Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Grammatica
Esercizi
Civiltà
Lessico
01_MODUS_ROMANE_I-VIII 15-06-2012 22:46 Pagina I
Claudia Savigliano
M
ODUS
in
R
EBUS
CORSO DI LINGUA E CULTURA LATINA
1
Grammatica
Esercizi
Civiltà
Lessico
01_MODUS_ROMANE_I-VIII 15-06-2012 22:46 Pagina II
Proprietà letteraria
© 2011 TALìA EDITRICE s.r.l. - Torino
Ristampe
Per i casi in cui non è stato possibile risalire ai detentori del permesso di riproduzio-
ne nonché per eventuali non volute omissioni e/o errori di attribuzione nei riferimenti,
l’Editrice Talìa è a disposizione degli aventi diritto.
II
01_MODUS_ROMANE_I-VIII 15-06-2012 22:46 Pagina III
INDICE
lessico: memoriae manda . . . . . . . . . . . . 32
UNITÀ I
1. L'alfabeto. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 2. Il verbo sum e le sue funzioni . . . . . . . . . 33
1.1 La scrittura latina. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 3. L'indicativo presente attivo e passivo . . . 35
1.2 Le consonanti, le vocali, i dittonghi . . . 2 3.1 I pronomi personali soggetto . . . . . . . 36
2. La sillaba . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 AUXILIUM
3. La pronuncia del latino . . . . . . . . . . . . . . . . 4 Come si cercano i verbi sul dizionario. . . 36
4. L'accentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 4. L'imperativo presente . . . . . . . . . . . . . . . . 37
Focus sull’italiano lessico: memoriae manda . . . . . . . . . . . . 37
L'accentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 5. La frase passiva e il complemento
4.1 L’accento di enclisi . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 d’agente e di causa efficiente . . . . . . . . . 38
5. Le parti del discorso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 Focus sull’italiano
Focus sull’italiano La forma passiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
L’origine degli articoli italiani . . . . . . . . . . . 9 6. La costruzione della frase latina . . . . . . . 39
5.1 La struttura delle parti variabili . . . . . 10 AUXILIUM
6. La flessione nominale . . . . . . . . . . . . . . . . 11 Quale ordine seguire nel tradurre dal latino 40
Focus sull’italiano Vs. 1 L’Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
La flessione nominale . . . . . . . . . . . . . . . . 12 Vs. 2 La Dea fortuna . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
6.1 I casi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 7. L'indicativo imperfetto . . . . . . . . . . . . . . . 41
Focus sull’italiano 8. Il complemento di mezzo . . . . . . . . . . . . . 42
Il soggetto, il nome del predicato, Focus sull’italiano
il complemento oggetto. . . . . . . . . . . . . . 13 Il complemento di mezzo . . . . . . . . . . . . . 42
Focus sull’italiano 9. Il complemento di causa . . . . . . . . . . . . . 42
Il complemento di specificazione, Focus sull’italiano
il complemento di termine. . . . . . . . . . . . 15 Il complemento di causa. . . . . . . . . . . . . . 43
6.2 Le declinazioni del nome . . . . . . . . . . 17 10. I complementi di compagnia e di unione44
AUXILIUM Focus sull’italiano
Come capire a quale declinazione I complementi di compagnia e di
appartiene un nome . . . . . . . . . . . . . . . . . 17 unione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44
7. La flessione verbale. . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 11. Il complemento di modo . . . . . . . . . . . . . 44
7.1 Il genere e la forma . . . . . . . . . . . . . . . 18 Focus sull’italiano
7.2 I modi e i tempi . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 Il complemento di modo . . . . . . . . . . . . . 44
7.3 La persona e il numero . . . . . . . . . . . . 21 12. I nomi pluralia tantum della I declinazione . 46
7.4 Gli elementi costitutivi del verbo . . . 21 13. Il complemento di stato in luogo . . . . . . 47
7.5 Le coniugazioni. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 Focus sull’italiano
7.6 Il paradigma e i temi verbali . . . . . . . 22 Il complemento di stato in luogo . . . . . . 48
7.7 Le desinenze personali . . . . . . . . . . . . 24 AUXILIUM
APPROFONDIMENTO SULLA LINGUA Come tradurre una versione . . . . . . . . . . 48
L’origine e l’evoluzione della lingua latina25 Vs. 3 Il lavoro dell’agricoltore . . . . . . . . . . 49
UNITÀ II Vs. 4 Gli Sciti. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50
1. La I declinazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28 14. Gli avverbi e le congiunzioni . . . . . . . . . . 50
lessico: memoriae manda . . . . . . . . . . . . 29 Vs. 5 civiltà L’ antica Roma . . . . . . . . . . . . 52
lessico: dal latino all’italiano. . . . . . . . 30 Vs. 6 favola Aquila non captat muscas!. . 52
1.1 La forma femminile degli 15. Il futuro semplice. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52
aggettivi della I classe . . . . . . . . . . . . . 32 Vs. 7 favola La formica e la civetta. . . . . . 55
III
01_MODUS_ROMANE_I-VIII 15-06-2012 22:46 Pagina IV
IV
01_MODUS_ROMANE_I-VIII 15-06-2012 22:46 Pagina V
VI
01_MODUS_ROMANE_I-VIII 15-06-2012 22:46 Pagina VII
VII
01_MODUS_ROMANE_I-VIII 15-06-2012 22:46 Pagina VIII
UNITÀ I
1. L'alfabeto 6.1 I casi
1.1 La scrittura latina 6.2 Le declinazioni del nome
1.2 Le consonanti, le vocali, i dittonghi 7. La flessione verbale
2. La sillaba 7.1 Il genere e la forma
3. La pronuncia del latino 7.2 I modi e i tempi
4. L'accentazione 7.3 La persona e il numero
4.1 L’accento di enclisi 7.4 Gli elementi costitutivi del verbo
5. Le parti del discorso 7.5 Le coniugazioni
5.1 La struttura delle parti variabili 7.6 Il paradigma e i temi verbali
6. La flessione nominale 7.7 Le desinenze personali
1. L’alfabeto
L'alfabeto latino è derivato, attraverso la mediazione della civiltà etrusca, dall’alfabeto
greco che era usato nelle colonie della Magna Grecia e che si era alquanto differenziato
rispetto al greco classico della madrepatria. L’alfabeto greco era derivato a sua volta da
quello fenicio, il primo alfabeto fonetico che assegnava a ogni suono consonantico una
lettera: i Greci lo perfezionarono inserendovi i segni delle vocali di cui era sprovvisto.
L'alfabeto latino classico era formato da 23 segni:
maiuscole: A B C D E F G H I K L M N O P Q R S T U V X Y Z
minuscole: a b c d e f g h i k l m n o p q r s t u v x y z
– Il segno V non corrisponde alla nostra consonante v, ma è la maiuscola della u. I latini, infat-
ti, non usavano il suono della nostra consonante v: essi utilizzavano i segni u, V per indica-
re sia la u vocalica, cioè seguita da consonante (in italiano u, U) come in lupus, LVPVS, sia
la u semiconsonantica, cioè seguita da vocale (in italiano v, V) come in uita, VITA.
La lettera v, adottata nel ‘500 per l’italiano, fu poi estesa anche ai testi latini per
comodità di lettura.
1
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 2
Unità I
◆ Le vocali
Le vocali sono 6: a, e, i, o, u, y.
La y, che ha lo stesso suono della i, è usata solo per trascrivere le parole riprese dal greco.
In latino la differenza tra le vocali non si limitava alla qualità del suono, ma riguardava
anche la quantità, cioè il tempo impiegato per pronunciarle. Ciascuna di esse, infatti,
poteva essere breve (segno ˘), o lunga (segno ¯) e in tal caso la durata della sua pro-
nuncia era circa il doppio.
La quantità della vocale può anche esprimere un diverso valore semantico, cioè un altro
significato, o un diverso valore morfologico.
◆ I dittonghi
Il dittongo è l’unione di due vocali che si pronunciano con un’unica emissione di voce
e che perciò fanno parte di una stessa sillaba. I dittonghi del latino, molto meno nume-
rosi di quelli dell’italiano, sono:
-ae es. Caesar Cesare sono molto rari:
-oe es. poena la pena -ei es. hei hei!
-au es. aurum l’oro -ui es. cui al quale
-eu es. Europa l’Europa -yi es. Harpyia Arpia
Ae e oe possono anche non formare dittongo e appartenere a due sillabe diverse; in que-
sto caso il fenomeno è segnalato dal segno di dieresi (¨) e le due vocali si pronunciano
separatamente:
es. poëta, il poeta; aër, l’aria
2
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 3
La sillaba
2. La sillaba
La sillaba è un suono o un insieme di suoni che si pronunciano con una sola emissione
di voce e può essere costituita:
Per la divisione delle parole latine in sillabe valgono, in linea di massima, le stesse rego-
le dell'italiano: a ogni vocale o dittongo corrisponde una sillaba.
Vi sono però i seguenti casi particolari:
Riguardo alla quantità, non sempre c’è corrispondenza tra la quantità della sillaba e la
quantità della vocale della sillaba:
– sono brevi le sillabe che terminano con una vocale breve e le sillabe che sono segui-
te da una vocale; es. epistûla, agricôla, venîo, historîa
Inoltre, nel corso della flessione di una parola la vocale lunga che si trova nella silla-
ba finale si abbrevia quando è seguita da una consonante diversa da s:
es. poetãs, poetâm; monñs, monêt.
– sono lunghe tutte le altre, cioè le sillabe che terminano con dittongo o con vocale
lunga e le sillabe chiuse (anche se la vocale in esse contenuta è breve) perché la dura-
ta della vocale si somma alla durata della consonante.
es. câptus: câp è una sillaba chiusa e quindi lunga
3
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 4
Unità I
4
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 5
L’accentazione
4. L’accentazione
L’accentazione delle parole latine tiene conto della quantità delle sillabe e si basa su tre
regole fondamentali:
– la legge del trisillabismo: l’accento non può mai risalire oltre la terzultima sillaba;
– la legge della baritonesi: l’accento non può mai cadere sull’ultima sillaba;
– la legge della penultima: nelle parole di tre o più sillabe l’accento cade sulla penultima
sillaba se questa è lunga; cade invece sulla terzultima se la penultima sillaba è breve.
– la parola bisillabica ha sempre l’accento sulla penultima: es. víta, máter, cónsul;
– la parola polisillaba, cioè con tre o più sillabe, ha l’accento sulla penultima, se que-
sta è lunga, ha l’accento sulla terzultima, se la penultima è breve: es. monñ́re, exémplum
légêre, fácîlis.
5
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 6
Unità I
Es. 3 Leggi questa poesia del poeta Catullo, divertente testimonianza sulle
differenze di pronuncia già esistenti a Roma nel periodo classico
Chommoda dicebat, si quando commoda vellet «Chomodi», diceva Arrio, ogni volta
Dicere, et si insidias Arrius hinsidias, che intendeva dire comodi e «hinsidie»
Et tum mirifice sperabat se esse locutum, per insidie e riteneva di aver parlato in
Cum quantum poterat dixerat hinsidias. modo raffinato solo quando era riuscito
Credo, sic mater, sic liber avunculus eius, a pronunciare «hinsidie» con tutta la forza
Sic maternus avus dixerat atque avia. che poteva. Così aveva parlato, io credo,
Hoc misso in Syriam requierant omnibus aures: la madre, così il nonno e la nonna materni.
Audibant eadem haec leniter et leviter, Dopo che costui venne mandato in Siria,
Nec sibi postilla metuebant talia verba, trovarono finalmente pace le orecchie
Cum subito adfertur nuntius horribilis, di tutti: udivano queste medesime parole
Ionios fluctus, postquam illuc Arrius isset, pronunciate in modo dolce e leggero,
Iam non Ionos esse, sed Hionios. né temevano tali parole per l’avvenire,
quand’ecco viene riferita all’improvviso
una notizia orribile: il mar Ionio, dopo
che Arrio si era recato laggiù, non era
più Ionio, ma «Hionio».
Foedus, proelium, dulcis, patientia, glaeba, gentes, centum, amphôra, iudicia, ignis,
iustitia, caecus, ignãrus, nuptiae, viginti, zephy̆rus, vinea, cognoscêre, legêris, iacñre,
coepit, facêre, coniungêre, prophñta, Philippus, Critias, Gyges, Cimbri, Cicêro, Cyrus.
Es. 5 Facendo attenzione alla quantità della penultima sillaba, segna l’accento
tonico sulle seguenti parole che sono omografe (cioè di uguale scrittura),
ma non omofone (di uguale pronuncia), e hanno un significato diverso
Es. 6 Sulla base della quantità della penultima sillaba, segna l’accento toni-
co sulle seguenti parole e leggile ad alta voce
Or$go, arı̆dus, tacı̆tus, cup$do, praepăro, respondñre, tenĕbrae, Dar$us, calamı̆tas, calamitãtis,
uxõres, armı̆ger, comprı̆mit, ill$us, perfŭga, trib…nal, Vercingetŏrix, Vercingetor$gis, corpŏra,
fuĕrant, movñrunt, movêrint, alı̆us, al$us, malĕdicus, maled$cunt, sal…ber, philosophı̆a.
6
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 7
L’accento di enclisi
Es. 9 Leggi ad alta voce le seguenti parole che contengono tutte un’enclitica
Muscaque, silvaque, templaque, populoque, laurusque, magistrâque, magistrãque, paterve,
virtusve, coronisve, epistulasve, ubinam, quisnam, tutemet, mihimet, putasne, videtisne,
vidistine.
Es. 10 Dopo aver letto ad alta voce le seguenti parole, aggiungi a ciascuna
l’enclitica proposta e rileggile
Medîcus + que, ven$mus + ne, ingrñssus + que, venîmus + ne, cadãver + que, dicis + ne,
tabûla + que, sarcîna + ve, muscã + que, naturâ + ve, muscâ + que, sag$ttis + ve.
7
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 8
Unità I
in italiano in latino
articolo gli ......................
i .......................
una .......................
nome rana .......................
rovina .......................
testa .......................
aggettivo separata .......................
quanta .......................
nostro .......................
pronome ciò .......................
quelli .......................
che .......................
verbo soffrono .......................
vedendo .......................
è .......................
congiunzione quando .......................
e .......................
ma .......................
avverbio lontano .......................
così .......................
preposizione in .......................
da .......................
per .......................
interiezione ohimè .......................
8
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 9
Come avrai già dedotto completando lo schema, le parti del discorso sono:
■ in italiano nove: cinque variabili e quattro invariabili.
■ in latino otto: quattro variabili e quattro invariabili.
in latino in italiano
Parti variabili: l’articolo non esiste articolo (e preposizione articolata)
nome (o sostantivo) nome (o sostantivo)
aggettivo aggettivo
pronome pronome
verbo verbo
Le parti variabili sono soggette a flessione (dal verbo flectêre, «piegarsi») cioè «si piega-
no», e subiscono delle variazioni per esprimere funzioni diverse.
– La flessione del nome, dell’aggettivo, del pronome si chiama declinazione.
– La flessione del verbo si chiama, come in italiano, coniugazione.
■ L’articolo determinativo (il, lo, la, i, gli, le) deriva dall’aggettivo dimostrativo lati-
no ille, illa, illud, «quello, quella, quello».
L’aggettivo dimostrativo latino, infatti, era proclitico e veniva pronunciato assieme
alla parola che accompagnava:
es. illum amicum ill’amicu, «l’amico» → lo, l’
ille → il illa → la illae → le illi → i, gli
I primi esempi di ille come articolo risalgono alla versione latina del Vecchio e del
Nuovo Testamento, del II-III sec. d.C.
Dal momento che in latino non vi sono articoli, quando ti troverai a tradurre in ita-
liano dovrai tenere conto del contesto generale: infatti, solo il significato complessi-
vo della frase può sia suggerirti se omettere l’articolo anche in italiano, o esprimer-
lo, sia guidarti nella scelta all’interno dei tre tipi, in accordo con le norme d’uso
degli articoli nella nostra lingua.
9
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 10
Unità I
L’unione della desinenza con la parte finale del tema ha spesso dato luogo a complessi
fenomeni fonetici, per cui la desinenza non può più essere individuata con sicurezza:
per questo motivo si preferisce parlare non tanto di desinenza, quanto piuttosto di usci-
ta o di terminazione.
Per quanto riguarda il tema, bisogna aggiungere che in alcuni casi coincide con la radi-
ce, in altri casi, invece, comprende anche altri elementi.
Il tema comprende sempre la radice e coincide con essa quando non ha in sé altri com-
ponenti: questo avviene nelle parole definite «primitive» come nel caso di dignus /degno.
Quando invece non coincide con la radice può comprendere un prefisso (ma anche più
di uno), un elemento che si pone davanti alla radice per modificare il significato, o un
suffisso, un elemento che si aggiunge alla radice, oppure da uno o più prefissi e suffis-
si. Le parole così formate sono dette derivate: ecco alcuni esempi dei derivati di dignus
e del corrispondente aggettivo italiano «degno».
10
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 11
La flessione nominale
6. La flessione nominale
In latino i nomi, gli aggettivi e i pronomi mutano la desinenza per indicare il genere, il
numero e il caso.
◆ Il genere
I generi sono tre: il maschile (m.), il femminile (f.), il neutro (n.)
Il «neutro» (dal latino neutrum, «né l’uno né l’altro», cioè né maschile, né femminile)
è il genere di alcuni nomi di esseri inanimati, come ad esempio i frutti e i metalli, e di
concetti astratti.
◆ Il numero
Come in italiano, i numeri sono due: il singolare e il plurale.
Alcuni nomi sono difettivi, cioè mancano di un numero: alcuni hanno solo il singolare
e sono denominati singularia tantum (= soltanto singolari), altri hanno solo il plurale e
sono comunemente chiamati pluralia tantum (= soltanto plurali).
◆ Il caso
Il caso (da casus, «caduta») è la forma che nomi, aggettivi e pronomi assumono varian-
do la desinenza per indicare una funzione logica.
Per comprendere meglio il concetto di caso, estraneo all’italiano, leggi attentamente
queste frasi di cui ti proponiamo la traduzione:
1. Magistra docet, discipula discit. La maestra insegna, l’allieva impara.
2. Magistra discipulae diligentiam laudat. La maestra loda la diligenza dell’allieva.
3. Magistra fabulam discipulae narrat. La maestra racconta una favola all’allieva.
4. Magistra discipulam laudat. La maestra loda l’allieva.
5. Discipula, festina! O allieva, affrettati!
6. Magistra discipulã aegrotã anxia est. La maestra è inquieta per l’allieva ammalata
11
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 12
Unità I
Per esprimere la funzione logica l’italiano, avendo perduto il sistema dei casi, man-
tiene invariata la parola e utilizza:
– gli articoli, le preposizioni semplici o articolate: es. della scuola, alla scuola, per
la scuola;
– la posizione prima o dopo il verbo nel caso del soggetto e del complemento
oggetto: es. il padre loda il figlio; il figlio loda il padre;
– la «o» vocativa e il punto esclamativo per indicare il complemento di vocazione:
es. o cielo!
6.1 I casi
I casi della declinazione latina sono sei.
Nelle frasi precedentemente proposte ti abbiamo già presentato la declinazione del
sostantivo discipula, le cui terminazioni sono state evidenziate in colore, e ti abbiamo già
indicato la funzione logica fondamentale espressa da ciascun caso.
Ora riprendiamo in esame i singoli casi per specificarne la denominazione e le funzio-
ni logiche: quella o quelle fondamentali sono evidenziate, quelle indicate tra parentesi
sono meno ricorrenti.
12
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 13
I casi
Dal momento che le funzioni sintattiche sono ben più di sei, come sono invece i casi lati-
ni, ogni caso, tranne il vocativo, si trova a segnalare più funzioni; ma anche così i casi
non sarebbero in grado di ricoprirle tutte.
Perciò le altre funzioni vengono espresse dall’accusativo e dall’ablativo accompagnati da
una preposizione; per esempio l’ablativo preceduto da preposizioni come in, e, de, cum
rende i complementi di stato in luogo, moto da luogo, agente, argomento, compagnia
e unione, materia, ecc.
Anche il latino, dunque, si avvale delle preposizioni, esse tuttavia hanno un ruolo meno
determinante di quelle italiane: in latino sono legate strettamente ai casi di cui specifi-
cano la funzione, in italiano invece determinano i complementi in modo assoluto.
Inoltre, come avviene anche nell’italiano, numerosi complementi possono essere espres-
si in modi diversi:
es. complemento di causa: ablativo
ob e l’accusativo
propter e l’accusativo
prae e l’ablativo
Tradizionalmente si definiscono:
– casi diretti: il nominativo, l’accusativo, il vocativo perché esprimono un rapporto
logico diretto che in italiano non richiede l’uso di una preposizione;
– casi indiretti o obliqui: il genitivo, il dativo e l’ablativo perché esprimono rapporti
logici indiretti che in italiano sono indicati per mezzo di una preposizione.
13
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 14
Unità I
Quando però non c’è possibilità di fraintendimento, il soggetto può seguire il pre-
dicato e può persino trovarsi a fine frase; questa diversa collocazione ha spesso un
valore espressivo:
es. Tutto ha distrutto l’incendio. Li ho visti proprio io. In fondo al bosco tra il
folto degli alberi era nascosta una casetta.
■ Il soggetto è generalmente sottinteso quando è costituito da un pronome perso-
nale o può essere ricavato dal contesto generale.
es. Non sei stato gentile con me (sott. tu). Entrate pure! (sott. voi). Dov’è il tuo
libro? È nella cartella (sott. il tuo libro).
◆ Il nome del predicato è l’elemento della frase che si collega al soggetto median-
te il verbo essere in funzione di copula (dal latino copula, «legame») con il quale
forma il predicato nominale.
es. Cornelia era un’ottima madre. Cleopatra non era bellissima.
Attenzione! il verbo «essere» non ha funzione di copula e quindi non ha dopo di sé
il nome del predicato quando significa «esistere», «esserci», «trovarsi», «stare».
◆ Il complemento oggetto è l’elemento della frase su cui ricade direttamente l’a-
zione compiuta dal soggetto.
■ Si trova in dipendenza di un verbo transitivo di forma attiva o riflessiva; non può esse-
re retto da un verbo intransitivo, tranne che si tratti di un complemento oggetto inter-
no, che è costituito da un nome della stessa area di significato del verbo intransitivo.
es. Marco sta leggendo il libro che il nonno gli ha regalato. Claudia mi ha invitata
a cena. (verbi transitivi attivi) Il gatto si lecca. (verbo transitivo riflessivo) Visse
una vita (un’esistenza) serena. (compl. oggetto interno con verbo intransitivo)
■ Non è introdotto da nessuna preposizione e per questo è anche chiamato com-
plemento diretto. Come il soggetto, però, può essere preceduto dall’articolo par-
titivo e viene chiamato complemento oggetto partitivo.
es. Vorrei del pane (= un po’ di pane). Ho perso dei libri (= alcuni libri).
■ Il complemento oggetto si trova in genere dopo il verbo; è invece anteposto
quando è costituito da una forma atona di un pronome personale o riflessivo, dal
pronome relativo che, da un pronome interrogativo, oppure quando non può
essere confuso con il soggetto e si vuole porlo in particolare rilievo.
es. Il maestro mi (ti, ci, vi) sta aspettando. Dove abita il ragazzo che mi hai pre-
sentato? Chi hai incontrato? Tutto le avrei dato, se solo me lo avesse chiesto.
14
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 15
I casi
■ Può essere retto da un verbo, un aggettivo (attento, caro, contrario, grato, ugua-
le, vicino, ecc.) o da un nome (lealtà, fedeltà, abitudine).
■ È introdotto dalla preposizione a, semplice o articolata, tranne quando è un pro-
nome personale di forma atona (mi, ti, gli, le, ci, si, vi, me, te, ce, ve); con il pro-
nome personale loro e il pronome relativo cui l’uso della preposizione a è talora
facoltativo.
Attenzione! Alcune particelle pronominali possono essere usate sia in funzione di
complemento di termine sia in funzione di complemento oggetto.
15
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 16
Unità I
16
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 17
Per stabilire a quale delle cinque declinazioni appartiene un nome, bisogna riferirsi alla ter-
minazione del genitivo singolare, sia perché è sempre diversa e quindi inconfondibile, sia per-
ché, conoscendo il genitivo singolare, si può declinare il nome negli altri casi con una certa
sicurezza, cosa che non sarebbe possibile a partire dal nominativo, che pure è il primo caso.
Urbis, diei, lupi, insulae, templi, manus, humanitatis, puellae, portus, rei, animalis
17
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 18
Unità I
7. La flessione verbale
«Verbo» deriva dal termine latino verbum, che significa «parola». Il verbo, infatti, è la
parola per eccellenza, l’elemento centrale della frase che, grazie alla sua forma molto
variabile, è in grado di comunicare il maggior numero di informazioni.
Riguardo al genere, in latino come in italiano, il verbo può essere transitivo o intransitivo.
■ Il verbo è transitivo (dal latino transire, «passare oltre») quando esprime un’azione
che transita direttamente sul complemento oggetto.
I verbi transitivi possono avere forma (o diátesi) attiva (in questo caso indicano che
è il soggetto che compie l’azione), forma passiva (il soggetto subisce l’azione com-
piuta dal complemento d’agente) e talora anche quella riflessiva (il soggetto compie
e riceve l’azione).
es. Cesare vinse molte battaglie. → forma attiva
Molte battaglie furono vinte da Cesare. → forma passiva
Cesare superò se stesso. → forma riflessiva
■ Il verbo è intransitivo quando esprime uno stato o un’azione che non può passare sul
complemento oggetto, ma può espandersi solo su complementi indiretti.
I verbi intransitivi hanno solo la forma attiva, e non possono essere volti in forma passiva.
es. Cesare non visse a lungo.
Per capire il funzionamento del verbo all’interno di un contesto, però, il concetto di
genere non è sufficiente: occorre piuttosto parlare di funzione svolta dal verbo in una
determinata frase.
Si possono presentare, infatti, anche questi casi:
– i verbi transitivi possono non essere accompagnati dal complemento oggetto e svol-
gere quindi una funzione intransitiva: si dice allora che sono usati in senso assoluto;
– alcuni verbi intransitivi possono avere il complemento oggetto interno e svolgere
quindi una funzione transitiva.
es. Cesare vinse. → verbo transitivo in funzione intransitiva
Cesare visse una vita avventurosa. → verbo intransitivo in funzione transitiva e com-
plemento oggetto interno
In latino esiste anche la forma o diatesi deponente, che non si è mantenuta nell’italia-
no. Appartiene a una categoria di verbi, detti appunto deponenti, che hanno forma pas-
siva ma significato attivo o riflessivo, e genere transitivo o intransitivo.
18
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 19
I modi e itempi
19
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 20
Unità I
■ Per dare informazioni riguardo al momento in cui avviene l’azione, i tempi si basa-
no sui rapporti temporali di contemporaneità, anteriorità, posteriorità secondo due
diversi termini di riferimento:
esempi rapporto di
So (ora) che lavora (ora). contemporaneità: le azioni accadono nello
Sapevo (allora) che lavorava (allora). stesso tempo;
So (ora) che lavorava/ha lavorato (prima). anteriorità: l’azione è avvenuta prima di
Sapevo (allora) che aveva lavorato (allora). quella di riferimento;
So (ora) che lavorerà (dopo). posteriorità: l’azione avverrà dopo quella
Sapevo (allora) che avrebbe lavorato (dopo). di riferimento.
20
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 21
– il tema è la parte del verbo che durante la flessione rimane immutata o comunque
ben riconoscibile. I temi del verbo latino, come vedremo a pag. 23, sono tre, il tema
del presente, del perfetto, del supino e da essi è possibile formare tutti i tempi e i
modi verbali.
– la radice è la parte portatrice del significato ed è comune a tutte le parole della stes-
sa famiglia;
– la vocale tematica è la vocale che, essendo posta dopo la radice, costituisce la parte
finale del tema e caratterizza la coniugazione; se manca la vocale tematica il tema
coincide con la radice e la coniugazione viene detta atematica;
Ecco per esempio la composizione della 1a persona plurale dell’indicativo presente, che
è la stessa sia nel verbo latino sia in quello italiano:
tema
laud- -a- -ba- -mus
lod- -a- -va- -mo
radice vocale tematica suffisso temporale desinenza
terminazione
21
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 22
Unità I
7.5 Le coniugazioni
I verbi regolari latini sono suddivisi in quattro coniugazioni (in italiano si sono invece ridotte
a tre) sulla base della vocale tematica che precede la desinenza -re dell’infinito presente atti-
vo o, se si preferisce, sulla base della terminazione dell’infinito presente in -ãre, ñre, êre, $re:
latino italiano
coniug. vocale tematica esempio coniug. esempio
a a
1 ã laud-ãre 1 lod-are
a a
2 ñ vid-ñre 2 ved-ere
a
3 ê lég-êre legg-ere
a a
4 $ aud-$re 3 ud-ire
Ecco alcuni esempi di paradigmi così come vengono registrati dal vocabolario:
22
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 23
Il paradigma consente di ricavare i tre temi fondamentali del verbo, dai quali si formano
tutti i tempi e i modi. Sono: il tema del presente, il tema del perfetto, il tema del supino.
■ Il tema del presente si ottiene togliendo all’infinito presente di forma attiva la desinenza -re:
Mentre le vocali ã, ñ, $ sono parti stabili del tema verbale della 1a, 2a e 4a coniugazione,
la vocale ê della 3a coniugazione in alcuni modi e tempi viene a mancare, oppure si
alterna o si trasforma in altre vocali1.
Dal tema del presente derivano i tempi dell’infectum, cioè dell’azione non compiuta:
presente attivo e passivo
indicativo imperfetto attivo e passivo
futuro semplice attivo e passivo
congiuntivo presente attivo e passivo
imperfetto attivo e passivo
imperativo presente attivo
futuro attivo
infinito presente attivo e passivo
participio presente
gerundio
gerundivo
■ Il tema del perfetto si ottiene togliendo la terminazione -i alla 1a persona del perfetto
indicativo, che è la terza voce del paradigma.
es. laudavi (perf. di laudo) laudãv-
monui (perf. di moneo) monû-
tema del perfetto
legi (perf. di lego) lñg-
audivi (perf. di audio) aud$v-
Dal tema del perfetto derivano i tempi del perfectum, cioè dell’azione compiuta, di
forma attiva dei seguenti modi:
perfetto
indicativo piuccheperfetto
futuro anteriore
congiuntivo perfetto
piuccheperfetto
infinito perfetto
1
In realtà i temi della 3a coniugazione sono in consonante; perciò la vocale ñ viene aggiunta quando è necessa-
ria a collegare la radice con una desinenza che inizia anch’essa per consonante: così all’infinito si ha leg-ê-re.
23
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 24
Unità I
■ Il tema del supino si ottiene togliendo l’uscita -um al supino, che è la quarta voce del
paradigma:
es. laudatum (supino di laudo) laudãt-
monitum (supino di moneo) monît-
tema del supino
lectum (supino di lego) lect-
auditum (supino di audio) aud$t-
Dal tema del supino derivano i seguenti modi e tempi:
supino attivo e passivo
participio futuro
participio perfetto
infinito futuro attivo e passivo
tutti i tempi del perfectum di forma passiva, cioè:
perfetto
indicativo piuccheperfetto
futuro anteriore
congiuntivo perfetto
piuccheperfetto
infinito perfetto
Le desinenze personali sono proprie dei modi finiti. Esse segnalano le tre persone sin-
golari e plurali della coniugazione e la forma attiva, passiva o deponente del verbo.
■ Le desinenze personali della forma attiva sono comuni a tutti i tempi dell’indicativo
(ad eccezione del perfetto) e del congiuntivo.
■ Le desinenze personali della forma passiva sono proprie del sistema dei tempi sem-
plici dell’indicativo e del congiuntivo derivati dal tema del presente.
In tutte le coniugazioni esse sono le seguenti:
persona forma attiva forma passiva
1a sing. -o / -m -or / -r
2a -s -ris /(-re)
3a -t -tur
1a plur. -mus -mur
2a -tis -mîni
3a -nt -ntur
24
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 25
Agli inizi dell’Ottocento i glottologi, gli studiosi delle lingue, partendo dalla
constatazione che molte lingue europee e asiatiche presentavano evidenti somi-
glianze lessicali e morfologiche, ipotizzarono l’esistenza di una lingua originaria
comune. Nacque così la teoria della famiglia di lingue, secondo la quale una lin-
gua madre sarebbe stata la progenitrice diretta di numerose lingue figlie che
sono fra loro lingue sorelle e si sono differenziate attraverso fenomeni di sostra-
to e di adstrato. Il fenomeno di sostrato si verifica quando un popolo impone la
sua lingua a un’altra popolazione, che la sostituisce alla propria, mantenendone
tuttavia alcuni termini che entrano definitivamente a far parte del vocabolario
della lingua importata. Il fenomeno dell’adstrato si ha, invece, quando due
popoli, che parlano lingue diverse, vengono a contatto: ciascuna lingua influen-
za quella dell’altro soprattutto nel lessico e vi introduce termini specifici che
riguardano particolari aspetti dei propri costumi, ad esempio il vestiario o l’ali-
mentazione, e dei propri valori.
Attraverso il metodo comparativo i glottologi individuarono nell’indoeuropeo la
lingua madre delle lingue attualmente parlate in Europa (ad eccezione dell’un-
gherese, il finnico, l’estone, il basco e il turco) e in alcune regioni dell’Asia.
L’indoeuropeo, di cui non esiste alcun testo scritto, era la lingua parlata da
popolazioni seminomadi stanziate già dal 4000 a.C. nelle steppe della Russia del
sud, che, dopo essersi spostate verso sud-est, si stabilirono nelle aree dell’Europa
occidentale e dell’Asia intorno al 3000 a.C.: qui esse sottomisero le popolazioni
locali e imposero loro la propria lingua, che si diffuse poi nei singoli territori
autonomamente, frazionandosi in lingue figlie il cui insieme costituisce la fami-
glia indoeuropea.
Tra le lingue che fanno parte della famiglia indoeuropea non esiste tuttavia un
uguale rapporto di parentela, in quanto alcune sono figlie dell’indoeuropeo,
altre nipoti.
Le lingue figlie derivate direttamente dall’indoeuropeo sono il celtico, il ger-
manico, lo slavo, il latino, l’albanese, il greco, l’iranico e l’indo-iranico.
Da queste, attraverso i fenomeni di adstrato e substrato avvenuti nel corso dei
secoli, ne sono derivate altre, che possono essere considerate le lingue nipoti del-
l’indoeuropeo; ad esempio dal germanico si ebbero le lingue germaniche: tede-
sco, inglese, olandese e fiammingo, danese, svedese, norvegese, islandese; dallo
slavo le lingue slave: russo, bielorusso, ucraino, polacco, bulgaro, serbo-croato,
sloveno, slovacco, ceco, macedone, lettone, lituano; dal celtico le lingue celtiche:
bretone, gallese, gaelico, irlandese; dal latino le lingue romanze o neolatine.
Il latino era la lingua parlata da tribù indoeuropee che intorno all’anno 1400
a.C. si stanziarono nel Lazio e che poi nell’VIII sec. a.C. diedero origine alla città
di Roma.
25
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 26
Unità I
Agli inizi della storia di Roma il latino era solo una delle tante lingue parlate in
territorio italico, tra cui vi erano, ad esempio, l’osco, l’umbro e l’etrusco tra le
lingue non indoeuropee, e il celtico, di origine indoeuropea.
In seguito, però, di pari passo con la crescita della potenza romana e la sua affer-
mazione militare e politica, la lingua dei vincitori, come sempre accade nella
storia, si impose sulle altre lingue locali e divenne la lingua ufficiale anche pres-
so le popolazioni assoggettate. Il latino, tuttavia, per fenomeni di sostrato assi-
milò numerosi termini dalle lingue italiche, che poi scomparvero del tutto, e li
mantenne stabilmente come prestiti, cioè come parole straniere che entrano a
far parte di un’altra lingua.
La lingua etrusca lasciò molte tracce: ad esempio sono di derivazione etrusca i
nomi con suffisso in –erna come taberna, lucerna, la parola persona, cioè «masche-
ra teatrale» (le prime forme di rappresentazione scenica, ludiones, per placare
l’ira divina e far cessare una pestilenza furono introdotte a Roma nel 364 a.C.
con artisti fatti venire appositamente dall’Etruria) e molti termini relativi alla
sfera religiosa; tra l’altro le pratiche di aruspici e vaticini, in cui gli Etruschi
erano maestri, continuarono a sopravvivere a Roma e ad essere celebrate in lin-
gua etrusca.
I maggiori contributi al latino si devono, però, alla lingua greca. I Romani, a
seguito delle guerre espansionistiche combattute nella penisola italica, vennero
a contatto con i Greci delle colonie della Magna Grecia e proprio i soldati furo-
no i primi a usare e a importare a Roma molti termini ripresi dal greco.
Successivamente, a partire dal III sec. a.C lo studio della cultura e della lingua
greca conobbe un’ampia diffusione tra i ceti colti dei Romani, che si avvalevano
tra l’altro di prigionieri greci come pedagoghi e maestri ed erano spesso bilin-
gui, e il greco esercitò allora una profonda influenza sulla lingua latina in campo
morfologico, sintattico e soprattutto lessicale. In particolare, il latino riprese
numerose parole, dette appunto grecismi, da quei settori in cui la civiltà greca
eccelleva: ad esempio adottò termini specifici riguardanti il commercio e la navi-
gazione, strumenti di lavoro e oggetti d’uso domestico, nomi propri di vario
genere. Ma fu soprattutto nell’ambito culturale, e in particolar modo nel campo
filosofico, scientifico e letterario, in cui la Grecia deteneva un indiscusso prima-
to, che si ebbe un massiccio inserimento di prestiti dal greco per ovviare alla
relativa povertà lessicale e concettuale del latino. I termini furono inseriti e adat-
tati con procedimenti diversi: la traslitterazione (poietés), la formazione di calchi
(ousía) e neologismi, l’attribuzione di nuovi significati a parole latine preesi-
stenti (ratio) sul modello di quelle greche. Gran parte dei grecismi si sono poi
trasmessi attraverso il latino anche nell’italiano e in altre lingue moderne: è il
caso di parole come atomo, astronomia, filosofia, tragedia, palestra, atleta, teatro,
terme, teorema, teoria, storia e di moltissime altre.
In seguito, l’avvento del cristianesimo, predicato inizialmente in lingua greca,
fece in modo che il latino traslitterasse molti termini del linguaggio religioso,
come episcopus, apostolus, angelus, ecclesia, baptizare.
Con l’ampliarsi del loro dominio, i Romani diffusero la loro civiltà e anche la
loro lingua: i popoli assoggettati impararono quindi il latino, non quello però di
26
02_MODUS_U1_1-27 15-04-2012 15:40 Pagina 27
tipo dotto e letterario, ma quello parlato dai soldati poco colti e appartenenti
alle classi popolari.
Inoltre, il latino in uso nelle regioni conquistate risentì profondamente delle lin-
gue preesistenti sia nella pronuncia sia nel lessico in cui si mantennero molti ter-
mini delle parlate originarie. Per questi fenomeni di sostrato si formarono allo-
ra nelle varie parti dell’impero numerose varietà linguistiche che presentavano
notevoli differenze e caratteristiche proprie, per cui il latino delle Gallie doveva
risultare ben diverso da quello parlato nella Spagna o nell’Italia meridionale o
a Roma.
Quando poi tra il III e il V secolo d.C. iniziò l’inarrestabile processo di disgre-
gazione dell’impero e si ebbero sempre maggiori contatti con i barbari e le loro
lingue, il latino parlato subì radicali e rapide trasformazioni e si allontanò note-
volmente dal latino degli scritti, relativamente stabile e vincolato alla tradizione
culturale; le varietà regionali, inoltre, influenzate con maggior forza dalle lingue
originarie locali, andarono sempre più differenziandosi.
Infine, con la caduta dell’impero romano alcuni territori, come l’Africa, l’attua-
le Germania, l’Inghilterra e tutta l’area orientale, smisero di usare il latino a van-
taggio delle lingue preesistenti, mantenendo, tuttavia, tracce più o meno evi-
denti del latino, soprattutto a livello lessicale: nell’inglese, ad esempio, il topo-
nimo «London» deriva da Londinium e il termine «street» da strata, «strada
lastricata».
Nelle regioni occidentali, invece, in cui il processo di romanizzazione era stato
più duraturo e profondo e l’uso della lingua più radicata, le varietà del latino
continuarono ad essere parlate: dapprima, per fenomeni di adstrato, si arricchi-
rono di numerosi prestiti dalle lingue dei popoli invasori riguardanti soprat-
tutto il lessico della vita quotidiana, in seguito andarono incontro a graduali ma
progressive trasformazioni, fino a configurarsi poi come lingue diverse e auto-
nome.
Si formarono così le lingue neolatine, cioè «latine nuove» o romanze, dall’e-
spressione romanice loqui, «parlare al modo dei Romani» che sono l’italiano, il
francese, lo spagnolo, il catalano, il portoghese, il rumeno, il provenzale, il
sardo, il ladino, il franco-provenzale.
Le lingue neolatine, quindi, non sono lingue diverse dal latino, ma sono il risul-
tato finale del suo processo evolutivo tuttora in corso; esse costituiscono una
famiglia linguistica omogenea la cui base comune è il latino parlato dal popolo,
trasmessosi per tradizione ininterrotta (vedi pag. 80), a cui si è aggiunto succes-
sivamente il lessico latino, recuperato dai testi scritti e letterari per via dotta e
per tradizione interrotta (vedi pag. 106).
Per quanto riguarda il latino, esso sopravvisse ancora per lungo tempo: in Italia
rimase per molti secoli l’unica lingua scritta (sono del 960 i primi documenti
scritti nei quali al latino si contrappone la lingua italiana volgare e per avere i
primi scritti letterari non in latino occorre arrivare al XII-XIII sec.), poi fino al
Settecento si mantenne come lingua specifica degli studi e della cultura; infine,
per tutto il tempo precedente il Concilio Vaticano II del 1962, il latino rimase
come lingua ufficiale della Chiesa e della liturgia cattolica.
27
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 28
UNITÀ II
1. La I declinazione 7. L'indicativo imperfetto
1.1 La forma femminile degli aggettivi della I 8. Il complemento di mezzo
classe 9. Il complemento di causa
2. Il verbo sum e le sue funzioni 10. I complementi di compagnia e di unione
3. L'indicativo presente attivo e passivo 11. Il complemento di modo
3.1 I pronomi personali soggetto 12. I nomi pluralia tantum della I declinazione
4. L'imperativo presente 13. Il complemento di stato in luogo
5. La frase passiva e il complemento d’agente 14. Gli avverbi e le congiunzioni
e di causa efficiente. 15. Il futuro semplice
6. La costruzione della frase latina
1. La I declinazione
La I declinazione comprende nomi femminili e alcuni nomi maschili; si declinano allo
stesso modo e hanno:
– il nominativo singolare in -a
– il genitivo singolare in -ae
28
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 29
La I declinazione
Perciò, quando una desinenza appartiene a casi diversi, è solo il contesto della
frase che può farti capire di che caso e di che numero si tratta:
es. Rosae odoratae sunt. Le rose sono profumate.
Rosae vita exigua est. La vita della rosa è breve.
Rosae natura vitam exiguam dat. La natura dà alla rosa una vita breve.
Il genitivo singolare del nome familia accompagnato da pater, mater, filius, filia
può presentare l’antica terminazione in -as.
es. Pater, mater, filius, filia familias padre, madre, figlio, figlia di famiglia
Nomi maschili
advena, ae forestiero, straniero incola, ae abitante
agricola, ae agricoltore, contadino nauta, ae marinaio
conviva, ae commensale perfuga, ae disertore
29
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 30
Unità II
L E S S I CO : DA L L AT I N O A L L’ I TA L I A N O
I nomi della I declinazione sono confluiti nella prima classe dei nomi italiani che
terminano:
– al singolare in -a, sia quelli femminili sia quelli maschili;
– al plurale in -e (da -ae) quelli femminili, in -i quelli maschili (per analogia con i
nomi maschili derivati dalla seconda declinazione).
es. dea, (f.) → la dea, le dee pirata, (m.) → il pirata, i pirati
■ Molti nomi della I declinazione hanno mantenuto anche nell’italiano la stessa
forma e lo stesso significato di base; eccone alcuni:
nomi femminili: amica, aquila, audacia, aurora, bestia, capra, causa, colonia, con-
cordia, corona, dea, disciplina, discordia, fama, farina, formica, fuga, gemma, gloria,
invidia, ira, lacrima, lingua, luna, lupa, matrona, memoria, modestia, mula, natu-
ra, porta, provincia, regina, rosa, statua, stella, superbia, terra, uva, via, viola, vita,
Asia, Africa, Europa, Germania, Italia, Roma, Sicilia.
nomi maschili: auriga, pirata, poeta.
■ Numerosi sostantivi hanno subito trasformazioni fonetiche minime e hanno
mantenuto lo stesso significato. Dei nomi proposti, tutti di genere femminile
tranne il primo, indica tu la traduzione (puoi eventualmente consultare la tabel-
la dei mutamenti fonetici di pagg. 80-81):
athleta (m.) . . . . . . . . . . . laetitia, . . . . . . . . . . . . . . . .
amicitia, . . . . . . . . . . . . . . magistra, . . . . . . . . . . . . . . .
ancilla, . . . . . . . . . . . . . . . musca, . . . . . . . . . . . . . . . . .
aqua, . . . . . . . . . . . . . . . . patientia, . . . . . . . . . . . . . . .
clementia, . . . . . . . . . . . . . poena, . . . . . . . . . . . . . . . . .
columba, . . . . . . . . . . . . . . potentia, . . . . . . . . . . . . . . .
constantia, . . . . . . . . . . . . praeda, . . . . . . . . . . . . . . . .
culpa, . . . . . . . . . . . . . . . . regia, . . . . . . . . . . . . . . . . . .
diligentia, . . . . . . . . . . . . ripa, . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
fabula, . . . . . . . . . . . . . . . ruina, . . . . . . . . . . . . . . . . .
familia, . . . . . . . . . . . . . . silva, . . . . . . . . . . . . . . . . . .
femina, . . . . . . . . . . . . . . . umbra, . . . . . . . . . . . . . . . . .
filia, . . . . . . . . . . . . . . . . . unda, . . . . . . . . . . . . . . . . .
hasta, . . . . . . . . . . . . . . . . ursa, . . . . . . . . . . . . . . . . . .
herba, . . . . . . . . . . . . . . . . vinea, . . . . . . . . . . . . . . . . .
hora, . . . . . . . . . . . . . . . . . victoria, . . . . . . . . . . . . . . . .
insula, . . . . . . . . . . . . . . . Graecia, . . . . . . . . . . . . . . . .
iustitia, . . . . . . . . . . . . . . Sardinia, . . . . . . . . . . . . . . .
■ Altri nomi latini si sono trasmessi nell’italiano mantenendo una forma uguale o
molto simile, ma hanno modificato più o meno radicalmente il loro significato;
eccone alcuni esempi.
Fortuna, «sorte»: in latino era una vox media, un termine cioè che assumeva senso
negativo o positivo a seconda del contesto, nell’italiano invece ha ristretto il suo
significato per indicare solo la sorte favorevole.
30
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 31
La I declinazione
Es. 5 Traduci solo i nomi in neretto, facendo attenzione alla funzione logica
della parola
1. Metti delle rose nel vaso. 2. Sono sbocciate le rose. 3. Mi hanno regalato delle viole e
un mazzo di rose. 4. Ho conosciuto le figlie delle maestre. 5. Ci sono delle maestre nel-
l’aula? 6. Quest’anno avrò delle maestre nuove.
31
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 32
Unità II
Si declinano come i nomi della I declinazione anche gli aggettivi della I classe al gene-
re femminile:
Al maschile e al neutro gli aggettivi della I classe si declinano invece come i nomi maschi-
li e i neutri della II declinazione.
Essi vengono registrati dal dizionario con le uscite del nominativo singolare dei tre gene-
ri: -us (o -er) per il maschile, -a per il femminile, -um per il neutro.
Perciò, per cercare sul dizionario un aggettivo femminile, si deve sostituire la termina-
zione -a con la terminazione del nominativo maschile -us (o -er).
clara → clarus, a, um
Per quanto riguarda la concordanza, l’aggettivo latino, sia in funzione di attributo sia
in funzione di nome del predicato, concorda con il nome a cui si riferisce in genere,
numero e caso.
Perciò le forme femminili dell'aggettivo possono accompagnarsi solo a nomi femmi-
nili. Nomi come poeta, incola, agricola appartengono alla I declinazione ma, essendo
di genere maschile, richiedono l'aggettivo maschile che segue la II declinazione.
32
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 33
Es. 6 Indica il caso, o i casi, la funzione logica, la traduzione delle seguenti forme
Magna industria, magnae industriae, magnam industriam, multae violae, multas violas,
multis violis, gratis fabulis, gratae fabulae, gratarum fabularum, clara Roma, claram
Romam, clarae Romae.
Il verbo sum può avere funzione di copula o di predicato verbale come in italiano il
verbo «essere».
Il nome del predicato è sempre in caso nominativo perché esprime una qualità o una
condizione del soggetto e segue le stesse norme di concordanza dell'italiano, cioè:
f. plur. f. plur.
33
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 34
Unità II
f. sing. m. sing.
f. plur. f. plur.
1. Grata es magistrae tuae. 2. Cornelia et Livia, bonae amicae estis. 3. Filia mea, semper
laeta eras. 4. Aurigae victoria causa gloriae, non pecuniae erat. 5. Sardinia et Sicilia
Italiae insulae sunt; Romae provinciae erant. 6. Diana silvarum dea, Minerva
sapientiae erat. 7. Magistrae filia amica nostra est. 8. Puellarum industria magistris
grata est. 9. Arcadia Graeciae antiquae terra erat. 10. Saepe procellae nautis magnarum
curarum causa sunt. 11. Incolarum discordia saepe patriae ruina est. 12. Piratarum
audacia insulae incolis nota erat. 13. Puella, sedula et laboriosa es!
1. Hic (= qui) multae gallinae sunt (. . . . . . . . .). 2. Ubi eras (. . . . . . . . .)? 3. Columba
alba est (. . . . . . . . .). 4. Hic aquilae non sunt (. . . . . . . . .). 5. Rana aquarum incola
est (. . . . . . . . .).6. Vitae fortuna varia est (. . . . . . . . .). 7. Hae (= queste, nom.)
columbae sunt (. . . . . . . . .). 8. Vita rustica parsimoniae, diligentiae, iustitiae magistra
est (. . . . . . . . .). 9. Parvae formicae laboriosae sunt (. . . . . . . . .). 10. Lupa, gallinarum
avida es (. . . . . . . . .)! 11. Dubito, ergo sum (. . . . . . . . .). (Ag.) 12. Appia longarum
regina viarum erat (. . . . . . . . .).
34
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 35
Forma attiva
1a coniug. 2a coniug. 3a coniug. 4a coniug. coniug. mista
verbo laudare monñre legêre audire capêre
tema laudã- monñ- leg(ê)- aud$- capî
1a sing. laudo* monêo* lego* audio* capîo*
2a laudas mones legis audis capîs
3a laudat monet legit audit capît
1a plur. laudãmus monñmus legîmus aud$mus capîmus
2a laudãtis monñtis legîtis aud$tis capîtis
3a laudant monent legunt audîunt capîunt
*
io lodo io ammonisco io leggo io odo io prendo
Forma passiva
1a coniug. 2a coniug. 3a coniug. 4a coniug. coniug. mista
a
1 sing. laudor * monêor* legor* audîor* capîor*
2a laudãris monñris legêris aud$ris capêris
3a laudãtur monñtur legîtur aud$tur capîtur
1a plur. laudãmur monñmur legîmur aud$mur capîmur
2a laudamîni monemîni legimîni audimîni capimîni
3a laudantur monentur leguntur audiuntur capiuntur
*
io sono lodato io sono ammonito io sono letto io sono udito io sono preso
35
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 36
Unità II
Ego non occulto causam iracundiae. (Cic.) Io non nascondo la causa dell’ira.
Ego sum, non tu, Sosia. (Plaut.) Io sono Sosia, non tu.
Come abbiamo già visto nella precedente Unità, i verbi sono registrati sul dizionario alla
1a persona dell’indicativo presente. Per cercare sul dizionario questa persona, a partire
da una diversa voce verbale, devi considerare la vocale che precede la desinenza:
– se c’è invece la vocale -i- il verbo potrebbe appartenere alla 3a, alla 4a coniugazio-
ne o alla coniugazione mista (tranne nel caso della 3a persona plurale in cui si ha
rispettivamente -unt e -iunt). Devi procedere allora per tentativi: cerca il verbo
con l’uscita in -o, supponendo cioè che sia della 3a coniugazione e, se non lo trovi,
sarà sicuramente della 4a coniugazione o della coniugazione mista, e lo cercherai
quindi con l’uscita in -io.
es.appellas → appello
timemus → timeo
ducimus → duco o ducio ? → duco
sitit → sito o sitio ? → sitio
rapitur → rapo o rapio ? → rapio
36
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 37
L’imperativo presente
4. L’imperativo presente
37
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 38
Unità II
■ Il verbo di forma passiva esprime l'azione che è subita dal soggetto («passivo» deriva
dal verbo «patior» che significa «subire») ed è compiuta dal complemento detto d'a-
gente, se è costituito da un essere animato, di causa efficiente, se è costituito da un
essere inanimato. Possono essere volti in forma passiva solo i verbi transitivi.
In italiano il complemento d'agente e di causa efficiente sono espressi con la preposi-
zione da semplice o articolata; il latino invece li differenzia ed esprime:
38
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 39
1. Magistra discipulam monet. 2. Puella epistulam amicae scribit. 3. Nauta insulae orae
appropinquat. 4. Fabulam filiae narro et puella laeta est. 5. Tu, poeta, historias narras et
ego libenter operam tuam lego. 6. Magnae silvae umbram cerva diligit. 7. Spectate, nautae,
stellas et procellas vitate! 8. Aquilae columbas et alaudas captant. 9. Agricolarum casae
miserae sunt. 10. Aviae puellis poetarum fabulas narrant. 11. Timidae capellae frigidas
aquas bibunt. 12. Agricolarum filiae agnas et capellas pascunt. 13. Matronarum tunicae
aureis fibulis firmantur. 14. Ab agricolis ferae beluae fugantur. 15. Dominae iustae ab
ancillis amantur, dominae severae timentur. 16. Agricolarum casae magnis pluviis delentur.
Es. 13 A – Volgi al plurale le prime sei frasi dell’esercizio 12, al singolare le frasi
rimanenti
B – Volgi al passivo le frasi 1, 2, 6, 8, 10, 12 e all’attivo le frasi 13, 14, 15, 16
Osserva la frase:
La disposizione delle parole nella frase latina non corrisponde di norma a quella dell’i-
taliano.
La mancanza dei casi in italiano impone un ordine fisso alle parole, che generalmente
sono disposte nella frase in questa sequenza:
SOGGETTO - PREDICATO - COMPL. OGGETTO, ALTRI COMPLEMENTI.
Il latino, invece, che segnala la funzione logica per mezzo dei casi, dispone le parole in
modo molto più libero ed articolato. Anche se non esiste una regola assoluta, è possibi-
le tuttavia indicare alcune tendenze che ricorrono con una certa frequenza e differi-
scono dall’uso italiano:
– il verbo può occupare qualunque posizione, ma si trova molto spesso a fine frase;
– l’aggettivo possessivo segue il nome che accompagna; tutti gli aggettivi, inoltre, pos-
sono essere separati dal nome a cui si riferiscono da una o più parole.
39
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 40
Unità II
SOGGETTO - COMPLEMENTI (dal più generico al più specifico )- COMPL. OGGETTO - PREDICATO.
Il cambiamento dell’ordine abituale delle parole non fa cambiare il senso logico, che è
appunto indicato dal caso e non dalla posizione, tuttavia introduce una lieve sfumatura di
significato dal momento che la parola posta a inizio di frase assume un maggior rilievo.
Se, per esempio, cambiamo così l’ordine delle parole nella frase precedentemente proposta:
Per imparare a tradurre correttamente è necessario abituarsi subito, fin dalle frasi
più semplici, a non seguire passo passo l’ordine in cui sono disposte le parole nella
frase latina, ma a disporre le parole secondo la costruzione italiana.
Ecco come procedere:
– leggi attentamente tutta la frase e individua il verbo, da cui puoi ricavare la per-
sona e il numero, indispensabili per determinare il soggetto;
– cerca il soggetto in base alle informazioni desunte dal verbo e alle possibili ter-
minazioni del nominativo;
– traduci il complemento oggetto, nel caso sia espresso, e poi i complementi indi-
retti, analizzando via via le terminazioni dei casi.
Vs. 1 L’Italia
Italia paeninsula est, terra fecunda et amoena. Uvarum, olivarum, spicarumque
magnam copiam incolis praebet. Italiae orae pulchrae sunt, limpida aqua, aurae
semper benignae. Incolae agricolae aut nautae sunt: agriculturam et mercaturam exercent
et magnam pecuniam comparant. Agricolarum sollertia et nautarum audacia a poetis
celebrantur. Italia ab advenis amatur; nam amoena et pulchra terra est.
40
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 41
L’indicativo imperfetto
7. L’indicativo imperfetto
L’indicativo imperfetto di forma attiva e passiva si forma nel seguente modo:
tema del presente + -ba- (suffisso temporale) + desinenze personali (1a sing. dell’attivo –m)
Forma attiva
1a coniug. 2a coniug. 3a coniug. 4a coniug. coniug. mista
1a sing. laudãbam* monñbam* legñbam* audiñbam* capîñbam*
2a laudãbas monñbas legñbas audiñbas capîñbas
3a laudãbat monñbat legñbat audiñbat capîñbat
1a plur. laudabãmus monebãmus legebãmus audiebãmus capîebãmus
2a laudabãtis monebãtis legebãtis audiebãtis capîebãtis
3a laudãbant monñbant legñbant audiñbant capîñbant
*
io lodavo io ammonivo io leggevo io udivo io prendevo
Forma passiva
1a coniug. 2a coniug. 3a coniug. 4a coniug. coniug. mista
a
1 sing. laudãbar* monñbar* legñbar* audiñbar* capiñbar*
2a laudabãris (re) monebãris (re) legebãris (re) audiebãris (re) capiebãris(re)
3a laudabãtur monebãtur legebãtur audiebãtur capiebãtur
1a plur. laudabãmur monebãmur legebãmur audiebãmur capiebãmur
2a laudabamîni monebamîni legebamîni audiebamîni capiebamîni
3a laudabantur monebantur legebantur audiebantur capiebantur
*
io ero lodato io ero ammonito io ero letto io ero udito io ero preso
– Le terminazioni ebam, ebas, ebat, ebamus, ebatis, ebant, sono comuni alla 2a e alla
3a coniugazione: perciò, a meno che non si conosca già la coniugazione del verbo,
bisogna cercare il verbo sul vocabolario e procedere per tentativi (lo si cerca in -
eo, supponendo che sia della 2a coniugazione, e poi, eventualmente in -o).
41
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 42
Unità II
1. Stella nautae viam monstrabat. 2. Athletae victoria patriam illustrabat. 3. Clarae victoriae
memoria athletae grata erat. 4. Parva agricolae agna a silvae fera vorabatur. 5. Sedulam
formicam ignava cicada vituperabat. 6.Clarae athletarum victoriae a poetis celebrabantur.
7. Cur epistulis meis non rescribebatis? 8. Deae bonas et sedulas puellas protegebant.
9. Candidas rosas et violas magistris donabamus. 10. A nautarum familiis procellae
timebantur. 11. Piratae puellas rapiebant et insularum incolas interficiebant. 12. Ab
insularum incolis hostiae immolabantur.
8. Il complemento di mezzo
Il complemento di mezzo, indica la persona, l'animale o la cosa per mezzo della quale
si compie l'azione. E’ espresso con:
Multae bestiae fuga vitam servant. (Cic.) Molte bestie salvano la vita con la fuga.
Per Agrippam profligavi piratas. (Mon. Ancir.) Sconfissi i pirati per mezzo di Agrippa.
Per iniuriam. (Cic.) Con un’ingiustizia.
9. Il complemento di causa
Il complemento di causa indica il motivo dell’azione espressa dal verbo o dello stato d’a-
nimo indicato da un aggettivo; il latino lo rende con:
42
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 43
Il complemento di causa
– l’ablativo semplice;
Romani victoria laeti erant. (Sall.) I Romani erano lieti per la vittoria.
Prae lacrimis scribere non possum. (Cic.) Per le lacrime non riesco a scrivere.
43
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 44
Unità II
– cum e l’ablativo.
a) Proserpina cum Diana violas captat. (Ig.) Proserpina raccoglie delle viole con Diana.
b) Cum toga praetexta venit. (Ces.) Viene con la toga pretesta.
Metellus saucios cum cura reficit. (Sall.) Metello con sollecitudine rianima i feriti.
Sapientiam summa cura conquiro. (Cic.) Con somma cura ricerco la sapienza.
Magna cum cura scripsit. (Cic.) Ha scritto con grande cura.
44
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 45
Il complemento di modo
1. Deae ara a puellis albis rosis ornatur 2. Magna cum laetitia magistra puellis
Graeciae historiam narrat. 3. Incolae sagittis feras necabant. 4. Propter iram Diana
Niobae filias percutit. 5. Magistra magna patientia docet; discipulae cum diligentia
magistram audiunt. 6. Ancilla situlam cum aqua portat. 7. Clementia et temperantia
regina incolas regebat. 8. Regina benevolentia sua incolis grata est. 9. Matronae propter
victoriam laetae erant. 10. Per ancillas a matrona cena parabatur. 11.Ob miseram
puellae fortunam matrona lacrimas profundit. 12. Prae nebula viam non videbamus.
13. Poetarum fabellas magna cura legebamus. 14. Vitae curas amicitia lenite, puellae!
15. Propter modestiam tuam amicis et magistrae cara es. 16. Per ancillas amicis suis
cena opulenta a domina parabatur. 17. Ob filiarum discordiam matrona flebat. 18. Prae
lacrimis discipula magistrae non respondebat. 19. Magna laetitia Tulliae epistulam cum
amica mea legebam. 20. Astutia et vehementia piratae insulas oppugnabant et cum
magna praeda remeabant. 21. Interdum aut laetitia aut ira flemus. 22. Diana sagittis,
Minerva galea et lorica armata erat.
45
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 46
Unità II
Il sostantivo nuptiae è espresso al plurale così come il nome italiano «nozze»: entrambi
sono difettivi nel numero e non posseggono la forma del singolare. Questi nomi sono
chiamati in latino pluralia tantum e, come i nomi difettivi italiani, hanno:
– il predicato verbale al plurale quando si trovano in funzione di soggetto;
– l'aggettivo sempre plurale (sia quando ha funzione di nome del predicato sia quan-
do è attributo);
– il sostantivo in funzione di nome del predicato, di apposizione, di complemento pre-
dicativo mantiene invece il suo numero singolare; tuttavia, se è costituito da un nome
variabile nel genere si accorda con il pluralia tantum al plurale:
I pluralia tantum della I declinazione sono nomi comuni di genere femminile1 oppure
nomi propri di città, come:
Esprimono, invece, un significato diverso a seconda che siano usati al singolare o al plurale:
1
Sono rimasti difettivi anche in italiano; alcuni nomi che indicano:
- oggetti composti da due o più elementi; es. pantaloni (bracae, arum), redini (habenae, arum);
- una pluralità di persone, cose o azioni: es. nozze (nuptiae, arum), ferie (feriae, arum), esequie (exsequiae, arum).
La concordanza di questi nomi mantiene le stesse regole del latino.
46
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 47
1. Syracusarum incolae mercatura fortunas suas augebant. 2. Divitiarum et formae gloria fluxa
est. 3. Puellae litteras latinas discunt. 4. Nepticulae deliciae aviis sunt. 5. Ab insularum incolis
piratarum insidiae timebantur. 6. Athenarum incolae Persarum minas non timebant.
7. Athenarum copiae contra Persarum copias strenue pugnant et vincunt. 8. Pulchrae Cumae,
olim colonia Graeca, in Campania erant. 9. Procellae et piratarum insidiae magnis curis a nautis
vitabantur. 10. Agricola magnam copiam olivarum colligit. 11. Copiae Romae strenuae erant.
12. Agricolae in villa operam suam praestabant. 13. Operae magna cum industria laborant.
14. Longas litteras Liviae scribebam. 15. "A" prima littera est. 16. Vigiliae noctu vigilabant.
Es. 22 Sostituisci Messana, ae, con Syracusae, arum, e fai le opportune modifiche
1. Messana in Sicilia est. 2. Messana clara et opulenta erat. 3. Messana colonia Magnae
Graeciae erat. 4. Visimus claram Messanam.
Con i nomi propri di città e di piccola isola2 viene invece espresso con:
– l’ablativo semplice con i nomi pluralia tantum della I e della II declinazione e tutti
i nomi della III declinazione;
2
Erano considerate piccole le isole che comprendevano un solo centro abitato con lo stesso nome dell'iso-
la, come ad esempio Rodi e Itaca.
47
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 48
Unità II
– il caso locativo3, le cui terminazioni sono -ae per la I declinazione, -i per la II decli-
nazione, con i nomi singolari della I e della II declinazione.
3
Il locativo era un antico caso, poi scomparso, che esprimeva la funzione dello stato in luogo. Molti nomi di
città in -e e in -i derivano da questo caso: es. «Firenze» da Florentiae, (loc. di Florentia, ae), «Rimini» da
Arimini (loc. di Ariminum, i).
48
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 49
■ Leggi senza fretta tutto il testo, cercando di capire il significato complessivo: per
fare questo appoggiati alle parole che già conosci o a quelle che sono simili a
parole italiane. Fai attenzione però: alcune possono essere «falsi amici», possono
essere cioè molto simili nella forma a parole italiane ma avere un significato
completamente diverso. Per evitare di incorrere in questi errori controlla i ter-
mini sul dizionario al momento della traduzione.
■ Dopo esserti fatto un’idea complessiva del testo prendi in considerazione ogni
singola frase, che, ricorda, può essere delimitata da un punto fermo, da un punto
e virgola, dai due punti o da un punto interrogativo o esclamativo (se incontri
una frase lunga non fermarti mai alla virgola, che indica solo una pausa breve del
discorso). Delimita con una sbarretta verticale ciascuna proposizione (a questo
proposito ricorda che le proposizioni sono tante quanti sono i verbi di modo fini-
to) ed evidenzia la congiunzione che le collega.
Per ogni frase procedi poi nel seguente modo, abituandoti a usare dei segni conven-
zionali a tua scelta o dei colori diversi da utilizzare ogni volta per gli stessi elementi:
– evidenzia le voci verbali e analizzale: il numero della persona ti aiuterà a individuare
il soggetto (ad esempio se il verbo è alla terza persona plurale dovrai cercare come
soggetto un nominativo plurale). Una volta individuato il soggetto, evidenzialo con
un segno convenzionale. Fai attenzione però: il soggetto può essere sottinteso!
– individua il caso e la funzione logica di tutti gli altri elementi della frase e distin-
gui ciascuna funzione utilizzando un segno convenzionale sempre uguale. Uno
stesso segno servirà anche a segnalare la connessione tra termini che concorda-
no tra loro o a mettere in relazione un nome in accusativo o in ablativo con la
preposizione che lo regge (ricorda che non sempre la preposizione regge il ter-
mine immediatamente successivo: in genere, ad esempio, il nome in genitivo si
trova interposto tra la preposizione e il nome retto da quella preposizione).
Ecco un esempio del modo in cui puoi procedere; continua tu il lavoro, utiliz-
zando i segni che ti sembrano più opportuni.
Agricola in silva vivit cum vilica, filiis et ancillis. In agricolae villa incolae
sogg. abl. s. pr. v. abl. s. abl. p. gen. s. abl. s. sogg. p.
agriculturae student: puellae magna cum cura agricolam adiuvant, / cum ancillis
dat. s. pr. v.
agnas capellasque pascunt,/in cista uvam reponunt,/fabas, oleas et cucurbitas
colligunt. Vilica cum ancillis rosarum et violarum coronis dearum aras ornat et in
mensa rosas ponit. Agricola beluas removet, oleas putat, vineam instituit, villam
reficit. Itaque villae incolae beatam et opulentam vitam ducunt.
– Quando hai terminato questa operazione su una singola frase, puoi incomincia-
re a tradurla, avendo cura di partire dal soggetto e di disporre subito le parole
nell’ordine richiesto dalla frase italiana (a questo punto, grazie ai segni grafici,
la funzione di ogni termine ti sarà ormai chiara). Devi assolutamente evitare di
tradurre le parole nella successione in cui si presentano nel testo latino (ad
esempio il complemento oggetto prima del verbo o il complemento di specifi-
cazione prima del nome a cui si riferisce).
49
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 50
Unità II
– Cerca sul dizionario il significato dei termini che non conosci, facendo attenzio-
ne a scegliere quello che si adatta al senso generale (non devi mai considerare la
parola isolata ma devi tener conto del contesto semantico in cui essa è inserita).
Per questa ragione puoi inserire dei segnalibri nel dizionario in corrispondenza di
quelle parole del cui significato non sei del tutto sicuro; così, quando rileggerai la
frase intera e alcuni significati non ti sembreranno pienamente soddisfacenti, potrai
consultare nuovamente il dizionario senza perdere tempo a ricercare le parole.
– Una volta terminata la prima stesura della traduzione, rileggila con calma verifican-
do che i contenuti del testo prodotto siano coerenti e i passaggi da un pensiero all’al-
tro siano collegati da legami logici (se il testo non appare coerente nel suo insieme
o in alcune parti, questo non è sicuramente dovuto a incongruenze del testo latino,
ma a errori di traduzione che devi cercare di individuare e correggere).
Poi esamina in maniera più particolareggiata il livello formale del testo italiano per
controllare che sia rispondente a quello latino sul piano sintattico, morfologico e
lessicale e modifica tutto quanto non risulti ancora pienamente soddisfacente.
Scythia terra longinqua et Asiae finitima est et naturam asperam (da asper, aspera,
asperum) habet. Scythiae incolae vitam duram et feram agunt. Nam casas non habent, sed
continenter errant; in raedis cum feminis totaque familia incolunt et raedis omnia sua (=
tutte le loro cose) vehunt. Agriculturam non exercent sed capras magna cura pascunt et
in planitiis, herbarum plenis, incustoditas relinquunt; rapinas enim minime reformidant.
Iustitiam religiose observant, pecuniam non exoptant atque vitam delicatam contemnunt.
Sagittis acutis beluas necant et postea in aris hostias deis immolant. Solum contra accolas
aliquando pugnas committunt: ita patriam et familiam magna audacia defendunt.
50
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 51
sed, at ma
tamen tuttavia
autem, vero (posposti a una o a più parole) però, invece
ergo, itaque, igitur (posposto a una o più parole) dunque, pertanto, perciò
Riguardo alla congiunzione -que occorre precisare che essa è enclitica, cioè si
unisce alla parola seguente a formare un’unica parola, il cui accento cade sem-
pre sulla penultima sillaba.
es. Matrona filiàque. La matrona e la figlia.
Ricorda inoltre che numquam e nec non si accompagnano a un’altra negazione,
perché in latino due negazioni affermano. Nell’italiano, invece, i termini corri-
spondenti richiedono, in genere, un’altra negazione; perciò:
es. Tullia Corneliae numquam scribit. Tullia non scrive mai a Cornelia.
Nec Tulliam nec Liviam video. Non vedo né Tullia né Livia.
51
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 52
Unità II
52
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 53
Il futuro semplice
Forma attiva
persona 1a coniug. 2a coniug.
1a sing. laudãbo io loderò monñbo io ammonirò
2a laudãbis monñbis
3a laudãbit monñbit
1a plur. laudabîmus monebîmus
2a laudabîtis monebîtis
3a laudãbunt monñbunt
Forma passiva
persona 1a coniug. 2a coniug.
1a sing. laudãbor io sarò lodato monñbor io sarò ammonito
2a laudabêris (re) monebêris (re)
3a laudabîtur monebîtur
1a plur. laudabîmur monebîmur
2a laudabimîni monebimîni
3a laudabuntur monebuntur
◆ Il futuro semplice della 3a e della 4a e della coniugazione mista si forma invece così:
tema del presente + -e- (-a- 1a sing.) + desinenze personali (1a sing. –m/–r)
Forma attiva
persona 3a coniug. 4a coniug. coniug. mista
a
1 sing. legam io leggerò audîam io udirò capîam io prenderò
2a leges audîes capîes
3a leget audîet capîet
1a plur. legñmus audiñmus capîñmus
2a legñtis audiñtis capîñtis
3a legent audîent capîent
Forma passiva
persona 3a coniug. 4a coniug. coniug. mista
a
1 sing. legar io sarò letto audiar io sarò udito capiar io sarò preso
2a legñris (re) audiñris (re) capiñris(re)
3a legñtur audiñtur capiñtur
1a plur. legñmur audiñmur capiñmur
2a legemîni audiemîni capiemîni
3a legentur audientur capientur
53
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 54
Unità II
Il futuro italiano è molto diverso: infatti, non è derivato direttamente dal futuro
latino, ma da una forma perifrastica in uso nel linguaggio popolare, costituita dal-
l'infinito del verbo e dal presente di habeo. Le due voci si sono poi fuse e contrat-
te in un'unica forma:
laudare + habeo → laudarò → loderò
54
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 55
Versioni di riepilogo
Latine responde
Cur formica noctuam reprehendit? ...........................................................................................
Quid (= che cosa) noctua respondet? .......................................................................
Quando noctua formicam invitat? ...........................................................................
Quid noctua noctu facit? ........................................................................................
Quomodo (= come) fabella finit?.............................................................................
VERSIONI DI RIEPILOGO
Vs. 8 favola La cicala e la formica
Olim garrula cicada apud frondosam silvam canebat, laboriosa formica autem assidue
laborabat. Cicada formicam videt et bestiolae industriam ita vituperat: «Stulta formica,
cur vitam tuam in opera dissipas? Ego contra in umbra requiesco, vitam laetam et sine
curis ago et agricolas delecto». At sedula formica cicadae pigritiam contemnit, nec
insolentiam curat, sed in opera sua perseverat. Ubi (= quando) autem hiems (= inverno,
nom.) venit, propter pristinam industriam formica magnam copiam micarum habet et
cum laetitia vivit; cicada, contra, neglegentia sua escas non habet et in miseria est. Tunc
formicam implorat: «Da mihi (= a me), quaeso, paucas micas: nam famelica sum». Sed
improvidae cicadae formica ita respondet: «Antea canebas, nunc salta!»
55
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 56
Unità II
Lectio brevis
La I declinazione comprende nomi ■ Complemento di mezzo:
femminili e maschili: – ablativo semplice
CASO singolare plurale – per + accusativo
NOM. -a -ae ■ Complemento di causa:
GEN. -ae -arum – ablativo semplice;
DAT. -ae -is – ob, propter + accusativo
ACC. -am -as – prae + ablativo (causa impediente)
VOC. -a -ae
ABL. -ã -is ■ Complementi di compagnia e di
unione:
Si declina così anche la forma fem- – cum + ablativo
minile gli aggettivi della I classe.
■ Complemento di modo:
– cum + ablativo
I pluralia tantum sono nomi che – ablativo semplice o con cum
interposto se con aggettivo
hanno solo la forma plurale;
con essi concorda: ■ Complemento di stato in luogo:
– il predicato al plurale; – in + ablativo
– ablativo semplice per pluralia
– l’aggettivo in qualunque tantum della I e della II decl. e per
funzione al plurale; tutti i nomi della III decl.
– il nome in qualunque funzione – locativo (-ae per la I decl., -i per la
al singolare tranne quando è un II decl.) per nomi singolari della I
nome variabile nel genere. e della II decl.
Indicativo futuro:
■ 1a e 2a coniug.: tema del presente + -bi- (-b- 1a sing.; -bu- 3a plur.) + des. pers.
■ 3a coniug.: 2a sing. tema del presente in ê ; 2a plur: tema del presente in î + -te
Per la coniugazione completa dei verbi puoi consultare le tabelle di pagg. 298
56
03_MODUS_U2_28-57 15-04-2012 15:36 Pagina 57
57
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 58
UNITÀ III
1. La II declinazione 1.4 Il neutro degli aggettivi della I classe
1.1 I nomi in -us e in -er 1.5 Le particolarità della II declinazione
1.2 La forma maschile degli aggettivi della 2. Il perfetto
I classe 3. I pronomi personali e il riflessivo
1.3 I nomi in -um 4. I complementi di luogo
1. La II declinazione
La II declinazione comprende nomi maschili, femminili e neutri.
I nomi in -us e in -er differiscono tra loro solo al nominativo e al vocativo singolari.
I nomi neutri, come i neutri di tutte le altre declinazioni, presentano la stessa ter-
minazione nei casi diretti, nominativo, accusativo, vocativo, sia al singolare (-um)
che al plurale (-a), mentre in tutti gli altri casi non differiscono dalla declinazio-
ne dei nomi in -us o in -er.
Il dativo e l’ablativo hanno la stessa terminazione: -o, al singolare, -is, al plurale.
Il vocativo presenta terminazioni diverse:
-e per i nomi in -us
– al singolare -er per i nomi in -er (nom. = voc.)
-um per i nomi neutri in -um (nom. = acc. = voc.)
– al plurale -i per i nomi in -us, -er (nom. = voc.)
-a per i nomi neutri in -um (nom. = acc. = voc.)
58
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 59
I nomi di città e piccola isola in –us, non pluralia tantum, esprimono il comple-
mento di stato in luogo con il locativo in -i.
es. A Corinto = Corinthi
1
È il dizionario a dirci se i nomi in -er conservano o no la e in tutta la declinazione, registrando i nomi così:
puer, puêri, o puer, êri, magister, magistri, o magister, stri.
59
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 60
Unità III
Ha il nominativo e il vocativo singolari in –ir, e in tutti gli altri casi si declina come i
nomi in –er, il nome vir, viri, «uomo, eroe, marito» e i suoi composti duumvir, «duum-
viro», decemvir, «decemviro», triumvir, «triumviro».
Gladio, gladios, gladium, gladii, legatis, legati, legato, legatorum, pinum, pinos, pini,
pinis, medice, medici, medicorum, medicos, discipuli, discipulis, discipule, discipulum,
agrorum, in agris, agros, agro, soceros, soceris, per socerum, soceri, apri, apro, aprorum,
aprum, gener, generos, genero, generi.
60
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 61
1. Dominus per servum medicum vocabat. 2. Medicus medicina domini morbum curat.
3. Dominus servum cum lanterna praemittit. 4. In rivi ripa domini equus a servo lavabatur.
5. Obtempera, serve, domino! Domine, es benevolus cum servo tuo! 6. Prae morbo servus
non laborat et in lecto cubat. 7. Citharae sono domini a servis delectabantur. 8. Propter
ignaviam servus a domino puniebatur. 9. Servi aequo animo dominis suis obtemperant.
10. Romae saepe pueri a magistro verberabantur. 11. Apud Germanorum populum viri a
feminis in pugna incitabantur. 12. Agrorum penuria coloni patriam relinquebant et
colonias in Asia condebant. 13. Vulcanus, deus fabrorum, in Aetna officinam habebat.
14. In Aegypto agri aqua limoque Nili inundabantur. 15. In Etruriae silvis apri lupique
latebras habebant. 16. In Alexandriae bibliotheca magna librorum copia flammarum
praeda erat. 17. Deli amicus meus habitat.
plurale
NOM. clari miseri sacri
GEN. clarorum miserorum sacrorum
DAT. claris miseris sacris
ACC. claros miseros sacros
VOC. clari miseri sacri
ABL. claris miseris sacris
61
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 62
Unità III
62
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 63
Vir vetulus et pavidus pulchrum asellum habebat et magna cum cura eum (= lo) in
agro pascebat. Repente viri improbi apparent et asellum petunt1. Tum dominus bestiam
ad fugam incitat2, sed asellus tardus et obstinatus quaerit:«Num (= forse che) novi
domini binas clitellas mihi (= a me) imponent?» Vir negat3. Asellus tum neglegenter
respondet: «Si consuetas clitellas geram, novos dominos non timeo».
1. Il verbo peto può avere costruzioni e significati diversi: poiché è accompagnato dal-
l’accusativo (asellum) devi ricercare i significati che assume quando regge questo caso
e scegliere tra quelli indicati quello più opportuno.
petere aliquem o aliquid significati: 1. dirigersi verso 2. assalire 3. cercare 4. aspirare a.
2. Il verbo incito costruito con ad + accusativo significa «incitare, esortare a».
3. Il verbo nego può avere i seguenti significati: 1. negare, dire che non 2. dire di no 3. rifiuta-
re; qual è il significato più adatto al contesto?
In fago canorae lusciniae nidus erat. Milvus accurrit, lusciniae pullos in nido invenit
et vorare bestiolas cupit. Sed luscinia venit et misericordiam implorat. Tum milvus dicit:
« Si (= se) bene canes, clementiam meam habebis». Luscinia pavida et maesta saevo
milvo paret et bene suaviterque canit. Sed milvus lusciniae: «Bene certe non canis, pul-
los tuos teneros igitur vorabo». Et statim miseros pullos laniat. Sed paulo post agricola
advenit et sagittis milvum necat. Nequitia - sic fabella docet - interdum iustitia vincitur.
da Fedro
Ursus cum lupo cotidie in silva ambulabat et feras exagitabat. Olim tenerum agnum vident;
bestiola, placida et insidiarum ignara, herbam teneram attondet atque rivi aquam bibit.
Lupus statim clamat: «Ecce bona praeda!» At ursus: «Ego agnum prior vidi (= ho visto per
primo), praeda igitur erit mea». Lupus callido et iurgioso socio dicit: «Vehementer erras,
avide amice: famelicus sum et ego quoque agnum vorare cupio». Et ursus iracundus:
«Superbiam tuam non tolerabo: non solum agnus sed etiam tu praeda eris ungulis meis ido-
nea!». Tunc beluae cupidae et infidae pugnam saevam tumultuosamque inchoant. Interea
agnus pugnam furibundam animadvertit, territus rapida fuga beluarum insidias vitat
atque vitam suam servat. Postea iam tutus ac securus cruentam controversiam procul spec-
tat et sic beluas deridet: «Lupe et urse, magni et validi estis, sed quam stulti! Nam ego, par-
vus et indefensus, ob discordiam vestram liber et salvus sum, vos, autem, non solum sine
praeda sed pleni plagarum estis!».
1. Individua nel testo i seguenti complementi e indica quale caso, con o senza preposizione, li
esprime:
stato in luogo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
causa ......................................................................
mezzo ......................................................................
compagnia ......................................................................
63
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 64
Unità III
64
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 65
Es. 5 Analizza e traduci le seguenti frasi, poi volgi al singolare le prime 8 frasi
L E S S I CO : DA L L AT I N O A L L’ I TA L I A N O
■ I nomi in -us della II declinazione hanno dato origine in italiano ai nomi maschi-
li della II classe, che terminano:
– al singolare in -o (da -um con la caduta della m e la trasformazione della u in o);
– al plurale in -i (dalla desinenza latina -i).
I nomi di genere maschile hanno mantenuto lo stesso genere, mentre i nomi fem-
minili di pianta hanno cambiato genere e sono diventati maschili.
■ I nomi in -er hanno conservato o perduto la e a seconda di come si comportava-
no nella declinazione latina.
es. amicus, i (m.) → l’amico, gli amici malus, i (f.) → il melo, i meli
gener, genêri, (m.) → il genero, i generi liber, libri, (m.) → il libro, i libri
■ I nomi neutri della II declinazione sono confluiti nella seconda classe dei nomi
italiani e, data la scomparsa del genere neutro, sono diventati maschili.
es. donum → il dono, i doni
I nomi dei frutti, invece, per differenziarsi dal nome della pianta corrispondente di
genere maschile, sono diventati di genere femminile:
in latino: nome di pianta femminile/nome del frutto neutro malus (f.)/malum (n.)
in italiano: nome di pianta maschile/nome del frutto femminile il melo/la mela
Alcuni nomi hanno mantenuto al plurale la desinenza -a dei neutri plurali latini, che
è stata sentita dai parlanti come femminile: di conseguenza questi nomi, pur maschi-
li al singolare, sono diventati al plurale di genere femminile.
65
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 66
Unità III
■ Alcuni nomi non sono rimasti nell’italiano, ma hanno lasciato traccia di sé in ter-
mini derivati per via dotta oppure hanno cambiato il loro significato originario.
Eccone alcuni esempi:
Captivus, «prigioniero»; da questo nome, e in particolare dall’espressione captivus diabo-
li, «prigioniero del diavolo», di largo uso a partire il IV sec. d. C., quando il Cristianesimo
si era ormai ampiamente diffuso, è derivato l’aggettivo «cattivo», che corrisponde in latino
a malus, a, um; il significato originario è invece rimasto nel termine «cattività».
Caseus, «formaggio»; «formaggio» deriva da una parola francese ripresa a sua volta dal-
l’espressione latina formaticus caseus, cioè «formaggio messo in forma»; rimangono però
termini dotti come «caseario» e «caseificio» (-ficio dal verbo facio, «fare, produrre»).
Puer, «ragazzo, fanciullo», di cui rimane «puerile», «puerizia», il periodo della fanciullez-
za, «puericultura», «puericultore /trice», «puerpera», la donna che ha appena partorito.
Vir è stato sostituito da «uomo», derivato da homo, nome della terza declinazione che
in latino designava l’essere umano in genere; ha originato però «virile», «virilità».
Bellum è stato sostituito dalla parola «guerra » di origine germanica; il termine lati-
no ha però lasciato ampie tracce di sé nelle parole «bellicoso», «bellico», «bellige-
rante», cioè chi si trova in stato di guerra, «imbelle», cioè debole o pauroso perché
inadatto alla guerra, «debellare» ovvero sconfiggere definitivamente, «ribellarsi»,
cioè riprendere la guerra, e nei suoi derivati.
Otium indicava «il tempo libero» da impegni politici, forensi, militari, attività che
facevano parte invece del negotium (da nec otium); l’otium veniva dedicato al riposo,
alla vita privata, ai passatempi preferiti. In italiano si è invece caricato di un senso
negativo, divenendo sinonimo di «pigrizia, poltroneria» a cui corrispondevano in
latino i termini desidia, ignavia.
Verbum, «parola»; il termine è passato a indicare il «verbo», la parte del discorso che
rappresenta la parola per eccellenza e il centro della frase; inoltre sono derivati
«avverbio», la parte del discorso che si pone accanto al (ad) verbo, «verbale», che
come aggettivo significa «a voce» e come sostantivo indica il documento con cui si
registrano per iscritto i punti fondamentali di una discussione, i loro composti «ver-
balmente, verbalizzare, verbalizzazione», e l’aggettivo «verboso», che si dice di chi si
dilunga troppo e inutilmente nel parlare o nello scrivere. Il termine «parola» è deri-
vato da parabola, «esempio», di origine greca: nelle traduzioni della Bibbia venne
usato nel significato di discorso che riportava le vicende esemplari di Gesù e così ha
dato vita nell’italiano al nome «parola» e al verbo «parlare».
66
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 67
■ I nomi pelagus, i, «mare», vulgus, i, «popolo», virus, i, «veleno» sono di genere neu-
tro ed escono in -us nei casi diretti; inoltre sono usati solo al singolare.
67
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 68
Unità III
Hippolytus, puer rectus ac probus, filius erat Thesei et Hippolytae. Inter Olympi deos
deasque Dianam maxime diligebat, quae (= che, nom.) erat dea casta et venationis (=
della caccia) patrona. Hippolytus igitur magna cum peritia equitabat, in silvis feras
agitabat, sed feminas et nuptias spernebat. Venus (= Venere, nom.) autem irata ob
Hippolyti neglegentiam infeste iurat: «Animum tuum superbum puniam, Hippolyte!
Superbiae et incuriae tuae poenam lues!» Postea dea concupiscentiae flammam
inculcat Phaedrae, quae erat Hippolyti noverca, et femina effrenato ac noxio studio
privignum suum adamare incipit. Hippolytus autem magna cum verecundia ac
pertinacia novercam repellit. Phaedra, privigni repulsis perturbata, contumeliam et
animi morbum non sustinet et poenam horrendam excogitat.
Phaedra ad virum suum tabellas mittit ubi iniuriae flagitiosae Hippolytum insimulat.
Theseus feminae credit, Hippolytum accusat et furibundus ob filii sui impudentiam ac
contumeliam a deis poenam severam petit. Tum Hippolytus culpa vacuus et maestus
propter horrendam calumniam in bigis suis regiam relinquit. Sed repente taurus apparet
et equos terret; equi igitur bigam evertunt et Hippolytus vitam amittit. Postea tamen
Phaedra Hippolyti innocentiam aperit et ob malam conscientiam vitam suam abrumpit.
68
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 69
Il perfetto
2. Il perfetto
Il perfetto indicativo si forma nel seguente modo:
Come puoi notare, il tema del perfetto può subire notevoli modificazioni rispetto
al tema del presente e il modo con cui esso si forma non è riconducibile a regole
precise; tuttavia, per facilitarne la ricerca, riportiamo qui i casi più ricorrenti:
– molti verbi soprattutto della 1a e della 4a coniug. formano il perfetto aggiun-
gendo al tema del presente il suffisso temporale;
es. laudo → lauda -v-i audio → audi-v-i
– la maggior parte dei verbi della 2a coniug. mutano la vocale e in u;
es. moneo → monui doceo → docui habeo → habui
– molti verbi della 3a coniug. ed alcuni della 4a hanno il perfetto sigmatico
(aggiungono cioè il suffisso -s-). Nel caso in cui il tema termini in consonante,
questa incontrandosi con la s subisce alcuni mutamenti fonetici;
es. dico → dixi (c + s = x) gero → gessi scribo → scripsi
sculpo → sculpsi sentio → sensi
69
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 70
Unità III
– alcuni verbi della 3a coniug. hanno il tema del presente in vocale breve e quello del
perfetto in vocale lunga, con caduta della eventuale consonante che la precede;
es. lêgo → lñgi vînco → v$ci
– altri verbi formano il perfetto con raddoppiamento.
es. do → dedi spondeo → spopondi curro → cucurri
Per conoscere con precisione il tema del perfetto è quindi necessario memoriz-
zare il maggior numero di paradigmi e consultare il dizionario, che dei verbi più
irregolari registra anche la 1a persona del perfetto, rimandando al presente.
es. dedi, perf. di do
◆ Le desinenze del perfetto indicativo sono uguali per i verbi di tutte le coniugazioni,
compreso il verbo sum, e sono:
1a sing. -i 2a sing. -$sti 3a sing. -it
1a plur. -îmus 2a plur. -$stis 3a plur. -ñrunt (-ñre forma sincopata)
– il passato prossimo, se indica un’azione che, pur compiuta nel passato, mantiene
ancora qualche legame con il presente (perfetto logico);
es. Nos natura genuit. (Cic.) La natura ci ha generati.
70
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 71
Il perfetto
Habet, pono, tenemus, dat, agunt, respondes, vocatis, veniunt, petis, quaero, est,
remeamus, ducit, necant, mittis, fletis, legitis, punio, paras, ponimus.
– ordine, comando
– facoltà di comandare, autorità, potere
■ al singolare – potere politico, governo, dominio, regno, impero, supremazia
– supremo comando militare, potere supremo nell’esercito e
nella giurisdizione civile
– carica pubblica, magistratura
71
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 72
Unità III
Latine responde
Quis (= chi) Vespasianus fuit?
Cui (= a chi) in imperio successit?
Ubi dimicavit?
Quomodo Romam rexit?
Quam (= quale) famam habuit?
Quomodo philosophos tractavit?
Quis (= chi) Vespasiano successit?
In Sicilia Hennae stagnum erat et prata amoena aquas circumdabant. Olim huc (avv.)
Proserpina, Demetrae filia cum amicis suis venit, violas et candida lilia carpebat et
fiscellas implebat. Dominus Inferorum puellam vidit et statim adamavit. Repente in raeda
apparuit, Proserpinam rapuit et in Avernum (in + acc.: compl. di moto a luogo) duxit.
Tum Demetra magna tristitia frumenta iam non fudit et filiam magna cum pertinacia
requisivit: campos percurrit, fluvios superavit sed frustra. Et ubi terra tenebris convolvitur,
dea anxia taedas inflammat et natam invocat.
72
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 73
– con il determinativo is, ea, id, «quello», quando il pronome non è riferito al sogget-
to (valore non riflessivo):
singolare
CASO maschile femminile neutro
NOM. is egli ea ella id esso, essa
GEN. eius di lui eius di lei eius di esso, di essa
DAT. ei a lui, gli ei a lei, le ei a esso, a essa
ACC. eum lui, lo eam lei, la id lo, la
ABL. eo da lui ea da lei eo da esso, da essa
plurale
CASO maschile femminile neutro
NOM. ii (ei) loro eae loro ea essi, esse
GEN. eorum di loro earum di loro eorum di essi, di esse
DAT. iis (eis) a loro iis (eis) a loro iis (eis) a essi, a esse
ACC. eos loro, li eas loro, le ea li, le
ABL. iis (eis) da loro iis (eis) da loro iis (eis) da essi, da esse
73
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 74
Unità III
– con il pronome riflessivo, quando è riferito al soggetto della frase (valore riflessivo).
Questo pronome non presenta distinzione né di genere né di numero e non possie-
de il nominativo.
CASO singolare e plurale
NOM. -
GEN. sui di sé, di loro
DAT. sibi a sé, a loro, si
ACC. se sé, loro, si
ABL. se da sé, da loro
secum con sé, con loro
Es. 12 Inserisci opportunamente le forme dei pronomi personali indicati, poi traduci
1. Multi vestrum sinceri non fuerunt. 2. Desiderium tui, puella, me tenet. 3. Memoriam
vestri servabimus et gratias vobis semper agemus. 4. Tu semper mecum eris. 5. Magistri
praecepta nobis semper grata fuerunt. 6. Tibi meos libros donabo. 7. Pauci vestrum
in castris manserunt. 8. Domine, da nobis veniam! 9. Unus vestrum nobiscum veniet.
10. Memoria tui grata mihi est. 11. Epistula mea, care amice, tibi animum meum
ostendet. 12. Cras vos videbo et consilia mea vobis ostendam.
1. Bonae deae, eum et nos adiuvate! 2. Tua verba iis molesta fuerunt. 3. Romani intra
praesidia se recipiunt. 4. Pauci eorum sine culpa sunt. 5. Eas bona fortuna servavit.
6. Numquam eos deseremus, sed semper nobiscum erunt. 7. Memoria earum grata vobis
non est. 8. Graeci equum ligneum aedificaverunt et Troianis eum reliquerunt. 9. Multi
nostrum Athenis eos viderunt. 10. Romae matronae multis gemmis se ornabant. 11. Saepe vitiis
liberorum indulgemus, eorum culpis ignoscimus. 12. Viri magnam famam sui reliquerunt.
13. Semper cara nobis erit memoria tui et earum. 14. Corinthi populi odium tyrannus in
74
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 75
I complementi di luogo
se convertit execrandamque sui memoriam relinquit. 15. Viri providi sibi consulunt, improvidi
autem se fortunae committunt. 16. Boni viri sibi expetunt gloriam. 17. Alexander etiam
in bello libros Homeri libenter legebat et eos in pretiosa arca servabat. 18. Vobis id breviter
exponam. 19. Post pugnam apud Leuctra Lacedaemonii se numquam refecerunt neque
pristinum imperium recuperaverunt. 20. Pompeius multos veteranos secum duxit.
Asinus et catulus in villa vivebant. Cotidie catulus domino suo occurrebat, caudam
agitabat et eum lambebat. Dominus ergo catulum suum valde amabat et magna cum
benevolentia eum tractabat. Catulus vitam beatam securamque agebat: non laborabat,
saepe dormiebat, aquam frigidam copiosumque cibum semper habebat. Asinus contra
vitam duram miseramque agebat: in agris saepe erat, magnos saccos portabat et interdum
servi eum verberabant. Tum asinus olim cogitavit: «Catulus a domino meo valde amatur.
Si eum imitor (= imito) ego quoque in domini et servorum gratiis ero». Itaque domino
occurrit, caudam agitavit, in eius humeris ungulas imposuit. Dominus exterritus servos
vocavit: ii accurrerunt et virgis saxisque stultum asinum pepulerunt.
da Fedro
4. I complementi di luogo
Abbiamo già visto nella precedente Unità il complemento di stato in luogo; vediamo ora
gli altri complementi di luogo.
75
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 76
Unità III
■ Il complemento di moto per luogo indica il luogo, reale o figurato, attraverso il quale
si passa. Si esprime con:
– per e l’accusativo anche con i nomi propri di città e di piccola isola;
– l’ablativo semplice con i nomi che indicano un passaggio obbligato (come porta, via,
ponte, considerati come complementi di mezzo).
Il luogo può anche essere espresso con avverbi di luogo; i principali sono:
stato in luogo hic, qui, qua ibi, là, lì ubi, dove
moto a luogo huc, (verso) qui, qua eo, (verso) là, lì quo, (verso) dove
moto da luogo hinc, (da) qui, qua inde, (da) là, lì unde, da dove
moto per luogo hac, per di qui, qua ea, per di là, lì qua, per dove
76
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 77
I complementi di luogo
77
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 78
Unità III
Mercurius Iovis (= di Giove) et Maiae filius erat, adulescentuli formam cum calceis
alatis habebat et caduceum gerebat. Deum nuntius erat: nam calceis suis alatis terras et
pelagus peragrabat et terrae incolis superorum iussa tradebat. Propter magnam suam
prudentiam et astutiam etiam mercaturae, divitiarum viarumque patronus erat et doli
somniorumque deus. In Olympo habitabat ubi multa officia deis praestabat: nam
mensas iis parabat, epulas ministrabat et iocis et facetiis eos delectabat; praeterea ad
Inferos mortuorum umbras ducebat. Phoebus, Iovis et Latonae filius, poetarum,
oraculorum musicaeque patronus erat: vaticiniis suis autem deorum imperia populis
nuntiabat. Etiam medicinae et vindictae deus erat: sagittis suis argenteis pestilentias
excitabat et incolarum terrae iniurias erga deos puniebat.
VERSIONI DI RIEPILOGO
Vs. 10 L’onestà premiata…
Rusticus bonus et pius in fluvii ripis ligna caedebat, sed dum (= mentre) in pino magnum
ramum caedit, de pino praecipitat et ascia sua in altam fluvii aquam cadit. Dum
adversam fortunam suam flet, Mercurius eius querelas audit et de caelo descendit. «Bono
animo es! - deus exclamat - ascia tua a me recuperabitur». Deus in fluvium se mergit et
mox cum ascia aurea inde emergit. «Ecce, ascia tua, tene!» «Gratias tibi ago propter
benevolentiam tuam - rusticus ei respondet - sed haec (= questa, nom.) non est ascia mea».
Iterum deus se mergit et pulchram argenteam asciam portat. Sed rusticus rursus deo dicit:
«Haec quoque non est ascia mea». Denique Mercurius ex fluvio ferream asciam extrahit:
nunc rusticus magno gaudio exclamat: «Ecce ascia mea!» Deus, honesto responso
contentus, non solum asciam ferream sed etiam auream et argenteam ei donat.
1. Riconosci i complementi di luogo.
2. Analizza i pronomi personali.
3. Scrivi i paradigmi dei verbi.
4. Volgi al perfetto i presenti storici.
Rusticus magna laetitia in casam suam remeat. Postridie amicis suis omnia (= ogni cosa,
acc.) narrat et Mercurii dona iis ostendit. Unus amicorum erat vir avidus et stultus et sic
secum cogitat: «Si asciam meam perdere simulabo, ego quoque Mercurii dona obtinebo».
Statim ad fluvium currit et in aquam asciam suam iactat; postea in ripa sedet et multis
lacrimis Mercurium invocat. Deus eius animum improbum et avidum cognoscit, tamen
temptare eum cupit. Itaque in terram descendit et malum rusticum interrogat: «Cur fles?»
Rusticus respondet: «Asciam meam iam non habeo: in fluvium cecidit.». Tum Mercurius:
«Defatigatus sum, sed asciam tuam bene describe et ego tibi eam recuperabo». «Ascia mea
magna et aurea est». Deus in fluvium se mergit, unde sine ascia emergit: «Illic solum ascia
ferrea est: ergo tua non est»; et in Olympum statim remeat. Avidus rusticus igitur non
solum asciam auream non accipit sed etiam suam iam non recuperat.
78
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 79
Lectio brevis
Lectio brevis
La II declinazione comprende nomi maschili, femminili e neutri.
singolare plurale
CASO m. e f. maschile neutro m. e f. maschile neutro
NOM. -ûs -êr -ûm -$ -$ -â
GEN. -$ -$ -$ -õrum -õrum -õrum
DAT. -õ -õ -õ -$s -$s -$s
ACC. -ûm -ûm -ûm -õs -õs -â
VOC. -ê -êr -ûm -$ -$ -â
ABL. -õ -õ -õ -$s -$s -$s
Si declina così anche la forma del maschile e del neutro degli aggettivi della I classe.
tema del perfetto + desinenze proprie del perfetto: i, $sti, it, îmus, $stis, ñrunt (ñre)
79
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 80
Unità III
es. via, luna, dea, patria, poeta, Sicilia, Romani, amare, offendere, venire, tu, tua,
bene, male.
■ Molte parole sono passate nella nostra lingua con mutamenti fonetici più o meno
rilevanti. Innanzitutto si sono modificate le sillabe finali delle parole latine: infat-
ti, già nel parlato dell’epoca classica veniva pronunciata in modo molto debole la
consonante finale dell’accusativo singolare, -m in tutte le declinazioni, da cui
sono derivate le parole italiane.
Oltre a questi mutamenti, che di fatto resero difficile la comprensione della funzio-
ne logica della parola e favorirono l’impiego sempre più ampio delle preposizioni,
le parole latine andarono incontro ai seguenti fenomeni fonetici:
◆ Mutamenti vocalici
Mentre le vocali atone, cioè prive di accento, sono rimaste per lo più immutate, le
vocali toniche si sono comportate così:
– nelle sillabe chiuse, cioè terminanti in consonante, sono rimaste invariate le voca-
li a, e, o, mentre si sono trasformate:
i→e silva selva u→o unda onda
80
04_MODUS_U3_58-81 15-06-2012 22:55 Pagina 81
◆ Mutamenti consonantici
Le trasformazioni più diffuse a cui sono andate incontro le consonanti sono:
cl → chi clarus chiaro
fl → fi floccus fiocco
li + vocale → gli filius figlio
ni + vocale → gn scrinium scrigno
pl → pi plumbum piombo
ph → f philosophus filosofo
ti → z initium inizio
i + vocale → g dolce iocus gioco
b intervocalica → v caballus cavallo
Alcuni gruppi consonantici hanno subito l’assimilazione, il fenomeno tipico della lin-
gua parlata, per cui la prima consonante si «assimila», cioè diventa uguale alla secon-
da:
bt, ct, pt → tt doctus dotto
mn → nn somnus sonno
ps, x (= c + s) → ss fraxinus frassino
■ Alcune parole si sono trasmesse nella forma del diminutivo, di largo impiego
nella lingua popolare:
Forma normale Forma del diminutivo Italiano
avis avicellus uccello
agnus agnellus agnello
auris auricula orecchia
cepa cepulla cipolla
cerebrum cerebellum cervello
frater fratellus fratello
■ Alcune, infine, si sono trasmesse nella stessa forma latina o con minime trasfor-
mazioni fonetiche, ma hanno modificato il loro significato originario in modo
più o meno rilevante; è il caso delle parole fortuna, mappa, prudenza (cfr. pag.
30), cattivo, ozio (cfr. pag. 66).
Es. 20 Elenca almeno venti parole della prima declinazione che sono con-
fluite nell’italiano senza subire alcuna trasformazione fonetica
81
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 82
UNITÀ IV
1. Gli aggettivi della I classe 3. La proposizione temporale all'indicativo
1. 1 Le funzioni e la concordanza dell'aggettivo 4. I complementi di tempo determinato e di
1. 2 Gli aggettivi e pronomi possessivi tempo continuato
2. L’indicativo piuccheperfetto e futuro 5. Gli aggettivi pronominali
anteriore 6. La proposizione causale all'indicativo
Abbiamo già visto che gli aggettivi qualificativi della I classe seguono per il maschile e il
neutro la II declinazione e per il femminile la I declinazione.
Riprendiamo ora l’argomento per trattarlo in modo sistematico.
82
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 83
maschile
femminile
Ecco altri esempi di concordanza di aggettivi della I classe con nomi dei tre generi:
83
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 84
Unità IV
Se l’aggettivo si riferisce a più nomi di genere diverso, concorda di norma con il nome
più vicino.
Nel tradurre il neutro sostantivato è opportuno evitare, per quanto possibile, l’uso della
parola «cosa»: meglio sostituirla con un termine meno generico o rendere l’intera
espressione con un sostantivo astratto.
84
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 85
85
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 86
Unità IV
Es. 4 Traduci
1. Etiam nauta peritus procellosum pelagus timet. 2. Alta populus alaudae tutum
refugium praebet. 3. Frondosae cerasi rami ab agricola secabantur. 4. Parvus numerus
Graecorum multos Persas vicit. 5. Funestae discordiae inimicitias et bella intestina moverunt.
6. Mala exempla stulti et pigri amici tibi noxia sunt. 7. Vulgus indoctum libros poetarum
et philosophorum non amabat: cruenta spectacula ei grata erant. 8. In antiqua Aegypto
pii agricolae Nilum colebant. 9. Viperae virus mortiferum saepe est. 10. In cruento proelio
apud Cannas Aemilius Paulus et multi legionarii vitam amiserunt. 11. Bone dive, vota
nostra exaudi! 12. Magni poetae sacra lauro coronabantur.
L E S S I CO : DA L L AT I N O A L L’ I TA L I A N O
Gli aggettivi della prima classe sono passati nell’italiano con le stesse modalità
dei nomi della I e della II declinazione e, al pari dei nomi, hanno perso il gene-
re neutro.
Essi hanno originato gli aggettivi italiani della prima classe che presentano:
– il maschile singolare in -o e il plurale in -i;
– il femminile singolare in -a e il plurale in -e.
es. altus, alta, altum → alto, alta plur. alti, altae → alti, alte
miser, misera, miserum → misero, misera plur. miseri, miserae → miseri, misere
piger, pigra, pigrum → pigro, pigra plur. pigri, pigrae → pigri, pigre
■ Ecco due esempi di aggettivi caduti in disuso, di cui rimane tuttavia traccia in ter-
mini che ne richiamano il significato.
Albus, «bianco», ha dato origine ad «alba», la fase del giorno in cui si ha il primo
biancheggiare del cielo, «albume», la parte bianca dell’uovo, «album» e «albo», in
origine la tavoletta bianca su cui si scrivevano i nomi dei magistrati e oggi il libro che
raccoglie firme, fotografie, fogli o nel secondo caso il registro su cui sono iscritti i
nomi degli abilitati a una professione, «albino», detto di persona che ha capelli,
occhi, pelle molto chiari perché manca di pigmentazione.
Malus, «cattivo, malvagio», è rimasto in alcune espressioni o in nomi composti quali
«malo modo, male parole, mal costume, malavoglia, malafede, malaugurio, malumore».
Dall’imprecazione «Dio ti mandi un anno disgraziato!» cioè un malum annum, è deriva-
to «malanno»; «malato» proviene invece dalla locuzione male habitus, «in cattivo stato».
■ Altri aggettivi, invece, sono caduti in disuso e sono stati sostituiti da altri termini.
Ecco un esempio.
Pulcher, «bello», si usava in riferimento a persone, animali o cose e non si è conser-
vato in nessuna delle lingue neolatine. Altri aggettivi che significavano «bello» erano
formosus (da forma, «bellezza») riservato a persone o animali, e bellus riferito a cose
nel senso di «grazioso, garbato, piacevole» e nella lingua parlata anche a uomini,
talora con implicito un senso ironico. Formosus si è mantenuto nel portoghese (for-
moso), nello spagnolo (hermoso) e nel rumeno (frumos), mentre in italiano «formo-
sa» si dice di una donna che ha forme del corpo appariscenti e ben fatte; bellus è pas-
sato nell’italiano e nel francese (beau).
86
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 87
1. Stulti stulta dicunt. 2. Honestorum exempla colite, pueri! 3. Boni a bonis diliguntur.
4. Busta ab iniustis petere insipientia est. (Plaut.). 5. Fuge magna. (Or.) 6. Certa
amittimus, dum (= mentre) incerta petimus. (Plaut.) 7. Amor (l’amore, nom. sing.)
amara dat. (Plaut.) 8. Verum inquirimus summa cura et studio. (Cic.) 9. Boni improbis,
improbi bonis amici esse non possunt (= possono). (Cic.) 10. Scelerati me unum
(= soltanto) petunt. (Cic.) 11. Nostros ferro atque armis petiverunt. (Liv.) 12. Magna di
curant, parva neglegunt. (Cic.) 13. Bonus et ignavus imperium sibi exoptant. (Sall.)
14. Metellus saucios cum cura reficit. (Sall.) 15. Doctus in se semper divitias habet. (Fedr.)
16. Q. Fabius Maximus memoria tenebat non domestica solum sed etiam externa. (Cic.)
17. Ingenii signum in parvis memoria est. (Quint.) 18. Pauca diuturna sunt. (Sen.)
persona possessivo
1a sing. meus, mea, meum mio
2a sing. tuus, tua, tuum tuo
3a sing. suus, sua, suum (valore solo riflessivo) suo, proprio
[eius pronome con valore non riflessivo] di lui, di lei, di esso, suo
1a plur. noster, nostra, nostrum nostro
2a plur. vester, vestra, vestrum vostro
3a plur. suus, sua, suum (valore solo riflessivo) loro, proprio
[eorum, earum pronomi con valore non riflessivo] di essi, di esse, loro
87
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 88
Unità IV
Le forme eius, eorum, earum sono pronomi e perciò non concordano con la cosa
posseduta, come accade invece per l'aggettivo suus, ma con il termine che costitui-
sce il possessore.
– Come tutti gli altri aggettivi, i possessivi possono essere sostantivati; in questo
caso le forme del possessivo riflessivo suus possono anche essere riferite a un ele-
mento diverso dal soggetto.
es. mei i miei i miei cari i miei parenti
nostri i nostri i nostri compatrioti i nostri soldati
sui i suoi (loro) i suoi (loro) familiari i suoi (loro) soldati
sua le sue (loro) cose, i suoi (loro) beni
88
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 89
Es. 8 Traduci
1. Attente verba mea audite. (Cic.) 2. Meo contentus sum. (Sen.) 3. Vincit fortuna tua
fortunam meam. (Sen.) 4. Vestra solum legitis, vestra amatis. (Cic.) 5. Te tua delectant, me
mea. (Cic.) 6. Praedia mea tu possides, ego aliena misericordia vivo. Mea domus (casa,
nom. f.) tibi patet, mihi tua clausa est. (Cic.) 7. Helvetii oppida sua incendunt. (Ces.)
8. Romani vestrum auxilium requirunt. (Cic.) 9. Caesar (Cesare, nom.) copias suas
dividit. (Ces.) 10. Caesar se ad suos recipit. (Ces.) 11. Daedalus pennas sibi et Icaro filio
suo fecit. (Ig.) 12. Romulus ad spectaculum ludorum populos finitimos invitavit atque
eorum puellas rapuit.
Es. 9 Traduci
1. Amicis meis eorum libros reddidi. 2. Amicis meis earum libros reddidi. 3. Memoriam
vestri beneficii colam benevolentia sempiterna. (Cic.) 4. Praefecti regii ad Atticam
accesserunt ac suas copias in campum deduxerunt. (Nep.) 5. Nunc me iuva, mi amice,
consilio tuo. 6. Amabam Pompeium laudabamque eius ingenium. 7. Lacrimae meorum me
interdum molliunt. (Cic.) 8. In tanto numero tuorum neque audies virum bonum neque
videbis. (Cic.) 9. Aduatuci parvis proeliis cum nostris contendebant. (Ces.) 10. Metellus
Iugurtham vicit, elephantos eius occidit vel cepit. (Eutr.) 11. Phlippus per Boeotiam
Athenas suos ducit. ( Liv.) 12. Pompeius naviculam conscendit cum paucis suis. (Ces.)
In caelo luna plena splendebat. Agricolae defatigati sub alta fago requiescebant. Haud
procul rivus erat et aqua lunae figuram ostendebat. Asinus ad rivum appropinquavit et
bibere incepit. Tum agricola stultus sociis suis clamavit: «Accurrite, amici! Asinus non
solum aquam sed etiam lunam bibit!» Improviso nubes (= le nubi, nom.) lunam
obscuraverunt. Tum agricola: «Luna non amplius in caelo sed in stomacho malae bestiae
est: sed si eam necabimus, lunam recipere poterimus (= potremo)». Amici eius stultum
consilium probaverunt et miserum asinum magnis plagis necaverunt; interea luna in
caelo rursus apparuit. Itaque agricolae facto suo contenti: «Ecce luna! Merito nostro luna
salva est et in caelo rursus splendet!»
89
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 90
Unità IV
tema del perfetto + -era- (suffisso temporale) + desinenze personali (1a sing. -m)
tema del perfetto + -eri- (-er- per la 1a sing.) + desinenze personali (1a sing. -o)
90
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 91
Es. 12 Traduci
1. Ptolemaeus per suos propinquos et amicos Cleopatram regno expulerat. (Svet.) 2. Antonius
confugerat ad Lepidum, qui (= che, nom.) magister equitum (= dei cavalieri) fuerat.
(Eutr.) 3. Scribonianus arma in Illyrico contra Claudium moverat. (Pl.) 4. Stultum
quoque, si tacuerit, doctum reputabimus. (Sen.) 5. Perbelle feceris, si ad nos venies. (Cic.)
6. Impensa monumenti supervacua est; memoria nostri durabit, si meruerimus. (Front.)
7. Si veneris, consilium tecum capiam. (Cic.) 8. Helvetii iam per angustias suas copias
traduxerant et in Aeduorum agros pervenerant eorumque agros vastabant.
91
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 92
Unità IV
■ L’italiano, in genere, non segnala il rapporto di anteriorità tra due azioni che
avvengono nel futuro: perciò spesso è preferibile tradurre il futuro anteriore lati-
no con il futuro semplice.
es. Quo cum venerimus, tum denique vivemus. (Cic.)
Quando giungeremo (lett. saremo giunti) là, allora finalmente vivremo.
92
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 93
Perciò ogni volta che incontri il cum devi valutare con attenzione se in quel conte-
sto debba essere messo in relazione con un nome in ablativo o con il verbo.
1. Brutus cum Cassio in curiam venerat. 2. Cum Poenorum copiae in Italiam venerunt,
Romani magno cum animo contra eos pugnaverunt. 3. Cum aegrotabam, ubi eras? 4. Stulti
fuimus, cum ei credidimus. 5. Ubi Corneliam vidi, in forum cum ea veni. 6. Ad villam
veniemus ubi magno cum gaudio tecum cenabimus. 7. Ubi sunt filii tui? 8. Barbari agros ubi
hodie est Mediolanum olim incolebant. 9. Ubi barbaros conspexerunt, Romani cum sociiis suis
statim proelium commiserunt. 10. Discesseras heri, cum Trebatius cum Curtio venit.
93
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 94
Unità IV
1. Ut Antonius in Italiam venit, multi magno in periculo Atticum putaverant. (Nep.) 2. Tu,
Brute, intelleges, cum in Galliam veneris. (Cic.) 3. Vixdum epistulam tuam legeram, cum ad me
Postumius venit. (Cic.) 4. Metellus, ubi oppidanos proelio intentos videt, vallo fossaque moenia (=
le mura, acc.) circumvenit. (Sall.) 5. Tum denique nostra bona intellegimus, cum ea amisimus.
(Plaut.) 6. Dum Gallos debellat, mortiferum vulnus (= ferita, acc.) populus Romanus accepit.
(Fl.) 7. De Lucceio scribam ad te cum Caesarem (= Cesare, acc.) videro. (Cic.) 8. Antequam de
causa dicere incipio, haec (= queste cose, acc.) postulo. (Cic.) 9. De foro, cum iam advesperaverat,
discessimus. (Cic.) 10. Medea, ubi primum regiam ardere vidit, natos suos interfecit et profugit.
(Ig.) 11. Dum in hortis incedo, scholasticorum turba in porticum venit. (Petr.)
Dum Althaea Meleagrum parit, in regia titio (= tizzone, nom. m. sing.) accensus apparuit.
Huc Parcae venerunt et Meleagro fata cecinerunt: «Meleager tamdiu vivet quamdiu titio
integer erit». Tum Althaea pavida in arca eum diligenter servavit. Multis annis post Diana
irata (nam Oeneus sacra annua non fecerat), in Aetoliam aprum vastum horridumque
misit. Aper agros vastabat et incolas vel occidebat vel fugabat; tunc Meleager cum paucis amicis
contra saevam beluam irruit. Postquam eam necaverat, Atalantae puellae corium donavit;
sed Althaeae fratres (= fratelli, nom.) id eripere studuerunt. Tum Atalanta Meleagri auxilium
imploravit; is dilectam puellam avunculis suis anteposuit et eos occidit. Althaea, cum
tantum flagitium cognovit, poenas capere statuit: conscia Parcarum vaticinii, dum titionem
(= tizzone, acc.) ex arca tollit et in flammas conicit, ad exitium filium suum damnat.
– in e l’ablativo;
in pueritia nell’infanzia
in vita durante la vita
94
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 95
– post, «dopo», ante, «prima», e l'accusativo se precedono il nome, con l'ablativo se seguo-
no il nome o sono interposti tra il nome e l'aggettivo.
Unquam significa «mai» in una frase in cui è presente un’altra negazione; numquam,
formato da ne + unquam, si trova invece in frasi senza altra negazione (in presenza di
un’altra negazione assume il significato positivo di «sempre»). Un altro composto di
unquam è nonnumquam, che significa letteralmente «non ...mai» e corrisponde quin-
di a «talvolta, talora».
es. Numquam epistulam tuam accipio. Non ricevo mai una tua lettera.
Nullam epistulam unquam accipio. Non ricevo mai nessuna lettera.
95
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 96
Unità IV
1. Bello Macedonico Rhodiorum civitas (città, nom., f. sing.) magna et magnifica, infida et
adversa nobis fuit. (Sall.) 2. Veniebat saepe apud me Autronius, condiscipulus meus in
pueritia, amicus in adulescentia, collega in quaestura. (Cic.) 3. Heri veni in Cumanum;
cras ad te fortasse. (Cic.) 4. In campis Elysiis sol (= sole, nom.) totum per annum durat.
(Val. Fl.) 5. Per annos quattuor et viginti primo Punico bello Romani cum Poenis
pugnaverunt . 6. Vobis narrabo meas nunc miserias. (Plaut.) 7. Pompeius paucis post diebus
(giorno, abl. plur.) in Thessaliam pervenit. (Ces.) 8. Brutus heri venit in Tusculanum post
horam decimam. (Cic.) 9. Ad tuas litteras rescripseram pridie. (Cic.) 10. Q. Horatius bello
Philippico tribunus meruit. (Svet.)
Formica et musca acriter contendebant: musca sic incepit: «Quomodo tu mecum de gloria
contendere1 potes (= puoi)? Dum hostiae immolantur, exta praegusto, inter deum aras
volito, templa perlustro. In reginarum comis sedeo, et matronarum casta oscula delibo. Nec
opera nec curae me fatigant: tu autem rustica es». Formica muscae respondit: «Gloriosum
sane deum convivium est, sed tu non es grata conviva, sed invisa ac importuna extranea.
Aras frequentas? Reginas et matronarum oscula commemoras? Simul ac venis, te abigunt.
Cum grana studiose congero, in purgamentis et fimo te video. Minime laboras? Sed
divitias non habes. Nunc me lacessis sed postquam bruma supervenerit, tum silebis. Tu
sine cibariis gelidis ventis obrigesces et vitam amittes; me autem copiosae latebrae recipient.
Satis profecto vanam superbiam tuam refelli».
da Fedro
1
Cum aliquo de aliqua re contendere = gareggiare con qualcuno in qualcosa
96
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 97
Post innumeras et claras victorias, Cyrus, iam Asiae dominus, Scythis bellum indicit. Erat
tunc Scytharum regina Tamyris (= Tamiri, nom.), femina strenua et belli perita, quae (che,
nom.) non muliebriter Persas timebat. Cyrus copias in Scytharum agros ducit ibique castra
ponit; postridie autem magnam vini copiam epularumque delicias in castris relinquit et
fugam improvisam simulat. Regina tunc adulescentulum filium cum magnis copiis contra
eum mittit. Cum autem in castra perveniunt, Scythae, vini avidi et cupidi, affatim bibunt
neque adulescentulus, militiae imperitus, iis obstat. Dum universi propter crapulam et vini
intemperantiam placide dormiunt, Cyrus, vir callidus et peritus, repente in castra remeat:
Scythae ebrii itaque in somno deprehenduntur atque universi cum reginae filio interficiuntur.
da Giustino
In Attica olim vivebat puella dilecta Minervae ob castimoniam et sollertiam suam. Sed propter
superbiam suam Minervae iram et odium in se sic concitavit. Postquam Ceres (Cerere, nom.)
frumentum invenit et Minerva aratrum, puella occulte aratri stivam surrepsit. Deinde apud
agricolas stultis verbis se iactavit: «Minervae donum infructuosum irritumque est, sine
invento meo». Dea cum eius verba superba sensit, valde suscensuit et puellam perfidam in
formicam convertit. Exinde formica frumento infesta est: semper magna cura id exquirit et
surripit. Fabella nos monet: stultum et perniciosum est cum divis superbe contendere.
da Servio
2
La i è lunga e quindi sempre accentata.
97
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 98
Unità IV
Essi sono:
alius, alia, aliud un altro (fra più di due)
alter, altera, alterum l’altro (fra due)
neuter, neutra, neutrum nessuno dei due, né l’uno né l’altro
solus, sola, solum solo, solitario
totus, tota, totum tutto (intero)
unus, una, unum uno solo
uter?, utra?, utrum? quale dei due?
uterque, utraque, utrumque l’uno e l’altro dei due
– Alius viene usato per designare in modo generico ed indeterminato «un altro»
tra più di due elementi. Molto frequenti sono le espressioni:
alius ... alius ... «uno ... un altro»; alii ... alii, «alcuni ... altri».
– Alter indica invece «l’altro» fra due.
La differenza tra alius e alter viene resa in italiano dal diverso articolo, inde-
terminativo per alius, determinativo per alter.
alter (o unus).... alter,« l’uno ... l’altro»; alteri ... alteri, «gli uni ... gli altri».
– Nullus e neuter sono usati in frasi in cui non vi sia altra negazione, ullus in frasi
con negazione.
es. Avarus nullum amicum habet. L’avaro (non) ha nessun amico.
Avarus ullum amicum non habet. L’avaro non ha alcun amico.
– Unus, da cui è derivato in italiano sia l’articolo indeterminativo sia il numera-
le, ha in latino solo valore di numerale e significa «uno solo», «unico» anche
al plurale.
es. Etiam capillus unus habet umbram suam. (Publ. Sir.)
Anche un solo capello ha la sua ombra.
– Solus significa «solo», «da solo» nel senso di solitario.
es. In locis solis. (Cic.) In luoghi solitari.
– Totus definisce un oggetto come un «tutto indiviso».
es. Tota Sicilia. (Cic.) Tutta la Sicilia intera.
– Uter, uterque, neuter richiedono, come in italiano, il genitivo partitivo del prono-
me che li segue; se si accompagnano invece ad un sostantivo concordano con esso.
es. Neuter eorum. (Cic.) Nessuno di loro due.
Uter nostrum? (Cic.) Chi di noi due?
Utraque lingua. (Or.) L’una e l’altra lingua.
– Uterque è composto da uter, che si declina, e da -que, che rimane invece inva-
riabile.
98
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 99
Es. 18 Traduci
A – Alîus liber, al$us liber, aliud donum, alia verba, alteri puellae, alter oculus, alterius
viri, alteri legunt, alteri scribunt, solius dei, soli tibi, solus, uni deo, unius philosophi,
totius provinciae, oppido toti, neutri populo, neuter vestrum, uter eorum?, nulli amico,
nullius filiae, non ullus puer, nec ullo modo, uterque eorum, utraque magistra.
B – Un’altra guerra, nell’altra battaglia, di un altro figlio, all’altra figlia, altre cose, alla
sola Roma, con un solo cavallo, il poeta da solo, di tutta la Gallia, gli uni gridano, gli altri
tacciono, di nessun amico, mai alcun popolo, per nessun motivo, a nessuno dei (due)
maestri, quale dei (due) libri?, a quale di loro (due)?, l’una e l’altra nonna.
Es. 20 Traduci
99
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 100
Unità IV
1. Ad cenam, in catino, in mensam, longo collo, aequo animo: quali complementi sono?
2. Individua gli aggettivi pronominali presenti nel brano e declinali.
3. Volgi le forme verbali all’imperfetto e al futuro.
Plutarchus, vir doctus et philosophus, servum habebat philosophiae peritum sed iurgiosum
et superbum. Olim tunicam ei detraxit (poenae causam nescio) et loro eum cecidit. Dum
dominus eum verberat, servus superbus frustra exclamabat: «Cur me verberas? Nullam
poenam mereo!» Postremo vanas querimonias deposuit et magna cum insolentia verba
seria et obiurgatoria dicere incepit: «Ira, ut tu ais, ignominiosa est: saepe tu de (de + abl. =
compl. di argomento) irae damnis dissertavisti, librum quoque scripsisti! Si servum tuum
multis plagis castigas, bonus philosophus non es!» «Num iratus sum? - inquit leniter
Plutarchus - Dum te verbero, oculi mei non sunt truculenti nec turbidi, neque immaniter
clamo neque dura verba dico, neque gestio: nullum irae signum ostendo». Et simul ad
alterum servum conversus: «Interim, dum ego atque is disputamus, tu loro persevera!»
da Gellio
100
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 101
1. Gratias tibi ago, quod frequenter mihi scribis. (Sen.) 2. Doleo quia doles. (Cic.)
3. Quoniam de bello dixi, nunc de belli periculo pauca dicam. (Cic.) 4. Armeniam
Pompeius Deiotaro donavit, quia socius belli Mithridatici fuerat. (Eutr.) 5. Helvetii
quoque reliquos Gallos virtute (= in valore) praecedunt quod fere cotidianis proeliis cum
Germanis contendunt. (Ces.) 6. Nemo (nessuno, nom.) patriam quia magna est amat, sed
quia sua. (Sen.) 7. Tibi agam gratiam quod me vivere coegisti. (Cic.) 8. Torquatus filium
suum, quod is contra imperium pugnaverat, necavit. (Oros.) 9. Tribunus copias
revocavit, quod naturam loci ignorabat. (Liv.) 10. Quoniam me unã vobiscum servare
non possum (= posso), vestrae quidem vitae prospiciam. (Ces.) 11. Romani legatos ad
Ptolemaeum miserunt et auxilia promiserunt quia Antiochus bellum ei intulerat
(piuccheperf. da infero). (Eutr.)
101
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 102
Unità IV
A U X I L I U M I connettivi
Ora che hai studiato alcune proposizioni subordinate, ti troverai a tradurre delle ver-
sioni che presentano una struttura sintattica più complessa, articolata in periodi
composti da diverse proposizioni. Abituati perciò a riservare grande attenzione ai
connettivi, cioè a tutti quegli elementi, come gli avverbi e le congiunzioni, che ser-
vono a collegare tra le loro le varie proposizioni.
In particolare, abituati a evidenziare le congiunzioni con lo stesso segno grafico che
usi per il verbo: così al momento della traduzione il legame tra la congiunzione e il
relativo verbo ti risulterà ben visibile.
Ricorda che le congiunzioni possono coordinanti o subordinanti:
- le congiunzioni coordinanti uniscono due elementi che si trovano esattamente sullo
stesso piano: ad esempio, due elementi della stessa frase o due proposizioni dello
stesso valore, principale con principale, subordinata temporale con subordinata
temporale e così via (ricorda che una congiunzione coordinante non unisce mai
due proposizioni di tipo diverso, come ad esempio una principale e una subordi-
nata o una subordinata temporale e una causale):
- le congiunzioni subordinanti, invece, introducono sempre una proposizione
subordinata.
102
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 103
I Romani erano molto superstiziosi e interpretavano fatti del tutto casuali come presagi di eventi futuri. In que-
sto episodio il console Lucio Emilio Paolo apprende dalla figlia la notizia della morte del suo cagnolino di
nome Perseo e lo interpreta come il presagio dell’imminente fine del re Perseo contro il quale egli stava com-
battendo. In effetti, Perseo, ultimo re di Macedonia, fu sconfitto a Pidna da Lucio Emilio Paolo nel 168 a.C.
L. Aemilius Paulus bellum contra Perseum Macedonicum gerebat. Olim Paulus postquam
e curia ad familiam suam remeaverat, in atrio vidit filiolam suam Tertiam, tum
admodum parvulam, solam, maestam et in lacrimis. Tum osculis ac blanditiis puellae
solacium dare incepit et eam interrogavit: «Cur, filia mea, lacrimas?» Tertia respondit:
«Quia Perseus nuper decessit». Decesserat enim puellae catellus et eius nomen (= nome,
nom.) erat Perseus. Paulus igitur ex fortuitis verbis filiolae suae praesagium secundum
arripuit et animo praesumpsit nuntium clari triumphi.
da Valerio Massimo
Latine responde
Antiqui tibiae inventum Minervae tribuerunt. Dea, quia adsimulare cupiebat venti
sibilum, cervi os (osso, acc., n. sing.) perforavit et tibiam obtinuit. Laeta suo invento, ante
Olympi deos tibia cecinit. Dum canit, Aphrodita et Hera subridebant; ut eas vidit,
Minerva canere desivit et cum instrumento sub brachio effugit. Verum deae tibiam non
contempserant, sed subriserant quod ea, dum canit, buccas inflaverat et pulchra
lineamenta sua deformaverat. Minerva irata diu per agros erravit, postea apud rivum
consedit et rursus canere incepit: tum in aqua figuram suam vidit et dearum risus (riso,
gen.) causam intellexit. Turbata tibiam abiecit nec postea unquam cecinit.
103
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 104
Unità IV
VERSIONI DI RIEPILOGO
Vs. 11 storia Coriolano
Latine responde
Dionysius, Syracusarum tyrannus, erat vir malus et saevus; itaque propter nimiam
saevitiam Syracusarum incolae a deis magna pertinacia eius exitium petebant. Anicula
sola magno cum studio cotidie pro longa Dionysii vita deos orabat. Ubi tyrannus id
cognovit, mirabundus ad regiam eam arcessivit. Postquam anicula pervenit, Dionysius
causam tantae benevolentiae quaesivit. «In adulescentia - inquit femina - postquam
Syracusarum tyrannum durum atque superbum cognovi, ruinam eius valde optabam. Ut
Syracusarum incolae virum interfecerunt, alter tyrannus, inhumanus, taeter, divitiarum
cupidus, oppidum occupavit. Itaque eius exitium exoptabam sed postea venisti tu,
intolerandus, avarus ac furiosus et peior quam (= peggiore di) alii tyranni. Ideo si e vita
excedis alius tyrannus fortasse peior quam tu in locum tuum succedet; cotidie igitur deos
pro te oro, quia quartum tyrannum valde timeo». Dionysius obstupuit sed tam facetam
audaciam punire erubuit.
da Valerio Massimo
104
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 105
Lectio brevis
Lectio brevis
I tre gruppi degli aggettivi della I I possessivi sono aggettivi della I clas-
classe escono in: se; possono essere usati in funzione di
-us (m.), -a (f.), -um (n.) pronomi o essere sostantivati. Sono:
-er (m.), -êra (f.), -êrum (n.) – meus, mea, meum mio
-er (m.), -ra (f.), -rum (n.) – tuus, tua, tuum tuo
– noster, nostra, nostrum nostro
Al maschile e al neutro seguono la II
declinazione, al femminile la I. – vester, vestra, vestrum vostro
– suus, sua, suum suo, loro,
proprio, con valore solo riflessivo
■ L’aggettivo in funzione di attri- (altrimenti si usano le forme eius,
buto, nome del predicato, com- eorum, earum).
plemento predicativo concorda
sempre in caso, genere e nume-
ro con il nome a cui si riferisce.
Gli aggettivi pronominali hanno fun-
es. nautae boni; laurus sacra; zione sia di aggettivi sia di pronomi
Athenas claras. (tranne nullus, nulla, nullum e ullus,
ulla, ullum, che sono solo aggettivi);
seguono la declinazione degli aggettivi
■ L’aggettivo sostantivato ha funzio- della I classe, ma hanno:
ne di nome (per il genere neutro
questo avviene solo nei casi diretti). – il genitivo sing. in -$us
– il dativo sing. in -$
es. stultis, agli stolti;
es. alius, alia, aliud un altro
malus, il malvagio;
alter, altera, alterum l’altro (fra due)
adversa, le cose avverse, le avversità.
totus, tota, totum tutto (intero); ecc.
■ Indicativo futuro anteriore: tema del perfetto + -eri- (-er- 1a sing.) + des. pers.
105
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 106
Unità IV
■ Alcuni latinismi sono stati introdotti in tempi recenti per indicare concetti o
oggetti nuovi, soprattutto nei settori della scienza e della tecnica; in questo caso
la parola latina ha subito un forte adattamento di significato rispetto a quello ori-
ginario ed è entrata nell’italiano e nelle altre lingue europee in forme tra loro
molto simili:
attrito → attritum, sfregamento bacillo → bacillum, bastoncino
fissione → fissionem, suddivisione nucleo → nucleum, gheriglio della noce
satellite → satellitem, guardia del corpo vettore → vectorem, portatore
■ Molti latinismi sono pervenuti nella nostra lingua in modo indiretto, cioè attra-
verso altre lingue moderne, soprattutto il francese (franco-latinismi) e l’ingle-
se (anglo-latinismi), che a loro volta li hanno attinti direttamente dal latino non
prima del sec. XVIII.
Alcuni dei tanti franco-latinismi sono: petrolio (pétrole da petrae oleum, olio della
pietra), ascensore (ascenseur da ascendere, salire), locomotore (locomoteur da loco
motivus, che si muove da un luogo), turbina (turbine da turbinem, turbine), mis-
sile (missile, da mittere, mandare).
Anche gli anglo-latinismi sono numerosissimi: d’altra parte l’inglese, che pure
non è una lingua neolatina, ha derivato il sessanta per cento del suo lessico dal
latino! Si tratta soprattutto di termini di origine recente che sono stati coniati
per indicare i nuovi concetti e oggetti della società moderna; ad esempio: oppo-
sizione, assenteismo, maggioranza, viadotto, interfaccia, selezione, inflazione
(inflation da inflare, gonfiare).
Inoltre, molti termini che noi usiamo abitualmente e che consideriamo come
prestiti non integrati (cioè ripresi dall’inglese e inseriti nell’italiano nella loro
forma integrale) sono derivati dal latino e sono quindi delle «voci di ritorno».
L’elenco di queste parole, diffuse in tutto il mondo e di cui spesso non perce-
piamo più l’origine latina, sarebbe lunghissimo; ecco solo alcuni degli esempi
più significativi:
106
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 107
video, audio, export, detective, terminal, austerity, relax, serial, tutor, fiction, moni-
tor, sponsor, computer (computator, calcolatore), snob (che non è altro che la
forma abbreviata di sine nobilitate), per non parlare poi del termine fax, che gli
statunitensi scrivono ancora per esteso nella forma latina fac simile.
■ Alcune parole che non si sono trasmesse per via popolare sono state poi recu-
perate per via dotta. Infatti, già nella lingua latina ad uno stesso oggetto corri-
spondevano spesso due termini sinonimi, l’uno in uso nel parlato popolare,
l’altro in uso presso le persone di cultura e negli scritti: in questi casi, in gene-
re, si è trasmessa la parola d’uso popolare, mentre la voce dotta, recuperata in
tempi più recenti, si è aggiunta alla nostra lingua come termine più specifico o
colto. Ecco alcuni esempi (i nomi sono dati all’accusativo singolare).
■ In altri casi una stessa parola ha avuto una duplice via di trasmissione: quella per-
venutaci per via popolare ha subito maggiori trasformazioni fonetiche e spesso
anche semantiche, quella che è stata ripresa per via dotta si è mantenuta più vici-
na alla forma e al significato latini.
Es. 23 Delle seguenti coppie di termini sinonimi (i nomi sono dati nella
forma dell’accusativo sing.) il primo, da cui deriva la corrispondente
parola italiana, era d’uso popolare, l’altro era invece la forma dotta;
indica le parole italiane che ne sono derivate
buccam, bocca orem ..............
gulam, gola gutturem ..............
sanguinem, sangue cruorem ..............
testam, testa caput ..............
pellem, pelle cutem ..............
catum, gatto felem ..............
porcum, porco suem ..............
civitatem, città urbem ..............
campum, campo agrum ..............
imparare, imparare discere ..............
iocare, giocare ludere ..............
bibere, bere potare ..............
107
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 108
Unità IV
Es.24 Delle seguenti parole latine (i nomi sono dati nella forma dell’accu-
sativo sing.) indica il termine italiano derivato per via popolare o
quello pervenuto per via dotta
Es.25 Delle seguenti parole (in accusativo sing.) indica il sostantivo che si
è trasmesso per via popolare, e l’aggettivo che è stato ripreso per
via dotta e che ha mantenuto una forma più simile a quella latina
SOSTANTIVO AGGETTIVO
balneum ..................... .....................
sponsum ..................... .....................
locum ..................... .....................
ecclesiam ..................... .....................
plumbum ..................... .....................
episcopum ..................... .....................
Es. 26 Indica il nome latino da cui sono derivati per via dotta i seguenti
aggettivi
nautico ........... epistolare ...........
pugnace ........... scurrile ...........
pecuniario ........... taurino ...........
doloso ........... bellico ...........
speculare ........... lacustre ...........
copioso ........... digitale ...........
108
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 109
I UNITÀ DI RECUPERO
Es. 1 Indica la declinazione, il caso, il genere e il numero delle seguenti paro-
le e traducile
Fabularum, triumphi, umbrae, perfugium, coronis, regna, vita, avorum, hastas, colubri, colono,
undam, alaudis, clipeis, industria, dubia, captivo, fossis, fluvios, ferrum, fabrorum, exempli.
109
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 110
I UNITÀ DI RECUPERO
Es. 7 A – Riconosci nelle seguenti frasi i complementi sottolineati
B – Traduci
umbrosus, a, um
silva (f.). . . . . . . . . . . . . ; fagus (f.) . . . . . . . . . . . . . . . ; lucus (m.) . . . . . . . . . . . . . . ;
silvas . . . . . . . . . . . . . . . ; fage . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ; lucum . . . . . . . . . . . . . . . . . ;
magnus, a, um
vir (m.) . . . . . . . . . . . . . ; templum (n.) . . . . . . . . . . . ; poeta (m.) . . . . . . . . . . . . . ;
viris . . . . . . . . . . . . . . . . ; templa . . . . . . . . . . . . . . . . . ; poetam . . . . . . . . . . . . . . . . ;
clarus, a, um
oppidum (n.) . . . . . . . . ; Aegyptus (f.) . . . . . . . . . . . ; athleta (m.) . . . . . . . . . . . . ;
oppidorum . . . . . . . . . . ; Aegyptum . . . . . . . . . . . . . . ; athletis . . . . . . . . . . . . . . . . ;
miser, era, erum
agricola (m.) . . . . . . . . . ; captivus (m.) . . . . . . . . . . ; puella (f.) . . . . . . . . . . . . . . ;
agricolas . . . . . . . . . . . . ; captive . . . . . . . . . . . . . . . . ; puellarum . . . . . . . . . . . . . .
Es. 10 Indica tutti i possibili casi in cui sono espressi i seguenti nomi e concor-
da opportunamente l’aggettivo indicato
110
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 111
I UNITÀ DI RECUPERO
Es. 11 Inserisci opportunamente le congiunzioni temporali e causali e traduci
1. Balineum adsumo, . . . . . . . . . . . . . . . iuvat. 2. Copiae castra moverunt . . . . . . . . . . . . .
. . inimici appropinquabant. 3. . . . . . . . . . . . . . . . crescimus, vita decrescit. 4. . . . . . . . . . .
. . . . nautae terram tetigerunt, deis sacrificaverunt. 5. . . . . . . . . . . . . . . . inimici fugerant,
Romani gaudio conclamaverunt. 6. . . . . . . . . . . . . . . . inimici fugiunt, Romani gaudio
conclamabant. 7. . . . . . . . . . . . . . . . nuntium audivero, tibi exponam. 8. Germani fugere
non destiterunt . . . . . . . . . . . . . . . ad Rhenum pervenerunt. 9. . . . . . . . . . . . . . . . Lucius
in Sicilia est, amicos visitat. 10. Puer, . . . . . . . . . . . . . . . pilam amiserat, flebat.
Totius Graeciae, totis oppidis, unius domini, uni domino, alterum oculum, alteram
ripam, in alia insula, alius servi, alias dominas, nulli ancillae, cum nulla ancilla, nulli
tyranni, nullo modo, sola puella, solae deae.
Agnos et capellas puer in prato pascebat, in vicino agro terram agricolae arabant. Tum
puer per iocum periculum simulat et agricolarum auxilium petit: «Ecce lupus! Accurrite,
agricolae! Agni et capellae meae in magno periculo sunt!» Coloni cum magnis baculis
undique accurrunt sed nec lupum nec lupi vestigia inveniunt. Tunc ludum intellegunt ac
ad operas suas remeant. Postridie puer iocum iterat et agricolarum auxilium rursus
invocat: «Saevus lupus e silva erumpit. Succurrite, agricolae, misero puero!» Coloni statim
accurrunt sed frustra: nec lupum nec ullum periculum inveniunt. Itaque propter magnam
molestiam pueri stultitiam duris verbis obiurgant. Post paucas horas lupus famelicus vere
apparet et puer magna cum vehementia auxilium invocat. Agricolae tamen pueri verbis
non credunt et in agris suis tranquilli permanent. Itaque agni et capellae a lupo voratur
et puer inepti ioci poenam luit.
1. Riconosci i seguenti complementi:
in prato, in vicino agro . . . . . . . . . . . . . . . . . propter magnam molestiam ...............
cum magnis baculis ................. duris verbis ...............
ad operas sua ................. post paucas horas ...............
e silvas ................. magna cum vehementia ...............
111
05_MODUS_U4_82-112 16-01-2011 20:07 Pagina 112
I UNITÀ DI RECUPERO
Vs. 2 mito Dedalo e il Labirinto
112
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 113
UNITÀ V
1. La III declinazione 4. Il dativo di possesso, di vantaggio e di
1.1 I nomi del primo e del secondo gruppo svantaggio
1.2 I nomi del terzo gruppo 5. I complementi di limitazione, qualità,
1.3 Le particolarità della III declinazione argomento, materia
2. L’apposizione 6. La proposizione concessiva all’indicativo
3. Il complemento predicativo del soggetto
e dell’oggetto
1. La III declinazione
La III declinazione, è la più ricca di sostantivi e la più complessa e comprende nomi
maschili, femminili, neutri.
Essi presentano:
singolare plurale
CASO m. e f. neutro m. e f. neutro
NOM. vario vario -ñs -â / -iâ
GEN. -îs -îs -ûm / -iûm -ûm / -iûm
DAT. -$ -$ -îbus -îbus
ACC. -êm = NOM -ñs -â / -iâ
VOC. = NOM = NOM -ñs -â / -iâ
ABL. -ê -ê / -$ -îbus -îbus
Come puoi osservare dal precedente prospetto, tutti i nomi della III declinazione assu-
mono nel corso delle flessione le stesse terminazioni, tranne nei seguenti casi:
Sulla base di queste differenze i nomi della III declinazione si suddividono tradizional-
mente in tre gruppi.
113
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 114
Unità V
I nomi della III declinazione che appartengono a questi due gruppi possono essere di
genere maschile, femminile e neutro.
■ Il primo gruppo comprende i nomi imparisillabi con una sola consonante davanti alla
desinenza -is del genitivo singolare.
Sono imparisillabi i nomi che hanno un diverso numero di sillabe al nominativo e al
genitivo singolari e al genitivo presentano una sillaba in più rispetto al nominativo:
es. homo, hominis → ho – mo ho - mi - nis
■ Il secondo gruppo comprende:
– i nomi imparisillabi con due consonanti davanti alla desinenza -is del genitivo singolare.
es. urbs, urbis → urbs ur – bis
– i nomi parisillabi, quelli cioè che hanno ugual numero di sillabe al nominativo e
genitivo singolari.
es. civis, civis
I nomi che appartengono a questi due gruppi differiscono solo per l’uscita del genitivo
plurale:
– i nomi del primo gruppo hanno la terminazione -um
– i nomi del secondo gruppo hanno la terminazione -ium
All’interno di ciascuno dei due gruppi i nomi maschili e i nomi femminili hanno una
declinazione identica; i nomi neutri hanno, come sempre, i tre casi diretti, nominati-
vo, accusativo e vocativo, uguali.
Ecco un esempio di declinazione dei nomi del primo gruppo di ciascun genere:
singolare
CASO maschile femminile neutro
NOM. homo l’uomo lex la legge genus il genere
GEN. homin-îs leg-îs gener-îs
DAT. homin-$ leg-$ gener-$
ACC. homin-êm leg-êm genus
VOC. homo lex genus
ABL. homin-ê leg-ê gener-ê
plurale
CASO maschile femminile neutro
NOM. homin-ñs gli uomini leg-ñs le leggi gener-â i generi
GEN. homin-ûm leg-ûm gener-ûm
DAT. homin-îbus leg-îbus gener-îbus
ACC. homin-ñs leg-ñs gener-â
VOC. homin-ñs leg-ñs gener-â
ABL. homin-îbus leg-îbus gener-îbus
114
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 115
Ecco un esempio di declinazione dei nomi del secondo gruppo di ciascun genere:
singolare
CASO maschile femminile neutro
NOM. civ-is il cittadino urbs la città cor il cuore
GEN. civ-îs urb-îs cord-îs
DAT. civ-$ urb-$ cord-$
ACC. civ-êm urb-êm cor
VOC. civ-is urbs cor
ABL. civ-ê urb-ê cord-ê
plurale
CASO maschile femminile neutro
NOM. civ-ñs i cittadini urb-ñs le città cord-â i cuori
GEN. civ-iûm urb-iûm cord-iûm
DAT. civ-îbus urb-îbus cord-îbus
ACC. civ-ñs urb-ñs cord-â
VOC. civ-ñs urb-ñs cord-â
ABL. civ-îbus urb-îbus cord-îbus
Data la complessità dei fenomeni che interessano i nomi della III declinazione, non
è possibile formulare una regola generale per risalire in modo meccanico e con asso-
luta sicurezza al nominativo singolare da un qualunque altro caso.
Ti diamo comunque alcuni suggerimenti pratici che potranno esserti d’aiuto nella
ricerca del nominativo dei nomi del primo gruppo. Procedi così:
– togli la terminazione specifica del caso (negli esempi è sempre indicato il geniti-
vo): ducis
– osserva la consonante finale del tema così ottenuto (o i gruppi di lettere con cui
termina il nome): duc
– tieni conto di quanto indicato nella tabella proposta alla pagina seguente.
115
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 116
Unità V
116
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 117
Es. 1 Dei seguenti nomi individua il caso e il numero e indica l’uscita del
nominativo e del genitivo singolari, il genere e il gruppo di apparte-
nenza come nell’esempio proposto
Es. 2 Dei seguenti nomi indica il caso (o i casi), il numero, il genere, la decli-
nazione e l’uscita del nominativo
Templum - scelerum - equum - equiti - viri - oculis - pacis - curis - domine - civitate - dona
- nauta - corpora.
117
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 118
Unità V
1. In homine non solum virtus sed etiam vitium est. 2. Miles ducem severum, dux militem
pavidum non amat. 3. Interdum etiam homo non stultus adulatori credit. 4. Timida ovis
saepe praeda vulpis et lupi est. 5. In montis cacumine avis nidificat. 6. Bene dormies si
corpus magno labore exercitaveris. 7. Timeo bellum propter caedem et excidium urbis.
8. Interdum homo fraudis et sceleris peritus est. 9. Post proelium in insulae litore militis
corpus invenitur. 10. In proelio mulier militis Germani auxilium praebet, vulnus curat,
clamore incitat.
Es. 5 Traduci
1. I buoni cittadini osservano le leggi e le tradizioni della patria. 2. I corpi dei soldati
mostravano molte ferite. 3. L'imperatore Adriano percorse i confini dell'impero e
conobbe i costumi e le leggi di molte popolazioni. 4. Il valore dei consoli era gradito ai
loro soldati. 5. Le leggi tutelano i diritti dei cittadini, ma impongono loro anche dei
doveri. 6. Le legioni romane vinsero per il valore dei soldati. 7. In estate è piacevole il
clima dei monti e dei colli. 8. Leggiamo volentieri le orazioni di Cicerone e di molti
oratori dei tempi antichi. 9. In inverno un gran numero di uccelli emigra dall'Europa
all'Asia.
118
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 119
Cornelia - sic narrat historia Romana - mulier multis virtutibus praedita erat et propter
bonos mores suos etiamnum clara est. Olim amica superba magna cum voluptate et multis
laudibus gemmas suas pretiosas ei ostendebat. Dum Cornelia eius sermonem et gemmarum
laudes tacite audit, filii, Caius et Tiberius, e schola pervenerunt. Tum Cornelia filios suos
ostendit et: «Ecce ornamenta mea! - exclamavit - Gloria meorum filiorum est divitiae
meae». Itaque Cornelia sententia sua stultae amicae vanitatem vituperavit: nam non in
gemmis sed in bonis moribus et in virtute matronarum Romanarum decus erat.
Vir tres (= tre, acc.) filios habuit: unum pugilem, alterum pancratiastam (= lottatore di
pancrazio), tertium luctatorem. Adulescentes simul Olympia vicerunt et pater insolito
gaudio cum coronis in capite filios suos vidit. Populus gratulabundus flores undique in
eum iaciebat, qui (= che, nom. sing.), laetus et beatus, ibidem in stadio, coram populo, in
osculis atque in brachiis filiorum animam efflavit. Praeterea in nostris annalibus alteram
historiam legimus. Mater quondam de filii morte in pugna apud Cannas contra
Carthaginienses nuntium accepit. Ea maerore et filii desiderio maesta erat, sed nuntius
non fuit verus. Adulescens paulo tempore post ex pugna in urbem remeavit, mater repente
filium vidit et ob inopinatum et inauditum gaudium in terram cecidit et e vita excessit.
da Gellio
Singulis noctibus fabulator quidam (= un certo, nom.) quinque fabulas regi suo narrabat.
Olim rex, qui (che, sogg.) propter regni curas somnum non capiebat, iterum alias fabulas
quaesivit. Servus, quia quiescere desiderabat, alias sed parvas enarravit. Rex autem propter
insolitam insomniam etiam alias postulabat: «Multas fabulas iam mihi narravisti, sed
concisas. Nunc multis verbis fabulam regi tuo narra, tum demum dormies». Aegre fabulator
concessit et sic incepit: «Rusticus quidam postquam magnam pecuniam invenerat, in foro
trans flumen mille oves comparavit. Interim quia magna inundatio fuit, neque per pontem
neque per vadum ad villam suam rusticus revertere poterat (= poteva). Invenit tandem
exiguum piscatorum lenunculum, qui quattuor oves tantum traicere valebat. Itaque
quattuor oves in naviculam imposuit atque gregem traicere incepit...». Hic (avv.) fabulator
obdormivit. Tum rex servum excitavit: «Fabulam tuam, nunc, fini!» Et servus: «Flumen
magnum est, navicula autem minima et grex ovium immensus: ergo dum rusticus suas oves
transvehit, nos tranquille dormire possumus (= possiamo)».
da Pietro Alfonsi
Latine responde
119
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 120
Unità V
plurale
CASO neutro neutro neutro
NOM. animal-iâ gli animali lacunar-iâ i soffitti mar-iâ i mari
GEN. animal-iûm lacunar-iûm mar-iûm
DAT. animal-îbus lacunar-îbus mar-îbus
ACC. animal-iâ lacunar-iâ mar-iâ
VOC. animal-iâ lacunar-iâ mar-iâ
ABL. animal-îbus lacunar-îbus mar-îbus
Agris, ducis, originis, generis, incolis, castris, vini, cibi, monti, tribunali, apri, civi, mari,
doni, denti, fonte, ordine, domine, capite, amice, virtus, vulgus, philosophus, laus, rus,
virus, moribus, floribus, legibus, avibus, artium, consilium, marium, murium, auxilium,
iuvenum, hortum, ludorum, laudum, regnum, regum, morbum, proeliorum, pugna,
nomina, bella, capita, hasta.
120
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 121
L E S S I CO : DA L L AT I N O A L L’ I TA L I A N O
I nomi della III declinazione hanno dato origine ai nomi italiani della terza classe,
che in entrambi i generi escono:
– al singolare in -e (dall’accusativo in -em con la caduta della m);
– al plurale in -i.
■ Alcuni nomi, per lo più femminili, con l’accusativo in -atem, hanno cambiato la
terminazione in -àte o -àde nell’italiano antico e successivamente hanno subito il
troncamento della sillaba finale; si sono così originate le parole italiane tronche,
invariabili nel numero:
aetatem > aetàde > età libertatem libertade > libertà
veritatem > veritàte > verità virtutem > virtùde > virtù
civitatem > civitàte > cittade > città regem > rege > re
■ I nomi neutri in us, che potevano essere facilmente confusi con i nomi della II
declinazione, dopo aver subito la caduta della consonante finale, hanno trasfor-
mato la vocale u in o e sono diventati nomi maschili della seconda classe; del loro
tema, però, rimane traccia in numerosi derivati:
corpus, corporis → il corpo, i corpi, ma «corporale, corporeo, corporatura, corposo»;
latus, lateris → il lato, i lati, ma «laterale, lateralmente»;
tempus, temporis → il tempo, i tempi, ma «temporale, temporaneo».
121
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 122
Unità V
■ Alcuni nomi, infine, sono caduti in disuso, ma hanno originato altri termini per
via dotta.
Fur, furis, (m.), è stato sostituito da «ladro» (derivato da latro, latronis, «brigante»),
ma la sua radice è rimasta in numerosi termini, per esempio «furto, furfante, refur-
tiva, furtivo»;
Hostis, hostis, (m.), è stato sostituito da «nemico» (derivato da inimicus, l’avversario
nella vita privata), ha però lasciato traccia di sé in «ostile, ostilità».
Iter, itineris, (n.), «viaggio», ha originato «itinerario, itinerante»; inoltre la parola
iter è rimasta nell’italiano per indicare la serie di procedure che riguardano una pra-
tica o una legge.
Mus, muris, «topo», (m.), ha dato origine dal suo diminutivo musculum alla parola
«muscolo», perché la sua rapida contrazione richiama il guizzare del topo, e in
tempi recenti la parola inglese «mouse» che ne richiama la forma.
1. Honestus civis iustum vectigal semper pensitat. 2. Venator in silva vulpis cubile
exploraverat. 3. Piscator reti piscem in flumine captat. 4. In templo antiquo sedile lapideum
erat. 5. In parvis ovilibus oves dormiunt. 6. Equites acutis calcaribus equos incitabant.
7. In silvis vidimus nulla animalia. 8. In tribunalibus praetorum verba a civibus
audiebantur. 9. Interdum templorum lacunaria ac altaria aurata erant.
122
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 123
■ Hanno il genitivo plurale in –ium (anziché in –um), pur essendo nomi imparisillabi
con una sola consonante davanti all'uscita -is del genitivo singolare, i nomi:
dos, dotis, f. dote nix, nivis, f. neve
faux, faucis, f. fauce plebs, plebis, f. plebe
fraus, fraudis, f. frode Arpinas, Arpin$tis, m. Arpinate
lis, litis, f. lite Quiris, Quir$tis, m. Quirite
mas, maris, m. maschio Samnis, Samn$tis, m. Sannita
mus, muris, m. topo
123
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 124
Unità V
124
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 125
1. Iuvenum et senum diversa sunt officia. 2. Hodie Romam relinquimus, cras rus veniemus.
3. Patrum virtutes et exempla videte, iuvenes, et scelera et vitia vitate! 4. Cum Tullius rure
remeabit, statim mittam eum ad te. 5. Ruri tecum manebo magno cum gaudio. 6. Philippus
Neapoli est, Lentulus Puteolis. (Cic.) 7. Laelius et Scipio Aemilianus saepe rus ex urbe
tamquam e vinculis evolabant. (Cic.) 8. Matrum amor et patrum prudentia fratrum
controversias dirimunt. (Cic.) 9. Pyrrhus Romam perrexit, omnia ferro ignique vastavit. (Eutr.)
Olim vulpes callida et famelica gallinis dolum struxit. Gallus cum gallinis in arbore excelsa
stabat; tum vulpes blande accessit et gallum comiter salutavit: «Amice, - inquit - gratum
nuntium vobis affero: novum pactum est inter animalia. Posthac neque inimicitiae neque
pericula animalia divident; nullum animal ab altero insidias aut iniurias timere debet. Pax
sempiterna igitur erit inter nos et universi magna cum concordia beate vivemus. Descendite
igitur!». Gallus autem eius fallaciam agnovit: «Bonum nuntium - inquit - et nobis gratum
accipio»; sed simul in pedes se erigit, collum protendit et addit: «Ecce canes superveniunt!».
Statim vulpes tremebunda: «Valete!» et simul fugere incipit. Tum gallus: «Cur fugis, amica
mea? Cur canes times? Nullum periculum timere debes quia pax est inter animalia». «Sed
fortasse - clamat vulpes - canibus pactum inter bestias nondum notum est». Itaque gallus
dolum altero dolo illusit.
da Poggio Bracciolini
125
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 126
Unità V
2. L’apposizione
L'apposizione, dal latino appono, «pongo accanto», è un nome che accompagna un altro
nome, in genere un nome proprio, per determinarlo.
Segue il nome che specifica e di norma concorda con il nome solo nel caso; essendo un
sostantivo, mantiene il proprio genere e, nel caso sia un nome pluralia tantum o si rife-
risca a un nome pluralia tantum, mantiene il proprio numero.
Concorda invece anche in genere e numero se è un nome che ha forme diverse per i due generi.
Il latino usa gli appellativi geografici come apposizioni dei nomi propri: in italiano inve-
ce il nome proprio è complemento di denominazione di quello comune.
→
→
126
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 127
Es. 15 Traduci
1. Pyrrus Tarento mox recedit et apud Argos, Graeciae civitatem, occiditur. (Eutr.) 2. M.
Vergilius, tribunus plebis, L. Sullam imperatorem in iudicium vocavit. (Cic.) 3. Scribo-
nia, severa femina, amita erat Drusi, pueri stolidi. (Sen.) 4. Augustus praecipue
frequentavit loca maritima insulasque Campaniae, aut Lanuvium, Tibur proxima urbi
oppida. (Svet.) 5. Marcius Coriolos capit, Volscorum oppidum. (Eutr.) 6. Hannibal G.
Flaminium consulem apud Trasimenum occidit. (Nep.) 7. Fidenates, colonia romana, ad
bellum incitantur. (Liv.) 8. Delphos, umbilicum terrarum, Galli spoliant. (Liv.) 9. Atilius
Regulus, primi Punici belli gloria, in Africa Poenorum potentiam contudit. (Val. Mass.)
10. Eloquentia eluxit Epaminondae, legati Spartae, ante pugnam Leuctricam. (Nep.)
11. Legati ab Ptolomaeo et Cleopatra, regibus Aegypti, venerunt. (Liv.) 12. Pompeius
Hispanias per Afranium et Petreium, legatos suos, administrat. (Vell.)
■ Il latino esprime:
– il predicativo del soggetto in nominativo;
– il predicativo dell'oggetto in accusativo;
■ con i verbi copulativi che, non avendo di per sé senso compiuto, richiedono il com-
plemento predicativo come completamento del loro significato. Possono essere:
– verbi copulativi intransitivi che indicano un modo di essere o un cambiamento di stato
come appareo, «appaio», fio, «divento», maneo, «rimango», exsisto, evado, «risulto», ecc.
Vanum inceptum evasit. (Liv.) Il tentativo riuscì vano.
Scythae invicti manserunt. (Giust.) Gli Sciti rimasero imbattuti.
127
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 128
Unità V
– verbi copulativi transitivi di forma passiva, che in base al loro significato sono definiti:
– appellativi: appello, nomino, «chiamo», «nomino»;
– elettivi: eligo, «eleggo», designo, «designo», creo, «creo», «nomino»;
– estimativi: aestimo, existimo, duco, habeo, «ritengo», «giudico»;
– effettivi: efficio, reddo, «rendo».
■ con i verbi appellativi, elettivi, estimativi, effettivi di forma attiva, cioè gli stessi verbi
che nella forma passiva reggono il predicativo del soggetto.
Ancum Marcium regem populus creavit. (Liv.) Il popolo nominò re Anco Marcio.
1. Miltiades tyrannus appellabatur, sed iustus. (Nep.) 2. Albani Mettium Fufetium dictatorem
creant. (Liv.) 3. Quattuor robustos filios, quinque filias, tantas clientelas Appius regebat et
caecus et senex. (Cic.) 4. Caesar primus vicit Helvetios. (Eutr.) 5. Augustus vivus divinos
honores emeruit. (Sen.) 6. Caesar beneficiis ac magnificentia magnus habebatur, integritate
vitae Cato. (Sall.)7. Verres non legatum populi Romani sed tyrannum se praebuit. (Cic.)
8. Antiqui stagna, quia pisces vivos continebant, piscinas nominaverunt. (Gell.) 9. Studia
te clarum efficient. (Sen.) 10. Antiqui caelum Uranum, terram Geam nominaverunt. (Ig.)
128
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 129
11. Raro vir excedit e vita contentus. (Or.) 12. Brutus non crudelis, non impius sed
superbus habebatur et dicebatur. 13. Docti non solum vivi docent, sed etiem post mortem
monumentis litterarum. (Cic.) 14. Socrates laetus venenum hausit. (Cic.) 15. Roma libera
patrem patriae Ciceronem dicit. (Giov.) 16. Timidus vocat se cautum, parcum sordidus.
(Publ. Sir.)
Iuppiter, hominum deorumque pater, ad nuptias Thetidis cum Peleo deos et deas
convocavit praeter Discordiam. Tum dea irata duram vindictam excogitavit. Dum
nuptias in Olympo dei celebrant inexspectata super venit et malevola malum aureum
ab ianua iactavit: «Malum aureum – clamat - pulcherrimae (pulcherrimus, a, um,
il più bello, la più bella; superlativo) deae erit». Statim magna discordia inter
Iunonem, Venerem et Miner vam erumpit: nam unaquaeque (= ciascuna, nom.)
earum pulcherrima esse desiderat et malum aureum sibi postulat. Tum Iuppiter
Paridem, virorum pulcherrimum, iudicem iis proponit. Deae, quia victoriam
vehementer optant, Paridi mira dona promittunt: Iuno terrarum imperium et
multas divitias; Miner va, sapientiae dea, ingenii et artium donum; Venus denique,
amoris dea, Helenam, pulcherrimam mulierum, donum promittit.
Paris Veneris donum anteposuit et Venerem pulcherrimam (= la più bella, acc.) iudicavit.
Sed Helena Menelai, Lacedaemoniorum regis, uxor erat et in urbe Sparta cum viro suo
vivebat. Paris igitur Helenam rapuit et trans mare ad urbem Troiam, patriam suam, eam
duxit. Ob magnam iniuriam Menelaus ad arma contra Troianos omnes (tutti, nom. o
acc. plur.) Graecorum reges convocavit: itaque bellum adversus Troiam principium
habuit. Graeci Agamemnoni, Mycenarum regi et Menelai fratri, summum imperium
tradiderunt, quia Mycenae clara et opulenta urbs tum erat. Ad Agamemnonem et
Menelaum cum magnis copiis et navibus omnes reges convenerunt, praeter Ulixem,
Ithacae insulae regem, et Achillem.
129
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 130
Unità V
in latino in italiano
la cosa posseduta è soggetto complemento oggetto
il verbo è sum, in funzione di predicato verbale avere
il possessore è in dativo di possesso soggetto
→
→
Questa costruzione viene usata soprattutto quando la cosa posseduta è un bene non
materiale e nell’espressione mihi nomen (cognomen) est, «io mi chiamo», «io ho nome,
soprannome», seguita dal nome proprio in dativo (concordato con mihi) o in nominativo
(concordato con nomen).
Il dativo è anche usato per indicare la persona o la cosa a vantaggio o a svantaggio della
quale avviene l’azione del verbo.
1. Est homini cum deo similitudo (Cic.) 2. Mihi cum Murena, iudices, magna amicitia
est. (Cic.) 3. Nomen Arcturo est mihi. (Plaut.) 4. Non tibi soli vivis. (Sen.) 5. Antiqui reges
longinqua, non finitima bella gerebant, nec imperium sibi, sed populis suis gloriam
quaerebant. (Giust.) 6. Alexander Aesculapio et Minervae ludos celebravit. (Curz.)
7. Fauno fuit uxor nomine Fatua, quae (che, sogg.) futura praemonebat. (Giust.) 8. P. Quintio
nullae facultates, exiguae amicorum copiae sunt. (Cic.) 9. Erat Neroni aeternitatis perpetuaeque
famae cupido, sed inconsulta. (Svet.) 10. Viro soli est ingenium. (Quint.) 11. Gloriam,
honorem, imperium, (vir) bonus et ignavus aeque sibi exoptant. (Sall.)
130
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 131
131
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 132
Unità V
es. Sembra un vino di ottima qualità. Ho un cane a pelo lungo. Sono rose dal pro-
fumo intenso. Ai Romani non piacevano gli uomini con la barba lunga.
■ Il complemento di argomento, che indica l’argomento di cui si parla o si scrive, è
introdotto dalle preposizioni di, su, circa o dalle locuzioni prepositive riguardo a,
a proposito di, intorno a.
es. Leggo molti libri di storia, soprattutto sulla vita quotidiana nell’antichità. Circa
la morte di Alessandro ci sono varie ipotesi. Riguardo a questo problema ho un
parere diverso.
■ Il complemento di materia, che indica il materiale di cui una cosa è fatta, è intro-
dotto dalle preposizioni di e in.
es. Le matrone avevano molti gioielli in oro. I Romani usavano anfore di terracotta.
132
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 133
Ulixes erat vir magna corporis vi, miro ingenio et calliditate. Ei oraculum praedixerat: «Si
ad Troiae bellum discedes per multos annos pugnabis et per terras et maria longe errabis;
denique vigesimo anno post longas peregrinationes et magnas calamitates in patriam solus
et sine comitibus remeabis». Itaque Ulixes, quia Ithacae apud Penelopam uxorem et
Telemachum, filium suum infantem, manere cupiebat, dolum excogitavit et cum
Graecorum legati Ithacam venerunt, insaniam simulavit: aratro equum cum bove iunxit
et sal in sulcos pro seminibus sparsit. Legati autem eius insaniae non crediderunt: itaque
Telemachum a cunis sustulerunt et ante aratrum eum collocaverunt. Ulixes aratrum
statim deflexit, tum Graeci exclamaverunt: «Ulixes, simulationem depone et ad Troiae
bellum veni! Nam sine auxilio tuo, - sic oracula praedicunt - Troiam non capiemus». Iis
respondit Ulixes: «Auxilium meum promitto sed condicionem pono; ad bellum veniam si
etiam Achilles veniet». Itaque legati quaerere Achillem cum Ulixe statuerunt.
133
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 134
Unità V
es. Anche se i Persiani erano più numerosi, vinsero i Greci. Sebbene fosse il più
innocente degli uomini, Socrate fu condannato. Nonostante avesse ricevuto
molti onori, Cincinnato viveva in semplicità.
es. Pur presagendo il suo destino, Regolo mantenne la parola data. Pur avendo tu
ragione, nessuno ti ha appoggiato. Sebbene circondati, essi tuttavia resistevano.
Individua quale di questi significati è presente in ciascuna delle seguenti parole ita-
liane che ne sono derivate:
Equo – equidistante – equatore – iniquità – equinozio – equanime – equazione –
equiparare – equivoco – adeguare – equilatero – sperequazione
134
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 135
Es. 21 Traduci
Quamquam Themistocles navibus dimicare cum Persis statuerat, tamen eius consilium
plerisque civitatibus displicebat quia civium multitudo in terra dimicare malebat (=
preferiva). Itaque Leonidas (nom. sing.), Lacedaemoniorum rex, in Thessaliam contendit
et, postquam Thermopylas occupaverat, barbaros paulisper detinuit; deinde Lacedaemonii
vim hostium amplius (= più) non sustinuerunt et universi mortem occubuerunt. At classis
Graeciae apud Artemisium inter Euboeam continentemque cum classiariis regiis conflixit.
Angustias enim Themistocles quaerebat quia naves hostium timebat. Etsi proelium
aequum fuerat, tamen Athenienses ab Artemisio magna cum celeritate discesserunt et
exadversum Athenas apud Salamina classem suam constituerunt.
da Cornelio Nepote
1. I periodi complessi del testo sono già stati scomposti nelle singole proposizioni: riconosci
il tipo di ciascuna di esse
proposizione
135
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 136
Unità V
VERSIONI DI RIEPILOGO
Vs. 10 storia Il prestigio di Augusto presso i popoli stranieri
Scythae et Indi, etsi numquam Romanorum nomen antea cognoverant, munera et legatos
ad Augustum miserunt. Sub eo Galatia quoque, quamquam antea regnum liberum fuerat,
facta est (= divenne) provincia Romana et primus M. Lollius pro praetore eam
administravit. Barbari quoque eum multum dilexerunt: nam reges amici populi Romani
in eius honorem condiderunt urbes praesertim in Mauritania et in Palestina et eas
Caesareas nominaverunt. Multi autem reges ex suis regnis venerunt, quia eum colere
atque observare diligenter cupiebant; et veste Romana ad eius vehiculum vel equum
cucurrerunt. Post principis mortem, Romani eum Divum appellaverunt. Augustus
regnum reliquit Tiberio successori, qui (che, nom.) ei privignus, mox gener, postremo
adoptione filius fuerat.
da Eutropio
1. Prima di tradurre fai l’analisi del periodo sul quaderno.
2. Analizza i pronomi.
3. Individua i complementi predicativi presenti nel testo.
4. Sottolinea le preposizioni e indica quali casi reggono e quali complementi esprimono.
Contra vim nullus homo satis munitus est. Si vero vafer consiliator consilium suum
praestat, vis et calliditas simul magnorum damnorum causa sunt. Aquila testudinem
deprehenderat, sed miserum animal corpus suum in firma testa abdiderat et illaesum
manserat. Deinceps venit cornix et avium reginae dixit: «Opimam sane praedam rapuisti
unguibus tuis, sed magnum eius pondus te lassabit. Consilium opportunum tibi dabo, si
partem praedae mihi promiseris». Postquam aquila sceleris sociam cornicem fecit, malum
propositum suum ei aperuit: «Super scopulum praecipita testudinem: is duram corticem
illidet et cibum copiosum facile habebimus». Aquila callido consilio paruit et cum cornice,
vafra adiutrice, dapem divisit. Sic testudo, quamquam tuta erat naturae munere, robori et
calliditati succubuit.
da Fedro
Hercules, postquam Geryoni boves mira pulchritudine surripuit, per Alpes in Italiam
descendit et in Latium pervenit, ubi Evander rex eum benigne accepit. Tum prope Tiberim
constitit, ubi armentum pabulo refecit: etenim fluminis ripae herba virgultisque
abundabant. Incolebat illum (= quel, acc.) locum pastor eximia magnitudine corporis,
Cacus nomine, qui (= che, nom.) rapinis vivebat et incolas terrebat. Gigas in speluncam
nocte clam penetravit ubi Hercules, itinere ac laboribus fessus, dormiebat et furtum boum
fecit. Cum prima luce surrexit, Hercules gregem oculis perlustravit neque ullos boves vidit.
At deus fraudem comperit quia boves repente mugiverunt. Tum Hercules iratus sine mora
comprehendit necavitque furem et cum bobus suis iter suscepit.
136
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 137
Lectio Brevis
Lectio brevis
La III declinazione comprende nomi maschili, femminili e neutri, suddivisi in tre gruppi:
plurale
CASO m. e f. neutro m. e f. neutro neutro
NOM. -es -a -es -a -ia
GEN. -um -um -ium -ium -ium
DAT. -ibus -ibus -ibus -ibus -ibus
ACC. -es -a -es -a -ia
VOC. -es -a -es -a -ia
ABL. -ibus -ibus -ibus -ibus -ibus
137
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 138
Unità V
Alias, «altrimenti»; è usato nel significato di «altrimenti detto» per indicare o il vero
nome o lo pseudonimo di una persona.
A priori, «da ciò che è prima»; si dice di un giudizio formulato sulla base di concet-
ti teorici, prima di aver avuto la piena conoscenza o la verifica dei fatti. Il suo con-
trario è a posteriori, «da ciò che è dopo», e indica il giudizio che deriva dall’attenta
valutazione di quanto è già accaduto.
Aurea mediocritas, lett. «l’aurea via di mezzo». L’espressione, tratta dalle Odi del
poeta Orazio, indica una condizione di vita tranquilla, priva dei grossi problemi deri-
vanti dalla povertà, ma anche lontana da un eccessivo benessere e soprattutto libera
da progetti troppo ambiziosi e dall’invidia degli altri. Il concetto che la giusta via di
mezzo è il miglior modo di vita è ribadito anche nel proverbio in medio stat virtus.
Ex abrupto, «dal discorso spezzato», cioè all’improvviso, entrando subito nel vivo di
un argomento.
Excusatio non petita, accusatio manifesta, «scusa non richiesta, accusa manifesta»;
si dice per intendere che chi si scusa senza che nessuno lo abbia accusato di qualco-
sa, dichiara di fatto la sua colpevolezza.
138
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 139
Interim, «in quel mentre, frattanto»; indica l’intervallo di tempo tra la cessazione di
una carica da parte di un funzionario e la nomina del suo successore. La locuzione
ad interim è usata per definire la carica temporanea affidata a qualcuno provviso-
riamente; il suo contrario è sine die, cioè «a tempo indeterminato».
Ibidem, passim, rispettivamente «in quello stesso luogo» e «qua e là»; ricorrono fre-
quentemente nei libri: il primo, spesso abbreviato in ibid., si usa per non ripetere
più il titolo di un’opera già precedentemente nominata; il secondo per segnalare
che quanto citato ricorre in molti altri passi del testo.
Non plus ultra, «non più in là»; sembra che queste parole fossero scritte sulle colon-
ne d’Ercole, l’attuale stretto di Gibilterra, per intimare ai naviganti di non oltrepas-
sarle. Oggi si dice per indicare il livello di perfezione raggiunto in un determinato
campo, oltre il quale non è possibile andare.
Per aspera ad astra, «attraverso le asperità fino alle stelle». Si tratta della massima
dei Gesuiti e significa che per raggiungere il traguardo che ci proponiamo (per i
Gesuiti era la vita eterna) dobbiamo passare attraverso difficoltà e fatiche.
Status (statu) quo, «la condizione (nella condizione) in cui (ci si trovava prima)»;
indica la situazione che esisteva prima del verificarsi di un determinato evento.
Una tantum, «una volta soltanto»; definisce un pagamento o una tassa che viene
richiesta in via straordinaria e una sola volta.
Virus, «veleno»; nel linguaggio medico indica un microrganismo che vive e si ripro-
duce all’interno delle cellule e provoca una malattia infettiva, per esempio l’in-
fluenza; nel linguaggio informatico indica un programma creato per danneggiare
un computer o per cancellare i dati memorizzati.
Es. 22 Alcune forme verbali latine sono diventate dei veri e propri sostan-
tivi; degli esempi proposti indica la traduzione letterale e, aiutan-
doti eventualmente con il dizionario di italiano, spiega in quale con-
testo sono oggi in uso e con quale significato
es. placebo lett. «io piacerò»; è un termine tecnico del lessico specialistico della
medicina e della farmacia; indica un preparato farmaceutico privo di sostanze
attive, che viene somministrato per verificare gli effetti terapeutici basati sull’au-
tosuggestione del paziente.
139
06_MODUS_U5_113-140 16-01-2011 23:31 Pagina 140
Unità V
140
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 141
UNITÀ VI
1. Gli aggettivi della II classe 4. Il participio (nozioni generali), il participio
2. Il pronome relativo presente
3. Il verbo possum e i composti di sum 4.1 Le funzioni e gli usi del participio presente
plurale
CASO m. e f. neutro
NOM. -ñs -iâ
GEN. -iûm -iûm
DAT. -îbus -îbus
ACC. -ñs -iâ
VOC. -ñs -iâ
ABL. -îbus -îbus
141
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 142
Unità VI
singolare plurale
CASO maschile femminile neutro maschile femminile neutro
NOM. acêr acr-îs acr-ê acr-ñs acr-ñs acr-iâ
GEN. acr-îs acr-îs acr-îs acr-iûm acr-iûm acr-iûm
DAT. acr-$ acr-$ acr-$ acr-îbus acr-îbus acr-îbus
ACC. acr-êm acr-êm acr-ê acr-ñs (-îs) acr-ñs acr-iâ
VOC. acêr acr-îs acr-ê acr-ñs acr-ñs acr-iâ
ABL. acr-$ acr-$ acr-$ acr-îbus acr-îbus acr-îbus
– Di questi aggettivi il dizionario indica il nominativo dei tre generi; non ripor-
ta invece il genitivo che è uguale al nominativo femminile.
singolare plurale
CASO m. e f. neutro m. e f. neutro
NOM. omn-îs omn-ê omn-ñs omn-iâ
GEN. omn-îs omn-îs omn-iûm omn-iûm
DAT. omn-$ omn-$ omn-îbus omn-îbus
ACC. omn-êm omn-ê omn-ñs omn-iâ
VOC. omn-îs omn-ê omn-ñs omn-iâ
ABL. omn-$ omn-$ omn-îbus omn-îbus
142
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 143
143
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 144
Unità VI
◆ Particolarità
144
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 145
Es. 5 Concorda gli aggettivi felix, felicis e beatus, a, um con il nome indicato
Es. 6 Concorda gli aggettivi nobilis, nobile e clarus, a, um con il nome indicato
1. Pugna equestri etiam tribunus militum concidit. 2. Canes acres cervum celerem in
silva ceperunt. 3. Post proelium campestre hostes celeri fuga ad loca silvestria
confugerunt. 4. In urbem victoriae nuntium celere pervenit. 5. Medicus herbis
salubribus aegrum sanat et a doloribus acribus eum liberat. 6. In equestri proelio pauci
hostium milites superfuerunt. 7. Celebre fuit picturae certamen inter Protogenem et
Apellem. 8. Ante mensem Octobrem tuas litteras accepi. 9. Alexander Magnus Tyrum,
celebrem Phoeniciae urbem, post longam obsidionem delevit. 10. Romani statuam
equestrem uni puellae, Cloeliae, dicaverunt.
Achilles, celeber et acer vir, filius Thetidis et Pelei erat. Oraculum Tethidi mortem filii in
bello Troiano praedixerat. Itaque Thetis Scyrum filium suum miserat et ad Lycomedem
regem commendaverat qui (che, nom.) inter suas filias vestibus femineis eum servabat.
Sed duces Graeci dolum resciscunt: tum ad Lycomedem Ulixem, virum acris ingenii et
magnae calliditatis, cum paucis legatis mittunt. Graeci Achillem quaerunt (quaero,
chiedo di), sed rex iis respondet: «Achilles hic non est; regiam meam sane perlustrate sed
iuvenem non invenietis». Graeci per nonnullas horas regiam perlustrant, virgines vident
sed Achillem cernere non possunt (= riescono a). Tum Ulixes postquam in vestibulo munera
feminea cum clipeo et hasta posuerat, bellicum canit et armorum clamores facere incipit.
Statim Achilles celeri motu (movimento, abl. sing.) vestem femineam dilaniat, clipeum et
hastam arripit et acri voce: «Ecce hostes! Ad arma currite!» A Graecis igitur Achilles
cognoscitur et Troiam ducitur.
145
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 146
Unità VI
Latine responde
– cunctus, a, um agg. della I classe tutto, tutto unito (come unione di più parti)
– universus, a, um agg. della I classe tutto quanto, tutto insieme (un tutto di singole
parti che convergono)
1. Nomen pacis dulce est. (Cic.) 2. Omnia sunt misera in bellis civilibus. (Cic.)
3. Sulla gentis patriciae nobilis fuit. (Sall.) 4. Mater omnium bonarum artium
sapientia est. (Cic.) 5. Achilles vestem muliebrem dilaniavit atque clipeum et
hastam arripuit. (Ig.) 6. Augustus ingenia saeculi sui omnibus modis fovit.
(Svet.) 7. Abelux erat Sagunti nobilis Hispanus. (Liv.) 8. Tiberius in omne genus
crudelitatis erupit. (Svet.) 9. Caligula statuas virorum inlustrium subvertit atque
disiecit. (Svet.) 10. Pietas fundamentum est omnium virtutum. (Cic.)
146
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 147
Nell’italiano questi suffissi sono diventati molto produttivi e formano aggettivi non
solo da verbi, ma anche da nomi:
es. digerire → digeribile; concepire → concepibile; papa → papabile; carro → carrabile
Il suffisso -bil, inoltre, ha originato il suffisso -evol portatore dello stesso significato e
anch’esso di largo impiego nel processo di derivazione di aggettivi da verbi e da nomi.
es. fuggire → fuggevole; cedere → cedevole; amore → amorevole; colpa → colpevole
Antiqui Homero, poetae caeco, Iliadem, celebre poema, tribuebant. Ilias non de omni
historia belli Troiani, sed de Achillis ira narrat. Sic Ilias incipit. Troia a militibus Graecis
iam diu obsidebatur, sed fortia moenia et nobiles strenuique viri urbem acriter defendebant.
Bellum igitur acre et difficile erat. Decimo anno - sic in primo poematis libro legimus -
terribili pestilentia milites Graeci consumebantur. Tum duces vatem consulunt:
«Pestilentia - gravibus verbis vates respondet - Apollinis poena tristis est quia Agamemnon
Chryseidem, filiam sacerdotis Apollinis dei, apud se captivam tenet. Filiam igitur ad
patrem mittite!» Tum gravis lis inter Agamemnonem et omnes duces exardet. Denique
Agamemnon dux Chryseidem invitus reddit sed pro Chryseide Briseidam, Achillis
captivam, postulat. Achilles ei oboedit sed ob intolerabilem contumeliam pugnare recusat.
Latine responde
147
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 148
Unità VI
1. Animus esse debet alacer et fidens. (Sen.) 2. Veritatis simplex est oratio. (Sen.) 3. Longum
iter est per praecepta, breve et efficax per exempla. (Sen.) 4. Demosthenes frequens fuit
Platonis auditor. (Cic.) 5. Brutus et Cassius, interfectores Caesaris, ingens bellum
moverunt. (Eutr.) 6. Lingua fallax non amat virtutem. (Vulg.) 7. Nimium es vehemens
feroxque. (Cic.) 8. Omnis natura conservatrix sui est. (Cic.) 9. Crudelem medicum
intemperans aeger facit. (Publ. Sir.) 10. Tiberius ingenti socordia imperium gessit, gravi
crudelitate, scelesta avaritia, turpi libidine. (Eutr.)
Es. 10 Sottolinea in modo diverso gli aggettivi della I e della II classe e traduci
1. Arion vetus et nobilis fidicen fuit. (Gell.) 2. Est illustre nomen Scipionis. (Cic.) 3. Ego,
virtute deum et maiorum ( maiores = antenati) nostrum, dives sum satis. (Plaut.)
4. Augustus tabulas veterum aerarii debitorum excussit .(Svet.) 5. Gravia pondera ad
gracilium puerorum umeros apta non sunt. (Cic.) 6. Hannibal campestri itinere ad
Alpes, cum bona pace Gallorum, pervenit. (Liv.) 7. L. Aelius scriptorum veterum peri-
tus erat. (Cic.) 8. Cuncta trahit secum volubile tempus. (V. Mass.) 9. Omnia princi-
pum, honesta atque inhonesta, laudare mos est. (Tac.) 10. Pallida mors aequo pulsat
pede pauperum tabernas regumque turres. (Or.) 11. Hostes nostrorum militum acrem
obsidionem sustinere non potuerunt (= poterono). (Ces.) 12. M. Iunius et Ti.
Sempronius magister equitum arma, tela et vetera spolia hostium detrahunt e templis.
(Liv.) 13. Hadrianus fuit severus comis, gravis lascivus, tenax liberalis, simulator sim-
plex, saevus clemens et semper varius. (Hist. Aug.)
A U X I L I U M Gli omografi
In latino, come in ogni altra lingua, vi sono degli omografi, cioè parole che hanno
la medesima forma scritta, ma esprimono un significato diverso: per esempio, in ita-
liano la parola «sale» può essere la voce del verbo «salire», il nome maschile «sale»,
il plurale della parola femminile «sala».
In latino gli omografi sono molto numerosi: spesso, infatti, una stessa terminazione
può esprimere casi diversi.
Vi sono poi parole omografe che hanno etimologie diverse e che solo casualmente
si sono trovate ad avere una forma comune: esse possono anche appartenere a cate-
gorie grammaticali differenti ed è possibile scegliere tra le due forme solo in base al
senso logico e al contesto grammaticale.
Talora poi è utile consultare il vocabolario; può capitare, infatti, di conoscere una
sola forma che appare totalmente incongruente con il contesto in cui è inserita:
meglio quindi assicurarsi che non sia la forma di una parola che non si conosce.
148
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 149
Dona, scribam, violas, statuis, ducis, forte, primum, vita, fugas, consulis, serva, ora,
secundum, curas, veniam, paries.
L E S S I CO : DA L L AT I N O A L L’ I TA L I A N O
I tre gruppi degli aggettivi della II classe hanno dato origine alla seconda classe degli
aggettivi italiani che, a differenza di quelli della Iclasse, non sono variabili nel gene-
re, ma solo nel numero. Hanno quindi solamente due forme ed escono:
– al singolare in -e (dall’accusativo maschile in -em con la caduta della m)
– al plurale in -i
Tyrrhenus cum fratre Lydo magna cum indulgentia regnum tenebat, quare ingentem
frequentiam populi habebant nec cives patriam relinquere exoptabant. Sed tanta regum
bonitas magnae egestatis causa fuit. Tum reges statuerunt dividere turbam: omnis pars
populi alternis diebus (= giorni, abl. plur.) a cibis abstinebat et ludis se dabat. Atque
excogitaverunt aleas, pilae lusionem, tibiae tubarumque modulationem. Sed fames nullo
eorum consilio relevabatur et postremo necessitas vicit. Tunc Tyrrhenus alteri fratri dixit:
«Unus nostrum cum populo suo ex regno in alias terras discedet, alter autem hic manebit».
Sors Tyrrhenum designavit: is patriam reliquit Italiamque navibus petivit. Sed in mari
decessit et mare ab eo nomen Tyrrhenum accepit. Tuscus, regis filius, in Italiam postea
pervenit et regio ab eo nomen Tusciam habuit.
da Servio Onorato
Dum leo in silva dormit, mures rustici ludebant. Unus eorum fortuito leonem offendit et
eum e somno expergefecit. Leo furens celeri pede miserum murem apprehendit. Is pavidus
sic rogabat: «Veniam, leo, da mihi, quaeso, quia non voluntate feci». Leo apud se
cogitavit: «Musculum innocentem occidere, non gloria sed crimen est». Sic ei ignovit et
dimisit. Paulo post leo in foveam cecidit et rugire incepit. Mus, ut audivit, velox cucurrit.
Postquam eum agnovit et in summo discrimine vidit, exclamavit: «Non sum immemor
beneficii tui». Tunc ligaturas lustrare incepit, nervos secare et laqueos laxare. Sic leo, rex
animalium, ab humili mure servatur et silvis liber incolumisque restituitur.
da Fedro
149
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 150
Unità VI
2. Il pronome relativo
In latino, come in italiano, il pronome relativo assolve a una duplice funzione:
– sostituisce una parola, detta antecedente;
– mette in relazione due proposizioni: la reggente, quella in cui si trova l’anteceden-
te, e la subordinata relativa, introdotta appunto dal pronome relativo.
antecedente pronome relativo
→
Legam libros →
qui in tua bibliotheca sunt.
Leggerò i libri che sono nella tua biblioteca.
proposizione reggente proposizione subordinata relativa
plurale
CASO maschile femminile neutro
NOM. qu$ i quali, che quae le quali, che quae le quali cose, che
GEN. quõrum dei quali, di cui quãrum delle quali, di cui quõrum dei quali, di cui
DAT. quîbus ai quali, (a) cui quîbus alle quali, a cui quîbus ai quali, (a) cui
ACC. quõs i quali, che quãs le quali, che quae le quali cose, che
ABL. quîbus a causa dei quali, quîbus a causa delle quali, quîbus a causa dei quali,
per cui per cui per cui
Laudamus viros qui probi sunt. Laudamus puellas quae sedulae sunt.
m. plur. f. plur.
→
150
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 151
Il pronome relativo
Deus quos (= eos quos) amat indurat. (Sen.) Dio fortifica quelli che (chi) ama.
Qui (= is qui) gladio ferit, gladio perit. (Vulg.) Colui che (chi) di spada ferisce, di
spada perisce.
– nelle forme del neutro id, ea che farebbero da antecedente a quod e a quae (anche
quando un pronome è accusativo e l’altro al nominativo, perché in questi due casi il
neutro ha una forma identica).
Quod (= id quod) dixi vobis notum est. (Cic.) Ciò che (quanto) ho detto, vi è noto.
Honesta sunt quae (= ea quae) facis (Cic.) Le cose che tu fai sono oneste.
Come puoi osservare dagli esempi, i due pronomi possono essere resi con i due prono-
mi italiani corrispondenti oppure con un pronome doppio, chi per il maschile, quanto
per il neutro singolare.
151
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 152
Unità VI
◆ Nesso relativo
Il pronome relativo latino si trova spesso a inizio frase o dopo un punto e virgola in fun-
zione di nesso relativo. In questo caso non introduce una proposizione subordinata rela-
tiva, ma segnala un forte legame tra le due proposizioni e funge quindi da nesso coor-
dinante: perciò non deve essere tradotto con il pronome relativo, ma con un pronome
personale o un pronome o aggettivo dimostrativo preceduto da una congiunzione coor-
dinante «e», «ma» «e quindi».
Themistocles a patre exheredatus est. Quae contumelia non fregit eum. (Nep.)
Temistocle fu diseredato dal padre. Ma questa offesa non lo scoraggiò.
D’uso molto ricorrente sono le espressioni quare, quamobrem, quapropter, «per la qual-
cosa, e per questo, e perciò», qua de causa, quam ob causam «e per questa ragione».
Equi qui currunt; equum qui currit; equi quos vidisti; equis quorum dominus; amicos
quibus scripsisti; amicus quocum ambulabas; amico cuius uxor aegra est; amicum cui
librum dedi; milites quos hostes vicerunt; milites qui hostes vicerunt; militibus quorum
virtutem laudamus; militum quibus salutem nostram commisimus; animalia quae
cepimus; animal quod vidi; animalium de quibus scripsi; animalia quae in silvis vivunt;
poeta cuius carmina legi; poetas quorum carmina nota sunt; poetis quibuscum de amore
disputavimus; poetae quos audivimus; poeta quem diligo.
152
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 153
Il pronome relativo
Ora che hai studiato il pronome relativo, devi abituarti a prendere in considerazio-
ne questo nuovo tipo di connettivo che introduce una subordinata relativa (tranne
nel caso in cui il pronome abbia funzione di nesso).
Innanzitutto tieni presente che la proposizione relativa si trova spesso inserita all’in-
terno di un’altra proposizione. Perciò, per evitare di mescolare elementi di proposi-
zioni diverse, procedi così:
– sottolinea il pronome relativo e il verbo della proposizione relativa e delimita l’in-
tera proposizione con una parentesi quadra;
– evidenzia il soggetto e il verbo della proposizione che risulta spezzata dalla relativa.
Nel testo che segue abbiamo svolto questa operazione riguardo alle prime frasi; con-
tinua tu nella parte rimanente.
Mentre traduci, devi poi tenere presente che:
■ il pronome relativo deve sempre essere preceduto dal suo antecedente che è col-
locato nella proposizione reggente: questa disposizione, infatti, che non è vinco-
lante in latino a causa dei casi, è invece d’obbligo in italiano;
■ la forma quod può essere sia il pronome relativo neutro singolare sia la congiun-
zione causale «poiché». Come fare a distinguerli?
Guarda se nella proposizione che precede il quod c’è un nome neutro che possa
fungere da termine antecedente:
– se c’è, il quod probabilmente avrà funzione di pronome relativo;
– se non c’è, il quod può essere la congiunzione causale oppure può equivalere a
«ciò che», «cosa che», «il che»;
■ le forme del genitivo cuius, quorum, quarum, possono essere rese in italiano con
«del/della quale, dei/delle quali, di cui», ma anche con l’articolo determinativo
+ cui, anteposti al nome;
153
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 154
Unità VI
Romani, [quorum imperium interim creverat], cum aliis populis [qui erant inter
.......................................................................
Picenum, Campaniam et Apuliam] per multos annos novum et atrox bellum gesserunt.
.......................................................................
copias diu fatigaverunt (et foedera [quae cum iis fecerant] ruperunt).
.......................................................................
Nota est eorum victoria apud Furculas Caudinas. Postquam Romanos superaverunt,
Pontius, qui eorum dux erat, copias Romanas plane delere cupiebat. Is tamen
Herennium consuluit qui sic censuit: «Samnites nec occidere nec dimittere Romanos
debent». Quare Samnites sub iugum omnes milites Romanos inermes miserunt. Itaque
quod hostes de caede inter se dissenserant, Romani, quamquam gravem iniuriam acce-
perant, salvi tamen fuerunt. Qui ultionis cupidi nova proelia cum hostibus reparave-
runt quos demum in oboedientiam imperiumque populi Romani redegerunt.
Es. 16 Traduci
1. Multi cives aut pericula quae imminent non vident aut pericula quae vident
neglegunt. (Cic.) 2. Beatus vir qui timet Dominum. (Vulg.) 3. Aduatuci, de quibus supra
scripsimus, in patriam reverterunt. (Ces.) 4. In consule nostro multae bonaeque artes et
animi et corporis erant, quas avaritia praepediebat. (Sall.) 5. Arbores seret agricola,
quarum aspiciet bacam numquam. (Cic.) 6. Belgae proximi sunt Germanis, qui trans
Rhenum incolunt, quibuscum continenter bellum gerunt. (Ces.) 7. Senex habitat in villa,
cuius deturpavit ventus tectum et tegulas. (Plaut.) 8. Multos timere debet is, quem multi
timent. (Publ. Sir.) 9. Divitiae et honores, quae caduca sunt, magnopere ab hominibus
expetuntur. (Cic.) 10. Simulatio delet veritatem, sine qua nomen amicitiae valere non
potest. (Cic.) 11. Tiberius composuit carmen lyricum, cuius est titulus «Conquestio de
morte Caesaris». (Svet.) 12. Multa sunt quae me sollicitant anguntque. (Cic.) 13. M.
Cato provinciam obtinuit Sardiniam, ex qua Q. Ennium poetam deduxerat. (Nep.) 14. Arbor
quae non facit fructum bonum, excidetur et in ignem mittetur. (Vulg.) 15. Apud vicum,
qui Cannae appellatur, ambo consules ab Hannibale vincuntur. (Eutr.)
154
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 155
Il pronome relativo
A – Eum qui; ei quae; tu cuius; quod; vos quorum; tecum quem; earum quas; eorum per
quos; ego quem; nos quibus; vobis quos; eius quocum; eam cui; tibi qui; quae.
B – Con voi di cui; a te con cui; tu al quale; di lei che (c. ogg.); per mezzo di voi con cui;
a loro che; di loro ai quali; noi dei quali; a lui del quale; ciò che; con lei che; coloro che;
coloro che (c. ogg.); colui (c. ogg.) che (c. ogg); a colei cui; colei di cui; in colui al quale;
di coloro con cui.
Es. 18 Traduci
1. Levis est Fortuna: cito reposcit quod dedit. (Publ. Sir.) 2. Bis vincit qui se in victoria
vincit. (Publ. Sir.) 3. Bonis nocet, qui malis paret. (Publ. Sir.) 4. Quod bonum est, meum
est. (Sen.) 5. Qui amicus est amat; qui amat non utique amicus est. (Sen.) 6. Qui quaerit,
invenit. (Vulg.) 7. Maximo periculo custoditur quod multis placet. (Publ. Sir.) 8. Quod
non dedit fortuna, non eripit. (Sen.) 9. Nusquam est, qui ubique est. (Sen.) 10. Viator,
quod tu es, ego fui; quod nunc sum, et tu eris. (Iscr. fun.) 11. Plebiscitum est quod plebs
iubet atque constituit. (Gaio) 12. De Publio quae ad me scribis, sane iucunda sunt. (Cic.)
13. Hercules leonem Nemaeum, quem Luna nutrierat, in antro Anphriso occidit; cuius
pellem pro (= come) tegumento habuit. (Ig.) 14. Qui se exaltat humiliabitur et qui se
humiliat exaltabitur. (Vulg.) 15. Quod postquam barbari animadverterunt, fuga salutem
petere contendebant. (Ces.) 16. Adiuva nos tua sententia; quod cum facies, communi
commodo inservieris. (Cic.) 17. Helvetii legatos ad Caesarem mittunt. Cuius legationis
Divico princeps fuit. (Ces.) 18. Dominus dixit mulieri: «Cur hoc (= questo, acc. n.) fecisti?»
Quae respondit: «Serpens me decepit». (Vulg.)
A – Est mons qui in maxima insula Italiae surgit, cuius e vertice ignes et lapides cadunt,
cui aliquando incolae trepidi oculos vertunt, quem Cyclopes habitabant, sub quo antiqui
officinam Vulcani ponebant .
B – Est urbs quae est in Campania, cuius nomen Graecam originem indicat, cui caelum
vultu sereno ridet, quam omnes semel saltem videre optant, a qua omnes aegre discedunt,
pro qua sunt amoenae insulae Aenaria et Capreae .
C – Est mare quod multas regiones cingit, cuius in media parte sita est Italia, cui Hercules
terminos imposuit, quod Romani mare nostrum vocabant, in quo Duilius, Pompeius,
Octavianus splendidas victorias reportaverunt .
L. Zanoni
C – Il Mediterraneo
B – Napoli
A – L’Etna
155
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 156
Unità VI
A – Sunt homines qui extremas partes Asiae incolunt, quorum historia est antiqua, quibus
natura donat ingentes divitias, quos tamen interdum fames et inundationes affligunt, a
quibus vestes sericas magnificas habemus .
B – Fuerunt feminae, quae arma tractabant, quarum virtus in bello mira erat, quibus viri
bellum movebant, quas nemo (nessuno, nom.) vicit, a quibus magnum flumen nomen
traxit .
C – Sunt animalia quae in marginibus desertorum Lybiae vivunt, quorum utilitas incolis
Lybiae magna est, quibus satis est parva copia cibi et aquae, quae naves desertorum
homines vocant, quibus homines longa itinera per deserta faciunt .
L. Zanoni
C – I dromedari o i cammelli
B – Le Amazzoni
A – I Cinesi
156
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 157
■ Il tema del presente è formato dal preverbo pot-1 e dalle voci del verbo sum:
il preverbo pot- davanti alle voci che iniziano con la consonante s- assimila (cioè
rende simile) la t alla s, formando così ss:
es. pot-sum → possum
■ Il tema del perfetto, che rimane invariato, è potu-2.
Eccone la coniugazione dell’indicativo:
Indicativo
presente imperfetto futuro semplice
a
1 sing. pos-sûm io posso pot-êram io potevo pot-êro io potrò
2a pot-ês pot-êras pot-êris
3a pot-est pot-êrat pot-êrit
1a plur. pos-sûmus pot-erãmus pot-erîmus
2a pot-ñstis pot-erãtis pot-erîtis
3a pos-sunt pot-êrant pot-êrunt
1
Il tema del presente è formato dall’unione di pot- radice dell’aggettivo in disuso potis, e, «potente, capace»,
con le voci del verbo sum.
2
Il tema del perfetto potu- non ha nulla a che vedere con il verbo sum, ma deriva da un antico verbo poteo,
caduto in disuso, il cui perfetto potui e i tempi da esso derivati si coniugano regolarmente.
157
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 158
Unità VI
Sono composti di sum in tutta la coniugazione (il verbo sum è preceduto da una pre-
posizione che trasmette al verbo il suo significato) i seguenti verbi:
ab-sum, ab-es, a-fui, ab-esse, essere assente, distare
ad-sum, ad-es, ad-fui, ad-esse, esser presente, esser vicino, assistere
de-sum, de-es, de-fui, de-esse, mancare, venir meno
in-sum, in-es, fui in, in-esse, esser dentro, esser contenuto
inter-sum, intêr-es, inter-fui, inter-esse, essere in mezzo, partecipare, intervenire
ob-sum, ob-es, ob-fui, ob-esse, opporsi, nuocere
prae-sum, prae-es, prae-fui, prae-esse, essere a capo, comandare
pro-sum, prod-es, pro-fui, prod-esse, giovare
sub-sum, sub-es, fui sub, sub-esse, sottostare, esser sotto
super-sum, supêr-es, super-fui, super-esse, esser superstite, sopravvivere, rimanere
– Il verbo prosum deriva da prod + sum. La dentale d si mantiene davanti alle voci
di sum che iniziano con la vocale e (prodes, proderam, prodero); cade invece
davanti a consonante (prosum, profui, profueram).
– I verbi insum e subsum nel perfetto e nei tempi da esso derivati presentano la
preposizione separata e posposta al verbo: fui in, fueram sub, ecc.
– I composti di sum reggono, in genere, il dativo.
Maharbal equitatui praeerat. (Liv.) Maarbale era a capo della cavalleria.
A – Abesse, aberas, afueras, adfueras, adfuero, ades, defuistis, desunt, defueratis, ineras,
inesse, inero, interest, intererunt, interfuisti, oberamus, oberit, obfuerunt, praefueratis,
praeerant, praefuit, prodes, profuerimus, proderant, suberamus, subsunt, supererimus,
superfuerant, superestis.
B – Siamo lontani, sarà lontano, è stato lontano, saremo stati lontani, mancherà, manca-
rono, siamo stati dentro, saremo dentro, parteciperemo, parteciparono, nuocciono, nuo-
cerà, eravamo stati a capo, siete a capo, gioverai, giovasti, sopravviverete, sopravvissero.
Es. 21 Traduci
1. Amicitia, quae desinere potuit, vera numquam fuit. (Ger.) 2. Stultum est timere quod vitare
non potes. (Publ. Sir.) 3. Neptunus et turbare et rursus placare undas poterat. (Ig.) 4. Non
158
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 159
omnia possumus omnes. (Luc.) 5. Potest ex casa vir magnus exire (da exeo), potest ex
corpusculo formosus animus ac magnus. (Sen.) 6. A turba te, quantum potes, separa. (Sen.)
7. Non arma, non clamorem hostium barbari tolerare potuerant. (Curz.) 8. Iustitia sine
prudentia multum poterit: sine iustitia nihil (= per nulla) valebit prudentia. (Cic.) 9. Is
benevolentiã tenuit quod ceteri reges imperio potuerunt. (Nep.) 10. Hostes nostrorum militum
acrem obsidionem sustinere non potuerunt. (Ces.)
Es. 22 Traduci
1. In Catilina magna vitia inerant. 2. Tibi credere non possumus. 3. Exempla boni
hominis omnibus prosunt. 4. Numquam defuerimus officiis nostris. 5. Nunc multa
potestis, quae olim non poteratis. 6. Date pauperibus quod superest. 7. Libenter Romani
spectaculis aderant. 8. Multae gentes Romanis suberant. 9. Quod vos potuistis et potestis,
nos quoque poterimus. 10. Quod contra Ilium non potuerant arma totius Graeciae, unius
viri dolus potuit. 11. Saepe solent auro multa subesse mala. (Tib.) 12. Animus solus nec
cum adest, nec cum discessit apparet. (Cic.) 13. Vobis, patres conscripti, populi Romani
praesidia non desunt. (Cic.) 14. Aristides interfuit pugnae navali apud Salaminam.
(Nep.) 15. Athenienses non solum spem (= speranza, acc. f. sing.) in Alcibiade habebant
magnam, sed etiam timorem, quod et obesse plurimum (= moltissimo) et prodesse poterat. (Nep.)
16. Pollio omnibus negotiis non interfuit solum, sed praefuit. (Cic.)
Olim mus rusticus in paupere suo cavo urbanum murem, veterem hospitem, accepit.
Rusticus magna cum liberalitate ciceres, avenam, siccos uvae acinos et lardum
semesum in mensa posuit. Sed alter, fastidiosus, quia adsuetus erat cenae exquisitae
et sumptuosae, dente superbo parva fercula male tangebat. Tandem rustico dixit:
«Quomodo, amice, tam humilem vitam in praerupto nemore agere potes? Cur silvam
feram urbi anteponis? Carpe viam et mecum veni! Terrestria vitam brevem vivunt, nec
ullo modo mortem effugere possunt. Vive igitur beatus et memor brevitatis vitae in
urbis commodis voluptatibusque!»
adattamento da Orazio
Illecebrae muris urbani agrestem pepulerunt et e cavo suo levis exsiluit. Inde ambo celeres
iter ad urbem peragunt et nocte in locupletem sedem perveniunt. Ibi vestes purpureae
eburneos lectos tricliniares induebant, ibi multa fercula de magna cena supererant.
Rusticus in triclinio cubat, omnia libenter praelambit et nova sorte valde gaudet. Subito
ingens valvarum stridor lectis mures excutit: canes feroces latrant, tectum altum
clamoribus personat. Bestiolae, terroris plenae, per totum conclave cursitant, exanimes
trepidant. Tum rusticus: «Vita talis minime mihi prodest. Vale! Cavum meum silvestre,
pauper sed tutum ab omnibus insidiis, tenuem vitam securam placidamque faciet».
adattamento da Orazio
159
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 160
Unità VI
Per quanto riguarda il participio presente, esso si forma nei seguenti modi:
160
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 161
Il participio presente si declina come un aggettivo della II classe a una uscita; ecco il
modello della declinazione della 1a coniugazione, comune a tutte le altre:
Livia filia oboediens erat. Livia era una figlia obbediente (che obbediva).
– come nome (participio sostantivato) può essere tradotto con un nome corrispon-
dente o una perifrasi formata da un pronome (colui / colei / coloro) e una propo-
sizione relativa contemporanea alla reggente;
Vidi agmen pugnantium. Vidi la schiera dei combattenti (di coloro che combattevano).
161
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 162
Unità VI
■ In funzione verbale concorda con un termine della proposizione in cui si trova (par-
ticipio congiunto) ed esprime un’azione contemporanea alla reggente e di significato
attivo: costituisce pertanto una proposizione subordinata implicita di valore tempo-
rale, causale o, più raramente, finale, condizionale, concessivo.
In questa funzione non può essere reso con il participio presente italiano, che ha
perso quasi del tutto il valore verbale, e deve essere tradotto nei seguenti modi:
3
Osserva ad esempio l’ultima delle frasi proposte: non si può tradurre «dicendo», perché il gerundio ita-
liano si riferisce sempre al soggetto della proposizione in cui si trova che in questo caso sarebbe «io».
162
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 163
1. Iugurtha iussis (= agli ordini) ventris oboediens erat. (Sall.) 2. Quintus pater ad
me gravia de filio scripsit; ardentes in eum litteras ad me misit. (Cic.) 3. Dolor est
aegritudo crucians. (Cic.) 4. Feminae cum viris cubantibus sedentes cenitabant.
(Val. Mass.) 5. Gallorum animus mollis ac minime resistens est. (Ces.) 6. Onerat
discentem librorum turba, non instruit. (Sen.) 7. Medici leviter aegrotantes leniter
curant. (Cic.) 8. Vir bonus erranti viam monstrat, cum esuriente panem suum
dividit. (Sen.) 9. Caesarem assidentem conspirati circumsteterunt. (Svet.) 10. Sol
crescentes decedens duplicat umbras. (Virg.) 11. Deus non laedit amantes. (Tib.)
12. Numquam est fidelis cum potente societas. (Fedr.) 13. Marcius non modo
impetum (= l’assalto, acc.) erumpentium retudit, sed per patentem portam ferox
irrupit ignemque imminentibus muro aedificiis iniecit. (Liv.)
163
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 164
Unità VI
1. Frater meus, quia aegrotus est, nobiscum non veniet. 2. Bruto, dum dormit, malus
genius apparuit. 3. Nos, quod tranquillitatem expetimus, in fundum Tusculanum
veniemus. 4. Dum scribo, mihi venit in mentem imago tua. 5. Ulixes Polyphemum caecum
reddidit, dum dormit. 6. Dominus servum punivit, tametsi veniam petebat. 7. Cicero
Catilinam ex urbe pepulit, quia insidias Romae comparabat. 8. Hostes vulneraverunt
tribunum militum, qui strenue pugnabat. 9. Mulieribus, quae trepidabant et deos
orabant, cladis Cannensis nuntium pervenit. 10. Antonii sicarii Ciceronem, dum fugit,
necaverunt. 11. Hostes, quamquam vincebant, in castra se receperunt. 12. Copiae castra
muniebant, quod repentinam vim Gallorum timebant.
Es. 28 Traduci
1. Multa petentibus desunt multa. (Or.) 2. Virtus ac ferocia subiectorum ingrata est
imperantibus. (Tac.) 3. Alpibus excludo Gallos iterum Capitolia nostra petentes. (Petr.)
4. Manlius et Faesulanus in primis pugnantes cadunt. (Sall.) 5. Gallus iacentes excitat,
et somnolentos increpat. (Ambr.) 6. Multa venientis aevi populus ignota nobis sciet. (Sen.)
7. Libenter Caesar petentibus Haeduis dat veniam excusationemque accipit. (Ces.) 8. Caesar
Pharnacem, Mithridatis filium, rebellantem in Ponto et multas populi Romani provincias
occupantem, vicit. (Eutr.) 9. Lucra petens, rusticus habili aratro tauros adiungit et durum
terrae opus urget. (Tib.) 10. Tityre, pascentes a flumine reice capellas. (Virg.) 11. Etiam
solitario homini atque in agro vitam agenti opinio iustitiae necessaria est. (Cic.) 12. Per
caliginem vidi Gitona (= Gitone, acc.) in crepidine semitae stantem. (Petr.)
164
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 165
Cum in ludis poetae scripta sua recitant, cunctus populus magna voce admirationem
suam significat. Reliqui iudices pro voluntate populi scriptoribus praemia tribuunt.
Aristophanes autem eorum iudicio obest et primum renuntiat poetam qui minime populo
placuerat: «Is unus – inquit – est vere poeta; reliqui autem aliena carmina recitaverunt».
Omnes obstupescunt atque magno cum clamore eius sententiam improbant, rex quoque de
Aristophanis auctoritate dubitat. Tum Aristophanes, cuius memoria excellens erat,
infinita volumina illuc educit et veterum scriptorum carmina recitans certis argumentis
litterarum furta probat. Itaque rex cum ignominia falsos poetas dimittit, Aristophanem
vero amplis muneribus ornat et supra bybliothecam eum constituit.
da Vitruvio
In Aeneide, celebri poemate Latino, de Troiae belli fine legimus. Nam post Troiae
excidium Aeneas profugus cum filio et paucis comitibus Carthaginem appulit et Didoni
reginae quae eos comiter acceperat de Graecorum dolo et Troiae expugnatione narravit.
Decimo belli anno Graeci vi capere Troiam desperantes ad insidias confugiunt. Graeci
enim finem belli et ad patriam profectionem simulantes, cum omnibus copiis suis
solvunt. Antea tamen ingentem equum ex ligno, Ulixis consilio, aedificant in quo
inscribitur: «Graeci in patriam remeantes equum donant Minervae». Postea Ulixem et
paucos strenuos milites clam in equo includunt qui in Troiae litore relinquitur.
Troianorum turba itaque nec castra nec naves iam videns, hostium fugae certa, ex
oppido laeta cucurrit magno gaudio exsultans.
165
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 166
Unità VI
Veniunt interea pastores captivum Graecum trahentes, qui Ulixi oboediens multis
lacrimis Troianis falsa narrat: «Ob improbi Ulixis voluntatem Graeci hic me infelicem
reliquerunt. Ii autem nunc ad patriam laeti remeant et equus ex ligno comitibus meis
navigantibus felix ac celere iter praestabit. Sed vos, Troiani, in urbem vestram equum
ducite qui Troiae aeternum Minervae auxilium praestabit». Omnes Troiani de captivi
verbis non dubitant: frustra Laocoon, Apollinis sacerdos, cives suos monet: «Stulti,
equus certe donum Minervae non est sed dolus quo Graeci ruinam nostram parabunt».
Et ecce gemini angues qui e mari emergentes ad litora tendunt et sine ulla dubitatione
Laocoontem petunt: et primum parva corpora implicantes filios mordicus laniant,
deinde sacerdotem infelicem spiris involvunt. Erant animalia sacra Minervae, Troianis
infestae ob Paridis iudicium.
Ob horribile spectaculum exterriti, omnes Troiani de verbis falsi captivi Graeci iam non
dubitant et statim equum in urbem suam ducunt. Cives pace exsultantes magna cum
voluptate per multas horas bibunt et per urbis vias saltant. Sed nocte, dum Troiani vino
et epulis lassi quiescunt, Graecus mendax flamma signum comitibus exspectantibus dat.
Qui ab insula proxima navigantes ad Troiae litora appropinquant et de nave
descendunt. Interea Ulixes et socii, postquam magno cum silentio ex equo descenderunt,
vigilias occidunt et urbis portas Graecis supervenientibus aperiunt. Tum magna vi
Troianos placide dormientes necant et urbem delent incenduntque. Itaque post decem
annos una nocte Graeci dolo Troiam ceperunt et deleverunt. Sed cum patre, filio et
paucis comitibus evasit Aeneas quem Hector in somnio sic monuerat: «Fuge, Veneris fili!
Troia deletur sed suos Penates tibi commendat. Tu novam sedem, nova moenia quaere!
Sic statuit fatum.»
1. Riconosci i complementi:
166
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 167
Versioni di riepilogo
VERSIONI DI RIEPILOGO
Vitulus pulcher, cui dominus iugum numquam imposuerat, bovem arva scindentem
vidit. «Cur – inquit vitulus – vincula toleras? Iugum depone et otio te trade! Veni
mecum: in herbas laetas discurrere poterimus et in frigida umbra nemorum
requiescere». At bos vituli verba neglegens ac sine ulla ira vomere ad vesperum arva
vertebat. Tunc aratrum deponebat et fessus in herboso cubili molliter procumbebat.
Paulo post tempore vidit vitulum in vinculis apud aram sacram et prope animal
sacerdotem cultrum tenentem. Tunc bos: «Tristis vero fuit domini indulgentia – ait –
quae te fecit nostri iugi expertem, sed sacrificii arae te destinavit. Prodest ergo graves
labores tolerare magis quam (magis quam = piuttosto che) gaudere otio quod ad
ruinam mox ducit». Similis est hominum sors: qui sunt felices saepe morte cita
rapiuntur.
da Aviano
Sulla, post Portae Collinae pugnam contra Marianos, urbem victor intravit et multos
homines inermes et securos, qui se per legatos dederant, contra ius divinum interfecit.
Non solum Mariani adversarii sed multi innocentes et etiam ipsius (= della stessa)
Sullanae partis vitam amiserunt. Ita liberae per urbem caedes accidebant et
percussores vel irã vel praedae cupiditate passim errabant novas neces quaerentes.
Igitur omnes aperte improbabant quod singuli timebant; tunc Q. Catulus palam
Sullae dixit: «Cum quibus (= quali, abl.) civibus tandem vivemus, si in bello
armatos, in pace inermes viros occidimus?» Tunc Sulla primum infamem tabulam
proscriptionis induxit.
da Orosio
Indicativo
presente: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
imperfetto: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
futuro: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
piuccheperfetto: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
perfetto: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
167
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 168
Unità VI
Lectio brevis
Gli aggettivi della II classe, a seconda del numero delle uscite del nominativo, si
suddividono in tre gruppi:
singolare plurale
agg. a tre uscite agg. a due uscite agg. a una uscita tutti gli agg.
CASO m. f. n. m. e f. n. m. e f. n. m. e f. n.
NOM. -êr -îs -ê -îs -ê vario vario -ñs -iâ
GEN. -îs -îs -îs -îs -îs -îs -îs -iûm -iûm
DAT. -$ -$ -$ -$ -$ -$ -$ -îbus -îbus
ACC. -êm -êm -ê -êm -ê -êm = NOM -ñs -iâ
VOC. -êr -îs -ê -îs -ê = NOM = NOM -ñs -iâ
ABL. -$ -$ -$ -$ -$ -$ -$ -îbus -îbus
Il pronome relativo qui, quae, quod Il verbo possum, potes, potui, posse,
sostituisce un termine della proposi- «potere, essere in grado di» è un com-
zione reggente, detto antecedente, posto di sum nei soli tempi derivati
con cui concorda in genere e numero. dal tema del presente pot-.
Nel corso della coniugazione:
Il suo caso dipende invece dalla fun-
zione logica che svolge nella proposi- pot- + s → poss
zione subordinata in cui si trova, che
prende il nome di relativa. pot- + e → pote
A inizio di frase è nesso relativo e sta-
ind. pres.: possum, potes, potest, possûmus...
bilisce un forte legame con il periodo
ind. imperf.: potêram, potêras, potêrat...
precedente.
I tempi derivati dal tema del perfetto
es. Quos vicimus. E noi li vincemmo. potu- si formano regolarmente.
Si declina come un aggettivo della II classe a una uscita; l’ablativo singolare esce in
-e se il participio ha funzione di nome o di verbo, in -i se è usato come aggettivo.
Ha sempre valore attivo ed esprime un'azione contemporanea.
■ In funzione nominale può essere nome o aggettivo:
– come nome si traduce con un nome corrispondente o con la perifrasi
«colui/colei/coloro» e una proposizione relativa contemporanea;
– come aggettivo si traduce con un aggettivo corrispondente o con una propo-
sizione relativa contemporanea.
■ In funzione verbale si trova concordato con un termine della proposizione in cui
si trova (participio congiunto) e costituisce una proposizione subordinata impli-
cita di valore temporale, causale, finale, condizionale, concessivo.
Si può tradurre con il gerundio semplice se è al nominativo, o con una oppor-
tuna proposizione subordinata che esprime la contemporaneità.
168
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 169
169
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 170
Unità VI
I liberti. La schiavitù non era considerata una condizione immutabile: gli schiavi,
infatti, potevano essere affrancati dal dominus e diventare così liberti (erano invece
chiamati ingenui gli uomini liberi per nascita).
La liberazione era chiamata manumissio: il diritto romano ne prevedeva varie pro-
cedure, alcune solenni e formali, altre semplici e sbrigative ma prive di valore giuri-
dico, per le quali era sufficiente che il padrone manifestasse per lettera o davanti a
testimoni di voler liberare lo schiavo.
Con la manumissio l’ex schiavo assumeva il praenomen e il nomen del dominus,
mantenendo come cognomen il suo nome da schiavo che lo distingueva dai liberi;
assumeva la cittadinanza romana ma acquisiva una limitata capacità giuridica, cioè
rimaneva sotto la tutela del patronus, che poteva anche accampare diritti sul suo
patrimonio, e non poteva accedere alle cariche pubbliche. I libertini, cioè i figli dei
liberti, erano invece considerati cittadini a pieno diritto e godevano di diritti civili
e politici.
I liberti si dedicavano ad attività commerciali o professionali, diventando ad
esempio medici, architetti, maestri, o amministrative in qualità di amministratori
dei beni del patrono o impiegati di uffici pubblici e in alcuni casi acquistarono
grandi ricchezze.
Durante il I sec. d. C., grazie al favore dell’imperatore Claudio, furono posti a capo
di uffici importantissimi dell’amministrazione pubblica (cancelleria, contabilità,
petizioni, istruzione delle cause trattate dall’imperatore): nacque così la categoria
dei liberti imperiali, impiegati come personale privato dell’imperatore o come
amministratori dei vari settori del suo patrimonio, che esercitarono grande influen-
za politica e talora furono elevati al rango di cavalieri.
Le condizioni degli schiavi e le loro mansioni. I Romani basavano gran parte della
loro economia sul lavoro servile. Gli schiavi che vivevano in una casa facevano parte
della familia, costituita dal paterfamilias, dai suoi figli, dai nipoti e dalle rispettive
mogli, e poteva essere rustica o urbana.
La familia rustica viveva in campagna nella villa e si dedicava alla coltivazione dei
campi e al funzionamento della fattoria. A capo della familia rustica vi era il vilicus,
cioè il fattore, assistito dalla moglie (vilica) e talvolta da un addetto ai libri contabi-
li. Al vilicus erano sottoposti i magistri officiorum o operum: questi avevano il com-
pito di controllare gli schiavi che svolgevano i lavori dei campi (operae) e quelli che
dovevano preparare loro da mangiare, curarne le vesti o svolgere l’attività di medi-
ci. Nel complesso la vita di questi servi era molto faticosa e soggetta ad una discipli-
na ferrea, tanto che proprio il trasferimento da una familia urbana ad una rustica
era una delle punizioni a cui uno schiavo poteva essere sottoposto.
All’interno della familia urbana, a capo della quale vi era il padrone (dominus) o
un liberto in qualità di amministratore, gli schiavi potevano svolgere mansioni varie
e di diversa importanza, in relazione alle loro attitudini e alle competenze acquisite:
vi erano schiavi che si occupavano dell’amministrazione e della tenuta dei libri con-
tabili, della pulizia della casa o delle scuderie, della cura personale del padrone o
della padrona o che semplicemente accompagnavano il padrone per strada, per
ricordargli il nome dei personaggi da salutare o per fargli luce con delle torce.
Vi erano poi i cuochi, i camerieri, i musici e i ballerini che allietavano i banchetti, gli
amanuenses dediti alla corrispondenza e alla copiatura delle lettere, i tabellarii,
veloci camminatori che recapitavano le lettere e i magistri, schiavi colti, in genere di
origine greca, addetti all’educazione dei bambini.
170
07_MODUS_U6_141-171 16-01-2011 21:58 Pagina 171
Per tutti questi servi la vita era certamente meno faticosa e molto meno dura
rispetto a quella che conducevano gli schiavi della familia rustica, tuttavia, il trat-
tamento loro riservato poteva essere alquanto diverso: certamente dovevano esse-
re trattati con maggior umanità e riguardo sia quelli che vivevano a stretto contat-
to con il padrone sia quelli che, essendo esperti in mansioni specifiche, avevano
un maggior valore commerciale.
Alla classe servile, infine, appartenevano anche i gladiatori, gli aurighi, gli attori di
spettacoli teatrali che si esibivano nei ludi, gli addetti alle opere pubbliche o ai duris-
simi lavori nelle miniere, che erano di proprietà dello stato.
Lessico
servus, -i; mancipium, -ii; famulus, -i schiavo
ancilla, -ae; serva, -ae schiava, ancella
libertus, -i liberto
patronus, -i patrono, ex padrone
dominus, -i padrone
servitium, -ii schiavitù
contubernium, -ii matrimonio fra schiavi
manumissio, -onis affrancamento
Fraseologia
esse in servitute, servitutem servire essere schiavo
ducere aliquem in servitium condurre qualcuno in schiavitù
servire ad aliquem (alicui) essere al servizio presso (di) qualcuno
aliquem in servitutem adducere (redigere) ridurre qualcuno in servitù
in servitutem incidere cadere in schiavitù
in servos saevire essere crudeli verso gli schiavi
servitutem exuere liberarsi dalla schiavitù
se in libertatem vindicare riconquistare la libertà
servos ad libertatem vocare promettere la libertà agli schiavi
servum manumittere affrancare uno schiavo
venum ire essere posto in vendita
aliquem in servitutem dare ad aliquem vendere qualcuno come schiavo a qualcuno
171
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 172
II UNITÀ DI RECUPERO
Es. 1 Dei seguenti sostantivi della terza declinazione indica il nominativo
singolare, il caso (o i casi) in cui si trovano espressi, il genere e il numero
Aestatem, valetudine, ponderum, vere, sole, civium, celeritatis, flumini, maria, dolores,
oblivioni, imbribus, animali, genera, parentes, matrum, sitim, capita, vi, potestatem,
civitatibus.
Es. 3 A – Traduci
B – Volgi al plurale
1. Avis in arbore canit. 2. Ager imbre vastatur. 3. Tenebrae noctis gratae furi sunt. 4. Puer
lapidem in tectum iactabat. 5. Civis consuli oboediet. 6. Miles in hostis castra perveniet.
7. Agricola securi arborem caedit. 8. Mus praeda felis erit.
Es. 4 Concorda con il nome proposto gli aggettivi indicati all’uscita del nomi-
nativo maschile singolare
nome agg. 1a classe aggettivi della 2 a classe
miser fortis audax dives
homini, m. ............. ............. ............. .............
magnus uber fertilis abundans
segetes, f. ............. ............. ............. .............
niger sagax velox fidelis
cane, m. ............. ............. ............. .............
fecundus ingens vetus viridis
arborum, f. ............. ............. ............. .............
ferus vorax paluster utilis
animalia, n. ............. ............. ............. .............
Es. 5 Indica tutti i possibili casi in cui sono espressi i seguenti nomi e concor-
da opportunamente l’aggettivo indicato
monte (m.) (ingens, entis) urbes (f.) (alacer, cris, e) carmina (n.) (suavis, e)
homini (m.) (mortalis, e) servo (m.) (tristis, e) litus (n.) (paluster, tris, e)
vim (f.) (magnus, a, um) mari (n.) (altus, a, um) agricolae (m.) (pauper, eris)
172
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 173
II UNITÀ DI RECUPERO
Es. 6 Declina opportunamente gli aggettivi proposti, concordandoli con i
nomi indicati
Es. 7 A – Traduci
B – Volgi al plurale gli elementi logici
1. Veloci fuga lepus venatoris canem vitabat. 2. Omni viro bellum civile semper crudele et
saevum erit. 3. Homini segni omnis labor gravis est. 4. Omnis civis, senex aut iuvenis,
libertatem amat. 5. Venator felix praeda in urbem cum cane suo remeavit. 6. Prex captivi
supplicis ducis acrem animum non mitigavit.
1. Magistri, quibus Romani pueros committebant, servi aut liberti erant. 2. C. Sallustius
bellum, quod in Africa contra Numidarum regem Romani gesserant, narravit.
3. Homo pavidus pericula etiam quae non sunt videbit. 4. Hannibal, Poenorum dux,
in Italiam pervenit, cuius civitates vi expugnavit agrosque vastavit. 5. Plato, cuius
doctrinam omnes celebrant, Socratis discipulus fuit. 6. Mater in insula Creta Iovem
infantem abdidit, cui aquila caelestis suave nectar suppeditabat. 7. Romani Tarquinium
regem, cuius omnibus nota sunt scelera, Superbum nominaverunt. 8. Fratres
tuos, de quibus mihi scripsisti et quorum probitatem laudavisti, omnibus modis
adiuvabo. 9. Impudentes sunt qui pro beneficio non gratiam, sed mercedem postulant.
173
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 174
II UNITÀ DI RECUPERO
Es. 10 Completa le seguenti frasi con il composto di sum adatto al contesto
1. Consules pugnantes ceciderunt. 2. Oratio consulis ad bellum incitantis militibus grata fuit.
3. Reus iudicibus interrogantibus non respondebat. 4. Atticus Ciceroni ex patria fugienti
magnam pecuniam donavit. 5. Zeusis pictor in Italiam venit, secum tabulas suas portans.
6. Multi, tranquillitatem expetentes, a negotiis publicis se removent. 7. Ceres, Iovis filia, ingentia
beneficia hominibus concedens, eorum feroces mores mitigavit. 8. Hostes in castra irrumpentes
magnam caedem hostium dormientium fecerunt. 9. Romani Gallos ingentem praedam
arripientes repulerunt. 10. Magna erat laus in Graecia athletis certamina vincentibus.
Postquam numerus hominum crevit, omnia vitia invaluerunt. Quare offensus Deus
statuit perdere hominum genus diluvio. Attamen pepercit Noemo et liberis eius, quia
colebant virtutem. Noemus, sicut Deus eum admonuit, exstruxit ingentem arcam in
modum navis, livit eam bitumine et in eam induxit unum par omnium avium et
animantium. Postquam Noemus intravit in arcam cum coniuge, filiis et eorum uxoribus,
aquae maris, amnium et fontium eruperunt. Simul aqua cecidit per quadraginta dies (=
per quaranta giorni) et totidem noctes. Aqua universam terram et montes operuit. Omnia
adsumpsit diluvium, arca autem supernatabat in aquis.
da Lhomond
174
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 175
II UNITÀ DI RECUPERO
Vs. 2 Simonide perde tutti i suoi averi nel naufragio
Multa egregia carmina Simonides poeta scripsit qui urbes Asiae nobiles peragrans et laudes
victorum canens magnas mercedes accepit. Postquam arte sua locuples evasit, Ciam,
patriam suam, revertere statuit et navem ascendit. Sed horrida tempestas et navigii
vetustas in medio mari navem dissolverunt. Ceteri zonas perasque argenti ac auri plenas,
velut vitae subsidia, collegerunt, Simonides autem nihil (= niente, n.) sumpsit. Tum
quidam (= un tale) curiosus ex poeta quaesivit: «Cur, Simonides, ex opibus tuis nihil
sumis?» «Mecum - inquit Simonides - cuncta mea sunt». Tunc multi cum gravi onere
natantes in aquis demerserunt et vitam amiserunt; pauci tantum enataverunt, sed
postquam ad litus incolumes pervenerant, praedonibus occurrerunt qui omnia eorum
bona rapuerunt et ex locupletibus egentes eos fecerunt.
da Fedro
1. Distingui, sottolineandoli in modo diverso, gli aggettivi della I e della II classe e indicane il
nominativo singolare.
2. Analizza i pronomi indicandone il caso, il genere e il numero e la forma del nominativo.
Prope fuit Clazomenae, antiqua urbs: omnes naufragi illuc contenderunt. Ibi vir, litterarum
studio deditus, qui Simonidis carmina saepe legerat et eius magnus admirator erat, cupide
ad domicilium suum poetam naufragum recepit et veste, nummis, familia eum exornavit.
Ceteri autem per urbem mendicantes vivebant. Ut forte Simonides eos obvios venientes vidit:
«Sententiam meam - inquit - nunc intellegitis: omnia mea mecum sunt quia homo doctus
in se semper divitias habet; vos autem vestra bona levia et fugacia omnia perdidistis».
da Fedro
In Beotiae silvis montanis vivebat nympha venusta, nomine Echo; vocem suavem habebat
quae viatorum animos delectabat. Puella id sciebat et libenter cum iis verba faciebat; sed
eius sermones incurrerunt in offensionem potentis Iunonis, Iovis uxoris, quae eam acerbe
punivit et ei linguam sopivit. Ob deae poenam Echo, quamquam nec surda nec muta erat,
interrogantibus respondere non poterat et cum verbum audiebat, ultimas tantum syllabas
pronuntiabat. Puella tristis, quod sermonem cum ceteris Oreadibus habere non poterat, in
silvas desertas obscurasque confugit.
Procedi alla fase di orientamento, leggendo e analizzando con cura tutto il testo, poi esegui
quanto richiesto.
1. Riconosci le proposizioni subordinate di natura relativa, temporale, concessiva, causale.
2. Riconosci i complementi introdotti da preposizione o espressi in ablativo semplice.
3. Indica a quale delle due espressioni equivale il participio presente interrogantibus: ii quos
interrogabat, iis qui interrogabant.
175
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 176
II UNITÀ DI RECUPERO
Vs. 5 mito Eco e Narciso
Echo olim incurrit Narcisso, iuveni admodum formoso sed natura difficili; iuvenis, amans
solitudinem et hominum molestias vitare cupiens, solus in silvis remotis vivebat. Echo eum
amare incepit. Sed Narcissus amorem adhuc ignorabat et cum nympham videbat, eam
vitabat. Tunc infelix Echo in speluncam se abdidit ubi acri dolore tabuit: puellae miserae
ossa in saxa se converterunt ac superfuit sola vox, quae adhuc viatoribus ultimas syllabas
eorum postulatorum repetit. Sed dii Narcissum quoque puniverunt: fessus venationis
labore, apud fontem hauriens in aquarum speculo imaginem suam vidit et eam valde
amare incepit. Itaque eam captare temptans, in fontem cecidit et vitam amisit. Terra igitur
gessit florem qui etiam nunc eius nomen habet.
Procedi alla fase di orientamento, leggendo e analizzando con cura tutto il testo, poi esegui
quanto richiesto.
Vulpes casu in puteum cecidit. Venit lupus et vulpem videns ex ea quaesivit: «Quid (che
cosa) facis illic, amica?» Callida respondit: «Amice bone, hic habeo multos pisces et bonos.
Huc veni et tuam partem piscium habebis!» Et lupus stultus. «Quomodo possum ad te
descendere?» Respondit vulpes: «Supra puteum est situla: si eam intras, ad me venies».
Erant enim ibi duae situlae: una ascendebat, altera descendebat. Tum lupus, intrans
situlam pendentem, in puteum descendit; vulpes autem, in altera situla consistens,
ascendit. Media via inter se occurrunt et lupus: «Quo vadis, - ait - bona amica?» Cui
vulpes: «Satis iam comedi et nunc ascendo; tu autem descende et mirabilia invenies».
Descendit miser sed nullos pisces invenit. Per totam noctem in puteo remansit donec mane
rustici venerunt qui lupum interfecerunt.
Procedi alla fase di orientamento, leggendo e analizzando con cura tutto il testo, poi esegui
quanto richiesto.
176
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 177
UNITÀ VII
1. La IV declinazione 5. La forma passiva impersonale
1.1 Le particolarità della IV declinazione 6. La V declinazione
2. Il supino 6.1 Le particolarità della V declinazione
3. Il participio perfetto e le sue funzioni
4. L’indicativo perfetto, piuccheperfetto,
futuro anteriore passivi
1. La IV declinazione
La IV declinazione comprende nomi maschili, pochi femminili e pochissimi neutri.
Escono:
– al nominativo singolare:
in -ûs i nomi maschili e i femminili;
in -… i nomi neutri
– al genitivo singolare in -…s
177
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 178
Unità VII
Es. 1 Traduci
A – Cum peditatu, in lacu, de quercu, brevi cursu, antiquarum quercuum, cornua robusta,
arcum flexibilem, genua dolentia, conatibus irritis, tumultus acris, gelu acuto, spiritui sancto,
manus supplices, quercus procerae, dulci vultui, dextero cornui, in tristi vultu, nutum divinum.
B – Con il carro, sui carri, in difesa dell’esercito, o infelice vecchia, delle ombrose quer-
ce, al solerte magistrato, dei solerti magistrati, o insigni magistrati, i dolci canti (c. ogg.),
al dolce canto, nelle nostre mani, dei veloci movimenti, per il veloce movimento.
Vultum, impetum, litorum, donorum, initium, fructuum, iocum, arcum, virtus, foedus,
conatus, cantus, cornus, facinus, verua, tribunalia, genua, cacumina, ovilia, perfuga,
officia, capita, scientia, equitatui, iuri, senatui, agni, equi, voci, operi, lacui, artifici.
Es. 3 A – Traduci
B – Volgi al singolare le frasi 1, 2, 3, al plurale le frasi 4, 6, 10
1. Senum genua debilia sunt. 2. Bellorum exitus incerti semper sunt. 3. In Circo Maximo
audaces Christiani martyri beluarum impetus ac morsus immoti sustinuerunt. 4. Pratum
viride ad pecu aptum est. 5. Romani ob exercitus reditum laeti erant. 6. Captivus ad
ducem supplex manum tendebat et fletu pietatem implorabat. 7. Apud fontem cervus
miram cornuum pulchritudinem laudabat. 8. Dulcis est versus tuus, divine Vergili!
9. Romani Gallorum equitatus vehementem impetum non sustinuerunt et in silvas
confugerunt. 10. Cornus tubaeque sono ad proelium exercitus incitabatur.
178
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 179
La IV declinazione
L E S S I CO : DA L L AT I N O A L L’ I TA L I A N O
I nomi della quarta declinazione sono confluiti nella II classe dei nomi italiani a
causa della loro somiglianza con i nomi della seconda declinazione e, allo stesso
modo, hanno cambiato la desinenza -um dell’accusativo singolare in -o.
Il nome manus è rimasto femminile anche in italiano, nonostante esca in -o al sin-
golare, in -i al plurale.
Ecco alcuni esempi di nomi che sono passati nell’italiano mantenendo o modifi-
cando il loro significato e di altri che non si sono trasmessi.
Manus, a seconda del contesto in cui è inserito, può avere il significato di:
– «mano» e per traslato «possesso, forza fisica, violenza, potere»;
– «contingente militare, schiera, truppa, banda».
Da manus, nel significato di «mano», sono derivate molte parole latine, rimaste
anche nell’italiano, come: manica, mancus, «monco», manubrium, «manico», man-
suetus (da manus + suetus, abituato alla mano, addomesticato), «mansueto».
Alcune hanno assunto nell’italiano un diverso significato: «manomettere, manomis-
sione» derivano da manumittere che indicava l’atto con cui si mandava libero (mit-
tere) lo schiavo dal potere (manu) del padrone; «emancipare, emancipazione», da e
manu capere, che significava «liberare dalla patria potestà o dal diritto di proprietà».
Altri esempi di derivati sono: «maniglia, manopola, manovale, manovra, manovella,
manuale, manubrio, maneggiare, manipolare, manovrare, mantenere (da manu tene-
re)» e i composti con «mano»: «mancorrente, manrovescio, manoscritto, manufatto...»
Il secondo significato di manus si è conservato invece nell’espressione italiana
«manica (= banda) di delinquenti».
Infine, è d’uso comune l’espressione brevi manu (= con la mano corta) per indica-
re che la consegna di documenti, denaro o altro viene fatta di persona, senza ricor-
rere a intermediari.
Humus, «terra, terreno», ha dato origine a molte parole, che si sono poi trasmesse
anche nell’italiano: humilis, lett. «che sta per terra» e quindi «umile, modesto»,
humare, «seppellire», da cui sono derivati i termini colti «inumare e riesumare»,
homo, «uomo», cioè colui che vive sulla terra, e i derivati humanus, «umano, corte-
se, colto», humanitas, «umanità, simpatia, cultura, civiltà».
Il termine humus è usato anche in italiano con due accezioni:
– nel linguaggio specialistico dell’agraria per indicare lo strato superficiale del ter-
reno boschivo, fertile e ricco di sostanze organiche in decomposizione;
– nella lingua d’uso comune e in senso figurato per indicare l’insieme dei fattori
culturali e sociali che determinano lo sviluppo di idee o di avvenimenti.
Census, era il «censimento» per mezzo del quale si accertavano i beni dei cittadini al
fine di suddividerli nelle varie classi. In senso traslato venne poi a significare «le
sostanze» stesse, «la ricchezza» e tale significato è rimasto nel nostro termine «censo».
Magistratus, indicava sia la carica sia la persona che la ricopriva, che si sono poi dif-
ferenziate in italiano rispettivamente in «magistratura» e «magistrato».
Quaestus, sostituito nell’italiano dal termine «guadagno» di origine germanica, ha
lasciato traccia di sé in «questua».
179
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 180
Unità VII
1. Pedites a dextro cornu egregie pugnavñre. (Liv.) 2. Domitiano statura fuit procera,
vultu modesto. (Svet.) 3. Consensu omnium consules dilectum decernunt et habent.
(Liv.) 4. Erat Iugurtha manu promptus et appetens gloriae militaris. (Sall.) 5. Magno
cum strepitu ac tumultu hostes castra relinquunt. (Ces.) 6. Solis occasu suas copias
in castra Caesar reduxit. (Ces.) 7. Adulescentes cursu, hasta, disco, pugilatu, pila se
exercebant. (Plaut.) 8. Galli occursant in ripa cum variis ululatibus cantuque,
quatientes scuta super capita. (Liv.) 9. Erat Crastinus evocatus in exercitu Caesaris,
vir singulari virtute. (Ces.) 10. Studiis animum, venatu corpus exerceo (Pl.). 11. Cunctum
equitatum, sagittarios, funditoresque omnes in sinistro cornu obiecerat. (Ces.) 12. Caesar
a lacu Lemanno ad montem Iuram praesidia disponit. (Ces.) 13. Mithridates
venenum metuens antidota saepe bibit et ita se adversus insidias quotidiano usu
stagnavit. (Giust.) 14. In regione lacus est, qui propter magnitudinem et aquae
immobilitatem Mortuum Mare dicitur. (Giust.)
Olim divi in tutela sua arbores elegerunt: quercus Iovi placuit, at myrtus Veneri, laurus
Phoebo, populus celsa Herculi. Minerva autem arborum electionibus valde obstupuit et
deos sic interrogavit: «Cur arbores steriles et nullius usus anteponitis aliis frugiferis et
fructuum benignis?» Causam dixit Iuppiter: «Honorem fructu non vendimus, quia
avaritiae criminationem ab hominibus timemus». «At mehercules - dixit dea - hominum
obtrectationes ego non timeo. Oliva mihi propter fructum grata est». Tunc sic deorum
genitor atque hominum sator: «O filia, merito omnes sapientem te iudicant. Nam sine
fructibus nec quaestibus stulta et vana est gloria».
da Fedro
Histrio in terra Graeca fuit celeber quia gestu et vocis claritudine et vetustate ceteris
antistabat: nomen ei Polus fuit et tragoedias poetarum nobilium scite atque asseverate
actitavit. Polus filium suum quem valde amabat amisit. Postquam gravem luctum luxit,
ad artem suam revertit. In eo (= quel) tempore agens 1 Electram, tragoediam Sophoclis,
gestare urnam quasi cum Oresti ossibus Polus debebat. Nam, ut fabulae argumentum
postulat, Electra fratris Oresti reliquias portans interitum eius complorat. Igitur Polus
lugubri Electrae habitu ossa atque urnam e sepulcro filii gessit, quasi Oresti ossa amplexu
tenuit et opplevit omnia non simulacris neque imitamentis, sed luctu atque lamentis veris
et spirantibus. Itaque in scena fabulam agens, dolorem suum egit.
da Gellio
1
In questo contesto il verbo ago significa «recito».
180
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 181
■ Il sostantivo femminile domus presenta una declinazione mista, che oscilla tra la II e
la IV declinazione:
Domus, esprime lo stato in luogo con il caso locativo domi, «in casa», «in patria»,
che compare spesso nelle espressioni idiomatiche domi bellique o domi militiae-
que, «in pace e in guerra». Come i nomi propri di città e di piccola isola, esprime
il complemento di moto a luogo in accusativo semplice, domum, il complemento
di moto da luogo in ablativo semplice, domo.
Es. 5 Traduci
1. Dictator coronam auream iussu populi in Capitolio Iovi donum posuit. (Liv.)
2. Si domi sum, animus foris est; si foris sum, animus domi est. (Pl.) 3. In litoribus pueri
arenae congestu simulacra domuum excitant. (Sen.) 4. Fulmina accendunt tecta domorum.
(Lucr.) 5. Senati consultum et leges semper defenderam. (Cic.) 6. Unã semper militiae et
domi fuimus. (Ter.) 7. Tota mente atque omnibus artubus contremesco. (Cic.) 8. In arcubus
nervi equini sunt. (Pl. il V.) 9. Patentem Galli urbem penetrant, trucidant in suis sedilibus
senatores eosque incendio domorum lapsu culminum suorum sepeliunt. (Oros.) 10. Pompeius
suorum omnium hortatu, statuerat proelio decertare. (Ces.) 11. Domus te tota nostra
salutat. (Cic.) 12. Mures incolae domuum sunt. (Pl.) 13. Romulus ex singulis tribubus
cooptavit augures. (Cic.) 14. Germani delegant domus et Penatium et agrorum curam
feminis senibusque. (Tac.) 15. Lictores iussu magistratuum me trahunt. (Apul.)
181
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 182
Unità VII
R E P E T I T A Le particolarità dei
I U V A N T complementi di luogo
■ Stato in luogo
nomi singolari locativo Vivo Romae / Rhodi.
della I e della II decl. (-ae per la I decl., domi, «in casa», «in patria»;
e domus, humus, rus -i per la II decl.) humi, «in terra»;
ruri, «in campagna»
nomi pluralia tantum ablativo semplice Vivo Athenis / Argis.
della I e della II decl. Sum Carthagine.
e nomi della III decl.
■ Moto a luogo
■ Moto da luogo
nomi della I, II, III decl. ablativo semplice Discedam Roma / Argis / Carthagine
e domus, humus, rus domo, «da casa», «dalla patria»;
humo, «da terra»;
rure, «dalla campagna»
182
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 183
183
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 184
Unità VII
Es. 6 Sostituisci in ogni frase i nomi scritti in neretto con i nomi: domus, us;
Brundisium, ii; Sardinia, ae; Argi, orum; Carthago, inis; Messana, ae; rus,
ruris; Athenae, arum
1. Libenter in urbem revertemus.
2. Per paucos menses in urbe manebimus.
3. Cras ab urbe discedam.
Es. 7 A – Traduci
B – Sostituisci Florentia, ae con Mediolanum, i; Syracusae, arum; Veii, orum;
Neapolis, is
Es. 8 Traduci
Manebimus a casa, a casa mia, a casa dei miei genitori, nella tua splendida casa
Cras veniemus a casa, a casa tua, a casa di mio fratello, nella casa di città (urbanus, a, um)
Discessimus da casa, da casa nostra, dalla vecchia casa, dalla casa di Marco
Es. 9 Traduci
1. Bone vir, est frater domi? (Ter.) 2. Philo domo profugit Romamque pervenit. (Cic.)
3. Castra ad Cybistra, quod oppidum est ad montem Taurum, locavi. (Cic.) 4. Domi meae,
non ruri cras ero. (Cic.) 5. Me domo mea expulistis, Cn. Pompeium domum suam compulistis.
(Cic.) 6. Nobiles adulescentes Neapoli, in celebri oppido, cum Graeca palla saepe vidimus.
(Cic.) 7. Ex oppido Thermis Sthenius Romam profugit. (Cic.) 8. Terentius mortuus est
(= morì) Stymphali, in Arcadiae oppido. (Porc. Lic.) 9. Damaratus se contulit (perf.
di confero) Tarquinios, in urbem Etruriae. (Cic.) 10. Milites legionis Martiae Albae
constiterunt, in urbe opportuna, munita, propinqua. (Cic.) 11. Vercingetorix expellitur
ex oppido Gergovia. (Ces.) 12. Archias poeta Antiochiae natus est (= nacque), in celebri
urbe et copiosa. (Cic.) 13. Caesar opportuno loco castra posuit. 14. Corinthi, in Achaiae
urbe, certos nuntios Titus Vespasianus accepit de interitu Galbae. (Tac.) 15. Casivellaunus
locis impeditis ac silvestribus sese occultabat. (Ces.)
184
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 185
Laboriosum reditum Ulixi, Ithacae regi, di dederunt. Vir enim, postquam diu multas
terras pererraverat, sine sociis solus domum pervenit. Ithacae, interea, nonnulli nobiles,
postquam regiam occupaverunt, magno sumptu in ludis epulisque vitam otiosam
agebant. Ii praeterea Penelopam, Ulixis uxorem, in coniugium petebant ideoque Proci,
id est petitores, appellabantur. Regina autem, viro suo fidelis, novas nuptias spernebat
sed a Procis assidue urgebatur. Itaque, quia adventu in patriam Ulixes in magno
periculo erat, Minerva eius aspectum mutaverat et ex viro forti ac valido in miserum
mendicum eum converterat. Deae iussu, ad Eumaeum, porcorum custodem, rex
contendit ubi servo et filio suo Telemacho se aperuit. Postea habitu mendici et omnibus,
vel uxori suae, incognitus, rex domum suam intravit.
Domi suae magna cum patientia Procorum iniurias Ulixes toleravit, dum in proditores
poenam atrocem parat. Tunc Penelopa, de mariti reditu non desperans, Minervae hortatu,
maesto vultu et magno ploratu, arcum et pharetram in manibus tenens certamen Procis
statuit: «Iam diu, Proci, regis patrimonia profundentes, in mea domo mansistis. Nunc
vobis certamen propono: vir qui Ulixis arcum flectere potuerit et sagittam per duodecim
securium foramina transmiserit, me uxorem ducet». Ulixis arcum mirum et mirabile
nullus homo praeter eum flectere unquam potuerat, Proci tamen reginae condicionem
acceperunt. Quibus Telemachus: «Ego quoque - inquit - certabo et si certamen vicero, mater
domi manebit et vos domo mea statim discedetis».
185
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 186
Unità VII
2. Il supino
Il supino è un sostantivo verbale della IV declinazione di cui rimangono solo due forme:
l’accusativo in -um di valore attivo e l’ablativo in -u di valore passivo.
■ Il supino attivo è la quarta voce del paradigma. Dal suo tema, che si ottiene toglien-
do la terminazione -um, si formano il participio perfetto e il participio futuro.
In dipendenza da verbi di movimento il supino attivo esprime lo scopo dell’azione e
costituisce quindi una proposizione finale implicita.
■ Il supino passivo (terminazione -u) è ammesso solo dai verbi transitivi ed è usato
come ablativo di limitazione dopo aggettivi come facilis, «facile», difficilis, «difficile»,
utilis, «utile», incredibilis, «incredibile», ecc.
Si rende in italiano con da e l’infinito o con a e l’infinito pronominale.
186
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 187
Il supino
Es. 10 Traduci
Daedalus, clarus artifex, Athenis vivebat, ubi Perdicem, sororis suae filium, apud se
recepit. Perdix, adulescens singularis ingenii et magnae voluntatis, mirum discipulum
egregiumque inventorem se praebuit. Trahens in exemplum piscium spinas, in ferro
dentes incidit et serrae usum repperit. Multa alia nova utiliaque instrumenta
excogitavit, sed Daedalus nepotis peritiae invidus ex arce sacra Minervae infelicem
deiecit. Dea autem, artificum patrona, commota miserabundo casu ingeniosi iuvenis,
Perdicem decidentem avem reddidit: nam, mirabile visu, adulescentis corpus pennis
velavit, ingenii vigorem ac manuum velocitatem in alas pedesque posuit. Sic originem
habuit avis perdix, dissimilis aliorum avium natura et moribus. Perdix avis autem,
antiqui casus memor et edita timens, propter humum volitat, nidum in proceris ramis
non solet construere nec in alta turri et ova in saepibus ponit.
da Ovidio
Pravus Perdicis avunculus poenam sceleris sui solvit: nam Athenienses Daedalum in
iudicium duxerunt et Athenis eiecerunt. Tum domo profugiens ad insulam Cretam apud
Minoem (acc. di Minos) regem Daedalus pervenit ubi Labyrinthum aedificavit. Sed postea
Minos architectum cum Icaro filio in Labyrintho clausit. Tum Daedalus alas caeruleas
fabricavit et ab insula Creta cum filio suo evolavit. Sed fortuna adversa Icaro fuit: nam
ad solem nimium appropinquavit et quia alarum ceram solis aestus solvit, iuvenis de caelo
- horribile dictu! - in terram praecipitavit. Dum pater flens corpus miseri filii sepelit, a
ramosa ilice perdix apparet, quae Daedali fletum ac dolorem videns, ultione contenta,
pennis plaudit et cantu suo gaudium aperit. Nam casus ex alto Perdici novae vitae, Icaro
contra interitus causa fuit.
da Ovidio
187
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 188
Unità VII
3. Il participio perfetto
Il participio perfetto si declina come un aggettivo della I classe e si forma nel seguente
modo:
tema del supino + -us, -a, -um
Ha valore passivo (tranne che nei verbi deponenti, come vedremo successivamente); di
conseguenza:
– i verbi transitivi hanno regolarmente il participio perfetto con valore passivo;
Il participio perfetto è ampiamente usato sia in funzione nominale sia in funzione verbale.
– con una proposizione relativa, il cui verbo, di forma passiva, esprima l'anteriorità che
si rende con:
188
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 189
Il participio perfetto
– un participio passato;
1
Il participio perfetto esprime l’anteriorità rispetto al verbo reggente: perciò non può avere valore finale,
perchè il fine di un’azione non può mai essere anteriore all’azione stessa.
189
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 190
Unità VII
Es. 12 Traduci
Romani victi, sententias lectas, verborum scriptorum, indutiis violatis, philosophus pulsus,
militi territo, urbem captam, manibus vinctis, gloriam acceptam, agris cultis, tabulae pictae,
cum militibus conscriptis, necatos, postulata, munera promissa.
Es. 13 Traduci
Agli ambasciatori inviati, con l’esercito sconfitto, nella città occupata, i nemici catturati,
dei consigli ascoltati, la schiera sorpresa dal nemico, l’assalto respinto, le promesse, al
passaggio interrotto, i poemi letti, Annibale ferito da una freccia, la cavalleria sorpresa
dal nemico, la Gallia divisa (c. ogg.).
Es. 14 Traduci
190
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 191
Il participio perfetto
1. Qui in vallo constiterant, confecti vulneribus locum reliquerunt. (Ces.) 2. Nostro adventu
permoti Britanni Cassivellaunum toti bello imperioque praefecerant. (Ces.) 3. Violati
hospites, legati necati, socii nefario bello lacessiti atque fana vexata hanc (= questa, acc.)
tantam effecerunt vastitatem. (Cic.) 4. Fame coacta vulpes alta in vinea uvam appetebat
summis saliens viribus. (Fedr.) 5. Pannoniorum gentes, devictas per Ti. Neronem, qui tum
erat legatus meus, imperio populi Romani subieci. (Aug.) 6. Massilienses, bis navali
proelio superati, crebris eruptionibus fusi, gravi etiam pestilentia conflictati, sese dedere
constituerunt. (Ces.) 7. Hannibal consulem insidiis circumventum occidit. (Nep.) 8. Tullus
Hostilius, fulmine ictus, cum domo sua arsit. (Eutr.) 9. Hoc (questo, abl. sing. m.)
tumultu Athenienses tam propinquo tamque magno permoti, auxilium a Lacedaemoniis
petiverunt. (Nep.) 10. Color percussus luce refulget. (Lucr.) 11. Depressa veritas emergit.
(Cic.) 12. Praefecti regii celeriter Eretriam ceperunt omnesque cives abreptos in Asiam ad
regem miserunt. (Nep.)
191
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 192
Unità VII
Es. 17 Traduci
1. I soldati di Domizio, respinti dalla cavalleria nemica, si rifugiarono in città. 2. Gli
Spartani, presi alle spalle dai Persiani, vengono circondati e soccombono combattendo
valorosamente. 3. Pisistrato, dopo essere stato cacciato da Atene, riprese il potere.
4. L’imperatore Claudio occupò stabilmente la Britannia già incorporata nell’impero
dopo le spedizioni di Cesare e Augusto. 5. Bruto, istigato da Cassio, partecipò alla con-
giura contro Cesare. 6. I Suebi penetrarono nei territori occupati dagli Elvezi. 7. Erano
dette Parentalia le feste celebrate a Roma in onore dei morti, con offerte di vittime
espiatorie uccise sugli altari. 8. Massenzio si oppose a Costantino, ma sconfitto a Roma
dal rivale e messo in fuga, annegò nel Tevere.
Bello Gallico, cum Romani in stationibus quieti tempus terebant, Gallus insignis
magnitudine atque armis, hastam suam excussit et unum e Romanis ad singulare
certamen provocavit. Tum Marcus Valerius tribunus militum extra munitiones armatus
processit. Tunc mirabilis visus accidit; nam cum iam manum conserunt, repente in Valerii
galea corvus insidit in hostem spectans. Avis non solum sedem tenet, sed levans se alis, os
oculosque Galli rostro et unguibus appetit. Tunc Valerius hostem territum talis prodigii
visu oculisque ac mente turbatum obtruncat. Corvus demum e conspectu evolavit et
Valerium Romani postea Corvinum appellaverunt.
da Lhomond
Servus, cui dominus cunctae familiae tutelam permiserat et qui possessionem magnam
villicabat, conservam habens coniugam, flagrabat autem liberae mulieris cupidine. Servi
uxor, dolore paelicatus impulsa, omnes rationes mariti et cuncta quae erant in horreo
combussit igne. Nec tali damno contenta, laqueum sibi nectit, infantulumque quem de
marito iam dudum susceperat funiculo nectit, et de alto puteo parvulum trahens se
praecipitat. Quam mortem dominus eorum aegre sustinens servum, cuius luxuria causam
tanti sceleris praestiterat, nudum et totum perlitum melle firmiter alligavit arbori, in cuius
stipite formicarum nidi bulliebant.
da Apuleio
192
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 193
193
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 194
Unità VII
Missus est, missi erant, missa eris, solutus es, soluti erunt, soluti eramus, adducta eram,
adducti estis, adductae erimus, circumventi sunt, circumventae eramus, circumventus eris,
monitus sum, moniti eratis, monitae eritis, revocatus es, revocatae erant, revocati eritis,
deleta est, deletus erat, deleti erunt, occisi sunt, occisae erant, occisus erit, punitus es.
Es. 21 Traduci
194
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 195
Postquam Hector sepultus est, Achilles circa Troianorum moenia superbus procedebat et dicere
solebat: «Ego solus Troiam expugnavi». Tum Apollo iratus Paridem simulavit (simulo + acc.
= prendo l’aspetto di) et talum, quem mortalem habebat, sagitta percutiens Achillem occidit.
Postquam Achilles sepulturae traditus est, Aiax Telamonius, qui frater patruelis Achillis erat,
a Troianis eius arma petivit. Sed arma, ab Agamemnone et Menelao Aiaci abiurgata, Ulixi
data sunt. Aiax ob intolerabilem iniuriam insania captus est: pecora sua et se occidit gladio,
quem ab Hectore acceperat, postquam cum eo in singulari certamine contendit.
da Igino
Atilius Regulus postquam Carthaginem remeavit novis excruciatuum modis a Poenis tortus est.
In atris et profundis tenebris eum diu claudebant ac post, ubi sol erat ardens et intolerabilis visu,
repente educebant et adversus ictus solis oppositum continebant atque intendere in caelum
oculos cogebant. Ne connivere quidem Regulus poterat quia palpebras eius sursum ac deorsum
diductas Poeni insuerant. Hostes autem somnum diu ei prohibuerunt atque ita vita
privaverunt. Ubi a Romanis id cognitum est, nobiles Poenorum captivi, liberis Reguli a senatu
dediti, in armario muricibus referto destituti sunt et postea insomnia cruciati vitam amiserunt.
da Gellio
Hanno valore impersonale anche le forme passive di 3a persona singolare dei verbi
transitivi quando sono prive di soggetto sia espresso sia sottinteso:
Hic liber a nobis scriptus est. Questo libro è stato scritto da noi
195
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 196
Unità VII
Es. 22 Traduci
1. Disputatur in consilio ab Petreio atque Afranio et tempus profectionis quaeritur. (Ces.) 2. Aliter
cum tyranno, aliter cum amico vivitur. (Cic.) 3. Bellatum est per Caesarem Augustum
Octavianum et M. Antonium adversus Sex. Pompeium. (Eutr.) 4. Totis castris undique ad
consules curritur. (Liv.) 5. Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur. (Liv.) 6. Samum
postquam ventum est, Aemilius consilium advocavit. (Liv.) 7. Venitur in eum locum quem
Caesar delegit. (Ces.) 8. Itaque trepidatum Romae est et magna utrimque caede pugnatum
est. (Liv.) 9. Dimicatum est enim non magis (= più) cum hostibus quam (= che) proditione
et perfidia sociorum. (Liv.) 10. Iam ad urbem Ancyram ventum erat ubi Alexander
Paphlagoniam intrat. (Curz.) 11. In Corsica pugnatum est cum Corsis. (Liv.)
196
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 197
La V declinazione
6. La V declinazione
La V declinazione comprende alcuni nomi femminili e solo due nomi maschili, dies, «giorno»
(che tuttavia in alcuni significati assume genere femminile) e meridies, «mezzogiorno».
Essi hanno:
Es. 24 Traduci
A – Spem, spes, spei, fide, fidem, de fide, aciei, acies, aciem, per planitiem, planitie, planities.
B – Della specie umana, con la specie umana, alla specie umana, la comune rovina, nella
comune rovina, della comune rovina, un misero aspetto (c. ogg.), con un misero aspet-
to, a un misero aspetto.
197
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 198
Unità VII
Es. 25 Traduci
1. P. Sulpicius per mediam hostium aciem cum equitatu perrupit. (Liv.) 2. Multi undique
ex veteranis Pompei exercitibus spe praemiorum evocantur. (Ces.) 3. Caesar suas copias in
proximum collem subducit, aciem instruit. (Ces.) 4. Germani a dextro cornu vehementer
multitudine suorum nostram aciem premebant. (Ces.) 5. Postero die Romanus in aciem
descendit, Poenus castris se tenuit. (Liv.) 6. Erat vallis inter duas (= due, acc.) acies, non
magna, at difficili et arduo ascensu. (Ces.) 7. Non sentiunt viri fortes in acie vulnera.
(Cic.) 8. Ciceroni Atticus in omnibus eius periculis singularem fidem praebuit. (Nep.) 9. Qui
bona fide deos colit, amat et (= etiam) sacerdotes. (Staz.) 10. Caesar Tarraconem paucis
diebus pervenit. (Ces.) 11. Hostes sine fide occasionem fraudis quaerunt. (Ces.) 12. Tartarus
ex terra procreavit Typhonem immani magnitudine specieque portentosa. (Ig.)
La tragica fine di Agamennone, ucciso al suo ritorno dalla guerra di Troia dalla moglie Clitennestra e dal suo
amante Egisto, è più volte menzionata nell’Odissea ed è il soggetto della tragedia «Agamennone» opera del
tragediografo greco Eschilo.
Post Troiae interitum, Graeci praedam inter se diviserunt: Cassandra, regis Priami filia,
in possessionem Agamemnonis, Mycenarum regis, pervenit. Rex, captus amore, domum
revertens, Cassandram ut paelicem secum duxit. Postquam Clytaemnestra, Agamemnonis
uxor, rem animadvertit, furoris ac irae impulsu iniuriam vindicare statuit. Tunc cum
198
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 199
La V declinazione
La vicenda di Oreste, figlio di Agamennone, che vendica l’assassinio del padre, è citata anch’essa
nell’Odissea ed è il soggetto della tragedia «Coefore» di Eschilo.
Orestes postquam in puberem aetatem venit, patris sui mortem vindicare studebat; itaque
consilium capit cum Pylade, Strophii filio, et Mycenas venit ad matrem. Sub Aeolii hospitis
specie nuntiat filii necem (nam Aegisthus populo Orestis necem demandaverat); nec multo
post Pylades ad Clytaemnestram venit urnamque gerit ossa Orestis continentem. Itaque
Aegisthus laetabundus iuvenes hospitio ex bona fide recepit. Tunc Orestes occasionem
capiens cum Pylade noctu Clytaemnestram matrem et Aegisthum interficit. Postea, quia
Tyndareus, Lacedaemonis rex et Clytaemnestrae pater, Orestem accusabat, Mycenenses
fuga salutem petere iuveni concesserunt. Sed postea Furiae, matris sceleris ultrices deae,
Agamemnonis filium exagitaverunt.
da Igino
L E S S I CO : DA L L AT I N O A L L’ I TA L I A N O
Gran parte dei nomi della V declinazione sono confluiti nella terza classe dei nomi
italiani assieme ai sostantivi della III declinazione con i quali avevano in comune l’ac-
cusativo in -em.
Alcuni di essi hanno modificato o perduto il loro significato originario; te ne indi-
chiamo qualche esempio.
Dies ha dato luogo a «dì» (da diem → die, con troncamento della -e) e ad alcuni
composti come «mezzodì» e i nomi della settimana «lunedì, martedì, ecc. Il termi-
ne «giorno» si è invece formato dall’aggettivo diurnus.
Fides aveva un’ampia gamma di significati quali «lealtà, fedeltà, parola data, impe-
gno» e rappresentava una delle virtù caratteristiche del cittadino romano; nell’am-
bito cristiano venne invece a indicare la «fedeltà a Dio». Il termine si è trasmesso nel-
l’italiano soprattutto nel significato di «piena adesione» a una confessione religiosa
o a un’ideologia, ma anche di «osservanza» degli impegni presi, come nella formu-
la burocratica «in fede» con cui si conferma una dichiarazione scritta e nel signifi-
cato concreto di «anello nuziale».
Res ha lasciato tracce nelle parole «realtà, reale, realismo» ed è rimasto nella forma
rebus per indicare il gioco enigmistico o in senso traslato «una situazione molto
ingarbugliata». I vari significati di res sono confluiti nel termine «cosa», derivato da
causa che, oltre a «causa, motivo» e nel linguaggio giuridico «processo», significava
anche «situazione, incarico, affare».
Species, «forma esteriore», «apparenza», ha mantenuto il suo significato originario
nelle locuzioni «sotto specie di, una specie di» e per tradizione dotta è entrato nel
linguaggio scientifico per indicare un insieme di esseri, animali o vegetali, con gli
stessi caratteri biologici e morfologici.
199
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 200
Unità VII
Da dies dominica, letteralmente «il giorno del Signore», è derivato il nostro termine
«domenica»;
Damnosam quid non imminuit diem? (Or.) Che cosa non logorò il tempo dannoso?
In epistula dies adscripta non est. (Cic.) Nella lettera non è stata indicata la data.
◆ Il sostantivo res
Il sostantivo res è molto frequente nella lingua latina e ricopre una vasta gamma di signi-
ficati. Per renderlo in modo appropriato, bisogna evitare il più possibile di tradurlo con
il termine «cosa», troppo generico e abusato, e cercare un significato più specifico come
«oggetto, argomento, situazione, circostanza, fatto, affare, motivo, potere», valutando di
volta in volta il contesto in cui è inserito.
Il sostantivo res, inoltre, accompagna gli aggettivi neutri sostantivati nei casi obliqui,
perché sarebbe difficile distinguere il neutro che in questi casi non differisce dal
maschile.
Si avrà pertanto:
200
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 201
Res si trova spesso accompagnato da aggettivi con i quali forma dei nomi composti:
res adversae le avversità
res divina il sacrificio, la cerimonia sacra
res familiaris il patrimonio
res frumentaria i viveri
res futurae il futuro
res gestae le imprese
res militaris l’arte militare
res nauticae l’arte navale, la marina
res novae i mutamenti politici, la rivoluzione
res prosperae (secundae) la buona sorte, la fortuna
res publica lo Stato
res rustica l’agricoltura
1. Libertas, salus, vita, res et parentes et patria et prognati servantur. (Plaut.) 2. Memoria est
thesaurus omnium rerum et custos. (Cic.) 3. Gestae sunt res in Armenia prospere per Statium
Priscum. (Hist. Aug.) 4. Inopinantes nostri re nova perturbantur. (Ces.) 5. Verba rebus proba.
(Sen.) 6. Res magna apud forum agitur. (Plaut.) 7. Res ad heredem venit. (Cic.) 8. Res
humanae fragiles et caducae sunt. (Cic.) 9. Cato in omnibus rebus singulari fuit industria.
(Nep.) 10. Dionysius et manu fortis et belli peritus fuit et, id quod in tyranno non facile
reperimus, non libidinosus, non luxuriosus, non avarus, nullius rei denique cupidus. (Nep.)
Es. 27 Traduci
1. Vita omnis Germanorum in venationibus atque in studiis rei militaris consistit. (Ces.)
2. Usus maritimae rei terrorem omnem dempsit. (Liv.) 3. Statui res gestas populi Romani
carptim scribere. (Sall.) 4. Post Veri obitum M. Antoninus solus rem publicam tenuit.
(Hist. Aug.) 5. Caesar rem frumentariam providet. (Ces.) 6. Fragilitatis humanae nimia
in prosperis rebus oblivio est. (Curz.) 7. Rei familiaris cura a litterarum studiis me
distrahit. (Cic.) 8. Iurisprudentia est divinarum atque humanarum rerum notitia, iusti
atque iniusti scientia. (Giust.) 9. Litterarum studia adulescentiam alunt, senectutem
oblectant, secundas res ornant, adversis rebus perfugium ac solacium praebent. (Cic.) 10. Veneti
scientia atque usu nauticarum rerum reliquos antecedunt. (Ces.)
201
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 202
Unità VII
In antiquis rei publicae temporibus domi militiaeque boni mores colebantur. Iurgia,
discordias, simultates cives cum hostibus exercebant, cum civibus de virtute decertabant.
In rebus divinis magnifici, domi parci, in amicos fideles erant. Cives rem publicam
curabant audacia in bello et, ubi pax evenerat, aequitate. In bello saepe puniverunt milites
qui, iniussu ducis, in hostem pugnaverant et qui, etsi revocati, proelio tarde excesserant.
Contra non puniverunt eos qui signa reliquerant aut pulsi cesserant e loco. In pace non
metu sed beneficiis imperium agitabant, iniurias acceptas parum curabant.
da Sallustio
Sed ubi labore atque iustitia res publica crevit et nationes ferae et populi ingentes vi subacti
sunt et Carthago aemula imperi Romani deleta est, saevire fortuna ac miscere omnia
incepit. Otium et divitiae miseriae et corruptionis causa fuerunt iis qui labores, pericula,
dubias atque asperas res toleraverant. Igitur primo pecuniae, deinde imperii cupido crevit:
eae quasi materies omnium malorum fuñre. Nam ante Carthaginem deletam populus et
senatus Romanus placide modesteque inter se rem publicam tractabant, neque de gloria
neque de dominatione certamen inter cives erat: metus hostium in bonis artibus civitatem
retinebat. Sed ubi illa (= quella, nom.) formido decessit, lascivia atque superbia, quas res
secundae amant, incesserunt. Ita illud (= quello, nom. n.) otium, quod in adversis rebus
optaverant, asperum et acerbum fuit: res publica dilacerata est.
da Sallustio
VERSIONI DI RIEPILOGO
Postquam Telemachi conatus irriti ceciderunt, patris nutu arcum ad singulos Procos
porrexit sed nemo eorum ne arcum quidem flectere potuit. Denique etiam falsus mendicus
a Telemacho arcum petivit et magno risu eius conatus ab omnibus Procis probatus est. Sed
ille parvo nisu et firma manu arcum tetendit et, incredibile visu, sagittam per securium
foramina transmisit. Dum Proci, Ithacae regem agnoscentes, vultu pallescunt et metu
tremunt, Ulixes demum laceram vestem deponit et: «Nunc certamen transactum est! Nunc
arcus et gladii mei ictus alia destinata ferient!» Frustra Proci genua flectentes et magno
fletu veniam implorant: Ulixes cum filio suo et paucis servis fidelibus omnes Procos
transfigit et domus magnis ululatibus resonat. Interea fidelis Penelopa dolum timens, in
magna sollicitudine est et de mariti reditu adhuc dubitat. Sed postquam Ulixes secretum,
sibi solum et uxori suae notum, prodiderit, etiam Penelopa tandem maritum agnoscet.
202
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 203
Versioni di riepilogo
Homo iter suscipiens uxorem socrui suae commisit. Uxor autem iuvenem adamaverat et matri
amorem suum indicavit. Mater filiae favit et paulo tempore post domum ad cenam invitavit
amantem. Dum conviviis noctem conterunt, maritus ostium pulsavit. Mulier consurgens
amantem in armario abscondit et quamquam improviso adventu territa ostium domino
aperuit. Postquam domum suam intravit, vir uxori imperavit: «Lectum para, uxor mea!
Quiescere mox desidero quia lassus sum». Tum mater visu hilari dixit filiae pertimescenti: «Ne
festines (= non affrettarti a), filia, lectum parare! Monstra marito tuo linteum (= lenzuolo)
quod fecisti. Et extrahens linteum, quantum potuit unum cornu sustulit et alterum filiae
dedit. Ut feminae linteum explicaverunt, amicus qui latuerat per occultum domo discessit sine
ulla mariti suspicione. Tunc mater filiae suae: «Extende super lectum mariti tui linteum quod
manibus nostris contexuimus». Et vir socrui: «Et tu, domina, scis talia facere?» «O fili - anus
respondit - in vita mea multa huiusmodi (= di tal genere) feci!»
da Pietro Alfonsi
Aquila in sublimi quercu nidum fecerat, feles in media quercu in caverna peperat, sus
nemoris cultrix fetum ad quercus radices posuerat. Tum feles fortuitum contubernium
fraude et scelesta malitia evertit. Nam ea ad nidum volucris scandit dixitque: «Pernicies
tibi impendet et forsan et mihi miserae. Nam aper insidiosus cotidie terram fodiens,
quercum evertere temptat, nostram progeniem in plano opprimere cupiens». Deinde ad
cubile saetosae suis derepsit: «In magno periculo sunt nati tui. Nam aquila est parata
rapere porcellos tibi». Postquam terrorem offudit, feles dolosa se tuto cavo condidit. Inde
noctu tacite descendebat, esca se et prolem suam explebat, toto die pavorem simulans
prospiciebat. Aquila autem ruinam metuens ramis desidet, sus rapinam vitans dies
noctesque in latibulo permanet. Demum ob inediam aquila et sus cum omni progenie vitam
amiserunt et felis catulis largam dapem praebuerunt.
da Fedro
Vs. 19 Pitagora
Pythagoras Sami de Mamarco locuplete negotiatore natus est (= nacque). Magnis sapientiae
praeceptis formatus, in Aegyptum primum, mox Babyloniam contendit spectatum siderum
motus. Ibi inquirens originem mundi multas doctrinas perdidicit. Inde Lacedaemonem venit
cognitum inclitas leges Lycurgi. Quibus doctrinis instructus, Crotonem venit populumque
luxuria corruptum auctoritate sua ad usum frugalitatis revocavit. Postquam Crotone multos
annos vixerat, Metapontum emigravit ibique decessit. Metapontini propter magnam
admirationem domum eius templum fecerunt et Pytagoram pro deo coluerunt.
da Giustino
203
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 204
Unità VII
Lectio brevis
204
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 205
205
08_MODUS_U7_172-206 15-06-2012 22:56 Pagina 206
Unità VII
206
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 207
UNITÀ VIII
1. Il congiuntivo 4. Il participio futuro
1.1Il congiuntivo presente 5. La proposizione completiva volitiva
1.2Il congiuntivo imperfetto 6. I pronomi e aggettivi dimostrativi
1.3Il congiuntivo dipendente e la consecutio 6.1 Gli usi dei dimostrativi
temporum 7. Il congiuntivo perfetto e piuccheperfetto
2. La proposizione finale 8. Il cum e il congiuntivo
3. Il complemento di fine
1. Il congiuntivo
– il perfetto e il piuccheperfetto, che nella forma attiva si formano dal tema del per-
fetto, in quella passiva si formano in modo perifrastico.
207
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 208
Unità VIII
tema del presente + -a- (-e- per la 1a coniug.) + desinenze personali attive o passive
208
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 209
Il congiuntivo presente
Alcune forme verbali differiscono solo nella vocale che precede la desinenza perso-
nale; per non confonderle, memorizza bene le vocali che distinguono i seguenti
modi e tempi verbali:
indicativo presente indicativo futuro congiuntivo presente
a
1 coniug. -a- -e-
laudat, laudatur laudet, laudetur
2a coniug. -e- -ea-
mones, moneris moneas, monearis
3a coniug. -i- (-u-) -e- -a-
legit, legitur leget, legetur legat, legatur
legunt, leguntur legent, legentur legant, legantur
4a coniug. -i- (-iu-) -ie- -ia-
audis, audiris audies, audieris audias, audiaris
audiunt, audiuntur audient, audientur audiant, audiantur
Donas, donemus, donentur, donatur, delear, deleatis, deletis, delentur, mittunt, mittent,
mittant, mittar, mittamini, mittitur, mittemur, inveniam, invenietis, invenias, inveniantur,
invenitur, inveniamini, rapiuntur, rapientur, rapiantur, rapiamur, rapiatis, rapiet.
209
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 210
Unità VIII
Es. 3 Traduci
1. Pacem vult (= vuole) Antonius? Arma deponat! (Cic.) 2. Qui dedit beneficium taceat,
narret qui accepit. (Sen.) 3. Desinant religionem lacerare et lacessere patientiam Dei.
(Oros.) 4. Sit intra villa fons perennis. (Colum.) 5. Amemus patriam, pareamus senatui,
praesentes fructus neglegamus, posteritatis gloriae serviamus. (Cic.) 6. Dentur a senatu
haec mandata legatis. (Cic.) 7. Vilica ne nimium luxuriosa sit. (Cat.) 8. Cautus sis, mi
Tiro. (Cic.) 9. Arreti ante moenia sedeamus! Hic enim patria et Penates sunt. (Liv.) 10. Vivas
ut potes. (Cec.) 11. Te fulmina petant! (Tib.) 12. Fortes simus adversus fortuita: non
contremescamus iniurias, non vulnera, non vincula, non egestatem. (Sen.)
Vs. 1 La creazione
In principio creavit Deus caelum et terram. Dixitque Deus: «Fiat (= sia fatta) lux!». Dixit
Deus secundo die: «Fiat firmamentum in medio aquarum et dividat aquas ab aquis».
Dixit vero Deus tertio die: «Congregentur aquae, quae sub caelo sunt, in locum unum, et
appareat arida terra. Germinet terra herbam virentem et facientem semen, et arbores
pomiferas facientes fructus iuxta (= secondo, prep. con acc.) genus suum, cuius semen in
semet sit super terram». Dixit autem Deus quarto die: «Fiant luminaria in firmamento
caeli et dividant diem ac noctem et luceant in firmamento caeli et illuminent terram». Dixit
etiam Deus quinto die: «Producant aquae reptilia et volatilia» et dixit eis: «Crescite et
multiplicamini (= moltiplicatevi) et replete aquas maris et terras». Dixit quoque Deus sexto
die: «Producat terra iumenta et reptilia et bestias terrae». Postremo dixit: «Faciamus
hominem ad imaginem et similitudinem nostram; et praesit piscibus maris et volatilibus
caeli et bestiis universae terrae».
dalla Vulgata
210
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 211
Il congiuntivo imperfetto
1
Il congiuntivo imperfetto corrisponde quindi all’infinito presente + le desinenze attive o passive.
211
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 212
Unità VIII
■ il rapporto di tempo che lega la subordinata alla reggente, che può essere di con-
temporaneità, anteriorità, posteriorità;
2. La proposizione finale
La proposizione subordinata finale indica lo scopo per cui viene compiuta l’azione della
reggente.
Ha il verbo al modo congiuntivo ed è introdotta dalle congiunzioni:
– ut, (uti) quando è affermativa,(a);
– ne, quando è negativa, (b);
– quo, quando in essa vi è un comparativo, (c);
2
Poiché il congiuntivo non possiedeI il tempo futuro, il rapporto di posteriorità viene reso con la coniuga-
zione perifrastica attiva (cfr. Unità IX pag. 265), cioè con il participio futuro accompagnato dal presente
o dall’imperfetto congiuntivo del verbo sum.
212
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 213
La proposizione finale
I tempi del congiuntivo sono quelli che, secondo la consecutio temporum, esprimono il
rapporto di contemporaneità; lo scopo, infatti, è avvertito come immediato rispetto all’a-
zione espressa dalla proposizione reggente:
La funzione finale può anche essere espressa da una proposizione relativa, detta appun-
to impropria: in questo caso la proposizione è introdotta da una forma del pronome
relativo qui, quae, quod e ha il congiuntivo agli stessi tempi richiesti dalla congiunzione
ut. Nella traduzione italiana il pronome relativo può sia essere mantenuto sia essere
sostituito con una congiunzione.
213
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 214
Unità VIII
implicita è possibile solo con alcuni verbi e nel caso in cui il soggetto della finale si
trovi già espresso nella reggente in funzione di complemento oggetto o di termine:
es. Ti invito a ripensarci. Vi darò un bel libro da leggere.
Perciò fai attenzione quando traduci frasi simili a questa:
Caesar milites misit ut barbaros depellerent.
Cesare inviò dei soldati affinché cacciassero i barbari.
In questo caso non è corretto tradurre «per cacciare i barbari», perché la proposi-
zione finale assumerebbe come soggetto Cesare e non i soldati.
Es. 5 Traduci
Es. 6 Traduci
L E S S I CO : DA L L AT I N O A L L’ I TA L I A N O
Traduci alla lettera le seguenti parole o espressioni e spiega con quale significato e
in quale contesto sono oggi usate
De visu. • Longa manus. • Raptus. • Status. • In medias res. • Motu proprio. •
Sine die. • Pro die. • Ad usum Delphini. • Excursus. • Spes ultima dea. • Casus belli.
• Carpe diem. • Res, non verba. • Lapsus linguae. • Status quo. • Est modus in rebus.
• Do ut des. • Risus abundat in ore stultorum.
214
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 215
La proposizione finale
1. Riconosci la funzione dei due quod e dei due ut presenti nel testo.
2. Indica quale complemento esprimono le parole forma, magnitudine, sono.
3. Indica il nominativo di vires e declinalo al singolare e al plurale.
215
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 216
Unità VIII
3. Il complemento di fine
Il complemento di fine indica lo scopo in vista del quale si compie l’azione.
Il latino lo esprime con:
– ad e l’accusativo;
– il dativo di fine.
216
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 217
Il participio futuro
1. Caesar posterum diem pugnae constituit. (Ces.) 2. Pauca exempli causa ponam.
(Quint.) 3. Alios videmus velocitate ad cursum valere. (Cic.) 4. Equitatui, quem
auxilio Caesari Aedui miserant, Dumnorix praeerat. (Ces.) 5. Caelum deorum causa
creatum est. (Cic.) 6. Bestiae hominum gratia generatae sunt. (Cic.) 7. Milites
dissipati omnes sunt, equosque ad fugam repetebant. (Liv.) 8. Caesar castris idoneum
locum delegit. (Ces.) 9. Sapientes pacis causa bellum gerunt, laborem otii causa
sustentant. (Sall.) 10. Galli diem concilio constituerunt. (Ces.) 11. Homo occisus est
non praedae gratia, quia inspoliatus est. (Quint.) 12. Augustus classem Miseni et
alteram Ravennae ad tutelam Superi et Inferi maris conlocavit. (Svet.)
1
Non confondere ne ...quidem, «neppure, nemmeno» con la congiunzione finale negativa.
4. Il participio futuro
Il participio futuro si declina come un aggettivo della I classe e si forma nel seguente
modo:
217
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 218
Unità VIII
Ha sempre valore attivo: perciò lo posseggono tutti i verbi regolari, sia i transitivi che gli
intransitivi2.
Il participio futuro non si è trasmesso nell’italiano: di esso rimane traccia solo in pochi
aggettivi e sostantivi come «venturo», «duraturo», «imperituro», «futuro», «morituro»,
«nascituro».
Perciò nei casi in cui non esista un aggettivo o un sostantivo corrispondente può essere
reso con:
– una proposizione relativa che esprima il rapporto di posteriorità;
– la perifrasi «destinato a».
Il verbo sum, che non ha né il participio presente nè il perfetto, possiede il participio
futuro che si forma dal tema fut-: futurus, a, um.
Il participio futuro, come gli altri participi, è usato in funzione nominale e in fun-
zione verbale ed esprime un’azione imminente o posteriore rispetto a quella indicata
dal verbo della proposizione reggente.
2
Alcuni verbi, pur privi di supino, presentano il participio futuro che viene regolarmente indicato dal dizio-
nario nel paradigma del verbo: es. fugio, is, fugi, fugit…rus, fugêre.
218
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 219
Il participio futuro
Es. 11 Traduci
A – Matres fleturae, captivus fugiturus, gentes migraturae, legatis petituris, duci victuro,
urbs casura, saeculum venturum, res futurae, civibus defensuris, iudices interrogaturos,
nautae navigaturi, exercitus deleturus.
B – I soldati sul punto di combattere, gli anni venturi, il console che sta per inviare, agli
allievi che stanno per scrivere, per fare (nom. sing.) la guerra, all’ambasciatore che
verrà, le colombe che stanno per volare, i pericoli futuri, agli uomini sul punto di libe-
rare la patria, il predone che sta per uccidere.
Es. 13 A – Traduci
B – Distingui il valore nominale e verbale dei participi contenuti nelle frasi
1. Animus futuri anxius nullo tempore conquiescet et, exspectatione futuri temporis,
praesentia amittet. (Sen.) 2. Dicam etiam invitis (vobis) profutura. (Sen.) 3. Caesari
futura caedes evidentibus prodigiis denuntiata est. (Svet.) 4. Tristes erant amici,
talem amissuri virum. (Sen.) 5. Stultus est qui, empturus equum, non eum inspicit,
sed stratum et frenos. (Macr.) 6. Magna pars hominum est, quae navigatura de
tempestate non cogitat. (Sen.) 7. Coriolanus Romanos saepe vicit, usque ad quintum
miliarium urbis accessit, obpugnaturus etiam patriam. (Eutr.) 8. Sevocatus animus
a contagione corporis, meminit (= si ricorda) praeteritorum, praesentia cernit, futura
providet. (Cic.) 9. In ripa Porus, rex Indorum, consederat, transitu prohibiturus
hostem. (Curz.) 10. Senones Galli multitudine ingenti ad Clusium venerunt, legionem
Romanorum castraque oppugnaturi. (Liv.) 11. Butes, Taleontis filius, victus est
dulcitudine Sirenum et nataturus ad eas in mare se praecipitavit. (Ig.) 12. Alexander
tertio mense ex hibernis movit, regionem quae Gaza appellatur, aditurus (da adeo).
(Curz.) 13. Alexander ad Iovem Ammonem pergit consulturus de origine sua.
(Giust.) 14. Aegritudo est opinio recens mali praesentis, laetitia opinio recens boni
praesentis, metus opinio impendentis mali, libido opinio venturi boni. (Cic.)
219
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 220
Unità VIII
R E P E T I T A I participi
I U V A N T
Rivediamo la formazione e il significato dei tre tempi del participio latino:
220
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 221
Il participio futuro
Pantera imprudens olim in foveam decidit. Viderunt agrestes: alii fustibus, alii saxis eam
vulneraverunt: nonnulli contra, misericordia moti, ferae periturae panem miserunt. Cum
nox supervenit, agricolae securi domum remeaverunt. Postero die ad foveam revenerunt
panteram sepulturi. At fera ut languidas vires refecit, veloci saltu se liberavit et concito
gradu in cubile properavit. Paucis diebus post provolat, pecus trucidat, pastores necat et
cuncta vastans saevit irato impetu. Tum qui ferae pepercerant, sibi timentes, pro sua vita
eam rogant. Quibus pantera: «Alteri saxis me petiverunt, alteri panem mihi dederunt.
Plane utrosque discerno. Vos igitur timere absistite: nam huc veni poenas petitura solum
ab iis qui me laeserant».
da Fedro
Il latino esprime il valore finale con varie costruzioni; rivediamo quelle che hai stu-
diato finora:
– ut / ne + cong. pres. o imperf. Dux legatos mittit ut subsidium rogent.
– qui, quae, quod + cong. pres. o imperf. Dux legatos mittit qui subsidium rogent.
– il participio presente Dux legatos mittit subsidium rogantes.
– il participio futuro Dux legatos mittit subsidium rogaturos.
– il supino (dopo un verbo di moto) Dux legatos mittit subsidium rogatum.
Il comandante manda gli ambasciatori
a chiedere aiuto.
1. Curio venit ad me salutatum. (Cic.) 2. Missi sunt milites delecti cum Leonida,
Lacedaemoniorum rege, qui Thermopylas occuparent. (Nep.) 3. Legati a Saguntinis
Romam missi sunt auxilium orantes. (Liv.) 4. Aedui legatos ad Caesarem mittunt rogatum
auxilium. (Ces.) 5. Scipio Genuam repetit Italiam defensurus. (Liv.) 6. Lycurgus puberes
in agros duxit, ut primos annos non in luxuria, sed in opere et laboribus agerent. (Giust.)
7. Verres mittit rogatum vasa quae apud regem Antiochum viderat. (Cic.) 8. Homini
natura addidit rationem, quã regerentur animi appetitus. (Cic.) 9. Ii magna manu ad
castra oppugnatum venerunt. (Ces.) 10. Dionysius Dioni navem dedit, qua Corinthum
deveheretur. (Nep.) 11. Darius Cyri filiam in matrimonium recepit regnum firmaturus.
(Giust.) 12. Ego exagitatus a cuncta Graecia confugi ad te, tuam petens amicitiam. (Nep.)
221
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 222
Unità VIII
Es. 17 A – Traduci
B – Trasforma le finali esplicite in implicite e viceversa
222
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 223
I tempi del congiuntivo sono quelli che, secondo la consecutio temporum, esprimono il
rapporto di contemporaneità; la natura volitiva di queste proposizioni, infatti, ammette
solo questo tipo di rapporto.
Per capire la differenza tra la proposizione finale e la completiva volitiva, che il latino
rende allo stesso modo, osserva questi esempi:
Maiores nostri ab aratro abduxerunt Cincinnatum ut dictator esset. (Cic.) → finale
I nostri antenati distolsero Cincinnato dall’aratro, affinché fosse dittatore.
Caesar Rhenum transivit ut contra Ariovistum pugnaret. (Ces.) → finale
Cesare attraversò il Reno per combattere contro Ariovisto.
Opto ut beatus sis. (Cic.) → completiva volitiva
Desidero che tu sia felice.
Ut id facias a te peto. (Cic.) → completiva volitiva
Ti chiedo di fare questo.
Come puoi vedere, la finale non è indispensabile a completare il significato della reg-
gente che, anche senza di essa, ha senso compiuto; la completiva volitiva invece costi-
tuisce il completamento logico necessario a definire il senso del verbo reggente e quin-
di non può essere soppressa.
L’ut completivo deve essere tradotto con:
– che e il congiuntivo (e non con «perché, affinché»)
– di, a (secondo la reggenza del verbo italiano) e l’infinito presente.
223
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 224
Unità VIII
Es. 19 Traduci
1. Te rogo ne intermittas scribere ad me. (Cic.) 2. Videte ne, dum caelum custoditis,
terram amittatis. (Val. Mass.) 3. Caesar dabat operam ut in officio Dumnorigem contineret.
(Ces.) 4. Moneo vos ne tantum scelus impunitum amittatis. (Sall.) 5. Te rogo ne dimittas
animum. (Cic.) 6. Te oro ut ad me statim venias. (Cic.) 7. Semper flagitavi ut convocaremur.
(Cic.) 8. Scipio Iugurtham secreto monuit ut potius publice quam privatim amicitiam
populi Romani coleret. (Sall.) 9. Deliberantibus Pythia respondit ut moenibus ligneis se
munirent. (Nep.) 10. Vos oro atque obsecro, iudices, ut attente bonaque cum venia
verba mea audiatis. (Cic.) 11. Ut invisas nos non solum rogo, sed etiam suadeo. (Cic.)
12. Senatus in Gallias misit legatos, qui darent operam ne Galliae civitates se cum
Helvetiis coniungerent. (Ces.)
Es. 20 Traduci
224
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 225
225
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 226
Unità VIII
R E P E T I T A Le funzioni di ut, ne
I U V A N T
I connettivi ut e ne, di largo impiego, possono essere usati con diverse funzioni; quel-
le che hai già incontrato sono:
■ avverbio
– ut = come
– ne = non (con il cong. esortativo)
ne ... quidem = neppure
■ congiunzione subordinante
– ut e l’indicativo: valore modale, comparativo = come
ut ... ita = come ... così;
ic ... ut = così ... come
– ut e l’indicativo: valore temporale = quando, appena che
– ut/ne e il congiuntivo: valore finale = affinché, perché, per, a (non)
– ut/ne e il congiuntivo: valore completivo volitivo = che, di (non)
Quindi, per individuarne di volta in volta la funzione, devi sempre considerare il
modo del verbo (ti suggeriamo ancora una volta di evidenziare sul testo la congiun-
zione e il verbo per rimarcarne la relazione).
Nel caso il verbo sia espresso al congiuntivo devi poi valutare se la proposizione introdot-
ta da ut/ne sia il completamento logico del verbo reggente (in questo caso si tratterà di
una proposizione completiva volitiva) o no (si tratterà allora di una proposizione finale).
Cura ut valeas. (Cic.) → completiva volitiva
Procura di stare bene.
Multi Romam venerunt ut ludos viderent. (Liv.) → finale
Molti vennero a Roma per vedere i giochi.
1. Faciam ut potero, Laeli. (Cic.) 2. Aeneas, ut animos Aborigenum sibi conciliaret, Latinos
utramque gentem appellavit. (Liv.) 3. Deiotarus perturbatus est ut audivit de consulum
fuga. (Cic.) 4. Nonnulli, ut timorem suspicionis vitarent, remanebant. (Ces.) 5. Te aut in
Formiano aut in Tusculano cura ut videamus. (Cic.) 6. Ut ad deverticulum ventum est,
Nero evasit. (Svet.) 7. Caesar Ubiis imperat ut pecora deducant suaque omnia ex agris in
oppida conferant. (Ces.) 8. Ego Q. Maximum senem adulescens ita dilexi ut aequalem.
(Cic.) 9. Legum omnes servi sumus, ut liberi esse possimus. (Cic.) 10. Est ut dicis, Cato.
(Cic.) 11. Ut barbaris spes defuit, se ipsos (= stessi) urbemque dediderunt. (Curz.) 12. Erat
iniqua condicio postulare ut Caesar Arimino excederet. (Ces.) 13. Pompeius ut equitatum
suum pulsum vidit acie excessit. (Ces.) 14. Ut magistratibus leges, ita populo praesunt
magistratus. (Cic.) 15. Ad Caesarem principes Haeduorum veniunt oratum ut civitati
subveniat. (Ces.) 16. Ut non omne vinum, sic non omnis natura vetustate coacescit. (Cic.)
226
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 227
– hic, haec, hoc, «questo», per persona o cosa vicina, nello spazio o nel tempo, a chi parla;
– ille, illa, illud, «quello», per persona o cosa lontana, nello spazio o nel tempo, rispet-
to a chi parla e a chi ascolta;
227
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 228
Unità VIII
singolare plurale
CASO maschile femminile neutro maschile femminile neutro
NOM. illê illâ illûd ill$ illae illâ
GEN. ill$us ill$us ill$us illõrum illãrum illõrum
DAT. ill$ ill$ ill$ ill$s ill$s ill$s
ACC. illûm illâm illûd illõs illãs illâ
ABL. illõ illã illõ ill$s ill$s ill$s
singolare plurale
CASO maschile femminile neutro maschile femminile neutro
NOM. istê istâ istûd ist$ istae istâ
GEN. ist$us ist$us ist$us istõrum istãrum istõrum
DAT. ist$ ist$ ist$ ist$s ist$s ist$s
ACC. istûm istâm istûd istõs istãs istâ
ABL. istõ istã istõ ist$s ist$s ist$s
Es. 23 Traduci
A – Huic duci, hac fabula, hanc domum, haec animalia, hoc, hac re, his matribus, hic
dies, de his rebus gestis, harum aedium, huius fidei, hi motus, his cornibus;
B – illa adulatio, cum illa virgine, illud frigus, illum diem, de illis rebus, ille, in illam
urbem, illius rei publicae, ob illum magistratum, illarum lacrimarum, illa poemata, illae
vires, illorum virorum;
C – istius, isti homines, ista mancipia, istorum verborum, isti robori, istam domum, istis
civibus, iste dominus, iste, istius peditis, ista spe, isti rei familiari, istum principem.
Circa regem erat Phrygum turba et Macedonum, illa exspectatione suspensa, haec
sollicita. (Curz.)
Intorno al re c’era la folla dei Frigi e dei Macedoni, quella sospesa per l’attesa,
questa in ansia.
■ Ille si trova talora usato con valore enfatico nel significato di «quel famoso», «quel
celebre».
228
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 229
■ Come gli altri aggettivi, anche i dimostrativi nei casi diretti del neutro hanno valore
sostantivato e contengono l’idea di «cosa»; nei casi indiretti sono generalmente
accompagnati dal sostantivo res:
■ Il neutro dei pronomi dimostrativi viene spesso usato con valore prolettico, per anti-
cipare il contenuto di una proposizione subordinata.
Hoc mihi satis est: cotidie aliquid ex vitiis meis demere. (Sen.)
Questo mi basta: sottrarre ogni giorno qualcosa ai miei vizi.
229
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 230
Unità VIII
Es. 25 Traduci
1. In amore haec omnia vitia insunt: iniuriae, suspiciones, inimicitiae, indutiae, bellum,
pax rursum. 2. Miltiades et Leonidas clari duces fuerunt: ille prudentia, hic virtute
laudatur. 3. Homines qui nullam fidem habent tum hoc, tum illud dicunt, modo studiosi
huius rei, modo illius sunt. 4. Istud consilium tuum mihi inutile est. 5. Haec in Africa A.
Reguli ductu gesta sunt. 6. Iste amicus tuus me arcessivit et mihi mala consilia sua
ostendit. 7. Terentius ille in Arcadiae urbe ex vita decessit. 8. Charetes et Phidias celebres
fictores fuerunt: huic adscriptum est illud Minervae signum in Acropoli positum, illi
Colossus in portus Rhodi introitu. 9. Quis (= chi, nom.) est iste? (Cic.) 10. Ego sum ille
rex Philippus! (Plaut.) 11. Ut Helena Troianis, sic iste reipublicae belli causa fuit. (Cic.)
12. Ignavia corpus hebetat, labor firmat; illa maturam senectutem, hic longam
adulescentiam reddit. (Cels.)
Arator bobus suis, ut ad laborem eos stimularet, dixit: «Nisi opus vestrum perfeceritis, lupi
vos vorabunt!» Lupus haec verba audivit et vespere postquam rusticus ab aratro boves
solvit, venit ad eum dicens: «Da mihi boves quos mihi promisisti!» Tum arator: «Dixi, sed
tamen sacramento non firmavi». Et lupus contra: «Habere debeo quod promisisti». Inde
ad iudicem contenderunt. Dum iter faciunt, vulpi occurrerunt, cui iurgii causam
narraverunt. Quibus callida dixit: «Alium iudicem quaerere inutile est, quoniam vobis
rectum iudicium faciam. Sed antea alterum ex vobis consulere cupio et deinde alterum; et
si vos concordare potuero, pactus celabo; sin autem, coram vobis iudicium meum dicam».
Tum illi concesserunt. Et vulpis primum aratori seorsum dixit: «Ne ad lupum boves tuos
tradas, da mihi unam gallinam et uxori meae alteram». Arator gallinas ei tradidit. Et
postea illa lupo: «Audi - ait -, amice. Facundia mea rusticum ad hunc pactum induxi: si
boves dimiseris, ille caseum magnum tibi dabit». Postquam hoc lupus concessit, vulpis ei:
«Dum arator - inquit - boves suos abducit, ego ducam te ad locum ubi casei parantur».
da Pietro Alfonsi
Pronomi personali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Pronomi relativi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Lupus, astutae vulpis verbis deceptus, rustico cum eius bobus discedere permisit. Vulpis
obscura nocte ad altum puteum eum deduxit. Cui super puteum stanti formam lunae
plenae in imo puteo radiantis ostendit et ait: «Hic est caseus quem tibi promisi! Descende
230
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 231
et comede!» Ad haec lupus: «Descende tu, et si sola caseum portare non poteris, quod
imperas faciam». Et viderunt cordam pendentem in puteum, in cuius capite erat urceus
ligatus et in altero capite cordae alter urceus, qui ascendebat, cum alter descendebat. Quae
vulpis ut vidit, urceum intravit et ad putei fundum venit. Paulo post lupus ait: «Cur
caseum non capis?» Cui vulpis: «Nequeo prae casei magnitudine, sed alterum urceum
intra et ut me adiuves hic veni!» Tum lupus urceum intravit qui magnitudine ponderis
ductus cito fundum petivit; alter urceus cum vulpe quae erat levis simul ascendit.
Vulpecula autem statim, simul ac putei os attigit, exsilivit et in imo lupum dimisit. Itaque
lupus et boves et caseum et vitam perdidit.
da Pietro Alfonsi
Olim Prometheus, novi saeculi figulus, cura subtili ex luto Veritatem fecerat, ut iura inter
homines reddere posset. Subito nuntio magni Iovis arcessitus, ille officinam fallaci Dolo
commendat, quem in disciplinam nuper receperat. Hic, studio accensus, simulacrum pari
facie ac statura, simile omnibus membris callida manu finxit. Simulacrum iam prope
solutum erat, cum ei defecit lutum ut pedes faceret. Cum magister revenit, Dolus metu
turbatus festinanter in suo loco sedit. Prometheus obstupefactus utrumque signum in
fornacem pariter inseruit. Veritas, postquam spiritus in ea infusus est, modesto gressu
incessit, at truncum simulacrum sine pedibus in vestigio haesit. Tunc falsa imago
Mendacium appellata est. Sic vetus proverbium dicit: «Mendacium pedes non habet».
da Fedro
Vir habebat filiam turpem et filium pulchrum. Hi pueriliter ludentes speculum a matre
in cathedra forte positum inspexerunt. Hic se formosum iactat; illa magna ira commota,
gloriosi fratris iocos non sustinet et cuncta accipit in contumeliam suam. Ergo ad patrem
decurrit, magnaque invidia de fratre suo deplorat (deplorare de aliqua re = lamentarsi
di qualcosa). Ille ut puerorum rixae finem det, utrumque osculis ac blanditiis sedat
dulcemque in ambos caritatem partiens: «Cotidie, pueri, - inquit - exopto ut hunc
speculum inspiciatis: tu, fili mi, ne nequitiae malis formam tuam corrumpas; tu, filia
mea, ut istam faciem vincas moribus bonis».
da Fedro
231
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 232
Unità VIII
Le forme del congiuntivo perfetto sono uguali a quelle del futuro anteriore, fatta
eccezione per la 1a persona singolare (futuro anteriore: laudavero, monuero, legero,
audivero). Il contesto consente comunque di distinguerli senza difficoltà: il futuro
anteriore si trova sempre in correlazione con il futuro semplice, il congiuntivo per-
fetto si trova in proposizioni subordinate che richiedono il congiuntivo.
232
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 233
participio perfetto e congiuntivo presente di sum (sim, sis, sit, simus, sitis, sint)
participio perfetto e congiuntivo imperfetto di sum (essem, esses, esset, essemus ...)
233
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 234
Unità VIII
8. Il cum e il congiuntivo
La congiunzione cum seguita dal congiuntivo introduce una proposizione subordi-
nata detta narrativa (così chiamata perché tipica della narrazioni3) di valore tem-
porale-causale.
I tempi del congiuntivo sono regolati dalle norme dalla consecutio temporum secondo i
rapporti di contemporaneità e di anteriorità con la proposizione reggente.
Eccone lo schema:
congiuntivo esprime il rapporto di si traduce con
presente contemporaneità in dipendenza
da tempo principale a)
gerundio semplice
imperfetto contemporaneità in dipendenza
da tempo storico b)
La costruzione del cum e congiuntivo può essere resa in italiano con il gerundio, al
tempo indicato nello schema precedente.
Talvolta però è preferibile sostituire il gerundio con una proposizione subordinata espli-
cita di natura causale o temporale, a seconda del significato prevalente, che esprima lo
stesso rapporto di tempo indicato dal congiuntivo latino, come puoi osservare nei
seguenti esempi:
3
Il cum narrativo è anche chiamato historicum perché ricorre spesso nella narrazione di eventi passati e nelle
esposizioni storiche che espongono la concatenazione dei fatti. Per questo motivo si trova quasi sempre in
dipendenza da un tempo storico.
234
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 235
Il cum e il congiuntivo
Per tradurre correttamente il cum narrativo, che può essere reso in italiano in vari
modi, ti consigliamo di procedere come segue:
■ individua innanzitutto il tempo del congiuntivo e il rapporto di tempo che espri-
me rispetto alla reggente (presente e imperfetto → contemporaneità; perfetto e
piuccheperfetto → anteriorità) e indicalo sul testo con un’abbreviazione a scelta;
■ traduci inizialmente il verbo con il gerundio semplice (per rendere la contem-
poraneità) o con il gerundio composto (per rendere l’anteriorità); ricorda che,
se il soggetto della subordinata è diverso da quello della proposizione reggente,
deve essere collocato dopo il gerundio;
es. Cum consul pervenisset, omnes siluerunt.
Essendo giunto il console, tutti tacquero.
235
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 236
Unità VIII
Es. 28 Traduci
236
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 237
Il cum e il congiuntivo
R E P E T I T A Le funzioni di cum
I U V A N T
Abbiamo visto che cum può svolgere la funzione sia di preposizione sia di congiun-
zione; rivediamone brevemente gli usi:
■ come preposizione si accompagna sempre al caso ablativo ed esprime i comple-
menti di compagnia, di unione e di modo;
237
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 238
Unità VIII
Arion vetus et nobilis fidicen fuit, a Periandro Corinthi rege valde dilectus. Cum in Siciliam
venisset, arte sua aures mentesque omnium demulsit et quaestus magnos fecit. Tum multis
rebus pretiosis et magna pecunia iam praeditus, Corinthum remeare instituit. Navem igitur et
nautas Corinthios delegit. Sed illi, cum navis iam in altum provecta essent, praedae
pecuniaeque cupidi, Arionem necare statuerunt. Fidicen vero, cum periculum et perniciem
suam intellexisset, pecuniam et omnia sua eis dedit sed nautae, nulla misericordia moti, etiam
eius vitam postulabant. Tum Arion territus et sine ulla vitae spe, sic imploravit: «Antequam
mortem oppeto, vos oro ut indumenta mea induere et casum meum canere mihi permittatis».
Et feri et immanes nautae magna cupiditate audiendi (di ascoltarlo) capti sunt.
da Gellio
Cum Arion amictus et ornatus miranda voce cecinisset, iecit se in profundum. At delphinus
repente inter undas adnavit, homini fluitanti se subdidit et in dorso suo in terram
Laconiam incolumem eum devexit. Tum Arion Corinthum petivit et ad Periandrum regem,
talis qualis a delphino vectus erat, statim properavit. Fidicen omnia regi narravit qui autem
rei incredibili fidem non tribuit et, cum dolum timeret, Arionem in vincula coniecit. Nautae
interea Corinthum appulerunt et a rege dissimulanter de Arionis sorte interrogati sunt. Cui
ignari responderunt: «In nostris itineribus Arioni occurrimus; erat et est in Italia opulentus
fortunatusque». Dum falsa narrant, Arion in eorum conspectum venit. Nautae igitur cum
crimen suum agnoscere coacti essent, vita facinus luerunt.
da Gellio
238
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 239
Versioni di riepilogo
VERSIONI DI RIEPILOGO
Bello Latino consules edixerant ne ullus miles extra eorum ordinem pugnaret. Forte Titus
Manlius, qui filius alterius consulis erat, ad hostium castra accessit ut loca exploraret.
Horum praefectus equitum, cum Manlium agnovisset, ad singularem pugnam eum
lacessivit. Qui consulum edicti immemor cum hoste manus conseruit et eum cuspidis ictu
transfixit. Quod cum pater audivisset, extemplo contionem advocavit et coram omnibus
dixit: «Cum tu, T. Manli, contra consulum imperium extra ordinem pugnaveris et
disciplinam militarem solveris, poenam peccati morte lues. Triste exemplum, sed in
posterum salubre, iuvenibus erimus ut imperatoribus semper pareant». Mox lictori ut filii
cervicem secaret imperavit.
da Livio
239
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 240
Unità VIII
Lectio brevis
Gli aggettivi e pronomi dimostrativi sono: Complemento di fine:
– hic, haec, hoc questo – ad + accusativo
– ille, illa, illud quello – causã o gratiã + genitivo
– iste, ista, istud codesto – dativo di fine
240
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 241
241
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 242
Unità VIII
Lessico
Per indicare «l’uomo» e «la donna» con diverse sfumature di significato il latino
usava i seguenti termini:
Homo per l’essere umano in genere, maschio o femmina, contrapposto agli anima-
li o agli dei.
Vir «uomo (in quanto essere umano di sesso maschile), marito»; poiché ha la radi-
ce di virtus, «valore, virtù», ha spesso il significato di «uomo insigne, forte, corag-
gioso, onesto». In italiano vir ha lasciato traccia in «virilità, virile», mentre il suo
valore semantico è passato nel termine «uomo», derivato da homo.
Mas «maschio» in riferimento a tutti gli esseri viventi, da cui l’aggettivo «maschile».
Mulier indica sia «la donna» in genere, da cui in italiano «muliebre», sia la condi-
zione legale di «sposa», da cui «moglie».
242
09_MODUS_U8_207-243 16-01-2011 22:29 Pagina 243
Uxor «moglie»; la radice del termine scomparso nella nostra lingua, è rimasto in
«uxoricidio, uxoricida» oltre che nell’espressione giuridica more uxorio, usata per
indicare la condizione di due persone che convivono senza aver contratto matrimo-
nio legale.
Domina da domus, è «la signora e padrona della casa»; dal termine derivò «domna»
e poi «donna»; dall’espressione mea domna si ebbe «madonna» o «monna», titolo di
rispetto per la donna di alta condizione, rimasto poi per indicare «la Madonna».
Matrona da mater, indicava la donna nella sua funzione di sposa del patermilias e di
madre.
Femina «femmina», in riferimento a tutti gli esseri viventi e in opposizione a mas; la
radice fe- comune a fecunditas, fecundus, rimanda al concetto di «fecondità» e alla
capacità di procreare e di allattare la prole. Il termine è rimasto in alcuni dialetti meri-
dionali nel significato di «donna» e nell’uso corrente per indicare il sesso degli ani-
mali; inoltre ha dato origine a parole come «femminile, femminilità, femminismo».
Puella «fanciulla, ragazza, giovane sposa», era usato anche in poesia per designare
la donna amata.
Fraseologia
243
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 244
UNITÀ IX
1. I gradi dell'aggettivo qualificativo 2. La formazione dell’avverbio qualificativo
1.1 Il comparativo di uguaglianza e mino- 2.1 I gradi dell’avverbio qualificativo
ranza 3. I pronomi e aggettivi determinativi
1.2 Il comparativo di maggioranza 4. La coniugazione perifrastica attiva
1.3 Il comparativo assoluto o di intensità 5. I tempi dell’infinito
1.4 Il superlativo assoluto e relativo 5.1 Le funzioni e gli usi dell’infinito
1.5 Le particolarità dei comparativi e dei 6. La proposizione infinitiva
superlativi
In latino come in italiano l’aggettivo qualificativo può esprimere la qualità del nome
secondo tre gradi di intensità.
■ Al grado comparativo propone la qualità come criterio di confronto tra due ele-
menti, detti primo e secondo termine di paragone.
■ Al grado superlativo indica la qualità posseduta nel suo massimo grado: può espri-
merla in assoluto (da latino absolutus, «sciolto») cioè senza alcun paragone con altri
elementi, o in modo relativo, cioè in relazione a un gruppo di cui l’elemento fa
parte, che costituisce il complemento partitivo.
244
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 245
245
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 246
Unità IX
Es. 2 Traduci
1. Nihil (= niente, n. sing.) est tam omnibus carum quam vestra libertas. (Cic.) 2. Nihil
est tam fallax quam vita humana, nihil tam insidiosum. (Sen.) 3. Myrtus candida
minus utilis est medicinae quam nigra. (Plin.) 4. Nihil est tam contrarium rationi
quam fortuna. (Cic.) 5. Caesar tam magnus imperator fuit quam laudabilis orator.
(Quint.) 6. Hebes est aeque ac pecus. (Cic.) 7. Vergilius poeta tam scientia profundus
quam amoenus ingenio fuit. (Macr.) 8. Nullus est ager aeque ferax quam meus. (Plaut.)
9. In omnibus rebus minus valent praecepta quam experimenta. (Quint.) 10. Pumex
non aeque aridus atque hic est senex. (Plaut.) 11. Nihil est tam molle, tam tenerum, tam
aut fragile aut flexibile quam voluntas civium. (Cic.) 12. Tam esse clemens tyrannus
quam rex importunus potest. (Cic.) 13. Milites non minus fortes quam duces sunt.
(Liv.) 14. Non Graecos minus barbaros quam Romanos puto. (Cic.)
es. certus, GEN. cert-i comparativo: cert-ior (m. e f.), cert-ius (n.)
felix, GEN. felic-is comparativo: felic-ior (m. e f.), felic-ius (n.)
Gli aggettivi di questo grado si declinano come i nomi imparisillabi della III declinazio-
ne (e non come gli aggettivi della II classe):
singolare plurale
CASO m. e f. neutro m. e f. neutro
NOM. felic-ior felic-ius felic-iõres felic-iõra
GEN. felic-iõris felic-iõris felic-iõrum felic-iõrum
DAT. felic-iõri felic-iõri felic-iorîbus felic-iorîbus
ACC. felic-iõrem felic-ius felic-iõres felic-iõra
VOC. felic-ior felic-ius felic-iõres felic-iõra
ABL. felic-iõre felic-iõre felic-iorîbus felic-iorîbus
a) Ego miserior sum quam tu. (Cic.) Io sono più infelice di te.
b) Nihil est dulcius libertate. (Cic.) Niente è più dolce della libertà.
246
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 247
Il comparativo di maggioranza
■ Si trova l’ablativo: sempre, quando il secondo termine è cun pronome relativo; di pre-
ferenza nelle frasi negative.
In homine solo ratio est, qua nihil potest esse praestantius. (Cic.)
Nel solo uomo c’è la ragione, di cui nulla può essere più nobile.
Nihil est virtute amabilius. (Cic.) Niente è più amabile della virtù.
247
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 248
Unità IX
Es. 4 Traduci
1. Acrior est oculorum quam aurium sensus. (Quint.) 2. Lenior ieiunio mors est. (Sen.)
3. In morbis nihil (= niente, nom. n.) est perniciosius quam immatura medicina. (Sen.)
4. Ignoratio futurorum malorum utilior est quam scientia. (Cic.) 5. Ex Nestoris lingua melle
dulcior fluebat oratio. (Cic.) 6. Quis (= chi, nom. m.) clarior in Graecia Themistocle, quis
potentior fuit? (Cic.) 7. Et secundas res splendidiores facit amicitia et adversas leviores. (Cic.)
8. Fructuosior est adulescentia liberorum, sed infantia dulcior. (Sen.) 9. Q. Maximus nec
vero in armis praestantior quam in toga fuit. (Cic.) 10. In Britannia loca sunt temperatiora
quam in Gallia remissioribus frigoribus. (Ces.) 11. Indus, ubi mollius solum repperit,
stagnat insulasque creat. (Curz.) 12. Deus fecit virum quam mulierem audaciorem. (Cic.)
Es. 5 Traduci
1. Tum Cato locutus est (= parlò), quo erat nemo (= nessuno, nom. m.) senior temporibus
illis, nemo prudentior. (Cic.) 2. Animi virtutes e ratione gignuntur, qua nihil (= niente,
nom. n.) est in homine divinius. (Cic.) 3. Illi fuisti quam mihi fidelior. (Plaut.) 4. Longior
quam latior acies erat. (Liv.) 5. Stoici cautiores quam fortiores sunt. (Cic.) 6. Asia et
amoenitate urbium et copia terrestrium maritimarumque rerum ditiores quam fortiores
exercitus faciebat. (Liv.) 7. Perfectam artem iuris civilis habebitis, magis magnam atque
uberem quam difficilem et obscuram. (Cic.) 8. Celer tuus disertus magis est quam sapiens.
(Cic.) 9. Puerorum feminarumque irae acres magis quam graves sunt. (Cic.)
Es. 6 Traduci
1. Ho visto una casa più bella della mia / meno bella della mia / bella come la mia.
2. Questo compito è più adatto a me che a te / adatto a me quanto a te / meno adatto
a me che a te.
3. Questi consigli saranno più utili a voi che a me / meno utili a voi che a me / utili tanto
a voi quanto a me.
4. Sei meno diligente di tuo fratello / più diligente di tuo fratello / non sei diligente
come tuo fratello.
5. Il comandante era meno audace dei suoi soldati / più audace dei suoi soldati / auda-
ce come i suoi soldati.
Digiti manus de principatu contendebant. Medius digitus ceteris dixit: «Ad principatum
aptior sum quam vos: nullus digitus enim tam procerus quam ego est. Praestantior
praeterea sum quam vos non modo altitudine sed etiam loco: nam in media manu inter
omnes excello, ut rex inter satellites». At quartus digitus medio dixit: «Ego minus altus
sum quam tu, sed vero divitior ac nobilior: nam anuli aurei et gemmae me ornant. Iure
igitur rex ero». Tum index: «Ego utilior sum quam vos, nam tactu omnia agnoscere
possum». At pollex: «Me iure regem creabitis quia robustior et validior sum, nec opus
vestrum tam utile quam meum est. Manus enim nullam rem sine me facere potest».
Postremo quintus digitus subridens: «Ego vero minus procerus et robustus et ornatus sum
quam vos, opera mea tamen tam necessaria quam vestra est. Nam semper pro meis viribus
vos adiuvi et sua munia implere utilius est quam inanibus verbis se iactare».
248
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 249
Deus homini ingenium et rationem dedit ut origo nostra ex eo manifesta esset, quia Deus
intellegentia et ratio est. Quoniam ceteris animantibus rationem non attribuit, iis alia
praesidia praebuit quo eorum vita tutior esset. Nam animalium corpora pilis texit, ut vim
pruinarum et frigorum sustinere possent. Singulis autem generibus propria munimenta
dedit quo animalia fortiora armis suis impetus externos repugnarent et imbecilliora
periculis fuga subtraherent se et in latibulis laterent. Itaque alia eorum plumis levibus, alia
ungulis aut cornibus praedita sunt. Aliis arma sunt dentes aut adunci ungues. Nulli
igitur animali munimentum deest ut se defendat. Hominibus autem ratione, intellegentia
et eloquentia praeditis Deus munimenta quae ceteris animantibus attribuit non concessit.
da Lattanzio
Latine responde
1. Antiquior est Catonis sermo. (Cic.) 2. Fortis animus et magnus in homine non perfecto
nec sapiente ferventior plerumque est. (Cic.) 3. Nihil (= niente, nom. n.) neque firmius neque
felicius neque laudabilius est republica, in qua abundant milites eruditi. (Veg.) 4. Iulianus
a rudimentis pueritiae primis inclinatior erat erga numinum cultum. (Amm. Marc.)
5. Intolerabilius nihil est quam femina dives. (Giov.) 6. Sidere pulchrior ille puer est. (Or.)
7. Senectus est natura (= per natura) loquacior. (Cic.) 8. Tiberius stationes militum per
Italiam solito frequentiores disposuit. (Svet.) 9. Vultus securior, cultus delicatior, favor
popularis iram exasperant. (Sen.) 10. Mihi nemo (= nessuno, nom. m.) est amicior Attico.
(Cic.) 11. Vespasianus pecuniae avidior fuit. (Eutr.) 12. Scipio vir memorabilis fuit,
bellicis tamen quam pacis artibus memorabilior. (Hist. Aug.) 13. Longarum navium
species erat barbaris inusitatior et motus ad usum expeditior. (Ces.) 14. Sit adulescentia
liberior. (Cic.) 15. Corpulentior sane videris (= sembri). (Plaut.) 16. Stultior stulto fuisti.
(Plaut.) 17. Paucis carior fides quam fortuna fuit. (Sall.)
249
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 250
Unità IX
Gli aggettivi così ottenuti seguono normalmente la declinazione degli aggettivi della I classe.
Anche se meno frequentemente, il superlativo assoluto può essere formato con l’ag-
giunta dei prefissi per-, prae-.
Il superlativo relativo è generalmente seguito dal complemento partitivo, che può esse-
re espresso con:
– il genitivo detto partitivo, (a);
– e, ex e l’ablativo, (b);
– inter e l’accusativo, (c).
Il superlativo relativo può essere rafforzato da avverbi come multo, longe, «di gran
lunga», vel, «persino», quam, «il più possibile».
250
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 251
Osserva, per esempio, le differenze tra il latino e l’italiano nelle due seguenti frasi:
superlativo assoluto:
Canis fidelissimus est. Il cane è fedelissimo (molto fedele).
superlativo relativo:
Canis fidelissimus animalium est. Il cane è il più fedele degli animali.
251
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 252
Unità IX
1. Pergrata mihi fuit oratio tua. (Cic.) 2. Dei Segulio male faciant, homini
nequissimo omnium. (Cic.) 3. Caligula per longissimas porticus vagus invocare
atque spectare lucem consuerat. (Svet.) 4. Innumerabiles et ferocissimae nationes
universas Gallias occupaverunt. (Gerol.) 5. Solidissima corporis pars est (ea) quam
frequens usus agitavit. (Sen.) 6. Vis est permagna naturae. (Cic.) 7. Trimalchio
unguento perfusus tergebatur, non linteis sed palleis ex lana mollissima factis. (Petr.)
8. Oculi et vestigia domini res agro saluberrimae sunt. (Col.) 9. Periculosum est
praegrave imperium. (Curz.) 10. Urbis omnium pulcherrimae atque ornatissimae,
Syracusarum, direptionem commemorabo. (Cic.) 11. Perdifficilis et perobscura
quaestio est de natura deorum. (Cic.) 12. Ubi Cilicia ad mare vergit, amoenissima
planities est; per planitiem creberrimi rivi fluunt: longe celeberrimi sunt Pyramus et
Cydnus. (Curz.)
252
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 253
■ Il latino esprime il massimo grado tra due elementi con il comparativo di maggio-
ranza seguito dal complemento partitivo (non dal complemento di paragone).
L’italiano lo rende invece con il superlativo relativo; perciò, mentre in latino l’ag-
gettivo numerale «due» è già implicito nell’uso stesso del comparativo, in italiano
deve essere espresso, a meno che la dualità non sia già insita nel nome (es. mani,
occhi, consoli ecc.).
Marcus diligentior fratrum est. Marco è il più diligente dei due fratelli.
Marcus diligentissimus fratrum est. Marco è il più diligente dei fratelli
(che sono più di due).
Validior manuum dextera est. (Cic.) La più forte delle mani è la destra.
■ Gli aggettivi in -dicus, -ficus, -volus hanno il comparativo in -entior, -entius e il super-
lativo in -entissimus, a, um;
253
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 254
Unità IX
■ Gli aggettivi della I classe che terminano in -eus, -ius, -uus (ma non in -quus) forma-
no il comparativo e il superlativo in modo perifrastico, premettendo all’aggettivo
positivo rispettivamente gli avverbi magis e maxime;
■ L’aggettivo multus ha il comparativo difettivo plus, che presenta solo le seguenti forme:
singolare: NOM. e ACC. n.: plus GEN.: pluris
plurale: NOM. e ACC.: plures, plura (n.) GEN.: plurium DAT. e ABL.: pluribus
– plus seguito dal genitivo partitivo è usato con il valore sostantivato di «una maggior
quantità», «un maggior numero»;
Plus mali quam boni attulit. (Cic.) Arrecò più male che bene.
Plus hostium fuga quam proelium absumpsit. (Liv.)
La fuga annientò più nemici che la battaglia.
– le forme plurali sono usate in funzione di aggettivo nel significato di «più numerosi» o
in funzione di sostantivo e in questo caso possono essere seguite dal genitivo partitivo:
254
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 255
255
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 256
Unità IX
A – Vitam meliorem, optimo viro, ad maiora, maxima mala, plurimae urbes, plus audaciae,
plures milites, ob pessimos amicos, peius consilium, frater minor, minima scintilla,
facillimis rebus, humilior homo, per maledicentissimos adversarios, extremum oppidum, in
locis superioribus, numerus inferior, soror minor natu, dux maximus natu, Plinius iunior,
domini ditiores, urbs ditissima, templa veterrima.
B – Al migliore dei consoli, ai più vecchi dei giudici, i peggiori, le cose più difficili, mol-
tissimi soldati, con più danni che benefici, una casa troppo grande, più fanti che cavalie-
ri, il più vecchio dei senatori, il più giovane dei (due) amici, ad un uomo migliore di te, i
più gracili degli scolari, ai più maldicenti, di un liberto troppo ricco, i luoghi più idonei.
256
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 257
1. Tenet me summus amor parsimoniae. (Sen.) 2. Amicitia res plurimas continet. (Cic.)
3. In Africa malefici generis plurima animalia sunt. (Sall.) 4. Erat oppidum Alesia in
colle summo. (Ces.) 5. Incolunt prope (avv.) Allobroges, gens iam inde nulla gallica gente
opibus aut fama inferior. (Liv.) 6. Gradus plures sunt societatis hominum. (Cic.) 7. Agesilaus
pepulit multo maiores adversariorum copias. (Nep.) 8. Summae dignitatis femina sed
ultimae iam senectutis mortiferam traxit potionem. (Val. Mass.) 9. Theseus, Aegei filius,
Minotaurum interfecit, eumque plurimae aliae victoriae clarissimum fecerunt. (Amp.)
10. P. Sulpicius tribunus plebis, vigore ingenii atque animi celeberrimus, rectissima
voluntate apud populum maximam quaesivit dignitatem. (Vell. Pat.) 11. Duae (= due)
viae ad Luceriam ducebant, brevior per Furculas Caudinas. (Liv.) 12. Hic alpinus amnis
longe omnium Galliae fluminum difficillimus transitu est. (Liv.) 13. Inrigationibus
terram multo fecundiorem reddimus. (Cic.) 14. Necessitatis inventa antiquiora sunt quam
voluptatis. (Cic.) 15. Fuga miserrimum et ultimum praesidium est. (Serv.) 16. Postremus
apud eos regnavit Sardanapallus, vir muliere corruptior. (Giust.)
1. Amicus magis necessarius est quam ignis et aqua. (Cic.) 2. Sueborum gens est longe
maxima et bellicosissima Germanorum omnium. (Ces.) 3. Otium industriae et studio
maxime contrarium est. (Val. Mass.) 4. Morbi perniciosiores pluresque sunt animi quam
corporis. (Cic.) 5. Furius Camillus Veios civitatem cepit antiquissimam Italiae atque
257
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 258
Unità IX
ditissimam. (Eutr.) 6. Augustus plurimorum liberos educavit simul cum suis. (Svet.)
7. Populus Romanus multo acrior intentiorque pro ultione Reguli quam pro victoria fuit.
(Fl.) 8. Vina veterrima suavissima sunt. (Cic.) 9. Posteriores cogitationes sapientiores esse
solent prioribus. (Cic.) 10. Helvetii iumentorum quam maximum numerum coemere et
sementes quam maximas facere constituunt. (Ces.) 11. Trimalchio habebat in minimo
digito sinistrae manus anulum grandem subauratum. (Petr.) 12. Miserrimam vitam
pessima morte ego finio. (Tac.) 13. Haec mala multo sunt minora. (Cic.) 14. De Tiburtino
agro veniet pinguissimus haedulus, qui plus lactis habet quam sanguinis. (Giov.)
15. Velocissimum omnium animalium, non solum marinorum, est delphinus ocior
volucre, acrior telo. (Plin. il V.)
Nullum bonum vita carius homini est. Homo senior et pauperrimus ex suis municipibus
vitam humillimam agebat: in minima casa vivebat, pessimas vestes induebat, cibo
vilissimo et maxime exiguo se sustentabat nec ullam spem melioris fortunae habebat.
Quondam senex vespere domum remeabat, umeris lignorum fascem graviorem sustinens.
Tunc fessus tam duro labore quam itinere longo ac asperiore, onus humi deposuit et resedit.
Voce submissa sic malum suum gemuit: «Vitam multo beatiorem ceteri agunt, mea sors
miserrima et durissima omnium est. Nullum hominem enim reperio tam infelicem quam
me, nullam condicionem asperiorem et magis laboriosam victu meo; vita eiusmodi mors est
mihi optabilior». Cum mors eius verba audivisset, celerrima accurrit cum acutissima sua
falce et senem interrogavit: «Quid (= che cosa) optas, amice?» Tum senex, horrendam
mortis faciem videns, maximo cum terrore sic respondit: «Lignorum fascis de umeris meis
cecidit: praebe mihi auxilium et onus umeris rursus impone».
Riporta opportunamente le espressioni che presentano aggettivi ai seguenti gradi:
comp. di maggioranza .....................................................
.....................................................
comp. di minoranza .....................................................
comp. di uguaglianza .....................................................
comp. assoluto .....................................................
superlativo assoluto .....................................................
.....................................................
superlativo relativo .....................................................
.....................................................
L E S S I CO : DA L L AT I N O A L L’ I TA L I A N O
Senior: al significato primario di «(più) vecchio, anziano» si aggiunse quello di «per-
sona a cui si deve rispetto» e da qui ebbero origine in italiano i termini «sire, signo-
re, signora, signorina, monsignore», in francese «segneur, monsieur (da mon
segneur)», in inglese «sir» che indicava il titolo onorifico dei nobili.
Senior e junior, posposti a un nome proprio di persona, sono oggi usati soprattutto
nella lingua inglese, per distinguere in caso di omonimia all’interno di una stessa
famiglia l’individuo più vecchio o più giovane.
258
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 259
Come gli aggettivi qualificativi, anche gli avverbi qualificativi ammettono il grado com-
parativo e superlativo.
259
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 260
Unità IX
Nel caso l’avverbio sia espresso al comparativo assoluto si rende, come l’aggettivo, con
«piuttosto», «alquanto», «troppo» e lo stesso avverbio.
◆ Particolarità
260
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 261
■ Alcuni avverbi, pur non derivando da aggettivi, hanno una forma di comparativo e
di superlativo:
positivo comparativo di maggioranza superlativo
diu a lungo diutius diutissime
saepe spesso saepius saepissime
nuper poco fa – nuperrime
Quam seguito dal superlativo dell’avverbio si traduce con l’espressione «il più
possibile».
es. quam celerrime il più rapidamente possibile
A – Sacerrime, utilius, quam fortissime, multo acrius, pessime, diutius, multo peius, quam
plurimum, proxime, asperrime, melius, humillime.
B – Il più benevolmente, molto equamente, più coraggiosamente, meglio, malissimo,
molto prudentemente, più elegantemente, molto tenacemente, molto più miseramen-
te, il più fortemente possibile, spessissimo, più a lungo.
Es. 17 Traduci
261
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 262
Unità IX
Bonacius, facetissimus adulescens, admodum tarde surgebat e lecto. Olim cum socii eius
tarditatis causam ex eo quaesivissent, Bonacius subridens, iucundissime respondit: «Apud
meum lectum, mane, cum oculos aperio, duae pulcherrimae feminae, Sollicitudo et
Pigritia, stant. Quarum altera me monet ut quam celerrime surgam et opus maxima
sollertia agam neque diutius in lecto diem teram; altera, priorem increpans, mihi suadet
ut quiescam, et propter frigoris acutissimi vim, in calore lecti permaneam. Prior insuper
rationes suas defendit. Ego autem, tamquam aequus iudex, nullam in partem declinans,
litigantes diligentissime audio et earum sententiarum concordiam exspecto. Ita, exspectans
litis finem, tardius surgo».
da Poggio Bracciolini
Oenomaus, rex Elidis, oraculo monitus erat ut generum suum caveret. Itaque rex, cum
equos longe optimos totius Graeciae haberet, palam edixerat: «Filiam meam Hippodamiam
in matrimonium dabo ei qui primus curriculo equorum me superaverit. Is quem
superavero, vitam pessime amittet». Tamen nonnulli adulescentes maximum periculum
audacter neglegentes Hippodamiam uxorem petiverunt. Quibus Oenomaus concedebat ut
praecurrerent, inde lente currum ascendens equos suos incitabat quo vento celerius
currerent; tum propius accedens, adversarios suos pilo a tergo crudeliter perfodiebat. Olim
Pelops, Tantali filius, cum amore fortissimo in Hippodamiam captus esset, auxilium
petivit a Neptuno qui equos omnium celerrimos ad iuvenis currum iunxit. Reliqui dei
praeterea, ne Pelops necaretur, pessimi regis currum in mare praecipitaverunt. Tum Pelops
Hippodamiam in matrimonium duxit et Olympia instituit, ut memoria illius curriculi
quam diutissime maneret. Illa autem terra, cuius Elis pars est, a Pelopis nomine
Peloponnesus appellata est.
da Igino
Forte haedus, dum ad ovile in pago situm pergit, in lupum famelicum et praedae
avidiorem incidit. Haedus, lupo velocior, facillime eum elusit. Nam quam celerrime ad
vicum tetendit et inter lanigeros tutus constitit. Tum impiger raptor, peritior fraude quam
cursu, vincere dolis temptavit quem velocitate vincere non potuerat. Itaque ad vicum
appropinquavit, clamans: «In omnibus templis miserrima pecudum mors humum
cruentat. Nisi in securo campo refugium inveneris, tu quoque ante templa cades». Haedus,
lupi voracitatem magis quam sortem timens, ei respondit: «Melius est deis sanguinem
fundere quam rabidi lupi ventrem satiare».
da Aviano
262
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 263
singolare plurale
CASO maschile femminile neutro maschile femminile neutro
NOM. $dem eâdem îdem i$dem eaedem eâdem
GEN. ñiusdem ñiusdem ñiusdem eõrundem eãrundem eõrundem
DAT. e$dem e$dem e$dem i$sdem i$sdem i$sdem
ACC. eundem eandem îdem eõsdem eãsdem eâdem
ABL. eõdem eãdem eõdem i$sdem i$sdem i$sdem
singolare plurale
CASO maschile femminile neutro maschile femminile neutro
NOM. ipsê ipsâ ipsûm ips$ ipsae ipsâ
GEN. ips$us ips$us ips$us ipsõrum ipsãrum ipsõrum
DAT. ips$ ips$ ips$ ips$s ips$s ips$s
ACC. ipsûm ipsâm ipsûm ipsõs ipsãs ipsâ
ABL. ipsõ ipsã ipsõ ips$s ips$s ips$s
■ Is, ea, id può essere usato con diversi valori e significati, cioè come:
– pronome personale di 3a persona «egli, ella, esso»; inoltre, le forme del genitivo eius,
eorum, earum rendono il possessivo non riflessivo «suo, sua, loro»;
Is mihi litteras reddidit. (Cic.) Egli mi consegnò una lettera.
Deum agnoscimus ex operibus eius. (Cic.) Riconosciamo Dio dalle sue opere.
263
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 264
Unità IX
– nella forma del neutro id per richiamare un’intera proposizione; id est significa «cioè».
Impune facere quaelibet, id est regem esse. (Sall.)
Fare impunemente qualunque cosa, questo significa essere re.
Duobus modis, id est aut vi aut fraude, fit iniuria. (Cic.)
L’ingiustizia si commette in due modi, cioè o con la violenza o con la frode.
■ Idem, eadem, idem stabilisce un rapporto di identità tra due termini: indica qualcu-
no o qualcosa che è già stato nominato oppure può assumere il significato di «mede-
simo, uguale, identico»;
Non omnibus eadem placent. (Sen.) Non a tutti piacciono le medesime cose.
Amor omnibus idem. (Virg.) L’amore è identico per tutti.
■ Ipse, ipsa, ipsum rafforza o contrappone un termine e può essere reso con «stesso,
in persona, proprio (lui), persino (lui)»;
Consul ipse exercitum in proelium ducit. (Liv.)
Il console in persona conduce l’esercito in battaglia.
A multis ipsa virtus contemnitur. (Cic.)
Persino la virtù è disprezzata da molti.
Ipse dixit. (Cic.)
Lo ha detto proprio lui (cioè il maestro Pitagora).
Es. 18 Traduci
A – Is magister, id genus, ea verba, cum ea quae, per eos quibus, ei qui, eiusdem militis,
eundem modum, eodem tempore, in eadem acie, easdem copias, eodem veneno, vir ipse, se
ipsum, Caesarem ipsum, cum muliere ipsa, hominum ipsorum, tibi ipsi.
B – Di quel giovane, in quella casa, quei templi, a coloro i quali, a colei della quale, nel
medesimo giorno, del medesimo esercito, le medesime cose, un identico risultato, degli
stessi (già precedentemente nominati), il maestro stesso, al console in persona, persino
i filosofi, proprio del re, a se stesso.
264
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 265
Es. 20 Traduci
1. Nos premet eadem fortuna. (Cic.) 2. Inventa sunt specula ut homo ipse se nosceret.
(Sen.) 3. Ego libertum eius per se ipsum diligo. (Cic.) 4. Lucretia se ipsa interemit. (Cic.)
5. Eodem tempore Critias ceterique tyranni Atheniensium certos homines ad Lysandrum in
Asiam miserunt. (Nep.) 6. Tu id aurum non surripuisti? (Plaut.) 7. Ipsi Caesari
Ptolemaeus paravit insidias. (Eutr.) 8. Eadem non aestate solum, sed etiam iisdem prope
diebus Cn. Manlius consul bellum gessit. (Liv.) 9. M. Crassus et Q. Hortensius homines
eiusdem aetatis potentissimi fuerunt. (Cic.) 10. Laeta urbis eius oppugnatio fuit et ipsis,
qui rem gesserunt et imperatori. (Liv.) 11. Idem hic annus censurae initium fuit. (Liv.)
12. Eodem animo beneficium debetur, quo datur. (Sen.) 13. Te oro ut, quoniam me ipsum
semper amavisti, ut eodem amore sis. Ego enim idem sum. (Cic.)
265
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 266
Unità IX
– l’intenzionalità, che viene resa in italiano con l’espressione «avere intenzione di» e il
verbo all’infinito;
Come puoi osservare dagli esempi, il modo e il tempo del predicato delle perifrasi ita-
liane è determinato dal modo e dal tempo del verbo sum.
Es. 21 Traduci
A – Empturi sunt, cogniturus fuit, collocaturus es, obsessuri eratis, concitaturus eris,
coniecturus sum, fracturi erimus, prohibitura eras, munituri fuistis, probaturae
erant, despecturus eris, venturae sumus.
B – Siete stati sul punto di fuggire, abbiamo intenzione di tacere, eravamo stati in pro-
cinto di chiedere, è destinato a comandare, stiamo per capire, avevano avuto l’intenzio-
ne di comperare, starà per correre, hanno intenzione di dire, eravate sul punto di man-
dare, eri destinato a vincere, fu sul punto di sbagliare, avrò intenzione di leggere.
Es. 23 Traduci
1. Omnia quae ventura sunt in incerto iacent: protinus vive. (Sen.) 2. Iniuriam qui
facturus est, iam facit. (Sen.) 3. Q. Metellus ad bellum, quod gesturus erat, animum
intendit. (Sall.) 4. Non estis cenaturi? - Iam saturi sumus. (Plaut.) 5. Illi nondum
venerant, sed erant venturi. (Cic.) 6. Bellum scripturus sum, quod populus Romanus
cum Iugurtha, rege Numidarum, gessit. (Sall.) 7. Helvetii frumentum omne, praeter
quod secum portaturi erant, comburunt. (Ces.) 8. Ego tabellarios postero die ad vos
eram missurus. (Cic.) 9. Cum apes iam evolaturae sunt, personant vehementer. (Varr.)
10. Omnes deos publicos privatosque, Quirites, deserturi estis? (Liv.) 11. Quae dico
dicturusque sum nota sunt omnibus. (Cic.) 12. Magna pars hominum, quae
navigatura est, de tempestate non cogitat. (Sen.) 13. Irascimur (= ci adiriamo con)
saepe non illis qui laeserunt, sed iis qui laesuri sunt. (Sen.)
266
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 267
I tempi dell’infinito
5. I tempi dell’infinito
L’infinito ha in latino tre tempi: il presente, il perfetto, il futuro.
Il presente attivo e passivo e il perfetto attivo si formano con l’aggiunta di suffissi; il futu-
ro attivo e passivo e il perfetto passivo si formano, invece, in modo perifrastico.
La formazione dei tempi è la seguente:
presente attivo: tema del presente + -re
Ecco lo schema dei tempi dell’infinito del verbo sum, delle quattro coniugazioni e della
coniugazione mista dei verbi in -îo.
Forma attiva
coniug. presente perfetto futuro
sum esse fuisse futurum, am, um
esse
futuros, as, a
fore (indeclinabile)
essere essere stato stare per essere
1a laudare laudavisse laudaturum, am, um
esse
lodare avere lodato laudaturos, as, a
stare per lodare
2a monñre monuisse moniturum, am, um
esse
ammonire avere ammonito monituros, as, a
stare per ammonire
3a
legêre legisse lecturum, am, um
esse
leggere avere letto lecturos, as, a
stare per leggere
4a
audire audivisse auditurum, am, um
esse
udire avere udito audituros, as, a
stare per udire
mista capêre cepisse capturum, am, um,
esse
prendere avere preso capturos, as, a
stare per prendere
267
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 268
Unità IX
Forma passiva
coniug. presente perfetto futuro
1a
laudari laudatum, am, um laudatum iri
esse
essere lodato laudatos, as, a stare per essere lodato
essere stato lodato
2a moneri monitum, am, um monitum iri
esse
essere monitos, as, a stare per essere ammonito
ammonito essere stato ammonito
3a
legi lectum, am, um lectum iri
esse
essere letto lectos, as, a stare per essere letto
essere stato letto
4a audiri auditum, am, um auditum iri
esse
essere udito auditos, as, a stare per essere udito
essere stato udito
mista capi captum, am, um, captum iri
esse
essere preso captos, as, a stare per essere preso
essere stato preso
Il participio perfetto (tema del supino + -us, -a, -um) dell’infinito perfetto passivo
e il participio futuro (tema del supino + -urus, -ura, -urum) dell’infinito futuro atti-
vo sono sempre in accusativo e concordano in genere e numero con il soggetto.
Nell’infinito futuro passivo, invece, il supino e iri (infinito presente impersonale
del verbo eo, is, ivi, itum, ire, «andare») rimangono entrambi invariati nel genere
e nel numero.
L’italiano non possiede l’infinito futuro; perciò, per tradurlo in modo letterale, si
ricorre alle locuzioni «stare per...», «essere per...».
Nella pratica, però, poiché è usato solo nelle proposizioni soggettive e oggettive
per esprimere il rapporto di posteriorità, si traduce con:
– l’indicativo futuro, se il verbo reggente è un tempo principale (presente o futuro);
– il condizionale passato, se il verbo reggente è un tempo storico (tutti i tempi
del passato).
A – Iussisse, dari, servaturos esse, instructum iri, legisse, captas esse, defensurum esse,
vinciri, paratum esse, coli, mansisse, vitari, tractos esse, retineri, restitisse, duci, visuram
esse, circumdatum iri, poni, rapuisse.
B – Essere venuto, essere visto, essere stato compreso, stare per vincere, stare per essere
catturato, avere aperto, essere disprezzato, stare per scrivere, avere cantato, stare per
essere colpiti, avere imparato, essere stati atterriti, essere caduto, avere perdonato, stare
per incitare, stare per essere conquistati, avere defezionato, essere stati ammoniti.
268
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 269
Es. 25 A – Dei seguenti verbi forma, quando è possibile, tutti i tempi dell’infi-
nito di forma attiva e passiva e indicane la traduzione
B – Forma i participi (presente, perfetto quando possibile, futuro) dei
seguenti verbi e indicane la traduzione
sum, es, fui, esse intrans. essere
do, das, dedi, datum, are trans. dare
obsideo, es, obsedi, obsessum, obsidñre trans. assediare
ago, is, egi, actum, agêre trans. condurre
mitto, is, misi, missum, mittêre trans. mandare
timeo, es, timui, timñre trans. temere
interficio, is, feci, fectum, interficêre trans. uccidere
vivo, is, vixi, victum, vivêre intrans. vivere
punio, is, ivi, itum, ire trans. punire
descendo, is, scendi, scensum, êre intrans. scendere
– complemento oggetto, quando è retto da verbi servili (possum, debeo, soleo, volo), da
verbi di comando (statuo, constituo, decerno, «decido») o da verbi che indicano l’i-
nizio o la fine dell’azione (incipio, «incomincio a», desino, desisto, «smetto di»).
Ego vivere pulchrum duxi. (Cic.) Io ritenni bello il vivere.
1
L’infinito in funzione verbale si può trovare, seppur raramente, anche in alcune proposizioni indipendenti:
– il presente è usato, soprattutto dagli storici, con valore descrittivo-narrativo per esprimere un’azione
durativa nel passato di particolare drammaticità, che viene resa in italiano con l’imperfetto indicativo.
es. Arma capere alii, alii se abdere, pars territos confirmare. (Sall.)
Alcuni afferravano le armi, altri si nascondevano, una parte rassicurava quelli che erano atterriti.
– il presente e il perfetto con soggetto in accusativo possono essere usati con valore esclamativo.
es. Te nunc sic vexari, sic iacere in lacrimis et sordibus! (Cic.)
Così tu ora sei afflitta, così giaci in lacrime e in lutto!
269
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 270
Unità IX
Es. 26 A – Traduci
B – Riconosci la funzione logica dell’infinito
1. Facere docet philosophia, non dicere. (Sen.) 2. Amare et sapere vix conceditur. (Publ. Sir.)
3. Constitui ad te venire (Cic.) 4. Ridiculum est currere ad mortem taedio vitae. (Sen.)
5. Habere eripitur, habuisse numquam (eripitur). (Sen.) 6. Contemni turpe est. (Petr.)
7. Iniustissimum est iustitiae mercedem quaerere. (Cic.) 8. Laudari a bonis et vituperari a
malis unum est. (Cic.) 9. Periculosius est timeri quam despici. (Sen.) 10. Iugurtha, coactus
rerum necessitate, statuit armis certare. (Sall.) 11. Ingenium viri flecti non potest, frangi
potest. (Sen.) 12. Difficile est longum deponere amorem. (Catull.) 13. Orator nec studuit
esse umquam nec fuit. (Sen.) 14. Carum esse civem, laudari, coli, diligi gloriosum est; metui
vero et in odio esse invidiosum, detestabile, imbecillum, caducum est. (Cic.)
In tria tempora vita dividitur: quod fuit, quod est, quod futurum est. Ex his temporibus
quod agimus breve est, quod acturi sumus dubium, quod egimus certum. In hoc tempus
fortuna omne ius perdidit, quod in alterius arbitrium reduci non potest. Sapiens, qui
omnia egit sub censura sua, quae decipi non potest, libenter se in praeteritum tempus
retorquet; contra ille, qui multa ambitiosa concupiit et multa superbe contempsit, insidiose
decepit, avare rapuit, prodige effudit, memoriam suam timebit. Atqui haec est pars
temporis nostri sacra, quam non inopia, non metus, non morborum incursus exagitare
potest. Hoc tempus nec turbari nec eripi potest; perpetua et intrepida eius possessio est.
da Seneca
6. La proposizione infinitiva
La proposizione subordinata infinitiva, così chiamata perché caratterizzata dal verbo
all’infinito, può svolgere la funzione di soggetto o di oggetto della proposizione reg-
gente: nel primo caso prende il nome di soggettiva, nel secondo di oggettiva.
In entrambi i casi è una proposizione subordinata completiva, perché è indispensabile
a completare il significato della proposizione reggente.
■ La proposizione infinitiva soggettiva è retta da:
– verbi impersonali come constat, «è noto», oportet, «è opportuno», decet, «conviene»,
licet, «è lecito», o verbi costruiti in forma impersonale come proditum est, «è stato
tramandato», dicitur, « si dice»;
Caelium oratorem fuisse iracundum constat. (Sen.)
È noto che Caelio fu un oratore irascibile.
– locuzioni formate da un aggettivo neutro o da un sostantivo e da una voce del verbo
sum alla 3a persona singolare: aequum est, «è giusto», utile est, «è utile», fama est, «è
fama / opinione», ecc.
Aetolos appropinquare fama erat. (Liv.)
Era opinione che gli Etoli si avvicinassero.
270
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 271
La proposizione infinitiva
2
Alcuni verbi che reggono la proposizione oggettiva possono anche essere costruiti con una proposizione
completiva con ut / ne e il congiuntivo.
271
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 272
Unità IX
es. È evidente che non lo sai. Sai bene che l’ho fatto io. Voleva che lo facessi io.
Sapeva che lo avrei fatto io. Si pensò che non stesse bene. Avevi detto che mi
avresti aiutato. È probabile che verrebbe, se lo chiamassi tu.
es. Credevano di essere i primi. Sa di aver sbagliato. Non è giusto portargli ran-
core. Mi sembra di essere stata comprensiva. Ci ordinò di non parlare. La
legge ci vieta di danneggiare gli altri.
Per quanto riguarda la corrispondenza dei modi e dei tempi tra le due lingue, tieni pre-
sente il seguente schema comparativo:
272
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 273
La proposizione infinitiva
rapporto di contemporaneità
in latino: infinito presente
in italiano: – indicativo o congiuntivo presente se il verbo della reggente è al presente
o al futuro;
– indicativo o congiuntivo imperfetto se il verbo della reggente è un
tempo del passato.
Dico te bonum esse. Dico (ora) che tu sei buono (ora).
Puto te bonum esse. Credo (ora) che tu sia buono (ora).
Dicebam Dicevo (allora)
Dixi te bonum esse. Dissi, ho detto che tu eri buono (allora).
Dixeram Avevo detto
Putabam Credevo (allora)
Putavi te bonum esse. Credetti, ho creduto che tu fossi buono (allora).
Putaveram Avevo creduto
rapporto di anteriorità
in latino: infinito perfetto
in italiano: – indicativo o congiuntivo passato se il verbo della reggente è al presente
o al futuro;
– indicativo o congiuntivo trapassato se il verbo della reggente è un
tempo del passato.
Dico te bonum fuisse. Dico (ora) che tu sei stato buono (prima).
Puto te bonum fuisse. Credo (ora) che tu sia stato buono (prima).
Dicam te bonum fuisse. Dirò (in futuro) che tu sei stato buono (prima).
Putabo te bonum fuisse. Crederò (in futuro) che tu sia stato buono (prima).
Dicebam Dicevo (allora)
Dixi te bonum fuisse. Dissi, ho detto che tu eri stato buono (prima).
Dixeram Avevo detto
Putabam Credevo (allora)
Putavi te bonum fuisse. Credetti, ho creduto che tu fossi stato buono (prima).
Putaveram Avevo creduto
rapporto di posteriorità
in latino: infinito futuro
in italiano: – indicativo futuro se il verbo della reggente è al presente;
– condizionale passato se il verbo della reggente è un tempo del passato.
Dico te bonum futurum esse (o fore). Dico (ora) che tu sarai buono (in seguito).
Puto te bonum futurum esse. Credo (ora) che tu sarai buono (in seguito).
Dicebam Dicevo (allora)
Dixi te bonum futurum esse. Dissi, ho detto che tu saresti stato buono
Dixeram Avevo detto (in seguito).
Putabam Credevo (allora)
Putavi te bonum futurum esse. Credetti, ho creduto che tu saresti stato buono
Putaveram Avevo creduto (in seguito).
273
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 274
Unità IX
A U X I L I U M Come riconoscere la
proposizione infinitiva
D’ora in avanti ti troverai a tradurre dei periodi che possono anche presentare la
proposizione infinitiva: ecco dunque alcuni suggerimenti pratici che possono esser-
ti di aiuto sia per riconoscerla sia per tradurla correttamente.
Innanzitutto, non incominciare mai a tradurre il testo parola dopo parola, ma sof-
fermati ad analizzare la struttura complessiva dei vari periodi; questo modo di pro-
cedere, che ti abbiamo già più volte raccomandato, è assolutamente indispensabile
per riuscire a individuare la proposizione infinitiva all’interno di un periodo com-
plesso. Ricorda che, pur non essendo introdotta da nessun connettivo, essa è facil-
mente riconoscibile per le seguenti caratteristiche:
– dipende da verbi che hanno significati specifici (verbi di «dire», di opinione, sen-
timento, ordine, ecc.);
– presenta sempre un elemento in accusativo, che funge da soggetto;
– ha il verbo all’infinito (che non è retto da un verbo servile di modo finito).
Ti raccomandiamo, quindi, di memorizzare i verbi che con maggior frequenza reg-
gono la proposizione infinitiva: così, incontrandoli in un testo, potrai subito ipotiz-
zare la presenza di un’infinitiva e cercarne poi conferma osservando se nella frase
c’è un verbo all’infinito e un elemento in accusativo che possa fungere da soggetto.
Ricorda che alcuni verbi ammettono varie costruzioni, tra cui anche l’infinitiva, e
sono proprio questi i casi in cui è più facile incorrere in errori, soprattutto se si pro-
cede traducendo parola dopo parola.
Osserva ad esempio la seguente frase con il verbo video:
es.Consulem discessisse vidi. Vidi (constatai, mi accorsi) che il console era partito.
274
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 275
La proposizione infinitiva
non: «vidi il console che era partito»; in questa frase, che ha un significato del tutto
diverso, il «che» è pronome relativo e in latino sarebbe:
Vidi consulem qui discesserat.
Una volta che hai individuato la proposizione infinitiva, non tradurre mai alla lette-
ra il costrutto latino, completamente diverso dalla corrispondente costruzione ita-
liana, ma procedi così:
– fai dipendere dal verbo reggente la proposizione e introducila con la congiun-
zione «che»; talora può risultare più scorrevole mantenere anche in italiano la
forma implicita, espressa con «di» e l’infinito (non però quando c’è l’infinito
futuro che in italiano manca);
– valuta il rapporto temporale indicato dall’infinito e rendilo opportunamente con
il modo e il tempo richiesti dall’italiano.
Per la corrispondenza dei modi e dei tempi studia bene lo schema proposto; infatti, le
difficoltà incontrate dagli studenti nel tradurre l’infinitiva sono dovute, in genere, alla
scarsa conoscenza dell’uso italiano, che nella proposizione oggettiva e soggettiva è ben
più vario e complesso rispetto a quello latino, limitato ai soli tre tempi dell’infinito.
Es. 29 Traduci
Es. 30 A – Traduci
B – Volgi in forma passiva le proposizioni infinitive
275
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 276
Unità IX
Es. 31 A – Traduci
B – Trasforma opportunamente il tempo dell’infinito in modo da ren-
dere il rapporto di tempo indicato
1. Scimus L. Acilium apud patres nostros appellatum esse sapientem. (Cic.) 2. Nuntiabant
legati Labicanos arma cepisse et castra in Algido posuisse. (Liv.) 3. Confido te id esse
facturum. (Cic.) 4. Postquam audierunt muros instrui, legatos Athenas miserunt. (Nep.)
5. Numquam se cenasse domi Philo iurat. (Marz.) 6. Turpe est deum mortali cedere. (Ov.)
7. Anaxagoras dixit Deum esse infinitam mentem. (Latt.) 8. Magorum mos est non
humare corpora, nisi (= se non) a feris ante laniata. (Cic.) 9. Dixi et nunc et saepe, patres
conscripti, bonum et salutarem principem senatui servire debere. (Svet.) 10. Ulixes fidem
dedit se venturum esse. (Ig.) 11. Ad mortem te, Catilina, duci iussu consulis iam pridem
oportebat. (Cic.) 12. Has litteras tibi redditum iri putabam. (Cic.) 13. Male vivunt qui se
semper victuros putant. (Publ. Sir.) 14. Scio me esse servum. (Plaut.) 15. Romam erat
nuntiatum fugisse Antonium. (Cic.) 16. Video in te esse omnia. (Cic.) 17. Non speraverat
Hannibal fore ut tot in Italia populi ad se deficerent. (Liv.) 18. Caesar in magnam spem
veniebat fore ut Ariovistus pertinacia desisteret. (Ces.)
Es. 33 Traduci
1. Lucretius scripsit Capua consules discessisse. (Cic.) 2. Ad me, mea Terentia, scribis te
vicum vendituram. (Cic.) 3. Video paucis diebus nos in armis fore. (Cic.) 4. Domitianus
dominum se et deum primus appellari iussit. (Eutr.) 5. Videbam perniciem meam cum
magna calamitate rei publicae esse coniunctam. (Cic.) 6. Equites Mauri nuntiant
Iugurtham duorum milium intervallo ante consedisse. (Ces.) 7. In novis tribunis plebis
intellego spem te habere. (Cic.) 8. Exaudita vox est a luco Vestae Romam captum iri. (Cic.)
9. Caesar audierat Pompeium per Mauritaniam cum legionibus iter in Hispaniam facere
confestimque esse venturum. (Ces.) 10. Cives sperant atque confidunt te rem publicam
liberaturum. (Cic.) 11. Aegeus, credens Theseum a Minotauro esse consumptum, in mare se
praecipitavit. (Ig.) 12. Audio te animo angi et medicum dicere ex eo te laborare. (Cic.)
13. Appius ut audivit nos venire, in ultimam provinciam se coniecit Tarsum usque. (Cic.)
14. Regina caput Cyri amputari atque in utrem humano sanguine oppletum coici iubet.
(Oros.) 15. Oedipus, postquam vidit se tot scelera nefaria fecisse, ex veste matris fibulas
detraxit et se luminibus privavit. (Ig.) 16. Pausanias cum cepisset complures Persarum
276
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 277
La proposizione infinitiva
nobiles atque in his nonnullos regis propinquos, hos clam Xerxi remisit, simulans eos ex
vinclis publicis effugisse. (Nep.) 17. Cum vultus Domitii cum oratione non consentiret atque
omnia trepidantius timidiusque ageret, res diutius tegi dissimularique non potuit. (Ces.)
18. Viros fortes et magnanimos eosdem bonos et simplices esse volumus (= vogliamo). (Cic.)
277
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 278
Unità IX
Post urbem captam cum sedatus esset Gallicus motus, res publica vero esset ad tenue
deducta, finitimi Romanorum fines invadere cupiebant. Itaque sibi praefecerunt
Postumium Livium, Fidenatium dictatorem, qui a senatu postulavit ut matres familias et
virgines sibi dederentur. Cum patres essent in ancipiti deliberatione suspensi, ancilla
nomine Tutela promisit se cum ceteris ancillis sub nomine dominarum ad hostem venturas
esse. Cum a Livio in castris distributae essent, ancillae viros plurimo vino provocaverunt,
diem festum apud se esse simulantes. Milites hoc modo soporati repentina Romanorum
incursione devicti sunt. Senatus ipse postea omnes ancillas manumitti iussit dotemque eis
ex publico fecit.
da Macrobio
Cassandra regis Priami filia ideoque Paridis et Hectoris soror erat. Narrant eam ab
Apolline adamatam esse et eius amorem recusavisse. Qua re poenam singularem
acerbumque privilegium a deo irato eam accepisse constat: instinctu divino afflatuque vera
auguria rerum futurarum praedicebat, sed nullus homo eius vaticiniis fidem habebat. Ita
vero, quamquam Troianis infelix virgo denuntiabat patriae perniciem iam proximam esse,
nullam fidem cives ei tribuebant, sed in magna spe erant se a bello discessuros esse victores.
Cum Graeci urbem Troiam dolo expugnavissent, Cassandra in aedem Palladis confugit,
sed Aiax, Oilei filius, nullo deorum metu deterritus, eam e sacro templo supplicem traxit
sociisque ut praedam belli tradidit. Notum est huius scelestae nefariaeque rei Aiacem postea
poenam solvisse quod di vetuerant illum in patriam reditum facere posse. Apud Euboeam
insulam eius navem ad scopulos impegerunt et vir, obrutus fluctibus, vitam amisit.
da Igino
1. I periodi complessi sono già stati scomposti nelle singole proposizioni: prima di tradurre
esegui l’analisi del periodo.
278
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 279
Versioni di riepilogo
VERSIONI DI RIEPILOGO
Vs. 16 mito La morte di Ercole e di Deianira
Deianira era la sposa di Ercole. Un giorno il centauro Nesso cercò di violentare Deianira, ma fu ucciso da
Ercole. Prima di morire, però, il centauro riuscì a consegnare alla giovane del sangue colato dalla sua ferita,
facendole credere che si trattasse di un efficacissimo filtro d’amore.
Deianira cum vidit Iolen, virginem eximiae formae, adductam esse captivam ab Hercule,
putavit eam virum surrepturam esse. Itaque, memor Nessi praecepti, iussit Lichan
famulum Herculi vestem tinctam Centauri sanguine tradere. Sed paulum sanguinis quod
in terra deciderat, ardere incepit. Cum Deianira id vidit, intellexit se deceptam esse a Nesso
et alium famulum misit ut eum cui vestem dederat revocaret. Sed Hercules vestem iam
induerat, statimque flagrare incepit; tunc ardorem exstincturus in flumen se coniecit, sed
flamma magis magisque crescebat. Tum atroci dolore excruciatus et sortem suam
perspiciens, heros pyram fecit et iussit servos pyrae ignem admovere. Servi autem id facere
recusaverunt; solus Philoctetes Herculi oboedivit et heros ob id beneficium arcum et sagittas
suas ei donavit. Fabula narrat Herculem a Iove in Olympum ductum esse ubi
immortalitatem impetravit, Deianiram autem ipsam se interfecisse.
da Igino
In Argolide turrita urbs Argi erat: praeerat Acrisius rex, qui ex Eurydice uxore nullos filios
habuerat, sed unam filiam, pulcherrimam Danaen. Olim rex ab urbe discessit oraculum
consultum ut successoris nomen cognosceret. Cum oraculum praedixisset eum a nepote necatum
iri, Acrisius vaticinii exitum impediturus, in turris cella filiam clausit et excubitores armatos
canesque ferocissimos undique disposuit ut ingressum custodirent. At Iuppiter, ut oraculum
impleretur, in pluviam auream se convertit et in turrim pervasit madefaciens Danaen
dormientem: notum est ex coniugio Persea genitum esse. Cum Acrisius rex infantis ortum
cognovisset, exterritus in mare Danaen et Persea in arca inclusos deiecit ut submergerentur. Qui
autem in insulam Seriphum pervenerunt, ubi Polydectes regnabat; piscator, ut naufragos vidit,
vehementer motus est et eos ad regiam deduxit ubi benigne accepti sunt.
Perseus in aula sanus validusque crevit, sed Polydectes, Danaes cupiditate accensus,
eam uxorem ducere optabat. Quoniam mulier eius precibus non vincebatur, rex
suspectum habuit a Perseo matrimonium impediri. Ideo, eius gloriae ambitionis
stimulum adhibens, iuvenem misit prehensum caput Medusae, foedissimae Gorgonum,
quae in saxum homines convertere poterat. Sed Perseus, Pallados auxilio, Medusae
caput detruncavit, deinde exagitatus a Gorgonibus fugit. Ubi in Aethiopiam pervenit,
ab horribili dracone pulchram Andromedam servavit eamque in matrimonium duxit.
Postquam Seriphum revertit, capite Medusae in saxum Polydecten convertit, postea cum
uxore matreque Argos contendit unde Acrisius, tenens memoria se per nepotem mortem
occubiturum esse, fugerat. At fatum vitare non potuit. Perseus enim Larisam venit in
publicis ludis certatum: discum iaciens invitus avum occidit.
279
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 280
Unità IX
Lectio brevis
I gradi dell’aggettivo
■ Comparativo di maggioranza:
radice dell’aggettivo + -ior (masch. e femm.) + quam e il 2° termine al caso del 1°
■ Superlativo relativo:
superlativo assoluto + genitivo partitivo / e, ex + ablativo / inter + accusativo
I gradi dell’avverbio
– idem, eadem, idem (is, ea, id + -dem indeclinabile) = il medesimo, lo stesso (nel
significato di uguale)
– ipse, ipsa, ipsum (is, ea, id + -pse declinabile) = stesso, proprio, persino (con
valore rafforzativo)
280
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 281
Lectio brevis
indica:
– imminenza = «stare per», «essere sul punto di», «essere in procinto di» + infinito
– intenzionalità = «avere intenzione di» + infinito
– predestinazione = «destinato a» + infinito
Si traduce con:
indicativo (se il verbo reggente esprime certezza)
– che + congiuntivo (se il verbo reggente esprime incertezza)
condizionale passato per la posteriorità rispetto a un passato
281
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 282
1. Hoc consilium non accipiam. 2. Illi non dedit quod promiserat. 3. De hac re multa mihi
scripserat. 4. Illi viri, quos audivi, clari philosophi sunt. 5. Hi te laudant, illi culpant.
6. Illos metuo, qui me nimis laudant, hos vito, qui me vituperant. 7. Di tibi hanc
fortunam dederunt. 8. Pater illius puellae domu sua eos eiecit. 9. Non solum nobis sed
etiam sibi nocet qui malos defendit.
Es. 4 Dei verbi indicati forma tutti i possibili participi e indicane la traduzione
Cervi fugientes; militibus fugituris; puero dormienti; legatos convocatos; Caesari occiso;
annos venturos; urbium deletarum; puellae orantes; ludentibus; capta; librum scripturus;
dolorem metuentes; auxilium rogaturis; amicitiam petentis; reges bello superati; animalia
sacrificata; urbes ab armatis saeptae.
282
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 283
1. Victis nullum effugium dabitur. 2. Pater in amplexus filiae occurrentis ruebat. 3. Omnes
iudicem sententiam dicturum attente audiebant. 4. Praedones in urbem domos spoliaturi
irrumpunt. 5. Populus in alias terras migraturus legatos misit oraculum consulturos. 6. Marcus
iussis vestris oboediens erit. 7. Cives clamorem pugnantium et lamenta militum vulneratorum
audiebant. 8. Hostes urbem obsessuri veniunt. 9. Vidi pueros flentes. 10. Populus ira ductus
magnos tumultus edit. 11. Aeneas Troiam a Graecis captam incensamque vidit. 12. Somnium
animum puero dormienti turbavit. 13. Multis rebus adducti Helvetii pacem confirmant. 14.
Miles vulneratus strenue pugnabat. 15. Rex somnio territus et timens pro regno suo infantem ad
ripas fluminis exposuit. 16. Puer ex arbore casurus clamavit et pastores ei laboranti succurrerunt.
1. Dux legionem castris continuit ne proelium committeret. 2. Missi sunt principes civitatis
legati ut Decimum Brutum liberarent. 3. Consul ignes accendi prohibuit ut occultus esset eius
adventus. 4. Senatus consules misit ut urbem, quae capta erat, liberarent. 5. Matrona mittebat
ancillas ut cenam pararent. 6. Haec dixi ne in errorem incideretis. 7. Legum omnes servi sumus
ut liberi esse possimus. 8. Iam praemissi erant equites ut multitudinem Romam traducerent.
9. Ad te scribam ne sententiam meam ignores. 10. Hannibal per agrum Campanum petit ut
Neapolim oppugnet. 11. Multi homines vivebant ut ederent; Socrates contra edebat ut viveret.
Es. 9 Traduci
1. Vocati sunt iudices qui iudicium dicerent. 2. Mittentur milites proelium commissuri.
3. Veniam Romam visum omnia monumenta de quibus mihi dixisti. 4. Amicus meus venerat
urbem visum. 5. Lucius noster venit ad nos cenatum. 6. Hannibal celeriter iter facit exercitum
in hiberna reducens. 7. Cras medicus veniet me visitaturus et aliquid de mea infirmitate dicturus.
8. Athenas veni ludos spectatum. 9. Aedui ad Caesarem venerunt frumentum quod promissum
erat petitum. 10. Parentes venerunt qui auxilium nobis portarent.
1. Te oro ut homines miseros incolumes conserves. 2. Cineas legatus a Romanis petivit ut pacem
aequis condicionibus facerent. 3. Discipulos monemus ut diligenter studeant. 4. Antonius
imperavit ut omnes milites ad castra concurrerent. 5. Dux milites incitabat ne pugnam
desererent. 6. A vobis peto ut benigne me audiatis. 7. Cura ne hoc a te neglegatur. 8. Philosophi
curant ut appetitus rationi oboediant neque eam homines propter pigritiam et ignaviam
deserant. 9. Videtis ut vestros praeceptores non minus quam ipsa studia ametis. 10. Illius rei
obscuritas effecit ne omnia intellegerentur.
283
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 284
1. Cum Romam venire non possim, tibi scribam. 2. Cum Romam venire non potuissem, tibi
scripsi. 3. Camillus, cum signum det, ex equo desilit. 4. Camillus, cum signum dederit, ex equo
desilit. 5. Cum Troiam cepissent, Graeci eam incenderunt. 6. Cum senectus appropinquet,
corporis vires languescunt. 7. Romam properamus, cum multos dies Capuae manserimus.
8. Cum clamitetis, magistrum audire non possum. 9. Cum vulneratus esset, dux signum
receptui dedit. 10. Antigonus, cum pugnaret adversus Seleucum, in proelio cecidit. 11. Cum
Seleucus interfectus esset, rex constitutus est Antiochus. 12. Fortunae crudelitatem sustinere non
possum, cum parentes perdiderim. 13. Cum mortales simus, mortalia curare debemus.
14. Spartacus, cum ex ludo gladiatorio fugisset, cum legionibus Romanorum bellum gessit.
284
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 285
1. Sicilia (la più grande delle isole) Italiae est. 2. Africa (più grande dell’Europa) sed (più
piccola dell’Asia) est. 3. Venus (la più bella di tutte le dee) fuit. 4. Argentum non est (pre-
zioso come l’oro), aurum enim (più prezioso) est. 5. Avari sunt (più desiderosi di ric-
chezze che di amicizia). 6. Athenae fuerunt (la più famosa delle città greche). 7. Lingua
Graeca (molto difficile) est, (più difficile della lingua latina). 8. Hoc consilium (più utile
del tuo) est. 9. (Moltissimi e grandissimi) templa Romae erant. 10. Persarum copiae fue-
runt (maggiori di quelle dei Greci). 11. Paulus (peggiore di Mario) est, nam (il peg-
giore dei miei allievi) est. 12. Rex (troppo avido) gloriae fuit. 13. Sibi imperare (diffici-
lissimo) est. 14. Milites (molto coraggiosi e veloci) fuerunt, sed (troppo audaci).
1. Constat Carthaginienses a Romanis victos esse. 2. Scimus in Gallia gentes bellicosas vivere.
3. Putamus te hoc imprudenter fecisse. 4. Intellegimus vos non sine causa haec pericula timere.
5. Caesar cognovit alteram ripam fluminis ab hostibus defendi. 6. Promitto me omnia haec
diligenter facturum esse. 7. Consul negavit se in provincia mansurum esse. 8. Omnes hunc
librum libenter lecturos esse credo. 9. Milites sperabant se magnam praedam facturos esse.
10. Dux dixit hostium urbem magna virtute a militibus Romanis expugnatam esse. 11. Consules
sciebant se post annum futuros esse privatos. 12. Tradunt Catonem in omnibus rebus singulari
industria fuisse. 13. Caesar castra vallo fossaque muniri iubet. 14. Traditum est ab Ulixe
Polyphemum excaecatum esse.
1. Narrant Iunonem, cum Iuppiter alias deas et mulieres amaret, ira exarsisse. 2. Dum
Agamennon securim extollit ut filiam immolaret, Diana intervenit ut infelicem puellam
servaret. 3. Agricolae, cum florem oleae videant, bacam mox se visuros esse putant. 4. Necesse
est leges breves esse quo facilius ab imperitis teneantur. 5. Legati cum sperarent hostium
regem indutias facturum esse dixerunt se mox domum reversuros esse. 6. Hostes, cum pabuli
inopia vexarentur, omnia sarcinaria iumenta interficiunt quo ad iter expeditiores essent.
7. Caesar pontem deleri iussit ne hostes flumen traicerent. 8. Phaedrus poeta narrat corvum,
cum caseum de fenestra rapuisset, super arborem volavisse.
285
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 286
Anus vultu laetissimo omnia cibaria familiaria ponit in mensam: in fictilibus bacae, olea,
ova, caseus, panisque sunt, in canistris uvae, pruna, nuces, in amphoris lac et vinum et
in medio favus candidissimus. Tum advenae libentissime edunt et bibunt; sed quanto magis
bibunt tanto magis vinum crescit, nec minus lactis est in amphora; quanto magis edunt
tanto cibaria meliora et plura sunt: caseus suavior, uvae rubriores, pruna maturiora, mel
dulcius quam antea, olea et ova sunt plurima. Baucis et Philemon attoniti mirabilissima
novitate pavent. Postremo anus ad mariti aurem insusurravit: «Advenae certe non sunt
homines mortales! Et cibus melior decet (decet + acc. = si addice a) deos!» Erat in area
unicus anser, minimae et pauperrimae villae custos; senes animal mactare iam parabant ut
cibum meliorem deis praeberet, cum Iuppiter: «Di - inquit - sumus: meritas poenas ob
maximam in hospites impietatem vicini vestri luent. Vos autem hominibus et deis
devotissimi modo tectum vestrum relinquite ac nobiscum in summo colle venite!»
Baucis et Philemon statim bacula sumunt et deis parent. Cum autem in altiorem collis
partem pervenerint, deorum iussu, oculos flectunt et regionem prospiciunt: ceterae domus
palude taeterrima mersantur, tantum miserum eorum domicilium manet, sed dum maximo
cum stupore omnia prospiciunt, veterrima casa in templum spendidissimum se convertit.
Nunc furcae et cannae casam sustinentes sunt altissimae columnae, parietes ex
candidissimo marmore, tectum auro nitidissimo flavet. Tum placida voce Iuppiter: «Dicite,
iuste senex et femina coniuge iusto dignissima; quid (= che cosa) aliud optatis?» Philemon
attonitus Baucida consultat.
Tum commune iudicium deis aperit Philemon: «Esse sacerdotes delubraque vestra custodire
cupimus. Equidem ego - ait senex - maior natu uxore mea ante eam amittere vitam desidero, cum
sine ea vivere non possim». Et Baucis: «Cum maxima concordia cum Philemone plurimos
annos egerim, ego quamquam minor natu simul cum eo animam efflare cupio. Ambo enim
vitam sine altero tristiorem et intolerabilem existimamus». Itaque Baucis et Philemon Iovis aedis
sacerdotes fuerunt, donec vita eis data est; multis annis post ante templi gradus, Philemon
Baucida frondescentem conspexit et Baucis Philemona vidit in arborem seniorem conversum.
286
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 287
Marcus Plautius, cum imperio senatus classem sociorum in Asiam reduceret, Tarentum
appulit. Ibi cum uxor eius Orestilla, quae illuc cum coniuge venerat, morbo oppressa
decessisset, Plautius maximo cum dolore eam funeravit et in rogum posuit. Cum autem
suprema oscula uxori dedisset, ferro incubuit. Amici eum corpori uxoris iunxerunt ac
deinde utrumque una cremaverunt. Ibi fecerunt sepulcrum, quod «Amantium» vocatur et
etiam nunc Tarenti conspicitur. Si exstinctis sensus inest, sine dubio in tenebris Plautius
et Orestilla mortis consortione gaudent: cum enim maximus et honestissimus amor est,
melius est morte iungi quam distrahi vitã.
da Valerio Massimo
1. I periodi complessi sono già stati scomposti nelle singole proposizioni: prima di tradurre
esegui l’analisi del periodo.
Cyrus, rex fortissimus, maiorem Asiae partem subegit (................) et temptavit
(................) ut in Europam inrumperet (................) sed Tomyris, Scytharum regina,
illum vicit. (................) Cambyses, filius nequam Cyri, iram deorum accendit
(................) cum Aegyptum subegisset (................) quia Persis imperavit (................)
ut Apim, sacrum bovem, necarent. (................)
Cum regnum obtinuisset (................) Darius rex in Europam venit (................) ut
Graecos subigeret. (................) Cum autem regem Athenienses vicissent ad Marathona
(................) maximo dedecore in Asiam recessit (................). Cum Hellespontum conta-
bulavisset (................) et viam copiis aperuisset per Athon montem (................) urbem
Athenas incendit (................). Postea tamen in Asiam recessit (................)
cum Athenienses navali proelio ad Salamina Persas vicissent (................) ibique coniu-
ratione civium necatus est. (................)
287
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 288
Socrates philosophus, cuius honestas, probitas atque sapientia notae sunt omnibus, in urbe
Athenis vixit; erat magister iuventutis, quae libenter omnia eius verba audiebat. Notum est
tamen illum iam senem venenum bibere coactum esse; nam adversarii eius dicebant
iuvenes ab illo corrumpi, ideoque iudices capite eum damnaverunt. Olim cum in extrema
urbe domum suam aedificaret, ab omnibus insipiens putabatur: dicebant enim murum et
trabes non esse recta, fenestras angustas, ianuam depressam esse et censebant omnia haec
fore magnum vitium. Alii alia reprehendebant, sed omnes una voce affirmabant domum
esse parvam et paucos homines recipere posse. Tunc philosophus respondit: «Utinam eam
explerem (= o se mai potessi riempirla) veris amicis!»
Vulpes olim fugiens canes in venatione, devertit ad rusticum et eum oravit: «Serva me a
canibus ac promitto me numquam gallinas tuas laesuram esse». Annuit rusticus
condicioni et vulpem sub paleis texit. Advenerunt venatores et de vulpe et eius itinere
rusticum interrogaverunt. Rusticus verbis vulpem per certam viam diffugisse dicebat,
nutu vero et oculis eam latñre sub paleis innuebat. Venatores, potius ad verba quam nutum
respicientes, discesserunt. Tum rusticus vulpem detexit et «Serva - inquit - modo promissa:
nam meis verbis evasisti, cum dixissem venatoribus te diffugisse». At vulpes sibi timens per
rimam inter paleas rusticum diligenter perspexerat et: «Verba tua - inquit - bona fuerunt,
sed gestus malus». Fabella ostendit multos homines aliud verbis, aliud re agere.
da Poggio Bracciolini
1. I periodi complessi sono già stati scomposti nelle singole proposizioni: prima di tradurre
esegui l’analisi del periodo.
Vulpes olim devertit ad rusticum (................) fugiens canes in venatione (................)
et eum oravit: (................) «Serva me a canibus (................) ac promitto (................)
me numquam gallinas tuas laesuram esse». (................) Rusticus verbis dicebat
(................) vulpem per certam viam diffugisse (................) nutu vero et oculis innue-
bat (................) eam latñre sub paleis. (................) «Serva modo promissa:
(................) nam meis verbis evasisti (................) cum dixissem venatoribus
(................) te diffugisse». (................) Fabella ostendit (................) multos homines
aliud verbis, aliud re agere. (................)
288
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 289
Vs. 10 Medea
Constat Medeam ex Iasone filios Mermerum et Pheretem genuisse et summa concordia cum
eo vixisse. Plerique tamen moleste ferebant hominem tam fortem ac formosum ac nobilem
habere uxorem advenam atque veneficam. Paulo post Creon, rex Corinthius, filiam suam
Glaucen Iasoni uxorem dedit. Medea cum vidit se bene merentem erga Iasonem tanta con-
tumelia ab eo affectam esse, coronam auream ex venenis fecit et filios suos iussit eam nover-
cae dare. Ubi puella munus accepit, conflagravit. Medea postquam regiam ardere vidit,
natos suos ex Iasone interfecit et Corintho profugit. Narrant eam exulem Athenas devenisse
ubi Aegeo nupsit et Medum procreavit. Postea Dianae sacerdos Medeam exagitare coepit,
quia negabat se sacra caste facere posse in ea urbe ubi erat mulier venefica et scelerata.
Tunc Medea iterum in exsilium pulsa Colchos remeavit.
1. I periodi complessi sono già stati scomposti nelle singole proposizioni: prima di tradurre
esegui l’analisi del periodo.
Galli deum maxime Mercurium colunt: huius sunt magna simulacra, hunc omnium
artium inventorem et viarum atque itinerum ducem esse existimant, hunc ad quaestus
pecuniae mercaturasque habere vim magnam putant. Post hunc Apollinem et Martem et
Iovem et Minervam colunt. De his eandem fere opinionem, quam reliquae gentes, habent.
Nam Apollinem morbos depellere, Minervam operum atque artificiorum initia tradere,
Iovem imperium caelestium tenere, Martem bella gerere ducunt. Huic quae bello ceperunt
plerumque devovent. Cum hostes superaverint, animalia capta immolant reliquasque res
in unum locum conferunt. Multis in civitatibus harum rerum tumulos locis consecratis ab
iis extructos esse omnibus notum est. Tollere aut occultare res illic positas capitale facinus
putant et ei sceleri grave supplicium cum cruciatu constituerunt.
289
10_MODUS_U9_244-290 16-01-2011 23:43 Pagina 290
Tradunt Iovem res humanas condentem aevum vitae uno ictu in duas partes diffidisse
et partem alteram luce, alteram tenebris amicuisse. Notum est eum duas partes diem
noctemque appellavisse atque nocti otium, diei negotium tradidisse. Tum Somnus
nondum erat; homines vero, inquieti et agitati, pervigiles aetatem agebant, noctes
diesque negotiis exercebant nec ullam horam otio impertiebant. Itaque Iuppiter statuit
unum de suis fratribus nocti ac somno praeficere. Neptunus autem recusavit,
excusationem dicens in multis et gravibus curis maritimis se occupatum esse ac Dites
quoque causam inducens multis curis templorum inferorum se vexari. Tum Iuppiter
deos alios consulens animadvertit eos somno vigiliam anteponere: Minerva enim dixit
se, artium atque artificum magistram, vigilare debere; Iuno respondit partubus
nocturnis se occupatam teneri, Venus et Liberus se pernoctantibus favere, Mars noctem
nocturnis eruptionibus et insidiis prodesse. Itaque Iuppiter statuit Somnum procreare et
nocti otioque eum praeficere.
da Frontone
290
11_MODUS_SCHEMI_291-306 14-05-2013 14:23 Pagina 291
SCHEMI RIASSUNTIVI
291
11_MODUS_SCHEMI_291-306 14-05-2013 14:23 Pagina 292
Le cinque declinazioni
Schemi riassuntivi del nome
I declinazione
singolare plurale
CASO m. e f. m. e f.
NOM. -â -ae
GEN. -ae -ãrum
DAT. -ae -$s
ACC. -âm -ãs
VOC. -â -ae
ABL. -ã -$s
II declinazione
singolare plurale
CASO m. e f. maschile neutro m. e f. maschile neutro
NOM. -ûs -êr -ûm -$ -$ -â
GEN. -$ -$ -$ -õrum -õrum -õrum
DAT. -õ -õ -õ -$s -$s -$s
ACC. -ûm -ûm -ûm -õs -õs -â
VOC. -ê -êr -ûm -$ -$ -â
ABL. -õ -õ -õ -$s -$s -$s
III declinazione
singolare plurale
CASO m. e f. neutro m. e f. neutro
NOM. vario vario -ñs -â / -iâ
GEN. -îs -îs -ûm / -iûm -ûm / -iûm
DAT. -$ -$ -îbus -îbus
ACC. -êm = NOM -ñs -â / -iâ
VOC. = NOM = NOM -ñs -â / -iâ
ABL. -ê -ê, -$ -îbus -îbus
IV declinazione
singolare plurale
CASO m. e f. neutro m. e f. neutro
NOM. -ûs -… -…s -ûa
GEN. -…s -…s -ûum -ûum
DAT. -ûi -… -îbus -îbus
ACC. -ûm -… -…s -ûa
VOC. -ûs -… -…s -ûa
ABL. -… -… -îbus -îbus
V declinazione
singolare plurale
CASO m. e f. m. e f.
NOM. -ñs -ñs
GEN. -ñi -ñrum
DAT. -ñi -ñbus
ACC. -êm -ñs
VOC. -ñs -ñs
ABL. -ñ -ñbus
292
11_MODUS_SCHEMI_291-306 14-05-2013 14:23 Pagina 293
Schemi riassuntivi
II classe
singolare plurale
CASO maschile femminile neutro maschile femminile neutro
NOM. -êr, -îs, vario -îs, vario -ê, vario -ñs -ñs -iâ
GEN. -îs -îs -îs -iûm -iûm -iûm
DAT. -$ -$ -$ -îbus -îbus -îbus
ACC. -êm -êm = NOM -ñs -ñs -iâ
VOC. = NOM = NOM = NOM -ñs -ñs -iâ
ABL. -$ -$ -$ -îbus -îbus -îbus
Aggettivi e pronomi
Aggettivi pronominali
singolare
GEN. -$us
DAT. -$
293
11_MODUS_SCHEMI_291-306 14-05-2013 14:23 Pagina 294
Schemi riassuntivi
Pronomi personali
Pronome relativo
singolare plurale
CASO maschile femminile neutro maschile femminile neutro
NOM. qui quae quod qui quae quae
GEN. cuius cuius cuius quorum quarum quorum
DAT. cui cui cui quibus quibus quibus
ACC. quem quam quod quos quas quae
ABL. quo qua quo quibus quibus quibus
singolare plurale
CASO maschile femminile neutro maschile femminile neutro
NOM. hîc haec hôc h$ hae haec
GEN. huius huius huius hõrum hãrum hõrum
DAT. huîc huîc huîc h$s h$s h$s
ACC. hunc hanc hôc hõs hãs haec
ABL. hõc hãc hõc h$s h$s h$s
singolare plurale
CASO maschile femminile neutro maschile femminile neutro
NOM. illê illâ illûd ill$ illae illâ
GEN. ill$us ill$us ill$us illõrum illãrum illõrum
DAT. ill$ ill$ ill$ ill$s ill$s ill$s
ACC. illûm illâm illûd illõs illãs illâ
ABL. illõ illã illõ ill$s ill$s ill$s
294
11_MODUS_SCHEMI_291-306 14-05-2013 14:23 Pagina 295
Schemi riassuntivi
singolare plurale
CASO maschile femminile neutro maschile femminile neutro
NOM. istê istâ istûd ist$ istae istâ
GEN. ist$us ist$us ist$us istõrum istãrum istõrum
DAT. ist$ ist$ ist$ ist$s ist$s ist$s
ACC. istûm istâm istûd istõs istãs istâ
ABL. istõ istã istõ ist$s ist$s ist$s
singolare plurale
CASO maschile femminile neutro maschile femminile neutro
NOM. $dem eâdem îdem i$dem eaedem eâdem
GEN. ñiusdem ñiusdem ñiusdem eõrundem eãrundem eõrundem
DAT. e$dem e$dem e$dem i$sdem i$sdem i$sdem
ACC. eundem eandem îdem eõsdem eãsdem eâdem
ABL. eõdem eãdem eõdem i$sdem i$sdem i$sdem
singolare plurale
CASO maschile femminile neutro maschile femminile neutro
NOM. ipsê ipsâ ipsûm ips$ ipsae ipsâ
GEN. ips$us ips$us ips$us ipsõrum ipsãrum ipsõrum
DAT. ips$ ips$ ips$ ips$s ips$s ips$s
ACC. ipsûm ipsâm ipsûm ipsõs ipsãs ipsâ
ABL. ipsõ ipsã ipsõ ips$s ips$s ips$s
295
11_MODUS_SCHEMI_291-306 14-05-2013 14:23 Pagina 296
Schemi riassuntivi
La 1a coniugazione attiva
presente
2a laudas laudes
presente
futuro
io lodo che io lodi 3a laudãto
a
1 sing. laudãbam laudãrem 2aplur. laudãtõte
2a laudãbas laudãres 3a laudãnto
imperfetto
3a
laudãbat laudãret Infinito
1 plur. laudabãmus
a
laudarñmus
perfetto presente
laudãre
2a
laudabãtis laudarñtis lodare
3a
laudãbant laudãrent
io lodavo che io lodassi, io loderei
laudavisse
1asing. laudabo avere lodato
2a
laudabis
3a
laudabit
futuro
1 plur. laudabîmus
a laudat…rum,
esse
am, um
futuro
2a
laudabîtis
a
laudabunt laudat…ros,
3 esse
io loderò as, a
stare per lodare
a
1 sing. laudavi laudavêrim Participio
2a
laudav$sti laudavêris
presente
3a
laudavit laudavêrit laudans, ntis
perfetto
che loda/lodava
1 plur. laudavîmus
a
laudaverîmus
2a
laudav$stis laudaverîtis
3a
laudavñrunt laudavêrint laudat…rus, a, um
futuro
2a
laudãvêris
Supino
3a
laudãvêrit
1 plur. laudãverîmus
a laudatum
a, per lodare
2a
laudãverîtis
3a
laudãvêrint
io avrò lodato
296
11_MODUS_SCHEMI_291-306 14-05-2013 14:23 Pagina 297
Schemi riassuntivi
La 1a coniugazione passiva
presente
1 sing. laudor
a
lauder laudari
2a laudãris laudñris essere lodato
presente
3a laudãtur laudñtur
1aplur. laudãmur laudñmur
laudãtum,
2a laudamîni laudemîni esse
am, um
perfetto
3a laudantur laudñntur
laudãtos,
io sono lodato che io sia lodato esse
as, a
a
1 sing. laudãbar laudãrer essere stato lodato
2a laudabãris (re) laudarñris
laudãtum iri
imperfetto
futuro
3a
laudabãtur laudarñtur
stare per essere lodato
1 plur. laudabãmur
a
laudarñmur
2a
laudabamîni laudaremîni
3a
laudabantur laudarñntur Participio
io ero lodato che io fossi lodato, io sarei lodato laudãtus, a, um
perfetto
1asing. laudãbor lodato, che è/era stato
lodato, essendo stato lodato
2a
laudabêris
3a
laudabîtur Gerundivo
futuro
1 plur. laudabîmur
a
laudandus, a, um
2a
laudabimîni da lodare, che deve/
3a
laudabuntur doveva essere lodato
io sarò lodato
Supino
a
1 sing. laudãtus, sum laudãtus sim
2a
a, um es a, um sis laudatu
a lodarsi
3a
est sit
perfetto
1 plur. laudãti,
a
sumus laudãti, simus
2a
ae, a estis ae, a sitis
3a
sunt sint
io fui/sono stato che io sia stato lodato
lodato
2a a, um eras a, um esses
3a
erat esset
1 plur. laudãti,
a
erãmus laudãti, essñmus
2a
ae, a erãtis ae, a essñtis
essent
3a
erant che io fossi stato lodato, io sarei
io ero stato lodato stato lodato
2a a, um eris
3a
erit
1 plur. laudãti,
a
erîmus
2a
ae, a erîtis
3a
erunt
io sarò stato lodato
297
11_MODUS_SCHEMI_291-306 14-05-2013 14:23 Pagina 298
Schemi riassuntivi
La 2a coniugazione attiva
presente
2a mones monêas
presente
futuro
io ammonisco che io ammonisca 3a monñto
a
1 sing. monñbam monñrem 2aplur. monetõte
2a monñbas monñres 3a monento
imperfetto
3a
monñbat monñret Infinito
1 plur. monebãmus
a
monerñmus
perfetto presente
monñre
2a
monebãtis monerñtis ammonire
3a
monñbant monñrent
io ammonivo che io ammonissi, io ammonirei
monuisse
1asing. monebo avere ammonito
2a
monebis
3a
monebit
futuro
1 plur. monebîmus
a monit…rum,
esse
am, um
futuro
2a
monebîtis
a
monebunt monit…ros,
3 esse
io ammonirò as, a
stare per ammonire
a
1 sing. monui monuêrim Participio
2a
monu$sti monuêris
presente
3a
monuit monuêrit monens, ntis
perfetto
che ammonisce/ammoniva
1 plur. monuîmus
a
monuerîmus
2a
monu$stis monuerîtis
3a
monuêrunt monuêrint monit…rus, a, um
futuro
2a monuêras monu$sses
3a
monuêrat monu$sset GEN. monendi
1 plur. monuerãmus
a
monu$ssemus di, dell’ammonire
2a
monuerãtis monu$ssetis DAT. monendo
all’ammonire
3a
monuêrant monu$ssent ACC. (ad) monendum
io avevo ammonito che io avessi ammonito, per ammonire
io avrei ammonito
a
1 sing. monuêro ABL. monendo
coll’ammonire
futuro anteriore
2a
monuêris
3a
monuêrit Supino
1 plur. monuerîmus
a
monîtum
2a
monuerîtis a, per ammonire
3a
monuêrint
io avrò ammonito
298
11_MODUS_SCHEMI_291-306 14-05-2013 14:23 Pagina 299
Schemi riassuntivi
La 2a coniugazione passiva
presente
1 sing. monêor
a
monear moneri
2a monñris moneãris essere ammonito
presente
3a monñtur moneãtur
1aplur. monñmur moneãmur
monîtum,
2a monemîni moneamîni esse
am, um
perfetto
3a monentur moneantur
monîtos,
io sono ammonito che io sia ammonito esse
as, a
a
1 sing. monñbar monñrer essere stato ammonito
2a monebãris (re) monerñris
monîtum iri
imperfetto
futuro
3a
monebãtur monerñtur
stare per essere ammonito
1 plur. monebãmur
a
monerñmur
2a
monebamîni moneremîni
3a
monebantur monerñntur Participio
io ero ammonito che io fossi ammonito, io sarei monîtus, a, um,
perfetto
ammonito
1asing. monebor ammonito, che è/era stato
2a
monebêris (re) ammonito, essendo stato
ammonito
3a
monebîtur
futuro
1 plur. monebîmur
a Gerundivo
2a
monebimîni monendus, a, um
3a
monebuntur da ammonire, che deve/
io sarò ammonito doveva essere ammonito
1asing. monîtus, sum monîtus, sim Supino
2a a, um es a, um sis monîtu
3a
est sit
perfetto
ad ammonirsi
1 plur. monîti,
a
sumus monîti, simus
2a
ae, a estis ae, a sitis
3a
sunt sint
io fui/sono stato che io sia stato ammonito
ammonito
2a a, um eras a, um esses
3a
erat esset
1 plur. monîti,
a
erãmus monîti, essñmus
2a
ae, a erãtis ae, a essñtis
3a
erant essent
io ero stato ammonito che io fossi stato ammonito,
io sarei stato ammonito
1asing. monîtus, ero
futuro anteriore
2a a, um eris
3a
erit
1 plur. monîti,
a
erîmus
2a
ae, a erîtis
3a
erunt
io sarò stato ammonito
299
11_MODUS_SCHEMI_291-306 14-05-2013 14:23 Pagina 300
Schemi riassuntivi
La 3a coniugazione attiva
presente
2a legis legas
presente
futuro
io leggo che io legga 3a legîto
a
1 sing. legñbam legêrem 2aplur. legîtõte
2a legñbas legêres 3a legunto
imperfetto
3a
legñbat legêret Infinito
1 plur. legebãmus
a
legerñmus
perfetto presente
legêre
2a
legebãtis legerñtis leggere
3a
legñbant legêrent
io leggevo che io leggessi, io leggerei
legisse
1asing. legam avere letto
2a
leges
3a
leget
futuro
1 plur. legñmus
a lect…rum,
esse
am, um
futuro
2a
legñtis
a
legent lect…ros,
3 esse
io leggerò as, a
stare per leggere
1asing. legi legêrim Participio
2a
leg$sti legêris
presente
3a
legit legêrit legens, entis
perfetto
che legge/leggeva
1 plur. legîmus
a
legerîmus
2a
leg$stis legerîtis
3a
legñrunt legêrint lect…rus, a, um
futuro
2a
legêras legisses GEN. legendi
3a
legêrat legisset di, del leggere
1 plur. legerãmus
a
legissñmus DAT. legendo
al leggere
2a
legerãtis legissñtis
3a
legêrant legissent ACC. (ad) legendum
per leggere
io avevo letto che io avessi letto, io avrei letto
ABL. legendo
a
1 sing. legêro col leggere
futuro anteriore
2a
legêris Supino
3a
legêrit lectum
1 plur. legerîmus
a
a, per leggere
2a
legerîtis
3a
legêrint
io avrò letto
300
11_MODUS_SCHEMI_291-306 14-05-2013 14:23 Pagina 301
Schemi riassuntivi
La 3a coniugazione passiva
presente
1 sing. legor
a
legar legi
2a legêris legãris essere letto
presente
3a legîtur legãtur
1aplur. legîmur legãmur
lectum,
2a legimîni legamîni esse
am, um
perfetto
3a leguntur legantur
lectos,
io sono letto che io sia letto esse
as, a
a
1 sing. legñbar legêrer essere stato letto
2a legebãris (re) legerñris
lectum iri
imperfetto
futuro
3a
legebãtur legerñtur
stare per essere letto
1 plur. legebãmur
a
legerñmur
2a
legebamîni legeremîni
3a
legebantur legerentur Participio
io ero letto che io fossi letto, io sarei letto
lectus, a, um
perfetto
a
1 sing. legar letto, che è/era stato letto,
2a
legñris (re) essendo stato letto
3a
legñtur Gerundivo
futuro
1 plur. legñmur
a
legendus, a, um
2a
legemîni da leggere, che deve/
3a
legentur doveva essere letto
io sarò letto
Supino
a
1 sing. lectus, sum lectus, sim
2a a, um es a, um sis lectu
a leggersi
3a
est sit
perfetto
a
1 plur. lecti, sumus lecti, simus
2a ae, a estis ae, a sitis
3a sunt sint
io fui/sono stato che io sia stato letto
letto
2a a, um eras a, um esses
3a erat esset
1aplur. lecti, erãmus lecti, essñmus
2a ae, a erãtis ae, a essñtis
3a erant essent
io ero stato letto che io fossi stato letto,
io sarei stato letto
1asing. lectus, ero
futuro anteriore
2a a, um eris
3a erit
1aplur. lecti, erîmus
2a ae, a erîtis
3a erunt
io sarò stato letto
301
11_MODUS_SCHEMI_291-306 14-05-2013 14:23 Pagina 302
Schemi riassuntivi
La 4a coniugazione attiva
presente
2a audis audîas
presente
futuro
3a aud$to
io odo che io oda
2 plur. auditõte
a
a
1 sing. audiñbam aud$rem 3a
audiunto
2a
audiñbas aud$res
Infinito
imperfetto
3a
audiñbat aud$ret
perfetto presente
1 plur. audiebãmus
a
audirñmus audire
2a
audiebãtis audirñtis udire
3a
audiñbant aud$rent
io udivo che io udissi, io udirei audivisse
avere udito
a
1 sing. audiam
2a
audies
3a
audiet audit…rum,
futuro
1 plur. audiñmus
esse
a
am, um
futuro
2a
audiñtis audit…ros,
audient esse
3a
as, a
io udirò stare per udire
2a
audiv$sti audivêris audiens, entis
3a
audivit audivêrit che ode/udiva
perfetto
1 plur. audivîmus
a
audiverîmus
2a
audiv$stis audiverîtis audit…rus, a, um
futuro
3a
audivñrunt audivêrint che udirà/avrebbe udito,
io udii, ho udito, che io abbia udito sul punto di udire
ebbi udito
Gerundio
1asing. audivêram audivissem
GEN. audiendi
piuccheperfetto
2a
audivêras audivisses di, dell’udire
3a
audivêrat audivisset DAT. audiendo
1 plur. audiverãmus
a
audivissñmus all’udire
2a
audiverãtis audivissñtis ACC. (ad) audiendum
3a
audivêrant audivissent per udire
io avevo udito che io avessi udito, io avrei udito ABL. audiendo
coll’udire
1asing. audivêro
Supino
futuro anteriore
2a
audivêris
3a
audivêrit aud$tum
1 plur. audiverîmus
a a, per udire
2a
audiverîtis
3a
audivêrint
io avrò udito
302
11_MODUS_SCHEMI_291-306 14-05-2013 14:23 Pagina 303
Schemi riassuntivi
La 4a coniugazione passiva
presente
1 sing. audîor
a
audiar audiri
2a aud$ris audiãris essere udito
presente
3a aud$tur audiãtur
1aplur. aud$mur audiãmur
aud$tum,
2a audimîni audiamîni esse
am, um
perfetto
3a audiuntur audiantur
aud$tos,
io sono udito che io sia udito esse
as, a
a
1 sing. audiñbar aud$rer essere stato udito
2a audiebãris (re) audirñris
aud$tum iri
imperfetto
futuro
3a
audiebãtur audirñtur
stare per essere udito
1 plur. audiebãmur
a
audirñmur
2a
audiebamîni audiremîni
3a
audiebantur audirentur Participio
io ero udito che io fossi udito, io sarei udito
aud$tus, a, um
perfetto
a
1 sing. audiar udito, che è/era stato udito,
2a
audiñris (re) essendo stato udito
3a
audiñtur Gerundivo
futuro
1 plur. audiñmur
a
audiendus, a, um
2a
audiemîni da udire, che deve/
3a
audientur doveva essere udito
io sarò udito
Supino
a
1 sing. aud$tus, sum aud$tus, sim
2a
a, um es a, um sis aud$tu
3a
est sit a udirsi
perfetto
1 plur. aud$ti,
a
sumus âud$ti, simus
2a
ae, a estis ae, a sitis
3a
sunt sint
io fui/sono stato che io sia stato udito
udito
2a a, um eras a, um esses
3a
erat esset
1 plur. aud$ti,
a
erãmus aud$ti, essñmus
2a
ae, a erãtis ae, a essñtis
3a
erant essent
io ero stato udito che io fossi stato udito,
io sarei stato udito
1asing. aud$tus, ero
futuro anteriore
2a a, um eris
3a
erit
1 plur. aud$ti,
a
erîmus
2a
ae, a erîtis
3a
erunt
io sarò stato udito
303
11_MODUS_SCHEMI_291-306 14-05-2013 14:23 Pagina 304
Schemi riassuntivi
Il verbo sum
presente
2a es sis
presente
futuro
io sono che io sia 3a esto
a
1 sing. eram essem 2aplur. estõte
2a eras esses 3a sunto
imperfetto
3a
erat esset Infinito
1 plur. erãmus
a
essñmus
perfetto presente
esse
2a
erãtis essñtis essere
3a
erant essent
io ero che io fossi, io sarei
fuisse
1asing. ero essere stato
2a
eris
3a
erit
futuro
1 plur. erîmus
a fut…rum,
esse
am, um
futuro
2a
erîtis
a
erunt fut…ros,
3 esse
io sarò as, a
stare per lodare
1asing. fui fuêrim Participio
2a
fuisti fuêris
fut…rus, a, um
futuro
3a
fuit fuêrit
perfetto
2a fuêras fuisses
3a
fuêrat fuisset
1 plur. fuerãmus
a
fuissñmus
2a
fuerãtis fuissñtis
3a
fuêrant fuissent
io ero stato che io fossi stato, io sarei stato
1asing. fuêro
futuro anteriore
2a fuêris
3a
fuêrit
1 plur. fuerîmus
a
2a
fuerîtis
3a
fuêrint
io sarò stato
304
11_MODUS_SCHEMI_291-306 14-05-2013 14:23 Pagina 305
I complementi
Schemi riassuntivi
complemento esempio
305
11_MODUS_SCHEMI_291-306 14-05-2013 14:23 Pagina 306
Schemi riassuntivi
complemento esempio
306
12_MODUS_VOCAB_307-326 21-01-2011 11:38 Pagina 307
307
12_MODUS_VOCAB_307-326 21-01-2011 11:38 Pagina 308
agnus, i, m., agnello. annuus, a, um, agg., annuo, annuale. argentum, i, n., argento.
ago, is, egi, actum, ere, tr. 3a, fare, anser, eris, m. e f., oca. Argi, orum, m. pl., Argo.
condurre, spingere, portar via. ante, prep. con l’acc., davanti, prima arguo, is, ui, utum, ere, tr. 3a, dimo-
agricola, ae, m., agricoltore. di. strare, tradire, accusare.
agricultura, ae, f., agricoltura. antea, avv., prima. argumentum, i, n., argomento.
ala, ae, f., ala. antecedo, is, cessi, cessum, ere, intr. e Ariadna, ae, f., Arianna.
alacer, cris, cre, agg., alacre, allegro, tr. 3a, andare avanti, superare. aridus, a, um, agg., arido.
vivace, svelto, pronto. antepono, is, posui, positum, ere, tr. arithmetica, ae, f., aritmetica.
alacritas, atis, f., alacrità, prontezza, 3a, anteporre. arma, orum, n. pl., armi.
vivacità. antequam, cong., prima che. armatus, a, um, part. agg., armato.
alauda, ae, f., allodola. antidotum, i, n., antidoto. armentum, i, n., bestiame.
albus, a, um, agg., bianco. antiquitus, avv., anticamente. armo, as, avi, atum, are, tr. 1a, armare.
Alexander, dri, m., Alessandro. antiquus, a, um, agg., antico, vec- aro, as, avi, atum, are, tr. 1a, arare.
alienus, a, um, agg., altrui, di altri. chio. arripio, is, ripui, reptum, ere, tr. 3a,
aliquando, avv., una volta, talvolta. antrum, i, n., grotta, cavità. afferrare, prendere.
aliquanto, avv., alquanto. anulus, i, m., anello. arroganter, avv., con arroganza.
aliquis, aliquid, pron. indef., qual- anxius, a, um, agg., ansioso. arrogantia, ae, f., presunzione, arro-
cuno, qualche cosa. aper, apri, m., cinghiale. ganza.
alius, alia, aliud, agg., altro. aperio, is, perui, pertum, ire, tr. 4a, ars, artis, f., arte, abilità, professione.
alo, is, alui, alitum, ere, tr. 3a, alle- aprire, manifestare. artifex, artificis, m., artefice, artista.
vare, nutrire, far crescere. apertus, a, um, agg., aperto. artificium, ii, n., arte, professione,
altare, is, n., altare. Apollo, inis, m., Apollo. mestiere.
alter, tera, terum, agg., altro (fra appareo, es, ui, ere, intr. 2a, apparire, arx, arcis, f., altura, fortezza.
due), secondo. esser chiaro. as, assis, m., asse.
Althaea, ae, f., Altea. apparo, as, avi, atum, are, tr. 1a, pre- ascendo, is, scendi, scensum, ere, tr. e
altitudo, dinis, f., altezza, profondità. parare. intr. 3a, salire, ascendere.
altus, a, um, agg., alto, profondo. appello, as, avi, atum, are, tr. 1a, asellus, i, m., asinello.
ambiguus, a, um, agg., ambiguo, in- chiamare. Asia, ae, f., Asia.
certo, dubbioso. appello, is, puli, pulsum, ere, tr. e asinarius, ii, m., asinaio.
ambrosia, ae, f., ambrosia. intr. 3a, spingere, accostare, appro- asinus, i, m., asino.
ambulo, as, avi, atum, are, intr. 1a, dare. aspectus, us, m., aspetto, sguardo.
passeggiare, camminare. appeto, is, ivi, itum, ere, tr. 3a, deside- asper, era, erum, agg., aspro, acca-
amica, ae, f., amica. rare. nito, fiero, difficile.
amicitia, ae, f., amicizia. Appia, ae, f., Appia ( la via ). aspergo, is, spersi, spersum, ere, tr. 3a,
amiculum, i, n., mantello. Appius, ii, m., Appio. spargere, spruzzare.
amicus, i, m., amico. applico, as, avi, atum, are, tr. 1a, ap- asperitas, atis, f., asperità, asprezza.
amitto, is, misi, missum, ere, tr. 3a, plicare, appoggiare, approdare. aspicio, is, spexi, spectum, ere, tr. 3a,
perdere. apprehendo, is, prehendi, prehensum, guardare, vedere.
amnis, is, m., fiume. ere, tr. 3a, afferrare, prendere. assidue, avv., assiduamente.
amo, as, avi, atum, are, tr. 1a, amare. appono, is, posui, positum, ere, tr. 3a, assiduus, a, um, agg., assiduo, ope-
amoenitas, atis, f., amenità, attrattiva, apporre, collocare. roso, continuo.
piacevolezza. appropinquo, as, avi, atum, are, intr. assuetus, a, um, agg., abituato.
amoenus, a, um, agg., ameno, deli- 1a, avvicinarsi. astrologus, i, m., astrologo.
zioso, piacevole. apto, as, avi, atum, are, tr. 1a, adat- astrum, i, n., astro, stella.
amor, oris, m., amore, affetto. tare, preparare. astutia, ae, f., astuzia.
amoveo, es, movi, motum, ere, tr. 2a, aptus, a, um, agg., adatto, atto. asylum, i, n., rifugio, asilo.
allontanare, rimuovere, sottrarre. apud, prep. con l’acc., presso, vicino a. at, cong. avvers., ma, al contrario.
amphora, ae, f., anfora. aqua, ae, f., acqua. ater, atra, atrum, agg., scuro.
amplio, as, avi, atum, are, tr. 1a, am- aquila, ae, f., aquila. Athenae, arum, f. pl., Atene.
pliare, accrescere. aquilifer, eri, m., alfiere, portainse- Atheniensis, e, agg., ateniese.
amplus, a, um, agg., ampio, grande, gna. athleta, ae, m., atleta, campione.
spazioso. ara, ae, f., altare. atque, cong., e, ed.
amputo, as, avi, atum, are, tr. 1a, ta- aratrum, i, n., aratro. atqui, cong., eppure, ebbene.
gliare, troncare. arbitrium, ii, n., arbitrio, giudizio. atrox, ocis, agg., atroce, crudele.
anceps, cipitis, agg., incerto, inde- arbor, oris, f., albero. attente, avv., attentamente.
ciso. arca, ae, f., cassa, armadio, scrigno, attentus, a, um, agg., attento.
ancilla, ae, f., ancella, schiava. forziere. Attica, ae, f., Attica.
ancora, ae, f., ancora. arcanus, a, um, agg., segreto, nascosto. attingo, is, tigi, tactum, ere, tr. 3a, toc-
angulus, i, m., angolo. arceo, es, ui, ere, tr. 2a, rinchiudere, care, raggiungere.
angustiae, arum, f. pl., povertà, diffi- allontanare, tener lontano. attondeo, es, ondi, tonsum, ere, tr. 3a,
coltà. arcesso, is, ivi, itum, ere, tr. 3a, far tosare, potare, sfrondare.
angustus, a, um, agg., stretto, angusto. pervenire, chiamare. attribuo, is, tribui, tributum, ere, tr.
anima, ae, f., forza vitale, anima. architectus, i, m., architetto. 3a, attribuire.
animadverto, is, verti, versum, ere, tr. arcus, us, m., arco. auctor, oris, m., autore, promotore,
3a, osservare, notare, vedere, ac- ardeo, es, arsi, arsum, ere, intr. 2a, ar- sostenitore.
corgersi di. dere, bruciare. auctoritas, atis, f., autorità.
animal, alis, n., animale. ardor, oris, m., ardore. audacia, ae, f., audacia.
animus, i, m., animo, coraggio. arduus, a, um, agg., arduo, difficile. audax, acis, agg., audace, coraggioso.
annona, ae, f., viveri, carestia. area, ae, f., aia. audeo, es, ausus sum, ere, tr. 2a,
annus, i, m., anno. argenteus, a, um, agg., argenteo. osare.
12_MODUS_VOCAB_307-326 21-01-2011 11:38 Pagina 310
audio, is, ivi, itum, ire, tr. 4a, udire, benigne, avv., benevolmente, affettuo- celeber, bris, bre, agg., celebre, fre-
ascoltare. samente. quentato.
auditor, oris, m., uditore, scolaro. benignitas, atis, f., bontà, generosità. celebro, as, avi, atum, are, tr. 1a, cele-
auditus, us, m., udito. benignus, a, um, agg., gentile, gene- brare, frequentare.
aufero, aufers, abstuli, ablatum, au- roso. celer, eris, ere, agg., celere, veloce.
ferre, anom. tr., portar via, allonta- bestia, ae, f., bestia. celeriter, avv., celermente, veloce-
nare. bestiola, ae, f., bestiolina, insetto. mente.
aufugio, is, fugi, ere, intr. 3a, fuggire bibliotheca, ae, f., biblioteca. cella, ae, f., dispensa.
da, scampare. bibo, is, bibi, ere, tr. 3a, bere celo, as, avi, atum, are, tr. 1a, celare,
augeo, es, auxi, auctum, ere, tr. 2a, au- biduum, i, n., due giorni. nascondere.
mentare, accrescere. biennium, ii, n., due anni. cena, ae, f., pranzo.
augur, uris, m., augure, indovino. blandimentum, i, n., lusinga, alletta- ceno, as, avi, atum, are, tr. e intr. 1a,
augurium, ii, n., augurio, presagio. mento. pranzare, mangiare.
Augustus, i, m., Augusto. blanditiae, arum, f. pl., lusinghe. censeo, es, ui, censum, ere, tr. 2a, sti-
aula, ae, f., cortile, palazzo, corte. bonus, a, um, buono, agg.; bonum, i, mare, pensare, censire.
auratus, a, um, agg., dorato. sost. n., il bene. cerasum, i, n., ciliegia.
aureus, a, um, agg., aureo, d’oro. brachium, ii, n., braccio. cerasus, i, f., ciliegio.
auriga, ae, m., auriga, cocchiere. brevis, e, agg., breve. Ceres, eris, f., Cerere.
auris, is, f., orecchia. brevitas, atis, f., brevità. cerimonia, ae, f., cerimonia, venera-
aurum, i, n., oro. breviter, avv., brevemente. zione.
ausculto, as, avi, atum, are, tr. e intr. Britanni, orum, m. pl., Britanni. cerno, is, crevi, cretum, ere, tr. 3a, di-
1a, ascoltare, prestar fede. Britannia, ae, f., Britannia. stinguere, vedere.
auspicium, ii, n., auspicio, presagio, bucca, ae, f., bocca. certus, a, um, agg., sicuro, fissato, fi-
augurio. dato.
auster, austri, m., austro ( vento ). C cerva, ae, f., cerva, cerbiatta.
aut, cong. disg., o, ovvero. cado, is, cecidi, casurus, ere, intr. 3a, cervus, i, m., cervo.
autem, cong., poi, ma. cadere. cesso, as, avi, atum, are, intr. 1a,
autumnus, i, m., autunno. caducus, a, um, agg., caduco, passeg- smettere, cessare, desistere.
auxilium, ii, n., aiuto; auxilia, orum, gero. cibus, i, m., cibo.
n. pl., milizie ausiliarie. caecus, a, um, agg., cieco. cicada, ae, f., cicala.
avaritia, ae, f., avarizia, avidità. caelum, i, n., cielo, clima. Cicero, onis, m., Cicerone.
avarus, a, um, agg., avaro, avido. caeruleus, a, um, agg., ceruleo, az- ciconia, ae, f., cicogna.
avena, ae, f., avena. zurro. cingo, is, cinxi, cinctum, ere, tr. 3a,
aversus, a, um, agg., avverso, ostile. Caesar, aris, m., Cesare. cingere, circondare.
averto, is, verti, versum, ere, tr. 3a, Caius, i, m., Caio o Gaio. circa, avv. e prep. con l’acc., intorno,
volgere altrove, allontanare, re- calamitas, atis, f., disgrazia, calamità. vicino, presso.
spingere. calceus, i, m., stivaletto, scarpa. circiter, avv., circa.
avia, ae, f., nonna, ava. calidus, a, um, agg., caldo. circum, avv. e prep. con l’acc., in-
avide, avv., avidamente. calor, oris, m., calore. torno a, nelle vicinanze di.
aviditas, atis, f., avidità. campus, i, m., campo, pianura. circus, i, m., cerchio, circo.
avidus, a, um, agg., avido. cancer, cri, m., granchio, gambero. circumdo, as, dedi, datum, dare, tr.
avis, is, f., uccello. candidus, a, um, agg., candido. 1a, circondare.
avitus, a, um, agg., avito, ereditato. canis, is, m. e f., cane. cithara, ae, f., cetra.
avolo, as, avi, atum, are, intr. 1a, vo- Cannae, arum, f. pl., Canne. civilis, e, agg., civile, socievole.
lare via. cano, is, cecini, cantum, ere, tr. e intr. civis, is, m. e f., cittadino, concitta-
avunculus, i, m., zio materno. 3a, cantare, suonare, celebrare. dino.
avus, i, m., avo, antenato, nonno. capella, ae, f., capretta. clades, is, f., strage.
capillus, i, m., capello, chioma. clamo, as, avi, atum, are, tr. 1a, gri-
B capio, is, cepi, captum, ere, tr. 3a, dare, esclamare, proclamare.
Babylonia, ae, f., Babilonia. prendere, far prigioniero. clarus, a, um, agg., famoso, celebre,
Bacchus, i, m., Bacco. captivus, i, m., prigioniero. illustre, chiaro.
baculum, i, n., bastone, verga. capto, as, avi, atum, are, tr. 1a, cercar classis, is, f., flotta, classe.
balneum e balineum, i, n., bagno. di prendere, afferrare, dar la caccia. claudo, is, clausi, clausum, ere, tr. 3a,
barbarus, a, um, agg., straniero, bar- caput, itis, n., capo, testa, capitale. chiudere.
baro. careo, es, carui, cariturus, ere, intr. clava, ae, f., bastone, clava.
barbatus, a, um, agg., barbuto. 2a, essere privo, mancare. clementer, avv., con clemenza, pazien-
basis, is, f., base, sostegno. carus, a, um, agg., caro. temente.
basium, ii, n., bacio. casa, ae, f., capanna, casupola. clipeus, i, m., scudo.
beatus, a, um, agg., felice, beato. castus, a, um, agg., casto. cogito, as, avi, atum, are, tr. 1a, pen-
Belgae, arum, m. pl., Belgi. casus, us, m., caduta, rovina, fine, oc- sare, meditare, progettare.
bellicosus, a, um, agg., combattivo. casione, evento. cognosco, is, gnovi, gnitum, ere, tr. 3a,
bellicus, a, um, agg., bellico. castigo, as, avi, atum, are, tr. 1a, rim- conoscere, venir a sapere, ricono-
bellum, i, n., guerra. proverare, punire. scere.
belua, ae, f., belva, bestia. Catilina, ae, m., Catilina. cogo, is, coegi, coactum, ere, tr. 3a, rac-
bene, avv., bene. catinus, i, m., piatto fondo. cogliere, riunire, spingere, costrin-
beneficium, ii, n., beneficio. Cato, onis, m., Catone. gere, indurre.
benevolentia, ae, f., benevolenza, de- causa, ae, f., causa. collega, ae, m., compagno, collega.
vozione. caute, avv., cautamente. colligo, is, collegi, collectum, ere, tr. 3a,
benevolus, a, um, agg., benevolo, ben cautus, a, um, agg., cauto, prudente. raccogliere, cogliere, radunare,
disposto. cavus, a, um, agg., cavo, incavato. ammassare.
12_MODUS_VOCAB_307-326 21-01-2011 11:38 Pagina 311
collis, is, m., colle. considerare, ponderare. cultura, ae, f., coltivazione, cura.
colloco, as, avi, atum, are, tr. 1a, col- consido, is, sedi, sessum, ere, intr. 3a, cultus, us, m., coltivazione, cultura,
locare, porre. sedersi, accamparsi. educazione.
colloquium, ii, n., colloquio, conver- consilium, ii, n., consiglio, saggezza, cum, prep. con l’abl., con; cong.,
sazione. decisione. quando.
colo, is, colui, cultum, ere, tr. 3a, colti- consisto, is, stiti, ere, intr. 3a, collo- cupidus, a, um, agg., desideroso,
vare, curare, onorare, venerare. carsi, fermarsi, trattenersi. avido.
colonus, i, m., colono, contadino. conspicio, is, spexi, spectum, ere, tr. cupio, is, ivi, itum, ere, tr. 3a, deside-
a
colonia, ae, f., colonia. 3 , guardare, scorgere. rare.
coluber, bri, m., serpente, biscia. constituo, is, stitui, stitutum, ere, tr. cur, avv. interr., perché?
columba, ae, f., colomba. 3a, porre, disporre, decidere, stabi- cura, ae, f., cura, preoccupazione.
columna, ae, f., colonna lire, schierare. curia, ae, f., curia.
comiter, avv., gaiamente, di buon consto, as, stiti, are, intr. 1a, star fermo; curo, as, avi, atum, are, tr. 1a, pren-
grado. constare ex, essere formato da. dersi a cuore, curare, procurare.
commendo, as, avi, atum, are, tr. 1a, consuetudo, inis, f., consuetudine. curro, is, cucurri, cursum, ere, intr. 3a,
affidare, consegnare. consul, ulis, m., console. correre.
committo, is, misi, missum, ere, tr. 3a, consulatus, us, m., consolato. currus, us, m., carro, cocchio.
affidare, consegnare, commettere; consulo, is, sului, sultum, ere, intr. e
committere proelium, attaccare bat- tr. 3a, consultarsi, consultare, prov- D
taglia. vedere a. Daedalus, i, m., Dedalo.
commodum, i, n., comodità, agio, contemno, is, tempsi, temptum, ere, tr. damno, as, avi, atum, are, tr. 1a, con-
vantaggio. 3a, disprezzare, deridere. dannare, accusare.
communio, is, ivi, itum, ire, tr. 4a, for- contendo, is, tendi, tentum, ere, tr. e damnosus, a, um, agg., dannoso, no-
tificare, difendere. intr. 3a, sforzarsi, avviarsi verso, civo.
compareo, es, ui, ere, intr. 2a, compa- combattere, disputare. damnum, i, n., danno, perdita.
rire, mostrarsi. contentus, a, um, agg., contento. Danaus, i, m., Danao.
comparo, as, avi, atum, are, tr. 1a, continenter, avv., continuamente. de, prep. con l’abl., da, riguardo, di.
procurare, preparare, comperare, contineo, es, tinui, tentum, ere, tr. 2a, dea, ae, f., dea.
paragonare. contenere, trattenere. deambulo, as, avi, atum, are, intr. 1a,
compono, is, posui, positum, ere, tr. contra, prep. con l’acc., contro; avv., passeggiare.
3a, comporre, radunare, disporre, al contrario. debello, as, avi, atum, are, tr. e intr. 1a,
concludere. controversia, ae, f., controversia, que- sconfiggere, terminare la guerra.
comprehendo, is, prehendi, prehen- stione. debeo, es, ui, itum, ere, tr. 2a, dovere.
sum, ere, tr. 3a, prendere, com- convenio, is, veni, ventum, ire, tr. e decedo, is, cessi, cessum, ere, intr. 3a,
prendere, catturare. intr. 4a, convenire, radunarsi, ri- allontanarsi, morire.
conca, ae, f., conchiglia. unirsi, incontrare. decerto, as, avi, atum, are, tr. e intr.
concedo, is, cessi, cessum, ere, tr. e converto, is, verti, versum, ere, tr. e 1a, combattere, contendere.
intr. 3a, concedere, ritirarsi. intr. 3a, volgere, volgersi, ritornare, decido, is, cidi, cisum, ere, tr. 3a, deci-
concilio, as, avi, atum, are, tr. 1a, con- ritirarsi. dere, troncare.
ciliare. conviva, ae, m., invitato. decipio, is, cepi, ceptum, ere, tr. 3a, in-
concilium, ii, n., riunione, assemblea. convivium, ii, n., banchetto. gannare.
conclamo, as, avi, atum, are, tr. 1a, coram, avv., davanti. declaro, as, avi, atum, are, tr. 1a, di-
gridare, chiamare, proclamare, Corioli, orum, m. pl., Corioli. chiarare.
piangere. corium, ii, n., cuoio, pelle. dedico, as, avi, atum, are, tr., 1a, de-
condiscipulus, i, m., condiscepolo, cornu, us, n., corno, ala dell’esercito. dicare, dichiarare.
compagno di scuola. corona, ae, f., corona. deduco, is, duxi, ductum, ere, tr. 2a,
condo, is, didi, ditum, ere, tr. 3a, fon- corono, as, avi, atum, are, tr. 1a, inco- condurre via, rimuovere da.
dare, riporre, nascondere. ronare. defatigo, as, avi, atum, are, tr. 1a,
conficio, is, feci, fectum, ere, tr. 3a, corpus, poris, n., corpo. stancare.
compiere, condurre a termine, la- corpusculum, i, n., corpuscolo. defendo, is, fendi, fensum, ere, tr. 3a,
vorare. corrumpo, is, rupi, ruptum, ere, tr. 3a, difendere.
confirmo, as, avi, atum, are, tr. 1a, raf- corrompere, danneggiare, distrug- defessus, a, um, agg., stanco.
forzare, confermare, rassicurare. gere. deficio, is, feci, fectum, ere, tr. e intr.
confligo, is, flixi, flictum, ere, intr. 3a, cotidianus, a, um, agg., quotidiano, 3a, abbandonare, mancare, venire
combattere. comune. meno.
confugio, is, fugi, ere, intr. 3a, rifu- cotidie, avv., ogni giorno. deformo, as, avi, atum, are, tr. 1a, de-
giarsi, ricorrere. cras, avv., domani. formare, deturpare.
confusus, a, um, agg. e part., confuso, credo, is, didi, ditum, ere, tr. 3a, cre- deicio, is, ieci, iectum, ere, tr. 3a, get-
disordinato, turbato. dere, pensare. tar giù, gettar fuori.
conicio, is, ieci, iectum, ere, tr. 3a, get- creo, as, avi, atum, are, tr. 1a, creare, deinde, avv., poi.
tare. eleggere. delphinus, i, m., delfino.
coniungo, is, iunxi, iunctum, ere, tr. cresco, is, crevi, cretum, ere, intr. 3a, delecto, as, avi, atum, are, tr. 1a, dilet-
3a, unire, congiungere. crescere. tare.
conscendo, is, scendi, scensum, ere, tr. Creta, ae, f., Creta. deleo, es, evi, etum, ere, tr. 2a, distrug-
3a, salire. cruentus, a, um, agg., cruento, insan- gere.
conscius, a, um, agg., consapevole, guinato. delicatus, a, um, agg., delicato, te-
complice. crus, cruris, n., gamba, zampa. nero.
conservo, as, avi, atum, are, tr. 1a, cubo, as, cubui, cubitum, are, intr. 1a, deliciae, arum, f. pl., delizia, gioia.
conservare, salvare,osservare. giacere, dormire. deliciolae, arum, f. pl., delizia.
considero, as, avi, atum, are, tr. 1a, culpa, ae, f., colpa. deligo, is, legi, lectum, ere, tr. 3a, sce-
12_MODUS_VOCAB_307-326 21-01-2011 11:38 Pagina 312
gliere. sto, ordinato. effugio, is, effugi, ere, intr. 3a, sfug-
Delphi, orum, m. pl., Delfi. disputo, as, avi, atum, are, intr. 1a, gire.
demitto, is, isi, missum, ere, tr. 3a, far disputare, trattare. eligo, is, elegi, electum, ere, tr. 3a, sce-
scendere, abbattere, abbassare. dissentio, is, sensi, sensum, ire, intr. gliere.
demonstro, as, avi, atum, are, tr. 1a, 4a, dissentire, discordare. eloquentia, ae, f., eloquenza
mostrare, dimostrare, ricordare. dissero, is, serui, sertum, ere, tr. e intr. eludo, is, lusi, lusum, ere, tr. e intr. 3a,
denique, avv., finalmente, infine. 3a, discutere, disputare, distri- eludere, render vano.
denuntio, as, avi, atum, are, tr. 1a, an- buire. emendo, as, avi, atum, are, tr. 1a,
nunciare, riferire. dissipo, as, avi, atum, are, tr. 1a, dissi- emendare, correggere.
depono, is, posui, positum, ere, tr. 3a, pare. emereo, es, merui, meritum, ere, tr. 2a,
deporre, lasciar andare, abbando- distraho, is, traxi, tractum, ere, tr. 3a, meritare, guadagnare.
nare. dividere, separare. emitto, is, misi, missum, ere, tr. 3a,
deprimo, is, pressi, pressum, ere, tr. diu, avv., a lungo. emettere, metter fuori.
3a, deprimere, affondare. diuturnus, a, um, agg., lungo, dure- enervo, as, avi, atum, are, tr., 1a, sner-
descendo, is, scendi, scensum, ere, intr. vole. vare, indebolire.
3a, scendere. dives, itis, agg., ricco. enim, cong., infatti.
describo, is, scripsi, scriptum, ere, tr. divido, is, visi, visum, ere, tr. 3a, divi- eo, avv., là, in quel luogo.
3a, descrivere, dividere. dere. eo, is, ivi (ii), itum, ire, intr. anom.,
desero, is, serui, sertum, ere, tr. 3a, ab- divinus, a, um, agg., divino. andare, giungere.
bandonare. divitiae, arum, f. pl., ricchezza. Epirus, i, f., Epiro.
desidero, as, avi, atum, are, tr. 1a, de- divus, a, um, agg., divino. epistula, ae, f., lettera.
siderare. do, as, dedi, datum, are, tr. 1a, dare. epulae, arum, f. pl., vivande, ban-
desidiosus, a, um, agg., ozioso, pigro. doceo, es, docui, doctum, ere, tr. 2a, in- chetto.
desino, is, desii, desitum, ere, tr. e segnare. equitatus, us, m., cavalleria.
intr. 3a, cessare, abbandonare. doctrina, ae, f., scienza, dottrina, cul- equus, i, m., cavallo.
desisto, is, stiti, stitum, ere, intr. 3a, tura. erga, prep. con l’acc., verso.
desistere, cessare. doctus, a, um, agg., dotto, colto. ergo, cong., quindi, dunque.
despicio, is, spexi, spectum, ere, tr. 3a, doleo, es, ui, iturus, ere, tr. e intr. 2a, eripio, is, ripui, reptum, ere, tr. 3a,
guardare dall’alto in basso, dis- recar dolore, dolersi. strappare, portar via, togliere.
prezzare. dolor, oris, m., dolore. erro, as, avi, atum, are, intr. e tr. 1a,
destino, as, avi, atum, are, tr. 1a, de- dolus, i, m., inganno. errare, sbagliare, vagare qua e là.
stinare, assegnare. domesticus, a, um, agg., domestico, eruditus, a, um, agg., erudito, colto.
desum, dees, defui, deesse, intr., venir familiare. esca, ae, f., cibo, esca.
meno, mancare. domicilium, ii, n., domicilio, abita- et, cong., e, ed, anche; et ... et, sia ... sia.
deterreo, es, terrui, territum, ere, tr. zione. etiam, cong., anche.
2a, distogliere, allontanare, spaven- domina, ae, f., padrona, signora. etiamsi, cong., anche se, benché.
tare. dominium, ii, n., dominio. Etruria, ae, f., Etruria.
detineo, es, tinui, tentum, ere, tr. 2a, dominus, i, m., padrone, signore. Etrusci, orum, m. pl., Etruschi.
detenere, trattenere. domo, as, domui, domitum, are, tr. 1a, etsi, cong., benché, sebbene.
deturpo, as, are, tr. 1a, deturpare. domare, sottomettere. exagito, as, avi, atum, are, tr. 1a,
deus, i, m., dio. domus, us, f., casa, patria. muovere, agitare, sconvolgere.
Diana, ae, f., Diana. donec, cong., finché. exanimo, as, avi, atum, are, tr. 1a,
dico, as, avi, atum, are, tr. 1a, dedi- dono, as, avi, atum, are, tr. 1a, do- rendere senza fiato, spaventare,
care, consacrare. nare. uccidere.
dico, is, dixi, dictum, ere, tr. 3a, dire, donum, i, n., dono. exardeo, es, ere, intr. 2a, bruciare, di-
eleggere, stabilire. dormio, is, ivi o ii, itum, ire, intr. 4a, vampare.
dignus, a, um, agg., degno. dormire. exardesco, is, arsi, arsum, ere, intr. 3a,
dilectus, a, um, agg., amato, caro. dubito, as, avi, atum, are, tr. e intr. accendersi, ardere.
dilectus, us, m., scelta, arruolamento. 1a, dubitare, esitare. exaudio, is, ivi, itum, ire, tr. 4a, udire
diligenter, avv., diligentemente. dubium, ii, n., dubbio. distintamente, esaudire.
diligentia, ae, f., diligenza. dubius, a, um, agg., incerto, dubbio. excedo, is, cessi, cessum, ere, intr. 3a,
diligo, is, lexi, lectum, ere, tr. 3a, duco, is, duxi, ductum, ere, tr. 3a, con- uscire, allontanarsi, ritirarsi.
amare, prediligere. durre, trascinare, credere. excipio, is, cepi, ceptum, ere, tr. 3a, ac-
dimico, as, avi, atum, are, intr. 1a, dum, cong., mentre, finché. cogliere.
combattere. durus, a, um, agg., duro, forte. excito, as, avi, atum, are, tr. 1a, ecci-
dimitto, is, misi, missum, ere, tr. 3a, ab- dux, ducis, m., comandante. tare, svegliare.
bandonare, licenziare, mandar via. exclamo, as, avi, atum, are, tr. e intr.,
Dionysius, ii, m., Dionisio. E 1a, esclamare, gridare.
discedo, is, cessi, cessum, ere, intr. 3a, e, ex, prep. con l’abl., da, di, fra. excrucio, as, avi, atum, are, tr. 1a, tor-
allontanarsi. edisco, is, didici, ere, tr. 3a, imparare, mentare, travagliare.
disciplina, ae, f., disciplina, cultura, sapere. excuso, as, avi, atum, are, tr. 1a, scu-
educazione. edo, is, edidi, editum, ere, tr. 3a, emet- sare, giustificare.
discipula, ae, f., alunna. tere, mandar fuori, produrre. exemplum, i, n., esempio.
discipulus, i, m., alunno, scolaro, di- edo, is, edi, esum, ere, tr. 3a, man- exercitus, us, m., esercito.
scepolo. giare. exigo, is, egi, actum, ere, tr. 3a, cac-
disco, is, didici, ere, tr. 3a, imparare. educo, is, duxi, ductum, ere, tr. 3a, far ciare, condurre a termine, esigere.
discordia, ae, f., discordia. uscire, condurre fuori. exiguus, a, um, agg., esiguo.
dispono, is, posui, positum, ere, tr. 3a, efficio, is, feci, fectum, ere, tr. 3a, fare, exilium, ii, n., esilio.
disporre. produrre, rendere. eximius, a, um, agg., eccellente.
dispositus, a, um, agg. e part., dispo- effigies, ei, f., immagine, effige. existimo, as, avi, atum, are, tr. 1a, sti-
12_MODUS_VOCAB_307-326 21-01-2011 11:38 Pagina 313
mare, credere, pensare. fluo, is, fluxi, fluxum, ere, intr. 3a, essere o stare attaccato, aderire.
exitium, ii, n., morte. scorrere. Hamilcar, aris, m., Amilcare.
exitus, us, m., esito, uscita. fluvius, ii, m., fiume. Hannibal, alis, m., Annibale.
exordium, ii, n., esordio, inizio. fluxus, a, um, agg., incostante, pas- hasta, ae, f., asta, lancia.
exorno, as, avi, atum, are, tr. 1a, alle- seggero. haurio, is, hausi, haustum, ire, tr. 4a,
stire, preparare, ornare. foramen, inis, n., buco, apertura. attingere, bere.
expecto o exspecto, as, avi, atum, are, forma, ae, f., forma, bellezza, tipo, fi- Helvetii, iorum, m. pl., Elvezi.
tr. 1a, aspettare, attendere. gura. Hera, ae, f., Era, Giunone.
experientia, ae, f., esperienza. formica, ae, f., formica. heri, avv., ieri.
expugno, as, avi, atum, are, tr. 1a, formidolosus, a, um, agg., pauroso. hic, avv., qui.
espugnare. formosus, a, um, agg., bello. hic, haec, hoc, pron. e agg., dim.,
exsisto, is, exstiti, ere, intr. 3a, uscir forsitan, avv., forse. questo.
fuori, sorgere, apparire. fortasse, avv., forse, probabilmente. hiems, hiemis, f., inverno.
extra, prep. con l’acc., fuori. fortis, e, agg., forte, coraggioso. hinc, avv., di qui.
fortuitus, a, um, agg., fortuito, ca- Hispania, ae, f., Spagna.
F suale, accidentale. historia, ae, f., storia.
fabella, ae, f., favoletta, racconto. fortuna, ae, f., sorte, fortuna. hodie, avv., oggi.
faber, bri, m., fabbro, artefice. forum, i, n., piazza, foro. homo, inis, m., uomo.
fabrico, as, avi, atum, are, tr. 1a, fab- fossa, ae, f., fossa, fossato. honor (honos), oris, m., onore.
bricare, costruire. frango, is, fregi, fractum, ere, tr. 3a., honoro, as, avi, atum, are, tr. 1a, ono-
fabula, ae, f., favola, leggenda. rompere, spezzare. rare.
facio, is, feci, factum, ere, tr. 3a, fare, frater, tris, m., fratello. hora, ae, f., ora.
agire, esercitare. fraus, fraudis, f., frode, inganno. horrendus, a, um, agg., orribile, spa-
facundia, ae, f., eloquenza. frondosus, a, um, agg., frondoso. ventoso.
fama, ae, f., fama, diceria. frumentum, i, n., frumento. horreo, es, ui, ere, intr. e tr., 2a, inorri-
famelicus, a, um, agg., affamato. frustra, avv., invano. dire, avere in orrore.
familia, ae, f., famiglia. fuga, ae, f., fuga. horridus, a, um, agg., orrido, ruvido,
familiariter, avv., familiarmente. fugio, is, fugi, fugitum, ere, intr. 3a, incolto.
famula, ae, f., serva. fuggire. hortus, i, m., orto, giardino.
farina, ae, f., farina. fugo, as, avi, atum, are, tr. 1a, met- hospita, ae, f., ospite, straniera.
fatum, i, n., destino, fato. tere in fuga. hostia, ae, f., vittima.
faux, cis, f., fauci. hostis, is, m., nemico.
faveo, es, favi, fautum, ere, intr. 2a, fa- G huc, avv., qua, in questo luogo.
vorire (col dat.). galea, ae, f., elmo. humanus, a, um, agg., umano, cor-
favor, oris, m., favore. Gallia, ae, f., Gallia. tese, educato.
fecundus, a, um, agg., fertile, fecondo. Galli, orum, m. pl., Galli. humus, i, f., terra, terreno, suolo.
femina, ae, f., femmina, donna. garrulus, a, um, agg., loquace.
fera, ae, f., fiera, animale selvatico. gaudium, ii, n., gioia. I
fere, avv., quasi. geminus, a, um, agg., gemello. iaceo, es, iacui, iaciturus, ere, intr. 2a,
fero, fers, tuli, latum, ferre, tr. 3a, por- gener, eris, m., genero. giacere, stare a terra.
tare, trasportare, sopportare. gens, gentis, f., popolo, nazione, fami- iacio, is, ieci, iactum, ere, tr. 3a, get-
ferrum, i, n., ferro. glia. tare.
ferus, a, um, agg., feroce, selvaggio. genu, us, n., ginocchio. iacto, as, avi, atum, are, tr. 1a, get-
fidus, a, um, agg., fidato, fedele. genus, eris, n., nascita, origine, ge- tare, vantare, agitare.
figura, ae, f., forma, aspetto. nere, specie, razza. iam, avv., già.
filia, ae, f., figlia. Germania, ae, f., Germania. ibi, avv., ivi, qui.
filius, ii, m., figlio. Germani, orum, m. pl., Germani. ideo, avv., perciò.
fingo, is, finxi, fictum, ere, tr. 3a, mo- gero, is, gessi, gestum, ere, tr. 3a, por- idoneus, a, um, agg., idoneo, adatto.
dellare, raffigurare, immaginare, tare; bellum gerere, fare la guerra; igitur, avv., allora, dunque.
fingere. se gerere, comportarsi. ignavus, a, um, agg., ignavo, pigro,
finio, is, ivi, itum, ire, tr. 4a, finire, gesta, orum, n. pl., oppure res gestae, apatico.
delimitare. f. pl., imprese, gesta. ignoro, as, avi, atum, are, tr. 1a, igno-
finis, is, m., fine, confine. gladius, ii, m., spada. rare.
finitimus, a, um, agg., confinante, vi- gloria, ae, f., gloria. ignotus, a, um, agg., ignoto, scono-
cino. Graecia, ae, f., Grecia. sciuto.
firmo, as, avi, atum, are, tr. 1a, rinfor- Graecus, a, um, agg., greco. Ilium, ii, n., Troia.
zare, fortificare, incoraggiare, con- gratia, ae, f., grazia, favore, ricono- ille, illa, illud, agg. e pron. dim.,
fermare. scenza, gratitudine; gratias agere, quello.
fistula, ae, f., flauto. ringraziare. illustro, as, avi, atum, are, tr. 1a, ab-
flagitium, ii, n., infamia, crimine. gratus, a, um, agg., grato, gradito. bellire, ornare, illuminare.
flagito, as, avi, atum, are, tr. 1a, ri- gravis, e, agg., grave, pesante, impor- immensus, a, um, agg., immenso, smi-
chiedere, sollecitare. tante. surato.
flamma, ae, f., fiamma. gutta, ae, f., goccia. immineo, es, ere, intr. 2a, sovrastare,
flammeus, a, um, agg., fiammeg- minacciare.
giante, brillante. H immitto, is, misi, missum, ere, tr. 3a,
fleo, es, evi, etum, ere, intr. e tr. 2a, habeo, es, ui, itum, ere, tr. 2a, avere, immettere.
piangere. stimare. immo, avv., anzi, al contrario.
floreo, es, ui, ere, intr. 2a, fiorire. habito, as, avi, atum, are, tr. e intr. immoderatus, a, um, agg., smisurato,
flos, oris, m., fiore. 1a, abitare. esagerato.
flumen, inis, n., fiume. haereo, es, haesi, haesum, ere, intr. 2a, immolo, as, avi, atum, are, tr. 1a, im-
12_MODUS_VOCAB_307-326 21-01-2011 11:38 Pagina 314
longa, nave da guerra. meritus, a, um, agg., benemerito. natio, onis, f., popolo, nazionalità.
lorica, ae, f., corazza. Messana, ae, f., Messina. natura, ae, f., natura.
ludo, is, lusi, lusum, ere, intr. 3a, gio- Metellus, i, m., Metello. natus, a, um, agg., nato.
care, scherzare. metus, us, m., paura. nauta, ae, m., marinaio.
ludus, i, m., gioco, scuola. meus, a, um, agg. e pron., mio. navicula, ae, f., barca
luna, ae, f., luna. mica, ae, f., briciola, granello. navigium, ii, n., zattera.
lupa, ae, f., lupa. militaris, e, agg., militare. navigo, as, avi, atum, are, tr. e intr.
lupus, i, m., lupo. militia, ae, f., milizia, servizio mili- 1a, navigare.
lux, lucis, f., luce; prima luce, all’alba. tare, truppe. navis, is, f., nave.
luxuria, ae e luxuries, ei, f., lusso, lus- milito, as, avi, atum, are, intr. 1a, mi- nec, avv., e non, neppure.
suria. litare. neco, as, avi, atum, are, tr. 1a, ucci-
luxuriosus, a, um, agg., lussurioso, Miltiades, is, m., Milziade. dere.
dissoluto. minae, arum, f. pl., minaccia. neglegentia, ae, f., negligenza.
lyra, ae, f., lira. Minerva, ae, f., Minerva. nego, as, avi, atum, are, tr. 1a, negare,
minister, tri, m., aiutante, sacerdote, dire che non.
M ministro, servo. nemo, nullius, pron. ind., nessuno.
Macedo, onis, m., Macedone. Minos, Minois, m., Minosse. Neptunus, i, m., Nettuno.
Macedonia, ae, f., Macedonia. minus, avv., meno. neque, cong., e non, né.
Macedonicus, a, um, agg., macedo- misceo, es, ui, mistum e mixtum, ere, nidus, i, m., nido.
nico. tr. 2a, mescere, mescolare. niger, gra, grum, agg., nero.
machina, ae, f., macchina, congegno. miser, era, erum, agg., misero, infe- nihil, n., niente; avv. per nulla, per
magis, avv., più. lice. niente.
magister, tri, m., maestro. misereo, es, miserui, miseritum o mi- Nilus, i, m., Nilo.
magistra, ae, f., maestra. sertum, ere, intr. 2a, aver compas- nimis, avv., troppo.
magnanimus, a, um, agg., magna- sione. Nioba, ae, f., Niobe.
nimo, generoso. miseria, ae, f., miseria. nitidus, a, um, agg., nitido, lucido.
magnificus, a, um, agg., magnifico, misericordia, ae, f., misericordia. nobilis, e, agg., famoso, nobile.
splendido. Mithridates, is, m., Mitridate. noceo, es, nocui, nocitum, ere, intr. 2a,
magnus, a, um, agg., grande. mitto, is, misi, missum, ere, tr. 3a, nuocere.
male, avv., male. mandare. noctua, ae, f., civetta.
malum, i, n., male. modestia, ae, f., moderazione, tem- nolo, non vis, nolui, nolle, tr., non vo-
malus, i, f., melo. peranza, modestia. lere.
malus, a, um, agg., malvagio, spiace- modo, avv., ora, soltanto; non modo, non, avv., non.
vole, dannoso. non solo. nondum, avv., non ancora.
manduco, as, avi, atum, are, tr. 1a, modus, i, m., modo, misura, modera- nosco, is, novi, notum, ere, tr. 3a, co-
mangiare. zione. noscere, apprendere.
maneo, es, mansi, mansum, ere, intr. moles, is, f., mole, peso. noster, tra, trum, agg., nostro.
2a, rimanere, restare. molestus, a, um, agg., molesto, pe- notus, a, um, agg., noto, famoso.
Marathonius, a, um, agg., di Mara- sante, dannoso, spiacevole. novus, a, um, agg., nuovo; novum, i,
tona. moneo, es, ui, itum, ere, tr. 2a, ammo- n., novità.
Marcellus, i, m., Marcello nire, consigliare, predire. nox, noctis, f., notte.
Marcius, ii, m., Marcio o Marzio. mons, montis, m., monte. noxius, a, um, agg., nocivo, dannoso.
Marcus, i, m., Marco. monstro, as, avi, atum, are, tr. 1a, mo- nugae, arum, f. pl., sciocchezze.
mare, is, n., mare. strare. nullus, a, um, agg., indef., nessuno.
maritimus, a, um, agg., marittimo. monstrum, i, n., mostro, portento. numerus, i, m., numero.
Marius, ii, m., Mario morbus, i, m., malattia, morbo. nummus, i, m., moneta, denaro.
Mars, Martis, m., Marte mortifer, era, erum, agg., mortifero, numquam e nunquam, avv., mai.
mater, tris, f., madre. mortale. nunc, avv., ora.
materia, ae, f., materia, argomento, motus, us, m., moto, movimento. nuntius, ii, m., messaggero, notizia.
materiale, causa. moveo, es, movi, motum, ere, tr. 2a, nuptiae, arum, f. pl., nozze.
matrona, ae, f., matrona, signora. muovere, provocare, commuo- nympha, ae, f., ninfa.
maturus, a, um, agg., maturo, prema- vere.
turo. mula, ae, f., mula. O
maxime, avv., moltissimo. mulier, eris, f., donna. ob, prep. con l’acc., per, a causa di.
Maximus, i, m., Massimo. multitudo, inis, f., moltitudine, folla. obiurgo, as, avi, atum, are, tr. 1a, rim-
medicus, i, m., medico multum, avv., molto. proverare, punire.
Megara, ae, f., Megara. multus, a, um, agg., molto. oblecto, as, avi, atum, are, tr. 1a, dilet-
Meleager, gri, m., Meleagro. mulus, i, m., mulo. tare, divertire.
Melita, ae, f., Malta. mundus, i, m., mondo. oboedio, is, ivi, itum, ire, intr. 4a, ob-
membrum, i, n., membro, parte, com- mundus, a, um, agg., netto, pulito. bedire.
ponente. munio, is, ivi, itum, ire, tr. 4a, fortifi- obsum, obes, obfui, obesse, nuocere,
memoria, ae, f., memoria, ricordo. care, difendere, munire. opporsi.
mendacium, ii, n., bugia. munusculum, i, n., regaluccio. obtempero, as, avi, atum, are, intr. 1a,
mendicus, a, um, agg., povero, mise- Musa, ae, f., Musa. ubbidire.
rabile. musca, ae, f., mosca obtineo, es, tinui, tentum, ere, tr. 2a,
mensa, ae, f., mensa, tavola. possedere, tenere.
mercatura, ae, f., commercio. N occido, is, occidi, occisum, ere, tr. 3a,
mereo, es, ui, itum, ere, tr. 2a, meri- nam, cong., infatti. uccidere.
tare. narro, as, avi, atum, are, tr. 1a, nar- occupo, as, avi, atum, are, tr. 1a, occu-
meritum, i, n., merito, beneficio. rare, raccontare. pare.
12_MODUS_VOCAB_307-326 21-01-2011 11:38 Pagina 316
occurro, is, curri, cursum, ere, intr. 3a, pater, tris, padre; patres, um, m. pl., pirata, ae, m., pirata.
accorrere, imbattersi. senatori. pirum, i, n., pera.
oceanus, i, m., oceano. pateo, es, patui, ere, intr. 2a, essere pius, a, um, agg., virtuoso, devoto,
oculus, i, m., occhio aperto, estendersi. pio.
odium, ii, n., odio. patria, ae, f., patria. placidus, a, um, agg., placido, calmo.
odor, oris, m., odore. patrimonium, ii, n., patrimonio, placide, avv., placidamente.
odoratus, a, um, agg., profumato. patrius, a, um, agg., patrio, paterno. placo, as, avi, atum, are, tr. 1a, pla-
offensus, a, um, agg., offeso, irritato, patrona, ae, f., protettrice, patrona. care, calmare.
ostile. patronus, i, m., protettore. plaga, ae, f., colpo, percossa, ferita,
officina, ae, f., officina, fabbrica. paucus, a, um, agg., poco, poco nu- piaga.
officium, ii, n., dovere, obbligo, inca- meroso. plenus, a, um, agg., pieno.
rico. paulo o paulum, avv., poco. Pluto, onis, m., Plutone.
olim, avv., una volta. Paulus, i, m., Paolo. poculum, i, n., bicchiere, coppa.
oliva, ae, f., olivo, oliva. pauper, eris, agg., povero. poena, ae, f., pena, castigo.
Olympus, i, m., Olimpo. pavidus, a, um, agg., pauroso. Poenus, a, um, agg., cartaginese.
omitto, is, omisi, omissum, ere, tr. 3a, peccatum, i, n., peccato, colpa. poëta, ae, m., poeta.
trascurare, omettere. pecco, as, avi, atum, are, intr. 1a, sba- Pompeius, ii, m., Pompeo.
omnis, e, agg., ogni, tutto. gliare, pomum, i, n., frutto, pomo.
opera, ae, f., opera, lavoro. pecunia, ae, f., denaro, ricchezza. pomus, i, f., melo.
oppidanus, i, m., cittadino. Peloponnesus, i, f., Peloponneso. pono, is, posui, positum, ere, tr. 3a,
oppidum, i, n., città, castello. penuria, ae, f., penuria, mancanza, porre, mettere, collocare.
oppugno, as, avi, atum, are, tr. 1a, as- scarsezza. populus, i, m., popolo.
sediare, assalire. per, prep. con l’acc., per, attraverso, populus, i, f., pioppo.
optatus, a, um, agg., desiderato, gra- per mezzo di. porta, ae, f., porta.
dito. peragro, as, avi, atum, are, tr. 1a, per- portentum, i, n., prodigio.
opto, as, avi, atum, are, tr. 1a, deside- correre, visitare. porticus, us, f., portico.
rare. percurro, is, cucurri o curri, cursum, porto, as, avi, atum, are, tr. 1a, por-
opulentia, ae, f., ricchezza, potenza. ere, tr. e intr. 3a, percorrere, attra- tare.
opulentus, a, um, agg., ricco. versare. posco, is, poposci, ere, tr. 3a, doman-
opus, operis, n., opera, lavoro, lavoro perdo, is, didi, ditum, ere, tr. 3a, per- dare, richiedere.
di fortificazione o di assedio. dere, rovinare. possum, potes, potui, posse, intr., po-
ora, ae, f., spiaggia, costa, regione. pergo, is, perrexi, perrectum, ere, tr. tere, essere in grado di.
oraculum, i, n., oracolo. 3a, proseguire, dirigersi, affrettarsi. post, avv. o prep. con l’acc., dopo,
ornamentum, i, n., ornamento. periculum, i, n., pericolo, prova. poi.
ornatus, a, um, agg., ornato. peritia, ae, f., esperienza, abilità. postea, avv., poi, in seguito, quindi.
orno, as, avi, atum, are, tr. 1a, ornare. perpetuus, a, um, agg., perpetuo, posterus, a, um, agg., seguente, suc-
oro, as, avi, atum, are, tr. 1a, pregare. eterno, continuo. cessivo; posteri, orum, m. pl., po-
Orpheus, ei o eos, m., Orfeo. perplexus, a, um, agg., ambiguo, tor- steri.
ortus, us, m., il sorgere (di un astro), tuoso. postquam, cong., dopo che.
nascita. Persa, ae, m., Persiano. postremo, avv., infine, da ultimo.
os, oris, n., bocca. persevero, as, avi, atum, are, intr. 1a, postridie, avv., il giorno dopo.
ostendo, is, ostendi, ostentum, ere, tr. perseverare, continuare. postulo, as, avi, atum, are, tr. 1a, do-
3a, mostrare. persona, ae, f., personaggio, figura, mandare, chiedere.
otiosus, a, um, agg., tranquillo, libero maschera. potentia, ae, f., potenza.
da impegno, inattivo. persto, as, stiti, staturus, are, intr. 1a, prae, prep. con l’abl., davanti a, in
otium, ii, n., tranquillità, riposo, rimaner fermo, ostinarsi, perseve- confronto di, a causa di.
tempo libero, ozio. rare. praebeo, es, ui, itum, ere, tr. 2a, of-
perturbo, as, avi, atum, are, tr. 1a, frire, porgere, dare.
P turbare, commuovere. praecedo, is, cessi, cessum, ere, tr. e
paeninsula, ae, f., penisola. pervenio, is, perveni, perventum, ire, intr. 3a, precedere, andare innanzi,
pagina, ae, f., foglio, pagina. intr. 4a, pervenire, giungere. superare.
pagus, i, m., villaggio. peto, is, ivi, itum, ere, tr. 3a, doman- praeceptum, i, n., precetto, co-
palma, ae, f., palma. dare, chiedere, cercare, dirigersi, mando, insegnamento.
panis, is, m., pane. assalire. praecipito, as, avi, atum, are, tr. e
paratus, a, um, part. agg., preparato, petra, ae, f., roccia. intr. 1a, far cadere, precipitare.
allestito. petulantia, ae, f., petulanza, sfaccia- praeda, ae, f., preda, bottino.
parcus, a, um, agg., moderato, avaro, taggine, leggerezza. praedico, as, avi, atum, are, tr. 1a, an-
parco. Phaedrus, i, m., Fedro. nunciare, predire, ordinare.
parentes, um, m. pl., genitori. Phaeton, ontis, m., Fetonte. praedium, ii, n., podere, fondo.
pareo, es, ui, ere, intr. 2a, ubbidire. pharetra, ae, f., faretra. praefectus, i, m., prefetto, governa-
pario, is, peperi, partum, parere , Philippus, i, m., Filippo. tore.
tr. 3a, partorire, procurare, acqui- philosophia, ae, f., filosofia. praemitto, is, misi, missum, ere, tr. 3a,
stare. philosophus, i, m., filosofo. mandare avanti, preannunciare.
paro, as, avi, atum, are, tr. 1a, prepa- Phoebus, i, m., Febo, Apollo. praenuntio, as, avi, atum, are, tr. 1a,
rare, procurare. piger, gra, grum, agg., pigro, lento. preannunciare.
pars, partis, f., parte, partito. pigritia, ae, f., pigrizia. praesertim, avv., soprattutto.
parvus, a, um, agg., piccolo, poco pila, ae, f., palla. praesidium, ii, n., presidio, difesa.
numeroso. pilosus, a, um, agg., peloso, villoso. praesto, as, stiti, stitum, are, tr. e intr.
pasco, is, pavi, pastum, ere, tr. 3a, pa- pinna, ae, f., penna, ala, pinna. 1a, dare, primeggiare, essere supe-
scolare, allevare. pinus, i, f., pino. riore, eseguire.
12_MODUS_VOCAB_307-326 21-01-2011 11:38 Pagina 317
praesum, praees, praefui, praeesse, puer, pueri, m., bambino, ragazzo, refugium, ii, n., rifugio.
intr., essere a capo di (col dat.) pueritia, ae, f., infanzia, giovinezza. refulgeo, es, fulsi, ere, intr. 2a, risplen-
praeter, avv., oltre, eccetto, fuorché; pugna, ae, f., battaglia. dere.
prep. con l’acc., davanti, oltre, pugno, as, avi, atum, are, intr. 1a, regina, ae, f., regina.
tranne. combattere. regia, ae, f., reggia, palazzo reale.
praeterea, avv., inoltre. pulcher, chra, chrum, agg., bello. regio, onis, f., regione.
praeteritus, a, um, part. agg., passato, Punicus, a, um, agg., cartaginese. regno, as, avi, atum, are, intr. 1a, re-
trascorso. punio, is, ivi, itum, ire, tr. 4a, punire. gnare.
pratum, i, n., prato. puto, as, avi, atum, are, tr. 1a, pen- regnum, i, n., regno.
pravus, a, um, agg., malvagio. sare, credere, giudicare. rego, is, rexi, rectum, ere, tr. 3a, reg-
prehendo, is, di, sum, ere, tr. 3a, pren- Pyrrhus, i, m., Pirro. gere, governare.
dere, afferrare. Regulus, i, m., Regolo.
pretium, ii, n., prezzo. Q relinquo, is, liqui, lictum, ere, tr. 3a,
Priamus, i, m., Priamo. quaero, is, quaesivi, quaesitum, ere, lasciare.
pridie, avv., il giorno prima. tr. 3a, chiedere, cercare. reliquus, a, um, agg., restante, rima-
primum, avv., per la prima volta, dap- quam, avv., quanto; cong., che. nente.
prima, prima. quamdiu, avv., finché, per tutto il reliquum, i, n., sost., il resto.
primus, a, um, agg., primo. tempo che. remaneo, es, mansi, mansum, ere,
principatus, us, m., primato, origine. quamquam, cong., sebbene, anche intr. 2a, rimanere, restare.
pristinus, a, um, agg., antico, prece- se. remedium, ii, n., rimedio.
dente. quando, avv., quando? remeo, as, avi, atum, are, intr. 1a, ri-
privatus, a, um, agg., privato. quantum, avv., quanto. tornare.
pro, prep. con l’abl., in favore di, in- quantus, a, um, agg., quanto grande. remitto, is, remisi, remissum, ere, tr.
vece di, davanti a, conforme a, quapropter, avv., perciò, per la qual 3a, rimandare, rispedire.
come, in cambio di. cosa. renovo, as, avi, atum, are, tr. 1a, rin-
probo, as, avi, atum, are, tr. 1a, ap- quare, cong., perciò. novare, rifare.
provare, provare, mettere alla querulus, a, um, agg., querulo, la- repello, is, reppuli, o repuli, pulsum,
prova. mentoso. ere, tr. 3a, respingere, tener lontano.
probus, a, um, agg., probo, onesto, qui, quae, quod, pron. rel., che, co- rependo, is, pendi, pensum, ere, tr. 3a,
buono. lui, il quale. contraccambiare, compensare.
procedo, is, cessi, cessum, ere, intr. 3a, quia, cong., perché, poiché. reperio, is, repperi, repertum, ire, tr.
procedere, avanzare. quidam, quaedam, quoddam, e quid- 4a, trovare, inventare.
procella, ae, f., tempesta, burrasca, dam, agg., e pron. indef., uno, un repono, is, posui, positum, ere, tr. 3a,
tumulto. certo, un tale. riporre, restituire.
prodigium, ii, n., prodigio. quidem, avv., certamente; ne... qui- reprehendo, is, prehendi, prehensum,
prodigus,a, um, agg., dissipatore. dem, nemmeno, neppure. ere, tr. 3a, riprendere, rimprove-
proelium, ii, n., battaglia. quis? quid? pron. interr., chi?, che rare.
profligo, as, avi, atum, are, tr. 1a, cosa? requiesco, is, quievi, quietum, ere,
sconfiggere, sbaragliare. quo, avv., dove, nel luogo in cui. intr. 3a, riposare, dormire.
profugio, is, fugi, fugitum, ere, intr. 3a, quoniam, cong., poiché. res, rei, f., cosa, affare, impresa.
fuggir via, rifugiarsi. quoque, cong. posposta, anche. respondeo, es, spondi, sponsum, ere,
profugus, a, um, agg., fuggitivo. quot, numer. indecl., quanti, quante. intr. e tr. 2a, rispondere.
prohibeo, es, ui, itum, ere, tr. 2a, proi- retia, ae, f., rete.
bire, impedire, allontanare. R retineo, es, tinui, tentum, ere, tr. 3a, ri-
proinde, avv., perciò, dunque. raeda, ae, f., carrozza. tenere, trattenere.
Prometheus, ei, m., Prometeo. ramus, i, m., ramo. reus, i, m., accusato, imputato.
promitto, is, misi, missum, ere, tr. 3a, rapina, ae, f., rapina, saccheggio. reverentia, ae, f., riverenza, riguardo.
promettere. rapio, is, rapui, raptum, ere, tr. 3a, ra- reverto, is, verti, versum, ere, intr. 3a,
prope, avv., quasi; prep. con l’acc., vi- pire, rubare. ritornare.
cino a. raro, avv., raramente. revoco, as, avi, atum, are, tr. 1a, ri-
propensus, a, um, agg., incline, pro- rarus, a, um, agg., raro. chiamare.
penso. rebello, as, avi, atum, are, intr. 1a, ri- rex, regis, m., re.
propero, as, avi, atum, are, intr. 1a, bellarsi, insorgere. Rhea, ae, f., Rea.
affrettarsi verso, aver fretta. recedo, is, cessi, cessum, ere, intr. 3a, Rhodus, i, f., Rodi.
propinquus, a, um, agg., vicino, pros- ritirarsi. rideo, es, risi, risum, ere, intr. 2a, ri-
simo. recido, is, recidi, recisum, ere, intr. 3a, dere.
propter, prep. con l’acc., per, a causa recidere, troncare. ripa, ae, f., riva.
di, vicino a. recipio, is, cepi, ceptum, ere, tr. 3a, ri- risus, us, m., riso.
Proserpina, ae, f., Proserpina. cevere, accogliere; se recipere, riti- rivus, i, m., rivo, ruscello.
prospicio, is, spexi, spectum, ere, tr. e rarsi. robustus, a, um, agg., robusto, forte,
intr. 3a, guardare avanti, scorgere. recte, avv., giustamente. resistente.
prosum, prodes, profui, prodesse, recupero, as, avi, atum, are, tr. 1a, re- rogo, as, avi, atum, are, tr. 1a, do-
intr., giovare. cuperare, riprendere. mandare, interrogare, pregare.
protego, is, texi, tectum, ere, tr. 3a, recuso, as, avi, atum, are, tr. 1a, ricu- Roma, ae, f., Roma.
proteggere. sare, rifiutare. Romanus, a, um, agg., romano.
proverbium, ii, n., proverbio, detto. reddo, is, reddidi, redditum, ere, tr. Romulus, i, m., Romolo.
provincia, ae, f., provincia. 3a, rendere, consegnare. rosa, ae, f., rosa.
prudentia, ae, f., saggezza, prudenza. redeo, is, ii, itum, ire, intr., ritornare. rostrum, i, n., rostro, becco.
puella, ae, f., fanciulla, bambina, ra- refugio, is, fugi, ere, tr. e intr. 3a, rifug- ruber, bra, brum, agg., rosso.
gazza. gire, ritirarsi, rifugiarsi. ruina, ae, f., rovina.
12_MODUS_VOCAB_307-326 21-01-2011 11:38 Pagina 318
rumpo, is, rupi, ruptum, ere, tr. 3a, servus, i, m., schiavo. submoveo, es, movi, motum, ere, tr. 2a,
rompere. severus, a, um, agg., severo. allontanare, respingere.
rursus, avv., di nuovo. sic, avv., così. subrideo, es, risi, risum, ere, intr. 2a,
rusticus, a, um, agg., di campagna, ru- Sicilia, ae, f., Sicilia. sorridere.
stico, rozzo; res rustica, agricoltura. signum, i, n., segno, insegna, se- suburbanus, a, um, agg., suburbano,
S gnale, statua. (alle porte della città ).
Sabinus, a, um, agg., sabino. silva, ae, f., bosco, selva. succedo, is, cessi, cessum, ere, intr. 3a,
sacer, cra, crum, agg., sacro. simul, avv., insieme, nello stesso succedere, subentrare, avvicinarsi.
sacrificium, ii, n., sacrificio. tempo. succumbo, is, cubui, cubitum, ere,
sacrifico, as, avi, atum, are, tr. 1a, sa- simulacrum, i, n., statua, immagine. intr. 3a, soccombere, cedere.
crificare. sine, prep. con l’abl., senza. Sulla, ae, m., Silla.
saeculum, i, n., secolo, età. situs, a, um, part. agg., sito, situato, summus, a, um, agg., sommo; sum-
saepe, avv., spesso. posto. mum, i, n., sommità.
saevitia, ae, f., ferocia, crudeltà. socer, eri, m., suocero. sumo, is, sumpsi, sumptum, ere, tr. 3a,
saevus, a, um, agg., crudele, feroce. socius, ii, m., compagno, alleato, so- prendere, ricevere.
sagitta, ae, f., saetta, freccia. cio. sumptuosus, a, um, agg., sontuoso.
Saguntum, i, n., Sagunto. Socrates, is, m., Socrate. superbia, ae, f., superbia.
Salamis, minis, f., Salamina. sol, solis, m., sole. superbus, a, um, agg., superbo.
salus, utis, f., salvezza. soleo, es, solitus sum, ere, intr. 2a, es- supero, as, avi, atum, are, tr. 1a, supe-
sanctus, a, um, agg., sacro, santo. ser solito, solere. rare, vincere.
sane, avv., veramente. sollicito, as, avi, atum, are, tr. 1a, agi- supersum, superes, superfui, superesse,
sanus, a, um, agg., sano, guarito. tare, turbare, incitare, scuotere. intr., sopravvivere, rimanere.
sapiens, entis, saggio, sapiente. solum, avv., soltanto. supplicium, ii, n., supplizio.
sapientia, ae, f., saggezza, sapienza. solus, a, um, agg., solo, solitario. supplico, as, avi, atum, are, intr. 1a,
sapio, is, sapii, ere, tr. e intr. 3a, aver solvo, is, solvi, solutum, ere, tr. 3a, supplicare.
sapore di. sciogliere, pagare. supra, avv. e prep., sopra, prima.
satio, as, avi, atum, are, tr. 1a, sa- somnus, i, m., sonno. surgo, is, surrexi, surrectum, ere, intr.
ziare, appagare. sono, as, sonui, sonitum, are, intr. e tr. 3a, alzarsi.
satur, tura, turum, agg., sazio, saturo, 1a, suonare, risuonare. suscipio, is, scepi, sceptum, ere, tr. 3a,
satollo. sonus, i, m., suono. intraprendere, prendere.
Saturnus, i, m., Saturno. sordidus, a, um, agg., sporco, squal- suus, sua, suum, agg., suo, loro, pro-
saucio, as, avi, atum, are, tr. 1a, fe- lido, spregevole, sordido. prio.
rire, colpire. spatium, ii, n., spazio. Syracusae, arum, f. pl., Siracusa.
saxum, i, n., sasso, macigno, rupe, spectaculum, i, n., spettacolo. Syracusanus, a, um, agg., siracusano.
roccia. specto, as, avi, atum, are, tr. 1a, osser-
scientia, ae, f., scienza, sapienza, co- vare, guardare, vedere. T
noscenza. speculum, i, n., specchio. tabula, ae, f., quadro, tavola.
scio, is, scivi, scitum, ire, tr. 4a, sapere. spelunca, ae, f., spelonca. taceo, es, tacui, tacitum, ere, tr. e intr.
scopulus, i, m., rupe, scoglio. splendidus, a, um, agg., splendido. 2a, tacere.
scribo, is, scripsi, scriptum, ere, tr. 3a, spolio, as, avi, atum, are, tr. 1a, spo- tacite, avv., in silenzio.
scrivere. gliare, privare. tacitus, a, um, agg., silenzioso, tacito,
scriptum, i, n., scritto. sponsa, ae, f., fidanzata, sposa. segreto.
seco, as, secui, sectum, are, tr. 1a, ta- stagnum, i, n., stagno. taeter, taetra, taetrum, agg., tetro,
gliare, segare. statim, avv., subito. turpe, orribile, ignobile.
secundus, a, um, agg., secondo, favo- statua, ae, f., statua. tam, avv., tanto, così.
revole. statuo, is, statui, statutum, ere, tr. 3a, tamen, cong., tuttavia.
sed, cong., ma. decidere, stabilire, porre, fondare. tamdiu, avv., così a lungo.
sedes, is, f., sede, dimora. stella, ae, f., stella. tametsi, cong., benché.
sedulus, a, um, agg., diligente, ope- stimulo, as, avi, atum, are, tr. 1a, sti- tamquam, cong., come.
roso. molare, pungere, tormentare. tandem, avv., infine.
semper, avv., sempre. sto, as, steti, statum, are, intr. 1a, tango, is, tetigi, tactum, ere, tr. 3a, toc-
senator, oris, m., senatore. stare, rimanere fermo, resistere, care, colpire, turbare.
Seneca, ae, m., Seneca. trovarsi. tantum, avv., soltanto, tanto.
senex, is, agg., vecchio. strenue, avv., valorosamente. tantus, a, um, agg., tanto grande.
sentio, is, sensi, sensum, ire, tr. 4a, sen- strenuus, a, um, agg., valoroso. tardus, a, um, agg., tardo, lento.
tire, percepire, ritenere. stringo, is, strinxi, strictum, ere, tr. 3a, Tarentus, i, f., Tarentum, i, n., Taranto.
sententia, ae, f., sentenza, opinione, stringere, premere. Tarquinius, ii, m., Tarquinio.
parere. studeo, es, ui, ere, intr. 2a, studiare, taurus, i, m., toro.
separo, as, avi, atum, are, tr. 1a, sepa- desiderare, dedicarsi a, occuparsi tectum, i, n., tetto, casa.
rare, dividere. di, cercare di. tectus, a, um, agg., coperto, protetto.
sepelio, is, ivi, sepultum, ire, tr. 4a, studium, ii, n., desiderio, zelo, pas- tego, is, texi, tectum, ere, tr. 3a, co-
seppellire. sione, inclinazione, studio. prire, nascondere.
sepultura, ae, f., sepoltura. stultus, a, um, agg., sciocco, stolto; tela, ae, f., tela.
Sequani, orum, m. pl., Sequani. stultum, i, n., sciocchezza. telum, i, n., dardo, freccia.
sericus, a, um, agg., di seta. sub, prep. con l’acc. o l’abl., sotto. temperantia, ae, f., temperanza, mo-
serva, ae, f., schiava. subigo, is, subegi, subactum, ere, tr. derazione, equilibrio.
servio, is, ivi, itum, ire, intr. 4a, ser- 3a, sottomettere. templum, i, n., tempio.
vire, essere sottomesso. subitus, a, um, agg., improvviso. tempto, as, avi, atum, are, tr. 1a, ten-
servo, as, avi, atum, are, tr. 1a, sal- submitto, is, misi, missum, ere, tr. 3a, tare, mettere alla prova, attaccare.
vare, conservare, mantenere. sottomettere. tempus, oris, n., tempo, tenacia.
12_MODUS_VOCAB_307-326 21-01-2011 11:38 Pagina 319
tendo, is, tetendi, tentum e tensum, undique, avv., da ogni parte. vendo, is, didi, ditum, ere, tr. 3a, ven-
ere, tr. e intr. 3a, tendere, dirigersi. unicus, a, um, agg., unico, solo. dere.
teneo, es, tenui, tentum, ere, tr. 2a, te- universus, a, um, agg., tutto intero; venenum, i, n., veleno.
nere, trattenere. universum, i, n., universo. veneo, is, venii, venum, ire, intr., es-
terra, ae, f., terra. unquam, avv., mai, alcuna volta, qual- sere venduto.
terraneola, ae, f., allodola. che volta. venia, ae, f., venia, perdono, indul-
terreo, es, ui, itum, ere, tr. 2a, atter- unus, a, um, agg. num., uno, uno genza.
rire, spaventare. solo, unico. venio, is, veni, ventum, ire, intr. 4a, ve-
Thebae, arum, f. pl., Tebe. urbs, urbis, f., città; Urbs, l’Urbe, nire.
Theseus, i, m., Teseo. Roma. ventus, i, m., vento.
tibia, ae, f., flauto. ursus, i, m., orso. Venus, eris, f., Venere.
timeo, es, ui, ere, tr. 2a, temere. usquam, avv., fino a. ver, veris, n., primavera.
timidus, a, um, agg., pauroso, timo- usque ab, fino da; usque ad, fino a. verbero, as, avi, atum, are, tr. 1a, bat-
roso, timido. ut, uti, cong., che, affinché, come, tere, percuotere.
tolero, as, avi, atum, are, tr. 1a, tolle- quando. verbum, i, n., parola.
rare, sopportare. uter, utra, utrum, agg. e pron. interr., Vercingetorix, igis, m., Vercingeto-
tollo, is, sustuli, sublatum, ere, tr. 3a, quale dei due. rige.
alzare, sollevare, distruggere, ucci- uterque, utraque, utrumque, agg. e vere, avv., veramente.
dere, rimuovere. pron. indef., ciascuno dei due, verecundia, ae, f., riservatezza, mode-
torqueo, es, torsi, tortum, ere, tr. 2a, l’uno e l’altro. stia.
torcere, tormentare. utilis, e, agg., utile. Vergilius, ii, m., Virgilio.
totus, a, um, agg., tutto, tutto quanto. utilitas, atis, f., utilità. veritas, atis, f., verità.
tracto, as, avi, atum, are, tr. 1a, trat- uva, ae, f., uva. vero, avv., ma, poi, in verità.
tare, maneggiare, lavorare. uxor, oris, f., moglie. Verres, is, m., Verre.
trado, is, didi, ditum, ere, tr. 3a, con- versus, us, m., verso, canto, solco.
segnare, tramandare. V verto, is, verti, versum, ere, tr. 3a, vol-
traduco, is, duxi, ductum, ere, tr. 3a, vaco, as, avi, atum, are, intr. 1a, esser gere, voltare.
trasportare. vuoto, esser libero, privo. verum, i, n., verità.
traho, is, traxi, tractum, ere, tr. 3a, vacuus, a, um, agg., vuoto, libero. verus, a, um, agg., vero, sincero.
trarre, ricavare, trascinare. vafer, vafra, vafrum, agg., scaltro, vesper, eris, m., vespro, sera.
trano, as, avi, atum, are, tr. 1a, pas- astuto, furbo. Vesta, ae, f., Vesta.
sare a nuoto. vago, as, avi, atum, are (vagor), intr. vestibulum, i, n., vestibolo, atrio.
trans, prep. con l’acc., al di là di, ol- 1a, vagare, aggirarsi. vestigium, ii, n., orma, traccia.
tre. vagus, a, um, agg., instabile, mutevole. vestio, is, ivi e ii, itum, ire, tr. 4a, ve-
transitus, us, m., passaggio. valeo, es, ui, ere, intr. 2a, valere, es- stire.
transmarinus, a, um, agg., d’oltre- sere capace di, essere importante, vestis, is, f., veste, vestito.
mare. stare bene. veto, as, vetui, vetitum, are, tr. 1a, vie-
Trasumenus, i, m., Trasimeno. valetudo, inis, f., buona salute. tare, impedire.
tribunus, i, m., tribuno. validus, a, um, agg., valido, forte, ro- vetus, eris, agg., vecchio, antico.
tribuo, is, bui, butum, ere, tr. 3a, attri- busto. vetustas, atis, f., vetustà, vecchiezza,
buire, dare. vallis, is, f., valle. antichità.
tristis, e, agg., triste, spiacevole, sgra- vallum, i, n., terrapieno, trincea. vetustus, a, um, agg., vecchio.
devole. vanus, a, um, agg., vano, inutile. vexillum, i, n., vessillo, bandiera.
triumphus, i, m., trionfo. varietas, atis, f., varietà. vexo, as, avi, atum, are, tr. 1a, mole-
triumvir, i, m., triumviro. varius, a, um, agg., vario, incostante. stare, tormentare.
Troia, ae, f., Troia. vas, vasis, n., vaso. via, ae, f., via.
Troiani, orum, m. pl., Troiani. vastitas, atis, f., vastità, deserto, deva- viator, oris, m., viandante.
Troianus, a, um, agg., trioiano, di stazione. vicinus, a, um, agg., vicino.
Troia. vasto, as, avi, atum, are, tr. 1a, deva- victima, ae, f., vittima.
tuba, ae, f., tromba. stare. victor, oris, m., vincitore.
tum, avv., allora; cum...tum, da una vastus, a, um, agg., vuoto, spopolato, victoria, ae, f., vittoria.
parte... dall’altra. desolato. victus, us, m., vita, modo di vivere;
tunc, avv., allora. vates, vatis, m., profeta, poeta. vitto, nutrimento, cibo.
turba, ae, f., folla, moltitudine. vehemens, entis, agg., violento, impe- vicus, i, m., villaggio, strada.
turbatus, a, um, agg., turbato. tuoso, accanito. video, es, vidi, visum, ere, tr. 2a, ve-
turbo, as, avi, atum, are, tr. 1a, tur- vehementer, avv., violentemente, viva- dere.
bare, agitare, scompigliare. mente. vigeo, es, vigui, ere, intr. 2a, esser
turma, ae, f., squadrone, schiera. vehementia, ae, f., impeto, forza. forte, potente.
tuus, a, um, agg. e pron., tuo. vehiculum, i, n., veicolo, carro. vigilans, antis, agg., vigile, attento.
Tusci, orum, m. pl., Etruschi. veho, is, vexi, vectum, ere, tr. 3a, tra- vigilia, ae, f., veglia, turno di guar-
tutus, a, um, agg., sicuro, saldo. sportare. dia; vigiliae, arum, f. pl., senti-
tyrannus, i, m., tiranno. Veii, orum, m. pl., Veio. nelle, guardie.
vel, cong., o, oppure. vigilo, as, avi, atum, are, intr. 1a, vigi-
U velocitas, atis, f., velocità. lare, vegliare.
ubi, avv. e cong., dove, appena, quando. velox, ocis, agg., veloce. vigor, oris, m., vigore, forza.
ubique, avv., dovunque. velum, i, n., velo, tenda. vilicus, a, um, agg., campagnolo.
ullus, a, um, agg. indef., alcuno. velut, avv., come. vilis, e, agg., vile, di poco valore.
umbra, ae, f., ombra, oscurità. venatio, onis, f., caccia. villa, ae, f., villa, fattoria.
umbrosus, a, um, agg., ombroso. venator, oris, m., cacciatore. vincio, is, vinxi, vinctum, ire, tr. 4a, le-
unda, ae, f., onda. venatus, us, m., caccia. gare.
12_MODUS_VOCAB_307-326 21-01-2011 11:38 Pagina 320
vinco, is, vici, victum, ere, tr. 3a, vin- virus, i, n., veleno voluptas, atis, f., voluttà, piacere.
cere. vis, roboris, f., forza, violenza, quan- voro, as, avi, atum, are, tr. 1a, divo-
vinculum, i, n., vincolo, legame, tità. rare.
corda, catena. viso, is, visi, visum, ere, tr. 3a, visitare, votum, i, n., voto, preghiera.
vincula, orum, n. pl., carcere. andare a vedere, osservare. vox, vocis, f., voce.
vindex, icis, m. e f., difensore, vendi- visus, us, m., vista. vulgus, i, n., volgo, popolo.
catore. vita, ae, f., vita. vulnero, as, avi, atum, are, tr. 1a, fe-
vindico, as, avi, atum, are, tr. 1a, ri- vitium, ii, n., vizio, difetto. rire.
vendicare. vito, as, avi, atum, are, tr. 1a, evitare. vulnus, eris, n., ferita.
vindicta, ae, f., vendetta. vitulus, i, m., vitello. vulpecula, ae, f., piccola volpe.
vinea, ae, f., vigna. vitupero, as, avi, atum, are, tr. 1a, bia- vulpes, is, f., volpe.
vinum, i, n., vino. simare, rimproverare. vultus, us, m., volto, sguardo, aspetto.
viola, ae, f., viola. vivo, is, vixi, victum, ere, intr. 3a, vi-
violentus, a, um, agg., impetuoso, vio- vere. X
lento, duro, crudele, aspro. vivus, a, um, agg., vivo. Xanthippe, es, f., Santippe.
violo, as, avi, atum, are, tr. 1a, vio- vix, avv., appena, a fatica. Xenophon, ontis, m., Senofonte.
lare. voco, as, avi, atum, are, tr. 1a, chia- Xerses o Xerxes, is, m., Serse.
vipera, ae, f., vipera. mare.
vir, viri, m., uomo, marito. volo, as, avi, atum, are, intr. 1a, vo- Z
virga, ae, f., bastone, ramoscello. lare. Zama, ae, f., Zama.
virgo, inis, f., vergine, ragazza. volo, vis, volui, velle, tr., volere. Zeno o Zenon, onis, m., Zenone.
virilis, e, agg., virile, forte, corag- Volsci, orum, m. pl., Volsci.
gioso. volubilis, e, agg., volubile.
virtus, utis, f., valore, virtù. voluntas, atis, f., volontà, volere.
A affermare, adfirmo, as, avi, atum, are, amministrare, administro, as, avi,
abbagliare, excaeco, as, avi, atum, are, tr. 1a; dico, is, dixi, dictum, ere, tr. atum, are, tr. 1a.
a a
tr. 1 . 3. ancella, ancilla, ae, f.
abbaiare, latro, as, avi, atum, are, afferrare, prehendo, is, prehendi, pre- anche, etiam; quoque (posposto); et.
intr. 1a. hensum, ere, tr. 3a. ancora, etiam nunc; etiam tum; non
abbandonare, desero, is, ui, desertum, Africa, Africa, ae, f. ancora, nondum.
ere, tr. 3a; relinquo, is, liqui, lictum, agguato, insidiae, arum, f. pl. andare, eo, is, ivi, itum, ire, intr.; pro-
ere, tr. 3a. agiatamente, commode, avv. pero, as, avi, atum, are, intr. 1a.
abbondante, copiosus, a, um. agnello, agnus, i, m. anfiteatro, amphiteatrum, i, n.
abbondanza, copia, ae, f. agricoltore, agricola, ae, m. anima, animus, i, m.; anima, ae, f.
abitante, incola, ae, m. agricoltura, agricultura, ae, f. animo, animus, i, m.
abitare, habito, as, avi, atum, are, tr. e Agrippa, Agrippa, ae, m. anno, annus, i, m.; ogni anno, quo-
intr. 1a; incolo, is, colui, cultum, ere, aiutare, adiuvo, as, iuvi, iutum, are, tannis.
tr. 3a. tr. 1a. annunciare, nuntio, as, avi, atum,
abitudine, consuetudo, inis, f.; mos, aiuto, auxilium, ii, n., dare aiuto, are, tr. 1a.
moris, m. adiuvo, as, iuvi, iutum, are, tr. 1a. annuncio, nuntius, ii, m.
accampamento, castra, orum, n. pl. alleato, socius, a, um. antico, antiquus, a, um; vetus, veteris.
accogliere, accipio, is, cepi, ceptum, ere, allevare, educo, as, avi, atum, are, Antonio, Antonius, ii, m.
tr. 3a. tr. 1a. Apollo, Apollo, inis, m.
accorgersi, animadverto, is, verti, ver- allieva, alumna, ae, f.; discipula, ae, f. appena (cong. temp.), ut; ut primum;
sum, ere, tr. 3a. allievo, discipulus, i, m. ubi; (avv.), vix.
avvicinarsi, appropinquo, as, avi, allora, tum. apprezzare, aestimo, as, avi, atum,
atum, are, intr. 1a; accedo, is, cessi, altare, ara, ae, f.; altare, is, n. are, tr. 1a.
cessum, ere, intr 3a. alto, altus, a, um; procerus, a, um. approvare, probo, as, avi, atum, are,
accusare, accuso, as, avi, atum, are, amare, amo, as, avi, atum, are, tr. 1a. tr. 1a.
tr. 1a. ambasciatore, legatus, i, m. aprire, aperio, is, aperui, apertum, ire,
Achei, Achaei, orum, m. pl. ambiguità, ambiguitas, atis, f. tr. 4a.
Achille, Achilles, is, m. ambiguo, ambiguus, a, um. arare, aro, as, avi, atum, are, tr. 1a.
acqua, aqua, ae, f. amica, amica, ae, f. arbitro, arbiter, tri, m.
adorare, colo, is, colui, cultum, ere, amicizia, amicitia, ae, f. arco, arcus, us, m.
tr. 3a. amico, amicus, a, um. ardente, ardens, entis.
adulatore, adulator, oris, m. Amilcare, Hamilcar, aris, m. ardimento, audacia, ae, f; animus, i, m.
affabilità, affabilitas, atis, f.; comitas, ammalato, aegrotus, a, um; aeger, gra, Argo, città, Argi, orum, m. pl.
atis, f. grum; essere ammalato, aegroto, as, argomento, argumentum, i, n.
affamato, esuriens, entis; famelicus, a, avi, atum, are, intr. 1a. arguzia, acumen, inis, f.
um. ammansire, mansuefacio, is, feci, fac- aria, aër, aëris, m.
affanno, cura, ae, f. tum, ere, tr. 3a. Aristotele, Aristoteles, is, m.
12_MODUS_VOCAB_307-326 21-01-2011 11:38 Pagina 321
armare, armo, as, avi, atum, are, bestia, bestia, ae, f.; animal, alis, n. concordia, concordia, ae, f.
tr. 1 a. biasimare, vitupero, as, avi, atum, condannare, damno, o condemno, as,
arrendersi, se dedere (dedo, dedis, dedi- are, tr. 1a. avi, atum, are, tr. 1a.
di, deditum, ere, tr. 3a). bisogno, necessitas, atis, f.; aver biso- condottiero, dux, ducis, m.
arrivare, pervenio, is, veni, ventum, gno, egeo, es, egui, ere, intr. 2a (con condurre, duco, is, duxi, ductum, ere,
ire, intr. 4a. l’abl.); indigeo, es, ui, ere, intr. 2a tr. 3a; ago, is, egi, actum, ere, tr. 3a.
arrivo, adventus, us, m. (con l’abl.). conoscere, cognosco, is, gnovi, gnitum,
ascoltare, (dare ascolto), audio, is, bocca, os, oris, n.; bucca, ae, f. ere, tr. 3a; non conoscere, ignoro,
ivi, itum, ire, tr. 4a; ausculto, as, bosco, silva, ae, f.; nemus, nemoris, n. as, avi, atum, are, tr. 1a.
avi, atum, are, tr. 1a. bronzo, aes, aeris, n.; di bronzo, ae- conquistare, capio, is, cepi, captum,
Asia, Asia, ae, f. neus, a, um. ere, tr. 3a.
asino, asinus, i, m. Bruto, Brutus, i, m. considerare, considero, as, avi, atum,
aspettare, exspecto, as, avi, atum, are, bue, bos, bovis, m. are, tr. 1a; habeo, es, habui, habitum,
tr. 1a. buono, bonus, a, um. ere, tr. 2a.
Atene, Athenae, arum, f. pl. contadino, agricola, ae, m.
ateniese, Atheniensis, e. C contro, contra, in (con l’acc.).
attenzione, diligentia, ae, f.; cura, ae, f. cacciare, venor, aris, atus sum, ari, controversia, controversia, ae, f.
atterrire, terreo, es, ui, itum, ere, tr. 2a. intr. dep. 1a. convitato, conviva, ae, m.
attingere, haurio, is, hausi, haustum, cambiare, muto, as, avi, atum, are, tr. coraggio, animus, i, m.; virtus, utis, f.;
ire, tr. 4a. 1a. audacia, ae, f.
attirare, attraho, is, traxi, tractum, ere, Camillo, Camillus, i, m. corazza, lorica, ae, f.
tr. 3a. camminare, ambulo, as, avi, atum, Corinto, Corinthus, i, f.
attività, industria, ae, f. are, intr. 1a. corno, cornu, us, n.
attivo, industrius, a, um; impiger, gra, campagna, rus, ruris, n. corona, corona, ae, f.
grum. campo, ager, agri, m.; campo di batta- cosa, res, rei, f.
attonito, attonitus, a, um. glia, acies, ei, f. così, sic, ita; (davanti ad agg.) tam.
attrarre, a) tirare a sè, traho, is, traxi, candidato, candidatus, i, m. credere, puto, as, avi, atum, are, tr. 1a;
tractum, ere, tr. 3a. – b) allettare, al- cane, canis, is, m. credo, is, didi, ditum, ere, intr. e tr. 3a.
licio, is, lexi, lectum, ere, tr. 3a. capanna, casa, ae, f. crescere, cresco, is, crevi, cretum, ere,
attraversare, transeo, is, ii, itum, ire. capello, capillus, i, m. intr. 3a.
tr. e intr. capo, caput, itis, n. Cuma, Cumae, arum, f. pl.
attraverso, per (con l’acc.). capra, capra, ae, f. cura, cura, ae, f.
audacia, audacia, ae, f. capretta, capella, ae, f. curare, curo, as, avi, atum, are, tr. 1a.
Augusto, Augustus, i, m. Cartaginese, Carthaginiensis, e; Puni- curia, curia, ae, f.
aureo, aureus, a, um. cus, a, um. custodire, custodio, is, ivi, itum, ire,
aurora, aurora, ae, f. castigo, poena, ae, f. tr. 4a.
autunno, autumnus, i, m. causa, causa, ae, f.
avanzare, procedo, is, cessi, cessum, cavallo, equus, i, m. D
ere, intr. 3a. celebrare, celebro, as, avi, atum, are, da, a, ab; e, ex; de (con l’abl.).
avaro, avarus, a, um. tr. 1a. danaro, pecunia, ae, f.
avere, habeo, es, ui, itum, ere, tr. 2a. cercare, quaero, is, sivi, situm, ere, dannoso, noxius, a, um.
avidità, aviditas, atis, f.; cupiditas, tr. 3a. dare, do, as, dedi, datum, dare, tr. 1a;
atis, f. certo, certus, a, um. dare ascolto, audio, is, ivi, itum,
avvenimento, casus, us, m.; res, rei, f. cervo, cervus, i, m. ire, tr. 4a; dare aiuto, adiuvo, as, iu-
avversario, adversarius, ii, m. chiamare, voco, as, avi, atum, are, vi, iutum, are, tr. 1a.
avversità, res adversa, rei adversae, f. tr. 1a. dea, dea, ae, f.
avverso, adversus, a, um. cibo, cibus, i, m. delfino, delphinus, i, m.
avvicinarsi, appropinquo, as, avi, città, urbs, urbis, f.; oppidum, i, n. Delfo, Delfi, Delphi, orum, m. pl.
atum, are, intr. 1a. clemenza, clementia, ae, f. descrivere, describo, is, scripsi, scrip-
azione, actio, onis, f.; facinus, oris, n. colloquio, colloquium, ii, n. tum, ere, tr. 3a.
colonia, colonia, ae, f. desiderare, desidero, as, avi, atum,
B coltivare, colo, is, colui, cultum, ere, are, tr. 1a; cupio, is, ivi, e ii, itum,
Bacco, Bacchus, i, m. tr. 3a. ere, tr. 3a.
bambina, puella, ae, f. combattere, pugno, as, avi, atum, are, desistere, desisto, is, destiti, ere, intr.
bambino, puerulus, i, m.; puer, i, m. intr. 1a. 3a.
banchetto, convivium, ii, n.; epulae, combattimento, pugna, ae, f.; proe- destra, dextra, ae (sott. manus), f.
arum, f. pl. lium, ii, n. devastare, vasto, o devasto, as, avi,
battaglia, pugna, ae, f.; proelium, ii, n. come, ut, velut, tamquam, sicut. atum, are, tr. 1a.
beato, beatus, a, um. cominciare, incipio, is, cepi, ceptum, difendere, defendo, is, fendi, fensum,
bellezza, pulchritudo, dinis, f.; forma, ere, tr. 3a. ere, tr. 3a.
ae, f. commercio, commercium, ii, n.; merca- diligenza, diligentia, ae, f.
bello, pulcher, chra, chrum; formosus, tura, ae, f. dio, deus, dei, m.
a, um. compagno, comes, itis, m.; compagno Dioniso, Dionysus, i, m.
benché, quamquam. di scuola, condiscipulus, i, m. dire, dico, is, dixi, dictum, ere, tr. 3a.
bene (avv.), bene; (sost.), bonum, i, n. complice, socius, ii, m. e socia, ae, f. dirigere, dirigo, is, rexi, rectum, ere, tr.
beneficio, beneficium, ii, n. comprendere, intellego, is, lexi, lectum, 3a.
benessere, res secunda, rei secundae, f. ere, tr. 3a. diritto, ius, iuris, n.
(più spesso al plurale). comunicare, communico, as, avi, discendere, descendo, is, scendi, scen-
benignamente, benigne. atum, are, tr. 1a. sum, ere, intr. 3a.
bere, bibo, is, bibi, ere, tr. 3a. con, (insieme con) cum (con l’abl.). discordia, discordia, ae, f.
12_MODUS_VOCAB_307-326 21-01-2011 11:38 Pagina 322
discorso, sermo, onis, m.; oratio, onis, fede, fides, ei, f.; prestar fede, fidem immolare, immolo, as, avi, atum, are,
f. tribuo, is, ui, utum, ere, tr. 3a. tr. 1a.
discreto, modicus, a, um. fedele, fidus, a, um; fidelis, e. immortale, immortalis, e.
disprezzare, contemno, is, tempsi, Fedro, Phaedrus, i, m. (poeta e favoli- immortalità, aeternitas, atis, f.; immor-
temptum, ere, tr. 3a. sta latino.) talitas, atis, f.
distruggere, deleo, es, evi, etum, ere, tr. felice, beatus, a, um. imparare, disco, is, didici, ere, tr. 3a.
2a. fiera, a) bestia feroce, fera, ae, f. - b) impazienza, impatientia, ae, f.
divino, divinus, a, um. mercato, mercatus, us, m. impegno, officium, ii, n.
domani, cras. figlia, filia, ae, f. imperatore, imperator, oris, m.
donare, dono, as, avi, atum, are, tr. figlio, filius, ii, m.; i figli (maschi e impero, imperium, ii, n.
1 a. femmine), liberi, orum, m. pl. impeto, impetus, us, m.
donna, femina, ae, f.; mulier, eris, f. filosofia, philosophia, ae, f. impetuoso, vehemens, entis; acer, cris,
dopo (prep.), post (con l’acc.). filosofo, philosophus, i, m. cre.
dopoché (cong.), postquam. fiume, fluvius, ii, m.; flumen, inis, n. impresa, facinus, oris, n.; le imprese,
dotto, doctus, a, um. fondare, condo, is, didi, ditum, ere, tr. 3a. res gestae, f. pl.
dove, ubi. fonte, fons, fontis, m. improvvisamente, repente.
dovere (sost.), officium, ii, n.; (verbo), formica, formica, ae, f. incendiare, incendo, is, incendi, cen-
debeo, es, ui, itum, ere, tr. 2a. Formione, Phormio, onis, m. sum, ere, tr. 3a.
dunque, ergo, igitur. foro, forum, i, n. incominciare, incipio, is, cepi, ceptum,
duumviro, duumvir, viri, m., duovir, fratello, frater, tris, m. ere, tr. 3a.
viri, m. freccia, sagitta, ae, f. indugio, mora, ae, f.
fuggire, fugio, is, fugi, fugitum, ere, infanzia, pueritia, ae, f.
E intr. 3a. infatti, enim (posposto), nam.
e, ed, et; atque; ac; -que. infiammare, inflammo, as, avi, atum,
educare, educo, as, avi, atum, are, tr. G are, tr. 1a.
1a. Gallia, Gallia, ae, f. infierire, saevio, is, saevii, itum, ire,
Edui, Aedui, orum, m. pl. Gallo, Gallus, i, m. intr. 4a.
Egitto, Aegyptus, i, f. generare, gigno, is, genui, genitum, infine, tandem.
Ellesponto, Hellespontus, i, m. ere, tr. 3a. ingegno, ingenium, ii, n.
elmo, galea, ae, f. genero, gener, eri, m. ingiusto, iniustus, a, um.
eloquenza, eloquentia, ae, f. genitore, parens, entis, m.; genitori, insegnamento, praeceptum, i, n.
eludere, eludo, is, elusi, elusum, ere, tr. parentes, um, m. pl. insidia, insidiae, arum, f. pl.
3a. gente, gens, gentis, f.; vulgus, i, n. invidia, invidia, ae, f.
Elvezi, Helvetii, orum, m. pl. Germani, Germani, orum, m. pl. invitare, invito, as, avi, atum, are, tr. 1a.
erba, herba, ae, f. già, iam. invocare, invoco, as, avi, atum, are,
errare, erro, as, avi, atum, are, intr. gioia, laetitia, ae, f.; gaudium, ii, n. tr. 1a.
1 a. giorno, dies, ei, f. e m.; ogni giorno, isola, insula, ae, f.
esclamare, clamo, o exclamo, as, avi, cotidie. Italia, Italia, ae, f.
atum, are, intr. 1a giovane, iuvenis, is, m.
espugnare, expugno, as, avi, atum, giovare, iuvo, as, iuvi, iutum, are, tr. L
are, tr. 1a 1a (con l’acc.); prosum, prodes, pro- laborioso, sedulus, a, um; industrius,
essere, sum, es, fui, esse. fui, prodesse. a, um.
esultare, exsulto, as, avi, atum, are, Giove, Iuppiter, Iovis, m. lancia, hasta, ae, f.
intr. 1a giudice, iudex, icis, m. lavorare, laboro, as, avi, atum, are,
età, aetas, atis, f. giudizio, iudicium, ii, n.; sententia, ae, intr. 1a.
Etruria, Etruria, ae, f. f. lavoro, opus, eris., n.; opera, ae, f.; la-
evitare, vito, as, avi, atum, are, tr. 1a. Giulia, Iulia, ae, f. bor, oris, m.
giungere, pervenio, is, veni, ventum, lealtà, fides, ei, f.
F ire, intr. 4a. legare, ligo, as, avi, atum, are, tr. 1a;
falsità, perfidia, ae, f. giustizia, iustitia, ae, f. vincio, is, vinxi, vinctum, ire, tr. 4a.
falso, falsus, a, um. gladiatore, gladiator, oris, m. legge, lex, legis, f.
fama, fama, ae, f. gloria, gloria, ae, f. leggere, lego, is, legi, lectum, ere, tr. 3a.
fame, inedia, ae, f.; fames, is, f.; aver governare, rego, is, rexi, rectum, ere, tr. lettera (dell’alfabeto), littera, ae, f.;
fame, esurio, is, ire, intr. 4a. 3a. (missiva) litterae, arum, f. pl.; epi-
famiglia, familia, ae, f. gradito, gratus, a, um; iucundus, a, stula, ae, f.
familiare, familiaris, e. um. libro, liber, libri, m.
famoso, clarus, a, um; celeber, bris, bre. Grecia, Graecia, ae, f. licenza, facultas, atis, f.
fanciulla, puella, ae, f. greco, Graecus, a, um. Licurgo, Lycurgus, i, m.
fanciullo, puer, pueri, m. gregge, grex, gregis, m. lieto, laetus, a, um.
fare, ago, is, egi, actum, ere, tr. 3a; fa- gridare, clamo (exclamo, conclamo), ligneo, ligneus, a, um.
cio, is, feci, factum, ere, tr. 3a; fare la as, avi, atum, are, tr. 1a. lingua, lingua, ae, f.; sermo, onis, m.
guerra, bellum gero, is, gessi, ge- grotta, antrum i, n.; specus, us, m. lira, moneta, denarius, ii, m.; stru-
stum, ere, tr. 3a. guadagno, lucrum, i, n. mento a corde, lira, ae, f.
fatica, labor, oris, m. guerra, bellum, i, n. lite, lis, litis, f.
fattoria, villa, ae, f. lodare, laudo, as, avi, atum, are, tr. 1a.
favola, fabula, ae, f. I lontano, longinquus, a, um; remotus,
Febo, Phoebus, i, m. ignoranza, ignorantia, ae, f. a, um; da lontano (avv.), longe; pro-
fecondità, fecunditas, atis, f.; ubertas, ignoto, ignotus, a, um. cul; essere lontano, absum, abes,
atis, f. imboscata, insidiae, arum, f. pl. afui, abesse; tenere lontano, arceo,
fecondo, fecundus, a, um. immenso, immensus, a, um. es, ui, ere, tr. 2a.
12_MODUS_VOCAB_307-326 21-01-2011 11:38 Pagina 323
lotta, certamen, inis, n.; pugna, ae, f. muro, murus, i, m.; moenia, ium, n. ornare, orno, as, avi, atum, are, tr.
luce, lux, lucis, f. pl. (le mura di una città). 1 a.
lungo (agg.), longus, a, um; (prep.), se- Musa, Musa, ae, f. oro, aurum, i, n.
cundum (con l’acc.); a lungo, (avv.) mutare, muto, as, avi, atum, are, osservare, observo, as, avi, atum, are,
diu. tr. 1a. tr. 1a.
luogo, locus, i, m. (pl. loca, orum, n.). ostile, in guerra, hostilis, e; nelle rela-
lupa, lupa, ae, f. N zioni personali, inimicus, a, um.
lupo, lupus, i, m. narrare, narro, as, avi, atum, are, tr. Ottaviano, Octavianus, i, m.
lusso, luxuria, ae, f.; luxus, us, m. 1a. ozio, otium, ii, n.
nascondere, abdo, is, didi, ditum, ere, ozioso, otiosus, a, um.
M tr. 3a.
ma, sed, at. nave, navis, is, f. P
madre, mater, tris, f. nemico (sost.), hostis, is, m.; inimicus, pace, pax, pacis, f.
maestra, magistra, ae, f. i, m.; (agg.), inimicus, a, um. padre, pater, patris, m.
maestro, magister, tri, m. nessuno (agg.), nullus, a, um; (pron.), padrone (sost.), dominus, i, m.
magistrato, magistratus, us, m. nemo, nullius. parere (sost.), sententia, ae, f.; iudi-
mai, numquam, non umquam. ninfa, nympha, ae, f. cium, ii, n.; opinio, onis, f.
malattia, morbus, i, m. nipote, nepos, nepotis, m.; neptis, is, f. parola, verbum, i, n.
male (avv.), male; (sost.), malum, i, nocchiero, nauta, ae, m. parsimonia, parsimonia, ae, f.
n. non, non; haud; non mai, numquam; parte, pars, partis, f.
malvagio, improbus, a, um; nequam e non, nec; neque. partecipare, intersum, interes, interfui,
(indecl.). nonna, avia, ae, f. interesse.
mancare, desum, dees, defui, deesse. nonno, avus, i, m. partire, discedo, is, scessi, scessum, ere,
mandare, mitto, is, misi, missum, ere, nostro, noster, nostra, nostrum. intr. 3a.
tr. 3a; mandar via, dimitto, is, dimi- notizia, a) annuncio, nuntius, ii, m. - pascolare, pasco, is, pavi, pastum, ere,
si, dimissum, ere, tr. 3a. b) diceria, fama, ae, f. tr. 3a.
mangiare, edo, is, edi, esum, ere, tr. 3a; noto, notus, a, um; è noto, constat. passeggiare, ambulo, as, avi, atum,
comedo, is, edi, comesum o come- notte, nox, noctis, f.; di notte, nocte; are, intr. 1a.
stum, ere, tr. 3a. noctu. penisola, paeninsula, ae, f.
manifestare, aperio, is, aperui, aper- notturno, nocturnus, a, um. pensare, cogito, as, avi, atum, are, tr. e
tum, ire, tr. 4a. nulla, nihil, n.; (gen.), nullius rei, f. intr. 1a.
mano, manus, us, f. nuocere, noceo, es, nocui, nocitum, ere, pera, pirum, i, n.
mantenere, servo, as, avi, atum, are, tr. intr. 2a; obsum, obes, obfui, obesse. perché (poiché), quia, quod; (interr.)
1a. nuovo, novus, a, um; di nuovo (avv.), cur?
marcia, iter, itineris, n. rursus o rursum. perciò, ideo; igitur; quare; itaque.
mare, mare, is, n.; pelagus, i, n. nutrire, nutrio, is, ivi e ii, itum, ire, tr. perdere, amitto, is, misi, missum, ere,
marinaio, nauta, ae, m. 4a. tr. 3a.
matrona, matrona, ae, f. Persiani, Persae, arum, m. pl.
mela, malum, i, n. O pertanto, ideo.
mensa, mensa, ae, f. o (cong.), vel; aut; (interiez.), o; heu. peste, pestilentia, ae, f.
mentre, dum (col pres. ind.). obbedire, oboedio, is, ivi, itum, ire, piacere (sost.), voluptas, atis, f.; (ver-
menzogna, mendacium, ii, n. intr. 4a; pareo, es, ui, itum, ere, intr. bo), placeo, es, ui, itum, ere, intr. 2a.
Mercurio, Mercurius, ii, m. 2a. piccolo, parvus, a, um.
meritare, mereo, es, ui, itum, ere, tr. 2a. occhio, oculus, i, m. piede, pes, pedis, m.
mese, mensis, is, m. offrire, praebeo, es, ui, itum, ere, tr. pigrizia, pigritia, ae, f.
messaggero, nuntius, ii, m. 2 a. pio, pius, a, um.
messe, messis, is, f.; seges, etis, f. oggi, hodie. pioggia, pluvia, ae, f.
metallo, metallum, i, n. ogni, omnis, e; ogni giorno, cotidie; pirata, pirata, ae, m.
mettere, pono, is, posui, positum, ere, ogni anno, quotannis. Pirro, Pyrrhus, i, m.
tr. 3a. Olimpo, Olympus, i, m. più (avv.), plus; magis; non più, non
mezzogiorno, meridies, ei, m. onestà, probitas, atis, f.; honestum, i, n. iam; non amplius; per lo più, ple-
miele, mel, mellis, n. onesto, honestus, a, um; probus, a, um. rumque.
minaccia, minae, arum, f. pl. onorare, honoro, as, avi, atum, are, tr. Pizia, Pithia, ae, f.
mio, meus, mea, meum. 1a. poco (agg.), paucus, a, um; a poco a
Minerva, Minerva, ae, f. onore, honor e honos, oris, m. poco, paulatim; fra poco, mox.
misericordia, misericordia, ae, f. opera, opera, ae, f. podere, praedium, ii, n.
misero, miser, era, erum; infelix, icis. operosità, industria, ae, f. poema, carmen, inis, n.
moderazione, moderatio, onis, f. operoso, industrius, a, um; sedulus, a, poeta, poëta, ae, m.
modestia, modestia, ae, f. um. poi, deinde; postea; autem.
modo, ratio, onis, f.; modus, i, m. opporre, oppono, is, posui, positum, popolo, populus, i, m.
molto (agg.), multus, a, um; (avv.), ere, tr. 3a; opporsi, obsto, as, obstiti, porre, pono, is, posui, positum, ere,
multum. are, intr. 1a. tr. 3a.
morire, decedo, is, decessi, decessum, opportuno, opportunus, a, um. Porsenna, Porsenna, ae, m.
ere, intr. 3a. ora, hora, ae, f.; (avv.), nunc. porta, porta, ae, f. - di casa, ianua, ae, f.
mostrare, monstro (demonstro), as, avi, Orazio, Horatius, ii, m. portare, porto, as, avi, atum, are, tr.
atum, are, tr. 1a; patefacio, is, feci, ordine, a) disposizione regolare, clas- 1a; fero, fers, tuli, latum, ferre, tr.
factum, ere, tr. 3a. se sociale, ordo, inis, m. - b) coman- potere, (sost.), potestas, atis, f.; (ver-
motivo, causa, ae, f. do, iussum, i, n. bo), possum, potes, potui, posse.
muovere, moveo, es, movi, motum, ere, ormai, iam. povero, pauper, eris; miser, era, erum.
tr. 2a. ornamento, ornamentum, i, n. prato, pratum, i, n.
12_MODUS_VOCAB_307-326 21-01-2011 11:38 Pagina 324
società, societas, atis, f. is, ui, metutum, ere, tr. 3a. so, quies, etis, f.; remissio, onis, f.
Socrate, Socrates, is, m. tempesta, procella, ae, f.; tempestas, tribù, tribus, us, f.
sofista, sophistes, ae, m. atis, f. tribuno, tribunus, i, m.
soldato, miles, itis, m. tempio, templum, i, n.; aedes, is, f.; fa- tributo, tributum, i, n.; vectigal, alis, n.
sole, sol, solis, m. num, i, n. trionfo, a) triumphus, i, m. - b) succes-
soprattutto, in primis. tempo, a) cronologico, tempus, oris, so, laus, laudis, f.; victoria, ae, f.
sorte, fortuna, ae, f.; sors, sortis, f. n. - b) atmosferico, tempestas, atis, triste, maestus, a, um; tristis, e.
sotto, sub (con l’acc. o l’abl.). f. - c) un tempo, una volta, olim. triumviro, triumvir, viri, m.
Spagna, Hispania, ae, f. temprare, rafforzare, confirmo, as, Troia, Troia, ae, f.
Sparta, Sparta, ae, f.; Lacedaemon, avi, atum, are, tr. 1a. troiano, Troianus, a, um.
onis, f. tenacia, constantia, ae, f.; pertinacia, tromba, tuba, ae, f.
spelonca, spelunca, ae, f. ae, f. trovare, invenio, is, veni, ventum, ire,
speranza, spes, spei, f. tendere, tendo, is, tetendi, tentum e tr. 4a; trovarsi, sum, es, fui, esse.
sperare, spero, as, avi, atum, are, tr. 1a. tensum, ere, tr. 3a. truppe, copiae, arum, f. pl.
spesso, saepe. tenebre, tenebrae, arum, f. pl. Tullia, Tullia, ae, f.
spiedo, veru, us, n. tenere, teneo, es, ui, tentum, ere, tr. 2a; te- Tullio, Tullius, ii, m.
splendore, splendor, oris, m.; magnifi- ner lontano, arceo, es, ui, ere, tr. 2a. tumulto, tumultus, us, m.
centia, ae, f. tenero, tener, era, erum; blandus, a, um. tuono, tonitrus, us, m. e tonitrum, i, n.
stabilire, statuo, is, ui, utum, ere, tr. 3a. tenuta, possesso rurale, possessio, turbare, turbo (conturbo, perturbo), as,
stagione, tempus, oris, n. onis, f.; fundus, i, m. avi, atum, are, tr. 1a.
stanco, fessus, a, um. terra, terra, ae, f.; solo nel senso di turpe, turpis, e.
stare, sto, as, steti, atum, are, intr. 1a; terreno, suolo, humus, i, f.; per ter- tutelare, defendo, is, defendi, defen-
star bene, valeo, is, ui, ere, intr. 2a; ra e per mare, terra marique. sum, ere, tr. 3a.
stare nascosto, lateo, es, ui, ere, territorio, fines, ium, m. pl. tuttavia, tamen.
intr. 2a. terrore, terror, oris, m.; formido, inis, f. tutto, totus, a, um; omnis, e; tutti gli al-
statua, simulacrum, i, n. tesoro, thesaurus, i, m. tri, ceteri, ae, a; tutto quanto, cunc-
stimare, puto, as, avi, atum, are, tr. 1a; testa, caput, itis, n. tus, a, um.
existimo, as, avi, atum, are, tr. 1a. Tevere, Tiberis, is, m.
stimolare, stimulo, as, avi, atum, are, Tibullo, Tibullus, i, m. U
tr. 1a. timido, timidus, a, um; pavidus, a, um. uccello, avis, is, f.
Stoico, Stoicus, a, um. timore, timor, oris, m.; metus, us, m. uccidere, neco, as, avi, atum, are, tr.
stoltezza, stultitia, ae, f. tingere, tingo, is, tinxi, tinctum, ere, 1a.; occido, is, cidi, cisum, ere, tr. 3a.
stolto, stultus, a, um. tr. 3a. uccisore, interfector, oris, m.
storia, historia, ae, f. tiranno, tyrannus, i, m. udire, audio, is, ivi, itum, ire, tr. 4a.
storico (agg.), historicus, a, um; (sost.), tizzone, titio, onis, m.; fax, facis, f. uguale, aequalis, e; aequus, a um; par,
rerum scriptor, oris, m. toccare, a) sentire col tatto, tango, is, te- paris.
strage, caedes, is, f.; strages, is, f. tigi, tactum, ere, tr. 3a. - b) toccare in Ulisse, Ulixes, is, m.
stretto, angustus, a, um; (sost.), fre- sorte, contingo, is, tigi, tactum, ere, ultimo, ultimus, a, um; extremus, a, um.
tum, i, n. intr. 3a; accido, is, cidi, ere, intr. 3a. umano, humanus, a, um.
strumento, instrumentum, i, n. toga, toga, ae, f. uomo, vir, viri, m.; homo, inis, m.
studiare, studeo, es, ui, ere, intr. 2a togliere, portar via, subripio, is, ripui, usignolo, luscinia, ae, f.
(col dat.). reptum, ere, tr. 3a. uso, a) l’usare, usus, us, m. - b) usan-
studio, studium, ii, n. tollerare, tolero, as, avi, atum, are, tr. 1a. za, consuetudine, mos, moris, m.;
su, in (con l’acc. o l’abl.); de (con tomba, sepulcrum, i, n. consuetudo, inis, f.
l’abl.). tormentare, excrucio, as, avi, atum, utile, utilis, e.
subdolo, subdolus, a, um. are, tr. 1a. uva, uva, ae, f.
subito, statim. tormento, tormentum, i, n.
subire, patior, eris, passus sum, pati, tornare, redeo, is, ii, itum, ire, intr. V
dep. tr. 3a. torre, turris, is, f. valle, vallis,is, f.
successo, exitus, us, m.; victoria, ae, f. torto, iniuria, ae, f. valore, virtus, utis, f.
suono, sonus, i, m. tra, inter (con l’acc.); ex (con l’abl.). valoroso, strenuus, a, um; fortis, e.
superare, supero, as, avi, atum, are, tr. tradire, prodo, is, prodidi, proditum, vantaggio, commodum, i, n.
1a; vinco, is, vici, victum, ere, tr. 3a. ere, tr. 3a vario, varius, a, um.
suscitare, suscito, as, avi, atum, are, traditore, proditor, oris, m. vasto, latus, a, um.
tr. 1a; moveo, es, movi, motum, ere, tragedia, tragoedia, ae, f. vecchio (agg.) vetus, eris; (sost.) se-
tr. 2a. tranne, praeter (con l’acc.). nex, senis, m.
svolgere, evolvo, is, evolvi, evolutum, tranquillità, otium, ii, n.; tranquilli- vedere, video, es, vidi, visum, ere , tr.
ere, tr. 3a. tas, atis, f. 2 a.
trarre, traho, is, traxi, tractum, ere, velocità, velocitas, atis, f.; celeritas,
T tr. 3a. atis, f.
tacere, taceo, es, ui, itum, ere, intr. 2a. trascurare, omitto, is, omisi, omissum, vendere, vendo, is, vendidi, venditum,
tagliare, seco, as, secui, sectum, are, ere, tr. 3a; neglego, is, neglexi, neglec- ere, tr. 3a.
tr. 1a. tum, ere, tr 3a. vendetta, ultio, onis, f.
talora, interdum; aliquando. trasportare, transporto, as, avi, atum, venire, venio, is, veni, ventum, ire,
talvolta, interdum, nonnunquam, ali- are, tr. 1a; veho, is, vexi, vectum, ere, intr. 4a.
quando. tr. 3a. vento, ventus, i, m.
Tarquinio, Tarquinius, ii, m. trattare, tracto, as, avi, atum, are, tr. e vergognoso, turpis, e; ignominiosus,
teatro, theatrum, i, n. intr.1a. a, um.
Tebe, Thebae, arum, f. pl. tregua, a) sospensione di guerra, in- verità, a) cosa vera, verum, i, n. – b)
temere, timeo, es, ui, ere, tr. 2a; metuo, dutiae, arum, f. pl. - b) sosta, ripo- la qualità di ciò che è vero, veritas,
12_MODUS_VOCAB_307-326 21-01-2011 11:38 Pagina 326
atis, f. vincere, vinco, is, vici, victum, ere, tr. 3a. viveri, cibaria, orum, n. pl.
vero (agg.), verus, a, um; (sost.), ve- vincitore, victor, oris, m. vizio, vitium, ii, n.
rum, i, n. vino, vinum, i, n. voce, vox, vocis, f.; ad alta voce, ma-
verso (sost.), carmen, inis, n.; versus, vinto (part. perf. di vinco), victus, a, gna voce.
us, m.; (prep.) erga, in, ad, adver- um. volare, volo, as, avi, atum, are, intr.
sus (con l’acc.). viola, viola, ae, f. 1a; volar via, avolo, as, avi, atum,
vestire, vestio, is, ivi o ii, itum, ire, tr. 4a. violentemente, vehementer. are, intr. 1a.
vestito, vestis, is, f. violento, ferus, a, um; vehemens, entis. volentieri, libenter.
vettovagliamento, commeatus, us, m.; violenza, violentia, ae, f.; vis, roboris, f. volere, volo, vis, volui,velle, tr. e intr.
res (rei) frumentaria (ae), f. vipera, vipera, ae, f. volontà, voluntas, atis, f.
via, via, ae, f. Virgilio, Vergilius,ii, m. volpe, vulpes, is, f.
viaggiare, iter facio, is, feci, factum, virtù, virtus, utis, f. volta, una volta, un tempo, olim,
ere, tr. 3a virtuoso, probus, a, um. quondam.
viaggio, iter, itineris, n. visitare, visito, as, avi, atum, are, tr. 1a. voltare, verto, is, verti, versum, ere,
vicino (agg.), propinquus, a, um; vici- vista, visus, us, m. tr. 3a.
nus, a, um; (prep.), prope, ad, apud vita, vita, ae, f. vorace, vorax, acis; edax, acis.
(con l’acc.). vite, vitis, is, f.
vigilanza, vigilantia, ae, f. vittima, victima, ae, f.; hostia, ae, f. Z
vigilare, vigilo, as, avi, atum, are, tr. 1a. vittoria, victoria, ae, f. zappare, verso, as, avi, atum, are, tr. 1a.
vigna, vigneto, vinea, ae, f.; vine- vivace, a) pieno di vita, di brio, ala-
tum, i, n. cer, cris, cre. - b) detto di colori, ni-
vile, vilis, e. tidus, a, um.
villa, villa, ae, f. vivere, vivo, is, vixi, victum, ere, intr. 3a.
villaggio, vicus, i, m.
13_MODUS_IndiceAnal_327-328 16-01-2011 16:24 Pagina 327
Indice analitico
Pagina
accentazione 5 - tempo determinato 94
accento di enclisi 7 - vantaggio 130
aggettivi composti di sum 158
- I classe 82 congiuntivo 207
- II classe 141 - presente 208
- le due classi (schema riassuntivo) 295 - imperfetto 211
- concordanza 83 - perfetto 232
- determinativi 263 - piuccheperfetto 232
- dimostrativi 227 - esortativo 208
- possessivi 87 congiunzioni coordinanti 51
- pronominali 97 coniugazioni 22
- sostantivati 84 consecutio temporum 212
- gradi 244 copulativi verbi 127
aliquis, aliquid, 62 cum (funzioni) 93
alius, alter 98 cum e congiuntivo 234
apposizione 126 dativo
avverbi - di fine 216
- di luogo 76 - di possesso 130
- qualificativo 259 - di vantaggio e di svantaggio 130
- gradi 259 declinazioni 17
casi 12 -I 28
comparativo dell’aggettivo 244 - II 58, 64
- assoluto 249 - II particolarità 67
- di maggioranza 246 - III 113, 120
- di minoranza 245 - III particolarità 123
- di uguaglianza 245 - IV 177
- particolarità 253 - IV particolarità 181
complementi (schema riassuntivo) 305 -V 197
- agente 38 - V particolarità 200
- argomento 131 - schema riassuntivo 292
- causa 42 desinenze personali 24
- causa efficiente 38 dittonghi 2
- compagnia e unione 44 domus 181
- fine 216 flessione nominale 11
- limitazione 131 flessione verbale 18
- materia 131 forma passiva impersonale 195
- mezzo 42 fore ut 272
- modo 44 imperativo presente 37
- moto a luogo 75 indicativo
- moto da luogo 76 - presente 35
- moto per luogo 76 - imperfetto 41
- paragone 246 - futuro 52
- partitivo 250 - futuro anteriore (attivo) 90
- predicativo 127 - futuro anteriore (passivo) 193
- qualità 131 - perfetto (attivo) 69
- stato in luogo 47 - perfetto (passivo) 193
- svantaggio 130 - piuccheperfetto (attivo) 90
- tempo continuato 95 - piuccheperfetto (passivo) 193
327
13_MODUS_IndiceAnal_327-328 16-01-2011 16:24 Pagina 328
Indice analitico
infinito sillaba 3
- formazione dei tempi 267 sum (schema riassuntivo) 304
- funzioni e usi 269 - indicativo 33, 54
idem, eadem, idem 263 - congiuntivo presente 207
ipse, ipsa, ipsum 263 - congiuntivo imperfetto 210
is, ea, id 73 - funzioni 33
nesso relativo 152 superlativo dell’aggettivo 250
neuter, nullus 98 - particolarità 253
paradigma 22 supino
participio 160 - attivo 186
- futuro 217 - passivo 186
- perfetto 188 tema 10
- presente 160 temi verbali 22
perifrastica attiva 265 tempi
pluralia tantum (concordanza) 46 - principali 212
possum 157 - storici 212
- congiuntivo presente 207 - con valore assoluto 20
- congiuntivo imperfetto 210 - con valore relativo 20
pronomi verbo
- determinativi 263 - coniugazione (schema riassuntivo) 296
- dimostrativi 227 - coniugazioni 22
- personali 73 - desinenze 24
- possessivi 87 - genere e forma 18
- riflessivi 74 - modi e tempi 19
- relativi 150 - temi 22
- schema riassuntivo 293 verbi in -îo 22
proposizioni subordinate vir 60
- causale 101 vis 123
- completiva 222
- concessiva 133
- finale 212 Repetita iuvant
- infinitiva 270 I diversi modi per esprimere
- narrativa 234 il valore finale 221
- relativa 150 I participi 220
- temporale 91 Le funzioni di cum 237
quia, quod, quoniam 101 Le funzioni di ubi e di cum 93
qui, quae, quod 150 Le funzioni di ut, ne 226
radice 10 Le particolarità dei
res 200 complementi di luogo 182
328