Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
IMPIANTI DI TURBINE A GAS
1-Costituzione
Gli impianti di turbine a gas per la produzione di energia elettrica sono quasi sempre a ciclo aperto.
La fase di introduzione del calore è quindi sostituita da una combustione che avviene in seno al fluido
motore. Questo introduce delle limitazioni sui combustibili che si possono utilizzare, nonché sul fluido di
lavoro, che non può che essere aria.
Le turbine a gas presentano vantaggi e svantaggi rispetto alle turbine a vapore.
Vantaggi:
− assenza della caldaia e del condensatore
− assenza del mezzo refrigerante
− minori portate volumetriche
− durata inferiore dei transitori termici e di avviamento
Svantaggi:
− maggiore sensibilità alle irreversibilità, dovuta alla maggiore importanza del lavoro di compressione
rispetto al ciclo a vapore
− introduzione di calore a temperatura variabile, con rendimenti del ciclo di parecchio inferiori al
rendimento del ciclo di Carnot tra le temperature estreme (questo peraltro avviene anche nei
moderni impianti a vapore con ciclo iper‐critico)
I turbogas hanno potuto affermarsi solo quando la tecnologia ha permesso di adottare temperature
massime molto elevate (oggi si può arrivare anche a 1400°C e oltre), permettendo di ottenere rendimenti
concorrenziali con quelli delle turbine a vapore.
L’impianto nella sua versione ‘a ciclo semplice aperto’ comprende un compressore, un combustore ed una
turbina:
m
b
1 2 3 g m
m a m
b
m
a 4
1
Politecnico di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
Lo schema seguente mostra invece una variante bialbero, con turbina di potenza posta sulla bassa
pressione, che viene talvolta utilizzata allo scopo di rendere la velocità del compressore indipendente da
quella del generatore, aumentando la flessibilità in fase di regolazione.
a1
m
2 3
4’
4
g m
m a m
b
Il campo di temperature diverso rispetto ai cicli a vapore rende particolarmente attraente l’adozione di cicli
combinati, in cui la parte a vapore funziona sfruttando il calore scaricato dal ciclo a gas (la temperatura del
gas scaricato dalla turbina è dell’ordine di 600°C, quindi permette di alimentare agevolmente un ciclo a
vapore con temperatura massima di 500‐550°C).
2-Ciclo di lavoro
Il ciclo di lavoro di una turbina a ciclo semplice aperto è formato da: una compressione (1‐2), una
combustione (2‐3) ed un’espansione (3‐4). Il gas nello stato 4 viene scaricato nell’ambiente, e sostituito da
aria aspirata alla temperatura T1. Questa sostituzione, dal punto di vista termodinamico, è assolutamente
equivalente al raffreddamento da T4 a T1 che avverrebbe nel caso di ciclo chiuso (in questo caso si può
2
Politecnico di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
parlare propriamente di ciclo termodinamico, mentre nel caso del ciclo aperto si può parlare solamente di
‘ciclo di lavoro’ della macchina). La descrizione del ciclo di lavoro della turbina deve anche considerare la
presenza o meno del combustibile all’aspirazione del compressore. Nelle applicazioni pratiche, il
compressore aspira unicamente aria, mentre il combustibile viene iniettato successivamente nel
combustore. La portata che attraversa la turbina è dunque quasi sempre maggiore rispetto a quella del
compressore.
Dal punto di vista termodinamico, il ciclo ideale di riferimento per le turbine a gas è il ciclo Joule, così
costituito:
‐ 1‐2: compressione isoentropica
‐ 2‐3: introduzione di calore a pressione costante
‐ 3‐4: espansione isoentropica
‐ 4‐1: sottrazione di calore a pressione costante
Il ciclo reale, rispetto a quello ideale, presenta delle perdite sia nel compressore e nella turbina, che nel
combustore (nel quale la combustione avviene con una leggera caduta di pressione). In realtà, in linea di
principio il ciclo di lavoro reale non è direttamente confrontabile con il ciclo termodinamico ideale, per via
del fatto che nel caso reale il fluido cambia composizione e non percorre affatto un ciclo termodinamico. È
più corretto, in linea di principio, fare riferimento al cosiddetto ‘ciclo limite’, ossia ad un ciclo di lavoro privo
di perdite ma percorso da un gas avente le stesse proprietà del gas reale.
Il ciclo limite differisce dal ciclo ideale per i seguenti fattori:
‐ Variazione di Cp e Cv con la temperatura
‐ Presenza della fase di combustione e quindi di gas combusti aventi proprietà (Cp’, R’) diverse da
quelle dell’aria (Cp, R)
‐ Dissociazione di alcuni prodotti della combustione nel punto 3.
Il ‘rendimento limite’ dell’impianto è un poco inferiore al rendimento del ciclo termodinamico ideale, che
costituisce comunque un utile riferimento numerico.
3
Politecnico di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
Lavoro e rendimento del ciclo ideale
1800
1600
T3/T1 = 5
3
1400
1200
1000
T [K]
800
2 4
600
400 1
200
s
Li,id = c p T3 - T4 - c p T2 - T1 =
1 T2
= c pT3 1 - - c T
p 1 -1 =
T3 T4 T1
1 k-1
= c pT3 1 - k-1 - c pT1 β k -1
βk
T1 = 293.15 K; k = 1.4; R = 287 J/kgK
600
T3/T1 = 3.5
T3/T1 =4
500 T3/T1 =5
T3/T1 = 5.5
Li,id [kJ/kg]
400
300
200
100
0
k
1 21 41 61 81
T3 k 1
T1
k
Il lavoro ideale è nullo per β=1 e per 3
k 1
T
. Per un dato valore di T3, il lavoro presenta un
T1
k
2 k 1
3
T
massimo in corrispondenza di L max . Si dimostra che tale valore di β corrisponde alla
T1
condizione T2=T4. Infatti:
4
Politecnico di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
T2 T4 T2 T4 T1T3
.
Rendimento del ciclo ideale:
Li,id Li,id
id
Q1,id c p T3 T2
c p T3 T4 c p T2 T1 c p T3 T2 c p T4 T1 c p T4 T1
id 1
c p T3 T2 c p T3 T2 c p T3 T2
k 1
k 1
T3 k T1 1 T3 k T1 1
1 k 1
1 k 1 k 1 1 k 1
T3 T1 k k T3 k T1 k
Il rendimento risulta quindi una funzione crescente di β, ed è indipendente da T3 (curva blu nel diagramma
sottostante, in cui è evidenziato anche il rapporto di compressione corrispondente al massimo lavoro).
400 rendimento
0.5
300 0.4
id
0.3
200
0.2
100
0.1
0 k
0
1 6 T3 2k 1 11 16 21
T1
5
Politecnico di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
Andamento del lavoro ideale in funzione di T3:
3
T
p3
p2
2 4
p1
s
Per tenere conto delle diverse fonti di perdita si introducono opportuni rendimenti:
‐ Rendimento isoentropico del compressore, c, rendimento politropico (o idraulico), yc, del
compressore:
𝐿, 𝑐 𝑇, 𝑇
𝜂
𝐿 𝑐 𝑇 𝑇
𝐿 , 𝑣𝑑𝑝
𝜂
𝐿 𝑐 𝑇 𝑇
𝑚 1
𝑚 𝑝2 𝑚
𝑅𝑇1 1
𝐿𝑐 𝐿𝑤 𝑚 1 𝑝1 𝑚 𝑘 1
𝜂𝑦𝑐 𝑚 1
𝐿𝑐 𝑝2 𝑚 1 𝑘
𝑘 𝑚
𝑅𝑇1 1
𝑘 1 𝑝1
‐ Rendimento isoentropico della turbina, t, rendimento politropico (o idraulico), yt, della turbina:
6
Politecnico di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
𝐿 𝑐 𝑇 𝑇
𝜂
𝐿, 𝑐 𝑇 𝑇,
𝐿 𝑐 𝑇 𝑇
𝜂
𝐿 , 𝑣𝑑𝑝
𝑘 𝑝
𝑅′𝑇 1
𝐿 𝑘 1 𝑝 𝑚 1 𝑘
𝜂 ∙
𝐿 𝐿 𝑚 𝑘 1
𝑚 𝑝
𝑅′𝑇 1
𝑚 1 𝑝
‐ Rendimento energetico del combustore, b, e rendimento pneumatico del combustore, b:
𝑝
𝑝
Il lavoro utile è definito convenzionalmente come il rapporto tra la potenza utile e la portata d’aria:
Pu O Pi,t Pi,c
1
Pi,t m
a m a
b Li,t m Li,t Pi,c m
a L i ,c
1
a
Pu O m
L i , t L i ,c
Pu 1
Lu O L i , t L i ,c
m
a
Li,c c p T2 T1
1
c
R c
c p T1 p 1
1 R
y ,c c p
c p T1 1
7
Politecnico di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
1
Li, t cp T3 T4 η t cp T3 1
βR cp
t
1
cp T3 1
R
η y,t
β cp
t
400
300
200
100
0
1 21 41 61 81
300
T3/T1=3.5
250 T3/T1=3.5 ciclo ideale
Lu [kJ/kg]
200
150
100
50
0
1 21 41 61 81
8
Politecnico di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
Rendimento globale:
Pu
g
m
b Hi
b H i m
ηb m b cp T3 T2
a m
1
L i , t L i ,c
g b O
1
c p T3 T2
Il rendimento globale si annulla per gli stessi valori di βc per i quali il lavoro utile risulta pari a zero, come
risulta dal seguente diagramma. Differentemente rispetto al ciclo ideale, il rendimento globale del ciclo
reale presenta un massimo, per valori di βc maggiori rispetto a quelli di massimo lavoro. Il massimo risulta
inoltre essere molto meno pronunciato rispetto a quello del lavoro utile.
0.9 T3/T1=3.5
0.8 T3/T1=4
id T3/T1=5
0.7
T3/T1=5.5
0.6 Ciclo ideale
0.5
g
0.4
0.3
0.2
0.1
0
1 21 41 61 81
300 0.9
Lu [kJ/kg]
Lu [kJ/kg] ciclo ideale
eta_g
200 0.6
T3/T1 = 4
Lu [kJ/kg]
g
100 0.3
0 0
1 9 21 29 41 61 81
9
Politecnico di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
T1 = 293.15 K; k = 1.4; R = 287 J/kgK; k' = 1.333; R'= 286.8 J/kgK;
y,c = y,t = 0.89; b = 0.99; m = 0.99; = 50
0.6
0.5
T3/T1=3.5
T3/T1=4
0.4 T3/T1=5
T3/T1=5.5
g
0.3 Beta = 6
Beta = 10
0.2 Beta = 14
Beta = 18
Beta = 22
0.1
0
0 100 200 300 400 500
Lu [kJ/kg]
Con T3=1173 K (900°C) e i dati del grafico sopra, si ha β (etag_max) = 29, β (Lu_max) = 9. Questi valori
aumentano con T3. Per esempio, con T3=1300°C ed y=0.9 (valore diffuso nelle migliori turbine a gas di
grande potenza), diventano rispettivamente >40 e circa 16.
A seconda di T3, con y=0.9 il beta di max rendimento è sopra 30, quello di max lavoro si posiziona tra 16 e
22 circa. Questo di fatto fornisce grande libertà ai progettisti, perché max rendimento significa minimi costi
di combustibile, max lavoro significa minimi costi di impianto.
La dipendenza del beta di max lavoro da T3 è molto meno marcata di quella del beta di max rendimento.
10
Politecnico di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
3-Rassegna di impianti disponibili sul mercato
Rendimento in funzione della potenza installata:
STIG = cicli con iniezione di vapore – Rigen/IC = ciclo rigenerativo e/o inter‐refrigerato – HD = heavy‐duty
(industriali) – AD = aero‐derivative1
HD= progettate e sviluppate esclusivamente per impiego industriale (produzione di energia elettrica).
AD= derivate, con le minime modifiche possibili, da motori progettati e sviluppati per la propulsione
aeronautica.
Nelle HD, il beta è tale da privilegiare il lavoro specifico, per ridurre i costi di impianto.
Nelle AD, il beta è generalmente più alto per privilegiare il rendimento (minor quantità di combustibile da
imbarcare sul veivolo).
Le AD hanno quindi rendimenti mediamente più elevati.
Si vede chiaramente un aumento del rendimento globale con la potenza elettrica.
Questo è dovuto a:
− Migliori eta_y (effetto di scala sulla similitudine)
− Migliori sistemi di raffreddamento delle palettature e quindi T3 più elevate
− Maggiore livello tecnologico generale, in quanto le sofisticazioni accettabili su grandi unità non lo
sono, per motivi principalmente economici, sulle piccole macchine.
Il rendimento delle TG a ciclo semplice raggiunge oggi valori di 0.40‐0.42, valori concorrenziali con quelli
delle TV.
1
G. Lozza, “Turbine a gas e cicli combinati”, 2° ed., Ediz. Esculapio, Bologna, 2006.
11
Politecnico di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
Rapporto di compressione in funzione della potenza:
12
Politecnico di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
REGOLAZIONE DELLE TURBINE A GAS
Nell’ipotesi di poter considerare la turbina come critica, la portata di gas combusti risulta essere funzione
delle condizioni all’ammissione:
g p3 v 3
m
p3
L’equazione precedente può essere riscritta in funzione della portata corretta del compressore e del
rapporto di compressione:
p3 p
m c b 1
1 R T3 1 R T3
m
c b
p1 1 R T3
T1
m T
c b 1
p1 1 R T3
T1
m 1
c const. T3 const.
p1
L’equazione della turbina, riportata sulla mappa del compressore, risulta quindi essere una retta, passante
per l’origine, la cui pendenza dipende dal valore della temperatura T3:
c
1
T1
m
p1
13
Politecnico di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
2-Caratteristica della regolazione
La bontà di una strategia di regolazione viene valutata riportando su un diagramma (detto caratteristica
della regolazione) il valore del rendimento globale in funzione della potenza utile, ottenuto per posizioni
variabili dell’organo di regolazione2 a velocità di rotazione costante.
g
1 Punto di
g ,0 progetto
Q
1 Pu
Pu,0
g P
Indicando le condizioni di progetto con il pedice 0, e rappresentando sul diagramma i rapporti e u ,
g ,0 Pu ,0
il punto di progetto si trova nel punto (1,1) del piano.
Prendendo in esame un generico punto Q, esso individua con l’asse delle ascisse un angolo tale che
g Pu,0
tan
g ,0 Pu
Pu
Dal momento che g , l’equazione precedente può essere così riscritta:
b Hi
m
b,0
m
tan .
b
m
2
Nel caso di un impianto turbogas, l’”organo di regolazione” è costituito da una valvola di laminazione oppure dal
sistema di controllo della portata di combustibile. Nel caso di un motore a combustione interna per autotrazione esso
è invece costituito dal pedale dell’acceleratore.
14
Politecnico di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
La figura seguente riporta l’andamento qualitativo della caratteristica di regolazione.
g
1
g ,0
1 Pu
Pu,0
3-Metodi di regolazione delle turbine a gas
Nella pratica, esistono tre possibilità per regolare una turbina a gas:
1) Riduzione della portata di combustibile;
2) Laminazione all’aspirazione del compressore;
3) Variazione del numero di giri del compressore.
Nel seguito questi tre metodi sono dettagliatamente descritti.
1) Riduzione della portata di combustibile
In base all’equazione di combustione:
b H i 1 C p ' T3 T2
se si ipotizza che la portata di aria rimanga all’incirca costante, una riduzione della portata di combustibile
determina una diminuzione di T3. Il punto di funzionamento dell’impianto si modifica come nel diagramma
seguente:
15
Politecnico di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
Come si può vedere, in realtà la portata di aria aumenta leggermente (in genere il compressore è assiale,
quindi la caratteristica è molto vicina alla verticale), pertanto a maggior ragione si ha che aumenta.
Inoltre, c T2 . La diminuzione di T2 e l’aumento di determinano una diminuzione di T3. Inoltre,
l’allontanamento di P’ dalle condizioni di progetto determina in genere un leggero peggioramento del
rendimento c.
Il nuovo ciclo visualizzato sul piano T‐s è il seguente:
Per verificare come cambia il lavoro utile del ciclo si devono analizzare i singoli contributi:
16
Politecnico di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
/
𝐿 𝑐 𝑇 𝛽𝑐 1
1) Il lavoro del compressore diminuisce leggermente per la diminuzione di 𝛽 ed il leggero
peggioramento del rendimento di compressione
1
𝐿 𝜂𝑐 𝑇 1
𝛽
2) Il lavoro della turbina diminuisce in maniera maggiore, poiché è direttamente proporzionale a 𝑇 .
Dunque, il lavoro utile del ciclo 𝐿 𝜂 𝐿 𝐿 subisce un globale decremento. La diminuzione di
quest’ultimo prevale anche sul leggero aumento di 𝑚 e dunque la potenza diminuisce.
Per quel che riguarda il rendimento 𝜂 , esso peggiora per la contemporanea diminuzione di 𝑇 e 𝛽 .
La caratteristica di regolazione è abbastanza vicina alla diagonale:
2) Laminazione all’aspirazione del compressore
Se 𝑇 rimane costante e la turbina rimane critica, allora il punto di funzionamento individuato dalle
caratteristiche di compressore e turbina non varia:
17
Politecnico di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
La portata corretta rimane invariata, ma la portata effettiva diminuisce, come si ricava dai seguenti
passaggi:
ricordando che 𝑇 𝑇 (laminazione isoentalpica per gas ideale), si ottiene 𝑚 𝑚
Considerando 𝑇 , 𝐿 𝑒 𝛼 costanti è abbastanza facile capire che il lavoro della turbina diminuisce, in quanto
essa espande con rapporto 𝛽 𝛽 inferiore rispetto a quello di progetto, come è ben visibile nel grafico
seguente:
18
Politecnico di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
Nel ciclo semplice il rendimento peggiora di più rispetto al caso di regolazione con riduzione di 𝑚 , come si
vede sul grafico della caratteristica di regolazione:
Se però il ciclo fosse rigenerativo, la presenza della laminazione causerebbe un aumento dell’efficienza
dello scambiatore 𝑅 (grazie alla diminuzione di portata) e quindi la curva starebbe sopra quella della
riduzione di 𝑚
3) Variazione del numero di giri del compressore 𝒏𝒄
Variare 𝑛 vuol dire cambiare caratteristica del compressore, senza introdurre perdite aggiuntive né,
almeno in teoria, abbassare 𝑇 (caratteristica della turbina invariata).
Sarebbe un’ottima regolazione, ma negli impianti di produzione di potenza non è possibile, poiché turbina e
compressore sono accoppiati e la corrente deve essere prodotta a frequenza imposta (50 Hz). La soluzione
più semplice sarebbe disaccoppiare le macchine, alimentando il compressore con un motore elettrico
regolabile con inverter. Tale soluzione è però troppo costosa (soprattutto per l’elevata potenza elettrica
installata) e si opta allora per l’impianto bialbero, in cui si ha una turbina generatrice di gas, accoppiata al
19
Politecnico di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
compressore per trascinarlo, ed una di potenza collegata con l’utenza che girerà a velocità imposta dalle
necessità di rete.
Verrà trattato il caso di turbina di potenza a bassa pressione, come rappresentato nello schema seguente:
a1
m
2 3
4’
4
g m
m a m
b
𝑚 𝐿 𝜂 𝑚 𝐿 ,
1 𝛼
𝐿 𝜂 𝐿 ,
𝛼
, 1 𝛼 ⎛ 1 ⎞
𝑐 𝑇 𝛽 1 𝜂 𝑐 𝑇 ⎜1 ⎟
𝛼 ,
𝛽,
⎝ ⎠
𝛽, 𝛽, 𝛽 𝜂
20
Politecnico di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
Fino ad ora si è assunto che 𝑇 rimanga invariata, ma si deve verificare se ciò è effettivamente possibile.
Una prima equazione può essere scritta osservando che le turbine sono in serie (attraversate dalla stessa
portata) e ricordando la legge dei consumi per turbine critiche:
𝑚 , 𝑚 ,
𝑝 𝑝
𝐾 𝐾
𝑇 𝑇
𝑝 𝑇 𝐾
1
𝑝 𝑇 𝐾
Una seconda equazione ci è data dalla trasformazione politropica 3 → 4 :
𝑝 𝑇 𝑇 ,
2
𝑝 𝑇 𝑇
Uguagliando quindi (1) e (2) si ottiene:
𝑇 , 𝑇 𝐾
𝑇 𝑇 𝐾
𝑇 , 𝐾 𝑇
𝑐𝑜𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 → 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒
𝑇 𝐾 𝑇
Quindi la 𝑇 deve soddisfare questa condizione (non è detto che rimanga costante).
21
Politecnico di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
Per verificare se 𝑇 sia costante, si introduce ora il coefficiente di pressione del compressore:
𝐿
𝜓
𝑢′′
2
Con 𝑢′′ velocità periferica del compressore all’uscita della girante.
𝐿 𝐴𝑛 3
Con A costante di proporzionalità generica. Ricordando l’equazione di equilibrio all’albero si ricava:
1 𝛼 1 𝛼 𝑇 𝑇
𝐿 𝜂 𝐿 , 𝜂 𝑐 𝑇 1 𝐵𝑇 1
𝛼 𝛼 𝑇 𝑇
Ma poiché precedentemente era stato trovato che 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝐶 :
𝑇
𝐿 𝐵𝑇 1 𝐵𝑇 1 𝐶 𝐷𝑇 4
𝑇
E infine, mettendo insieme la (3) e la (4):
𝑇
𝐴𝑛 𝐷𝑇 → 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒
𝑛
Adesso risulta evidente che 𝑇 non può rimanere costante. Nel diagramma seguente è riportato un esempio
di regolazione, rappresentato sulla caratteristica del compressore, nel caso in cui la velocità del
compressore sia ridotta del 20% rispetto al valore di partenza.
22
Politecnico di Torino 12BNINE – Macchine
Dipartimento Energia
Nonostante la penalizzazione di rendimento dovuta ad una diminuzione di 𝑇 , questo metodo è il più
efficiente tra i tre mostrati, come conferma la seguente caratteristica di regolazione:
23