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Possiamo Salvare Il Mondo Prima Di Cena - Scheda Libro
Possiamo Salvare Il Mondo Prima Di Cena - Scheda Libro
TITOLO: Possiamo salvare il mondo prima di cena, perchè il clima siamo noi; titolo
originale: We are the Weather, Saving the Planet Begins at Breakfast.
È stato pubblicato su diversi giornali importanti come The New York Times. Ha scritto
diversi romanzi, alcuni dei quali sono stati anche protagonisti di film.
Foer ha poi scritto Se niente importa, in cui descrive l'impatto ambientale degli
allevamenti intensivi, le sofferenze patite dagli animali da macello e la sua decisione di
abbracciare il vegetarianismo per rispetto dei diritti degli animali. Nel novembre 2010 ha
pubblicato Tree Of Codes, un'opera realizzata ritagliando parole di un libro già esistente.
Invece nel 2019 pubblica Possiamo salvare il mondo, prima di cena. Perchè il clima siamo
noi, il libro in questione.
Dall’avvento dell’agricoltura, circa dodicimila anni fa, gli esseri umani hanno distrutto l’83%
di tutti i mammiferi selvatici e la metà delle piante.
Il 60% di tutti i mammiferi presenti sulla terra sono animali allevati a scopi alimentari.
L’allevamento è responsabile del 37% delle emissioni antropiche di metano e del 65% di
protossido di azoto.
COMMENTO: Un libro che non si può ridurre ad un solo tema, secondo me è questo; sì
certo, abbiamo una cornice che ci imposta il libro su “clima & alimentazione” ma oltre a
questo, ciò che in fondo mi ha colpito maggiormente è la varietà di argomenti, anche se
trattati in breve; nessuno mi aveva mai raccontato che il vero volto della prima donna
afroamericana che si rifiutò di cedere il posto ad un bianco in Alabama non era in realtà
quello di Rosa Parks, ma quello di Claudette Colvin (a proposito, uno dei miei paragrafi
preferiti), infatti appena letto le prime righe ho subito pensato a Parks e poi? Fregata!
Ciò che questo libro ha di particolare, ciò che lo distingue da tutti gli altri è che con tutte
quelle storie che vengono raccontate come preambolo e che sembrano, sì interessanti
ma nulla di più, in realtà iniziano a creare una sorta di base di pan di spagna per poi
coprirlo con alcuni strati di cioccolato che rappresentano quello che è l’obiettivo dello
scrittore: farci notare, comprendere, analizzare ciò che succede oltre alla porta di casa,
anzi anche nella casa stessa.
Ciò che mi ha fatto più riflettere è stata questa frase (una delle tante): oltre a non essere
una storia facile da raccontare, la crisi del pianeta non si è dimostrata una buona storia.
Non solo non riesce a convertirci, non riesce neppure a interessarci. Si può dire che io sia
molto interessata all’argomento, partecipo alle manifestazione quando si presenta
l’occasione, guardo documentari, come per esempio l’ultimo “kiss the ground”, guardo
anche la mia alimentazione, e questo lo devo più che altro a mia madre, in quanto
prima di me si è interessata all’argomento e ha scartato da subito alcuni cibi, come le
uova, infatti le uniche uova che ho in caso provengono direttamente dalle mie galline;
per quanto riguarda le pietanze a base di latte invece, a casa mia si beve solo latte di
soia, avena o riso; e infine (solo per questa lista) l’unica carne che mangiamo a casa è
“carne di fiducia” proveniente da amici di mio padre che possiedono un pascolo e che se
ne prendono cura; ma nonostante io sia interessata, effettivamente ciò che faccio non
aiuta molto, almeno considerandomi un singolo di un’intera comunità che invece fa
l’opposto di ciò che ho deciso di fare. Non dico certo che sia facile dedicarsi
completamente a questo stile di vita, già bere il latte di riso è faticoso, ma secondo me
se tutti quanti ci dassimo “una svegliata” e ognuno di voi facesse anche solo un piccolo
gesto, potremmo risolvere almeno in parte al male che in questi anni noi e i nostri
discendenti abbiamo provocato, perché dopotutto abbiamo solo una terra quindi
dobbiamo prendercene cura.
Forse non siamo in grado di suscitare emozioni forti riguardo al destino della nostra casa.
Se non dimostriamo la nostra solidarietà attraverso piccoli sacrifici collettivi, non vinceremo
la guerra, e se non vinceremo la guerra perderemo la casa in cui è cresciuto ogni essere
umano che sia mai vissuto.