uomo.
Nel rapporto uomo Dio si dà priorità all’educazione che consiste nel raggiungere la perfezione
voluta da Dio, la pedagogia si concreta in un’azione educativa. La perfectio consiste nel
riconoscere dentro di sé l'immagine divina.
5. La dignitas hominis umanistico- rinascimentale
5.1 La città e l'arte, le filosofie e le scienze
Nell’umanesimo è nel Rinascimento si valorizza l'individualità umana che si rivelerà essere il
carattere originario dell’ideale educativo del tempo. Si parla di vita activa e homo faber, un uomo
colto con un’economia basata sulla moneta e una politica ispirata all’ampliamento dei territori, un
inedito modo di pensare radicato nelle humanae literae è nel sapere pratico capace di risolvere le
esigenze quotidiane. È l'età dell'influenza dell’antichità classica, un ritorno al passato e alla
formazione originaria. La dignitas hominis dona carattere formativo ed educativo riflettendovi la
sua originarietá.
5.2 L'umanesimo italiano e il Rinascimento europeo
Rinascita dell'uomo e rinnovazione culturale. In questo periodo la categoria pedagogica non si
manifesta esplicitamente, si hanno varietà di ideali umani dunque l'identità umanistico-
rinascimentale manifesta caratteri eterogenei; queste forme della formazione divengono lo
specchio dell'originarietá formativa del periodo. Si può cogliere una categoria che è al centro del
processo formativo: la dignitas che indica la stima a cui l'uomo può giungere in virtù dei suoi meriti
ma anche il grado che sa ricoprire in ragione del potere economico e politico che possiede; è lo
svilupparsi di una filosofia dell’uomo, il delinearsi di una nuova pedagogia. La dignitas hominis può
rapportarsi così alla civitas hominis, dentro i cui confini troviamo la voluptas cioè il piacere carnale
che si contrappone alla beatitudo ovvero la felicità eterna. La voluptas diviene parte della dignitas
hominis come simbolo dell'apprezzamento della vita. I percorsi che conducono l'uomo alla
conoscenza della propria dignitas s'intrecciano con la vita politica, religiosa ed etica. L'educazione
viene traducendosi nel galateo, nei modi cortesi e nella civile conversazione.
5.3 La Respublica literaria come specchio della forma hominis
La Respublica è una delle forme dell'uomo in cui troviamo mio problema della formazione. La
Repubblica delle lettere inizia in Europa, i suoi componenti studiano il latino, sono eruditi che in
nome dell'amore delle belle parole vogliono costruire una comunità universale orientata a
trasformare, attraverso le Humanitates, il mondo in una Repubblica delle lettere cioè gli studi
letterari, cultura ed eruditiche con cui si coltiva la dignità intellettuale, è uno stato degli uomini
dotti, concepito come bene comune. L'umanista è colui che aspira ad abbracciare l'intera
enciclopedia storica dei saperi del tempo. Ed Erasmo è considerato guida spirituale e maestro
d'arte. La Respublica literaria è dunque un luogo che incarna un'atmosfera culturale arricchita
dalle humanae literae che si concreta nella dignitas hominis.
5.4 la filologia fra studia Humanitatis e humanae literae
Sinonimo entro cui l'uomo si può formare ed essere umanamente educato. L'obiettivo del periodo
è sviluppare lo spirito critico dell'uomo nei confronti delle humanitates. La filologia studia la lingua
e la letteratura di un'epoca partendo dai testi, essa diviene lo strumento per scoprire il senso
autentico dei tesi antichi dove è custodita la conoscenza originaria. Gli eruditi sono coloro che
hanno compiuto un passaggio di allontanamento dal rozzo, dopo una fase di affinamento il
soggetto può giungere, mediante gli studia huminitates e le humanae literae, alla propria dignitas.
Rigore e fedeltà segnano un ideale entro cui formare e educare l'umanità ad incrementare la
libertas e la dignitas che contrassegnano la sua vita civile. È dunque mediante lo studio delle
lettere che il soggetto giunge alla sua piena umanità. Tutte le arti liberali e meccaniche
consentono all’uomo la completa espressione. L'umanista non si chiude nell’imitazione degli
antichi, ma progetta di superare questi modelli operando una trasformazione delle conoscenze
gettando le basi per un ordine del sapere che oscilla tra humanae literae è scientia rerum.
5.5 Il codice della civil conversazione, delle buone maniere e dell'educazione cortese
La formazione intima si apre anche grazie a concretazioni esteriori: comportamenti, regole di
contegno, modalità d’autore che portano a maturazione l'identità dell’uomo del 500: l'umanista
che si è formato nelle humanae literae è attraverso gli esempi del passato e possiede anche il
codice della civil conversazione, delle buone maniere e dell’educazione cortese.
Giovanni Pontano nel “De sermone”: sulla conversazione, descrive la corretta e più opportuna
modalità d'espressione che deve contrassegnare il dialogo tra due interlocutori dello stesso stato
sociale: linguaggio familiare, la parola qui assume quel valore volto a una conversazione che
diviene l'emblema dello stare insieme nella comunità. La ragione è la maestra e guida nella ricerca
della virtù ma è la parola a farsi interprete e strumento della ragione.
Baldassarre Castiglione “il libro del cortegiano” ci mostra quale deve essere la conversazione
adatta ad un uomo di corte: il cortegiano. La conoscenza dalle humanae literae non è più
sufficiente a completare il percorso formativo, è necessaria l'abilità nel conversare e la grazia nel
comportamento. Mutua dunque il percorso formativo e educativo quindi la dignitas hominis
comprende la dignità a cui il soggetto può giungere con lo studio accrescendo la sua formazione
interiore ma comprende anche la dignità sociale alla quale è possibile giungere disciplinando il
portamento, le azioni e il conversare; si struttura così l'educazione esteriore.
Giovanni della Casa “il galateo”: fornisce indottrinamenti finalizzato a conseguire l'abilità nell’uso
della conversazione e competenze nella gestione sociale dei rapporti interpersonali. Per della Casa
sono le buone maniere a prevalere sulla formazione intima dimostrando che uomini con le buone
maniere sono arrivai in alto.
Stefano Guazzo “civil conversazione”: educare significa avviare l'uomo alla consuetudine del
conversare civilmente e al raggiungimento di una civile forma del vivere. Solo da una
conversazione corretta, equilibrata si può trarre vantaggi; chi è abile nel conversare è anche un
uomo civile. La buona conversazione ha delle regole e bisogna essere istruiti a usarle; si deve
tenere conto dell'età, del sesso, della professione, del livello culturale.
5.6 il canone umanistico-rinascimentale della dignitas hominis
La dignitas hominis è allo stesso tempo, un canone etico ed estetico che orienta la vita del
soggetto nel pensare e nell’avere un rapporto con se stesso e con gli altri. Il testo di Manei,
condannato dall’inquisizione, s'impegna a combattere le antiche concezioni medioevali che
vedono nell'immortalità dell'anima la sede dell’eccellenza e sottolineare il valore del libero agire
umano. Per lui la dignità risiede nell'attività umana che attraverso la scienza porta il soggetto a
conoscere le leggi che regolano la natura. La libertà descrive la condizione umana, è un dono
divino ma anche conquista dell'uomo attraverso la conoscenza. Indagare la formazione perfetta
dell’uomo è compito dell’uomo e questa è l'autentica dignitas hominis a cui l'uomo può tendere.
Pico della Mirandola nell’” Oraio” esprime la propria concezione dell'uomo la cui esistenza è
segnata dal libero arbitrio; esso consente di decidere liberamente la propria strada. L'uomo può
tendere a un livello superiore a quello immutabile degli angeli, può essere ciò che vuole, egli
trasforma e plasma la sua persona con il suo ingegno. Il dono della libertà deve essere curato
affinché non diventi nocivo. Curarsi della propria libertà significa equilibrare la vita attiva, ricercare
l'ordine. La dignità dell'uomo non si dà al denaro che possiede, ma nelle conquiste conoscitive
mediante cui coltiva il proprio umano.
6. La Bildung neoumanistica
6.1 il grande secolo tedesco tra Auklarung, Romanik, Klassik
Il periodo tra 1750 e il 1850 (stagione classico – romanica), viene anche chiamato età di Goethe.
Nel secolo d'oro la cultura umanistica giunge a piena espressione, sancendo il rapporto tra
umanità e formazione dell'uomo. Vi è un nesso inscindibile tra educazione del singolo e del genere
umano.
L'Auklarung: illuminismo; la ragione diviene lo strumento per scoprire i processi cognitivi e il
mezzo per contrastare le forme di superstizione e ignoranza. Muta la forma della mente umana
che da più importanza a ciò che è osservabile, si guarda il mondo sotto una concezione laica. Si
sposta l'attenzione dal divino all’umano, dall’ultra terreno al terreno. Con la ragione si attua un
processo di liberazione ed emancipazione. Tra il 1700 e il 1800 troviamo un’atmosfera culturale
dove coesistono elementi differenti.
La Romanik: è un movimento spirituale alimentato dal tema del sentimento, si avvalora
l'interioritá e la sfera individuale. Ha inizio dallo Sturm und drang (tempesta e impeto). Il fine della
Romanik è dare la possibilità di vivere un'esistenza felice, nel segno dell'armonia che
dall'interioritá del singolo si dirama in tutta l’umanità.
La Sehnsucht: è la nostalgia del passato visto come qualcosa di smarrito. Infatti, si guarda alla
classicità greca con nostalgica ammirazione, benché si avverta il bisogno di attuare un profondo
mutamento.
Klassik: movimento culturale che stringe un legame fra umanità, formazione e cultura. La cultura
che vivifica e protegge l'animo umano dalle insidie della modernizzazione; il rilievo dato alla
soggettività dell'uomo; importante è il tema del viaggio, infatti viaggiando nel mondo, lontano da
ciò è conosciuto, l'uomo intraprende anche un cammino dentro sé stesso che lo condurrà a
conoscersi e a formarsi. La bildung è l’Ideale della formazione profonda, interiore e armonica
dell'uomo in questo periodo viene a crearsi la categoria di bildung.
6.2 Goethe e l'essenza della bildung
Bildung è il termine che usa Goethe per descrive l’armonico processo di formazione che riguarda la
natura e l'umanità. Lo studio del mondo naturale si rivela il luogo originario per comprendere
l'autentica natura dell'uomo, ritmata da un divenire in perenne trasformazione. Bildung descrive
come il già formato venga subito ritrasformato senza lasciare spazio a forme statiche. Il mistero
della natura è che crea forme eternamente nuove, dove tutto è nuovo eppure sempre antico;
nella natura c'è una vita eterna, un eterno divenire. Gli uomini sono tutti in merito e tutti in lei.
L'amore è l'unico mezzo attraverso cui l'uomo ha la possibilità di coglierla e interpretarla. Gli 8 libri
di Wilhelm Meisters Lehrjahre sono la storia di un processo di formazione. La storia di Wilhelm
coincide con un divenire formativo di cui lui è il protagonista e narra le varie fasi; ma la cosa più
importante è la modalità con cui l’uomo può formare sé stesso attraverso gli intrecciati sentieri
della conoscenza dischiusi alla vita. Dall’interioritá tra tendenze innate e capacità acquisite trae
origine l'educazione, la quale è sempre un cammino verso sé stessi. Per conseguire un'accurata
educazione occorre comprendere il valore dell’umanità è raggiungere una formazione culturale
armonica, a tal fine l'uomo deve prendere le distanze da occupazioni sciocche. Il soggetto
necessita di una formazione dello spirito e del cuore per giungere alla coscienza di sé stesso come
un'armonica unità. Non si deve leggere l'errore come un fallimento ma come un’occasione per
migliorare. La rinuncia consiste in quell’atto volontario del soggetto per cui sceglie di abbandonare
un progetto nel quale si era impegnato. Educazione sociale attraverso la quale l'uomo arricchisce
la sua formazione. Nell'incontro il soggetto si apre al cambiamento, alla differenza, al confronto.
La dimensione dialoga dell'educazione spinge a guardare oltre noi stessi. Poiché il singolo non può
mai venire a una perfetta conoscenza, la comunità è strutturata in modo tale da educare ciascuno
secondo la propria capacità e i propri fini.
6.3 Schiller e la forma dell’Erziehung (educazione)
Contrasto tra odierna forma dell'umanità e quella antica. La Grecia rappresenta la dignità della
sapienza, ricchezza di forma; quella odierna è diversa sia per la società che per gli uomini che sono
individui in frammenti. Se la formazione si ricorda per la sua armonica unità, l’individuo moderno
si denota per un intelletto che tutto divide. Fu la cultura stessa a creare questo dividendo le
scienze e le occupazioni spezzando il legame della natura umana. Gli uomini ora sono barbari
perché si sono esonerati dalla fatica di pensare lasciando ad altri la tutela delle loro idee, dunque
l'umanista ha smarrito la propria dignità. L’uomo sente questo strazio ma non può fare niente solo
con le sue forze, la politica dovrebbe aiutarlo ma rimane estranea ai cittadini perché non prova
sentimento. Critica il mondo politico perché semplifica la molteplicità dei cittadini classificandoli e
non accogliendone l'umanità. L’assenza di sentimento ha prodotto i mali moderni è per
contrastare la via che porta alla mente dovrebbe essere aperta al cuore. Rapporto tra natura
naturans e natura naturata: la natura ci traccia la via da seguire per la nostra formazione; essa ha
origine in una contrapposizione tra impulso sensibile e formale. Il primo richiede mutamento
(vita), il secondo unità e immutabilità (forma). L’uomo non è né pura vita ne forma bensì una più
completa è libera forma vivente. La bellezza è il compimento dell'umanità, si configura un'estetica
umanistica. “Da bellezze trarre bellezza” è il compito della formazione estetica, ha un duplice fine:
restituire all’’uomo la sua dignità di essere umano e rigenerare l'umanità. Attraverso il sentimento
della bellezza l'uomo si educa al principio del bene; il processo educativo si nutre dei valori di
libertà e dovere, da cui scaturisce quel senso di responsabilità che spinge il soggetto a pensarsi
non come individuo ma come parte di umanità. Attraverso l'educazione estetica diviene possibile
raggiungere il pieno sviluppo del genere umano. Ponendosi alla ricerca di sé stesso, il soggetto
scopre come il divino impulso formativo possieda la facoltà di trasformare l’informe materia del
mondo morale. Si deve costruire uno stato estetico dove ciascuno si percepisca come un libero
cittadino.
6.4 Humboldt e l'esistenza della Menschheit (genere umano)
Riforma delle istituzioni educative; il libro “L'intreccio delle conoscenze” è una condizione
necessaria affinché l'uomo possa irrobustire la propria formazione. La formazione dell'animo
umano precede quella dell’intelletto. L'esistenza della Menschheit riflette uno stato di malessere,
l'uomo tenta di placare l'inquietudine interna ampliando la sfera conoscitiva verso l'esterno:
errore perché l'inquietudine non è il prodotto del suo agire ma viene dall'interno, dal suo
pensiero. Tra pensare e agire c'è uno stretto legame. Evitare che il soggetto durante il processo di
esteriorizzazione nel mondo non perda se stesso arrivando all'inquietudine; il soggetto deve
irrobustire la sua forza interiore per poi aprirsi al mondo. Colui che ha compreso l'origine della sua
inquietudine può dare allo spirito una nuova armonia interiore rendendosi consapevole di poter
completare la sua formazione.
6.5 Neuhumanismus e Urbildung
Bildung fu l’idea più importante del secolo XVIII dove Auklarung, Romanik e Klassik recuperano le
tradizioni umanistiche del passato e delineano il senso costituivo della bildung neoumanistica. Il
neoumanismo di Goethe è contraddistinto dal rapporto fra bildung e harmonie: il problema della
formazione è ricondotto alla dimensione dell'armonia intesa come equilibrata corrispondenza
delle singole pari con il tutto. Schiller afferma che la bildung è astheik, cioè l'uomo si forma
educandosi al sentimento della bellezza. La schonheit è la condizione che pone l'uomo e l'umanità
imprigionati nella infelicità e decadenza. Per Humboldt bildung è kultur, ovvero non c’è
formazione senza la cultura perché essa concreta l'insieme di conoscenze che permette all'uomo a
una piena realizzazione Delle proprie facoltà. Goethe analizza tutti gli scritti sulla natura, per
esempio la botanica o la morfologia, cioè quella scienza che si occupa di studiare le forme esterne
e le strutture interne degli organismi viventi, per risolvere la riflessione sulla formazione originaria.
Nel mondo animale è presente sia la vis essentialis (forza propria di tutto ciò che vuole
autoprodursi) che la nisus formativus (un impulso da cui la formazione sarebbe provocata).
Osservando la formazione nella natura ipotizza che in noi vi è una predeterminazione ciò che
dovrebbe venire prima che noi percepiamo qualcosa; se esaminiamo le forme esistenti ci
accorgiamo che in essa non vi è nulla di immobile e fisso ma ogni cosa ondeggia quindi si usa la
parola bildung per meglio spiegare questa condizione, si indica sia ciò che si è già prodotto sia ciò
che sta producendo. Non si può parlare di forma perché il già formato viene subito ritrasformato.
Il ciclo di vita è una trasformazione continua. La trasformazione segue le leggi della metamorfosi
per cui essa produce une parte mediante l'altra e crea forme diverse per la metamorfosi dello
stesso organo. La questione dell'originarietá è stata trascurata perché le discipline che permettono
di comprendere l'uomo (chimica, biologia…) sono praticate solo da medici e la loro
frammentazione non permette di cogliere il tutto dell'uomo. Bildung ha una duplice tensione, una
verso l'origine del processo formativo (Urbildung=formazione originaria), l'altra verso un divenire
di forma sempre in mutamento (umbildung= trasformazione). Fine ultimo è il grande umanesimo.
7. La formazione originaria
7.1 Morfologie della formazione originaria nella storia della formazione dell’uomo
Questo capitolo si è proposto di introdurre una duplice ipotesi:
A) Rilevare se e in quale modo nella storia della formazione di ogni singolo uomo sussistano
un’originarietà della formazione e una formazione originaria
B) Rilevare se e in quale modo nella storia della formazione dell’uomo si manifestino la
questione dell’originarietà della formazione e il problema della formazione originaria
Ipotesi B, Premesse:
1) nel termine umanesimo si possono fare confluire diverse correnti umanistiche, ognuna delle
quali è caratterizzata dal movimento, continua rinascita dall'umanesimo delle origini che porta a
un ritorno alla forma originaria, non si tratta di una restaurazione per imitazione ma un
ravvivamento dell'antichità classica, si parla quindi di uomo greco e uomo romano ma sono
concetti astratti, esprimono lo sforzo di comprimere in una persona sola l'infinita molteplicità,
profilassi un tipo di uomo ideale.(Burdach)
2) Il duplice problema della nostra generazione è comprendere se non sia andato distrutto
l'umanesimo e quindi è necessario promuovere un rinnovamento dell’umanesimo; bisogna però
conoscere la virtù formatrice custodita dalle epoche del passato questo richiede una
chiarificazione filologica e etimologica.
3) Heidegger per dare di nuovo senso alla parola umanesimo, bisogna educarsi a pensare in modo
più originario l'essenza dell'uomo. L'originarietá della formazione nella storia della formazione
dell'uomo è restituita dalle categorie epocali (paideia, Humanitas…) che possiedono identità
differenti, infatti ogni epoca interpreta il problema della formazione in tempi e spazi diversi che
manifestano la continua originarietá della formazione.
La formazione originaria nella storia della formazione dell'uomo è restituita dalla dimensione
transepocale del problema della formazione, infatti cambiano tempi e i luoghi ma il problema
permane. La formazione originaria rappresenta ciò che accomuna tutte le differenti identità
epocali. Dall’ipotesi B si arriva così alla tesi B. Ossia: nella storia della formazione dell’uomo si
manifestano sia un’originarietà della formazione, sia una formazione originaria. Il loro modo di
manifestarsi è dato rispettivamente dalle categorie epocali e dal persistere transepocale della
formazione dell’uomo nella storia.
7.2 Morfologie della formazione originaria nella storia della formazione di ogni singolo uomo
Ipotesi A, Premesse:
1) la comprensione della vita di ogni uomo è legata alla ricerca genetica. La genetica si occupa di
studiare la generazione degli organismi, i genitori, l’eredità genetica. Le conoscenze genetiche
dimostrano come il genoma sia la struttura costitutiva, originaria del nostro essere umano, la
quale si trasmette attraverso le generazioni.
2) la genetica si apre all’epigenetica, la quale spiega i fattori esterni che condizionano lo sviluppo
interno dei genitori; studia come nel genoma avvengano dei mutamenti causai dall'ambiente per
cui si ereditano. Accanto al concetto di genoma viene affiancandosi quello di epigenoma, il quale
identifica l’insieme delle mutazioni genetiche trasmissibile ed ereditabile. L'ambiente non modifica
i geni del DNA, ma incide in modo transgenerazionale sull'eredità.
3) Anche il settore della neurobiologia appartiene all’ambito delle neuroscienze; essa studia la
fisiologia e la morfologia del sistema nervoso e degli elementi che lo compongono. La dinamicità
neuronale e la dialetticitá sinaptica descrivono non solo le facoltà generali del cervello, ma anche
le sue potenzialità formative e trasformative. L'originarietá della formazione nella formazione di
ogni singolo uomo è restituita dalle trasformazioni sempre differenti di cui si compone la sua
formazione. Ogni uomo non è ciò che era e non è ciò che sarà; poiché è la sua stessa formazione a
trasformarsi e quindi a trasformarlo. L'originarietá consiste nel suo formarsi e trasformarsi in
modo sempre differente. La formazione originaria è restituita da quella parte della costituzione
ontologico-formativa che non muta nonostante le trasformazioni. Quindi le trasformazioni mutano
la formazione ma non la sua struttura originaria. La formazione originaria è data da un intreccio di
dimensioni (genetiche, epigenetiche…) che si radicano nell'originarieta di ogni uomo. Ciascun
soggetto cambia in base all’influenza dell'ambiente ma anche in base alla sua formazione
originaria, ciò che formativamente egli è. Da questo si arriva alla tesi A; cioè: nella storia della
formazione di ogni singolo uomo sussistono sia un’originarietà della formazione sia una
formazione originaria. Il loro modo di manifestarsi è dato rispettivamente dalle trasformazioni che
formano ogni singolo uomo e dall’unicità complessiva della storia della sua formazione. Dopo aver
presentato l’ipotesi A e B bisogna ricordare che l’indagine dedicata all'originarietá della
formazione ha 2 prospettive:
1. Per quanto riguarda la storia della formazione dell’uomo, l’originarietà della formazione
consiste nelle trasformazioni delle categorie epocali che cambiano nel tempo.

2. Per quanto riguarda la storia della formazione del singolo uomo, l’originarietà della
formazione consiste nelle trasformazioni della formazione del soggetto, che cambia nel
tempo.
Anche l’indagine dedicata alla formazione originaria si articola in 2 momenti:
1. Per quanto riguarda la formazione dell’uomo, la formazione originaria restituisce nel corso
della storia il permanere del problema della formazione, che persiste nel tempo della
storia.

2. Per quanto riguarda la formazione del singolo uomo, la formazione originaria restituisce la
struttura ontologico-formativa del soggetto, che persiste nel tempo della vita

Da questo si conclude che l’argomentazione proposta ha richiesto di superare i confini disciplinari


della scienza pedagogica, infatti il percorso compiuto testimonia come il problema della
formazione dell’uomo possa essere compreso grazie a uno sguardo inter- e transdisciplinare. Del
resto, la formazione dell’uomo non è mai stata una questione di matrice soltanto pedagogica.

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