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Diritto Processuale Penale

1.I caratteri generali del processo


il procedimento penale: è una species del genus di procedimento. Il concetto
astratto elaborato in sede teorica generale del diritto, è stato costituito con metodo
induttivo, raccogliendo elementi comuni ai vari tipi di procedimento, che comunque
hanno i comune gli elementi della:
-Strumentalità: il processo pensale è strumentale all’applicazione sostanziale della
norma punitiva; tale elemento però ha una pregnanza più intensa che altrove in
quanto il mezzo processuale è necessariamente indefettibile per l’attuazione della
norma penale a differenza di quanto avviene in altri ambiti del diritto. Non essendo
consentito al giudice nel processo penale farsi arbrito del lecito o illecito, la
strumentalità del processo innanzi al lui azionato, implica la sussistenza della norma
sostanziale da applicare, non essendo al giudice consentito di creare la norma
punitiva. È invece, il giudice ad essere sottoposto alla legge, sostanziale e
procedurale, che egli applica. La strumentalità nel procedimento penale, non
realizza sempre la sua funzione tipica della concreta applicazione della legge penale
sostanziale. Questa è la sua finalità perseguita ma il suo conseguimento è eventuale.
Il procedimento penale si propone:
A) come obiettivo preliminare, la determinazione sull’esercizio o meno dell’ azione
penale, ossia della possibile formulazione dell’ imputazione al cospetto del giudice
B) come obiettivo penale il conseguimento della decisione sul merito della
incolpazione effettuata.
-La formalità nel processo penale: permane l’esigenza del rispetto delle formalità
processuali, nella loro progressiva successione, garantito da sanzioni processuale.
-La giurisdizione del processo penale: l'esercizio della giurisdizione una delle tre
principali funzioni dello Stato, unitamente alla Funzione legislativa ed
amministrativa. Può essere definita come la potestà dello Stato volta a garantire la
concreta applicazione delle norme dell'ordinamento attraverso l'opera del giudice.
In particolare la giurisdizione penale ha per oggetto l'eventuale accertamento della
responsabilità per la commissione di un fatto costituente reato è con la conseguenza
applicazione delle sanzioni penali; l'articolo 1 del codice processuale penale afferma
che la giurisdizione penale è esercitata dai giudici previsti dalla legge di ordinamento
giudiziario, pertanto sono i giudici ordinari ad esercitare la giurisdizione penale;
sono previsti però casi di giurisdizione speciale quali ad esempio il tribunale militare
per i reati militari e la Corte Costituzionale. L'esercizio della funzione giurisdizionale
è presidiata da garanzia costituzionale dettate sia tutela della l'imparzialità del
Giudice che delle garanzie dell'imputato e delle altre parti. Centrale quindi nel
processo penale la figura del giudice quale garante del rispetto delle regole. È un
soggetto imparziale obiettivo ed indipendente, titolare di una moltitudine di poteri,
nel procedimento penale sul giudice grava sempre la drammatica responsabilità di
giudicare un proprio simile, incidendo sui beni fondamentali della Libertà personale,
dell'onorabilità e del patrimonio altrui. Nella fase processuale in senso stretto,
successive alle indagini preliminari la giurisdizionalità è piena ed immanente: infatti
proprio al momento dell'esercizio dell'azione penale mediante la incolpazione
innanzi ad un giudice, si genera la triade tra giudice, Pubblico Ministero e imputato,
che vede contrapposte le due parti ovvero Pubblico Ministero e imputato e vede
ancora un giudice super partes, che è chiamato a risolvere la lite secondo le regole
del diritto processuale applicando la norma di diritto sostanziale la cui asserita
violazione costituisce l'ipotesi di reato da verificare. La giurisdizionalità del processo
evoca non solo la presenza per così dire fisica del giudice ma anche l'essenzialità
della sua funzione di interprete della legge sia sostanziale e sia processuale;
giurisdizionalità del processo significa che spetta al giudice individuare interpretare
la regola sostanziale e quella formale che pone la norma procedurale da seguire
nello svolgimento della contesa.

I sistemi processuali
In linea astratto i sistemi processuali sono due accusatorio e inquisitorio. I
parametri che determinano l'uno e l'altro tipo si incentrano sempre sulla minore o
maggiore valorizzazione del ruolo riconosciuto a taluno dei soggetti che
compongono indefettibilmente la triade processuale: giudice, Pubblico Ministero e
imputato.

- Sistema accusatorio : il processo essenzialmente pubblico sin dall'inizio non


avendo previsto alcuna forma di inquisizione segreta, si svolge davanti al giudice
qual'è spettatore e arbitro, imparziale che vigila sul rispetto delle regole
processuali; la decisione del giudice si fonda sulle prove fornite dalle parti e non
ricerca nè forma la prova ma si limita solo a valutarla. Le prove a carico sono
fornite dall'accusa, la quale allo scopo di produrre nel pubblico dibattimento le
prove, ne raccoglie nella fase pre- processuale gli elementi e le fonti in quanto
su di essa incombe l'onere della prova, stante la presunzione di innocenza
dell'imputato. L'accusato ha il diritto di sindacare le prove di accusa nel
momento della loro acquisizione in dibattito soprattutto mediante la cosiddetta
controinterrogatorio che gli consente un esame diretto sulla fonte di prova.

- Sistema inquisitorio: nel sistema inquisitorio puro, mancano pubblicità e oralità,


il processo è scritto e segreto, la figura del giudice dominante assorbendo le due
funzioni dell'Inquisizione e del giudizio, fanno capo ad esso. Di fronte al Giudice
accusatore non è concepibile una parità tra accusa e difesa ne realizzabile una
parità di contraddittorio tra le parti.

Effetti della differenza tra sistema accusatorio e inquisitorio sono:


-nel rito inquisitorio il giudice istruttore svolge le indagini più complesse raccoglie le
prove; nel rito accusatorio le indagini sono svolte dal pubblico ministero dalla polizia
giudiziaria, il giudice ha solo il compito di giudicare;
-nel rito inquisitorio la polizia giudiziaria e il pubblico ministero, raccolgono le prove
nel corso delle indagini senza contraddittorio; nel rito accusatorio le prove si
raccolgono nella dialettica del dibattimento e non sono utilizzabili le dichiarazioni e
gli accertamenti Salvo eccezioni raccolte nel corso delle investigazioni;
- nel rito accusatorio la parità tra accusa e difesa è accentuata anche nella fase delle
indagini ove il difensore ha la possibilità di svolgere investigazioni difensive.

- Sistema misto: come già accennato, il sistema inquisitorio privilegia l’ esigenza di


assicurare la punizione del colpevole potenziando la funzione dell'accusa fino a
farla confluire nel giudice a scapito dei diritti dell'accusato, sicche può dirsi
congeniale a forme autoritarie di stato, scarsamente sensibile ai diritti di libertà
individuale. E’ cosiddetto sistema misto caratterizzato dalla combinazione dei
caratteri dell’ accusatorio e di quello dell' inquisitorio, nello sforzo di conciliare le
esigenze di repressione dei reati con quelle libertà dell'accusato.
Il sistema processuale vigente le novelle legislative
Il carattere prevalentemente accusatorio del nuovo rito, è stato accentuato nei
primi anni 90 da numerosi decreti legge che hanno inciso sulle diverse norme dentro
reintroducendo profili di carattere inquisitorio, ad esempio il decreto legge 306/ 92
modificando gli articoli 500 e 503 del cpp, ha previsto l'utilizzabilità come prova in
dibattimento delle dichiarazioni rese dai test o dall'indagato al pubblico ministero
alla polizia giudiziaria nel corso delle indagini preliminari. E ancora, un ritorno alla
normalità accusatoria sia avuta con l'emanazione della legge 332 del 95 che ha
introdotto numerose modifiche alle norme sulla custodia cautelare valorizzando il
diritto di difesa ed operando equilibrio tra le parti processuali; Con la legge 267 del
97 che ha riformato in modo più garantista l'articolo 513 c.p.p. riguardando la
utilizzabilità in dibattimento delle dichiarazioni rese nelle indagini dal imputato di
reato connesso che non compaia in giudizio rifiuti di rispondere, nonché con la
modifica dell'articolo 111 della Costituzione che era introdotto nel nostro sistema i
parametri del principio del “giusto processo”;ecc.
Il giusto processo
La disciplina del cosiddetto << giusto processo>> è stata introdotta nel nostro
codice dalla legge 63/2001 che ha dato attuazione ai principi costituzionali contenuti
nell'articolo 111 della Costituzione, che era stato novellato dalla legge costituzionale
2/ 1999; La Nuova disciplina che ha modificato il codice di rito e numerose
disposizioni ne ha accentuato il carattere accusatorio, inoltre ha maggiormente
armonizzato il nostro ordinamento con quello dei paesi europei più evoluti. In
particolare l'esigenza delle celebrazione di un giusto processo è presente nella
convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo del 1950, in cui dopo
aver ripudiato mezzi come la tortura e trattamenti sanzionatorio inumani e
degradanti, si impone che i processi siano celebrati innanzi ai Tribunali imparziali
precostituiti per legge, che l'imputato sia informato del processo a suo carico nel più
breve tempo possibile e che sia garantito il diritto alla difesa, che sia garantita la
possibilità di fare interrogare i testimoni a carico e a discarico, che lo straniero sia
assistito da un interprete e che ci sia infine la garanzia della presunzione di non
colpevolezza. Le norme costituzionali al fine di attuare il giusto processo prevedono
la garanzia del diritto della Difesa per tutti i cittadini anche per i non ambienti, la
soggezione del giudice soltanto alla legge, l'imparzialità del giudice, la garanzia del
contraddittorio tra le parti su un piano di parità, la ragionevole durata del processo,
la garanzia di una veloce informazione all'imputato della pendenza del processo a
suo carico, la possibilità di interrogare o far interrogare le persone che la accusano
che possono discolparlo, la garanzia del contraddittorio anche nella formazione della
prova con conseguenze di possibilità di condannare un imputato in base ad accuse
formulate da un soggetto che per libera scelta si è sottratto all'interrogatorio,
l'ausilio di un interprete per lo straniero.
Sistema accusatorio vigente
I caratteri Generali: i caratteri generali del rito accusatorio sono costituiti da:
massima semplificazione e celerità. Il sistema in vigore è ispirato al rito accusatorio
ma con taluni temperamenti, come si evince dalla disamina di alcuni profili generali
per cui coerentemente viene definito di natura prevalentemente accusatoria.
A )oralità: Sta di indicare che il giudice dibattimentale all'inizio del processo non avrà
conoscenza di tutte le fonti di prova ( scritte), raccolte dal Pubblico Ministero e dalle
parti nel corso delle indagini; perché la prova si deve formare innanzi a lui oralmente
di in contraddittorio. Quindi nel fascicolo in cui sono raccolti gli atti del dibattimento
non sono contenuti gli atti compiuti nel corso dell'indagine che invece sono
conservati dal Pubblico Ministero; eccezionalmente nel fascicolo dibattimentale
refluiscono atti compiuti nelle indagini ( prova scritta precostituita) in particolare gli
atti dell'incidente probatorio, affluiscono pure taluni atti scritti precostituiti raccolti
dal Pubblico Ministero e dalla polizia giudiziaria ovvero alti raccolti dagli inquirenti e
in particolari contesti di tempo, di luogo di circostanze. Persino le dichiarazioni rese
dall'imputato al pubblico ministero o al giudice per le indagini preliminari prima del
dibattimento sono suscettibili di lettura ed acquisizione dibattimentali a determinate
condizioni. Comunque tutte le dichiarazioni raccolte e verbalizzate dal Pubblico
Ministero e dalla polizia giudiziaria possono essere utilizzate in dibattimento per le
contestazioni allo stesso dichiarante, ma con efficacia probatoria limitata.
B)pubblicità: durante le indagini preliminari espletate dalla polizia giudiziaria dal
pubblico ministero è sempre esclusa la presenza del pubblico al compimento di atti,
anche l'udienza preliminare che si celebra il termine delle indagini davanti a un
giudice per la decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio è svolta in assenza di
pubblico, in quanto avviene in camera di consiglio alla sola presenza delle parti e dei
difensori. Pure in camera di consiglio in assenza di pubblico si svolgono taluni
procedimenti speciali come il cosiddetto giudizio abbreviato la cui applicazione della
pena su richiesta delle parti cosiddetto patteggiamento. Infine anche in camera di
consiglio si svolge l'udienza per l'assunzione di prove, durante le indagini preliminari
ad opera del giudice, nel corso dell'incidente probatorio benché questo Istituto
rappresenti una mera anticipazione temporale dell'Istruzione dibattimentale. La
pubblicità Intesa quale presenza del pubblico allo svolgimento dell'attività
processuale quindi quale controllo della collettività sull'amministrazione della
Giustizia si realizza solo nel udienza dibattimentale che è pubblica a pena di nullità.
C)Potere di accusa: Come già rilevato tipica del sistema accusatorio e la sottrazione
al giudice di ogni potere di iniziativa di incriminazione penale di ricerca di prove, il
giudice non ha poteri di ricerca e di scelta delle prove, la legazione di essere rimessa
le parti. Circa la ricerca delle prove il giudice ha un ruolo di terzo impassibile
spettatore dello scontro giudiziario che si svolge innanzi a Lui.
In taluni casi particolari: in sede di udienza preliminare allorché il giudice è investito
dal pubblico ministero con la richiesta di rinvio a giudizio dell'imputato, il giudice,
alla fine della discussione, allorché non ritiene di poter decidere allo stato degli atti
poi ingerirsi nell'attività di ricerca delle prove, ordinando al pubblico ministero lo
svolgimento di ulteriori indagini, ovvero disponendo in udienza un'attività di
integrazione probatoria. In mancanza di previsione di siffatti poteri propulsivi, il
giudice avrebbe dovuto pronunciare sentenza di non luogo a procedere ovvero
decreto di citazione a giudizio.
Nel corso del giudizio abbreviato può disporre un'interrogazione probatoria, in fase
di istruzione dibattimentale data al giudice una duplice potestà, In primo luogo può
evocare la ricerca di nuove prove sia a favore sia il danno dell'imputato delle altre
parti private, indicando alle stesse e al pubblico ministero temi di prova nuove più
ampi utili per la completezza dell'esame, delle parti stessi ho dei testimoni; In
secondo luogo può disporre anche di ufficio l'assunzione di nuovi mezzi di prova, in
tali ipotesi il giudice abbandona il ruolo di arbitro imparziale concorre alla
acquisizione delle prove che dovrà valutare sorprendendo così al inerzia delle parti.
D) Dialettica paritaria tra accusa e difesa: nella fase delle indagini preliminari la
parità dialettica tra accusa e difesa è diminuita danno della Difesa, configurandosi
una somma di poteri in testa al pubblico ministero tali da ricordare da l'unica l'arte
del sistema inquisitorio. Oltre alla forma scritta segreta è già menzionata il pubblico
ministero ha un ruolo determinante in tutte le fasi investigative ponendosi quale
dominus di questa e formando taluni atti con rilevanza probatoria, avvalendosi
anche dell'ausilio della polizia giudiziaria. Peraltro in ossequio al sistema accusatorio
il pubblico ministero è privato dei poteri di coercizione personale o limitative della
Libertà di comunicazione, ne può adottare misure cautelari reali, quali sequestri di
natura conservativa o preventiva, aspettando tali potestà al Giudice delle indagini
preliminari. Tale situazione è stata riequilibrata attraverso la legge 397/2000 che ha
introdotto la possibilità per i difensori di svolgere investigazioni difensive. Il Giudice
delle indagini preliminari interviene nelle indagini quale garante della loro legittimità
per gli atti compiuti dal Pubblico Ministero e della polizia giudiziaria, opera quale
soggetto investito di poteri giurisdizionali per gli atti direttamente da lui compiuti o
innanzi a lui posti in essere. Innanzi a lui prende vita in tutto il suo vigore la dialettica
paritaria, nel dibattimento tale parità dialettica è piena e completa essendo
immanente e connaturale; in sintesi, in presenza di un giudice, il PM perde ogni
potere decisionale ogni capacità potestativa verso l'imputato. La parità di posizioni si
appalesa in tutta la sua pienezza nel dibattimento sotto tre profili: preminenza delle
prove formate nel contraddittorio, parità nella deduzione delle fonti e dei mezzi di
prova è uguale soggezione ai poteri decisionali Del Giudice.
E) Processo di parti: la definizione di processo di parti riflette due problematiche, da
un lato si riferisce alla fondamentale paritaria l'etica tra accusa e difesa, dall'altro
alla accentuato potere che ad ogni parte compete nel processo, ma quest'ultima
connotazione è solo parzialmente esatta. Essa risponde al vero, allorchè si intende
significare che sono le parti ad iniziare e dare impulso al processo, spettando al
pubblico ministero l'esercizio dell'azione penale e all'accusa e alla difesa
l'allegazione l'assunzione delle prove. L'azione penale resta pur sempre pubblica
obbligatoria ne potrebbe essere diversamente stante le previsioni costituzionali. I
caratteri della ufficialità e della irretrattabilità sono resto ribaditi dal codice. Il
pubblico ministero è costituito come parte, ma è parte pubblica tenuta
all'accertamento della verità reale, è un promotore di giustizia tenuto ad indagare
sui fatti e circostanze a favore dello stesso investigato. D'altra parte l'imputato non
può riconoscersi colpevole sei innocente né accettare una pena non congrua per
speso quantità reato commesso.
F) Principio di collaborazione tra le parti: la condivisione delle parti con il giudice
della responsabilità del processo elevata principio generale trova traccia in una
pluralità di norme positive punto sono da segnalare a titolo esemplificativo oltre al
citato articolo 159 del Codice Penale, l'articolo 304 del Codice di Procedura Penale,
l'articolo 182 comma 1 del codice di procedura penale, l'articolo 147 comma 3 del
Codice procedura penale, articolo 656 comma 8 bis del codice di procedura penale.
Il concetto del processo
Nel nuovo codice i termini procedimento e processo hanno un significato diverso
tra loro essendo questo correlato ai caratteri accusatori del sistema processuale, la
terminologia di processo è riservata solo a quella fase che inizia con l' assunzione
della qualità di imputato, al termine delle indagini preliminari allorché viene
formulata l'imputazione in una degli atti elencati dall'articolo 60 del codice di
procedura penale. Il processo si può definire in una molteplicità di modi, tutti
riproducenti la medesima realtà ma ognuno descrivendo un particolare profilo
essenziale: In primo luogo processo come rapporto giuridico in cui la posizione
passiva fa capo ad un soggetto in qualità di imputato, In secondo luogo come
rapporto giuridico tra le parti in posizione dialettica tra loro il reciproco
contraddittorio, in terzo luogo processo come rapporto giuridico in cui si svolge
l'azione penale, in quarto luogo processo come rapporto giuridico giurisdizionale
innanzi al giudice. Il rapporto giuridico consiste in una relazione intercorrente tra
almeno due soggetti regolata dal diritto con altri azione di diritti soggettivi, potestà e
facoltà e per controverso doveri, soggezione e oneri. In un sistema accusatorio in un
processo di parte innegabile la configurazione di un rapporto regolato dal diritto
processuale. Vero è che il giudice non è una parte, ma super partes, essendo la
cosiddetta terzarietà, la sua nota caratteristica, ma ciò significa che solo che egli non
è parte nel rapporto giuridico ossia che gli non è soggetto attivo o passivo dell'azione
penale, ma non sa che non esiste un rapporto giuridico processuale, il giudice decide
del rapporto processuale sottoposta alla sua cognizione dal pubblico ministero
mediante l'azione della pretesa punitiva a carico dell'imputato. Nella terminologia
del codice fuoriescono dal concetto di processo quelle azioni penali accessori o
complementari che hanno per oggetto un accertamento diverso dalla notizia
criminis ossia quelle azioni che non mirano all'affermazione di colpevolezza o
innocenza di un imputato. Le azioni penali in esame secondaria rispetto all'azione
penale principale confluiscono in un altro tipo di rapporto giuridico definito come
procedimento dal codice Vassalli come meglio in seguito si vedrà trattando di tale
concetto.
Il concetto di procedimento
Può dirsi che la fase del procedimento inizia con l'acquisizione della notizia di reato e
termina con l'esercizio dell'azione penale momento in cui inizia invece la fase del
processo, Trattasi generalmente di casi in cui il termine procedimento concerne la
sequela di atti relativi alle cosiddette azioni penali accessorie o strumentali o
complementari all'azione penale principale. Esse non mirano nella formulazione del
giudizio di proscioglimento o di condanna, ma hanno pur sempre chiaro carattere
giurisdizionale per la presenza di un giudice, di garanzie di difesa contemplate, nel
contraddittorio di soggetti portatori di interessi contrapposti.
Lo schema del procedimento
Va ad essere chiarito in via preliminare il concetto di autorità giudiziaria, indica sia il
soggetto giudice e sia il soggetto pubblico ministero. Invero la funzione giudiziaria ha
un significato più ampio di quella giurisdizionale, quest'ultima attiene solo all'attività
del giudice che interpreta ed applica la legge; l'attività giudiziaria è quella che si
svolge nel giudizio anche ad opera di soggetti non muniti di giurisdizione, il termine
autorità concerne i soggetti detentori di un potere pubblico e ne consegue che
autorità giudiziaria sono i soggetti che esercitano un potere giurisdizionale o non,
nel giudizio inteso in senso amplissimo come sinonimo di procedimento.
È da premettere in proposito, la nozione di stato e grado del procedimento,
- lo stato indica nella dimensione dinamica del procedimento il momento nel
quale esso è giunto, ciò può essere rilevante in relazione al maturarsi di preclusioni
processuali ad esempio il giudizio abbreviato può essere richiesto nel udienza
preliminare non in uno stato successivo;
- per grado del procedimento invece deve intendersi sul suo eventuale sviluppo
verticale che può articolarsi dopo un primo grado, in un successivo di controllo del
precedente.
Nell'ambito di ogni grado orizzontale il procedimento si articola in singole fasi,
esempio il primo grado è suddivisibile nella fase degli atti preliminari, degli atti
introduttivi, dell'Istruzione, della decisione. In una visione sintetica l'iter del
procedimento può essere scandito in tre gradi di giudizio, primo grado, appello e
ricorso per cassazione, avvertendo che l'appello può anche mancare o perché la
sentenza ed è direttamente ricorribile per Cassazione o perché la parte preferisce
non avvalersi. La fase iniziale del procedimento delle indagini preliminari di natura e
rilevanza preprocessuale, è condotta dal pubblico ministero dalla polizia giudiziaria
nei confronti di un soggetto che non è ancora imputato. Al termine della fase
investigativa il pubblico ministero si determina in ordine all'esercizio o meno
dell'azione penale; In caso negativo chiede l'archiviazione al giudice per le indagini
preliminari ( GIP); In caso positivo dà inizio al processo formulando l'imputazione a
carico dell'indagato che diventa così imputato. Segue di norma l'udienza preliminare
innanzi al giudice dell'udienza preliminare (GUP) che esamina l'accusa, definendo il
corso del processo con sentenza di non luogo a procedere o decreto di rinvio a
giudizio, ovvero facendolo proseguire innanzi al giudice dibattimentale disponendo
la celebrazione del giudizio. Si svolge quindi l'udienza pubblica dibattimentale
innanzi al giudice monocratico. Il giudizio contempla Le formalità degli atti
introduttivi, della costituzione delle parti e delle questioni preliminari. Inizia poi
l'istruzione dibattimentale con l'esame incrociato delle parti e dei testimoni
eseguono la discussione la deliberazione della sentenza.
A) Procedimenti speciali: giudizio abbreviato e patteggiamento della pena che
rendono inutile l'udienza dibattimentale; giudizio immediato e giudizio direttissimo
che evitano l'udienza preliminare; procedimento per decreto penale di condanna
che elude sia l'udienza preliminare metti mentale.
B) Il giudizio di secondo è quello di terzo grado come già accennato riguardano il
grado della pelle e del ricorso per cassazione che costituiscono i mezzi ordinari di
gravame è che si risolvono di norma nella celebrazione di un udienza dibattimentale
pubblica o in camera di consiglio.
C) La revisione è un mezzo straordinario di gravame eccezionalmente previsto
adesso le sentenze già divenute irrevocabili.
Soggetti e parti
Persone che non sono soggetti del procedimento: Trattasi dei consulenti tecnici del
pubblico ministero nella fase delle indagini preliminari, dei periti del giudice, delle
persone informate dei fatti indagati, dei testimoni, degli ausiliari tecnici della polizia
giudiziaria, delle persone sottoposte ad atti di perquisizione e ispezione ed altri. Tutti
costoro non sono annoverati nel codice tra i soggetti processuali, tutte le persone
sopra indicate si trovano in posizione subordinata, strumentale e secondaria rispetto
ai soggetti processuali, non hanno interesse proprio da far valere alla ricerca della
verità, non hanno potere per inserirsi nella vicenda processuale, ma vi sono soggetti
chiamati per compiti serventi alle finalità istituzionali di costoro.
Soggetti: i soggetti sono il giudice, il pubblico ministero, la polizia giudiziaria,
l'imputato, il danneggiato dal reato, il responsabile civile, il civilmente obbligato per
la pena pecuniaria, l'offeso dal reato, il difensore. Loro comune caratteristiche la
titolarità soggettiva di poteri e facoltà sia nella fase delle indagini preliminari e sia
nei vari gradi e stati del processo in senso stretto. Ognuno di tali soggetti è portatore
di propri interessi, personali o istituzionali, nella dialettica processuale; A tal fine
agisce direttamente si avvale anche delle persone non soggette sopraindicate,
servendo né in funzione strumentale ai propri interessi o alle proprie funzioni.
Parti processuali: e parte il soggetto nei cui confronti viene assunta la decisione
giurisdizionale. Innanzi al giudice investito della cognizione del rapporto processuali
sono parti necessarie pubblico ministero, l'imputato e il suo difensore. La parte
civile, il responsabile civile, il Civile obbligato per la pena pecuniaria ed i rispettivi
difensori sono figure processuali meramente eventuali e portatrici di interessi
secondari. il processo penale ha come oggetto essenziale l'imputazione a carico
dell'imputato per il fatto reato e ciò costituisce il suo contenuto indefettibile,
purtuttavia ragioni di economia processuale l'esigenza della contestualità della
disamina dell'illecito nella sua varia natura di reato è di fronte a di obbligazione ex
delictus, giustificano l'inserimento nel rapporto penale processuale di pretese
accessori e quindi l'intervento la citazione in esso dei soggetti, cui fanno capo i
relativi rapporti sostanziali che nel processo penale hanno rilevante posizione
secondaria rispetto all'azione penale, oggetto principale del rapporto processuale.
Ne consegue che le parti secondarie in questione possono Innanzitutto non esistere
affatto allorché dal fatto reato non siano sorte quelle posizioni giuridiche sostanziali.
Dal punto di vista cronologico la qualità di parte si assume per le parti necessarie
quindi pubblico ministero imputato il suo difensore sin dal momento in cui sorge il
processo e cioè quando il pubblico ministero formula a carico dell'imputato di
incolpazione in uno dei modi di cui all'articolo 60, invertendo del rapporto
processuale il giudice. Per tali parti la quantità permane fino alla formulazione della
sentenza irrevocabile del successibile di reviviscenza in ipotesi di revisione. Per le
parti secondarie l'eventuale assunzione di Italia qualità del cuore al momento in cui
anche successivamente all'esercizio dell'azione penale avviene la loro citazione o il
loro intervento, la qualità permane finché dura il rapporto processuale e quindi fino
alla pronuncia della sentenza irrevocabile, salva l'ipotesi di revisione sopra indicata a
meno che in precedenza avvenga la loro esclusione dal processo.
Soggetti ma non parti: non sono parti del processo il giudice, la polizia giudiziaria, la
persona offesa del reato, e gli enti esponenziali di interessi lesi dal reato. Tutte
queste figure hanno in comune la qualità di soggetti e la inidoneità a convertire tale
qualità in quella di parte processuale, pur partecipando a vario titolo al processo. Il
giudice non può essere parte perché nel sistema accusatorio egli al di fuori della
dialettica tra accusa e difesa, è estraneo al contraddittorio che tra questi si svolge,
egli non è per definizione portatore di interessi in conflitto, il suo ruolo lo pone al di
sopra delle parti, è un terzo imparziale rispetto agli interessi in contesa. Anche la
polizia giudiziaria non ha capacità di divenire da soggetto a parte, importante è la
funzione che la polizia giudiziaria svolge nella fase delle indagini preliminari, in sede
di procedimento prima del processo, essendo essa titolare della funzione
investigativa insieme al pubblico ministero e sotto la direzione di questi.
La ragionevole durata del processo
L'articolo 6 della legge 848 del 55 la quale ha ratificato la convenzione Europea dei
diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali stabilisce che ogni persona ha diritto ad
un equo e pubblica udienza entro un termine ragionevole, davanti ad un tribunale
indipendente imparziale è costituito per legge che decide sia in ordine alla
controversia sui diritti e obblighi di natura civile, sia sul fondamento di ogni accusa e
materia penale derivata contro di lei; a dare più concreta attuazione ai detti principi
intervenuta la legge 89/2001 la quale prevede che la violazione del principio della
ragionevole durata del processo dà diritto ad ottenere una riparazione per eventuali
danni patiti. La ragionevole durata del processo non essendo quantificata va desunta
con riferimento alla complessità del caso e sottraendo i segmenti temporali
attribuibili all'iniziativa delle parti, con l'onere di dimostrare il nesso tra il cattivo
funzionamento del processo e l'incidenza della sua durata; la domanda di Equa
riparazione va proposta con ricorso che deve essere sottoscritto da un difensore
munito di Procura speciale, l'istanza va avanzata contro il Ministero di giustizia
innanzi alla Corte di Appello del distretto vestito il giudice competente è
determinato secondo i criteri di cui all'articolo 11 del Codice di Procedura Penale, a
pena di decadenza la domanda deve essere proposta durante il corso del processo
ovvero entro sei mesi dal momento in cui la decisione è divenuta definitiva.

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