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IPSOA

i Contratti
Bimestrale di dottrina, giurisprudenza
e pratiche contrattuali

ISSN 1123-5047 - ANNO XXVII - Direzione e redazione - Via dei Missaglia, n. 97 - 20142 Milano (MI)
4/2019
edicolaprofessionale.com/icontratti
TARIFFA R.O.C.: POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, DCB MILANO

Contratto e “strumenti negoziali


stragiudiziali” nel Codice
della crisi d’impresa
Le Sezioni Unite sull’onere della prova
dei vizi del bene venduto
Gli interessi nelle operazioni
di finanziamento

DIREZIONE SCIENTIFICA
Umberto Breccia
Ugo Carnevali
Giovanni D’Amico
5 000002 373138

Carlo Granelli
00237313

Francesco Macario

COMITATO DI REDAZIONE
Christian Romeo
i Contratti
Sommario

EDITORIALE
Crisi d’impresa IL CONTRATTO E GLI “STRUMENTI NEGOZIALI STRAGIUDIZIALI” NEL CODICE
DELLA CRISI D’IMPRESA E DELL’INSOLVENZA
di Francesco Macario 369

GIURISPRUDENZA
Vizi della cosa Cassazione Civile, SS.UU., 3 maggio 2019, n. 11748 373
venduta L’ONERE DELLA PROVA DEI VIZI DEL BENE VENDUTO AL VAGLIO DELLE SEZIONI UNITE:
RESISTENZA E RESILIENZA DEL MODELLO DELLA GARANZIA
di Tommaso dalla Massara 378
Fideiussione Cassazione Civile, Sez. III, 28 febbraio 2019, n. 5833 387
FIDEIUSSIONE PERSONALE E TRASPARENZA BANCARIA: INAPPLICABILE AL GARANTE
LA NORMATIVA SPECIALE IN TEMA DI FORMA DEL CONTRATTO
di Marco Nicoli 389
Obblighi Cassazione Civile, Sez. II, 16 gennaio 2019, n. 965 397
del mediatore LA CIRCOLAZIONE DEI BENI DI PROVENIENZA DONATIVA: INSTABILITÀ DEGLI ACQUISTI
E TUTELA DEL PROMISSARIO ACQUIRENTE
di Vincenzo Timpano 399
Risarcimento Cassazione Civile, Sez. VI-2, 8 marzo 2018, n. 5613, ord. 409
del danno LA LIQUIDAZIONE DEL DANNO DA LUCRO CESSANTE: TRA RIGORE LOGICO
E VALUTAZIONE EQUITATIVA
di Federico Zanzi 410
Contratto Tribunale di Cagliari 8 gennaio 2018, ord. 415
di garanzia CONTRATTO AUTONOMO DI GARANZIA, ABUSO DI DIPENDENZA ECONOMICA
E PROVVEDIMENTO D’URGENZA
di Jacopo Alcini 416
OSSERVATORIO DELL’ARBITRO BANCARIO FINANZIARIO
a cura di Francesco Macario,
con la collaborazione di Dario Farace e Francesco Mezzanotte 421

ITINERARI DELLA GIURISPRUDENZA


Intermediazione GLI OBBLIGHI INFORMATIVI DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI AL VAGLIO
finanziaria DELLA GIURISPRUDENZA
a cura di Giovanni Fappiano 424

ARGOMENTI
Donazione LA DONAZIONE IN RIGUARDO DI MATRIMONIO
di Katia Mascia 436
Mutuo INTERESSI, FINANZIAMENTO E PIANO DI AMMORTAMENTO ALLA FRANCESE:
UN RAPPORTO PROBLEMATICO
di Vincenzo Farina 445
Prelazione LA PRELAZIONE ARTISTICA
di Giovanni Francesco Basini 462
Esdebitazione EFFETTI ESDEBITATIVI (NELLA NUOVA DISCIPLINA DEL SOVRAINDEBITAMENTO)
E FAVOR CREDITORIS
di Lara Modica 471

i Contratti 4/2019 367


i Contratti
Sommario

CONTRATTI E UNIONE EUROPEA


OSSERVATORIO EUROPEO
a cura di Sara Capruzzi e Irene Picciano – Studio Legale De Berti Jacchia Franchini Forlani – Bruxelles 478

INDICI
INDICI DEGLI AUTORI, CRONOLOGICO, ANALITICO 485

COMITATO PER LA VALUTAZIONE


Giuseppe Amadio, Angelo Barba, Giuseppe Conte, Donato Carusi, Silvia Cipollina, Vincenzo Cuffaro, Giovanni Di Rosa, Angelo
Federico, Aurelio Gentili, Michele Lobuono, Marisaria Maugeri, Salvatore Monticelli, Andrea Mora, Emanuela Navarretta, Fabio
Padovini, Salvatore Patti, Stefano Pagliantini, Ugo Salanitro, Pietro Sirena, Chiara Tenella Sillani

i Contratti
Bimestrale di dottrina, giurisprudenza
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368 i Contratti 4/2019


Editoriale
Contratti in generale

Crisi d’impresa

Il contratto e gli “strumenti


negoziali stragiudiziali”
nel Codice della crisi d’impresa
e dell’insolvenza
di Francesco Macario
1. Non v’è dubbio che il percorso iniziato dal legisla- Scorrendo le nuove norme, si segnala perciò, in primo
tore all’incirca un quindicennio addietro, all’insegna luogo, la previsione dei contratti - ma potrebbe trat-
dell’ampliamento delle opportunità, offerte dall’ordi- tarsi anche di “atti unilaterali” - “posti in essere in
namento ai privati, per gestire attraverso “strumenti esecuzione del piano”, per i quali il Codice conferma
negoziali stragiudiziali” la situazione di crisi e/o d’in- l’esenzione dalla revocatoria (anche quella ordinaria,
solvenza, ha costituito una delle più significative si specifica opportunamente, per prevenire un con-
novità della riforma della legge fallimentare e delle tenzioso, che chiamerebbe causa i principi generali
procedure concorsuali. L’evoluzione della disciplina è della tutela del creditore, a fronte di atti di disposi-
avvenuta costantemente in questo senso, sicché non zione del patrimonio pregiudizievoli e, in ipotesi,
deve meravigliare che alla variegata tipologia di tali fraudolenti), ex art. 166, comma 3, lett. d ed e del
“strumenti negoziali stragiudiziali” sia dedicata un’in- Codice.
tera sezione del nuovo Codice, accomunando il legi- La disciplina è in linea con la già segnalata tendenza
slatore la molteplicità degli “accordi” - l’espressione espansiva dell’autonomia, che si manifesta anche
costituisce l’intitolazione del Capo primo del Titolo nell’esplicitata ammissibilità degli accordi di ristrut-
quarto, dedicato agli “strumenti di regolazione della turazione (soggetti ad omologazione) per l’imprendi-
crisi” (comprensivo anche degli “accordi in esecuzione tore “non commerciale”, il quale si trovi “in stato di
di piani attestati di risanamento”, art. 56 e delle crisi o di insolvenza”, ai sensi dell’art. 57. La percen-
“procedure di composizione delle crisi da sovrainde- tuale del sessanta per cento rimane ferma, come
bitamento” nel Capo secondo, così come del concor- scelta iniziale oramai metabolizzata dalla prassi, men-
dato preventivo nel Capo terzo) e ricorre in quasi tutte tre si specifica che gli accordi “devono contenere
le rubriche delle disposizioni della sezione seconda, l’indicazione degli elementi del piano economico-
che va dall’art. 57 all’art. 64 - con l’assoggettamento finanziario che ne consentono l’esecuzione (art. 57,
degli stessi alla “omologazione”. comma 2).
In questo senso, si conferma la validità di un’altra idea 2. Ancorché la Cassazione abbia, di recente, qua-
portante, per così dire, della riforma, sempre relativa lificato in termini di “procedure” gli accordi in
all’inedita dimensione assunta dall’autonomia pri- questione (superando in tal modo la dottrina
vata, la quale guadagna certamente spazi significati- assolutamente prevalente, che aveva sempre sot-
vamente ampi, ma deve svolgersi al contempo sotto il tolineato la distinzione tra la dimensione pura-
controllo del tribunale (va ricordato: nel modo meno mente negoziale degli accordi e il carattere
invasivo, attraverso l’intervento minimo in sede di giurisdizionale della procedura di concordato pre-
omologazione di accordi già raggiunti sul piano, e con ventivo), rimane salda la logica della relatività
le tecniche, del diritto privato). Ciò consente la degli effetti modificativi del contratto (ovvero dei
produzione dell’effetto premiale del ricorso agli “stru- diversi contratti con i diversi creditori), in cui si
menti negoziali stragiudiziali” e, allo stesso tempo, esprime la ristrutturazione del debito, riafferman-
assicura la necessaria tutela dei soggetti terzi, ossia i dosi la tutela dei creditori estranei, cui deve essere
creditori rimasti estranei agli accordi. assicurato il pagamento integrale, con il controllo

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Editoriale
Contratti in generale

preventivo del professionista indipendente chia- 3. La più significativa novità, anche e soprattutto in
mato ad attestare il piano (art. 57, commi 3 e 4). termini di anomalia e deroga rispetto al sistema e ai
Il nesso inscindibile, già segnalato in apertura, tra principi del diritto comune delle obbligazioni e dei
l’accordo (o gli accordi con i diversi creditori) e il contratti, si può rinvenire negli “accordi di ristruttu-
piano, strumento unitario e di sintesi della program- razione ad efficacia estesa”, di cui all’art. 61 del
mazione economico-aziendale prospettata dal debi- Codice, che riprende, in termini generali (e in questo
tore, viene in rilievo nel successivo art. 58 del Codice, senso ne costituisce innegabile conferma) la ten-
un’altra disposizione innovativa e opportuna, rela- denza dell’ordinamento all’apertura nei confronti
tiva a “rinegoziazione degli accordi o modifiche del delle (diverse e innovative) manifestazioni dell’au-
piano”. tonomia privata, intese alla gestione della situazione
L’esperienza aveva messo in luce le obiettive diffi- critica sul piano economico e finanziario, grazie alle
coltà di attuare il piano ed eseguire i contratti così potenzialità riconosciute al contratto di diritto pri-
come conclusi e poi omologati, allorché - ma i casi vato, che diventa lo strumento (se si preferisce, uno
sono tutt’altro che infrequenti nella prassi, com’è degli strumenti giuridici, ma con un ruolo di parti-
noto - il risanamento aziendale e dunque l’esecuzione colare rilievo) per disciplinare l’attività d’impresa in
dei contratti sia destinata a protrarsi per un lungo quella delicatissima fase rappresentata dalla crisi
periodo (talvolta, molti anni), sicché il Codice pre- ovvero dall’insolvenza.
vede il rinnovo dell’attestazione nelle ipotesi di È evidente che il percorso della c.d. “privatizzazione”
“modifiche sostanziali” (l’espressione non poteva (si discorreva, nei primi tempi della riforma, anche di
che essere di tipo generale, dovendo essere concre- “de-giurisdizionalizzazione”) delle tecniche e delle
tizzata alla luce delle diverse e atipiche circostanze), soluzioni per la regolazione della crisi e, più in gene-
con il ruolo nuovamente decisivo dell’attestatore. Il rale, delle vicende in cui versa l’imprenditore in
legislatore assume, correttamente, una visione dina- difficoltà è andato molto avanti nei quasi tre lustri
mica della vicenda che, in concreto, non può rite- trascorsi dall’inizio della riforma.
nersi definita con l’omologazione, essendo La chiave di volta, per comprendere lo spirito di
quest’ultima piuttosto un punto di partenza per la quest’ultima e, in modo più specifico, le soluzioni
necessaria l’attuazione, in concreto e nel tempo, del tecniche che oggi figurano nel Codice, va individuata
programma (economico-aziendale e, di conseguenza, nel nuovo rapporto tra l’attività d’impresa - da sempre
contrattuale con i creditori aderenti agli accordi). Le al centro degli studi di matrice economico-aziendale,
modifiche sostanziali potranno verificarsi prima o ma non di quelli giuridici - e, dall’altra parte, la
dopo l’omologazione e il legislatore tiene conto di disciplina dell’atto (e/o del negozio) giuridico: la
tale circostanza, al fine di disciplinare le forme di prima non viene più considerata una mera variabile
tutela dei creditori (aderenti, s’intende), i quali della seconda, ossia una sorta di accidente dell’atto e/
dovranno rinnovare il consenso (nel primo caso) o o del rapporto negoziale (in qualche modo rilevante
potranno opporsi al piano modificato (nel secondo sul piano soggettivo ovvero oggettivo, per giustificare
caso). Va da sé che nell’esecuzione del rapporto una regola più o meno divergente rispetto al diritto
contrattuale, prolungato s’è detto in un tempo più generale e comune a tutti i soggetti privati), ma
o meno esteso, giocheranno un ruolo decisivo le diviene criterio di selezione degli interessi da tutelare,
clausole generali, a partire dalla buona fede dei con- attraverso (nuove) disposizioni sul diritto della crisi e
traenti, sul modello di quanto già in sede di diritto dei dell’insolvenza, organizzate in una normativa auto-
contratti in generale il legislatore prevede con l’art. noma e dunque ‘speciale’, rispetto al diritto comune,
1375 c.c. cui non si può tuttavia non dover rendere ragione sul
Nella logica del contratto “protetto” - come è stato piano sistematico complessivo.
correttamente definito in dottrina - o, se si preferisce, In questo senso, il contratto, grazie al quale si orga-
“agevolato” (seguendo, invece, la dizione legisla- nizza e si svolge l’attività d’impresa, finisce per rea-
tiva), che caratterizza gli atti esecutivi del piano lizzare molteplici funzioni. Serve a costituire in primo
attestato, figurano inoltre gli “accordi di ristruttura- luogo il soggetto dell’imputazione giuridica (nell’e-
zione agevolati”, di cui all’art. 60 del Codice (con la sempio più emblematico, la società: il contratto
riduzione alla metà, ossia il trenta per cento, della costituisce l’imprenditore, ma analogamente
percentuali dei creditori aderenti, di cui all’art. 57, se potrebbe dirsi per il “gruppo”, come modalità ancora
non si propone la moratoria dei creditori estranei e una volta di matrice contrattuale per svolgere l’atti-
non si richiedono misure protettive temporanee). vità, benché in assenza di un’autonoma nuova

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Editoriale
Contratti in generale

soggettività giuridicamente rilevante). Ma il con- politica legislativa per il suo depotenziamento,


tratto è anche lo strumento principe per la concreta così da conferire stabilità agli atti compiuti dal
realizzazione dell’attività d’impresa, attraverso il debitore insolvente, nell’esercizio normale e ordi-
complesso organizzato dell’azienda, diventando il nario dell’attività aziendale, con la necessità di
mezzo tecnico per lo svolgimento dell’attività eco- ripensare, anche in questo caso, a un paradigma
nomica organizzata (in termini di produzione e distri- concettuale tendenzialmente negativo, che faceva
buzione di beni e servizi). Il contratto funge poi da capo alla figura, di matrice dottrinale e giurispru-
strumento per l’aggregazione di più soggetti (e atti- denziale, della c.d. “concessione abusiva di
vità imprenditoriali), come nel caso dei gruppi. Non credito”.
v’è dubbio poi che è sempre il contratto lo strumento In questo scenario, che vede in primo piano la valo-
per il finanziamento dell’impresa. Infine, è proprio rizzazione del contratto, nella sua non comune decli-
attraverso la estrema duttilità dello strumento con- nazione di strumento dell’attività d’impresa, nello
trattuale che può, oggi molto più che in passato, può specifico per la gestione negoziale della crisi e/o
essere affrontata (e gestita) la crisi dell’impresa, prima dell’insolvenza, va ricordato che non sono state
che intervenga il momento giurisdizionale o anche accantonate (ma, al contrario di quanto ci si sarebbe
durante lo svolgimento di una procedura concorsuale atteso, sembra che abbiano ricevuto nuova linfa) le
in senso proprio ossia sotto il controllo, di indole categorie ordinanti tradizionali del diritto civile e, in
inevitabilmente pubblicistica, del tribunale. particolare, della disciplina generale del contratto.
4. La possibilità e le nuove opportunità che il legi- Esse vengono tuttora utilizzate (e valorizzate, s’detto)
slatore riformista ha offerto, in modo sempre più dalla giurisprudenza, come dimostra esemplarmente
ampio e sofisticato, al debitore per gestire l’insolvenza il notissimo intervento delle Sezioni Unite (con
(o anche la fase preliminare di “crisi” dell’attività Cass. n. 1521/2013), attraverso il riferimento deci-
d’impresa, così da prevenire la situazione irreversibile sivo, nell’iter argomentativo seguito dalla Suprema
di decozione) all’interno del rapporto obbligatorio - Corte, alla “causa in concreto” (da ricercare, secondo
s’è detto, con il sostegno del tribunale, in funzione di la giurisprudenza, nel giudizio di ammissibilità del
controllo della rispondenza della soluzione proposta concordato preventivo). Con riferimento proprio
(anche) all’interesse generale del ceto creditorio -, alla causa del contratto, si può ritenere che la stessa
non poteva non andare di pari passo con un altret- si realizzi nella (gestione della) crisi ossia di una
tanto nuovo e davvero innovativo approccio al pro- condizione ritenuta dall’ordinamento superabile
blema degli atti di disposizione del patrimonio posti (sino al limite della definitiva e irreversibile insol-
in essere dall’insolvente, con il superamento del venza): sin quando è dunque rimediabile, la crisi
tradizionale giudizio (spesso sommario, nella prassi costituisce un concetto che non esprime una patolo-
applicativa) di disvalore di tali atti in quanto pregiu- gia, con la conseguente meritevolezza del contratto
dizievoli e potenzialmente fraudolenti. finalizzato al salvataggio dell’impresa in crisi, in fun-
Di qui, la logica delle esenzioni dall’azione revo- zione della tutela dei diversi valori connessi all’atti-
catoria, all’interno di una più generale opzione di vità aziendale.

i Contratti 4/2019 371


Giurisprudenza
Contratti in generale

Vizi della cosa venduta

Cassazione Civile, SS.UU., 3 maggio 2019, n. 11748 - Pres. Curzio - Est. Cosentino - (omissis) S.r.l. c.
Fallimento (omissis) S.r.l. in liquidazione
In materia di garanzia per i vizi della cosa venduta di cui all’art. 1490 c.c., il compratore che esercita le azioni di
risoluzione del contratto o di riduzione del prezzo di cui all’articolo 1492 c.c. è gravato dell’onere di offrire la prova
dell’esistenza dei vizi.

ORIENTAMENTI GIURISPRUDENZIALI

Conforme Cass. 16 febbraio 2015, n. 3042; Cass. 25 settembre 2013, n. 21949; Cass. 20 luglio 2013, n. 18125; Cass. 12
giugno 2007, n. 13695; Cass. 10 settembre 1998, n. 8963.

Difforme Cass. 21 settembre 2017, n. 21927; Cass. 2 dicembre 2016, n. 24731; Cass. 20 settembre 2013, n. 20110.

La Corte (omissis) 7. La sentenza SSUU n. 13533/01, come è noto, ha


stabilito che il creditore - sia che agisca per l’adempi-
Ragioni della decisione mento, sia che agisca per la risoluzione contrattuale, sia
1. La sentenza impugnata si fonda su due autonome rationes che agisca per il risarcimento del danno deve provare
decidendi: la prima è che il fax non costituirebbe mezzo soltanto la fonte (negoziale o legale) del suo diritto ed il
idoneo a portare a conoscenza del venditore i vizi riscon- relativo termine di scadenza, limitandosi alla mera alle-
trati nella cosa venduta; la seconda è che, nella specie, il gazione della circostanza dell’inadempimento della con-
compratore non avrebbe dato la prova, di cui sarebbe troparte; mentre grava sul debitore convenuto l’onere
onerato, della sussistenza dei vizi denunciati. della prova del fatto estintivo dell’altrui pretesa, costituito
2. La società ricorrente censura entrambe tali rationes dall’avvenuto adempimento. Nella stessa sentenza, le
decidendi, rispettivamente con il primo ed il secondo Sezioni Unite hanno altresì precisato che, anche nel
motivo di ricorso. È opportuno trattare con priorità il caso in cui sia dedotto non l’inadempimento dell’obbli-
secondo mezzo di ricorso, con il quale viene posta la gazione, ma il suo inesatto adempimento, al creditore
questione di diritto rimessa dalla Seconda Sezione all’e- istante sarà sufficiente la mera allegazione dell’inesattezza
same delle Sezioni Unite. dell’adempimento (per violazione di doveri accessori,
3. L’ordinanza interlocutoria pone la questione “se il come quello di informazione, ovvero per mancata osser-
principio di diritto affermato dalle Sezioni Unite con la vanza dell’obbligo di diligenza, o per difformità quantita-
sentenza n. 13533 del 2001 sia applicabile in tema di tive o qualitative dei beni), gravando, ancora una volta, sul
garanzia per vizi della cosa venduta (in particolare all’a- debitore l’onere di dimostrare l’avvenuto, esatto,
zione redibitoria esperita nel caso di specie) o se la confi- adempimento.
gurazione dei rimedi, quale emerge dall’esame della 8. Da tali principi, Cass. 20110/13 - premesso “che in tema
giurisprudenza, giustifichi una soluzione diversa” (pagg. di compravendita, l’obbligazione (di dare) posta a carico
16/17). del venditore è di risultato, in quanto l’interesse perseguito
4. Per la compiuta intelligenza della questione, è necessa- dall’acquirente è soddisfatto con la consegna di un bene in
rio svolgere le seguenti considerazioni preliminari. grado di realizzare le utilità alle quali, secondo quanto
5. Come puntualmente evidenziato dalla Sezione remit- pattuito, la prestazione sia preordinata” (pag. 7) - ha tratto
tente, fino al 2013 non vi erano incertezze giurispruden- la conclusione che “all’acquirente (creditore) sarà suffi-
ziali sul principio che, nelle azioni di garanzia per i vizi ciente allegare l’inesatto adempimento ovvero denunciare
della cosa venduta, l’onere della prova dei difetti e delle la presenza di vizi o di difetti che rendano la cosa inidonea
eventuali conseguenze dannose, nonché dell’esistenza del all’uso alla quale è destinata o che ne diminuiscano in
nesso causale fra i primi e le seconde, fa carico al com- modo apprezzabile il valore, essendo a carico del venditore
pratore che faccia valere la garanzia (Cass. 1035/68, Cass. (debitore), in virtù del principio della riferibilità o vici-
2841/74, Cass. 7986/91, Cass. 8533/94, Cass. 8963/98, nanza della prova, l’onere di dimostrare, anche attraverso
Cass. 13695/07, Cass. 18125/13). presunzioni, di avere consegnato una cosa che sia con-
6. Detto indirizzo è stato sovvertito da una pronuncia della forme alle caratteristiche del tipo ordinariamente pro-
Seconda Sezione, la sentenza 20 settembre 2013 n. 20110, dotto ovvero la regolarità del processo di fabbricazione o
che ha ritenuto il medesimo non più sostenibile dopo che di realizzazione del bene;
le Sezioni Unite, con la sentenza n. 13533 del 2001, ove sia stata fornita tale prova, sarà allora onere del
avevano unificato la disciplina dell’onere della prova compratore dimostrare l’esistenza di un vizio o di un difetto
dell’inadempimento dell’obbligazione nelle azioni di intrinseco della cosa, ascrivibile al venditore” (loc. cit.).
adempimento contrattuale, di risoluzione contrattuale e 9. L’indirizzo espresso da Cass. 20110/13 non è stato
di risarcimento dei danni da inadempimento. seguito da Cass. 21949/13, né da Cass. 3042/15, né da

i Contratti 4/2019 373


Giurisprudenza
Contratti in generale

Cass. 18497/17, nelle quali si è continuato ad affermare della cui proprietà costituisce l’oggetto del contratto). La
che nelle azioni edilizie grava sul compratore l’onere di disciplina dell’obbligazione di consegna prevede che la
provare i vizi della cosa venduta; esso, tuttavia, è stato cosa venga consegnata “nello stato in cui si trovava al
ripreso, nella Seconda Sezione, dalla sentenza 2.12.16 momento della vendita” (art. 1477 c.c., comma 1), senza
n. 24731/16 e, nella Terza Sezione, dall’ordinanza 21 alcun riferimento alla immunità della cosa da vizi. Va
settembre 2017 n. 21927; quest’ultima ha espressamente sottolineato che l’art. 1477 c.c., comma 1 appare riferibile
motivato la propria adesione alla sentenza n. 20110/13 specificamente alla vendita di una cosa determinata, ma
proprio sulla ritenuta necessità di muoversi “nel solco che esso va tuttavia interpretato estensivamente (attri-
dell’insegnamento” di SSUU n. 13533/01 (pag. 9). buendo alla parola “vendita” il più lato significato di
10. Per la risoluzione del segnalato contrasto risulta allora “trasferimento della proprietà”), traendone la regola, ido-
necessario verificare la correttezza del presupposto su cui si nea a disciplinare l’obbligazione di consegna nei contratti
fonda il ragionamento sviluppato nella sentenza n. 20110/ di vendita di cose determinate solo nel genere, che le stesse
13 e ripreso nella ordinanza n. 21927/17, ossia che la - quando il momento dell’individuazione sia precedente, e
consegna di una cosa viziata costituisca inesatto adempi- non contestuale, a quello della consegna - vanno conse-
mento ad una obbligazione del venditore. È infatti evi- gnate nello stato in cui si trovavano al momento della
dente che, se tale presupposto fosse smentito, non vi individuazione, che, come già evidenziato, coincide con
sarebbe ragione di assoggettare la disciplina dell’onere quello del trasferimento della proprietà, ai sensi dell’art.
della prova nelle azioni edilizie ai principi elaborati da 1378 c.c. La giurisprudenza di questa Corte ha infatti
SSUU n. 13533/01 con riferimento all’onere della prova chiarito che, nella vendita di cose determinate solo nel
dell’inadempimento delle obbligazioni. genere, l’individuazione, ove non avvenga con la conse-
11. Ai fini della suddetta verifica appare opportuno pren- gna al compratore (o allo spedizioniere o al vettore), né
dere le mosse dal testo dell’art. 1476 c.c., che elenca le avvenga, come di regola, in presenza delle parti, ma, per
obbligazioni principali del venditore in: 1) quella di con- specifica intesa contrattuale, debba avvenire con modalità
segnare la cosa al compratore; 2) quella di far acquistare al diverse, deve essere effettuata in modo idoneo ad assicu-
compratore la proprietà della cosa o il diritto, se l’acquisto rare la non sostituibilità, da parte del venditore, delle cose
non è effetto immediato del contratto; 3) quella di garan- che siano state individuate mediante la separazione dal
tire il compratore dall’evizione e dai vizi della cosa. genus (cfr. sentt. nn. 5768/81, 8861/96, 9466/11).
12. In disparte la disposizione di cui al suddetto n. 2) e il 14. Procedendo, poi, all’esame dell’obbligazione menzio-
riferimento all’evizione contenuto nel suddetto n. 3), va nata nell’art. 1476 c.c., n. 3), il Collegio osserva che la
qui sottolineato che l’obbligazione di consegna di cui al stessa risulta normativamente descritta, per quanto qui
n. 1 ha ad oggetto un bene che, al momento dell’adempi- interessa, come l’obbligazione di “garantire il compra-
mento di tale obbligazione, è, di regola, già in proprietà del tore... dai vizi della cosa”. Questa formulazione ha indotto
compratore (eccettuata l’ipotesi di vendita di cose deter- parte della dottrina ad attribuire alla nozione di garanzia
minate solo nel genere in cui l’individuazione debba richiamata dalla disposizione, mediante l’uso della parola
avvenire mediante la consegna al compratore). Infatti “garantire”, un significato genericamente assicurativo, di
l’effetto traslativo della proprietà della cosa compraven- accollo di un rischio in ordine al verificarsi di eventi che
duta dal patrimonio del venditore a quello del compratore non si è obbligati ad evitare. La garanzia per vizi, secondo
si produce, quando si tratti di cosa determinata, con la tale prospettiva, andrebbe inquadrata come prestazione
conclusione del contratto (art. 1376 c.c.) e, quando si contrattuale indennitaria di tipo restitutorio, finalizzata -
tratti di cose determinate solo nel genere, con l’individua- secondo uno schema di tipo, appunto, assicurativo - a
zione di cui all’art. 1378 c.c. (prima ancora ed indipen- realizzare in forma sostitutiva l’interesse deluso del com-
dentemente dalla consegna delle stesse, ove i relativi pratore ad una res immune da vizi. La consegna di una cosa
tempi non coincidano, cfr. Cass. n. 4611/82). Ai sensi viziata, in definitiva, non darebbe luogo ad alcun inadem-
del suddetto art. 1378 c.c., infatti, l’individuazione pimento, ma determinerebbe l’operare della garanzia, con
avviene, “d’accordo tra le parti o nei modi da esse stabiliti” la correlativa pretesa indennitaria di tipo restitutorio a
e può essere precedente o contestuale alla consegna al tutela dell’interesse deluso dell’acquirente.
compratore, secondo le intese tra le parti (Cass. n. 3559/ 15. L’inquadramento della garanzia di cui all’art. 1476,
95) e, quando si tratti di cose che devono essere trasportate n. 3 in uno schema di tipo assicurativo, cui sopra si è fatto
da un luogo ad un altro, può identificarsi con la consegna al cenno, non è condiviso dal Collegio, perché, per un
vettore (o allo spedizioniere). Quest’ultima, salvo patto verso, non appare sormontabile la difficoltà di ricondurre
contrario, libera il venditore (art. 1510 c.c., comma 2); il ad uno schema di tipo indennitario i rimedi (che pure
compratore, infatti, diventa proprietario e possessore della prescindono dalla colpa del venditore) della risoluzione
merce quando la stessa viene consegnata al vettore ed ha del contratto e della riduzione del prezzo previsti dall’art.
facoltà di agire contro quest’ultimo in caso di perdita della 1492 c.c.; per altro verso, il risarcimento del danno di cui
merce stessa durante il viaggio (cfr. Cass. n. 4344/01). all’art. 1494 c.c. presuppone la colpa del venditore,
13. L’obbligazione menzionata nell’art. 1476 c.c., n. 1), mentre l’assicurazione contrattuale (l’assunzione del
risulta dunque normativamente descritta come obbliga- rischio) postula che l’evento che rende attuale l’obbli-
zione di consegna della cosa dedotta in contratto (vale gazione indennitaria esuli da qualunque giudizio di impu-
dire, a mente dell’art. 1470 c.c., la cosa il trasferimento tabilità e di illiceità.

374 i Contratti 4/2019


Giurisprudenza
Contratti in generale

16. La suddetta opinione dottrinale - che, come è noto, consegnare la cosa o le cose determinate in contratto o
costituisce solo una delle molteplici teorizzazioni che si individuate successivamente, indipendentemente dalla
registrano sul controverso tema della natura della garanzia eventuale presenza di vizi nelle stesse. Per quanto poi
per i vizi della cosa venduta - è stata, tuttavia, richiamata riguarda l’obbligazione di individuazione, è appena il
per evidenziare quanto distante sia il meccanismo di caso di sottolineare che l’eventuale presenza di un vizio
operatività della garanzia per vizi della cosa venduta nelle cose individuate non costituisce violazione dell’ob-
dallo schema dell’obbligo di prestazione, tipico del rap- bligo di individuare cose di qualità non inferiore alla
porto obbligatorio. media, giacché, come reiteratamente affermato da questa
17. Va infatti evidenziato che l’immunità da vizi non può Corte, il vizio riguarda le imperfezioni e i difetti inerenti il
assurgere a contenuto del precetto negoziale, perché l’ob- processo di produzione, fabbricazione, formazione e con-
bligazione può avere ad oggetto una prestazione futura, ma servazione della cosa, mentre la qualità inerisce alla natura
non il modo di essere attuale della cosa dedotta in con- della merce e concerne tutti gli elementi essenziali e
tratto. Poiché la proprietà di quest’ultima si trasferisce, sostanziali che influiscono, nell’ambito di un medesimo
nella compravendita di cosa determinata, nel momento genere, sull’appartenenza ad una specie piuttosto che a
del perfezionamento dell’accordo tra i contraenti, e, nella un’altra (cfr. sentt. nn. 28419/13, 6596/16). Anche nel
compravendita di cose determinate solo nel genere, nel caso, assai diffuso negli ordinari rapporti commerciali tra
momento dell’individuazione effettuata ai termini del- imprese, della vendita di cose future che devono essere
l’art. 1378 c.c. (necessaria perché all’effetto obbligatorio prodotte dallo stesso venditore (la quale si distingue dal-
segua quello reale del trasferimento della proprietà dal l’appalto, secondo il costante orientamento di questa
venditore al compratore), l’obbligazione di consegna di Corte, perché nella vendita il lavoro è recessivo rispetto
cui all’art. 1476 c.c., n. 1 ha ad oggetto esattamente quella alla materia, rappresentando soltanto il mezzo per la tra-
cosa o quelle cose - ancorché, eventualmente, viziate - che sformazione della materia in conformità alla attività pro-
hanno formato oggetto dell’accordo traslativo o della duttiva ordinaria del venditore, cfr., tra le tante, Cass.
individuazione effettuata dopo la conclusione di tale 3069/71, Cass. 3944/82, Cass. 12011/97, Cass. 20391/08,
accordo, nello stato in cui esse si trovavano al momento Cass. 5935/18), la tutela del compratore è affidata alla
del contratto o della loro successiva individuazione. garanzia per i vizi (cfr. Cass. 5075/83, Cass. 5202/07),
18. Del resto, può aggiungersi, le obbligazioni di indivi- risultando quindi irrilevanti le modalità con cui il vendi-
duazione e di consegna restano concettualmente distinte tore ha realizzato il processo di produzione delle cose. Non
anche quando il loro adempimento avvenga uno actu, ossia è dunque possibile concepire la garanzia per vizi come
quando la individuazione sia contestuale alla consegna (al oggetto di un dovere di prestazione.
compratore o allo spedizioniere o al vettore). La vendita di 20. Alla stregua delle considerazioni che precedono, deve
cosa appartenente ad un genere, infatti, fa sorgere a carico allora concludersi che il disposto dell’art. 1476 c.c., là dove
del venditore una obbligazione duplice, ossia, in primo qualifica la garanzia per vizi come oggetto di una obbliga-
luogo, l’obbligazione di individuazione della cosa la cui zione, va inteso non nel senso che il venditore assuma una
proprietà viene trasferita (la quale, ai sensi dell’art. 1178 c. obbligazione circa i modi di essere attuali della cosa, bensì
c., deve essere “di qualità non inferiore alla media”) e, in nel senso che egli è legalmente assoggettato all’applica-
secondo luogo, l’obbligazione di consegna della cosa (pre- zione dei rimedi in cui si sostanzia la garanzia stessa. Il
cedentemente o contestualmente) individuata (cfr. Cass. Collegio intende dunque ribadire quanto già nel 2012, con
14025/14, dove, appunto, si sottolinea che la vendita di la sentenza n. 19702/12, queste Sezioni Unite ebbero
cose determinate solo nel genere “fa sorgere a carico del modo di sottolineare, ossia che l’obbligo di garanzia per i
venditore il duplice obbligo di individuare la res e di vizi della cosa pone “il venditore in una situazione non
consegnarla nel luogo pattuito”, pag. 4). tanto di “obbligazione”, quanto piuttosto di “soggezione”,
19. In definitiva, la disciplina della compravendita non esponendolo all’iniziativa del compratore, intesa alla
pone a carico del venditore nessun obbligo di prestazione modificazione del contratto di vendita, o alla sua caduca-
relativa alla immunità della cosa da vizi; in altri termini, zione, mediante l’esperimento rispettivamente dell’actio
all’obbligo di garantire il compratore dai vizi della cosa, quanti minoris o dell’actio redibitoria” (pag. 10, ultimo
previsto dall’art. 1476 c.p., n. 3, non corrisponde - a capoverso).
differenza di quanto ordinariamente accade nello schema 21. Se dunque la garanzia per i vizi pone il venditore in una
proprio delle obbligazioni - alcun dovere di comporta- condizione non di “obbligazione” (dovere di prestazione)
mento del venditore in funzione del soddisfacimento ma di “soggezione”, lo schema concettuale a cui ricondurre
dell’interesse del compratore. Le obbligazioni del vendi- l’ipotesi che la cosa venduta risulti viziata non può essere
tore, ai fini che qui interessano, si risolvono infatti, lo si quello dell’inadempimento di una obbligazione.
sottolinea nuovamente, nell’obbligazione di consegnare la 22. La conclusione che precede, tuttavia, non impone di
cosa oggetto del contratto e, nella vendita di cose deter- collocare detta ipotesi fuori dal campo dell’inadempi-
minate solo nel genere, nella duplice obbligazione di mento (più precisamente, dell’inesatto adempimento)
individuare, separandole dal genere, cose di qualità non del contratto, nel quale tradizionalmente essa è stata
inferiore alla media e di consegnare le cose individuate. In collocata, con il conforto della prevalente dottrina,
entrambi i casi, ai fini dell’esatto adempimento dell’ob- dalla giurisprudenza di questa Corte (cfr. sentt. nn.
bligazione di consegna, il venditore non deve fare altro che 5686/85, 7561/06, 14431/06, 20557/12). La consegna di

i Contratti 4/2019 375


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Contratti in generale

una cosa viziata integra un inadempimento contrattuale, operanti sia nel caso in cui il creditore agisca per l’adem-
ossia una violazione della lex contractus; ma, come è stato pimento, sia nel caso in cui, sul comune presupposto
persuasivamente osservato in dottrina, non tutte le viola- dell’inadempimento della controparte, egli agisca per il
zioni della lex contractus realizzano ipotesi di inadempi- risarcimento del danno o per la risoluzione per inadempi-
mento di obbligazioni. mento o per inesatto adempimento. È dunque evidente
23. Con specifico riguardo ai contratti traslativi, la spiega- come tali principi non possano essere riferiti alle azioni
zione delle peculiarità delle patologie dell’effetto traslativo e edilizie; la presunzione di permanenza del diritto è specu-
del funzionamento dei rimedi che la legge ad esse ricollega larmente declinabile come presunzione di permanenza
richiede un superamento del concetto classico di inadempi- dell’obbligazione, ma, come si è chiarito nel p. 19, la
mento - inteso come inattuazione dell’obbligazione contrat- disciplina della compravendita non pone a carico del
tuale - e il riconoscimento della possibilità di configurare vere venditore nessun obbligo di prestazione relativo alla
e proprie anomalie dell’attribuzione traslativa. La consegna immunità della cosa da vizi.
della cosa viziata costituisce non inadempimento di una 28. Sulla scorta delle considerazioni fin qui svolte, la
obbligazione (di consegna o di individuazione), ma la imper- questione del riparto dell’onere della prova tra venditore
fetta attuazione del risultato traslativo promesso. e compratore, nelle azioni edilizie, si presenta di agevole
24. La garanzia per vizi non va, dunque, collocata nella soluzione, alla stregua del principio, fissato nell’art. 2967 c.
prospettiva obbligatoria e la responsabilità che essa pone c., che chi vuol far valere un diritto in giudizio deve
in capo al venditore va qualificata come una responsabilità provare i fatti che ne costituiscono il fondamento; il diritto
contrattuale speciale, interamente disciplinata dalle alla risoluzione o alla modificazione (quanto al prezzo) del
norme dettate sulla vendita. Il presupposto di tale respon- contratto di compravendita, che vuoi far valere il com-
sabilità è, come già accennato, l’imperfetta attuazione del pratore che esperisca le azioni di cui all’art. 1492 c.c. per
risultato traslativo (e quindi la violazione della lex con- essere garantito dal venditore per i vizi della cosa venduta -
tractus) per la presenza, nella cosa venduta, di vizi che la vale a dire, per l’imperfetta attuazione del risultato trasla-
rendono inidonea all’uso cui è destinata o ne diminui- tivo, anche in assenza di colpa del venditore - si fonda sul
scono in modo apprezzabile il valore. Si tratta di una fatto della esistenza dei vizi; la prova di tale esistenza grava,
responsabilità che prescinde da ogni giudizio di colpevo- pertanto, sul compratore.
lezza del venditore e si fonda soltanto sul dato obiettivo 29. Può aggiungersi che la conclusione che precede risulta
dell’esistenza dei vizi; essa si traduce nella soggezione del idonea a soddisfare anche le esigenze di carattere pratico -
venditore all’esercizio dei due rimedi edilizi di cui può espresse dal principio di vicinanza della prova e dal tradi-
avvalersi il compratore, al quale è anche riconosciuto il zionale canone negativa non sunt probanda - che queste
diritto al risarcimento dei danni, salvo che il venditore Sezioni Unite hanno indicato, nella sentenza n. 13533/01,
provi di aver senza colpa ignorato i vizi. a sostegno della opzione ermeneutica che pone sull’ob-
25. Chiarita, nei termini sopra illustrati, l’accentuata bligato l’onere di provare di avere (esattamente) adem-
specialità delle azioni edilizie rispetto ai rimedi generali piuto non solo quando il creditore chieda l’adempimento,
all’inadempimento costituiti dalla risoluzione e dal risar- ma anche quando il creditore chieda la risoluzione del
cimento del danno e, conseguentemente, sottratta la contratto o il risarcimento del danno.
disciplina di tali azioni all’ambito concettuale dell’ina- 30. Quanto al principio di vicinanza della prova, il Col-
dempimento delle obbligazioni, risulta agevole conclu- legio osserva che esso ha trovato la sua prima compiuta
dere che il presupposto su cui si basa l’orientamento enunciazione proprio nella sentenza SSUU n. 13533/01,
espresso nelle menzionate pronunce della Seconda dove viene declinato nel senso che l’onere della prova
Sezione nn. 20110/13 e 24731/16 e della Terza Sezione deve essere “ripartito tenuto conto, in concreto, della
n. 21927/17, secondo cui la consegna di una cosa viziata possibilità per l’uno o per l’altro soggetto di provare fatti
costituirebbe inesatto adempimento di una obbligazione e circostanze che ricadono nelle rispettive sfere di azione”
del venditore, non può essere tenuto fermo. (p. 1.2.1, pag. 12). L’ancoraggio di tale principio all’art. 24
26. Dalla suddetta conclusione discende che la disciplina del Cost., implicito in SSUU n. 13533/01 (dove si afferma che
riparto dell’onere della prova tra venditore e compratore, esso “muove dalla considerazione che il creditore incon-
nelle azioni edilizie, non può ritenersi compresa nell’ambito trerebbe difficoltà, spesso insuperabili, se dovesse dimo-
applicativo dei principi fissati dalla sentenza SSUU n. 13533/ strare di non aver ricevuto la prestazione”, loc. cit.), è stato
01 in materia di prova dell’inesatto adempimento delle poi reso esplicito nelle pronunce successive (tra le varie,
obbligazioni nelle ordinarie azioni contrattuali di adempi- Cass. SSUU 141/06, in materia di lavoro, e Cass. 19146/
mento, di risoluzione e di risarcimento del danno. 13, in materia di appalto, proprio con riferimento all’onere
27. I principi fissati nella sentenza n. 13533/01 discendono della prova dei vizi della cosa realizzata dall’appaltatore).
dalla presunzione di persistenza del diritto, desumibile 31. In SSUU n. 13533/01 il principio della vicinanza della
dall’art. 2697, in virtù della quale - una volta che il prova viene ritenuto “coerente alla regola dettata dall’art.
creditore abbia dimostrato l’esistenza di un diritto, pro- 2697 c.c., che distingue tra fatti costitutivi e fatti estintivi”
vandone il titolo (contrattuale o legale) e la scadenza del (loc. cit.) e il criterio della vicinanza/distanza della prova
termine di esigibilità - grava sul debitore l’onere di dimo- viene in sostanza utilizzato per distinguere i fatti costitutivi
strare l’esistenza del fatto estintivo costituito dall’adempi- della pretesa (identificati con quelli che sono nella dispo-
mento; principi che le Sezioni Unite hanno ritenuto nibilità dell’attore, che il medesimo ha l’onere di provare)

376 i Contratti 4/2019


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Contratti in generale

dai fatti estintivi o modificativi o impeditivi, identificati obbligazione; per la risoluzione del denunciato contrasto di
con quelli che l’attore non è in grado di provare e che, giurisprudenza è, infatti, sufficiente evidenziare che la prova
pertanto, devono essere provati dalla controparte. In pro- dell’esistenza del vizio della cosa è una prova positiva (di un
nunce successive, per contro, il criterio della vicinanza/ fatto costitutivo del diritto alla risoluzione o modificazione
distanza della prova risulta scollegato dal disposto dell’art. del contratto) e pertanto, proprio alla stregua del canone
2697 c.c. e viene utilizzato come un temperamento della negativa non sunt probanda, va giudicata più agevole di quella
partizione tra fatti costitutivi e fatti estintivi, modificativi (negativa) della inesistenza del vizio medesimo.
od impeditivi del diritto, idoneo a spostare l’onere della 35. L’opzione ermeneutica che pone a carico del compra-
prova su una parte diversa da quella che ne sarebbe gravata tore che esperisce le azioni edilizie l’onere di provare i vizi
in base a detta partizione (cfr. Cass. 20484/08 “l’onere della della cosa appare preferibile anche perché risulta armonica
prova deve essere ripartito, oltreché secondo la descrizione rispetto alle analoghe soluzioni elaborate dalla giurispru-
legislativa della fattispecie sostanziale controversa, con denza di legittimità in materia di prova dei vizi della cosa
l’indicazione dei fatti costitutivi e di quelli estintivi o nel contratto di appalto e nel contratto di locazione.
impeditivi del diritto, anche secondo il principio della 36. Quanto all’appalto, la sentenza della Seconda Sezione
riferibilità o vicinanza, o disponibilità del mezzo”). n. 19146/13 ha stabilito, in lineare applicazione del princi-
32. Ai fini della soluzione della questione qui all’esame pio di vicinanza della prova, che, in tema di garanzia per
delle Sezioni Unite non vi è necessità di affrontare il tema difformità e vizi, l’accettazione dell’opera segna il discri-
del rapporto tra il principio della vicinanza della prova e la mine ai fini della distribuzione dell’onere della prova, nel
regola di giudizio dettata dall’art. 2697 c.c., giacché tanto senso che, fino a quando l’opera non sia stata espressamente
l’applicazione di tale principio, quanto l’applicazione di o tacitamente accettata, al committente è sufficiente la
detta regola di giudizio conducono alla stessa conclusione, mera allegazione dell’esistenza dei vizi, gravando sull’appal-
ossia che il compratore che esercita le azioni edilizie è tatore l’onere di provare di aver eseguito l’opera conforme-
gravato dell’onere di provare il vizio della cosa venduta. mente al contratto e alle regole dell’arte, mentre, una volta
L’esistenza del vizio, infatti, è il fatto costitutivo del diritto che l’opera sia stata positivamente verificata, anche per fatta
alla risoluzione o alla modificazione (quanto al prezzo) del concludentia, spetta al committente, che l’ha accettata e che
contratto di compravendita, e, allo stesso tempo, è il fatto ne ha la disponibilità fisica e giuridica, dimostrare l’esistenza
la cui prova è più vicina al compratore; è proprio il dei vizi e delle conseguenze dannose lamentate.
compratore infatti, dopo che la cosa venduta gli è stata 37. Quanto alla locazione, la sentenza della Terza Sezione
consegnata dal venditore, ad averne la disponibilità, n. 3548/17 ha stabilito, pur essa in esplicita applicazione
necessaria per lo svolgimento degli esami funzionali all’ac- del principio di vicinanza della prova, che, in caso di
certamento del vizio lamentato. domanda di risoluzione ex art. 1578 c.c., grava sul con-
33. Quanto al canone negativa non sunt probanda, la sentenza duttore l’onere di individuare e dimostrare l’esistenza del
n. 13533/01 sottolinea “la difficoltà per il creditore di fornire vizio che diminuisce in modo apprezzabile l’idoneità del
la prova di non aver ricevuto la prestazione, e cioè di fornire la bene all’uso pattuito, spettando, invece, al locatore con-
prova di un fatto negativo” e rileva come la tecnica proba- venuto di provare, rispettivamente, che i vizi erano cono-
toria di dimostrare i fatti negativi mediante la prova dei fatti sciuti o facilmente riconoscibili dal conduttore, laddove
positivi contrari non sia agevolmente praticabile (p. 2.2.3, intenda paralizzare la domanda di risoluzione o di ridu-
pagg. 16 e 17). In proposito il Collegio reputa necessario zione del corrispettivo, ovvero di averli senza colpa igno-
distinguere, ai fini del ragionamento che si sta conducendo, il rati al momento della consegna, se intenda andare esente
caso dell’inadempimento da quello dell’inesatto adempi- dal risarcimento dei danni derivanti dai vizi della cosa.
mento. La prova dell’inadempimento si risolve, di regola, 38. Il quadro che complessivamente emerge da tali con-
nella prova di un fatto negativo (il mancato adempimento) vergenti pronunce appare dunque nel senso che, ove
ed essa è, per il creditore, certamente meno agevole rispetto venga in questione la esistenza di vizi di una cosa conse-
alla prova dell’adempimento che grava sul debitore. La prova gnata da una parte ad un’altra in base ad un titolo con-
dell’inesatto adempimento, al contrario, consiste nella prova trattuale, il principio di vicinanza della prova induce a
di un fatto positivo diverso da quello atteso dal creditore; si porre l’onere della prova dei vizi stessi a carico della parte
tratta di una situazione più articolata e più difficilmente che, avendo accettato la consegna della cosa, ne abbia la
inquadrabile in schemi rigidamente predeterminati, potendo materiale disponibilità.
risultare necessario procedere ad una verifica concreta, nelle 39. Da ultimo, va ancora evidenziato che la soluzione che
diverse tipologie di controversie, su quale sia la fonte di prova addossa al compratore l’onere di provare i vizi della cosa, ai
che meglio può offrire la dimostrazione dell’inesattezza del- fini dell’esperimento delle azioni edilizie, risulta armonica
l’adempimento e su quale sia la parte che più agevolmente rispetto all’analogo meccanismo di riparto dell’onere pro-
può accedere a tale fonte. batorio previsto, con riferimento alla difformità della cosa
34. L’esame della questione oggi all’esame delle Sezioni venduta, dalla disciplina dei contratti del consumatore
Unite concernente la garanzia per i vizi della cosa venduta, dettata dall’Unione Europea. Nonostante che la garanzia
la quale, come sopra illustrato, esula dall’area dell’inadem- di conformità al contratto prevista dalla disciplina consu-
pimento delle obbligazioni - non richiede, in ragione della meristica di matrice Europea presenti importanti differenze,
sua specificità, di affrontare in termini generali la questione per i suoi contenuti e per rimedi che offre al consumatore,
dell’onere della prova dell’inesatto adempimento di una rispetto alla garanzia per i vizi della cosa venduta regolata

i Contratti 4/2019 377


Giurisprudenza
Contratti in generale

dal codice civile, anche il diritto dell’Unione Europea In materia di garanzia per i vizi della cosa venduta di cui
addossa all’acquirente l’onere di provare la difformità all’art. 1490 c.c., il compratore che esercita le azioni di
della cosa dalla relativa descrizione contrattuale. risoluzione del contratto o di riduzione del prezzo di cui
40. La Direttiva 1999/44/CE del Parlamento Europeo e del all’art. 1492 c.c. è gravato dell’onere di offrire la prova
Consiglio prevede infatti - all’art. 2, paragrafo 2 - una dell’esistenza dei vizi.
presunzione iuris tantum di conformità al contratto dei 42. Alla stregua del suddetto principio di diritto il
beni venduti, qualora ricorrano le condizioni ivi elencate; secondo motivo di ricorso va rigettato. Con tale motivo,
essa inoltre - all’art. 3, paragrafo 1 pone in capo al venditore la infatti, la società ricorrente non ha specificamente cen-
responsabilità per qualsiasi difetto di conformità esistente al surato l’accertamento di fatto del giudice di pace di
momento della consegna del bene. Tali disposizioni - che Empoli in ordine alla mancata dimostrazione dell’esi-
trovano corrispondenza nell’art. 129, comma 2, e rispettiva- stenza dei vizi della cosa venduta (accertamento che,
mente, nell’art. 130, comma 1, del codice del consumo del resto, non era stato censurato nemmeno con l’ap-
(D.Lgs. 6 settembre 2005, n. 206) - sono state interpretate pello, come espressamente viene sottolineato nell’ordi-
nella sentenza CGUE 4.6.15 C-497/13 nel senso che dal loro nanza di inammissibilità dell’appello emessa dal
combinato disposto “si evince che, in linea di principio, è tribunale di Firenze ai sensi dell’art. 348 bis c.p.c.) ma
compito del consumatore produrre la prova che esiste un si limita a sostenere che, nelle azioni edilizie, il compra-
difetto di conformità e che quest’ultimo esisteva alla data di tore avrebbe solo l’onere di allegare i vizi, gravando sul
consegna del bene” (p. 52). La Corte di Giustizia ha, peraltro, venditore l’onere di dimostrare di aver consegnato una
precisato che il suddetto principio viene derogato, per il caso cosa immune da vizi.
in cui il difetto di conformità si sia manifestato entro sei mesi 43. Rigettato il secondo motivo di ricorso, la ratio
dalla consegna del bene, dalla presunzione di esistenza del decidendi concernente il mancato assolvimento, da
difetto di conformità al momento della consegna prevista parte della (OMISSIS) s.r.l., del suo onere di provare
dall’art. 5, paragrafo 3, della medesima direttiva 1999/44 (a i vizi della merce acquistata resiste all’impugnazione.
cui corrisponde l’art. 132, comma 3, del codice del consumo) Poiché tale ratio decidendi è idonea sorreggere auto-
e non è privo di rilievo che detta deroga sia stata spiegata dalla nomamente la decisione, viene meno l’interesse della
Corte di Lussemburgo proprio con riferimento al principio di ricorrente all’esame del primo mezzo di ricorso (Cass.
vicinanza della prova (cfr. p. 54: “questo alleggerimento 2108/12, Cass. 11493/17), il quale, pertanto, va
dell’onere della prova a favore del consumatore è fondato dichiarato assorbito.
sulla constatazione che, qualora il difetto di conformità 44. Il ricorso è quindi, in definiva, rigettato.
emerga solo successivamente alla data di consegna del 45. Va disattesa l’istanza di condanna della ricorrente ex art.
bene, fornire la prova che tale difetto esisteva già a tale 96 c.p.c., proposta nel controricorso del Fallimento (OMIS-
data può rivelarsi “un ostacolo insormontabile per il consu- SIS) s.r.l., dovendosi escludere la temerarietà dell’impu-
matore”, mentre di solito è molto più facile per il professio- gnazione in presenza di un contrasto giurisprudenziale.
nista dimostrare che il difetto di conformità non era presente 46. Il menzionato contrasto giurisprudenziale giustifica,
al momento della consegna e che esso risulta, per esempio, da infine, l’integrale compensazione delle spese del giudizio di
un cattivo uso del bene fatto dal consumatore”). legittimità.
41. Il contrasto segnalato nell’ordinanza di rimessione va 47. Deve altresì darsi atto della sussistenza dei presupposti
quindi in definitiva risolto confermando l’orientamento per il versamento, da parte della società ricorrente, del
tradizionale, con l’enunciazione del seguente principio di raddoppio del contributo unificato d.P.R. n. 115 del 2002,
diritto: ex art. 13, comma 1 quater.

L’onere della prova dei vizi del bene venduto al vaglio delle Sezioni
Unite: resistenza e resilienza del modello della garanzia
di Tommaso dalla Massara

Con la decisione in commento, le Sezioni Unite intervengono a fare chiarezza sull’onere della prova
gravante in capo al compratore, il quale intenda far valere i rimedi fondati sull’esistenza di un vizio di cui
all’art. 1490 c.c. La Suprema Corte esclude che trovi applicazione il modello di distribuzione dell’onere
probatorio che venne delineato in particolare dalla ben nota decisione delle Sezioni Unite n. 13533 del
2001, in base al quale il creditore-attore sarebbe chiamato a provare soltanto la fonte del proprio
diritto, limitandosi quindi all’allegazione della circostanza dell’inadempimento del debitore. Si chiari-
sce invece oggi che, di fronte al vizio redibitorio di cui all’art. 1490 c.c., l’onere della prova gravante sul
compratore include l’esistenza del difetto materiale, le conseguenze dannose del difetto e il nesso
causale tra difetto e conseguenze.

378 i Contratti 4/2019


Giurisprudenza
Contratti in generale

1. Il quadro delle questioni su cui interviene si era stabilito che il creditore-attore fosse chiamato a
la pronuncia delle Sezioni Unite provare soltanto la fonte, negoziale o legale, del
proprio diritto, nonché a dimostrare di aver agito
Il sistema dei rimedi predisposti a vantaggio del
nel rispetto dei termini, potendo quindi il medesimo
compratore, il quale abbia a riscontrare difetti mate-
creditore-attore limitarsi alla mera allegazione della
riali nel bene acquistato, ha evidenziato taluni asse-
circostanza dell’inadempimento di controparte, cor-
stamenti giurisprudenziali degni di attenzione in un
rispondentemente gravando invece sul debitore-
torno di tempo piuttosto breve; e si tratta di assesta-
convenuto l’onere di provare il fatto estintivo del-
menti che appaiono ancor più significativi, allorché
l’altrui pretesa.
si tenga conto della straordinaria stabilità delle regole
Questo, in sintesi, il thema rimesso alla decisione delle
- consolidatesi in un arco di storia del pensiero giu-
Sezioni Unite: forte, quindi, il suo rilievo teorico e
ridico che, senza iperbole, può dirsi bimillenario -
pratico, come pure la sua incidenza su molti dei
sulle quali quel sistema risulta tutt’oggi edificato (1).
confini concettuali che disegnano la mappa dei
La sentenza delle Sezioni Unite n. 11748 del 2019,
rimedi in materia di vizi del bene venduto.
qui in commento, viene a occupare una posizione
Orbene, affinché sia subito chiarito il punto d’ap-
sicuramente centrale, proprio all’interno del mede-
prodo cui ora pervengono le Sezioni Unite, è da dire
simo sistema (2).
che esse stabiliscono che l’impianto teorico delineato
Valga subito chiarire che la questione su cui inter-
con l’autorevole decisione in punto di prova del 2001
viene tale pronuncia è sunteggiabile nei termini
non debba trovare applicazione per l’ipotesi dei vizi
seguenti: il dubbio fondamentale è se, in materia di
redibitori.
garanzia per i vizi della cosa venduta di cui all’articolo
In materia di garanzia per i vizi, l’onere della prova
1490 c.c., il compratore il quale eserciti le azioni di cui
gravante sul compratore comprende pertanto l’esi-
all’art. 1492 c.c. - dunque redibitoria ed estimatoria -
stenza del difetto materiale, le eventuali conseguenze
sia o meno gravato dell’onere di offrire la prova
dannose di quel difetto, nonché il nesso causale tra
dell’esistenza di quei vizi. Più precisamente, il
difetto e conseguenze.
punto è se, in relazione a redibitoria ed estimatoria,
Questo, essenzialmente, il decisum.
sul compratore venga a pesare soltanto l’onere di
Prima di soffermarsi sul disegno generale che sorregge
allegare i vizi, scaricandosi invece sul venditore
l’attuale arresto della Suprema Corte, ritengo però sia
quello di dimostrare di aver consegnato un bene
utile allargare per un momento lo sguardo a un’altra
immune da vizi; in termini tecnicamente ancora
questione, sulla quale è pendente la sentenza delle
più espliciti, la questione si traduce nella domanda
Sezioni Unite invocata dall’ordinanza del 2 ottobre
se sia applicabile al giudizio radicato a seguito della
2018, n. 23857 (4): in effetti, la Sezione II della
proposizione delle azioni redibitoria o estimatoria il
Cassazione ha in tal caso devoluto alle Sezioni
ben noto impianto concettuale delineato da quel-
Unite la decisione in ordine all’idoneità degli atti
l’autentico leading case che è rappresentato dalla
stragiudiziali a generare l’effetto interruttivo del ter-
decisione delle Sezioni Unite del 2001 (alludo,
mine di prescrizione previsto dall’art. 1495 c.c., dun-
come si sarà intuito, alla celebre sentenza n. 13533
que proprio con riguardo alle azioni edilizie.
di quell’anno (3)), ove in materia di onere della prova

(1) L’architettura dei rimedi a vantaggio del compratore è stata margine di quella decisione, si veda anche G. Visintini, La Suprema
recentemente resa oggetto di indagine in due - pressoché con- Corte interviene a dirimere un contrasto tra massime (in materia di
temporanee - monografie: quella di E. Ferrante, La vendita nel- ordine probatorio a carico del creditore vittima dell’inadempi-
l’unità del sistema ordinamentale. I ‘modelli’ italo-europei e mento), in Contr. e impr., 2002, 903 ss.; G. Villa, Onere della
internazionali, Napoli, 2018, e quella di A. Maniaci, Rimedi e limiti prova, inadempimento e criteri di razionalità economica, in
di tutela dell’acquirente, Pisa, 2018. Riv. dir. civ., 2002, II, 707 ss.; I. Riva, Le Sezioni Unite in materia
(2) Proprio mentre il presente contributo era in bozze, è apparso di prova dell’inadempimento, in Riv. trim. dir. proc. civ., 2003, 323
il commento alla nuova sentenza a firma di G. Villa, L’onere di ss.; S. Pagliantini, Gli arcani confini di un ‘idola fori’: l’onere della
provare il vizio della cosa venduta: un’occasione per una nuova prova nella risoluzione del contratto, in Studi in onore di U. Majello,
meditazione sulla prova dell’inadempimento, in Corr. giur., 2019, II, Napoli, 2005, 353 ss. Il profilo dell’onere probatorio, delineato
750 ss. da Cass., SS.UU., 30 ottobre 2001, n. 13533, e oggi rivisitato dalla
(3) Si può leggere Cass., SS.UU., 30 ottobre 2001, n. 13533, in Suprema Corte, è reso oggetto di ampio approfondimento da
questa Rivista, 2002, 113 ss., con nota di U. Carnevali, Inadempi- parte di G. Villa, L’onere di provare il vizio della cosa venduta,
mento e onere della prova; la si veda anche in Nuova giur. civ. cit., 756 ss.
comm., 2002, I, 349 ss., con nota di B. Meoli, Risoluzione per (4) A commento di tale ordinanza, cfr. M. D’Onofrio, Interru-
inadempimento ed onere della prova; in Corr. giur., 2001, 1565 ss., zione della prescrizione in caso di vizi della cosa venduta: occorre la
con nota di V. Mariconda, Inadempimento e onere della prova: le domanda giudiziale?, in corso di pubblicazione in
Sezioni Unite compongono un contrasto e ne aprono un altro. A Riv. trim. dir. proc. civ., 2019.

i Contratti 4/2019 379


Giurisprudenza
Contratti in generale

Ben si comprende che il nocciolo delle diverse que- esperimento delle azioni redibitoria ed estimatoria:
stioni è il medesimo: ed esso è da vedersi nel modo di come già ho evidenziato, è proprio in relazione a
intendere il concetto di garanzia. questo punto che aveva trovato innesco il contrasto
Più esattamente, l’odierna decisione guarda alla di opinioni su cui la pronuncia delle Sezioni Unite è
garanzia nella prospettiva dell’onere della prova, ora intervenuta.
mentre la sentenza che a breve si attende osserverà Precisamente, l’ordinanza interlocutoria aveva posto
la garanzia dal punto di vista dell’interruzione della la questione se “il principio di diritto affermato dalle
prescrizione. Sezioni Unite con la sentenza n. 13533 del 2001 sia
Di conseguenza, la questione già composta e quella in applicabile in tema di garanzia per vizi della cosa
attesa di definizione sono concettualmente legate a venduta (in particolare all’azione redibitoria esperita
doppio filo: nella misura in cui il modello della nel caso di specie) o se la configurazione dei rimedi,
garanzia mantenga i suoi ben noti e antichi tratti di quale emerge dall’esame della giurisprudenza, giusti-
peculiare caratterizzazione, è consentito, per un fichi una soluzione diversa” (5).
verso, recidere il collegamento della questione del- Il Kernpunkt del ragionamento è in effetti rappresen-
l’onere della prova rispetto all’impianto delineato tato da ciò: soltanto allorché la consegna del bene
dalla decisione delle Sezioni Unite del 2001, così viziato integri l’inesatto adempimento di un’obbliga-
come sarà possibile, per altro verso, rispondere nega- zione del venditore (6), allora sussisterebbe la pre-
tivamente alla domanda se gli atti stragiudiziali siano messa perché possa trovare applicazione l’impianto
idonei a interrompere il decorso del termine di pre- della sentenza del 2001; al contrario, qualora si
scrizione previsto dall’art. 1495 c.c. ritenga non fondata tale premessa, e ciò in ossequio
Tutto si tiene. Tant’è che in questo momento, alla all’architettura classica della garanzia (in base alla
luce del tenore argomentativo della pronuncia delle quale, come noto, il venditore è esposto a una respon-
Sezioni Unite qui all’attenzione, riesce difficile pen- sabilità senza che sia prioritariamente imposto a suo
sare a un ribaltamento della regola tradizionale carico un obbligo di dare o di facere), in tal caso da
sull’altro versante, ossia appunto quello dell’identi- quell’impianto ci si troverebbe sotto ogni profilo
ficazione degli atti interruttivi della prescrizione. svincolati, così potendosi con buon fondamento
Questi primi snodi del ragionamento lasciano intra- disegnare un onere probatorio propriamente accon-
vedere - per lo meno così confido che sia - la ragione cio al modello della garanzia.
per la quale nell’intitolazione di questo lavoro ho In quest’ultimo senso era orientata l’opinione che
evocato le idee di resistenza e di resilienza in relazione potrebbe definirsi tradizionale: ed è la medesima
al modello della garanzia: il suo mantenersi saldo e, al pronuncia delle Sezioni Unite che oggi ci ricorda
tempo stesso, il suo adattarsi (ove, naturalmente, come in numerose sentenze, fino al 2013, costante-
l’uno è causa ed effetto dell’altro). mente venisse richiesto che “nelle azioni di garanzia
Ma su tutto questo tornerò nel seguito. per i vizi della cosa venduta, l’onere della prova dei
Preme invece per il momento evidenziare - come difetti e delle eventuali conseguenze dannose, non-
dicevo fin dalle prime battute - che è l’intero quadro ché dell’esistenza del nesso causale fra i primi e
delle questioni collegate al sistema dei rimedi in tema secondi, fa[cesse] carico al compratore che faccia
di vizi del bene venduto che viene ad apparire, valere la garanzia” (Cass. 1035/1968, Cass. 2841/
nell’insieme e nel profondo della sua tessitura, in 1974, Cass. 7986/1991, Cass. 8533/1994, Cass.
via di assestamento: come facilmente può intendersi, 8963/1998, Cass. 13695/2007, Cass. 18125/2013).
nessun movimento dei singoli ingranaggi rimane Il quadro generale era arrivato a mutare, però, già
senza conseguenze per il tutto. dopo la pronuncia a Sezioni Unite del 2001, nella
quale - come ricordato - si stabiliva che, in materia di
2. L’onere della prova onere della prova, il creditore-attore era chiamato a
dar prova soltanto della fonte (negoziale o legale) del
La questione dalla quale muovere, per una più spe- proprio diritto nonché del fatto di agire entro i
cifica analisi dell’odierna decisione, è rappresentata termini, potendo limitarsi il medesimo creditore-
dall’allocazione dell’onere della prova in ipotesi di attore alla mera allegazione della circostanza

(5) Si tratta di Cass. 26 settembre 2018, n. 23015, ord., in Foro (6) Sulle premesse concettuali, basti il rinvio alla recente rifles-
it., 2019, I, 1358 ss., con nota di M. Magliulo, Alle Sezioni Unite la sione di E. Ferrante, La vendita nell’unità del sistema ordinamen-
questione sul riparto degli oneri probatori nelle azioni di garanzia tale, cit., 221 ss., in specie 245.
per vizi della cosa venduta.

380 i Contratti 4/2019


Giurisprudenza
Contratti in generale

dell’inadempimento di controparte; di conseguenza, limiti già raggiunti da quella dottrina che, nel parlare
sul debitore-convenuto gravava soltanto l’onere di di inesattezza dell’attribuzione traslativa (et similia),
provare il fatto estintivo dell’altrui pretesa. aveva comunque condotto la ricostruzione del
Ecco dunque che, sulla base di questa differente modello della garanzia fino al punto plausibilmente
premessa, si apriva lo spazio perché la decisione più estremo, invero quanto più possibile vicino al
della Cassazione n. 20110 del 2013 arrivasse a pro- modello generale della responsabilità contrattuale.
porre una visione - per così dire - innovatrice e Come tra breve si vedrà, proprio la teorica che ravvisa
uniformante del quadro generale: entro tale visione, nel vizio redibitorio un’inesattezza dell’attribuzione tra-
i criteri della sentenza del 2001 avrebbero meritato di slativa è oggi expressis verbis accolta dalle Sezioni Unite.
trovare applicazione tanto per il profilo dell’adempi- Giunti a questo punto, appare chiaro che, per seguire
mento, quanto per quello della risoluzione, quanto il filo logico della ricostruzione del tema dell’onere
ancora per quello risarcitorio. della prova, ci troviamo già pienamente dentro la
Una siffatta impostazione non sarebbe rimasta senza questione della natura della garanzia.
seguito: in specie, essa fu per esempio propugnata
dalla pronuncia della Cassazione n. 24731/2016. 3. Resistenza e resilienza del modello
Al contrario, nel solco dell’impostazione tradizionale della garanzia
vanno segnalate le pronunce della Suprema Corte n.
21949/2013 e n. 3042/2015. Come dicevo fin da principio, il nocciolo delle que-
A questo punto, meritevole di essere evidenziato è un stioni - diverse, ma tra loro collegate - è da vedersi
aspetto argomentativo non irrilevante all’interno della esattamente nel modo di intendere la garanzia del bene
sentenza della Suprema Corte n. 20110 del 2013: con venduto.
l’obiettivo di corroborare la tesi uniformatrice - dunque L’odierna pronuncia a Sezioni Unite percorre la
quella intesa a ricondurre la garanzia all’interno del geografia dei problemi attinenti al tema dell’effetto
modello generale della responsabilità contrattuale, traslativo della vendita e quindi, in buona sostanza,
ossia il modello con attenzione al quale si era pronun- affronta le molte e complesse costruzioni che si
ciata la sentenza del 2001 sull’onere della prova - si era legano all’operare del principio consensualistico.
reputato di impiegare il medio concettuale dell’obbli- Così, smarcata la questione - ormai obsoleta - che
gazione di risultato. In altri termini, i Supremi Giudici potrebbe trovare linfa solo in una lettura pedissequa
avevano audacemente spinto il ragionamento nel senso dell’art. 1476 c.c. (ove, come noto, è menzionata
che l’obbligazione posta a carico del venditore fosse l’obbligazione di “far acquistare al compratore la
quella di consegnare un bene che, per le sue caratteri- proprietà della cosa o il diritto, se l’acquisto non è
stiche materiali, fosse in grado di soddisfare l’interesse effetto immediato del contratto”, nonché “di garan-
del compratore, e ciò alla stregua di “risultato” preso in tire il compratore dall’evizione e dai vizi della cosa”),
considerazione in funzione di sindacato sull’adempi- in base alla quale l’obbligazione finirebbe per apparire
mento o meno dell’obbligazione. il modello in grado di assorbire tutto il sistema rime-
Il terreno dell’obbligazione di risultato (nonché della diale (come a dire che all’obbligazione di garantire
sua ontologia e, quindi, della sua ragion d’essere) è corrisponde in definitiva, quasi per endiadi, un’ob-
notoriamente alquanto scivoloso (7): basti qui rilevare bligazione tout court) (8), la Suprema Corte si con-
che lo sforzo argomentativo compiuto dalla tesi uni- centra sull’opinione che ravvisa nell’espressione
formatrice si era proiettato, all’evidenza, ben oltre i “garantire” il senso di un’obbligazione di tenere

(7) Si ricorderà che la distinzione tra obbligazione di mezzi e di revisione della teoria sulla garanzia per i vizi nella vendita, in Riv. dir.
risultato fu posta in non cale per opera di Cass., SS.UU., 28 luglio comm., 1953, 8; D. Rubino, La compravendita, Milano, 1962, 634;
2005, n. 15781, su cui si veda A. Nicolussi, Il commiato della C.G. Terranova, La garanzia per vizi della cosa venduta, in
giurisprudenza dalla distinzione tra obbligazioni di risultato e obbli- Riv. trim. dir. proc. civ., 1989, 82 s.; Id., La garanzia per vizi e difetti
gazioni di mezzi, in Europa e dir. priv., 2006, 781 ss.; si tratta di di qualità della cosa venduta, in I contratti di vendita, a cura di D.
orientamento successivamente ribadito da Cass., SS.UU., 11 Valentino, in Trattato dei contratti diretto da P. Rescigno ed E.
gennaio 2008, n. 577, in Foro it., 2008, I, 455 ss., con nota di A. Gabrielli, Torino, 2007, 1095; A. Luminoso, La vendita, in Trattato
Palmieri; anche in Danno e resp., 2008, 871 ss., con nota di A. di diritto civile e commerciale già diretto da A. Cicu - F. Messineo e
Nicolussi, Sezioni sempre più unite contro la distinzione tra obbli- L. Mengoni, continuato da P. Schlesinger, Milano, 2014, 368. Sui
gazioni di mero risultato e obbligazioni di mezzi. La responsabilità profili del confronto tra garanzia e obbligazione all’interno della
del medico. Per ulteriori riferimenti giurisprudenziali in argo- tessitura del codice, sia consentito inoltre richiamare quanto
mento, rinvio alla nota redazionale a Cass. 26 settembre 2018, avevo osservato in T. dalla Massara, Modelli della vendita di
n. 23015, ord., pubblicata in Foro it., 2019, I, 1358 ss., sub par. IV. tradizione romanistica e vendita internazionale, in Contr. impr./
(8) In senso negativo sul valore precettivo da riconoscersi alla Europa, 2012, 838 ss.
formulazione dell’art. 1476, n. 3, c.c., L. Mengoni, Profili di una

i Contratti 4/2019 381


Giurisprudenza
Contratti in generale

indenne, ossia in exitu l’assunzione di una prestazione prestazione futura, ma non il modo di essere attuale
di natura assicurativa (9). della cosa dedotta in contratto”. Quindi lo sviluppo
Così, osservano in motivazione i Supremi Giudici del ragionamento - dall’impronta assai classica - corre
che una parte della dottrina ha fatto uso del verbo nel senso che “l’obbligazione di consegna di cui
“garantire” in un “significato genericamente assicu- all’art. 1476 c.c., n. 1, ha ad oggetto esattamente
rativo, di accollo di un rischio in ordine al verificarsi quella cosa o quelle cose - ancorché, eventualmente,
di eventi che non si è obbligati ad evitare. La garanzia viziate - che hanno formato oggetto dell’accordo
per vizi, secondo tale prospettiva, andrebbe inqua- traslativo o della individuazione effettuata dopo la
drata come prestazione contrattuale indennitaria di conclusione di tale accordo, nello stato in cui esse si
tipo restitutorio”. trovavano al momento del contratto della loro suc-
Per vero, non appare del tutto chiara la ricostruzione - cessiva individuazione”.
beninteso, posta all’attenzione come mera ipotesi di Si staglia, dunque, e resiste in tutta la sua compattezza
lavoro - della garanzia sub specie di “prestazione con- il modello antico della garanzia (descritto in modo
trattuale indennitaria di tipo restitutorio”, sol che si pressoché manualistico nella motivazione della
tenga conto del fatto che quello della garanzia, ricom- pronuncia) (10).
prendente tanto l’articolazione rimediale rappresen- La Suprema Corte riconosce che non v’è alcun
tata dall’azione redibitoria quanto quella che si obbligo di prestazione in relazione all’immunità
realizza attraverso l’azione estimatoria, è da ritenersi della cosa dai vizi; non ricorre, in presenza di garanzia,
un fenomeno unitario: con la conseguenza che non si un dovere di comportamento in capo al venditore in
vede perché la prestazione indennitaria dovrebbe relazione al (e quindi in funzione del) soddisfaci-
essere soltanto “di tipo restitutorio”. mento dell’interesse del compratore.
Ma tant’è, la Suprema Corte in breve comunque Ricollegandosi a una sua precedente decisione del
accantona quell’ipotesi, sicché non se ne percepi- 2012 (precisamente, la n. 19702), la Corte di cassa-
scono in concreto le conseguenze; la scarta dapprima zione chiarisce che la garanzia genera per il garante
con un paio di argomenti deboli: e così, in generale, la uno stato di soggezione ex lege rispetto ai rimedi messi
Corte rileva la difficoltà di ricondurre risoluzione e a disposizione del compratore.
riduzione del prezzo entro uno schema di tipo inden- Sul punto, i Supremi Giudici scelgono di esplicitare
nitario; più nello specifico, si osserva poi che il una precisa affiliazione dogmatica, e ciò nel senso che
risarcimento del danno ex art. 1494 c.c. presuppone a loro dire la consegna della cosa viziata, se per le
la colpa del venditore, mentre l’assicurazione con- ragioni sopra espresse non arriva a integrare l’ina-
trattuale dovrebbe prescindere “da qualunque giudi- dempimento di un’obbligazione (altrimenti gli esiti
zio di imputabilità e di illiceità”, ma ognun vede che sarebbero quelli opposti, come dianzi descritti), tut-
la peculiarità dell’art. 1494 c.c. entra in conflitto tavia è da intendersi in termini di violazione della lex
anche con il modello della garanzia tradizionale, contractus (11).
giacché pure in relazione a quest’ultimo certamente Sicché il fatto generativo della responsabilità del
si prescinde da un giudizio di imputabilità. venditore viene individuato in un’imperfetta attua-
In seguito, l’argomentazione della Cassazione sfocia zione del risultato traslativo.
nel più robusto rilievo, che riecheggia taluni conso- È del tutto evidente, sul punto, il riferimento ai patres
lidati insegnamenti, per cui “l’immunità da vizi non di una dottrina che, in tema di garanzia, può dirsi oggi
può assurgere a contenuto del precetto negoziale, a tutti gli effetti “giurisprudenzializzata” per opera
perché l’obbligazione può avere ad oggetto una della decisione delle Sezioni Unite (12).

(9) Si tratta di opinione che poggia su una teorica la quale è stata Garanzia per vizi e azione redibitoria nell’ordinamento italiano, in
approfondita, con specifico riguardo alla garanzia convenzionale in Studi sull’azione redibitoria, Padova, 2000, 123 ss.
tema di cessione di partecipazioni sociali, da Cass. 24 luglio 2014, (11) Uno sguardo d’insieme e di sintesi sulle ricostruzioni
n. 16963: decisione sulla quale, inter alia, si veda T. dalla Massara, proposte con attenzione alla natura della garanzia si ricava da G.
Garanzie convenzionali in tema di cessione di partecipazioni: una D’Amico, La compravendita, I, in Trattato di diritto civile del
proposta ricostruttiva, in Riv. dir. civ., 2016, 1181 ss., con atten- Consiglio Nazionale del Notariato diretto da P. Perlingieri, IV, 16,
zione peculiare ai modelli concettuali dell’obbligazione di natura Napoli, 2013, 371 ss.
assicurativa, da un lato, e della garanzia proprio iure dicta, dall’altro (12) Per sintetizzare al massimo: discorreva di “irregolarità della
lato. Per il seguito della vicenda collegata alle garanzie in tema di attribuzione patrimoniale” D. Rubino, La compravendita2, in Trat-
cessione di partecipazioni, T. dalla Massara - M. D’Onofrio, Clau- tato di diritto civile e commerciale diretto da A. Cicu - F. Messineo,
sole di garanzia nella cessione di partecipazioni: struttura, legitti- XXIII, Milano, 1962, 637 ss.; incentrava l’attenzione su un’obiet-
mazione ad agire e prescrizione, in questa Rivista, 2018, 299 ss. tiva violazione della promessa contrattuale L. Mengoni, Gli acqui-
(10) Per un inquadramento sul modello antico della garanzia, sti a ‘non domino’ 3, Milano, 1975, 21 ss.; in prospettiva di inesatta
nonché sulla nozione (strettamente connessa) di vizio, L. Garofalo, esecuzione contrattuale si collocava L. Cabella Pisu, Garanzia e

382 i Contratti 4/2019


Giurisprudenza
Contratti in generale

Ultimo corollario meritevole di essere evidenziato, invocato allo scopo di escludere che il compratore,
con riguardo all’analisi della natura della garanzia, è il quale rilevi l’esistenza di un vizio, possa sottrarsi a
quello rappresentato dalla natura speciale della un preciso onere di provare l’esistenza di quel mede-
responsabilità che si collega alla presenza di vizi nel simo vizio.
bene venduto - mercé l’inesatta attuazione dell’at- Si rivelerebbe viceversa in contrasto con il principio
tribuzione traslativa - a cospetto della generale di vicinanza della prova l’idea di addossare al vendi-
responsabilità contrattuale. tore l’onere di provare l’assenza del difetto. Ecco
Il modello concettuale della garanzia, dunque, appare allora che, più esattamente, il principio di vicinanza
riconfermato in tutti i suoi tratti essenziali, con della prova appare qui declinato nel senso (nonché
l’unica peculiarità di una netta scelta di campo, da nei verba) dell’antico brocardo per cui negativa non
parte dei Supremi Giudici, in favore della teorica sunt probanda (13); e questo rappresenta, in effetti, un
costruita intorno all’imperfetta attuazione del risul- argomento difficilmente superabile da parte di chi
tato traslativo. sostenga la tesi uniformatrice di cui sopra si è detto.
Come detto, si tratta di un modello concettuale Da questo punto di vista, la via più corretta per
antico, tuttavia in grado di adattarsi in certa qual interpretare l’art. 2697 c.c. appare proprio quella
misura alle esigenze cangianti nel tempo. che conduce a sottolineare come i fatti e le circo-
Ho parlato fin da subito, in questo senso, della resi- stanze che ricadono entro la sfera di controllo del
lienza del modello della garanzia: ebbene, credo che compratore risultano anche quelli che rappresentano
nulla vi sia da obiettare sulla scelta in sé, specie nella il fatto costitutivo della sua pretesa.
misura in cui si tratti di una decisione che è in grado di È sul terreno processuale, dunque, che trova solido
mantenere in coerenza l’intero sistema, purché quella ancoraggio la tenuta della tesi tradizionale, anche in
dogmatica non arrivi a impedire taluni esiti che ordine alla visione sostanziale del concetto di garan-
sembrano oggigiorno tutto sommato ragionevoli, se zia, di contro a qualsivoglia tentazione di azzardare
non quasi necessitati dall’ordine stesso delle cose. fughe in avanti.
Ma di ciò dirò in seguito, dopo aver messo a punto Per ridurre il tutto a uno slogan, si può dire che in
ancora qualche considerazione di contesto, che mi questa sentenza la tradizione prevale sull’innovazione.
pare utile per una migliore messa a fuoco dei La resistenza del modello giuridico dell’antica garan-
problemi. zia appare quasi come quella di un sasso che non si
lascia erodere dalla corrente; e per corrente intendo
4. Ulteriori considerazioni in relazione una spinta della storia che, anche solo a voler limitare
all’onere della prova: lo scenario europeo lo sguardo a un rapidissimo giro d’orizzonte sul diritto
privato europeo, sembrerebbe andare a tutto vantag-
Come si è visto, la Suprema Corte sviluppa, nell’in- gio del modello dell’obbligazione.
cedere argomentativo della sentenza in commento, Obbligazione di conformità, obbligazione di conse-
taluni ragionamenti che sono specificamente foca- gnare cose conformi, specific performance, e così via: se
lizzati sul meccanismo dell’onere della prova in mate- questo appare il nuovo vocabolario delle tutele a
ria di vizi ex art. 1490 c.c. vantaggio del compratore di fronte ai difetti materiali
Precisamente, la leva concettuale che la Corte uti- del bene venduto, certo non passa inosservato che il
lizza, allo scopo di preservare una sorta di enclave modello di tradizione romanistica della garanzia che
intorno al regime probatorio dei vizi, è rappresentata espone alla responsabilità a prescindere dall’esistenza
dal principio di c.d. vicinanza della prova. Proprio di un debito a monte (Haftung ohne Schuld, secondo la
quel principio, che era stato collocato a fondamento terminologia brinziana ampiamente penetrata nel
della pronuncia a Sezioni Unite del 2001, ora è dibattito (14)) trova sempre più ridotti campi di

responsabilità nelle vendite commerciali, Milano, 1983, in specie pubblicazione in Tecniche e strategie difensive nel processo civile
230 ss.; in termini di “violazione dell’impegno traslativo del ven- tra storia e attualità, testo che ho potuto consultare per la cortesia
ditore” C.M. Bianca, La vendita e la permuta2, in Trattato di diritto dell’Autore, di cui si veda in specie 26 ss. (del dattiloscritto); cfr.
civile italiano diretto da Vassalli, VII.1, Torino, 1993, 710; la rico- inoltre Id., Rimedi e limiti di tutela dell’acquirente, cit., 119 ss. Sul
struzione della garanzia sub specie di violazione della lex contrac- punto, cfr. M. Franzoni, La ‘vicinanza della prova’, quindi..., in
tus è stata di recente sostenuta e chiaramente illustrata da A. Contr. e impr., 2016, 360 ss.
Luminoso, La compravendita8, Torino, 2015, 258 ss. (14) All’origine, A. v. Brinz, Der Begriff ‘obligatio’, in Zeitschrift
(13) Per un inquadramento del principio, C. Besso, La vicinanza für das Privat- und öffentliche Recht der Gegenwart, 1874, I, 11 s.;
della prova, in Riv. dir. proc., 2015, 1383 ss. Da ultimo, in generale Id., Lehrbuch der Pandekten2, Erlangen, 1879, II.1, 1 ss. Sui
sull’onere della prova, A. Maniaci, Chi deve provare cosa. Distri- confini dell’idea di Haftung ohne Schuld, cfr. inoltre O. v. Gierke,
buzione del carico probatorio e strategie difensive, in corso di Schuld und Haftung im älteren deutschen Recht, Breslau, 1910;

i Contratti 4/2019 383


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Contratti in generale

applicazione su scala europea - dal BGB post Moder- seguito dell’esperimento della domanda giudi-
nisierung al DCFR, alla CESL e via discorrendo (15) -, ziale (16); trattasi dell’impostazione in base alla
sicché a quel modello si tende ormai a pensare in quale soltanto la domanda giudiziale sarebbe idonea
termini di (pur pregiato) congegno in via di rapida a interrompere la prescrizione di cui all’art. 1495
obsolescenza. c.c., in quanto si tratterebbe di esercitare un diritto
Ma, almeno in Italia, non si può dire che le cose stiano potestativo (17).
in questo modo. Proprio questa è l’impostazione tradizionale che -
Nell’economia di quanto sto osservando in questa plausibilmente - v’è da attendersi che uscirà confer-
sede, rimane del tutto a margine la considerazione mata dall’imminente nuova pronuncia a Sezioni
che la nuova Dir. 2019/771 UE in materia di vendita, Unite, in linea di coerenza con l’altrettanto auto-
che interviene su “determinati aspetti dei contratti di revole presa di posizione qui in esame.
vendita di beni”, abrogando la direttiva 1999/44, Ma, se l’obliterazione della necessità della domanda
abbia elaborato un modello di conformità al con- giudiziale è stata l’approdo del legislatore europeo in
tratto che va a confermare, e anzi a meglio precisare, tema di risoluzione del contratto, più in generale (e a
l’idea stessa - nonché, vorrei dire, la filosofia sottesa - prescindere dal campo di applicazione delle vendite
della conformità (in generale, art. 5: “conformità dei consumeristiche) appare oggi piuttosto difficile
beni”), la quale nel nuovo testo viene ora declinata difendere il totem dell’imprescindibilità dell’intro-
nel senso di una conformità soggettiva (art. 6: “requi- duzione di una domanda giudiziale anche a scopi
siti soggettivi di conformità”), per un verso, e nel diversi dalla risoluzione, segnatamente al fine di
senso di una conformità oggettiva (art. 7: “requisiti ottenere un mero effetto di interruzione della
oggettivi di conformità), per altro verso. prescrizione.
Si percepisce dunque il senso di una dogmatica che, Ritengo tuttavia che, a tal riguardo, qualche breccia a
intorno all’obbligazione di conformità, va via via livello interpretativo si possa aprire.
raffinandosi.
La medesima direttiva, all’art. 16, prefigura poi una 5. Il tema dell’interruzione della prescrizione:
risoluzione del contratto a esercizio del tutto stragiu- una proposta ricostruttiva
diziale: dunque, dal punto di vista processuale, il
giudizio che venisse radicato al fine di ottenere la Come detto, pende in questo momento davanti alle
risoluzione contrattuale sarebbe non già di natura Sezioni Unite la questione dell’idoneità degli atti
costitutiva, bensì dichiarativo, giacché si tratterebbe stragiudiziali a interrompere il decorso del termine
di accertare i presupposti dell’esercizio di un diritto di prescrizione.
che si colloca del tutto al di fuori della cornice del Alla luce della decisione in commento (e del suo
processo. tenore argomentativo), già ho espresso il pronostico
Ciò offre l’occasione per sviluppare, in chiusura, che di qui a breve non sia facile pensare a un ribalta-
qualche riflessione sulla questione - evidenziata mento della regola tradizionale, secondo cui l’effetto
fin dal principio - che discende dall’impostazione interruttivo deriverebbe soltanto dalla proposizione
concettuale in base alla quale l’effetto interruttivo di una domanda giudiziale, e non già da un semplice
della prescrizione sarebbe raggiunto soltanto a atto stragiudiziale.

G. Pacchioni, Concetto e origini dell’‘obligatio romana’, in F.K. v. e le società, la tutela dei diritti, la prescrizione, in Trattato di diritto
Savigny Le obbligazioni, trad. it. di G. Pacchioni, Milano-Napoli- civile, VIII, Torino, 2018, 663; N. Corbo, La tutela dei diritti, Torino,
Palermo-Roma, 1912, I, 507 ss. Imprescindibile, per la penetra- 2006, 154; G. Molfese, Prescrizione e decadenza in materia civile,
zione di quei modelli concettuali nella dottrina italiana, il contributo Milano, 2005, 201; D. Leban, Prescrizione e decadenza nel diritto
di E. Betti, Teoria generale delle obbligazioni II. Struttura dei privato, Padova, 2003, 148.
rapporti di obbligazione, Milano, 1953, 28 ss. (17) Sulla genealogia dell’idea di diritto potestativo, si veda nella
(15) Per uno sguardo d’insieme, sia consentito il rinvio a T. dalla letteratura italiana G. Messina, Sui cosiddetti diritti potestativi, in
Massara, Ancient and Modern Legal Models of Buyer’s Protection Id., Scritti giuridici, Milano, 1948, 6; S. Puleo, I diritti potestativi
Against the Material Defect of Goods. Particularly the problem of (individuazione delle fattispecie), Milano, 1959; L. Cariota Ferrara,
the right to cure, in Oss. dir. civ. comm., 2017, 197 ss. Diritti potestativi, rappresentanza, contratto a favore di terzi, in
(16) Si tratta di un indirizzo per il quale basti qui richiamare, in Riv. dir. civ., 1960, I, 356 s.; B. Carpino, voce Diritti potestativi, in
tempi relativamente recenti, Cass. 4 settembre 2017, n. 20705; Enc. giur., XII, Roma, 1989, 1 ss. Soprattutto, si veda E. Seckel, Die
Cass. 27 aprile 2016, n. 8418, in questa Rivista, 2016, 581; Cass. Gestaltungsrechte des bürgerlichen Rechts, Darmstadt, 1954; P.
27 settembre 2007, n. 20332; Cass. 3 dicembre 2003, n. 18477. Schlosser, Gestaltungsklage und Gestaltungsurteile, Bielefeld,
Tra le sentenze di merito, si veda Trib. Padova 2 luglio 2018, in 1966; K. Adomeit, Gestaltungsrechte, Rechtsgeschäfte, Ansprü-
Pluris; G. di P. Bologna 24 gennaio 2014, in Foro it., 2014, I, 995 s. che - Zur Stellung der Privatautonomie im Rechtssystem, Berlin,
In dottrina, negano l’efficacia interruttiva derivante dalla costitu- 1969.
zione in mora, per l’ipotesi di diritti potestativi, P. Gallo, L’impresa

384 i Contratti 4/2019


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Contratti in generale

Il dubbio è dunque: si tratta di un esito inesorabile, (altrimenti si potrebbe dire di essere di fronte a
oppure vi sono spazi per opinare diversamente (18)? un’obligatio), allora è da pensare che, al fine di comu-
Certamente, la premessa è che non si debba pensare nicare formalmente al garante la presenza del vizio,
alla revisione del modello generale della garanzia in sia sufficiente un atto stragiudiziale che sia in grado di
relazione alle azioni edilizie: in questo momento le segnare il passaggio dall’assoggettamento alla respon-
parole delle Sezioni Unite hanno scolpito a sbalzo sabilità. In altri termini, l’assoggettamento generato
ancora più netto l’idea secondo cui il vizio risulta dalla garanzia corrisponde a una situazione di pen-
attinente al “modo di essere attuale della cosa dedotta denza, la quale sfocia in Haftung, non essendovi a
in contratto”; il vizio è ciò su cui non può promettersi, monte Schuld, però dopo che sia notificato un atto
giacché il bene passa dal venditore al compratore, per assimilabile a quello di cui parla l’art. 2943, comma 4,
effetto del consenso, con tutte le sue caratteristiche. c.c. (“la prescrizione è inoltre interrotta da ogni altro
A mio giudizio, v’è invece una fenditura logica entro atto che valga a costituire in mora il debitore”); e tale
la quale può inserirsi un segmento di pensiero nien- atto sarebbe da ritenere senza dubbio sufficiente allo
t’affatto scontato: e precisamente tale spazio si rin- scopo di generare l’effetto interruttivo della
viene nella distanza che si scorge tra la costruzione prescrizione.
classica della garanzia, per un verso, e il modello Naturalmente, quanto a tutto il resto, resterebbe
concettuale del diritto potestativo, per altro verso. invariato il consueto sistema di regole: ossia è chiaro
Intendo fare riferimento al diritto potestativo il che la domanda giudiziale a maggior ragione sarebbe
quale, per opinione comune, si ritiene di configurare in grado di interrompere la prescrizione (art. 2943,
in capo al compratore, affinché quest’ultimo arrivi a comma 1, c.c.), così come lo sarebbe il riconosci-
ottenere attraverso la via della proposizione della mento del vizio da parte del venditore (art. 2944 c.c.,
domanda giudiziale gli esiti di tutela che a lui sono nel collegamento con l’art. 1495, comma 2, c.c.).
messi a disposizione in specie dall’art. 1492 c.c., ove Né sembra a me che per arrivare all’esito descritto
sono delineate la redibitoria e l’estimatoria. debba realizzarsi una forzatura dell’art. 2943 c.c. (20):
Orbene, si ponga mente al fatto che, nella misura in come appena ricordato, l’interruzione della prescri-
cui il compratore invoca la responsabilità del vendi- zione discende, oltreché dalla proposizione della
tore per la presenza del vizio nel bene, oltretutto non domanda, “da ogni altro atto che valga a costituire
necessariamente scegliendo fin da subito se agire in in mora”. Però, in presenza di garanzia, non sarebbe in
redibitoria ovvero in estimatoria (19), egli sta - per alcun modo concepibile un atto di costituzione in
l’appunto - invocando una responsabilità: in quel mora, in relazione a un debito che invero non c’è,
momento, egli si trova posizionato un passo a sicché l’atto stragiudiziale cui propongo di por mente
monte rispetto all’esercizio del diritto potestativo. sarebbe proprio quello con il quale venga manifestato
Proprio in corrispondenza con tale punto si apre lo l’interesse da parte del garantito a invocare la respon-
spazio logico cui poc’anzi facevo cenno. sabilità del garante, se il medesimo garantito non
Se è vero che, stando alla costruzione classica, la voglia pagare le conseguenze della sua inerzia.
garanzia colloca il garante in una posizione di assog- In effetti, l’art. 2934 c.c. lascia chiaramente inten-
gettamento rispetto al garantito, sicché si può ben dere che la ratio sottesa alla prescrizione è quella di
dire che manchi il prius di un dare o di un facere sanzionare l’inerzia del titolare del diritto (21): e

(18) L’opinione secondo cui la prescrizione sarebbe interrotta in (20) Fermo restando che un’applicazione analogica dell’art.
virtù di un semplice atto stragiudiziale è sostenuta in giurispru- 2943 c.c. risulterebbe invero inammissibile alla luce della tassati-
denza da Cass. 10 novembre 2015, n. 22903; Cass. 3 agosto 2010, vità delle cause interruttive della prescrizione: su ciò, C.M. Bianca,
n. 18035, in questa Rivista, 2011, 579, con nota di M. Nardella, Diritto civile. VII. Le garanzie reali - La prescrizione, Milano, 2012,
Denunzia dei vizi intimazione ad adempiere e interruzione della 602; C. Costantini, voce Interruzione della prescrizione, in
prescrizione; Cass. 10 settembre 1999, n. 9630, in questa Rivista, Dig. disc. priv. - Sez. civ., agg., Torino, 2011, 523 s.; N. Corbo,
1999, 1138. Sul punto, cfr. A. Luminoso, La vendita, cit., 501, nt. La tutela dei diritti, cit., 154; G. Molfese, Prescrizione e decadenza
507; B. Agostinis, La garanzia per i vizi della cosa venduta. Le in materia civile, cit., 183; G. Azzariti - G. Scarpello, Prescrizione e
obbligazioni del compratore, ne Il codice civile. Commentario decadenza, in Tutela dei diritti. Art. 2910-2969, in Commentario
fondato e già diretto da P. Schlesinger, continuato da F.D. Busnelli, del codice civile, a cura di A. Scialoja e G. Branca, Bologna-Roma,
Milano, 2012, 168; A. Mastorilli, La garanzia per vizi nella vendita. 1977, 257. In giurisprudenza, sulla tassatività delle ipotesi di cui
Disciplina codicistica e nuova normativa europea, Milano, 2004, all’art. 2943 c.c., Cass. 23 maggio 2017, n. 12950; Cass. 12
244; C.M. Bianca, La vendita e la permuta2, cit., 1053 ss.; D. gennaio 2017, n. 593; Cass. 25 settembre 2009, n. 20636;
Rubino, La compravendita2, cit., 846. Cass. 30 marzo 2001, n. 4707.
(19) Sull’intera proiezione processuale dei problemi qui in (21) Per una recentissima riflessione in argomento, S. Patti,
discussione, si rinvia a C. Consolo, Il concorso di azioni nella Inerzia e prescrizione nel pensiero di Alberto Auricchio, in
patologia della vendita. Diritto e processo, in Riv. dir. civ., 1989, Riv. trim. dir. proc. civ., 2019, 143 ss.
I, 765 ss.

i Contratti 4/2019 385


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Contratti in generale

proprio tale ratio l’interprete - a mio parere - è chia- della garanzia - pensare a un atto stragiudiziale in
mato a tenere in conto nel definire i contorni di un grado di far trascolorare la soggezione del garante in
atto stragiudiziale che produca gli effetti di cui all’art. una sua vera e propria responsabilità (Haftung), e ciò
2943 c.c., però nel silenzio di tale disposizione in tema ai meri fini dell’interruzione dei termini di cui
di garanzia, quando cioè la responsabilità scatti senza all’art. 1495 c.c.
la necessità di un debito a monte. Senza dubbio vantaggioso per il sistema nel suo
È d’altra parte chiaro che il sistema di regole poste in complesso, in definitiva, sarebbe di poter prescindere
connessione con la garanzia, la quale si collega a un dall’esigenza di un gravoso ricorso alla domanda
modello di vendita traslativa, non può che marcare giudiziale per tutti i casi in cui ciò non appaia stret-
taluni tratti di distanza rispetto al sistema generale tamente necessario nell’economia del sistema.
delle regole valide per la responsabilità nascente da Condivisibile, dunque, mi pare possa ritenersi la
inadempimento, ai sensi degli artt. 1218 e 1219 c.c. scelta delle Sezioni Unite di mantenere la saldezza
Alludo in specie al fatto che, se l’atto di costituzione dell’impianto antico delle garanzie, se e nella misura
in mora di cui all’art. 1219 c.c. incide - come si usa in cui il meccanismo probatorio collegato al vizio di
ricordare - sul passaggio del rischio, sugli interessi e cui all’art. 1490 c.c. mal si presta - in specie, come si è
sulla prescrizione (22), in presenza della garanzia che visto, alla luce del principio di vicinanza della prova -
si collega alla vendita traslativa ciascuno di questi a semplificanti uniformazioni rispetto al disegno
aspetti evidenzia una sua specifica disciplina; e così il generale della sentenza a Sezioni Unite del 2001.
passaggio del rischio risponde alla regola traslativa Ove però si renda opportuno ridisegnare, alla luce
(art. 1376 c.c.), gli interessi nella vendita trovano di un’interpretazione sistematica che muova dall’art.
una regola ad hoc (art. 1499 c.c.) e la prescrizione 2943 c.c., il profilo dell’interruzione della prescri-
merita, per quanto detto, di essere gestita secondo zione di cui all’art. 1495 c.c., allora mi pare che
regole ricostruite per via interpretativo-sistematica. uno sforzo in tale direzione risponda nella maniera
Come ho cercato di dire, nulla quaestio se il garantito più piena e fedele al senso che si voglia dare a una
esperisca una domanda giudiziale, innescando così la dogmatica che, rinnovandosi di continuo, mostri la
sequenza che conduce, attraverso l’esercizio di un propria utilità nel nostro tempo (23).
diritto potestativo, alle tutele redibitoria o estimato- Rigore, prevedibilità e, al contempo, resilienza: que-
ria, per le quali senza dubbio non può prescindersi da sti i tratti imprescindibili che si richiedono a un
un giudizio costitutivo necessario. sistema di idee che non smarrisca la memoria del
Se però lo scopo del garantito sia soltanto quello di suo passato, antico e nobile, eppure non opponga
interrompere la prescrizione, allora pare a me possi- arrocchi che si rivelerebbero, in fin dei conti, piutto-
bile - invariata restando la costruzione generale sto controproducenti.

(22) Sul punto, N. Rizzo, Inadempimento e danno da ritardo tra (23) Per lo meno se nell’espressione “dogmatica” non si
diritto comune e diritto privato europeo, in Riv. dir. civ., 2013, 827 intenda ravvisare un significato di fissità antistorica, bensì - tutt’al
ss., in specie 831 ss.; A. Venturelli, Costituzione in mora e azione contrario - in essa si percepisca la dinamica delle idee che con-
giudiziale di risoluzione del contratto per inadempimento, in Obbl. cretamente si piegano, giorno dopo giorno, a dare qualificazione ai
e contr., 2012, 747 ss.; G. Grisi, La ‘mora debendi’ nel sistema fatti del nostro vivere: apre scenari di grande interesse, per chi si
della responsabilità per inadempimento, in Riv. dir. civ., 2010, I, 69 occupa di storia delle idee della tradizione giuridica, N. Irti, Cate-
ss.; G. Visintini, Inadempimento e mora del debitore. Art. 1218- gorie romanistiche (disputa ermeneutica), in Le parole del diritto.
12222, ne Il codice civile. Commentario fondato e già diretto da P. Scritti in onore di C. Castronovo, I, Napoli, 2018, 169 ss.
Schlesinger, continuato da F.D. Busnelli, Milano, 2006, 479 ss.

386 i Contratti 4/2019


Giurisprudenza
Contratti in generale

Fideiussione

Cassazione Civile, Sez. III, 28 febbraio 2019, n. 5833 - Pres. A. Spirito - Rel. Fiecconi - D.P.D. c. doBank
S.p.a. (già Unicredit Credit Management Bank S.p.a.)
In tema di requisito della forma scritta del contratto, la normativa che assiste i contratti bancari (o finanziari) a
protezione dei clienti delle banche o degli investitori non può estendersi automaticamente e per osmosi alle
garanzie personali rilasciate unilateralmente da soggetti, terzi rispetto al rapporto bancario (o finanziario), con
riferimento a negoziazioni intrattenute da altri soggetti con la banca o con l’intermediario finanziario.

Le norme di validità o di trasparenza negoziale previste dalla normativa primaria o secondaria di settore vanno
intese non in senso strutturale, ma funzionale, avuto riguardo alla finalità di protezione dell’investitore o cliente
della banca assunta dalla norma, e non sono indirizzate a regolare propriamente il negozio unilaterale stipulato
dal fideiussore del debitore principale della banca, il quale non può essere considerato, per osmosi, alla stregua di
un cliente della banca, proprio per il carattere accessorio di tale obbligazione rispetto a quella del debitore
garantito, ex art. 1936 c.c.

ORIENTAMENTI GIURISPRUDENZIALI

Conforme Cass. 9 novembre 2007 n. 23391; con riferimento alla seconda parte della massima: Cass., SS.UU., 16 gennaio
2018 n. 898.

Difforme Non sono stati rinvenuti precedenti in termini.

La Corte (omissis) giudizio di fatto relativo alla circostanza, ritenuta dalla


Corte di merito come accertata anche per via presuntiva,
Ragioni e motivi della decisione che non sia stato provato che il foglio fosse stato sotto-
1. Con il primo motivo ex art. 360 c.p.c., comma 1, n. 3, il scritto in bianco in assenza di un preventivo accordo
ricorrente denuncia violazione dell’art. 2702 c.c., in (absque pactis), e che dunque l’onere probatorio dell’attore
ordine alla disciplina della querela di falso, degli artt. non sia stato assolto per ritenere ammissibile l’incidente di
221, 222, 223 e 224 c.p.c., sulla proposizione della querela falso. Pertanto la Corte non ha violato le norme sulla
di falso c.p.c. e degli artt. 191, 193, 194 e 195 c.p.c. proposizione della querela di falso, ma ha ritenuto, anche
1.1. Il motivo è inammissibile in quanto non si confronta tramite un ragionamento per presunzioni del tutto ammis-
con la ratio decidendi. sibile e insindacabile, che mancasse la prova dell’abusivo
1.2. A parziale modifica della motivazione resa dal primo riempimento, costituente il presupposto per ammettere
giudice, la Corte di merito ha rilevato che la consegna di tale giudizio (Cass. Sez. III, n. 6050/1998; Sez. III, Sen-
fogli in bianco non fosse circostanza pacifica (come invece tenza n. 16831 del 10 novembre 2003; Sez. III -, Sentenza
ritenuto dal giudice di prime cure) e che la querela nullitatis n. 12002 del 16 maggio 2017).
fosse inammissibile proprio perché è mancata la prova 2. Con il secondo motivo il ricorrente denuncia ex art. 360
dell’abusivo riempimento dei fogli sottoscritti in bianco, c.p.c., comma 1, n. 3, la violazione degli artt. 2729 e 2727
non riscontrabile né dalle dichiarazioni del teste sentito c.c., e dell’art. 116 c.p.c., per fraintendimento della prova
sul punto, relativamente a due delle tre dichiarazioni testimoniale. In particolare la Corte d’appello avrebbe
scritte, né dalla relazione della CTU grafologica, da cui ammesso ragionamenti presuntivi e prove per testi in
si può al più desumere che l’aggiunta dattiloscritta non era relazione a patti aggiunti o contrari al contenuto di
coeva al modulo prestampato utilizzato per il rilascio delle documenti.
fideiussioni, ma non che le sottoscrizioni non fossero 2.1. Il motivo è inammissibile per quanto sopra detto al
riferibili al tempo dell’indicazione dell’importo massimo punto 1 in linea di diritto.
garantito apposta nello spazio apposito del modulo. Peral- 2.2. Il ricorrente, poi, deduce che la Corte abbia ragionato
tro su tale circostanza la testimonianza e la CTU - pp. 9 e per presunzioni ove non si poteva ritenere provato per
10 della sentenza - risultano convergenti: quanto al primo presunzioni che fosse esistito un diverso patto, perché
modulo del 1993 il teste ha dichiarato di averlo visto già sarebbe inammissibile la presunzione nei casi in cui è
completo al tempo della consegna, il che quindi non vietata la testimonianza di patti aggiunti, coevi o antece-
esclude che, come da lui fatto, vi sia stato il preventivo denti alla scrittura. L’argomento risulta logicamente fal-
riempimento del modulo prestampato, da parte di altro lace. La Corte di merito ha ritenuta provato che i fogli non
dipendente della banca, prima della sottoscrizione degli fossero stati firmati in bianco, con abusivo riempimento, e
altri. questa circostanza costituisce un fatto e non concerne
1.3. Con tali censure, sotto più profili, il ricorrente chiede diverso un patto da provare. Oltretutto, se non si trattava
alla Corte di legittimità un inammissibile sindacato sul di riempimento abusivo di bianco-foglio in mancanza di

i Contratti 4/2019 387


Giurisprudenza
Contratti in generale

patto, ma contro i patti, sarebbe anche in tale caso inam- 4.5. In tema di fideiussione personale, volontariamente
missibile la proposta querela di falso, dovendosi agire per rilasciata da un terzo all’istituto di credito a garanzie di
l’annullamento per vizio della volontà - tesi peraltro crediti che traggono origine da un rapporto bancario o
accolta dal giudice di primo grado (v. per tutte Cass. finanziario, la validità - e la sorte - del a garanzia personale
Sez. II, n. 18059/2007). dipende dal rapporto principale cui si ricollega, stante il
3. Con il terzo motivo il ricorrente denuncia, ex art. 360, carattere accessorio della fideiussione, e pertanto la norma
numero 3, c.p.c., violazione dell’art. 1938 c.c., in quanto che riguarda la forma dei contratti appartenenti alle due
l’obbligazione sarebbe stata resa per un’obbligazione con- diverse specie (contratto bancario o finanziario) non si
dizionale e futura. estende direttamente e automaticamente alla garanzia
3.1. Il motivo non coglie che la questione della violazione unilaterale e personale rilasciata dal terzo al debitore
della disposizione che vieta l’emissione di fideiussioni principale della banca o dell’intermediario finanziario,
prive di indicazione dell’importo massimo garantito è proprio perché in tal caso non si tratta di instaurare con
stata ritenuta dalla Corte di merito assorbita dal rilievo quest’ultimo un rapporto o una relazione che necessita di
“fattuale” che non è dimostrato che le fideiussioni siano un’ulteriore forma di protezione o di garanzia per chi la
state sottoscritte in bianco, e quindi si rivela inammissi- sottoscrive, essendo sufficiente la protezione accordata
bile. Infatti, la denunciata illiceità dell’aumento unilate- dalla normativa speciale al contratto stipulato tra la
rale della fideiussione, con violazione dell’art. 1938 c.c., si banca o l’intermediario e il debitore principale, cui la
correla alla prova dell’abusivo riempimento del modulo garanzia necessariamente si ricollega.
sottoscritto in bianco (ipotesi che implica la prestazione di 4.6. Più precisamente, le disposizioni del D.Lgs. n. 385 del
garanzie personali per obbligazioni condizionali, future e 1993, riguardano i contratti o negozi bancari, tra cui pos-
incerte nel loro ammontare, vietate dalla norma), ma non sono includersi le fideiussioni rilasciate personalmente
si pone qualora nel singolo modulo risulti espressamente dalle banche a garanzia di obbligazioni altrui (v. la conven-
indicato l’importo massimo garantito, come è stato accer- zione fideiussoria bancaria offerta al committente di un
tato nel caso in questione. appalto pubblico), e dunque tutti i negozi relativi ad ope-
4. Con il quarto motivo il ricorrente denuncia la viola- razioni e servizi stipulati tra la banca (imprenditore forni-
zione dell’art. 112 c.p.c., e dell’art. 117TUB e 119TUB in tore di servizi) e il cliente (fruitore del relativo servizio).
relazione alla mancata consegna di copia del contratto di Sicché le norme di validità o di trasparenza negoziale
fideiussione al fideiubente. previste dalla normativa primaria o secondaria di settore
4.1. Il motivo è infondato. vanno intese non in senso strutturale, ma funzionale, avuto
4.2. Sulle domande di nullità ciel negozio per vizi formali riguardo alla finalità di protezione dell’investitore o cliente
attinenti al mancato rispetto delle norme speciali in tema della banca assunta dalla norma, e non sono indirizzate a
di forma de contratti bancari la Corte di merito si è espressa regolare propriamente il negozio unilaterale stipulato dal
ritenendo che l’omessa consegna di copia del negozio di fideiussore del debitore principale della banca, il quale non
fideiussione, stipulato mediante riempimento di un può essere considerato, per osmosi, alla stregua di un cliente
modulo bancario precompilato, come anche l’omessa della banca, proprio per il carattere accessorio di tale obbli-
comunicazione sullo svolgimento del rapporto garantito, gazione rispetto a quella del debitore garantito, ex art. 1936
sono circostanze che non attengono al piano della validità c.c.; né appare sussistere un ragionevole dubbio, per ingiu-
del negozio di fideiussione, ma eventualmente a quello stificata disparità di trattamento tra la posizione del debitore
dell’esecuzione di un negozio validamente concluso, e principale e quella del fideiussore, in merito alla legittimità
dunque il rimedio per l’eventuale violazione di tali costituzionale della normativa così interpretata, ex art. 3
norme sarebbe semmai quello dell’adempimento e/o risar- Cost., e ciò in ragione della diversità di situazione in cui tali
cimento del danno, ma non della nullità del negozio. soggetti si trovano a negoziare, e soprattutto del carattere
4.3. Pertanto, in primo luogo, non sussiste il vizio di omessa accessorio dell’obbligazione assunta dal fideiussore (v. Cass.
decisione su tale questione. n. 11979/2013), sin dalla sua genesi collegata a quella del
4.4. In secondo luogo, sotto il profilo della denunciata debitore principale che, sul piano funzionale, risulta sensi-
violazione di norme speciali che riguardano la forma dei bile alle vicende del rapporto principale, ed è pertanto già
contratti bancari o finanziari (su cui vi è stato un ultimo sufficientemente protetta dalle disposizioni relative ai
intervento chiarificatore delle sezioni unite di questa requisiti di validità previsti dalle norme speciali che riguar-
Corte con la sentenza S.U. n. 898/2018 resa in riferimento dano i contratti bancari o finanziari.
ai contratti-quadro relativi agli strumenti finanziari), in 4.7. Difatti si è già precisato che la validità della garanzia è
tema di requisito della forma scritta del contratto, giova espressamente subordinata alla validità del rapporto prin-
preliminarmente sottolineare che la normativa che assiste cipale e che, in ogni caso, il giudice non possa rilevare
i contratti bancari (o finanziari) a protezione dei clienti d’ufficio la nullità del contratto principale, trasmissibile al
delle banche o degli investitori non può estendersi auto- negozio accessorio, se non è espressamente dedotta dalla
maticamente e per osmosi alle garanzie personali rilasciate parte fideiubente (Cass. Sez. I, Sentenza n. 25516 del 16
unilateralmente da soggetti, terzi rispetto al rapporto ban- dicembre 2010). Ne consegue che, una volta che siano
cario (o finanziario), con riferimento a negoziazioni intrat- rispettati gli obblighi formali di validità del rapporto prin-
tenute da altri soggetti con la banca o con l’intermediario cipale e di fissazione dell’importo massimo garantito della
finanziario. fideiussione, ai sensi dell’art. 1938 c.c., la relativa

388 i Contratti 4/2019


Giurisprudenza
Contratti in generale

specificazione del contenuto della garanzia è destinata ad il motivo attinente alla nullità “genetica” dei negozi di
operare sulla base dei singoli rapporti bancari da cui quelle fidejussione per mancata osservanza delle forme previste
obbligazioni sono scaturite o scaturiranno. Questa Corte, in per i contratti bancari è da ritenersi infondato.
proposito, ha fatto più volte applicazione di tale principio, 5. Con il quinto motivo il ricorrente denuncia la viola-
in particolare per escludere la necessità che nel contratto di zione degli artt. 1938 c.c. e degli artt. 117, 119 e 1343 c.c.,
fideiussione sia riportata la misura del tasso d’interesse in ordine alla rilevabilità d’ufficio delle nullità, con parti-
praticato dalla banca al cliente garantito (Sez. I, Sentenza colare con riferimento ai principi enunciati da Cass. S.U.
n. 23391 del 9 novembre 2007; Sez. I -, Sentenza n. 21521 sentenza n. 2951/2016, assumendo che il rilievo nullità
del 25 ottobre 2016; Sez. I -, Sentenza n. 2492 del 31 delle dichiarazioni rese in tal modo non fosse stato con-
gennaio 2017). trastato a sufficienza dalla banca.
4.8. In sintesi, pur dovendosi escludere che tra fideiussione e 5.1. Il motivo è assorbito da quanto sopra detto in relazione
rapporto garantito vi siano osmosi che portino all’interno al terzo e quarto motivo.
della disciplina della prima regole appartenenti al secondo, 6. Con il sesto motivo il ricorrente denuncia violazione
l’accessorietà della fideiussione comporta che anche le dell’art. 1956 c.c., e dell’art. 1375 c.c., e chiede applica-
nullità parziali del rapporto obbligatorio garantito si riflet- zione dell’art. 96 c.p.c., per avere la banca dato affidamenti
tano, in senso utile per il fideiubente, sui rapporti fra garante alla società nonostante il peggioramento delle condizioni
e creditore. Entro determinati limiti, si è ritenuto che tale patrimoniali del debitore.
effetto invalidante vale anche per il contratto autonomo di 6.1. Il motivo è inammissibile. Si chiede un sindacato su
garanzia con riguardo agli interessi usurari, ma non per un giudizio di fatto, riscontrabile nella parte della moti-
l’anatocismo (cfr. Sez. I -, Ordinanza n. 20397 del 25 agosto vazione ove la Corte di merito ha ritenuto non provate le
2017, ove si è stabilito che nel contratto autonomo di circostanze di cui all’art. 1956 c.c. (ovvero che il finanzia-
garanzia, improntandosi il rapporto tra il garante e il credi- mento successivo alla Prestazione della garanzia è avve-
tore beneficiario a piena autonomia, il garante non può nuto in una situazione di evidente peggioramento delle
opporre al creditore la nullità di un patto relativo al rapporto condizioni patrimoniali del debitore).
fondamentale, salvo che essa dipenda da contrarietà a 6.2. In tale materia, l’onere probatorio grava su la parte
norme imperative o dall’illiceità della causa e che, attra- deducente. Pertanto, il fideiussore che chieda la libera-
verso il medesimo contratto autonomo, si intenda assicu- zione della garanzia prestata invocando l’applicazione
rare il risultato vietato dall’ordinamento; tuttavia si deve dell’art. 1956 c.c. ha l’onere di provare, ai sensi dell’art.
escludere che la nullità della pattuizione di interessi ultra- 2697 c.c., la sussistenza degli elementi richiesti a tal fine, e
legali si comunichi sempre al contratto autonomo di garan- cioè che, successivamente alla prestazione della fideius-
zia, atteso che detta pattuizione - eccezion fatta per la sione per obbligazioni future, il creditore (la banca), senza
previsione di interessi usurari - non è contraria all’ordina- la sua autorizzazione, abbia dato credito al terzo pur
mento, non vietando quest’ultimo in modo assoluto finan- essendo consapevole dell’intervenuto peggioramento
che l’anatocismo, così come si ricava dall’art. 1283 c.c., e delle sue condizioni economiche (cfr. Cass. Sez. I -, Sen-
D.Lgs. n. 385 del 1993, art. 120). tenza n. 23422 del 17 novembre 2016; Sez. III, Sentenza n.
4.9. Pertanto, non essendo stato dedotto alcun vizio ine- 2524 del 7 febbraio 2006).
rente al mancato rispetto della forma prevista per la stipula 7. Conclusivamente la Corte rigetta il ricorso, con ogni
di in valido contratto bancario, costituente il rapporto conseguenza in ordine alle spese, che si liquidano in
principale cui si ricollegano gli impegni fideiussori in dispositivo ai sensi del D.M. n. 55 del 2014 a favore
questione, con riferimento ai negozi di fideiussione rila- delle parti resistenti.
sciati mediante sottoscrizione di un modulo precompilato (omissis)

Fideiussione personale e trasparenza bancaria: inapplicabile


al garante la normativa speciale in tema di forma del contratto
di Marco Nicoli (*)

La Corte di cassazione, con la pronuncia in esame, coglie l’occasione per tracciare i limiti di
applicabilità della normativa bancaria dettata in relazione alla forma del contratto. Alla luce delle
caratteristiche strutturali e funzionali del negozio fideiussorio, da un lato, e delle precipue finalità della
trasparenza negoziale nella materia bancaria, dall’altro, i giudici di legittimità escludono che al
fideiussore personale possano applicarsi sic et simpiciter le disposizioni dettate dal Testo Unico
Bancario a protezione dei clienti dell’istituto di credito.

(*) Il presente contributo è stato sottoposto, in forma anonima,


al vaglio del Comitato di valutazione.

i Contratti 4/2019 389


Giurisprudenza
Contratti in generale

Il caso art. 119 T.U.B., posto che l’inottemperanza della


banca all’obbligo di fornire, almeno una volta
Con la decisione in epigrafe la Corte di cassazione si
all’anno, una comunicazione completa in merito
pronuncia in merito all’applicabilità al contratto di
allo svolgimento del rapporto, costituisce inadem-
fideiussione personale della normativa relativa ai
pimento dell’obbligo di comportarsi secondo cor-
requisiti di forma del contratto in ambito bancario.
rettezza e buona fede nell’esecuzione del contratto, e
Un rapido riassunto della vicenda contenziosa può
non già causa di nullità o inefficacia del contratto
essere utile al fine di comprendere il percorso seguito
bancario o della fideiussione. Da ultimo veniva
dalla Suprema Corte e le conclusioni riassunte nelle
affermata che non era stata violata la norma di cui
massime di cui in epigrafe.
all’art. 1956 c.c., poiché il fideiussore non aveva
La vicenda processuale in esame origina dalla propo-
provato che la banca, successivamente alla presta-
sizione di un’opposizione a decreto ingiuntivo, avan-
zione della fideiussione per obbligazioni future,
zata dal fideiussore personale di un’impresa, debitrice
avesse dato credito al debitore pur consapevole
principale, nei confronti della banca creditrice. Nel-
dell’intervenuto peggioramento delle condizioni
l’ambito della controversia così instaurata il fideius-
economiche.
sore si affidava a due nuclei di censure, ribaditi anche
Avverso la pronuncia di secondo grado, il soccom-
in sede di gravame.
bente proponeva così ricorso per Cassazione, denun-
Da un lato, veniva proposta querela di falso in relazione
ciando, per un verso, l’errata dichiarazione di
a tre dichiarazioni fideiussorie, ritenendo l’opponente
inammissibilità della querela di falso e, per altro
che l’istituto di credito avesse provveduto unilateral-
verso, la violazione delle norme e dei principi corre-
mente ed arbitrariamente al riempimento degli spazi di
lati al negozio fideiussorio omnibus o ai contratti
moduli firmati in bianco. Dall’altro, si eccepiva la
bancari.
nullità della prima fideiussione, prospettata altresì
Mentre le censure inerenti la querela di falso vengono
con riguardo alle modalità di concessione degli aumenti
dichiarate pacificamente inammissibili, richiedendo
di fidi all’impresa debitrice, per violazione delle norme e
le stesse un (inammissibile) sindacato della Suprema
dei principi in materia di fideiussioni omnibus, delle
Corte su circostanze fattuali, è la (asserita) violazione
regole formali e delle norme di comportamento indicate
degli artt. 117 e 119 T.U.B., in relazione alla mancata
nel Testo Unico Bancario (T.U.B.), nonché, da ultimo,
consegna di copia del contratto di fideiussione al
della norma di cui all’art. 1956 c.c.
fideiubente, a dare la possibilità ai Giudici di legitti-
Le eccezioni proposte dall’originario opponente,
mità di svolgere un’interessante analisi dei diversi
tuttavia, venivano respinte in entrambi i gradi di
principi che informano le discipline del negozio
giudizio. Quanto alla querela di falso, la Corte
fideiussorio e dei contratti bancari, nonché le diffe-
d’Appello, a parziale modifica della motivazione
renti rationes poste alla base delle medesime.
resa dal primo giudice, rilevava come la consegna
di moduli in bianco non fosse circostanza pacifica
(come invece sostenuto dal Tribunale), con conse- Il negozio fideiussorio
guente inammissibilità della querela nullitatis in Il presente contributo prende le mosse dall’esame, nei
ragione del mancato assolvimento dell’onere pro- limiti che vengono qui in rilievo, dei principi generali
batorio relativo all’abusivo riempimento dei fogli in tema di negozio fideiussorio.
sottoscritti in bianco, non riscontrabile all’esito Nell’ambito dell’ampio genus delle garanzie perso-
dell’istruttoria svolta nel corso del giudizio. nali, la fideiussione rappresenta oggi un’opera-
Parimenti infondati venivano ritenuti i motivi zione bancaria tra le più frequenti, il cui
d’impugnazione inerenti la nullità delle fideius- regolamento è stato perfezionato nel corso degli
sioni, per diversi ordini di ragioni. In primo luogo anni dall’opera di una giurisprudenza sensibile alla
e quanto alla deduzione della nullità ex art. 117 T.U. pratica. Benché l’art. 1936 c.c. si limiti a definire
B., per mancata consegna della copia del contratto il solo fideiussore, indicando come tale colui che,
al fideiussore, tale eccezione veniva ritenuta infon- obbligandosi personalmente verso il creditore,
data, trattandosi di norma relativa alla mancata garantisce l’adempimento di un’obbligazione
consegna del contratto di banca al cliente, pertanto altrui, la fideiussione viene tradizionalmente indi-
inapplicabile al caso di specie in relazione alla posi- viduata quale rapporto obbligatorio in virtù del
zione del garante. In secondo luogo, veniva ritenuto quale il fideiussore assume un obbligo nei con-
infondato il rilievo di nullità della fideiussione ex fronti del creditore di adempiere l’obbligazione

390 i Contratti 4/2019


Giurisprudenza
Contratti in generale

del debitore, aggiungendo la propria responsabi- possibilità di pattuizione del beneficium ordinis o del
lità a quella di quest’ultimo (1). beneficium excussionis.
Premesso che l’obbligazione fideiussoria rinviene Deve altresì precisarsi come la solidarietà tra fideius-
generalmente la propria genesi in un contratto, ben sore e debitore principale si presenti in termini del
potendo tuttavia discendere anche da un atto unila- tutto peculiari, tanto da esser ritenuta da parte della
terale (2), da un titolo giudiziale (3) o dalla legge (4), dottrina una ipotesi di c.d. “solidarietà atipica”,
l’effetto che la stessa produce è quello di dar luogo ad essendo l’obbligazione assunta nell’interesse esclu-
una ipotesi di responsabilità solidale del debitore sivo del fideiuvato (6).
principale e del suo fideiussore, nei confronti del È dalla stessa lettera della legge (7) che si può evincere
creditore, come confermato expressis verbis dall’art. peraltro la caratteristica principale dell’obbligazione
1944, comma 1, c.c. fideiussoria, ossia la sua accessorietà rispetto a quella
Vertendosi in tema di solidarietà deve precisarsi che garantita, in quanto le vicende relative al rapporto
l’obbligazione del fideiussore non ha generalmente principale si riflettono automaticamente sulla garanzia
carattere sussidiario (5), potendo il creditore rivol- fideiussoria (8), senza che ciò incida in alcun modo
gersi indifferentemente al debitore o al fideiussore per sotto il profilo causale, poiché i due rapporti conser-
esigere il pagamento della prestazione, fatta salva la vano all’uopo la relativa autonomia (9).

(1) In dottrina, ex multis, C.M. Bianca, Diritto civile. V. La sussidiaria l’obbligazione fideiussoria, poiché “solo l’argomento
responsabilità, II ed., Milano, 2012, 480; A. Ravazzoni, voce che si può ricavare dai diversi presupposti di esigibilità dell’obbli-
Fideiussione, in Digesto, discipline privatistiche, sez. civile, VIII, gazione fideiussoria e di quella garantita riesce a giustificare la
Torino, 1992, 254 ss.; M. Fragali, Fideiussione. Mandato di cre- qualifica sussidiaria della prima come suo carattere essenziale […]
dito. Artt. 1936-1959 c.c., in Commentario del codice civile, a cura La sussidiarietà dell’obbligazione fideiussoria sta in questa sua
di A. Scialoja - G. Branca, Bologna, 1968, 3 ss.; G. Bozzi, La idoneità a rimuovere lo stato di insoddisfazione di una pretesa
fideiussione, le figure affini e l’anticresi, in Trattato di diritto creditoria risultante da un rapporto a cui il fideiussore è rimasto
privato, diretto da P. Rescigno, XIII, Torino, 1985, 207 ss.; F. estraneo”.
Macario, I singoli contratti. Garanzie personali, in Trattato di diritto (6) Così M. Fragali, op. cit., 273 ss.; in senso conforme si veda
civile, diretto da R. Sacco, X, Torino, 2009, 86. anche R. Miccio, Dei singoli contratti e delle altre fonti delle
(2) Secondo M. Fragali, op. cit., 45, hanno fonte in una pro- obbligazioni, in Commentario del codice civile a cura di magistrati
messa unilaterale, in particolare, l’obbligazione fideiussoria incor- e docenti, Torino, 1959, 419, il quale evidenzia, in particolare, il
porata in un titolo di credito e l’obbligazione derivante dalla carattere atipico della solidarietà sotto il profilo pratico, soprattutto
cauzione fideiussoria quando il suo effetto può prodursi sulla considerando l’operatività del principio di solidarietà nelle obbli-
sola base di una promessa di garanzia. gazioni solidali e nell’obbligazione fideiussoria. Contra C.M.
(3) G. Bozzi, La fideiussione, in Il diritto privato oggi, a cura di P. Bianca, op. cit., 481, secondo cui le particolari regole che disci-
Cendon, Milano, 1995, 31, osserva come, in realtà, la c.d. fideius- plinano la fideiussione non ostano con la nozione della solidarietà
sione giudiziale abbia nel provvedimento giurisdizionale che la passiva, caratterizzata dalla regola generale per la quale tutti sono
impone una fonte solo mediata, in quanto il comando del giudice obbligati all’esecuzione di una sola prestazione, in modo che
non fa altro che dare attuazione ad una previsione della legge o l’adempimento dell’uno libera anche gli altri.
della volontà privata. La figura de qua mancherebbe pertanto di (7) F. Caringella - L. Buffoni, Manuale di diritto civile, VIII ed.,
una sua autonomia poiché, a seconda dei casi, la fonte sarebbe pur Roma, 2017, 1648, sottolineano come l’accessorietà della garan-
sempre individuabile nel negozio o nella legge. zia rispetto all’altrui obbligazione rappresenti un principio fonda-
(4) Ipotesi paradigmatica in tal senso, come confermato dalla mentale desumibile da almeno tre diverse disposizioni. In primo
dottrina prevalente e, in particolare, da D. Rubino, Le associazioni luogo, dall’art. 1939 c.c., ai sensi del quale l’obbligazione fideius-
non riconosciute, Milano, 1952, 255 ss., è quella rappresentata soria non è valida se non è valida l’obbligazione principale, salvo
dalla responsabilità solidale del rappresentante di un’associazione che sia stata prestata per un’obbligazione assunta da un incapace;
non riconosciuta ex art. 38 c.c. per le obbligazioni assunte in nome in secondo luogo, dall’art. 1945 c.c., che riconosce la possibilità
e per conto dell’ente. Sul punto, tuttavia, deve rilevarsi come tale per il fideiussore di opporre al creditore tutte le eccezioni che
qualificazione non sia apparsa a tutti pienamente convincente: A. spettano al debitore, eccezion fatta per quella derivante da inca-
Giusti, La fideiussione e il mandato di credito, in Trattato di diritto pacità; da ultimo, dall’art. 1941 c.c., il quale prevede che la garanzia
civile e commerciale, già diretto da A. Cicu, F. Messineo, e L. fideiussoria non può eccedere quello che è dovuto dal debitore, né
Mengoni, continuato da P. Schlesinger, XVIII, t. 3, Milano, 1998, può essere prestata a condizioni più onerose, operando in caso
60 ss., pur non disconoscendo una vicinanza di situazione con la contrario, nei limiti dell’obbligazione principale.
fideiussione (ma non un’identità), afferma che nell’ipotesi in (8) F. Macario, op. cit., 205, osserva come tutte le vicende
esame non si sarebbe in presenza di una fideiussione in senso inerenti il rapporto fideiussorio siano condizionate dalla dipen-
tecnico, sia perché il concetto di garanzia personale sarebbe più denza che si instaura fra l’obbligazione fideiussoria e quella prin-
ampio di quello della fideiussione, sia perché mancherebbe qual- cipale, tanto che quest’ultima influenza le sorti della prima dal
sivoglia fondamento normativo da cui si possa dedurre che le momento della sua genesi sino alla fase estintiva.
persone che hanno agito in nome e per conto di un’associazione (9) In dottrina, ex plurimis M. Fragali, op. cit., 126 ss., il quale
non riconosciuta abbiano, ad esempio, diritto al rilievo ex art. 1953 individua la causa constante della fideiussione nella garanzia
c.c. o alla liberazione ex art. 1955 c.c. dell’adempimento di una obbligazione altrui e ritiene che tale
(5) L’assunto è pacifico in giurisprudenza (ex plurimis Cass. 24 causa debba essere tenuta distinta da quella che il negozio garan-
ottobre 2008, n. 25748, in Riv. not., 2010, II, 456 ss., con nota di L. tito di volta in volta presenta; in senso conforme si segnala anche
D’Amelio, Sul fondamento dell’art. 38, seconda parte, cod. civ.), A. Ravazzoni, Le garanzie dell’obbligazione: corso di diritto civile,
ma non univocamente condiviso in dottrina: M. Fragali, op. cit., 76, III ed., Parma, 1993, 42.
osserva come non sarebbe il beneficio di escussione a rendere

i Contratti 4/2019 391


Giurisprudenza
Contratti in generale

Il carattere accessorio della fideiussione viene in seguito di due direttive comunitarie in materia cre-
rilievo soprattutto al fine di differenziare la figura ditizia (direttiva 12 dicembre 1977, n. 77/780, attuata
negoziale in esame dal contratto autonomo di garan- con d.P.R. 27 giugno 1985, n. 350; e Dir. 15 dicembre
zia, il quale si contraddistingue dalla prima proprio 1989, n. 89/646, attuata con D.Lgs. 14 dicembre
sotto il profilo strutturale, in ragione dell’indipen- 1992, n. 481, poi trasfuso nel c.d. Testo Unico
denza del rapporto di garanzia rispetto a quello delle leggi in materia bancaria e creditizia di cui al
garantito (10). D.Lgs. 1° settembre 1993, n. 385). Invero, essa con-
Sul punto, la giurisprudenza è unanime nell’affermare teneva prescrizioni di varia natura volte chiaramente
che l’inserimento in un contratto di fideiussione di a determinare le condizioni per lo sviluppo di un
una clausola di pagamento “a prima richiesta e senza mercato effettivo nell’offerta dei servizi bancari
eccezioni” vale di per sé a qualificare il negozio come (13). Obiettivo fondamentale, quindi, era quello
contratto autonomo di garanzia, in quanto incompa- di imporre alle banche l’obbligo di dotarsi di offerte
tibile con il principio di accessorietà che caratterizza economiche preventivamente conoscibili dalla
il contratto di fideiussione, salvo evidente discrasia clientela ed espressamente consacrate in un testo
rispetto all’intero contenuto della convenzione contrattuale completo (14): la trasparenza delle
negoziale, come risultante all’esito del procedimento condizioni contrattuali, secondo l’opinione domi-
ermeneutico (11). nante, rappresentava uno strumento finalizzato ad
assicurare concorrenzialità al mercato e quindi effi-
Il requisito della forma nei contratti bancari cienza nell’esercizio dell’attività bancaria (15).
Invero, si era rilevato come i controlli sulla traspa-
Ulteriore direttrice lungo la quale si è mossa la deci- renza realizzassero, in modo diretto ed immediato,
sione in commento è stata quella relativa alla tema- l’accrescimento della competitività dei singoli ope-
tica della forma dei contratti bancari e, più in ratori e, in via indiretta, rappresentassero uno stimolo
generale, della trasparenza negoziale in ambito alla competitività del sistema finanziario nel suo
bancario. complesso (16).
Può così ricordarsi come inizialmente fosse possibile Se questa era l’originaria impostazione della norma-
rinvenire una sufficiente univocità nel sistema rela- tiva sulla trasparenza bancaria, deve parimenti darsi
tivo alla normativa di trasparenza ed alle sue finalità atto dell’evoluzione qualitativa che ha coinvolto il
(12). La regolamentazione in questo ambito era sistema in esame, particolarmente nel corso dell’ul-
chiaramente connessa all’introduzione dei principi timo decennio. Si è così osservato in dottrina come, a
concorrenziali nel sistema bancario, intervenuta a seguito delle numerose modifiche normative

(10) In dottrina, ex multis, G. Stella, Le garanzie del credito, in bancari, colmando così una vistosa lacuna del precedente ordina-
Trattato di diritto privato, a cura di G. Iudica - P. Zatti, XV, Milano, mento. Prima delle modifiche legislative in commento, infatti, la
2010, 778, il quale definisce la garanzia autonoma come il con- ‘opacità’ delle condizioni era un connotato tipico dei contratti
tratto con cui un soggetto garante si obbliga, a titolo di garanzia, nei bancari, benché il dovere delle banche di fornire alla clientela
confronti di un altro soggetto a pagargli una predeterminata adeguate informazioni potesse rinvenirsi, già allora, nei principi
somma di denaro nel caso in cui la prestazione del debitore di correttezza e buona fede.
cosiddetto principale non sia eseguita o comunque sia eseguita (13) Così A. Mirone, op. cit., 1293; l’opinione, tuttavia, non è
in modo inesatto, secondo quanto dichiarato e comunicato dal integralmente condivisa da parte della dottrina e, in particolare, da
beneficiario della garanzia. Invero, in deroga al principio dell’ac- R. Costi, L’ordinamento bancario, V ed., Bologna, 2012, 701, che
cessorietà ed al regime delle eccezioni consentite al fideiussore individua una dicotomia all’interno della normativa in tema di
ex art. 1945 c.c., il garante si obbliga ad eseguire la prestazione trasparenza, distinguendo le prescrizioni attinenti ai profili infor-
oggetto della garanzia senza poter opporre eccezioni attinenti alla mativi da quelle dirette a riequilibrare le prestazioni fra le parti,
validità, all’efficacia e, in genere, alle vicende del rapporto princi- incidendo sul contenuto del contratto, “allo scopo di evitare le
pale, e ciò nonostante eventuali opposizioni al pagamento formu- conseguenze negative che sulla parte più debole possono deri-
late dallo stesso debitore principale. vare da una condizione di strapotere della controparte”.
(11) Al principio in esame, affermato da Cass., SS.UU., 18 Sul punto si veda anche C. Silvetti, op. cit., 335, secondo cui nelle
febbraio 2014, n. 3947, in questa Rivista, 2010, 440 ss., con riforme del 1992 e nel T.U.B. la funzione riequilibratrice ha avuto
nota di M. Lobuono, La natura giuridica della polizza fideiussoria: un ruolo marginale, privilegiandosi invece principi e regole finaliz-
l’intervento delle Sezioni Unite, ha dato continuità, da ultimo, zati ad assicurare una “cosciente e consapevole informazione del
Cass. 20 ottobre 2014, n. 22233 in Mass. Giust. civ., 2014. contraente debole”:
(12) A. Mirone, Sub art. 115, in Commento al testo unico delle (14) E. Brodi, Dal dovere di far conoscere al dovere di far
leggi in materia bancaria e creditizia, a cura di C. Costa, II, Torino, “comprendere”, in Banca, borsa, tit. cred., 2011, I, 248 ss.
2013, 1292; cfr. C. Silvetti, in V. Calandra Buonaura - M. Perassi - C. (15) R. Costi, op. cit., 701; sul punto si veda anche G. De Nova,
Silvetti, La banca: l’impresa e i contratti, in Trattato di diritto Informazione e contratto: il regolamento contrattuale, in
commerciale, diretto da G. Cottino, VI, Padova, 2001, 361 ss., il Riv. trim. dir. proc. civ., 1993, 705 ss.
quale evidenzia come, grazie alla disciplina introdotta con il testo (16) Così M. Perassi, Le autorità ed i poteri di vigilanza nel testo
unico, il sistema bancario si sia dotato di un corpo normativo unico, in Banca, borsa, tit. cred., 1995, I, 665 ss.
omogeneo in tema di trasparenza, applicabile a tutti i contratti

392 i Contratti 4/2019


Giurisprudenza
Contratti in generale

intervenute nel corso degli ultimi anni (17), l’attuale T.U.B., relativo proprio alla trasparenza delle condi-
normativa sulla trasparenza bancaria sia oggi orien- zioni contrattuali, avendo riguardo, oltre che alle
tata a tutelare la clientela rispetto al potere di mer- finalità indicate nell’art. 5 T.U.B., anche alla traspa-
cato delle banche, in considerazione delle particolari renza delle condizioni medesime e alla correttezza dei
caratteristiche strutturali della relazione banca - rapporti con la clientela. Tale disposizione di princi-
cliente, riconosciute anche a livello internazionale pio contribuisce così ad assegnare espressamente
sulla base di evidenze tratte da studi di analisi eco- valenza pubblicistica alla trasparenza bancaria,
nomica (18). All’uopo il legislatore, una volta assi- come peraltro confermato dal rafforzamento dei
curata una base normativa adeguata, ha così rivolto la poteri inibitori di cui all’art. 128 ter T.U.B. (21).
sua attenzione al raggiungimento di tre obiettivi Tanto premesso da un punto di vista di inquadra-
specifici: assicurare l’attendibilità delle informazioni mento generale, devono ora esaminarsi alcune
veicolate alla clientela affinché le stesse possano precipue norme contenute nel citato Titolo VI del
effettivamente orientare le scelte di mercato degli T.U.B. che assumono rilievo nell’ambito della
utenti (19); promuovere la mobilità degli utenti pronuncia in commento.
medesimi, assicurando spazi più ampi al diritto di A tal proposito, mentre l’art. 115 T.U.B. si limita a
recesso; da ultimo, reprimere potenziali comporta- definire l’ambito di applicazione delle norme conte-
menti abusivi da parte degli istituti di credito, in nute nel titolo stesso, limitandolo alle attività svolte
considerazione della condizione di debolezza struttu- nel territorio della Repubblica dalle banche e dagli
rale della clientela, anche di natura intermediari finanziari, l’art. 117 T.U.B. impone al
imprenditoriale (20). comma 1 l’obbligo di redazione per iscritto dei con-
Benché la disorganicità di tali interventi abbia deter- tratti bancari, con relativa consegna di una copia del
minato frequenti contraddizioni sistematiche, l’evo- contratto stesso al cliente, sancendo con la nullità
luzione complessiva è stata ritenuta frutto di istanze l’inosservanza della forma prescritta. L’art. 119 T.U.
volte a promuovere un efficiente sviluppo del mer- B., invece, impone in capo ai soggetti indicati nel
cato dei servizi bancari, ritenendosi insufficiente, a predetto art. 115 T.U.B., nell’alveo dei contratti di
tal proposito, la mera obbligatorietà della pubblicità durata, di fornire al cliente, alla scadenza del con-
informativa e la mera adozione delle prescrizioni in tratto e almeno una volta all’anno, una comunica-
materia di forma scritta e contenuto minimo obbli- zione chiara in merito allo svolgimento del rapporto,
gatorio del contratto, originariamente previste dal secondo le modalità definite dal Comitato Intermi-
Testo unico bancario. nisteriale per il Credito ed il Risparmio (CICR).
A conferma dell’accresciuta valenza della trasparenza Quanto all’art. 117 T.U.B., deve scindersi ideal-
bancaria si segnala, in particolare, la modifica di cui al mente il contenuto precettivo ivi contenuto. In
D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 141 in merito alla formu- riferimento alla previsione del requisito della forma
lazione dell’art. 127, comma 1, T.U.B. La disposi- scritta si ritiene che la stessa, pur inquadrandosi nel
zione richiamata prevede infatti che le Autorità più ampio fenomeno della c.d. “neoformalizzazione”
creditizie esercitino i poteri previsti dal Titolo VI del dei rapporti di massa (22), tuteli una serie di interessi

(17) Il riferimento, in particolare, è a due interventi normativi di dell’esercizio dello ius variandi, nonché il maggior impiego degli
portata sistematica. Il primo è rappresentato dal D.Lgs. 27 gennaio indici sintetici di costo.
2010, n. 11, di attuazione della Dir. 2007/64/CE, relativa ai servizi di (20) In proposito, A.A. Dolmetta - P. Bassilana, Alcune osser-
pagamento nel mercato interno, che ha introdotto nel titolo VI il vazioni sui più recenti “condizionamenti” legislativi delle opera-
Capo II-bis, denominato “Servizi di pagamento”. Il secondo è zioni bancarie, in Banca impresa società, 1994, 78, già ritenevano
rappresentato dal D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 141, di attuazione “non socialmente giustificata” la scelta del legislatore di differen-
della direttiva 2008/48/CE, relativa ai contratti di credito ai consu- ziare le posizioni del consumatore persona fisica, da un lato, e
matori, che, da un lato, ha interamente riformato il Capo II e, dell’imprenditore, dall’altro, non rinvenendosi profili di diversità
dall’altro, ha adottato alcune modifiche alla parte generale conte- sostanziale tra le due figure nell’ambito qua considerato.
nuta nel Capo I. (21) Secondo E. Brodi, op. cit., 264, l’individuazione di puntuali
(18) Quali, secondo A. Mirone, op. cit., 1293, le rilevanti asim- norme di comportamento ed altrettanto puntuali strumenti di
metrie informative fra gli intermediari e la generalità dei clienti, la enforcement fanno del canone di trasparenza, declinato all’in-
difficoltà intrinseca dei clienti a valutare preventivamente il livello terno dei prodotti bancari e finanziari, un sistema ben definito,
di qualità dei servizi e dei prodotti, l’esistenza di significativi costi di “quasi autonomo”.
cambiamento del fornitore da parte del cliente; E. Brodi, op. cit., (22) In tal senso, in dottrina, A. Antonucci, Diritto delle banche,
251, osserva, peraltro, come il rapporto sussistente tra i due V ed., Milano, 2012, 322; P. Ferro-Luzzi, Lezioni di diritto bancario,
approcci e le due fasi segnalate si ponga “più in termini di com- I, Parte generale, III ed., Torino, 2012, 170; in giurisprudenza, si
pletamento che di superamento”. sono espresse in questi termini recentemente le Sezioni Unite
(19) A. Mirone, op. cit., 1293, giustifica in tal senso la previsione della Corte di cassazione, precisando come il vincolo di forma
del giustificato motivo nell’alveo dell’art. 118 T.U.B. ai fini imposto dall’art. 23 T.U.F., avente disciplina e ratio analoghe a
quelle previste dall’art. 117 T.U.B., debba intendersi “secondo

i Contratti 4/2019 393


Giurisprudenza
Contratti in generale

specifici della contrattazione in ambito bancario. In della disciplina generale dell’inadempimento nei
primis, viene in rilievo l’interesse ad una corretta e contratti a prestazioni corrispettive. È stato infatti
completa informazione relativamente all’offerta con- rilevato come la richiesta di risarcimento dei danni in
trattuale (23); in secundis, si evidenzia l’esigenza di questa sede appaia di complicata dimostrazione sia
certezza dei rapporti giuridici, con particolare riferi- nell’an, che nel quantum, in considerazione del con-
mento alla possibilità per il cliente di verificare e tenuto dell’obbligazione violata (28). Analoga-
pretendere che la banca rispetti durante il corso di mente, si esclude la possibilità della risoluzione
tutto il rapporto contrattuale le condizioni previste al contrattuale, in quanto l’obbligo di consegnare non
momento della stipula (24). rientrerebbe nel sinallagma dell’operazione bancaria
L’inosservanza di tale prescrizione, giusto il disposto e, pertanto, non sarebbe suscettibile di alterare il
di cui all’art. 127, comma 2, T.U.B., dà luogo ad rapporto funzionale tra le obbligazioni conside-
un’ipotesi di nullità relativa, che opera solo a van- rate (29). Non va dimenticata nemmeno la scarsa
taggio del cliente e può essere rilevata d’ufficio dal utilità pratica di tale opzione nella prospettiva del
giudice (25). cliente, il quale sarebbe conseguentemente tenuto
Muovendo ora alla seconda parte della disposizione alla restituzione delle somme ricevute.
in esame, ove si prevede l’obbligo per l’istituto di Da ultimo e con riguardo agli obblighi sanciti dall’art.
credito di consegnare una copia del contratto al 119 T.U.B., il comma 1 fa riferimento a tutti i
cliente, è opinione comune (26), benché non incon- contratti bancari di durata, anche se non regolati
troversa (27), che tale previsione integri un adem- in conto corrente (30), prevedendo l’obbligo degli
pimento immediatamente successivo alla formazione intermediari di fornire alla chiusura del rapporto, e
del contratto, la cui eventuale violazione non può comunque almeno una volta l’anno, una comunica-
pertanto incidere sulla validità dello stesso, ma sola- zione chiara (31) sullo svolgimento del rapporto; il
mente legittimare un’azione di esatto adempimento. comma 2, invece, in relazione ai rapporti regolati in
Risultano, invece, di difficile applicazione alla fatti- conto corrente, sancisce il diritto del cliente di sce-
specie in esame le altre azioni riconducibili all’alveo gliere una periodicità inferiore (32), mentre il

quella che è la funzione propria della norma e non automatica- generale principio di correttezza e buona fede che deve assistere
mente richiamando la disciplina generale della nullità”: v. Cass., attività esplicate in settori tanto delicati, osserva come dalla ratio
SS.UU., 16 gennaio 2018, n. 898, in questa Rivista, 2018, 133 ss., dell’art. 127, comma 2, T.U.B. si desuma che le pattuizioni più
con note di G. D’Amico, La “forma” del contratto - quadro ex art. favorevoli al cliente non debbano rivestire la forma scritta e pos-
23 T.U.F. non è prescritta ad substantiam actus; S. Pagliantini, sano comunque essere opposte alla banca.
Forma o modalità di un’informazione materializzata? Le SS.UU. ed (26) Ex multis, A. A. Dolmetta, Per l’equilibrio e la trasparenza
una interpretazione normalizzatrice dell’art. 23 T.U.F.; R. Ama- nelle operazioni bancarie: chiose critiche alla legge n. 154 del
gliani, Nota breve a margine di Sezioni Unite 16 gennaio 2018, 1992, in B. b. t. cred., 1992, I, 375 ss.; U. Morera, op. cit., 340;
n. 898. A. Scarpa, La nullità dei contratti bancari, in Aa.Vv., Banche e
(23) A. Nigro, Disciplina di trasparenza delle operazioni bancarie clienti. Questioni attuali, a cura di F.P. Nicita, Milano, 2005, 32.
e contenuto delle condizioni contrattuali: note esegetiche, in (27) Secondo U. Majello, Sub art. 117, in Testo unico delle leggi
Diritto della banca e del mercato finanziario, 1998, 511 ss. distin- in materia bancaria e creditizia. Commento al d. lgs. 1° settembre
gue, nell’ambito delle normative di trasparenza, da un lato le 1993, n. 385, a cura di F. Belli - G. Contento - A. Patroni Griffi - M.
disposizioni che, per regolare la sola comunicazione di dati da Porzio - V. Santoro, II, Bologna, 2003, 1935, il rilascio dell’esem-
un soggetto ad un altro, hanno come obiettivo diretto l’informa- plare farebbe invece parte dell’iter formativo del contratto, con
zione veritiera e completa ed indiretto il riequilibrio; dall’altro lato le conseguente inquadramento dello stesso nell’ambito di “una
disposizioni (nel cui ambito ricomprende le norme del T.U.B. categoria similare a quella degli atti unilaterali recettizi, cioè di
relative al contenuto delle condizioni contrattuali) che, per incidere quegli atti la cui efficacia è condizionata dall’effettiva conoscenza
sull’assetto concreto del rapporto perseguono direttamente da parte del destinatario”.
l’obiettivo del riequilibrio. Cfr. U. Morera, in C. Brescia Morra - (28) In tal senso, A. Spena, Sub art. 117, in Testo unico bancario.
U. Morera, L’impresa bancaria. L’organizzazione e il contratto, in Commentario, a cura di M. Porzio - F. Belli - G. Losappio - M. Rispoli
Trattato di diritto civile del Consiglio Nazionale del Notariato, Farina - V. Santoro, Milano, 2010, 973.
diretto da P. Perlingieri, XI, Napoli, 2006, 339, il quale osserva (29) U. Majello, Sub art. 117, cit., 1935.
come nell’ambito in esame la forma scritta non abbia tanto la (30) Per i quali, invece, la comunicazione de qua coincide con
funzione di aumentare la consapevolezza del contraente al l’estratto conto di cui al comma 2.
momento della conclusione del contratti, bensì quella di consen- (31) A seguito delle modifiche operate dal D.Lgs. 13 agosto
tire al cliente stesso di verificare, nel corso del rapporto, se le 2010, n. 141 è peraltro venuto meno il riferimento alla comple-
condizioni economiche effettivamente praticate dalla banca risul- tezza della citata comunicazione.
tino o meno coerenti con quelle dalla stessa pubblicizzate nel (32) M. Porzio, Sub art. 119, in Testo unico bancario. Commen-
“foglio informativo”. tario, a cura di M. Porzio - F. Belli - G. Losappio - M. Rispoli Farina - V.
(24) Così, fra i tanti, C. Silvetti, op. cit., 386. Santoro, Milano, 2010, 1000, osserva come la periodicità infran-
(25) G. Fauceglia, La forma dei contratti relativi ad operazioni e nuale nei rapporti di durata non regolati in conto corrente non
servizi bancari e finanziari, in Rivista del diritto commerciale e del costituisca pertanto un diritto del cliente, pur potendo le parti
diritto generale delle obbligazioni, 1994, I, 423 ss., dopo aver concordare espressamente una comunicazione più frequente.
affermato che la forma scritta costituisce il pendant del più

394 i Contratti 4/2019


Giurisprudenza
Contratti in generale

successivo comma 3 afferma che in mancanza di debito del cliente risulti garantito da una fideiussione,
opposizione scritta da parte del cliente, gli estratti come avvenuto nella vicenda in esame. Per un verso,
conto e le altre comunicazioni periodiche alla clien- infatti, si è posto il quesito se nella “documentazione
tela si intendono approvati trascorsi sessanta giorni inerente a singole operazioni” rientrino anche le even-
dal ricevimento (33). tuali garanzie prestate da terzi e, dall’altro, se e quali dei
In giurisprudenza si è peraltro precisato che gli obbli- diritti che la norma attribuisce al cliente siano attri-
ghi ora citati costituiscono un effetto legale del con- buibili anche al garante. Quanto al primo aspetto la
tratto, dando luogo ad un vero e proprio diritto giurisprudenza di legittimità ritiene sussistente il
soggettivo del cliente (34), con la conseguente pos- diritto del cliente a conoscere l’esistenza di garanzie
sibile sanzione del risarcimento danni per omessa fideiussorie rilasciate da terzi (37). Per quanto attiene,
comunicazione (35). invece, alla seconda problematica, l’orientamento
Con riferimento poi all’ultimo comma della disposi- giurisprudenziale assolutamente maggioritario afferma
zione in esame, ove si prevede il diritto del cliente di che l’istituto finanziario non ha il dovere di inviare al
ottenere a proprie spese ed entro un congruo termine fideiussore le comunicazioni periodiche di cui ai
(comunque non superiore a novanta giorni) copia commi 1 e 2 dell’art. 119 T.U.B. (38), pur potendo
della documentazione inerente alle singole opera- tuttavia il fideiussore medesimo richiedere la docu-
zioni poste in essere negli ultimi dieci anni, lo stesso mentazione sulle singole operazioni a norma dell’ul-
contiene una previsione di più ampio respiro, essendo timo comma della citata disposizione, onde
riferibile sia a rapporti di durata che ad operazioni controllarne la relativa validità (39).
bancarie isolate. La formulazione originaria della
norma ha peraltro subito una prima modifica ad La decisione della Suprema Corte
opera del D.Lgs. 4 agosto 1999, n. 342, che ha esteso
il diritto de quo ai successori del cliente e a “colui che È lungo le coordinate interpretative di cui si è dato
subentra nell’amministrazione dei suoi beni”, così conto che si è sviluppato il ragionamento della
sciogliendo i dubbi emersi a riguardo con riferimento Suprema Corte. Per quanto il compito dei giudici
alla legittimazione del curatore fallimentare. In di legittimità sia stato agevolato dalla proposizione di
seguito il D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 141 ha poi censure pacificamente inammissibili, ciononostante
precisato che le spese addebitabili al cliente sono la decisione in esame ha rappresentato l’occasione
unicamente quelle limitate alla “produzione” della per precisare alcuni principi fondamentali della
documentazione (36). materia oggetto di giudizio.
Dal punto di vista applicativo l’art. 119 T.U.B. pone Innanzitutto, con riferimento alla domanda di nullità
infine due specifici problemi proprio nel caso in cui il del contratto di fideiussione per una violazione lato

(33) Cfr. U. Morera, op. cit., 375, secondo cui, affinché la cliente, al momento della richiesta, “il presumibile importo delle
contestazione di cui al comma 3 possa ritenersi idonea ad impe- relative spese”.
dire il verificarsi del meccanismo di approvazione tacita, la stessa (37) In questo senso, ex multis, Cass. 13 luglio 2007, n. 15669,
deve essere specifica e circostanziata, dovendo riguardare le in Fallimento, 2008, 31 ss., con nota di V. Canale; particolarmente
singole annotazioni. Con specifico riferimento al contratto di critico verso questa impostazione, in dottrina, è M. Porzio, op. cit.,
conto corrente, poi, è opinione condivisa quella per cui l’art. 1006, secondo cui se è vero, come confermato testualmente
119, comma 3, T.U.B. non esclude l’applicabilità dell’art. 1832, dall’art. 1936, comma 2, c.c., che il debitore garantito rimane
comma 2, c.c. ai sensi del quale l’approvazione (anche tacita) del estraneo al contratto tra creditore e terzo da cui origina la fideius-
conto non preclude il diritto di impugnarlo entro sei mesi dalla sione, allora non può che conseguirne che il comma 4 dell’art. 119
ricezione per errori di scritturazione o di calcolo, per omissioni o T.U.B. non attribuisce al debitore garantito il diritto di ottenere la
per duplicazioni. Sul punto si veda, ex multis, Cass. 9 maggio 2001, documentazione sulle eventuali fideiussioni che assistono il
n. 6465, in Dir. fall., 2001, II, 667 ss., con nota di G. Ragusa credito.
Maggiore, Il fallimento di fronte all’estratto conto bancario appro- (38) Si veda, in particolare, Cass. 9 novembre 2007, n. 23391, in
vato tacitamente dal cliente successivamente fallito. D&G online, 26 gennaio 2008, secondo cui “in tema di fideius-
(34) L’orientamento è assolutamente consolidato e ribadito, da sione rilasciata a garanzia di crediti bancari non si applicano in
ultimo, da Cass. 8 febbraio 2019, n. 3875, in D&G, 2019, fasc. 27, 6 modo automatico al rapporto fra banca e garante le disposizioni del
ss., con nota di V. Papagni, Il correntista ha diritto di ottenere le d. lgs. n. 385/1993 dettate per i contratti relativi alle operazioni ed ai
scritture contabili della banca in sede giudiziaria? servizi stipulati con il cliente”; non apparendo parimenti fondata,
(35) In termini, U. Majello, Sub art. 118, in Testo unico delle sul punto, la questione di illegittimità costituzionale ex art. 3 Cost.,
leggi in materia bancaria e creditizia. Commento al d. lgs. 1° per ingiustificata disparità di trattamento tra la posizione del debi-
settembre 1993, n. 385, a cura di F. Belli - G. Contento - A. Patroni tore principale e quella del fideiussore in ragione della diversità di
Griffi - M. Porzio - V. Santoro, II, Bologna, 2003, 1960. situazione in cui essi si trovano a contrattare.
(36) A tal riguardo il provvedimento Banca d’Italia, 29 luglio (39) U. Morera, op. cit., 380, il quale sostiene che tale soluzione
2009, Trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari. trovi fondamento in particolare nella delibera CICR 4 marzo 2003,
Correttezza delle relazioni tra intermediari e clienti, Sezione IV, par. che include le garanzie rilasciate da terzi fra le operazioni bancarie
4, ha puntualizzato che gli intermediari sono tenuti ad indicare al assoggettate alla disciplina della trasparenza.

i Contratti 4/2019 395


Giurisprudenza
Contratti in generale

sensu degli artt. 117 e 119 T.U.B., questa risulta della banca. Invero, muovendo dal carattere acces-
infondata per due ordini di motivi. In primo luogo, sorio dell’obbligazione assunta dal fideiussore, sin
ribadendo quanto già affermato nei precedenti gradi dalla sua genesi collegata a quella del rapporto prin-
di giudizio, la Corte di cassazione rileva, in confor- cipale, ne discende che la stessa risulta già adeguata-
mità con l’orientamento dottrinale di cui si è in mente protetta dalle disposizioni relative ai requisiti
precedenza dato conto, che l’omessa consegna di di validità previsti dalle norme speciali che riguar-
copia del negozio di fideiussione, al pari dell’omessa dano i contratti bancari o finanziari.
comunicazione sullo svolgimento del rapporto garan- Pertanto, non essendo stata opposta dal ricorrente
tito, rappresenterebbe, se del caso, circostanza atti- alcuna eccezione inerente all’eventuale mancato
nente al piano dell’esecuzione di un negozio rispetto della forma prevista per la stipula di un valido
validamente concluso e non già a quello della validità contratto bancario, in relazione al rapporto princi-
del negozio medesimo. Pertanto gli eventuali rimedi pale cui si ricollegano gli impegni fideiussori in esame
esperibili dovrebbero individuarsi nell’azione di (eccezione astrattamente proponibile ai sensi del-
esatto adempimento e di risarcimento del danno, l’art. 1945 c.c.), i giudici di legittimità concludono
non invece in quella di nullità. sancendo l’infondatezza del motivo attinente alla
In secondo luogo, avuto riguardo alla denunciata nullità dei negozi di fideiussione per mancata osser-
violazione delle norme speciali che riguardano la vanza delle forme previste per i contratti bancari.
forma dei contratti bancari e, in particolare, della La linearità delle considerazioni svolte dalla Suprema
previsione di cui al comma 1 dell’art. 117 T.U.B., si Corte consente così di apprezzare il buon governo
osserva come la normativa che assiste i contratti fatto del generale principio di accessorietà, il quale
bancari (o finanziari) a protezione dei clienti delle permea i rapporti tra debitore principale e fideiussore.
banche (o degli investitori) non sia passibile di Invero, con la soluzione adottata, si è evitato di
estensione automatica e “per osmosi” alle garanzie ampliare in maniera inopinata l’ambito applicativo
personali rilasciate unilateralmente da soggetti, terzi di una normativa avente carattere precipuo, quale
rispetto al rapporto bancario (o finanziario), con quella dettata in tema di trasparenza dei contratti
riferimento a negoziazioni intrattenute da altri sog- bancari.
getti con la banca o con l’intermediario finanziario. Per un verso, infatti, deve pur sempre ricordarsi che il
Invero, richiamando i propri precedenti sul tema e, da c.d. “neoformalismo negoziale” è stato promosso dal
ultimo, la pronuncia resa dalle Sezioni Unite in legislatore europeo al fine di tutelare il contraente più
riferimento ai c.d. “contratti - quadro” relativi agli debole nell’ambito del rapporto banca - cliente, cui il
strumenti finanziari (40), la Corte ricorda che le fideiussore risulta, pertanto, estraneo.
norme di validità o di trasparenza negoziale dettate Per altro verso, infine, deve considerarsi come, esten-
dalla disciplina di settore devono intendersi non in dendo gli obblighi previsti dagli artt. 117 e 119 TUB
senso strutturale, bensì funzionale, avuto riguardo anche in relazione alla posizione del garante, ne
alla finalità di protezione del cliente della banca (o deriverebbe un aggravio degli oneri di comunica-
dell’investitore) assunta dalla norma, non essendo zione imposti in capo agli istituti di credito, in assenza
orientate a regolare precipuamente il negozio unila- tuttavia di un adeguato addentellato normativo di
terale stipulato dal fideiussore del debitore principale riferimento.

(40) V. supra, nt. 24.

396 i Contratti 4/2019


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Contratti in generale

Obblighi del mediatore

Cassazione Civile, Sez. II, 16 gennaio 2019, n. 965 - Pres. Oricchio - Est. Tedesco - B.I. c. RI.Ma.
Per effetto del sistema di tutela dei legittimari, l’acquisto del donatario e quello dei suoi aventi causa sono posti in
condizione di instabilità in quanto esposti all’azione di riduzione e agli effetti restitutori che possono derivare dal
suo vittorioso esercizio.

Dati gli inconvenienti cui dà normalmente luogo, la provenienza da donazione dell’immobile posto in vendita è
circostanza relativa alla valutazione e alla sicurezza dell’affare e, come tale, deve essere compresa nel novero delle
circostanze influenti sulla conclusione di esso, che il mediatore è tenuto a riferire alle parti ai sensi dell’art. 1759 c.c.

ORIENTAMENTI GIURISPRUDENZIALI

Conforme App. Catanzaro 20 febbraio 2017, n. 264, in banca dati DeJure.

Difforme Non sono stati rinvenuti precedenti in termini.

La Corte (omissis) La corte non ha considerato che la R. ha partecipato alle


visite e agli incontri, sia presso l’immobile sia presso l’agen-
Ragioni della decisione zia, e soprattutto non ha considerato che la proposta dal 28
1. Il primo motivo denuncia omesso esame circa un fatto novembre 2002 era stata sottoscritta anche dalla R.; non ha
decisivo per il giudizio e violazione e falsa applicazione considerato inoltre che il legale rappresentante dell’agenzia
dell’art. 1759 c.c. e della L. n. 39 del 1989. aveva identificato la parte acquirente al plurale, riferendosi
I ricorrenti censurano la sentenza nella parte in cui la ai promittenti acquirenti.
corte d’appello ha negato la rilevanza dell’omissione in 2. I primi due motivi, da esaminare congiuntamente per-
cui era incorso l’agente immobiliare, per non aver comu- ché connessi, sono fondati nei limiti di seguito indicati.
nicato la diversa intestazione dell’immobile rispetto È osservazione ricorrente che il sistema italiano di tutela
all’apparente destinatario della proposta e la provenienza dei legittimari presenta caratteristiche tali da far sì che ne
da donazione. risulti gravemente ostacolata la circolazione dei beni di cui
A tal fine la corte ha posto l’accento sul fatto che i coniugi il proprietario abbia disposto per donazione.
B. e R., “dopo avere avuto conoscenza della reale situa- Vengono in considerazione, da un lato, la retroattiva reale
zione dell’immobile”, formularono direttamente una della riduzione che, seppure con alcune limitazioni, si
nuova proposta d’acquisto, che superava e sostituiva la esplica anche nei confronti dei terzi, siano essi acquirenti
proposta precedente. della proprietà o acquirenti di diritti reali di godimento o di
I ricorrenti evidenziano che, nella lettera del 28 garanzia (artt. 561 e 563 c.c.); dall’altro, la regola (inde-
novembre 2002, oltre alla proposta c’erano altre rogabile) che la lesione di legittima, e quindi la riducibilità
dichiarazioni, non considerate dalla corte di merito. della disposizione, si determinano con riguardo esclusivo
In conformità a tali dichiarazioni la nuova proposta al momento della morte del donante. Così l’acquisto del
implicava la risoluzione della donazione e il rientro del donatario e quello dei suoi aventi causa sono posti in
bene nel patrimonio dei donanti, dai quali i ricorrenti condizione di instabilità per l’intero spazio di tempo che
l’avrebbero acquistato. va dal momento della donazione a quello in cui il titolo di
Il secondo motivo denuncia omesso esame di un fatto acquisto può essere impugnato dall’attore in riduzione.
decisivo per il giudizio. L’instabilità si verifica anche se il donante, al momento
La sentenza ha negato che, nella specie, la provenienza dell’atto di disposizione, non abbia coniuge, discendenti o
dell’immobile da donazione costituisse fatto idoneo a ascendenti (art. 536 c.c.), perché i legittimari potrebbero
incidere sulla sicurezza dell’acquisto, essendo la donataria sopravvenire in un secondo tempo. Si ricorda che ai fini
la sola figlia dei coniugi Ri.-A., “per cui la donazione della riducibilità non è consentita distinzione tra dona-
portava a una situazione di stabilità definitiva che non zioni anteriori o posteriori al sorgere del rapporto da cui
poteva assolutamente ingenerare il timore del rischio di deriva la qualità di legittimario (Cass. n. 1373/2009): il
una futura azione di riduzione, non esistendo altri eredi figlio nato nel matrimonio legittimo ha diritto di calcolare
legittimari”. la legittima anche sui beni donati prima della sua nascita, il
Il terzo motivo denuncia omesso esame circa un fatto figlio nato fuori dal matrimonio sui beni donati prima del
decisivo per il giudizio e/o violazione o falsa applicazione riconoscimento, il figlio adottivo sui beni donati prima del
di legge (art. 360 c.p.c., comma 1, nn. 3 e 5). provvedimento che pronunzia l’adozione, il coniuge sui
La sentenza è censurata nella parte in cui ha negato la beni donati prima del matrimonio.
legittimazione della R.C. in base al rilievo della estraneità È noto che, a seguito della modifica degli artt. 563 e
della medesima al rapporto contrattuale. 561 c.c. (L. n. 80 del 2005), il donatario, trascorso il

i Contratti 4/2019 397


Giurisprudenza
Contratti in generale

termine ventennale di cui al nuovo testo di tali norme, “L’obbligo del mediatore di comunicare, ai sensi dell’art.
può disporre del proprio diritto senza che i suoi aventi 1759 c.c., comma 1, alle parti le circostanze a lui note, relative
causa abbiano a temere di subire le conseguenze di un alla valutazione e alla sicurezza dell’affare, che possono
eventuale vittorioso esercizio dell’azione di riduzione influire sulla conclusione di esso, non è limitato alle circo-
da parte dei legittimari del donante (salvo quanto stanze conoscendo le quali le parti o taluna di essa non
previsto dall’art. 563, nuovo comma 4). Risulta tutta- avrebbero dato il consenso a quel contratto, ma si estende
via dalla stessa sentenza impugnata che la donazione, anche alle circostanze che avrebbero indotto le parti a
costituente il titolo di provenienza dell’alienante, è concludere quel contratto con diverse condizioni e clausole.
stata stipulata il 10 gennaio 2002, meno di un anno Il dovere di imparzialità che incombe sul mediatore è, infatti,
prima della sottoscrizione della proposta il 30 settem- violato e da ciò deriva la sua responsabilità - tanto nel caso di
bre 2002 (il minimo intervallo decorso dalla donazione omessa comunicazione di circostanze che avrebbero indotto
dispensa la Corte da qualsiasi considerazione sul pro- la parte a non concludere l’affare, quanto nel caso in cui la
blema, dibattuto in dottrina, circa la sorte delle dona- conoscenza di determinate circostanze avrebbero indotto la
zioni stipulate anteriormente alla entrata in vigore parte a concludere l’affare a condizioni diverse” (Cass.
della riforma di cui alla L. n. 80 del 2005). n. 2277/1984).
Altra questione, anch’essa estranea all’oggetto immediato 2.1. La corte d’appello ha rilevato che i promittenti acqui-
della lite, è se il promissario acquirente - cui l’altra parte renti, resi edotti della situazione di appartenenza e del titolo
non abbia fatto presente, al momento della sottoscrizione di provenienza, con la lettera del 28 novembre 2002, ave-
del preliminare, la provenienza dell’immobile da dona- vano formulato una nuova proposta, del seguente tenore:
zione - possa per il solo fatto di tale omissione opporsi alla “Pertanto rinnoviamo la nostra proposta di acquistare l’im-
stipulazione del contratto definitivo (cfr. in argomento mobile di via (...), ed in forma concreta Vi presentiamo la
Cass. n. 2792/1985, in fattispecie, però, in cui si discuteva seguente proposta di acquisto. Prezzo di acquisto Euro
della legittimità del rifiuto opposto dal promissario dopo la 250.000,00, suddivisi in Euro 15.000,00 all’accettazione
morte del donante). della proposta di acquisto e Euro 50.000,00 al preliminare,
Ai fini che rilevano in questa sede, è sufficiente arrestarsi Euro 140.000,00 al rogito”.
al rilievo che la corte di merito non avrebbe potuto negare Secondo la corte la rinnovazione della proposta, proprio
la rilevanza della provenienza da donazione in termini perché intervenuta allorché la diversa intestazione del-
assoluti e di principio, in base alla semplice considerazione l’immobile e la provenienza da donazione erano noti,
che la donataria era in quel momento la sola figlia dei rendeva palese che l’omissione in cui era incorsa l’agenzia
donanti. non riguardava la comunicazione di circostanze determi-
In verità l’affermazione della corte non è esatta neanche se nanti per il consenso.
riferita al tempo della donazione, perché i genitori dona- A tale considerazione si deve replicare che la lettera del 28
tari erano coniugi fra loro e quindi reciprocamente legit- novembre 2002 aveva un contenuto aggiuntivo rispetto a
timari, in concorso con la figlia, nella successione quello considerato nella sentenza impugnata. Infatti, dopo le
dell’altro (artt. 536 e 542 c.c.). dichiarazioni valorizzate dalla corte di merito, seguiva la
In considerazione degli inconvenienti cui dà normalmente precisazione “che i tempi di pagamento saranno vincolati
luogo la provenienza da donazione (basti pensare che il dalla disponibilità dei notai per gli atti pratici di risoluzione
sistema bancario non concede credito garantito da ipoteca, dell’atto di donazione, visure ipotecarie e istruzione pratiche
se l’immobile offerto in garanzia è stato acquistato a titolo (...). Come avete notato, rispetto alla precedente proposta
gratuito) deve pertanto affermarsi il principio che la pro- effettuata con G., ci sono 8.000 Euro in più, somma che Vi
venienza da donazione costituisce circostanza relativa alla rendiamo disponibile a titolo di contributo per l’atto di
valutazione e alla sicurezza dell’affare, rientrante nel novero risoluzione della donazione e per l’improbabile richiesta di
delle circostanze influenti sulla conclusione di esso, che il provvigioni da parte della G.”.
mediatore deve riferire ex art. 1759 c.c. alle parti (cfr. Cass. Insomma la conclusione della corte d’appello sarebbe stata
n. 16382/2009: “Il mediatore tanto nell’ipotesi tipica in cui corretta se la lettera si fosse esaurita nella formulazione della
abbia agito in modo autonomo, quanto nell’ipotesi in cui si nuova proposta, senza ulteriori precisazioni, mentre nella
sia attivato su incarico di una delle parti (c.d. mediazione specie tali precisazioni esistevano e si riferivano proprio
atipica, la quale costituisce in realtà un mandato), ha all’attuazione di uno di quei rimedi escogitati dalla pratica
l’obbligo di comportarsi con correttezza e buona fede, e di per eliminare il rischio connesso alla circolazione dei beni
riferire alle parti le circostanze dell’affare a sua conoscenza, donati. Si allude alla risoluzione della donazione per mutuo
ovvero che avrebbe dovuto conoscere con l’uso della dili- dissenso, che è utilizzata quando il donatario, intenzionato ad
genza da lui esigibile. Tra queste ultime rientrano necessa- alienare il bene oggetto di donazione, si vede opporre il rifiuto
riamente, nel caso di mediazione immobiliare, le dalla controparte per il timore di subire gli effetti pregiudi-
informazioni sulla eventuale contitolarità del diritto di zievoli della tutela reale accordata ai legittimari. Al donatario
proprietà in capo a più persone, sull’insolvenza di una si rappresenta la possibilità di risolvere la donazione mediante
delle parti, sull’esistenza di iscrizioni o trascrizioni pregiu- mutuo dissenso, con conseguente retrocessione del bene in
dizievoli, sull’esistenza di prelazioni od opzioni concernenti favore del donante, il quale, rientrato nella disponibilità,
il bene oggetto della mediazione”. potrà disporne senza che la controparte possa eccepirgli

398 i Contratti 4/2019


Giurisprudenza
Contratti in generale

alcunché, atteso che la donazione è stata risolta ed il bene è La proposta cui si accompagnava la dazione dell’assegno in
rientrato nel patrimonio dell’originario proprietario. favore dell’Agenzia fu sottoscritta dal solo B.
Senza che sia minimamente qui necessario indagare I fatti indicati nel motivo non sono idonei giustificare ex
sulla natura giuridica ed efficacia del rimedio, è post, rispetto alle posizioni giuridiche sorte in conseguenza
sufficiente fermarsi a considerare che l’esistenza di della sottoscrizione dell’originaria proposta, la legittima-
tali dichiarazioni, aggiuntive rispetto alla mera pro- zione aggiuntiva e concorrente della R. rispetto a quella
posta, imponeva una valutazione globale e sintetica del solo soggetto che l’aveva sottoscritta.
dell’intero contenuto della lettera, che nella specie è D’altronde il giudice di primo grado era giunto a diversa
mancata. conclusione in considerazione del fatto (esattamente rite-
In questo senso, diversamente da quanto si sostiene nel nuto irrilevante dalla corte d’appello) che il conto sul quale
controricorso dell’Agenzia, la censura non prelude a un era tratto l’assegno era cointestato anche in suo nome.
nuovo esame del documento da parte del giudice di legit- 4. In conclusione sono accolti il primo e il secondo motivo,
timità, ma denuncia un omesso esame di un fatto decisivo, è rigettato il terzo.
in astratto idoneo a giustificare la diversa decisione sulla La sentenza è cessata in relazione ai motivi accolti con
idoneità della nuova proposta a disvelare un incondizio- rinvio ad altra sezione della Corte d’appello di Venezia,
nato intento dei promissari all’acquisto. che procederà a nuovo esame attenendosi a quanto sopra e
3. Il terzo motivo è infondato. liquiderà le spese del giudizio di legittimità.

La circolazione dei beni di provenienza donativa: instabilità


degli acquisti e tutela del promissario acquirente
di Vincenzo Timpano (*)

Dopo aver esaminato i problemi che interessano la circolazione dei beni provenienti da donazione a
causa dell’incisiva tutela accordata agli eredi legittimari del donante, il contributo volge l’attenzione
sulla riforma del 2005 che, nell’affrontare la questione, ha novellato gli artt. 561 e 563 c.c. senza però
una reale portata risolutiva. Da qui l’avvertita esigenza di un nuovo intervento normativo, tratteggiato
nei suoi possibili contenuti, che a tutela della stabilità dei trasferimenti immobiliari e della certezza dei
traffici giuridici ponga il terzo acquirente al riparo dalle possibili pretese restitutorie del legittimario che
abbia esercitato con successo l’azione di riduzione.
Oggetto di trattazione sono poi i rimedi elaborati nella prassi per favorire la commerciabilità dei beni di
provenienza donativa, vagliando infine i possibili mezzi di tutela azionabili dal promissario acquirente
nel caso in cui detta provenienza donativa sia stata taciuta dal promittente venditore al momento della
stipula del contratto preliminare.

Il caso Revocata la proposta, ne viene formulata una


seconda indirizzata ai donanti e subordinata alla
La decisione in commento interviene sulla questione,
previa risoluzione della donazione per mutuo dis-
ancora attuale pur dopo le modifiche apportate agli
senso così da eliminare la provenienza donativa e i
artt. 561 e 563 c.c. con la riforma del 2005, della
connessi rischi di instabilità dell’acquisto.
problematica circolazione dei beni di provenienza
Fallite le trattative per addivenire alla vendita, il
donativa.
proponente e la di lui moglie hanno convenuto in
La controversia oggetto del giudizio nasce da una
giudizio sia l’agenzia immobiliare per aver omesso di
proposta d’acquisto sottoscritta con la mediazione
comunicare la provenienza donativa dell’immobile in
di un’agenzia immobiliare, all’esito della quale il
violazione degli obblighi informativi di cui all’art.
proponente viene a conoscenza che l’immobile non
1759 c.c., sia anche i donanti che, pur presenti nel
era di proprietà del destinatario della proposta, ma di
corso delle visite presso l’immobile, non avevano
altro soggetto che per di più lo aveva ricevuto in
colpevolmente menzionato l’esistenza della dona-
donazione dai genitori.
zione, chiedendone la condanna a restituire l’importo

(*) Il presente contributo è stato sottoposto, in forma anonima,


al vaglio del Comitato di valutazione.

i Contratti 4/2019 399


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Contratti in generale

oggetto dell’assegno consegnato unitamente alla pro- dell’affare e sulla conclusione di esso, dando conto
posta, oltre al risarcimento dei danni sofferti. dell’erroneità dell’opposta valutazione operata nella
La sentenza di primo grado che aveva accolto le sentenza gravata.
domande di condanna, è stata riformata in appello
a motivo della negata responsabilità dell’agenzia Gli ostacoli alla circolazione dei beni oggetto
immobiliare e dei donanti sul presupposto della irri- di donazione
levanza della provenienza donativa dell’immobile,
giacché la donataria era figlia unica e non esistendo Nella successione per causa di morte il legislatore
altri eredi legittimari la donazione portava ad una del ’42, mosso da esigenze di tutela della famiglia e
situazione di stabilità definitiva senza alcun rischio di di salvaguardia dei doveri di solidarietà, ha riser-
una futura azione di riduzione. vato ai legittimari (coniuge, figli e ascendenti del
L’irrilevanza della provenienza donativa ai fini della defunto), secondo la disciplina dettata dagli artt.
conclusione dell’affare avrebbe trovato conferma, 536 ss. c.c., una quota di eredità detta legittima,
secondo i giudici d’appello, nella rinnovazione della della quale non possono essere privati per volontà
proposta d’acquisto pur dopo l’acquisita conoscenza del disponente (futuro de cuius).
del titolo di provenienza. Qualora dopo l’apertura della successione la quota di
Nel successivo giudizio di legittimità la Suprema Corte, legittima risulti pregiudicata, il legittimario leso o
nell’accogliere il ricorso, ha puntualmente evidenziato pretermesso può pretenderne la reintegrazione attra-
che per effetto del sistema di tutela dei legittimari, verso l’esercizio dell’azione di riduzione delle dispo-
l’acquisto del donatario e quello dei suoi aventi causa sizioni testamentarie e delle donazioni effettuate in
sono posti in condizione di instabilità in quanto esposti vita dal defunto, eccedenti la quota di cui poteva
all’azione di riduzione e agli effetti restitutori che pos- disporre.
sono derivare dal suo vittorioso esercizio. Per tali Limitando la trattazione - per quanto qui interessa - alle
ragioni, la provenienza donativa è circostanza che sole donazioni lesive, va subito detto che in caso di
attiene alla valutazione e alla sicurezza dell’affare e, vittorioso esercizio dell’azione di riduzione, se il dona-
come tale, rientra nel novero delle circostanze influenti tario beneficiario della disposizione lesiva abbia alie-
sulla conclusione di esso, che il mediatore è tenuto, a nato l’immobile donatogli, il legittimario può chiederne
norma dell’art. 1759 c.c., a comunicare alle parti. la restituzione ai successivi acquirenti, a condizione che
Nel caso di specie, ha poi aggiunto la Corte, la riferita il patrimonio del donatario risulti insufficiente a reinte-
instabilità dell’acquisto non può essere esclusa, come grare la legittima (1). Il terzo acquirente può comunque
erroneamente ritenuto dalla Corte d’Appello, sul liberarsi dall’obbligo di restituire in natura l’immobile
rilievo che la donataria fosse al tempo della donazione pagando l’equivalente in denaro (art. 563 c.c.).
la sola legittimaria in quanto unica figlia dei donanti, La restituzione può avere ad oggetto anche i beni
posto che i genitori donatari erano tra loro coniugati e mobili provenienti da donazione, salvi però gli effetti
quindi reciprocamente legittimari, in concorso con la del possesso di buona fede; possesso che, a norma
figlia, nella successione di ciascuno di essi, e tenuto dell’art. 1153 c.c., permette l’acquisto della proprietà
conto comunque che altri legittimari potrebbero da parte di colui al quale i beni mobili sono alienati
sopravvenire e, lamentata la lesione della legittima, purché sia in buona fede al momento della consegna e
agire in riduzione della donazione, la cui stabilità sussista un titolo idoneo al trasferimento della
resterebbe perciò parimenti pregiudicata. proprietà.
Quanto infine alla rinnovazione della proposta d’acqui- L’azione di restituzione è dunque finalizzata a
sto, i giudici di legittimità hanno correttamente rilevato recuperare, a tutela delle ragioni del legittimario,
che l’esplicito riferimento in detta proposta alla risolu- i beni oggetto di disposizioni lesive ed è esperibile
zione della donazione come rimedio per rendere stabile contro i diretti beneficiari di tali disposizioni e, in
l’acquisto, non può che confermare l’oggettiva inci- caso di successiva alienazione, anche contro i terzi
denza della provenienza donativa sulla valutazione acquirenti (2).

(1) Su natura e funzione dell’azione di riduzione e di restituzione restituzione: alcune riflessioni intorno al dogma della retroattività
Mengoni, Successione per causa di morte. Parte speciale (suc- (sempre meno) reale dell’azione di riduzione nell’ottica della cir-
cessione necessaria), in Tratt. dir. civ. e comm., diretto da Cicu- colazione dei beni, in Riv. not., 2011, 683 ss. In giurisprudenza, la
Messineo, XLIII, Milano, 2000, 232 ss.; Capozzi, Successioni e distinzione tra azione di riduzione e azione di restituzione è ben
donazioni, Milano, 2009, 529 ss.; Triola, La tutela del legittimario, descritta in Cass. 22 marzo 2001, n. 4130, in Foro it., 2001, I, 2534.
Milano, 2011, 54 ss.; Palazzo, Riduzione (azione di), in Enc. giur., (2) L’azione di restituzione ha carattere reale in quanto propo-
XXVII, Roma, 1991, 1 ss.; Torroni, Azione di riduzione e azione di nibile contro chiunque risulti, al momento del suo esercizio,

400 i Contratti 4/2019


Giurisprudenza
Contratti in generale

Dalla disciplina suddetta si ricava un sistema di tutela diritti reali di godimento e di garanzia costituiti sui
rafforzata a favore dei legittimari essendo ricono- beni oggetto delle disposizioni lesive (6).
sciuta all’azione di riduzione una retroattività reale Per tale ragione il sistema bancario - come rilevato
che, in funzione della reintegrazione della legittima, anche nella sentenza annotata - ha sempre mostrato
consente di travolgere, oltre alla donazione lesiva, una certa riluttanza a concedere credito laddove
anche i successivi acquisti dei terzi, seppur subordi- l’immobile offerto in garanzia ipotecaria sia stato
natamente alla preventiva e infruttuosa escussione oggetto di una precedente donazione, con ciò ren-
dei beni del donatario (3). dendo ancor più problematica la circolazione dei beni
Si determina così - e la circostanza è ben rimar- di provenienza donativa.
cata nella sentenza che si annota - una condizione Le maggiori difficoltà si riscontrano nel periodo ante-
di instabilità che interessa non solo l’acquisto del cedente la morte del donante in considerazione del
donatario, ma anche quello dei suoi aventi causa divieto dei patti successori sancito dall’art. 458 c.c. e
e dei successivi acquirenti in quanto esposti al confermato per la rinuncia all’azione di riduzione dal-
rischio dell’azione di riduzione e alle conseguenti l’art. 557, comma 2, c.c., a norma del quale i legittimari
pretese restitutorie dei legittimari, risultando per- non possono rinunciare al diritto di chiedere la ridu-
ciò gravemente ostacolata la circolazione dei beni zione delle donazioni finché vive il donante, né con
di provenienza donativa. dichiarazione espressa né prestando il loro assenso alla
La sentenza in commento non manca di rilevare che donazione.
l’instabilità dell’acquisto sussiste anche se il donante, al L’esercizio dell’azione di riduzione resta comunque sog-
momento dell’atto di disposizione, non abbia legitti- getto al termine di prescrizione decennale decorrente di
mari, giacché questi potrebbero sopravvenire in un regola dall’apertura della successione (7).
secondo momento (4), restando irrilevante ai fini Oltre alla prescrizione, anche il regime della trascrizione
della riducibilità delle disposizioni lesive il fatto che interviene a circoscrivere nel tempo la condizione di
la donazione sia anteriore o posteriore al sorgere del precarietà in cui è posto l’acquisto di beni di prove-
rapporto da cui deriva la qualità di legittimario. nienza donativa. L’art. 2652, n. 8, c.c. prevede, infatti,
Si aggiunga che a norma dell’art. 561 c.c. gli immobili che se la domanda di riduzione delle donazioni e delle
restituiti in conseguenza della riduzione per lesione di disposizioni testamentarie lesive è trascritta dopo dieci
legittima sono liberati da ogni peso o ipoteca di cui il anni dall’apertura della successione (termine che l’art.
legatario o il donatario li abbia eventualmente gra- 2690, n. 5, c.c. riduce a tre anni per i beni mobili
vati (5). È questo l’effetto purgativo dell’azione di registrati), la sentenza che l’accoglie non pregiudica i
riduzione che comporta l’automatica estinzione dei terzi che abbiano acquistato a titolo oneroso diritti in

proprietario del bene oggetto della disposizione lesiva; quella di a verificarsi unicamente nel caso in cui il patrimonio del donatario
riduzione è invece un’azione personale esperibile unicamente nei sia incapiente e sempre che l’acquirente del bene già oggetto della
confronti del beneficiario della disposizione lesiva (erede, legata- disposizione lesiva non provveda a pagarne l’equivalente in
rio, donatario). denaro.
(3) In applicazione del principio resoluto iure dantis resolvitur et (7) Nel caso di donazioni lesive è indiscusso che il termine di
ius accipientis, la caducazione della donazione lesiva per effetto prescrizione dell’azione di riduzione decorra dalla data di apertura
del vittorioso esercizio dell’azione di riduzione travolge anche i della successione, in quanto è da questo momento che può dirsi
successivi trasferimenti effettuati dal donatario e dai suoi aventi verificata la lesione della legittima essendovi la certezza della
causa, con le sole eccezioni previste dagli artt. 2652 n. 8 e 2690 n. 5 incapienza del relictum per soddisfare i diritti del legittimario
c.c. di cui si dirà nel testo. (cfr. Cass. 30 giugno 2015, n. 13407, in banca dati DeJure). Con
(4) Si pensi al caso del donante che contragga matrimonio e riguardo, invece, alla lesione di legittima ricollegabile a disposizioni
abbia figli in epoca successiva alla donazione o, ancora, al caso di testamentarie, la prescrizione decorre dalla data di accettazione
figli naturali non riconosciuti che, mediante successivo accerta- dell’eredità da parte del chiamato in base a tali disposizioni lesive;
mento giudiziale di paternità, ottengano il riconoscimento dello ciò in quanto il “legittimario, fino a quando il chiamato in base al
status di figli e quindi di legittimari, con il correlativo diritto di agire testamento non accetta l’eredità, rendendo attuale quella lesione
per il conseguimento della legittima. di legittima che per effetto della disposizione testamentaria era
(5) Nella nozione di pesi, secondo la dottrina, il legislatore ha solo potenziale, non sarebbe legittimato (per difetto di interesse)
inteso ricomprendere oltre ai “pesi in senso tecnico, quali le ad esperire l’azione di riduzione” (così Cass., SS.UU., 25 ottobre
servitù e gli oneri reali”, anche “i diritti, reali e personali, di 2004, n. 20644, in Vita not., 2005, 855).
godimento e di garanzia, anche se costituiti senza la volontà del Qualora lo status di filiazione da cui discende la qualità di legitti-
legatario o del donatario (sequestro, pignoramento, ecc. …)”, così mario risulti da sentenza successiva alla morte del de cuius, si
Mengoni, op. cit., 304. ritiene che il termine prescrizionale decorra dal passaggio in
(6) Ai titolari di diritti reali di godimento e di garanzia sui beni giudicato della pronuncia, conformemente a quanto previsto dal-
oggetto delle disposizioni lesive è riservato un trattamento dete- l’art. 480 c.c. (nel testo modificato dal D.Lgs. 28 dicembre 2013,
riore rispetto agli aventi causa dal donatario. Per i primi la priva- n. 154) che al passaggio in giudicato della sentenza che accerta la
zione del loro diritto è conseguenza automatica ed inevitabile del filiazione ricollega il decorso della prescrizione del diritto di accet-
positivo esperimento dell’azione di riduzione; per i secondi, tare l’eredità.
invece, la privazione del bene è solo eventuale, essendo destinata

i Contratti 4/2019 401


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Contratti in generale

base ad un atto trascritto o iscritto anteriormente alla Anche l’art. 561 c.c. è stato modificato limitando nel
trascrizione della domanda. tempo l’effetto purgativo dell’azione di riduzione. Se
l’azione è esperita dopo venti anni dalla trascrizione
La portata non risolutiva della riforma del 2005 della donazione, restano efficaci i pesi e le ipoteche di
cui il donatario abbia gravato l’immobile, salvo l’ob-
Negli ultimi tempi il problema della circolazione dei bligo di quest’ultimo di compensare in denaro i legitti-
beni di provenienza donativa si è posto con sempre mari per il conseguente minor valore del bene, purché la
maggiore frequenza in ragione del sensibile incre- domanda di riduzione sia stata proposta entro dieci anni
mento degli atti di liberalità avutosi a seguito del dall’apertura della successione.
favorevole regime fiscale ad essi riservato (8) e al loro Altra previsione introdotta dalla riforma è la possibi-
impiego come strumento di anticipazione delle attri- lità per il coniuge e i parenti in linea retta del donante
buzioni ereditarie da parte del futuro de cuius. di opporsi, a norma dell’art. 563 c.c., alla donazione
In tale contesto, con il dichiarato proposito di con atto stragiudiziale da notificare e trascrivere nei
garantire maggiore sicurezza alla circolazione dei confronti del donatario e dei suoi aventi causa, con
beni oggetto di donazione, è intervenuto il legisla- l’effetto di sospendere il decorso sia del termine di
tore con la riforma del 2005 (9) che ha novellato gli venti anni dalla trascrizione della donazione entro cui
artt. 561 e 563 c.c. resta esperibile l’azione di restituzione sia dell’analogo
La novità di maggior rilievo riguarda l’introduzione di termine ventennale alla cui scadenza cessa l’effetto
un termine cui è ancorato l’esercizio dell’azione di purgativo dell’azione di riduzione.
restituzione (10). L’art. 563 c.c., nel nuovo testo, Nell’art. 563 c.c. il legislatore della riforma ha infine
prevede infatti che il legittimario possa esercitare specificato che il diritto di opposizione è personale ed
l’azione di restituzione nei confronti dei successivi è anche rinunciabile, precisando altresì che l’oppo-
acquirenti dell’immobile se non sono trascorsi venti sizione perde effetto se non è rinnovata prima che
anni dalla trascrizione della donazione (11). Decorso siano trascorsi venti anni dalla sua trascrizione.
tale termine, il legittimario, pur vittorioso nel giudi- In sostanza, dopo la riforma del 2005, decorso il
zio di riduzione della donazione, non può più preten- termine di venti anni dalla trascrizione della dona-
dere la restituzione dell’immobile da parte dei zione, è precluso al legittimario l’esercizio dell’azione
successivi acquirenti. L’azione di riduzione perde, di restituzione contro i terzi acquirenti e restano
pertanto, la sua efficacia retroattiva reale nei con- efficaci i pesi e le ipoteche di cui il donatario abbia
fronti dei terzi e l’acquisto compiuto da questi ultimi gravato l’immobile, fatto salvo il diritto di opposizione
guadagna piena stabilità. del coniuge e dei parenti in linea retta del donante con

(8) L’imposta sulle donazioni, unitamente a quella sulle suc- (10) Sulla natura del termine non vi è in dottrina unanimità di
cessioni, dapprima soppressa dalla Legge 18 ottobre 2001, n. 383, vedute. Secondo un primo orientamento, escluso che sia un termine
è stata poi nuovamente istituita dal D.L. 3 ottobre 2006, n. 262, nel di prescrizione non coincidendo il suo decorso con il momento in cui
testo risultante dalla relativa legge di conversione, seppur con sorge e può esercitarsi il diritto di agire in restituzione, si tratterebbe di
franchigie e aliquote differenziate a seconda del rapporto di paren- un termine di decadenza in quanto finalizzato a circoscrivere nel
tela. Ad oggi, nelle donazioni tra coniugi e tra parenti in linea retta la tempo l’esercizio dell’azione di restituzione (Gabrielli, Tutela dei
franchigia è di un milione di euro ed è del 4% l’aliquota applicabile legittimari e tutela degli aventi causa dal beneficiario di donazione
per la parte eccedente. lesiva: una riforma attesa, ma timida, in Studium iuris, 2005, 1131;
(9) La riforma è stata attuata con la L. 14 maggio 2005, n. 80 di Delle Monache, Successione necessaria e sistema di tutela del
conversione del D.L. 14 marzo 2005, n. 35. L’obiettivo perseguito legittimario, Milano, 2008, 74; Vitucci, Tutela dei legittimari e circo-
è riassunto nella relazione di accompagnamento, nella quale si lazione dei beni acquistati a titolo gratuito. Per una lettura sistematica
legge “in attesa che - anche sulla base delle iniziative adottate dei novellati artt. 561 e 563 c.c., in Riv. dir. civ., 2005, I, 558). Altra
dalle istituzioni comunitarie - si proceda, per un verso, ad un’orga- parte della dottrina, invece, negata l’utilizzabilità degli istituti della
nica revisione della disciplina dei patti successori e della tutela dei prescrizione e della decadenza, ritiene che sia semplicemente un
legittimari e, per l’altro verso, a mitigare il divario tra la disciplina termine di durata che segna il limite ultimo entro il quale il legittimario
dettata dal nostro legislatore e quella vigente nella maggior parte può agire in restituzione nei confronti dei terzi acquirenti (Caprioli, Le
dei paesi dell’Unione Europea, nella prospettiva di una doverosa modificazioni apportate agli artt. 561 e 563 c.c. Conseguenze sulla
armonizzazione tra i vari ordinamenti giuridici, si ritiene urgente circolazione dei beni immobili donati, in Riv. not., 2005, 1027; Cam-
fornire una risposta al problema della tutela dell’acquirente dei pisi, Azione di riduzione e tutela del terzo acquirente alla luce delle LL.
beni immobili di provenienza donativa, il quale problema appare di 14 maggio 2005, n. 80 e 28 dicembre 2005, n. 263, in Riv. not., 2006,
maggiore evidenza dopo la riforma attuata con l’abrogazione 1275).
dell’imposta sulle successioni e donazioni”. La soluzione adottata (11) Il riferimento alla trascrizione della donazione è stato
- aggiunge la stessa relazione - è attenta “a non scardinare sur- inserito dall’art. 3, comma 1, lett. a), L. 28 dicembre 2005,
rettiziamente i principi del libro secondo del codice civile ed al n. 263, che ha integrato il testo precedente che, invece, collegava
contempo a soddisfare efficacemente l’ineludibile esigenza della il decorso del ventennio alla donazione.
sicurezza degli acquisti delle situazioni giuridiche, cui si correla il
fondamentale principio della sicurezza della circolazione dei beni”.

402 i Contratti 4/2019


Giurisprudenza
Contratti in generale

effetto sospensivo del decorso del suddetto termine modo da far salvi gli acquisti dei terzi a titolo oneroso,
ventennale. alla cui tutela, in funzione della superiore esigenza di
L’intenzione del legislatore, secondo quanto si legge certezza dei traffici giuridici, dovrebbe riconoscersi pre-
nella relazione di accompagnamento del testo norma- valenza rispetto alla tutela riservata ai legittimari.
tivo, è di porre l’acquirente al riparo da ogni rischio In questa prospettiva si potrebbe prevedere che la
trascorsi venti anni dalla trascrizione della donazione, riduzione delle donazioni (e delle disposizioni testa-
in modo tale che non gli sia riservato dall’ordinamento, mentarie) lesive non pregiudichi i diritti acquistati a
pur essendo un acquirente a domino, un trattamento titolo oneroso dai terzi in base ad un atto trascritto o
deteriore rispetto all’acquirente a non domino, per il iscritto anteriormente alla trascrizione della domanda
quale il ventennio costituisce comunque il più lungo di riduzione. Non sarebbero, invece, fatti salvi gli
dei termini per l’usucapione ordinaria (12). acquisti a titolo gratuito, essendo in tal caso il vantag-
Sebbene motivata dalla condivisa esigenza di offrire gio del terzo legittimamente sacrificabile per salva-
maggiore stabilità agli acquisti dei beni oggetto di guardare le ragioni del legittimario.
donazione, la riforma non è stata accolta con parti- Con tale previsione normativa le conseguenze deri-
colare favore dalla dottrina che non ha mancato di vanti dall’eventuale lesione della legittima restereb-
denunciarne, e non senza ragione, la portata niente bero giustamente confinate nel rapporto tra
affatto risolutiva (13). Il nuovo assetto normativo non donatario e legittimario senza alcun coinvolgimento
ha, infatti, eliminato gli inconvenienti che rendono del terzo successivo acquirente (salvo il caso di acqui-
problematica la circolazione dei beni di provenienza sto a titolo gratuito), che verrebbe in tal guisa affran-
donativa, ma si è limitato a circoscriverli nell’arco cato dal rischio di insolvenza del donatario che
temporale di venti anni dalla trascrizione della dona- l’attuale sistema normativo pone a suo carico, benché
zione, sempre che il coniuge e i parenti in linea retta estraneo alla vicenda negoziale lesiva dei diritti del
del donante (futuri legittimari) non facciano opposi- legittimario.
zione alla donazione. La soluzione indicata non presenta particolari criti-
Pur dopo il novellato disposto degli artt. 561 e 563 c.c., cità di ordine sistematico in quanto ripropone un
gli acquisti di beni di provenienza donativa continuano assetto normativo ampiamente sperimentato nel
a versare in una condizione di instabilità in quanto nostro ordinamento. Il principio generale secondo
esposti - per un lasso di tempo non certo trascurabile cui resoluto iure dantis resolvitur et ius accipientis incon-
(venti anni dalla trascrizione della donazione, salvo tra già molteplici deroghe previste da specifiche
opposizione, o dieci anni dall’apertura della succes- disposizioni codicistiche. Si pensi alla simulazione,
sione) - al rischio dell’azione di riduzione e agli effetti all’annullamento del contratto, alla rescissione e alla
restitutori che dal suo vittorioso esercizio possono risoluzione, che non pregiudicano i diritti acquistati
derivare. dai terzi, salvi gli effetti della trascrizione della rela-
È pertanto ancora attuale la necessità di intervenire tiva domanda (artt. 1415, 1445, 1452 e 1458 c.c.).
sul piano normativo per rimediare agli inconvenienti Anche nel caso dell’azione di riduzione, si tratterebbe
di cui si è detto. di derogare al suddetto principio così da escludere che
Senza stravolgere il sistema di tutela dei legittimari, la la caducazione delle disposizioni lesive della legit-
questione potrebbe trovare agevole soluzione argi- tima possa ripercuotersi sugli acquisti successivi a
nando la retroattività reale dell’azione di riduzione in titolo oneroso.

(12) Già prima della riforma è stato sostenuto in dottrina che il dell’acquisto del bene da parte del donatario per usucapione
donatario e i suoi aventi causa potessero opporre l’avvenuto decorsi venti anni dalla donazione. Se ne trae conferma dalla
acquisto del bene per usucapione al legittimario che agiva con previsione che il donatario resta obbligato a compensare in denaro
l’azione di restituzione dopo vent’anni dalla donazione (cfr. Ebner, il legittimario del minor valore del bene dovuto all’esistenza di pesi
Azione di riduzione e opponibilità dell’usucapione: la teoria del e ipoteche che, trascorso il ventennio, rimangono efficaci. È
“doppio effetto”, in Riv. not., 2003, 1474). Di contrario avviso la dunque evidente che il bene oggetto di donazione non possa
giurisprudenza che ha contestato l’opponibilità dell’usucapione essere usucapito almeno durante il ventennio per il consolida-
evidenziando che nella fattispecie in esame essa non opererebbe mento degli eventuali diritti dei terzi.
contro il de cuius, ma contro il legittimario, che non potrebbe (13) Critico verso l’intervento di riforma Mariconda, L’inutile
interromperla se non dopo l’apertura della successione, quando riforma degli artt. 561 e 563 c.c., in Corr. giur., 2005, 1174. Nello
cioè è possibile accertare e far valere la lesione della legittima. Di stesso senso Gazzoni, Competitività e dannosità della succes-
talché, solo da tale momento decorrerebbe in danno del legitti- sione necessaria (a proposito dei novellati artt. 561 e 563 c.c.), in
mario il termine utile per l’usucapione (cfr. Cass. 27 ottobre 1995, Giust. civ., 2006, I, 3 che fa riferimento alla riforma come “la
n. 11203, in Giust. civ., I, 1996, 375). montagna che ha partorito il topolino”. Rimarca la scarsa incisività
Pur assumendo come riferimento il termine ventennale utile per dell’intervento normativo anche Gabrielli, Tutela dei legittimari e
l’usucapione, resta escluso che il legislatore della riforma abbia tutela degli aventi causa dal beneficiario di donazione lesiva: una
voluto implicitamente ammettere l’opponibilità al legittimario riforma attesa, ma timida, cit., 1129.

i Contratti 4/2019 403


Giurisprudenza
Contratti in generale

I rimedi per favorire la circolazione dei beni l’eliminazione dell’effetto traslativo, ma sarebbe sempre
di provenienza donativa necessario un atto uguale e contrario, e cioè una nuova
donazione in senso inverso. La risoluzione consensuale
In attesa di una auspicata soluzione normativa, per
della donazione, anziché effetti solutori, produrrebbe
favorire la circolazione dei beni di provenienza dona-
un nuovo trasferimento a titolo gratuito con effetto ex
tiva e tutelare, nel contempo, l’acquirente ponen-
nunc. Con la conseguenza che i problemi evidenziati
dolo al riparo dalle pretese restitutorie dei legittimari,
non sarebbero risolti, ma addirittura aggravati. L’origi-
sono stati elaborati nella prassi diversi rimedi non
nario donatario e i suoi aventi causa resterebbero
sempre convincenti.
esposti all’azione di riduzione e, per di più, i legittimari
Tra essi è compresa, innanzitutto, la risoluzione della dell’originario donatario che nella donazione in senso
donazione per mutuo dissenso (14), opzione pratica- inverso assumerebbe la veste di donante, potrebbero a
bile solo quando il donante è ancora in vita. loro volta agire in riduzione.
Risolto per concorde volontà delle parti (donante e Dal canto suo, la giurisprudenza sembra orientata ad
donatario) l’atto di liberalità, verrebbe ripristinata con ammettere l’accordo risolutorio di un precedente
efficacia retroattiva (e senza pregiudizio per i diritti contratto pur quando i suoi effetti si siano già pro-
eventualmente acquistati dai terzi ai quali la risoluzione dotti, ricollegando ad esso efficacia ripristinatoria
non sarebbe opponibile) la situazione giuridica preesi- con carattere retroattivo anche per i contratti aventi
stente. La proprietà del bene tornerebbe con effetto ex ad oggetto il trasferimento di diritti reali (18).
tunc nel patrimonio del donante (15) che potrebbe così Aderendo a tale opzione ricostruttiva, che pure è
procedere alla successiva alienazione in favore dell’ac- evocata nella sentenza in commento senza però
quirente, non più esposto a possibili rivendicazioni da alcuna valutazione né adesiva né di censura, non
parte dei legittimari essendo venuta meno la prove- v’è dubbio che la risoluzione della donazione per
nienza donativa del bene (16). mutuo dissenso, già frequentemente utilizzata nella
Parte della dottrina nega, però, che il mutuo dissenso prassi, sia utile rimedio per superare gli ostacoli che
possa direttamente incidere, facendoli venir meno, pregiudicano la commerciabilità degli immobili
sugli effetti del contratto già prodottisi (17). Nel caso oggetto di donazione.
della donazione, una volta realizzatosi il trasferimento La soluzione è propiziata anche dal favorevole regime
della proprietà del bene, non sarebbe possibile fiscale. L’amministrazione finanziaria ha infatti chiarito

(14) Per un’accurata analisi dell’istituto del mutuo dissenso si stipulato ed eseguito procederebbero alla sostituzione dell’origi-
rinvia, anche per ulteriori indicazioni bibliografiche, a Luminoso, Il naria causa della donazione con quella di scambio, pattuendo un
mutuo dissenso, Milano, 1980, spec. 100 ss., il quale ne propone corrispettivo dell’attribuzione traslativa precedentemente attuata
la qualificazione di negozio risolutorio teso ad eliminare il prece- per spirito di liberalità. In tal modo, il donatario conserverebbe la
dente contratto (e i suoi effetti ove già ve ne siano) e, al tempo titolarità dei diritti non più in base alla causa donativa, bensì in base
stesso, ripristinatorio perché diretto a ricomporre, con efficacia a quella della vendita e, pertanto, potrebbe disporre del bene in
retroattiva, la situazione giuridica preesistente. Quanto all’effica- favore dell’acquirente senza alcun rischio di instabilità, essendo
cia retroattiva, l’A. sottolinea che essendo la retroattività statui- venuta meno la donazione come titolo di provenienza.
zione di effetti, se questi toccano terze persone, certo la cosa non In senso favorevole alla prospettata soluzione Petrelli, Novazione
è possibile se non per ordine della legge, ma nei rapporti tra le parti causale, pubblicità immobiliare, presunta tassatività delle ipotesi
è sovrana la loro volontà. Sul tema si segnala anche la più recente di trascrizione, in Riv. not., 2012, 968. Contra Amadio, Attribuzioni
monografia di Orlando, Mutuo dissenso. Contributo per una teoria liberali e riqualificazione della causa, in Riv. dir. civ., 2013, 509,
della causa di neutralizzazione degli atti giuridici, Napoli, 2016. secondo il quale è oggettivamente incompatibile con la novazione
(15) A seguito della risoluzione della donazione, in capo al una vicenda puramente modificativa che prescinda dall’effetto
soggetto che era stato donatario residuerebbe solo la detenzione estintivo di una precedente obbligazione e dal contestuale effetto
materiale e il conseguente dovere restitutorio secondo le regole costitutivo di una nuova obbligazione sostituiva, rimarcando
dell’indebito oggettivo (art. 2037 c.c.). altresì che novare la causa della donazione equivarrebbe a modi-
(16) Sulla risoluzione della donazione per mutuo dissenso come ficare pattiziamente il titolo di una proprietà già acquisita: esito
rimedio per ovviare agli inconvenienti della circolazione dei beni di certamente precluso sia allo strumento novativo, sia a quello
provenienza donativa Capozzi, Mutuo dissenso. Donazione di meramente modificativo.
bene immobile. Ammissibilità. Effetti, in Vita not., 1973, 608; (17) Cfr. Mirabelli, Dei contratti in generale, in Comm. cod. civ.,
Magnani, La risoluzione per mutuo dissenso (un rimedio alla diretto da Cendon, IV, Torino, 1980, 290 ss.; Rubino, La compra-
potenziale incommerciabilità degli immobili provenienti da dona- vendita, in Tratt. dir. civ. e comm., diretto da Cicu-Messineo, XXIII,
zione), in Riv. not., 2004, 113; Cogoli, Lo scioglimento della Milano, 1971, 1024. Più di recente Ieva, Retroattività reale dell’a-
donazione per mutuo dissenso, in questa Rivista, 2006, 622; zione di riduzione e tutela dell’avente causa dal donatario tra
Palazzo, Provenienze donative, successivi trasferimenti e tecni- presente e futuro, in Riv. not., 1998, 1137 ss.
che di tutela degli interessi, in Riv. dir. civ., 2003, I, 317. (18) Così Cass. 6 ottobre 2011, n. 20445, in questa Rivista,
Merita un cenno la tesi elaborata da Angeloni, Nuove cautele per 2012, 478, secondo cui l’effetto ripristinatorio ex tunc, essendo
rendere sicura la circolazione dei beni di provenienza donativa nel espressamente previsto dall’art. 1458 c.c. con riguardo alla riso-
terzo millennio, in Contr. e impr., 2007, 933, il quale propone come luzione per inadempimento anche di contratti ad efficacia reale,
rimedio la novazione della donazione in vendita. Attraverso un non può dirsi precluso agli accordi risolutori. Nello stesso senso
accordo successivo le parti di un contratto di donazione già Cass. 31 ottobre 2012, n. 18844, in banca dati DeJure.

404 i Contratti 4/2019


Giurisprudenza
Contratti in generale

che la risoluzione di una donazione immobiliare sconta Ulteriore rimedio ipotizzato è la fideiussione prestata
le imposte di registro, ipotecaria e catastale in misura dal donante o dai legittimari diversi dal donatario (22);
fissa e non proporzionale (19), risultandone pertanto soluzione anch’essa poco soddisfacente in quanto non
decisamente contenuto l’onere fiscale. immune da possibili contestazioni di nullità per con-
Altro rimedio prospettato è la rinuncia all’azione di trasto con gli artt. 549 e 557 c.c. (23).
restituzione da parte dei legittimari (20), ritenuta La fideiussione sarebbe prestata a garanzia del risarci-
praticabile anche quando il donante sia ancora in mento dei danni (c.d. fideiussio indemnitatis) che ver-
vita in ragione della sua diversità funzionale rispetto rebbe a subire l’acquirente nel caso in cui nei suoi
all’azione di riduzione che, invece, resta irrinuncia- confronti fosse esercitata con successo l’azione di resti-
bile per espressa previsione dell’art. 557 c.c. tuzione. È però evidente che ove fideiussori fossero i
Per effetto della rinuncia all’azione di restituzione, legittimari, gli stessi non avrebbero interesse ad agire in
l’acquirente non sarebbe più esposto a possibili pre- riduzione perché il beneficio economico conseguibile
tese restitutorie dei legittimari e la circolazione dei verrebbe sostanzialmente vanificato dal corrispondente
beni di provenienza donativa si svolgerebbe senza obbligo risarcitorio. La fideiussione porterebbe per-
inconvenienti. tanto ad un risultato analogo alla rinuncia all’azione
Secondo un diverso orientamento dottrinale, però, la di riduzione, con possibili profili di nullità per contrasto
rinuncia all’azione di restituzione non sarebbe con l’art. 557 c.c. che tale rinuncia vieta.
ammissibile in quanto negozio abdicativo nullo ai Profili di nullità permangono anche quando sia il
sensi dell’art. 458 c.c. in tema di divieto di patti donante a prestare la fideiussione suddetta. Qualora i
successori rinunciativi. Inoltre, essendo l’azione di legittimari agissero vittoriosamente in restituzione
restituzione intimamente collegata a quella di ridu- verso il terzo acquirente, la loro quota ereditaria
zione di cui è naturale conseguenza, dovrebbe restare verrebbe ulteriormente ridotta per effetto del sorgere,
assoggettata al medesimo regime di irrinunciabilità ai a fronte della fideiussione prestata dal de cuius
sensi dell’art. 557 c.c. (21). donante, di una obbligazione risarcitoria di conte-
A fronte di tali contrapposte tesi interpretative, la nuto pari al beneficio che otterrebbero i legittimari
rinuncia all’azione di restituzione non pare soluzione medesimi. Si creerebbe così un meccanismo che,
del tutto soddisfacente, tenuto conto peraltro che non oltre a disincentivare l’esercizio dell’azione di ridu-
offrirebbe alcuna tutela nel caso dovessero presentarsi zione, finirebbe col porsi in contrasto con il divieto
nuovi legittimari, i quali ben potrebbe agire in resti- sancito dall’art. 549 c.c. di imporre pesi o condizioni
tuzione in quanto non vincolati dall’altrui rinuncia. sulla quota spettante ai legittimari (24).

(19) Cfr. Ris. n. 20/E del 14 febbraio 2014, con la quale l’Agenzia della donazione, in Contr. e impr., 2008, 1096, il quale però
delle Entrate nel trattare del regime fiscale dell’atto di risoluzione ammette la conclusione, prima della morte del donante, di accordi
consensuale di una donazione immobiliare, ne recepisce la qua- (riconducibili allo schema del pactum de non petendo) che preve-
lificazione, fatta propria dalla Corte di Cassazione (si vedano le dano l’impegno dei futuri legittimari a non esercitare nei confronti
pronunce citate nella nota che precede), di negozio risolutorio dei terzi aventi causa dal donatario i diritti che potrebbero derivare
volto a ripristinare ex tunc la situazione giuridica preesistente. dall’esercizio vittorioso dell’azione di riduzione.
Pertanto, nel caso di contratti ad effetti reali, l’accordo di risolu- (22) La fideiussione prestata dal donatario sarebbe di fatto
zione, non dando luogo ad un nuovo trasferimento del diritto, ma inutile perché la restituzione del bene da parte del terzo acquirente
solo all’eliminazione di quello prodottosi, sconta le imposte in (da cui deriverebbe l’obbligazione risarcitoria oggetto di garanzia)
misura fissa, senza però costituire presupposto per la restituzione presuppone per legge che il donatario sia insolvente e, in quanto
di quelle versate in occasione del contratto risolto. tale, non sarebbe in condizione di onorare l’obbligazione fideius-
(20) In dottrina Tagliaferri, La riforma dell’azione di restituzione soria assunta.
contro gli aventi causa dai donatari soggetti a riduzione, in Nota- (23) In argomento Federico, Tecniche di tutela degli interessi
riato, 2006, 179; Iaccarino, La circolazione dei beni di provenienza nella circolazione delle provenienze donative: la fideiussione del
donativa, in Tradizione e modernità del diritto ereditario nella donante e del legittimario, in Dir. fam. e pers., 2012, 852 ss.
prassi notarile, I quaderni della Fondazione Italiana del Notariato, (24) Sulla questione si è pronunciato il Tribunale di Mantova con
Milano, 2016, 143 ss. La tesi della rinunciabilità dell’azione di sentenza del 24 febbraio 2011, n. 228, in Riv. not., 2011, 856, che
restituzione ha trovato sostegno anche in alcune pronunce di ha dichiarato la nullità della fideiussione prestata dal donante per
merito: cfr. Trib. Pescara 26 maggio 2017, n. 250, in Riv. not., contrasto con l’art. 549 c.c., in quanto attraverso l’assunzione della
2017, 1172 e Trib. Torino 26 settembre 2014, n. 2298, in Dir. succ. garanzia fideiussoria verrebbe fatto pesare sul lascito a titolo di
e fam., 2016, 1, 236. legittima un meccanismo condizionale di carattere potestativo, a
(21) In questo senso Franco, Sulla persistente inammissibilità fronte del quale i legittimari lesi nei diritti di riserva risulterebbero
della rinunzia all’azione di restituzione, in Riv. not., 2013, 281; indotti a non esperire le azioni poste a tutela dei loro diritti al fine di
Palazzo, Provenienze donative, successivi trasferimenti e tecni- evitare un’ulteriore compressione del relictum e, dunque, della
che di tutela degli interessi, cit., 320. Nega l’ammissibilità della loro quota ereditaria, per il sorgere dell’obbligazione indennitaria
rinuncia all’azione di restituzione anche Caprioli, La circolazione predisposta dal de cuius donante.
dei beni immobiliari donati nel primo ventennio dalla trascrizione

i Contratti 4/2019 405


Giurisprudenza
Contratti in generale

Diverso sarebbe se la fideiussione fosse rilasciata da Provenienza donativa e tutela


una banca o da una compagnia di assicurazione. del promissario acquirente
Trattandosi di soggetti terzi rispetto alle vicende
A norma dell’art. 1759 c.c., il mediatore ha l’obbligo
ereditarie, non vi sarebbero profili di nullità col-
di riferire alle parti le circostanze a lui note, relative
legati alla disciplina imperativa delle successioni. Il
alla valutazione e alla sicurezza dell’affare che pos-
ricorso a tale rimedio, tuttavia, per quanto util-
sono influire sulla conclusione di esso.
mente impiegabile a tutela dell’acquirente, è stato
Tale obbligo informativo a carico del mediatore è
di fatto vanificato dai costi proibitivi dovuti ai
diretta espressione del più generale dovere di com-
lunghi tempi di operatività della garanzia che
portarsi secondo buona fede e correttezza (e dello
doveva restare efficacia fino al decimo anno suc-
specifico dovere di imparzialità) e non è limitato
cessivo alla morte del donante. Dopo la riforma del
alle sole circostanze che possono condizionare la
2005 che ha circoscritto nel ventennio dalla tra-
volontà di concludere o meno il contratto, ma si
scrizione della donazione l’esperibilità dell’azione
estende anche a quelle circostanze che possono
di restituzione ex art. 563 c.c., la fideiussione
indurre le parti a concludere il contratto a condi-
bancaria o assicurativa potrebbe guadagnare un
zioni diverse.
suo spazio applicativo per i costi che dovrebbe
Nella sentenza in commento la Corte di legittimità,
essere più contenuti a fronte della limitazione
avuto riguardo agli inconvenienti cui dà luogo la
della durata della garanzia alla scadenza del pre-
provenienza donativa del bene posto in vendita,
detto ventennio. Con tale limitazione di durata,
chiarisce opportunamente che tale provenienza è
però, all’acquirente non sarebbe garantita alcuna
circostanza che impatta sulla valutazione e sulla sicu-
copertura laddove vi fosse opposizione alla dona-
rezza dell’affare e di essa, al pari delle altre circostanze
zione con conseguente sospensione del decorso del
influenti sulla conclusione dell’affare, il mediatore
ventennio, giacché in tale eventualità l’opponente
deve riferire alle parti, sempre che la provenienza
legittimario ben potrebbe agire in restituzione con-
donativa sia conosciuta o conoscibile dal mediatore
tro l’acquirente pur dopo la scadenza della garanzia
usando la diligenza da lui esigibile.
fideiussoria.
Nell’ambito degli scambi immobiliari, dunque, il
Più di recente si registra nella prassi l’offerta di un
fatto che il bene provenga da donazione non è
nuovo strumento assicurativo per ovviare agli
circostanza trascurabile, ma assume al contrario
inconvenienti relativi alla circolazione dei beni
rilievo determinante in quanto suscettibile di con-
oggetto di donazione. Si tratta di una polizza volta
dizionare la conclusione o meno dell’operazione
a tenere indenne l’acquirente dal danno econo-
traslativa e per tale ragione il mediatore è tenuto
mico che gli deriverebbe dal vittorioso esercizio
a darne notizia alle parti.
nei suoi confronti dell’azione di restituzione ex
Ciò detto, si tratta ora di verificare quali siano i
art. 563 c.c. (25). L’indennizzo corrisponde alla
possibili rimedi contrattuali azionabili dal promissa-
somma di denaro da versare al legittimario per
rio acquirente nel caso in cui abbia ignorato, all’atto
liberarsi dall’obbligo di restituire il bene in
della stipula del contratto preliminare, la prove-
natura. Il premio da pagare è commisurato al
nienza donativa del bene per essergli stata taciuta
valore del bene oggetto di donazione e al rischio
dal promittente venditore.
valutato dalla compagnia e la durata della polizza
In considerazione della pretesa restitutoria che il
è estesa sino al maturare della prescrizione del-
legittimario può far valere a seguito del vittorioso
l’azione di restituzione.
esercizio dell’azione di riduzione, il problema della
Se i costi per la copertura assicurativa saranno
tutela del promissario acquirente è comunemente
effettivamente ragionevoli, è prevedibile, almeno
trattato sotto il profilo del pericolo di evizione.
fino a quando il problema non sarà risolto sul piano
È consolidato in giurisprudenza il principio secondo cui
normativo, un largo impiego di tale polizza per la sua
il promissario acquirente, a norma dell’art. 1481 c.c.,
indubbia idoneità a garantire al terzo acquirente una
applicabile in via analogica anche al contratto preli-
efficace protezione contro i rischi derivanti dall’e-
minare, può legittimamente sottrarsi all’obbligo di sti-
ventuale rivendicazione del bene da parte del
pulare il contratto definitivo quando sussista il pericolo
legittimario.

(25) La polizza assicurativa può avere come beneficiario anche estinzione dell’ipoteca per effetto della riduzione della donazione
la banca mutuante che ha iscritto ipoteca sull’immobile, garan- per lesione di legittima.
tendo ad essa il rimborso delle somme erogate nel caso di

406 i Contratti 4/2019


Giurisprudenza
Contratti in generale

attuale e concreto che il bene promesso in vendita invocare la tutela prevista dall’art. 1481 c.c. e quindi
possa essere rivendicato da terzi (26). rifiutare la stipula del contratto definitivo (28).
La sola provenienza donativa del bene e il conseguente Non risulta tuttavia pienamente appagante la solu-
rischio che sia assoggettato all’azione di restituzione ex zione di ritenere che il promissario acquirente resti
art. 563 c.c. non legittimano però, secondo la giuri- comunque obbligato ad acquistare il bene di prove-
sprudenza, il promissario acquirente a rifiutare la stipula nienza donativa pur quando di tale provenienza non
del contratto definitivo non ricorrendo, in tal caso, un abbia avuto conoscenza perché taciuta dal promit-
pericolo attuale e concreto di evizione, ma soltanto un tente venditore.
rischio meramente teorico, legato al sopravvenire di Spostando l’analisi dal pericolo di rivendica al risul-
circostanze future e ipotetiche e cioè che la donazione tato traslativo pianificato con il contratto prelimi-
risulti lesiva di legittima, che il legittimario eserciti nare, non v’è dubbio che la provenienza donativa
vittoriosamente l’azione di riduzione e che il donatario non dichiarata, introducendo un elemento di insta-
non disponga di beni sufficienti per reintegrare il valore bilità dell’acquisto, inibisca la realizzazione di un
della quota di legittima lesa (27). risultato traslativo perfettamente conforme a quello
Anche quando la provenienza donativa sia stata programmato.
taciuta dal promittente venditore, il rifiuto del pro- La provenienza donativa, pur non integrando vizio del
missario acquirente di stipulare il contratto defini- bene, né vincolo limitativo del libero godimento, è
tivo è considerato illegittimo e tale da integrare una tuttavia circostanza influente - così come riconosciuto
condotta di inadempimento con tutte le conseguenze nella sentenza in nota - sulla sicurezza e stabilità del-
che ne derivano, compresa la perdita della caparra l’acquisto e, pertanto, la sua ricorrenza, se taciuta dal
confirmatoria eventualmente versata. promittente venditore e ignorata dal promissario acqui-
Se la tutela del promissario acquirente è fatta dipen- rente, non può non alterare la vicenda traslativa pre-
dere dal pericolo di evizione e dall’applicazione ana- giudicandone la conformità a quella programmata nel
logica dell’art. 1481 c.c., è difficile negare fondatezza preliminare, nel quale, in difetto di menzione della
al richiamato orientamento giurisprudenziale. donazione come titolo di provenienza, risulta eviden-
Per il solo fatto della provenienza donativa del bene temente pianificato un acquisto stabile e sicuro, non
promesso in vendita non può certo dirsi concreto e esposto al rischio dell’azione di riduzione e alle even-
tantomeno attuale il rischio che il promissario acqui- tuali pretese restitutorie degli eredi legittimari del
rente si veda privato della proprietà per effetto della donante.
pretesa restitutoria azionata dal legittimario a seguito Al promittente venditore responsabile di avere
della riduzione della donazione lesiva. taciuto la provenienza donativa può perciò conte-
È certamente vero che il pericolo di rivendica sia starsi l’inadempimento con conseguente legittima-
sempre immanente in quanto non può escludersi con zione del promissario acquirente di rifiutare la stipula
certezza la possibile lesione di legittima ed il conse- del contratto definitivo avvalendosi dell’eccezione di
guente esercizio dell’azione di riduzione da parte del inadempimento di cui all’art. 1460 c.c. (29) o, nel
legittimario. È però altrettanto vero che si tratta di un caso di intervenuto versamento di una caparra con-
pericolo eventuale e meramente potenziale che non firmatoria, di recedere dal contratto ex art. 1385 c.c.
può per ciò solo legittimare il promissario acquirente ad ed esigere il doppio della caparra oppure agire per la

(26) Cfr. Cass. 28 giugno 2016, n. 13264, in Riv. not., 2016, II, svolgere in base ai principi della correttezza e della buona fede
918; Cass. 18 novembre 2011, n. 24340, in Foro it. Rep., 2011, contrattuale ed in relazione alla consistenza patrimoniale del pro-
voce Vendita, n. 47; Cass. 22 gennaio 1999, n. 602, in Rep. Foro it., mittente venditore ed alle eventuali garanzie da questi prestate.
1999, voce Contratto in genere, n. 555. (28) In senso contrario Bellante, op. cit., 284, il quale sostiene
(27) Così Cass. 21 maggio 2012, n. 8002, in questa Rivista, che nel caso di beni oggetto di donazione la probabilità della
2013, 277, con nota critica di Bellante, Provenienza donativa del verificazione dell’evizione, per quanto remota o minimale, è una
bene e rifiuto di stipula del contratto definitivo ex art. 1481 c.c.; probabilità reale, cioè già attuale e concreta, e come tale legittima
Cass. 17 marzo 1994, n. 2541, in Rep. Foro it., 1994, voce Vendita, sin da subito l’esercizio del rimedio di cui all’art. 1481 c.c. Secondo
n. 42. Sul tema si veda anche Cass. 4 maggio 1985, n. 2792, in l’A., non conta la maggiore o minore probabilità dell’accadimento,
Rep. Foro it., 1985, voce Contratto in genere, n. 208, che ritiene ma il fatto che detta probabilità esista e, se esiste, non può essere
legittimo il rifiuto di stipulare il contratto definitivo solo quando il trascurata o considerata irrilevante.
promissario acquirente accerti l’esistenza effettiva e concreta del (29) Il promissario acquirente resta, invece, senza tutela se la
rischio - eccedente il limite accettabile da un contraente di normale provenienza donativa gli era nota al momento della stipula del
diligenza - che lo esponga, in caso di acquisto del bene, all’azione di preliminare, in quanto lo stato psicologico di conoscenza fa pre-
riduzione della donazione per lesione di legittima, a conclusione sumere che abbia voluto accollarsi i rischi conseguenti.
dell’indagine che, in ordine a tale rischio, il medesimo è tenuto a

i Contratti 4/2019 407


Giurisprudenza
Contratti in generale

risoluzione reclamando il risarcimento dei danni taciuta, giacché tale provenienza - come detto - pone la
secondo le norme generali. vicenda traslativa in condizione di precarietà pregiudi-
Tale soluzione è perfettamente coerente con la fun- candone la conformità a quanto programmato nel
zione, che è propria del contratto preliminare, di preliminare.
controllo dell’operazione negoziale da compiersi. Diversamente, se si negasse l’esperibilità dei rimedi
Nel lasso di tempo che va dalla stipulazione del suddetti, il promissario acquirente si troverebbe ingiu-
preliminare alla data fissata per la conclusione del stamente costretto a subire l’instabilità dell’acquisto
definitivo, le parti si assicurano, a tutela delle reci- con il connesso rischio di evizione pur quando non
proche posizioni contrattuali, il potere di verifica abbia avuto conoscenza della provenienza donativa del
della corrispondenza della vicenda traslativa da bene e, in aggiunta, gli sarebbe pure negata la garanzia
attuare con quanto programmato. per evizione non integrando, secondo la giurispru-
In questa prospettiva l’eventuale riscontro della non denza (30), un fatto evizionale la perdita del bene per
conformità del risultato traslativo alle previsioni del effetto dell’esercizio dell’azione di restituzione in quanto
preliminare consente al promissario acquirente di la causa da cui dipende non sarebbe preesistente ma
sottrarsi legittimamente alla conclusione del defini- successiva alla donazione (31). Per altro verso, risulte-
tivo avvalendosi dei rimedi contrattuali contro rebbe indebitamente premiata la condotta omissiva del
l’inadempimento. promittente venditore, incentivato paradossalmente a
Rimedi, questi, che ben possono essere esercitati dal tacere la provenienza donativa del bene per superare, a
promissario acquirente anche nel caso di provenienza scapito dell’ignaro promissario acquirente, le difficoltà
donativa da questi ignorata e dal promittente venditore di commercializzazione.

(30) Cfr. Cass. 26 gennaio 1995, n. 945, in Foro it. Rep., voce (31) Per tale ragione, a tutela dell’acquirente del bene di pro-
Vendita, n. 38, secondo cui presupposto applicativo della garanzia venienza donativa, si è soliti far ricorso all’estensione convenzio-
è la preesistenza della causa che determina il fatto di evizione nale della garanzia per evizione, altrimenti non applicabile per
rispetto al perfezionamento del contratto ad effetti reali. Più di difetto della preesistenza della causa da cui l’evizione dipende.
recente, Cass. 14 aprile 2011, n. 8536, in Nuova giur. civ. comm., Il rimedio ha però scarsa utilità pratica quando la garanzia per
2011, 1279, nella quale si ammette che il fatto evizionale può evizione è prestata dal donatario, posto che il legittimario può
essere conseguente non solo ad una causa anteriore, ma anche ad agire in restituzione nei confronti del terzo acquirente solo quando
una condotta inadempiente del venditore successiva alla conclu- risulti incapiente il donatario e, pertanto, da quest’ultimo è ben
sione del contratto. difficile che l’acquirente evitto possa conseguire un risarcimento.

408 i Contratti 4/2019


Giurisprudenza
Contratti in generale

Risarcimento del danno

Cassazione Civile, Sez. VI-2, 8 marzo 2018, n. 5613, ord. - Pres. Manna - Est. Orilia - A.A.L. c. Immobili &
Gestioni S.r.l.
Il danno patrimoniale da mancato guadagno, concretandosi nell’accrescimento patrimoniale effettivamente
pregiudicato o impedito dall’inadempimento dell’obbligazione contrattuale, presuppone la prova, sia pure
indiziaria, dell’utilità patrimoniale che il creditore avrebbe conseguito se l’obbligazione fosse stata adempiuta,
esclusi i mancati guadagni meramente ipotetici perché dipendenti da condizioni incerte, sicché la sua liquidazione
richiede un rigoroso giudizio di probabilità (e non di mera possibilità), che può essere equitativamente svolto in
presenza di elementi certi offerti dalla parte non inadempiente, dai quali il giudice possa sillogisticamente
desumere l’entità del danno subito. (Nella fattispecie, relativa alla revoca illegittima da parte del cliente di un
incarico di mediazione immobiliare, la S.C. ha escluso, cassando sul punto la sentenza impugnata, che il danno
subìto dal mediatore potesse essere liquidato parametrandolo alle provvigioni che egli avrebbe incassato ove
avesse portato a termine l’incarico, basandosi sulla sola circostanza che, al momento della revoca, avesse
ricevuto numerose proposte di acquisto del bene oggetto del contratto).

ORIENTAMENTI GIURISPRUDENZIALI

Conforme Cass., Sez. III, 3 dicembre 2015, n. 24632, in CED, 2015; Cass., Sez. VI, 11 settembre 2018, n. 22008, ord., in
CED, 2018; Cons. Stato, Sez. III, 30 gennaio 2019, n. 752, in banca dati Pluris.

Difforme Non sono stati rinvenuti precedenti in termini.

La Corte (omissis) in esse contenuti), ma altresì precisare in qual modo e con


quali considerazioni il giudice del merito se ne sia disco-
Considerato in diritto stato; con l’ulteriore conseguenza dell’inammissibilità del
1 Con il primo motivo si deduce violazione e falsa appli- motivo di ricorso che si fondi sull’asserita violazione delle
cazione dell’art. 1362 c.c. Criticando il giudizio negativo norme ermeneutiche o del vizio di motivazione e si risolva,
espresso dalla Corte d’Appello sul proprio comporta- in realtà, come nel caso di specie, nella proposta di una
mento, ritenuto contrario a correttezza a buona fede, il interpretazione diversa (Cass. 26 ottobre 2007, n. 22536).
ricorrente rimprovera ai giudici di merito di avere errato D’altra parte, per sottrarsi al sindacato di legittimità,
nell’interpretazione del contenuto del fax del 1° marzo quella data dal giudice del merito al contratto non deve
2006, privilegiando solo il dato testuale e omettendo di essere l’unica interpretazione possibile, o la migliore in
indagare l’intento del mittente desumibile dal contesto astratto, ma una delle possibili e plausibili interpretazioni
nel quale la missiva venne redatta e inviata. Ad avviso del (tra le altre: Cass. 12 luglio 2007, n. 15604; Cass. 22
ricorrente, detto fax non può essere interpretato quale febbraio 2007, n. 4178). Ne consegue che non può trovare
espressione di una cosciente volontà di revoca dall’inca- ingresso in sede di legittimità la critica della ricostruzione
rico anche perché due mesi dopo fece seguito una diffida ad della volontà negoziale operata dal giudice di merito che si
adempiere. traduca esclusivamente nella prospettazione di una
Il motivo, incentrato unicamente sulla violazione delle diversa valutazione degli stessi elementi già dallo stesso
norme in tema di ermeneutica contrattuale, senza alcun esaminati; sicché, quando di una clausola contrattuale
riferimento al tema della risoluzione per inadempimento, sono possibili due o più interpretazioni, non è consentito,
è inammissibile. alla parte che aveva proposto l’interpretazione poi disat-
Premesso che il legislatore estende agli atti unilaterali le tesa dal giudice di merito, dolersi in sede di legittimità del
norme che regolano i contratti e quindi anche quelle fatto che fosse stata privilegiata l’altra (Cass. 7500/2007;
sull’interpretazione, va osservato che, per giurisprudenza 24539/2009; Sez. I, Sentenza n. 6125 del 17 marzo 2014 e,
costante di questa Corte, l’interpretazione di un atto più di recente, Sez. II -, Ordinanza n. 20964 dell’8 settem-
negoziale è tipico accertamento in fatto riservato al giu- bre 2017 Rv. 645246).
dice di merito, incensurabile in sede di legittimità, se non Nel caso di specie, la critica sull’interpretazione del fax 1°
nell’ipotesi di violazione dei canoni legali di ermeneutica marzo 2006 inviato dall’avvocato Ponzano su incarico
contrattuale, di cui all’art. 1362 c.c. e segg., o di motiva- dell’A., tende unicamente a sollecitare una interpreta-
zione inadeguata (ovverosia, non idonea a consentire la zione diversa da quella, sicuramente plausibile, fornita
ricostruzione dell’iter logico seguito per giungere alla dalla Corte d’Appello che ha analizzato il documento
decisione). Sicché, per far valere una violazione sotto il attribuendogli il significato di atto di revoca dall’incarico
primo profilo, occorre non solo fare puntuale riferimento ed è giunta poi alla conclusione della contrarietà e buona
alle regole legali d’interpretazione (mediante specifica fede del contegno del cliente per avere revocato un inca-
indicazione dei canoni asseritamente violati ed ai principi rico della durata di circa undici mesi dopo tre settimane dal

i Contratti 4/2019 409


Giurisprudenza
Contratti in generale

conferimento, tempo secondo l’apprezzamento della Nel caso di specie la Corte d’Appello ha riconosciuto un
Corte d’Appello - “così ridotto, da non consentire neppure danno da mancato guadagno parametrandolo alle provvi-
al mediatore di ottemperare a tale obbligazione”. gioni che la società di mediazione avrebbe incassato ove
Rivalutare oggi il significato di elementi istruttori è un avesse portato a termine l’incarico. In proposito ha rile-
compito non consentito al giudice di legittimità. vato che la Immobili & Gestioni in tre settimane
2 Col secondo motivo il ricorrente denunzia violazione aveva raccolto ben otto proposte d’acquisto ed ha quindi
dell’art. 1223 c.c., dolendosi del riconoscimento del danno ritenuto altamente probabile che, ove l’accordo di media-
da lucro cessante. zione avesse avuto regolare esecuzione, tutti i box sareb-
Tale motivo è invece manifestamente fondato. bero stati venduti entro il termine (ulteriori dieci mesi) di
Va premesso che il rigetto del primo motivo di ricorso ha validità dell’incarico.
determinato il formarsi del giudicato sulla risoluzione del Il ragionamento non è conforme alla citata giurisprudenza
contratto di mediazione per inadempimento del cliente e perché la Corte territoriale ha in sostanza ritenuto alta-
quindi resta da affrontare la correttezza della sentenza sulla mente probabile la vendita di tutti box, nessuno escluso,
determinazione del quantum della pretesa risarcitoria. nell’arco della durata contrattuale dell’incarico anco-
Il danno patrimoniale da mancato guadagno, concretandosi rando il giudizio (da svolgersi con rigore) di alta probabi-
nell’accrescimento patrimoniale effettivamente pregiudi- lità di tale evento ad un dato di fatto tutt’altro che
cato o impedito dall’inadempimento dell’obbligazione con- significativo, rappresentato da mere proposte d’acquisto,
trattuale, presuppone la prova, sia pure indiziaria, che possono anche non essere accettate dal venditore
dell’utilità patrimoniale che il creditore avrebbe conseguito sicché esse non sono automaticamente destinate a sfociare
se l’obbligazione fosse stata adempiuta, esclusi solo i man- nella vendita e neppure a far sorgere un vincolo giuridico
cati guadagni meramente ipotetici perché dipendenti da tra le parti.
condizioni incerte, sicché la sua liquidazione richiede un La sentenza deve pertanto essere cassata con rinvio per
rigoroso giudizio di probabilità (e non di mera possibilità), nuovo esame sulla prova del danno conseguente alla
che può essere equitativamente svolto in presenza di ele- risoluzione alla stregua del principio esposto. Il giudice
menti certi offerti dalla parte non inadempiente, dai quali il di rinvio, che si individua in altra sezione della Corte
giudice possa sillogisticamente desumere l’entità del danno d’Appello di Genova regolerà anche le spese del presente
subito (Sez. III, Sentenza n. 24632 del 3 dicembre 2015 Rv. giudizio.
637952; Sez. II, Sentenza n. 11254 del 20 maggio 2011 Rv. 3 Resta a questo punto logicamente assorbito l’esame del
618132; Sez. III, Sentenza n. 27149 del 19 dicembre 2006 terzo motivo con cui il ricorrente, denunziando violazione
Rv. 596641; Sez. II, Sentenza n. 7647 del 3 settembre 1994 dell’art. 94 c.p.c., si duole della regolamentazione delle
Rv. 487832). spese.

La liquidazione del danno da lucro cessante: tra rigore logico


e valutazione equitativa
di Federico Zanzi (*)

Con la pronuncia in commento, la Suprema Corte ha ribadito il proprio orientamento in tema di prova
del danno da lucro cessante. Anche in questa occasione, la giurisprudenza di legittimità ha ribadito
che, qualora sia controversa la prova della sussistenza di presunte utilità patrimoniali future lese da un
inadempimento contrattuale, la Corte di merito deve operare un rigoroso giudizio di probabilità,
rifuggendo da qualsiasi automatismo probatorio. Tuttavia, ad avviso di chi scrive, tale rigore non può
che essere temperato dai criteri probatori della c.d. causalità giuridica, sorretti dalla nota regola del
“più probabile che non”, di elaborazione giurisprudenziale. Ne deriva che la “regola operazionale” cui
è chiamato il giudice di merito attiene soprattutto la coerenza e logicità della ricostruzione causale
della relazione tra i fatti materiali e le asserite conseguenze dannose. Un procedimento, questo, ben
diverso da quello che lo stesso giudice è tenuto ad operare, in tema di prova della perdita di chance.

(*) Il presente contributo è stato sottoposto, in forma anonima,


al vaglio del Comitato di valutazione.

410 i Contratti 4/2019


Giurisprudenza
Contratti in generale

Il caso Tuttavia, secondo il consolidato orientamento della


Suprema Corte, in sede di legittimità la censura
Un privato aveva conferito ad una società, operatrice
inerente l’interpretazione degli atti di autonomia
professionale del settore, un incarico di mediazione
privata operata dal giudice di merito è ammissibile
della durata di undici mesi, per la vendita di alcuni
soltanto qualora il ricorrente contesti: 1) l’illogicità o
immobili di sua proprietà. Quindi, dopo soli ventuno
incongruità della sentenza, ex art. 360, comma 1, n. 4.
giorni, la società si era vista revocare l’incarico: un
c.p.c., ovvero 2) l’errata interpretazione delle norme
comportamento che, ad avviso di quest’ultima,
di ermeneutica contrattuale (artt. 1362 c.c. ss., appli-
sarebbe stato contrario a correttezza e buona fede, e
cabili agli atti unilaterali ex art. 1324 c.c.), quale
avrebbe giustificato la risoluzione del contratto per
violazione di legge ex art. 360, comma 1, n. 3,
inadempimento.
c.p.c. (1).
In aggiunta, la società di mediazione rappresentava di
Nel primo caso, il ricorrente è tenuto a precisare le
aver già ricevuto, dal momento del conferimento
lacune argomentative e le incoerenze logiche della
dell’incarico, diverse proposte di acquisto per gli
motivazione della sentenza impugnata. Si badi: a
immobili affidati: ragione per cui si sarebbe dovuto
seguito della riforma dell’art. 360, comma 1, n. 5,
ritenere certo che, grazie alla prestazione dei propri
c.p.c. siffatta censura potrà essere ammessa in
servizi, essa avrebbe e portato a termine la vendita di
maniera restrittiva, nei soli casi di grave “anomalia
tutti gli immobili, e avrebbe dunque incassato tutte le
motivazionale” (2).
provvigioni pattuite. Secondo la prospettazione della
Non diversamente, nel secondo caso il ricorrente
società, senza l’inadempimento del cliente, la società
dovrà precisare “in qual modo e con quali conside-
avrebbe indiscutibilmente conseguito quel guada-
razioni il giudice del merito se ne sia discostato”,
gno. Per questa ragione, la società aveva chiesto la
tenendo in considerazione che “quella data dal giu-
condanna al risarcimento del danno, a titolo di lucro
dice del merito al contratto non deve essere l’unica
cessante, per un importo pari all’importo complessivo
interpretazione possibile, o la migliore in astratto, ma
di tutte le provvigioni dovute per la vendita di tutti gli
una delle possibili e plausibili interpretazioni”. D’al-
immobili, oltre rivalutazione monetaria e interessi
tronde, qualora si allargassero le maglie della rivalu-
legali.
tazione istruttoria nel processo di cassazione, si
In primo grado, il Tribunale di Genova aveva riget-
traviserebbe la funzione del giudizio di legittimità,
tato le domande della società; ma, successivamente,
piegandolo ad un ulteriore esame di merito.
la Corte d’Appello aveva riformato la prima sentenza,
A giudizio del Collegio adito, il ricorrente non
accogliendo totalmente le pretese della ricorrente.
aveva soddisfatto nessuna delle condizioni sopra
Per questa ragione, il cliente era ricorso alla Corte di
richieste: ragione per cui il motivo di cassazione
Cassazione per chiedere la riforma della sentenza di
doveva essere ritenuto inammissibile. Una conclu-
secondo grado, sulla base di due motivi: 1) l’errata
sione, questa, che rappresenta un’ulteriore con-
interpretazione del contenuto della lettera di revoca
ferma di orientamento consolidato nella
dell’incarico che era stata inviata alla società 2) la
giurisprudenza di legittimità (3).
quantificazione del danno patito dalla società.

Il secondo motivo di ricorso. L’assenza


Il primo motivo di ricorso. La censura
di elementi certi di prova del danno subito
dell’interpretazione degli atti di autonomia
privata in sede di legittimità Le ragioni del ricorrente trovavano invece soddisfa-
zione con riferimento al secondo motivo di ricorso,
A quanto si desume dalla lettura della sentenza, con il
con cui questi contestava la correttezza della sentenza
primo motivo di ricorso, in sostanza, il cliente
sulla determinazione del quantum della pretesa risar-
avrebbe chiesto una rivalutazione del contenuto
citoria, con rinvio ad altra sezione della Corte d’Ap-
della lettera di revoca, in senso contrario a quella
pello a quo.
operata dalla Corte d’Appello.

(1) V. Cass., Sez. lav., 26 ottobre 2012, n. 18469. correttezza e buona fede nell’esecuzione di una clausola contrat-
(2) V. Cass., Sez. III, 10 giugno 2016, n. 11892 (rv. 640194), in tuale comporta l’interpretazione della medesima e la valutazione
CED, 2016; conf. Cass., Sez. I, 26 settembre 2018, n. 23153, ord., del comportamento delle parti ed è, perciò, inammissibile, se non
in CED, 2018. è denunciata la violazione delle regole di cui agli articoli 1362 c.c. e
(3) Conf. Cass., Sez. II, 8 settembre 2017, n. 20964, ord. (rv. seguenti, ovvero un vizio di motivazione della sentenza, censura-
645246-01): “Il ricorso in Cassazione per violazione dei principi di bile ai sensi dell’art. 360 n. 5 c.p.c.”.

i Contratti 4/2019 411


Giurisprudenza
Contratti in generale

Come si è anticipato, la circostanza fondamentale, probatorio” nella determinazione del lucro ces-
sulla base della quale la Corte territoriale aveva sante (7). Queste considerazioni si pongono come
accolto la prospettazione della società di un mancato una necessaria regola di giudizio per l’attribuzione del
guadagno certo, era stata il ricevimento di un certo risarcimento del danno a titolo di lucro cessante, e
numero di proposte di acquisto degli immobili affidati presumono che, su un piano processuale, vengano
per la vendita, in un determinato arco temporale. forniti elementi certi, da cui si desuma l’elevata
Al contrario, i giudici di legittimità hanno ritenuto probabilità dei mancati guadagni. Naturalmente,
questo fatto “tutt’altro che significativo”, in quanto le gli stessi elementi saranno poi essenziali, per la quan-
proposte “possono anche non essere accettate dal tificazione del pregiudizio risarcibile.
venditore sicché esse non sono automaticamente Il principio espresso dalla Suprema Corte va quindi
destinate a sfociare nella vendita e neppure a far ad investire l’accertamento del nesso tra l’inadem-
sorgere un vincolo giuridico tra le parti”. Effettiva- pimento e i danni-conseguenza risarcibili ex art.
mente, perché si realizzasse il guadagno prospettato 1223 c.c., sul terreno della c.d. causalità giuri-
dalla società di mediazione, era necessario il concorso dica (8). A riguardo, la recente giurisprudenza
del consenso del cliente-venditore: una condotta della Corte di nomofilachia ha ribadito che,
tutt’altro che certa, perché libera e incondizionata. anche nella selezione dei danni risarcibili, il giu-
Si coglie un parallelismo tra questa riflessione e quella dicante è tenuto ad applicare la nota “regola opera-
contenuta in un precedente arresto della stessa Corte, zionale” del c.d. “più probabile che non”, in virtù
in cui si era escluso il risarcimento di quei “mancati della quale un danno si considera derivante da un
guadagni che sono meramente ipotetici perché fatto, qualora le probabilità che il danno sia con-
dipendenti da condizioni incerte, quali quelle legate seguenza di quel fatto siano maggiori delle proba-
ad un improbabile fatto del terzo” (4). bilità che non lo sia (9) (10). Si tratta di un criterio
Ciò considerato, non poteva ritenersi provata la “alta che trova analoga applicazione nel momento della
probabilità” dell’evento prospettato dalla società, determinazione del nesso eziologico tra condotta e
ossia la vendita degli immobili e il conseguente il danno-evento (c.d. causalità materiale), all’in-
guadagno delle provvigioni: per cui, al contrario, la terno delle serie causali “regolari” (c.d. “causalità
Corte di merito aveva adoperato un giudizio non adeguata”) (11).
adeguatamente rigoroso. Può apparire dissonante l’affermazione del requisito
Il presupposto in diritto enunciato dalla Corte è, in della “certezza” del mancato guadagno, e il richiamo
sintesi, proprio questo: l’affermazione dell’obbligo del ad un giudizio controfattuale e ipotetico per il suo
giudice di operare un “rigoroso giudizio di probabilità (e accertamento. Occorre però ricordare che la giuri-
non di mera possibilità)” nel ritenere provato che la sprudenza di legittimità ha precisato come non
parte non inadempiente al contratto avesse perduto occorra la “assoluta certezza” della perdita del man-
un’utilità patrimoniale certa e futura. Considera- cato guadagno, ma sia invece sufficiente che “sulla
zioni, queste, che si pongono in continuità con i base della proiezione di situazioni già esistenti, possa
precedenti arresti della Suprema Corte (5), e vi ritenersi che il danno si produrrà in futuro secondo
hanno trovato anche successiva conferma (6). Al una ragionevole e fondata previsione” (12). Ecco
contempo, anche la recente giurisprudenza ammini- dunque che il principio di diritto in discorso completa
strativa ha accolto questi principi di diritto, esclu- e precisa come debba essere operata questa “fondata
dendo che possa operarsi qualsiasi “automatismo previsione”.

(4) V. Cass., Sez. II, 3 settembre 1994, n. 7647, in questa Schlesinger-Busnelli, Milano, II ed., 2006; R. Scognamiglio,
Rivista, 1995, 1, 21. Responsabilità contrattuale ed extracontrattuale, in
(5) Cass., Sez. III, 3 dicembre 2015, n. 24632, in CED, 2015. Noviss. Dig. it., XV, Torino, 1968, 670.
(6) Cass., Sez. VI, 11 settembre 2018, n. 22008, ord., in CED, (10) Cass., Sez. III, 17 settembre 2013, n. 21255, in Foro it.,
2018. 2013, 11, 1, 3121; v. anche Cass., Sez. III, 24 ottobre 2017, n.
(7) Cons. Stato, Sez. III, 30 gennaio 2019, n. 752, in banca dati 25112, in ilcaso.it.
Pluris. (11) Enunciato dalla nota pronuncia Cass., SS.UU. 11 gennaio
(8) Per una recente e autorevole riaffermazione di questa 2008, n. 581, in Foro it., 2, 1, 453, preceduta da Cass., Sez. III, 16
impostazione teorica da parte delle Sezioni Unite, v. Cass., SS. ottobre 2007, n. 21619, in Danno e resp., 2008, 1, 43. Per una
UU., 22 dicembre 2015, n. 25767. recente applicazione, v.; Cass., Sez. III, 9 marzo 2018, n. 5641, in
(9) In dottrina, rimando agli studi di C.M. Bianca, cit., 147; S. CED, 2018.
Mazzamuto, La responsabilità contrattuale, Torino, 2015; M. (12) Cass., Sez. III, 22 febbraio 1991, n. 1908, in Mass. Giur. it.,
Costanza (a cura di), Il danno contrattuale, Bologna, 2014; C. A. 1991; conf. Cass., Sez. III, 2 marzo 2010, n. 4945, in banca dati
Cannata, L’inadempimento delle obbligazioni, Padova, 2008; G. Pluris.
Visentini, Inadempimento e mora del debitore, in Comm.

412 i Contratti 4/2019


Giurisprudenza
Contratti in generale

D’altronde, è interessante rilevare come, secondo La configurabilità del danno da perdita


l’insegnamento della Suprema Corte, il nesso causale di chance
non rappresenti un fatto materiale, ma un giudizio
Ci si potrebbe interrogare, sull’astratta configurabi-
umano, per cui si individua una relazione a posteriori
lità della pretesa della società nei termini di una
tra due fatti. Per questa ragione, “prova del nesso di
perdita di una chance di guadagno. Specificamente,
causa” deve essere considerata una “espressione ellit-
ciò imporrebbe di valutare se la società avrebbe
tica per designare la prova dei fatti materiali, sui quali
potuto lamentare la perdita di chance di guadagno,
fondare il ragionamento (non rileva qui se logico-
a titolo di danno-conseguenza dell’inadempimento
deduttivo, analitico-induttivo, inferenziale, probabi-
contrattuale del cliente, ex art. 1223 c.c.
listico) ricostruttivo del nesso e della sua inesi-
È nota la tentazione di alcuni interpreti di ammettere
stenza” (13). Discorrere quindi di “prova certa” del
il risarcimento del danno da perdita di chance, come
nesso di causalità giuridica appare quindi uno sforzo
succedaneo della mancata prova di un evento dan-
puramente speculativo, che distrae dal vero oggetto
noso, quantificandola sulla base di una presunta
del giudizio: la coerenza e logicità della ricostruzione
probabilità dell’avveramento del risultato sperato.
causale della relazione tra i fatti materiali e le conse-
In questi casi, il richiamo al danno da perdita di
guenze dannose prospettate. Per questa ragione, la
chance si presta così all’elusione di un rigoroso accer-
stessa giurisprudenza riconosce espressamente qual-
tamento del nesso causale tra la condotta illegittima e
siasi mezzo di prova ai fini della valutazione della
un bene della vita leso, oggetto sperato della pretesa
sussistenza del nesso causale.
chance (17).
Forniti questi elementi certi, al giudice di merito è
La recente giurisprudenza della Suprema Corte (18)
ammesso il potere di applicare una valutazione equi-
ha fornito un importante chiarimento sul tema, riba-
tativa del danno, ex art. 1226 c.c. Questo potere non
dendo che la perdita della chance rappresenta in sé un
può attenere la prova della sussistenza del danno
evento di danno, generato sul piano materiale da un
risarcibile, ma unicamente della sua quantifica-
fatto ritenuto causalmente, e dal quale possono deri-
zione (14): coerentemente, anche in questa occa-
vare conseguenze dannose di natura patrimoniale o
sione si afferma che gli elementi certi devono essere
non. La natura del danno-evento “perdita di chance” è
“offerti dalla parte non inadempiente”, affinché da
la lesione della probabilità concreta di raggiungere un
questi “il giudice possa sillogisticamente desumere
risultato mai verificato, e rappresenta un’entità patri-
l’entità del danno subito”. Un recente arresto di
moniale a sé stante, giuridicamente ed economica-
legittimità ha declinato il principio anche sul piano
mente suscettibile di autonoma valutazione (19).
della motivazione della sentenza, precisando che, in
Come ha precisato la Corte, “tale ‘possibilità’, per
caso di ricorso all’art. 1226 c.c., “al fine di evitare che
integrare gli estremi del danno risarcibile, deve
la relativa decisione si presenti come arbitraria e
necessariamente attingere ai parametri della apprez-
sottratta ad ogni controllo, è necessario che il giudice
zabilità, serietà e consistenza, rispetto ai quali il
indichi, almeno sommariamente e nell’ambito del-
valore statistico-percentuale, ove in concreto accer-
l’ampio potere discrezionale che gli è proprio, i criteri
tabile, può costituire solo un criterio orientativo, in
seguiti per determinare l’entità del danno e gli ele-
considerazione della infungibile specificità del caso
menti su cui ha basato la sua decisione in ordine al
concreto”. Il criterio statistico assolve quindi alla
quantum” (15) (16).
funzione di apprezzare la consistenza della chance,

(13) Cass., Sez. III, 20 febbraio 2018, n. 4024, ord., in CED, Dell’inadempimento delle obbligazioni, II ed., in Comm. Scialoja-
2018. Branca, Bologna-Roma, 1979; U. Breccia, Le obbligazioni, in Tratt.
(14) Cass., Sez. III, 16 maggio 2013, n. 11968 (rv. 626250), in Iudica-Zatti, Milano, 1991; V. Di Gregorio, La valutazione equitativa
CED, 2015: “In sede di liquidazione equitativa del lucro cessante, del danno, Padova, 1999; G. Visintini, Risarcimento del danno, in
ai sensi degli artt. 2056 e 1226 cod. civ., ciò che necessariamente Tratt. Rescigno, 9, I, Torino, 1984.
si richiede è la prova, anche presuntiva, della sua certa esistenza, (17) Per un’attenta disamina di questi temi, segnalo M. Bona, Il
in difetto della quale non vi è spazio per alcuna forma di attribu- nesso causale da perdita di chance, Milano, 2019.
zione patrimoniale, attenendo il giudizio equitativo solo all’entità (18) Cass., Sez. III, 9 marzo 2018, n. 5641, sent., in CED, 2018;
del pregiudizio medesimo, in considerazione dell’impossibilità o Cass., Sez. III, 17 settembre 2013, n. 21255, in Foro it., 2013, 11, 1,
della grande difficoltà di dimostrarne la misura”. 3121.
(15) Cass., Sez. III, 8 marzo 2019, n. 6726, ord., in CED, 2019, (19) Cass., Sez. III, 24 ottobre 2017, n. 25102, ord., in CED,
che cita Cass., Sez. III, 31 gennaio 2018, ord., n. 237, in CED, 2018. 2017.
(16) Sull’applicazione dell’art. 1226 c.c., rimando agli studi di C.
M. Bianca, Diritto civile. L’obbligazione, Milano, 1995; Id.,

i Contratti 4/2019 413


Giurisprudenza
Contratti in generale

quale bene della vita leso, sulla base di parametri di pregiudizio derivante dal mancato raggiungimento
apprezzabilità, serietà e consistenza. del risultato sperato.
Occorre infatti evidenziare che la domanda di risar- Da questi principi si possono trarre due conside-
cimento del lucro cessante, rappresentato dalla razioni, in relazione al caso di specie. In primo
società mediatrice, sarebbe stata ontologicamente luogo, una domanda da risarcimento del danno a
diversa da quella di risarcimento della perdita di titolo di perdita di chance sarebbe risultata ulte-
chance di guadagno dalla vendita degli immobili. riore e diversa rispetto a quella di risarcimento del
Peraltro, la giurisprudenza di legittimità, ha fatto danno formulata dalla società mediatrice. In
applicazione di questi principi anche in sede proces- secondo luogo, perché si potesse ritenere sussi-
suale (20). Si è infatti affermato che, in un caso in cui stente una chance di guadagno irrealizzata, la
era stata proposta una domanda di risarcimento di società avrebbe dovuto fornire una prova ade-
tutti i danni derivanti dal decesso del congiunto, guata di questa possibilità mancata: ciò non
conseguente ad assunto errore diagnostico ed omesso avrebbe comportato alcun alleviamento dell’o-
intervento chirurgico, la domanda relativa al danno nere probatorio, che anzi è risultato ben più
da perdita di chances non poteva ritenersi insita, semplificato con la rappresentazione di un lucro
come un minus, in quella volta a far valere il cessante certo e integrale.

(20) Cass., Sez. III, 29 novembre 2012, n. 21245, in banca dati


Pluris.

414 i Contratti 4/2019


Giurisprudenza
I singoli contratti

Contratto di garanzia

Tribunale di Cagliari 8 gennaio 2018, ord. - Est. Bernardino - Petrols Service di P.G. & C. S.a.s. c. E.N.I.
S.p.a. e c. Intesa Sanpaolo S.p.a.
Le domande ai sensi dell’art. 700 c.p.c. rivolte al garante di un debito, aventi ad oggetto rispettivamente l’inibitoria
del pagamento ed il divieto di regresso in danno del debitore, pur riconosciute in via cautelare, vanno respinte nel
merito per insussistenza dell’intento fraudolento del creditore. Il debitore principale è legittimato a promuovere
l’emissione del provvedimento, il cui accoglimento tuttavia dipende dalla dimostrazione dell’assoluta malafede
del beneficiario (1).

Il contratto autonomo di garanzia ha la funzione di mettere al riparo il creditore dalle conseguenze del mancato
adempimento da parte del garantito. Mentre nella fideiussione la garanzia è accessoria rispetto a quella del
debitore, l’obbligazione del garante autonomo è indipendente dalla principale, perché rivolta non all’adempi-
mento del debito, ma all’indennizzo del creditore insoddisfatto mediante il tempestivo versamento di una somma
di denaro predeterminata, sostitutiva della mancata o inesatta prestazione del garantito (2).

ORIENTAMENTI GIURISPRUDENZIALI

Conformi Trib. Milano 18 gennaio 2010; Cass. 17 marzo 2006, n. 5997.

Difforme Non sono stati rinvenuti precedenti in termini.

Il Tribunale (omissis) ricorrente, che in tal modo era stata privata della liquidità
necessaria; l’ingiustificato rifiuto di concessione di un
Motivi della decisione nuovo piano di rientro.
Con ricorso ai sensi dell’art. 700 c. p. c. depositato in data Per quanto atteneva al periculum in mora, parte ricorrente
6.10.2017 la società Petrols Service di P.G. & C. s.a.s. ha ha addotto che esso si poteva chiaramente evincere dal
richiesto a questo Tribunale - già con decreto inaudita fatto che l’escussione della garanzia a prima richiesta
altera parte o comunque in seguito all’instaurazione del avrebbe esposto essa ricorrente ad un grave danno, deri-
contraddittorio - di voler ordinare alla banca Intesa vante dall’esperimento dell’azione di regresso da parte
Sanpaolo S.p.a. di non provvedere al pagamento della della banca Intesa Sanpaolo e dalla conseguente ed ine-
somma di euro 86.000,00 richiesta dall’E.N.I. S.p.a. ad vitabile compromissione dei rapporti con il ceto bancario.
escussione della garanzia a prima richiesta di cui alla Con decreto reso in data 10 ottobre 2017 il giudice ha
“garanzia n. 2284/1268017/001” rilasciata dalla banca concesso inaudita altera parte la tutela inibitoria richiesta,
Intesa Sanpaolo S.p.a. in data 28 novembre 2005, poi fissando l’udienza per la comparizione delle parti dinanzi a
modificata in data 14 settembre 2009 quanto all’importo sé, nonché per la conferma, modifica o revoca del decreto.
garantito (aumentato da euro 75.000,00 ad euro (Omissis)
86.000,00). La società ricorrente ha inoltre richiesto Come già rilevato nell’espositiva in fatto che precede,
che il Tribunale volesse, sempre in via d’urgenza, inibire parte ricorrente ha proposto due distinte domande: 1) la
alla banca Intesa Sanpaolo S.p.a. di rivalersi su di essa prima di carattere inibitorio, tesa ad “ordinare alla Intesa
ricorrente per le somme che la stessa banca dovesse San Paolo spa di non effettuare alcun pagamento delle
eventualmente versare all’E.N.I. in esecuzione della somme garantite in favore dell’ENI spa”, nonché ad “ordi-
sopra richiamata garanzia. (Omissis) nare alla società ENI spa di non escutere la garanzia per
In particolare, il fumus boni iuris si evinceva dall’esposi- l’importo garantito e di non proseguire nel tentativo di
zione dei fatti di causa, tenuto conto che l’E.N.I. aveva escussione abusiva” (v. le conclusioni del ricorso ex art.
abusato della posizione di dipendenza economica di essa 700 c.p.c.); 2) la seconda tesa ad ordinare alla Intesa
ricorrente nei suoi confronti, attraverso varie condotte, Sanpaolo “di non esercitare alcuna azione di regresso o
quali il mancato riconoscimento in compensazione del rivalsa in danno della ricorrente” (v. sempre le conclusioni
credito derivante dal rimborso dei cali, l’ingiustificata del ricorso). Entrambe tali domande non meritano
modifica unilaterale delle condizioni di pagamento, la accoglimento.
compensazione di tutti gli altri crediti vantati da essa (omissis)

i Contratti 4/2019 415


Giurisprudenza
I singoli contratti

Contratto autonomo di garanzia, abuso


di dipendenza economica e provvedimento d’urgenza
di Jacopo Alcini (*)

Il presente commento analizza il contratto autonomo di garanzia, confrontandolo con la fideiussione a


prima richiesta e con la clausola solve et repete, senza tralasciarne i risvolti in sede di provvedimento
cautelare d’urgenza. La finalità è quella di fornire una sicura risposta agli interrogativi sostanziali e
processuali inerenti le posizioni di garanzia personali rispettivamente dell’escusso e del beneficiario.

Premessa A seguito della richiesta di pagamento da parte della


E.N.I., la Petrols Service chiedeva in via d’urgenza
Il Tribunale di Cagliari con l’ordinanza in epigrafe
alla banca di non provvedere al pagamento della
torna ad occuparsi della figura, nota nella prassi
somma, unitamente all’inibitoria dell’eventuale
commerciale ma controversa in dottrina e giurispru-
rivalsa. Il giudice, ritenendo il rapporto un contratto
denza, del contratto autonomo di garanzia. Si tratta
autonomo di garanzia, ha deciso di revocare il decreto
della vexata quaestio relativa alla qualificazione giu-
emesso inaudita altera parte e rigettare nel merito il
ridica della fattispecie, nonché del problema relativo
ricorso per insussistenza di condotta abusiva/fraudo-
alla opponibilità della exceptio doli in caso di escus-
lenta nell’escussione.
sione abusiva della garanzia e della possibilità per il
Si reputa di condividere solo in parte le conclusioni
debitore di ottenere un provvedimento cautelare ai
sostanziali e processuali del giudicante, in base alle
sensi dell’art. 700 c.p.c. che inibisca il pagamento
considerazioni che seguono.
della garanzia e l’azione di regresso.
Il fulcro della vicenda attiene al rilascio di una garanzia
da parte della Intesa Sanpaolo a favore del creditore - La caverna del contratto autonomo
comodante - fornitore E.N.I. S.p.a. in seguito alla Il contratto autonomo di garanzia, come noto, è
richiesta in tal senso al debitore - comodatario - atipico (1) e contempla il rapporto instaurato da
acquirente Petrols Service S.a.s. Il corrispettivo della tre distinti contratti (2): quello a monte tra cre-
fornitura veniva disciplinato con apposita clausola ditore e debitore (rapporto di valuta), il contratto
inserita nel relativo contratto: “il pagamento deve di mandato (3), tramite cui il debitore (detto
essere effettuato alla consegna dei prodotti, salvo anche ordinante) incarica il garante (rapporto
eventuali dilazioni previste dalle normative vigenti di provvista) (4) ed il contratto di garanzia, che
ed adeguatamente assistite da parte Comodataria da obbliga il garante ad effettuare il pagamento di
idonee garanzie bancarie e/o assicurative a prima una determinata somma di denaro al creditore
richiesta per la dilazione concessa, con le modalità (detto anche beneficiario) su sua semplice
meglio indicate nel dettaglio dalla Comodante”. richiesta (5).
A ciò faceva seguito la lettera con cui Intesa San- Nella specie, l’eccezione di dolo è stata sollevata non
paolo si impegnava a liquidare l’E.N.I. irrevocabil- dalla banca ma dall’ordinante. Invero, di fronte ad
mente ed a prima richiesta scritta e “nonostante un’escussione abusiva il garante avrebbe il dovere di
eventuali opposizioni da parte di Petrols Service di non pagare e sollevare tale eccezione (6). Tale obbligo
P.G. e c. Sas e/o successori o aventi causa”.

(*) Il presente contributo è stato sottoposto, in forma anonima, (3) L. Ruggeri, Interesse del garante e struttura negoziale:
al vaglio del Comitato di valutazione. contributo ad uno studio sistematico delle garanzie di esatta
(1) Cfr. E. Briganti, Garanzie personali atipiche, in Banca, borsa, esecuzione, di pagamento del rimborso e di mantenimento del-
tit. cred., 1988, 1, 573 ss. l’offerta, Napoli, 1995, 62. F. Fezza, Le garanzie personali atipiche,
(2) Il contratto autonomo di garanzia viene qualificato come in Trattato di diritto commerciale Buonocore, II, Torino, 2006, 247.
contratto con causa esterna da G. B. Barillà, Causa esterna e (4) A. Ravazzoni, Fideiussione, in Dig. disc. priv. (sez. civ.), VIII,
garanzie bancarie autonome, in Banca, borsa, tit. cred., 2006, 1, 4, Torino, 1992, 256.
659 ss. Altra dottrina preferisce, invece, leggere la garanzia auto- (5) Il meccanismo è illustrato da R. De Nictolis, Nuove garanzie
noma nella prospettiva della delegazione. Così M. Sesta, Paga- personali e reali, 1998, 23 ss. L’operazione economica si articola,
mento a prima richiesta, in Contr. e impr., 1985, 939 ss.; Id., Le dunque, in una serie di negozi collegati. Cfr. G. Chiné, Garanzie
garanzie atipiche. Vendita, cessione del credito, mandato a scopo bancarie “a prima richiesta” e tutela cautelare atipica, in Giur. it.,
di garanzia, contratto autonomo di garanzia, Padova, 1988, 508 ss. 1993, I, 553 ss.
(6) Cass. 3 febbraio 1999, n. 917, in Arch. civ., 1999, 856.

416 i Contratti 4/2019


Giurisprudenza
I singoli contratti

di astensione viene ricondotto dalla giurisprudenza o Quanto al primo profilo, vengono in rilievo il con-
al dovere generico di protezione (verso il debitore) (7), tratto di fornitura e la lettera della banca. Quest’ul-
ovvero all’art. 1710 c.c. (dovendosi ricomprendere tima si caratterizza come vero e proprio negozio
nella diligenza del garante - mandatario anche il autonomo di garanzia, perfezionato in via unilaterale
dovere di tenere indenne l’ordinante - mandante) (8). dal garante. Il contratto, invece, reca un generico
L’atteggiamento passivo tenuto dal garante appare in riferimento alla prima richiesta, senza ulteriori con-
linea con la tendenza degli istituti di credito, interes- notazioni (14). Pare, dunque, che quest’ultimo si
sati ad evitare coinvolgimenti nelle controversie atti- avvicini più alla fideiussione c.d. a prima richiesta,
nenti il rapporto principale (9). La legittimazione intesa come ulteriore declinazione teorica del con-
dell’ordinante, invece, pur riconosciuta dal Tribunale tratto tipizzato. L’uso di tale espressione, tuttavia, si
de quo, risulta tutt’altro che pacifica (10). Secondo un inserisce in un contesto di “smitizzazione” (15) della
primo orientamento, il debitore può azionare la tutela clausola a prima richiesta, che può assolvere (16) tre
cautelare (11). Secondo opposta opinione, invece, diverse funzioni alternative: procedimentale
l’ordinante deve reputarsi estraneo a qualsiasi pretesa (implica l’inversione dell’onere probatorio circa l’esi-
d’urgenza (12). Per una tesi intermedia, infine, la stenza dei presupposti sostanziali per l’escussione), di
legittimazione dell’ordinante è circoscritta alla sola solve et repete (che consente al beneficiario di non
inibitoria dell’addebito all’ordinante dell’esborso vedersi opposte eccezioni da parte del garante, se non
effettuato dal garante (13). dopo il pagamento) ovvero di autonomizzazione del
Al giudice sardo si sono pertanto prospettate diverse diritto al pagamento della garanzia rispetto al rap-
opzioni, vale a dire la concessione della sola inibitoria porto sottostante (in cui la rilevanza delle eccezioni è
di pagamento ovvero di regresso, l’accoglimento di esclusa).
entrambe le domande ovvero il loro integrale rigetto, La giurisprudenza sul punto ritiene che la clausola “a
orientandosi a favore di quest’ultima. prima richiesta” apposta alla fideiussione debba
A ben vedere, il nodo gordiano processuale potrebbe essere equiparata a quella solve et repete (17), anche
essere sciolto a partire dalla natura dei documenti, se l’opinione non è pacifica (18).
tenendo in considerazione la peculiare posizione Dunque delle due l’una: o la clausola a prima richiesta
giuridica della ricorrente. è un solve et repete e si verifica un’astrazione

(7) Cass. 1 °ottobre 1999, n. 10864, in questa Rivista, (17) Cass. 1° luglio 1995, n. 7345, in Giur. it., 1996, I, 1, 620;
2000, 139. Cass. 29 marzo 1996, n. 2909, in Foro it., 1996, I, c. 1621: “[...] il
(8) Cass. 19 marzo 1993, n. 3291, in Corr. giur., 1993, 692. fideiussore, secondo uno schema che presenta la medesima
(9) F. Bonelli, Le garanzie bancarie a prima domanda nel com- struttura di quello disciplinato dall’art. 1462 c.c., dettato in tema
mercio internazionale, in U. Draetta (a cura di), Le garanzie con- di inadempimento nei contratti a prestazioni corrispettive, si
trattuali. Fideiussione e contratto autonomo di garanzia nella obbliga a non ritardare la propria prestazione e quindi la possibilità
prassi interna e nel commercio internazionale, Milano, 1994, 221. di ottenere che il giudice pronunzi sulle proprie eccezioni e dunque
(10) D. Loiacono, La tutela cautelare dell’ordinante nelle garan- anche su quelle spettanti al debitore principale, viene ad essere
zie bancarie autonome: recenti tendenze, in Banca, borsa, tit. condizionata dal fatto che egli abbia eseguito il pagamento richie-
cred., 1986, 2, 435. stogli [...]. La clausola, d’altro canto, non può essere considerata
(11) Trib. Cagliari 18 dicembre 1997, in Banca, borsa, tit. cred., nulla per violazione dell’art. 24 Cost.: come la Corte costituzionale
1999, 2, 335. ha osservato a proposito dell’art. 1462 c.c. (sent. 12 novembre
(12) A. Calderale, Fideiussione e contratto autonomo di garan- 1974, n. 256), con considerazioni riprese dalla giurisprudenza di
zia, Bari, 1989, 282. questa Corte (sent. 27 febbraio 1995, n. 2227; 14 dicembre 1994,
(13) Trib. Bologna 10 gennaio 1994, in Banca, borsa, tit. cred., n. 10697), la clausola opera sul terreno sostanziale dell’adempi-
1995, 2, 423. A. Calderale, Fideiussione e contratto autonomo di mento, non costituisce ostacolo all’instaurarsi di un valido rap-
garanzia, cit., 264. Il debitore può ottenere l’inibizione dell’azione porto processuale, avendo solo l’effetto di consentire la pronta
di regresso nei suoi confronti, ma non impedire che la banca paghi soddisfazione della pretesa creditoria della controparte senza far
quanto stabilito al beneficiario. Contra Trib. Casale Monferrato 3 luogo all’esame delle eccezioni del debitore, le cui ragioni possono
febbraio 1998, in Foro pad., 1998, I, 415, che ritiene escluso il essere fatte valere, anche nello stesso giudizio, dopo
periculum in mora ove ricorra per il debitore la possibilità di essere l’adempimento”.
esposto all’azione di regresso da parte della banca. (18) Cass. 15 marzo 1991, n. 2790, in Foro it., 1991, I, c. 2060.
(14) La volontà delle parti deve essere ricostruita in base al Per essa l’autonomia della garanzia “non può in alcuna modo
contenuto oggettivo delle singole clausole, interpretate le une per arrestarsi sulla soglia dell’eccezione dando luogo alla successiva
mezzo delle altre, ma non in modo necessariamente conforme alle azione di rivalsa nel caso di inesistenza del credito del soggetto
espressioni utilizzate. Cfr. F. Benatti, Garanzia (contratto auto- beneficiario: la ratio della garanzia a prima richiesta, infatti, quale
nomo di), in Noviss. dig. it., III, Torino, 1982, 919. deroga pattizia al disposto dell’art. 1945 c. c., sta proprio nell’au-
(15) M. Lupoi, Garanzie bancarie internazionali a prima tonomia oggettiva dell’obbligazione di garanzia dalla sorte di quella
domanda: giurisdizione e legge applicabile, in Giur. it., 1995, I, 310. principale (con la conseguente improponibilità delle eccezioni
(16) G. B. Portale, Fideiussione e Garantievertrag nella prassi afferenti a quest’ultima) e non già nella mera, quanto inutile,
bancaria, in P. Verrucoli (a cura di), Nuovi tipi contrattuali e tecniche imposizione di un onere di solve et repete”.
di redazione nella pratica commerciale, Milano, 1978, 3 ss.

i Contratti 4/2019 417


Giurisprudenza
I singoli contratti

processuale (19) ovvero va ricondotta al contratto esposte nella fattispecie sottoposta al suo giudizio. In
autonomo di garanzia o alla polizza fideiussoria (20). particolare, il giudice di merito confonde la parte con
Invero, in giurisprudenza sono sorti contrasti in il tutto, esaltando il ruolo del contratto autonomo di
punto di qualificazione dell’istituto. Un primo orien- garanzia in senso assoluto, a scapito di un’interpreta-
tamento (21), a cui hanno aderito successivamente le zione ex actis et probatis.
Sezioni Unite (22), ha sostenuto che l’inserimento
della clausola “a prima richiesta” nell’ambito di una L’impresa “debole” in cerca di spiragli
fideiussione vale a trasformarla in contratto auto-
nomo di garanzia, stante l’incompatibilità di tale Secondo parte della giurisprudenza, la clausola di
clausola con il carattere accessorio del rapporto pagamento a prima richiesta inclusa in un contratto
fideiussorio. Un secondo indirizzo (23), invece, ha fideiussorio non va ricompresa nelle clausole vessa-
affermato che l’uso di siffatta clausola sia irrilevante, torie di cui all’art. 1341 c.c. se predisposta unilate-
poiché si impone sempre un’indagine circa la reale ralmente e impiegata nella contrattazione
volontà delle parti. Le Sezioni Unite, d’altro canto, standardizzata, in quanto costituisce valida espres-
ritengono che la presunzione di autonomia della sione di autonomia negoziale (27). Diversamente, se
garanzia abbia carattere relativo e sia sempre supera- equiparata a quella solve et repete, deve essere ritenuta
bile laddove dal contenuto della convenzione nego- vessatoria (28). Nella vicenda in questione si nota
ziale risulti una diversa volontà delle parti (24). Posto come il debitore sia stato indotto a sottoscrivere ai
che l’apposizione della clausola dovrebbe orientare sensi degli artt. 1341 e 1342 c.c. la condizione di
l’interprete verso l’assenza dell’accessorietà del rap- garanzia disciplinante il regresso della banca. Per-
porto di garanzia, in concreto si rende sempre neces- tanto quest’ultima va considerata impropriamente
sario l’accertamento dell’eventuale discrasia con vessatoria, perché unilateralmente predisposta dal
l’intero regolamento contrattuale (25) alla luce dei beneficiario con abuso di dipendenza economica
criteri che governano l’interpretazione del contratto, (art. 9, L. n. 192/1998 sulla subfornitura (29)).
al fine di stabilire la reale natura del negozio concluso La posizione giuridica della ricorrente considerata hic
dalle parti (26). et nunc è quella di impresa debole (30), non solo
Il Tribunale di Cagliari, tuttavia, non sembra aver perché società di persone (se non si vuol definirla
fatto buon governo delle indicazioni nomofilattiche addirittura “microimpresa” ex artt. 18, lett. d bis) e 19

(19) Cass. 1° luglio 1995, n. 7345, in Giur. it., 1996, I, 626. Nel le parti hanno inteso porre l’obbligazione principale e quella di
senso di reputare la clausola un solve et repete si veda F. Gazzoni, garanzia: le differenze, infatti, devono essere ricercate sul piano
Manuale di diritto privato, Napoli, 2007, 1320 - 1321. Per M. dell’autonomia e non su quello della causa, potendo la clausola di
Melandri, Del contratto di fideiussione con clausola solve et pagamento riferirsi sia ad una garanzia con caratteristiche di
repete, in Foro pad., 1996, 1, 292: “[...] La clausola solve et repete accessorietà, assumendo così valenza meramente processuale
[...] non pregiudica il rapporto di accessorietà e deve pertanto (risolvendosi in una clausola di solve et repete ai sensi dell’art.
ammettersi”; C. Miraglia, Solve et repete, in Enc. dir., XLII, Milano, 1462 c. c.), sia ad una garanzia svincolata dal rapporto principale
1990, 1260, propende per la natura sostanziale della clausola, garantito, configurando un contratto autonomo di garanzia”.
perché esclude che il preventivo adempimento costituisca un (24) Cfr. A. Lamorgese, Garantievertrag secondo le Sezioni
presupposto processuale la cui mancanza impedisca la regolare Unite, in Giust. civ., 2010, VI, 1365 ss.
instaurazione del rapporto processuale mentre, per altro verso, (25) Cfr. G.B. Portale, Le garanzie bancarie internazionali,
ammette che il giudice valuti l’eccezione o la domanda riconven- Milano, 1989, 64 ss.
zionale del convenuto se questo abbia adempiuto anche dopo (26) Cfr. P. Perlingieri, Nuovi profili del contratto, in
l’inizio del giudizio. In giurisprudenza Cass. 1° luglio 1995, n. 7345, Riv. crit. dir. priv., 2001, 244.
in Giur. it., 1996, I, 626; Cass. 27 febbraio 1995, n. 2227, in (27) L. Santone - D. Stanzione, Le garanzie, in A. Nigro (a cura
Corr. giur., 1995, 835, sostengono che la clausola ha effetto di di), Giurisprudenza bancaria (2009 - 2011), Milano, 2012, 231 - 232.
astrazione processuale per cui non è incompatibile con la natura (28) Cass., 24 giugno 1958, n. 242, in Foro it., 1958, I, c. 486.
accessoria della fideiussione. (29) Definita norma a struttura aperta. Cfr. A. Villella, Abuso di
(20) Sulla polizza fideiussoria cfr. A. Sassi, La c.d. polizza dipendenza economica e obbligo a contrarre, Napoli, 2008, 111; R.
fideiussoria fra fideiussione, assicurazione e contratto autonomo Pardolesi, Nuovi abusi contrattuali: percorsi di una clausola gene-
di garanzia, in Rass. giur. umbra, 1996, 110 ss. M. Cuccovillo, La rale, in Danno e resp., 2012, 1167. In giurisprudenza Cass., SS.
natura della polizza fideiussoria dopo le Sezioni Unite, in Banca, UU., 25 novembre 2011, n. 24906, ord., in Nuova giur. civ. comm.,
borsa, tit. cred., 2011, 5, 574 ss. 2012, I, 298.
(21) Cass. 14 febbraio 2007, in Foro it., 2007, 1, c. 2810. Cass. (30) Secondo M.M. Parini, Terzo contratto e tutela dell’impren-
27 giugno 2007, n. 14853, in questa Rivista, 2007, 10, 899. ditore debole, in Studium iuris, 3, 2015, 313-314: “[...] pur avendo
(22) Cass., SS.UU., 18 febbraio 2010, n. 3947, in Banca, borsa, escluso l’esistenza della categoria normativa del Terzo contratto,
tit. cred., 2010, 4, 425. considerato che sono rinvenibili elementi di corrispondenza tra
(23) Cass. 21 febbraio 2008, n. 4446, in Riv. giur. sarda, 7, 669. fattispecie regolate e non regolate, si potrebbe proporre di col-
Cass. 28 febbraio 2007, n. 4661, in Banca, borsa tit. cred., 2008, 2, mare le - presunte - lacune applicando estensivamente le dispo-
273, secondo cui: “[...] Per distinguere le diverse figure contrat- sizioni che introducono strumenti dettati a tutela del subfornitore,
tuali non si profila decisivo l’impiego o meno di espressioni quali a del franchisee oppure dell’agente, anche a favore di altri impren-
prima richiesta o a semplice richiesta scritta, ma la relazione in cui ditori deboli, con la conseguenza che, analogamente, a quanto

418 i Contratti 4/2019


Giurisprudenza
I singoli contratti

c. cons.) posta al cospetto di una società per azioni vessatorie). A ciò si aggiunge la possibilità per il
economicamente preponderante, ma anche per l’og- debitore principale di chiedere l’inibitoria del paga-
gettiva condotta scorretta integrante una serie di mento e del regresso (37) senza oneri probatori ulte-
diktat. Appare evidente che si verifica l’alterazione riori rispetto al fumus boni iuris ed al periculum in mora,
dell’assetto degli interessi (31) e la mortificazione in quanto subordinare il provvedimento inibitorio
dell’autonomia contrattuale, non esprimendo il all’allegazione di prove liquide implicherebbe correg-
negozio la condivisione di intenti che mirava a rea- gere la legge processuale (38), che invece non le
lizzare (32). L’art. 9 consente al giudice un sindacato prevede.
sul regolamento contrattuale (33), limitando di fatto
l’autonomia delle parti. Tale forma di controllo è da Conclusioni a riveder la luce
ritenersi non più eccezionale, ma suscettibile di appli-
cazione analogica (34). Dal punto di vista sostanziale, la lettera della
In questo senso l’ordinanza avrebbe potuto accordare banca, qualificata come contratto autonomo di
la tutela richiesta, già concessa inaudita altera parte. garanzia, evidenzia a sua volta una certa atipicità
Ciò in considerazione del maggior grado di discrezio- (inedito codicillo inter vivos), in quanto si riferi-
nalità concesso al giudice in sede d’urgenza (35), sce al rapporto sottostante. Ai sensi dell’inter-
onde tutelare l’interesse dell’impresa debole, dal pretazione sistematica (39), pare di esser al
momento che la società resistente ha posto in essere cospetto di un documento esecutivo del con-
condotte di dubbia correttezza (comodato finalizzato tratto di fornitura basato non su un mandato,
alla fornitura (36), pregresso piano di rientro con tassi bensì su una delegazione (40) contenente un
di interesse particolarmente onerosi, imposizione solve et repete atipico, a cui applicare la teoria
della garanzia al comodatario, rifiuto di soluzioni definibile dell’efficacia processuale mag-
transattive, induzione alla sottoscrizione di clausole giore (41), la cui causa è propriamente

accade in relazione ai contratti atipici, anche in relazione ai contratti abuso dell’inibitoria urgente della garanzia a prima richiesta, in
tipici, si potrebbe valutare, caso per caso, l’interpretazione esten- Giur. it., 1996, I, 2, 428; G. Canale, Performance bond e inibitoria
siva di disposizioni dettate con riferimento ad altri contratti tipizzati del pagamento con provvedimento d’urgenza, in
dal legislatore”. Riv. trim. dir. proc. civ., 1983, 1585) viene meno di fronte alla
(31) E. Del Prato, Qualificazione degli interessi e criteri di descritta ipotesi di abuso di dipendenza economica.
valutazione dell’attività privata funzionale tra libertà e discreziona- (38) T. Hein, Der Zahlungsanspruch des Begünstigten einer
lità, in Riv. trim. dir. proc. civ., 2012, 2, 403. Bankgarantie auf erstes Anfordern, Giessen, 1982, 159.
(32) C. E. Bruno, Tutela del consumatore e foro applicabile. Il (39) Cfr. P. Perlingieri, Il diritto civile nella legalità costituzionale3,
terzo contratto, in Resp. civ. prev., 1, 2013, 202. Napoli, 2006, 580 e V. Rizzo, Interpretazione dei contratti e relatività
(33) P. Perlingieri, Equilibrio normativo e principio di proporzio- delle sue regole, Napoli, 1985, 62 ss. L’interprete, nel ricercare il
nalità nei contratti, in Rass. dir. civ., 2001, 334 ss. significato delle espressioni contenute nel documento dovrebbe
(34) Cfr. M.M. Parini, Abuso di dipendenza economica: predi- aver riguardo al comportamento complessivo delle parti e non
sposizione di clausole inique o discriminatorie e potere integrativo limitarsi al testo della garanzia, come invece proposto da M. Mas-
del giudice, in Vita not., 2011, 1151. sironi, Note in tema di fideiussione e clausola di pagamento “a
(35) Cfr. R. Marengo, La discrezionalità del giudice civile, semplice richiesta”, in Giur. it., 1999, 1006.
Torino, 1996, 73 e 246 ss.; A. E. Dini - G. Mammone, I provvedi- (40) P. Corrias, Garanzia pura e contratti di rischio, Milano,
menti d’urgenza, Milano, 1993, 352; A. Proto Pisani, I provvedi- 2006, 482, che preferisce ricondurre il rapporto debitore - garante
menti d’urgenza ex art. 700 c.p.c., in Appunti sulla giustizia civile, alla più generale figura del contratto con prestazione al terzo,
Bari, 1982, 396. normativamente prevista dall’art. 1269, comma 1, c.c. (c. d. dele-
(36) F. Scaglione, Il comodato, Milano, 2011, 34 ss.; id., Abuso gatio promittendi).
di potere contrattuale e dipendenza economica, in Giur. it., 2010, (41) Cfr. G. Cristofolini, Solve et repete, Pavia, 1936, 210 ss. G.
560 ss. Auletta, Valore ed efficacia della clausola “solve et repete” nei
(37) Trib. Roma 22 gennaio 1996, ord., in Foro it., 1996, I, c. suoi vari tipi, in Giur. it., I, 1947, 423 e 426. A. Dalmartello, Solve et
2540 e Trib. Roma 6 novembre 1998, in Giust. civ., 1999, I, 3457, repete (Patto o clausola del), in Noviss. dig. it., XVII, Torino, 1970,
secondo cui: “[...] In materia di provvedimenti cautelari d’urgenza, 854. Per la teoria processualista del solve et repete, se il patto
aventi ad oggetto la richiesta di inibitoria avanzata dal debitore fosse valido ed efficace, il giudice potrebbe pronunciare una
principale in relazione al pagamento di una garanzia a prima condanna con riserva di successivo esame delle eccezioni para-
richiesta, sussiste una piena legittimazione d’agire di quest’ul- lizzate dal solve. Peraltro, nel caso di sentenza definitiva, la ripe-
timo, idonea a superare il carattere autonomo della garanzia, nel tizione dell’indebito sarebbe impedita dalla cosa giudicata. Questa
caso in cui il garante non abbia ottemperato all’obbligo di prote- ricostruzione (che può definirsi dell’efficacia processuale mag-
zione di tenere indenne il garantito da escussioni abusive”. Il giore) è stata superata dal legislatore del 1942 che, stabilendo la
pregiudizio per l’ordinante infatti deriva non già dall’adempimento validità del solve et repete, ha implicitamente affermato la possi-
della garanzia, bensì dalla successiva rivalsa. Cfr. Trib. Milano 12 bilità di pronunciare una sentenza con riserva ed escluso che il
ottobre 1985, ord., in Banca, borsa, tit. cred., 1986, 2, 430. Il dictum del giudice potesse impedire l’azione di ripetizione. Così
rimprovero che la dottrina muove alla giurisprudenza di favorire parte della dottrina ha elaborato una nuova ipotesi (nota come
in tal modo il debitore (R. Santoro - S. Vitale, Garanzie bancarie a costruzione dell’efficacia processuale minore) secondo cui il legi-
prima richiesta: la prova liquida, le successive incertezze della slatore avrebbe inteso dare al solve et repete una valenza proces-
giurisprudenza, l’autonomia a rischio, in Foro pad., 1996, 375; F. suale. Ne sarebbe prova il capoverso dell’art. 1462 c. c. che,
Tommaseo, Vizi del consenso, exceptio doli, cavalli miliardari e consentendo la sospensione della condanna, esclude la rinuncia

i Contratti 4/2019 419


Giurisprudenza
I singoli contratti

indennitaria (come asserito dallo stesso Tribu- tipica solo la struttura (schema neutro) e favo-
nale di Cagliari). Quest’ultimo si connota ulte- rendo l’esplicarsi dell’autonomia privata sul
riormente come strumento di pagamento piano del regolamento concreto.
mediante finanziamento (42) ovvero come depo- Sul punto, tuttavia, è auspicabile un intervento del
sito cauzionale (43). In virtù del principio gene- legislatore con l’introduzione di un comma 2 nel-
rale contenuto nell’art. 1322, comma 2, c.c., l’ambito dell’art. 1945 c.c., che tipizzi la fideiussione a
infatti, le parti possono legittimamente determi- prima richiesta e di una legge ad hoc che disciplini
nare anche nei contratti non sinallagmatici un compiutamente il contratto autonomo, specifican-
effetto analogo a quello del solve et repete (44). done i requisiti di contenuto e causa. In particolare, è
Invero, appare prospettabile un’interpretazione necessario chiarire se, oltre all’accessorietà, venga
del documento in questione come promessa di meno (come sembra) anche il vincolo di solida-
pagamento atipica (45) ex art. 1173 c.c. La rietà (47) ed in caso di risposta affermativa, prevedere
formula aperta utilizzata dal codice (“ogni altro un indennizzo ex lege a favore del garante ingiusta-
atto”) concede prioritaria rilevanza all’interesse mente escusso ovvero la possibilità di stipulare con il
del dichiarante, che ne costituisce la giustifica- debitore un contratto di assicurazione che copra lo
zione causale (46). La soluzione al contrasto tra specifico rischio.
l’atipicità delle fonti delle obbligazioni e l’art. Sul piano processuale, invece, occorre una prova
1987 c.c. (che impone viceversa la tipicità delle precostituita a favore di debitore e garante inerente
promesse unilaterali) è quella di circoscrivere la la malafede e l’intento fraudolento del beneficiario,
portata di quest’ultima norma, considerandone da esibire al giudice in sede extra-cautelare.

all’exceptio inadimpleti e dunque, un effetto sostanziale. Il patto si l’incarico del debitore al garante come un contratto atipico con
collocherebbe sul terreno strettamente probatorio dell’inadempi- funzione indirettamente creditizia.
mento del beneficiario. Infatti, se l’onerato fosse in grado di fornire (43) Per l’assimilazione sotto il profilo funzionale tra contratto
tale prova ovvero chiedesse mezzi di pronta soluzione, il giudice autonomo di garanzia e deposito cauzionale: F. Martorano, Cau-
non potrebbe pronunciare la sentenza di condanna. A seguire fino zione (diritto civile), in Enc. dir., VI, Milano, 1960, 652 e Trib. La
in fondo l’ipotesi processualista, se ne dovrebbe trarre il corollario Spezia 2 novembre 2000, in Arch. locaz., 2001, 120.
che il legislatore abbia inteso dare ingresso solo a clausole mera- (44) D. Poletti, Clausola solve et repete (clausola del), in
mente processuali. Ma dal silenzio del legislatore su fattispecie Enc. giur., XXIX, Roma, 2002, 2 ss.
diverse ovvero atipiche di solve et repete, si deduce per queste (45) A. D’Angelo, Le promesse unilaterali e la regola della
ultime la reviviscenza della previgente efficacia processuale tassatività, III, 1, 2009, 423.
maggiore. (46) M. Giorgianni, Appunti sulle fonti dell’obbligazione, in
(42) E. Simonetto, La fideiussione prestata da privati, Padova, Riv. dir. civ., 1965, I, 70.
1985, 40 ss., che, pur riferendosi alla fideiussione, configura (47) M. Maggiolo, La tutela degli obbligati nelle garanzie a prima
richiesta, in Riv. dir. civ., 1990, II, 445.

420 i Contratti 4/2019


Giurisprudenza
Sintesi

Osservatorio dell’Arbitro Bancario


Finanziario
a cura di Francesco Macario, con la collaborazione di Dario Farace e Francesco Mezzanotte

CREDITO AL CONSUMO finanziamento, come sono pacificamente ritenuti quelli in


discorso, a prescindere da quanto recato dalle “Istruzioni”
della Banca d’Italia del 2006”. Considerando il fatto che
USURARIETÀ DEL CONTRATTO - CALCOLO DEL T.E.G. - l’inclusione dei costi di assicurazione nel calcolo del T.E.G.
INCLUSIONE DEI COSTI ASSICURATIVI determinerebbe il superamento del tasso soglia usuraio,
con conseguente accoglimento della domanda principale, il
A.B.F., Coll. coord., 21 marzo 2019, n. 8025 - Pres. Massera - caso viene rimesso al Collegio di coordinamento “perché
Est. Carriero si addivenga ad una decisione uniforme dell’ABF sulla
(Ord. rimessione: A.B.F. Torino 5 marzo 2019, n. 6655) complessa questione appena riassunta, a composizione
e prevenzione degli eventuali contrasti destinati a maturare
In assenza di formale annullamento, nei modi e nelle presso i Collegi territoriali”.
forme previsti dalla legge, delle Istruzioni emanate dalla Nella parte motiva del provvedimento, il Collegio di coordina-
Banca d’Italia nel 2006, rimane applicabile alle operazioni mento rileva che il problema sottoposto alla sua cognizione ha
di prestito contro cessione del quinto dello stipendio e per oggetto la verifica della legittimità, e conseguente appli-
assimilate concluse nel relativo periodo di vigenza la cabilità, delle Istruzioni 2006 rese dalla Banca d’Italia nella
norma che esclude dal calcolo del T.E.G. le spese di assi- parte in cui escludono le spese di assicurazione dal calcolo
curazione certificate da apposita polizza. del T.E.G. Le sentenze della Corte di cassazione nn. 5168 e
La questione 22458 del 2018, muovendo dalla onnicomprensività della
La controversia risolta con la decisione in esame trae origine da norma recata nell’art. 644, comma 4, c.p., sembrerebbero
un contratto di finanziamento contro cessione del quinto dello infatti presupporre l’illegittimità dell’esclusione operata dalla
stipendio stipulato il cui T.E.G. non include i costi assicurativi. fonte secondaria.
Estinto anticipatamente il contratto ed esperito con esito In via preliminare, l’Arbitro rileva l’assenza nelle due pronunce
negativo il reclamo in autotutela dinanzi all’intermediario (art. di una espressa declaratoria di illegittimità della norma in
4, comma 1, della deliberazione CICR 29 luglio 2008, n. 275), la esame. Nel merito, si osserva che le Istruzioni della Banca
cliente presenta ricorso all’A.B.F. d’Italia hanno, in forza dell’art. 4., comma 1, T.U.B., “indubbia
In particolare, la ricorrente reputa che il T.E.G. applicato al natura di provvedimenti amministrativi generali se non di
rapporto, se calcolato includendo i costi assicurativi, supere- regolamenti”. In entrambi i casi, il sindacato di legittimità ai
rebbe il tasso soglia usurario. I costi assicurativi rientrerebbero fini dell’annullamento dell’atto affetto da incompetenza, vio-
infatti nel T.E.G. a prescindere dalla volontà delle parti. In lazione di legge o eccesso di potere appartiene alla giurisdi-
applicazione dell’art. 1815, comma 2, c.c., viene quindi doman- zione del giudice amministrativo. Di qui, conclude il Collegio,
data la restituzione degli interessi e degli altri oneri collegati al l’orientamento espresso dalla Corte di cassazione si palesa
finanziamento. incapace di configurare l’invalidità dei criteri di calcolo del T.E.
In sede di controdeduzioni, l’intermediario deduce la corretta G. contenuti nelle Istruzioni 2006 della Banca d’Italia.
esclusione dal computo del T.E.G. dei costi assicurativi ai sensi La validità e la conseguente applicabilità delle Istruzioni 2006
delle Istruzioni della Banca d’Italia vigenti alla data di conclu- vengono sostenute dal Collegio di coordinamento anche sulla
sione del contratto. scorta di una diversa, e ulteriore, prospettiva argomentativa.
Investito della questione, il Collegio di Torino premette che Ad avviso dell’Arbitro, in questo momento storico è frequente
le Istruzioni della Banca d’Italia vigenti all’epoca della sti- riscontrare “posizioni e orientamenti divergenti tra diverse
pula dell’accordo (Istruzioni aggiornate al 2006; G.U. n. sezioni della Suprema corte e, talora, anche all’interno di una
102/2006) prevedono espressamente che “nelle opera- stessa sezione”, cosicché, anche nella materia in esame,
zioni di prestito contro cessione del quinto dello stipendio “non può dirsi vigente, allo stato, alcun orientamento stabile
e assimilate [...] le spese per assicurazione in caso di né definitivo”. Sicché la prevalenza della posizione espressa
morte, invalidità, infermità o disoccupazione del debitore dalla Corte di cassazione rispetto a una norma valida, efficace
non rientrano nel calcolo del tasso purché siano certificate e, ratione temporis, deputata alla soluzione del caso sottopo-
da apposita polizza”. L’applicazione delle istruzioni deter- sto all’ABF “risulterebbe quanto meno azzardat[a] sotto il
minerebbe pertanto il rigetto della domanda principale, profilo della ragionevolezza e fortemente dubbi[a] sotto quello
giacché il T.E.G. contrattuale calcolato senza costi di assi- della decisione secondo diritto”.
curazione non supererebbe il tasso soglia usurario. Tutta- Muovendo da queste premesse, il Collegio enuncia il
via, il Collegio territoriale osserva che “l’orientamento che seguente principio di diritto: “In assenza di formale annulla-
si sta sviluppando presso la giurisprudenza di legittimità (in mento nei modi e nelle forme previsti dalla legge delle Istru-
particolare con Cass. nn. 22458/2018 e 5160/2018, esat- zioni emanate dalla Banca d’Italia nel 2006, rimane applicabile
tamente in tema di cessione del quinto) è nel senso di alle operazioni di prestito contro cessione del quinto dello
includere nel calcolo del TEG i costi assicurativi collegati al stipendio e assimilate concluse nel relativo periodo di vigenza

i Contratti 4/2019 421


Giurisprudenza
Sintesi

la norma che esclude dal calcolo del TEG le spese di assicu- sistemi di prevenzione delle frodi di cui le Banche sono tenute
razione certificate da apposita polizza”. a munirsi”. Nelle sue controdeduzioni, l’intermediario fa pre-
Facendo applicazione di questo principio, rigetta la domanda di sente, fa l’altro, che le operazioni contestate risultano rego-
retrocessione dell’interesse. larmente autenticate, registrate e contabilizzate, e inoltre
eseguite con l’utilizzo della carta originale, dotata di tecnologia
I precedenti microchip, con uso del PIN associato. In relazione alla mancata
Hanno reputato legittimamente applicabile al calcolo del T.E. attivazione del servizio di “sms-alert” si difende sostenendo
G. il criterio recato dalle Istruzioni 2006 della Banca d’Italia, tra che il ricorrente, sebbene ne fosse stato edotto tramite il
le altre, Cass., Sez. III, 6 marzo 2018, n. 5160, nonché A.B.F. portale telematico, non avrebbe mai deciso di aderirvi per
Napoli 23 gennaio 2019, n. 2179; A.B.F. Bari 13 dicembre propria autonoma volontà. Conclude, affermando che dai
2018, n. 26625; A.B.F. Napoli 18 luglio 2018, n. 15721. In fatti illustrati risulterebbe la grave negligenza del ricorrente.
senso difforme, si segnalano le pronunce Cass., Sez. I, 24 Investito della questione, il Collegio territoriale prende le
settembre 2018, n. 22458; Cass., Sez. I, 16 aprile 2018, n. mosse dal mutato quadro normativo di riferimento, riformu-
9298; Cass., Sez. III, ord. 6 marzo 2018, 5168, nelle quali il lato dalla Direttiva n. 2015/2366 relativa ai servizi di pagamento
giudice di legittimità ha stabilito che il T.E.G. debba essere nel mercato interno, recepita in Italia con D.Lgs. n. 15 dicem-
calcolato unicamente ai sensi dell’art. 644 c.p. bre 2017, n. 218, che ha modificato il D.Lgs. 27 gennaio 2010,
Sotto di verso profilo, con la decisione n. 16921/2018, anche in n. 11.
quell’occasione resa all’esito di arresti giurisprudenziali della In particolare, ai sensi della riformata formulazione dell’art. 12,
Suprema Corte, il Collegio di Coordinamento A.B.F. ha repu- comma 2 ter, D.Lgs. n. 11/2010, in relazione a un’operazione
tato applicabili ai contratti stipulati antecedentemente al 1° disconosciuta, “il pagatore non sopporta alcuna perdita se lo
gennaio 2010 le Istruzioni della Banca d’Italia per la rilevazione smarrimento, la sottrazione o l’appropriazione indebita dello
del T.E.G.M. emanate nel 2006. strumento di pagamento non potevano essere notati dallo
stesso prima di un pagamento”. Tale nuova disposizione
deve essere messa in relazione con quelle del successivo
comma 3 (ai sensi del quale “[n]egli altri casi, salvo se abbia
CARTA DI DEBITO agito in modo fraudolento o non abbia adempiuto a uno o più
degli obblighi di cui all’articolo 7, con dolo o colpa grave, il
PAGAMENTO NON AUTORIZZATO - OBBLIGO DI pagatore può sopportare, per un importo comunque non
superiore a euro 50, la perdita relativa a operazioni di paga-
COMUNICAZIONE DELL’UTENTE - DOVERE DI AVVISO
mento non autorizzate derivanti dall’utilizzo indebito dello
TEMPESTIVO DELL’INTERMEDIARIO - SERVIZIO “SMS- strumento di pagamento conseguente al suo furto, smarri-
ALERT” mento o appropriazione indebita”) e comma 4 (che sancisce la
A.B.F., Coll. coord., 28 marzo 2019, n. 8553 - Pres. ed Est. responsabilità dell’utente nelle ipotesi di frode, dolo o colpa
grave, con precisazione che in tali casi egli sopporta “tutte le
Massera
perdite derivanti da operazioni di pagamento non autorizzate e
(Ord. rimessione: A.B.F. Torino 20 dicembre 2018, n. 27268)
non si applica il limite di 50 euro di cui al comma 3”).
Ad avviso del Collegio di coordinamento, lo spazio applicativo
Anche a seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs. 15 dicem-
del nuovo disposto di cui al comma 2-ter deve intendersi
bre 2017, n. 218, nei casi di uso illegittimo dello strumento
circoscritto alla disciplina della c.d. franchigia, e quindi alla
elettronico di pagamento, al titolare non deve essere
modifica del criterio di ripartizione delle perdite derivanti da
applicata alcuna franchigia nelle ipotesi in cui egli abbia
pagamenti non autorizzati, limitatamente alla misura minima di
tempestivamente comunicato la perdita di possesso
50 euro stabilita nel comma 3 a carico dell’utente, benché non
dello strumento e allorché il fatto sia imputabile ad atti
responsabile. In tale prospettiva, la norma di ultima introdu-
od omissioni di dipendenti, agenti o succursali del pre-
zione, decretando l’esclusione a carico dell’utente di qualsiasi
statore del servizio o dell’ente cui sono state esternaliz-
perdita, mostra di premiare, e quindi incentivare, la tempestiva
zate le attività. Verrà applicata la franchigia di euro 50
comunicazione all’intermediario dell’evento produttivo del
quando tale informativa non sia stata tempestivamente
danno da utilizzo illecito (smarrimento, sottrazione o appro-
inoltrata.
priazione indebita).
Fra i doveri di protezione dell’utente gravanti sull’inter- In definitiva, il disposto di cui all’art. 12, comma 2 ter, D.Lgs. n.
mediario rientra l’onere di fornire il servizio di “sms-alert” 11/2010 modifica il sistema di ripartizione delle perdite esclu-
o assimilabili da cui l’intermediario può essere esonerato sivamente sulla misura dei 50 euro previsti nel successivo
solo dimostrando l’esplicito rifiuto dell’utente ad comma 3, escludendo che il predetto importo sia posto a
avvalersene. carico dell’utente nel caso in cui questi abbia ottemperato
con la dovuta tempestività all’obbligo di “comunicare senza
La questione indugio, secondo le modalità previste nel contratto quadro, al
Accortosi della sottrazione della propria carta di debito il giorno prestatore di servizi di pagamento o al soggetto da questi
successivo al furto, il ricorrente accerta l’avvenuta effettua- indicato lo smarrimento, il furto, l’appropriazione indebita o
zione di otto prelievi non autorizzati, per un totale di 2.000 euro. l’uso non autorizzato dello strumento non appena ne viene a
Di tale somma chiede rimborso al professionista fornitore della conoscenza” (v. art. 7, D.Lgs. n. 11/2010).
carta, lamentando la mancata attivazione del servizio di “sms- Nell’applicazione di questo rinnovato regime, l’Arbitro ritiene:
alert”, e comunque sostenendo che “otto richieste di auto- (i) da un lato, che la locuzione “prima di un pagamento”
rizzazione consecutive dallo stesso bancomat che esauri- (comma 2-ter), non precluda l’accertamento, anche in via
scono l’importo totale del plafond giornaliero nelle 24 ore presuntiva, di fatti o circostanze da cui risulti che l’utente
per una stessa carta di pagamento, sicuramente non in linea abbia comunque avuto cognizione della perdita del possesso
con le precedenti condotte, avrebbero dovuto far scattare i dello strumento di pagamento ancor prima di un eventuale

422 i Contratti 4/2019


Giurisprudenza
Sintesi

pagamento indebito; (ii) dall’altro, che non debba tuttavia sono, dunque, tenuti al semplice disconoscimento delle ope-
gravare sull’utente la responsabilità determinata dalla viola- razioni di pagamento contestate, mentre è onere del presta-
zione dell’obbligo di dare tempestiva comunicazione al pre- tore dei servizi di pagamento provare che l’operazione
statore, con conseguente applicazione della franchigia, se del disconosciuta è stata autenticata, correttamente registrata e
“pagamento” non si sia in alcun modo avuta notizia. A questo contabilizzata e che la sua patologia non sia dovuta a malfun-
riguardo, il Collegio di coordinamento rileva come all’obbligo di zionamenti delle procedure esecutive o ad altri inconvenienti
pronta segnalazione, posto a carico dell’utente sia correlato il del sistema [... ]. La ratio di tale scelta legislativa è fin troppo
dovere del prestatore di “assicurare che siano sempre dispo- notoriamente quella di allocare sul fornitore dei servizi di
nibili strumenti adeguati affinché l’utente dei servizi di paga- pagamento il rischio d’impresa, essendo quest’ultimo in
mento possa eseguire la comunicazione di cui all’art. 7, grado di parcellizzare, distribuendolo sulla moltitudine dei
comma 1, lettera b)” (v. art. 8, comma 1, lett. c, D.Lgs. n. clienti, il rischio dell’impiego fraudolento di carte di credito o
11/2010). di strumenti di pagamento” (A.B.F. Coll. coord., 24 giugno
Da ciò discende, in linea di principio, l’obbligo dell’intermedia- 2014, n. 3947; e conforme, A.B.F. Coll. coord., 21 febbraio
rio di predisporre un servizio di avviso tempestivo all’utente 2014, n. 991).
delle operazioni compiute utilizzando strumenti di pagamento È orientamento consolidato in seno ai Collegi territoriali del-
di cui sia titolare. In particolare, l’attivazione dello strumento di l’Arbitro quello per cui l’attivazione del servizio di “sms-alert”
segnalazione “sms-alert” viene ritenuto ricompreso tra i costituisca un onere gravante direttamente sull’intermediario,
doveri di protezione gravanti sul prestatore, volti a garantire a prescindere dal fatto che il cliente ne abbia o meno richiesto
misure idonee alla sicurezza del servizio reso. L’intermediario l’attivazione (v. A.B.F. Roma 16 settembre 2016, n. 7976/
può quindi esserne esonerato solo dimostrando l’esplicito 2016: “[l]a mancata attivazione del servizio di “sms-alert”
rifiuto dell’utente ad avvalersene (con la produzione di una costituisce, come ormai è opinione consolidata di questo
specifica dichiarazione liberatoria del cliente in tal senso). arbitro, una carenza organizzativa imputabile all’intermediario
resistente il quale, data la natura di misura di sicurezza del
I precedenti sistema di sms-alert, non dovrebbe limitarsi a proporlo al
Nei precedenti in materia, il Collegio di coordinamento aveva cliente ma dovrebbe adottarlo in modo generalizzato”; e v.
già chiarito come la disciplina recata dal D.Lgs. n. 11/2010 altresì, A.B.F. Roma 13 luglio 2018, n. 15447; A.B.F. Palermo
istituisce “un regime di speciale protezione e di altrettanto 24ottobre 2017, n. 13205).
speciale favor probatorio a beneficio degli utilizzatori, i quali

i Contratti 4/2019 423


Itinerari della giurisprudenza

Gli obblighi informativi


degli intermediari finanziari
al vaglio della giurisprudenza
a cura di Giovanni Fappiano

La fisiologica asimmetria informativa che intercorre tra l’intermediario finanziario e investitore ha spinto, nel
corso degli anni, tanto il legislatore nazionale quanto quello comunitario ad introdurre un articolato sistema
normativo in materia di trasparenza. Tale strumento di diritto positivo, caratterizzato da rigorosi obblighi
informativi posti a capo degli intermediari, ha lo scopo non solo di tutelare il cliente-investitore, considerato
parte debole del rapporto contrattuale, ma anche di garantire lo sviluppo del mercato accrescendo la fiducia che
i consumatori ripongono nel sistema finanziario.
Il presente contributo, pertanto, oltre a fornire un preventivo schema sull’evoluzione legislativa in materia,
propone di offrire una sistematica analisi degli orientamenti giurisprudenziali che hanno contribuito a chiarire la
portata della disciplina settoriale e, in particolar modo, a precisare la natura della responsabilità dell’interme-
diario e i rimedi giudiziali esperibili dal cliente investitore.

La normativa di settore Allo scopo di comprendere al meglio la portata delle numerose sentenze che hanno chiarito la
natura della responsabilità degli intermediari finanziari nei confronti dei propri clienti-rispar-
miatori, appare utile riportare al lettore, preliminarmente, l’evoluzione normativa in materia di
obblighi informativi posti a carico degli intermediari.
Il processo legislativo, che si è protratto fino alle recenti normative di recepimento della
disciplina di cui alla Direttiva MiFID II, scaturisce dalla principale necessità di superare
l’asimmetria informativa che caratterizza le pattuizioni intercorse tra chi investe e chi, invece,
ha il ruolo di intermediare tra il risparmiatore e il mercato finanziario.
Il legislatore si è, dunque, preoccupato di garantire all’investitore - contraente debole del
rapporto contrattuale - una tutela rafforzata in materia di trasparenza e di informazione.
È possibile difatti affermare che nella generalità dei casi l’investitore comune, oltre a non
essere in possesso di tutte le informazioni tecniche e dettagliate dell’intermediatore finan-
ziario, non è allo stesso modo provvisto di idonei strumenti per delineare le caratteristiche
dell’operazione e dei suoi intrinseci rischi nonché, nella maggior parte dei casi, potrebbe anche
mancare di esperienza per discernere in via autonoma un’operazione vantaggiosa da una
svantaggiosa rispetto al proprio grado di rischio (Obblighi di comunicazione degli intermediari
e regime di trasparenza, G. Diele - N. Barra, in Tutele e risarcimento nel diritto dei mercati e
degli intermediari, G. Cassano - N. Tilli - G. Vaciago (a cura di), Milano, 2018, 107 ss.).

La legge SIM Un primo obbligo di fornire al cliente determinate informazioni, a carico delle società di
intermediazione mobiliare, è stato introdotto dalla L. 2 gennaio 1991, n. 1 (c.d. legge SIM),
avente ad oggetto la “Disciplina dell’attività di intermediazione mobiliare e disposizioni
sull’organizzazione dei mercati mobiliari”.
L’art. 6 della suddetta legge, oltre ai più generici oneri di diligenza, correttezza e professio-
nalità, ha prescritto in capo alle società di intermediazione finanziaria, nello svolgimento delle
loro attività, dettagliati oneri informativi. Nello specifico, la disposizione normativa ha imposto,
a carico delle SIM, un obbligo di informazione attiva e un obbligo di informazione passiva.

Suitability rule Quanto alla prima ipotesi, l’obbligo si manifesta nel dovere di trasmettere ai clienti un apposito
documento informativo contenente l’indicazione e la descrizione delle attività svolte e nel
dovere di operare in modo che il cliente sia sempre e adeguatamente informato sulla natura e
sui rischi delle loro operazioni: doveri, dunque, tesi ad assicurare che il cliente operi scelte di
investimento o disinvestimento consapevoli (c.d. informazione attiva).

424 i Contratti 4/2019


Itinerari della giurisprudenza

Know your customer Quanto alla seconda forma di informazione, l’obbligo si esplica nel dovere di reperire le
informazioni relative alla situazione finanziaria del cliente, rilevanti ai fini dello svolgimento
dell’attività di intermediazione mobiliare ed utili per accertare la loro esperienza in materia e la
loro propensione al rischio (c.d. informazione passiva).
Tale legge, risultata ben presto anacronistica, ha comportato una condanna da parte della
Corte di Giustizia Europea dello Stato italiano per il mancato adeguamento alla normativa
comunitaria.

Decreto Eurosim Di risposta, con D.Lgs. 23 luglio 1996, n. 415 (c.d. Decreto Eurosim) è stato dato attuazione alle
direttive comunitarie 92/22/CEE e 93/6/1993 in materia di attività e mercati mobiliari.
L’art. 17 del predetto decreto, oltre a porsi in linea di continuità in merito al dovere degli
operatori di comportarsi secondo diligenza e correttezza, ha introdotto per la prima volta il
criterio della trasparenza. Tale criterio, che obbliga le imprese di investimento e le banche a
tutta quella serie di comportamenti necessari per assicurare un’informazione completa e
corretta al cliente, ha - come prescrive l’articolo - l’ulteriore finalità di assicurare anche la tutela
dell’integrità del mercato. Con tale decreto è stato, pertanto, e per la prima volta, evidenziata la
fisiologica connessione tra gli obblighi informativi degli intermediari e il corretto funziona-
mento del mercato finanziario.

T.U.F. Oggi la principale fonte degli obblighi informativi è da ricercarsi nell’art. 21 del D.Lgs. 24
febbraio 1998, n. 58 recante il “Testo Unico delle disposizioni in materia di intermediazione
finanziaria, ai sensi degli articoli 8 e 21 della legge 6 febbraio 1996, n. 52” (da ora in poi T.U.F.).
L’art. 21 T.U.F. prescrive una serie di obblighi generali ai quali i soggetti abilitati sono tenuti
nell’espletamento della prestazione di servizio e nell’attività di investimento. Tali criteri
generali trovano poi specificazione all’interno di fonti regolamentari ed, in particolare, negli
artt. 27 e ss. del Regolamento Intermediari Consob, adottato con delibera n. 16190 del 29
ottobre 2007.
È possibile ravvisare, dunque, sia una normativa di portata genere che una previsione
regolamentare che specifica gli obblighi del T.U.F.
Il T.U.F. impone ai soggetti abilitati di comportarsi con diligenza, correttezza e trasparenza, per
servire al meglio l’interesse dei clienti e per assicurare l’integrità dei mercati, nonché obbliga
ad acquisire le informazioni necessarie dai clienti e ad operare in modo che essi siano sempre
adeguatamente informati.

MiFID I Le istituzioni europee, con l’obiettivo di rendere il mercato più efficace e competitivo, sono
intervenute con la Dir. 2004/39/CE (conosciuta come MiFID I, ossia Market in Financial
Instrument Directive), attuata, in Italia, con D.Lgs. 17 settembre 2007, n. 164 (P. Grieco,
La violazione degli obblighi informativi nell’intermediazione finanziaria tra disciplina civilistica e
regolamentare, in Resp. civ. prev., 4, 2017).
L’attuazione di tale direttiva non ha comportato soltanto una modificazione della normativa di
fonte primaria, ma anche di quelle di fonte secondaria (per un maggiore approfondimento v.
commento all’art. 21 del T.U.F., in AA.VV., Codice del consumo, V. Cuffaro (a cura di), Milano,
2018, 1913 ss.).
La normativa di recepimento della direttiva, oltre a garantire al cliente un grado di conoscibilità
ragionevole in virtù del criterio della trasparenza, elabora anche un sistema teso, per così dire,
a “responsabilizzare” l’intermediario finanziario attraverso l’imposizione di oneri organizzativi
e di valutazione (G. Berti de Marinis, Regolamentazione del mercato finanziario e principio di
trasparenza, in Responsabilità civile e previdenza, 2016).
La novità riguarda propriamente l’introduzione del test di “adeguatezza” e quello di “appro-
priatezza”. Il primo giudizio è diretto a conoscere la situazione finanziaria del cliente, la sua
conoscenza ed esperienza riguardo al tipo specifico di prodotto o servizio e i suoi obiettivi di
investimento, per far in modo che l’intermediario finanziario possa raccomandare strumenti
finanziari e servizi di investimenti che siano adatti al cliente. Il secondo, invece, seppur ha il fine
di valutare se gli strumenti finanziari e i servizi di investimento siano o meno adatti al cliente
come il primo giudizio, si distingue sul contenuto della valutazione che mira difatti a verificare
se l’investitore abbia quel livello di esperienza e conoscenza necessario per comprendere il
rischio che il prodotto ovvero servizio finanziario comporti (L. Frumento, La valutazione di
adeguatezza e di appropriatezza dell’operazioni di investimento nella direttiva MiFiD, in questa
Rivista, 2007, 583 ss.).

MiFID II Un ulteriore rafforzamento della tutela dell’investitore-cliente, attuata trasversalmente con un


incremento della responsabilità degli intermediari finanziari, è stato introdotto dal legislatore

i Contratti 4/2019 425


Itinerari della giurisprudenza

europeo con l’emanazione della Dir. 2014/65/UE (MIFID II), del Reg. n. 600/2014 (Regola-
mento MiFIR) e del Regolamento delegato n. 593/2017, che hanno trovato attuazione
nell’ordinamento nazionale con il D.Lgs. 3 agosto 2017, n. 129 e in vigore dal 3 gennaio 2018.
Il recepimento normativo ha inciso sia sulla norma di fonte primaria del Testo Unico dell’In-
termediazione Finanziaria sia sul Regolamento Intermediari del 2007, il quale è stato succes-
sivamente sostituito dalla delibera Consob n. 20307/2018.
Il decreto legislativo di recepimento ha prescritto, sostituendo il comma 1 bis dell’art. 21 del
T.U.F., che gli intermediari finanziari debbano adottare ogni misura idonea ad identificare e
prevenire o gestire i conflitti di interessi che potrebbero insorgere tra tali soggetti - inclusi
dirigenti, dipendenti e agenti collegati - e i loro i clienti.
La stretta correlazione tra gli obblighi informativi e la materia del conflitto di interessi è
rinvenibile nella lett. c) del comma 1 bis che impone agli intermediari finanziari, qualora le
disposizioni organizzative e amministrative volte ad evitare i conflitti di interesse non siano
sufficienti ad eliminare il rischio di nuocere la posizione dei clienti, di informare chiaramente gli
stessi, prima di agire per loro conto, della natura generale e delle fonti dei conflitti di interesse
nonché delle misure adottate per mitigare i rischi connessi.
L’art. 24 bis del T.U.F. in ambito di consulenza e in materia di investimenti, sempre in
attuazione della direttiva, impone all’intermediario anche di informare cliente, in tempo
utile e prima della prestazione di servizio: a) se la consulenza è fornita su base indipendente
o meno; b) se la consulenza è basata su un’analisi del mercato ampia o più ristretta delle varie
tipologie di strumenti finanziari; c) se verrà fornita ai clienti la valutazione periodica dell’ade-
guatezza degli strumenti finanziari raccomandati.

Regolamento Consob Il Regolamento Consob del 2018, in attuazione della normativa comunitaria e in specificazione
n. 20307/2018 della normativa nazionale, ha abrogato il Regolamento Consob del 2007, innovando la materia
relativa agli obblighi informativi imposti in capo agli intermediari.
Nella specie, l’art. 36 del Regolamento impone agli intermediari di fornire in tempo utile ai
clienti - o potenziali tali - informazioni appropriate affinché possano ragionevolmente com-
prendere la natura del servizio di investimento, il tipo specifico di strumenti finanziari che sono
proposti e i costi e gli oneri connessi.
A seguire, gli artt. 37 e 38 obbligano gli intermediari, nello svolgimento della valutazione
periodica dell’adeguatezza del prodotto, di adottare un apposito contratto scritto di cui una
copia da consegnare al cliente, anche nel caso in cui venga prestato il servizio di consulenza.
Infine, gli artt. 41-43, in attuazione della normativa europea, disciplinano in dettaglio la
valutazione dell’intermediario in ordine ai test di adeguatezza e appropriatezza, obbligando,
altresì, l’intermediario, prima che la transazione sia effettuata, di fornire al cliente una
dichiarazione di adeguatezza che specifichi la consulenza prestata e di indicare anche il motivo
per il quale corrisponda alle preferenze, agli obiettivi e alle altre caratteristiche del cliente.

L’evoluzione Nell’ambito della materia finanziaria una delle problematiche maggiormente affrontate nel
giurisprudenziale corso degli anni, sia dai giudici di merito che dai giudici di legittimità, riguarda proprio la natura
della responsabilità degli intermediari per violazione degli obblighi informativi.
Nell’ultimo ventennio, difatti, importanti crisi finanziarie (si ricordi il crack Parmalat, Cirio e il
caso tango bond argentino) hanno spinto molti investitori “traditi” nel loro risparmio ad agire in
giudizio nei confronti dei propri intermediari finanziari con richieste risarcitorie dei danni subiti.

Contratto quadro e ordini Occorre preliminarmente ricordare che i rapporti contrattuali tra il risparmiatore e l’interme-
di investimento diario possano essere generalmente distinti in due fasi. La prima fase culmina con la
stipulazione di un contratto quadro avente ad oggetto i servizi finanziari, per la stipulazione
dei quali l’art. 23 T.U.F. richiede la forma scritta ad substantiam (la nullità del contratto per la
mancanza di tale requisito è una nullità relativa e può, quindi, essere fatta valere in giudizio
soltanto dal cliente). La seconda fase riguarda, invece, la stipula dei singoli contratti di
investimento in esecuzione del contratto quadro, per i quali la legge non prescrive nessun
obbligo formale.
Nessuna indicazione è, tuttavia, fornita dal legislatore circa le conseguenze giuridiche della
violazione degli obblighi comportamentali, sia in riferimento al contratto quadro sia in riferi-
mento ai singoli ordini di acquisto.
Per quanto attiene il contratto di intermediazione finanziaria, i giudici di merito, tra le conse-
guenze giuridiche della violazione dei suddetti obblighi, hanno prospettato ed offerto diverse
soluzioni: nullità, annullabilità, inadempimento, responsabilità precontrattuale o contrattuale.

Nullità I giudici di primo grado, che inizialmente hanno affrontato la questione dell’inadempimento
degli obblighi informativi con riferimento ai contratti di investimento, hanno prospettato la

426 i Contratti 4/2019


Itinerari della giurisprudenza

soluzione della nullità contrattuale a seguito dell’omissione degli intermediari finanziari di


fornire una completa informazione circa i rischi connessi alla specifica operazione che i clienti
intendevano porre in essere (Trib. Mantova 15 marzo 2004, n. 614; Trib. Bologna 31 ottobre
2005, n. 1842).
Su tali basi, ritenute fondate le domande giudiziali dei ricorrenti risparmiatori, i giudici hanno
sostenuto che le prescrizioni contenute all’interno degli artt. 21 T.U.F., 28 e 29 del Regola-
mento Consob n. 11522/98 siano da considerarsi norme imperative ai sensi dell’art. 1418,
comma 1, c.c., in virtù degli interessi tutelati e della natura generale e pubblicistica di siffatti
interessi: la diligenza degli intermediari e la tutela del risparmio.
I doveri di comportamento degli intermediari finanziari sono, pertanto, volti a fornire al cliente
un quadro informativo per una corretta e ponderata valutazione dei rischi, evitando, altresì, che
questi ultimi siano addossati in modo inconsapevole ai risparmiatori.
La nullità del contratto, ex art. 1418 c.c., comporta la restituzione dell’importo versato dai
clienti per l’operazione a carico dell’intermediario finanziario: ai fini dell’ottenimento di una
sentenza di condanna al risarcimento, occorre che l’entità del danno effettivamente patito sia
dimostra in giudizio dai creditori ed, in difetto, liquidato equitativamente dal giudice (Trib.
Palermo 7 luglio 2005, n. 3293).

Inadempimento Diversamente, alcuni giudici di merito non hanno condiviso l’estensione del rimedio della
nullità al di fuori delle ipotesi in cui tale sanzione sia espressamente prevista dal legislatore
(Trib. Milano 25 luglio 2005, n. 8671). In virtù del principio di legalità, non risulta, pertanto,
applicabile il più severo rimedio civilistico della nullità nei casi di violazione di norme compor-
tamentali generali - come quelle che impongono la diligenza, la correttezza, la trasparenza ecc.
- che, essendo prive di specificità, non risultano idonee ad individuare una precisa regola di
condotta.
Su tali premesse, i giudici hanno affermato che laddove il legislatore abbia valutato alcuni
comportamenti come essenziali ne abbia, allo stesso modo, espressamente prescritto la
sanzione della nullità in caso di inosservanza: si pensi, ad esempio, all’art. 23, commi 1, 2 e 3 e
all’art. 24, comma 2 del T.U.F.
Pertanto, la distinzione tra adempimenti prescritti a pena di nullità e gli altri obblighi generali di
comportamento imposti all’intermediario impedisce di attribuire all’intera disciplina del T.U.F.
natura di ordine pubblico, tutelata dalla previsione della nullità virtuale di cui all’art. 1418,
comma 1, c.c.
Per tali giudicanti è apparso più appropriato applicare, in caso di violazione di norme compor-
tamentali, per le quali - si ripete - non sia stata espressamente prevista dal legislatore la
sanzione della nullità, i generali principi di diritto civile sull’inadempimento.
La valutazione della gravità dell’inadempimento, tale da compromettere l’equilibrio del
rapporto negoziale, ha il fine ulteriore sia di quantificare il quantum del risarcimento dei
danni da inadempimento sia di valutare la eventuale risoluzione del contratto che, al pari della
nullità, comporta un obbligo restitutorio in capo all’intermediario.

Annullabilità per dolo Di contrario avviso è l’orientamento di quella giurisprudenza di merito che ha ritenuto
integrarsi un dolo omissivo, qualora sussista un obbligo di fornire determinate informazioni
per la parte contrattuale che, nel singolo caso concreto, non abbia prestato. L’intermediario
finanziario, inoltre, essendo un soggetto qualificato, è tenuto all’adempimento dei propri
obblighi con un grado di diligenza c.d. qualificata, così come prescritto dall’art. 1176, comma 2,
c.c. in merito all’adempimento dell’obbligazioni inerenti all’esercizio di un’attività
professionale.
Per tale ragione, nel caso in cui il comportamento dell’intermediario abbia assunto la conno-
tazione del dolo, sia per aver fornito una informazione inesatta sia per aver taciuto informazioni
che se fossero state fornite avrebbero indotto i clienti ad una maggiore cautela nell’attività di
investimento o disinvestimento, il contratto deve essere annullato per la sussistenza di un
vizio del consenso (Trib. Pinerolo 14 ottobre 2005).

Annullabilità per errore Sempre di annullabilità è il rimedio adottato dall’orientamento giurisprudenziale di merito che
ha qualificato la mancata informazione dei rischi dell’investimento come un errore essenziale
e riconoscibile dall’intermediario finanziario. Ciò presuppone la dimostrazione che, qualora
avesse ricevuto adeguate informazioni al momento della contrattazione, il cliente non avrebbe
compiuto l’operazione finanziaria (Trib. Parma 17 novembre 2004).
Sul punto è intervenuta la Cassazione (Cass. 29 settembre 2005, n. 19024, in questa Rivista,
2006, 446 ss., con nota di F. Poliani, La responsabilità precontrattuale della banca per
violazione del dovere di informazione; in Danno e resp., e con nota di V. Roppo - G. Afferni,
Dai contratti finanziari al contratto in genere: punti fermi della Cassazione e responsabilità

i Contratti 4/2019 427


Itinerari della giurisprudenza

precontrattuale, 29 ss.), che ha abbracciato la tesi della natura precontrattuale della respon-
sabilità dell’intermediario.

Responsabilità La Suprema Corte ha affermato, valorizzando la portata dell’art. 1337 c.c., che l’inosservanza
precontrattuale dei vincoli formali e degli obblighi informativi dell’intermediario finanziario è fonte di respon-
sabilità precontrattuale, in riferimento ad una trattativa che sebbene sia conclusa risulti essere
pregiudizievole per il cliente, vittima di comportamenti scorretti (v. L. Guaglione, Il contratto:
sistema di diritto civile, Torino, 2018, 296).
La contrarietà a norme imperative, quale causa di nullità del contratto ai sensi dell’art. 1418 c.
c., attiene propriamente agli elementi “intrinseci” del negozio giuridico, che riguardano, cioè,
la struttura ovvero il contenuto del contratto.
I giudici di legittimità non hanno accolto la tesi secondo la quale, in caso di violazione di norme
che impongono alle parti di comportarsi secondo buona fede nel corso delle trattative e nella
formazione del contratto, la parte danneggiata non avrebbe possibilità di ottenere il risarci-
mento dei danni subiti nel caso in cui il contratto si sia validamente concluso. Ragionando
altrimenti allora ogni questione relativa all’osservanza degli obblighi imposti nel corso delle
trattative sarebbe preclusa, in quanto la tutela del contraente sarebbe affidata unicamente alle
norme che regolano la invalidità e l’inefficacia non strettamente collegate ad un comporta-
mento contrario alla buona fede.
Dunque, la norma di cui all’art. 1337 c.c. non riguarda soltanto le ipotesi di rottura ingiustificata
delle trattative, ma ha una portata generale e implica un dovere generale di comportarsi in
modo leale e di fornire, dunque, alla controparte, con ordinaria diligenza, ogni dato rilevante,
conosciuto o conoscibile, ai fini della stipulazione del contratto.
Pertanto, la violazione di tale regola assume rilievo, non soltanto in caso di mancata stipula-
zione del contratto a causa della rottura ingiustificata delle trattative, ma anche quando il
contratto posto in essere sia valido e tuttavia pregiudizievole per la parte vittima del compor-
tamento scorretto.
Sicché, non vi è motivo di escludere la proposizione di un’azione risarcitoria fondata sulla
violazione della regola di cui all’art. 1337 c.c. durante le trattative e prima della conclusione del
contratto.

Sentenza Rodorf del 2007 Nonostante la pronuncia della Suprema Corte, la questione non ha trovato una soluzione
conforme nella successiva giurisprudenza di merito il che ha portato, anche in assenza di un
vero e proprio contrasto giurisprudenziale tra le Sezioni Semplici della Suprema Corte, alla
rimessione della questione alle Sezioni Unite (Cass., SS.UU., 19 dicembre 2007, n. 26724 e n.
26725, in questa Rivista, con nota di V. Sangiovanni, Inosservanza delle norme di comporta-
mento: la Cassazione esclude la nullità, 221 ss.; in Danno e resp., 2008, con note di V. Roppo,
La nullità virtuale del contratto dopo la sentenza Rodorf, 536 ss.. In dottrina, in materia, è
intervenuto anche A. Gentili, in questa Rivista, Disinformazione e invalidità: i contratti di
intermediazione dopo le Sezioni Unite, 2008, 393 ss.).
Occorre prima di tutto precisare che con tale sentenza gli ermellini non hanno affrontato la
tematica relativa alla compatibilità tra responsabilità precontrattuale e contratto valido, ma
soltanto la questione relativa alle soluzioni applicabili nel caso di comportamenti scorretti
dell’intermediario (sul punto v. S. Alberti, Responsabilità precontrattuale, intermediazione e
vizi incompleti. La portata ordinamentale delle ss.uu. di dicembre 2007, in Diritto privato dei
mercati finanziari. Profili di qualificazione e di responsabilità, M. Gagliarfi (a cura di), 2017, 49.).
La pronuncia ha comunque contribuito, nella formulazione di un principio di diritto, a speci-
ficare la portata della responsabilità dell’intermediario, del proprio proponente ed, infine, ha
contribuito a chiarire quali siano le sorti del contratto sottoscritto dall’investitore nei casi di
carenza informativa (E. Vivori, La responsabilità dell’istituto bancario e dell’intermediatore
finanziario, in Responsabilità civile dei professionisti e degli altri imprenditori, AA.VV., 2018,
360 ss.).
Con tale pronuncia i giudici di legittimità hanno preventivamente ricordato che i principi
generali e le regole di comportamento di cui all’art. 6 della L. n. 1 del 1991 (oggi previsti
dall’art. 21 del D.Lgs. n. 58 del 1998) impongono all’intermediario l’obbligo di pubblicare e
trasmettere al cliente un documento contenente le informazioni circa la propria attività e la
relativa regolamentazione, nonché di disciplinare, mediante un contratto in forma scritta, tutte
le prestazioni cui si obbliga verso lo stesso. Tale contratto assurge, dunque, alla funzione c.d.
di “contratto quadro” rispetto alle successive attività negoziali in cui si esplicano i servizi e le
attività.
Le successive regole, di cui all’art. 6 della suddetta legge, sono volte a disciplinare la
prestazione dei servizi ipotizzati nel “contratto quadro” e nella specie: la know your customer
rule (lett. d); la regola di informare il cliente sui rischi e qualsiasi altro fatto necessario per il
compimento di scelte consapevoli (lett. e); il divieto di effettuare prestazioni inadeguate

428 i Contratti 4/2019


Itinerari della giurisprudenza

rispetto alla situazione finanziaria del cliente - c.d. suitability rule - (lett. f); infine, il divieto di
effettuare operazioni in conflitto di interesse - salvo autorizzazione scritta del cliente - e il
dovere di adottare adeguate procedure di controllo interno (lett. g e h).
Il “contratto quadro”, cui può attribuirsi il nome di contratto di intermediazione finanziaria, può
ben essere qualificato come un contratto di mandato, dal quale discendono obblighi e diritti
reciproci per l’intermediario e per il cliente. Le successive operazioni, invece, che l’interme-
diario finanziario pone in essere per conto del cliente costituiscono il momento attuativo del
precedente contratto.
Gli obblighi di cui all’art. 6 della L. n. 1 del 1991 rappresentano una specificazione del più
generale dovere per l’intermediario di comportarsi con diligenza, correttezza e professionalità
nella cura dell’interesse del cliente e possono collocarsi, in parte, nella fase che precede la
stipulazione del contratto di intermediazione finanziaria e, altra parte, nella fase esecutiva di
esso.

Obblighi informativi I giudici di legittimità, pertanto, cercando di operare una classificazione dei suddetti obblighi,
preliminari e obblighi hanno collocato nella fase preliminare l’obbligo di consegnare al cliente il documento infor-
informativi esecutivi mativo e l’obbligo di acquisire le informazioni necessarie in ordine alla situazione finanziaria del
cliente. Nella fase esecutiva del contratto di intermediazione finanziaria i giudici hanno, invece,
incluso quei doveri di informazione finalizzati alla corretta esecuzione del contratto stesso e, in
particolare: il dovere di porre il cliente in condizione di valutare appieno la natura, i rischi e le
implicazioni delle singole operazioni di investimento; il dovere di comunicare per iscritto
eventuali situazioni di conflitto di interesse; l’obbligo dell’intermediario di restare informato
sulla situazione del cliente durante tutta la fase esecutiva del rapporto, in quanto funzionale al
dovere di curare diligentemente e professionalmente gli interessi del cliente; infine, i doveri di
non consigliare e di non effettuare operazione eccessive rispetto alla situazione finanziaria del
cliente.

Regole di validità e regole In secondo luogo, gli ermellini hanno richiamato la tradizionale distinzione tra regole di validità
di comportamento del contratto e norme di comportamento dei contraenti.
Le Sezioni Unite hanno affermato che la violazione delle norme di comportamento, sia nella
fase di formazione sia nella fase di esecuzione del contratto, nel caso in cui non sia altrimenti
stabilito dal legislatore, può essere, per l’intermediario finanziario, causa di responsabilità da
inadempimento e determinare la risoluzione del contratto quando tale inadempimento si
traduca nel mancato o inesatto adempimento dei doveri di protezione e degli specifici obblighi
di prestazione gravanti sul contraente.
Nello specifico settore dell’intermediazione finanziaria non è riscontrabile una deroga al
criterio della distinzione tra norme di comportamento e norme di validità: non è dato rinvenire,
cioè, indici univoci circa l’intenzione del legislatore di trattare le regole di comportamento - tra
cui i doveri di informazione - alla stregua di regole di validità.

Le SS.UU. escludono La Suprema Corte ha escluso, dunque, che la violazione di norme di comportamento degli
la nullità intermediari finanziari possa comportare la nullità del contratto, e ciò alla luce di articolate
argomentazioni.
Innanzitutto, non può invocarsi l’art. 1418, comma 3, c.c. in quanto non è rinvenibile nel-
l’ordinamento una specifica norma che statuisca la nullità del contratto per la violazione degli
obblighi di comportamento degli intermediari.
La Corte di Cassazione ha ricordato che il T.U.F. prevede delle specifiche ipotesi di nullità
(come l’art. 23, comma 1 e 2, per l’inosservanza della forma prescritta e per le pattuizioni di
rinvio agli usi per la determinazione del corrispettivo e l’art. 24 in materia di servizio di gestione
di portafogli), tuttavia tali norme hanno un ambito di applicabilità diverso rispetto alle norme di
comportamento.
I Supremi Giudici hanno escluso, altresì, che l’inosservanza delle norme di comportamento
possa causare la nullità del contratto ai sensi dell’art. 1418, comma 2, c.c., per mancanza di
uno degli elementi indicati dall’art. 1325 c.c. La Corte ha rigettato l’idea che la violazione delle
regole di condotta possa provocare una alterazione tale del consenso del cliente da far ritenere
che esso sia venuto meno: in ogni caso, l’alterazione della volontà delle parti comporterebbe il
rimedio dell’annullabilità del contratto e non la nullità.
Infine, la Corte di cassazione ha valutato l’ipotesi di considerare nullo il contratto per
contrarietà a norme imperative ai sensi dell’art. 1418, comma 1, c.c. (c.d. nullità virtuale).
Vero che, le norme dettate dall’art. 6 della L. n. 1 del 1991, al pari di quelle che le hanno poi
sostituite, hanno carattere imperativo nel senso che esse sono dettate non soltanto nell’in-
teresse del singolo contraente di volta in volta implicato, ma anche nell’interesse generale e si
impongono inderogabilmente alla volontà delle parti contraenti. La Corte, tuttavia, nel negare

i Contratti 4/2019 429


Itinerari della giurisprudenza

l’applicabilità del rimedio della nullità virtuale, ha richiamato il principio di diritto formulato nella
sentenza n. 19024 del 2005, affermando che il concetto di “contrarietà a norme imperative”
attiene agli elementi “intrinseci” della fattispecie negoziale ed è da escludersi che l’illegitti-
mità della condotta tenuta nel corso delle trattative prenegoziali ovvero nella fase di esecu-
zione del contratto possa comportare la nullità del negozio giuridico, a meno che non ci sia una
norma che preveda tale esplicita sanzione.
La Suprema Corte ha rivalutato pertanto gli obblighi di comportamento in capo agli interme-
diari finanziari nella fase preliminare della stipula del contratto alla luce degli artt. 1337-1338
c.c.
I giudici di legittimità, dunque, richiamando la distinzione tra gli obblighi che precedono e
accompagnano la stipulazione del contratto di intermediazione e quelli che si riferiscono alla
fase successiva dell’esecuzione, hanno stabilito una differente prospettiva rimediale.

Fase preliminare: Se la violazione dell’obbligo informativo caratterizza la fase anteriore o è coincidente con la
responsabilità stipulazione del contratto di intermediazione - sempre che tale violazione non si traduca in un
precontrattuale vizio del consenso tale da determinare l’annullabilità e mai la nullità del contratto - la
prospettiva rimediale è quella del risarcimento del danno, a carico dell’intermediario, a titolo
di responsabilità precontrattuale.

Fase esecutiva: Nel caso in cui la violazione dei doveri informativi dell’intermediario riguardi, invece, la fase
responsabilità da successiva alla stipulazione del contratto, la violazione può assumere le forme di un vero e
inadempimento proprio inadempimento - o inesatto adempimento - degli obblighi contrattuali e comportare,
oltre al generale obbligo risarcitorio da inadempimento, la risoluzione del contratto di inter-
mediazione finanziaria in corso.
È chiaro, dunque, che la natura imperativa delle norme in materia di obblighi informativi non è
sufficiente ad invocare il rimedio della nullità contrattuale, essendo necessario altresì che la
violazione riguardi norme che attengo la fase genetica del contratto - c.d. norme di validità -
ovvero ci sia una apposita norma che preveda la nullità quale specifico rimedio all’inadempi-
mento (F. Toschi Vespasiani, La violazione di obblighi informativi da parte dell’intermediario
finanziario: il rimedio risarcitorio, in Resp. civ., 2008, VI, 540 ss.).
Stabilizzando l’ondivago orientamento dei giudici di merito circa la natura della responsabilità
dell’intermediario finanziario, la successiva giurisprudenza di legittimità si è focalizzata sulla
portata degli obblighi informativi e su aspetti di natura procedurale, quali l’onus probabandi e la
quantificazione del danno.

Le specifiche esigenze In riferimento al concetto di informazione adeguata e in riferimento all’ambito di applicazione


del singolo rapporto della regola di adeguatezza, la Suprema Corte ha precisato che gli obblighi informativi cui sono
tenuti gli intermediari devono essere modellati alla luce della particolarità del rapporto che
quest’ultimi hanno con l’investitore (Cass., Sez. I, 25 giugno 2008, n. 17340, in Foro it.,
2009, 190).
L’obbligo di acquisire le informazioni necessarie dai clienti e di operare in modo che essi siano
sempre adeguatamente informati impone, all’operatore finanziario, il dovere sia di richiedere
all’investitore notizie circa la sua esperienza, la sua situazione finanziaria, gli obiettivi di
investimento e la sua propensione al rischio sia di porre il cliente-investitore nella condizione
di effettuare scelte di investimento e disinvestimento consapevoli e ragionate.
Il riferimento da parte del comma 1, lett. b, dell’art. 21. T.U.F. al concetto di informazioni
adeguate e necessarie, nonché il riferimento alla “direzione” dell’obbligo informativo nei
confronti dell’investitore inducono a ritenere che le informazioni debbano essere modellate in
modo da soddisfare le specifiche esigenze del rapporto con l’investitore.

L’abitualità Inoltre, come prescrive la normativa regolamentare di attuazione del T.U.F., gli intermediari,
nell’investimento quando ricevono dal cliente disposizioni relative ad un’operazione non adeguata, devono
fornire tutte le informazioni e le ragioni per cui non risulti opportuno procedere e se il cliente,
comunque, intende dare corso all’operazione, devono acquisire una precisa disposizione
scritta in cui si faccia riferimento a tutte le avvertenze ricevute (Cass., Sez. I, 28 settembre
2010, n. 22147, in Foro it.). Tale normativa - all’epoca dei fatti in causa contenuta nell’art. 29,
comma 3, Regolamento Consob del 1998 - si applica a qualsiasi investitore che non sia per così
dire qualificato e la mera allegazione in giudizio da parte dell’intermediario dell’abituale attività
di investimento del cliente non è sufficiente a qualificarlo come investitore qualificato.

Operazioni Specifici obblighi informati possono essere chiesti all’intermediario anche in caso di esecution
di execution only only, operazioni cioè basate su una mera esecuzione o trasmissione degli ordini

430 i Contratti 4/2019


Itinerari della giurisprudenza

dell’investitore e senza che l’intermediario finanziario sia tenuto a fornire indicazioni sulle
operazioni da effettuare al cliente ovvero sia obbligato a valutare l’adeguatezza dell’opera-
zione finanziaria richiesta.
Vero che le operazioni di execution only sono espressamente previste dalla normativa Consob -
ratione temporis dall’art. 43 del regolamento Consob 2007 - tuttavia, è sempre obbligo
dell’intermediario avvisare preventivamente l’investitore di non essere tenuto in tal ambito
ad effettuare valutazioni sul cliente e sulle operazioni (Cass. 15 giugno 2017, n.14884; con nota
di A. Paganini, in D&G, 104, 2017, 3).

La quantificazione Sotto profili di natura processuale, una importante presa di posizione si ha con una pronuncia
del danno del 2011 (Cass. 29 dicembre 2011, in Foro it., 2012, 2120) ove la Corte di legittimità ha
affermato che, nella situazione in cui viene in evidenza la violazione dell’intermediario del
dovere d’informare adeguatamente il cliente sui rischi dell’investimento finanziario, il danno
da risarcire non coincide necessariamente con la differenza tra il costo sopportato dall’inve-
stitore nel compiere l’operazione ed il minor valore che i titoli acquistati hanno al momento
della proposizione della domanda.
Richiamando il già enunciato principio di diritto di cui a Cass. 11 giugno 2010, n. 14056, i giudici
di legittimità hanno affermato che la conseguenza del comportamento illegittimo dell’inter-
mediario sta nel fatto che l’investitore si trova inconsapevolmente esposto ad un rischio che
può essere assunto soltanto a seguito di adeguate informazioni.
La giurisprudenza di legittimità ha cercato, con tale pronuncia, di ancorare la risarcibilità del
danno per carenza informativa al concetto di rischio.

Danno e rischio Il danno che il risparmiatore subisce non consiste nell’aver versato un prezzo eccessivo
per l’acquisto dei titoli, ma nel fatto che i titoli incorporano un rischio di futura perdita del
capitale investito che il cliente - ben informato - non si sarebbe presumibilmente
addossato.
La Suprema Corte ha accostato l’ipotesi dell’accollo non dovuto di un rischio a quella del danno
da perdita di chance. Mentre nella perdita di chance si tiene conto dell’illegittima privazione di
un’alea positiva, nel caso di difetto di informazione si tiene conto dell’illegittimo accollo di un
rischio.
Le successive pronunce di legittimità, riaffermando il principio di diritto secondo il quale il
danno risarcibile è da rinvenire nell’aver posto a carico dell’investitore un rischio che presu-
mibilmente egli non si sarebbe accollato se non ci fosse stata una carenza informativa
dell’intermediario, hanno apposto degli ulteriori criteri correttivi per tener conto della consa-
pevolezza (o meno) dell’investitore sul maggior rischio assunto.
Il danno può essere liquidato, in misura pari alla differenza tra il valore dei titoli al momento
dell’acquisto e il valore che gli stessi hanno al momento della domanda giudiziale, soltanto se
non risulti che, dopo l’acquisto e prima della suddetta domanda, il cliente, usando l’ordinaria
diligenza, avrebbe potuto rendersi conto della rischiosità dei titoli acquistati e che, allo stesso
tempo, non sussistevano impedimenti giuridici o di fatto al disinvestimento. In caso contrario,
il risarcimento verrà commisurato alla diminuzione del valore dei titoli tra il momento del-
l’acquisto e quello in cui l’investitore si sia reso conto, o avrebbe potuto rendersi conto, del loro
livello di rischiosità. (Cass. 31 dicembre 2013, n. 28810, in Danno e resp., 2014, 1035; Cass. 24
gennaio 2014, n. 1511, in ilcaso.it).

L’onere probatorio Sempre in materia di giudizi risarcitori per inadempimento degli obblighi informativi e per
quanto attiene, propriamente, alla ripartizione dell’onere probatorio, la Corte di legittimità
generalmente richiama il principio di diritto, affermato nella sentenza delle Sezioni Unite n.
13533 del 2001, secondo il quale il creditore, che agisce per l’adempimento, per la risoluzione
o per il risarcimento del danno, deve dare la prova della fonte negoziale o legale del suo diritto
e, se previsto, del termine di scadenza, mentre può limitarsi ad allegare l’inadempimento della
controparte; sarà il debitore convenuto a dover fornire la prova del fatto estintivo del diritto,
costituito dall’avvenuto adempimento.
Con una prima pronuncia la Cassazione ha difatti confermato che, in tema di intermediazione
finanziaria, è sufficiente che l’investitore alleghi l’inadempimento dell’obbligazioni poste a
carico dell’intermediario ai sensi dell’art. 21 del D.Lgs. n. 58 del 1998 e che provi che il
pregiudizio lamentato consegua a tale inadempimento; mentre grava sull’intermediario
l’onere di aver rispettato i dettami della legge e di aver agito con la specifica diligenza richiesta
(Cass. 6 agosto 2014, n.17726, in Resp. civ. prev., con nota di F. Greco, 2014, 1853).
Il riparto dell’onere della prova basato su criteri ermeneutici di natura contrattuale e proces-
sualmente vantaggiosa per il creditore è stato però limitato da due successive pronunce di
legittimità.

i Contratti 4/2019 431


Itinerari della giurisprudenza

Non esistendo nessuna normativa che esonera il cliente risparmiatore dall’onere di allega-
zione delle obbligazioni che lamenta essere state inadempiute, l’investitore è tenuto ad
allegare lo specifico inadempimento previsto dalla normativa del T.U.F. e dalla normativa
regolamentare, fornendo altresì la prova del danno e del nesso di causalità tra il danno e
l’inadempimento, anche sulla base di presunzioni (Cass., Sez. I, 19 gennaio 2016, (ud. 22
ottobre 2015), n. 810).

Prova per testi Una limitazione all’estesa garanzia processuale in capo all’investitore è riscontrabile anche in
riferimento alle specifiche modalità con le quali l’intermediario possa provare l’adempimento
dell’obbligazioni.
A fronte di una contestazione del cliente, infatti, è concesso all’intermediario finanziario
provare “con qualsiasi mezzo” che le informazioni dovute siano state rese. È ammissibile,
in altre parole, all’intermediario provare il proprio adempimento facendo ricorso anche alla
prova testimoniale (Cass. 6 giugno 2016, n.11578, in ilsocietario.it), fermo restando che
l’onere della prova dell’assolvimento dell’obbligo informativo posto a carico dell’intermediario
finanziario non si esplica nella semplice dimostrazione processuale di assenza di negligenza
(prova negativa), ma nella prova positiva dell’esatta diligenza (Cass. 28 febbraio 2018, n. 4727,
in laleggepertutti.it).

Nesso di causalità Garantista della posizione creditoria è, d’altra parte, l’orientamento della giurisprudenza circa
e presunzione la prova del nesso di causalità tra l’omissione di informazioni e il danno economico subito, che
non deve necessariamente essere dimostrato dall’investitore proprio perché il mancato
rispetto degli obblighi di informazione comporta un alleggerimento dell’onere probatorio
gravante sull’investitore ai fini del risarcimento del danno. Tale posizione processuale per-
mette al giudice di accertare in via presuntiva detto nesso di causalità. In sostanza, l’accerta-
mento dell’inadempimento degli obblighi di informazione permette anche di accertare in via
presuntiva il nesso di causalità tra l’inadempimento e il danno patito dal cliente-investitore.
Questa presunzione può essere vinta dall’intermediario solo attraverso la prova del corretto
adempimento degli obblighi informativi (Cass. 20 marzo 2018, n. 6920, in ilcaso.it; Cass. 17
novembre 2016, n. 23417, in ilcaso.it).

Strumenti derivati La giurisprudenza di legittimità si è soffermata, da ultimo, anche sulla portata degli obblighi
e obblighi informativi informativi in materia di operazioni finanziarie in strumenti derivati (Cass. 10 dicembre 2018, n.
31896, in D&G, con nota di R. Bencini, Derivati: quando scatta l’obbligo di segnalazione delle
perdite?, 218, 2018, 7).
La natura di tali strumenti finanziari, infatti, impone obblighi informativi più stringenti a capo
degli intermediari.

L’obbligo In tale ambito l’art. 28, comma 3, Reg. Consob n. 11522 del 1998 stabilisce che gli intermediari
di segnalazione autorizzati debbano informare prontamente e per iscritto l’investitore appena le operazioni in
delle perdite strumenti derivati e in warrant da lui disposte per finalità diverse da quelle di copertura abbiano
generato una perdita, effettiva o potenziale, pari o superiore al 50% del valore dei mezzi
costituiti a titolo di provvista e garanzia per l’esecuzione delle operazioni.
Il valore di riferimento di tali mezzi si ridetermina in occasione della comunicazione all’inve-
stitore della perdita, nonché in caso di versamenti o prelievi.
La Corte ha precisato come l’obbligo di informazione dell’intermediario sia ampio e mobile,
cioè si concretizza con riferimento non solo al capitale iniziale, ma anche con riguardo alle
perdite effettive o potenziali e con riferimento a quelle calcolate in rapporto ai versamenti o
prelievi dell’investitore.
La misura delle giacenze sul conto, che subiscono incrementi o decrementi in virtù di
versamenti o prelievi non si riferisce solo a quelli del correntista ma anche quelli mediati
dall’intermediario su ordine del cliente. Anche tale ultima ipotesi comporta una ridetermina-
zione dei mezzi costituiti a titolo di provvista e garanzia per l’esecuzione delle operazioni
intermediate. Sicché la nuova determinazione deve essere espressamente comunicata
all’investitore applicandosi altrimenti quella originariamente determinata o, in caso di ripetute
variazioni, quella comunicata per ultima.

Gli ordini di investimento Considerati gli orientamenti giurisprudenziali maturati in materia di contratto-quadro, occorre,
a questo punto, analizzare quali siano le sorti del singolo ordine di acquisto nel caso di
violazione da parte dell’intermediario degli obblighi informativi.
La possibilità di impugnare il singolo ordine di acquisto non può prescindere da una preliminare
disamina del rapporto giuridico che lega tali ordini al contratto di intermediazione finanziaria.

432 i Contratti 4/2019


Itinerari della giurisprudenza

È chiaro, infatti, che l’analisi del rapporto tra il contratto di intermediazione finanziaria e i singoli
ordini di acquisto assume un ruolo preponderante laddove è necessario verificare se l’inva-
lidità del contratto-quadro travolga o meno i successivi ordini di acquisto ovvero se l’invalidità
del singolo ordine di acquisto ha efficacia caducante del contratto di intermediazione
finanziaria.
Partendo dalla diversa qualificazione giuridica del contratto di intermediazione è possibile
discernere i diversi effetti giuridici e, soprattutto, è possibile verificare quale rimedio giudi-
ziario può essere adottato dall’investitore relativamente al singolo ordine di acquisto.
In merito, sia la dottrina che la giurisprudenza hanno adottato due diverse tesi.

Contratto di mandato La prima tesi ritiene che il contratto di intermediazione finanziaria deve essere qualificato
come un contratto di mandato.
Tale qualificazione è stata sostenuta sia dalle Sezioni Unite del 2007 (Cass., SS.UU., 19
dicembre 2007, n. 26724 e n. 26725, in questa Rivista, con nota di V. Sangiovanni, Inosser-
vanza delle norme di comportamento: la Cassazione esclude la nullità, 221 ss.) che dalla
giurisprudenza di merito (Trib. Monza 4 giugno 2008; Trib. Rovereto, sentenza del 18/01/2006;
in dottrina, aderisce a tale tesi Galgano in F. Galgano - N. Zorzi, “Tipologia dei contratti tra
intermediario e risparmiatore”, in Mercato finanziario e tutela del risparmio, Trattato di diritto
commerciale e di diritto pubblico dell’economia, F. Galgano - G. Visintini (a cura di), XLIII,
Milano, 2006, 66; M. Palmieri, Responsabilità dell’intermediario finanziario per violazione
degli obblighi di informazione e protezione dell’investitore non professionale, in Giur. comm.,
2005, II, 517).
Accostando la figura del contratto-quadro a quella del mandato, le operazioni che l’interme-
diario compie per il cliente, anche se consistenti in atti di natura negoziale “costituiscono pur
sempre il momento attuativo del precedente contratto di intermediazione”. Gli ordini di
acquisto rappresentano, alla stregua di tale impostazione ermeneutica, delle istruzioni impar-
tite dal cliente-mandante all’intermediario-mandatario.
I singoli ordini di acquisto, configurando delle mere istruzioni, non sono qualificabili come
dichiarazioni negoziali e, pertanto, l’unico negozio sul quale cadono le conseguenze giuridiche
in caso di inadempimento degli obblighi informativi è soltanto il contratto-quadro.
L’acquisto dello strumento finanziario non rappresenta, dunque, un effetto ulteriore di un
contratto traslativo tra l’intermediario e l’investitore e non è dotato di un autonomo requisito
causale. L’acquisto dello strumento finanziario, in sostanza, ripete l’elemento causale del
contatto di intermediazione, di cui costituisce un mero adempimento.

Contratto normativo Una seconda tesi qualifica, invece, il contratto-quadro come un contratto normativo (in
giurisprudenza, App. Brescia 20 giugno 2007; Trib. Venezia 30 maggio 2007, in www.
ilcaso.it; Cass. 25 giugno 2008, n. 17341, in www.ilcaso.it; Cass. 29 settembre 2005, n.
19024, in Foro it., 2006; In dottrina aderiscono a tale indirizzo F. Iudica, La responsabilità degli
intermediari finanziari, Trento, 2011, 8; M. Della Casa, Collocamento di prodotti finanziari e
regole di informazione: la scelta del rimedio applicabile, in Danno e resp., 2005, 1242).
Secondo tale impostazione il contratto di intermediazione finanziaria configura un negozio
giuridico con il quale le parti regolano i propri futuri contratti nei modi e nelle forme previste
dallo stesso contratto normativo. In virtù di tale qualificazione, i singoli ordini di acquisto del
cliente non configurano delle mere istruzioni ma dei veri e propri negozi giuridici che si
perfezionano mediante comportamento concludente ai sensi dell’art. 1327 c.c.
In altre parole, la fattispecie si perfeziona non attraverso l’ordinario incontro di una proposta e
di una accettazione, ma mediante la formulazione di una proposta del cliente (cioè l’ordine di
acquisto) e la successiva accettazione - per comportamento concludente - della banca.

La compravendita Gli ordini impartiti dal cliente ed eseguiti dalla banca danno vita ad autonomi contratti di
di strumenti finanziari compravendita di strumenti finanziari, che rappresentano la fase attuativa della prestazione
che è ad oggetto del contratto-quadro.
Come già accennato, la differente qualificazione del contratto quadro comporta conseguenze
giuridiche e processuali diverse.
L’adesione alla tesi del contratto-quadro come contratto di mandato equivale ad ammettere
che l’intera operazione economica tra il cliente e l’intermediario finanziario sia sorretta da
unico negozio giuridico: il contratto di intermediazione finanziaria. In questo caso allora, la
tutela dell’investitore, a fronte dell’inadempimento degli obblighi informativi dell’intermedia-
rio, si esplica nella richiesta di risoluzione del solo contratto-quadro, avendo per l’appunto i
singoli ordini di acquisto una natura non negoziale.
Aderendo, invece, alla seconda tesi, sempre in presenza di un deficit informativo, il cliente
potrà agire giudizialmente e chiedere, a seconda della propria esigenza, la risoluzione del

i Contratti 4/2019 433


Itinerari della giurisprudenza

contratto di intermediazione finanziaria ovvero la risoluzione dell’autonomo contratto di


compravendita di strumenti finanziari.
La seconda tesi ha l’innegabile vantaggio di consentire al cliente di “attaccare” in giudizio il
singolo ordine di acquisto pregiudizievole dei suoi interessi, lasciando intatto sia il contratto
quadro che gli ulteriori ordini di acquisto vantaggiosi.
Sebbene la giurisprudenza successiva alle Sezioni Unite del 2007 non abbia assunto una
posizione netta sulla natura giuridica del contratto-quadro, essa ha comunque contribuito ad
estendere la tutela del risparmiatore.
Così, nel 2016 la Cassazione (Cass. 9 agosto 2017, n. 16820, in ilcaso.it), chiarendo la portata
applicativa del principio di diritto enunciato dalle Sezioni Unite, ha legittimato l’impugnativa in
giudizio del singolo ordine di acquisto.
I giudici di legittimità hanno precisato che le Sezioni Unite del 2007 nell’affermare che la
violazione dei doveri d’informazione può dar luogo a responsabilità precontrattuale, con
conseguenze risarcitorie, ove tali violazioni abbiano luogo nella fase anteriore alla stipulazione
del contratto quadro, ovvero a responsabilità contrattuale, con conseguente risoluzione del
contratto, ove le violazioni riguardino le operazioni di investimento e disinvestimento,
abbiano, in realtà, soltanto chiarito che l’inosservanza di tali norme comportamentali non
può determinare la nullità del contratto quadro o dei singoli atti negoziali.

L’inadempimento Le Sezioni Unite del 2007 non hanno inteso circoscrivere l’ambito di applicazione dell’ina-
informativo incide anche dempimento degli obblighi informativi soltanto al contratto quadro, in quanto la questione
sui singoli ordini sottoposta al loro esame non aveva ad oggetto le singole operazioni di investimento o
di investimento disinvestimento.
Di conseguenza, i giudici di legittimità, oltre a richiamare la tradizionale distinzione, inaugurata
dalle Sezioni Unite del 2007, tra la fase precontrattuale prodromica alla stipulazione del
contratto quadro e la fase contrattuale conseguente alla stipulazione dello stesso, hanno
individuato, altresì, all’interno della fase contrattuale due momenti diversi.
Nell’ambito di questi due momenti, che possono essere collocati in una fase anteriore o
successiva alle singole operazioni di investimento, l’inadempimento degli obblighi informativi
a carico dell’intermediario finanziario può incidere in maniera differente.
A seconda dei casi, difatti, l’inadempimento può comportare la risoluzione dell’intero
rapporto ovvero di quegli specifici rapporti derivanti dai singoli ordini di investimento e
disinvestimento.
Dunque, la violazione degli obblighi informativi, posti a carico dell’intermediario finanziario,
ben possono costituire un inadempimento dei singoli ordini di acquisto, legittimando il cliente
a domandare la risoluzione di questi ultimi, anziché del contratto di intermediazione finanziaria.
In continuità a tale orientamento, ma con importanti novità decisionali, si è posta la Cassazione
nel 2017 (Cass. 23 maggio 2017, n.12937, in Banca, borsa, tit. cred., 2018, 398, con nota di C.
Rinaldo, La risoluzione dei singoli ordini di investimento sotto una nuova luce: riflessioni su un
recente intervento della Suprema Corte).
Nel caso in esame la Corte d’Appello aveva negato la risoluzione dei singoli ordini di acquisto,
ammettendola soltanto per il contratto quadro, il cui effetto avrebbe travolto anche i singoli
ordini di acquisto dipendenti dallo stesso.
Tuttavia, anche in tal caso, la Suprema Corte non si è focalizzata a risolvere il dibattito dottrinale
circa la natura giuridica dei singoli ordini di acquisto. Non ha cioè definito se gli ordini di acquisto
siano da intendersi quali momenti esecutivi del contratto quadro ovvero siano da considerarsi
degli autonomi negozi giuridici dotati di una propria causa.
D’altra parte, la Corte ha ammesso la autonoma risolubilità dei singoli ordini di investimento
sulla base delle regole proprie del diritto comune contrattuale e, nella specie, tenendo conto
della ratio della normativa di diritto civile che, in ordine ad un inadempimento, regola lo
squilibrio del sinallagma contrattuale.
A tal punto, i giudici, nell’affermare che il rapporto tra l’intermediario finanziario e il cliente sia
un rapporto contrattuale di carattere complesso, hanno sostenuto che l’inadempimento di
una singola prestazione (nel caso di specie, derivante da un obbligo informativo) non conduce,
necessariamente, all’esigenza di risolvere l’intero rapporto, ben potendo la parte adempiente
avere interesse a conservare le utilità che il contratto gli abbia procurato.
Nel caso in cui l’intermediario, inadempiente dell’obbligo informativo, potesse opporre in
giudizio la necessità della risoluzione totale del rapporto contrattuale, allora, verrebbe illegit-
timamente alterata la scelta della parte adempiente di chiedere l’adempimento ovvero la
risoluzione ai sensi dell’art. 1453 c.c.
In altre parole, la Suprema Corte ha affermato che condizionare la caducazione dei singoli
ordini di acquisto di strumenti finanziari alla caducazione del rapporto quadro implica far
perdere all’investitore - parte adempiente - anche tutte le utilità che l’intero rapporto giuridico
gli abbia arrecato, a tutto vantaggio della parte inadempiente.

434 i Contratti 4/2019


Itinerari della giurisprudenza

Che la posizione del contraente adempiente sia meritevole di tutela è (anche) desumibile dalla
normativa in materia di adempimento parziale. L’art. 1181 c.c., difatti, attribuisce al creditore
l’opportunità di conservare le utilità derivategli dal rapporto contrattuale anche in presenza di
una inesatta prestazione del debitore.
La pronuncia in questione assume una notevole rilevanza laddove attribuisce al rapporto
giuridico di intermediazione finanziaria una struttura complessa, in grado di articolarsi in
diverse fasi.
La prima fase è caratterizzata dalla stipulazione del contratto quadro e la seconda fase è
rappresentata dal momento attuativo del rapporto che si esplica nell’esecuzione dei singoli
ordini di investimento. Proprio perché tale momento, espressione della fase decisionale
dell’investimento, è intimamente essenziale al rapporto tra il cliente e l’intermediario, i singoli
ordini non possono essere intesi come una mera ripetizione del contratto quadro. Pertanto,
ciascun ordine di investimento, avendo una propria autonomia, può essere singolarmente
risolto, fermo sempre l’effettivo risconto della non scarsa importanza dell’inadempimento
dell’intermediario.
Si vede bene, tuttavia, come la giurisprudenza si sia interessata, per la risoluzione del caso,
soltanto a porre una riflessione in ordine alla struttura del rapporto finanziario, senza chiarire la
natura giuridica del contratto di intermediazione e dei singoli ordini di investimento.

i Contratti 4/2019 435


Argomenti
I singoli contratti

Donazione

La donazione in riguardo
di matrimonio
di Katia Mascia (*)

Nell’articolo che segue l’autrice affronta il tema delle donazioni obnuziali, fatte in riguardo di un
determinato futuro matrimonio e, alla luce delle regole generali dettate dal legislatore, ne analizza gli
aspetti fondamentali e peculiari.

Il contratto di donazione. Generalità non con un intento benefico o altruistico, ma con


Il legislatore definisce la donazione all’art. 769 c.c. lo scopo obiettivo che si raggiunge attraverso il nego-
come il contratto con il quale, per spirito di liberalità, zio e che ne costituisce la causa, cioè, la gratuita
una parte (donante) arricchisce l’altra (donataria), attribuzione del bene al donatario (2).
disponendo a favore di questa di un suo diritto o Si ritiene che la spontaneità dell’attribuzione patri-
assumendo verso la stessa un’obbligazione (1). La moniale non sia incompatibile con l’esasperata con-
donazione, dunque, si caratterizza sia per un elemento flittualità esistente tra le parti al momento del
oggettivo - che consiste in un’attribuzione patrimo- contratto, la quale si atteggia come elemento fattuale
niale che incrementa il patrimonio del donatario e, al del tutto neutro rispetto alla causa della donazione,
contempo, comporta un depauperamento di quello non integrando né un’ipotesi di cogenza giuridica, né
del donante -, sia per un elemento soggettivo, cioè lo un’ipotesi di costrizione morale, salva l’eventuale
spirito di liberalità, il c.d. animus donandi, che si rilevanza di motivi di annullamento del contratto
ritiene presente ogniqualvolta il donante conferisce per vizio della volontà (3).
al donatario un vantaggio patrimoniale con la piena In ambito matrimoniale, l’atto attraverso il quale un
consapevolezza di non esservi in alcun modo coniuge si obbliga a trasferire all’altro - nel quadro
costretto. della complessiva regolamentazione dei loro rapporti
In altre parole, l’intento di donare, quale volontà del in sede di separazione - determinati beni, non confi-
donante diretta a compiere a favore di un altro gura un contratto di donazione, ma un diverso con-
soggetto un’attribuzione patrimoniale gratuita, tratto atipico, con propri presupposti e finalità (4).
priva cioè di controprestazioni, consiste nella Si tratta di un contratto a titolo gratuito, ma il
coscienza dello stesso del compimento di un’elargi- carattere della gratuità non esclude, tuttavia, uno
zione patrimoniale ad altri in assenza di un vincolo scopo rimunerativo. Esiste, infatti, l’ipotesi contem-
giuridico che determini tale comportamento. Per- plata dal legislatore nell’art. 770, comma 1, c.c., ossia
tanto, ad avviso della giurisprudenza, lo spirito di la liberalità fatta per riconoscenza o in considerazione
liberalità richiamato dall’art. 769 c.c. si identifica dei meriti del donatario o per speciale rimunerazione.

(*) Il presente contributo è stato sottoposto, in forma anonima, donazione comincia a delinearsi come negozio tipico soltanto
al vaglio del Comitato di valutazione. con l’imperatore Costantino il quale, abolita la lex Cincia e il relativo
(1) Ai sensi dell’art. 1050 del codice civile del 1865 “la dona- divieto di donazione, detta una specifica disciplina per gli atti di
zione è un atto di spontanea liberalità, col quale il donante si spoglia liberalità, imponendo il rispetto di una serie di formalismi.
attualmente ed irrevocabilmente della cosa donata in favore del (2) Cass. 16 ottobre 1976, n. 3526, in Mass. Giur. it., 1976. Ciò
donatario che l’accetta”. vale anche per le cosiddette donazioni indirette, in cui la liberalità è
Nel diritto romano, in età preclassica e classica la donazione non raggiunta attraverso l’utilizzazione strumentale di negozi diversi.
costituiva un negozio giuridico autonomo ma una finalità che (3) Cass. 21 maggio 2012, n. 8018.
poteva essere raggiunta attraverso l’utilizzo di diversi schemi (4) Cass. 8 novembre 2006, n. 23801, in Fam. dir., 2007, 2, 174;
negoziali. Con la lex Cincia de donis et muneribus, nel 204 a.c., Trib. Varese 23 gennaio 2010, in Fam. dir., 2011, 1, 60; Trib. Roma
si disciplina per la prima volta la causa donationis ma allo scopo di 7 gennaio 2016; Trib. Taranto 4 aprile 2017; Cass. 5 luglio 2018, n.
vietare gli atti di liberalità eccedenti un certo ammontare. La 17612.

436 i Contratti 4/2019


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I singoli contratti

In tali casi ricorre la donazione rimuneratoria (5): ciò ottemperare a determinate consuetudini sociali, può
che spinge il donante alla liberalità è la gratitudine o costituire un criterio residuale per ascrivere il negozio
il sentimento di ammirazione che egli prova nei giuridico alla fattispecie prevista dall’art. 770,
confronti del donatario o la specifica intenzione di comma 2, c.c. Peraltro, mentre le donazioni rimune-
rimunerare un servizio resogli dal donatario o anche ratorie richiedono, per il loro perfezionamento, la
semplicemente promesso. Tuttavia, l’attribuzione forma solenne prevista per le donazioni tipiche, la
deve essere fatta non come corrispettivo di ciò che liberalità che si suole fare in occasione di servizi resi o
si è ricevuto ma con la consapevolezza che non si è comunque in conformità agli usi non richiede tale
tenuti all’attribuzione né per legge, né in adempi- forma (8).
mento di un’obbligazione naturale, né per costume
sociale (6). Capacità di disporre e di ricevere
Pur essendo una vera e propria donazione, sono previ- per donazione
ste, per la donazione rimuneratoria, alcune norme Mentre il codice civile del 1865, nello stabilire la
speciali. Non si applica, infatti, l’art. 437 c.c. che capacità del donante, si richiamava a quella del
impone al donatario di prestare gli alimenti al testatore, prevedendo testualmente all’art. 1052
donante, né è possibile, ex art. 805 c.c., la revocazione che “Non può donare chi non può fare testamento...”,
per ingratitudine e per sopravvenienza di figli. Inoltre, quello vigente sancisce all’art. 774 c.c. che la capacità
è contemplata una limitata garanzia per evizione del di donare spetta soltanto a coloro che hanno la piena
donante verso il donatario (art. 797, n. 3, c.c.). capacità di disporre dei propri beni. Tuttavia, viene
Non costituisce donazione la liberalità che si suole considerata valida la donazione effettuata dal minore
fare in occasione di servizi resi o comunque in con- e dall’inabilitato nel loro contratto di matrimonio, a
formità agli usi (c.d. liberalità d’uso) (art. 771, norma degli artt. 165 e 166 c.c.
comma 2, c.c.) (7). Come affermato in giurispru- Essendo la donazione un negozio dal carattere perso-
denza, il criterio distintivo tra la fattispecie della nalissimo, ne viene esclusa la rappresentanza. Il legi-
liberalità che si suole fare in occasione di servizi slatore pone, all’art. 777, comma 1, c.c. il divieto per i
resi e le donazioni rimuneratorie consiste nel fatto legali rappresentanti di fare donazioni per la persona
che la prima è un’attribuzione, oltre che rimunera- incapace da essi rappresentata. In deroga al divieto
toria, anche d’uso, ispirata dall’intento di porre, sancito nel primo comma, il successivo consente le
rispetto ai servizi resi, un elemento di corrispettività liberalità fatte in occasione delle nozze a favore dei
o di adeguare la condotta dell’autore del negozio a un discendenti dell’interdetto e dell’inabilitato, con le
costume sociale e familiare, mentre la seconda ha la forme abilitative richieste. In altre parole, nel caso
funzione di gratificare l’autore dei servizi resi. La dell’interdetto, l’efficacia della donazione è subordi-
proporzione del donato ai servizi resi, nelle ipotesi nata alla rappresentanza del tutore e all’autorizzazione
incerte in cui la liberalità non sia imposta dall’uso di del Tribunale, mentre, nel caso dell’inabilitato, all’as-
rimunerare determinati servizi e non sia effettuata per sistenza del curatore - la cui volontà va ad integrare

(5) “La sussistenza di un dovere costituzionale all’istruzione e sociale ed alle condizioni economiche dell’autore dell’atto”
all’educazione dei figli esclude che il sostenimento dei relativi (Cass., 12 giugno 2018, n. 15334); Cass., 19 settembre 2016, n.
costi da parte di uno dei genitori costituisca donazione rimunera- 18280; “La qualificazione giuridica di un’elargizione come libera-
toria a beneficio della figlia minore e comporta, pertanto, che il lità effettuata in conformità agli usi ex art. 770, secondo comma,
relativo pagamento costituisca quanto meno obbligazione natu- cod. civ., deve risultare non solo dal rapporto con la potenzialità
rale ex art. 2034 c.c., non ripetibile in quanto tale; e ciò in quanto economica del donante ma anche in relazione alle condizioni
l’atto giuridico di pagamento che trova fondamento non in un’atti- sociali in cui si svolge la sua vita di relazione, oltre che dal concreto
vità del donante - e nel proprio spirito di liberalità (animus donandi) - accertamento dell’‘animus solvendi’ consistente nell’equivalenza
bensì nello status di genitore costituisce adempimento di una economica tra servizi resi e liberalità ed, infine, dall’effettiva
obbligazione nascente dalle comuni norme morali e sociali, circo- corrispondenza agli usi, intesi come costumi sociali e familiari”
stanza che, in quanto assorbente rispetto all’animus donandi, ne (Cass. 18 giugno 2008, n. 16550); Trib Rovigo 7 dicembre 2007.
esclude la natura di liberalità” (Trib. Monza 29 agosto 2005). (8) Trib. Benevento 5 dicembre 2007; “Per donazione remu-
(6) Corradi, sub art. 770, in Delle donazioni, a cura di Bonilini, neratoria deve intendersi l’attribuzione gratuita compiuta sponta-
Comm. Gabrielli, Torino, 2014, 90. neamente e nella consapevolezza di non dover adempiere alcun
(7) “La liberalità d’uso prevista dall’art. 770, comma 2, c.c., che obbligo giuridico, morale o sociale per compensare i servizi resi e/o
non costituisce donazione in senso stretto e non è soggetta alla promessi dal donatario, mentre per la configurabilità della liberalità
forma propria di questa, trova fondamento negli usi invalsi a d’uso si richiede non solo che l’attribuzione patrimoniale gratuita
seguito dell’osservanza di un certo comportamento nel tempo, sia effettuata per speciale apprezzamento dei servizi in prece-
di regola in occasione di festività, ricorrenze, ricorrenze celebra- denza ricevuti dal donante o per rispettare l’uso che consiglia di
tive nelle quali sono comuni le elargizioni, tenuto in particolare compierla in determinate occasioni, ma anche una certa equiva-
conto dei legami esistenti tra le parti, il cui vaglio, sotto il profilo lenza economica tra il valore delle cose donate e quello dei servizi
della proporzionalità, va operato anche in base alla loro posizione ricevuti dal disponente” (Cass., 1° febbraio 1992, n. 1077).

i Contratti 4/2019 437


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I singoli contratti

quella dell’inabilitato - e all’autorizzazione del Tribu- donare del beneficiario, ove le sue condizioni psico-
nale, trattandosi di atto eccedente l’ordinaria fisiche non gli consentano di esprimere una libera e
amministrazione (9). consapevole volontà e siano tali da indurre a ritenere
L’art. 778 c.c. prevede la nullità del mandato con il che il processo di formazione e manifestazione di tale
quale si attribuisce ad altri la facoltà di designare la volontà possa andare incontro a turbamenti per l’in-
persona del donatario o di determinare l’oggetto della cidenza di fattori endogeni o di agenti esterni (12).
donazione (10). Viene invece considerata valida la Se la donazione viene fatta da una persona che,
donazione a favore di un soggetto che un terzo sceglierà sebbene non interdetta, si provi essere stata per
tra più persone designate dal donante o appartenenti a qualsiasi causa, anche transitoria, incapace di inten-
determinate categorie, o a favore di una persona giuri- dere o di volere (13) al momento di donare, il legi-
dica tra quelle indicate dal donante stesso. È parimenti slatore prevede la possibilità che possa esser
valida la donazione che ha per oggetto una cosa che un annullata, previa istanza del donante, dei suoi eredi
terzo determinerà tra più cose indicate dal donante o o aventi causa. L’azione si prescrive in cinque anni
entro i limiti di valore dal donante stesso stabiliti. decorrenti dal giorno in cui la donazione è stata fatta.
Con particolare riferimento ad un soggetto benefi- Ad avviso della giurisprudenza la prova dell’incapa-
ciario di amministrazione di sostegno (11), la giuri- cità può essere fornita con qualsiasi mezzo, comprese
sprudenza ha affermato che il giudice tutelare può le presunzioni, nonché ricorrendo ad elementi rac-
prevedere d’ufficio, ex artt. 405, comma 5, nn. 3 e 4, e colti in un diverso giudizio fra le stesse parti o fra
407, comma 4, c.c., sia con il provvedimento di altri (14). Infatti, la prova, pur dovendo coinvolgere
nomina dell’amministratore, sia mediante successive il momento in cui l’atto impugnato viene posto in
modifiche, la limitazione della capacità di testare o essere, non deve necessariamente consistere in una

(9) Per De Rosa, La capacità di disporre e ricevere per dona- fare donazione. Ciò vale sia nel caso di amministrazione di affian-
zione degli interdetti, degli inabilitati e degli incapaci naturali, in camento, salvo che il giudice ritenga di dover inserire nel decreto la
Fam. Pers. Succ., 2012, 225: “Posto che l’esclusione della rap- limitazione a tale facoltà, ex art. 411, ult. comma, c.c., sia nel caso
presentanza legale nella donazione è giustificata sia con il carat- di amministrazione sostitutiva, previa autorizzazione del giudice
tere personale della volizione del donante e sia con gli effetti tutelare, qualora sia accertato con sicurezza l’intento liberale del
pregiudizievoli che l’atto comporta per il patrimonio dell’incapace, beneficiario e non si ravvisi alcun pregiudizio per la tutela degli
alla base del riconoscimento di questa eccezionale capacità di interessi personali e patrimoniali dello stesso”.
donazione vi è la soddisfazione di una esigenza socialmente (13) “(...) L’incapacità di intendere o di volere, detta anche
apprezzabile facente capo all’incapace ossia quella di favorire il incapacità naturale, attiene allo stato di disordine delle facoltà
matrimonio: l’istituto matrimoniale, in considerazione della sua intellettive e volitive dell’individuo privandolo delle capacità di
importanza dal punto di vista ontologico e dell’interesse superiore rendersi conto di ciò che si vuole, si dichiara o si compie nelle
della famiglia, va a interagire nel sistema contrattuale donativo, singole attività negoziali. A tal fine però, è necessaria un’infermità
restringendo l’ambito negativo fissato dal primo comma della transitoria o permanente che privi il soggetto in modo assoluto
norma in esame”. della capacità di autodeterminarsi e della coscienza del significato
(10) App. Torino 16 novembre 1995; Cass. 24 luglio 2012, n. dell’atto stesso secondo un giudizio riservato al giudice di merito,
12991; Trib. Ivrea 30 marzo 1983. incensurabile in sede di legittimità ove adeguatamente motivato”
(11) La ratio dell’amministrazione di sostegno è stata indivi- (App. L’Aquila 5 ottobre 2012).
duata nell’esigenza di offrire a chi si trovi nell’impossibilità, anche (14) “L’erede del donante può agire per chiedere l’annulla-
parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi uno stru- mento della donazione compiuta dal ‘de cuius’, provando con
mento di assistenza che ne sacrifichi nella minor misura possibile ogni mezzo lo stato di incapacità di intendere e di volere in cui
la capacità di agire, ravvisandosi in tale specifica funzione l’ele- questo versava al momento del compimento dell’atto” (Cass. 3
mento caratteristico dell’istituto in esame rispetto agli altri già giugno 2009, n. 12831); Cass. 23 febbraio 1995, n. 2085; Trib.
previsti a tutela degli incapaci, quali l’interdizione e l’inabilitazione, Monza 11 gennaio 2006; Trib. Bari 6 febbraio 2007: “(...) L’inda-
non soppressi, ma solo modificati dalla L. n. 6/2004, attraverso la gine sulle capacità mentali del donante, compete, in ogni caso, al
novellazione degli artt. 414 e 427 c.c. giudice di merito, il quale non può, tuttavia, utilizzare l’eventuale
(12) Cass. 21 maggio 2018, n. 12460; Trib. Vercelli 19 febbraio dichiarazione del notaio rogante in ordine alla sanità mentale del
2018: “L’assoluta incapacità di donare in capo al beneficiario di donante, poiché si tratta di una sua valutazione e non di fatti storici
amministrazione di sostegno, che discende dalla necessaria appli- avvenuti in presenza del pubblico ufficiale”; Cass., 17 settembre
cazione dell’art. 774, comma 1, c.c. integra un vero e proprio 2013, n. 21148, in Notariato, 2013, 6, 620: “In tema di capacità del
ostacolo di ordine sociale che deprime il pieno sviluppo della donante e quindi di validità ed efficacia della donazione, l’incapa-
personalità umana, in quanto inibisce al beneficiario - pur con le cità naturale, quale causa d’annullamento del negozio, è desumi-
necessarie cautele - il proprio animus donandi così come con- bile (anche) dalla (anteriore) certificazione della Commissione
cesso, al contrario, alla generalità dei consociati. È rilevante e non medica anche se chiamata a valutare la valutazione della domanda
manifestamente infondata la questione di legittimità costituzio- di invalidità pensionistica, proposta dal medesimo soggetto poi
nale dell’art. 774, comma 1, c.c. per contrasto con gli artt. 2 e 3, divenuto donante. Pertanto, una volta provata l’infermità mentale
commi 1 e 2, Cost., nella parte in cui non prevede che siano permanente, è onere di chi afferma la validità dell’atto dimostrare
consentite, con le forme abilitative richieste, le donazioni da che sia stato compiuto in occasione di una temporanea regres-
parte del beneficiario di amministrazione di sostegno”; Trib. La sione della patologia, ovvero in un lucido intervallo, secondo la
Spezia 2 ottobre 2010: “Il beneficiario di amministrazione di corretta interpretazione delle norme di cui agli artt. 2697 e 428
sostegno, il quale, se pure può venir limitato nella sua autonomia c.c.”.
negoziale, mai diviene formalmente incapace, può liberamente

438 i Contratti 4/2019


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I singoli contratti

prova dell’incapacità fornita direttamente con rife- l’inabilitazione, affermando che questa situazione
rimento alla situazione di quel momento, ben non consiste nella cattiva amministrazione del pro-
potendo cogliersi la situazione di incapacità del con- prio patrimonio o nella mancata previsione degli
traente da un quadro generale anteriore e posteriore effetti dannosi che si siano verificati a seguito di affari
al momento della redazione dell’atto, donde trarre da male impostati o erroneamente trattati, ancorché per
situazioni note elementi presuntivi che siano indi- colpa dell’interessato. Essa si concreta, invece, in
rettamente idonei a dimostrare l’incapacità al un’abitudine di spendere in modo disordinato e smi-
momento della stipula dell’atto impugnato (15). surato, non confacente con le proprie condizioni
L’apprezzamento delle prove sfugge al sindacato di patrimoniali ed economiche, così da denotare un’a-
legittimità se è sorretto da congrue argomentazioni, nomalia o alterazione psichica, che abolisca o riduca
esenti da vizi logici e da errori di diritto. notevolmente la capacità di valutazione del denaro,
L’art. 776 c.c. prevede che la donazione, qualora nonché del pregiudizio economico che consegue allo
venga fatta da un inabilitato, anche se anteriormente sperpero o dissipazione delle proprie sostanze (17).
alla sentenza di inabilitazione o alla nomina del
curatore provvisorio, possa essere annullata se suc- Forma della donazione
cessiva al momento in cui è stato promosso il giudizio Ai sensi dell’art. 782 c.c. la donazione deve essere
di inabilitazione. Nel caso in cui la donazione venga fatta, a pena di nullità, per atto pubblico - ossia con un
posta in essere da persona inabilitata per prodigalità, documento redatto, ex art. 2699 c.c., con le richieste
la tutela del donante viene maggiormente ampliata e formalità, da un notaio o da altro pubblico ufficiale
si prevede, all’art. 776, comma 2, c.c., che il curatore autorizzato ad attribuirgli pubblica fede nel luogo
dell’inabilitato possa chiedere l’annullamento della dove l’atto è formato (18) - alla presenza irrinuncia-
donazione anche se sia stata fatta nei sei mesi ante- bile di due testimoni (ex art. 48, L. n. 89/1913), i quali
riori all’inizio del giudizio d’inabilitazione (16). devono presentare i requisiti richiesti dall’art. 50, L.
La Suprema Corte ha individuato l’esatta nozione n. 89/1913 (19). Il rigido formalismo è imposto dal
giuridica della prodigalità, quale causa che legittima

(15) App. Catania 17 febbraio 2006. soltanto i notai, ma anche ogni altro pubblico ufficiale autorizzato,
(16) Si legge nella Relazione del Ministro Guardasigilli al codice si debba restringere l’ambito dei soggetti legittimati ai soli notai e
civile, n. 37, che molto spesso, il fatto dal quale emerge la neces- ai consoli, nell’ipotesi in cui occorra rogare per connazionali all’e-
sità di fare inabilitare il prodigo consiste proprio in una donazione e, stero. In tal senso, Azzariti, Le successioni e le donazioni - Libro
perciò, è giusto far sì che l’inabilitazione sopravvenuta produca la secondo del Codice Civile, Napoli, 1990, 887. Anche l’art. 782,
reintegrazione del patrimonio del prodigo, che altrimenti reste- comma 1, c.c., parte finale fa espresso riferimento al notaio e non
rebbe pregiudicato senza rimedio. anche ad altro pubblico ufficiale. Oltre al notaio, legittimati a
(17) Cass. 10 febbraio 1968, n. 428.Si veda altresì: Trib. Mace- ricevere un atto di donazione sono, innanzitutto, il capo dell’ufficio
rata 15 luglio 2010: “La prodigalità prevista quale causa di inabi- consolare e i suoi delegati, ai quali l’art. 28, D.Lgs n. 71/11
litazione dalla norma di cui all’art. 415 c.c. presuppone, in primo attribuisce l’esercizio delle funzioni notarili all’estero, nei confronti
luogo, che l’inabilitando sia dedito ad una sistematica e ricorrente dei cittadini italiani, attenendosi alla legislazione nazionale. Per i
dispersione dei propri mezzi economici mediante il compimento di testimoni non cittadini italiani, non è necessario il requisito della
spese inconsiderate, in quanto prive di una qualche utilità e residenza in Italia. Tra i pubblici ufficiali appartenenti alla pubblica
sproporzionate rispetto alla propria situazione patrimoniale ed, amministrazione, legittimati a ricevere l’atto di donazione sono i
in ogni caso, che il comportamento prodigale non possa ricondursi segretari comunali e provinciali, a condizione, però, che siano
ad una finalità motivazionale dotata di una qualche intrinseca e parte, rispettivamente, il Comune e la Provincia. Resta quindi
soggettiva coerenza”; Trib. L’Aquila 7 maggio 2008: “In materia di esclusa la possibilità di ricevere atti di donazione tra privati,
inabilitazione, la prodigalità di cui all’art. 415, comma secondo, c. anche se questi possano interessare in qualche modo l’Ente. La
c., esprime una tendenza allo sperpero per incapacità di apprez- loro competenza si fonda sull’art. 97, D.Lgs n. 267/00 il quale, al
zare il valore del denaro, per frivolezza, vanità od ostentazione, comma 4, lett. c) - come modificata dall’art. 10, comma 2-quater,
ricollegabile non a cattiva amministrazione, ovvero incapacità di D.L. n. 90/14, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 114/14 -
impostare e trattare vantaggiosamente i propri affari, bensì ad una secondo il quale il segretario comunale o provinciale “roga, su
alterazione mentale, che escluda o riduca notevolmente la capa- richiesta dell’ente, i contratti nei quali l’ente è parte e autentica
cità di valutare il denaro, di risolvere i problemi anche semplici di scritture private ed atti unilaterali nell’interesse dell’ente”. Ai
amministrazione, di cogliere il pregiudizio conseguente allo sper- sensi dell’art. 8, comma 1, L. n. 512/82 “gli atti di donazione sia
pero delle proprie sostanze”; Cass., 3 dicembre 1988, n. 6549: a favore dello Stato che di enti pubblici territoriali che abbiano ad
“La prodigalità contemplata dall’art. 415, 2° comma, c. c. quale oggetto beni culturali o altri beni o somme di denaro con la
causa di inabilitazione (ove concorra un’esposizione dell’inabili- specifica destinazione all’acquisto, alla valorizzazione al restauro,
tando o della sua famiglia a gravi pregiudizi economici) esprime all’incremento o al pubblico godimento di beni culturali, possono
una tendenza allo sperpero, per incapacità di apprezzare il valore essere stipulati con atto pubblico rogato a scelta del donante dal
del denaro, per frivolezza, vanità od ostentazione; la prodigalità notaio o dagli ufficiali roganti dell’amministrazione beneficiaria”.
non è pertanto ravvisabile, agli effetti di cui alla norma predetta, in (19) Art. 48, L. n. 89/1913, come sostituito dall’art. 12, comma
caso di inettitudine agli affari, la quale indica solo spirito lucrativo e 1, lett. c), L. n. 246/05: “Oltre che in altri casi previsti per legge, è
ricerca di guadagno non sorretti da adeguate attitudini”. necessaria la presenza di due testimoni per gli atti di donazione,
(18) Si ritiene che, nonostante la formulazione generica dell’art. per le convenzioni matrimoniali e le loro modificazioni e per le
2699 c.c., che legittima alla redazione degli atti pubblici non dichiarazioni di scelta del regime di separazione dei beni nonché

i Contratti 4/2019 439


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legislatore affinché il donante sia indotto a riflettere Ne consegue, pertanto, che anche una donazione
seriamente sulle conseguenze economiche dell’atto oggettivamente di scarso valore possa non essere
che va a porre in essere. considerata modica quando il donante sia di modeste
Se la donazione ha per oggetto beni mobili è inoltre condizioni (23).
necessario, sempre a pena di nullità, che siano Affinché la donazione si perfezioni e produca tutti i
descritti dettagliatamente e ne sia indicato il valore suoi effetti non è sufficiente la sola manifestazione di
nell’atto di donazione o in un documento da allegare volontà da parte del donante, essendo imprescindi-
all’atto. bile, ex art. 782 c.c., l’elemento dell’accettazione
La donazione, che ha ad oggetto beni mobili e sia di espressa da parte del donatario.
modico valore è ritenuta valida dal legislatore (art. Se questa è contestuale alla proposta di donazione,
783 c.c.) anche in mancanza di atto pubblico, purché non è richiesta l’adozione di formule solenni o
vi sia stata la traditio, ossia la consegna della cosa determinate, potendo l’accettazione risultare
donata (20). anche per implicito, ove il contesto complessivo
Ai fini del riconoscimento del modico valore di una dell’atto evidenzi inequivocamente la volontà di
donazione, l’art. 783 c.c. non detta criteri rigidi cui accettare (24). Se, invece, non sussiste contestua-
ancorare la relativa valutazione, onde il giudizio è lità, l’accettazione della donazione potrà essere con-
rimesso all’apprezzamento del giudice di merito la cui tenuta in un atto pubblico posteriore (25). In questo
valutazione, involgendo un giudizio di fatto, è insin- caso la donazione non è perfetta se non dal momento
dacabile in sede di legittimità, se congruamente in cui l’atto di accettazione venga notificato al
motivata (21). donante (26). Avvenuta la morte del donante, il
A tali fini, occorre tenere conto non soltanto del donatario non potrà accettare la donazione né noti-
valore intrinseco del bene (criterio oggettivo) ma ficare l’atto di accettazione, a nulla rilevando che
altresì delle condizioni economiche del donante (cri- nell’atto di donazione risulti l’espressa previsione
terio soggettivo), in quanto la donazione non deve che l’accettazione possa intervenire anche dopo la
incidere sul suo patrimonio in maniera rilevante (22). morte del donante (27).

qualora anche una sola delle parti non sappia o non possa leggere e cassazione se congruamente motivato”; App. Roma 22 giugno
scrivere ovvero una parte o il notaio ne richieda la presenza. Il 2011.
notaio deve fare espressa menzione della presenza dei testimoni (23) Trib. Santa Maria Capua Vetere 20 marzo 1984.
in principio dell’atto”; Art. 50, L. n. 89/1913: “I testimoni debbono (24) Cass. 16 novembre 1981, n. 6057, in Riv. not., 1982, 93;
essere maggiorenni, cittadini della Repubblica o stranieri in essa Cass. 16 novembre 1992, n. 12280, in Mass. Giur. it., 1992.
residenti che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età, avere la (25) Si discute se sia necessaria ed irrinunciabile, anche in tal
capacità di agire e non essere interessati nell’atto. Non sono caso, la presenza dei testimoni. In favore della soluzione più
testimoni idonei i ciechi, i sordi, i muti, i parenti e gli affini del rigorosa si argomenta che l’art. 48. L. not. dispone l’assistenza
notaro e delle parti nei gradi indicati nell’art. 28, il coniuge dell’uno di due testimoni per il contratto di donazione nella sua interezza,
o delle altre e coloro che non sanno o non possono sottoscrivere. I senza distinguere tra proposta e accettazione. In tal senso
fidefacienti devono avere i requisiti stabiliti per i testimoni, ma non D’Orazi, Assistenza dei testimoni negli atti di donazione, in Riv.
sono loro di ostacolo le attinenze e le qualità accennate nel not., 1947, 143 ss.; Avanzini, La forma delle donazioni, in Succes-
precedente capoverso, né il non sapere o il non poter sioni e donazioni, a cura di Rescigno, II, Padova, 1994, 355;
sottoscrivere”. Capozzi, Successioni e donazioni, II, IV ed., a cura di Ferrucci -
(20) Cass. 24 gennaio 1979, n. 529: “La donazione di modico Ferrentino, Milano, 2015, 1519.
valore avente per oggetto cose mobili, compiuta senza la forma In senso contrario, tra i tanti, Carnevali, Le donazioni, in Tratt.
dell’atto pubblico, è valida anche se, in luogo della consegna Rescigno, 6, II, II ed., Torino, 1997, 543; Azzariti, op. cit., 894 ss.;
materiale, vi è stata traditio brevi manu (nella specie: era stata Venditti, La forma del contratto, in Tratt. dir. successioni e dona-
verbalmente manifestata la volontà di donare alcuni gioielli, rite- zioni, diretto da Bonilini, La donazione, Milano, 2001, 789.
nuti in modico valore, alla persona che prestava assistenza alla (26) “L’accettazione del donatario deve essere notificata al
donante inferma, e che deteneva momentaneamente i gioielli donante esclusivamente attraverso l’ufficiale giudiziario: non è
stessi per ragione di servizio)”. ammesso un mezzo equipollente di notifica. Se l’accettazione è
(21) Cass. 12 giugno 2001, n. 7913. contenuta in un atto pubblico ma nell’atto di donazione succes-
(22) Cass. 30 dicembre 1994, n. 11304; Cass. 21 aprile 1989, n. sivo, la donazione si perfeziona solo attraverso tale notifica”, in tal
1873: “L’art. 783 c. c., nel disciplinare le donazioni di modico senso Trib. Firenze 15 gennaio 2014; cfr. Cass. 14 settembre
valore, prevede che la modicità dell’oggetto della donazione sia 1991, n. 9611, in Giur. it., 1992, 1, 235.
valutata obiettivamente anche in rapporto alle condizioni econo- (27) App. Milano 13 aprile 2007, in Fam. pers. succ., 2010, 7,
miche del donante; a tal fine il giudice deve compiere un’indagine 544; “La previsione, contenuta nell’atto con il quale il donante
complessa, che, partendo dall’accertamento dei dati analitici dispone di un bene, che l’accettazione da parte del donatario
essenziali che attengono al valore dell’oggetto in sé ed alla poten- possa avvenire dopo la morte del disponente non vale a consentire
zialità economica di chi se ne spoglia, pervenga attraverso il loro che la donazione si perfezioni dopo il decesso di costui, poiché in
contemperamento ad affermare ovvero ad escludere che la libe- tale ipotesi, ove non sia ancora avvenuta la notifica dell’accetta-
ralità incida in modo apprezzabile sul patrimonio del donante; detta zione, non può aver luogo l’incontro delle volontà mediante il quale
indagine comporta un apprezzamento di fatto incensurabile in si realizza il perfezionamento dell’atto in oggetto” (Cass. 4 maggio
2010, n. 10734, in Notariato, 2010, 4, 366).

440 i Contratti 4/2019


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I singoli contratti

Ad avviso della giurisprudenza (28), con riguardo richiesta l’accettazione dei donatari per il suo perfe-
all’esercizio del diritto di accettazione di una dona- zionamento, la donazione obnuziale presenta una
zione, in mancanza di una specifica disposizione di disciplina particolare (31) che trova la sua ratio nel
legge, deve applicarsi il generale criterio dettato generale favore riservato alle donazioni in occasione
dall’art. 2946 c.c., dell’ordinaria prescrizione decen- delle nozze e più in generale, in considerazione del
nale dei diritti. Decorso tale lasso temporale, il diritto favor matrimonii (32).
di accettare la proposta di donazione si estingue. Questa particolare regola di perfezionamento che, a
Nell’ipotesi in cui donatario sia un minore di età, differenza dell’ordinario contratto di donazione, non
l’accettazione deve essere espressa dal suo legale necessita di accettazione, ha dato luogo a contrasti in
rappresentante, previa autorizzazione da parte del merito alla natura giuridica, contrattuale o meno,
Giudice tutelare. della donazione in esame.
Prima che la donazione sia perfetta, sia il donante che Una parte della dottrina riconosce alla donazione
il donatario possono revocare la loro dichiarazione. obnuziale natura contrattuale, sostenendo, nello spe-
Il legislatore nulla dispone in merito alla forma che cifico, che si tratterebbe di un contratto pur sempre a
deve rivestire la revoca. Pertanto, si ritiene che, in struttura bilaterale nel quale l’accettazione del dona-
virtù del principio di libertà di forma, la revoca possa tario non è mancante ma è semplicemente implicita o
essere manifestata in qualsiasi modo (29). tacita (33). Per qualcuno, la donazione obnuziale
sarebbe pur sempre un contratto, ma non a forma-
La donazione in riguardo di matrimonio zione bilaterale: infatti, sulla falsariga dell’art. 1333 c.
Il legislatore, all’art. 785 c.c., rubricato “Donazione in c. - che contempla il contratto con obbligazioni del
riguardo di matrimonio”, disciplina la c.d. donazione solo proponente - può definirsi contratto e non nego-
obnuziale o propter nuptias e stabilisce, al primo zio unilaterale anche la donazione che si perfeziona
comma, che la donazione fatta in riguardo di un senza bisogno che sia accettata (34).
determinato futuro matrimonio, sia dagli sposi tra Altro orientamento, infine, nega la natura contrat-
loro, sia da altri a favore di uno o di entrambi gli sposi tuale della donazione obnuziale e ritiene si tratti di un
o dei figli nascituri da questi, si perfeziona senza negozio unilaterale, che si perfeziona nel momento in
bisogno che sia accettata, ma non produce effetto cui la dichiarazione del donante giunge a conoscenza
finché non segua il matrimonio (30). Non essendo del donatario (35).

(28) Cass. 15 novembre 2001, n. 14327, in Arch. civ., stesso della celebrazione del matrimonio. A ciò si obiettava che il
2003, 958. consenso al matrimonio ha un contenuto ed una finalità del tutto
(29) Trib Ascoli Piceno 2 febbraio 1995. distinti da quella di una dichiarazione, seppur tacita, di accetta-
(30) Trib. Napoli 29 marzo 2001: “Le spese sostenute dal zione di una donazione e che, inoltre, la stessa potrebbe ancora
genitore del futuro sposo per lavori di ristrutturazione dell’immo- essere ignota al donatario al momento della celebrazione del
bile di proprietà della fidanzata del figlio e per l’acquisto di arreda- matrimonio. In tal senso, Balbi, La donazione, in Tratt. Grosso,
mento, in vista del prossimo matrimonio, integrano, sia pure in Santoro Passarelli, Milano, 1964, 12; Palazzo, op. cit., 270; Basini,
assenza di una formalizzazione del negozio unilaterale, una dona- La donazione obnuziale, in Tratt. Bonilini, VI, Le donazioni, Milano,
zione obnuziale di cui all’art. 785 c.c.”. 2009, 683.
(31) Le donazioni obnuziali non possono essere revocate per (34) Carnevali, Le donazioni, in Tratt. Rescigno, 6, II, II ed.,
causa d’ingratitudine né per sopravvenienza di figli, come dispo- Torino, 1997, 569; Bonilini, Manuale di diritto ereditario e delle
sto dall’art. 805 c.c. Inoltre, non obbligano il donatario a prestare gli donazioni, V ed., Torino, 2010, 385; Perchinunno, Il contratto di
alimenti a favore del donante (art. 437 c.c.). donazione, in Successioni e donazioni, a cura di Rescigno, II,
Pur in mancanza dell’accettazione, anche la donazione obnuziale, Padova, 1994, 174; Damiani, Il contratto con prestazioni a carico
ove non integri una donazione manuale o una donazione indiretta, del solo proponente, Milano, 2000, 245.
deve rivestire la forma solenne dell’atto pubblico. A questa ricostruzione, tuttavia, si è obiettata la differenza sostan-
(32) Ascoli, Trattato delle donazioni, Milano, 1935, 310; ziale di formulazione tra l’art. 1333 c.c. e la norma contenuta
Palazzo, Le donazioni (artt. 769-809), in Comm. Schlesinger, II nell’art. 785 c.c., Infatti, mentre nel primo caso si fa riferimento
ed., Milano, 2000, 269; Capozzi, op. cit., 1599. In giurisprudenza, alla proposta di contratto, non escludendo in radice l’accettazione,
Cass. 22 ottobre 1988, n. 5731 si riferisce espressamente allo ma ravvisandola nel comportamento omissivo concludente del
scopo della formazione di una nuova famiglia: “la donazione in destinatario della proposta, nell’art. 785 c.c., invece, si esclude in
riguardo di matrimonio, prevista dal citato articolo, può configu- toto la necessità dell’accettazione, anche tacita. In tal senso,
rarsi qualora il donante, si determini all’atto di liberalità, allo scopo Palazzo, op. cit., 270; Torrente, La donazione, in Tratt. Cicu,
di favorire la formazione della nuova famiglia, contribuendo ad Messineo, Milano, 2006, II ed., aggiornata a cura di Carnevali e
apprestarle i mezzi di sostentamento...”. Mora, 199.
(33) Maroi, Delle donazioni, in Codice civile, Libro delle suc- (35) In tal senso Torrente, op. cit., 197 ss.; Capozzi, op. cit.,
cessioni per causa di morte e delle donazioni. Commentario, 1600; Giannattasio, Delle successioni. Divisione - Donazione, in
diretto da D’Amelio, Firenze, 1941, 758; Azzariti, op. cit., 906. Commentario cod. civ., Torino, 1980, II ed., 267; Biondi, Le dona-
Già la Relazione al progetto preliminare del Codice negava che zioni, in Tratt. Vassalli, Torino, 1961, 790; Messineo, Manuale di
l’art. 785 rappresentasse una deroga alla contrattualità della dona- diritto civile e commerciale, III,1, Milano, 1953, 30; Iacovino -
zione, rilevando che l’accettazione del donatario risultava dal fatto Tavassi - Cassandro, La donazione, in Il diritto privato oggi, a

i Contratti 4/2019 441


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I singoli contratti

Il matrimonio senso che tanto se questo non viene celebrato, tanto


La celebrazione del matrimonio, oltre che scopo se viene annullato, l’attribuzione è nulla assoluta-
giuridicamente rilevante, rappresenta anche l’evento mente ed il donatore è ripristinato nella titolarità
che condiziona sospensivamente l’efficacia della della proprietà del bene donato, come se questo non
donazione. fosse stato mai trasferito (40). A tal fine egli può
Alcuni ritengono si tratti di condicio facti (36), altri esperire o l’azione, personale e prescrittibile, di resti-
invece preferiscono parlare di condicio iuris (37). tuzione, oppure l’azione imprescrittibile e reale di
Poiché la disposizione codicistica non stabilisce rivendicazione o infine quella, anch’essa imprescritti-
alcun termine entro il quale il matrimonio deve bile, di mero accertamento della sua proprietà (41).
essere celebrato, si ritiene che la condizione possa Restano salvi, ai sensi dell’art. 785, comma 2, c.c., i
considerarsi non avverata soltanto quando vi sia la diritti acquistati dai terzi di buona fede tra il giorno
certezza che il matrimonio non sarà più celebrato. del matrimonio e il passaggio in giudicato della sen-
La giurisprudenza precisa che si ha donazione obnu- tenza che dichiara la nullità del matrimonio stesso.
ziale soltanto quando l’atto faccia riferimento speci- Particolare tutela è anche riservata al coniuge di
fico ad un matrimonio determinato, ossia ben buona fede, il quale non sarà tenuto a restituire i
individuato, poiché non si ritiene sufficiente una frutti percepiti anteriormente alla domanda di annul-
attribuzione patrimoniale fatta nella prospettiva sol- lamento del matrimonio.
tanto generica del matrimonio (38). La giurisprudenza ritiene che il secondo comma
Occorre altresì che siano individuabili dall’atto le non trovi applicazione in caso di divorzio, poiché
persone dei nubendi. L’individuazione non presup- questo non elide in vincolo coniugale per vizi
pone necessariamente anche l’indicazione del nome inerenti al suo momento genetico, ma ne presup-
di entrambi i futuri sposi nell’atto di liberalità, ma può pone la validità, limitandosi a rimuoverne gli
essere ottenuta con altri mezzi che consentano di effetti per vicende sopravvenute ed a partire
pervenire con uguale certezza all’identificazione dalla relativa pronuncia, e, quindi, lascia integra
degli sposi (39). la situazione che ha costituito motivo e condi-
zioni di quelle donazioni (42). A maggior ragione,
Nullità della donazione obnuziale la disposizione in esame non trova applicazione
nel caso di separazione personale dei coniugi,
Nella donazione obnuziale l’attribuzione patrimoniale giudiziale o consensuale, che non elimina il vin-
è collegata geneticamente e funzionalmente con il colo matrimoniale ma rende soltanto quiescenti i
matrimonio del quale, pertanto, segue le sorti, nel principali doveri coniugali (43).

cura di Cendon, Milano, 1996, 45. Conseguentemente, l’acquisto (39) In giurisprudenza, per la non necessità di designare
avverrebbe anche contro la volontà del donatario e non sarebbe entrambi gli sposi, Cass. 21 giugno 1954, n. 2130. In senso
possibile un rifiuto della donazione. In tal senso Coppola, La contrario, ossia per la necessità di designare nell’atto entrambi
rinunzia ai diritti futuri, Milano, 2005, 212 ss.; Biondi, op. cit., gli sposi, Cass. 6 settembre 1968, n. 2874. Per App. Catania 16
796. Tuttavia, generalizzando i principi contenuti nella normativa aprile 1981 la mancata individuazione anche di uno solo degli sposi
sul contratto a favore di terzo, si attribuisce verosimilmente al esclude la possibilità di qualificare il negozio come donazione
donatario il potere di manifestare, in un congruo temine, una obnuziale.
volontà contraria. In tal senso, Capozzi, op. cit., 1602. (40) La circostanza che il secondo comma dell’art. 785 c.c.
(36) Si ritiene che essendo il donante libero di porre in essere disponga la nullità della donazione in caso di annullamento del
una donazione pura e semplice, l’eventuale subordinazione degli matrimonio costituirebbe una prova ulteriore a sostegno della tesi
effetti della donazione al matrimonio deriverebbe dalla volontà del secondo la quale il matrimonio non sarebbe un semplice motivo
donante e non dalla legge. In tal senso, Torrente, op. cit., 557 ss.; del negozio donativo, ma permea di sé la causa stessa della
Capozzi, op. cit., 1601. donazione obnuziale. In tal senso, Palazzo, op. cit., 273. Invece,
(37) Funaioli, La donazione, Pisa, 1950, 142; Carnevali, op. cit., coloro che interpretano la celebrazione del matrimonio come
569; Bonilini, Manuale di diritto ereditario e delle donazioni, V ed., semplice motivo del negozio, reso giuridicamente rilevante attra-
Torino, 2010, 385. I sostenitori di questa tesi, facendo leva sul verso lo strumento della condizione, ritengono che il legislatore
disposto dell’art. 785 c.c., ritengono che, considerato il tenore abbia usato il termine “nullità” in senso improprio, intendendo,
letterale della norma, non sembrerebbe necessario che il dispo- invece, far riferimento al concetto d’inefficacia. Così Bonilini, La
nente preveda il matrimonio o che lo consideri evento condizio- pronunzia di divorzio e le donazioni tra coniugi, in Contr., 1997,
nante la donazione stessa, essendo soltanto richiesto che la 213; Lanzillo, Il matrimonio putativo, Milano, 1978, 238.
donazione sia fatta “in riguardo di un determinato futuro matri- (41) Cass. 4 aprile 1973, n. 945.
monio”, con la conseguenza che, sussistendo tale requisito, (42) Cass. 25 ottobre 1991, n. 11370; Cass. 6 luglio 1977, n.
l’operare del meccanismo condizionale discenderebbe diretta- 2963; Cass. 13 marzo 1976, n. 904.
mente dalla legge e non dalla volontà del disponente. (43) Gardani Contursi Lisi, Delle donazioni, in Comm. Scialoja,
(38) Cass. 7 giugno 2017, n. 14203; App. Roma 27 febbraio Branca, sub artt. 769-809, Bologna-Roma, 1976, 306; Palazzo, op.
2007; Cass. 7 dicembre 1989, n. 5410; Cass. 22 ottobre 1988, n. cit., 274.
5731; Cass. 6 settembre 1968, n. 2874.

442 i Contratti 4/2019


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Neppure la dispensa del matrimonio rato e non In caso di rottura del fidanzamento, presupposto
consumato importa, ai sensi dell’art. 785, comma 2, essenziale per l’esercizio dell’azione di restituzione
c.c., la nullità della donatio propter nuptias costituita dei doni - che l’art. 80 c.c. riconosce al donante in
con riguardo allo stesso matrimonio (44). relazione a qualsiasi promessa di matrimonio, sia tra
Nell’ipotesi in cui la donazione obnuziale sia diretta persone capaci, sia tra minori non autorizzati, sia che
ai figli nascituri dei futuri sposi, l’art. 785, ultimo la promessa sia vicendevole, sia che sia unilaterale - è
comma, c.c. contempla un ulteriore limite all’obbligo la circostanza che i doni siano stati fatti “a causa della
di restituzione dei beni donati, in caso di annulla- promessa di matrimonio”, cioè nella presupposizione
mento del matrimonio. La donazione, infatti, in tali della celebrazione del futuro matrimonio, conse-
circostanze resta efficace, ma l’applicabilità della guendone il diritto alla restituzione per la sola ipotesi
norma è circoscritta ai figli rispetto ai quali si verifi- che il matrimonio non sia stato contratto e senza
chino gli effetti del matrimonio putativo. alcuna rilevanza delle cause del mancato
matrimonio (47).
Donazione obnuziale e doni tra fidanzati Come sostenuto in giurisprudenza (48), esclusa la
Occorre necessariamente distinguere le donazioni configurabilità sia di un illecito extra-contrattuale -
obnuziali, condizionate alla celebrazione di un deter- in quanto lo scioglimento dalla promessa di matri-
minato e futuro matrimonio, dai doni tra fidanzati monio integra un’espressione del diritto fondamen-
fatti a causa della promessa di matrimonio (45), la cui tale della libertà di contrarre matrimonio, con la
disciplina è contenuta nell’art. 80 c.c. (46). conseguenza che il recesso, anche se esercitato
Mentre, infatti, l’art. 785 c.c. prevede l’inefficacia senza giusto motivo, non potrà mai essere considerato
della donazione fino alla celebrazione delle nozze, condotta antigiuridica - sia l’inquadramento della
l’art. 80 c.c. presuppone la realizzazione di attribu- fattispecie nell’ambito della responsabilità contrat-
zioni immediatamente efficaci, tant’è che il secondo tuale o precontrattuale - posto che la promessa di
comma, nello stabilire che la domanda non è propo- matrimonio non è un contratto e neppure costituisce
nibile dopo un anno dal giorno in cui si è avuto il un vincolo giuridico tra le parti - deve ritenersi che
rifiuto di celebrare il matrimonio o dal giorno della l’obbligazione prevista dall’art. 81 c.c. costituisca una
morte di uno dei promittenti, sottopone ad un particolare forma di riparazione riconosciuta al di
periodo di decadenza il diritto alla restituzione dei fuori di un presupposto di illiceità, essendo ricollegata
doni. direttamente dalla legge alla rottura della promessa di

(44) Cass. 18 febbraio 1967, n. 403. effetti, peraltro, possono essere rimossi, ove non sia seguito il
(45) “La promessa di matrimonio, si identifica, alla stregua del matrimonio, in base ad una facoltà di revocazione dell’atto di
costume sociale, nel cosiddetto fidanzamento ufficiale e, sussi- liberalità, che spetta indipendentemente dal fatto che il revocante
ste, cioè, quando ricorra una dichiarazione espressa o tacita, sia o meno causa della rottura del fidanzamento” (Cass. 2 maggio
normalmente resa pubblica nell’ambito della parentela, delle ami- 1983, n. 3015).
cizie e delle conoscenze, di volersi frequentare con il serio propo- (47) Cass. 8 febbraio 1994, n. 1260; Cass. 2 maggio 1983, n.
sito di sposarsi, affinché ciascuno dei promessi possa acquisire la 3015: “L’art. 80 c. c., in tema di restituzione dei doni fra fidanzati
maturazione necessaria per celebrare responsabilmente il matri- quando la promessa di matrimonio non abbia avuto seguito, si
monio, libero restando di verificare se questa venga poi conse- riferisce a quei doni che siano stati fatti, e sia uso fare, per il solo
guita in se stesso e nell’altro e di trarre le debite conseguenze; fatto di considerarsi fidanzati, e non potrebbero trovare altra
nell’ambito di detta promessa, si distingue quella di tipo solenne, plausibile giustificazione all’infuori del fidanzamento; tali doni,
di cui all’art. 81 c. c., soggetta a determinati requisiti, e produttiva trovanti fonte nella consuetudine, non nascono da un contratto,
di una situazione di affidamento, fonte di possibile responsabilità né in particolare da un contratto di donazione, non richiedono
risarcitoria, da quella di tipo semplice, non soggetta ad alcun alcuna forma o requisito di capacità d’agire da parte dei fidanzati,
requisito di capacità o di forma, qualificabile come mero fatto e producono effetti definitivi a prescindere dalla circostanza che
sociale e non produttiva di alcun effetto giuridico diretto, tenuto questi ultimi abbiano o meno già deciso se e quando sposarsi, o
conto che la restituzione dei doni, prevista dall’art. 80 c. c., non quale regime patrimoniale assegnare alla futura famiglia; detti
deriva dalla promessa, ma dal mancato seguito del matrimonio” effetti, peraltro, possono essere rimossi, ove non sia seguito il
(Cass. 2 maggio 1983, n. 3015); Trib. Torino 29 gennaio 2009. matrimonio, in base ad una facoltà di revocazione dell’atto di
(46) “L’art. 80 c. c., in tema di restituzione dei doni fra fidanzati liberalità, che spetta indipendentemente dal fatto che il revocante
quando la promessa di matrimonio non abbia avuto seguito, si sia o meno causa della rottura del fidanzamento”; Giud. pace
riferisce a quei doni che siano stati fatti, e sia uso fare, per il solo Taranto 30 gennaio 2000. Trib. Taranto, 28 giugno 2013: “In
fatto di considerarsi fidanzati, e non potrebbero trovare altra tema di donazione obnuziale, stante il tenore letterale della
plausibile giustificazione all’infuori del fidanzamento; tali doni, norma di cui all’art. 80 c.c., deve ritenersi che non costituisce
trovanti fonte nella consuetudine, non nascono da un contratto, dono ai sensi e per gli effetti della predetta norma la donazione di
né in particolare da un contratto di donazione, non richiedono immobile (cd. donazione indiretta), cosicché, i nubendi che inten-
alcuna forma o requisito di capacità d’agire da parte dei fidanzati, dono porre in essere una donazione che non si traduca in quella
e producono effetti definitivi a prescindere dalla circostanza che che rientra nei regali ex art. 80 c.c., devono utilizzare la forma
questi ultimi abbiano o meno già deciso se e quando sposarsi, o dell’atto pubblico prevista dall’art. 785 c.c.”.
quale regime patrimoniale assegnare alla futura famiglia; detti (48) Cass. 15 aprile 2010, n. 9052.

i Contratti 4/2019 443


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matrimonio “senza giusto motivo”. Incombe sul rece- Donazione obnuziale e donazione indiretta
dente, per liberarsi da responsabilità, l’onere di dimo- La donazione obnuziale, essendo un negozio formale e
strare la sussistenza del giustificato motivo. tipico, caratterizzato dall’espressa menzione, nell’atto
Non è stato inquadrato nella fattispecie prevista pubblico, delle finalità dell’attribuzione patrimoniale
dall’art. 785 c.c. il dono di un anello, tipico regalo eseguita da uno degli sposi o da un terzo in riguardo di un
di fidanzamento, fatto dal fidanzato alla fidanzata futuro, determinato matrimonio, è incompatibile con
ancorché di notevole valore. L’elemento del note- l’istituto della donazione indiretta (52), in cui lo spirito
vole valore del dono infatti non è idoneo ad escludere di liberalità viene perseguito mediante il compimento
nella dazione di un anello la natura di donativo fatto a di atti diversi da quelli previsti dall’art. 769 c.c.
causa del fidanzamento. Tale fattispecie, pertanto, ad Infatti, la precisa connotazione della causa negoziale,
avviso della giurisprudenza, integra l’ipotesi di cui che deve espressamente risultare dal contesto dell’atto,
all’art. 80 c.c. e l’azione per la restituzione è impro- non può rinvenirsi nell’ambito di una fattispecie indi-
ponibile qualora sia trascorso più di un anno dalla retta, nella quale la finalità suddetta, ancorché in con-
morte di uno dei promittenti (49). creto perseguita, può rilevare solo quale motivo finale
La Suprema Corte ha stabilito che il finanziamento degli atti di disposizione patrimoniale fra loro collegati
di opere di ristrutturazione di un immobile da desti- ma non anche quale elemento tipizzante del contratto,
narsi a futura residenza familiare, qualora il fidan- chiaramente delineato dal legislatore nei suoi requisiti
zato disponente, a seguito della rottura del di forma e di sostanza, in vista del particolare regime di
fidanzamento, non riesca a provare il diverso titolo perfezionamento, efficacia e caducazione che lo con-
costitutivo della pretesa restitutoria, può configu- traddistingue dalle altre donazioni (53).
rarsi quale dono prenuziale ai sensi dell’art. 80 c.c. Di La giurisprudenza ha sostenuto che l’intestazione, a
conseguenza, la domanda giudiziale di restituzione nome della figlia e del prossimo marito, nel contratto
deve essere proposta entro un anno dal rifiuto di di acquisto di un immobile effettuato con denaro
celebrare le nozze e, trattandosi di un termine di paterno, integra gli estremi di una donazione indi-
decadenza, quest’ultima può essere impedita dal retta obnuziale di denaro, con conseguente irrevoca-
riconoscimento del diritto proveniente da colui bilità della disposizione (54).
contro il quale il medesimo può essere fatto valere In una pronuncia risalente, la Suprema Corte ha
ex art. 2966 c.c. (50). ravvisato - nell’elargizione al promesso sposo della
Nell’ipotesi in cui il genitore del futuro sposo abbia figlia del donante del denaro necessario per acquistare
sostenuto spese per lavori di ristrutturazione dell’im- un terreno, sul quale costruire la futura casa coniugale -
mobile di proprietà della fidanzata del figlio e per una donazione obnuziale indiretta del terreno, ineffi-
l’acquisto di arredamento, in vista del prossimo cace per non essere seguito il matrimonio, ed ha
matrimonio, la giurisprudenza ha ritenuto che queste disposto la restituzione del terreno al donante, rite-
integrano una donazione obnuziale di cui all’art. 785 nendo a lui acquisita per accessione la casa costruitavi
c.c. (51). dal mancato genero a spese comuni (55).

(49) App. Roma 3 febbraio 1982. disciplina applicabile. Infatti, il codice civile estende alle liberalità
(50) Cass. 15 febbraio 2005, n. 2974. diverse dalla donazione tipica le disposizioni riguardanti la revoca-
(51) Trib. Napoli 29 marzo 2001. zione per causa di ingratitudine e per sopravvenienza di figli e
(52) “Il contratto tipico di donazione, definito dall’art. 769 c.c., è quelle sulla riduzione per integrare la quota dovuta ai legittimari
l’atto con il quale, per spirito di liberalità, una parte arricchisce (art. 809), e le assoggetta alla disciplina della collazione (art. 737),
l’altra, disponendo a favore di questa di un suo diritto o assumendo ma al contempo prevede l’applicabilità delle norme riguardanti
verso la stessa una obbligazione; le donazioni indirette o liberalità l’atto per mezzo del quale la liberalità è compiuta, senza che
atipiche sono contemplate dall’art. 809 c.c. come liberalità risul- occorra l’assolvimento dell’onere della forma di cui all’art. 782 c.
tanti da atti diversi dalla donazione stessa, le quali hanno in c.” (Cass., SS.UU., 27 luglio 2017, n. 18725).
comune con l’archetipo l’arricchimento senza corrispettivo, (53) Cass. 7 giugno 2017, n. 14203; Trib. Pavia 26 gennaio
voluto per spirito liberale da un soggetto a favore dell’altro, ma 2009; Trib. Rovigo 7 dicembre 2007; Cass. 12 luglio 2006, n.
se ne distinguono perché l’arricchimento del beneficiario non si 15873.
realizza con l’attribuzione di un diritto o con l’assunzione di un (54) Trib. L’Aquila 12 agosto 1988.
obbligo da parte del disponente, ma in modo diverso. La ricondu- (55) Cass. 23 aprile 1980, n. 2677.
zione all’uno o all’altro ambito ha conseguenze sul piano della

444 i Contratti 4/2019


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Contratti in generale

Mutuo

Interessi, finanziamento e piano


di ammortamento alla francese:
un rapporto problematico
di Vincenzo Farina (*)

Dopo avere delineato il quadro normativo di riferimento ed i principi regolatori con riguardo agli
interessi nelle operazioni di finanziamento, l’autore si occupa del rimborso della somma erogata e
della distinzione tra capitale e interessi; capitalizzazione ed anatocismo. Affronta poi le problematiche
connesse alla composizione della rata nel piano di ammortamento alla francese nonché del com-
plesso rapporto tra piano di ammortamento alla francese ed anatocismo. Tratta quindi della natura
giuridica del piano di ammortamento e delle conseguenze dell’eventuale contrasto tra modalità di
rimborso e piano di ammortamento previsti in contratto distinguendo tra nullità parziale della clausola
e errore di calcolo.

1. Gli interessi nelle operazioni ritraggono dalla cosa come corrispettivo del godimento
di finanziamento. Il quadro normativo che altri ne abbia” (art. 820, comma 2, c.c.). La preva-
di riferimento lente dottrina non ha mosso critiche a tale orienta-
Non pare revocabile in dubbio che i concetti di capitale mento, sostanzialmente concordando con l’inclusione
ed interessi esprimano costantemente quello di somma degli interessi in tale categoria (2). Il ricorso all’imma-
di danaro consegnata dal creditore al debitore e di frutti gine metaforica dei frutti, censurabile, secondo alcuni,
civili prodotti dal godimento della somma da parte di in quanto espressione di una sensibilità sistematica
quest’ultimo. Esattamente si rileva in dottrina (1) come ispirata al modello interpretativo dei diritti reali (3),
non esista una nozione tecnico giuridica di capitale ed il presenta peraltro l’indiscutibile pregio di aver dato
concetto venga in diritto mutuato dall’economia assu- all’interesse una definizione ampia ed onnicompren-
mendolo nel senso di funzione del danaro impiegato, siva, intesa come corrispettivo del godimento di un
messo a frutto e come tale produttivo di interessi in bene che persona diversa dal proprietario abbia, stret-
contrapposizione con il concetto di “liquidità”, inteso tamente aderente alla concezione economica corrente.
come danaro di cui si conserva la disponibilità. Il dibattito dottrinale sorto e sviluppatosi nella dot-
Il legislatore italiano del 1942 ha considerato difatti il trina giuridica italiana intorno al concetto di inte-
danaro bene fruttifero per eccellenza definendo “gli resse ha per molto tempo del tutto trascurato le
interessi sui capitali” appunto dei frutti civili “che si problematiche economiche pur ad esso sottese (4).

(*) Il presente lavoro costituisce sviluppo ed approfondimento (2) M. Libertini, Interessi, in Enc. dir., XXII, Milano, 1972, 124 -
di omonima relazione svolta in occasione del Convegno organiz- 125; Scozzafava, Gli interessi monetari, Napoli, 1984, 61.
zato dall’ASSO CTU, tenutosi in Milano il 18 gennaio 2019 sul tema (3) Inzitari, La moneta, in Tratt. di dir. comm. e di dir. pubbl.
“Finanziamenti, mutui e leasing, risvolti matematici dei piani di dell’econ., Galgano, VI, Padova, 1989, 192; Id., voce Interessi,
ammortamento e criticità delle condizioni contrattuali”. Dig., IV ed,. Disc. priv., Sez. comm., VI, 1992, 566 ss.
(1) Esattamente rileva il Bregoli, Mutuo in ammortamento ed (4) Di recente si registra una significativa inversione di tendenza
esercizio della prelazione ipotecaria, in Banca, borsa, tit. in Semeraro, Gli interessi monetari. Utilitas temporis, capitale e
cred.,1997, I, 62, nt. 19 come non esista una nozione tecnico scelte di sistema, Napoli, 2013, passim che traguarda il fenomeno
giuridica di capitale ed il concetto viene in diritto mutuato dall’e- anche sotto il profilo dell’essenza convenzionale della moneta e
conomia assumendolo nel senso funzione del danaro impiegato, della sua fondamentale rilevanza sul piano delle politiche
messo a frutto e come tale produttivo di interessi in contrapposi- economiche.
zione con il concetto di “liquidità”, inteso come danaro di cui si
conserva la disponibilità.

i Contratti 4/2019 445


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La giustificazione di un siffatto orientamento del disciplinare nelle obbligazioni pecuniarie l’interesse,


pensiero è stata individuata (5) nella diversa finalità che continua a costituire tutt’ora negli stati moderni
perseguita dalla teoria economica rispetto a quella uno dei principali strumenti per il tramite dei quali si
giuridica, non interessando alla seconda, che deve far gestisce la politica economica e monetaria (7).
capo ad una tipologia della realtà in funzione norma- È peraltro nella stessa Costituzione l’art. 47 Cost. ad
tiva, la spiegazione degli interessi, il loro saggio e le ascrivere tra i compiti della Repubblica quello, in
relative variazioni. Il dato economico rappresente- particolare, di disciplinare, coordinare e controllare
rebbe, rispetto alla norma positiva, un “elemento l’esercizio del credito, che si differenzia da altre atti-
pregiuridico compiutamente definito” da regolare, vità economiche, la cui iniziativa è libera (art. 41,
non già da determinare ed interpretare, e la stessa comma 1, cost.). Così implicitamente esclude che il
definizione economica di interesse, intesa come cor- regolamento degli interessi in gioco possa essere
rispettivo per la rinuncia al tesoreggiamento, avrebbe affidato esclusivamente all’autonomia delle parti.
una scarsa utilità in sede giuridica, non potendo Allora ben si comprende come i limiti posti alla
comprendere gli interessi moratori compensativi e normale fruttuosità del danaro ad esempio dagli
corrispettivi non negoziali (6). artt. 1224-1283 -1815- 2855 c.c., 644 c.p., 11-, 120
I convincimenti dottrinali su esposti sono sicura- e 124 T.U.B., lungi dal rappresentare un anacroni-
mente apprezzabili nella misura in cui considerano smo, o peggio, un’insanabile contraddizione del
estranei rispetto alla trattazione giuridica degli inte- sistema delineato dall’art. 1282 c.c., siano espres-
ressi gli aspetti eminentemente economici inerenti ai sione di un interesse pubblico al normale e regolare
meccanismi di formazione dello stesso saggio di inte- esercizio del credito (8), il tutto in una logica di
resse. Suscitano invece perplessità allorquando rispetto dei precetti di cui all’art. 47 Cost. Il che
postulano una completa estraneità del dato giuridico peraltro è perfettamente in linea con quell’orienta-
rispetto a quello economico. Un approccio sistema- mento della Corte costituzionale che considera esat-
tico alla normativa che disciplina gli interessi, e nel tamente “limitato” e “relativo” qualsiasi diritto
nostro caso al piano di ammortamento che li include, individuale, anche di rango costituzionale (9).
non può prescindere da una visione complessiva ed In quest’ottica di ampio respiro, giuridico ed econo-
unitaria delle problematiche di vario ordine, di cui è mico, vanno affrontati i problemi che un piano di
portatrice la vicenda da regolare, ivi compresa quelle rimborso rateale del capitale mutuato pone, badando
di carattere all’apparenza meramente economico e bene all’interno della rata a riconoscere quella auto-
finanziario. Se, per determinare il numero di rate e nomia funzionale dell’interesse pecuniario (10) affer-
per stabilire la loro composizione e la loro entità, fosse mata in termini generali dal nostro ordinamento sia
possibile ricorrere a diversi sistemi di ammortamento allorché lo stesso si manifesti espressamente in tale
ovvero scegliere tra il regime dell’interesse semplice e veste sia qualora malauguratamente attinga e conta-
quello dell’interesse composto, potrebbe non essere mini a mezzo di alchimie contabili lo stesso concetto
indifferente in sede di interpretazione e qualifica- di capitale dato a mutuo.
zione della fattispecie valutare le diverse alternative Proprio la scelta operata dal legislatore di obbietti-
che la matematica finanziaria offre ai contraenti. Ciò vare (11) il concetto di interesse usurario attraverso
soprattutto se si tiene conto delle norme destinate, la rilevazione di un “tasso effettivo globale medio” per
insieme con gli artt. 812, comma 2 e 1282, c.c., a operazioni della stessa natura, ai sensi della L. n. 108/

(5) Ascarelli, Obbligazioni pecuniarie, in Comm. cod. civ. Scia- non esclude, pertanto, che, una volta sorto, il credito degli inte-
loja e Branca, Bologna - Roma, 1959, sub art. 1284, 576. ressi costituisca un’obbligazione pecuniaria autonoma da quella
(6) Così Marinetti, Interessi, in Noviss. Dig. it., VIII, Torino, principale”. Vedi anche Trib. Napoli 11 maggio 2005, in Corr. mer.,
1962, 859. 2005, 880.
(7) In argomento per una trattazione di ampio respiro v. Seme- (11) Di tale scelta vi è più che cospicua traccia nei lavori
raro, Gli interessi monetari. Utilitas temporis, cit., passim. preparatori nel corso dei quali la innovazione fu giustificata dal
(8) Vedi in termini Corte cost. 23 marzo 1983, n. 73 in tema di fine di:”indicare criteri oggettivi per l’individuazione del reato” (2°
aggiotaggio bancario in Riv. it. dir. proc. pen., 1983, 1532; in Rass. commissione giustizia del Senato, seduta del 14 settembre 1995,
avv. Stato, 1983, I, 269; in Giur. it. 1984, I, 1, c. 36; in Banca, borsa, interv. Senese); “fornire agli operatori del settore ... un ben
tit. cred., 1984, II, 1. preciso punto di riferimento” (Commiss. Sen. cit., seduta del 24
(9) Vedi per tutte la pur risalente ma sempre attuale pronuncia gennaio 1996, interv. Bechelli). Ritiene che l’oggettivazione ope-
della Corte cost. 19 giugno 1958, n. 36, in Giur. cost., 1958, 486 ss. rata dalla legge n. 108\1996 finisca con lo stravolgere il reato di
(10) Afferma puntualmente Cass. 20 settembre 1991, n. 9800, usura, potendo difettare nel caso concreto una situazione di
in Mass. Giust. civ. 1991, fasc. 9: “L’accessorietà, peraltro, attiene iniquità Masciandaro, La nuova legge antiusura: l’analisi econo-
solo al momento genetico della obbligazione di interessi, nel mica, in AA.VV., Usura, economia, società e istituzioni. Una rifles-
senso che la decorrenza degli interessi presuppone la nascita sione a più voci, Torino, 1997, 50-51.
dell’obbligazione principale e cessa con l’estinzione di questa e

446 i Contratti 4/2019


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1996 nonché delle disposizioni interpretative della sistema e che ad un tempo non concorrono a
stessa dettate con D.L. 29 dicembre 2000, n. 394, poi formarlo” (15).
convertito con modifiche nella L. 28 febbraio 2001,
n. 24 ha imposto la costante determinazione un 2. Il rimborso della somma oggetto di
“prezzo” massimo di “vendita” del danaro, in cui è finanziamento e la distinzione tra: capitale
compreso ogni “costo” funzionale all’erogazione del e interessi; capitalizzazione ed anatocismo
credito non derogabile dall’autonomia negoziale Nel mutuo ad ammortamento la restituzione del
delle parti (12). debito si realizza secondo un assetto organizzativo
In questo contesto non esiste nel nostro ordinamento composto di più “rate” di importo conglobante sia
una norma che garantisca in assoluto al creditore il una quota del capitale erogato a prestito che una
diritto dapprima a pattuire e di poi a pretendere ad quota interessi.
libitum interessi convenzionali sulla somma mutuata A carico del mutuatario di somme di danaro sono
comunque conteggiati in forza di variegate regole di poste due distinte obbligazioni. La prima è quella di
matematica finanziaria, a nulla rilevando l’eventuale restituire la somma ricevuta in prestito (art. 1813
loro camuffamento sotto le (mentite) spoglie di capi- c.c.). La seconda e quella di corrispondere gli interessi
tale. Né tale diritto, si ribadisce, può ricavarsi dall’art. al mutuante, salvo diversa pattuizione (art. 1815
1282, comma 1, c.c., il quale, pur sancendo il princi- c.c.). Nei mutui cd. ad ammortamento, la formazione
pio della naturale fecondità del danaro (13), fa delle varie rate nella misura composita predetermi-
comunque salva la diversa previsione di legge, nel nata di capitale ed interessi, attiene ad una modalità
caso di specie riscontrabile proprio nella disposizione dell’adempimento delle due obbligazioni (16). Nella
di cui all’art. 1815, comma 2, c.c. (14). Lo stesso art. rata concorrono infatti la graduale restituzione della
1284, comma 3, c.c. nel riconoscere legittimità alle somma ricevuta in prestito e la corresponsione degli
determinazioni di tasso ultra legale, purché effettuate interessi. Trattandosi di una pattuizione che ha il solo
per iscritto, non garantisce al creditore il diritto di scopo di scaglionare nel tempo le due distinte obbli-
pretendere qualsivoglia interesse. gazioni del mutuatario, essa non è idonea a mutare la
La disciplina concreta della pattuizione del tasso di natura né ad eliminare l’autonomia delle stesse.
interesse nelle obbligazioni pecuniarie non può che La dottrina e giurisprudenza avevano a lungo discusso
ricavarsi da una lettura complessiva ed unitaria delle se gli interessi conservassero all’interno della rata di
disposizioni che regolano nell’ambito dell’ordina- restituzione di un mutuo ad ammortamento la loro
mento i prestiti di danaro e quindi anche dalla L. autonomia e non si conglobassero con il capitale. La
n. 108/1996 e dall’art. 644 c.p., dagli artt. 116, 117, questione era insorta con riguardo sia al divieto di
120 e 125 bis T.U.B., dagli artt. 1283 e 1815 c.c. Il che anatocismo che all’estensione della prelazione ipo-
deve intervenire sulla base di un’interpretazione tecaria gli interessi (art. 2855 c.c.), non essendo
sistematica del dato normativo in quanto “non vi indifferente sotto entrambi i profili che la “rata”
sono - difatti - norme che non presuppongono il rappresentasse o meno un unicum inscindibile dal

(12) Sul tema dell’usura la dottrina è sconfinata. Tra gli altri interessi usurari, in Quad. Rass. dir civ., dir. da P. Perlingieri,
senza pretesa di completezza: Passagnoli, Il contratto usurario tra Napoli, 1997, 28.
interpretazione giurisprudenziale ed interpretazione “autentica”, (15) Così P. Perlingieri, Il diritto civile nella legalità costituzio-
in Squilibrio e usura nei contratti, a cura di Vettori, Padova 2002, 44 nale, Napoli, 2006, 591.
ss.; Meruzzi, Il contratto usurario tra nullità e rescissione, in (16) Per tutte: Cass. 22 maggio 2014, n.11400, in D&G, 23
Contr. e impr., 1999, 410 ss., 480; Gazzoni, Usura sopravvenuta maggio 2014, con nota di Tarantino, Rata non pagata: no agli
e tutela del debitore, in Riv. notar., 2000, II, 1447 ss., 1448; Sassi, interessi moratori sul credito scaduto per interessi corrispettivi),
Esegesi e sistema del contratto usurario, in Riv. dir. civ., 2010, 247 secondo cui: “ Nei mutui ad ammortamento, la formazione delle
ss., 251; Trinchillo, Obbligazioni pecuniarie, interessi ed usura, in rate di rimborso, nella misura composita predeterminata di capi-
Graziano (a cura di), Il mutuo bancario, Padova, 2013; Salanitro, tale ed interessi, attiene alle mere modalità di adempimento di due
Usura e interessi moratori: ratio legis e disapplicazione del tasso obbligazioni poste a carico del mutuatario, aventi ad oggetto l’una
soglia, in Banca, borsa, tit. cred., 2015, 740 ss.; Semeraro, Usura la restituzione della somma ricevuta in prestito e l’altra la corre-
bancaria e regole del mercato del credito, in Banca, borsa, tit. sponsione degli interessi per il suo godimento, che sono ontolo-
cred., 2017, 207 ss.; Dolmetta, Su usura e interessi di mora: gicamente distinte e rispondono a diverse finalità”.
questioni attuali (nota a Cass. 9 gennaio 2013, n. 350), in Banca, Sull’autonomia degli interessi compresi nella rata di mutuo ai
borsa, tit. cred., 2013, II, 498 ss.; V. Farina, Interessi Usurari e fini della violazione del divieto di cui all’art. 1283 c.c. vedi anche
Interessi Moratori, in Dir. merc. assic. e fin., 2017, 325-358. oltre alla sentenza citata: Cass. 20 febbraio 2003, n. 2593, in Dir.
(13) Sul punto vedi per tutti A di Majo, Le obbligazioni pecunia- prat. soc., 2003, 62, con nota di Vaccaro Belluscio, Divieto di
rie, Torino, 1996, 26 ss. anatocismo esteso ai contratti di mutuo; Cass. 22 maggio 2014,
(14) Individua nella disposizione in questione una deviazione n. 11400, in D&G, 2014, 2014, 70; Cass. 29 gennaio 2013, n. 2072,
del principio civilistico della naturale produttività del danaro Fer- in Foro it., 2014, c. 1246, con nota di Colangelo, Mutuo, ammor-
roni, La nuova disciplina civilistica del contratto di mutuo ad tamento “alla francese” e nullità.

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punto di vista giuridico o che, di contro, al suo Questa precisazione pare mantenere tutta la sua
interno potessero considerarsi come voci autonome attualità anche con riguardo al tema che ci occupa,
le somme imputate a capitale e quelle invece ascri- avuto riguardo ai soli interessi corrispettivi (21),
vibili ad interessi (17). sempre che risulti acclarato che la quota rispettiva-
La questione, sottoposta più volte all’esame dei giu- mente attribuita a capitale e ad interessi all’interno
dici di legittimità, era stata oggetto di una soluzione della rata abbia patito una mutazione genetica a
confacente al dettato normativo del codice civile. Da seguito della sua attualizzazione in sede di redazione
un canto si era riconosciuto che il divieto di anatoci- di piano di ammortamento ed utilizzo di un computo
smo non patisse eccezione con riguardo a quella parte a mezzo di interesse composto.
delle rate di mutuo che comprendessero al loro Di contro non si può dimenticare che l’aver portato a
interno una quota di interessi (corrispettivi). D’altro capitale una quota di interessi in sé costituisca ope-
canto la Suprema Corte aveva affermato che i limiti razione neutra a fronte del chiaro divieto di cui agli
posti dalla disciplina di cui all’art. 2855 c.c. all’esten- artt. 1283 c.c. e delle limitazioni imposte dall’art. 120
sione degli effetti dell’iscrizione ipotecaria operassero T.U.B. Come è stato puntualmente affermato in
anche quando l’importo degli interessi fosse già dottrina capitalizzazione ed anatocismo sono due
ricompreso nella somma per la quale l’iscrizione ipo- fenomeni distinti: “Capitalizzazione” significa che
tecaria era presa, mediante l’indicazione di un gli interessi scaduti vengono, con una certa periodi-
importo globale comprensivo di capitale ed inte- cità, spostati dalla voce “interessi” alla voce “capi-
ressi (18). In tal caso, sarebbe occorso scindere, tale”. L’anatocismo interviene solo nel successivo
nell’ambito del credito conglobato, le componenti periodo di calcolo allorché “gli interessi vengono
relative al capitale e quelle relative agli interessi, calcolati anche su interessi (che nel frattempo sono
“riconoscendo al credito per capitale rango ipoteca- divenuti capitale)” (22). Ci si riferisce ovviamente
rio, e a quello per interessi rango ipotecario o prela- alla c.d. capitalizzazione composta, la sola che
tizio sulla base della disciplina dettata dal citato art. potrebbe avere a che fare con l’anatocismo (produ-
2855 cod. civ.” (19). Proprio con l’occasione si era già zione di interessi sugli interessi scaduti su una somma
provveduto a chiarire che la formazione delle varie liquida), e non con la c.d. capitalizzazione semplice,
rate o semestralità in una misura composita prede- che indica la mera contabilizzazione degli interessi
terminata attenesse “ad una modalità dell’adempi- primari maturati in un determinato periodo di tempo
mento del debitore finalizzata alla graduale sul capitale iniziale (23).
estinzione del mutuo” e non potesse “eliminare, o La distinzione però ovviamente non esclude la stretta
radicalmente modificare, la realtà del relativo con- contiguità tra le due fattispecie né la circostanza che
tratto, che ha pur sempre ad oggetto un capitale la prima sia prodromica al perfezionamento della
produttivo di interessi” (20). seconda, potendone costituire temporalmente la

(17) In argomento va peraltro rilevato come l’autonomia giuri- censurato l’anatocismo con riguardo ai finanziamenti con piano di
dica, oltre che economica, della quota capitale rispetto alla quota rimborso rateale ed avversato l’opposto principio della rata intesa
interessi all’interno di ogni rata è sicuramente presupposta sia come un unicum inscindibile. L’attuale previsione di cui all’art.
dalla giurisprudenza favorevole che da quella contraria all’anatoci- 120, comma 2, lett. b), prima parte, diversamente che in passato,
smo con specifico riferimento alla maturazione di interessi mora- consente, superando per il principio di specialità il divieto imposto
tori sull’importo ascrivibile a titolo di interessi (corrispettivi), dall’art. 1283 c.c. alla banca finanziatrice di pretendere il paga-
contenuto all’interno di ogni rata scaduta. Anzi proprio il ricono- mento degli interessi moratori sul credito scaduto per interessi
scimento della legittimità dell’anatocismo in tema di mutuo ad corrispettivi compresi nelle singole rate. Sul punto ci sia consen-
ammortamento, postulando l’applicazione dell’interesse sugli tito il rinvio a V. Farina, L’ennesima resurrezione dell’anatocismo
interessi e non sul capitale, comporta il riconoscimento della bancario, in Contratti, 2016, 705 ss.
preesistenza all’interno della rata di un’autonoma quota imputata (22) Così puntualmente Sangiovanni, Tasso fisso e tasso varia-
ad interessi prodotti dal capitale. bile nei piani di ammortamento alla francese, in Corr. giur., 2016,
(18) Cass. 29 agosto 1998, n. 8657, in Fallimento, 1999, 777 ss. 345 ss.
Negli stessi termini Cass. 2 marzo 1988, n. 2196, in Fallimento, (23) Su capitalizzazione e anatocismo come lemmi che identi-
1988, 557 ss., che testualmente reputa “priva di consistenza la ficano fattispecie differenti si veda P. Ferro Luzzi, In cauda vene-
tesi dell’unicità della rata o semestralità di mutuo” alla luce, tra num, in Riv. dir. comm., 2011, II, 418 ss.; ma ancor prima Id., Una
l’altro, della considerazione che lo stesso art. 55 del vecchio t.u. nuova fattispecie giurisprudenziale: “l’anatocismo bancario”;
del 1905 “distingue tra capitale, accessori e spese”. V. anche più postulati e conseguenze, in Giur. comm., 2001, 5 ss. “... si parla
di recente Cass., 28 giugno 2002, n. 9497, in Giust. civ., 2003, I, infatti, correttamente, di interessi sugli interessi, mentre meno
2509; Cass. 2 marzo 2018, n.4927, in DeJure, 2019, ove si affronta correttamente ricorre spesso l’espressione capitalizzazione;
anche il problema della collocazione degli interessi moratori. meno correttamente, dico, perché nel sistema dell’art. 1283, c.
(19) Cass. 29 agosto 1998, n. 8657, cit. c., gli interessi, quand’anche eccezionalmente, ad esempio per
(20) Cass. 2 marzo 1988, n. 2196, cit. ‘usi’, producano a loro volta interessi, non si trasformano in
(21) Invero il legislatore ha fatto strame di quel principio della capitale, restando ad esempio applicabile l’art. 1194, c.c. ...”.
scindibilità della rata, vessillo di quella giurisprudenza che aveva

448 i Contratti 4/2019


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prima fase. La riprova di tale contiguità e della for- buona sostanza che, dati quei determinati presupposti
mazione progressiva della fattispecie anatocistica, e raggiunto l’accordo sugli stessi, sia possibile per il
che può inglobare in sé la precedente di capitalizza- mutuante alcuna successiva possibilità “di determi-
zione, la si rinviene nella stessa previsione di cui nare la suddivisione della rata fra quota capitale e
all’art. 120 T.U.B. (nella sua attuale formulazione) quota interessi, essendo tale suddivisione già conte-
comma 2, lett. b), secondo cui “gli interessi debitori nuta nella definizione di una rata costante di quel
maturati, ivi compresi quelli relativi a finanziamenti determinato importo” (26).
a valere su carte di credito, non possono produrre Tali matematiche certezze, sono invece fortemente
interessi ulteriori, salvo quelli di mora, e sono calco- avversate da chi giudica errati i presupposti di par-
lati esclusivamente sulla sorte capitale”. La norma si tenza della su esposta tesi. Si rileva in primo luogo
apprezza da un canto per il riconoscimento della come l’espressione “alla francese” venga nella prassi
legittimità dell’anatocismo con riguardo agli interessi individuata come sinonimo di “a rata costante”. Ma
moratori su rate scadute ed ivi addotti a capitale. tale costanza di rata sembrerebbe non implicare
D’altro canto la previsione in parola, in uno con alcuna certezza sulla composizione della rata, in
quella di cui all’art. 1283 c.c., conclama la possibilità quanto - si sostiene - “nell’ammortamento alla fran-
di integrazione del fenomeno anatocistico per il sem- cese, definito l’importo del finanziamento, il TAN, la
plice fatto che gli interessi vengano computati (ex durata e le scadenze, non risulta definito univoca-
post o ex ante poco importa) ponendo a base del mente neanche il criterio di determinazione del
calcolo altri interessi a prescindere o meno se questi valore della rata” (27). Si evidenzia inoltre come il
ultimi siano stati o meno inglobati in un regime finanziario che disciplina il piano di ammor-
capitale (24). tamento a rata costante ben potrebbe essere conno-
Detto questo, un profilo meritevole di indagine tato sia dall’interesse semplice che dall’interesse
appare quello relativo alla rilevanza ai fini del divieto composto (28).
di anatocismo del modus operandi del meccanismo di Parimenti variegato nelle alternative possibili
capitalizzazione composta nell’ammortamento alla sarebbe il criterio di imputazione delle rate. In
francese all’interno della quota interessi che com- buona sostanza “a parità di rata costante e nel rispetto
pone la rata. La circostanza infatti che si neghi che gli dei vincoli di chiusura del piano, con la scelta del
interessi vengano portati a capitale o che contami- criterio di imputazione della rata si può stabilire di
nino in qualche modo la formazione della quota pagare gli interessi calcolati in regime composto sulla
capitale nell’ambito della rata, non pare possa esclu- quota parte del capitale che viene a scadenza, o,
dere a priori infatti che di anatocismo (e di relativo alternativamente, pagare, ad ogni scadenza, tutti gli
divieto) abbia a parlarsi in riferimento alla forma- interessi maturati nel periodo, sia sul capitale in
zione della quota interessi. scadenza sia sul capitale che residua. O ancora, sce-
gliere vie intermedie di pagamento fra le due estreme,
3. Piano di ammortamento alla francese: con quote capitale decrescenti o crescenti e interessi
univocità o equivocità del criterio di via via crescenti o decrescenti” (29).
composizione della rata. Conseguenze Certo è che la genericità dell’espressione “alla fran-
Si ritiene da parte di certa dottrina che raggiunto cese” viene confermata nelle Disposizioni di Traspa-
l’accordo sulla somma mutuata, sul tasso, sulla durata renza della Banca d’Italia, ove si identifica, invero in
del prestito e sul rimborso mediante un numero via di apprezzabile approssimazione, l’ammorta-
predefinito di rate costanti neanche la misura della mento alla francese con la rata che prevede la
rata possa costituire “oggetto di una volizione in senso quota capitale crescente e la quota interessi decre-
tecnico, perché la rata discende matematicamente da scente. Tali incertezze definitorie hanno condotto
quegli elementi contrattuali” (25). Si esclude in non a caso lo stesso Arbitro bancario e finanziario a

(24) Analogo rilievo della capitalizzazione in sé considerata la si (26) Silvestri-Tedesco, Sulla pretesa non coincidenza, cit. 85.
rinviene nell’art. 6 della Delibera CICR 9 febbraio 2000, ove era (27) Marcelli-Pastore, L’ammortamento alla francese. Mate-
prevista per le clausole relative alla capitalizzazione infra annuale matica e diritto: quando la scienza vien piegata a negar se stessa,
degli interessi la specifica approvazione per iscritto Sul punto v. in Il Caso.it, 13 novembre 2018.
Trib. Lucca 10 maggio 2018, in Il caso.it. (28) Marcelli - Pastore, L’ammortamento alla francese, cit.
(25) Silvestri-Tedesco, Sulla pretesa non coincidenza tra il tasso (29) Marcelli - Pastore, L’ammortamento alla francese, cit. In
espresso in frazione d’anno e il tasso annuo nel rimborso rateale ordine alle molteplici tipologie di ammortamento esistenti, si rinvia
dei prestiti secondo il metodo francese, in Giur. mer., 2009, 85, in a Cacciafesta, Lezioni di matematica finanziaria classica e
nt. Trib. 29 ottobre 2008, n.113. moderna, IV ed. riv. ed ampl., Torino, 2001, 109 ss.

i Contratti 4/2019 449


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riconoscere come non esistente “nella prassi un unico esigibili tanto il credito per capitale quanto il credito
tipo di ammortamento ‘alla francese’” (30). accessorio per interessi (34). Con riguardo al mutuo
Altrettanto contrastante si appalesa il panorama proprio l’esistenza di un piano di rimborso esclude in
giurisprudenziale, che si divide tra i sostenitori nuce, in assenza di decadenza dal beneficio del ter-
delle opposte tesi, anche se a tutt’oggi risulta orfano mine, che possa parlarsi di esigibilità degli interessi (e
di pronunce del giudice di legittimità sulla specifica del capitale).
questione. L’iter motivazionale delle numerose e con- Inoltre se è vero che il capitale risulta produttivo di
trastanti sentenze sull’argomento risulta fortemente interessi legali che si acquistano “giorno per giorno”,
condizionato dalle scelte di matematica finanziaria secondo il criterio di proporzionalità fissato dall’art.
operata di volta in volta dai consulenti tecnici di 821, comma 3, c.c., la regola appare perfettamente in
ufficio (31). Non pare però revocabile in dubbio che linea con un computo degli interessi in forma sem-
la scelta di conteggiare gli interessi in regime compo- plice ed in progressione aritmetica sul capitale rice-
sto nel piano di ammortamento alla francese con vuto in prestito per i giorni relativi al suo godimento.
quota di capitale crescente e quota di interessi decre- Conseguentemente andrebbe conteggiato sulla
scente comporti di per sé rispetto ad altri sistemi di quota di capitale scaduta (e goduta), e non già sul
ammortamento, un apprezzabile incremento del capitale residuo (35).
costo del credito per il cliente (32), di cui è espres- Peraltro la scelta della banca di operare tale forma di
sione il tasso effettivo globale medio (teg) oggetto di conteggio comporta per la stessa una significativa
specifico obbligo pubblicitario per “le operazioni di rendita di posizione in ipotesi di inadempimento
finanziamento” ex art. 116, comma 1, T.U.B. (33). del mutuatario e di conseguente decadenza del bene-
A ciò aggiungasi che la scelta della banca di conteg- ficio del termine: il corrispettivo per l’erogazione del
giare l’importo dovuto a titolo di interessi sulla resi- capitale - l’interesse appunto- risulterà il più delle
dua quota di capitale e non su quella che viene in volte anzitempo conseguito e la banca pretenderà il
scadenza non pare trovare giustificazione nella pre- rimborso del capitale su cui, pur in assenza del pro-
visione di cui all’art. 1194 c.c., comma 2. La norma trarsi del godimento del cliente, avrà conteggiato gli
presuppone infatti, in stretta connessione con l’art. interessi come se ciò fosse avvenuto (36). Il che
1282 c.c., che siano simultaneamente liquidi ed ovviamente non accadrebbe nell’ipotesi in cui gli

(30) Attenta giurisprudenza di merito puntualmente rileva: “In (34) Afferma la S.C. (Cass. 26 maggio 2016, n.10941, in Mass.
generale, le espressioni “ammortamento alla francese” o “a rata Giust. civ., 2016): “Il principio di cui all’art. 1194 c.c., secondo cui
costante” o “a capitale crescente e interessi decrescenti” non ogni pagamento deve essere imputato prima agli interessi e poi al
valgono ad esplicitare le modalità di funzionamento del piano, ai capitale salvo un diverso accordo con il creditore, postula che il
fini del controllo di legalità, in difetto di specificazione del regime credito sia liquido ed esigibile, atteso che solo questo, per sua
finanziario e del criterio di calcolo degli interessi” (Trib. Massa 13 natura, produce interessi ex art. 1282 c.c.”. In senso conforme
novembre 2018 in www.assoctu.it/giurisprudenza). Cass., 16 aprile 2003, n. 6022, in DeJure, 2019. In dottrina in
(31) Né è espressione tangibile Trib. Massa 13 novembre 2018, termini generali sull’imputazione di pagamento v. tra gli altri C.M.
cit., dove in una motivazione superiore alle 100 pagine (!!) se ne Bianca, Imputazione del pagamento, in Enc. giur., XVI, Roma,
dedicano moltissime per giustificare da un punto di vista di mate- 1989, 1 ss.; Damiani, Imputazione del pagamento, in Comm.
matica finanziaria la scelta che porta al riconoscimento Cod. civ., dir. da E. Gabrielli, Delle obbligazioni. Artt. 1173-1217,
dell’anatocismo. a cura di Cuffaro, Torino, 2012, 525 ss.
(32) Afferma che il costo effettivo del prestito, nel regime (35) Pone in luce come la capitalizzazione composta determini
dell’interesse composto sia maggiore rispetto all’interesse sem- una spirale ascendente di lievitazione degli interessi, in chiaro
plice Silvestri e Tedesco, Sulla pretesa non coincidenza, cit., 83. contrasto con il principio di proporzionalità di cui all’art. 821 c.c.
Così anche Camardi, Mutuo bancario con piano di ammortamento Trib. Massa 13 novembre 2018, cit. Sul punto si rinvia alle argute
“alla francese”, nullità delle clausole sugli interessi e integrazione osservazioni di Colangelo, Interesse semplice, interesse compo-
giudiziale, in Banca, borsa, tit. cred., 2015, 51 ss. (in nota a Trib. sto e ammortamento alla francese, cit. c. 569 ss.
Milano 30 dicembre 2013) che, pur riconoscendo “un maggior (36) Rileva F. Quarta, Credito irresponsabile e soluzioni al
costo complessivo del mutuo rispetto ad altri sistemi di ammor- sovraindebitamento. Note su prassi bancarie “riottose al diritto”,
tamento”, sostiene che ciò “non produce certo illegittimità del tecniche di ammortamento e costi inespressi, in Scritti in onore di
metodo”. Sul punto si rinvia alle argute osservazioni di Colangelo, Vito Rizzo, Persona, mercato, contratto e rapporti di consumo, a
Interesse semplice, interesse composto e ammortamento alla cura di Caterini - Di Nella - Flamini - Mezzasoma - Polidori, II, Napoli,
francese, in Foro it., 2015,11, c. 569 ss. che osserva (c. 571) come 2017, 1828 in nt. 56: “A parità di rate scadute (e anche a parità di
“nel regime dell’interesse composto il montante M è crescente in capitale netto erogato e di TAN), i costi “di uscita” di un mutuo
progressione geometrica in ragione di (1+i)”. ammortato alla francese sono matematicamente più alti di quelli
(33) Ritiene che l’ammortamento alla francese comporti una necessari ad estinguere anticipatamente un rapporto di mutuo
discrasia tra il tasso “apparente” (cioè il TAN) e il tasso “effettivo” ammortato all’italiana. Tangibili sono gli effetti sul mercato con-
(cioè, quello applicato in esecuzione del piano di ammortamento), correnziale tramite la c.d. portabilità dei finanziamenti”. Sul punto
“e dei due solo il primo è percepibile dal mutuatario”: Trib. Isernia v. anche De Poli, La contrattazione bancaria. Tra tutela della
28 luglio 2014, in www.adusbef.veneto.it. Sul punto v. Sangio- liquidita e obblighi di trasparenza, Padova, 2012, 255.
vanni, Tasso fisso e tasso variabile nei piani di ammortamento alla
francese, cit., 345 ss.

450 i Contratti 4/2019


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interessi venissero conteggiati sul capitale via via in tabella, che riporta pur puntualmente la composi-
scadenza ovvero in forma di interesse semplice e zione della singola rata come quota capitale e quota
comporta di per sé un maggior onere in caso di interessi, rappresenta difatti il mero sviluppo mate-
mora apprezzabile, per quel che in seguito si dirà, ex matico di una condizione praticata (il calcolo del-
art. 117, comma 4, T.U.B. l’interesse sul capitale residuo) ma non esplicitata al
Se quindi si accede all’idea che la definizione di cliente, sicché nessun “accordo esecutivo” (39) può
ammortamento alla francese o a rata costante conte- dirsi a monte perfezionato sul punto.
nuta in contratto non comporti necessariamente che In forza della previsione di cui al comma 7, lett. b)
gli interessi per ogni singola rata debbano essere dell’art. 117 T.U.B. si applicheranno “gli altri prezzi e
pagati sull’intero capitale residuo, ne consegue che condizioni pubblicizzati per le corrispondenti cate-
la volontà delle parti ben potrebbe prevedere moda- gorie di operazioni e servizi al momento della con-
lità variegate di composizione della rata in quota clusione del contratto o, se più favorevoli per il
capitale e quota interessi “ evitando che il pagamento cliente, al momento in cui l’operazione è effettuata
del capitale preceda il pagamento degli interessi o o il servizio viene reso; in mancanza di pubblicità
diversamente computando gli interessi sul capitale nulla è dovuto”. Qualora poi il TEG (tasso effettivo
residuo e non già su quello in restituzione” (37). Né il globale) non risulti ex art. 116, comma 1, T.U.B.
cliente, salvo che sia un esperto di matematica finan- pubblicizzato per le “corrispondenti categorie di ope-
ziaria, potrebbe desumere dal testo del contratto che razioni” di finanziamento con onere della prova a
oltre alla rata costante si sia prescelto tra le modalità carico della banca, la rata sarà depurata della quota
di conteggio possibili il regime composto nonché per interessi sempre in forza della stessa previsione.
il criterio di imputazione delle rate si sia adottato il Resta da chiedersi, per concluder sul punto, se il
calcolo degli interessi su tutto il capitale in essere a mutuatario convenuto in giudizio per il pagamento
ciascuna scadenza (38). del residuo capitale dovuto a seguito di comminata
Ciò determina che nell’ipotesi in cui questa specifi- decadenza del beneficio del termine (40), possa ecce-
cazione delle modalità di formazione e composizione pire in compensazione o comunque richiedere in
della rata e del computo dell’interesse non risulti restituzione quanto corrisposto in eventuale ecce-
esplicitata in contratto, ma sia, al più, soltanto rica- denza a titolo di interessi computati nelle rate già
vabile ex post a mezzo di un (complesso) calcolo sulla pagate conteggiate “alla francese” sul capitale di volta
composizione delle singole rate, esplicitate in numeri in volta residuo e non su quello in scadenza. La
riportati solitamente in una tabella, ricorra la viola- richiesta, a parere di chi scrive, alla luce delle supe-
zione del comma 4 dell’art. 117 T.U.B. Difetta invero riori considerazioni non pare peregrina: se gli inte-
nel caso concreto l’indicazione di “ogni altro prezzo e ressi si producono proporzionalmente giorno per
condizione praticati, inclusi, per i contratti di credito, giorno ex art. 821 c.c. in ragione della durata del
gli eventuali maggiori oneri in caso di mora”. La godimento del capitale e se di quel capitale il cliente

(37) Marcelli, Pastore, L’ammortamento alla francese, cit. un’obbligazione non può, di per sé, dimostrare lo stato di insol-
(38) Marcelli, Pastore, L’ammortamento alla francese, cit. venza” e, più in particolare, nel caso di pagamenti rateali come
secondo il quale il cliente “con l’unica indicazione in contratto quello che ci occupa “il mancato pagamento di alcune rate sca-
del valore della rata costante è indotto a ritenere che non vi siano dute non è dimostrativo di uno stato di insolvenza rilevante ai sensi
alternative e sia univocamente determinato il piano di dell’art. 1186 cod. civ.” (Cass., 18 novembre 2011, n. 24330, in
ammortamento”. Giust. civ., 2012, I, 687; in termini analoghi: Cass. 26 agosto 1975,
(39) L’espressione è utilizzata incisivamente da Camardi, n. 3010, in Giur. it., 1976, I, 1553 ss.; Cass., Sez. lav., 11 novembre
Mutuo bancario con piano di ammortamento “alla francese”, 2016, n. 23093, in DeJure, 2019). In materia di credito fondiario
cit., 51 ss. trova applicazione la speciale disciplina dell’art. 40, comma 2, T.U.
(40) La decadenza del beneficio del termine prevista per le B., secondo cui: “La banca può invocare come causa di risoluzione
obbligazioni in generale dall’art.1186 c.c. in ipotesi, tra l’altro, di del contratto il ritardato pagamento quando lo stesso si sia veri-
insolvenza del debitore è sancita per il mutuo con restituzione ficato almeno sette volte, anche non consecutive. A tal fine
rateale dall’art.1819 c.c. in ipotesi di mancato pagamento di una costituisce ritardato pagamento quello effettuato tra il trentesimo
sola rata. La dottrina prevalente esclude che sia possibile ricon- e il centoottantesimo giorno dalla scadenza della rata”. Fanno
durre all’istituto della decadenza dal beneficio del termine previsto discendere l’illegittimità di una clausola che consenta alla banca di
dall’art. 1186 c.c. la suddetta ipotesi di estinzione anticipata per il invocare la decadenza dal beneficio del termine per ritardato
mutuo in quanto non risulterebbe collegata ad alcuna delle circo- pagamento in maniera difforme dall’art. 40, comma 2, T.U.B. da
stanze erte a presupposto della decadenza dal beneficio del una violazione diretta di questa norma: Piga, La risoluzione per
termine, ma sarebbe posta in relazione ad uno specifico inadem- inadempimento e il ritardo nell’adempimento nelle operazioni di
pimento (Giampiccolo, voce Mutuo, Enc. dir., XXVII, Milano, 1977, credito fondiario, in Giust. civ., 1996, II, 47; Tardivo, Il credito
470; R. Teti, Il mutuo, in Tratt. dir. priv., dir. da Rescigno, XII, fondiario nella nuova legge bancaria, Milano, 2006, 220; Bozza,
Torino, 1985, 639). La giurisprudenza ha precisato la differenza tra Il credito fondiario nel nuovo t.u. bancario, Padova, 1996, 100. In
inadempimento e insolvenza: “il mero adempimento di giurisprudenza, v. Trib. Salerno 4 febbraio 2011 in DeJure, 2019.

i Contratti 4/2019 451


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non gode per il tempo originariamente pattuito e calcolo degli interessi venga operato esclusivamente
rispetto al quale è stato operato anticipatamente il sul capitale parrebbe escludere sotto tale profilo la
computo degli interessi ratealmente corrisposti, va da ricorrenza dell’anatocismo in tutte le ipotesi in cui
sé che il quid pluris abbia a costituire indebito ogget- quel capitale non abbia inglobato in sé una quota di
tivo suscettibile di azione di restituzione ex art. 2033 interessi e, conseguentemente, l’interesse calcolato
c.c. (41). Ciò interviene sempre che la quota interessi sul capitale di volta in volta “residuo” non avrebbe a
contenuta nelle rate pagate sia stata conteggiata base alcun interesse capitalizzato. Il che trova appa-
come se il capitale dovesse essere restituito per un rente conferma nel risultato della somma delle quote
tempo maggiore rispetto a quello oggetto di effettivo capitale computate nelle singole rate del piano di
godimento. ammortamento: se le stesse, come di regola accade,
Inoltre, in disparte il principio non di poco risultano pari al capitale mutuato, nessuna contami-
momento sancito dall’art. 821 c.c., nel caso con- nazione di interessi capitalizzati potrebbe essere
creto una volta comminata la decadenza dal bene- intravista e, conseguentemente, il calcolo degli inte-
ficio del termine (art. 1186 c.c.), o richiesto la ressi sul capitale residuo non integrerebbe il divieto in
restituzione dell’intero in forza della previsione di parola. In questi termini con riguardo all’ammorta-
cui all’art. 1819 c.c. (42) o conseguita la risoluzione mento alla francese pare orientarsi la dottrina preva-
del contratto ex art. 40, comma 2, T.U.B., viene lente e parte della giurisprudenza (44), che si è
meno per la banca il vincolo originariamente esi- occupata dell’argomento.
stente e con esso la causa adquirendi degli interessi Il problema merita però di essere affrontato sotto un
per come ab initio conteggiati (43). diverso profilo e cioè se il computo degli interessi
nella rata costante da ammortamento alla francese
4. Segue: piano di ammortamento non patisca già a monte un’incorporazione “nel
alla francese ed anatocismo capitale che li ha generati, secondo lo schema tipico
della capitalizzazione composta” (45). Si ritiene da
Un’ ulteriore domanda che si è posta la dottrina è se il parte di questa dottrina (46) che “la determinazione
regime dell’interesse composto utilizzato normal- dell’interesse relativo al periodo (s-1, s) sia effet-
mente piano di ammortamento alla francese deter- tuato sul debito inizialmente contratto Rvt aumen-
mini o meno violazione del precetto imperativo di cui tato di tutti gli interessi maturati fino all’epoca s-1 e,
agli art. 1283 c.c. e 120 T.U.B. quindi, capitalizzati”. Tutto ciò è la necessitata
Abbiamo in precedenza chiarito la distinzione tra implicazione dell’aver calcolato la rata “nel regime
capitalizzazione ed anatocismo. Il fatto che poi il finanziario della capitalizzazione composta, la cui

(41) Pacifica la giurisprudenza nell’affermare che l’onere della risoluzione o rescissione di un contratto, che in caso di qualsiasi
prova dell’indebito gravi su chi pretende la restituzione, il quale altra causa la quale faccia venir meno il vincolo originariamente
dovrà provare l’insussistenza di una iuxta causa obligationis del esistente, l’azione accordata dalla legge per ottenere la restitu-
pagamento effettuato: da ultimo Cass. 27 novembre 2018, n. zione di quanto prestato in esecuzione del contratto stesso è
30713, in Mass. Giust. civ., 2018; per la giurisprudenza di merito quella di ripetizione di indebito oggettivo”.
in materia di mutuo v. Trib. Varese 19 maggio 2017, n.482; Trib. (44) In dottrina v. Camardi, Mutuo bancario con piano di ammor-
Siena 5 ottobre 2018, n.1149; Trib. Milano 24 marzo 2016, n. 3794, tamento “alla francese”, cit., 51 ss.; Silvestri e Tedesco, Sulla
tutte in DeJure, 2019. pretesa non coincidenza tra il tasso espresso in frazione d’anno e il
(42) La giurisprudenza ha ritenuto che l’art. 1819 c.c. si riferisca tasso annuo nel rimborso rateale dei prestiti secondo il metodo
solo al mutuo gratuito: “La ragione della norma e il suo specifico francese, cit., 82; Sangiovanni, Mutui bancari, ammortamento alla
ambito di applicazione debbono essere rinvenuti nel mutuo gra- francese e nullità delle clausole sugli interessi per indetermina-
tuito, contratto non di scambio, non riconducibile alla categoria del tezza, in nt. a Trib, sez. impr., Milano 30 ottobre 2013, in Corr. giur.,
contratto con prestazioni corrispettive: perché tra l’unica obbliga- 2014, 1105 ss. Afferma Trib. Verona 24 marzo 2015, in www.
zione del mutuatario e l’attribuzione del mutuante non si configura assoctu.it/giurisprudenza: “Non è concettualmente configurabile
un rapporto di corrispettività, con l’art. 1819 c.c. si è apprestato il fenomeno anatocistico con riferimento al mutuo con ammorta-
rilievo all’inadempimento da parte del mutuatario alla obbligazione mento c.d. alla francese, difettando - in sede genetica del negozio -
di restituire ratealmente, dato che nel mutuo oneroso tale ina- il presupposto stesso dell’anatocismo, vale a dire la presenza di un
dempimento, dando luogo alla possibilità di risoluzione del con- interesse giuridicamente definibile come “scaduto” sul quale
tratto ai sensi dell’art. 1453,assume rilievo indipendentemente operare il calcolo dell’interesse composto ex art. 1283 c.c.”.
dalla espressa previsione dell’art. 1819” (Cass. 21 febbraio1995, Nello stesso senso v. anche Trib. Ferrara 6 giugno 2016, in Pluris
n.1861, in Vita not., 1996, 243; in Giur. it., 1996, I, 1, 998; conf. on line, Trib. Treviso 12 gennaio 2015, in www.ilcaso.it, Trib.
Cass. 14 dicembre 2007, n. 26258, in DeJure, 2019). Di opposta Milano 30 ottobre 2013, cit; Trib. Padova 23 febbraio 2009, in
opinione la dottrina v. tra gli altri Fragali, Del mutuo: art. 1813-1822, www.ilcaso.it, Trib. Torino 17 Settembre 2014, in www.ilcaso.it.;
in Comm. cod. civ. a cura di Scialoja e Branca, IV, II ed., 1966, 434; Trib. Brescia 27 settembre 2017, in www.ilcaso.it.
Teti, Il mutuo, in Tratt. dir. priv. diretto da Rescigno,12, 2007, 639. (45) Così Fersini, Olivieri, Sull’“anatocismo” nell’ammorta-
(43) Sul punto Cass. 12 dicembre 2005, n. 27334, in Mass. mento alla francese, in Banche§Banchieri, 2015, 141.
Giust. civ., 2006, testualmente afferma: “In caso di mancanza di (46) Fersini, Olivieri, Sull’“anatocismo” nell’ammortamento
una causa adquirendi, sia in caso di nullità, annullamento, alla francese, cit., 137.

452 i Contratti 4/2019


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equità si ripercuote necessariamente sul piano di Qualora così fosse, infatti, nessun rilievo potrebbe
ammortamento che ne è, semplicemente, un suo assumere con riguardo al piano di ammortamento
sviluppo” (47). alla francese la circostanza valorizzata da alcuni
In buona sostanza l’anatocismo nell’ammortamento giudici di merito secondo cui “ visto che la rata
alla francese ed a rata costante si annida secondo paga, oltre agli interessi sul capitale a scadere,
l’orientamento di alcuni studiosi di matematica anche la quota del debito in linea capitale - quota
finanziaria nella modalità di determinazione della man mano crescente con il progredire del rimborso -
composizione della rata connotata dal regime di a ciò segue che il pagamento a scadenza del periodo
capitalizzazione composta (48). Detto regime nei X riduce il capitale che fruttifica nel periodo X+1,
piani di rimborso graduale non solo implica, come ossia si verifica un fenomeno inverso rispetto alla
in precedenza chiarito, una maggiorazione in termini capitalizzazione” (52). Con ciò parrebbe ignorarsi
esponenziali della rata direttamente incidente sul appunto che gli interessi risultano anticipatamente
monte interessi (49), ma comporterebbe l’insorgere computati non già sulla quota capitale come appare
sia di un’obbligazione di rimborso del capitale, in in rata, bensì in forza di determinazione del mon-
misura pari al finanziamento iniziale sia di una tante complessivo (capitale + interessi) dovuto in
(distinta) obbligazione di pagamento degli interessi restituzione, integrando a pieno l’anatocismo pro-
“pari al monte complessivo, già comprensivo prio con riguardo al conteggio degli interessi sugli
dell’anatocismo” (50). interessi.
In questi termini- sempre che tale argomentare in Invero, ove si presti attenzione al meccanismo di
termini di matematica finanziaria sia corretto - calcolo dello sconto composto (53), che presiede
riteniamo possa condividersi l’idea che l’anatoci- alla formazione della rata, si comprende come non
smo sia presente nel valore stesso della rata pat- abbia alcun rilievo il fatto che il capitale erogato in
tuita con la formula dell’interesse composto “nella rata diminuisca progressivamente e gli interessi per-
quale si esprime la volontà, questa sì giuridica ciò stesso non possano ipotizzarsi come inglobati in
oltre che matematica, di equiparare al capitale esso producendo a loro volta interessi. Questo non
finanziato C, il corrispondente valore futuro, accade per la semplice ragione che quando si procede
espresso da M = C*(1+i)k, comprensivo di inte- alla costruzione del piano ed alla determinazione del
ressi anatocistici, anziché il valore futuro, espresso montante si computano ex ante gli interessi sul debito
da M = C*(1+k*i), che lascerebbe improduttivi iniziale per il tramite appunto dello sconto composto,
gli interessi maturati” (51). che tiene conto di un certo numero di rate costanti di

(47) Fersini, Olivieri, Sull’“anatocismo” nell’ammortamento francese, è stata vigorosamente sostenuta da Colangelo, Inte-
alla francese, cit., 137. A conferma di tale assunto gli autori resse semplice, interesse composto e ammortamento alla fran-
richiamano l’ipotesi strettamente correlata dell’impiego della cese, cit., c. 469.
somma mutuata per ripianare il debito (p. 141): “ chi prende a (49) Marcelli, Pastore, L’ammortamento alla francese, cit.,
prestito una somma A e si impegna a restituirla mediante n rate secondo cui “L’impiego del TAN nella formula inversa R=C/∑1/
costanti R, calcolate in capitalizzazione composta al tasso i, per far (1+i)k di determinazione dell’importo della rata configura l’espres-
fronte all’impegno di restituzione del prestito, dovrebbe investire sione di una convenzione anatocistica, in quanto stabilisce l’equi-
la somma A allo stesso tasso i, per lo stesso numero di periodi, valenza fra 100 oggi e 100*(1+i)k fra k periodi, contraria al divieto di
nello stesso regime della capitalizzazione composta, e quindi, pattuizione anatocistica espresso dall’art. 1283 c.c. e implicito
calcolando anche gli interessi sugli interessi, in modo da poter nell’art. 120 TUB”.
ottenere a ciascuna successiva scadenza la rata R da versare al (50) Marcelli, Pastore, L’ammortamento alla francese, cit.
creditore e alla fine chiudere l’operazione a pareggio rimanendo (51) Così Marcelli, Pastore, L’ammortamento alla francese, cit.
con un importo nullo ... In pratica chi investe la somma presa in In giurisprudenza la legittimità dell’ammortamento c.d. alla fran-
prestito allo stesso tasso i deve ottenere gli interessi sugli inte- cese è stata posta in discussione per l’asserita produzione di
ressi per far fronte all’impegno di restituzione del prestito”. In effetti anatocistici per la prima volta da Trib. Bari 29 ottobre
senso conforme Colangelo, Interesse semplice, interesse com- 2008, n. 113, cit.
posto e ammortamento alla francese, cit., c. 471 s. (52) Per tutte nitidamente Trib. Torino 17 Settembre 2014, cit.
(48) In argomento v. Cacciafesta, In che senso l’ammorta- (53) Nel regime di capitalizzazione semplice, gli interessi, anche
mento alla francese (e non solo esso) dia luogo ad antocismo, se vengono calcolati sul capitale in scadenza e contabilizzati,
Politeia, 2015, 120. Sul regime di capitalizzazione composta nel divengono esigibili soltanto alla scadenza del capitale finanziato
mutuo ad ammortamento alla francese v. anche Caliri, Matema- e contestualmente al debito inerente a quest’ultimo, restando
tica finanziaria, Torino, 2001, 169 e 173; Levi, in Corso di Mate- improduttivi fino a quel momento con conseguente invariabilità
matica finanziaria e attuariale, Milano, 1964, 227; Vianelli, del capitale. Il montante ha una crescita di tipo lineare, proporzio-
Giannone Jr., Matematica finanziaria, Bologna, 1965, 125. In nale al tempo e procede secondo una progressione aritmetica. In
senso contrario Rutigliano, Faccincani, Brevi note per ricono- questi termini v. Trib. Massa 13 novembre 2018, cit., che rileva
scere, “si spera definitivamente”, l’assenza di anatocismo nel pure come “nel regime composto, invece, per effetto della prin-
mutuo con piano di ammortamento “alla francese”, in Banche e cipio di scindibilità sul quale si fonda (corrispondente alla capita-
banchieri, 2017, n. 3, 333 ss. La tesi per i giuristi, sostegno del lizzazione periodica degli interessi), gli interessi vengono calcolati
connaturale effetto anatocistico nell’ammortamento alla periodicamente sul montante maturato”.

i Contratti 4/2019 453


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ammontare determinato (54). Si calcola poi la quota Riteniamo di poter fare nostra l’opinione di auto-
interessi sulla prima rata, quale riviene nel suo revole dottrina che in tema di anatocismo ebbe a suo
ammontare complessivo dalla divisione del mon- tempo a rilevare che “il divieto di anatocismo (...)
tante per il numero delle rate previsto in restituzione. non colpisce solo gli accordi preventivi che diretta-
Sottraendo la quota interessi da detta rata si ha la mente stabiliscano la produzione di interessi su inte-
quota capitale, che andrà in detrazione rispetto al ressi, ma anche gli accordi preventivi che abbiano
debito iniziale e su debito risultante poi si computerà comunque l’effetto di determinare la produzione di
l’ammontare degli interessi della seconda rata e così interessi su interessi” (57). È quello che parrebbe
via (55). Il capitale conteggiato in rata in quanto essere accaduto con il piano di ammortamento alla
esattamente corrispondente in ipotesi al debito resi- francese allorché nella determinazione del montante
duo risulta così all’apparenza immacolato. Ciò però e della rata costante di rimborso oggetto di accordo si
non significa che immacolato dal peccato di anato- sia provveduto a conteggiare gli interessi sulla quota
cismo debba anche essere il montante (madre di tutte di interessi delle singole rate, anteriormente alla
le rate), se è vero che lo sconto composto applicato scadenza dell’obbligazione restitutoria del capitale
comporta con riguardo al medesimo che ad ogni residuo (58). In questo caso risulterebbe integrata
periodo t, l’interesse percepito nel periodo (t-1) sia la violazione del precetto imperativo di cui agli artt.
considerato nuovo capitale e venga quindi incluso 1283 e 120 T.U.B., a cui farebbe seguito la nullità
nel medesimo. Nel meccanismo di calcolo di sconto parziale ex art. 1419 c.c. della pattuizione di interessi
composto, con cui si determina il montante, dunque con tutte le conseguenze che ne derivano e su cui si
al tempo t l’interesse relativo non risulta calcolato sul tornerà nel proseguo.
capitale originario netto, ma sulla somma del capitale Se diversamente si opinasse e si ritenesse che gli
originario e degli interessi conteggiati nei periodi interessi computati fossero tutti primari e la maggio-
precedenti, integrando così a pieno anatocismo con razione del costo del credito riveniente da capitaliz-
riguardo alla rata unitariamente considerata. zazione alla francese con interesse composto fosse la
Attenta giurisprudenza di merito ha posto in luce risultante solo di una maggiore produzione di detti
come con il regime composto, anche nella variante interessi primari sia pur calcolata inizialmente nella
costituita dal pagamento degli interessi (in alterna- determinazione della rata, non vi potrebbe essere
tiva alla loro capitalizzazione), svanisca” la distin- spazio per il ricorso in ausilio alla previsione di cui
zione tra capitale ed interessi, restando indifferente all’art. 1344 c.c. (59) ipotizzando un aggiramento del
all’atto del pagamento periodico l’individuazione del divieto di anatocismo. L’implementazione degli inte-
titolo per il quale esso avviene (se inerente all’ob- ressi in concreto perseguita in tanto sarebbe diretta a
bligazione principale o a quella accessoria) e, corre- raggiungere il risultato illecito vietato dagli artt. 1283
lativamente, quale sia la specifica composizione della c.c. e 120 T.U.B. (60), da sanzionare ai sensi dell’art.
rata (nella sua ripartizione tra quota capitale e quota 1344 c.c. con la nullità della clausola in quanto
interessi)” (56). Ciò accade in quanto resta comun- destinata ad integrare un computo degli interessi
que invariato quel montante sul quale si sono con- sugli interessi. Nessun rilievo potrebbe avere la cir-
teggiati anzitempo gli interessi sugli interessi. costanza che il metodo di ammortamento prescelto

(54) Afferma condivisibilmente Trib. Massa 13 novembre (57) Nigro, L’anatocismo nei rapporti bancari una storia infi-
2018, cit. “Sul piano matematico-finanziario, il complessivo nita?, in Dir. banca e merc. fin., 2001, 269 ss., sia pur con riguardo
monte interessi previsto nella totalità delle rate include quindi al conto corrente bancario.
(già ab origine, fin dal momento della conclusione dell’accordo (58) Se nella determinazione della rata fosse stato impiegato lo
negoziale) la maggiorazione anatocistica, per l’appunto in ragione sconto semplice, il monte interessi sarebbe risultato, coerente-
del regime finanziario adottato. In altri termini, l’anatocismo sussi- mente con tale regime, inferiore e nella circostanza ogni criterio di
ste nella stessa pattuizione, ovvero nel valore della rata concor- imputazione (anche quello del calcolo degli interessi sul debito
data al momento della stipulazione del contratto in base al piano di residuo), avrebbe determinato un piano di ammortamento privo
ammortamento (ad esso allegato e dallo stesso richiamato), in della crescita esponenziale, tipica del regime composto.
virtù dell’applicazione del T.A.N. contrattuale in regime di capita- (59) Notevolissima la dottrina sul contratto in frode alla legge.
lizzazione composta”. Con riguardo alle sole opere monografiche tra gli altri: Carraro, Il
(55) L’operazione è sinteticamente descritta in Silvestri-Tede- negozio in frode alla legge, Padova, 1943; Breccia, Frode alla
sco, Sulla pretesa non coincidenza tra il tasso espresso in frazione legge, in Alpa, Breccia e Liserre, Il contratto in generale, XII, 3,
d’anno e il tasso annuo nel rimborso rateale dei prestiti secondo il in Tratt. Bessone, Torino, 1999, 257; Nardi, Frode alla legge e
metodo francese, cit., 82 ss., che però omette nella sintesi di collegamento negoziale, Milano, 2006; Cricenti, I contratti in frode
specificare come si calcolino gli interessi sul debito iniziale, parti- alla legge, Milano, 2008; Bolego, Autonomia negoziale e frode alla
colare non irrilevante atteso che il problema riguarda proprio legge nel diritto del lavoro, Padova, 2011.
questa modalità di calcolo. (60) Trib. Brindisi 4 dicembre 2006, in Foro it., 2007, I, c.1947. In
(56) Trib. Massa 13 novembre 2018, cit. senso conforme App. Brescia 21 aprile 2004, in Ilcaso.it.

454 i Contratti 4/2019


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e\o il meccanismo dell’interesse composto determini rapporto, su sua richiesta e senza spese, una tabella di
un’implementazione esponenziale del costo del cre- ammortamento. La tabella di ammortamento
dito, del tutto analoga all’anatocismo. In assenza di riporta: - gli importi dovuti, le relative scadenze e
produzione di interessi sugli interessi non si potrebbe le condizioni di pagamento; - il piano di ammorta-
fare in alcuno ricorso, all’interpretazione analogica mento del capitale, che rappresenta la ripartizione di
della disciplina di cui agli artt. 1283 c.c. e 120 T.U.B., ciascun rimborso periodico; - gli interessi e gli even-
norme eccezionali a tutti gli effetti. Qualora il sistema tuali costi aggiuntivi; se il tasso non è fisso ovvero se i
del conteggio si fondasse esclusivamente su di un costi aggiuntivi possono essere modificati nel corso
computo di interessi sul capitale e questo fosse il del rapporto, è indicata in modo chiaro e conciso la
risultato previsto e voluto dalle parti quella “consa- circostanza che i dati riportati nella tabella sono
pevole divergenza tra la causa tipica del contratto validi fino alla successiva modifica del tasso di inte-
prescelto e la determinazione causale delle parti indi- resse o dei costi aggiuntivi, conformemente a quanto
rizzata alla elusione di una norma imperativa” (61), previsto nel contratto” (63).
non potrebbe risultare sussistente nel caso concreto. Sullo sfondo non bisogna poi dimenticare da un
canto che l’obbligo di forma scritta prevista dall’art.
5. Natura giuridica del piano 117 T.U.B. non può non riguardare il piano di
di ammortamento ammortamento ed in particolare la tecnica adottata
Meritevole di un sia pur conciso approfondimento è e le caratteristiche essenziali del piano (64). D’altro
la natura giuridica del cd. piano di ammortamento. canto neppure si può ignorare l’esistenza di un
Dello stesso non si rinviene citazione nel codice obbligo per la banca di rendere nei confronti del
civile, che, con riguardo al mutuo, all’art. 1819 si cliente, che sia anche consumatore, informazioni
limita a far menzione della restituzione rateale delle precontrattuali tali da “consentire il confronto delle
cose mutuate in occasione della decadenza del bene- diverse offerte di credito sul mercato” (art. 124,
ficio del termine. Anche nel T.U.B., se pur è presup- comma 1, T.U.B.), La Banca dovrà anche fornire
posta la restituzione rateale in tema di credito “chiarimenti adeguati” (art. 124, comma 5, T.U.B.)
fondiario (art. 38 e 40) e di credito al consumo anche in ordine “agli effetti specifici”, che può avere
(art. 121 ove il riferimento più propriamente è alla sul consumatore un determinato piano di ammorta-
dilazione di pagamento), manca una definizione del mento “incluse le conseguenze del mancato
piano di ammortamento. pagamento” (65).
Del piano di ammortamento si trova invece qualche Operata questa rapida ricognizione normativa,
accenno nelle Istruzioni della banca d’Italia. Ivi viene occorre distinguere l’ipotesi in cui il piano di ammor-
imposto alle Banche che il documento di sintesi tamento risulti allegato al contratto di finanziamento
riporti in calce il piano di ammortamento “per i quale concreta esplicitazione del rimborso rateale
contratti di mutuo che sono o potrebbero rimanere pattuito, dall’ipotesi infrequente in cui, per dimenti-
a tasso fisso per tutta la durata del contratto” in canza o per scelta della banca, ciò non accada. Certo è
ragione del fatto che solo per i mutui a tasso fisso che, come è stato puntualmente rilevato, anche nella
sia possibile prevedere ex ante l’esatto ammontare normale ipotesi di allegazione del piano la percepi-
della quota pro rata per interessi di cui dovrà farsi bilità del cliente circa tecnica di ammortamento
carico il mutuatario (62). prescelta tra le diverse esistenti è normalmente affi-
Nelle stesse Istruzioni è previsto che “in caso di data alla materiale messa a disposizione unitamente
ammortamento del capitale di un contratto di credito al contratto “di un gruppuscolo di fogli contenenti
a durata determinata, il contratto indica ... il diritto tabelle ricolme di numeri, indicanti un piano di
del consumatore di ricevere in qualsiasi momento del rimborso rateale con efficacia asseritamente

(61) Così efficacemente con riguardo al contratto in frode alla del prezzo da cui deriverebbe la nullità della clausola che fissa il
legge Cass., SS.UU., 7 luglio 1981, n. 4414, in Banca, borsa, tit. tasso di interesse e la sua sostituzione, ai sensi dell’art. 117 del
cred., 1981, II, 391. D.Lgs. n. 385/1993.
(62) Lo rileva Sangiovanni, Tasso fisso e tasso variabile nei piani (64) Lo rileva Quarta, Credito irresponsabile e soluzioni al
di ammortamento alla francese, cit., 345 ss. sovraindebitamento, cit. 1825 che evidenzia come “servirebbe
(63) In argomento: ABF, Milano 3 maggio 2013, n. 2433, in forse qualcosa di più della mera allegazione di un gruppuscolo di
www.arbitrobancariofinanziario.it, ha precisato che il piano di fogli con tabelle e numeri”.
ammortamento costituisce un documento contrattuale, che - su (65) Sul punto si rinvia a Quarta, Credito irresponsabile e
richiesta - va senz’altro consegnato al cliente; ABF, Napoli, 11 soluzioni al sovraindebitamento, cit., 1824 ss. Sugli obblighi infor-
aprile 2018, n. 7992, esclude che la mancata consegna del piano di mativi nei confronti del consumatore v. Capobianco, Contratta-
ammortamento conduca ad indeterminatezza o indeterminabilità zione bancaria e tutela dei consumatori, Napoli, 2000, 112 s.

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integrativa del regolamento negoziale” (66), con Nell’ipotesi in cui il piano di ammortamento non
buona pace di ogni regola di trasparenza. risulti allegato al contratto due sono le possibili
Cominciamo con il dire che, a prescindere dal ipotesi: o esso costituisce elaborazione unilaterale
piano di ammortamento, il contratto di finanzia- da parte della banca che successivamente lo comu-
mento con rimborso rateale non può non indicare nica al cliente, senza che intervenga accettazione da
quali siano le modalità di restituzione del prestito parte di costui; ovvero lo stesso viene, successiva-
da parte del debitore. In questo contesto devono mente alla conclusione del mutuo, concordato dalle
essere ab initio precisati, il tasso di interesse, la parti in apposito documento sottoscritto. Nel primo
durata nel tempo della obbligazione di restitu- caso questa comunicazione, quale negozio unilaterale
zione e l’ammontare della singola rata. Diversa- di determinazione della prestazione dovuta dalla
mente non si potrebbe misurare la diligenza del controparte, non potrà in alcun modo impegnare il
debitore nell’adempimento e la sua eventuale cliente, che non abbia espressamente prestato il suo
costituzione in mora (67), né il suo diritto all’e- assenso, per tutte le ipotesi in cui contrasti con le
stensione anticipata. pattuizioni contrattuali in tema di tasso, durata del
Traguardata la vicenda da questo angolo visuale, prestito ed ammontare della rata, ovvero miri ad
l’eventuale previsione di un piano di ammorta- integrarle in ipotesi di mancata previsione. L’assenso
mento allegato al testo contrattuale (68) ed a cui a che il piano di ammortamento di unilaterale for-
le parti facciano rinvio, se mai previa sottoscri- mazione produca i suoi effetti nella sfera giuridica del
zione del documento relativo, pare non destinatario, avuto riguardo alla concreta fattispecie,
potersi ricondurre nell’alveo di un “accordo ese- al pari di un’accettazione di quella che potrebbe
cutivo” (69) subvalente rispetto al contratto, ma qualificarsi alla stregua di una proposta modificativa
è a tutti gli effetti parte o clausola del contratto dell’originario tessuto negoziale, dovrà essere redatto
sino dalla sua conclusione. In questi sensi si in forma scritta in ossequio alla previsione di cui
condivide l’orientamento della giurisprudenza all’art. 117 T.U.B.
che ritiene il piano di ammortamento di un Ovviamente nulla osta a che intervenga comuni-
contratto di mutuo avere di clausola nego- cazione che espliciti, se mai in forma tabellare,
ziale (70). Afferma altresì detto orientamento (solo) ciò che sia già contenuto ed espresso,
che nell’ipotesi in cui gli effetti del contratto compiutamente et claris verbis, nel contratto di
abbiano a caducarsi anteriormente alla sua natu- mutuo inter partes, senza nulla aggiungere o modi-
rale scadenza esso configuri l’elemento contrat- ficare, trattandosi di mero diligente adempimento
tuale al quale occorre rifarsi in via esclusiva per di obblighi in precedenza assunti. Se però ad
calcolare somme riscosse dal mutuante da impu- esempio, dato il tasso, la durata e il numero
tare alla restituzione del capitale o al pagamento delle rate, le modalità di ammortamento non
degli interessi (71). A mezzo di detto piano, che sono state meglio specificate in contratto, in
costituisce a tutti gli effetti un piano di rimborso tanto la comunicazione esplicativa potrà avere
rateale, le parti predispongono di intesa la resti- un qualche effetto nei confronti del cliente in
tuzione del capitale con contestuale “determina- quanto tra le forme prescelte di ammortamento e
zione dell’entità dei frutti percentualizzati per di specificazione del contenuto della rata, non
ogni singola scansione del pagamento” (72). chiarite nel testo contrattuale, venga individuata

(66) Così Quarta, Credito irresponsabile e soluzioni al sovrain- (69) L’espressione è di Camardi, Mutuo bancario con piano di
debitamento, cit., 1824. ammortamento “alla francese”, cit., 51 ss.
(67) Sul punto Camardi, Mutuo bancario con piano di ammor- (70) Cass. 19 aprile 2002, n. 5703, in Rep. Foro it., 2002, voce
tamento “alla francese”, cit., 51 ss. Mutuo, n. 15. Sul punto Cass. 25 novembre 2010, n. 23972, in
(68) La Corte di Giustizia europea, nella sentenza 9 novembre D&G, 2010 ne trae la conseguenza che, “in caso di estinzione del
2016 (CAUSA C-42/15 HOME CREDIT SLOVAECLI:EU:2016:842) contratto anteriormente alla sua naturale scadenza, rappresenta
in https://eur-lex.europa.eu ha affermato che l’art. 10, par. 2, lett. l’elemento contrattuale al quale occorre far riferimento in via
h) e i), della direttiva 2008/48 deve essere interpretato nel senso esclusiva ai fini del calcolo delle somme riscosse dal mutuante
che il contratto di credito a tempo determinato, che prevede imputabili alla restituzione del capitale ovvero al pagamento degli
l’ammortamento del capitale mediante versamenti consecutivi interessi”. In dottrina v. Dagna, Profili civilistici dell’usura, Padova,
di rate, non deve precisare, sotto forma di tabella di ammorta- 2008, 147; Fausti, Il mutuo, in Tratt. dir. civ. CNN diretto da P.
mento, quale parte di ogni rata sarà destinata al rimborso di tale Perlingieri, Napoli, 2004, 113 s. Sulla nozione tecnica di ammorta-
capitale. Ha altresì precisato che siffatte disposizioni, in combi- mento si rinvia a Sorrentino, Ammortamento, in Noviss. Dig. it., I,
nato disposto con l’art. 22, par. 1, della direttiva in parola, ostano a Torino, 1965, 577.
che uno Stato membro preveda un obbligo del genere nella sua (71) Cass. 19 aprile 2002, n. 5703, in DeJure, 2019.
normativa nazionale. (72) Cass. 22 aprile 1981, n. 2352, in DeJure, 2019.

456 i Contratti 4/2019


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quella meno gravosa per il debitore in ossequio al guisa da consentigli una corretta interpretazione
principio generale del favor debitoris (73), nell’i- delle clausole contrattuali (78). Qualora ciò non
potesi concreta ricavabile anche da una interpre- accada, l’ambiguità sarà a carico del predisponente,
tatio contra stipulatorem ex art. 1370 c.c. (74) della mentre il cliente, sia o no consumatore, potrà invo-
clausola contrattuale normalmente predisposta care l’interpretazione a lui più favorevole (79).
dalla banca. Nella prassi non è infrequente che tra le modalità di
Peraltro con riguardo al contratto che vede come rimborso previste in contratto ed il piano di ammor-
soggetto finanziato un consumatore (75) trova appli- tamento allegato vi sia un contrasto insanabile come
cazione l’art. 5 della Dir. 93/13, ove è previsto per le ad esempio nell’ipotesi in cui, stabilito un determi-
ipotesi di clausole oscure o inintelligibili che nel caso nato piano di ammortamento, se ne alleghi un altro di
di dubbio prevalga l’interpretazione più favorevole al tutt’altro genere ovvero si contempli nelle modalità
consumatore, ed ancora prima l’art. 35 c. cons. in di restituzione un periodo di preammortamento non
tema di forma e interpretazione (76). previsto nel testo del contratto. In queste ipotesi
Nel secondo caso, l’accordo successivo costituisce a qualora il contrasto non sia risolvibile in forza della
tutti gli effetti un contratto modificativo del prece- disciplina dettata in tema di interpretazione del con-
dente contratto e, se redatto in forma scritta, vincola tratto, proprio l’aver riconosciuto al piano di ammor-
le parti che lo hanno sottoscritto. tamento pari dignità negoziale rispetto al contratto a
cui accede comporta conseguenze significative: non
6. Conseguenze dell’eventuale contrasto saranno consentite interpretazioni che privilegino il
tra modalità di rimborso e piano dato evincibile dal testo del contratto rispetto a
di ammortamento previsti in contratto: quello che si ricava dal piano allegato e riportato in
la nullità parziale della clausola apposita tabella dal contenuto inequivocabile, che
pure di quel contratto è parte integrante e sostanziale.
Sia che il piano di ammortamento venga previsto nel Conseguentemente le alternative potranno essere
contratto originario sia che risulti oggetto di succes- soltanto due: o nullità del contratto per indetermi-
sivo addendum redatto in forma scritta ed adeguata- natezza o indeterminabilità dell’oggetto ex artt. 1346
mente sottoscritto, si può dunque convenire sulla e 1418 c.c. ovvero nullità parziale ex art. 1419 c.c.
circostanza che il più delle volte in caso di “dubbio della clausola o della parte del contratto che regola il
o di incompletezza del piano”, il problema andrà piano di ammortamento.
risolto dal giudice secondo le regole di interpreta- In disparte l’inutilità per il mutuatario del rimedio
zione del contratto (77). Invero costituisce onere di della nullità ex art. 1418 c.c. dell’intero contratto di
chi predispone il contratto procedere alla definizione mutuo, con conseguente obbligo di immediata resti-
con chiarezza del contenuto nonché alla informa- tuzione della sorte capitale residua gravata degli inte-
zione del contraente in ordine ai rischi connessi in ressi legali, non parrebbe configurarsi in concreto la

(73) Di detto principio è stata fatta applicazione nei rapporti (74) Per l’applicazione dell’art. 1370 in tema di rapporti bancari
bancari dalla Corte costituzionale (Corte cost. 5 aprile 2012, n.78 in v. di recente Trib. Roma, Sez. XVII, 12 febbraio 2018, n. 3138, in
Giust. civ., 2012, I, p. m 1146; in Guida dir., 2012, 30, con nota di DeJure, 2019, in tema di dubbio ermeneutico tra fideiussione e
Sacchettini; in Banca, borsa, tit. cred., 2012, II, 423 ss., con nota di contratto autonomo di garanzia (Garantievertrag).
Dolmetta; Dopo la sentenza della Corte Costituzionale n. 78/2012 (75) In argomento v. Minervini, La trasparenza delle condizioni
(retroattività di leggi bancarie, prescrizione della ripetizione per contrattuali (contratti bancari e contratti con i consumatori), in
titolo invalido di versamenti in c/c e diritto vivente dell’anatoci- Banca, borsa, tit. cred., 1997, I, 94.
smo); di Tavormina, Sull’applicazione delle Sezioni Unite n. 24418/ (76) Si legge ivi testualmente al primo comma: “Nel caso di
2010 dopo la sentenza della Corte costituzionale n. 78/2012: contratti di cui tutte le clausole o talune clausole siano proposte al
dinamiche processuali; di Semeraro, Retroattività e affidamento: consumatore per iscritto, tali clausole devono sempre essere
la irragionevolezza del comma 61 (art. 2 d.l. n. 225/2010, conv. l. n. redatte in modo chiaro e comprensibile”. Si precisa poi al secondo
10/2011); di Salanitro, Retroattività e affidamento: la ragionevo- comma: “In caso di dubbio sul senso di una clausola, prevale
lezza del comma 61 (art. 2 d.l. n. 225/2010, conv. l. n. 10/2011); di l’interpretazione più favorevole al consumatore”.
Mancini, Prescrizione della ripetizione di interessi anatocistici: (77) Così Camardi, Mutuo bancario con piano di ammorta-
dalla Cassazione all’intervento della Corte costituzionale, in mento “alla francese”, nullità delle clausole sugli interessi e
Giur. comm., 2012, II, 1176) in occasione della dichiarazione di integrazione giudiziale, cit., 51 ss. In termini generali sulle linee
incostituzionalità dell’art. 2, comma 61 d.l. 29 dicembre 2010 n. evolutive dell’interpretazione del contratto v. Lipari, Per una revi-
225 (comma aggiunto dalla legge di conversione 26 febbraio 201, sione della disciplina sull’interpretazione e sull’integrazione del
n. 10). Sul punto v. anche Vaccaro Belluscio, Violazione dell’art. contratto? in Riv. trim. dir. proc. civ., 3, 2006, 711.
1283 c.c. e nullità parziale del contratto: il problema dell’integra- (78) V. sul punto Trib. Viterbo, 3 aprile 2015, n. 306, in DeJure,
zione tra favor debitoris e tutela dell’equilibrio contrattuale, in Corr. 2019; in dottrina Quarta, Credito irresponsabile e soluzioni al
giur., 2012, 271. In tema di esdebitazione e di valutazione della sovraindebitamento, cit., 1828 ss.
ricorrenza del presupposto di cui al comma 2 dell’art. 142 l. fall. v. (79) Trib. Prato, 20 settembre 2011, n. 970, in D&G online,
Cass. 27 marzo 2018, n.7550, in DeJure, 2019. 2011.

i Contratti 4/2019 457


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indeterminatezza dell’oggetto del contratto di mutuo delle somme utilizzate e avrà la “facoltà di pagare
ed ancora di più la sua indeterminabilità in relazione quanto dovuto a rate, con la stessa periodicità previ-
all’ipotesi a cui si è fatto cenno. Da un canto vi è sta nel contratto o, in mancanza, in trentasei rate
certezza della somma erogata e del conseguente mensili” (82).
obbligo di restituzione; d’altro canto alla mancata La fondamentale esigenza di concretezza dell’atto
indicazione del tasso d’interesse e di “ogni altro prezzo contrattuale (83) sottesa alla regola di cui all’art.
e condizione praticati, inclusi, per i contratti di 1346 c.c., trova dunque pieno soddisfacimento nei
credito, gli eventuali maggiori oneri in caso di meccanismi sostitutivi predisposti dal legislatore, in
mora” supplisce, una volta dichiarata la nullità par- considerazione anche del fatto che tale oggetto debba
ziale della relativa clausola o parte del contratto ex ritenersi sufficientemente identificato quando sia
art. 1419 c.c., la previsione dell’art. 117, comma 7, indicato nei suoi elementi essenziali (84).
T.U.B. e degli artt. 1339, 1224 c.c. (80). Sulla stessa lunghezza d’onda, sia pur in diverso con-
Se trattasi di cliente, che sia anche consumatore, la testo, si pone quella giurisprudenza di legittimità che
fattispecie ricadrà nell’alveo della previsione dell’art. proprio in tema di contratto di mutuo (85) ritiene
125 bis, comma 6, T.U.B., per tutte le ipotesi in cui il sufficiente, affinché una clausola di determinazione
TAEG (81) non dovesse tenere conto della reale degli interessi corrispettivi sulle rate di ammorta-
incidenza dell’ammortamento sulla composizione mento scadute risulti validamente stipulata ai sensi
delle singole sul costo globale del credito: “le clausole dell’art. 1346 c.c. e dell’art. 1284, comma 3, c.c., il
del contratto relative a costi a carico del consumatore contenere “un richiamo a criteri prestabiliti ed ele-
che [...] non sono stati inclusi o sono stati inclusi in menti estrinseci, purché obiettivamente individua-
modo non corretto nel TAEG” saranno dichiarate bili, funzionali alla concreta determinazione del
nulle. Non solo troverà applicazione come costo solo saggio di interesse”.
il “tasso nominale minimo dei buoni del tesoro
annuali o di altri titoli similari eventualmente indi- 7. Segue: l’errore di calcolo
cati dal Ministro dell’economia e delle finanze, Qualora invece tale contrasto insanabile non
emessi nei dodici mesi precedenti la conclusione ricorra tra clausole di pari grado negoziale relativa-
del contratto” (125 bis, comma 7 TUB), ma, ai mente alle modalità di rimborso ed al piano di
sensi del successivo comma 9 dello stesso articolo, ammortamento allegato al contratto, ma quest’ul-
il consumatore non potrà essere tenuto a restituire più timo venga sviluppato erroneamente senza che

(80) Sul punto v. anche puntualmente Camardi, Mutuo bancario costo: ipotesi per la quale il comma 7 prevede una forma di
con piano di ammortamento “alla francese”, cit., 51 ss. che ritiene integrazione legale del contratto con applicazione del tasso nomi-
tale conclusione necessitata qualora al piano di ammortamento nale sostitutivo”.
venisse riconosciuto il ruolo di pattuizione negoziale di pari ordine (83) Come precisato dalla Suprema Corte più volte “il requisito
e grado rispetto all’accordo di mutuo in senso stretto. In tal caso, della determinatezza o della determinabilità dell’oggetto esprime
infatti, si creerebbe un contrasto tra clausole di pari grado concer- la fondamentale esigenza di concretezza dell’atto contrattuale,
nenti il medesimo aspetto, contrasto che il giudice dovrebbe avendo le parti la necessità di sapere l’impegno assunto ovvero i
provare a risolvere in via interpretativa, dovendo in caso contrario criteri per la sua concreta determinazione, il che può essere
dichiarare la nullità delle clausole in questione (per una sorta di pregiudicato dalla possibilità che la misura della prestazione sia
reciproca elisione), ove l’incompatibilità desse luogo a indetermi- discrezionalmente determinata, sia pure in presenza di precise
nabilità dell’oggetto del contratto”. condizioni legittimanti, da una soltanto delle parti” (Cass. 19
(81) Annovera tra le principali funzioni del TAEG quella di ottobre 2017, n. 24790; conf. Cass. 29 febbraio 2008 n. 5513,
consentire al potenziale-mutuatario un confronto immediato fra entrambe in DeJure, 2019).
più offerte di finanziamento, in funzione anche di stimolo alla (84) Così Cass. 22 maggio 1981, n. 3363, in DeJure, 2019. In
concorrenza fra operatori bancari Quarta, Credito irresponsabile questi sensi pare correttamente orientarsi in punto di metodo
e soluzioni al sovraindebitamento, cit., 1830, nt. 59. V. anche quella giurisprudenza di merito che, riconosciuta l’invalidità della
Carriero, Credito, interessi, usura: tra contratto e mercato, in clausola che prevede come modalità di rimborso il piano di ammor-
Banca borsa tit. cred., 2016, 93 ss., Albanese, Le clausole vessa- tamento alla francese per indeterminatezza e indeterminabilità
torie nel diritto europeo dei contratti, in Eur. dir. priv., 2013, 669 dell’oggetto, esclude la nullità dell’intero contratto. Impone però la
ss., in nt. 135. sostituzione delle clausole nulle “con la previsione di cui al terzo
(82) Per l’applicazione della disciplina del comma 7 dell’art. 125 comma dell’art. 1284 c.c. e l’applicazione del tasso legale e la
bis T.U.B. anche alle ipotesi previste dal precedente comma 6 v. previsione di un piano di ammortamento da ricostruirsi su quote
ABF, Coll. coord., 18 febbraio 2016, n. 1430 in www.arbitroban- capitale costante e non crescente” (Trib. Milano, 30 ottobre 2013,
cariofinanziario.it, secondo cui “i commi 6 e 7 sono rappresentativi in Banca, borsa, tit. cred., 2015, II, 45, con nota di Camardi, Mutuo
della medesima regola per la quale alcuni costi [...], se fanno bancario con piano di ammortamento “alla francese”, cit., 51 ss.).
giuridicamente parte integrante del costo complessivo del cre- (85) Cass. 30 marzo 2018, n.8028, in Mass. Giust. civ., 2018;
dito, devono essere necessariamente inseriti nel TAEG [...]. E la conf. Cass. 27 novembre 2014, n. 25205, in Guida dir., 2015, 49
conseguenza è (non può non essere) che è nulla la clausola relativa relativamente a fattispecie nel regime anteriore all’entrata in
al costo in sé considerata, onde nulla è dovuto per tale titolo, ma è vigore della L. n. 154 del 1992.
anche nulla la clausola relativa al TAEG che non ha previsto quel

458 i Contratti 4/2019


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Contratti in generale

espressamente contenga disposizioni differenti in calcolare, ma abbiano poi erroneamente condotto


ordine agli elementi essenziali del rimborso l’operazione aritmetica di calcolo (87).
(ammontare del capitale, tasso di interesse, durata, Così precisati i termini generali della questione,
periodi di pagamento delle rate e criteri prescelti per occorre rilevare come con riferimento al contratto
il rimborso del capitale), il problema andrebbe di finanziamento bancario il problema si complichi.
risolto in forza della previsione di cui all’art. 1430 Ciò accade in particolare allorché, come puntual-
c.c. La fattispecie può essere infatti qualificata come mente rilevato in giurisprudenza, esso investa,
errore di calcolo. invece, un dato di partenza e non l’elaborazione di
La prevalente dottrina e la giurisprudenza con- un calcolo (88); oppure detto errore, non si evinca
corde invero distinguono, nell’àmbito della fatti- ictu oculi e non risulti dall’abnormità del risultato del
specie di cui all’art. 1430, due tipi di errore. Uno conteggio o dalla palese diversità del criterio di cal-
sarebbe l’errore di calcolo vero e proprio, consi- colo seguito rispetto a quello concordato “all’esame
stente in una svista materiale, dovuta ad una di un contraente modello normalmente dili-
errata elaborazione aritmetica dei dati esatta- gente” (89). Di contro, proprio per la presenza del
mente assunti nel contratto, rilevabile prima notaio e in considerazione del fatto che i conteggi
facie ed emendabile con una semplice ripetizione siano stati predisposti da una banca, l’errore si mani-
del calcolo. L’altro sarebbe l’errore sulla quantità, festa compiutamente soltanto a seguito di una veri-
ravvisabile in una falsa conoscenza e rappresenta- fica complessa (90), del tutto incompatibile con una
zione della realtà in ordine ai dati aritmetici o ai mera svista materiale. In questi casi, qualora non
criteri matematici posti alla base del calcolo, che ricorra un’assorbente ipotesi di nullità nei termini
comporta l’annullabilità del contratto, qualora sia sopra specificati, l’errore rileva come vero e proprio
stato determinante il consenso (86). Nella prima vizio del consenso (91). Esso può essere apprezzato,
ipotesi, non ricorrendo un vizio del consenso, è avuto riguardo alla concreta fattispecie, sotto un
possibile secondo la giurisprudenza una rettifica triplice profilo: errore in quantitate, dolo determi-
quando il calcolo ha funzione di mera operazione nante o dolo incidente, con conseguente annullabi-
materiale, priva di rilevanza per la formazione lità totale o parziale della singola clausola che
della determinazione, come nel caso in cui le preveda il piano di ammortamento e di rimborso (92),
parti abbiano correttamente indicato i fattori da ovvero in ipotesi di dolo incidente con ricorso al solo

(86) Galgano, Il negozio giuridico, 319; Selvaggi, Un presunto (91) È stato, tuttavia, osservato che, per evitare di considerare
caso di errore sulla quantità e la dubbia interpretazione giurispru- l’art. 1430 come semplice doppione delle regole interpretative
denziale dell’art. 1430 c.c., nota a Cass. 2 aprile 1982, n. 2029, in (Mirabelli, Dei contratti in generale, Torino, 1961, 541), è neces-
D&G, 1985, 804; Cass. 28 gennaio 1987, n. 835, in Rep. Foro it., sario considerare la possibilità di rettifica estesa anche all’errore di
1987, voce Contratto in genere, n. 382; Cass. 1° febbraio 1992, n. calcolo che abbia influito sulla violazione della volontà, purché in
1074, ivi, 1992, voce cit., n. 344; Sull’annullabilità del contratto la modo soltanto incidentale, in quanto le parti avrebbero egual-
bibliografia è sterminata. Tra le opere di più ampio respiro speci- mente stipulato il negozio a condizioni diverse. Si è così sostenuto
ficatamente dedicate al tema: Al. Fedele, La invalidità del negozio come il puro errore di calcolo o di conteggio possa determinare un
giuridico di diritto privato, Torino, 1943; Trimarchi, Appunti sull’in- errore sulla quantità in base all’art. 1430 c.c., attenendo anch’esso
validità del negozio giuridico, in Temi, 1955, 198 ss.; Prosperetti, al momento programmatico del negozio, altrimenti l’articolo in
Contributo alla teoria dell’annullabilità, Milano, 1973; Franzoni, esame sarebbe un inutile duplicato delle norme sull’interpreta-
Dell’annullabilità del contratto, Milano, 1997. zione del contratto e dell’art. 1429, n. 2, c.c. (Piazza, L’errore di
(87) Cass. 20 marzo 1995, n. 3228, in Rep. Foro it., 1995, voce calcolo e l’art. 1430 del Codice Civile, in Riv. trim. dir. proc. civ.,
Contratto in genere, n. 443. più di recente e con particolare 1964, 575 ss.; Quadri, Riflessioni sulla interpretazione giurispru-
adesione alla questione che ci occupa Cass., 18 febbraio 2016, denziale dell’art. 1430 c.c., in D&G, 1973, III, 2, 262 ss.; in argo-
n.3178, in Guida dir., 2016, 20, 66: “Si ha errore di calcolo, che non mento in senso parzialmente difforme v. C.M. Bianca, Diritto
influenza il consenso (e non già un errore in quantitate che vice- civile, 3, Il contratto, 656).
versa vizia la volontà negoziale) solo quando - definiti in modo (92) La dottrina e la giurisprudenza prevalenti, in ossequio al
chiaro e preciso i termini da computare e il criterio matematico da principio della conservazione del negozio ed in applicazione ana-
seguire - si commette, per inesperienza o per disattenzione, un logica dell’art. 1419, comma 1, ammettono l’annullabilità parziale,
errore materiale di cifra che si ripercuote sul risultato finale, allorché il vizio del consenso incida su di una parte o su di una
rilevabile ictu oculi”. clausola del contratto (Criscuoli, Prescrizioni in tema di annullabi-
(88) Cass. 18 febbraio 2016, n. 3178, cit. lità parziale del negozio giuridico, in Riv. dir. comm., 1964, I, 368; R.
(89) Trib. Cagliari, 6 novembre 2006, n. 2715, in Riv. giur. sarda, Sacco, in Trattato Rescigno, 10, 489; Dalmartello, Questioni in
2009, 1, 85, con nota di Mari. tema di annullabilità del contratto, in Riv. trim. dir. proc. civ., 1963,
(90) Trib. Cagliari, 6 novembre 2006, n. 2715, cit. La richiesta di 16 ss.; Cass., 4 dicembre 1982, n. 6609, in Rep. Foro it., 1982,
risarcimento ex art. 2043 c.c. può essere formulata anche in voce Contratto in genere, n. 230; in Giust. civ., 1992, I, 2892; Cass.
ipotesi di annullamento del contratto per dolo incidente ed ha 26 giugno 2012, n.10638, in Giur. it., 1984, I, 1, 366 secondo cui: “Il
natura autonoma in questo caso. Sul punto v. Cass. 19 settembre principio dell’annullabilità parziale del negozio, pur desumibile in
2006, n. 20260, in Obbl. e contr., 2007, 1, 75 in materia di omessa via analogica dall’art. 1419 c.c., va inteso nel senso della semplice
informazione in sede di concessione di un contratto di finanzia- amputazione di una parte del negozio stesso; non può, invece,
mento da parte del cliente ai danni della banca. portare ad adeguamenti o rettifiche che hanno essenza di

i Contratti 4/2019 459


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rimedio risarcitorio, sempre che si provi la mala fede utilizzando la medesima forma con la quale è stato
della banca (93). stipulato il contratto (97), come peraltro impone
Sarà comunque necessario verificare se l’accordo l’art. 117 T.U.B., così pure l’eventuale convalida in
delle parti si sia formato sul risultato del calcolo o ipotesi vizio del consenso.
sulle parti di esso, ricorrendo alle comuni regole Mentre l’azione di annullamento del contratto o di
sull’interpretazione del contratto. Di poi, una volta una sua clausola è assoggettata al termine di prescri-
enucleata la volontà comune dei contraenti, occor- zione breve ex art. 1442 c.c. (98), deve invece rite-
rerà esaminare la posizione della volontà individuata, nersi che la domanda del cliente di restituzione della
rispetto a questo precetto, per poter valutare l’even- somma pagata in più del dovuto per errore di calcolo
tuale sussistenza di un errore determinante (94). nel computo del piano di ammortamento e delle
Sulla base di tali presupposti, si è condivisibilmente conseguenti rate sia qualificabile in termini di inde-
affermato come l’errore di calcolo, consistito nell’a- bito oggettivo previsto dall’art. 2033 c.c. e, per l’ef-
vere computato in un contratto di mutuo gli interessi fetto, sarà assoggettabile al termine decennale di
sull’intera somma mutuata, anziché sulla base della prescrizione. La somma corrisposta in esubero risulta
previsione pattizia degli interessi a scalare, comporti difatti comunque priva di idonea giustificazione
una falsa rappresentazione della realtà determinante causale (99).
il consenso, che incide non solo sul contratto di A nulla rileva in contrario la circostanza che, come
mutuo, ma anche sulla successiva dichiarazione cam- sovente accadde, al mutuo sia collegato un contratto
biaria rilasciata a garanzia (95). di conto corrente in funzione servente sia dell’eroga-
Qualora, pur essendo stati indicati nel contratto di zione della somma che della rateale restituzione.
mutuo l’importo relativo, i periodi di pagamento, il L’eventuale annotazione in conto a debito di rate
numero complessivo di rate costanti nonché il tasso conteggiate in forza di un piano di ammortamento
del prestito ed invece una rata diversa sia addotta nel affetto da errore di calcolo non produce l’effetto
piano di ammortamento, l’errore materiale di calcolo salvifico di cui all’art. 1832 c.c. Come è noto l’ap-
potrebbe ritenersi a giusta ragione evidente ed emen- provazione del conto non preclude le azioni relative
dabile a mezzo di rettifica, se mai proponibile anche alla validità e all’efficacia dei rapporti obbligatori,
in via di autotutela da parte della stessa banca (96). che hanno generato le annotazioni in conto (100).
La rettifica dell’errore di calcolo non determinante Nel caso che ci occupa non trattasi di errori di calcolo
il consenso tra le parti dovrà essere operata o scritturazione inerenti al contratto di conto

modificazioni del contenuto della restante parte del contratto, (97) Corte Conti, sez. contr. reg. Sicilia, 8 settembre 1998, n. 26,
ostando a ciò il principio dell’autonomia negoziale delle parti”. in Riv. Corte dei conti, 1998, 5, 4, in tema di errata indicazione del
(93) Al riconoscimento della ricorrenza del dolo incidente con- prezzo nella cessione di un alloggio popolare
segue, per il deceptor, l’obbligo di risarcire i danni causati dal (98) Sul punto in termini specifici v. tra gli altri Vitucci, La
raggiro, costituendo il suo comportamento un illecito civile ex decorrenza della prescrizione nelle azioni di annullamento, in
art. 2043 c.c. con la conseguenza che la prova del danno compete Riv. dir. comm., 1990, II, 157).
all’ingannato (Cass., 22 luglio 1960, n. 2096, in Mass. Giust. civ., (99) Per un’applicazione del principio in tema di errore di calcolo
1960, 783). In giurisprudenza, in tema di dolus incidens e con nei contratti di assicurazione ed esclusione della applicazione
riguardo all’azione di risarcimento del conseguente danno, si breve ex art. 2952 c.c. Trib. Padova 20 settembre 2006, n.2004,
tende ad agevolare l’onere della prova a carico dell’attore in quanto in Mass. Giur. civ. patavina, 2009.
- si sostiene - una volta provata l’esistenza di un raggiro su un (100) In termini di recente Cass. 20 novembre 2018, n. 30000,
elemento non trascurabile del contratto, non è tenuto a provare in D&G, 2018, 21 novembre, secondo cui “nel contratto di conto
altro ai fini dell’an debeatur, in quanto opera la presunzione iuris corrente, l’approvazione anche tacita dell’estratto conto, ai sensi
tantum che senza la condotta illecita, le condizioni contrattuali dell’art. 1832, comma 1, c.c., non impedisce di sollevare conte-
sarebbero state diverse e quindi per lui più favorevoli (Cass., 16 stazioni ed eccezioni che siano fondate su ragioni sostanziali
agosto 1990, n. 8318, in Rep. Foro. it., 1990, voce Contratto in attinenti alla legittimità, in relazione al titolo giuridico, dell’inclu-
genere, n. 345). sione o dell’eliminazione di partite del conto”. La pronuncia
(94) Così Sacco, in Trattato Rescigno, cit., 150 ss. riguarda proprio un errore di calcolo commesso dalla banca in
(95) Amato, Errore di calcolo e dichiarazione cambiaria, in D&G, favore del correntista che trovava il suo fondamento in opzioni put
1976, 612 ss., in nt. a Trib. Napoli 29 gennaio 1974, n. 1051. allo scopo di ottenere un compenso per il caso di ribassi dei titoli. In
(96) Sul punto Silvestri e Tedesco, Sulla pretesa non coinci- senso conforme, sia pur in diverso contesto: Cass. 29 luglio 2009,
denza tra il tasso espresso in frazione d’anno e il tasso annuo nel n.17679, in Banca, borsa, tit. cred., con nota di Fiorani, Brevi
rimborso rateale dei prestiti secondo il metodo francese, cit., 82 osservazioni sull’approvazione dell’estratto conto; Cass. 18 mag-
ss. Ritiene ricorrente l’errore di calcolo Trib. Benevento 19 novem- gio 2006 n. 11749, in Foro it., 2007, I, c. 184; Cass., 25 luglio 2001
bre 2012, n. 1936, in expartecreditoris.it, in un’ipotesi di discrasia n. 10129, in Arch. civ., 2001, 1228. In ordine al contenuto dell’e-
fra il tasso pattuito in contratto e il tasso effettivamente praticato in stratto conto, cfr. Cass., 5 aprile 2005 n. 7087, in Notariato, 2006,
danno del mutuatario, intervenuta - da quel che sembra evincersi 413, con nota di Cimmino, Caratteristiche ed efficacia probatoria
dal testo - con comunicazione successiva del piano di ammorta- dell’estratto di conto corrente bancario. In dottrina sull’approva-
mento, approvato dallo stesso mutuatario. zione dell’estratto conto v. tra gli altri Grisi, La disciplina del
contratto di conto corrente, in Tratt. Rescigno, XII, IV, 1985,

460 i Contratti 4/2019


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corrente, la cui rettifica resterebbe inibita dal difetto del titolo giuridico” posto a fondamento dell’adde-
di tempestiva impugnazione del relativo estratto. Qui bito operato in danno del correntista o meglio: “l’as-
l’errore di calcolo si colloca a monte nello stesso senza del titolo” che possa giustificare tale
piano di ammortamento e riguarda “l’insussistenza addebito (101).

782; Tantulli, Sulla approvazione dell’estratto conto bancario, in (101) Così Cass. 20 novembre 2018, n. 30000, cit., in un’ipotesi
Banca, borsa, tit. cred., 1974, I, 428; Teglio, Osservazioni sull’ap- speculare di errato accredito in favore del correntista.
provazione del conto corrente (nt. a Cass., Sez. I, 10 agosto 1962,
n. 2544), in Foro pad., 1963, 302.

i Contratti 4/2019 461


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Prelazione

La prelazione artistica
di Giovanni Francesco Basini (*)

La, così detta, “prelazione artistica” è figura ormai tradizionale nel nostro ordinamento, e realizza
l’interesse pubblico alla conservazione ed alla fruizione dei beni culturali. L’istituto, invero, è riferibile,
non alle sole opere d’arte, poiché concerne la, più ampia, categoria dei beni culturali, né a tutte le opere
d’arte, poiché vi sono opere non soggette a prelazione. Esso, altresì, non è riconducibile al diritto di
prelazione noto al diritto civile, e, probabilmente, non è nemmeno un diritto, bensì un’espressione del
potere ablatorio pubblico. Essa, in generale, opera con riguardo ad ogni atto oneroso e inter vivos, che
trasferisca beni culturali oggetto di vincoli. Numerose sono gli atti di diritto privato, nondimeno, in
relazione ai quali non vi è certezza sull’assoggettabilità al potere pubblico di acquisto in via di
prelazione.

1. Introduzione soggetto pubblico ha rispetto all’alienazione dell’o-


Con la mia relazione guardo, in un certo senso, pera d’arte è un potere pubblicistico, e non un diritto
all’antico, poiché ormai tradizionale, per il nostro soggettivo. Si è qui assai lontani, perciò, dalla prela-
ordinamento e non solo, è l’istituto della “prelazione zione privatistica, e, in particolare, dal diritto di
artistica” (1). prelazione di fonte legale.
Giova, anzitutto, aprire con una breve premessa, per Per altro verso, anche l’aggettivo “artistica” appare
sottolineare come quella di “prelazione artistica”, per impreciso. Anzi, esso è doppiamente impreciso, in
definire l’istituto di cui qui mi occupo, sia una locu- quanto da un lato è troppo stretto e da un altro è
zione assai diffusa, accolta, comunemente ripetuta, troppo ampio, per indicare esattamente l’oggetto
ma, in un certo senso, doppiamente imprecisa, o, per della preferenza ora in considerazione. Esso è troppo
meglio dire, imprecisa per un doppio ordine di stretto poiché, come ben si nota ad osservare anche
ragioni. soltanto il più recente quadro normativo, vale a dire il
Per un verso, infatti, il vocabolo “prelazione” è ora D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, c.d. “codice dei beni
accettabile unicamente nel significato, ampio e atec- culturali”, in verità oggetto di vincolo, indiretta-
nico, di “preferenza” (2). Questa “prelazione”, infatti, mente (4) di denunzia e, eventualmente, di prela-
non è accomunabile al diritto di prelazione di natura zione, sono beni che costituiscono una categoria ben
privatistica (3), ma più ancora, molto probabilmente, più ampia delle sole opere d’arte. Basti pensare che in
non è nemmeno espressione di un diritto soggettivo, tale oggetto rientrano i beni di interesse storico,
giacché, come meglio si dirà tra poco, quello che il archeologico, archivistico, bibliografico e via

(*) Il presente scritto riproduce, con alcuni adattamenti e l’ag- prelazione artistica, in Il commercio giuridico dei beni culturali, cit.,
giunta delle note, la relazione detta a Siena, il 16 marzo 2019, 63 ss.; A. Lepri, Prelazione: totale, parziale, determinazione del
nell’ambito del convegno L’opera d’arte nel mercato. Principi e prezzo, dazione in pagamento, in La circolazione dei beni culturali:
regole. attualità e criticità, Atti del Convegno, Firenze, 12 dicembre 2009,
(1) L’istituto, come è noto, è stato oggetto di studio soprattutto Milano, 2010, 42 ss.; P. De Martinis, Prelazione artistica: vecchi e
da parte della dottrina pubblicistica, e, nella letteratura privatistica, nuovi temi, in Resp. civ. prev., 2016, 1014 ss.
se ne legge soprattutto tra i contributi di àmbito notarile. Per un (2) “Il termine “prelazione” nel linguaggio corrente significa
primo approccio, in dottrina si leggano, anzitutto: A. M. Sandulli, preferenza, priorità”: V. Bennani, voce Prelazione, in
Codice dei beni culturali e del paesaggio, Milano, 2006, 456 ss.; A. Noviss. Dig. it., XIII, Torino, 1966, 620.
Giuffrida, Contributo allo studio della circolazione dei beni culturali (3) Questo, benché sia la stessa legge a utilizzare la locuzione
in ambito nazionale, Milano, 2008, 234 ss. Per ulteriori, interes- “acquisto in via di prelazione”. Da ultimo, cfr. art. 60, D.Lgs. n. 42/
santi, contributi, altresì, cfr., ad esempio: G. Piva, voce Cose 2004.
d’arte, in Enc. dir., XI, Milano, 1962, 105 ss.; G. Celeste, La (4) La specificazione “indirettamente” è doverosa, semplice-
prelazione in materia di beni culturali, in Il commercio giuridico mente perché ciò che deve essere denunziato è l’atto che tra-
dei beni culturali, Milano, 2001, 93 ss.; A. Venditti, Denuncia degli sferisce il bene, e non direttamente il bene stesso.
atti di trasferimento e individuazione degli atti che danno luogo a

462 i Contratti 4/2019


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Contratti in generale

discorrendo, oltre alle opere d’arte. Da un diverso vincoli restrittivi. Al di là di questo interessante dato,
punto di vista, nondimeno, l’aggettivo “artistica” è che mi sono permesso ora di richiamare solamente
troppo ampio, dato che sovente l’opera d’arte non è, perché proprio ieri ne è stata fatta menzione in questo
né potrebbe essere, oggetto di vincolo. Basti ramme- stesso convegno, e limitando lo sguardo al panorama
morare, al riguardo, come, in linea di massima, non normativo dell’Italia post-unitaria, occorre ricor-
possano essere oggetto di vincolo le opere d’arte di dare, dapprima, la Legge n. 364 del 1909, così detta
autore vivente, o la cui esecuzione non risalga ad oltre “Rosadi-Rava”, che agli artt. 5 e 6 già prevedeva, per
settanta anni. beni culturali vincolati, sia obblighi di denunzia, sia
Riassumendo, con riferimento alla “prelazione arti- possibilità di acquisti in via di prelazione. Il conte-
stica”, per un verso non si può discorrere di un diritto nuto di tali disposizioni, poi, è, per lo più, confluito
di prelazione, nell’accezione in cui tale locuzione negli artt. 30 e 31 della legge, così detta, “Bottai”, n.
viene utilizzata dai privatisti, e, per altro verso, non 1089 del 1939, legge che ha avuto un vigore lungo nel
si può scordare come l’istituto concerna, sia ulteriori tempo, e ha perso vigenza solo con il D.Lgs. 22
beni rispetto alle sole opere d’arte, sia non tutte le gennaio 2004, n. 42, noto come “legge Urbani” o,
opere d’arte. Per questo, la richiamata definizione più ancora, come “codice dei beni culturali”, oggi in
comune è accettabile unicamente per ragioni di sin- vigore, che, agli artt. 59 ss., detta l’attuale disciplina
tesi, facendo tuttavia attenzione a che le assonanze in di questi istituti (5).
essa chiaramente riscontrabili con, ad esempio, le L’art. 59, D.Lgs. n. 42/2004, in particolare, prevede
locuzioni “prelazione agraria”, o “prelazione eredita- l’obbligo di denunzia (6), di tutti gli atti che trasferi-
ria” - unite alla comune fonte legale dell’una e delle scano, in tutto o in parte, o la proprietà, o, per i beni
altre - non generino equivoci e non conducano ad mobili, anche semplicemente la detenzione, di un
apparentamenti impropri e non corretti. bene culturale (7). La denunzia va presentata al
soprintendente del luogo ove il bene si trovi. Per
2. Sintesi sul quadro normativo quanto riguarda il trasferimento della proprietà,
Come dicevo, con questa mia relazione vorrei risul- altresì, si specifica, che nell’oggetto dell’obbligo di
tare comprensibile anche a chi, tra il pubblico, non denunzia rientrano: tutti gli atti traslativi, inter vivos,
sia giurista. Mi è parso utile, perciò, proporre anzi- siano essi onerosi o gratuiti, tutti i trasferimenti che
tutto una sintesi riepilogativa del panorama norma- vengano necessitati da una successione mortis causa e,
tivo in tema di “prelazione artistica”, pur nella infine, anche tutti i trasferimenti forzati, quali le
consapevolezza che le norme di legge, viceversa, vendite forzate, le vendite fallimentari e anche le
sono oggetto ben noto a chi, tra voi, sia giurista. eventuali sentenze costitutive di esecuzione in forma
Già ho avuto modo di accennare a come l’istituto ora specifica dell’obbligo di concludere contratti, ai sensi
in parola sia antico e, non da oggi, sia dettagliata- dell’art. 2932 c.c. (8). Viene tratteggiato, quindi, un
mente disciplinato dal legislatore. Vale la pena di ampio panorama di atti che trasferiscono la proprietà
ricordare, ad esempio, come ieri si menzionasse una di beni culturali, per i quali vi è sempre l’obbligo di
fonte normativa del Granducato di Toscana, risa- denunzia. Quando il bene sia mobile, inoltre, l’ob-
lente ai primi anni del diciassettesimo secolo, nella bligo sussiste anche per il trasferimento della sem-
quale, già allora, si escludeva che le opere di autore plice detenzione, senza, cioè, che, con il bene, sia
vivente potessero essere fatte oggetto di eventuali trasferito anche il diritto sul bene (9).

(5) Come si vedrà anche dalle note che seguono, una parte non ad es., G. Lo Schiavo, Verifica e dichiarazione dell’interesse cultu-
secondaria della giurisprudenza che ancora oggi si considera rale, in La circolazione dei beni culturali: attualità e criticità, Atti del
rilevante in questa materia, è stata pronunziata sotto la vigenza Convegno, Firenze, 12 dicembre 2009, cit., 30 ss.
della “legge Bottai”, a conferma della similianza non marginale tra (8) In verità la legge si limita ad indicare in dettaglio quali sono,
l’attuale disciplina e quella previgente. da caso a caso, i soggetti obbligati alla denunzia. Da ciò, nondi-
(6) In merito all’obbligo di denunzia, cfr., ad esempio: A. Ven- meno, si ricava nitidamente pure quali siano le varie ipotesi di
ditti, Denuncia degli atti di trasferimento e individuazione degli atti trasferimento per le quali essa è doverosa.
che danno luogo a prelazione artistica, cit., 63 ss.; P. De Martinis, (9) Secondo la giurisprudenza, non vi è obbligo di denunzia, in
op. cit., 1018 s.; A. Pischetola, Particolare architettonico e prela- caso di acquisti a titolo originario, e, in particolare, in caso di
zione artistica, in Riv. not., 2016, 126 s. usucapione. Cfr., Cass. 28 giugno 2012, n. 10950, in banca dati
(7) Non sta a me ora definire in che consista il “bene culturale”, Leggi d’Italia. Ove non vi sia l’obbligo di denunzia, mi pare che
di proprietà di privati, e tuttavia oggetto di vincolo nell’interesse nemmeno vi sia la possibilità di acquisto in via di prelazione in
generale. Il tema, del resto, è stato, almeno in parte, oggetto di favore dello Stato o di altro ente pubblico. Non so se questo possa
relazioni precedenti, e, anche per questo, mi permetto ora di dare aprire la strada a condotte elusive, ma, forse, una simile strada
per presupposto quale sia l’oggetto “culturale” dell’obbligo di elusiva non sarebbe agevole, se non altro per i lunghi tempi che
denunzia e del vincolo prelatizio. In tema, comunque, si veda, l’usucapione richiede.

i Contratti 4/2019 463


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La denuncia, dicevo prima, va presentata al soprin- difficile anche soltanto immaginarla -, né per i tra-
tendente del luogo in cui l’opera si trova e va pre- sferimenti a causa di morte, né per i trasferimenti inter
sentata dopo che l’atto traslativo è stato compiuto, e vivos, ma a titolo gratuito. Soltanto gli atti di aliena-
non prima. Come ripeterò, e come è chiaro ai giuristi zione inter vivos a titolo oneroso, insomma, fanno
che siedono tra il pubblico, già qui vi è una prima, scattare il potere di acquisto pubblico in via di pre-
grande differenza, rispetto al diritto di prelazione lazione. Specifica ancora l’art. 60, comma 1, D.Lgs. n.
privatistico. Essa va presentata entro trenta giorni 42/2004, poi, che anche i conferimenti di beni cul-
dal compimento dell’atto, e deve contenere: quei dati turali in società (11), attivano, per il soggetto pub-
che consentano di indentificare, sia le parti dell’atto blico, la facoltà di acquisto in via di prelazione (12).
traslativo, sia i beni culturali oggetto di trasferi- Dai commi successivi al primo, dell’art. 60, D.Lgs. n.
mento (10); l’indicazione del luogo dove si trovano 42/2004, altresì, si può ricavare un eterogeneo cata-
i beni; l’indicazione della natura e delle condizioni logo di casi, che rappresentano trasferimenti tra vivi a
dell’atto traslativo; infine, un’elezione di domicilio, titolo oneroso, e riguardo ai quali opera la “prelazione
in Italia, delle parti dell’atto. artistica” (13). Essi sono, il trasferimento del bene
Se manca l’indicazione di alcuno tra questi elementi, culturale insieme con altri beni, per un unico corri-
o se essa risulta imprecisa o incompleta, sempre l’art. spettivo, il trasferimento del bene culturale senza
59, D.Lgs. n. 42/2004, sancisce che la denunzia si previsione di un corrispettivo in danaro, la permuta
considera come non avvenuta. del bene culturale, e, infine, la datio in solutum di
Una volta compiuta la denunzia, è prevista, ai sensi esso (14).
dell’art. 60, D.Lgs. n. 42/2004, la possibilità dell’ac- Sottolineo già ora come la previsione di un acqui-
quisto in via di prelazione, da parte del Ministero dei sto in via di prelazione, a fronte di alcuni degli atti
beni e le attività culturali o anche da parte di altro di trasferimento appena elencati, marchi netta-
ente pubblico territoriale. Come è noto, nondimeno, mente la differenza tra l’istituto ora in trattazione
non tutti gli atti che debbono essere denunziati, e il diritto di prelazione privatistico, in particolare,
rappresentano il presupposto di un possibile acquisto dal punto di vista della “parità di condizioni”, che è
in via di prelazione. Così, la prelazione non è prevista sempre richiesta per esercitare la prelazione
per la mera detenzione - e, ovviamente, sarebbe privatistica (15).

(10) Non pare che vi sia l’obbligo, peraltro, di indicare nella (13) A completamento dello spunto di cui alla nota precedente,
denunzia pure quale sia il vincolo posto sul bene, poiché, se è il aggiungo che proprio in questo catalogo, che elenca specifici casi
soggetto pubblico che ha posto il vincolo, allora il soggetto pub- di trasferimenti a titolo oneroso, sarebbe stato corretto indicare
blico dovrebbe anche essere tenuto a conoscerne da sé esistenza anche il conferimento del bene culturale in società.
e portata. (14) Giova ricordare come, nel 2008, il Consiglio di Stato abbia
(11) Il caso del conferimento in società è previsto nell’art. 60, stabilito che anche le vendite forzate diano luogo alla prelazione.
comma 1, D.Lgs. n. 42/2004, a seguito delle modifiche introdotte Cfr., Cons. Stato 22 settembre 2008, n. 4569, in Urb. e app., 2009,
con il D.Lgs. 24 marzo 2006, n. 156, e con il D.Lgs. 26 marzo 2008, 54 ss., con nota di G. Damiano. Mi pare probabile, tra l’altro, che il
n. 62. La ragione di codesta integrazione risiede nell’intento di potere di acquisto in via di prelazione ricorra anche quando il
sbarrare la strada ad elusioni ed aggiramenti dell’acquisto prefe- trasferimento sia provocato da una sentenza di esecuzione in
renziale dello Stato. Sul conferimento in società di beni culturali, si forma specifica dell’obbligo di concludere un contratto ex art.
leggano, ad es.: M. Caccavale, Conferimento in società di beni 2932 c.c. Per un verso, del resto, espresso è l’obbligo di denunzia
culturali e diritto di prelazione artistica, in Notariato, 2007, pp. 685 per questa ipotesi. Per altro verso, se così non fosse si aprirebbe
ss.; F. Magliulo, Conferimento di beni culturali in società, in Riv. ancora una volta la strada a non difficili elusioni, realizzate con un
not., 2010, 371 ss.; A. Venditti, I conferimenti ed apporti di beni contratto preliminare di trasferimento dell’opera d’arte, a cui far
culturali: profili notariali, in La funzione del notaio nella circolazione seguire inadempimento ed esecuzione forzata in forma specifica.
di beni culturali, Atti del Convegno, Ferrara 21 - 22 aprile 2012, (15) Ben difficilmente potrà esservi “parità di condizioni” tra
Milano, 2013, 87 ss. altro contraente e prelazionario, infatti, a fronte di un conferimento
(12) La formulazione normativa, sul punto non mi pare precisa, in società, in particolare se, some spesso capita, la società è
laddove affianca, e mette sullo stesso piano, trasferimenti a titolo vivificata dall’intuitu personae, e ben difficilmente potrà esservi
oneroso e conferimenti in società, giacché i secondi sono non “parità di condizioni” pure in caso di permuta, o in caso di trasfe-
paralleli ed esterni ai primi, ma compresi tra i primi. Qui il legisla- rimento per corrispettivo non in denaro.
tore pare confondere, insomma, l’onerosità con la corrispettività. Per alcuni di questi casi, proprio perché non può esservi la parità di
Tale formulazione, altresì, espone il soggetto pubblico a paga- condizioni, la legge prevede un meccanismo per la determina-
menti di indennità artatamente aumentate da parte dei privati, zione di quanto andrà all’alienante. La prima regola è che sia lo
attraverso l’attribuzione al bene culturale, nell’atto di conferi- stesso soggetto pubblico a determinare l’ammontare del
mento, di un valore superiore a quello effettivo, come nota M. “prezzo” (noto, per inciso, come quello che la stessa legge chiama
Caccavale, op. cit., 687 ss.; l’A., allora, suggerisce di applicare il “prezzo”, in verità paia più aver natura di indennità, che al privato
meccanismo di cui al comma 1 dell’art. 60 unicamente ai confe- spetta come conseguenza dell’esercizio del potere ablatorio pub-
rimenti in società di capitali, e di ricondurre i conferimenti in blico) da corrispondere all’alienante. Se, però, il privato non
società di persone, nei quali i valori sono più agevolmente mani- accetta quella determinazione, allora sarà un terzo, o individuato
polabili dai privati, al governo delle previsioni di cui ai commi di comune accordo tra le parti, o nominato dal Presidente del
secondo e ss. del medesimo articolo. Tribunale a dover compiere la determinazione. L’istituto che

464 i Contratti 4/2019


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La prelazione va esercitata dal soggetto pubblico passaggio di proprietà dell’opera in capo al soggetto
entro 60 giorni dalla denuncia. Tale termine si pubblico.
allunga a 180 giorni, nel caso in cui la denuncia
non sia completa, o sia ritardata, o, addirittura, sia 3. Un confronto tra la “prelazione artistica”
del tutto omessa. Giova pure ricordare, a questo e il diritto di prelazione privatistico. Natura
riguardo, che gli atti compiuti in violazione di quanto della “prelazione artistica”
previsto con queste regole sono, altresì, colpiti da Dal quadro fin qui sinteticamente tratteggiato,
nullità relativa (16). mi pare che già si evidenzi come l’acquisto in via
Durante la pendenza del termine sopra indicato, di prelazione in favore dello Stato abbia assai
la previsione testuale dell’art. 61, D.Lgs. n. 42/ poco in comune con il diritto di prelazione di
2004, è nel senso che l’atto di alienazione tra i matrice privatistica, se non, in alcuni casi, la
privati rimanga “condizionato sospensivamente all’e- fonte legale e, appunto, una definizione in cui
sercizio della prelazione”. Nonostante la previsione ricorre il sostantivo “prelazione”, ed in cui tale
espressa di legge, è dubbio che la sospensione vocabolo è specificato da un aggettivo, così come
degli effetti appena richiamata dipenda da una accade per talune figure di prelazione
vera e propria condizione (17); comunque, se pure privatistica (20).
di condizione si vuol discorrere, allora conviene A questo punto, peraltro, al fine di meglio deli-
precisare che questa non può essere altro che una neare la comparazione tra “prelazione artistica” e
“condizione ex lege”, dato che, senza dubbio, la diritto di prelazione privatistico, conviene sinte-
sospensione degli effetti dell’alienazione si pro- tizzare, in poche parole, in che consista quest’ul-
duce anche nei casi in cui le parti nulla abbiano timo e quali siano i suoi caratteri essenziali (21).
previsto al riguardo nel contratto. Essa opera, Come si sa, il diritto di prelazione può essere
insomma, anche nella completa assenza di una definito quale: diritto ad essere preferiti, a parità
previsione pattizia (18). La qualificazione di code- di condizioni, nella conclusione di un futuro ed
sta condizione come, al più, condizione ex eventuale contratto (22). Già in questa defini-
lege (19), comporta, altresì, la pratica conseguenza zione sono compresi alcuni dei principali elementi
per cui la mancata pubblicizzazione della sospen- di differenza tra prelazione privatistica e “prela-
sione degli effetti del contratto, e la, conseguente, zione artistica”. Essi mi paiono: il “diritto”, la
mancata conoscenza di essa, in quanto effetto di “parità di condizioni”, il “futuro contratto” per
legge, che non necessita di pubblicità dichiarativa il prelazionario. Tutti questi elementi, talmente
per essere opponibile al di fuori del contratto, non caratterizzanti il diritto di prelazione da entrare
possano essere invocate dai terzi. nella definizione di esso, io credo non siano
Se, entro il termine previsto, il soggetto pubblico ravvisabili con riferimento alla “prelazione
decide di acquistare l’opera d’arte in via di prela- artistica” (23).
zione, è necessario notificare il provvedimento di La fonte del diritto di prelazione privatistica può
acquisto, sia all’alienante, sia all’acquirente. L’ul- certamente essere nella legge. In tal senso, ad esempio
tima tra queste notifiche produce l’effetto del e senza pretesa di compilare un catalogo completo,

viene alla mente di ognuno, a questo punto, è quello dell’arbitrag- in banca dati Leggi d’Italia; Cass. 28 giugno 2012, n. 10950, cit.
gio. Ma tale qualificazione, a ben vedere, non convince del tutto. L’atto, che è nullo come contratto tra privati, insomma, rispetto al
La determinazione sarebbe un arbitraggio, e il terzo un arbitratore, soggetto pubblico rimane efficace, quale presupposto per ren-
se il quantum da determinare fosse un prezzo, e se quello che dere possibile l’acquisto pubblico in via di prelazione.
intercorre tra soggetto privato e soggetto pubblico fosse un (17) Nega che, qui, si sia in presenza di una vera e propria
contratto, ma, con ogni probabilità, non si è qui di fronte ad un condizione, ad esempio, P. De Martinis, op. cit., 1016 ss.
contratto, ma ad un atto di esercizio del potere ablatorio pubblico, (18) Così, ad es., P. De Martinis, op. cit., 1017.
e ciò che va al privato alienante non è un prezzo, ma, appunto, (19) Si legga, nuovamente, P. De Martinis, op. cit., 1017.
un’indennità. Dubito, perciò, che la valutazione “terza”, sancita ai (20) Si pensi, come già accennato, alla “prelazione agraria”, o
commi 3 e 4, dell’art. 60, D.Lgs. n. 42/2004, possa essere piana- alla “prelazione ereditaria”.
mente ricondotta alla figura disposta all’art. 1349 c.c., in materia di (21) Sul diritto privatistico di prelazione, cfr., ad esempio: M.
determinazione dell’oggetto del contratto. D’Orazi, Contributo alla teoria del diritto di prelazione, I, Milano,
(16) Questa nullità, dunque, può essere fatta valere soltanto dal 1947, passim; M. D’Orazi, Della prelazione legale e volontaria,
soggetto pubblico, e non tra i privati. Cfr., ad esempio, A. Fusaro, Milano, 1950, passim; E. Moscarini, voce Prelazione, in Enc. dir.,
La circolazione giuridica dei beni immobili culturali nella prassi XXXIV, Milano, 1985, 981 ss.; P. Gallo, voce Prelazione, in Dig.,
notarile: un inventario di questioni, in La circolazione dei beni Disc. Priv., Sez. civ., XIV, Torino, IV ed., 1996, 167 ss.
culturali: attualità e criticità, Atti del Convegno, Firenze, 12 dicem- (22) Cfr., E. Moscarini, voce cit., 981.
bre 2009, cit., 23. In giurisprudenza, cfr.: Cass. 9 dicembre 1985, n. (23) Cfr., infra, note nn. 34 ss.
6180, in banca dati Leggi d’Italia; Cass. 12 ottobre 1998, n. 10083,

i Contratti 4/2019 465


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possono essere richiamate, come già dicevo prima: la Anche la prelazione artistica ha fonte nella legge, ma,
prelazione ereditaria (24), che spetta ad ogni coerede, a parte questo elemento, tutto il resto porta ad affer-
per l’acquisto delle quote degli altri coeredi; la pre- mare che non la si possa identificare come una pre-
lazione agraria (25), che spetta al coltivatore diretto lazione legale, da affiancare alla prelazione agraria,
affittuario del fondo, e al coltivatore diretto confi- alla prelazione ereditaria e alla prelazione del
nante con il fondo, per l’acquisto del fondo stesso; la conduttore.
prelazione, ancora, che spetta al conduttore di immo- I profili di distinzione sono troppo marcati per con-
bili urbani destinati a un utilizzo non abitativo, per sentire un simile accostamento. In primo luogo, nella
l’acquisto dell’immobile oggetto di locazione (26). È prelazione artistica prima viene concluso il contratto
ben noto come, in questi casi, si discorra di “prela- traslativo tra privati, e solo dopo è dovuta la notifica
zione legale”. di esso, mentre nella prelazione legale privatistica la
La fonte del diritto di prelazione, poi, può trovarsi notifica dell’intenzione di concludere il contratto
anche nella privata volontà, e, così, la prelazione può deve precedere il contratto stesso. In secondo
definirsi “volontaria” (27). Essa, inoltre, può dirsi luogo, nella prelazione legale privatistica, se il prela-
“convenzionale” (28), quando scaturisca da una pre- zionario non è messo in grado di esercitare il proprio
visione contrattuale, oppure “testamentaria” (29), diritto, ha la tutela reale, consistente nel riscatto,
allorché nasca da una disposizione di ultima mentre nella prelazione artistica, se non è rispettato
volontà (30). l’obbligo di denuncia e se il soggetto pubblico non
La definizione essenziale del diritto di prelazione, che viene messo nelle condizioni di esercitare la prela-
poco sopra è stata ricordata, non cambia a seconda zione, consegue la nullità del contratto tra i privati. In
che la fonte del diritto sia legale, o sia volontaria (31). terzo luogo, viene fatto notare come, nelle prelazioni
Come tutti sappiamo, viceversa, a seconda di quale privatistiche di fonte legale, sia sempre riscontrabile
sia la fonte, cambiano gli strumenti di tutela a dispo- una sorta di contiguità tra i soggetti (32), la quale,
sizione del prelazionario, nel caso di violazione del viceversa, manca completamente nella prelazione
diritto, poiché per la prelazione volontaria la tutela è artistica (33). In quarto luogo, è ben chiaro come
soltanto risarcitoria, mentre per i diritti di prelazione nella prelazione artistica non assuma nessun rilievo,
legale che ho ricordato prima vi è pure una tutela o, al massimo, solo un marginalissimo rilievo, la
reale. parità tra le condizioni offerte dall’acquirente

(24) In tema, per tutti, cfr.: G. Bonilini, voce Retratto successo- “prelazione volontaria”, tale da abbracciare, appunto, accanto
rio, in Dig., Disc. Priv., Sez. civ., XVII, Torino, IV ed., 1998, 423 ss.; alle prelazioni pattizie, quella di fonte testamentaria, e non solo”.
C. Coppola, La disponibilità della quota ereditaria. Il diritto di (28) In merito si leggano, tra gli altri: C. Sarasso, Lineamenti del
prelazione del coerede, in Trattato di diritto delle successioni e patto di prelazione, Milano, 1968, passim; F. Santoro-Passareli,
donazioni, diretto da G. Bonilini, IV, Comunione e divisione eredi- Struttura e funzione della prelazione convenzionale, in
taria, Milano, 2009, 71 ss. Cfr., altresì: U. Morello, Alienazione di Riv. trim. dir. proc. civ., 1981, 697 ss.
quota e prelazione legale del coerede, in Riv. trim. dir. proc. civ., (29) Spesso viene confusa la prelazione volontaria con la pre-
1967, 441; A. De Cupis, Sul fondamento giustificativo della pre- lazione convenzionale, e si usa la locuzione “prelazione consen-
lazione ereditaria, in Rass. dir. civ., 1986, 328 ss.; G.A.M. Trimar- suale”, o “convenzionale”, per intendere, in generale, la
chi, Prelazione e riscatto successorio: profili applicativi, in “prelazione volontaria”, quasi vi fosse coincidenza tra le due
Notariato, 1998, p. 337; A. Arfani, Prelazione ereditaria e retratto definizioni. Tale coincidenza, nondimeno, non vi è, poiché la
successorio, in Fam. dir., 2016, 657 ss. prelazione può essere anche di fonte testamentaria, nonché di
(25) Meglio sarebbe dire, a questo riguardo, di “prelazioni fonte unilaterale inter vivos, come ricordo pure nella nota
agrarie”, facendo uso del plurale, dacché più di una sono le figure seguente. Essa, dunque, può ben essere volontaria senza essere
qui rilevanti. In generale, su queste prelazioni si leggano, ad es.: G. consensuale (cfr. anche quanto riportato, supra, alla nota n. 27).
Benedetti, Prelazione e riscatto nell’alienazione di fondi rustici, in Incorre nell’imprecisione di scrivere prelazione consensuale per
Riv. not., 1974, I, 893 ss.; A. Carrozza, La prelazione agraria: tipi, intendere, genericamente, prelazione volontaria, ad esempio, P.
fondamento e gerarchia, in Riv. dir. civ., 1981, I, 707 ss.; L. De Martinis, op. cit., 1014.
Corsaro, voce Prelazione agraria, in Dizionario del diritto privato, Sulla prelazione testamentaria, in generale, cfr.: G. Bonilini, La
a cura di N. Irti, Diritto agrario, a cura di A. Carrozza, Milano, 1983, prelazione testamentaria, in Riv. dir. civ., 1984, I, 223 ss.; G.
617 ss.; M. Tamponi, voce Prelazione agraria, in Dig. Disc. Priv., Bonilini, La prelazione volontaria, cit., 98 ss.
Sez. civ., XIV, Torino, IV ed., 1996, 178 ss. Di recente, cfr., altresì, (30) Va aggiunto, ancora, che il diritto di prelazione può pure
G. Casarotto, La prelazione agraria “de iure condendo”, in Riv. dir. sorgere da promessa unilaterale, “quantomeno da promessa al
agr., 2018, 28 ss. pubblico”: G. Bonilini, La prelazione volontaria, cit., 4.
(26) In merito si legga, per tutti, G. Cian, Le prelazioni a favore (31) Specifica come sia impropria, benché utilizzabile in fun-
del conduttore nelle locazioni ad uso non abitativo, in Le locazioni zione descrittiva, la distinzione tra “prelazione legale” e “prela-
per uso non abitativo. Atti del Convegno di Milano (5 luglio 1979), zione volontaria”, G. Bonilini, La prelazione volontaria, cit., 1 e 2.
Padova, 1979, pp. 97 ss. Cfr., altresì, S. Tondo, Configurazione (32) Alcune volte, tale contiguità è giuridica, come capita tra i
della prelazione urbana, in Riv. not., 1981, I, pp. 14 ss. coeredi, o tra il conduttore e il locatore, altre volte, essa è mera-
(27) In tema si legga, per tutti, G. Bonilini, La prelazione volon- mente fenomenica, come è tra i proprietari di fondi confinanti.
taria, Milano, 1985, passim, il quale, già alle pp. 3 e 4 scrive della (33) Lo fa notare, ad esempio, P. De Martinis, op. cit., 1015.
“opportunità di impiegare la generica ed ampia espressione

466 i Contratti 4/2019


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privato, e le condizioni a cui può acquistare il soggetto autoritativo di natura amministrativa (37), gene-
pubblico (34). È vero che la legge prevede l’acquisto, rante un acquisto coattivo (38). Va aggiunto, perciò,
da parte del soggetto pubblico, “al medesimo prezzo che quanto è dovuto al privato, che la stessa legge
stabilito nell’atto di alienazione” (art. 60, D.Lgs. n. 42/ nomina come “prezzo” (39), in verità non sembra
2004), ma richiedere la coincidenza del prezzo è essere un prezzo, bensì, piuttosto, un’indennità.
ancora molto meno rispetto all’imporre la parità di In conclusione, tante e tanto marcate sono le diffe-
condizioni, e numerosi sono i segnali che evidenziano renze fin qui rilevate tra “prelazione artistica” e diritto
come, per l’esercizio della “prelazione artistica”, la di prelazione privatistico, da portare ad escludere che
parità di condizioni non sia richiesta. Così, ad esem- la prima sia una specie del secondo.
pio, l’art. 61, D.Lgs. n. 42/2004, stabilisce che le
clausole del contratto traslativo tra privati “non vin- 4. Atti di trasferimento, oggetto
colano lo Stato”. Un altro dato non compatibile con la del trasferimento, e “prelazione artistica”
parità di condizioni, poi, pare la possibilità di eserci- Dopo aver preso in considerazione la qualificazione
tare la prelazione anche quando il corrispettivo con- stessa della “prelazione artistica”, ed aver concluso,
venuto tra privati non sia in denaro, come nel caso con l’opinione dominante, che l’istituto ha natura
della permuta. E mi pare che sia evidentemente pubblicistica, e non privatistica, al privatista sia con-
incompatibile con la parità di condizioni, ancora, sentito di compiere ancora qualche sintetica rifles-
la sottoposizione al vincolo della prelazione artistica sione, su quali atti di diritto privato, e su quali oggetti
anche per gli atti di conferimento di beni culturali in di trasferimento, siano idonei ad attivare il potere
società, poiché, in questi casi, resta chiaramente ablatorio pubblico.
negletto, ove vi sia l’acquisto da parte dello Stato, Osservando le ipotesi espressamente indicate agli
un elemento sovente fondamentale nei contratti di artt. 60 e 61 del D.Lgs. n. 42/2004, si può evidenziare
società, vale a dire l’intuitu personae. una coppia di minimi comuni denominatori: dal
Anche basandosi sulle notevoli differenze appena punto di vista dell’oggetto, tutti questi atti sono
evidenziate, dunque, si può affermare che la “prela- traslativi e inter vivos; dal punto di vista della causa,
zione artistica” non rientra tra i diritti di prelazione, tutti sono onerosi. Anche sulla base di questi comuni
di fonte legale, noti al diritto privato: anzi, più elementi si possono, sinteticamente, ricordare e cer-
ancora, l’acquisto in via di prelazione da parte del care di risolvere alcuni casi dubbi, non esplicitamente
soggetto pubblico non consegue all’esercizio di un previsti, in cui può esserci, o in cui, talvolta, viene
diritto, e lo strumento con cui il soggetto pubblico escluso, l’acquisto pubblico in via di prelazione.
acquista il bene dal privato non è, con ogni probabi- Il primo dubbio potrebbe essere prospettato riguardo
lità, nemmeno un contratto (35). Siamo qui in pre- al trasferimento o alla costituzione di diritti reali di
senza, piuttosto, di un potere ablatorio pubblico (36), godimento su cosa altrui (40), e, in particolare, del
che viene esercitato attraverso un provvedimento diritto di usufrutto (41). Per l’usufrutto, tuttavia, è la

(34) Al riguardo si legga, ad es., G. Casu, Codice dei beni sono titolari unicamente di interessi legittimi: Cons. Stato 30 luglio
culturali. Prime riflessioni, studio n. 5019, in Studi e materiali, 2018, n. 4667, cit.; Cons. Stato 8 aprile 2002, n. 1899, in Foro
2004, 2, 688. Scrive che, nella prelazione artistica, la parità di amm., 2002, 962. Naturalmente, questa qualificazione ha rilevan-
condizioni è “quasi del tutto assente”, inoltre, P. Guida, Mancata tissime conseguenze pratiche, in particolare, per quanto attiene
osservanza delle formalità necessarie e ritrasferimento del bene alla determinazione della giurisdizione.
culturale, in La funzione del notaio nella circolazione di beni cultu- (39) Mi pare che, in questo contesto, sarebbe stata più oppor-
rali, Atti del Convegno, Ferrara 21 - 22 aprile 2012, cit., 35. Cfr., tuna una diversa, e più precisa, formulazione normativa. In parti-
altresì, Corte cost., 20 giugno 1995, n. 269, in Giur. cost., 1995, colare, all’art. 60, D.Lgs. n. 42/2004, il legislatore, invece di
1927. prevedere, per il soggetto pubblico, la “facoltà di acquistare...al
(35) “la pubblica amministrazione non acquista la proprietà medesimo prezzo stabilito nell’atto di alienazione”, avrebbe
attraverso un mero rapporto negoziale”, secondo A. Lepri, op. dovuto sancire che al privato fosse “dovuta un’indennità, pari al
cit., 53. Al riguardo, di “atto di natura autoritativo-provvedimen- prezzo stabilito nell’atto di alienazione”.
tale” scrive L. V. Moscarini, voce cit., 1012. (40) Anche a questo riguardo, non aiuta il testo normativo, che,
(36) In dottrina, in questo senso, cfr., tra gli altri: A. Lepri, op. cit., all’art. 60, D.Lgs. n. 42/2004, espressamente riferisce l’acquisto in
53; P. De Martinis, op. cit., 1014 ss. Questa è la conclusione, via di prelazione a “beni”, e non a diritti sui beni.
altresì, da tempo condivisa in giurisprudenza. Cfr., ad esempio, (41) Il problema non si può nemmeno immaginare, viceversa,
Cons. Stato, 30 luglio 2018, n. 4667, in banca dati Leggi d’Italia. con riguardo al trasferimento dei diritti di uso e di abitazione,
(37) Cfr., ancora, Cons. Stato 30 luglio 2018, n. 4667, cit. essendo essi indisponibili. Per quanto concerne la costituzione
(38) L’alienante e l’acquirente che hanno concluso l’atto tra- di essi, il problema potrebbe forse porsi, giacché se, per un verso,
slativo privatistico, dunque, sono in una situazione di soggezione, questi diritti hanno una funzione assistenziale inconciliabile con la
e non di parità, di fronte all’esercizio del potere pubblico. Cfr., parità di condizioni, per altro verso, come si è visto, la parità di
Cass., SS.UU., 3 maggio 2010, n. 10619, in banca dati Leggi condizioni non pare rilevare per la “prelazione artistica”. La
d’Italia. Afferma il Consiglio di Stato, inoltre, che tali soggetti

i Contratti 4/2019 467


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funzione stessa della “prelazione artistica” che porta diritto di usufrutto, inoltre, il nudo proprietario,
ad escludere l’acquisto pubblico in via di prelazione, che, ammettendo la “prelazione artistica”, qui
in quanto la funzione di tale acquisto pubblico consi- sarebbe il soggetto pubblico, mantiene poteri di
ste nel garantire la conservazione e la fruizione pub- controllo sul bene (46). Va aggiunto, altresì, che,
blica dell’opera d’arte (42), e codeste attività di se con riferimento al trasferimento della nuda
conservazione e di facilitazione alla fruizione, per proprietà, si escludesse la prelazione artistica,
essere efficaci, debbono essere assicurate nel lungo ben facili da realizzare sarebbero condotte elusive
termine, il che le rende incongrue rispetto all’acqui- del vincolo prelatizio, trasferendo al medesimo
sto di un diritto reale necessariamente di breve acquirente privato, dapprima l’usufrutto, e poi la
durata, quale è, appunto, l’usufrutto (43). nuda proprietà dell’opera d’arte.
Per le stesse ragioni appena esposte, che fanno appa- Potrebbe sembrare puramente teorico, con riferi-
rire inconciliabili cessione o costituzione dell’usu- mento alla “prelazione artistica”, un interrogativo
frutto e prelazione artistica, esiti opposti potrebbero riguardante la costituzione dell’enfiteusi, in quanto
raggiungersi con riguardo alla costituzione o alla ben difficilmente nella pratica un bene culturale
cessione del diritto di superficie sul bene cultu- dovrebbe poter essere oggetto di un simile diritto.
rale (44). Tale diritto, difatti, può avvicinarsi assai Non è inimmaginabile, tuttavia, la costituzione di
alla proprietà, in particolar modo allorché la costitu- enfiteusi su di un fondo, alcune accessioni del quale
zione di esso sia per un tempo non determinato, e, siano beni culturali vincolati. Pure in una tale ipotesi,
dunque, l’acquisto di esso in capo al soggetto pubblico mi pare che la tendenziale lunga durata, o anche la
sembra pienamente compatibile con la realizzazione perpetuità, del diritto in parola, potrebbe renderlo
della finalità di conservazione e di facilitazione alla oggetto di possibile acquisto pubblico in via di pre-
fruizione che connotano la prelazione ora in lazione, sempre in considerazione delle, più volte
parola (45). ricordate, finalità della prelazione artistica (47). Si
Sempre prendendo spunto dalle rationes del potere aggiunga che se qui si negasse la “prelazione artistica”,
pubblico di acquistare opere d’arte in via di pre- ancora una volta si lascerebbe strada aperta a possibili
lazione, sembra che la “prelazione artistica” sussi- elusioni, facilmente integrabili dalla costituzione,
sta anche riguardo ai trasferimenti della nuda dapprima, dell’enfiteusi, a cui, poi, far seguire l’af-
proprietà. Ciò poiché, come è ben noto, la francazione del fondo comprendente il bene
nuda proprietà è destinata, in un tempo ragione- vincolato (48).
volmente breve - soprattutto se rapportato ai Un altro dubbio, che è stato prospettato, è quello
tempi rispetto ai quali vanno garantite conserva- riguardante il trasferimento di una quota del bene
zione e fruizione dei beni culturali -, a riespan- culturale, o perché chi trasferisce sia titolare unica-
dersi in piena proprietà. Durante l’esistenza del mente di quella quota, o perché si decida di trasferire

soluzione al problema, nondimeno, dovrebbe essere la medesima materia di beni culturali e ambientali, in Studi e materiali, 6.2.,
indicata nel testo per l’usufrutto. Milano, 2001, p. 907; T. Alibrandi - P. Ferri, I beni culturali e
Analogamente, mi pare che possa affermarsi l’irrilevanza, e, con- ambientali, Milano, 2001, 509 ss.; A. Pischetola, Circolazione
seguentemente, l’insussistenza, dell’acquisto in via di prelazione dei beni culturali e attività notarile, in Quad. not., 2006, 15, 96.
con riguardo alla costituzione di servitù prediali. Accomunare in una sola considerazione tutti i diritti reali su cosa
(42) Puntualizza in conservazione, fruizione e valorizzazione del altrui, tuttavia, mi pare non tenga adeguatamente in conto le
bene culturale, le funzioni principali dell’interesse pubblico, ad es., differenze che corrono tra diritto reale e diritto reale, e l’approssi-
G. Lo Schiavo, op. cit., 30. Cfr., altresì, M. Ragni, La circolazione marsi, via via più accentuato, al diritto di proprietà, che per alcuni di
giuridica dei beni culturali. Criticità nell’attuazione delle norme, in essi è nitidamente rilevabile. Proprio con riguardo al diritto di
La circolazione dei beni culturali: attualità e criticità, Atti del Con- superficie, pare aprire alla possibilità di acquisto pubblico in via
vegno, Firenze, 12 dicembre 2009, cit., 19. di prelazione anche A. Venditti, I conferimenti ed apporti di beni
(43) Vale a dire, della durata massima di un trentennio, laddove culturali: profili notariali, cit., 89.
originario titolare del diritto fosse un ente, o di durata pari alla vita (46) Cfr., Cons. Stato 24 maggio 1995, n. 348, in Foro it., 1996,
del primo usufruttuario, laddove originario titolare del diritto fosse III, cc. 226 ss.
una persona fisica. (47) Di contrario avviso, tuttavia, cfr., G. Celeste, La prelazione
(44) Naturalmente, in simili ipotesi si potrebbe ragionare uni- in materia di beni culturali, cit., 120. Sulle opinioni che dovrebbero
camente di beni immobili, ma, di certo, può essere opera d’arte condurre a considerare irrilevante, al fine della prelazione artistica,
anche un bene immobile. pure l’enfiteusi, inoltre, cfr. quanto rilevato, supra, alla nota n. 45.
(45) Di contrario avviso, escludendo l’acquisto pubblico in via di (48) Si pensi al privato che voglia alienare un immobile vinco-
prelazione per tutti i diritti reali limitati, nondimeno, è la dottrina lato, sito in località agreste, ad altro privato, e che per sottrarsi alla
maggioritaria. Cfr., ad esempio: G. Celeste, Beni culturali: prela- prelazione artistica, costituisca un’enfiteusi sul terreno, e conse-
zione e circolazione, in Riv. not., 2000, 1106 ss., secondo il quale, guentemente sull’immobile come accessione di esso, e che a ciò
peraltro, la costituzione del diritto reale minore da parte del pro- faccia poi seguire l’affrancazione del fondo e delle accessioni di
prietario, darebbe al soggetto pubblico il potere di acquistare in via esso.
di prelazione la piena proprietà del bene; G. Casu, Testo unico in

468 i Contratti 4/2019


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soltanto una quota, e non l’intero diritto (49). A proprietaria delle opere d’arte, vale a dire per quanto
questo riguardo, l’opinione è che il potere di prela- riguarda quelle vicende nelle quali le modifiche
zione sussista. In verità, la giurisprudenza appariva riguardano il soggetto proprietario delle opere, e
contraria all’acquisto pubblico in via di prelazione non la proprietà di esse.
per la singola quota, poiché escludeva che potesse Passando, ora, dai diritti oggetto di trasferimento,
esservi, sopra un medesimo bene, un doppio regime agli atti con cui il trasferimento viene prodotto, un
proprietario pubblico-privato, e ciò anche perché il caso che merita qualche considerazione è quello del
regime proprietario pubblico veniva identificato nel contratto “preliminare” di vendita di un’opera
regime della proprietà demaniale (50). Questo risa- d’arte. Se il contratto preliminare è “semplice”,
lente orientamento, nondimeno, è poi mutato (51). senza effetti anticipati, mancano effetti traslativi,
Innanzitutto, si è notato che, comunque, la commi- e quindi non vi è alcuno spazio per ragionare di
stione, su di uno stesso bene, di proprietà pubblica e prelazione. Diversamente è a dirsi, viceversa, in
proprietà privata non può essere esclusa (52), giacché caso di preliminare ad effetti anticipati, con conse-
potrebbe essere determinata da una successione per gna dell’opera d’arte prima della conclusione del
causa di morte, in cui lo Stato fosse coerede. In definitivo. Anzitutto, naturalmente, la consegna
secondo luogo, e stato evidenziato come, per evitare dell’opera, se bene mobile, e, dunque, il trasferi-
la difficoltà di cui sopra, sia sufficiente che, per mento della detenzione, anche senza il passaggio
quanto riguarda la quota di proprietà pubblica, il del diritto, è oggetto dell’obbligo di denunzia, ex art.
relativo regime sia individuato non in quello dema- 59, D.Lgs. n. 42/2004 (58). Al momento del defini-
niale (53), bensì in quello del patrimonio dello tivo, si deve denunciare, ulteriormente, il trasferi-
stato (54). In terzo luogo, va sottolineato che, ancora mento della proprietà, e in questo momento si attiva
una volta, se si negasse la prelazione artistica sui il potere pubblico di acquisto in via di prelazione.
trasferimenti di quote di bene culturale, sarebbe Noto qui un problema di compatibilità, peraltro,
semplice l’elusione del vincolo (55), giacché baste- con la previsione dell’art. 61, comma 4, D.Lgs. n. 42/
rebbe trasferire la proprietà del bene quota per quota, 2004, nella quale si vieta all’alienante di consegnare
fino a traferire l’intero diritto. la cosa all’acquirente, fino a quando il soggetto
Assai diverso, viceversa, è il caso in cui si trasferi- pubblico non abbia deliberato sull’esercizio del
scano quote di una società proprietaria del bene potere di acquisto in via di prelazione (59). Da
artistico, perché in questa ipotesi l’oggetto del tra- quanto appena osservato, potrebbe dubitarsi della
sferimento non è il bene, ma è la titolarità del sog- possibilità di concludere un preliminare ad effetti
getto, o di quote del soggetto, proprietario del bene. E anticipati che abbia ad oggetto un’opera d’arte, e
in questi casi è da escludere che vi sia il potere che porti alla consegna dell’opera già prima della
pubblico di acquistare in via di prelazione (56). conclusione del contratto definitivo, presupposto
Analogo discorso, con analoghi argomenti, è da dell’acquisto pubblico in via di prelazione.
svolgersi per quanto riguarda, la fusione, la scis- Sempre con riferimento agli atti di trasferimento, un
sione (57), o l’incorporazione della società altro caso assai dubbio può essere quello della

(49) Considera in dettaglio entrambe le ipotesi, separatamente parziale e della prelazione pro-quota”, ad esempio, A. Lepri, op.
ma per poi giungere per ognuna alle medesime conclusioni, ad cit., 52.
esempio, A. Lepri, op. cit., 46 s. (52) Cfr., ad es., A. Lepri, op. cit., 44 ss.
(50) Come si notava nel testo, l’orientamento è risalente, e, (53) Cfr.: G. Casu, Testo unico in materia di beni culturali e
inoltre, riguarda più l’acquisto di parte di bene, che non quello di ambientali, cit., pp. 907 ss.; T. Alibrandi - P. Ferri, op. cit., 510; A.
quota sul bene. In effetti, poi, con esso non si escludeva che lo Lepri, op. cit., 46 s.
Stato potesse acquistare, in caso di alienazione di singola parte, in (54) In giurisprudenza, cfr. Cass. 20 novembre 1996, n.
via di prelazione, ma, anzi, si affermava che l’acquisto coattivo 10160, cit.
fosse, comunque, possibile, e riguardasse non la sola parte, ma (55) Cfr., ad esempio: Cons. Stato 1° ottobre 2003, n. 5705, cit.;
l’intero bene. Cfr., in particolare: Cass. 21 agosto 1962, n. 2613, in Cons. Stato 23 febbraio 2004, n. 708, cit.
Foro it., 1963, I, c. 303; Cass. 17 gennaio 1985, n. 117, in Giur. it., (56) Cfr., ad es., Cons. Stato 8 febbraio 2016, n. 501, in banca
1985, I, 1, c. 1045. dati Leggi d’Italia.
(51) Per la sussistenza della prelazione artistica anche per (57) Cfr., A Venditti, Denuncia degli atti di trasferimento e
l’acquisto di semplici quote di proprietà del bene culturale, ad individuazione degli atti che danno luogo a prelazione artistica,
esempio, si legga, Cass. 20 novembre 1996, n. 10160, in Giur. it., cit., 83.
1997, I, 1, c. 1554. Nella giurisprudenza amministrativa, poi, cfr.: (58) Si vedano, al riguardo, D. Boggiali - C. Lomonaco, Ulteriori
Cons. Stato 1° ottobre 2003, n. 5705, in banca dati Leggi d’Italia; riflessioni sul codice dei beni culturali, Studio n. 5140 del Consiglio
Cons. Stato 23 febbraio 2004, n. 708, in banca dati Leggi d’Italia. In Nazionale del Notariato, 20.
dottrina, scrive che “appaiono ormai definitivamente superati gli (59) Una questione analoga può porsi, altresì, in caso di acqui-
orientamenti che negavano l’ammissibilità della prelazione sto, del bene concesso in leasing, da parte dell’utilizzatore. Cfr., al
riguardo, infra, nt. n. 65.

i Contratti 4/2019 469


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transazione (60). Il contratto di transazione certa- concederla in leasing all’utilizzatore. Nel caso in
mente non ha una funzione di scambio, perché, come cui, in questo primo momento, il soggetto pubblico
tutti sanno, la funzione della transazione è quella di non eserciti l’acquisto in via di prelazione, un ulte-
prevenire una lite che potrebbe sorgere, o di com- riore momento per l’acquisto pubblico in via di pre-
porre una lite già esistente. Esso, tuttavia, sia è con- lazione vi sarà quando l’utilizzatore decida di
tratto oneroso, sia può produrre effetti traslativi. Il acquistare il bene che ha avuto in locazione finanzia-
che potrebbe condurre alla conclusione che, quando ria, vale a dire quando si realizzi l’effetto traslativo
trasferita nell’ambito della transazione sia un’opera della proprietà dell’opera, dal concedente all’utiliz-
d’arte, debba esservi la “prelazione artistica”. Certa- zatore (64). Naturalmente, se l’utilizzatore non eser-
mente, se si volesse conservare la parità di condizioni, cita il diritto di acquistare il bene oggetto del leasing,
la transazione non potrebbe mai dare luogo a prela- non si pone alcun problema di prelazione. Se, vice-
zione, tuttavia, come già si è evidenziato, per la versa, l’utilizzatore esercita questo diritto, pagando
prelazione artistica la parità di condizioni non pare l’ultimo, maggiorato, canone, allora gli effetti trasla-
un requisito rilevante. Aggiungo che escludere la tivi restano sospesi, e diviene attuale il potere di
prelazione artistica nel caso di transazione, ancora acquisto in via di prelazione del soggetto pubblico.
una volta renderebbe semplici condotte elusive, rea- Occorrono, nondimeno, ancora due precisazioni:
lizzabili, dapprima con una finta lite, e poi con la anzitutto, anche qui si presenta lo stesso problema
composizione di essa attraverso una transazione, tra- che ho ricordato prima, con riferimento al prelimi-
slativa dell’opera d’arte. nare effetti anticipati (65), vale a dire, anche in
Si può fare un cenno, ancora, al conferimento del- questo caso il privato acquirente ha già la detenzione
l’opera d’arte in un trust. Pur nella difficoltà di svol- del bene, in un momento in cui l’art. 61, comma 4,
gere riflessioni sintetiche, con riferimento ad un D.Lgs. n. 42/2004, ne vieterebbe la consegna (66); la
istituto multiforme e cangiante come il trust, mi seconda precisazione, riguarda la determinazione del-
pare che, qui, la prelazione possa essere esclusa l’indennità dovuta dal soggetto pubblico, che eserciti
almeno in quei casi, nei quali si sia in assenza di la prelazione, all’alienante dell’opera: il parametro di
uno dei requisiti essenziali posti dalla legge per essa, tale determinazione, difatti, non può consistere nel
vale a dire della onerosità del trasferimento (61). solo ultimo canone, al pagamento del quale è con-
L’ultimo caso a cui accenno è quello della locazione trattualmente previsto l’acquisto della proprietà in
finanziaria (62), e, in particolare, quello del leasing, capo all’utilizzatore, ma deve tenere conto anche di
c.d., “finanziario”. In primo luogo, la prelazione arti- quanto, in tutti i canoni pagati in precedenza, ha
stica mi pare vi sia nel momento in cui il concedente compensato, non tanto il godimento del bene, ma
acquista l’opera d’arte (63), allo scopo di poi l’acquisto della proprietà su di esso (67).

(60) In merito, con varietà d’accenti, si leggano: G. Celeste, La natura costitutiva della divisione, nondimeno, si legga, anzitutto,
prelazione in materia di beni culturali, cit., 124 ss.; A Venditti, A. Cicu, La divisione ereditaria, Milano, 1948, 16.
Denuncia degli atti di trasferimento e individuazione degli atti (62) Con specifico riferimento al, c.d., lease-back si veda, Corte
che danno luogo a prelazione artistica, cit., 76; D. Boggiali - C. cost. 21 giugno 2007, n. 221, in Foro it., 2008, IV, 1, cc. 1073 ss.
Lomonaco, op. cit., 21. (63) Cfr., D. Boggiali - C. Lomonaco, op. cit., 21.
(61) L’assenza di onerosità, altresì, pare il criterio per escludere (64) Cfr., tra gli altri, A Venditti, Denuncia degli atti di trasferi-
la sussistenza di prelazione artistica anche nel caso di assegna- mento e individuazione degli atti che danno luogo a prelazione
zione del bene culturale all’esito di un contratto di divisione. Cfr., artistica, cit., 80; D. Boggiali - C. Lomonaco, op. cit., 21 s.
ad es., T. Alibrandi - P. Ferri, op. cit., 440. A ciò si aggiunga che nella (65) Si veda, quindi, quanto rilevato, supra, alla nt. n. 59.
divisione, almeno per chi propende per la dichiaratività della (66) Un problema simile, altresì, potrebbe immaginarsi in caso
stessa, dovrebbe mancante pure un altro presupposto per l’ope- di vendita di opera d’arte con riserva di proprietà, ai sensi dell’art.
rare della prelazione artistica, vale a dire l’effetto traslativo. 1523 c.c.
Afferma la dichiaratività della divisione, ad esempio, A. Mora, Il (67) Cfr.: D. Boggiali - C. Lomonaco, op. cit., 21 s.; C. Fabbri-
contratto di divisione, Milano, 1995, pp. 346 ss. In precedenza, catore, in C. Fabbricatore - A. Scarpa, La circolazione dei beni
cfr., P. Grossi, voce Divisione, in Enc. dir., Milano, 1964, 417. Per la culturali, Milano, 1998, 171.

470 i Contratti 4/2019


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Contratti in generale

Sovraindebitamento

Effetti esdebitativi
(nella nuova disciplina
del sovraindebitamento)
e favor creditoris
di Lara Modica

A partire dalla disciplina in tema di sovraindebitamento contenuta adesso nel Codice della crisi di
impresa e dell’insolvenza, l’articolo propone una lettura dell’esdebitazione quale tassello di più ampie
strategie di sostegno della domanda e, per questa via, del mercato. Sì da restituire una versione
aggiornata - ma niente affatto scolorita - di quel favor che tradizionalmente assiste il credito e la sua
tutela.

Una premessa scompaginamento delle categorie ricevute, quanto


Di là dalle implicazioni sistematiche che vi si ricon- piuttosto - in una crescente e per certi versi inarre-
ducano, l’esdebitazione mette capo ad una vicenda stabile autoreferenzialità del mercato del credito.
“sostanzialmente ablativa del credito” (1). Non sor- Per darne conto, si richiamerà dapprima il quadro
prende dunque il timore, talvolta manifestato in dot- normativo di riferimento contenuto adesso nel codice
trina, che neutralizzare la rilevanza giuridica della della crisi e dell’insolvenza (3), nel quale l’effetto esde-
pretesa così depotenziando la posizione del creditore bitativo è tratto comune a tutte le procedure dedicate al
metta a rischio la forza vincolante della promessa e la sovraindebitamento e forse ne rappresenta il proprium.
sua imprescindibile funzione fiduciaria (2). Sebbene l’esdebitazione si offra all’interprete come
In queste poche pagine proveremo a sostenere il una variabile dipendente (dal procedimento nel
contrario: che la liberazione del debitore non inde- quale è di volta in volta allocata), la diversità di
bolisce bensì rafforza lo status del creditore e che presupposti e di latitudine non osta infatti ad una
quello esdebitativo è certamente esito carico di insi- considerazione unitaria e non impedisce di rilevare
die, annidate però - non tanto o non solo nello ch’essa sia divenuta regola nel sistema delle

(1) E. Roppo, Tutela costituzionale del credito e procedure (3) Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (D. lgs. 12
concorsuali, in Riv. trim. dir. proc. civ., 1999, 4. gennaio 2019, n. 14) in attuazione della legge 19 ottobre 2017, n.
(2) C. Camardi, Il sovraindebitamento del consumatore e il 155, su cui R. Rordorf, Prime osservazioni sul codice della crisi e
diritto delle obbligazioni. Alcune riflessioni ai confini del sistema dell’insolvenza, in questa Rivista, 2019, 129 ss. Il codice, che
del diritto civile, in Sovraindebitamento e rapporto obbligatorio, a entrerà in vigore il 15 agosto 2020, riscrive le regole in tema di
cura di G. D’Amico, Torino, 2018, 144 ss. Vivaci critiche si erano sovraindebitamento fin qui contenute nella legge 27 gennaio
sollevate già con riguardo alla esdebitazione di cui all’art. 142 l. fall., 2012, n. 3. Sui nuovi tratti della disciplina del sovraindebitamento
anche in punto di legittimità costituzionale dell’istituto: G. Scar- recata dal codice della crisi cfr. R. Bocchini - S. De Matteis,
selli, La esdebitazione della nuova legge fallimentare, in Dir. fall., Sovraindebitamento: profili civilistici nella legge delega di riforma
2007, 31ss.; E. Norelli, L’esdebitazione, in M. Fabiani - A. Patti (a della crisi d’impresa e dell’insolvenza, in Corr. giur., 2018, 649 ss.;
cura di), La tutela dei diritti nella riforma fallimentare, Milano, 2006, F. Pasquariello, Le procedure di sovraindebitamento alla vigilia di
256 ss.; G. Costantino, La esdebitazione, in Foro it., 2006, V, 210. una riforma, in Nuove leggi civ., 2018, 731 ss.; G. D’Amico, Il
Per un quadro generale delle questioni implicate dalla esdebita- sovraindebitamento nel Codice della crisi e dell’insolvenza, in
zione cfr. L. Ghia, L’esdebitazione. Evoluzione storica, profili questa Rivista, 2019, 318 ss.; S. Delle Monache, Sovraindebita-
sostanziale, procedurali e comparatistici, 2008, passim. Per mento del “debitore civile” e riforma del diritto della crisi d’im-
l’esame dei risvolti civilistici e l’impatto sul sistema del codice presa, in Giustiziacivile.com, Editoriale del 12 febbraio 2019.
civile, S. Pagliantini, Il sovraindebitamento del consumatore. Stu-
dio critico sull’esdebitazione, Torino, 2018, passim.

i Contratti 4/2019 471


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Contratti in generale

procedure concorsuali, secondo le sollecitazioni possono darsi liquidazioni controllate che non termi-
consegnate alla Raccomandazione 2014/135/UE nino in una liberazione dai debiti residui allorché il
“su un nuovo approccio al fallimento delle imprese debitore non sia del tutto incolpevole.
e all’insolvenza”. Effetto esdebitativo può prodursi infine all’esito del
procedimento di cui all’art. 283 CCII in favore del
Il nuovo quadro normativo: debitore del tutto privo di utilità anche future, e solo
quattro esdebitazioni una volta nella vita. Qui i creditori perdono senza
Benché l’art. 278 c.c.i. definisca la esdebitazione nessuna contropartita i loro diritti sul patrimonio
come “liberazione dai debiti” attraverso la “inesigi- dell’obbligato, salva la sopravvenienza, nei quattro
bilità dal debitore dei crediti rimasti insoddisfatti anni successivi, di beni che consentano il pagamento
nell’ambito di una procedura concorsuale che pre- in misura non inferiore al 10% (6). La liberazione del
vede la liquidazione dei beni”, è piuttosto evidente debitore incapiente è pertanto sottoposta alla condi-
che anche le procedure che non prevedono la liqui- zione risolutiva della sopravvenienza di utilità inat-
dazione (o la prevedano eventualmente quale tas- tese e comunque rimessa alla scelta discrezionale del
sello di un più ampio quadro di ristrutturazione o di giudice, assunta sulla base di una serie di elementi, fra
falcidia concordata) generano, per la porzione di i quali, di nuovo, la assenza di colpa grave o dolo.
credito non pagato, il medesimo risultato liberatorio. Nonostante l’incipit dell’art. 283 CCII faccia riferi-
La possibilità, testualmente prevista, di un soddisfaci- mento al debitore “meritevole”, il rinvio è probabil-
mento “anche soltanto parziale” dei crediti quale mente il frutto di una suggestione proveniente da altri
clausola convenuta (ma con vocazione ultra partes) o ordinamenti o, più banalmente, il residuo del lessico
subita, rispettivamente nella proposta di concordato impiegato dalla L. n. 3/2012. Posto infatti che,
minore o di piano di ristrutturazione del consumatore secondo il dettato del comma 7, il giudice valuta la
(artt. 67, comma 1, e 74, comma 1, c.c.), induce meritevolezza, e “a tal fine” verifica “l’assenza di atti
proprio a ritenere che - sotto le spoglie di una conse- in frode e la mancanza di dolo o colpa grave nella
guenza naturale, o implicita che dir si voglia, della formazione dell’indebitamento”, non si danno, per
omologazione - la percentuale non omologata evapori, questa superesdebitazione, presupposti soggettivi di
siccome definitivamente sottratta al potere d’azione accesso diversi e più impegnativi. Del resto, la gene-
dei creditori. Per i creditori concordatari si tratta di un ralizzata scomparsa della meritevolezza dalla trama
sacrificio assunto in via negoziale o al più sopportato in normativa risponde alla programmatica scelta del
ossequio al principio maggioritario; per quelli - volenti legislatore di evitare requisiti soggettivi particolar-
e nolenti (4) - coinvolti in una ristrutturazione dei mente severi che finirebbero per troppo circoscrivere
debiti del consumatore, la perdita è invece imposta. la portata dell’istituto sì da frustrarne la essenziale
L’esdebitazione può altrimenti prendere corpo quale finalità - di politica economica - volta a garantire,
effetto legale della liquidazione controllata una volta nella più larga misura possibile una chance di ripar-
chiusasi la procedura ed in ogni caso decorsi tre anni tenza a chi sia schiacciato da una massa di debiti
dal suo avvio (art. 282 CCII). In tale ipotesi opera di ormai insostenibile.
diritto ma non del tutto incondizionatamente, rima- La presa d’atto che, in tema di sovraindebitamento,
nendo preclusa - oltre a chi ne abbia già beneficiato non è tanto questione di una meritevolezza da pre-
per due volte o nei cinque anni precedenti (5) - al miare ma di una routine da gestire spiega l’opzione per
debitore che con colpa grave, dolo o frode abbia requisiti negativi, ostativi ai benefici di legge, quali
determinato il proprio sovraindebitamento. Dette mala fede, dolo o frode (i primi tendenzialmente
condizioni ostative, si badi, operano a valle per la rilevanti nel momento della contrazione del debito,
produzione dell’effetto liberatorio e non anche a la frode normalmente operante nelle fasi precedenti o
monte per la liquidazione; con la conseguenza che successive all’ammissione alla procedura) (7).

(4) I creditori coinvolti in una procedura di “ristrutturazione dei individuale: anche la prospettiva del cram down è insomma tutta
debiti del consumatore” che contestino la proposta di piano sotto compresa nella logica della concorsualità.
il profilo della convenienza possono presentare osservazioni ai (5) Restano in ogni caso ferme le ulteriori preclusioni previste
sensi dell’art. 67, comma 3, CCII. Il giudice tuttavia omologa per l’esdebitazione in generale dall’art. 280 CCII
comunque il piano se ritiene che il credito dell’opponente possa (6) Di “esdebitazione modale” discorre in proposito, con
essere soddisfatto dall’esecuzione del piano in misura non infe- accenti critici, D. Vattermoli, L’esdebitazione tra presente e
riore all’alternativa liquidatoria. L’alternativa liquidatoria è ovvia- futuro, in Riv. dir. comm., 2018, II, 492.
mente costituita dalla liquidazione controllata di cui agli artt. 268 (7) Relazione illustrativa al decreto legislativo di attuazione della
ss. e non dall’esito astrattamente prefigurabile di una esecuzione legge delega 19 ottobre 2017, n. 155, 9.

472 i Contratti 4/2019


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Per inciso, non è detto che si tratti di scelta alla lunga fall., nulla ha a che vedere con l’insolvenza che dà
vincente: sul piano operativo, la giurisprudenza di corpo al sovraindebitamento ex art. 2, lett. c), CCII
merito, consapevole che trovare sovraindebitati del Né, ancora, questa inesigibilità ha qualcosa in
tutto inconsapevoli è impresa ardua, aveva già messo comune con quella evocata da Mengoni per il
in atto non poche fughe in avanti nell’intento di dare medium del divieto di abuso del diritto implicito
massima applicazione alla disciplina di cui alla L. n. 3/ nella direttiva di correttezza, che può comprimere
2012, rimasta però comunque scarsamente impie- l’esercizio del credito “quando l’interesse del credi-
gata (8); per altro verso, l’idea che il requisito di tore all’adempimento entri in conflitto con un inte-
meritevolezza (correttamente inteso, al netto di resse del debitore al quale, nel sistema degli interessi
ogni enfasi moraleggiante) si risolva in un premio protetti dall’ordinamento, inerisce un giudizio di
fine a se stesso e per ciò sostanzialmente inutile in una valore preminente”, e così determinare un risultato
prospettiva di rilevanza generale, trascura di consi- che, quoad effectum, si pone sullo stesso piano della
derare gli effetti benefici - in prospettiva parimenti impossibilità (12).
generale - di congegni incentivanti condotte dili- L’inesigibilità che viene dalla esdebitazione non
genti anche sul versante della domanda di trova corrispondenti in norme o istituti ritagliati
credito (9). sulla dinamica del rapporto tra (singolo) creditore e
Il vero côté problematico della meritevolezza sta debitore governato dalla buona fede o in rimedi tutti
piuttosto nella sua indole di clausola generale, solo pensati nella prospettiva del (singolo) atto di ina-
all’apparenza adeguata a governare un fenomeno dempimento. Il sovraindebitamento non è un atto
multiforme com’è il sovraindebitamento (10) ma ma uno stato; sicché il pendant dell’esdebitazione
in concreto - e complice un rodaggio giurispruden- introduce nell’ordinamento una rilevanza della ine-
ziale troppo limitato - cagione di una variabilità di sigibilità della prestazione per impotenza finanziaria
giudizi che di certo non ha giovato al già incerto del debitore che rifugge l’eccezionalità del caso dispe-
fascino delle procedure (e che rischia di replicarsi in rato per affidarsi invece ad un freddo screening della
sede di verifica della assenza di mala fede) (11). condotta del debitore e della consistenza del suo
patrimonio riguardati con riferimento a tutti i credi-
L’inesigibilità del credito non soddisfatto tori. Sì da calare la dialettica creditore/debitore entro
Operi in un modo o nell’altro, l’esdebitazione una aggiornata dimensione della concorsualità e dei
comporta pur sempre che il credito concorsuale suoi corollari concettuali.
non soddisfatto, o la porzione non soddisfatta di Questa è precisamente la cifra del sovraindebita-
credito concorsuale, divenga inesigibile dal mento e dell’apparato normativo che l’accompagna:
creditore. esorbitare dal rapporto a due e dalle logiche che
La nozione di inesigibilità è estranea al codice civile, tradizionalmente ne assistono le vicende; apparte-
ove campeggiano altre categorie, impossibilità, nere completamente al mondo delle regole mercan-
ritardo, responsabilità universale; e del resto, l’in- tili e agli obiettivi di politica economica che lo
solvenza evocata dall’art. 1186 c.c. o dall’art. 5 l. giustificano (13).

(8) Nella prospettiva della massima fruibilità dell’istituto ben ricorso del consumatore, confermando la decisione del Tribunale
oltre i soli casi di shock esogeno, G. Limitone, Il concetto di colpa di Benevento (del 19 gennaio 2017) che, pur riconoscendo la
nella legge n. 3/2012 sul sovraindebitamento del consumatore, natura incolpevole della origine del sovraindebitamento (prepen-
ilcaso.it, 7 marzo 2016. sionamento in conseguenza di infarto e conseguente riduzione
(9) Su questi profili cfr., G. Falcone, Il trattamento normativo del della capacità reddituale), accorda decisivo rilievo al comporta-
sovraindebitamento del consumatore, in Giur. comm., 2015,132 mento tenuto successivamente, contrario all’ordinaria diligenza
ss., e, sia consentito, L. Modica, Il piano del consumatore sovrain- (avendo il sovraindebitato destinato la somma residua di t.f.s. al
debitato: tentativi di riforma e prospettiva europea, in Eur. dir. sostegno economico della propria figlia, senza essere stato in
priv., 2016, 640 ss. grado di fornirne prova).
(10) Sul carattere multifattoriale del sovraindebitamento, per (12) Nella voce Responsabilità contrattuale (dir. vig.), in Enc.
tutti, E. Pellecchia, Dall’insolvenza al sovraindebitamento. Inte- dir., XXXIX, Milano, 1988, 1089. Sui margini di accostabilità fra
resse del debitore alla liberazione e ristrutturazione dei debiti, inesigibilità ex fide bona ed esdebitazione cfr. S. Pagliantini, L’in-
Torino, 2012, 11 ss. solvenza del consumatore tra debito e responsabilità: lineamenti
(11) V. per esempio la vicenda all’origine della pronuncia della dell’esdebitazione, in Sovraindebitamento e rapporto obbligato-
Prima Sezione della Cass. 10 aprile 2019, n. 10095 (che ammette il rio, cit., 79 ss. In generale sul concetto di inesigibilità, O. Clarizia,
ricorso per Cassazione avverso il provvedimento del Tribunale che Sopravvenienze non patrimoniali e inesigibilità nelle obbligazioni,
aveva accolto il reclamo dei creditori contro il decreto di omologa di Napoli, 2012, passim.
un piano del consumatore, tenuto conto del carattere contenzioso (13) Avevamo già espresso questa posizione in L. Modica,
del procedimento e dell’idoneità del provvedimento che lo defini- Profili giuridici del sovraindebitamento, Napoli, 2012, 3 ss., 224 ss.
sce ad incidere su diritti soggettivi). La Cassazione respinge il

i Contratti 4/2019 473


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Quanto alla fisionomia, stando al tenore della legge, Le ricadute sul sistema e la prospettiva
la inesigibilità sembrerebbe disarmare il diritto del macroeconomica
creditore ed implicare la sterilizzazione della coerci- Non sfuggono agli interpreti le ricadute sistematiche
bilità del credito, dando corpo dunque ad una della esdebitazione, variamente riferite alla disci-
vicenda preclusiva e non già estintiva (14). Ad avva- plina del rapporto obbligatorio o al sistema della
lorare questa tesi sta la disposizione che fa salvo il responsabilità patrimoniale o, ancora, ad entrambi.
diritto del creditore nei confronti di coobbligati e È evidente che l’esdebitazione incide il dettato del-
fideiussori del debitore, pena la perdita di senso del l’art. 2910 c.c., perché il creditore (del sovraindebi-
principio di accessorietà, il quale, almeno finché non tato che abbia avviato una procedura di
infranto per tabulas, induce a ritenere esistente l’ob- composizione o liquidazione o esdebitazione ex art.
bligazione principale (15). Rileva poi la circostanza 283 CCII) non può fare espropriare i beni del debi-
che il debito è destinato a rivivere in alcune ipotesi, tore per ottenere quello che gli spetta; è evidente
non necessariamente patologiche: ove sopravven- altresì che il sovraindebitato (che con successo veda
gano utilità nei quattro anni successivi ex art. 283 concludersi l’iter esdebitativo) risponde dell’inadem-
CCII, ove accolto il reclamo proposto contro il pimento con i suoi beni presenti ma non necessaria-
provvedimento dichiarativo dell’esdebitazione di mente anche con tutti i suoi beni futuri, contro,
diritto di cui all’art. 282 CCII, ove revocata l’omo- dunque, la regola dell’art. 2740, comma 1, c.c.
logazione del piano ai sensi e nei limiti dell’art. 72 Ma alla prova è messo pure il dogma della indistrut-
CCII (e, mutatis mutandis, del concordato minore). tibilità dell’obbligazione pecuniaria, il regime della
Se, come lascia intendere la legge, il diritto non si impossibilità liberatoria che ne è presupposto e, a
estingue, il debitore che paghi (spontaneamente) ritroso, quello della perdurante responsabilità del
dopo l’esdebitazione esegue una prestazione che il cre- debitore di denaro (sempre sub specie di attore di
ditore potrà legittimamente trattenere perché attua- una procedura di sovraindebitamento) (19); sicché,
zione dell’originario rapporto (16). Se, come ritiene anche a voler tenere fuori dal perimetro del rapporto
altra parte della dottrina, il diritto dovesse considerarsi obbligatorio la esdebitazione, non può tacersi ch’essa
estinto, l’adempimento del residuo andrebbe qualifi- delinei una enclave entro cui l’imperativo giuridico
cato come atto possibile e lecito ma né moralmente né della esatta esecuzione della prestazione risulta
socialmente doveroso; un atto, dunque, da qualificare quanto meno sbiadito.
come gratuito liberale (17). Tertium, infatti, non datur: L’allontanamento dalle regole di governo del rap-
nulla, in particolare, giustifica l’ascrizione del paga- porto credito/debito e della responsabilità patrimo-
mento successivo nel novero delle obbligazioni natu- niale presuppone necessariamente una situazione di
rali: l’esdebitazione “non è una anomalia legale ingiusta, sovraindebitamento già incanalata dentro una pro-
cui il probo debitore dovrebbe moralmente porre rime- cedura concorsuale; pertanto, l’effetto di rottura non
dio con il pagamento successivo; essa al contrario (...) si compie, o non si compie ancora, in generale con il
costituisce la giusta composizione degli interessi di un modello classico dell’obbligazione ove considerata
collettivo entro un sistema sociale”, alla quale “nessuna nella sua dimensione interindividuale. In ogni
moralità privata (cioè nessuna idiosincratica percezione caso, la complessità crescente del sistema e l’ibrida-
del proprio dovere) potrebbe giuridicamente essere zione delle categorie non sono una scoperta della
opposta, sia pure al limitato fine di garantire l’irripeti- esdebitazione e l’interprete è ormai avvezzo a con-
bilità del prestato” (18). frontarsi con l’appannamento della cristallina

(14) La scelta fra tesi della natura estintiva dell’esdebitazione nella “società del debito”: oltre la tutela (esclusiva) del creditore,
(per la quale propende R. Di Raimo, Consumatore e mercato nelle in corso di pubblicazione su Questione giustizia).
discipline della crisi. Notazioni preliminari, in Riv. dir. banc., 2019, (15) Per l’idea che assicurino maggiore efficienza i sistemi nei
2;) e riconduzione di questa alla categoria dell’affievolimento delle quali l’effetto esdebitativo coinvolge anche i coobbligati, v. D.
situazioni giuridiche (asseverata da G. D’Amico, Esdebitazione e Galletti, Insolvenza civile e “fresh start”: il problema dei coobbli-
concorso dei creditori nella disciplina del sovraindebitamento, in gati, Analisi giuridica dell’economia, 2004, 391 s.
Sovraindebitamento e rapporto obbligatorio, cit., 47) è diretta- (16) G. D’Amico, Esdebitazione e concorso dei creditori,
mente correlata alla questione, logicamente antecedente, se cit., 47.
l’esdebitazione incida direttamente il rapporto obbligatorio (17) P. Femia, Esdebitazione, responsabilità, estinzione par-
(come ritiene per esempio E. Migliaccio, L’esdebitazione. Brevi ziale, ne Il consumatore e la riforma del diritto fallimentare, a cura
spunti interpretativi e applicativi in attesa della c.d. “riforma Ror- di E. Llamas Pombo - L. Mezzasoma - U. Rana - V. Rizzo, Napoli,
dorf”, in Giustiziacivile.com, 2017, 11) ovvero si limiti ad interferire 2019, 247.
esclusivamente con il sistema della responsabilità patrimoniale (18) Ivi, 247-248.
(G. D’Amico, Responsabilità patrimoniale e procedure concorsuali (19) Su questi temi, G. Grisi, L’inadempimento di necessità, in
www.juscivile.it, 2014, 6.

474 i Contratti 4/2019


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geometria del codice spesso sacrificata sull’altare di professionale, intermediario bancario o non banca-
quelli che l’ordinamento considera interessi superiori rio, e gli obblighi restitutori del sovraindebitato
o, più banalmente, nuovi. Non è detto neanche che sorgono prevalentemente da operazioni (prestiti
un tale disordine sia sempre un male, e comunque personali, carte revolving, cessioni di quinto dello
talvolta è una necessità; di sicuro, gli scostamenti stipendio) che hanno costi up front molto alti, in
dalla tradizione appaiono più o meno giustificati e più grado di remunerare immediatamente e definitiva-
o meno traumatici a seconda del punto di osserva- mente il finanziatore; alle quali il più delle volte
zione che si assuma. sono affiancate, sottoscritte dal cliente ma a bene-
Ora, la prospettiva dalla quale guardare alla esdebi- ficio dello stesso intermediario, polizze assicurative
tazione ed in generale alla disciplina del sovrainde- a protezione del credito; sono oggetto di cartolariz-
bitamento - anche per meglio coglierne le zazione e reimmesse immediatamente nel mercato
implicazioni di sistema - è quella, non priva di un finanziario.
certo pragmatismo, attenta ad apprezzare le ricadute Si tratta insomma di prodotti circolanti in un sistema
macroeconomiche dei dispositivi giuridici. Da questo che consente in concreto a chi emette il prestito di
angolo, è un dato di comune acquisizione che, ben esternalizzarne il rischio, snaturando la causa stessa
oltre le fuorvianti suggestioni solidaristiche evocate del rapporto di finanziamento; cosicché la perdita
dal fresh start, l’esdebitazione rappresenti un volàno di viene redistribuita sulla collettività, socializzata
sviluppo servente una generale strategia di incenti- attraverso un generale innalzamento degli oneri con-
vazione dei consumi e di sostegno della domanda: nessi al finanziamento o scaricata nel mercato sotto
l’esdebitato torna sul mercato dei beni, torna a pagare forma di strumenti derivanti dalla cartolarizzazione.
le imposte e ... torna anche ad indebitarsi (20). L’interrogativo iniziale ha dunque una risposta: a
Naturalmente questa strategia ha un prezzo. La que- subire il costo della esdebitazione non è il creditore.
stione è capire chi davvero paga questo prezzo. Si Risposta tutt’altro che rassicurante dal momento che
sarebbe tentati di rispondere: il creditore, perché la tendenziale impermeabilità del finanziatore alle
quello che viene dato al debitore in termini di libe- vicende esdebitative del suo debitore (23), compen-
razione è correlativamente tolto al creditore in ter- sate su larga scala come detto, comporta una altret-
mini di riduzione forzosa del suo diritto. tanto tendenziale irrilevanza di quella verifica del
Una simile risposta è però ingannevole, per almeno merito creditizio che dovrebbe invece rimane cen-
due ragioni. La prima, ancora “micro”, è che l’avvio di trale nella delicata attività di erogazione del credito.
una procedura di rimedio al sovraindebitamento pre- Senza andare troppo lontano, la crisi del 2008 inse-
suppone la integrale discovery e contestuale messa a gna che deflettere sistematicamente dalla valuta-
disposizione di tutti i beni attuali del debitore, ragion zione del merito creditizio non è tattica a lungo
per cui il creditore guadagna in termini di traspa- sostenibile (24).
renza, collaborazione e maggiore facilità di soddisfa- Se ricuciamo i due dati fin qui acquisiti - con l’esde-
zione, ancorché parziale, ciò che perde in termini bitazione il sistema economico trattiene a sé un
meramente pecuniari (e che peraltro non è scontato soggetto che ne sarebbe altrimenti espulso; il prima-
riceva all’esito di una esecuzione individuale, spesso rio interesse del creditore non è alla restituzione del
lenta e faticosa (21)). prestito ma al collocamento del prodotto - apparirà
La seconda - decisamente “macro” - è legata alla chiaro che il vero pericolo celato dalla liberazione del
circostanza che il sovraindebitamento è fenomeno debitore è che il mercato del credito finisca per auto-
generato dal credito al consumo (22); di modo che il alimentarsi perdendo di vista il canone del prestito
creditore del sovraindebitato è un creditore responsabile.

(20) Che sia quella prefigurata nel testo la finalità, promossa dal particulier, de ne pas payer ses dettes, un autre mythe moderne?,
legislatore con sempre maggiore convincimento, dei procedi- in Au-delà des droits économiques et des droits politiques, Les
menti a vario titolo esdebitativi risulta confermato dalla mancata droits sociaux ?, a cura di J. P. Domin, Parigi, 2009, 3 (il cui titolo
riproposizione nel testo recato dal CCII di una norma come quella riprende il celebre saggio di Ripert, Le droit de ne plus payer ses
contenuta al comma 3 dell’art. 8, L. n. 3/2012 (relativa alla possi- dettes, in DH 1936, Chron., 57 ss.).
bilità di inserire nel piano a carico del debitore limitazioni all’ac- (22) In questo senso C. Camardi, Il sovraindebitamento del
cesso al mercato del credito al consumo), a sua volta assai più consumatore e il diritto delle obbligazioni. Alcune riflessioni ai
timida rispetto al piglio della Proposta di Direttiva COM/2002/0443 confini del sistema del diritto civile, cit., 144 ss.
def., che insisteva sull’esistenza di un “interesse generale” ad (23) Su cui G. Rojas Elgueta, L’esdebitazione del debitore civile:
evitare un indebitamento eccessivo del consumatore (art. 8). una rilettura del rapporto civil law - common law, in Banca, borsa,
(21) “Ne pas payer ses dettes n’est pas un droit mais une tit. cred., 2012, 310 ss.
situation face à laquelle l’effacement de la dette n’est qu’une (24) G. Rossi, Crisi del capitalismo e nuove regole, in Riv. Soc.,
solution parmi d’autres”: così G. Henaff, Le droit, pour un 2009, 931.

i Contratti 4/2019 475


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L’intervento sulle condotte dei creditori che l’intermediario fa il prodotto bancario, lo strut-
Al codificatore del 2019 non sfugge che la corretta tura, lo organizza, lo vende. Sanzionare dopo, quando
valutazione del merito creditizio sia passaggio deci- il prodotto è stato già collocato, serve a poco, doven-
sivo per il buon funzionamento del mercato (e la dosi allora intervenire anche prima, sulle prassi tal-
norma che ne veicola la doverosità nel T.U.B. - volta opache degli operatori.
art. 124 bis - un’arma spuntata (25)) e, rimediando Il terreno si fa scivoloso e suggerisce cautela il carat-
al più evidente vulnus della L. n. 3/2012, mette a tere essenzialmente imprenditoriale dell’attività di
punto una misura di natura processuale lato sensu intermediazione; ma le soluzioni a portata di mano
punitiva per il creditore complice del sovraindebita- non sono poche e neanche scabrose, a cominciare da
mento, negandogli il potere di presentare reclamo in una categoria un po’ fuori moda come quella del
sede di omologa e osservazioni volte a sollecitare il divieto (in luogo del più rassicurante obbligo) (30).
giudizio di convenienza (26).
Fragilità economica e inclusione
Sul piano simbolico l’intervento normativo è tutt’al-
finanziaria: quid iuris?
tro che di dettaglio poiché tratteggia una inedita
corresponsabilizzazione del creditore nelle vicende E il debitore in crisi? È un caso che un discorso
dell’inadempimento (27), secondo un trend che trova dedicato alla esdebitazione lo abbia fin da subito
altri e pure interessanti referenti normativi nella perso di vista? Non è un caso: l’esdebitazione serve
disciplina, certamente più avanzata rispetto a quella più ai creditori che ai debitori, più a potenziare il
del credito ai consumatori, dei mutui immobiliari. mercato che a soccorrere il bisognoso. In un sistema
L’attitudine a generare effetti deterrenti appare però in cui quello di credito diviene rapporto senza rischio
in concreto limitata (28), posto che la perdita patita (di insolvenza) o comunque degrada a “prodotto”,
equivarrà alla differenza fra quanto attribuito dal l’esdebitazione - o anche la sua semplice possibilità -
piano e quanto si sarebbe potuto conseguire per funge da leva che concorre a tenerne alta la domanda.
effetto della liquidazione; differenza che difficil- A dispetto delle apparenze, o delle speranze, l’esde-
mente potrà assumere dimensioni tali da motivare bitazione non è il luogo elettivo dell’incontro fra
il creditore a riorientare in senso virtuoso la propria slancio solidaristico e doverosità giuridica né la
condotta (29). porta di ingresso della “povertà” nel diritto dei
D’altra parte, se è indubbia la relazione di mezzo a fine privati (31).
tra esdebitazione e perseguimento di interessi gene- Altri spunti possono a tal fine utilmente coltivarsi per
rali in termini di stabilità del mercato, la stabilità più rimediare alla vulnerabilità economica delle persone.
autentica e più sana, probabilmente, si garantisce Qui e là, nel T.U.B., si ritrovano frammenti norma-
non solo rimuovendo la crisi ma soprattutto tivi ove la condizione di difficoltà del cliente reagisce
prevenendola. in vario modo sulla condotta della banca: l’art. 120
Non basta a tal fine intervenire sul paradigma ormai quinqueiesdecies in tema di misure per la gestione dei
stanco della asimmetria informativa, perché il pro- rapporti con consumatori in difficoltà nei pagamenti
blema non è che l’intermediario, e solo lui, detenga dei mutui immobiliari, la disciplina del conto di base
informazioni da condividere col cliente; il problema è ed in particolare l’art. 126 vicies bis a proposito delle

(25) Sia consentito sul punto il rinvio a L. Modica, Concessione (28) Per inciso, non è affatto escluso che all’alternativa liquida-
abusiva di credito ai consumatori, in Contr. e impr., 2012, 492 ss. toria si giunga comunque su sollecitazione di altri creditori.
(26) Cfr. art. 69, comma 2, CCII. Cfr. altresì l’art. 283, comma 5, (29) Per il creditore professionale il piano può addirittura rive-
CCII, nel quale tuttavia la esatta individuazione delle conseguenze larsi più appetibile della liquidazione allorché, allungando i tempi
sanzionatorie della mancata verifica del merito creditizio appare del pagamento, possa continuare a lucrare sugli interessi, salvo il
assai più problematica. Il reclamo presuppone comunque che il disposto dell’art. 68, comma 5, CCII (ed in assenza di indici
reclamante abbia visto disattendere le sue richieste nella fase normativi dei limiti temporali del piano: sul punto cfr. Tribunale
precedente oppure lamenti di non aver potuto partecipare per un di Como 24 maggio 2018). D’altra parte, difficilmente potrebbe
vizio procedurale: così Trib. Udine 2 maggio 2019. essere omologato un piano che non implichi la messa a disposi-
(27) Anticipata in qualche modo da Trib. Napoli Nord 21 dicem- zione di tutti i beni del debitore o comunque la porzione più
bre 2018, che in una vicenda nella quale il sovraindebitamento era significativa.
stato determinato dal ricorso del consumatore al mercato finan- (30) F. Merusi, Per un divieto di cartolarizzazione del rischio di
ziario, omologa il piano (escludendo profili di colpevolezza del credito, in Banca, borsa, tit. cred., 2009, 256: “Anche se curiosa-
consumatore) chiamando in causa l’art. 124 bis del T.U.B. ed il mente nessuno ne parla, la risposta è semplice e necessaria-
comportamento scorretto dell’intermediario finanziario che non mente drastica: ‘proibire per legge la cartolarizzazione, sotto
ha adeguatamente valutato, come poteva e doveva fare, la situa- qualsiasi forma, del rischio di credito’”.
zione del richiedente il finanziamento. V. anche, in proposito, R. (31) X. Lagarde, L’endettement des particuliers, Paris, 2003, 1.
Montinaro, Diligenza nell’accesso al credito ed obblighi del finan-
ziatore, in Banca, borsa, tit. cred., 2015, 790 ss.

476 i Contratti 4/2019


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Contratti in generale

spese applicabili, l’art. 111, comma 3, sul microcre- attraverso regole che consentano di piegarlo alla
dito concesso in favore di “persone fisiche in condi- gestione in itinere di situazioni di crisi che atten-
zione di particolare vulnerabilità economica o gano a quel rapporto e a quel debitore. Tecniche
sociale”. Ma sono input che meriterebbero di essere dilatorie o di rinegoziazione - con possibilità di
tradotti in più chiare direttrici di sistema - del diritto intervento sul regime dell’an e del quantum degli
bancario scritto e forse anche del diritto civile gene- interessi - pur sempre sostenute da criteri selettivi
rale - in grado di certificare la valenza propulsiva della (condizioni del debitore, causa del credito, status
regola di inclusione (32). del creditore) governati dalla legge, sulla falsariga
Si insinua allora il dubbio - e non sembri un di un “termine di grazia” non più relegato nei
paradosso - che, ex latere debitoris, il sovraindebi- confini di singoli tipi contrattuali ma previsto a
tamento possa e debba contrastarsi anche con un completamento della disciplina dell’adempimento
governo più flessibile del rapporto obbligatorio in generale.

(32) Così A. A. Dolmetta, Trasparenza dei prodotti bancari.


Regole, Bologna, 2013, 274 ss.

i Contratti 4/2019 477


Contratti e Unione Europea
Sintesi

Osservatorio europeo
a cura di Sara Capruzzi e Irene Picciano - Studio Legale De Berti Jacchia Franchini Forlani -
Bruxelles

Appalti pubblici

SULL’ESCLUSIONE AUTOMATICA DELL’OFFERENTE CHE NON HA INDICATO SEPARATAMENTE NELL’OFFERTA


I COSTI DELLA MANODOPERA
Corte di Giustizia UE, Sez. IX, 2 maggio 2019, causa C-309/18, Lavorgna S.r.l. contro Comune di Montelanico,
Comune di Supino, Comune di Sgurgola, Comune di Trivigliano
(Dir. 2014/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sugli appalti pubblici e che abroga la
Dir. 2004/18/CE)
In data 2 maggio 2019, la Corte di giustizia dell’UE si è pronunciata, nella causa C-309/18, Lavorgna Srl contro Comune di
Montelanico, Comune di Supino, Comune di Sgurgola, Comune di Trivigliano, sull’interpretazione della Dir. 2014/24/UE
del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sugli appalti pubblici e che abroga la Dir. 2004/18/CE (1),
nonché dei principi del diritto dell’Unione in materia di appalti pubblici. La domanda è stata presentata dal Tribunale
Amministrativo Regionale per il Lazio (di seguito: il “giudice del rinvio”) nell’ambito di una controversia tra la Lavorgna
S.r.l. e il Comune di Montelanico, il Comune di Supino, il Comune di Sgurgola e il Comune di Trivigliano, in merito
all’aggiudicazione di un appalto pubblico a un’impresa che ha omesso di indicare separatamente i costi della
manodopera nella propria offerta economica. Il 29 settembre 2017, il Comune di Montelanico ha bandito una procedura
d’appalto aperta, cui hanno partecipato sei offerenti, senza richiamare espressamente l’obbligo incombente agli
operatori di indicare nella loro offerta economica i costi della manodopera (2) e, dopo la scadenza del termine impartito
per la presentazione delle offerte, l’amministrazione aggiudicatrice ha invitato alcuni degli offerenti a indicare i loro costi
della manodopera. Con decisione del 22 dicembre 2017, il Comune di Montelanico ha aggiudicato l’appalto pubblico alla
Gea S.r.l. La Lavorgna, posizionatasi al secondo posto in esito alla procedura di selezione, ha proposto un ricorso dinanzi
al giudice del rinvio diretto, in particolare, all’annullamento della succitata decisione, sostenendo che la Gea S.r.l.
avrebbe dovuto essere esclusa dalla procedura di gara per aver omesso di indicare, nella sua offerta, i costi della
manodopera, senza possibilità di riconoscerle il beneficio della procedura di soccorso istruttorio (3) posta in essere
dall’amministrazione aggiudicatrice. Interrogandosi sulla compatibilità della normativa nazionale con i principi generali
della tutela del legittimo affidamento, della certezza del diritto e di proporzionalità, in particolare nel caso in cui, come nel
procedimento di cui è investito, l’offerta economica, che non riporta l’indicazione dei costi della manodopera, sia stata
redatta dall’impresa partecipante alla gara d’appalto in conformità alla documentazione all’uopo predisposta dall’am-
ministrazione aggiudicatrice, e non sia in discussione il rispetto sostanziale delle norme relative ai costi della
manodopera, il giudice del rinvio ha deciso di sospendere il procedimento e di chiedere alla Corte di giustizia, in
sostanza, se i principi della certezza del diritto, della parità di trattamento e di trasparenza, contemplati nella Dir. 2014/24,
debbano essere interpretati nel senso che ostano a una normativa nazionale, come quella oggetto del procedimento
principale, secondo la quale la mancata indicazione separata dei costi della manodopera, in un’offerta economica
presentata nell’ambito di una procedura di aggiudicazione di un appalto pubblico, comporta l’esclusione della medesima
offerta senza possibilità di soccorso istruttorio, anche nell’ipotesi in cui l’obbligo di indicare i suddetti costi separata-
mente non fosse specificato nella documentazione della gara d’appalto. Nel rispondere, la Corte ha preliminarmente
rilevato come il principio di parità di trattamento imponga che gli offerenti dispongano delle stesse possibilità nella
formulazione dei termini delle loro offerte e che il relativo obbligo di trasparenza implichi che tutte le condizioni e le

(1) Dir. 2014/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sugli appalti pubblici e che abroga la Dir. 2004/18/CE,
GUUE L 94 del 28 marzo 2014.
(2) D.Lgs. 18 aprile 2016, n. 50, Codice dei Contratti pubblici, G.U. 19 aprile 2016, n. 91. L’art. 95 del Codice, denominato “Criteri di
aggiudicazione dell’appalto”, al par. 10 così stabilisce: “... Nell’offerta economica l’operatore deve indicare i propri costi della manodopera
e gli oneri aziendali concernenti l’adempimento delle disposizioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro ad esclusione delle
forniture senza posa in opera, dei servizi di natura intellettuale e degli affidamenti ai sensi dell’articolo 36, comma 2, lettera a). Le stazioni
appaltanti, relativamente ai costi della manodopera, prima dell’aggiudicazione procedono a verificare il rispetto di quanto previsto
all’articolo 97, comma 5, lettera d)...”.
(3) L’art. 83 del Codice, denominato “Criteri di selezione e soccorso istruttorio”, al par. 9 così dispone: “... Le carenze di qualsiasi
elemento formale della domanda possono essere sanate attraverso la procedura di soccorso istruttorio di cui al presente comma. In
particolare, in caso di mancanza, incompletezza e di ogni altra irregolarità essenziale degli elementi e del documento di gara unico europeo
di cui all’articolo 85, con esclusione di quelle afferenti all’offerta economica e all’offerta tecnica, la stazione appaltante assegna al
concorrente un termine, non superiore a dieci giorni, perché siano rese, integrate o regolarizzate le dichiarazioni necessarie, indicandone il
contenuto e i soggetti che le devono rendere. In caso di inutile decorso del termine di regolarizzazione, il concorrente è escluso dalla gara.
Costituiscono irregolarità essenziali non sanabili le carenze della documentazione che non consentono l’individuazione del contenuto o
del soggetto responsabile della stessa ...”.

478 i Contratti 4/2019


Contratti e Unione Europea
Sintesi

modalità della procedura di aggiudicazione siano formulate in maniera chiara, precisa e univoca nel bando di gara o nel
capitolato d’oneri (4). Come tali, essi ostano all’esclusione di un operatore economico da una procedura di aggiudica-
zione di un appalto pubblico a seguito del mancato rispetto, da parte di tale operatore, di un obbligo che non risulta
espressamente dai documenti relativi a tale procedura o dal diritto nazionale vigente, bensì da un’interpretazione di tale
diritto e di tali documenti nonché dal meccanismo diretto a colmare, con un intervento delle autorità o dei giudici
amministrativi nazionali, le lacune ivi presenti (5). Proseguendo, la Corte ha richiamato la possibilità per gli Stati membri
di limitare i casi nei quali le amministrazioni aggiudicatrici possono chiedere agli operatori economici interessati di
presentare, integrare, chiarire o completare le informazioni o la documentazione asseritamente incomplete, errate o
mancanti entro un termine adeguato (6), ed ha ricordato che il rispetto del principio di proporzionalità impone ad una
normativa nazionale riguardante le procedure d’appalto pubblico finalizzata a garantire la parità di trattamento degli
offerenti di non eccedere quanto necessario per raggiungere l’obiettivo perseguito (7). Sulla base di tali considerazioni,
la Corte ha ritenuto che nel caso di specie, sebbene il bando di gara non richiamasse espressamente l’obbligo per i
potenziali offerenti di indicare, nell’offerta economica, i loro costi della manodopera, esso specificava l’applicazione alla
gara delle norme del codice dei contratti pubblici. Pertanto, qualsiasi offerente ragionevolmente informato e normal-
mente diligente era, in linea di principio, in grado di prendere conoscenza delle norme pertinenti applicabili alla procedura
di gara, incluso l’obbligo di indicare nell’offerta economica i costi della manodopera. Inoltre, il rispetto dei principi della
certezza del diritto, di trasparenza e di proporzionalità comporta che, qualora il modulo predisposto obbligatoriamente
per gli offerenti della gara d’appalto non lasci loro alcuno spazio fisico per l’indicazione separata dei costi della
manodopera, l’amministrazione aggiudicatrice potrà accordare agli offerenti la possibilità di sanare la propria situazione
e di ottemperare agli obblighi previsti dalla legislazione nazionale in materia entro un termine stabilito dalla stessa
amministrazione aggiudicatrice. Alla luce di quanto sopra, la Corte ha concluso che:
“I principi della certezza del diritto, della parità di trattamento e di trasparenza, quali contemplati nella direttiva 2014/24/UE
del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sugli appalti pubblici e che abroga la direttiva 2004/18/CE,
devono essere interpretati nel senso che essi non ostano a una normativa nazionale, come quella oggetto del procedimento
principale, secondo la quale la mancata indicazione separata dei costi della manodopera, in un’offerta economica presentata
nell’ambito di una procedura di aggiudicazione di un appalto pubblico, comporta l’esclusione della medesima offerta senza
possibilità di soccorso istruttorio, anche nell’ipotesi in cui l’obbligo di indicare i suddetti costi separatamente non fosse
specificato nella documentazione della gara d’appalto, sempreché tale condizione e tale possibilità di esclusione siano
chiaramente previste dalla normativa nazionale relativa alle procedure di appalti pubblici espressamente richiamata in detta
documentazione. Tuttavia, se le disposizioni della gara d’appalto non consentono agli offerenti di indicare i costi in questione
nelle loro offerte economiche, i principi di trasparenza e di proporzionalità devono essere interpretati nel senso che essi non
ostano alla possibilità di consentire agli offerenti di sanare la loro situazione e di ottemperare agli obblighi previsti dalla
normativa nazionale in materia entro un termine stabilito dall’amministrazione aggiudicatrice.”.

Concorrenza

SULLA DECISIONE DELL’AUTORITÀ NAZIONALE GARANTE DELLA CONCORRENZA CHE INFLIGGE UN’AMMENDA
IN BASE AL DIRITTO NAZIONALE E UN’AMMENDA IN BASE AL DIRITTO DELL’UNIONE
Corte di Giustizia UE, Sez. IV, 3 aprile 2019, causa C-617/17, Powszechny Zakład Ubezpieczeń na Życie S.A. contro
Prezes Urzędu Ochrony Konkurencji i Konsumentów
(Art. 3, par. 1, Reg. (CE) n. 1/2003 del Consiglio, del 16 dicembre 2002, concernente l’applicazione delle regole di
concorrenza di cui agli artt. 81 e 82 del trattato)
In data 3 aprile 2019, la Corte di giustizia UE si è pronunciata, nella causa C-617/17, Powszechny Zakład Ubezpieczeń na
Życie S.A. contro Prezes Urzędu Ochrony Konkurencji i Konsumentów, sull’interpretazione del principio del ne bis in
idem sancito all’art. 50 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE, proclamata a Nizza il 7 dicembre 2000 (in prosieguo: la
“Carta”) (8) e dell’art. 3, par. 1, Reg. (CE) n. 1/2003 del Consiglio, del 16 dicembre 2002, concernente l’applicazione delle
regole di concorrenza di cui agli artt. 81 e 82 del trattato (9). La domanda è stata presentata dalla Corte suprema polacca

(4) CGUE 2 giugno 2016, causa C-27/15, Pizzo, punto 36.


(5) Ibidem, punto 51.
(6) L’art. 56 della Dir. 2014/24, denominato “Principi generali”, al par. 3 così dispone: “... Se le informazioni o la documentazione che gli
operatori economici devono presentare sono o sembrano essere incomplete o non corrette, o se mancano documenti specifici, le
amministrazioni aggiudicatrici possono chiedere, salvo disposizione contraria del diritto nazionale che attua la presente direttiva, agli
operatori economici interessati di presentare, integrare, chiarire o completare le informazioni o la documentazione in questione entro un
termine adeguato, a condizione che tale richiesta sia effettuata nella piena osservanza dei principi di parità di trattamento e
trasparenza...”.
(7) CGUE 8 febbraio 2018, causa C-144/17, Lloyd’s of London, punto 32.
(8) GUUE C 326 del 26 ottobre 2012. L’art. 50 della Carta, denominato “Diritto di non essere giudicato o punito due volte per lo stesso
reato”, così dispone: “... Nessuno può essere perseguito o condannato per un reato per il quale è già stato assolto o condannato
nell’Unione a seguito di una sentenza penale definitiva conformemente alla legge...”.
(9) GUUE L 1 del 4 gennaio 2003. L’art. 3 del regolamento 1/2003, denominato “Rapporto fra gli articoli 81 e 82 e le legislazioni nazionali
in materia di concorrenza”, al par. 1 così dispone: “... Quando le autorità garanti della concorrenza degli Stati membri o le giurisdizioni
nazionali applicano la legislazione nazionale in materia di concorrenza ad accordi, decisioni di associazioni di imprese o pratiche

i Contratti 4/2019 479


Contratti e Unione Europea
Sintesi

(Sąd Najwyższy; d’ora in poi: il “giudice del rinvio”) nell’ambito di una controversia tra la Powszechny Zakład
Ubezpieczeń na Życie S.A. w Warszawie (di seguito: la “PZU Życie”) ed il presidente dell’Ufficio per la tutela della
concorrenza e dei consumatori (Prezes Urzędu Ochrony Konkurencji i Konsumentów; in prosieguo il “presidente
dell’UOKiK”) relativamente ad una decisione di quest’ultimo che infligge, per un abuso di posizione dominante,
un’ammenda a titolo della violazione del diritto nazionale della concorrenza e un’ammenda a titolo della violazione del
diritto della concorrenza dell’Unione. In data 25 ottobre 2007, il presidente dell’UOKiK ha inflitto una sanzione alla PZU
Życie considerando che, nel periodo intercorrente tra il 1° aprile 2001 e la data di adozione di tale decisione,
quest’ultima aveva abusato della sua posizione dominante sul mercato delle assicurazionivita di gruppo per lavoratori
in Polonia, violando in tal modo l’art. 8 della LPCC (10) ed incidendo negativamente sulle possibilità che assicuratori
stranieri entrassero nel mercato polacco, pregiudicando il commercio tra gli Stati membri in violazione dell’attuale art.
102 de Trattato sul funzionamento dell’UE (T.F.U.E.) (11). Avendo sia il Tribunale regionale di Varsavia - Tribunale per la
protezione della concorrenza e dei consumatori (Sąd Okręgowy w Warszawie - Sąd Ochrony Konkurencji i Konsu-
mentów) che la Corte d’appello di Varsavia (Sąd Apelacyjny w Warszawie) respinto il ricorso proposto dalla PZU Życie
contro la suddetta decisione, quest’ultima ha proposto ricorso per cassazione dinanzi al giudice del rinvio sostenendo
di essere stata sanzionata due volte per una violazione del diritto dell’Unione: una prima volta, in modo diretto, sulla
base dell’attuale art. 102 T.F.U.E., in combinato disposto con l’art. 5 del Reg. n. 1/2003 (12) e, una seconda volta,
indirettamente, ai sensi del diritto nazionale della concorrenza. Il giudice del rinvio ha rilevato una divergenza tra
l’approccio della Corte nelle cause in materia di concorrenza e il suo approccio negli altri settori del diritto dell’Unione.
In materia di concorrenza, infatti, la Corte esigerebbe che sussista, oltre all’identità dei fatti e all’unità del contrav-
ventore, l’unità dell’interesse giuridico tutelato. Tale condizione supplementare limiterebbe l’ambito di applicazione
del principio del ne bis in idem, portando, nel caso di specie, a constatare che non vi è stata violazione di tale
principio (13). Il giudice del rinvio nutriva altresì dubbi sulla conformità della giurisprudenza della Corte relativa
all’applicazione del principio del ne bis in idem con l’art. 52, par. 3, della Carta (14), in quanto tale giurisprudenza

concordate ai sensi dell’art. 81, par. 1, del trattato che possano pregiudicare il commercio tra Stati membri ai sensi di detta disposizione,
esse applicano anche l’art. 81 del trattato a siffatti accordi, decisioni o pratiche concordate. Quando le autorità garanti della concorrenza
degli Stati membri o le giurisdizioni nazionali applicano la legislazione nazionale in materia di concorrenza agli sfruttamenti abusivi vietati
dall’articolo 82 del trattato, esse applicano anche l’articolo 82 del trattato...”.
(10) L. 15 dicembre 2000 sulla tutela della concorrenza e dei consumatori, Dz. U. del 2000, n. 122, posizione 1319. L’art. 8, al par. 1, così
dispone: “... È vietato l’abuso di una posizione dominante sul mercato rilevante da parte di una o più imprese...”.
(11) Trattato sul funzionamento dell’UE (T.F.U.E.). L’art. 82 CE, ora art. 102 T.F.U.E., così dispone: “... È incompatibile con il mercato
interno e vietato, nella misura in cui possa essere pregiudizievole al commercio tra Stati membri, lo sfruttamento abusivo da parte di una o
più imprese di una posizione dominante sul mercato interno o su una parte sostanziale di questo.
Tali pratiche abusive possono consistere in particolare:
a) nell’imporre direttamente od indirettamente prezzi d’acquisto, di vendita od altre condizioni di transazione non eque;
b) nel limitare la produzione, gli sbocchi o lo sviluppo tecnico, a danno dei consumatori;
c) nell’applicare nei rapporti commerciali con gli altri contraenti condizioni dissimili per prestazioni equivalenti, determinando così per
questi ultimi uno svantaggio per la concorrenza;
d) nel subordinare la conclusione di contratti all’accettazione da parte degli altri contraenti di prestazioni supplementari, che, per loro
natura o secondo gli usi commerciali, non abbiano alcun nesso con l’oggetto dei contratti stessi...”.
(12) L’art. 5 del Reg. 1/2003, denominato “Competenze delle autorità garanti della concorrenza degli Stati membri”, così dispone: “...
Le autorità garanti della concorrenza degli Stati membri sono competenti ad applicare gli articoli 81 e 82 del trattato in casi individuali. A tal
fine, agendo d’ufficio o in seguito a denuncia, possono adottare le seguenti decisioni:
- ordinare la cessazione di un’infrazione,
- disporre misure cautelari,
- accettare impegni,
- comminare ammende, penalità di mora o qualunque altra sanzione prevista dal diritto nazionale.
Qualora, in base alle informazioni di cui dispongono, non sussistono le condizioni per un divieto, possono anche decidere di non avere
motivo di intervenire...”.
(13) Punti 15-17 della sentenza in esame: “... Il giudice del rinvio ricorda che il principio del ne bis in idem riveste una importanza
considerevole in uno Stato di diritto democratico e vieta di giudicare e di punire due volte uno stesso soggetto per uno stesso fatto. Esso
sottolinea che la controversia di cui al procedimento principale verte, in sostanza, sulla questione di stabilire in quale ipotesi sussista, per
uno stesso caso, un secondo giudizio o una seconda sanzione per violazione del diritto della concorrenza ai fini dell’applicazione del
principio del ne bis in idem.
In primo luogo, esso sottolinea che, nella sentenza del 10 febbraio 2009, Sergey Zolotukhin c. Russia (CE:ECHR:2009:0210-
JUD001493903, punti da 78 a 82), la Corte europea dei diritti dell’uomo ha dichiarato che tale principio si applica in caso di
identità dei fatti e non nel caso di una stessa infrazione. Da tale giurisprudenza risulterebbe che il fatto di punire, come nel caso di
specie, una persona a due riprese per il medesimo comportamento anticoncorrenziale costituisce una violazione del principio del
ne bis in idem. La Corte avrebbe seguito lo stesso approccio nelle materie diverse dal diritto della concorrenza, in particolare nelle
sentenze del 5 maggio 1966, Gutmann/Commissione (18/65 e 35/65, EU:C:1966:24), e del 9 marzo 2006, Van Esbroeck (C-436/
04, EU:C:2006:165).
In secondo luogo, il giudice del rinvio rileva che, nella sua giurisprudenza in materia di concorrenza, la Corte ha invece dichiarato che il
principio del ne bis in idem è soggetto alla triplice condizione di identità dei fatti, di unità del contravventore e di unità dell’interesse
giuridico tutelato. Per quanto riguarda, più in particolare, l’identità dei fatti, la Corte avrebbe precisato, nella sentenza del 14 febbraio 2012,
Toshiba Corporation e a. (C-17/10, EU:C:2012:72, punto 99), che quest’ultima deve essere valutata non solo dal punto di vista del
comportamento dell’impresa, ma anche alla luce dei suoi effetti sul piano temporale e territoriale...”.
(14) L’art. 52, par. 3, della Carta dispone quanto segue: “... Laddove la presente Carta contenga diritti corrispondenti a quelli garantiti
dalla convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, il significato e la portata degli stessi sono

480 i Contratti 4/2019


Contratti e Unione Europea
Sintesi

accorderebbe una tutela più limitata rispetto a quella garantita dalla Carta (15). Di conseguenza, tale giudice ha deciso
di sospendere il procedimento e di domandare alla Corte di giustizia se, in sostanza, il principio del ne bis in idem,
sancito all’art. 50 della Carta, debba essere interpretato nel senso che esso osta a che un’autorità nazionale per la
concorrenza infligga ad un’impresa, nell’ambito di una stessa decisione, un’ammenda per violazione del diritto
nazionale della concorrenza e un’ammenda per violazione dell’art. 102 T.F.U.E. Nel rispondere alla questione, la Corte
ha ricordato innanzitutto che il diritto dell’Unione e il diritto nazionale in materia di concorrenza si applicano
parallelamente, in quanto le norme in materia di concorrenza a livello europeo e nazionale considerano le pratiche
restrittive sotto aspetti diversi (16). Pertanto, qualora non sia stato avviato dalla Commissione un procedimento ai fini
dell’adozione di una decisione ai sensi del capo III del Reg. n. 1/2003 nel momento in cui l’autorità nazionale garante
della concorrenza applica le disposizioni del diritto nazionale che vietano il comportamento unilaterale di un’impresa
atto a pregiudicare il commercio tra Stati membri ai sensi dell’art. 102 T.F.U.E., allora l’art. 3, par. 1, seconda frase, di
tale regolamento impone di applicare parimenti a tale impresa, parallelamente, il suddetto art. 102 T.F.U.E. (17). La
Corte ha poi proseguito dichiarando che il principio del ne bis in idem deve essere rispettato nei procedimenti volti a
infliggere ammende, penalità di mora o qualsiasi altra sanzione prevista dal diritto nazionale in materia di diritto della
concorrenza. Tale principio, infatti, mira a evitare che un’impresa sia nuovamente condannata o perseguita per un
comportamento anticoncorrenziale per il quale sia stata sanzionata o dichiarata non responsabile in forza di una
precedente decisione non più impugnabile (18). La suddetta interpretazione del principio del ne bis in idem è
supportata dalla formulazione dell’art. 50 della Carta (19). Di conseguenza, tale principio non sarebbe applicabile
in una situazione come quella in esame, in cui l’autorità nazionale per la concorrenza, conformemente all’art. 3, par. 1,
del Reg. n. 1/2003, applica in parallelo il diritto nazionale della concorrenza e le regole di concorrenza dell’Unione e
sanziona, in forza dell’art. 5 di tale regolamento, un’impresa, infliggendole, nell’ambito di una stessa decisione,
un’ammenda per la violazione di tale diritto e un’ammenda per l’inosservanza delle suddette regole. In ogni caso,
quando con una stessa decisione l’autorità nazionale garante della concorrenza infligge due ammende al fine
di sanzionare, rispettivamente, una violazione del diritto nazionale della concorrenza e una violazione dell’art. 102
T.F.U.E., l’autorità dovrà assicurarsi che le ammende considerate congiuntamente siano proporzionate alla natura
dell’infrazione. Alla luce di quanto sopra, la Corte ha concluso che:
“Il principio del ne bis in idem, sancito dall’articolo 50 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea proclamata
a Nizza il 7 dicembre 2000, deve essere interpretato nel senso che esso non osta a che un’autorità nazionale garante
della concorrenza infligga ad un’impresa, nell’ambito di una stessa decisione, un’ammenda per violazione del diritto
nazionale della concorrenza e un’ammenda per violazione dell’articolo 82 CE. In una situazione del genere l’autorità
nazionale garante della concorrenza deve tuttavia assicurarsi che le ammende considerate congiuntamente siano
proporzionate alla natura dell’infrazione”.

uguali a quelli conferiti dalla suddetta convenzione. La presente disposizione non preclude che il diritto dell’Unione conceda una
protezione più estesa...”.
(15) Infine, il giudice del rinvio “... si chiede se la sentenza del 13 febbraio 1969, Wilhelm e a. (14/68, EU:C:1969:4),
pronunciata in una causa che non metteva in discussione il principio del ne bis in idem, debba essere interpretata nel senso
che il diritto dell’Unione e il diritto nazionale della concorrenza tutelano uno stesso interesse giuridico. Tale ambiguità risulterebbe
anche dalla sentenza del 14 febbraio 2012, Toshiba Corporation e a. (C-17/10, EU:C:2012:72, punti 81 e 98), la quale, tuttavia,
potrebbe essere interpretata nel senso che tali due diritti tutelano uno stesso interesse giuridico. Detta questione, che non
sarebbe stata ancora risolta, sarebbe determinante per dirimere la controversia principale, caratterizzata da un’identità dei fatti e
in cui si è avuta un’applicazione parallela, nell’ambito di uno stesso procedimento, di disposizioni analoghe del diritto dell’Unione
e del diritto nazionale...” (punto 20 della sentenza in esame).
(16) CGUE 14 febbraio 2012, C-17/10, Toshiba Corporation e a., punto 81.
(17) Ibidem, punti 77 e 78.
(18) Ibidem, punto 94 e giurisprudenza ivi citata.
(19) Punti 31-34 della sentenza in esame: “... In primo luogo, per quanto riguarda il tenore letterale dell’articolo 50 della Carta,
quest’ultimo stabilisce che “[n]essuno può essere perseguito o condannato per un reato per il quale è già stato assolto o condannato
nell’Unione a seguito di una sentenza penale definitiva conformemente alla legge”.
Come rilevato dall’avvocato generale al par. 21 delle sue conclusioni, tale articolo riguarda quindi specificamente la ripetizione di un
procedimento conclusosi con una decisione definitiva riguardante il medesimo elemento materiale. Orbene, nella situazione in cui, ai
sensi dell’art. 3, par. 1, seconda frase, del regolamento n. 1/2003, l’autorità nazionale garante della concorrenza procede ad un’ap-
plicazione parallela del diritto nazionale della concorrenza e dell’art. 82 CE, è appunto assente siffatta ripetizione.
In secondo luogo, per quanto attiene alla ratio del principio del ne bis in idem, occorre ricordare, come rilevato, in sostanza, dall’avvocato
generale al par. 18 delle sue conclusioni, che, quale corollario del principio della res iudicata, tale principio ha lo scopo di garantire la
certezza del diritto e l’equità garantendo che, allorché è stata perseguita e, se del caso, condannata, la persona interessata abbia la
certezza che non sarà nuovamente perseguita per la medesima infrazione.
Pertanto, la tutela che il principio del ne bis in idem mira ad offrire contro la ripetizione dei procedimenti che conducono all’irrogazione di
una condanna non è pertinente nell’ipotesi in cui, in una stessa decisione, sia data applicazione, parallelamente, al diritto nazionale della
concorrenza e al diritto dell’Unione in materia di concorrenza...”.

i Contratti 4/2019 481


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Tutela dei consumatori

SUL DIRITTO DEL CONSUMATORE AL RIPRISTINO DELLA CONFORMITÀ DEL BENE SENZA SPESE, ENTRO UN
LASSO DI TEMPO RAGIONEVOLE E SENZA NOTEVOLI INCONVENIENTI
Corte di Giustizia UE, Sez. I, 23 maggio 2019, causa C-52/18, C. F. contro Toolport GmbH
(Art. 3 della Dir. 1999/44/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 maggio 1999, su taluni aspetti della vendita
e delle garanzie dei beni di consumo)
In data 23 maggio 2019, la Corte di giustizia dell’UE si è pronunciata, nella causa C-52/18, C. F. contro Toolport GmbH,
sull’interpretazione dell’art. 3 della Dir. 1999/44/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 maggio 1999, su
taluni aspetti della vendita e delle garanzie dei beni di consumo (20). La domanda è stata presentata dall’Amtsgericht
Norderstedt (Tribunale circoscrizionale di Norderstedt, Germania; di seguito: il “giudice del rinvio”) nell’ambito di una
controversia tra il sig. C. F. e la Toolport GmbH (Toolport), impresa di diritto tedesco, in merito a una domanda di rimborso
del prezzo di acquisto di una tenda a titolo dell’esercizio, da parte del sig. C. F., del suo diritto alla risoluzione del contratto
di compravendita. L’8 luglio 2015, il sig. C. F. ha acquistato dalla Toolport, per telefono, una tenda, riscontrandone un
difetto di conformità una volta che la stessa è stata consegnata al suo domicilio. Di conseguenza, egli ha chiesto alla
Toolport di ripristinarne la conformità presso lo stesso, non rispedendo la suddetta tenda né offrendosi di farlo. In quanto
ritenuto infondato, tale reclamo è stato respinto dalla Toolport, la quale non ha comunicato al sig. C. F. che era necessario
che la tenda fosse trasportata sino alla sua sede d’attività, né si è offerta di anticipare le spese di trasporto. Non
essendovi mai stata, fino ad allora, alcuna discussione tra le parti in merito al luogo del ripristino della conformità della
tenda, e tacendo il contratto in merito alla questione, il sig. C. F. ha chiesto la risoluzione dello stesso e il rimborso del
prezzo di acquisto della suddetta tenda, in cambio della restituzione di quest’ultima ma, non avendo la Toolport
ottemperato a tale richiesta, egli ha proposto ricorso dinanzi al giudice del rinvio. Il giudice del rinvio ha rilevato che la
determinazione del luogo del rispristino della conformità del bene controverso è essenziale per stabilire se il sig. C. F.
abbia concesso alla Toolport l’opportunità di riparare o di sostituire tale bene o un “periodo ragionevole” ai sensi dell’art.
3, par. 5, della Dir. 1999/44, al fine di poter pronunciare la risoluzione del contratto conformemente a tale disposizione.
Nell’ordinamento giuridico tedesco, il luogo del ripristino della conformità di un bene è determinato in applicazione
dell’art. 269 del BGB (21), ai sensi del quale è decisivo anzitutto ciò che è stato concordato tra le parti. In mancanza di un
accordo contrattuale in merito a tale luogo, occorrerebbe tener conto delle circostanze del caso concreto, in particolare
della natura dell’obbligazione di cui trattasi. Qualora non sia possibile desumerne elementi concludenti, il luogo in cui va
ripristinata la conformità di un bene andrebbe stabilito nel luogo in cui il debitore aveva il proprio domicilio o la sede della
propria attività commerciale nel momento in cui è sorto il rapporto obbligatorio. Il giudice del rinvio ha osservato che, alla
luce della giurisprudenza del Bundesgerichtshof (Corte federale di giustizia, Germania), l’art. 269 del BGB deve essere
interpretato nel senso che, nel caso di specie, il consumatore sarebbe tenuto, in vista del ripristino della conformità del
bene controverso, a mettere detto bene a disposizione del venditore presso la sede dell’attività di quest’ultimo.
Nutrendo tuttavia dubbi sulla conformità di una tale interpretazione con la Dir. 1999/44, in quanto, tenuto conto delle
caratteristiche del bene in esame, l’organizzazione del trasporto rischia di rappresentare “notevoli inconvenienti” per il
consumatore, ai sensi dell’art. 3, par. 3, di tale Dir., il giudice del rinvio ha deciso di sospendere il procedimento e di
chiedere alla Corte di giustizia, in sostanza, se l’art. 3, par. 3, della Dir. 1999/44 debba essere interpretato nel senso che il
luogo in cui il consumatore è tenuto a mettere a disposizione del venditore un bene acquistato a distanza, affinché ne sia
ripristinata la conformità ai sensi di tale disposizione, è sempre il luogo in cui si trova tale bene o, in caso negativo,
sempre il luogo in cui si trova la sede dell’attività del venditore o, in caso negativo, quali criteri discendano dalla
disposizione in parola al fine di determinare il suddetto luogo. Inoltre, egli ha chiesto alla Corte se l’art. 3, parr. da 2 a 4,
della Dir. 1999/44 (22) debba essere interpretato nel senso che il diritto del consumatore al ripristino “senza spese” della

(20) Dir. 1999/44/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 maggio 1999, su taluni aspetti della vendita e delle garanzie dei beni
di consumo, GUUE L 171 del 7 luglio 1999.
(21) L’art. 269 del Bürgerliches Gesetzbuch (Codice Civile tedesco, BGB), denominato “Luogo della prestazione”, così dispone: “... Se
il luogo della prestazione non è definito né desumibile dalle circostanze, in particolare dalla natura dell’obbligazione, l’esecuzione della
prestazione deve avvenire nel luogo in cui il debitore aveva il suo domicilio nel momento in cui è sorta l’obbligazione.
Se l’obbligazione è sorta nell’ambito dell’esercizio di un’attività commerciale o industriale del debitore e quest’ultimo aveva la sede della
sua attività commerciale o industriale in un luogo diverso da quello del suo domicilio, il luogo di tale sede è sostituito a quello del domicilio.
La semplice circostanza che il debitore abbia sopportato le spese di spedizione non consente di concludere che il luogo in cui dev’essere
effettuata la spedizione debba essere quello della prestazione...”.
(22) L’art. 3 della Dir. 1999/44, denominato “Diritti del consumatore”, ai paragrafi 2-4 così dispone: “... In caso di difetto di conformità, il
consumatore ha diritto al ripristino, senza spese della conformità del bene mediante riparazione o sostituzione, a norma del paragrafo 3, o
ad una riduzione adeguata del prezzo o alla risoluzione del contratto relativo a tale bene, conformemente ai paragrafi 5 e 6.
In primo luogo il consumatore può chiedere al venditore di riparare il bene o di sostituirlo, senza spese in entrambi i casi, salvo che ciò sia
impossibile o sproporzionato.
Un rimedio è da considerare sproporzionato se impone al venditore spese irragionevoli in confronto all'altro rimedio, tenendo conto:
- del valore che il bene avrebbe se non vi fosse difetto di conformità;
- dell'entità del difetto di conformità, e
- dell'eventualità che il rimedio alternativo possa essere esperito senza notevoli inconvenienti per il consumatore.
Le riparazioni o le sostituzioni devono essere effettuate entro un lasso di tempo ragionevole e senza notevoli inconvenienti per il
consumatore, tenendo conto della natura del bene e dello scopo per il quale il consumatore ha voluto il bene.

482 i Contratti 4/2019


Contratti e Unione Europea
Sintesi

conformità di un bene acquistato a distanza include l’obbligo, a carico del venditore, di anticipare le spese di trasporto di
tale bene, ai fini del ripristino della sua conformità, verso la sede dell’attività del venditore. Infine, il giudice del rinvio ha
domandato se il combinato disposto dell’art. 3, par. 3, e dell’art. 3, par. 5, secondo trattino, della Dir. 1999/44 (23) debba
essere interpretato nel senso che, in una situazione come quella controversa nel procedimento principale, il consu-
matore che ha informato il venditore in merito alla non conformità del bene acquistato a distanza, senza però mettere
tale bene a disposizione del venditore nella sede di attività di quest’ultimo affinché ne sia ripristinata la conformità, ha
diritto alla risoluzione del contratto in quanto non è stato proposto un rimedio entro un lasso di tempo ragionevole. Nel
rispondere, la Corte ha preliminarmente rilevato come dal tenore dell’art. 3, paragrafo 3, della Dir. 1999/44, pur non
venendo determinato il luogo in cui un bene non conforme debba essere messo a disposizione del venditore per essere
riparato o sostituito, risulti come le riparazioni o le sostituzioni debbano essere effettuate senza spese, entro un lasso di
tempo ragionevole e senza notevoli inconvenienti per il consumatore (24). Di conseguenza, l’obbligo di ripristinare
“senza spese” la conformità del bene, che mira a tutelare il consumatore dal rischio di oneri finanziari che potrebbe
dissuaderlo dal far valere i suoi diritti in assenza di una tutela di tal genere, non può essere condizionato dal luogo in cui il
consumatore è tenuto a mettere a disposizione del venditore un bene acquistato a distanza affinché ne sia ripristinata la
conformità (25). Quanto all’obbligo di ripristinare la conformità del bene “entro un lasso di tempo ragionevole”, la
celerità di detto ripristino della conformità del bene può variare a seconda del luogo in cui il consumatore è tenuto a
mettere il bene a disposizione del venditore a tal fine, mentre per quanto riguarda il ripristino della conformità del bene
“senza notevoli inconvenienti per il consumatore, tenendo conto della natura del bene e dello scopo per il quale il
consumatore ha voluto il bene”, si deve tenere conto della circostanza che l’art. 3 della Dir. 1999/44 mira a istituire un
giusto equilibrio tra gli interessi del consumatore e quelli del venditore, garantendo al primo, quale parte debole del
contratto, una tutela completa ed efficace contro un’inesatta esecuzione degli obblighi contrattuali del venditore,
consentendo nel contempo di tener conto delle considerazioni di carattere economico fatte valere da quest’ultimo (26).
Inoltre, alla luce dell’obiettivo della Dir. 1999/44 di garantire una tutela minima uniforme dei consumatori nel settore da
essa disciplinato (27), gli Stati membri hanno la facoltà di prevedere, nella loro normativa nazionale, il luogo o i luoghi in
cui il consumatore è tenuto a mettere a disposizione del venditore un bene acquistato a distanza affinché ne sia
ripristinata la conformità, adottando o mantenendo in vigore disposizioni più rigorose per garantire un livello più elevato
di tutela del consumatore, come norme specifiche per talune categorie di beni (28). In merito al diritto del consumatore
al ripristino “senza spese” della conformità di un bene acquistato a distanza, l’obbligo di gratuità di cui all’art. 3, par. 4,
della direttiva mira a tutelare il consumatore dal rischio di oneri finanziari che potrebbero dissuaderlo dal far valere i suoi
diritti in mancanza di una tutela di tal genere (29). Tuttavia, la direttiva mira anche a raggiungere un equilibrio tra gli
interessi del consumatore e le considerazioni di carattere economico fatte valere dal venditore. Pertanto, potendo
l’obbligo, incombente al venditore, di anticipare sistematicamente le spese di spedizione, verso la sua sede di attività, di
un bene non conforme acquistato a distanza incrementare il tempo necessario per il ripristino ma, allo stesso tempo,
imporgli un onere eccessivo, il bilanciamento degli interessi del consumatore con quelli del venditore cui mira la direttiva
richiede che l’obbligo di gratuità del ripristino della conformità di un bene includa, oltre all’obbligo di rimborsare al
consumatore le spese di trasporto di tale bene verso la sede di attività del venditore, anche quello di anticipare
sistematicamente tali spese al consumatore. Ciò al fine di evitare che le spese di trasporto anticipate dai consumatori
costituiscano un onere tale da dissuadere un consumatore medio dal far valere i propri diritti, circostanza che dovrà
essere esaminata dal giudice nazionale tenendo conto delle circostanze proprie di ciascun caso concreto. Infine, per
quanto riguarda l’eventuale diritto del consumatore alla risoluzione del contratto in quanto non è stato proposto un
rimedio entro un lasso di tempo ragionevole, in base all’art. 3, par. 3, primo comma, della direttiva de qua, soltanto se egli
non ha diritto né alla riparazione né alla sostituzione del bene non conforme o se il venditore non ha proposto uno di tali
rimedi entro un periodo ragionevole o senza notevoli inconvenienti, allora può chiedere la risoluzione del contratto (30),

L'espressione “senza spese” nei paragrafi 2 e 3 si riferisce ai costi necessari per rendere conformi i beni, in particolar modo con
riferimento alle spese di spedizione e per la mano d'opera e i materiali...”.
(23) Il par. 5 dell’art. 3 così dispone: “... Il consumatore può chiedere una congrua riduzione del prezzo o la risoluzione del contratto:
- se il consumatore non ha diritto né alla ripartizione né alla sostituzione o
- se il venditore non ha esperito il rimedio entro un periodo ragionevole ovvero
- se il venditore non ha esperito il rimedio senza notevoli inconvenienti per il consumatore...”.
(24) CGUE 16 giugno 2011, cause C-65/09 e C-87/09, Gebr. Weber e Putz, punto 52.
(25) CGUE 17 aprile 2008, causa C-404/06, Quelle, punto 34.
(26) CGUE 16 giugno 2011, cause C-65/09 e C-87/09, Gebr. Weber e Putz, punto 75.
(27) L’art. 1 della Dir. 1999/44, denominato “Campo d'applicazione e definizioni”, al par. 1 così dispone: “... La presente direttiva ha per
oggetto il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri relative a taluni aspetti della
vendita e delle garanzie concernenti i beni di consumo, al fine di garantire un livello minimo uniforme di tutela dei consumatori nel quadro
del mercato interno...”.
(28) L’art. 8 della Dir. 1999/44, denominato “Diritto nazionale e protezione minima”, al par. 2 così dispone: “... Gli Stati membri possono
adottare o mantenere in vigore, nel settore disciplinato dalla presente direttiva, disposizioni più rigorose, compatibili con il trattato, per
garantire un livello più elevato di tutela del consumatore...”.
(29) CGUE 17 aprile 2008, causa C-404/06, Quelle, punti 33 e 34.
(30) Il considerando 10 della Dir. 1999/44 così dispone: “... considerando che, in caso di non conformità dei beni al contratto, è
opportuno riconoscere al consumatore il diritto di ottenere il ripristino gratuito di tale conformità, mediante riparazione o sostituzione a
scelta, o, in mancanza di ciò, una riduzione di prezzo o la risoluzione del contratto...”.

i Contratti 4/2019 483


Contratti e Unione Europea
Sintesi

fatto salvo il par. 6 dello stesso articolo (31). Tuttavia, privilegiando la direttiva l’esecuzione del contratto rispetto alla sua
risoluzione, mediante i due suddetti rimedi (32), sono previsti taluni obblighi positivi sia per il consumatore che per il
venditore nell’ipotesi di non conformità di un bene. Nello specifico, il consumatore deve concedere al venditore una
possibilità sufficiente di ripristinarne la conformità, mentre il venditore deve effettuare l’eventuale riparazione o
sostituzione senza spese, entro un lasso di tempo ragionevole e senza notevoli inconvenienti per il consumatore ed
è autorizzato a rifiutare di farlo solo se ciò sia impossibile o sproporzionato. Nel caso di specie, le parti non avevano
concordato il luogo in cui il bene controverso doveva essere messo a disposizione del venditore affinché ne fosse
ripristinata la conformità né ne avevano discusso. Il sig. C. F. aveva informato la Toolport dei difetti che viziavano tale
bene e chiesto di ripristinarne la conformità presso il suo domicilio, senza, però, che ciò provocasse alcuna reazione da
parte di quest’ultimo, il quale aveva solamente dichiarato, per la prima volta nel corso del procedimento dinanzi al giudice
del rinvio, che il medesimo bene avrebbe dovuto essere stato messo a sua disposizione presso la sua sede di attività.
Secondo la Corte, qualora il consumatore abbia informato chiaramente il venditore dell’esistenza di un difetto di
conformità di un bene acquistato a distanza, il cui trasporto verso la sede di attività del venditore rischiava di presentare
per lui notevoli inconvenienti, e che abbia messo tale bene a disposizione del venditore presso il proprio domicilio,
affinché ne fosse ripristinata la conformità, senza aver ottenuto in cambio informazioni da parte di tale venditore in
merito al luogo in cui il bene doveva essere messo a sua disposizione affinché ne fosse ripristinata la conformità o fosse
intrapresa un’altra azione idonea a tal fine, e che per tale motivo non abbia messo il bene in parola a disposizione del
suddetto venditore nel luogo in esame, ha adempiuto l’obbligo di diligenza impostogli dall’art. 3, par. 3, primo comma,
della Dir. 1999/44 (33). Al contrario, l’obbligo a carico del venditore di proporre un rimedio entro un periodo ragionevole,
l’inadempimento del quale consente al consumatore, in applicazione dell’art. 3, par. 5, secondo trattino, della Dir. 1999/
44, di chiedere la risoluzione del contratto, non è adempiuto se il venditore non adotta alcuna misura adeguata per
almeno ispezionare il bene non conforme, inclusa quella consistente nell’informare il consumatore, entro un termine
ragionevole, del luogo in cui il bene non conforme deve essere messo a sua disposizione affinché ne sia ripristinata la
conformità. Di conseguenza, la Corte ha ritenuto, nella fattispecie in esame, assolto l’obbligo di diligenza in capo al sig.
C. F., ma non quello a carico della Toolport di proporre un rimedio entro un periodo ragionevole. Alla luce di quanto sopra,
la Corte ha concluso che:
“L’articolo 3, paragrafo 3, della direttiva 1999/44/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 maggio 1999, su
taluni aspetti della vendita e delle garanzie dei beni di consumo, deve essere interpretato nel senso che gli Stati membri
restano competenti a determinare il luogo in cui il consumatore è tenuto a mettere a disposizione del venditore un bene
acquistato a distanza, affinché ne sia ripristinata la conformità in applicazione di detta disposizione. Tale luogo deve
essere idoneo a garantire un ripristino della conformità senza spese, entro un lasso di tempo ragionevole e senza
notevoli inconvenienti per il consumatore, tenendo conto della natura del bene e dello scopo per il quale il consumatore
lo ha voluto. In proposito, il giudice nazionale è tenuto a operare un’interpretazione conforme alla Dir. 1999/44 ed
eventualmente anche a modificare una giurisprudenza consolidata qualora essa si basi su un’interpretazione del diritto
nazionale incompatibile con gli obiettivi di tale direttiva.
L’art. 3, paragrafi da 2 a 4, della Dir. 1999/44 deve essere interpretato nel senso che il diritto del consumatore al ripristino
‘senza spese’ della conformità di un bene acquistato a distanza non include l’obbligo del venditore di anticipare le spese
di trasporto di detto bene verso la sede di attività del venditore, ai fini di tale ripristino della conformità, a meno che il fatto
che il consumatore debba anticipare dette spese costituisca un onere tale da dissuaderlo dal far valere i propri diritti,
circostanza la cui verifica spetta al giudice nazionale.
Il combinato disposto dell’art. 3, par. 3, e dell’art. 3, par. 5, secondo trattino, della Dir. 1999/44 deve essere interpretato
nel senso che, in una situazione come quella di cui al procedimento principale, il consumatore che abbia informato il
venditore in merito alla non conformità del bene acquistato a distanza, il cui trasporto verso la sede di attività del
venditore rischiava di presentare per lui notevoli inconvenienti, e che abbia messo tale bene a disposizione del venditore
presso il proprio domicilio ai fini del ripristino della sua conformità, ha diritto alla risoluzione del contratto in quanto non gli
è stato proposto un rimedio entro un termine ragionevole, qualora il venditore non abbia adottato alcuna misura
adeguata per ripristinare la conformità di detto bene, compresa quella consistente nell’informare il consumatore del
luogo in cui il bene medesimo deve essere messo a sua disposizione affinché ne sia ripristinata la conformità. A tal
riguardo, spetta al giudice nazionale, mediante un’interpretazione conforme alla direttiva 1999/44, garantire il diritto di
tale consumatore alla risoluzione del contratto.”.

(31) Il par. 6 dell’art. 3 così dispone: “... Un difetto di conformità minore non conferisce al consumatore il diritto di chiedere la risoluzione
del contratto...”.
(32) CGUE 16 giugno 2011, cause C-65/09 e C-87/09, Gebr. Weber e Putz, punto 72.
(33) In tal senso, CGUE 4 giugno 2015, causa C-497/13, Faber, punti da 61 a 63.

484 i Contratti 4/2019


Indici
i Contratti

INDICE DEGLI AUTORI INDICE CRONOLOGICO


Alcini Jacopo DEI PROVVEDIMENTI
Contratto autonomo di garanzia, abuso di dipen-
Giurisprudenza
denza economica e provvedimento d’urgenza . . . . 416
Corte UE
Basini Giovanni Francesco
3 aprile 2019, Sez. IV, causa C-617/17 . . . . . . . . . . . . 479
La prelazione artistica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 462
2 maggio 2019, Sez. IX, causa C-309/18 . . . . . . . . . . 478
Capruzzi Sara 23 maggio 2019, Sez. I, causa C-52/18 . . . . . . . . . . . 482
Osservatorio europeo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 478
Corte di cassazione
dalla Massara Tommaso 8 marzo 2018, Sez. VI-2, n. 5613, ord. . . . . . . . . . . . . 409
L’onere della prova dei vizi del bene venduto al vaglio 16 gennaio 2019, Sez. II, n. 965 . . . . . . . . . . . . . . . . . . 397
delle Sezioni Unite: resistenza e resilienza del
modello della garanzia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 378 28 febbraio 2019, Sez. III, n. 5833 . . . . . . . . . . . . . . . . 387
3 maggio 2019, SS.UU., n. 11748 . . . . . . . . . . . . . . . . 373
Fappiano Giovanni
Gli obblighi informativi degli intermediari finanziari al Tribunale
vaglio della giurisprudenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 424 8 gennaio 2018, Cagliari, ord. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 415

Farina Vincenzo Arbitro Bancario Finanziario


Interessi, finanziamento e piano di ammortamento 21 marzo 2019, Coll. coord., n. 8025 . . . . . . . . . . . . . 421
alla francese: un rapporto problematico . . . . . . . . . . . 445 28 marzo 2019, Coll. coord., n. 8553 . . . . . . . . . . . . . 422
Macario Francesco
Il contratto e gli “strumenti negoziali stragiudiziali”
nel Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza . 369 INDICE ANALITICO
Osservatorio dell’Arbitro Bancario Finanziario . . . . . 421 Appalti pubblici
Mascia Katia Sull’esclusione automatica dell’offerente che non ha
indicato separatamente nell’offerta i costi della
La donazione in riguardo di matrimonio . . . . . . . . . . . 436 manodopera (CGUE, Sez. IX, 2 maggio 2019,
Modica Lara causa C-309/18) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 478
Effetti esdebitativi (nella nuova disciplina del sovrain- Carta di debito
debitamento) e favor creditoris . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 471 Pagamento non autorizzato. Obbligo di comunica-
Nicoli Marco zione dell’utente. Dovere di avviso tempestivo del-
l’intermediario. Servizio “sms-alert” (A.B.F., Coll.
Fideiussione personale e trasparenza bancaria: inap- coord., 28 marzo 2019, n. 8553) . . . . . . . . . . . . . . . . . . 422
plicabile al garante la normativa speciale in tema di
forma del contratto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 389 Concorrenza
Picciano Irene Sulla decisione dell’autorità nazionale garante della
concorrenza che infligge un’ammenda in base al
Osservatorio europeo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 478 diritto nazionale e un’ammenda in base al diritto
dell’Unione (CGUE, Sez. IV, 3 aprile 2019, causa C-
Timpano Vincenzo
617/17) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 479
La circolazione dei beni di provenienza donativa:
instabilità degli acquisti e tutela del promissario Contratto di garanzia
acquirente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 399 Contratto autonomo di garanzia, abuso di dipen-
denza economica e provvedimento d’urgenza
Zanzi Federico
(Trib. Cagliari 8 gennaio 2018, ord.), di Jacopo
La liquidazione del danno da lucro cessante: tra Alcini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 415
rigore logico e valutazione equitativa . . . . . . . . . . . . . 410

i Contratti 4/2019 485


Indici
i Contratti

Credito al consumo Obblighi del mediatore


Usurarietà del contratto. Calcolo del T.E.G. Inclu- La circolazione dei beni di provenienza donativa:
sione dei costi assicurativi (A.B.F., Coll. coord., 21 instabilità degli acquisti e tutela del promissario
marzo 2019, n. 8025) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 421 acquirente (Cass., Sez. II, 16 gennaio 2019, n.
965), di Vincenzo Timpano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 397
Crisi d’impresa
Il contratto e gli “strumenti negoziali stragiudiziali” Prelazione
nel Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, di La prelazione artistica, di Giovanni Francesco Basini 462
Francesco Macario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 369
Risarcimento del danno
Donazione La liquidazione del danno da lucro cessante: tra
La donazione in riguardo di matrimonio, di Katia rigore logico e valutazione equitativa (Cass., Sez.
Mascia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 436 VI-2, 8 marzo 2018, n. 5613, ord.), di Federico Zanzi 409

Fideiussione Sovraindebitamento
Fideiussione personale e trasparenza bancaria: inap- Effetti esdebitativi (nella nuova disciplina del sovrain-
plicabile al garante la normativa speciale in tema di debitamento) e favor creditoris, di Lara Modica . . . 471
forma del contratto (Cass., Sez. III, 28 febbraio 2019,
n. 5833), di Marco Nicoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 387 Tutela dei consumatori
Sul diritto del consumatore al ripristino della confor-
Intermediazione finanziaria mità del bene senza spese, entro un lasso di tempo
Gli obblighi informativi degli intermediari finanziari al ragionevole e senza notevoli inconvenienti (CGUE,
vaglio della giurisprudenza, a cura di Giovanni Sez. I, 23 maggio 2019, causa C-52/18) . . . . . . . . . . 482
Fappiano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 424
Vizi della cosa venduta
Mutuo L’onere della prova dei vizi del bene venduto al vaglio
Interessi, finanziamento e piano di ammortamento delle Sezioni Unite: resistenza e resilienza del
alla francese: un rapporto problematico, di Vincenzo modello della garanzia (Cass., SS.UU., 3 maggio
Farina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 445 2019, n. 11748), di Tommaso dalla Massara . . . . . . 373

486 i Contratti 4/2019


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