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PROCEDIMENTI DI ANTITRASFORMAZIONE
F(s)f(t)
Data una funzione complessa F(s) la sua antitrasformata di Laplace è definita come
segue:
0 j
1
f(t)
2j F(s) e st ds con 0 c
0 j
e si indica con
f(t) = L -1{F(s)}.
Come abbiamo visto, una delle condizioni perché una funzione f(t) sia trasformabile
secondo Laplace è che sia nulla per t<0 (proprietà di causalità): questa condizione
non è strettamente necessaria per la trasformabilità, visto che i valori di f(t) per t<0
non danno contributo nella definizione di integrale di Laplace, ma è necessaria per la
biunivocità dell'operazione di trasformazione in modo che antitrasformando si
ottenga comunque una funzione nulla per t<0.
Copyright © 2018 Mariagrazia Dotoli. L’autore garantisce il permesso per la riproduzione e la distribuzione del
presente materiale per i soggetti privati, alla condizione che la fonte originale e l’autore siano esplicitamente
riconosciuti e citati.
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Per i motivi descritti ogni volta che si ricava un’antitrasformata occorre indicare il
fattore moltiplicativo 1(t).
Questa procedura si applica alle funzioni razionali fratte, che individuano le funzioni
nel dominio della frequenza complessa s di interesse nei controlli automatici,
essendo le trasformate di Laplace dei segnali tipici di questa disciplina. Una funzione
F(s) di questo tipo si può esprimere come rapporto di due polinomi nella variabile s:
B(s) bm sm bm 1 s m-1 b1 s b0
F(s)
A(s) a n sn a n 1 sn-1 a1 s a 0
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vario ordine. In questo caso la funzione f(t) si dice anticipativa o non realizzabile
(non causale) e la funzione F(s) è detta razionale fratta impropria.
In questo caso si presenta solo un impulso di Dirac del primo ordine e la funzione
F(s) si dice razionale fratta propria ma non strettamente.
Quindi in ciascuno dei tre casi analizzati è necessario antitrasformare una funzione
razionale fratta strettamente propria, pertanto è sufficiente analizzare il caso in cui
sia m<n.
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I fratti semplici dipendono dai poli di F(s), cioè dalle radici dell'equazione A(s)=0,
ossia dagli zeri della funzione A(s), che vanno quindi determinati. Tali radici sono in
numero pari al grado n del polinomio A(s) e possono essere reali o complesse e
coniugate, semplici o multiple.
Supponendo che A(s) abbia r radici distinte pi (i=1,...,r) ciascuna di molteplicità i,
cioè che sia:
r
A(s) = an (s-p1)α1 (s-p2)α2 ... (s-pr)αr= a n (s p i ) αi
i 1
con
r
i n .
i 1
k 21 k 22 k 2 2
...
( s p2 ) 2 ( s p2 ) 2 1 ( s p2 )
k r1 kr 2 k r r
...
( s pr ) r ( s pr ) r 1 ( s pr )
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r i kij
F( s )
j 1
i 1 j 1 s pi i
dove tutti e soli i coefficienti kiαi dei fratti semplici con denominatori del primo
ordine si chiamano residui associati ai poli pi.
n!
tn (e-at)
( s a) n 1
e sfruttando tale relazione per tn (con n=i-j) con la proprietà di linearità della
trasformata si può antitrasformare l’equazione precedente come segue:
r i k ij
f (t) t i j epi t 1(t)
i 1 j1 i j!
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Esempio
1 k11 k12 k
F( s ) 2
s s + a 2
s a 2 s a s
k11 s+k12 s s+a k 2 s+a
2
s s+a
2
quindi
1
k11 a
k12 k2 0
1
k11 k12 a+2 k 2 a=0 k12 2
a
k2 a2 1
1
k2 a2
Pertanto si ottiene
1 1 1
a a2
a2
1
F( s )
s s + a 2 s a 2 s a s
da cui
1 1 at 1
f ( t ) e at t e 1(t)
2 2
a a a
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Questo metodo sfrutta una formula generale valida per i coefficienti k ij, secondo la
quale risulta:
kij
1 d j 1
j 1 F ( s ) s - pi i
j 1! ds
i = 1 r, j = 1 i
s pi
ki1 F ( s ) s - pi i i = 1 r
s pi
d i
k i2 F(s) s-p i=1 r
ds s p
i
i
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Esempio
1 k11 k12 k
F(s) 2
s s+a
2
s a 2 s a s
1
k11 F(s) s+a
2 1
s a s s a a
d 2 1 1
k12 F(s) s+a
ds s a s 2 s a a2
1 1
k 2 F(s) s s 0
s+a 2 a2
s 0
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Questo metodo evita l’uso della formula generale per i coefficienti k ij con j≥2 ed
invece ricava nuove funzioni complesse sottraendo successivamente alla funzione
F(s) i fratti semplici ricavati per j=1. A queste nuove funzioni si applica quindi la
formula generale per ottenere il primo coefficiente, associato al denominatore di
grado massimo.
Esempio
Si ottiene:
k11 F ( s ) s + 23 5
s 2
k11 3 s +1 5 2
F1( s ) F ( s )
s + 23 s + 23 s + 1 s + 23 s + 22 s + 1
dunque
2 k12 k13 k
F1( s ) 2
s + 22 s + 1 s 22 s 2 s 1
da cui deriva che
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k12 2 2 2
F2 ( s ) F1( s )
s + 22 s + 22 s + 1 s + 22 s + 2s + 1
dunque
2 k k
F2 ( s ) 13 2
s + 2s + 1 s 2 s 1
da cui
In definitiva si ha:
-2t t 2
f ( t ) 5 e + 2 e -2t t + 2 e -2t - 2 e -t 1(t)
2
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Questo metodo consiste nell’utilizzare uno dei metodi precedenti e nel verificare a
posteriori il teorema sui residui oppure nel calcolare con uno di tali metodi tutti i
coefficienti kij dell’espansione ad eccezione di un residuo, il quale viene calcolato
utilizzando il risultato di tale teorema.
Il teorema dei residui afferma che, data una funzione razionale fratta F(s)
strettamente propria del tipo visto in precedenza, la sua espansione in fratti semplici,
espressa nella forma vista precedentemente, verifica la proprietà:
bm
r se n = m + 1
k i i an
i 1 0 se n > m + 1
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Nel caso in cui A(s) abbia delle radici complesse e coniugate, per valutare i
coefficienti associati si usa una procedura semplificata, valida solo per poli
complessi e coniugati semplici.
Si può dimostrare che i residui associati a poli complessi e coniugati sono anch’essi
complessi e coniugati. Ne consegue che i fratti semplici associati a due radici
complesse e coniugate possono combinarsi in una forma semplice che ha coefficienti
reali.
k11 k*11
G(s)
s σ jω s σ jω
(k11 k*11)s (k11 k*11) j(k11 k*11) αs β
(s σ)2 ω2 (s σ)2 ω2
dove è facile verificare che i coefficienti α e β sono reali. Per antitrasformare tale
fratto semplice osserviamo preliminarmente che evidentemente si ha:
αs β αs-ασ+ασ β
G(s)
2 2 2 2
(s-σ) ω (s-σ) ω
α(s σ) ασ β ω
(s σ)2 ω2 ω (s-σ)2 ω2
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ασ β
g(t) α cos t et sin t eσt 1(t) .
ω
Esempio
s2 2 s + 3
F( s )
(s 2 + 2 s + 2) (s 2 + 2 s + 5)
I poli sono p1/2 = -1±j e p3/4 = -1±2j, ciascuno di molteplicità pari a uno. Si riscrive
F(s) come segue:
1 s + 1 2 s + 2
F( s )
s 12 1 s 12 4
per cui vanno valutati i coefficienti reali 1, 1, 2 e 2. Si osserva che valgono le
seguenti relazioni:
s + 2 2
F(s) s 2 2s 2 1 s + 1 2
s 1 4
2
s 2s 2
s + 1 2
F(s) s 2 2s 5 1
s 1 1
2
s 2s 5 2 s + 2
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Calcolando ciascuna delle precedenti identità in una delle radici complesse del
polinomio a numeratore del primo membro di tali espressioni si ottiene:
1 s + 1 s 1 j F ( s ) s 2 2 s + 2
s 1 j
2 s + 2 s 12 j F ( s ) s 2 2 s + 5
s 1 2 j
1
1 1 j1
3
2
2 2 2 j 2
3
per cui
1+1 = 1/3 e 1 = 0
2+2 = 2/3 e 2 = 0
da cui
1 = 0 e 1 = 1/3
2 = 0 e 2 = 2/3
Pertanto si ha:
1 2
F( s ) 3 3
s 1 1 s 12 4
2
quindi
f (t )
3
1 t
e sent sen 2t 1( t )
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s2 2 s + 3 s2 2 s + 3
F(s)
(s 2 + 2 s + 2) (s 2 + 2 s + 5) (s 1 j)(s 1 j)(s 1 2 j)(s 1 2 j)
s 2 2s 3 1
k11 j
(s 1 j)(s 2 2s 5) s 1 j 6
s 2 2s 3 1
k 21 j
(s 2 2s 2)(s 1 2 j) s 1 2 j 6
da cui
1
k*11 j
6
1
k*21 j
6
1 1 1 1
k11 k*11 k 21 k*21 j j j j 0.
6 6 6 6
Pertanto si ha:
1 1 1 1 1 1 1 1
F(s) j j j j
6 s 1 j 6 s 1 j 6 s 1 2 j 6 s 1 2 j
quindi
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1
f (t) j e (1 j)t j e (1 j)t j e (1 2 j)t j e (1 2 j)t 1(t)
1 1 1
6 6 6 6
1 t 1 t
6 j e (cos t jsin t) j e (cos t jsin t)
6
1(t)
1 j e t (cos 2t jsin 2t) 1 j e t (cos 2t jsin 2t)
6 6
e t sint sin2t 1(t )
1
3
Esempio
s2 1
F( s )
s 2 (s 1) (s 2 + 2 s + 2)
k k k s +
F ( s ) 11 12 21
s2 s s 1 s 12 1
Si ha:
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2 s2 1
k11 F(s) s
s 0 (s 1) (s 2 + 2 s + 2) s 0
d(F(s) s 2 ) d s2 1
k12
ds ds (s 1) (s 2 + 2 s + 2)
s 0 s 0
s2 1
k 21 F(s) (s 1) s 1
s 2 (s 2 + 2 s + 2) s 1
Pertanto si ha:
12 1 2 s 1 2 1 2 1 2 s 1 1 1
F( s )
s 2 s s 1 s 12 1 s 2 s s 1 s 12 1 2 s 12 1
quindi
1
f ( t ) t 1 2e t cos(t) e t sin(t) e t 1( t )
1
2 2
Esempio
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1
F(s) .
(s 2 1)2
1 k11
k12 k*11 k*12
F(s) F(s)
(s 2 1)2 s j2 s j s j2 s j
dove
1 1
k11
(s j)2 s j 4
d 1 2 j
k12
ds (s j)2 (s j)3 s j 4
s j
da cui
1
k*11
4
j
k*21
4
j j
k12 k 22 k12 k*12 0.
4 4
Pertanto si ha:
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1 1 j 1 1 1 j 1
F(s)
4 s j 2 4 s j 4 s j 2 4 s j
quindi
1
f (t) t e jt e jt t e jt e jt 1(t)
j 1 j
4 4 4 4
1 j 1
( t(cos t jsin t) (cos t jsin t) t(cos t jsin t)
4 4 4
j 1 1
(cos t jsin t)) 1(t) t cos t sin t 1(t)
4 2 2
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L’antitrasformazione di funzioni razionali fratte, che sono quelle trattate nei controlli
automatici, è di semplice attuazione perché effettuata utilizzando alcune trasformate
notevoli.
dove il modo del primo tipo si ottiene per un polo semplice in p=0, il modo del
secondo tipo si ottiene per un polo semplice in p e gli ultimi due modi corrispondono
al caso in cui si abbia una coppia di poli in j.
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Nel caso di poli semplici i modi convergono a zero per t tendente all’infinito se la
parte reale del relativo polo è negativa, sono limitati se essa è nulla e divergono in
ampiezza se essa è positiva.
Inoltre i modi associati a poli reali sono monotoni, mentre quelli associati a poli
complessi sono oscillanti.
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Nel caso di poli multipli, i modi ad essi associati convergono a zero per t tendente
all’infinito se la parte reale del relativo polo è negativa e divergono in ampiezza se
essa è nulla o positiva (infatti il modo limitato associato ad un polo multiplo disposto
sull’asse immaginario è “coperto” per t tendente all’infinito dagli altri modi associati
al polo).
Inoltre i modi associati a poli reali sono monotoni, mentre quelli associati a poli
complessi sono oscillanti.
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Esempio
y( 2 )( t ) + 4 y(t) = 4 t
y( 0 ) = 1
y( 1 )( 0 ) = 0
Y(s) = L {y(t)}
si ottiene
1
s 2 Y(s) - s y(0- ) - y(1) (0- ) + 4 Y(s) = 4
s2
s 2 4 Y(s) = s
4
2
s y(0- )+y(1) (0- )
quindi
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Da questa espressione si nota che Y(s) e quindi y(t) dipendono da due termini: il
primo legato solo all'ingresso, ossia al termine “forzante” (risposta o evoluzione
forzata) ed il secondo dovuto unicamente alle condizioni iniziali (risposta o
evoluzione libera).
Scrivendo Y(s) come funzione razionale fratta, dopo aver sostituito i valori delle
condizioni iniziali, e specificando i diversi fratti semplici, si ricava:
4 1 s s3 4 k k s +
Y(s) =
s2 s2 4
s2 4
s2 s2 4 s2
11 + 12 +
s s2 4
3
k11 s +4 2
1
s
s 2 s 2 +4
s 0
k11 s3 +4 1 s3 -s 2 s-1
Y1(s) Y(s)
s2
s 2 s 2 +4 s2
s 2 s 2 +4 s 2 +4
k s+
12 k12 =0, =1, =-1.
s 2
s +4
1 s-1 1 s 1 2
Y(s)=
s2 s 2 +4 s2 s 2 +4 2 s 2 +4
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1
y( t ) t cos 2t sen 2t 1(t) .
2
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Si ha:
1 4
s 2 Yf (s)+ 4 Yf (s) = 4 Yf (s) =
s2
s2 s2 4
4 k k s+
11 + 12 +
Yf (s) =
2
s2 s2 4 s s s2 4
k11 4 2
1
s
s 2 s 2 +4
s 0
k11 4 1 4-s 2 4 1
Yf1(s) Yf (s)
s2
s 2 s 2 +4 s2
s 2 s 2 +4 s 2 +4
k s+
12 k12 =0, =0, =-1.
s 2
s +4
1 1 2
Yf (s)= -
2 2 2
s s +4
1
yf (t) t sen2t 1(t) .
2
Inoltre si ha:
s
s 2 Yl (s)+ 4 Yl (s) - s yl (0- ) - yl(1) (0- )=0 Yl (s) =
2
s 4
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e dunque
1
y(t) yf (t) yl (t) t cos 2t sen2t 1(t) .
2
Esempio
x( 1 ) ( t ) 2 3 x(t)
x( 1 ) ( t ) = 2 x(t) - 3 y(t) (1)
(1) y ( t ) 2 1 y(t)
y ( t ) = - 2 x(t) + y(t)
-
x(0 ) = 8
x(0- ) 8
-
y(0 ) = 3 -
y(0 ) 3
quindi
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s 2 3 X(s) 8
2 Y(s) = 3
s 1
X(s) 1 s 1 - 3 8 1 8 s - 17
Y(s) = =
s 2 3 s 4 - 2 s 2 3 s 2 3 s 4 3 s - 22
quindi
8 s - 17
X(s) s - 4 s + 1
Y(s) = 3 s - 22 .
s - 4 s + 1
8 s - 17 k k 3 5
X(s) = 1 2
s - 4s + 1 s - 4 s + 1 s - 4 s + 1
3 s - 22 k k 2 5
Y(s) = 3 4
s - 4s + 1 s - 4 s + 1 s - 4 s + 1
x( t ) 3 e 4t 5 e -t 1(t)
y( t ) 2 e 4t 5 e -t 1(t)
Approfondimenti consigliati:
Capitolo 2 ed esercizi del testo G. Marro, Controlli Automatici, Zanichelli, 2004.
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