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Sono 4 piccole ghiandole sulla superficie posteriore dei lobi della tiroide.

Hanno una
forma a fagiolo con dimensioni di 4-5mm x 2mm, sono molto piccole con un peso di
30-50 mg. Nella maggior parte dei soggetti sono disposte simmetricamente: due
paratiroidi superiori e due inferiori. Le superiori si trovano circa 1cm sopra
l’incrocio dell’arteria tiroidea inferiore e nervo ricorrente (a livello della giunzione
cricotiroidea). Le inferiori, con topografia meno regolare sono invece 1 cm sotto.
Le paratiroidi producono paratormone PTH, ormone peptidico ad 84aa, con
funzione ipercalcemizzante.
Dal punto di vista chirurgico è importante ricordare il loro rapporto con il nervo
ricorrente e di lasciarle in sede in caso di tiroidectomia. In genere le paratiroidi
Superiori sono poSteriori al piano del nervo ricorrente mentre le iNferiori sono
aNteriori al piano del nervo.

STRUTTURA

Si presentano come strutture lisce fornite di una capsula, e dall’esterno la loro


colorazione marroncina si differenzia dal colore rosso scuro delle tiroidi. La tonalità
è più o meno scura in base alla quantità di adipociti, in base alla vascolarizzazione e
in base alla percentuale di cellule ossifile (particolarmente eosinofile). Talvolta è
possibile vedere un piccolo vaso che entra nell’ilo.
In relazione alla capsula fibrosa tiroidea queste possono avere due configurazioni:
- Extracapsulare (più frequente);
- Intracapsulari (addirittura anche intratiroidee più profonde; in caso di
chirurgia bisogna ricercarle per non
portarle via insieme alla tiroide).

Queste configurazioni sono importanti perché


in caso di tumore si avrà espansione
differente:
-In caso di configurazione extra-capsulare si
avrà espansione esterna;
-In caso di configurazione intra-capsulare si
avrà un’espansione più interna.

Nella sezione istologica qui a destra si


possono notare notevoli differenze tra
paratiroide e tiroide (paratiroide intra-
capsulare). Nell’immagine a sinistra
invece macroscopicamente distinguiamo
le due ghiandole in base ai colori
(paratiroide extra-capsulare).

OMEOSTASI DEL CALCIO: REGOLAZIONE UMORALE


Abbiamo detto che il paratormone è importante per l’omeostasi del calcio. La
calcemia viene innalzata attraverso tre meccanismi:
1. Induzione del riassorbimento di calcio a livello del tubulo renale;
2. Mobilizzazione delle riserve ossee per aumentata attività osteoclastica;
3. Attivazione dell’enzima 1-alfa-idrossilasi:

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conversione del 25-idrossicolecalciferolo, o calcidiolo, a calcitriolo a livello renale,
forma attiva della vitamina D, che a sua volta facilita l’assorbimento intestinale di
calcio.
Il PTH stimola direttamente i primi due processi, invece in maniera indiretta il
processo di attivazione della vitamina D (perché va semplicemente ad aumentare
l’attività dell’enzima).

EFFETTI PTH
A) Sulle cellule ossee agisce:
- Direttamente su osteoblasti e
osteociti per legame con recettori
specifici;
- Indirettamente sugli osteoclasti
infatti è in grado di stimolare la
maturazione degli osteoclasti
legandosi a cellule precursori che
hanno un sottotipo di recettore per
il PTH.
Possiamo dire che ha una doppia azione a
seconda del dosaggio e delle modalità di
arrivo infatti:
- A basse dosi intermittenti di PTH si ha una funzione osteo-
anabolica e cioè promuove la formazione ossea e quindi controlla
proliferazione, differenziazione, sopravvivenza e apoptosi degli
osteoblasti; infatti negli ultimi anni si utilizzano analoghi del PTH nel
trattamento dell’osteoporosi (demineralizzazione ossea che ha luogo in
maniera patologica, ma soprattutto nell’invecchiamento e nella donna in
post menopausa);
- Con esposizione continua ha una funzione osteo-catabolica e quindi
stimola l’attività degli osteoclasti e funge da ormone
ipercalcemizzante.

B) A livello del rene:


- Aumenta il riassorbimento di calcio e blocca il riassorbimento di
fosfati a livello tubulare;
- Stimola la sintesi dell’enzima attivatore della vitamina D la quale,
nella sua forma attiva calcitriolo, è facilmente assorbita a livello renale e
intestinale aumentando di conseguenza l’assorbimento di calcio e fosfati
(80% ileo) ma, si lega anche a recettori ossei con funzioni analoghe al
PTH.

TIPI CELLULARI DELLE PARATIROIDI

Abbiamo due tipi cellulari principali:


cellule principali e cellule ossifile, e una
rappresentazione cospicua di adipociti che
aumenta con l’età e in caso di obesità.
Queste cellule sono tenute insieme da uno
stroma fibroso.
Cellule principali: sono più abbondanti
nel soggetto giovane, hanno citoplasma
basofilo per spiccata attività proteica e
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producono il PTH. Nel loro stato attivo presentano delle modificazioni: i granuli si
ingrossano e diventano elettrondensi. Lo stato attivo si verifica in risposta
all’ipocalcemia. La cellula riesce a percepire la variazione di calcio nel sangue, e
quindi gli stati di ipocalcemia, grazie alla presenza di recettori per il calcio legati
a proteina G (GPCR), che si trovano nella superficie esterna della membrana della
cellula stessa.
Cellule ossifile: hanno un citoplasma intensamente eosinofilo perchè contengono
tanti mitocondri e tanti enzimi ossidativi. Più grandi delle precedenti. Scarsamente
presenti alla nascita, iniziano a crescere nel bambino e nell’adulto e nell’anziano
sono disposte in agglomerati. Aumentano significativamente nell’insufficienza
renale; hanno un significato funzionale non completamente chiaro. Producono un
peptide molto simile al PTH, che verosimilmente ha funzione biologica;
sembrano produrre anche calcitriolo (ormone liposolubile, subito immesso in
circolo) che ha funzione di inibire il rilascio della calcitonina prodotta dalla tiroide.
Adipociti: compaiono alla pubertà, aumentano fino verso ai 40 anni. Oltre a dare
una sorta di impalcatura, sono un elemento da rimpiazzare perché se si ha un
aumento delle richieste ormonali (per esempio in casi di ipocalcemia per
insufficienza renale) con un’iperplasia delle cellule principali a spese degli adipociti.

SVILUPPO DELLE PARATIROIDI

L’embriologia delle paratiroidi è una modalità di sviluppo con


migrazioni abbastanza particolari che favorisce le ectopie.
Derivano dalle tasche faringee: in particolare dalla 3° e dalla
4° tasca branchiale (dalla 1° originano tuba di Eustachio e
cassa del timpano, dalla 2° la tonsilla palatina, dalla
proliferazione di 4° e 5° il corpo ultimo branchiale con
sviluppo delle cellule C).

Più precisamente:
- Quelle inferiori originano con il timo dalla 3° tasca
branchiale.
- Quelle superiori originano dalla 4° tasca branchiale.
Proprio per questa derivazione è possibile ritrovare le
paratiroidi superiori localizzate all’apice del tubercolo di Zuckerkandl (che
origina da residui del corpo ultimobranchiale ricorda!)
Possono trovarsi in sede ectopica in diverse regioni che ci ricordano il percorso
embriologico di derivazione. Possiamo avere infatti:
paratiroidi alte, non minimamente migrate;
paratiroide che si sono fermate nella guaina carotidea;
paratiroidi intratiroidee;
paratiroidi in posizione para (60%) e retroesofagea
paratiroidi che possono scendere fino al mediastino anteriore o posteriore
(25% dei casi).

Sono le paratiroidi inferiori ad essere sottoposte alle maggiori ectopie perché


migrano insieme al timo. In questa loro discesa si devono arrestare sulla faccia
posteriore della tiroide e per farlo devono staccarsi dal timo, ragion per cui delle
volte si assiste ad ectopie. Avremo queste ectopie nel 15-20% dei casi. Queste
possono arrestarsi precocemente alla biforcazione carotidea o per un distacco
tardivo dal timo (vedremo quindi paratiroidi intratorachiche, nel mediastino ant e
post). Nel 13% dei casi, grazie a riscontro autoptico, si vedono paratiroidi
accessorie o soprannumerarie (in genere di minori dimensioni poiché derivano dalla

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frammentazione durante il processo di migrazione). Il paziente non aveva in vita
nessuna sintomatologia derivata dalla presenza di 6 o 8 paratiroidi.
Nel 3-4% dei casi il numero delle paratiroidi è inferiore a 4; vi possono essere 2 o
più raramente 3 paratiroidi, questo può accadere per una mancata migrazione e
permanenza nella faringe, per mancata differenziazione embriologica o per atrofia
in corso di maturazione.
Le ectopie superiori più rare possono essere:
all’altezza della cartilagine tiroidea o dello ioide;
all’interno della tiroide (raro), in genere a causa della fusione con il corpo
ultimobranchiale durante lo sviluppo.

VASCOLARIZZAZIONE DELLE PARATIROIDI

Sono presenti arterie per le paratiroidi superiori e arterie


per le paratiroidi inferiori.
Quelle per le paratiroidi superiori sono in genere rami
delle arterie tiroidee inferiori; in alcuni casi sono rami
anastomotici tra arteria tiroidea superiore e inferiore; in
altri casi, derivano dalla superiore con un ramo posteriore.
Le paratiroidi inferiori, nella quasi totalità dei casi sono
vascolarizzate dalla arteria tiroidea inferiore; nei rari casi
in cui l’arteria tiroidea inferiore sia assente, viene
coinvolta la superiore.
In caso di ectopie delle paratiroidi inferiori che sono scese
a livello mediastinico, la vascolarizzazione può essere
affidata al ramo timico dell’arteria toracica interna o a
piccoli rami dall’arco aortico (l’arteria tiroidea ima può
dare piccoli rami per le paratiroidi inferiori ectopiche).

VASI LINFATICI DELLE PARATIROIDI


Sono gli stessi vasi descritti per la tiroide che si portano ai linfonodi cervicali
profondi e paratracheali.

INNERVAZIONE PARATIROIDI
Innervazione molto ricca: innervazione ortosimpatica, dai gangli cervicali, che ha
azione vasomotoria: NON va ad agire sulla secrezione, la quale è regolata
solamente dalla via umorale.

GHIANDOLE SURRENALI

Cominciamo la descrizione macroscopica delle


ghiandole surrenali.
Scendiamo nelle cavità addominale.

Sono denominate così per la loro posizione (sopra il


rene), sono impegnate nella produzione di diversi
ormoni.
Le loro funzioni possono essere riassunte come:
regolazione dei volumi circolanti
risposta allo stress
risposta ad infiammazione
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