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DECADENTISMO

Il Decadentismo ---> si sviluppa in Francia nella seconda metà dell'800 in


contrapposizione al Naturalismo e al Verismo, ed è una corrente culturale che
influenzerà tutta la letteratura del 900'.
Il termine "decadente" ---> fu inizialmente usato in senso dispregiativo da parte della
critica tardo-ottocentesca per identificare una nuova generazione di poeti considerati al
di fuori della norma, sia nella produzione artistica sia nella pratica della vita, i
cosiddetti "poeti maledetti", che apparivano alla gente comune dei decadenti, cioè i
corrotti e dissoluti.
I poeti usarono questo appellativo come simbolo per indicare la propria diversità ed
estraneità nei confronti della società nella loro rivista "Le decadent" uscita nel 1886.
Teorico del Decadentismo fu il poeta francese Paul Verlaine.
Decadentismo e simbolismo: esponenti principali
I primi esponenti del Decadentismo sono stati gli scrittori simbolisti, secondo cui la
poesia è una forma di rivelazione: Charles Baudelaire (1821-1867) è il primo
rappresentante più significativo del decadentismo francese, insieme a Paul Verlaine
(1854-1891).
Poco dopo si afferma anche in Germania e in Inghilterra, con poeti come Oscar Wilde
(1854-1900).
In Italia ---> Il movimento decadentista si afferma a fine Ottocento, ma è nei primi
decenni del Novecento che rappresenta in modo più intenso e consapevole le varie
correnti artistiche espresse dai principali autori italiani.
In particolare, in Italia si possono distinguere due periodi di Decadentismo: il primo,
che si sviluppa a partire da fine '800 e incarnato in autori come D'Annunzio, Pascoli e
Fogazzaro, si basa sulla necessità di costruire miti decadenti, mentre il secondo, che
caratterizza i primi due decenni del '900 e rappresentato da Pirandello e Svevo, è più
incentrato sulla critica della realtà in modo lucido, distruttivo e profondo.

CARATTERISTICHE PRINCIPALI
 Negazione della razionalità come fonte assoluta di conoscenza ---> secondo gli
autori decadentisti, il positivismo e il razionalismo che avevano dominato la
società ottocentesca non erano stati in grado di dare risposte soddisfacenti ai
malesseri della società contemporanea. Per questo vengono messi in discussione
gli ideali della società borghese dell'800, l'oggettività, la descrizione della realtà
secondo i criteri razionali e universali, l'ottimismo incondizionato nei confronti
del progresso.
 Ritorno all'individualismo ---> in contrapposizione con la visione positivistica, i
decadentisti credono che non esista una realtà univoca e reale, ma che la realtà
vari da individuo a individuo, in quanto essa dipende dalla percezione che ne ha
il singolo. Per questo la realtà non può essere descritta solo soggettivamente,
piegandosi su se stessi e sul proprio individualismo. La visione dell'io, in questa
visione, corrisponde con il mondo.
 Anticonformismo ---> alla luce di questa premessa, gli artisti decadentisti
scoprono la psicanalisi e cercano di far emergere l'io remoto, il subconscio,
quella parte repressa e soffocata dalle norme morali e civili imposte dalla
società. Per questo, la letteratura decadente rifiuta regole e convenzioni,
ponendosi al di là e al di sopra del Bene e del Male comunemente intesi. Per
questo, molti autori avevano una vita controcorrente o condannabile secondo i
valori della borghesia dell'epoca, e questo veniva riportata nei loro scritti, dal
male di vivere all'estetismo.
 La poesia senza scopi morali ---> la poesia è semplicemente un'espressione di
irrazionalità che ha un solo fine suggestivo e non educativo o morale.

    
         Il lessico usato nelle poesie è impreciso, vago, indefinito perché ha lo scopo di
evocare e non di spiegare,              dove le parole hanno un potere magico in grado di
mettere in contatto il lettore con l'ignoto e l'irrazionale
         ---> inoltre, la poesia è concepita come musicale, quindi contiene molte figure
retoriche, come                                allitterazioni e onomatopee, ma anche metafore
e sinestesie.
    
         Il poeta non è ne un vate ne un promotore della scienza, ma un veggente.

 Superiorità dell'artista decadente rispetto al borghese ---> gli autori decadenti


non cercavano il consenso del grande pubblico, in quanto ritenevano la
borghesia volgare, mediocre e attenta solo all'aspetto economico.

          L'indecifrabilità delle poesie era voluta proprio perché comprensibile solo da un


gruppo ristretto di                      persone superiori e raffinate che condividevano le
stesse idee.
         Spesso la poesia era anche introspettiva e rivolta solo all'autore stesso.

 Pessimismo, solitudine, male di vivere ---> la maggior parte degli autori


decadenti lamenta la condizione pessimistica della vita e dell'uomo, in netta
contrapposizione alla visione ottimistica proposta del positivismo. I decadenti
---> si isolano dalla società perché non si riconoscono più nel mondo cambiato e
industrializzato, caratterizzato dalla crisi dei valori.

 Morte ---> la morte è un tema presente in molti autori, come Pascoli, che lo
avverte come un'ingiustizia, mentre secondo D'Annunzio il suicidio è un atto di
coraggio.

 Amore ---> l'amore è presente ma non in senso tradizionale, declinato come


amore adolescenziale in Pascoli, come desiderio della femme fatale in
D'Annunzio che rende irrazionale l'uomo, o come qualcosa da evitare in
Pirandello.
 Esoterismo, mistero, oscuro ---> I decadenti si rifugiano nell'irrazionalità,
l'inconscio e hanno la necessità di evadere dalla desolante realtà: per questo
sono attirati dall'esoterismo, il subconscio, il mistero, l'oscuro, ma anche dagli
incubi, i sogni, la psiche.

 Malattia, follia, nevrosi, delirio, allucinazione, sogno ---> sono gli stati d'animo
non controllati dalla ragione e che ci permettono di conoscere il nostro io e il
mistero al di là delle cose.

 Panismo ---> indica la tendenza a confondersi e mescolarsi con il Tutto e con


l'assoluto, in particolar modo con la natura.

 Esaltazione dell'io e superomismo ---> molti decadenti si basano sull'esaltazione


dell'io tanto da arrivare a teorizzare la figura del superuomo, ideata da Nietzsche
e ripresa più volte da D'Annunzio, intesa come potenziale che porta l'uomo al
massimo di se stesso, abbattendo tutti i condizionamenti esterni e tutti i vincoli, e
che può diventare un modello e una guida per gli altri grazie alla sua cultura.

 Culto della bellezza ---> alcuni decadenti si dedicano al culto della bellezza,
secondo l'imperativo dell'arte per l'arte. Secondo gli esteti la dicotomia vita-arte
si risolve nella coincidenza dei due termini, tentando così di fare della propria
vita un'opera d'arte, a favore del bello, unico valore morale del movimento.
Nasce così la figura del Dandy.

AUTORI DECADENTISTI
Il periodo che si sviluppa a partire da fine '800 è incarnato in autori come D'Annunzio
e Pascoli ---> si basa sulla necessità di costruire miti decadenti.
Il secondo periodo che caratterizza i primi due decenni del '900, è rappresentato da
Pirandello e Svevo, è più incentrato sulla critica della realtà in modo lucido, distruttivo
e profondo.
     
UN NUOVO LINGUAGGIO POETICO
Sul piano letterario il Decadentismo rovescia il canone dell'impersonalità del Verismo e
insiste sulla soggettività dell'artista, sugli aspetti suggestivi e irrazionali dell'arte, sulla
musicalità del verso. A questa disposizione d'animo corrisponde, sul piano letterario, il
cosiddetto estetismo, cioè la ricerca esasperata dello stile elegante e la fuga in un
mondo di bellezza raffinata e preziosa, fine a se stessa. I decadenti creano dunque un
nuovo linguaggio poetico basato sull'apprezzamento per la parola pura e magica, ricca
di suggestioni simboliche. La ricerca di misteriose corrispondenze nascoste dietro la
realtà oggettiva si traduce in un uso ricorrente di figure retoriche come la metafora e
l'analogia (che connettono immagini per somiglianza) e la sinestesia (che accosta sfere
sensoriali diverse). La predilezione per gli aspetti più evocativi della poesia e per la
musicalità della parola spiega, invece, l'uso frequente di figure di suono (onomatopee,
allitterazioni ecc.)
Tra i principali autori che, a vario titolo, rientrano nel Decadentismo si possono
ricordare i poeti Giovanni Pascoli e Gabriele D'Annunzio, ma ne condividono molti
aspetti anche Luigi Pirandello e Italo Svevo.

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