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Storia antica

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Il termine "storia antica" indica sia la prima età della storia, sia la
disciplina che studia questo periodo (della durata approssimativa di
4000 anni) ed è una delle quattro grandi epoche storiche (antica,
medievale, moderna e contemporanea). Nel primo senso si parla
anche di "antichità" o "età antica" o "evo antico" . Dell'antichità si
è soliti distinguere una storia "preclassica" (precedente l'apparizione di
fonti greco-romane) e una classica (Grecia e Roma antiche).

Indice
Caratteristiche generali Contratto di vendita di un campo e
Limiti geografici e cronologici una casa (Shuruppak, 2600 a.C.
Le fonti della storia antica circa)

Civiltà
Vicino Oriente antico
Europa
Europa centrale
Grecia
Roma
Asia
Asia orientale
Giappone
Africa
Africa settentrionale
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

Caratteristiche generali

Limiti geografici e cronologici


Dal punto di vista geografico, la storia antica è innanzitutto storia del
Mediterraneo e dei territori circostanti.[1][2] L'unità ideale di questa
area non ha tanto a che fare con caratteristiche "nazionali" dei popoli
che abitarono quelle zone, quanto dalla ricchezza degli scambi
culturali, rispetto ai quali il Mediterraneo rappresentò una sorta di
"funzione mediatrice". Ma l'asse centrale di questo immenso
rivolgimento umano si è andato spostando nel tempo ed è arrivato al
Mediterraneo da est, dal cosiddetto Vicino Oriente, e il Vicino Oriente
antico rappresenta gli inizi della storia antica sotto numerosi aspetti
La sfinge di Giza (2590 a.C. circa)
(per lungo tempo fu inteso come unica "culla della civiltà"), tanto che,
nel suo complesso, i confini dell'area geografica in questione possono
essere indicati nel fiume Indo e nelle Colonne d'Ercole.[3].

Le culle della civiltà sono oggi considerate invece tutte le cinque aree,
nei vari continenti, ove per prima si sviluppò la rivoluzione urbana e
l'invenzione della scrittura: Mesopotamia, Egitto, Mesoamerica, Valle
dell'Indo, Valle del Fiume Giallo[4].

Quanto ai termini cronologici, si può distinguere una storia "pre-


classica", il cui limite iniziale può essere associato all'apparizione delle
fonti scritte in aggiunta a quelle archeologiche, mentre un terminus ad
quem può corrispondere all'apparizione delle fonti greco-romane.[5]
Un'altra cesura decisiva è la costituzione dell'impero persiano (500
a.C. ca.), fatto che coincide con il definitivo inserimento delle Cretula con l'impronta del sigillo del
popolazioni vicino-orientali in un'articolazione storica sopra-regionale. re Lugalanda di Lagash (2400 a.C.
Ciò ha a che fare con quanto detto rispetto all'asse geografico: un circa)
primo accenno fondamentale di rapporto tra Oriente e Occidente (con
l'ingresso di quest'ultimo nella storia illuminata dalle fonti scritte) è
rappresentato dall'apparizione dei cosiddetti Popoli del Mare (1200
a.C.): la crisi del XII secolo a.C. comporta un riassetto di vastissima
portata nel Vicino Oriente e la stessa scansione tradizionale
ottocentesca individuava in questo frangente la separazione tra Età del
Bronzo ed Età del Ferro.[6]

Tradizionalmente, la storiografia ha individuato la fine della preistoria


nell'invenzione della scrittura (logografica nella seconda metà del IV
millennio a.C., sillabica nella prima metà del III). Tale inizio non va
però visto come isolato, ma in stretta associazione con altri fattori
decisivi: nascita delle città, lavoro specializzato, stratificazione socio-
economica, costituzione dello Stato, tutti elementi che rappresentano
gli elementi culminanti di ciò che Gordon Childe ha definito
"rivoluzione urbana", processo che può ritenersi consolidato intorno
al 3500 a.C.[7] Quello della Bassa Mesopotamia va pensato come
"precoce" focolaio di urbanizzazione ed esistono altri nuclei Stele del Codice di Hammurabi
importanti: l'Egitto, l'Iran, l'Asia centrale, la valle dell'Indo, l'Egeo, (prima metà del II millennio a.C.), al
l'Arabia meridionale, ma anche la Cina, il Messico e il Perù, i quali Louvre di Parigi
ultimi hanno però, come è ovvio, un carattere di totale separatezza
rispetto al baricentro mediterraneo e vicino-orientale.[8]

Si può complessivamente dire che l'origine della storia antica coincide con la nascita della città e dello Stato: la
rivoluzione agricola, con l'aumento di produzione di derrate che essa comportò, è il presupposto per la
creazione di un'eccedenza alimentare che, gestita da un "polo redistributivo centrale", rende possibile
mantenere lavoratori specializzati. La priorità logica (ma non cronologica), in una massima semplificazione, va
attribuita alla polarizzazione città-campagna, alla creazione di un ceto
dirigente (di re e sacerdoti): come scrive Mario Liverani, "Il «salto»
più appariscente sarà quello demografico ed urbanistico, ma il più
sostanziale è quello organizzativo".[9] Scrive ancora Liverani:

«L'origine della città significa origine dello Stato e


della stratificazione socio-economica. Significa
dunque l'origine della storia, non tanto perché il nuovo
strumento della scrittura mette a nostra disposizione
una fonte di informazione più esplicita e più
dettagliata, ma soprattutto perché per la prima volta si
assiste all'interazione complessa di gruppi umani Metopa del Partenone (447-433 a.C.
all'interno delle singole comunità […][9]» circa)

A ciò si aggiunga un altro fattore che mette in discussione l'assunto tradizionale che lega la nascita della Storia
(intesa come historia rerum gestarum) alla nascita della scrittura e cioè il fatto che la storiografia ha smesso di
privilegiare il documento scritto come fonte primaria.[10]

Quanto al limite basso dell'evo antico, la tradizione lo individua nella caduta dell'Impero romano d'Occidente
(476). Talvolta si fa terminare tale età con la grande ondata delle invasioni barbariche nell'Impero romano (a
partire dagli inizi del V secolo) o con il periodo immediatamente successivo alla morte di Giustiniano I (fine
del VI secolo) che segna il definitivo tramonto del mondo classico greco-romano. Se tale datazione è valida
per il mondo occidentale, in Oriente si preferisce protrarre l'età antica fino alla Dinastia Qin in Cina (II secolo
a.C.) o all'Impero Chola in India (IX secolo) o altre epoche storiche. Nel resto del mondo (ad esempio in
alcuni zone dell'Africa, nelle regioni austronesiane e nelle Americhe) le popolazioni autoctone seguono altri
tipi di datazione.

Le fonti della storia antica


Questa voce o sezione sull'argomento storia antica non cita le fonti
necessarie o quelle presenti sono insufficienti.

La principale difficoltà nello studio della storia antica consiste nel fatto che solamente una parte di essa è
documentata da fonti scritte e che non tutta la storiografia antica è pervenuta fino ai nostri giorni. Se da una
parte alcune antiche civiltà non hanno espresso documenti scritti relativi al loro passato, la stessa storiografia
romana, anche se estremamente prolifica, presenta delle lacune, dovute alle modalità di trasmissione: molte
opere sono andate interamente perdute, altre ci sono pervenute in parte, di altre abbiamo delle epitomi
(compilate spesso per essere trasmesse al posto dell'opera originale in modo tale da risparmiare supporti
scrittori, che all'epoca erano molto costosi), solo pochissime ci sono pervenute intere o quasi. Caso esemplare,
se vogliamo, è il trattato Ab Urbe condita libri di Tito Livio, opera scritta nel I secolo in 142 volumi, dei quali
solamente 35 sono giunti fino a noi. Sono pervenute a noi 140 su 142 Periochae, ovvero i "riassunti" dei libri,
composti probabilmente intorno al III-IV sec.[11]

Per meglio comprendere il mondo antico le due principali strade percorribili dagli storici sono: le fonti non
scritte, studiate dall'archeologia, e le fonti scritte: documenti ed opere letterarie. L'archeologia è lo studio delle
civiltà antiche mediante il ritrovamento, l'analisi e l'interpretazione delle tracce materiali pervenute ai giorni
nostri. Attraverso lo studio dei resti archeologici (architetture, manufatti, resti biologici e umani) gli studiosi
cercano di interpretare come i popoli del passato hanno vissuto. Accanto all'analisi dei reperti portati alla luce
dagli scavi archeologici, lo studio della storia antica si avvale dei resoconti degli storici coevi, le fonti di prima
mano per la conoscenza degli eventi relativi al passato. La produzione letteraria degli storici antichi, quali
Erodoto, Livio, Polibio, Svetonio, Tucidide, Tacito ed altri, è fonte imprescindibile per la ricostruzione dei fatti
e la comprensione del mondo antico. Ulteriori metodi di analisi storiografica antica sono quello comparativo,
quello induttivo e quello morfologico.

Civiltà

Vicino Oriente antico

Il Vicino Oriente è stato spesso definito la "culla della civiltà". In quell'area, a


partire dalla metà del IV millennio a.C., si sono sviluppate le prime civiltà di cui
ci sia giunta notizia. In passato si è inteso che questa centralità del Vicino Oriente
come faro di civiltà si sarebbe trasferita a Occidente, intorno alla metà del I
millennio a.C. (e intorno a questo periodo sono state individuate le date
tradizionalmente indicate come terminus ad quem di questo evo antico
orientale[8]). [12] Tra le civiltà che più hanno inciso sulla storia umana in questa
fase vanno nominati i Sumeri, gli Accadi, gli Elamiti, gli Amorrei, i Babilonesi,
gli Ittiti, gli Aramei, i Fenici, gli Ebrei. Pur se periferico rispetto al Vicino
Oriente, un ruolo importante fu svolto anche dall'Antico Egitto.

Europa

Europa centrale Testa in bronzo di


dignitario accadico (forse
Le prime manifestazioni di civiltà in Sargon di Akkad o
Europa centrale riguardano gli Naram-Sin), conservata
insediamenti dei Celti; probabilmente al Museo nazionale di
altri insediamenti civili si avevano Baghdad
nell'area baltica, grazie alle condizioni
climatiche favorevoli successivamente
peggiorate per un drammatico periodo di tipo glaciale.

I Celti toccarono il loro apogeo tra la seconda metà del IV e la prima


La diffusione dei Celti in Europa metà del III secolo a.C. In quell'epoca, la lingua e la cultura celtica
all'epoca dell'apogeo della loro civiltà costituivano l'elemento più diffuso e caratteristico dell'intera
(III secolo a.C.[13]) Europa,[14] interessando una vasta e ininterrotta area che andava dalle
Isole Britanniche all'Italia settentrionale e dalla Penisola Iberica al
bacino Danubio. Gruppi isolati, inoltre, si erano spinti ancor più a sud,
come i Galli Senoni nell'Italia centrale e - soprattutto - i Galati in Anatolia.

Grecia

Le testimonianze più antiche della presenza umana nei Balcani, datate 270.000 a.C., si trovano nelle Grotte di
Petralona, nella provincia greca settentrionale di Macedonia[15]. Gli insediamenti neolitici in Grecia, risalenti al
VII millennio a.C. sono i più antichi in Europa, superando di diversi secoli i successivi, in quanto la Grecia si
trovava sulla strada tramite la quale l'agricoltura si diffuse dal Medio Oriente all'Europa[16]. La Grecia è stata la
prima area in Europa dove sono sorte delle civiltà avanzate, ed è considerata la culla della civiltà
Occidentale[17][18][19], cominciata con la Civiltà cicladica delle isole egee attorno al 3.200 a.C.[20], la Civiltà
minoica a Creta (2700-1500 a.C.)[19] e quindi la Civiltà micenea nel Peloponneso(1900-1100 a.C.)[21]. Queste
civiltà possedevano la scrittura: quella minoica, non decifrata, è detta Lineare A, mentre quella micenea è detta
Lineare B, una forma arcaica del greco. Successivamente, mentre la
civiltà cretese entra in crisi, forse a causa di un evento naturale
distruttivo, prevale la civiltà micenea.

Alla fine dell'età del bronzo


dai regni precedentemente
esistenti nasce la civiltà greca.
La struttura è quella di un
insieme di città-stato (tra le
Le rovine del palazzo di Cnosso,
maggiori delle quali
sull'isola di Creta, una delle poche
ricordiamo Atene, Corinto e tracce rimaste della civiltà minoica
Sparta), anche molto
differenti in termini di cultura
Le rovine del Partenone di Atene,
ed organizzazione politica ed economica. L'espansione territoriale
tempio adibito all'adorazione della
verso le colonie greche diffonde la cultura ellenica su tutta l'Asia
déa Atena Minore e in buona parte del Mediterraneo, trovando un limite nella
espansione dei Fenici.

Nel 500 a.C., l'Impero Persiano controllava un territorio che andava


dall'attuale Grecia settentrionale e Turchia fino all'Iran e rappresentava una minaccia per le città-stato greche. I
tentativi di ribellione delle città-stato greche dell'Asia Minore sottoposte alla dominazione persiana fallirono, e
la Persia invase la Grecia nel 492 a.C., ma le sue forze dovettero ritirarsi dopo la sconfitta alla Battaglia di
Maratona del 490 a.C. Seguì una seconda invasione nel 480 a.C. Nonostante l'eroica resistenza degli Spartani
e degli altri greci alle Termopili, le armate persiane saccheggiarono Atene. A seguito delle successive vittorie
greche nel 480 e 479 a.C. a Salamina, Platea e Micale, i persiani furono costretti a ritirarsi una seconda volta. I
conflitti militari, noti come le guerre persiane, furono guidati principalmente da Atene e Sparta. Tuttavia, il
fatto che la Grecia non fosse una nazione unificata significava che i conflitti tra le città-stato greche fossero
frequenti.

La guerra del Peloponneso tra Atene e Sparta (che, però, non fu la prima) fa scivolare la civiltà greca nella
crisi, favorendo l'ascesa della città di Tebe, che riuscirà a stabilire un'egemonia di breve durata sulla Grecia.
Nel IV secolo a.C., la debolezza conseguente alle lotte interne tra le varie città-stato rendono la penisola
Ellenica preda del re macedone Filippo II.

Dopo l'assassinio di Filippo II, suo figlio Alessandro III (noto come
Alessandro Magno) assunse il controllo della Lega di Corinto e nel
334 a.C. lanciò un'invasione dell'Impero Persiano con le forze
combinate di tutti gli stati greci. Grazie alle vittorie nelle battaglie di
Granico, Isso e Gaugamela, i greci poterono marciare su Susa e
Persepoli, l'antica capitale persiana, nel 330 a.C. L'impero creato da
Alessandro Magno si estendeva dalla Grecia a ovest fino al Pakistan a L'impero ellenistico di Alessandro
est e all'Egitto a sud, risultando come uno dei più grandi che la storia Magno alla sua massima espansione
avesse visto fino ad allora.

Prima della sua improvvisa morte nel 323 a.C., Alessandro Magno stava pianificando un'invasione dell'Arabia.
La sua morte causò il collasso del vasto impero, che si divise in diversi regni, tra cui i più importanti erano
l'Impero seleucide e l'Egitto tolemaico. Altri stati fondati dai greci erano il regno greco-battriano e il regno
indo-greco in India. Sebbene non potesse essere mantenuta l'unità politica dell'impero di Alessandro, esso
diffuse la cultura ellenistica e la lingua greca nei territori conquistati, le quali si sarebbero mantenute per
almeno due secoli e in alcuni territori del Mediterraneo orientale anche molto più a lungo.[22]

Roma
Con Roma viene portata a termine per la prima volta nella storia, fra il
III e il I secolo a.C. l'unificazione dell'Italia, dell'Europa occidentale e
meridionale e infine dell'intero bacino del Mediterraneo. La civiltà
romana, nata nell'ambito del mondo latino e italico, rappresenta il più
evoluto organismo politico dell'Europa del tempo. Erede di tutte le
grandi culture che l'hanno preceduta (e in primis di quella etrusca e di
quella greca), Roma diffonde il proprio diritto, le proprie istituzioni
politiche e militari, la propria lingua, la propria tecnologia e la propria
visione aristocratica e universalista della vita e del mondo da
Gibilterra alla Scozia, dalla Germania renana alla Mesopotamia.
David, Il giuramento degli Orazi L'Urbe riesce, col tempo, ad assimilare e legare al proprio destino i
fenici e gli egizi dell'Africa settentrionale, i celti d'Europa, molte delle
popolazioni germaniche che entreranno in contatto con essa e le
popolazioni elleniche o ellenizzate del Mediterraneo orientale, che con pieno diritto continueranno ad
autodefinirsi romani (Ρωμαίοι), ancora mille anni dopo la caduta dell'Occidente latino.

Fondata secondo la tradizione da Romolo il 21 aprile 753 a.C.,[23] Roma fu retta per un periodo di 244 anni da
un sistema monarchico, con sovrani inizialmente di origine latina e sabina, e successivamente etrusca. La
tradizione tramanda sette re: lo stesso Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco,
Servio Tullio e Tarquinio il Superbo[24].

Espulso dalla città l'ultimo re etrusco e instaurata una repubblica oligarchica nel 509 a.C., per Roma ebbe
inizio un periodo contraddistinto dalle lotte interne tra patrizi e plebei e da continue guerre contro le
popolazioni italiche: Etruschi, Latini, Volsci, Equi. Divenuta padrona del Lazio, Roma condusse diverse
guerre (contro Galli, Osco-Sanniti e la colonia greca di Taranto, alleatasi con Pirro, re dell'Epiro) che le
permisero la conquista della penisola italica, dalla zona centrale fino alla Magna Grecia[25]. Il III ed il II secolo
a.C. furono caratterizzati dalla conquista romana del Mediterraneo e dell'Oriente, dovuta alle tre guerre
puniche (264-146 a.C.) combattute contro la città di Cartagine e alle tre guerre macedoniche (212-168 a.C.)
contro la Macedonia. Vennero istituite le prime province romane: la Sicilia, la Sardegna e Corsica, la Spagna,
la Macedonia, la Grecia (Acaia), l'Africa[26].

Nella seconda metà del II secolo e nel I secolo a.C. si registrarono numerose rivolte, congiure, guerre civili e
dittature: sono i secoli di Tiberio e Gaio Gracco, di Giugurta, di Quinto Lutazio Catulo, di Gaio Mario, di
Lucio Cornelio Silla, di Marco Emilio Lepido, di Spartaco, di Gneo Pompeo, di Marco Licinio Crasso, di
Lucio Sergio Catilina, di Marco Tullio Cicerone, di Gaio Giulio Cesare e di Ottaviano[27], che, dopo essere
stato membro del secondo triumvirato insieme con Marco Antonio e Lepido, nel 27 a.C. divenne princeps
civitatis e gli fu conferito il titolo di Augusto[28].

Gradualmente il Principato lascia il posto all'Impero, che conobbe la sua massima espansione nel II secolo,
sotto l'imperatore Traiano, Roma si confermò caput mundi, cioè capitale del mondo, espressione che le era
stata attribuita già nel periodo repubblicano. Il territorio dell'impero, infatti, spaziava dall'Oceano Atlantico al
Golfo Persico[29], dalla parte centro-meridionale della Britannia all'Egitto.

I primi secoli dell'impero, in cui governarono, oltre ad Ottaviano Augusto, gli imperatori delle dinastie Giulio-
Claudia[30], Flavia (a cui si deve la costruzione dell'omonimo anfiteatro, noto come Colosseo)[31] e gli
Antonini[32], furono caratterizzati anche dalla diffusione della religione cristiana, predicata in Giudea da Gesù
Cristo nella prima metà del I secolo (sotto Tiberio) e divulgata dai suoi apostoli in gran parte dell'impero[33].

Il mondo romano conosce il proprio apogeo, sia economico che sociale, nel II secolo. Il secolo successivo
invece, è per Roma un'epoca di crisi, determinata in gran parte da una serie di guerre civili.
Quando salì al potere Diocleziano (284), la situazione
di Roma era grave: i barbari premevano dai confini già
da decenni, le province erano governate da uomini
corrotti. Per gestire meglio l'impero, Diocleziano lo
divise in due parti: egli divenne Augusto della parte
orientale (con residenza a Nicomedia) e nominò Valerio
Massimiano Augusto della parte occidentale, spostando
la residenza imperiale a Mediolanum. L'impero venne
suddiviso ulteriormente con la creazione della
tetrarchia: i due Augusti, infatti, dovevano nominare
due Cesari, a cui affidavano parte del territorio e che
sarebbero diventati, successivamente, i nuovi
imperatori[34]. Una svolta decisiva si ebbe con L'Impero romano nel 116 d.C., durante la sua
Costantino, che, in seguito a numerose lotte interne, massima espansione
centralizzò nuovamente il potere e, con l'editto di
Milano del 313, dette libertà di culto ai cristiani,
impegnandosi egli stesso per dare stabilità alla nuova religione. Fece costruire diverse basiliche, consegnò il
potere civile su Roma a papa Silvestro I e fondò nella parte orientale dell'impero la nuova capitale,
Costantinopoli[35].

Nel IV secolo si assiste persino a un notevole risveglio culturale che si protrae fino ai primi decenni del V,
durante le prime invasioni barbariche. A partire dal 395 l'Impero viene definitivamente suddiviso in due parti,
una occidentale e una orientale. In entrambe si è gradualmente imposto, come religione maggioriaria e di Stato,
il Cristianesimo, che avrebbe fortemente influenzato la storia d'Europa fino ai giorni nostri.

Roma, che non ricopriva più un ruolo centrale nell'amministrazione dell'impero, venne saccheggiata dai
Visigoti comandati da Alarico (410); impreziosita nuovamente dalla costruzione di edifici sacri da parte dei
papi (con la collaborazione degli imperatori), la città subì un nuovo saccheggio nel 455, da parte di Genserico,
re dei Vandali. La ricostruzione di Roma venne curata dai papi Leone I (defensor Urbis per avere convinto
Attila, nel 452, a non attaccare Roma) e dal suo successore Ilario, ma nel 472 la città fu saccheggiata per la
terza volta in pochi decenni (ad opera di Ricimero e Anicio Olibrio). La deposizione di Romolo Augusto del 4
settembre 476 decretò la fine dell'Impero romano d'Occidente e, secondo una tradizionale interpretazione
storica, l'inizio del Medioevo[36].

Asia

Asia orientale

Cina

coree

Giappone

Il popolo giapponese moderno emigrato nell'arcipelago dalla Corea del 300 a.C. -C. 300 portando con sé la
tecnologia dell'Età del Bronzo, spinse verso nord la nativa cultura di Jomon. Yayoi Il Giappone era incentrato
sulla coltivazione del riso, i proprietari terrieri regionali che controllavano la coltivazione presumevano
autorità. C'era poca autorità centrale al momento

Africa
Africa settentrionale

I primi esempi di documentazione scritta in Africa arrivano dall'antico


Egitto. Verso il 3100 a.C., l'Egitto ha iniziato il suo cammino verso
l'unità territoriale sotto un solo leader, conosciuto come Narmer. Da
allora, l'Egitto è stato governato da trenta diverse dinastie. I molti
monumenti rimasti testimoniano la forza economica, militare e sociale
che l'Egitto ha saputo produrre lungo i secoli.

Nel passato si vedeva la civiltà egiziana come un'espressione della


La sfinge di Giza (sullo sfondo la cultura mediterranea e appartenente al mondo occidentale. Oggi, dopo
piramide di Cheope) i risultati di ricerche storiche e linguistiche, si riconosce che il
problema è ben più complesso. L'Egitto dei faraoni ha avuto intensi
contatti con l'Africa subsahariana, ne è stato addirittura colonizzato
per vari decenni – tutti i faraoni della 25ª dinastia erano nubiani –, e con Nubia ed Etiopia vi erano scambi
fiorenti. Né vanno dimenticati i rapporti commerciali con l'Africa Occidentale. Molte delle scoperte scientifiche
egiziane – specialmente nel campo matematico e astronomico – furono poi assorbite dalla cultura greca e ci
paiono quindi familiari, ma vanno ascritte alla grande civiltà africana.

Poco prima della desertificazione del Sahara, le comunità che saranno


poi coinvolte nello sviluppo dell'Egitto parteciparono alla rivoluzione
agricola con l'inizio delle coltivazioni e dell'allevamento. È poi nella
Nubia che si trova il più grande numero di piramidi, altra prova
dell'importanza di queste regione, conosciuta nella Bibbia come Kush.

In tempi più recenti, fenici, greci e romani hanno combattuto con le


popolazioni berbere per il controllo del Nordafrica. I fenici fondarono
varie colonie lungo tutta la costa, normalmente ad un giorno di
navigazione una dall'altra, già prima dell'anno 1000 a.C. Alcune di
Cartagine oggi
queste, come Cartagine (814 a.C.) diventarono città autonome e
addirittura stati nazione con un vasto raggio di controllo nel
Mediterraneo. È intorno a questo tempo che la lavorazione del ferro è
divenuta molto comune in tutta la regione.[37] La tecnologia del ferro da qui si propagò fino all'Africa
Occidentale in pochi secoli. Colonie greche iniziarono ad essere fondate già nel VII secolo a.C. Importante è
stata l'influenza di Alessandro il Grande in Egitto, con la fondazione di Alessandria (332 a.C.) e la dinastia
Tolemaica che governò l'Egitto ellenistico sino alla conquista romana.

Note
1. ^ Hermann Bengtson, Introduction..., 1975, cit., p. 2.
2. ^ Per gli antichi, il Mediterraneo era il "Mare Superiore" e il Golfo Persico il "Mare Inferiore".
3. ^ Hermann Bengtson, Introduction..., 1975, cit., p. 3.
4. ^ Valgano come esempi:
Stefan Kubik, Supramolecular Chemistry in Water (capitolo The control of water), John
Wiley & Sons , 2019. ISBN 9783527344673. In questo testo sono considerate culle della
civiltà: la Mezzaluna fertile, la valle dell'Indo, la valle del Fiume Giallo, la Mesoamerica, le
Ande centrali.
James O'Kon, The Lost Secrets of Maya Technology, Red Wheel / Weiser , 2012. ISBN
9781601636102. In questo testo sono considerate culle della civiltà: Mesoamerica,
Mesopotamia, Egitto, India, Cina
5. ^ Liverani, 2009, p. 13.
6. ^ Liverani, 2009, p. 629.
7. ^ Liverani, 2009, pp. 13-14.
8. Liverani, 2009, p. 14.
9. Liverani, 2009, p. 108.
10. ^ Lellia Cracco Ruggini (a cura di), Storia antica. Come leggere le fonti, Bologna, ed. Il Mulino,
1996, p. 27, ISBN 88-15-07650-6.
11. ^ Emidio Diletti, Bibliotheca, vol. 2, Messina-Firenze, D'Anna, 1993, pp. 241-242, ISBN 978-88-
8104-285-2.
12. ^ Liverani, Il vicino oriente antico (http://storiairreer.it/Materiali/Materiali/StoriaAntica/2005mode
naliverani.pdf) Archiviato (https://web.archive.org/web/20160304072600/http://www.storiairreer.i
t/Materiali/Materiali/StoriaAntica/2005modenaliverani.pdf) il 4 marzo 2016 in Internet Archive.,
intervento al Convegno di Modena La storia è di tutti. Nuovi orizzonti e buone pratiche
nell'insegnamento della storia (5-10 settembre 2005).
13. ^ Villar, p. 446; Bernard Comrie, La famiglia linguistica indoeuropea, in Anna Giacalone Ramat
e Paolo Ramat (a cura di), Le lingue indoeuropee, Bologna, Il Mulino, 1997, p. 377, ISBN 88-
15-05768-4.
14. ^ Villar, p. 444.
15. ^ Eugene N. Borza, In the Shadow of Olympus: The Emergence of Macedon, Princeton, NJ,
Princeton University Press, 1992, p. 58, ISBN 0-691-00880-9.
16. ^ (EN) Catherine Perlès, The Early Neolithic in Greece: The First Farming Communities in
Europe, Cambridge University Press, 2001, p. 1.
17. ^ (EN) Richard W. Bulliet, Pamela Kyle Crossley, Daniel R. Headrick, Lyman L. Johnson e
Steven W. Hirsch, The Earth and its Peoples: A Global History to 1550, Cengage, 2007, p. 95.
18. ^ (EN) Sarah B. Pomeroy, Ancient Greece: A Political, Social and Cultural History, Oxford
University Press, 1999, ISBN 0-19-509743-2.
19. (EN) Richard C. Frucht, Eastern Europe: An Introduction to the People, Lands and Culture,
ABC-CLIO, 2004, p. 847.
20. ^ (EN) David Sansone, Ancient Greek Civilization, Wiley, 2011, p. 5.
21. ^ (EN) World and Its Peoples, Marshall Cavendish, 2009, p. 1458.
22. ^ (EN) Alexander's Gulf outpost uncovered, BBC News, 7 agosto 2007.
23. ^ Secondo Marco Terenzio Varrone.
24. ^ Gabba, 27-43.
25. ^ Gabba, 43-81.
26. ^ Gabba, 87-106.
27. ^ Gabba, 107-147.
28. ^ Gabba, 277-279.
29. ^ Roma raggiunse formalmente il Golfo Persico solo dal 115 al 117. Altrimenti, il confine
orientale era rappresentato dall'Eufrate e dal deserto siriano.
30. ^ Gabba, 303-314.
31. ^ Gabba, 315-326.
32. ^ Gabba, 326-395.
33. ^ Gabba, 413-416.
34. ^ Gabba, 419-422.
35. ^ Gabba, 428-435.
36. ^ Gabba, 450-458.
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Voci correlate
Preistoria
Cronologia
Cronologia della storia antica
Vicino Oriente antico
Protostoria del Vicino Oriente
Storia del Vicino Oriente antico
Età del rame
Età del bronzo
Età del ferro
Antico Egitto
Grecia antica
Storia romana

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Collegamenti esterni

Storia antica, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.


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