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GIOCO DI SQUADRA

Mimma Di Cecco
Mimma Di Cecco, una maestra appassionata che insegna da 30 anni nella
scuola primaria. Ha sempre amato la sua professione e l’ha svolta con
assiduo impegno e dedizione, con un autentico amore per il bambino e
rispetto per la grande istituzione che è la Scuola Pubblica italiana.
Approfittando dei nuovi mezzi tecnologici, che permettono di rivolgersi a
innumerevoli persone e distanti fra loro, vuole dedicare i restanti anni di
professione, oltre che alla pratica sul campo, alla divulgazione di una sana
e positiva idea di scuola, quella che vuole diventi e continui ad essere la
scuola Primaria Statale Italiana. Il suo intervento a favore delle maestre
italiane vuole essere di affiancamento e sostegno, non solo dal lato
tecnico, ma anche e soprattutto dal lato umano, perché la scuola è per lei
un vero GIOCO DI SQUADRA.
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SOMMARIO

INTRODUZIONE ...................................................................... 5
IL DIRIGENTE .......................................................................... 6
NEL PLESSO ............................................................................ 7
L’ENTE LOCALE ....................................................................... 8
IL BAMBINO............................................................................ 9
LE COLLEGHE ........................................................................ 11
IL TEAM DOCENTE ................................................................ 12
I GENITORI ............................................................................ 13
LA SEGRETERIA ..................................................................... 15
I COLLABORATORI ................................................................ 16
IL TEAM ................................................................................ 18
CONDIVISIONE...................................................................... 19

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I nostri ragazzi, il nostro orgoglio.

«Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra


intelligenza.
Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro
entusiasmo.
Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra
forza».
(Antonio Gramsci, sul primo numero di
L’Ordine Nuovo, primo maggio 1919)
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INTRODUZIONE

Certe cose si capiscono col tempo, quando arriva il tuo


momento o quando hai la fortuna di lavorare in un nuovo
istituto comprensivo come il mio, che si crea staccandosi da un
circolo didattico preesistente: un gruppetto spaurito di
maestre che decide di cambiare, che parte compatto deciso a
migliorare, a crescere, a farsi forza insieme, ad aiutarsi.
Sì, aiutarsi… quando si era spesso sentito parlare di sostegno ai
docenti, e quel sostegno non era mai arrivato; né dalla
dirigenza, troppo presa dalla burocrazia per accorgersi di
essere in una professione che tratta di persone con persone e
che le persone hanno un cuore, una sensibilità; né dalle
colleghe, tutte troppo prese nella loro illusione di fare le
eccellenti isolate, mentre l’eccellenza di una scuola si misura
esclusivamente sull’unione, sulla coesione, sull’uniformità dei
risultati.
È partita così questa meravigliosa esperienza. Le 11 classi sono
diventate 13, poi 15, poi 18, poi 20. Il gruppo è cresciuto di
anno in anno compatto, condividendo e collaborando. Dopo
trent’anni di insegnamento, solo ora posso dire di vivere una
dimensione corale, una gestione solidale, un clima accogliente,
la condivisione degli obiettivi e delle strategie.
Nella mia scuola conosco praticamente tutti i bambini perché
le porte delle aule sono aperte. Con le colleghe c’è un’intesa, ci
si capisce al volo, si collabora per il buon funzionamento
dell’istituto nel suo complesso, le problematiche delle varie
classi vengono discusse insieme; le ore di compresenza
vengono distribuite con un criterio di equità, tenendo conto
delle difficoltà presenti nei vari gruppi; nessuno si chiude nel
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suo guscio, nessuno ti volta le spalle se hai bisogno di aiuto…


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IL DIRIGENTE

Tutto il circolo virtuoso ovviamente parte da una dirigente


illuminata, che rende chiaro l’orientamento filosofico
dell’istituto, che indirizza i docenti sull’accoglienza come
caratteristica imprescindibile dell’agire scolastico. Una
dirigente che per prima accoglie, comprende, motiva,
incoraggia alunni, genitori, docenti, personale tutto della
scuola. Conosce tutti, parla con tutti, riceve tutti: personale,
insegnanti, alunni, genitori, enti locali. Intrattiene con tutti
rapporti positivi ed ha una grande competenza nella gestione
degli inevitabili conflitti.
Ha il polso della situazione in qualunque momento, sa
esattamente com’è fatta la sua scuola, sia riguardo alle
caratteristiche dell’utenza, sia riguardo alla competenza e
all’impegno dei docenti. Interviene prontamente e dirime le
controversie con il giusto equilibrio fra buon senso e autorità.
Con un capo così un’insegnante si sente serena, in ogni
momento spalleggiata e protetta; puoi chiederle aiuto, parlarle
con franchezza dei tuoi problemi, delle tue necessità.
Ad un capo così parlerei in realtà più delle mie gioie e delle mie
soddisfazioni, per alimentare la sua energia, per farle sapere
che può fidarsi di me, che voglio corrispondere alla sua idea di
scuola, perché lei è un leader autentico, e voglio custodirne
gelosamente e alimentarne per quanto posso la forza e
l’ottimismo.
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NEL PLESSO

Nello stesso plesso è come essere in una famiglia. I bambini


sono presi in carico un po’ da tutti. La collaboratrice è la nonna
di tutti. È sempre indaffarata con le pulizie, le decorazioni, le
fotocopie, le comunicazioni alle famiglie da attaccare sui
quadernini, la cura delle piantine in cortile, le telefonate a casa
e i termometri in caso di febbre, il caffè alle maestre.
Le maestre sembrano grandi amiche che si sono scelte e hanno
il piacere di stare insieme, non gente capitata lì per caso e
messa insieme senza criterio… i genitori osservano tutto
questo come una cosa normale e non si rendono conto che
nella scuola è una cosa rara… quello che dovrebbe essere la
norma, calcolando che si parla di un luogo in cui adulti di
riferimento stanno insegnando ad esseri umani immaturi a
diventare uomini e donne attivi e consapevoli nella società.

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L’ENTE LOCALE

Non ho cambiato comune di insegnamento negli ultimi


vent’anni. L’ente locale è lo stesso di anni fa, quando questo
nuovo istituto comprensivo non esisteva, eppure qui è vissuto
in maniera assolutamente diversa. Non è una controparte, ma
un’organizzazione che partecipa alla buona riuscita del servizio
scolastico nel suo complesso. Nessun rapporto conflittuale,
nessun braccio di ferro, ma la consapevolezza che, con i pochi
mezzi a disposizione, tutti stanno cercando di fare del proprio
meglio. Io non riesco a credere di essere nello stesso comune
di prima, di non essermi allontanata da casa e di avere nello
stesso tempo una situazione così profondamente diversa.
Ognuno crea il suo universo e ci vive dentro; è proprio vero che
bisogna avere il coraggio di cambiare, di mettersi in
discussione, di ricostruirsi e di ricostruire dalle rovine quello
che di bello può e deve esistere.

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IL BAMBINO

Ho sempre detto che la nostra è la più bella professione che


esista al mondo, e ho continuato a crederlo anche quando mi
sono trovata a vivere momenti non proprio positivi, quando ho
vissuto gli scontri, le incomprensioni, quando non avrei mai
potuto immaginare che una situazione potesse
completamente ribaltarsi. Non esiste un lavoro migliore di
questo: siamo a contatto con i cuccioli della nostra specie, i
bambini, questa meraviglia, la cosa più bella che sul pianeta gli
occhi di una donna possano vedere, questi occhi dotati di
istinto materno e di amore per il bello.
I bambini sono la freschezza, la bellezza più pura, la
spontaneità, l’autenticità, la dolcezza.
Il bambino ti guarda con occhi puliti, ti sorride, ti rende gioiosa
una giornata che era iniziata grigia e triste, ti coinvolge, ti
motiva, ti entusiasma, ti fa sentire importante e potente.
Il bambino si fida di te, ti ammira, sei il suo punto di
riferimento, il suo idolo, il suo mentore, il consigliere saggio,
giudizioso ed avveduto di cui ci si può fidare.
Tu maestra hai il potere perché ti è dato dal bambino, tu hai la
forza perché il bambino ha deciso che devi essere forte per lui,
tu hai la conoscenza, tu sei il Verbo, non si discute la tua
parola… ma chi altro può farti sentire così?
Dobbiamo essere degne di tutto questo. Dobbiamo essere
grate all’esistenza di tutto l’Amore che attraverso il bambino ci
si riversa addosso. Dobbiamo essere fiere di poter lavorare al
fianco di persone così importanti, le migliori, le più pulite, le più
vere…
E così chi impara è colui che insegna e chi insegna è colui che
impara, in un circolo virtuoso di compensazioni reciproche, in
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una trama fitta di relazioni che si aggrovigliano, intessute di
stima, dedizione, fiducia reciproca.
Trovatela, se potete, una professione migliore di questa,
trovatela… una professione che ti fa arrivare sul luogo di lavoro
ogni mattina, desiderando di incontrare al più presto i tuoi
utenti. E poi arrivano le stupende creature e non puoi
aspettare in aula, devi assolutamente uscire in corridoio e
stabilire subito un contatto, il primo sguardo, il primo
abbraccio, il primo sorriso del mattino, quello più vero, quello
più sgombro di stanchezza, quello felice dell’incontro.

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LE COLLEGHE

Ci sono stati tempi in cui le colleghe erano una specie di


controparte, in cui sembrava che il successo dell’una fosse
l’insuccesso dell’altra. Ci sono stati tempi in cui ci si nascondeva
per non farsi copiare il lavoro, in cui si copriva gelosamente il
segreto di quello che avveniva nella propria classe.
E ci sono tempi, e sono questi, in cui con le colleghe ci si
confida, ci si scambia idee e materiali, si pianificano le uscite, si
discutono i progetti e si decide tutti insieme, perché la scuola
deve essere bella dentro ed apparire altrettanto bella fuori,
deve essere una casa di vetro, bella, pulita, trasparente.
Da sola sei efficiente, ma sei una; se ti unisci alle altre, però, sei
una forza!
Una maestra da sola è già una grande donna. È proverbiale la
forza della donna-maestra, i poveri mariti ne parlano sempre…
lei potrebbe gestire una squadra di operai, lei vuole avere
sempre ragione, lei l’ha sempre vinta, lei è un’organizzatrice,
lei vale…
E ora pensane tante, tutte insieme, una POTENZA!
Se solo le maestre sapessero quanto valgono e quanto
potrebbero valere ancora di più se si unissero le une alle altre…
potrebbero condurre la scuola verso traguardi inaspettati,
creare un’eruzione di energia incredibile!
E allora forza! Costruiamola questa scuola nuova, questa
scuola viva, fatta di braccia operose, di menti vivaci, di
creatività, di collaborazione, di aiuto e solidarietà! Costruiamo
una scuola senza muri, senza pareti, dove lo scambio sia la
norma, dove la gioia di incontrarsi renda ogni giorno unico e
stupendo, denso di opportunità. Costruiamo una scuola nuova
su quella che già c’è, abbattendo i muri che sono stati eretti,
promuovendo e agevolando lo scambio, creando opportunità
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di condivisione e crescita!
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IL TEAM DOCENTE

Ricorda che, anche se sei un docente unico, in una classe a


tempo normale, anche se la maggior parte delle ore della
classe è coperta da te e così quasi tutte le materie, puoi e devi
condividere la responsabilità del lavoro nel suo insieme con le
altre maestre che intervengono a completare l’orario, che
effettuano il sostegno o che prestano una collaborazione per
alcune ore in compresenza. È importante coordinarsi perché la
proposta educativa sia ben articolata, sfruttare le singole
competenze e metterle a frutto per ampliare e diversificare
l’offerta formativa alla classe.
Se un docente del team possiede competenze in campo
artistico o musicale o motorio, o quant’altro, è bene che sia
pianificato, nelle ore in cui è in classe, un corso della disciplina
in questione, magari solo di un’ora a settimana. In questo
modo il passaggio di ogni persona competente lascerà un
segno nella formazione dei bambini e non sarà stato vano. Un
esempio: un anno ho avuto un’insegnante di sostegno laureata
al conservatorio, competente nella direzione di coro. Abbiamo
deciso di far cantare i bambini un’ora a settimana. A fine anno
sono intervenuti in una manifestazione al Conservatorio di
Santa Cecilia a Roma, esibendosi in quel grandioso tempio della
musica… esperienza indimenticabile che non avrebbero mai
fatto se avessimo considerato la collega come una qualunque
altra maestra di sostegno e se lei non si fosse messa a
disposizione per diffondere il suo grande amore per la musica.
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I GENITORI

Con i genitori il rapporto va impostato subito nel modo giusto:


non sono ammessi errori! Con una parola puoi compromettere
un rapporto che invece deve durare nel tempo. Si tratta di
un’alleanza. Il patto scuola-famiglia deve poggiare su
presupposti di fiducia, di stima, di rispetto reciproco, di
collaborazione continua. È in gioco il bene del bambino, il suo
futuro. È in gioco anche, egoisticamente, la tua serenità.
Nella Scuola Primaria si pongono le basi per il successo
scolastico del bambino, ma soprattutto nella mente del
bambino si crea una certa idea di scuola. Se amerà o odierà la
scuola molto dipenderà da come vivrà questi anni, da come
imposterà il rapporto con le insegnanti, con i compagni e con
l’ambiente scuola in generale.
I genitori vivono l’ingresso dei bambini nella Scuola Primaria
con grande ansia. Sono molto attenti e presenti, seguono con
cura i consigli e le richieste delle maestre, intervengono
sollecitamente in caso di problemi, chiedono consigli,
chiarimenti.
Dobbiamo essere sempre all’altezza: essere amichevoli ed
efficienti, solleciti e sereni, comprensivi e fermi. Dobbiamo
essere l’equilibrio nell’instabilità di un’esperienza nuova, la
sicurezza che spesso vacilla nei genitori alle prese con bambini
così piccoli, la rassicurazione ed un valido appoggio di fronte
alle difficoltà dei bambini nel loro percorso scolastico.
Non è facile trovare la centratura giusta. Qual è il modo per
riuscire? Con il tempo e l’esperienza ho capito che quello che
sempre premia nel rapporto con i genitori è la serietà con cui
svolgo il mio compito e la passione per il mio lavoro. La
passione non è un concetto platonico, vuol dire essere
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consapevole dell’importanza del ruolo che svolgi nella società,


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del fondamentale impegno educativo e formativo che non devi
rivolgere solo ai bambini, ma alle famiglie e alla dimensione
locale in cui opero. Caratteristiche quali la gentilezza, la
capacità di entrare positivamente in contatto con le persone
più diverse, la competenza comunicativa, la dedizione alle
persone in quanto esseri umani, a prescindere dalle peculiarità
individuali, devono far parte del bagaglio della maestra, non
possono mancare nel suo repertorio personale. Non possono
mancare il costante lavoro su di sé, la ricerca dell’equilibrio, la
pazienza, la gioia, l’ottimismo, la gentilezza.
I genitori ti affidano, senza conoscerti, le cose più preziose che
hanno al mondo, le loro creature. Le lasciano nelle tue mani
una mattina di fine estate, senza nemmeno chiederti conto di
chi sei, da dove vieni, cosa sei in grado di fare, senza
pretendere di conoscere la tua esperienza, di visionare il tuo
curriculum… questa è una grande prova di fiducia e devi
amministrarla bene.

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LA SEGRETERIA

Il personale della segreteria ti supporta nelle faccende


burocratiche della scuola, predispone la modulistica, tiene in
ordine la documentazione, porta avanti le pratiche delle uscite
didattiche, cura e integra progressivamente il tuo fascicolo
personale, riceve le richieste inerenti permessi, congedi, ferie,
assenze e le registra opportunamente, ti dà supporto per le più
svariate problematiche che si possono verificare, oltre a curare
tutta la parte amministrativa.
Il lavoro della segreteria è un fondamentale lavoro di
coordinamento e organizzazione della vita della scuola. Non è
un ufficio messo lì tanto per occupare locali. Devi valorizzare
ed apprezzare la professionalità della gente che vi lavora e
mantenere buoni rapporti con tutti loro, perché sono le
persone a cui chiederai consiglio e aiuto in tutte le pratiche che
riguardano la tua carriera, a cui chiederai chiarimenti su
svariate problematiche. È vero che l’ufficio di segreteria esiste
in quanto c’è una scuola, ma è anche vero che la scuola non
potrebbe funzionare senza la segreteria, e non potrebbe
funzionare bene senza una segreteria efficiente e ben
organizzata. 15
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I COLLABORATORI

La prima e più importante funzione dei collaboratori è la


sorveglianza dei locali scolastici, l’attenzione nei momenti di
entrata e di uscita, l’apertura e la chiusura dei cancelli, il
controllo degli alunni che transitano nei corridoi e che
utilizzano i bagni.
Sono loro che si occupano dell’ambiente scuola, della pulizia e
della disinfezione degli ambienti e degli arredi. Svolgono tanti
altri piccoli incarichi, come il passaggio delle circolari, il
controllo della classe per i pochi minuti di assenza
dell’insegnante che si reca alla toilette, la consegna alla
maestra di un alunno che entra in ritardo o
l’accompagnamento alla porta di un alunno che esce
anticipatamente.
Nella scuola dove mi trovo, ho incontrato i migliori
collaboratori scolastici che io abbia mai conosciuto. Persone
dedite, che si occupano delle loro mansioni con amore, sempre
orientati alla buona riuscita della giornata scolastica, di ogni
particolare momento della stessa, di ogni evento che
predispongono e controllano secondo le disposizioni del
dirigente. Non ho mai visto collaboratori così attenti, gentili,
pronti ad effettuare un lavoro prontamente e di buon grado.
Non ho mai visto collaboratori così dediti ai bambini, che
conoscono gli alunni per nome, che si prestano ad intervenire
in ogni situazione di difficoltà delle classi.
Con un personale simile in corridoio, ti senti al sicuro, sai che
all’esterno dell’aula tutto fila liscio, che il bambino che esce
dalla classe per andare in bagno è seguito con sguardo
amorevole da qualcuno che si prende cura della sua
incolumità.
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Potresti non trovare una situazione così rosea nella scuola dove
vai ad insegnare, ma sappi che il clima che respirerai sarà quello
che creerai tu stessa. Nessuno vuole lavorare in un ambiente
ostile, nessuno cerca di partire col piede sbagliato. All’inizio,
quando arrivi, quando si parte, tutto è nuovo e tutto può
essere, da quel momento in poi, nel migliore dei modi.
Ogni insegnante collabora al successo di una scuola nel suo
insieme. Ognuno aggiunge qualcosa e se ognuno aggiunge del
buono, il complesso che ne verrà fuori sarà positivo. Il tutto è
una somma di parti, e una somma di ottime parti non può che
rappresentare un’eccellenza!

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IL TEAM

Il team di cui parlo nel titolo di questo breve e-book, si sarà


capito, è costituito dal complesso delle persone che operano in
una scuola, dal dirigente ai docenti, alla segreteria, ai
collaboratori, agli alunni, ai genitori.
Un gruppo numeroso, un esercito di gente che, se integrato in
una fitta trama di relazioni positive e animato dall’unica
vocazione genuina della scuola, vale a dire la crescita, il
benessere e la formazione del bambino, costituisce una forza a
sostegno della comunità sociale in cui opera, perché collabora
alla creazione di individui sani, equilibrati, istruiti e
consapevoli… quello che serve all’umanità!

VISION
“Lo scenario che vogliamo vedere nel futuro è quello di una
società partecipata, di una comunità compatta al suo interno e
solidale verso l’esterno, che pratichi il rispetto delle regole e
delle individualità che la compongono, con le loro diversità e i
loro eterogenei bisogni. Ciò si realizzerà solo quando avremo
formato cittadini attivi e responsabili, ed è proprio questo il
nostro sogno, la vision del nostro istituto: educare, istruire e far
crescere bambini e ragazzi che si avviino ad essere domani
uomini e donne in grado di realizzare il nostro ideale di società.”
Dal PTOF 2016/2019 della mia scuola
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CONDIVISIONE

In quest’ottica si pone questa mia umile iniziativa di portare la


mia esperienza a colleghe che vogliono crescere
professionalmente. Dopo 30 anni di insegnamento,
consapevole che questi sono gli anni in cui posso mettere a
frutto un’esperienza maturata nel corso del tempo, volendo
utilizzarla non solo nell’ambito ristretto della mia classe e della
mia scuola, dove cerco di fare del mio meglio come insegnante
di una classe a tempo normale e collaboratrice del Dirigente,
voglio sfruttare la tecnologia per diffondere idee di SCUOLA
VERAMENTE BUONA, che è quella fatta non dal Governo o
dalle circolari ministeriali o dalle iniziative di un ministro o
dell’altro, ma quella agita e animata da una folta e ardita
schiera di maestre, come avviene da sempre.

Buona scuola!

Informazioni ed aggiornamenti sulle attività formative


dell’autrice sono disponibili sul sito Web
www.imparaeinsegna.com
e sulla pagina facebook
https://www.facebook.com/maestramimma
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