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Grtorcerto Grorci La teoria ¢ la difesa della letteratura di Jacqueline Risset Scopo di queste brevi pagine di prendere in consi- derazione due recemt, stimolanti libri di Jacqueline Risse (Il silencio delle sirene. Percors di seriteura nel Novecento france! e Traduction et mémoire poétique), incentrando la nostra attenzione sull appassionata fesa della letteratura che li attraversa, in un'epoca in cui la lereratura e il suo insegnamento, nel nome di lun tecnicismo male inteso, stanno com’é noto cono- scendo, purtroppo anche in ambico universitario, una grave ctisi, € non sono quindi pitt protetti, custodiei, come lo erano un tempo’. Ma quale tipo di letteratura Jacqueline Risser di- fende appassionatamente? Difende ¢ propugna una letceratura, diciamo cost, pitt intransitiva che mimeti- a, la quale, secondo Maurice Blanchot, ne Le livre @ venir’, comincid ad assumere unimportanza notevole (6 soprattutto, a prendere coscienza della sua impor- tanza) allincirca nella meta dell’ Orxocento, ad esem- pio con Flaubert, il quale dichiara nell Epistolario di aver voluto, con Madame Bovary, sctivere wan livre sur rien» (intorno al quale Jean Rousset ha scritto un sag- gio memorabile, inaugurale)’ e che con L’Fducation sentimentale ha inferto un cos duro colpo alla trama, all'intreccio, al personaggio a tutto tondo del roman- 20 tradizionale, da essere considerato come un pre- ccursore del Nouveau roman. E questa letceratura pitt intransitiva che mimetica é quella che viene, come nnoto, duramente criticata da Lukes, il quale, ne 1 romanzo storicd, fa non a caso iniziare la decadenza della narrativa occidentale con le opere “irrealistiche”” (anche se l'aggertivo, di primo acchito, pud apparize paradossale) dell autore della Bovery. Comunque sia, Vincransitivita (Sintende, relativa) della letveratura & stata sottolineata, com'é noto, da Michel Foucault, da Roland Barthes, da Jacques Derrida, nel 1968, in ‘Théorie densemble’, che @ poi il manifesto del grup- po di Tel Quel, al quale Jacqueline Risset ha appar- 240. Ipensieri dellsnante tenuto, Anche se va ricordato che le tesi di Tel Quel sono entro cert limiti preannunciate da due impor- tanti riviste fondate da Marguerite Cactani ¢ sulle quali Jacqueline Risset ha scritto pagine illuminanti «Commerce» (il cui titolo & stato proposto da Valéry ce che &attiva, a Parigi, dal 1924 al 1932) e eBoteeghe Oscures (attiva a Roma dal 1948 al 1960)°. NelPambito della lerteracura intransitiva, inolre, Jacqueline Risset ha una predilezione per gli autori cche esplorano il pensiero pre-logico, pre-categoriale, non ancora “organizzato” (donde il suo forte interesse per i progett, gli abbozzi, i frammenti, lo stato ger- minativo delle opere), per gli aurori che descrivono delle esperienze limie, che si spingono in zone in cui si smarrisce ogni sapere. Cosi, ne I! sileneio delle sire- ne, leggiamo pagine soul sullapproccio al pensiero nascente actuato da Mallarmé; sulla “notte” in cui & immerso il monologo interiore, strappato ai cardi- ‘ni della logica, cui ha dato vita fra i primi Edouard Dujardin; sullo sviluppo del desiderio di scrivere la Recherche, espresso da Proust, nel Carnet de 1908°, in un linguaggio quasi mallarmeano, in cui poesia ¢ pensiero inttecciano i loro fils sullesplorazione, da parce di Artaud, della zona che precede 'apparizione del pensicro; sulle varie esperienze di rozeura descrieee da Bataille. E potremmo, ovviamente, moltiplicare gli esempi. Comunque sia, questi “tericori’, Jacqueline Risset, possono essere percorsi pitt profi- ccuamente dalla letteratura che dalla filosofia, nella misura in cui la filosofia “traduce”, sciogli, sbroglia, trasforma Pignoto in noto, e si lascia quindi sfuggice quello che nellignoto vi é di irriducibile. La filosofia, dice Bonnefoy in una delle sue formule intense, non & in grado di far nascere il senso preservando enigma. E vanno nella stessa direzione le pagine di Deleuze, contenute in Marcel Proust et ls signes", giustamente citate da Jacqueline Risset, in cui il flosofo ricorda sortolinea al Quel impor- e sulle ninanti: 2 Valery tteghe inoltre, i autori goriale, areresse 0 ger crivono ein cui le sire- ensiero cule cardi. douard ere la 1908", ocsia e ne, da rizione sscritte care gli polinea iprofi- & nella Bost, le ctitiche mosse dall'autore della Recherche al pen- siero teorico, all“intelligenza” nel senso bergsoniano del termine, da cui Iartista ~ sottolinea Proust — non deve mai prendere le mosse se vuole approdare a una qualche veri, E noto, infati, che il personaggio che nella Recherche dice je riescea scoprire la sua vocazione di scrittore soltanto nel momento in cui comprende che per produrre un'opera non deve (contrariamen- te a quello che precedentemente credeva) partire da verith astracte, da verita elaborate dall'intelleteo, ma dall'oscuro mondo della sua sensbili Ma la letteratura intransitiva non & mai, sottoli- nea Jacqueline Risser, leteratuea disimpegnata, an- che se Vimpegno di cui & portatrice ha ovviamente caratteristiche del turto diverse rispetto all'impegno, diciamo cosi, tradizionale, illustrato, ad esempio, da un autore come Sartre (che, sia detto per inciso, non & stato mai, ¢ non a caso, invitato a collabora- re a «Botteghe Oscures). Sartre, nel dibattito sulla questione dell’impegno, appare quindi, almeno in tuna simile ortica, come un semplificatore. Blanchot ¢ Pleynet, per limitarci a fare due nomi significativi, hanno infatti continuamente ripetuto che Partisca ha un dovere sociale e pedagogico da assolvere, ma che a questo dovere pud ottemperare solo indiret- tamente, in modo mediato. «La promessa di soste- rere una causa decerminata che definisce Pimpegno setive Jacqueline Risser ne La letteraruna e il suo dappio. Sul metodo eritico di Giowanni Macchia — ap- partiene a un mondo che non é quello della letce- ratura (mentre pud essere quello, quotidiano, dello sctittore in quanto cittadino) [...}s!. Ed 2 indub- biamente questo, com’ noto, uno dei grandi temi della riflessione di Roland Barthes, a cui Jacqueline Risser dedica delle suggestive pagine ne I! silensio delle sirene. Pastendo dalla considerarione che 'og- getto per eccellenza in cui si iscrive il potere @ il lin- guaggio, Barthes osserva che la letteratura esercica tuna continua azione di “sliteamento” sulla lingua. Una forza di libersa & insomma insita, a suo giudi- io, nella etceratura (in quanto quest ultima esercita tuna sorta di torsione sul linguaggio), e questa forza di liberea. non dipende quindi dal contenuto dot- trinale delle opere lerterarie, Le opere natrative di un Céline, ad esempio, chiaramente lo dimostrano. I testo lerterario & pertanto ~ conclude Jacqueline Risset ~ il de-potere per antonomasia, in quanto clude la parola gregaria. Tutto cid non significa, quindi, che non ci pos- sa essere, da parte degli scrttori che hanno illustra- to la letceratura intransitiva, un impegno nel senso tradizionale del termine. 2 soltanto opportuno che quell’impegno non si manifest diciamo, in una veste letteraria. Breton, ad esempio, ha duramente criticaro il nazionalismo ¢ il bellicismo di Apollinaire (poeta di corso del Congresso internazionale degli scrittoti per Ja difesa della cultura, organizzato da Gide nel 1935 (di cui, ta Paltro, solranto oggi possiamo facilmence consultare Vintegrich degli Atti grazie a Sandra Teroni ¢ Wolfgang Klein), non ha soltanto messo in luce i pericoli del fascismo (cosa che tutti i partecipanti al Convegno hanno fatto), ma ha sopratcutto stig- ‘matizzato con lucidit’ la degenerazione staliniana del comunismo (cosa che, all’epoca, ben pochi in- tellettuali di sinistra erano disposti a fare). E anche i aveva, peraltro, una grandissima stima) e, nel questo aspetto viene opportunamente sottolineato da Jacqueline Risset, che osserva ne I! silewsio delle sirene: (..] Lanalis politica sviluppata da Breton nel?inter vento al Congresso appare molto diversa da quella degli ali oratori: da una parte, essa enuncia, in accordo con Toggetto generale dellincontro, la neces’ della lotta con- ‘70 il fascism che sta avanzande in etta Europa e anche in Francia @ da notare che Brecon stava git contribuendo axtivamente a questa lor, con la costituzione, nei mesi precedent, insieme a Georges Bataille, di un gruppo di in- tervento diteto intitolato Contre-Atague); Paltra parte, contro l'ateeggiamento generale dei partecipanti che ten- devano a rafigurare un radioso paradiso socalista, Breton sottomerte quel paradiso a una critica serrata, giungendo a formulare un dubbio sostanziale sulla liber esullavanza- ‘mento ideologico in quel pacse modello. Occorre ricordare ‘che anche su questo piano, attraverso il rapporto del grup- Serité 2a ‘po surrealist con il Pcf, Breton aveva avuto Tesperienza dlretta di una reat ignota alla maggior parte degli scritto- i presenti, ossia quella del avanzare dei metodi staliniani alfinterno del diseutivo del Partito comunistafrancese!, Comungue sia, & evidente che la letteratura che ‘non punta al mimetismo esprime se stessa pit a fon- do nella poesia, nella misura in cui lo “slitamento” ~ per dirla ancora con Barthes ~ esercitato sulla lingua si fa, nella poesia, trasgressivo ¢ estremo. La poesia ap- pare quindi a Jacqueline Risset, come a Mallarmé, a Bauaille, a Blanchot, a Lacan, a Jakobson (pe cia fare alcuni nomi particolarmente significativi) la quintessenza della letceratura. E qui Jacqueline Risset raggiunge senza possibile dubbio quel grande inter- prete dell'avanguardia che & stato Walker Benjamin © attraverso Benjamin, la scuola di Francorte (e, in particolare, Adorno) che di Walter Benjamin ha sviluppato Ie intuizioni. Contrariamente a Lukics, Benjamin vede infatci nellarte una negazione del ‘mondo e unfanticipazione dell utopia. ‘Tale punto di vista determina, naturalmente, una gerarchia dei sgeneti inversa a quella proposta da Lukics: la sede naturale dellepifania dell'uropia &, per Benjamin, la pocsia, mentre il romanzo (0 meglio, la narrativa) indugia troppo, a suo giudizio, sul mondo per non doverlo sostanzialmente accettare. Il genere narrati- ‘vo appate insomma a Benjamin pit: conforme alle csigenze usuali del linguaggio e, pottemmo dite, ci protegge entro certi limiti meglio contro quello che rende la lerteratura pil pericolosa, pit rischiosa, an- che se pitt affascinante. Ora, & soprattutto alla poesia che & dedicato il volume di Jacqueline Risset intitolato Tiaduetion et mémoire poétique, che contiene un ciclo di lezioni da lei tenute al College de France nella primavera del 2003, La nostra critica vi affronta degli autori con i iar quali ha ayuco una lunga frequentazione ¢ sui quali ha portato a termine, negli anni, contributi di note- vole rilicvo: Dante, Scéve, Rimbaud, Proust, consi- deraco, quest ultimo (per riprendere quanto afferma Bonnefoy nellIntroduzione del libro di cui stiamo 242 Ipensier dllitante parlando), come V'aucore di un lungo poema in pro- say il che & perfettamente in linea con le affermazioni contenute ne 1! silensio delle sirene, E questi quattro autori sono analizzati metsendo in luce gli intercesti che abitano le loro opere ¢ le risonanze che a quelle ‘opere comunicano. Non citeremo, oviamente, i vari intertesti che il futo di Jacqueline Risset ha saputo individuare ~ alcuni sono sorprendenti ~ e ci limie- remo a sottolineare (ci sembra questa infatt, Ja cosa importante) che la nostra esegeta (la quale, ad ur atti- vith ermeneutica ha sempre unito un'attviea creativa —soprattutto in ambiso poctico ~e raduttiva, anche sc la traduzione 2 urvoperazione squisitamente exme- incutica), alle espressioni “critica delle fonti", oppure “critica intertestuale”, preferisce neteamente quella di “memoria poetica’, in quanto tale espressione mette molto meglio in luce, a suo giudizio, quello che vi tremamente libero, di imprevedibile, perfino di sconcertante, nellintertestualiti. Sctive, infact, Jacqueline Risset: ud essere di Test possibile de lire les podtes (...] travers cette pré sence mi-claite, mi-obscure, mi-déclarée, mi-implicte, des ‘zuvzes qui les hantent. Il agit alors de quelque chose de profondémenc éranger ce que Yon appelletraditionnelle- ment les “sources” : d'une opération infiniment plus riche, qui mobilise & a la mémoire et loubli, le conscient et Finconseient, et un ués grand nombre de strates hétéro- nes taaillat et jouant ensemble'. Certo, questo non significa assolutamente che la “memoria poctica” non abbia regole, ma se le ha (ed @ indubbio che le abbia), & estremamente probabile, cosserva Jacqueline Risser, che assomiglino a quelle del sogno, il quale procede, come ha visto Freud, per con- densazione e spostamento, vale a dize con dei meccani- smi ben defini, ma che presentano un indubbio mar gine di imprevedibilir di aleatoriets, di liber. Nella poesia, pil che in ogni altro genere leterario si attua insomma quel “tevirement” dal referenaiale alPinterte- stuale che & uno dei tac ivi della letterarietd, come @ stato ripenuramente messo in luce dal gruppo mec che La ele ha (ed probabile, rquelle del d, per con- 4 meceani- sbbio mar- erta. Nella i, si arua all'interte- jetterariet’, Sal gruppo Tel Quel. Il testo lerterario ha insomma un carattere citazionale e, quindi, come dicevamo poco fa, scatsa- mente mimetico, o meglio di cui il mimetismo non esaurisce i tratti distincvi essenzali. Cosi, ad esempio, dopo aver messo in luce i grandi testi che Rimbaud frequenta e medita - Shakespeare, Goethe, la Bibbia, Dante, cce~ Jacqueline Risset nota con finezaa: La mémoire poétique de Rimbaud, jouant diffée- ‘ment de routes les autres, se déplace & la fois sur plusieurs registres, provoquant des mélanges imprévisbles entre textes remémorés et eaves de Pexpétience, et fonctionnant comme un laboratoire de contamination générale, qui remplace & volonté limitation révéremte par le renverse- ment ironique, le pastiche et la parodie". Colpisce nelle due raccolte di saggi di Jacqueline Rissct che abbiamo per sommi capi analizzato, no- nostante la molteplicita degli autori presi in esa~ me e delle problematiche sollevate, impostazione € la prosecuzione di un unico discorso, anche se dalle molteplici sfaccettature: quello che concerne Ja torsione, la “violenza” esercitata dalla letteratura sul linguaggio, torsione e violenza che finiscono ~ alla lunga ~ con lo svolgere, a giudizio della nostra ermencuta, un’azione trasformattice (¢ migliorati- va) sul cerreno sociale. Videologia (vale a dire, in ultima analisi, la letterarura) insomma vista da Jacqueline Risser ~ con lodevole entusiasmo e be- nefico ottimismo — come in grado di condizionare Ia base, 'infraserurcura. 1 Roma, Donel, 2006, 2 Pesos de Le parade de udeur par Y. Bonnefoy, Hermann Ears, Pts 2007 3 Siveda a questo propos, Finteresante opuscalo che seme le tevtara (eo ingmomente), acura di P Tamas, Lisi Taranto 2007, 4. Gala, Paris 1959, 5 J. Rouse, Madame Bovaty ere tr emi Fare es fection, Eats ur le sacar babies de Carel Clade, Joe Cor, Pris 1964, pp. 109-33. 6 Bedi, Anfoan-Vetag 1957; ad i. di E, Arnaud, Incwduzione di CC, ina, Torino 1965. 7 TA Quel, There Cemembl Sell, Pats 1968 8 Si veda, anche per quam tiguards Ia vita Commerce il ago A} Riset Uninsomacionale pine Marguerite Caton eg ‘evi france «Borge Orci. La iia Bathe Otcaren¢ Marguerite Carton. La coigondenc co gi ator sae. 1948- 1960, dtetione dt). Ret, Sesone Fences, cura di, Sentone ‘=P Tamas, ’Ena di Brechnide, Roma 2007, pp 0-000 9 Cares de 1908 & sto pubblicao © commencsto da Ph. Kalb (Gallimard, Paris) nl 1976, 10 Seu Pars 1964, Una seconds edisonearccita dun mow capi tolo ita peso lo eo elitore 1971 11 Rizal, Milano 1991, p. 119 12 Pow bese del cline. Lt tees Con eran des rs ers juin 1935, ans pres par S. Troi et W. Kin, Eons Univcaies de Dj, Calecion Source, Dijon 2005. Vitererto Breton (he fale, nel 1935, da Pal Eland) rvs lp 397-403, 18 J. Ree, dfn dele irene, Pc Ad rita nel Newent fon op itp 14 J. Rist, Tntuson emote pti, op. ce pp 19.20. 15 Jos pp. 86-87 Seritsi 243

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