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LUCIO BATTISTI- E PENSO A TE

Ho deciso presentarvi questa canzone perché ne ho bei ricordi. Quando ero in liceo il professore di
italiano ci ha fatto ascoltare questa canzone. Ai miei amici e a me sembrava ridicolo e non ci piaceva.
Ma più volte che l’ha ascoltata più mi sembrava una canzone veramente bella e non è difficile
comprenderla.

Lucio Battisti è stato un cantautore e compositore italiano. È nato a Poggio Bustone, nel 1943 ed è
morto nel 1998 a Milano. Nel 1962 fa i primi passi come chitarrista nel famoso gruppo “I Campioni”,
che aveva sede a Milano, quindi si trasferisce da Roma e trascorre la sua vita principalmente nella
Regione Lombardia. È considerato una delle massime personalità nella storia della musica italiana. Il
suo primo successo è stato "Acqua azzurra, acqua chiara", che ha vinto il Festivalbar. Ha eseguito
molti generi diversi. Oltre alla sua produzione, Lucio Battisti ha lasciato in eredità alla musica italiana
un numero di innovazioni tecniche e stilistiche, derivate dalla fusione della tradizione melodica
italiana con le sonorità nuove della musica rock, pop e altri generi internazionali.

E penso a te è un brano musicale composto nel 1970. Si dice che il testo della canzone nacque in 19
minuti durante un viaggio in automobile sull'autostrada Milano-Como in cui Mogol compose il testo
improvvisando mentre Lucio Battisti stava accanto al guidatore e Mogol, dietro, canticchiava la linea
melodica. Quando la canzone è composta, Lucio non credeva che potesse avere successo: disse
famoso che «questo non ce la farà, non ha abbastanza ritmo, è debole.

La canzone fu cantata inizialmente da Bruno Lauzi, e poi è stata ripresa da numerosi altri artisti. Ma
la versione più popolare rimane quella data dal suo autore nel 1972.

Il testo racconta i pensieri nostalgici di un uomo innamorato di una donna un po' lontana. Il
protagonista non può fare a meno di pensare a lei costantemente: le strofe descrivono le azioni della
sua vita quotidiana, ognuna è seguita da "... e penso a te" che mette in luce la sua ossessione e la sua
incapacità di godere appieno di ciò che sta facendo. Finalmente va a letto ma non riesce a dormire
per lo stesso motivo. Poi si chiede cosa stia facendo in questo momento e scommette che anche lei
lo sta cercando; ma è chiaro che non ha una vera speranza, perché diche «la città è troppo grande
per due che, come noi, si cercano».

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