E DEL RAZZISMO
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- Una delle forme di razzismo più malvagie sono quelle che si sono
avute (e che purtroppo in alcuni casi ci sono ancora) tra coloro che
hanno un colore della pelle diversa dalla propria
- Anche il paese dal quale si proviene può essere una “scusa” per
generare intolleranza e razzismo
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Alcune persone sono portate a pensare che ciò in cui credono, ciò che
pensano, il paese dove nascono, la cultura e la religione ricevuta, il
proprio colore della pelle, gli usi e costumi acquisiti, le proprie scelte
sessuali, siano un valore assoluto, cioè tutto ciò che fa parte del proprio
mondo e vissuto interiore è la verità, è la cosa giusta, è il punto di
riferimento assoluto, e tutto ciò che si discosta da questo è sbagliato,
bisogna cambiarlo.
- Sentirsi attaccato
- Può avere paura degli altri diversi da lui, perchè non li conosce bene, e
non sa come reagiranno, come si comporteranno con lui.
- Può pensare che uno o qualche aspetto diverso notato negli altri, possa
esserci, insinuarsi dentro di lui, e questo può generargli paura, può fargli
cadere un mondo addosso, un mondo in cui aveva creduto fino ad allora, e
questo a volte è intollerabile da accettare per lui/lei. Ad esempio
confrontarsi con un’altra religione può far nascere il dubbio che quella
religione è più adatta al proprio modo di pensare; oppure stando a contatto
con una persona instabile mentalmente, può far pensare che una parte di
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malattia mentale ci sia anche dentro di lui; stando vicino ad una persona
omosessuale, ci si può sentire a disagio perché si può immaginare che una
parte di omosessualità c’è anche dentro di lui; si può avere difficoltà ad
accettare anche usanze, cibi, rituali, modi di vestire, lingua, musica diverse
ed altro ancora, perché ci può crollare un mondo addosso, anche se in
realtà basta avere una mentalità più aperta pensando che il mondo è fatto
di persone diverse, di mentalità diverse, di colore della pelle diverse, di
religioni diverse, di usi e costumi diversi, e quindi perché noi dovremmo
avere in mano la verità assoluta di quello che pensiamo e crediamo?
- la paura dell’altro
- la paura di confrontarsi
- l’insicurezza
- la nascita di un dubbio
Tutto questo porta una persona che sente una diffidenza nell’altro, o lo
vede come un estraneo, nei casi più gravi come un nemico, o una minaccia
a causa della sua diversità nei propri confronti a far scricchiolare dentro di
lui idee, credenze, modi di comportarsi, stili di vita, cultura ed altro, così
anziché accettare il fatto che possa esistere anche un altro modo di
pensare, un altro modo di vivere, di credere, di mangiare, di vestirsi, di
agire o di comportarsi, di rapportarsi alla vita, ecc, questa persona
comincia ad avere paura, o a dubitare in ciò in cui ha fino ad allora
creduto, vissuto, sperato, praticamente è come se gli stesse crollando un
mondo che per lui era l’unico esistente fino a quel momento, e tutto questo
può generare in lui la mancanza di accettazione di una diversità non solo
esterna, nelle altre persone, ma esistente dentro di lui, nascosta fino a
quel momento.
Quelle persone che hanno invece una capacità ad accettare gli altri modi di
pensare, di credere, di vivere, che hanno un grande rispetto delle idee
altrui, degli altri modi di pensare, di agire, di vivere, queste persone hanno
una mentalità aperta verso ogni modo di fare e di pensare, tendono ad
essere altruiste, si sentono parte di un tutto, sono bendisposte ad accettare
modi diversi di pensare e di vivere, hanno una buona capacità di
relazionarsi con gli altri, hanno un pensiero relativo (e non assoluto ) sono
tolleranti verso gli altri, sono evoluti interiormente, sono persone sensibili
ed empatiche, sanno immedesimarsi in un’altra persona e sentire le
emozioni di un altro, inoltre non hanno paura di sentire una diversità
“dentro sé stessi”, una diversità che si scontra con un mondo in cui si è
vissuti ed educati sino ad allora.
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Prima che si riesca tutti assieme a ridare autonomia e benessere a questi
paesi (ricordiamo l’Africa, molti paesi del sud America e dell’Asia) ci
vorranno anni.
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- a volte inconsciamente ci sentiamo superiori a loro perché non parlano
bene la nostra lingua, perché abitano nel nostro paese, perché devono
adattarsi a noi e non viceversa, perché sono più poveri di noi, quindi può
esserci una sensazione di superiorità rispetto a loro.
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inconscia che ci fa pensare che ciò che fa una sola persona equivale a ciò
che fanno tutti, ma questa è un’illusione psicologica, non è reale.
- stupore
- paura
- incomprensione dell’altro
- fastidio
- tensione
- risentimento
- rabbia
- imparando a capirli
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- identificandoci con loro possiamo sentire il loro dolore a livello
empatico, le loro difficoltà, e questo ci aiuta a rispettarli e ad
accettarli
Rolando Tavolieri
www.ti-aiuto.com
www.aiutopsicologico.org
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