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Alberto Moravia, Gli indifferenti

Michele farà una serie di atti mancati recitando la parte del padrone di casa

Atti mancati – il fatto di essere mancato è in linea con i suoi sentimenti e alla sua indifferenza che non riuscirà a superare

Capacità d’azione paralizzata

Qui Michele riflette

Spesso dopo aver recitato una scena con più voci riflettono da soli

[A proposito di Michele]
Il ragazzo si rifugiò presso la finestra: la pioggia cade ancora, se ne udiva il fruscio sulle imposte e
sugli alberi del giardino; pioveva tranquillamente, sulle ville, per le strade vuote. Molta gente
doveva ascoltare come lui, dietro i vetri chiusi, col cuore pieno dell’istessa angoscia, volgendo le
spalle alla calda intimità delle stanze: “È inutile” si ripeteva toccando con le dita incerte i bordi
della finestra, “è inutile..., questa non è la mia vita…” Gli tornò in mente la scena del portacenere, il
ridicolo svenimento, quell’indifferenza: “Tutto qui diviene comico, falso; non c’è sincerità… io non
ero fatto per questa vita.” L’uomo che egli doveva odiare, Leo, non si faceva abbastanza odiare; la
donna che doveva amare, Lisa, era falsa, mascherava con dei sentimentalismi intollerabili delle
voglie troppo semplici ed era impossibile amarla: ebbe l’impressione di volgere le spalle non al
salotto, ma ad un abisso vuoto oscuro: “Non è questa la mia vita” pensò con convinzione; “ma
allora?”

Stessa tematica

Guardò la madre: “Davvero mascalzone” ripeté, e si sentì agghiacciare dalla propria voce, che era
fredda e banale come se avesse voluto dire “buon giorno” oppure “che ore sono.” Allora batté il
pugno sulla tavola: “Ma io” gridò con una stridula ed esteriore veemenza “sono anche capace di
andare a casa sua e prenderlo a schiaffi.” Alzò gli occhi e si vide nello specchio di Venezia appeso
alla parete di faccia: era sua o di qualchedun altro quell’immagine dagli occhi ipocriti, che lo
guardava di sotto in su come per dirgli “No… non sei capace”?

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