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Fisica Breve
Fisica Breve
A. G RANDEZZE F ISICHE
La Fisica é una scienza che si occupa dello studio dei fenomeni naturali e lo
fa utilizzando le Grandezze Fisiche:
• l’Unitá di Misura;
• lo Strumento di Misura.
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B. L E U NIT Á DI M ISURA
Lunghezza l metro m
Tempo t secondo s
Massa m chilogrammo kg
Temperatura T Kelvin K
Tutte le altre sono Grandezze Fisiche Derivate. L’unitá di misura delle gran-
dezze fisiche derivate si costruisce utilizzando le unitá di misura di quelle
fondamentali. Ad esempio la superficie e il volume sono grandezze fisiche
derivate; le loro unitá di misura sono rispettivamente il m2 e il m3 , cioé deri-
vano dall’unitá di misura della lunghezza, cioé il metro m. La velocitá é una
grandezza fisica derivata; la sua unitá di misura é il m/s (metro al secondo),
cioé deriva dalle unitá di misura della lunghezza e del tempo, cioé il metro
m e il secondo s.
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C. G LI S TRUMENTI DI M ISURA
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Consideriamo come secondo esempio il termometro in figura.
Per quanto riguarda la prontezza un esempio puó essere quello della misu-
ra della temperatura di una stanza con un termometro. Si dovrá sempre
attendere qualche minuto perché il termometro segni la temperatura cor-
retta. Con termometri con una maggiore prontezza il tempo di attesa sará
piú breve e le misure piú rapide.
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D. L A D ENSIT Á
In formule:
m
d=
V
Esempio: Misurata la massa di un mattone trovo che essa vale: m = 2kg;
misurato il suo volume trovo che esso é: V = 4 dm3 . Voglio trovare la sua
densitá. Per prima cosa mi assicuro che volume e massa siano espressi nel-
le giuste unitá di misura. La massa deve essere sempre espressa in kg e
il volume in m3 . In caso contrario é necessario utilizzare un’equivalenza.
In questo esempio la massa é giustamente espressa in kg, ma il volume é
espresso in dm3 . Pertanto é necessaria l’equivalenza:
V = 4 dm3 = 0, 004 m3
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E’ spesso utile la formula inversa:
m=d·V
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E. L A T EMPERATURA : G RADI K ELVIN E G RADI C ELSIUS
• I gradi Kelvin: K
T (K) = T (◦ C) + 273, 15
Viceversa:
T (◦ C) = T (K) − 273, 15
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I L M OTO
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La velocitá del pallone cambia con-
tinuamente: il pallone ha una velo-
citá massima alla partenza, rallenta
salendo di altezza e ha una velocitá
minimina nel punto piú alto del suo
percorso, aumenta di nuovo velocitá
mentre ricade.
Un oggetto che viene lasciato cade-
re ha un suo moto; la sua traietto-
ria é la linea retta verticale che per-
corre durante la caduta. La sua ve-
locitá cambia continuamente aumen-
tando progressivamente durante la
caduta.
La Terra si dice che ha un moto di ri-
voluzione intorno al sole; la sua tra-
iettoria é una curva chiusa detta el-
lisse. La sua velocitá cambia in conti-
nuazione é massima nel punto piú vi-
cino al sole, é minima nel punto piú
lontano.
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C. M OTO R ETTILINEO U NIFORME
v = costante
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D. L’A CCELERAZIONE
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E. M OTO R ETTILINEO A CCELERATO
vi 6= vf
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F. I L M OTO DI C ADUTA L IBERA
Un oggetto che é lasciato cadere da una certa altezza sottoposto alla forza di
gravitá é detto in caduta libera se si possono trascurare tutti quegli effetti,
come ad esempio l’ostacolo dell’aria che tendono a rallentarlo.
a = g = 9, 8 m/s2
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L E F ORZE
La Forza é una grandezza fisica ”astratta”, nel senso che non possiamo ”ve-
dere” una forza, ma possiamo solo valutare le conseguenze dell’azione di una
Forza. In altri termini non si puó dare una definizione diretta di cosa sia una
Forza, ma ne possiamo solo descrivere gli effetti. Gli effetti di una Forza
sono:
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2. Modificare la direzione del moto di un corpo; perché un oggetto in mo-
vimento percorra una ”curva” cioé cambi la direzione del proprio moto é
necessario che su di esso agisca una forza.
Come per ogni grandezza fisica, cosı́ anche per la Forza dobbiamo stabilire l’
unitá di misura e lo strumento di misura.
F = 5N
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Il Newton, N , é un’abbreviazione per una combinazione piú complicata di
unitá di misura di grandezze fisiche fondamentali e cioé:
N = kg m/s2
B. I V ETTORI
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Attenzione: quando si disegna il vettore che rappresenta una forza la frec-
cia deve partire da dentro il corpo che ”subisce”, la forza. Infatti la forza é
applicata sul corpo che la subisce e dunque la coda o punto di applicazio-
ne deve essere nel corpo. Negli esempi fatti in precedenza il modo corretto
di disegnare il vettore che rappresenta la forza che agisce sul carrello, sul
pallone, sull’auto, sulla molla e sulla sbarra é il seguente:
DA NOTARE: Per esprimere il fatto che le forze sono vettori spesso si usa
il simbolo F~ con la freccia sopra la lettera F . La freccia é solo un simbolo
che serve a ricordare che per rappresentare la forza si deve usare un vettore
ed é sempre rivolta da sinistra a destra. La freccia sopra la lettera
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F non ha niente a che fare con il vettore che rappresenta la forza essa é
sempre orizzontale, rivolta da sinistra a destra anche se il vettore della forza
é rivolto da destra a sinistra (o é verticale, o é obliquo)!
C. L A F ORZA P ESO
La Forza Peso (FP ) é la forza di gravitá con cui la Terra attrae gli
oggetti verso il basso.
Esiste un legame fra la Forza Peso che tira un oggetto verso il basso e la sua
massa:
FP = m g
FP = 0, 300 × 9, 8 = 2, 94 N
1. verticale;
3. con Modulo: FP = m g
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La risultante di due Forze che agiscono su un corpo si calcola utilizzando la
regola del parallelogramma:
1) dalla punta della prima forza
F~1 si traccia la parallela alla
seconda forza F~2 ;
R = F1 + F2
2) Se su un corpo agiscono due Forze
con la stessa direzione e verso opposto
la Risultante é il vettore con la stes-
sa direzione delle due forze, con verso
uguale al verso della forza piú grande
e modulo pari alla differenza delle due
forze:
R = F1 − F2
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3) Se le due Forze sono perpendicolari
il parallelelogramma diventa un ret-
tangolo e il modulo della Risultante
puó essere calcolato con il Teorema di
Pitagora:
q
R= F1 2 + F2 2
Ad esempio consideriamo due uomini che con delle corde tirano in verso
opposto un oggetto posto in mezzo a loro.
Se l’oggetto resta fermo significa che
la forza F1 esercitata dall’uomo a sini-
stra é uguale alla forza F2 esercitata
dall’uomo a destra e dunque:
F1 = F2
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Nello studio dell’equilibrio si introducono spesso i Vincoli:
FP = FR
Altri esempi di Vincoli sono: il chiodo che tiene un quadro; la corda che
tiene il prosciutto o il caciocavallo; i cardini della porta; il pavimento che ci
sorregge.
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L E F ORZE E IL M OTO
Quando sono state introdotte le Forze é giá stato detto che due degli effetti
di una Forza sono:
Esistono tre leggi fisiche importanti dette ”I Tre Principi della Dinami-
ca”. Come vedremo il primo e il secondo principio della dinamica hanno la
funzione di rendere piú preciso il legame che esiste fra le Forze e il tipo di
moto del corpo su cui sono applicate.
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B. I L P RINCIPIO DI I NERZIA
e viceversa
La seconda parte della Legge di Inerzia mi dice che: ”perché un corpo man-
tenga una velocitá costante NON é necessario che sia spinto da nessuna for-
za”. Osserviamo che per verificare in laboratorio (o altrove) questa afferma-
zione é necessario che siano eliminate le Forze di Attrito, cioé quelle forze
dovute al contatto fra superfici ruvide o alla presenze dell’aria che tendono a
frenare il moto del corpo. Per eliminare l’attrito si usano trucchi come quel-
lo della rotaia pneumatica o del disco a ghiaccio secco. In questi casi
si crea un ”cuscinetto d’aria” fra il corpo e il piano di appoggio che riduce
notevolmente l’Attrito.
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Poiché se NON agiscono forze la traiettoria é una retta, il Principio di Inerzia
mi dice anche che: ”perché un corpo percorra una curva su di esso deve agire
una forza”. Consideriamo a questo proposito tre esempi:
(1) Quando in auto percorriamo una curva é necessario che sull’auto agisca
una forza. Questa forza é la forza d’attrito fra l’asfalto e le gomme. Infatti
in caso di ghiaccio quando l’attrito non é sufficiente l’auto tende ad andare a
diritto.
(2) Consideriamo un atleta che garaggia nel lancio del martello. All’inizio
l’atleta fa ruotare un peso intorno a sé tenendolo con una corda. Perché il
peso curvi intorno all’atleta é necessario che su di esso agisca una forza: é la
forza muscolare dell’atleta. In un secondo momento l’atleta lascia andare la
presa. Senza nessuna forza che agisca su di esso il peso tende a procedere
diritto.
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(3) La Terra percorre un’orbita cur-
va (Ellisse) intorno al Sole, disegna-
ta in rosso nella figura. E’ la forza
di gravitá del Sole che permette alla
Terra di curvare. Se non ci fosse la
forza di gravitá la Terra percorrereb-
be una traiettoria retta, come quella
disegnata in verde nella figura.
C. L A L EGGE DI N EWTON
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ESEMPIO 1:
Un carrello di massa m = 15 kg
si muove di moto rettilineo unifor-
memente accelerato con accelerazione
a = 2 m/s2 . Allora su di esso agisce
una forza che si puó calcolare con la
formula:
F = m a = 15 × 2 = 30 N
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Consideriamo alcuni esempi:
F = m a = 1 200 × 0, 5 = 600 N
L’ Attrito é una forza che tende sempre a rallentare il moto, dunque é sempre
diretta nel verso opposto a quello del moto. Un libro di massa m = 1, 5 kg
viene lanciato su un pavimento e viene rallentato da una forza d’attrito.
L’accelerazione vale a = −2 m/s2 (é negativa perché il libro rallenta). Allora
la forza si calcola SENZA tenere conto del segno:
F = m a = 1, 5 × 2 = 3 N
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E. F ORZA P ESO E A CCELERAZIONE DI G RAVIT Á
a = g = 9, 8 m/s2
F = ma = mg = FP
Ricordando che la forza Peso é diretta dall’alto verso il basso, notiamo che:
a = +9, 8 m/s2
• se il corpo é ”lanciato” verso l’alto, cioé si muove dal basso verso l’alto,
la Forza Peso ha la direzione opposta a quella del moto; ed infatti il
corpo diminuisce la propria velocitá e l’accelerazione é negativa:
a = −9, 8 m/s2
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I L P RINCIPIO DI A ZIONE E R EAZIONE
Quando un corpo subisce una forza, questa forza é sempre dovuta all’azione
di un altro corpo che é responsabile di questa forza. Ad esempio quando
una carriola viene spinta da un uomo é l’uomo che agisce sulla carriola
applicando su di essa una forza; la Forza Peso che tira una mela verso il
basso é dovuta alla presenza della terra che agisce con la sua attrazione
gravitazionale.
In realtá non c’é una distinzione fra il corpo che agisce e quello che subisce
la Forza, ma:
Negli esempi precedenti: cosı́ come sulla cariola é applicata la forza dovuta
all’azione dell’uomo, cosı́ anche sull’uomo é applicata una forza dovuta all’a-
zione della carriola; cosı́ come sulla mela é applicata la Forza Peso dovuta
all’azione gravitazionale della Terra, cosı́ anche sulla Terra é applicata una
Forza dovuta all’azione della mela.
In poche parole:
Tutto ció viene precisato definitivamente nel Terzo Principio della Dina-
mica detto anche di Azione e Reazione:
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Ecco alcuni esempi in cui si puó vedere applicato il Principio di Azione e
Reazione.
Esempio 1:
Consideriamo due calamite montate
per comoditá su due carrellini e dispo-
ste in modo da respingersi. La calami-
ta A respinge la calamita B con una
forza FB . A sua volta, per il princi-
pio di azione e reazione, la calami-
ta B respinge la calamita A con una
forza FA uguale e contraria a FB , cioé
FA = FB .
Esempio 2:
Consideriamo due ragazzi con i patti-
ni che si spingono in direzione opposte
con le mani. Il ragazzo A spinge la ra-
gazza B con una forza FB . A sua volta,
per il principio di azione e reazio-
ne, la ragazza B spinge il ragazzo A
con una forza FA uguale e contraria a
FB , cioé FA = FB .
Esempio 3:
Consideriamo ora il ragazzo A con i
pattini che spinge contro un muro, che
é qui il corpo B, con una forza FB . A
sua volta, per il principio di azio-
ne e reazione, il muro B spinge il
ragazzo A con una forza FA uguale e
contraria a FB , cioé FA = FB .
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Esempio 4:
Esempio 5:
Il Principio di azione e reazione si deve applicare anche alla forza peso e alla
forza di gravitá. La Terra, indicata come corpo A, attira la mela, indicata
come corpo B verso il basso con una forza peso FP .
Esempio 6:
Consideriamo il Sole, che qui é il corpo A, che attira la Terra, che qui é il
corpo B, con la Forza di Gravitá.
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Allora, per il principio di azione e
reazione, anche la Terra attira il So-
le con una Forza uguale e contraria.
Questa forza noné sufficiente a muo-
vere il Sole in mode evidente perché,
di nuovo, il Sole ha una massa molto
maggiore di quella della Terra.
Esempio 7:
Esempio 8:
Quando un fucile (corpo A) spara, spinge il proiettile (corpo B) con una forza
FB . A sua volta, per il Principio di Azione e Reazione, il proiettile spinge
il fucile con una forza uguale e contraria FA , cioé FA = FB . E’ questo che
provoca il fenomeno del ”rinculo”.
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E NERGIA E C ONSERVAZIONE DELL’E NERGIA
A. L’E NERGIA
L’Energia é una grandezza fisica derivata che NON puó essere definita con
una frase in quanto si presenta in forme diverse se consideriamo situazioni
diverse. Si deve pensare all’Energia come a qualcosa che un corpo puó
possedere. In particolare:
Come per ogni grandezza fisica, cosı́ anche per l’Energia dobbiamo stabilire
l’ unitá di misura:
J = kg m2 /s2
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B. L’E NERGIA C INETICA
Esempio:
Calcoliamo l’Energia Cinetica di
un’auto di massa m = 1200 kg che si
muove a una velocitá v = 20 m/s:
1 1
E = · 1200 · (20)2 = · 1200 · 400 =
2 2
480000
= = 240000 J
2
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Per calcolare l’Energia Potenziale Gravitazionale si usa la formula:
E = mgh
Esempio:
E = 2, 5 · 9, 8 · 4 = 98 J
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La Forza di Gravitá trasforma l’Energia Cinetica in Energia Potenziale Gra-
vitazionale e viceversa.
In modo simile sulle Montagne Russe l’Energia si trasforma continuamente
da Cinetica a Potenziale Gravitazionale e viceversa.
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S TATICA DEI L IQUIDI
B. L A P RESSIONE
Quando le forze sono Forze di Contatto, c’é anche una superficie di con-
tatto fra i due corpi coinvolti. Ad esempio se un uomo spinge sul muro con
una mano esercita una forza di contatto e la superficie, o area, della mano é
la superficie di contatto. In questo caso si dice che la Forza di Contatto F
esercita una Pressione p sulla Superficie S:
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La Pressione é il rapporto fra una Forza (di contatto) e la Super-
ficie su cui si esercita tale forza.
In formule:
F
p=
S
La Forza si esprime, ovviamente, in Newton N , mentre l’unitá di misura
della superficie sono i metri quadrati m2 .
P a = N/m2
S = 2 dm2 = 0, 02 m2
F =p·S
F = p · S = 15 000 · 3 = 45 000 N
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C. L A P RESSIONE I DROSTATICA
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La pressione idrostatica cambia con la
profonditá: aumenta quando aumen-
ta la profonditá a cui si misura. In-
dicando con h la profonditá, con d la
densitá del liquido, e ricordando che
g = 9, 8 m/s2 la pressione idrostatica
si calcola con la formula, detta Legge
di Stevino:
p=g·d·h
h = 20 cm = 0, 2 m
Quindi:
p = 9, 8 · 13 600 · 0, 2 = 26 656 P a
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D. L A P RESSIONE A TMOSFERICA
Anche i gas esercitano una pressione sulle pareti dei recipienti che li conten-
gono. In particolare, l’aria, che é una miscela di gas, esercita una pressione
su tutte le superfici che sono immerse nell’atmosfera. Tale pressione si dice
Pressione Atmosferica e al livello del mare vale circa:
pA = 101 000 P a
ptot = pA + d · g · h
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E. I L P RINCIPIO DEI VASI C OMUNICANTI
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F. I L P RINCIPIO DI A RCHIMEDE
Il Principio di Archimede é una delle piú famose leggi della fisica e tra-
dizionalmente recita cosı́:
F A = g · dL · V
FP = g · dO · V
F P = g · dO · V
F A = g · dL · V
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Dovrebbe essere evidente che:
V = 2 dm3 = 0, 002 m3
Allora:
Allora:
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La forza di Archimede é maggiore della forza peso perché la densitá del
liquido é maggiore di quella dell’oggetto; l’oggetto tende a galleggiare spinto
da una forza risultante verso l’alto:
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